IL 010
IL 010
Data: 01/09/07 Rev. 0
LICEI STEFANINI
PIANO DI GESTIONE DELLE EMERGENZE
Pagina 1 di 28
MESTRE - VE
I.M.S. “LUIGI STEFANINI” LICEI SPERIMENTALI ED ISTITUTO MAGISTRALE
Via Del Miglio 30 Mestre- Venezia
PIANO DI GESTIONE DELLE EMERGENZE (art. 5 D. Lgs. 19 settembre 1996 n° 626 )
Rev.
Data
Oggetto della revisione
Emesso da
Approvato da
numero pagine 28
Scuola Polo Luigi Stefanini
INDICE
1. SCOPO DEL PIANO DI GESTIONE DELLE EMERGENZE................................................ 4 1.1 RIFERIMENTI DI LEGGE............................................................................................. 4 1.2 CONTENUTI DEL PIANO E SUA STRUTTURAZIONE ............................................................. 5 1.3 GESTIONE DELLE EMERGENZE ..................................................................................... 6 1.3.1 SQUADRA ANTINCENDIO................................................................................. 6 1.3.2 SQUADRA DI PRIMO SOCCORSO ............................................................................ 7
2. GENERALITÀ DELLA STRUTTURA ......................................................................... 8 2.1 IMPIANTI TECNOLOGICI ED ANTINCENDIO .................................................................... 9 2.1.1 SISTEMI DI PROTEZIONE ATTIVA ........................................................................... 9 2.1.2 IMPIANTO ELETTRICO ......................................................................................... 9 2.1.3 LINEA METANO ................................................................................................. 9
3. GESTIONE DELLE EMERGENZE .......................................................................... 10 3.0 TIPOLOGIA DELL'EMERGENZA ................................................................................... 10 3.1 RILEVAZIONE DELL'EMERGENZA ................................................................................ 11 3.1.1 COMPORTAMENTO DEL TESTIMONE ...................................................................... 11 3.1.2 COMPORTAMENTO DEGLI ADDETTI ALLA SQUADRA DI PRONTO INTERVENTO:.................. 11 3.1.3 NUMERO MINIMO DI ADDETTI ALLA SQUADRA DI PRONTO INTERVENTO ........................ 11 3.1.4 INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO..................................................................... 11 3.2 FINE DELL'EMERGENZA ........................................................................................... 12 3.2.1 FINE DELL’EMERGENZA ..................................................................................... 12 3.2.2 COMPORTAMENTO DEGLI ADDETTI ALLA SQUADRA DI PRONTO INTERVENTO ................... 12
4. EVACUAZIONE.............................................................................................. 13 4.1 PUNTO DI RACCOLTA .............................................................................................. 13 4.2 COMPARTIMENTI ANTINCENDIO ................................................................................ 13 4.3 TRASFERIMENTO DEGLI OSPITI................................................................................. 13 4.4 EVACUAZIONE PERSONE AUTOSUFFICIENTI.................................................................. 13 4.5 EVACUAZIONE PERSONE CON IMPEDITE O LIMITATE CAPACITÀ MOTORIE ............................ 13 4.6 EVACUAZIONE DEI VISITATORI ................................................................................. 14 4.7 COMPORTAMENTO DEGLI ADDETTI ALLA SQUADRA DI PRONTO INTERVENTO ........................ 14 4.8 COMPORTAMENTO DEL PERSONALE DIPENDENTE IN CASO DI EVACUAZIONE ......................... 14
5. POSSIBILITÀ DI INCENDIO ............................................................................ 15 5.1 INCENDIO IN UNA AULA .......................................................................................... 15 5.2 INCENDIO IN UN CORRIDOIO ................................................................................... 15
6. ALTRE EMERGENZE ........................................................................................ 16 6.1 TERREMOTI.......................................................................................................... 16
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.2 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
6.2 TELEFONATE TERRORISTICHE O DI MINACCIA DI BOMBA ................................................. 16
7. MISURE DI PREVENZIONE INCENDI .................................................................. 18 8. CHIAVI DELLA STRUTTURA .............................................................................. 20 9. SCHEDE D’INTERVENTO .................................................................................. 22
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.3 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
1. SCOPO DEL PIANO DI GESTIONE DELLE EMERGENZE L'esperienza ha evidenziato che, in genere, è possibile prevedere e realizzare al meglio la conduzione di una emergenza sulla base di dati e procedure preordinate, meglio ancora se simulate. Quanto più sarà stata analizzata e pianificata una politica per le varie situazioni di emergenza nella sede scolastica tanto più alta sarà l'efficienza del personale preposto agli interventi. Progettare e pianificare le procedure da attuare in caso di emergenze impone innanzitutto di studiare ed analizzare con estrema attenzione gli impianti e la struttura in cui si opera. Lo stato di emergenza si verifica quando vi sia uno scostamento dalle usuali condizioni di esercizio dell’attività con pericolo per l’incolumità delle persone e possibilità di danni ai beni. Principalmente le condizioni di emergenza potranno essere indotte principalmente da incendi o eventi naturali, come terremoti ed alluvioni, e, secondariamente da atti terroristici o azioni in genere dolose. Il Piano di Emergenza interno ha come scopo principale fornire al personale che opera all’interno della struttura, sia esso dipendente o no, le istruzioni comportamentali da attuare nel caso si verifichino le situazioni di emergenza prima discusse. Esso ha la finalità di mitigare le conseguenze di un eventuale incidente mediante l'organizzazione delle risorse umane e materiali. Gli obiettivi del Piano di Emergenza sono: •
prevenire le situazioni che potrebbero essere causa di emergenze;
•
soccorrere le persone eventualmente coinvolte;
•
impedire che altre persone si infortunino;
•
preservare l'incolumità dei personale coinvolto nel controllo dell'evento;
•
minimizzare i danni alle attrezzature ed alle strutture;
•
prevenire una eventuale escalation dell'incidente;
•
fornire informazioni alle Autorità per fuoriescano dal perimetro della sede;
•
collaborare con le Autorità ed i servizi di emergenza esterni.
eventuali
conseguenze
dell'incidente
che
1.1 RIFERIMENTI DI LEGGE Il seguente piano è stato redatto in risposta a quanto disposto da: •
artt. 12 e 13 del D.Lgs. 626/94;
•
art. 5 D.P.R. 12 gennaio 1998 n° 37;
•
punto 10 D.M. 18.08.02.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.4 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
1.2 CONTENUTI DEL PIANO E SUA STRUTTURAZIONE Per poter dare al piano, soprattutto per la parte riguardante la lotta agli incendi, un'efficacia operativa senza renderlo troppo complesso e macchinoso si è pensato di procedere nel seguente modo: •
dividere la struttura in strutturalmente;
zone con
rischi
similari
o
zone chiaramente
distinte
•
ipotizzare le situazioni di emergenza possibili (possibilità di esplosione, possibilità di innesco di incendi...)
•
stabilire la modalità di segnalazione dell'emergenza;
•
stabilire le modalità di intervento prima delle persone coinvolte e poi degli addetti alle emergenze;
•
coordinare l'intervento con i soccorritori esterni e fornire loro le informazioni necessarie.
Allegati al presente piano si trovano: •
le planimetrie generali della sede con riportate, in forma grafica, le informazioni su: ubicazione dei presidi antincendio; ubicazione delle vie d'uscita; destinazione d’uso dei locali; zone a rischio specifico.
La documentazione deve essere sempre a disposizione dei VV.F. e deve essere consegnata loro in caso di intervento.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.5 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
1.3 GESTIONE DELLE EMERGENZE 1.3.1 SQUADRA ANTINCENDIO Raccoglie tutti gli Addetti alla Lotta agli Incendi ed all’Evacuazione che hanno lo scopo predisporre le prime misure per limitare e mitigare gli effetti dell'emergenza. A loro competono i compiti operativi, quali utilizzare i mezzi antincendio e collaborare all’evacuazione della struttura qualora ve ne fosse la necessità. Come disposto da: • art. 4 comma 5 lettera a) del decreto legislativo 626/94; • art. 6 D.M. 10 marzo 1998; si sono identificati tra i lavoratori gli addetti alla lotta e prevenzione incendi. La scelta è stata fatta in maniera da garantire una loro presenza continuativa, per quanto possibile, nell’arco della giornata. Il personale ha seguito un corso di formazione per attività a rischio di incendio medio (corso B). Il responsabile della squadra è il Prof. Menin Luciano.
COMPONENTI SQUADRA ANTINCENDIO NOME
MANSIONE
BUCCIARELLI A.
Docente
CENTENARO D.
A.T.A.
TURATTI M.
A.T.A
GUGLIELMI R.
A.T.A.
MENIN L. Resp. Emergenze
Docente
CIOFFI M.
Docente
TORTATO R.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
A.T.A.
pag.6 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
1.3.2 SQUADRA DI PRIMO SOCCORSO Raccoglie tutti gli Addetti al Primo Soccorso che hanno lo scopo di soccorrere i lavoratori e gli ospiti che si dovessero infortunare a seguito di situazioni di emergenza o nel normale svolgimento del loro lavoro. Nella scuola è tenuta una cassetta di primo soccorso con una adeguata dotazione di materiale di primo soccorso. La cassetta è tenuta presso l’infermeria. Mensilmente sarà cura del Prof. Menin Luciano verificare la dotazione delle cassette di primo soccorso. Come disposto da: • art. 4 comma 5 lettera a) del decreto legislativo 626/94; • art. 6 D.M. 10 marzo 1998; si sono identificati tra i lavoratori gli Addetti al Primo Soccorso. COMPONENTI SQUADRA DI PRIMO SOCCORSO NOME
MANSIONE
BUCCIARELLI A.
Docente
BONAVENTURA L.
A.T.A.
CENTENARO D.
A.T.A
GUGLIELMI R.
A.T.A.
MENIN L. Resp. Emergenze
Docente
VIANELLO M.
A.T.A.
TORTATO R.
A.T.A.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.7 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
2. GENERALITÀ DELLA STRUTTURA La struttura è di recente ristrutturazione parziale ed è costruita con strutture in c.a. gettato in opera, solai in latero cemento, partizioni interne e tamponamenti in mattoni. L’edificio, realizzato in un’area facilmente raggiungibile con mezzi di soccorso, è disposto su due piani fuori terra. Il collegamento verticale è assicurato da scale interne e da due scale di emergenza esterne. Al piano terra si trovano gli uffici, l’auditorium, i laboratori, le palestre mentre al piano primo si trovano le aule ed alcuni laboratori di astrologia. La scuola a pieno regime ospita circa 800 alunni e 100 tra personale docente ed ATA. La distribuzione dei locali e dei presidi antincendio è riportata nelle planimetrie dislocate in tutta la scuola.
LEGENDA:
PULSANTE ALLARME
IDRANTE SOPRASUOLO NASPO ESTINTORE PORTATILE
USCITA DI EMERGENZA QUADRO ELETTRICO
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.8 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
2.1 IMPIANTI TECNOLOGICI ED ANTINCENDIO 2.1.1 SISTEMI DI PROTEZIONE ATTIVA Estintori portatili Sui piani sono distribuiti degli estintori portatili adeguatamente segnalati ed in posizioni visibili e facilmente raggiungibili. Una ditta abilitata è incaricata delle verifiche semestrali. L’esatta ubicazione degli estintori è riportata nelle planimetrie dislocate nei diversi piani. Impianto fisso È presente un impianto antincendio fisso costituito da una rete con naspi ed idranti su ogni piano. La rete è allacciata all’acquedotto comunale. L’esatta ubicazione dei naspi ed idranti è riportata nelle planimetrie dislocate nei diversi piani. Impianto rilevazione automatica di incendi Alcuni locali sono protetti con impianto di rilevazione e segnalazione automatica di incendi. La segnalazione dell’incendio avviene con sistemi di tipo ottico acutico. La centralina dell’impianto si trova al piano terra. 2.1.2 IMPIANTO ELETTRICO L’impianto elettrico della scuola è in bassa tensione. Il quadro elettrico principale si trova al piano terra, mentre su ogni piano si trova il quadro di zona. 2.1.3 LINEA METANO È presente una rete di distribuzione del metano con consegna nella centrale termica e nei laboratori di chimica.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.9 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
3. GESTIONE DELLE EMERGENZE 3.0 TIPOLOGIA DELL'EMERGENZA Vanno distinte due diverse tipologie di emergenza, una grave ed una lieve distinguendo se vi sia o meno la necessità di richiedere l’intervento dei soccorsi esterni. Ora so pone il problema di definire in maniera univoca cosa si intende per "emergenza grave" mancando dei parametri discriminanti precisi a cui riferirsi. Diremo quindi, in linea di massima, che una situazione di emergenza viene considerata grave se: •
vi sono pericoli immediati o a breve per l'incolumità delle persone;
•
la situazione si discosta da quelle che si sono presentate in passato è che sono state controllate senza l'intervento dei Vigili del Fuoco (es. incendio di un ridotto quantitativo di materiale);
•
la situazione è analoga ad una già accaduta che si è poi evoluta con danni alle persone o molto gravi ai beni.
Le modalità operative in base al tipo di emergenza sono: emergenza lieve
emergenza grave
segnalazione dell’emergenza;
segnalazione dell’emergenza;
la Squadra di Pronto Intervento viene allertata e procede secondo le schede d’intervento per quel tipo di emergenza;
si richiede l’intervento dei Vigili del Fuoco;
il personale coadiuva la squadra.
viene allertata la Squadra di Pronto Intervento che procede secondo le schede d’intervento per quel tipo di emergenza; il personale squadra.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
dipendente
coadiuva
la
pag.10 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
3.1 RILEVAZIONE DELL'EMERGENZA 3.1.1 COMPORTAMENTO DEL TESTIMONE Chi rileva una situazione di emergenza deve: 1. verificare lo stato della situazione, se vi sono pericoli immediati o probabili per le persone, area interessata dal principio d’incendio, possibile evoluzione dello stesso per la vicinanza depositi, quadri elettrici o altro; 2. avvisare immediatamente gli addetti alla squadra di pronto intervento. 3.1.2 COMPORTAMENTO DEGLI ADDETTI ALLA SQUADRA DI PRONTO INTERVENTO: Ricevuta la segnalazione gli Addetti alla Squadra di Pronto Intervento devono: 1. portarsi sul punto dove è stata segnalata la situazione di emergenza; nel caso di emergenza lieve:
nel caso di emergenza grave:
2.
2.
il Responsabile della Squadra di Pronto Intervento, in sua mancanza il sostituto, avvisa o fa avvisare i Vigili del Fuoco (Scheda VVF allegata al presente piano);
3.
intervenire secondo quanto previsto dalle schede d'intervento allegate al presente piano e come insegnato loro durante la formazione specifica.
intervenire secondo quanto previsto dalle schede d'intervento allegate al presente piano e come insegnato loro durante la formazione specifica;
Nel caso la situazione di emergenza non sia gestibile in sicurezza da parte degli Addetti della Squadra di Pronto Intervento il Responsabile, o in sua assenza il sostituto, provvederanno ad ordinare a tutti gli addetti di abbandonare la zona. Prima di lasciare l’area pericolosa il responsabile o il suo sostituto dovranno verificare che nessuno sia rimasto nella zona. 3.1.3 NUMERO MINIMO DI ADDETTI ALLA SQUADRA DI PRONTO INTERVENTO È opportuno per l’intervento siano presenti come minimo due addetti in maniera tale che se uno di loro si trovasse in difficoltà, perché s’infortuna o altro, qualcuno possa intervenire in suo aiuto o avvisare i soccorsi. 3.1.4 INTERVENTO DEI VIGILI DEL FUOCO Appena arrivati i Vigili del Fuoco il Responsabile della Squadra di Pronto Intervento o il suo sostituto, dovranno consegnare loro la copia del Piano di Emergenza, indicare la posizione dell’incendio, come raggiungerla e quale sia lo stato della situazione.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.11 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
3.2 FINE DELL'EMERGENZA 3.2.1 FINE DELL’EMERGENZA Nel caso di emergenza lieve la fine dell’emergenza sarà decretata dal responsabile della Squadra di Pronto Intervento una volta circoscritto l’incendio mentre, in caso di emergenza grave, saranno i soccorritori esterni a stabilire la fine dell’emergenza. Fino a tale momento il personale evacuato non potrà rientrare nella struttura. Il segnale di fine emergenza verrà dato a voce. 3.2.2 COMPORTAMENTO DEGLI ADDETTI ALLA SQUADRA DI PRONTO INTERVENTO Avuta comunicazione del cessato allarme dovranno: tenersi a disposizione dei Vigili del Fuoco e delle autorità esterne per fornire eventuali informazioni su quanto accaduto.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.12 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
4. EVACUAZIONE L'evacuazione deve essere ordinata solo in situazioni di reale pericolo per l'incolumità delle persone. Un ordine di evacuazione prematuro può esporre a gravi rischi sia i dipendenti che gli ospiti della casa di riposo, soprattutto per le possibili situazioni di panico che si possono creare. Il segnale di evacuazione viene deciso dal responsabile della struttura, quando presente, ed, in sua assenza da un sostituto o dal responsabile della squadra di pronto intervento (ad esempio nell’orario notturno). L’ordine di evacuazione viene dato azionando il sistema di allarme agendo su uno dei pulsanti di attivazione manuale. Il segnale di evacuazione e di tipo ottico (luce rossa) ed acustico (suono di sirena). 4.1 PUNTO DI RACCOLTA Il punto di raccolta è fissato nel giardino principale della scuola in posizione sicura rispetto alla struttura e fuori dal transito dei mezzi di soccorso. 4.2 COMPARTIMENTI ANTINCENDIO Alcune zone della struttura sono dei compartimenti antincendio REI90. Oltre che la compartimentazione tra i vari piani, la zona dei laboratori posti al piano terra è diviso in più compartimenti resistenti all’incendio garantendo uno spazio protetto dagli effetti dell’incendio sulla zona più a rischio. È molto improbabile infatti, se non nel caso di atti dolosi, che un incendio si sviluppi contemporaneamente in due compartimenti antincendio. Il collegamento verticale tra i piani è garantito da più scale e da tre scale esterne. La loro posizione, contrapposta, garantisce sempre una possibilità di esodo non essendoci corridoi ciechi o vie di fuga in un’unica direzione. I compartimenti antincendio sono visibili nelle diverse planimetrie dislocate in tutta la scuola. 4.3 EVACUAZIONE ESODO VERTICALE In caso di evacuazione si provvederà a realizzare un esodo “verticale” con il trasferimento degli alunni all’esterno utilizzando le scale di emergenza esterne e/o le uscite di emergenza poste nei diversi punti della scuola ed opportunamente segnalati ed illuminati. 4.4 EVACUAZIONE PERSONE AUTOSUFFICIENTI Gli alunni ed il personale docente e non docente potranno essere indirizzati dalla squadra di emergenza ed evacuazione all’esterno utilizzando le uscite di emergenza. 4.5 EVACUAZIONE PERSONE CON IMPEDITE O LIMITATE CAPACITÀ MOTORIE Per il trasferimento delle persone con impedite o limitate capacità motorie sarà fondamentale l’ausilio del personale dipendente della scuola. Il personale dovrà innanzitutto trasferire gli alunni con handicap più prossimi al locale o ai locali interessati dall’incendio. In pochi minuti dalla chiamata ai Vigili del Fuoco si potrà contare solo sul loro ausilio per l’evacuazione degli alunni di cui sopra. In presenza di fumo sarà opportuno proteggere le vie respiratorie degli alunni con panni umidi.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.13 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
4.6 EVACUAZIONE DEI VISITATORI I visitatori saranno indirizzati verso l’esterno della struttura. Le indicazioni saranno date oltre che dalle planimetrie esposte nella struttura anche dal personale dipendente e dagli Addetti alla Squadra di Pronto Intervento. 4.7 COMPORTAMENTO DEGLI ADDETTI ALLA SQUADRA DI PRONTO INTERVENTO Messe in atto le prime misure per la lotta agli incendi gli addetti saranno impegnati, nel caso di evacuazione, ad indirizzare gli alunni ed il personale docente e non docente verso l’esterno. 4.8 COMPORTAMENTO DEL PERSONALE DIPENDENTE IN CASO DI EVACUAZIONE Quando si rendesse necessario evacuare parte della struttura il personale dopo aver collaborato all’evacuazione degli eventuali portatori di handicap si dovrà: spegnere tutte le apparecchiature elettriche (computer, macchine elettromedicali ecc.) in funzione nella zona da evacuare. L’operazione di spegnimento delle apparecchiature elettriche in genere deve essere eseguita solo se questo non espone a rischi il personale; lasciare ordinatamente i locali chiudendo (non a chiave) le porte dietro di sé dopo aver verificato che non vi siano dentro persone; portarsi al punto di raccolta. E’ ASSOLUTAMENTE VIETATO USARE GLI ASCENSORI IN CASO DI ESODO
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.14 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
5. POSSIBILITÀ DI INCENDIO AI PIANI 5.1 INCENDIO IN UN’AULA Nel caso di incendio in un’Aula le modalità di intervento sono le seguenti: 1. allontanare le persone più prossime all’incendio; se si tratta di persone autosufficienti e di eventuali visitatori indirizzarli verso l’uscita, se si tratta di persone con ridotte capacità motori o con altri handicap adoperarsi per aiutarle, 2. tentare l’estinzione dell’incendio con i mezzi a disposizione 3. nell’impossibilità di spegnere l’incendio; verificare che non sia rimasto nessuno nell’aula; uscire chiudendo la porta dietro di sé (non a chiave); non aprire le finestre che consentirebbero l’afflusso di aria ricca di ossigeno che alimenterebbe l’incendio. Nel caso in cui il fuoco dovesse impedire a fuga da un’aula procedere nel seguente modo: 1. chiudere la porta dell’aula; 2. sigillare la porta con panno possibilmente umidi; 3. stendere le persone a terra; 4. se possibile bagnarsi i capelli e gli indumenti; 5. segnalare la propria presenza dalla finestra o tramite telefono 6. attendere l’arrivo dei soccorsi. 5.2 INCENDIO IN UN CORRIDOIO Nel caso di incendio in un corridoio le modalità di intervento sono le seguenti: 1. allontanare le persone più prossime all’incendio; se si tratta di persone autosufficienti e di eventuali visitatori indirizzarli verso l’uscita, se si tratta di persone con ridotte capacità motori o con altri handicap adoperarsi per aiutarle. 2. chiudere (non a chiave) le porte delle stanze e dei locali presenti sul corridoio per evitare la propagazione dei fumi negli stessi; 3. tentare l’estinzione dell’incendio con i mezzi a disposizione 4. nell’impossibilità di spegnere l’incendio; verificare che l’incendio espandendosi possa precludere l’uscita dalle stanze più prossime ad esso. In tal caso evacuare le persone lì alloggiate; allontanare senza esporsi a rischi il materiale combustibile prossimo all’incendio.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.15 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
6. ALTRE EMERGENZE 6.1 TERREMOTI Oltre ad un rischio d’incendio si possono manifestare nella struttura altri tipi di situazioni di emergenza, come nel caso di terremoti. Le procedure di segnalazione ed intervento sono del tutto uguali a quelle previste per l’emergenza incendi. Comportamento del personale in caso di terremoto Interrompere le attività svolte; allontanarsi dalle finestre, dalle vetrate, dagli scaffali da tutti gli oggetti che potrebbero cadere; portarsi in prossimità di strutture in cemento armato, travi, portali ecc. oppure ripararsi sotto tavoli, scrivanie, o altro. 6.2 TELEFONATE TERRORISTICHE O DI MINACCIA DI BOMBA Nel caso dovessero arrivare delle telefonate di minaccia cercare di raccogliere il massimo numero di informazioni in particolare: tenere la persona la telefono per il tempo massimo possibile; segnalare con gesti o per iscritto un collega per avvertire immediatamente le Autorità, ed il responsabile della struttura; compilare il modulo seguente:
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.16 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
Check Iist per telefonate terroristiche e minacce di bombe Domandare immediatamente: Quando esploderà la bomba? Dove è collocata? A che cosa assomiglia? Da dove stai chiamando? Qual è il tuo nome?
…………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………
Perché hai messo la bomba?
……………………………………………………………………………………
Caratteristiche di identificazione del chiamante: (da compilare appena terminata la conversazione) Rumori di fondo Sesso: (per esempio rumori di traffico, di macchine, di maschile conversazione, di risa di bimbi, di bicchieri che femminile tintinnano, musica, annunci aeroportuali etc.) ………………………………………………...….…… Età stimata ..………………………………………………...….…. infantile …..………………………………………………...….. 15/20 ……..………………………………………………….. ….……..………………………………………………. 20/50 ..….……..……………………………………………... 50 e oltre ….……………………………………………………… Accento Il chiamante sembra conoscere bene la zona? italiano si straniero no Inflessione dialettale Data, ora …………………...………………………. _______________________________________ Durata della chiamata …………………………… __________________________________ Tono di voce Provate a trascrivere le esatte parole utilizzate dal rauca chiamante nel fare la minaccia: ………………………………………………...….…… squillante ………………………………………………...….…… forte ..………………………………………………...…….. debole ……………………………………………...….……… ……………………………………………...….……… Modo di parlare ……………………………………………...….……… veloce ………………………………………………..……..… normale ……………………………………………...….……… lento …………………………………………....….……….. Dizione ………………………………………………………… nasale Il vostro nome neutra ………………………………………………...….…… erre moscia Chi avete contattato dopo questa telefonata ………………………………………………...….…… Somigliante a voci note si no
Spazio per annotazioni varie ………………………………………………...….…… ..………………………………………………...….….. .………………………………………………...….…... ………………………………………………...….…… ..………………………………………………...….….. .………………………………………………...….…..
Intonazione calma emotiva volgare
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.17 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
7. MISURE DI PREVENZIONE INCENDI Per ridurre le possibili cause d'innesco e propagazione degli incendi devono essere sempre tenute le seguenti cautele: compartimenti antincendio • le porte tagliafuoco dovranno essere sempre chiuse. Davanti a quelle con chiusura automatica non devono mai essere posti materiali o arredi che ne impediscano il regolare funzionamento. pericolo di autocombustione • particolare attenzione va prestata ai panni intrisi di sostanze infiammabili quali prodotti detergenti infiammabili, solventi, o alcol. Questo materiale deve essere gettato nelle immondizie a fine turno. depositi di liquidi infiammabili (prodotti per pulizia o altro) • verificare l'integrità del contenitore; • tenere il prodotto lontano da fonti di calore (quali lampade o elementi di riscaldamento); • disporre sotto i contenitori una vasca per la raccolta di eventuali sversamenti; • il locale di deposito deve essere ventilato sull'esterno naturalmente o meccanicamente. pericolo di combustione per contatto con parti calde • il materiale combustibile quando viene depositato deve essere tenuto a distanza da punti luce, apparecchi di riscaldamento, prese ed interruttori elettrici ed in generale da tutte quelle fonti di calore che possono essere causa di innesco di incendi. utilizzo di prese multiple • non utilizzare prese multiple accoppiate ma servirsi di prese di tipo “a ciabatta”. Verificare la corretta connessione fra spina e presa per evitare la formazione di archi elettrici. Non attaccare più utilizzatori, specialmente se assorbono molta potenza, sotto una stessa presa per evitare il surriscaldamento dei conduttori. sigarette • nella struttura dovrà essere fatto rispettare il divieto di fumo allestendo delle specifiche aree destinate ai fumatori. Nelle aree non dovranno essere presenti materiali combustibili e vi dovranno essere dei posacenere in materiale metallico o comunque incombustibile. Vista la presenza di persone non in grado di avere cognizione dei pericoli vi dovrà essere un controllo continuo dei fumatori da parte del personale. apparecchi di riscaldamento portatili • è vietato utilizzare apparecchi di riscaldamento a fiamma libera o a resistenza elettrica in vista. arredi e decorazioni combustibili • evitare il più possibile l’impiego di decorazioni combustibili (festoni in carta e cartone, decorazioni in stoffa ecc.), specialmente lungo le vie di fuga. Eventuali piccole decorazioni devono essere tenute lontano da possibili fonti di innesco. Evitare Quindi di appenderle a lampadari, di metterle vicino alle prese di corrente, agli interruttori o ai corpi scaldanti.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.18 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
lavori a caldo • i pavimenti e le zone circostanti devono essere puliti e poi, se possibile, bagnati. • tutte le aperture nei pavimenti nel raggio di 10 metri devono essere sigillate per prevenire il passaggio di scintille ed i materiali combustibili che non possono essere rimossi devono essere protetti con coperte antifiamma. • un responsabile, equipaggiato con estintore, deve esser posto anche al piano superiore o inferiore se è possibile che le scintille raggiungano queste aree. • circoscrizione della zona di saldatura con schermi protettivi ad evitare proiezioni di scintille o scorie incandescenti ed adeguata predisposizione delle zone su cui si deve intervenire. • accurata posa degli impianti elettrici (in caso di saldatura elettrica) e controllo del buono stato dei cavi di alimentazione, alimentazione elettrodi e di massa. • la presa di massa deve sempre essere collegata in prossimità del punto da saldare, ad evitare che si formino scintille sul circuito di ritorno. • ispezionare dopo 30 minuti dal termine del lavoro il posto di intervento per riscontrare eventuali presenze di focolai (braci). apparecchiature elettriche • deve essere tolta tensione alle le apparecchiature elettriche quando non in uso; • non ostruire le griglie di raffreddamento delle apparecchiature elettriche, ad esempio dei pc, e l’accumulo di materiale, in particolare cartaceo, su di esse. visibilità segnaletica di sicurezza ed accessibilità ai mezzi antincendio • si deve avere l’attenzione di non tenere depositi di materiale, nemmeno temporanei, in posizioni tali da impedire o la visibilità della segnaletica di emergenza o l’accesso ai mezzi antincendio. accessibilità delle vie di fuga • la visibilità e la fruibilità delle vie di fuga e delle uscite di emergenza devono essere garantite in ogni momento, è tassativamente vietato tenere, anche per brevi periodi, depositi di materiali in posizioni tali da compromettere questi requisiti. lavori di manutenzione o altro genere • nel caso si prevedano lavori di manutenzione o di altro genere che possono modificare il sistema di vie d’uscita o che prevedono il disinserimento dei sistemi antincendio o di rivelazione incendi si dovranno informare gli addetti alla Squadra di Pronto Intervento. Si dovranno prevedere delle misure compensative per garantire il medesimo livello di sicurezza e, se necessario, si dovrà modificare la segnaletica delle vie di fuga e se ne darà informazione a tutto il personale.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.19 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
8. CHIAVI DELLA STRUTTURA Presso la reception del personale ATA dovranno essere SEMPRE disponibile le copie di tutte le chiavi dei locali della struttura. LE CHIAVI NON DEVONO ESSERE MAI UTILIZZATE SE NON IN CASO DI EMERGENZA.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.20 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
SCHEDA VVF CHIAMATA AI VIGILI DEL FUOCO ESTERNI (TEL. 115)
Quando si avvisa il 115 si devono fornire le seguenti informazioni: • "Chiama il sig. (comunicare il proprio nominativo) dell’ Istituto Stefanini (comunicare l’indirizzo e lasciare un recapito telefonico della scuola, e del proprio telefono cellulare, se provvisti, al fine di poter essere eventualmente ricontattati)." • "Nella casa si è verificato ...(fornire tutte le informazioni su cosa è avvenuto e sulle possibili evoluzioni dell'emergenza)”. • Non interrompere la comunicazione finché non viene detto dall’interlocutore dei vigili.
Verificare che non vi sino macchine che intralciano il passaggio dei mezzi di soccorso, eventualmente, se di proprietà del personale, cercarne i proprietari perché le spostino.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.21 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
9. SCHEDE D’INTERVENTO
Centrale termica Apparecchiature elettriche ed elettroniche Quadri elettrici Depositi di materiale combustibile
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.22 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
Fonti di rischio ◊ centrale termica.
Rischi 1. incendio, scoppio; 2. pericolo per la stabilità delle strutture.
Interventi da parte del personale 1. intercettare l'adduzione del metano agendo sulla valvola esterna; 2. aprire il circuito elettrico azionando l'interruttore esterno; Se non si riesce a domare l'incendio: 3. chiudere la porta della centrale termica dopo aver verificato che dentro non vi sia nessuno; 4. allontanarsi dalla centrale termica e portarsi in zona sicura. Nel caso di incendio dovuto a fughe di gas intercettare il flusso agendo sulle valvole esterne. Non estinguere l’incendio se non si è in grado di intercettare il flusso del gas.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.23 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
Fonti di rischio ◊ apparecchiature elettriche o elettroniche.
Rischi 1. incendio.
Interventi da parte del personale 1. se possibile togliere tensione alla macchina agendo su un quadro elettrico a monte; 2. intervenire sull’incendio con un estintore portatile (è consigliato l'uso di estintori a CO2 per evitare danni alle altre apparecchiature. Tenere l'erogatore ad almeno 1.00 m. dalle parti elettriche); Se non si riesce a domare l'incendio: 3. uscire dal locale, dopo aver verificato che non vi sia nessuno dentro, chiudendo (non a chiave) la porta dietro di sé. Assolutamente vietato usare acqua per l’estinzione.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.24 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
Fonti di rischio ◊ quadri elettrici.
Rischi 1. incendio.
Interventi da parte del personale 1. se possibile disalimentare il quadro; 2. intervenire sull'incendio con gli estintori portatili (è consigliato l'uso di estintori a CO2. Tenere l'erogatore ad almeno 1.00 m. dalle parti elettriche); Se non si riesce a domare l'incendio: 3. allontanare eventuale materiale combustibile vicino al quadro elettrico senza esporsi a rischi; 4. portarsi in zona sicura. Non utilizzare acqua per spegnere gli incendi sulle parti elettriche.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.25 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
Fonti di rischio ◊ depositi materiale combustibile (prodotti per pulizia, ecc.)
Rischi 1. incendio; 2. formazione di fumi. Interventi da parte del personale 1. intervenire sull'incendio con un estintore portatile (è preferibile l’uso di estintori a polvere chimica poiché maggiormente efficaci rispetto a quelli ad anidride carbonica); 2. se possibile, senza esporsi a rischi, allontanare eventuale materiale infiammabile che potrebbe essere interessato in caso di espansione dell’incendio; 3. estinto l'incendio verificare che non vi siano ancora parti in temperatura o braci che possano far reinnescare l'incendio; Se non si riesce a domare l'incendio: 4. uscire dal locale, dopo aver verificato che non vi sia nessuno dentro, chiudendo (non a chiave) la porta dietro di sé; 5. portarsi in zona.
Attenzione: l’apertura della porta di accesso ai locali di deposito potrebbe provocare una rapida propagazione delle fiamme ed in alcuni casi, soprattutto se sono presenti dei liquidi infiammabili come gli alcool. Questo è dovuto all’aumento del comburente che si ha conseguentemente all’apertura della porta di accesso. Le porte in questi casi vanno aperte tenendosi riparati a lato delle stesse dalla parte opposta a quella dei cardini.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.26 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
Fonti di rischio ◊ laboratori di chimica e biologia.
Rischi 1. incendio, scoppio; 2. pericolo per la stabilità delle strutture.
Interventi da parte del personale 1. intercettare l'adduzione del metano dell’essiccatoio agendo sulla valvola posta in corrispondenza del contatore all’ingresso della struttura; 2. staccare la corrente agendo sul quadro elettrico di piano; Se non si riesce a domare l'incendio: 3. chiudere la porta della lavanderia dopo aver verificato che dentro non vi sia nessuno; 4. allontanarsi
e portarsi in zona sicura.
Nel caso di incendio dovuto a fughe di gas intercettare il flusso agendo sulle valvole esterne. Non estinguere l’incendio se non si è in grado di intercettare il flusso del gas.
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.27 di 34
Scuola Polo Luigi Stefanini
IL DATORE DI LAVORO ____________________________________________________
IL MEDICO COMPETENTE ________________________________________
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE __________________________________
VISTO:
IL RAPPRESENTANTE PER LA SICUREZZA ___________________________
data emissione: 12.12.05
data revisione:
pag.28 di 34