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Club Alpino Italiano Sezione di Caserta
SETTIMANA ESCURSIONISTICA IN LOMBARDIA
PREALPI BERGAMASCHE OCCIDENTALI
VALSASSINA: PROFUMI DI TALEGGIO 12 - 19 Agosto 2015 ADESIONI CHIUSE NORME GENERALI E COPERTURA ASSICURATIVA Per tutti prenotazione obbligatoria entro la data suindicata. Per i soci la copertura assicurativa è compresa nella quota sociale annuale. Per i non soci la copertura assicurativa (infortuni e soccorso alpino) è obbligatoria e da effettuarsi al momento della prenotazione, fornendo i dati anagrafici e versando il relativo premio. PREMI PER L’ANNO 2015 VALIDI DAL 1° Gennaio 2015 (Polizze in sede e su sito www.cai.it ) Soccorso alpino Per un giorno: € 2,23 Da 2 a 6 giorni: € 4,46 Infortuni Massimali : Morte Invalidità permanente Spese di cura Premio Comb. A) € 55.000,00 € 80.000,00 € 1.600,00 € 5,58/giorno Comb. B) € 110.000,00 € 160.000,00 € 2.000,00 € 11,16/giorno Richiesta di soccorso: contattare il 118 chiedendo espressamente l’intervento del CNSAS (Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico). Incentivo: dalla quota prevista per la prima nuova iscrizione, verrà detratta – fino al massimo di € 6,00 – la somma di eventuali contributi donati per ciascuna escursione negli ultimi 12 mesi. IMP.: Il socio di altra sezione del CAI deve esibire la tessera al coordinatore dell’escursione. COORDINATORI: Mary Teresa GRAY (339.6681445) e Giuseppe SPINA (333.3838602) I coordinatori hanno facoltà di modificare il programma per sopravvenute necessità
La Valsassina La valle, bagnata dal Torrente Pioverna, si insinua tra il Gruppo delle Grigne (a Ovest) e le estreme propaggini delle Prealpi bergamasche (ad Est). Lo sperone di Baiedo la divide in due bacini: l'alta valle, caratterizzata da un'orografia movimentata di notevole spettacolarità e corrispondente ai territori di Barzio e Pasturo, e la media valle, fra Introbio e Taceno, che ha invece aspetto d'altopiano. Il segmento più basso, fino all'immissione nel Lario, è un aspro solitario vallone, profondamente inciso tra la Muggiasca e la costiera dell'Albiga.
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Mercoledì 12 Agosto 2015 Partenza da Caserta e arrivo in pomeriggio a Primaluna (LC - Valsassina) B&B La Vigna Via della Vigna, 5/a - Primaluna (Lecco) Tel. 0341.981148 - 320.1981020 - 329.2043177 Sito: www.lavignaprimaluna.it/ Benvenuti a casa! Al B&B La Vigna, a Primaluna, in centro Valsassina, offriamo un'accoglienza familiare ma anche discreta ed attenta alle necessità. E tutt'intorno silenzio ... Per concedere spazio all'anima, lontano da strade affollate (Angelo Sala, storico e scrittore lecchese) Come raggiungere Primaluna (LC) A) da Caserta per autostrada A1: km 820 - Ore 8,30 dall'autostrada del Sole (A1) prendere l'uscita di Milano, seguire le indicazioni per la Tengenziale EST/Venezia, quindi la Strada Statale 36 (A51) per Lecco, dove proseguire in direzione Valsassina; proseguendo sulla Sp 62 (fondovalle Valsassina) si raggiunge Primaluna.
Chek-in
dalle ore 14,00 del 12 agosto 2015
Colazioni dalle ore 7,30 (ciascuno nella sua struttura) Pranzi
al sacco o presso i rifugi, che incontreremo in escursione
Cene
in locali della valle, vincoli o sparpagliati.
Chek-out entro le ore 10,30 del 19 agosto 2015 Pista ciclo pedonale della Valsassina Caratteristiche Da Barzio a Cortenova Lunghezza Km 9,2000 Si potrebbe utilizzare, anche solo in parte, Note al fine di parcheggiare le auto con maggiore comodità, per recarsi a Pasturo, dove si svolge la Sagra delle sagre. Da Primaluna sono circa 6 km.
Descrizione La pista ciclabile, (9,2 Km), si sviluppa nel fondovalle sulle sponde del torrente Pioverna, da Barzio in prossimità della sede della Comunità Montana sino a Cortenova, in località Prato San Pietro. Il progetto definitivo prevede l'allungamento a sud della pista sino a Ballabio ed a nord sino a Taceno, ciò porterà ad aumentare i chilometri percorribili in ciclabile e con ciò l'interesse del percorso.
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La Sagra delle sagre
La Sagra delle Sagre, nata nel 1966 da un'idea di Renato Corbetta e dell'ELMA, è la manifestazione più importante e di maggior richiamo della Valsassina, in forza dei suoi oltre centomila visitatori. Si svolge nella settimana di ferragosto sull'area delle Fornaci di Barzio. Alla Sagra partecipano un centinaio di espositori provenienti dal territorio della Comunità Montana della Valsassina, Val Varrone, Val d'Esino e Riviera, e da diverse provincie lombarde, con un'amplissima offerta merceologica. Ogni giorno vengono organizzati momenti di carattere culturale e promozionale del territorio ed ogni sera viene proposto uno spettacolo musicale. All'interno dell'area espositiva funziona uno spazioso ristorante. L'ingresso dovrebbe essere gratuito così come gratuita è la sosta negli ampi parcheggi a disposizione dei visitatori. Ulteriori INFO: http://www.sagradellesagre.it/
L' Orrido di Bellano Tutti giorni dalle ore 10 alle 19 e dalle 20.45 alle 22.00 Per comitive e gruppi oltre gli orari sopra indicati chiamare al n. 338.524.67.16 o 333.137.20.45
Prezzi: Intero Euro 3,00 Ridotto (da 5 a 14 anni, ultra 65enni oppure Comitive di almeno 15 persone) Euro 2,50
Si tratta di una gola naturale creata dal fiume Pioverna, che attraversa la Valsassina, le cui acque, nel corso dei secoli, hanno modellato gigantesche marmitte e suggestive spelonche. I tetri anfratti, il cupo rimbombo delle acque tumultuose, che hanno ispirato moltissimi scrittori, hanno fatto dell'Orrido la località turistica più nota del Lario. Una passerella in cemento consente al visitatore di ammirare la bellezza di un luogo veramente unico. Noto fin dall'antichità, l'Orrido di Bellano acquistò particolare fama a partire dal 1700, grazie alle poesie composte dal poeta e letterato bellanese Sigismondo Boldoni, affascinato da questo "Orrore di un'orrenda orrendezza". L'ingresso all'Orrido fu costruito a metà del 1700, con un'ampia scalinata in marmo rosa e le cancellate, aggiunte successivamente, in stile Liberty. Già all'ingresso, la Cà del diavol evoca nell'immaginario collettivo paure e riti satanici, rendendo palpabile il fascino misterioso del luogo. E' una torretta costruita a ridosso del fiume Pioverna. Non se ne conosce l'origine e la funzione, ma già è presente in una stampa del 1834. Il suo nome è legato alle figure mitologiche, fra cui un satiro, che decorano la facciata dell'ultimo piano. La torre ad esagono irregolare s'eleva su quattro piani con alcune finestre con ringhiera ed una scaletta a chiocciola interna, che collega i piani tra loro.
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L' Abbazia di Piona (Colico) Orari Sante messe feriali ore 7,00 mattino. Sante messe festive ore 8,00; 9,30; 11,00; 16,30. Orari negozio: 9,30-11,55; 14,15-17,00 (quando il negozio è chiuso è possibile rivolgersi al chiosco che si trova dopo la chiesa verso il lago). Per informazioni rivolgersi: ABBAZIA DI PIONA
23823 Colico, LC TEL. +39 (0341) 940331 Sulla punta dell’Olgiasca, una piccola penisola nei pressi di Colico sul lago di Como, si staglia isolata e dominante, l’abbazia di Piona. Fondata dai monaci cluniacensi verso il sec. XII, venne ridotta a commenda secolare nella seconda metà del XV, decadendo sempre di più, finché venne soppressa nel 1978. Restaurata nel 1906-08, dal 1937 appartiene ai Cistercensi dell'Abbazia di Casamari (FR). La Chiesa di S. Nicolao, consacrata nel 1138, fu eretta sull'area di un oratorio dedicata a S. Giustina (lo fece edificare probabilmente il vescovo di Como, Agrippino, agli inizi del VII secolo), del quale rimane l'absidiola dietro l'attuale costruzione. Gli affreschi dell’abside del XII secolo, sono quasi completamente perduti, mentre ancora di salvano quelli del chiostro, sempre in stile romanico-bizantino e sempre dello stesso periodo. Nell’abside Gesù è inscritto in una mandorla e, ascendendo al cielo, giudica l’umanità con il Libro della Verità aperto; accanto a lui i 4 evangelisti visti ancora in forma apocalittica di animali. Di fianco alla chiesa, il chiostro, eretto nel 1252 -57, presenta una felice fusione di motivi romanici e gotici; vi si accede per una porta ogivale e per un breve atrio, che conserva un affresco lacunoso (Noli me tangere) del sec. XV. Intorno al cortile, si svolge l'elegante quadriportico a marmi bianchi e scuri, costituito da archi a tutto sesto, poggianti su colonnine marmoree; di grande bellezza le decorazioni dei capitelli afigure fantastiche, geometriche, antropo e fitomorfe, che si integrano sapientemente all'architettura; sui muri, affreschi (mesi, martiri, S. Benedetto) del sec. XIII. Presso l'Abbazia è ancora oggi possibile acquistare rimedi di erboristeria e liquori prodotti dai monaci seguendo antiche tradizioni.
Antica Fonte Tartavalle (Taceno) Terme di Tartavalle S.p.a. Via Alle Terme 6 23837 Taceno (Lecco) Email:
[email protected] La piana di Tartavalle, nella sua rigogliosa naturalezza, racchiude ben 29 fonti di acqua. Tra queste l'Antica Fonte di Tartavalle, con la sua acqua "benefica" per le sue proprietà medicamentose a cui sono oggi accreditate caratteristiche curative dal Ministero della Salute (25 febbraio 2011), e la fonte Rigagno, con i suoi pregiati e rari fanghi termali freddi. Dalla roccia della Grigna scaturisce inoltre la pura fonte Grotto con la sua acqua oligominerale estremamente bilanciata. Alle acque storiche sono oggi affiancate le nuove birre non pastorizzate di alta qualità, frutto degli aromi e delle essenze tipiche del territorio, l'Amaro superiore alle erbe e il prezioso distillato di birra: il Biirbaj.
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I Luoghi manzoniani: Lecco Sulle tracce de "I Promessi Sposi"
Quel ramo del lago di Como con il ponte Azzone Visconti
Addio monti con il Resegone ed il villaggio di Pescarenico
Il castello dell'Innominato
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Attività commerciali e Artigianato C.A.M.P. S.p.A. - Via Roma, 23 23834 - PREMANA (LECCO) ITALY
Spaccio C.A.M.P.
Concezione Articoli Montagna Premana
C.A.M.P. ARTICOLI SPORTIVI VIA ROMA, 6 (Piazza della Chiesa) 23834 PREMANA (LC)
Fa parte di CAMP Group, insieme ai marchi Cassin e CAMP Safety.
Tel.: 0341/890435
L'azienda è guidata fin dalle origini dalla famiglia Codega. Nel 1889 Nicola Codega apre la prima officina a Premana, in località Petech, dove effettuava la lavorazione del ferro per utilizzo domestico. Nel 1920, su richiesta dello zio Rocco, ex-ufficiale degli Alpini, la CAMP produce tremila piccozze per l'esercito. La produzione si sposta quindi verso l'attrezzatura da montagna, soprattutto in seguito alla collaborazione con l'alpinista italiano Riccardo Cassin. Negli anni continua la collaborazione con gli alpinisti, in particolare con i fratelli Lowe, Renato Casarotto, Jerzy Kukuczka e Patrick Gabarrou. Negli anni '90 entra in azienda la quarta generazione Codega. Nel 1997 l'azienda acquisisce il marchio Cassin. L'azienda si specializza inoltre nel ramo dei prodotti per la sicurezza sul lavoro, con il marchio CAMP Safety.
Le coltellerie di Premana AGOSTO 2015: Tutti i giorni ore 10-12 e 15-18 PRENOTAZIONE VISITE: 0341818085 0341890103 BIGLIETTI: Adulti € 3,00 Premana
Via Roma, 18, 23834 Premana LC
Fino 6 anni, gratis
Sarà perchè è rimasto l'unico paese di tutta la Lombardia in cui il costume tradizionale si indossa ancora abitualmente (anzi, "i" costumi: "Ol Cotoon", per la domenica e i giorni di festa, e "Ol Morel", usato per i matrimoni). Sarà perchè il suo Museo Etnografico, con la ricca collezione di oggetti legati ai mestieri tradizionali e alla vita materiale, è un vanto per tutta la Valsassina. Sarà... No, non "sarà": è per tutte queste cose, e per molte altre ancora, che Premana è una meta da non perdere per chi si inoltra nelle valli del lecchese in cerca di luoghi che sanno preservare il gusto armonioso e affascinante delle antiche tradizioni artigianali. Come quella che ha reso celebre nel mondo il nome di Premana: l'arte di forgiare lame per poi crearne coltelli e forbici di elevatissima qualità. Una tradizione, va detto, facilitata dalla collocazione geografica del paese: grazie alla vicinanza alle miniere della Val Varrone, infatti, fin dalle epoche più remote gli artigiani locali non hanno mai avuto difficoltà a procurarsi la materia prima per le loro pregiate lavorazioni. Ma si sa com'era un tempo la vita in montagna: dura, piena di sacrifici, spesso sull'orlo della fame. Così non stupisce che, in passato, tanti abili artigiani di Premana si siano visti costretti a emigrare. Ma portarono con sè la loro arte, e molti di loro riuscirono addirittura ad aprire botteghe a Carrara, a Bergamo, a Venezia, a Verona. Finchè, nel 1869, uno di loro, un certo Ambrogio Sanelli, non decise di tornare a casa, di rimettere in funzione una vecchia ruota ad acqua e di ricominciare a produrre le amate lame. Quello che accadde poi fu un cammino in discesa: il commercio, per il Sanelli, andava a gonfie vele, e poco per volta le forbici e i coltelli di Premana divennero famosi e ricercati in tutta Italia. E l'esempio del Sanelli fu seguito da altri premanesi, tanto che, all'inizio del Novecento, si contavano già una decina di officine artigianali, Ma, per Premana, il boom dell'artigianato arrivò con il secondo dopoguerra: 150 dei suoi giovani che avevano conosciuto gli orrori della prigionia, una volta tornati a casa dimostrarono tutta la loro vera forza impegnandosi senza risparmiarsi per costruirsi proprio qui, tra questi monti, una nuova vita. E ricominciarono dalle loro radici: l'artigianato assorbiva ogni energia, salvando così le tradizioni del paese e creando, nel contempo, le possibilità economiche per un rapido riscatto dalle loro secolari penurie. Già all'inizio degli anni Cinquanta le officine erano diventate 20, e nel 1969 toccavano quota 48. Un miracolo economico e produttivo che non accenna a esaurirsi: oggi, infatti, sul territorio di questo piccolo comune a mille metri di quota, rispondono all'appello dell'artigianato di qualità oltre 120 aziende specializzate nella realizzazione di lame da taglio. Un made in Italy tutto valsassinese, proprio come il nome di quelle lame ormai conosciute e apprezzate in tutto il mondo. (Dal sito web di OriginalItaly)
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Il taleggio
Premana
Marchio Taleggio d.o.p.
Il Taleggio è un formaggio di origini antichissime, forse anteriori al X secolo. Documenti risalenti al 1200 fanno riferimento ai commerci e agli scambi di cui era oggetto il Taleggio, insieme ad altri formaggi. La zona d'origine è la Val Taleggio, da cui deriva il nome del formaggio, in provincia di Bergamo. I valligiani avendo l'esigenza di conservare il latte eccedente il consumo diretto, iniziarono a produrre del formaggio che, una volta stagionato in "grotte" o casere di vallata, poteva essere scambiato con altri prodotti o commercializzato. Oggi la zona di produzione e di stagionatura del Taleggio è la Lombardia (nelle provincie di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Pavia), il Piemonte (provincia di Novara) e il Veneto (provincia di Treviso). Ogni forma di Taleggio pesa da 1,7 a 2,2 kg, secondo le condizioni tecniche di produzione. Le forme sono parallelepipede quadrangolari, con lati di 18-20 cm e scalzo diritto alto 4-7 cm. La crosta è sottile, di consistenza morbida e di colore rosato naturale, con presenza di muffe caratteristiche color grigio e verde - salvia chiaro. La pasta è uniforme e compatta, più morbida sotto la crosta e a fine stagionatura, più friabile al centro della forma. Il colore della pasta varia da bianco a paglierino, con qualche piccolissima occhiatura. Il sapore è dolce, con lievissima vena acidula, leggermente aromatico, alle volte con retrogusto tartufato; l'odore è caratteristico. Quando la crosta del Taleggio è essere rosata naturale, significa che la maturazione è avvenuta correttamente e non vi è stato alcun trattamento sulla superficie ad esclusione delle normali spugnature con acqua e sale legate al corretto processo di stagionatura. La pasta è normalmente più molle immediatamente sotto la crosta, questo poiché la maturazione avviene dall'esterno verso l'interno (maturazione centripeta). Perciò quello che può sembrare uno strato di formaggio molto grasso sotto la crosta, è in realtà formaggio più maturo. L'odore deve essere leggermente aromatico e caratteristico. Non deve esservi odore di fermentato. La superficie dell'intera forma di Taleggio riporta il marchio a quattro cerchi, con tre T ed un numero, che permette di risalire al caseificio di produzione. Per il consumatore viene, inoltre, stampato sull'incarto esterno il marchio a quadrifoglio del Consorzio di Tutela del Taleggio. All'interno del quadrifoglio può essere riportato il numero di identificazione rilasciato dal Consorzio di Tutela. Il latte una volta giunto in caseificio, viene conservato in cisterne refrigerate. Per la produzione di Taleggio D.O.P. viene impiegato latte di vacca intero che può essere utilizzato crudo oppure pastorizzato. Per la coagulazione il latte viene riscaldato a 32-35 °C e ad esso è addizionato un innesto costituito da Lactobacillus bulgaricus e Streptococcus thermophilus la cui azione è acidificante (fermentazione del lattosio ad acido lattico) e aromatizzante. Non è ammesso l'uso di microrganismi geneticamente modificati. L'ingrediente base per la trasformazione del latte in formaggio è il caglio (estratto dallo stomaco dei vitelli) che fa coagulare il latte, separandolo in due parti: la cagliata, consistente e quindi facilmente lavorabile, ed il siero, liquido. Per la produzione del Taleggio il caglio utilizzato deve essere esclusivamente caglio animale liquido ottenuto da vitello o vitellone e non è ammesso l'uso di caglio ottenuto da microrganismi geneticamente modificati. Il Taleggio è un formaggio naturale e vivo, infatti la sua maturazione prosegue fino a quando viene consumato. Il Taleggio deve perciò essere conservato con cura per mantenerne gradevoli il gusto, l'aroma e la consistenza. Il Taleggio si conserva ottimamente e per settimane nel frigorifero, fra 0°C e 6°c secondo il grado di maturazione; è opportuno avvolgerlo in un telo umido per mantenerne la morbidezza della crosta. Il Taleggio deve essere conservato nell'incarto nel quale è normalmente venduto. In ogni caso, deve essere utilizzato un incarto che permetta il passaggio dell'aria. Non avvolgerlo quindi in pellicole di plastica, che impediscono il passaggio dell'aria causando fermentazione. Taleggio in Valsassina: a Pasturo "Emilio Mauri S.p.A." produttore; ad Introbio "Ciresa s.r.l." (Stagionatore) e "Cademartori S.p.A.".
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I crotti
Premana
I crotti sono anfratti naturali, che penetrano entro i resti di antiche frane staccatesi dai versanti della vallata. Il più famoso di questi sicuramente è l'anfratto della Caurga, nei pressi di Chiavenna. Etimologicamente il nome crotto si fa derivare da "crypta" latino o dal medievale "crota", che provengono dal greco krypta, cioè grotta, tanto che fu italianizzato in grotto. All'interno dei crotti, tra gli spiragli dei massi, spira costantemente una corrente d'aria fredda, chiamata localmente Sorèl, che si mantiene alla temperatura costante di circa 8 gradi Celsius in estate e inverno. Questo fenomeno però non è mai stato fatto oggetto di ricerca scientifica accurata: in pratica non ne esiste un'interpretazione scientifica rigorosamente certa. Tuttavia, la Valchiavenna è anche ricca di fenomeni di origine fluvioglaciale quali, ad esempio, le Marmitte dei Giganti. In virtù di queste caratteristiche naturali, i crotti sono stati e sono ancora comunemente usati per conservare cibi, bresaola e formaggi in particolar modo, e vini. In molti casi ospitano taverne che offrono prodotti tipici locali quali i pizzoccheri, valtellinesi o valchiavennaschi (gli gnocchetti bianchi), la polenta taragna, la polenta uncia e la bresaola. Per la sua importanza nella gastronomia e nell'etnografia del territorio, il crotto è stato legato a feste di tradizione popolare, collegate appunto al suo nome. La più importante manifestazione, nata nel 1956 e denominata Sagra dei Crotti, si svolge ogni anno a Chiavenna durante il secondo week-end di settembre. Per comprendere in pieno il motivo autentico della vita del crotto si pensi ad una scritta del 1781 nel crotto Giovanantoni di San Giovanni a Chiavenna che dice "Si vende vino bono e si tiene scola de umanità"; quindi, un luogo a misura d´uomo dove, per dirla come scriveva il poeta chiavennasco Giovanni Bertacchi, "se mangia e se beef in dialet". Era costume diffuso, fino a qualche decennio fa, che le famiglie, d´estate, la sera della festa o della vigilia, andassero a crotto per la cena, al fresco e in mezzo al verde. Inoltre il crotto è sempre stato, anche prima della Chiavenna artigianale e industriale del XIX secolo, luogo ideale per concludere gli affari, tra un bicchiere e una battuta. Anche gli operai, nelle giornate particolarmente calde, finivano lì la loro giornata lavorativa. Il crotto è stato quindi luogo di socializzazione da sempre. Per i giovani dell´ultimo dopoguerra, fu la sede delle festicciole con gli amici e le amiche, visto che fuori dall´abitato, si poteva cantare fino a tarda notte senza problemi di quiete pubblica. E soprattutto si può mangiare, ancor oggi, senza formalità, al tavolo di pietra squadrato alla buona. Si dice solitamente che quel tanto o poco di apertura in più che i forestieri trovano nei chiavennaschi derivi proprio da qui.
Ricordi e proposte Artigianato del legno: CADDEO LEONELLO
VIA PROVINCIALE 51 23818 - PASTURO (LC) Tel. 0341955416
Acqua Norda: a Primaluna in via Provinciale, lo stabilimento d'imbottigliamento, a cui l'acqua giunge, con una tubazione di circa 10 km, da una delle sorgenti più alte d’Europa, 1.935 m, dal Monte Foppabona, 2.200 metri, nelle Prealpi Orobiche.
Latte CLAB: Centrale Latte Alta Brianza Galbusera, Spaccio aziendale Cosio Valtellino (SO), Viale Orobie, 9 ( a 23 km da Piona) Tel: 0342 609111 Apertura da lunedì a venerdì 8:30-19:00 sabato e domenica 08:00-19:00 Barzio, Via Roma, pasticceria, verso le ore 17, per la delizia dei bimbi: anche quelli un po' cresciuti, krapfen caldi.
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Imprese Turistiche Barziesi
Biglietteria Barzio tel. 0341.996101
[email protected]
Cabinovia da Barzio ai Piani di Bobbio Funivia da Moggio ai piani di Artavaggio ORARI
Agosto
Tutti i giorni dall'1 al 30 agosto: 8.30-17.30 (pausa 12.15-13.30)
TARIFFE A/R Solo andata o ritorno
Adulto € 12,00; 0 - 5 anni € 3,00; 6 - 12 anni € 8,00 Adulto € 7,00; 0 - 5 anni € 3,00; 6 - 12 anni € 7,00
ESCURSIONI In Valsassina, i sentieri son tantissimi e di tutte le tipologie; così come sono tante le vie di arrampicata e di alpinismo (I ragni di Lecco). Tanti sono anche i rifugi. Di seguito, si propongono alcune escursioni, alcune da me e Teresa già percorse, con la speranza che si organizzi ancora la simpatica iniziativa del "Trekking dei rifugi". Le proposte che seguono non sono esaustive; nulla toglie che si potranno percorrere anche altri sentieri: difficoltà non ce ne dovrebbero essere data la ricchezza della segnaletica orizzontale e verticale presente in valle.
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Colazione dalle 7,30 e partenza alle ore 8,00 per Cainallo (20 km – circa 40 minuti) Grigna Settentrionale (Grignone) - Per tutti Da Cainallo al Rifugio Monza Bogani (1816 m) Dislivello In salita 686 m; In discesa 110 m Durata Ore 2:00 n. 25: Bogani - Brioschi Sentiero Descrizione In auto. Da Primaluna (560 m),
Mariangela ed Enrico, gestori del Rifugio Monza Bogani
raggiungere Cortenova; da qui prendere la S.P. n. 65 per Parlasco, Cainallo (Esino Lario); proseguire su sterrato fino al Ci aspettano parcheggio del Vo di Moncodeno (1440 m) A piedi. Seguire le indicazioni del sentiero segnalato come Bogani-Brioschi n. 25, che parte nel bosco di faggio in salita e subito dopo la curva, proseguendo dritti, si passa accanto ad un’icona della Madonna. Il sentiero è abbastanza ampio, ma è comunque opportuno non distrarsi per la presenza di saliscendi su roccia e gradini di legno. Si arriva ad un bivio, nel quale bisogna proseguire dritto lasciando sulla destra il sentiero n. 24 per il rifugio Bietti e la Cresta di Piancaformia. Più avanti si scende per 70 metri mentre ammiriamo i due splendidi torrioni “Il Frate e la Monaca” situati poco sotto. Il sentiero riprende in ripida ascesa, superando in sequenza un ponticello di legno ed un cancello fino ad arrivare all’alpeggio di Moncodeno. Da questo punto in poi l’ambiente cambia completamente, troverete solo pascolo e larici sul vostro cammino, da qui al rifugio manca poco, altri 100 mt di dislivello. PERCORSO PIU’ SEMPLICE per raggiungere il rifugio. Nota: Vista la conformazione calcarea della Grigna settentrionale non sono presenti sorgenti o pozzi per il prelievo di acqua, l'unica acqua disponibile in rifugio è di origine meteorica e non potabile. In rifugio è possibile acquistare acqua in bottiglia ed altre bevande, ma non è possibile fare docce vista la scarsità di acqua. FONTE ed APPROFONDIMENTI: http://www.rifugiobogani.com 3683527021
Grigna Settentrionale (Grignone) - Per esperti Dal Rifugio Monza Bogani al Rifugio Brioschi (2409 m)
Dislivello Durata Sentiero Descrizione
In salita 593 m Ore 2:30 n. 25: Via della Ganda A piedi. Prosecuzione del sentiero n. 25, da Cainallo al Rifugio Monza Bogani. Il sentiero prosegue sulle roccette antistanti il Rifugio Bogani e quindi rimonta il ripido costone del Bregai, avvicinandosi alle rocce basali della Cresta di Piancaformia, che raggiunge poco oltre la Bocchetta del Guzzi. Qui si congiunge da destra il sentiero proveniente dal Rifugio Bietti. Si prosegue verso sinistra fino ad arrivare al Gerone, che si rimonta faticosamente, arrivando alle rocce finali, facilitate dal alcune catene. Prima di scendere per lo stesso percorso, raggiungiamo su sentiero facile (n. 33) la Bocchetta della Bassa. In verità il sentiero n. 33, sempre facile, scende fino a Pasturo, che però è a 650 m. Inoltre, sarebbe problematico il recupero delle auto. Dal rifugio Brioschi si potrebbe scendere alla auto, anche seguendo prima il sentiero n. 15, impegnativo - con il "Caminetto": facile percorso su roccette attrezzate con catene, fino al Rifugio Bietti, e poi il n. 28, anch'esso impegnativo per la presenza di roccette ed un facile camino, per innestarsi sul n. 25 per il Bogani; oppure, dal Bietti, proseguire fino alle auto con il facile sentiero n. 24. INFO: www.rifugiobrioschi.com 328.8647386
- Apertura Sede: ogni venerdì ore 20,30 – 21,30 - e-mail:
[email protected] [email protected] C.F. 93067720610 - http://www.caicaserta.it SEDE: ???????????????????????????????????????????????????????????? Caserta L’energia pulita di Caserta L’energia pulita di Caserta L’energia pulita di Caserta
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Colazione dalle 7,30 e partenza alle ore 8,00 per Pian dei Resinelli (23 km – 40 min) Grigna Meridionale (Grignetta) - Per quasi esperti Da Pian dei Resinelli (1278m) alla Grignetta (2184m) Dislivello In salita 1030 m Durata Ore 3:00 n. 7: dal Rifugio Porta per la Cresta Sentiero Cermenati Descrizione In auto. Da Primaluna (560 m),
Vetta della Grignetta
raggiungere Ballabio, poi proseguire su via Resinelli fino a Pian dei Resinelli (1278 m). A piedi. Il sentiero n. 7 è il più comune ed il più semplice sentiero per salire in vetta alla Grignetta. Dietro il Rifugio Porta (1426 m), si prende il sentiero in salita che attraversa il bosco Giulia. All'uscita del bosco, si prosegue in salita, lasciando sulla sinistra il sentiero pianeggiante, che è l'inizio della "Direttissima" (segnavia n. 8). Il sentiero si innalza subito molto ripido lungo il largo crestone Cermenati. Dopo circa 45 minuti, si incontra il bivio con il sentiero n. 3, che si sacca pianeggiante sulla destra. Si continua a salire e dopo un po' si incontra un breve traverso pianeggiante, che termina in corrispondenza dell'uscita superiore del Canalone Caimi. Si procede sempre in ripida salita. In prossimità della vetta si incontra sulla sinistra il bivio con il sentiero "Cecilia" (segnavia 10) e ci si trova quindi ad affrontare le facili roccette che portano in cima alla Grignetta, dove è collocato il bivacco Ferrario. Nota: Elevate pendenze su un fondo molto ghiaioso; roccette in caduta; sempre soleggiato FOTO ed APPROFONDIMENTI: http://www.ilpiaceredellamontagna.it/cimelombarde/grignetta-grigna-meridionale/115-cresta-cermenati.html su youtube https://www.youtube.com/watch?v=Hgp4D6VyYdk (Grignetta by Spinazza)
Grigna Meridionale (Grignetta) - Per tutti Da Pian dei Resinelli (1278 m) al Pialeral (1428 m) Dislivello In salita 460 m; in discesa 310 Durata Ore 2:30 n. 6: Traversata bassa Sentiero Descrizione A piedi. Comoda e piacevole passeggiata
Rifugio Tedeschi, distrutto da una valanga
alla portata di tutti attraverso boschi stupendi. Dal Rifugio SEM di Pian dei Resinelli, si segue la carrareccia fino Sostituito da Rifugio Antonietta Pialeral all'Alpe Cassino e si prosegue poi per il largo e pianeggiante sentiero. Superati alcuni costoni di faggi e betulle si arriva al torrente "Gerone". Lo si attraversa, si superano altri costoni, si passa davanti ad una cascina e si inizia a scendere verso il fiume, al quale si perviene dopo aver superato una radura con alcuni baitelli. Si attraversa il fiume e si prende a destra in salita, allontanandosi dal fiume. Si attraversa un bel bosco e si perviene ad un grande prato con due baitelli: il sentiero tende a perdersi, ma risalendo il prato fino in cima lo si ritrova ben marcato ed in breve si perviene ad incontrare il sentiero 31 che sale da Basilio e seguendo il quale si arriva ai ruderi del Rifugio Tedeschi, distrutto da una valanga, staccatasi il 31 gennaio 1986 dal Grignone. Nelle vicinanze, il Rifugio Antonietta Pialeral (Tel. 338 3154374) FOTO ed APPROFONDIMENTI: http://www.rifugioantonietta.it/index.php http://ariaperta.blogspot.it/2012/04/dai-piani-resinelli-al-rifugio-pialeral.html
- Apertura Sede: ogni venerdì ore 20,30 – 21,30 - e-mail:
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Grigna Meridionale (Grignetta) - Per tutti Pian dei Resinelli (1278m) - M. Coltignone (1479m) Dislivello In salita 193 Durata Ore 3:00 n. //: Parco del Valentino Sentiero Descrizione A piedi. Facile percorso su carrareccia e
Veduta sul Lario
mulattiera, sentiero gradinato e pendii erbosi. Magnifico panorama del bacino del lago di Lecco, dei laghetti della Brianza e della pianura padana, nonché dei monti Corni di Canzo e delle Alpi. Dalla Chiesetta dei Piani Resinelli si percorre la via Escursionisti sino a raggiungere il grattacielo; alle spalle un cancello aperto permette di salire una carrareccia alberata. Si svolta a destra e si sale sino alla bocchetta del Piave con panorama sulla Val Calolden, si entra nel Parco del Valentino, si continua sulla carrareccia fino ad un bivio, il cartello della Comunità Montana indica Coltignone – Museo: si prende a destra per il Museo. Il percorso, in leggera salita sino alla bella costruzione del Museo della Grigna, prosegue immerso in un bosco di faggi, sino ad una leggera salita che raggiunge il Belvedere, dove si ammirano grandiosità e varietà del bacino Lecchese. Un riposo sui gradini della piazzola, poi si prende un sentiero gradinato che costeggia la testata della Val Farina, raggiungendo una selletta in prossimità del Roccolo del Coltignone. A sinistra il sentiero scende per ricollegarsi alla carrareccia che porta all'uscita del Parco del Valentino. Alla selletta in prossimità del Roccolo del Coltignone piegando leggermente a destra e salendo si raggiunge un bivio, si prende a destra il sentiero parzialmente gradinato, si scende su una cresta sino ad una insellatura, si risale raggiungendo la vetta tondeggiante del Monte Coltignone dove si gode la vista panoramica della Valsassina, del Lario sino alla Valbrona. Tornando al bivio si prosegue diritti per la carrereccia leggermente in discesa, in un bosco di faggi, sino ad un bivio. A sinistra si scende sino a raggiungere un ampio spazio erboso, Saina di Treciura e, svoltando a sinistra, si raggiunge il Museo della Grigna. Al bivio superiore seguendo invece i cartelli indicatori Paradiso - Cima Calolden - si prende una carrareccia in leggera salita giungendo alla vetta Paradiso o Cima Calolden dove si ammira il panorama della Grigna Meridionale. Prima di scendere si può ammirare un impressionante ambiente apocalittico di numerosi tronchi scheletriti dai fulmini. Si scende per prati, ricchi di una varietà di fiori alpini, sino ad incontrare la carrareccia che porta all’uscita del Parco del Valentino.
Grigna Meridionale (Grignetta) - Ancora per tutti Parco Avventura Resinelli Dove: Orari: Prezzi: INFO
Pian dei Resinelli, Piazzale delle miniere - Tel. 329.1646389 ad Agosto, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19 da € 5,00 a 15,00 in base all'età, al tempo e all'attività che si svolge. www.parcoavventuraresinelli.it/
Parco Museo Minerario Dove: Orari:
Prezzi:
INFO
Pian dei Resinelli, Via Escursionisti, 29 - Prenotazioni Tel. 338.9609824 ad Agosto, aperto tutti i pomeriggi e sabato, domenica e festivi tutto il giorno (dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17) - Visite guidate obbligatorie: 10:30 - 14:30 e 16:00 Visite guidate serali (ore 20:30), per gruppi di almeno 7 persone. intero € 9,00; gratis per bambini fino a 5 anni se accompagnati da almeno un adulto pagante; ridotto € 6,00 per bambini da 6 a 12 anni e per gruppi (min. 15 persone, 1 ingresso gratuito ogni 15 persone). http://www.miniereresinelli.it/
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Colazione dalle 7,30 e partenza alle ore 8,00 per Piona - Bellano (41 km – 57 min) Riviera - Forse per tutti Da Bellano (202m) a Piona (218 m) o all'incontrario Dislivello In salita 400 m Durata Ore 6:00 Distanza Circa Km 9 Sentiero Sentiero del viandante Descrizione In auto. Da Primaluna (560 m), seguendo
Veduta dal Sentiero del Viandante
la SP 62, raggiungere la SS 36 in località Bonzeno, poi proseguire sulla stessa per uscire a Piona: a Piona o Dorio (parcheggio auto). A piedi. Si percorre il Sentiero del viandante, antica via romana, "strada napoleona" o della Riviera. Il percorso inizia dalla stradina, in salita ed acciottolata, che conduce all'ingresso dell'orrido di Bellano; proseguendo sulla stessa, sempre in salita, passando per la chiesa di San Rocco, si raggiunge Ombriaco (324 m - borgo di Bellano). Senza entrare nella parte vecchia, ad un lavatoio, si svolta a sinistra, per salire fino al Santuario di Lezzeno (369 m); Tra saliscendi, macchie di bosco e pendii soleggiati, si raggiungono Oro (304 m) e Verginate (390 m), famosa un tempo per la produzione di un buon vino passito. Da qui, inizia una bella discesa a stretti tornanti, su una ben tenuta mulattiera, fiancheggiata da antichi muretti in pietra. Quasi sempre al fresco, ogni tanto si incontrano punti di roccia viva, dove si apprezzano ancora i segni delle slitte, usate nel passato per il trasporto delle merci; proseguendo sempre in discesa, si arriva al Crotto del Ceh alle porte di Dervio. Attraversato Dervio, ad un lavatoio, si prosegue verso Corenno Plinio (230 m), sulla strada provinciale del lungolago, alle spalle del Castello e della Chiesa di San Tommaso di Canterbury. Giunti al cimitero di Corenno Plinio, ad un bivio, si scende a sinistra per Dorio, lasciando il sentiero del Viandante, che sale a destra verso Mandonico. Con un acciottolato, che parte dalla chiesetta, si scende al paese e quindi alla stazione ferroviaria (210 m). Da qui in circa un'ora, percorrendo tutta la penisola Olgiasca, si giunge al complesso monastico dell'Abbazia di Piona. FOTO ed APPROFONDIMENTI: http://www.lakecomo.it/escursionismo_e_trekking/il_sentiero_del_viandante
Riviera - Per tutti Da Bellano (202 m) a Varenna (220 m) Dislivello In salita 330 m Durata Ore 3:30 Distanza Km 8 Parcheggio Stazione di Bellano (gratuito) Sentiero Sentiero del viandante Descrizione A piedi. Percorso elementare su sentiero o
Varenna e Castel Vezio
mulattiera ben tracciati e segnalati. Alcuni tratti su asfalto. Sulla destra della chiesa di San Rocco, si attraversa un ponte che sovrasta il famoso “Orrido di Bellano”. Con un tratto di strada asfaltata che scende dalla superstrada, si sale nel bosco (cartello), fino ad incontrare la Cappella dell’Addolorata (m. 300). Continuando in leggera salita, si passa davanti alla Fabbrica (m. 350), edificio in pietra di tre piani, ingentilito da un portale e un balconcino barocchetto. Da qui in poi, in mezzo agli ulivi, si godono magnifiche viste su Bellano. Nel bosco si oltrepassano due cappelline e, alla seconda, scendiamo sulla destra. Oltrepassato il cimitero di Gittana, si attraversa una strada asfaltata e si risale sul piazzale della chiesa di Gittana. Da qui, ci si inoltra nel bosco, scendendo a destra; in breve, ci troviamo nella zona delle cave di marmo di Varenna, in vista di Varenna e del Castello di Vezio. Al tornante
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si lascia la strada per inoltrarsi in mezzo alle case, in discesa, passando per la Madonna di Campallo. Attraversata nuovamente una strada asfaltata, si continua a scendere fino al vecchio ponte in pietra che supera il torrente Esino (m. 290 circa) nei pressi del vecchio rustico edificio abbandonato del Crott del Pepott. Nuovamente si risale verso Vezio su una stradina un po’ a gradoni e un po’ acciottolata, fino alla Piazzetta Belvedere di Vezio (m. 360). Si deciderà se scendere verso il castello di Vezio, fino a Varenna; oppure, proseguire in direzione Fiumelatte (40 m). Scesi fino all’ingresso del cimitero di Varenna, si prende la scala sulla sinistra e, dapprima costeggiando il muro a monte del cimitero e poi lungo un bel sentiero, sempre in piano, in pochi minuti si raggiunge l’area attrezzata nei pressi della grotta da cui esce lo spumeggiante corso d’acqua. Il Fiumelatte è un immissario del lago di Como, che nasce nel Gruppo delle Grigne, probabilmente dal Moncodeno (Grignone); infatti, nel 1992, una colorazione con fluorescenza, atossica, immessa nell'abisso W le donne, situato lungo la cresta del Piancaformia, venne ritrovata nel Fiumelatte. Lungo appena 250 metri, presenta una regolare intermittenza, forse dovuta al fatto che rappresenta un troppopieno di un sistema carsico. Da Fiumelatte a Varenna, piazza San Giorgio, circa 2 Km in 30 minuti; da Varenna alla stazione F.S, 900 metri e 15 minuti di percorrenza. FONTE, descrizione escursione: C.A.I. Desio (Programma Alpinismo Giovanile 2014)
Varenna "la perla del lago" Varenna, di origine medievale, ma nei luoghi di un preesistente centro celto-ligure, poi castrum romano (Vezio, poi castello longobardo), è uno dei borghi più interessanti di tutta la regione dei laghi: da una parte si propone come un vivace e attrattivo centro turistico con numerose strutture ricettive, importante nodo della navigazione lacustre, dall'altra custodisce un passato medioevale che si offre oggi come uno dei meglio conservati della zona del Lago. La chiesa di San Giovanni Battista del X/XI secolo e' una delle più antiche del Lario e la chiesa prepositurale di S. Giorgio,del XII secolo,conserva importanti arredi dell'epoca, ma non sono da meno le due chiese seicentesche di S. Marta e di S. Maria delle Grazie, affacciate entrambe sulla bella piazza principale. Famose sono anche le ville: Villa Monastero, con splendidi giardini, che ornano in modo splendido la sponda del lago con terrazzamenti e aiuole fiorite, filari di cipressi e numerose specie esotiche fra elementi architettonici negli stili più vari, dal barocco al classico al moresco. Villa Monastero,un tempo convento femminile cistercense, è un importante centro internazionale di studi e manifestazioni culturali. conosciuto in tutto il mondo; qui soggiornò e studiò Enrico Fermi al quale e' dedicata una bellissima sala all'ingresso. Interessante anche il percorso espositivo alla Casa Museo, per realizzare il quale sono state restaurate e reintegrate degli arredi originali,quattordici stanze; Villa Cipressi, un complesso architettonico cinquecentesco con un bellissimo giardino degradante verso il lago e terrazzamenti mozzafiato. Nell'antico palazzo che ospitava l'asilo, si trova il Museo Ornitologico "Luigi Scanagatta", raro esempio di raccolta di uccelli stanziali, rimodernato nelle bellissime sale con ampia documentazione e visitato da numerose scolaresche. La splendida passeggiata a lago si snoda lungo case,ville,giardini e botteghe dal grazioso molo fino all'imbarcadero di Olivedo, sospesa sull'acqua, suggestiva e romantica, meta assidua degli innamorati. Si, perché Varenna è romantica ed è stata cantata da poeti e letterati,come Giovanni Berchet. Anche il piccolo borgo di Fiumelatte merita una visita per osservare la spumeggiante discesa d'acqua del fiume più corto d'Italia, il Fiumelatte, che scorre per 250 metri e solo per sei mesi all'anno, le cui misteriose origini furono studiate da Leonardo da Vinci. Una breve e piacevole passeggiata conduce alla sorgente del fiume e a uno spazio attrezzato per pic-nic. FONTE: sito del comune di Varenna.
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Colazione dalle 7,30 e partenza alle ore 8,00 per Barzio, Funivia (12 km – 15 min) Prealpi Orobie - Piani di Bobbio Per quasi esperti Dai Piani di Bobbio 1640 a Rifugio Grassi 1987 Dislivello In salita 351 m Durata Ore 3:00 n. 36 e n. 101 : per Passo del Gandazzo Sentieri Descrizione In auto. Da Primaluna (560 m), raggiungere Barzio, poi proseguire fino al piazzale degli impianti di risalita (769 m). Con cabinovia: Ai Piani di Bobbio (1640). A piedi: Dai Piani di Bobbio si raggiungere il rifugio Grassi, lungo la panoramica cresta del sentiero 101 (seguire dapprima le indicazioni per Rifugio Buzzoni e sentiero 36, fino a trovare le indicazioni per il Rifugio Grassi e sentiero 101). L’intero percorso è molto ben visibile e abbondantemente segnalato. Solo in caso di nebbia e con neve al suolo l’orientamento può essere difficoltoso. Dopo aver visitato il Rifugio Sora, dove è conservato uno splendido esemplare di orso bianco, ci si incammina comodamente verso il passo del Cedrino e poco dopo quello del Gandazzo (1660 m); a 5 minuti, deviando sul sentiero che scende ad Introbio, il Rifugio Buzzoni. Oltre, il sentiero inizia a salire con decisione lungo l'erboso versante meridionale dello Zucco del Corvo (1980 m), a destra del quale si passa per una cengia esposta (attenzione con neve) che porta al passo del Toro, "tagliato nella roccia, a cavallo di due profondi e dirupati valloni". La cengia può essere evitata salendo in cima allo zucco del Corvo e scendendo lungo una catena prima del passo del Toro (1950 m). N.B.: Le catene potrebbero essere non ancorate. Si continua lungamente senza prendere quota sino alla bocchetta di Foppabona da dove si scorge il rifugio. Ora il sentiero perde quota e con un giro sotto lo zucco Valbona risale per raggiungere il rifugio Grassi.
Prealpi Orobie - Piani di Bobbio Per esperti Dal Rifugio Grassi (1987) al Pizzo Tre Signori (2553) Dislivello In salita 586 m Durata Ore 2:00 a) per il Caminetto Sentieri b) per Piazzocco (Sentiero del Cardinale)
Descrizione Per il Caminetto: (Molto impegnativo) Dal rifugio Grassi si segue il sentiero 101, seguendo la cresta che dà sulla val Biandino. Superata una piccola cima, con l’aiuto di corde fisse, si raggiunge il “piano delle Parole”; si supera una pietra di confine fra lo Stato Veneto e quello di Milano e si raggiunge il bivio per il rifugio Benigni. Si sale a sinistra, con l’aiuto di corde fisse non indispensabili, sino a raggiungere la cresta occidentale da dove si scorge la cima. Dalla "Bocchetta alta" si prende il “Caminetto”, che è un canalino abbastanza appoggiato di facile percorso. All’uscita, con una cengetta e alcune roccette, esposte ma molto facili si raggiunge l’anticima, si scende ad una selletta e si sale in vetta.
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Per il Sentiero del Cardinale:(Impegnativo) Dal Rifugio Grassi (1987 m) si percorre il percorso a) fino al Pian delle Parole (2124 m); da qui si prende il "Sentiero del Cardinale" che conduce alla Bocchetta di Piazzocco (2252 m). Qui si innesta anche la via normale di salita proveniente dal Rifugio FALC o dalla Val Gerola. Si prosegue con il superamento di vari dossi, seguendo tracce di sentiero. Si arriva ad una specie di piccola piana; davanti a noi, l'ultimo tratto ripido per la cima. Seguendo i numerosi segni del passaggio degli escursionisti o le bandierine dipinte sulle roccette, , tra i ripidi sfasciumi, e procedendo a zig zag per gli ultimi metri, si raggiunge la cima, alla sinistra della grande croce in ferro. Proposte per il ritorno: a) Via dell'andata fino ai Piani di Bobbio (ultima ovovia, ore 17,30); b) Via dell'andata fino al passo del Gandazzo (1660 m); da cui, per il Rifugio Buzzoni, fino a Barzio (769 m), per Alpe Nava; c) Via dell'andata fino al passo del Gandazzo (1660 m); da cui, per il Rifugio Buzzoni, fino ad Introbio (600 m), da cui per Primaluna 3 km; d) Via dell'andata fino al Rifugio Grassi (1987 m); da qui, per Rifugio Tavecchia fino ad Introbio (600 m), da cui per Primaluna 3 km; e) Via dell'andata fino alla Bocchetta di Piazzocco; da qui, proseguire per il Rifugio Falk, Rifugio Santa Rita, Rifugio Madonna della Neve, Rifugio Tavecchia fino ad Introbio (600 m), da cui per Primaluna 3 km; ecc... si deciderà sul posto - N.B. per Introbio, possibilità di parcheggio a quota 1000.
Prealpi Orobie - Dai Piani di Bobbio (1640 m) - Per tutti Chiesetta Piani di Bobbio
a) al Rifugio Buzzoni, descritto sopra; b) a Barzio per Concenedo (Monastero) e V, Larga - Dislivello in discesa. m. 719 - ore 3; c) a Zucco Barbesino (Sentiero delle doline) Dislivello in salita m. 173 - ore 1,30; d) a Barzio per la carrareccia che porta alla stazione di partenza dell'ovovia; e) giro dei rifugi f) altro ...
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Colazione dalle 7,30 e partenza alle ore 8,00 per Morterone (28,5 km – 45 min) Il Gruppo del Resegone - Per quasi esperti Da Morterone 1035 al Monte Resegone 1875 Dislivello In salita 805 m; In discesa 430 m Durata Ore 3:00 n. 16 e n. 17 : per Forbesette Sentieri Descrizione In auto. Da Primaluna (560 m),
Rifugio Azzoni
raggiungere Ballabio (600 m) , poi proseguire per 17 Km su SP 63 fino a Morterone (1035 m). A piedi: In verità, il facile sentiero conduce fino al Rifugio Azzoni (1860 m), poco sotto la Punta Cermenati, la più alta del Resegone.
Dalla chiesa di Morterone, paese con solo 38 abitanti, si prosegue lungo la strada asfaltata per circa un chilometro, fino a pervenire ad un largo prato in moderata pendenza, al di sopra di alcune case (possibilità di parcheggio). La traccia sale in mezzo al prato, puntando ai ruderi di una baita, dove si inizia a trovare il segnavia, e quindi si inoltra nel bosco piegando verso sinistra e rimontando una larga costola boscosa con pendenza variabile. Un tratto più ripido porta a raggiungere un verde ripiano con grandi massi, dove confluiscono anche i sentieri n. 7 e 17, nei pressi della Sorgente delle Forbesette, una delle poche sorgenti di questo versante del Resegone. Seguendo l'itinerario n. 17, poco dopo la fonte, si incontra il bivio per Brumano e per il passo di Palio. Si procede decisamente a destra ed in salita nel bosco, che diventa sempre meno fitto, fino ad arrivare nel vallone sovrastato dalla Croce del Resegone. Con ampie giravolte si rimonta questo ripido tratto finale e si perviene al Rifugio Azzoni.
Colazione dalle 7,30 e partenza alle ore 8,00 per Vedeseta (30 km – 58 min) Val Taleggio - Per tutti Da Vedeseta (820 m) a Morterone (1035 m) per la Sorgente dell'Enna (890 m) Dislivello In salita 250 m Durata Ore 3:00 Descrizione In auto. Da Primaluna (560 m), SP 62 in direzione Ballabio; prendere a sx il bivio per Cremeno, proseguire su SP 64 per Moggio, sempre in salita, fino al Culmine San Pietro, passo a 1258 m; poi in discesa, su SP 25, fino a Vedeseta (BG) A piedi: Dalla piazza di Vedeseta, vicino alla chiesa ed al municipio, si scende per una stradina acciottolata e subito sulla destra si accede ad un breve pianoro, noto come cióss (dal latino clausum, ossia zona recintata), in cui si trova una stalla, esempio delle tipiche baite della Val Taleggio. Ripreso il sentiero, si scende la scalinata e si
Sorgente del Torrente Enna
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Ripreso il sentiero si scende la scalinata e si curva a destra lungo un sentiero che a mezza costa attraversa il bosco. Oltrepassato con un facile guado il Torrente Casere, si riconoscono sulla destra pendii terrazzati con muri a secco, molto diffusi fino a 40 anni fa per la coltivazione del grano; poco oltre si giunge ad un pascolo noto come Forsà de l’öle (forzatura dell’olio), toponimo probabilmente dovuto alla passata presenza di un torchio per la spremitura delle noci. Dopo pochi minuti si raggiunge un’altra tipica baita valtaleggina, nei pressi della quale si trova una fonte d’acqua cristallina. Lungo il successivo tratto pianeggiante si incontra sulla sinistra un castagno monumentale. Si prosegue poi in leggera discesa attraverso un bosco, noto con il nome di Passione, ove si vedono affioramenti di rocce dalle stratificazioni geologiche inclinate. Ci si abbassa di quota verso il Torrente Enna e si giunge all’incrocio con il sentiero che sale dal Ponte della Lavina (il punt grant). Si sale ora a fianco del torrente, le cui acque, bianche e tumultuose, si possono ammirare in un susseguirsi di salti, pozze e cascatelle e il cui fluire fragoroso sarà compagno per il resto del cammino. Si attraversa quindi il ponte sul Torrente Bordesiglia, naturale confine per il versante in sinistra orografica dell’Enna, tra le province di Bergamo e di Lecco. Nel procedere si incontra sulla sinistra una grossa sorgente d’acqua che, dopo alcuni salti, confluisce nell’Enna. Le montagne, che caratterizzano il paesaggio, hanno pareti calcaree quasi verticali che spiccano dritte sopra il bosco ceduo, dominato dal faggio nelle zone pianeggianti e dal carpino nero nei versanti più ripidi e con affioramenti di rocce. Superato un altro ponte, si incontra la deviazione per una fonte ferruginosa, riconoscibile dal colore rosso-arancione del terreno in sua prossimità e dal sapore ferroso. Ripreso il sentiero ed oltrepassato un altro ponte si giunge alle Sorgenti dell’Enna: qui il fiume compie alcuni salti spettacolari originando la schiuma bianca, da cui prende il nome di “Fiume Latte”, e riempiendo profonde pozze adatte per rinfrescanti tuffi estivi. Si può a questo punto guadare il torrente e risalire per circa 5-10 minuti un ripido ed impegnativo sentiero, fino ad arrivare a vedere da vicino la sorgente: sotto un enorme sasso si trova la cavità da cui, con una portata considerevole, sgorga l’Enna. Ad oggi non si conosce ancora quale sia il bacino di carico della sorgente, se circoscritto alla sola Val Taleggio o se raccolga invece anche acque dalla Valle Imagna. Per la discesa si ripercorre lo stesso itinerario fino all’incrocio con il sentiero proveniente dal ponte della Lavina. Da qui si prosegue in direzione di quest’ultimo, con un itinerario che segue il corso del torrente. Si attraversano boschi di faggi, noccioli, ontani e carpini e si incontrano altri salti tumultuosi del fiume, seguiti da tratti dove invece scorre più tranquillo. Dopo aver attraversato un torrente che, in sinistra orografica si immette nell’Enna, si arriva ad un bivio. Si può procedere a destra in direzione del Ponte della Lavina, dove si trova un’area pic-nic (5 minuti dal bivio) e, quindi, ritornare sui propri passi fino all’incrocio. In alternativa si può salire subito a sinistra. Superata una ripida salita, si piega a destra e si giunge ad una baita, nei pressi del depuratore comunale. Da qui è possibile risalire attraverso prati in direzione della chiesa e ricongiungersi al sentiero iniziale poco sotto l’abitato. Lungo la Valle dell’Enna si vedono cavi elettrici posati alla fine dell’Ottocento per portare energia alle fabbriche del Lecchese, laddove prima ancora vi erano altri cavi: erano i conduttori delle teleferiche usate per trasportare in paese il legno appena tagliato, essendo quella del boscaiolo una delle principali attività svolte in valle. Gli uomini erano addetti al taglio degli alberi, mentre le donne avevano il compito di riportare agli uomini le carrucole di ferro alle quali erano legati i tronchi. Una volta giunto a Vedeseta, il legname era poi condotto, tramite fluitazione, fino a San Giovanni Bianco e quindi, sempre per fluitazione, fatto procedere fino a Villa d’Almè e alla pianura. Questa tecnica prevedeva che squadre di operai (i borellai) conducessero ed accatastassero le partite di legname (le bore) presso i porti, punti attrezzati per la sosta del legname collocati lungo i principali corsi d’acqua. Poi, nei momenti di piena del torrente, che poteva essere anche accresciuta agendo con opportuni sbarramenti, questi tronchi venivano condotti a valle. FONTE: http://www.provincia.bergamo.it/provpordocs/sentiero%203.pdf Tornati a Vedeseta, se il tempo lo consente, è possibile proseguire per San Pellegrino Terme (30 min - 17 km), in Val Brembana, percorrendo la spettacolare strada che si sviluppa lungo l'orrido della Val Taleggio fino a San Giovanni Bianco. Nella frazione Oneta, la cd Casa di Arlecchino. Possibile rientrare a Primaluna per Bergamo - Calolziocorte - Lecco, percorrendo la SS 470. (km 63 - Ore 1,20)
- Apertura Sede: ogni venerdì ore 20,30 – 21,30 - e-mail:
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Club Alpino Italiano Sezione di Caserta
RACCOMANDAZIONI Le solite; in particolare un abbigliamento adeguato alle condizioni di alta montagna: oltre a scarponi e bastoncini, tutto ciò che può difendere dal sole (cappellino, crema solare), ma anche dalla pioggia e dal freddo (giacca a vento, k-way, pile e, perché no, guanti e cappello). Per chi ne è in possesso: telo termico, kit ferrata e cordino. Nello zaino: sempre, una bottiglia d'acqua di un litro e mezzo e qualche genere di conforto. Infine, anche l'abbigliamento civile deve tener conto che, in caso di condizioni meteo avverse, potrebbe far freddo.
A zeffun A beverun A migliara 'O boss avvisa: In Valle i sentieri sono tantissimi, variegati per difficoltà ed interesse; pertanto, si ribadisce che si potrà decidere di percorrere anche altri sentieri, diversi da quelli illustrati sopra. Colli Manzoni Addio/ monti sorgenti dall'acque- ed elevati al cielo/ cime inuguali/ note a chi è cresciuto tra voi/ e impresse nella sua mente/ non meno che l’aspetto de' suoi familiari/ torrenti- de' quali si distingue lo scroscio/ come il suono delle voci domestiche/ ville sparse e biancheggianti sul pendìo/ come branchi di pecore pascenti/ addio!/ Quanto è tristo il passo di chi/ cresciuto tra voi/ se ne allontana!// 'O boss Addio/ colli sorgenti dalla pianura campana - ed elevati al cielo/ cime inuguali/ note a chi è cresciuto tra voi/ e impresse nella sua mente/ non meno che l’aspetto de' suoi familiari/ canaloni - che annunciano da lontano il suono delle voci domestiche/ focolai sparsi e distruggenti sul pendìo/ come branchi di costruttori pascenti/ addio!/ Quanto è tristo il passo di chi/ cresciuto tra voi/ se ne allontana!// Più tristo sarà rivedervi!?