SETTIMANALE CATTOLICO MODENESE
Domenica 5 settmbre 2010
FONDATO NEL 1957
POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA
Porta Aperta
I volontari che da oltre 20 anni gestiscono il servizio al Murazzo
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Fortuna che è solo un Festival • PAOLO SEGHEDONI
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8 settembre
Caritas e Animatamente a Niscemi per un progetto condiviso A PAGINA 7
Gli appuntamenti nei santuari mariani di Fiorano, Puianello e San Clemente A PAGINA 9
Le cronache estive hanno riportato l’attenzione sul tema sempre caldo dell’immigrazione, questione delicata da trattare con grande senso di responsabilità
Il Punto
al 17 al 19 settembre Modena, Carpi e Sassuolo saranno i palcoscenici dell’edizione del decennale del Festival della Filosofia, una iniziativa molto apprezzata che richiama nella nostra provincia pensatori di gran fama e soprattutto un pubblico piuttosto numeroso e variegato. L’edizione del decennale non si discosta in modo significativo da quelle precedenti: nelle tre sedi si susseguiranno ‘lezioni magistrali’ tenute da filosofi e autori di spessore nazionale e internazionale e, come corollario, non mancheranno mostre, appuntamenti ludici, i ‘menù filosofici’ e tanto altro ancora. Ma come avevamo sottolineato con piacere il tema proposto lo scorso anno, comunità era infatti la parola scelta dagli organizzatori per l’edizione 2009, così desta più di una perplessità la parola simbolo scelta per il 2010, ovvero fortuna. In tempi di crisi, purtroppo, si sa che aumentano i denari spesi, o meglio sperperati, alla caccia del miraggio della fortuna: Superenalotto, Gratta e Vinci, Win for Life e chi più ne ha più ne metta, sono l’appiglio per sperare in una vita migliore, baciata dalla cosiddetta ‘dea bendata’, una vita in cui non sia più necessario lavorare e da spendere, magari, su una spiaggia esotica con un cocktail perennemente in mano. E, manco a farlo apposta, proprio una ‘dea bendata’ campeggia quest’anno nel sito del Festival della Filosofia, quasi a voler fare l’occhiolino a chi intende abbandonarsi alle malizie di questa ‘dea’. A onor del vero è bene sottolineare che gli organizzatori hanno dato al tema, più che la ricerca del ‘colpo di fortuna’ quello dell’incertezza e dell’imprevisto in questi anni caratterizzati appunto da queste categorie e bisogna riconoscere anche che non mancano, come nelle precedenti edizioni, tra i tanti filosofi e pensatori invitati all’appuntamento modenese, autori di spessore sotto il profilo spirituale come Enzo Bianchi, Piero Coda o Emanuele Severino. Non si può nemmeno negare l’importanza del Festival nel panorama culturale della nostra provincia, e non è certamente nostra intenzione mettere in discussione questa tradizione ormai consolidata e caratterizzata da uno stile divulgativo che arriva a folle sempre crescenti di persone. Ma al tempo stesso in altre edizioni il Festival ha invitato alla riflessione partendo da parole come vita, sapere, bellezza, felicità, umanità, mondo, fantasia… In questa edizione, invece, la parola scelta non è certamente delle più… fortunate.
Giovani
Terra di mafia e di speranza
Il “miracolo” della mensa del vescovo
• STEFANO MALAGOLI
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Anno LIV n° 30 • euro 1
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i sono un certo numero di regole ma tutto ciò che è legale non è necessariamente e moralmente approvabile”. Chiare le parole dell’arcivescovo di Parigi, il card. André VingtTrois, in relazione alle espulsioni dei Rom verso la Romania e la Bulgaria decise dal governo francese. Si può partire anche da qui per commentare le cronache estive che, nelle settimane del solleone, hanno riportato altre vicende che la distrazione vacanziera può indurre a trascurare. Non ci sono solo i rimpatri forzati dalla Francia verso l’Est Europa; c’è anche la vicenda, per certi versi ancora da chiarire, della morte del bimbo in un campo nomadi abusivo della periferia romana. C’è anche la tristissima vicenda del venditore extracomunitario preso a male parole e a calci da un gruppo di bambini sul litorale marchigiano, tra l’indifferenza assoluta e, dicono le cronache, anche le risa di approvazione di qualche dissennato genitore. Se ne parliamo non è ovviamente per assecondare visioni riduttive della fede, come qualcuno definisce quelle che insistono sui temi sociali, ma per rimarcare il fatto che una concezione della vita ispirata ai valori cristiani non può, di fronte a questi casi, non provare un senso di indignazione che sfoci in aperta condanna. I temi di
In festa con Maria
Sulla pelle degli altri etica e morale sono in cima alla graduatoria dei valori non negoziabili per i cattolici e, tra questi, la difesa della vita e della dignità di ogni essere umano. Vita che inizia con il concepimento e termina con la morte naturale e che, tra questi due estremi, può contemplare una casistica infinita di vicende e accadimenti, di varia natura, come la perdita di dignità su una spiaggia ita-
mettere in campo, quali atteggiamenti mentali rimuovere per contribuire a far sì che non si ripetano più certi episodi. E’ il male anche del sistema dell’informazione, che dura lo spazio di un momento e non lascia spazio per porsi e porre domande, approfondire, cercare di capire meglio per rimuovere cause dirette o indirette. La Chiesa, e non da oggi, è in prima fila nel
liana o in un aeroporto francese o l’abbandono troppo presto della stessa vita in una baracca di un campo nomadi a causa di un incendio. Indignarsi va bene, ma ancor più fa bene, al di là dell’emozione del momento, provare a chiedersi quali azioni
richiedere a chi ha responsabilità di Governo, decisioni lungimiranti e concrete nel governare i processi dell’immigrazione, evitando atteggiamenti di chiusura e di intolleranza e di mettere a repentaglio i diritti umani degli immigrati e il riconoscimento
dei loro diritti fondamentali. Soccorre chi si trova in gravi condizioni di bisogno è dovere umano, prima che cristiano. E’ per questo che la richiesta esorbitante del colonnello Gheddafi, un feroce dittatore accolto nei giorni scorsi a Roma con una pittoresca quanto degradante (per l’Italia) carnevalata di cavalli e cavalieri, irrita oltre modo. “Se l’Europa sgancia 5 miliardi di euro all’anno, la Libia si impegna a fermare l’immigrazione clandestina verso le coste italiane”. Ma così, diciamo noi per completezza d’informazione, il colonnello entra in contraddizione con se stesso, perché vedrebbe anche svanire il suo sogno di una Europa del tutto islamizzata proprio grazie all’immigrazione. E allora, meglio lasciare il leader libico alle sue folcloristiche visioni geopolitiche con contorno di hostess, amazzoni, cavalli e cavalieri e trovare i modi per ragionare seriamente su come gestire un fenomeno che l’Italia, terra di frontiera da sempre, non può più affrontare improvvisando.
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Domenica 5 settembre 2010
Porta Aperta Da oltre 20 anni gruppi di volontari garantiscono un pasto caldo tutte le sere alla mensa di Porta Aperta presso il Centro di Accoglienza Madonna del Murazzo
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uest’anno la terza domenica del mese di agosto cadeva il 15. Mentre tutti o quasi scrutavano il cielo e aspettavano il vaticinio sulle previsioni meteorologiche per decidere se andare al parco, al
Il “miracolo” della mensa del vescovo mare o in montagna, il gruppo della Parrocchia di S.Paolo, guidati dalla signora Tosatti si preparava per il servizio alla mensa. Il gruppo dei volontari della mensa arriva verso le 18 al Centro di Accoglienza Madonna del Murazzo per essere pronti a distribuire la cena alle 19. Chi prepara i vassoi con posate, piatti e bicchieri, chi lava la frutta e la verdura, chi scalda le pietanze, chi prepara il sugo per la pasta. Nel frattempo sono già diverse le persone che stanno aspettando nel cortile e all’entrata del centro, in attesa che la mensa apra e si possa mangiare. Un momento in cui si possono scambiare quattro chiacchere, fra volontari e con le persone che vengono in mensa. La
Un po’ di numeri
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a mensa del Vescovo è aperta dal 1990 presso il Centro di Accoglienza Madonna del Murazzo. Per moltissimi anni, oltre a persone senza dimora o in situazione di emarginazione, la mensa è servita specialmente a lavoratori immigrati, impiegati in lavori saltuari o di manovalanza, per i quali la mensa ha funzionato come integratore dello scarso reddito. Da circa due anni gli utenti della mensa ed il servizio stesso è radicalmente cambiato. Da andamento stagionale, legato ai lavori in agricoltura, edilizia o turismo, la mensa è diventato un servizio stabile, non solo per persone che hanno redditi bassi o bassissimi, ma che non hanno alcuna fonte di
sostentamento. Tra il 2008 e il 2009 si sono aggiunti 252 (122+130) nuovi utenti della mensa. Ma a giugno 2010 siamo già a 198 nuovi utenti della mensa. Di questi 38 sono di origine marocchina, ma 34 sono italiani, 24 dell’Eritrea, 19 tunisini e 11 del Ghana. La mensa di Porta Aperta si sostiene principalmente attraverso le donazioni ed in particolare il Banco Alimentare, il Progetto Brutti ma Buoni di CoopEstense ed altre aziende che occasionalmente donano alimentari. Per garantire un pasto completo però occorre fare degli acquisti di generi alimentari ed in ogni caso ci sono le spese per le utenze e il materiale di consumo. Per tutto questo interviene la Caritas diocesana attraverso il contributo della Diocesi.
mensa del Vescovo diventa così un luogo in cui le differenze vengono annullate e tutti si riconoscono nel primo dei bisogni umani: mangiare, chi lo prepara e chi ne ha bisogno. Poi alle 19 si apre. Le persone inviate dal Centro di Ascolto della Caritas con la tessera in cui è definita la durata, accedono ordinatamente e i volontari distribuiscono i vassoi con un pasto caldo completo: pasta abbondante, pane, un secondo, frutta e verdura. Sono tante, specialmente in questi mesi, le persone che vengono in mensa. I volontari devono quindi porre attenzione alle esigenze dei singoli, ma nello stesso tempo fare in modo che tutti possano fruire di un pasto che spesso è il solo di quel giorno. La mensa può ospitare fino ad un massimo di 60 posti a sedere, ma spesso sono 80 o 90 le persone che vengono in mensa e quindi è necessario fare due turni di servizio. Verso le 20.15 - 20.30 termina l’accesso alla mensa, ma l’impegno dei volontari non è finito. Adesso occorre pulire, riordinare, risistemare i locali, portare i sacchi di immondizia nei cassonetti, segnare quanti pasti sono stati distribuiti: insomma mettere il gruppo che verrà la sera del giorno dopo in condizione di fare al meglio il proprio servizio. Anche il 16 agosto 2010. Oltre all’organizzazione nei suoi risvolti più tecnici e concreti, vi è un altro aspetto che caratterizza la mensa di Porta Aperta: essere una occasione di iniziazione al volontariato ed alla solidarietà. Essendo
un servizio tutto sommato semplice e l’impegno diluito nel tempo, la mensa per moltissime persone e tanti gruppi è stata una ottima palestra per avvicinarsi al volontariato e sperimentare concretamente il valore della solidarietà. Solitamente per i nuovi gruppi Porta Aperta propone un piccolo percorso di avvici-
namento al volontariato che prevede un incontro di presentazione, alcuni turni di servizio ed un incontro di verifica. Il modulo è stato sperimentato con gruppi di catechismo, pastorale giovanile, gruppi scout dell’Agesci e generalmente si conclude con un impegno fisso.
Per informazioni contattare Porta Aperta: tel. 059 827870 fax 059 821002 e-mail
[email protected] La mensa di Porta Aperta è dedicata a Massimo Ronchetti, già obiettore di coscienza e volontario, scomparso in un incidente di lavoro.
Per i gruppi mensa, avanti che c’è posto E’ in preparazione il calendario dei turni per il 2011: parrocchie, gruppi, associazioni possono partecipare ad una esperienza concreta di solidarietà e condivisione
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l servizio alla mensa del Vescovo di Porta Aperta si basa su gruppi di volontari provenienti per lo più da parrocchie, associazioni e gruppi cattolici. Nel 2009 sono stati impegnati oltre 40 gruppi per circa 400 persone. Ogni gruppo è formato da un numero di persone in grado di garan-
tire la presenza in servizio di almeno 5-6 volontari, numero ottimale per svolgere i compiti richiesti. Ogni gruppo, generalmente, ha un giorno fisso al mese, spesso collegato con una attività della parrocchia o del gruppo stesso: può essere un momento di preghiera o riflessione, un impegno di servizio all’interno di un per-
corso formativo o semplicemente l’appuntamento fisso con Porta Aperta. Ogni anno, in questo periodo, viene elaborato il calendario annuale dei turni di servizio alla mensa del Vescovo. Il calendario, dopo essere stato verificato dai gruppi, viene reso ufficiale entro la fine dell’anno. Nuovi gruppi interessati ad iniziare questa esperienza
possono rendersi disponibili facendo riferimento a Porta Aperta: tel. 059 827870 fax 059 821002 e-mail
[email protected] Il nuovo gruppo, al meno per le prime volte, affianca un gruppo ‘esperto’ e successivamente viene inserito nel calendario.
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Domenica 5 settembre 2010
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Primo Piano È morta a 89 anni Angela Malchiodi, la mamma di mons. Antonio Lanfranchi. È spirata serena nella sua casa di Grondone di Ferriere, dove sono stati celebrati i funerali • PAOLO SEGHEDONI
È
morta a Grondone di Ferriere, nel paese dove era nata 89 anni fa, nella notte tra domenica 29 e lunedì 30 agosto la signora Angela Malchiodi, vedova di
L’angolo della
Una vita esemplare nella quotidianità Paolo Lanfranchi, la madre del nostro arcivescovo mons. Antonio Lanfranchi. La signora Angela era stata male a Bettole, presso la casa di un fratello di mons. Lanfranchi, in attesa di recarsi a Grondone di Ferriere per un periodo di riposo. Ricoverata all’ospedale di Piacenza, la signora Angela alla dimissione aveva espresso il desiderio di essere riportata nella sua casa, a Grondone.
I tre figli, oltre a mons. Antonio anche Giuseppe e Giampiero, l’hanno accontentata e in serenità la notte tra domenica 29 e lunedì 30 agosto la signora Angela è spirata attorniata dall’affetto dei suoi figli e dei suoi familiari. I funerali sono stati celebrati il primo settembre nella chie-
nostro vescovo: “Ho avuto a scuola i tre suoi figli Giuseppe, Antonio e Giampiero. Angela è stata una mamma santa, di quelle mamme che come Maria hanno sempre detto sì e che hanno messo in pratica questo sì nel quotidiano, con le persone che incontrava in paese. Di carattere mite, era
Riflessioni sulla “Se uno viene a me…” (Lc 14,26)
Una vecchia stella • don nardo masetti
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Avrei voluto continuare a fissarla, a contemplarla, a leggerla, ma capivo che altri attendevano il turno e che il giovane astronomo mi sollecitava a lasciare il posto... Sedutomi, ho continuato a “rivedere quella stella... Nel frattempo era venuto il turno di un bambino giunto all’osservatorio con i genitori. E’ salito sullo sgabello, ha incollato lo sguardo all’oculare e si è messo a guardare... Storceva la bocca, per vedere meglio; si allungava sui piedi, quasi a farsi più vicino a quella stella e non si decideva a scendere. L’incaricato sorrideva a noi in modo significativo: con i bimbi ci voleva pazienza! Anche quando ha cominciato a toccargli il gomito per smuoverlo, il bimbo ha continuato per qualche istante a rimanere incollato al telescopio. Poi è sceso, ma non sembrava più il bimbo di prima: aveva uno sguardo trasognato e pensieroso. Forse aveva intuito più di noi; o forse aveva meno condizionamenti degli adulti a manifestare a tutti lo stupore dell’infinito che, anche se solo per un minuto, aveva afferrato la sua esistenza. E le stelle le abbiamo sempre sopra la nostra testa! Che analfabeti!
figlio, partecipato e comunicato con una grande fede. Non posso raccontare cose straordinarie – conclude Dina Bergamini – perché non ne ha fatte. E’ stata una mamma santa ed eccezionale nella sua quotidianità. Ricordo che da quando ho perso mio marito, ormai 31 anni fa, mi ha sempre confortato semplicemente abbracciandomi e dicendomi ‘ti voglio bene’. Questa era mamma Angela”.
Parola
Spiritualità
el corso dell’estate ho avuto occasione di visitare un osservatorio astronomico. Un giovane astronomo ha messo a punto il telescopio e ci ha fatto contemplare il sole ed osservare in particolare le macchie solari. Il nostro astro maggiore sta invecchiando, ma possiamo rimanere tranquilli; prima che si spenga del tutto passeranno alcuni milioni di anni. Non immaginavo che si potessero vedere le stelle anche di giorno e invece sì, anche se meno luminose e nitide come la sera. Il giovane incaricato, mentre ne puntava una, ci ha ricordato che la stella che avremmo osservato, era quella di duemila anni fa, poiché la sua luce, pur viaggiando alla pazzesca velocità di trecento mila chilometri al secondo, una volta partita da lei ha impiegato per l’appunto duemila anni per giungere adesso a noi. Lo sapevo ma, venuto il mio turno, ho sentito un brivido percorrermi il corpo: quella stella mi diceva di Dio. Se non avessi visto nel suo riflesso la mano del Creatore, mi avrebbe ammonito: “Analfabeta!”.
anche gli ultimi giorni terreni di Angela Malchiodi: “Alla dimissione dall’ospedale di Piacenza ha espresso l’unico desiderio esplicito della sua vita: tornare a casa, a Grondone. I figli, anche se poteva sembrare una cosa illogica, l’hanno esaudita e la hanno assistita in modo esemplare. In questi giorni, andandola a trovare, ho avuto modo di vedere più volte il vescovo: aveva il grande dolore del
setta del paese (dove era stata battezzata, si era sposata ed erano stati battezzati i suoi figli): anche una delegazione di modenesi ha voluto accompagnare mons. Lanfranchi. Angela Malchiodi era nata a Grondone di Ferriere e lì aveva vissuto fino alla morte del marito Paolo. Da quel momento aveva seguito il figlio sacerdote. Si era trasferita prima a Piacenza, quando
una persona estremamente generosa. Sposata con Paolo Lanfranchi, ha sempre vissuto a Grondone; con il marito ha lavorato la terra come tutte le donne di Grondone e ha speso la sua vita per la sua famiglia. Ricordo - racconta Dina Bergamini - che aveva un portaritratti girevole che mostrava con gioia e con orgoglio: da un lato c’era il figlio Antonio da bambino, con i
mons. Lanfranchi era Vicario Generale della diocesi, poi a Cesena e infine a Modena dopo la nomina episcopale del figlio. Affidiamo alla voce di Dina Bergamini, maestra elementare dei tre figli di Angela e vicino a lei fino alla morte, il ricordo della mamma del
pantaloni corti, in quel contesto di povertà non avvertita in cui vivevamo tutti a Grondone; dall’altra mons. Antonio in abiti episcopali. Un segno della vita con i suoi inevitabili contrasti. Come a dire che tutto, anche la povertà, è un dono di Dio”. La maestra Dina racconta
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G.G.
l Vangelo di questa domenica parla di una “folla numerosa” che andava con Gesù. Stupita per quello che diceva, ammirata per quanto operava. Anche oggi Gesù suscita attenzione, ammirazione. Ci si può ancora…innamorare di Lui. Come un ragazzo prende…la cotta per una ragazza. Ma non è ancora amore. Ci vorrà tempo, ci vorrà intelligenza, impegno, decisione, coraggio per passare dall’innamoramento all’amore autentico. E’ la storia non facile di ogni rapporto di coppia. E’ la storia anche di ogni incontro dell’uomo con il Dio di Gesù Cristo. Ci si infiamma in un primo momento, ma poi si può abbandonare tutto, si può vivere una stanca relazione, come si può esser guidati alla esperienza di una fede profonda in cui tutta la vita è coinvolta. Gesù è molto chiaro, nel brano di Luca, a porre le condizioni per un rapporto forte, intimo con Lui. Deve esserci un amore che Lo privilegia sopra ogni altra persona, sopra ogni realtà. Occorre saperLo scegliere in mezzo a tante realtà che ci interessano e ci riguardano. Nulla può essere più importante: a Lui non può essere riservato che il primo posto. Nell’ottica dell’amore, altra condizione è quella di “portare la propria croce”, andandogli dietro. Sapendo seguire i suo esempio: la sua è stata una scelta lucida; ha accetto la morte in croce per amore dell’umanità, in piena ubbidienza alla volontà del Padre. E’ croce, per l’uomo, contrastare il male, scegliere il bene, a tutti i costi. Dire di no all’egoismo e al peccato; questa è la croce quotidiana. Non c’è bisogno di…inventarsi supplizi particolarmente cruenti. Gesù chiede poi ai suoi discepoli la rinuncia ai propri averi, allo spirito di possesso… Non è certamente una linea di condotta facile quella richiesta: implica un lavoro in profondità, per cambiare la propria mentalità, per percorrere con decisione il cammino della sequela di Cristo. C’è da scentrarsi da sé stessi, per incontrare e scegliere Dio quale punto di riferimento unico dell’esistenza. Occorre saper decidere da battezzati adulti nella fede, per Gesù Cristo. Ed è decisione, diventare suoi discepoli, che riguarda tutti i membri della Chiesa, nelle diverse condizioni di vita, nella pluralità delle vocazioni.
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Domenica 5 settembre 2010
Diocesi
Si apre l’anno pastorale Sabato 18 settembre alle 15.30 in Sant’Agostino l’assemblea con la quale la Chiesa di Modena-Nonantola riprende il cammino dopo la pausa estiva
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i svolgerà sabato 18 settembre l’assemblea di apertura dell’anno pastorale. Mons. Lanfranchi convoca la Chiesa di Dio che è in Modena-Nonantola presso la chiesa di Sant’Agostino. Alle 15.30 la preghiera iniziale, a seguire la presentazione della lettera e del programma pastorale “Tu sei prezioso ai miei occhi” (Isaia 43,4) Educare è possibile. Educare è bello. Alle ore 16.45 si svolgerà la celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Arcivescovo e concelebrata
dai sacerdoti della diocesi. Durante la celebrazione sarà consegnata la Lettera pastorale agli operatorio presenti, che riceveranno anche il mandato. La solenne celebrazione eucaristica vuole esprimere la comunione di tutta la Diocesi attorno al suo vescovo. Sono invitati in particolare i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, i ministri di fatto e istituiti; i membri dei consigli pastorali: parrocchiali, vicariali e diocesano; tutti gli animatori e gli operatori pastorali parrocchiali; i membri delle associazioni e dei
movimenti ecclesiali. Nel caso in cui la partecipazione dei sacerdoti all’assemblea rendesse difficile la celebrazione delle Messe ve-
spertine, queste siano sospese. Si sottolinea anche in questo modo il significato diocesano e l’importanza della celebrazione.
Ordinazioni Ordinazioni Otto nuovi diaconi per la Chiesa di Modena
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abato 25 settembre, alle ore 20.30 in cattedrale a Modena, saranno celebrate le ordinazioni diaconali di Paolo Biolchini, seminarista in cammino verso il presbiterato, della parrocchia di Monteobizzo in Pavullo; Paolo Buldrini e Stefano Guerzoni, della parrocchia di San Felice sul Panaro; Giancarlo Cerri, della parrocchia di Pavullo; Luigi De Salvatore, della parrocchia di Nonantola; Andrea Frascaroli, della parrocchia di Gesù Redentore; Giuseppe Mililli, della parrocchia di Maranello; Carlo Tinti della parrocchia dello Spirito Santo. Ormai prossimi all’ordina-
zione di otto nuovi diaconi, di cui uno in camminino verso il sacerdozio, analizziamo brevemente il sacramento dell’ordine, definito dal “Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica”, (n. 321) unitamente al Matrimonio, sacramento al servizio della comunione e della missione, perché conferisce una grazia speciale per una missione particolare nella Chiesa a servizio dell’edificazione del popolo di Dio. Essi contribuiscono in modo particolare alla comunione ecclesiale ed alla salvezza degli altri. L’ordine è il sacramento grazie al quale la missione affidata da Cristo ai suoi Apostoli continua ad essere esercitata nella Chiesa,
sino alla fine dei tempi (n. 322). Ordine indica un corpo ecclesiale di cui si entra a far parte mediante una speciale consacrazione (Ordinazione), che per un particolare dono dello Spirito Santo, permette di esercitare una sacra potestà a nome e con l’autorità di Cristo a servizio del popolo di Dio (n. 323). Il diacono, configurato a Cristo servo di tutti, viene ordinato per il servizio della Chiesa, che compie sotto l’autorità del proprio Vescovo a riguardo del ministero della Parola, del culto divino, della guida pastorale e della carità (n. 330). Il sacramento dell’Ordine è conferito mediante l’imposizione delle mani sul capo dell’ordinando da parte del Vescovo, che pronunzia la solenne preghiera consacratoria. Con essa il Vescovo invoca da Dio per l’ordinando la speciale effusione dello Spirito Santo e dei suoi doni, in vista del ministero (n. 331). Questo Sacramento dona una speciale effusione dello Spirito Santo, che configura l’ordinato a Cristo nella sua triplice funzione di Sacerdote, Profeta e Re, secondo i, rispettivi gradi del Sacramento. L’ordina-
zione conferisce un carattere spirituale indelebile: perciò non può essere ripetuta né conferita per un tempo limitato (335). Nella preghiera di ordinazione, il dono dello Spirito invocato sul candidato è differente da quello ricevuto da ogni credente col Battesimo e con la Cresima: esso opera in lui una trasformazione, rendendolo soprannaturalmente somigliante a Cristo Servo e capace di rappresentarlo sacramentalmente nella Chiesa – al cui servizio egli porrà tutto il suo essere – e nel mondo – dove egli sarà segno visibile della “diakonia” del Signore. Il dono dello Spirito, quindi, imprime nel diacono un indelebile carattere sacramentale ed è per la sua vita ministeriale fonte di grazia. L’ordinazione diaconale, dunque, non è paragonabile a una qualche delega o deputazione da parte della comunità; al contrario, essa è una vera consacrazione – stato di vita permanente – che rende l’ordinato segno e strumento sacramentale del Salvatore a servizio del popolo di Dio in cammino nella storia.
Apostolato della Preghiera
Nomine
Le intenzioni per settembre
Tre comunità e i loro pastori
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uore divino di Gesù, io ti offro, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio Eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei nostri peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre” In particolare le intenzioni affidate all’AdP dal Papa e dai nostri vescovi per il mese di settembre 2010: perchè nelle regioni meno sviluppate del mondo l’annuncio
della Parola di Dio rinnovi il cuore delle persone, incoraggiandole ad essere protagoniste di un autentico progresso sociale; perchè aprendo il cuore all’amore, si ponga fine alle tante guerre e ai conflitti che ancora insanguinano il mondo; perchè la comunità cristiana sostenga gli infermi, aiutandoli a comprendere, celebrare e vivere il mistero dell’Eucaristia come fonte di salute, conforto e vita. Pregare per il clero dicendo: Cuore di Gesù, attrai a te i presbiteri che in tuo nome agiscono in mezzo al tuo popolo. I Venerdi: 3 settembre
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ei giorni scorsi sono stati nominati tre nuovi sacerdoti alla guida o come coadiutori di tre comunità parrocchiali della diocesi. Don Filippo Guaraldi, 40 anni, è stato nominato parroco a Cittanova, don Guido Bennati, 29 anni, cappellano a Vignola e don Daniele Bernabei (nella foto), ultimo sacerdote ordinato in diocesi, nel maggio di quest’anno, cappellano a Castelnuovo Rangone. A tutti e tre l’augurio per un proficuo lavoro pastorale nelle parroc-
chie che presto li accoglieranno.
Caritas
Anche per l’alluvione in Pakistan, mobilitati i soccorsi
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l Santo Padre Benedetto XVI durante l’udienza generale del 18 agosto, ha ricordato la tragedia che si sta consumando nel Pakistan messo in ginocchio dalle alluvioni. E rilanciato l’appello per le popolazioni colpite: «Che non manchi a questi fratelli, così duramente provati, la nostra solidarietà e il concreto sostegno della comunità internazionale». Le alluvioni di questo mese di agosto hanno infatti provocato il peggior disastro a memoria d’uomo nel paese. I morti sono più di 2.000, le persone colpite circa 20 milioni. Danni incalcolabili alle abitazioni e ai raccolti, vie di comunicazione interrotte e rischi di epidemie per la mancanza di acqua potabile e le difficili condizioni igienico-sanitarie. Secondo le Nazioni Unite, 3,5 milioni di bambini rischiano di contrarre malattie mortali. La Conferenza Episcopale Italiana ha stanziato già dall’inizio di agosto un milione di euro e invitato le comunità ecclesiali alla preghiera e al sostegno delle iniziative di solidarietà promosse dalla Caritas Italiana. Caritas Pakistan, con il sostegno delle altre Caritas, tra cui anche Caritas Italiana, si sta concentrando su 4.795 famiglie in cinque diocesi
colpite (Multan, Quetta, Faisalabad, Rawalpindi/Islamabad e Hyderabad), alle quali distribuisce tende, cibo, articoli non alimentari di prima necessità e garantisce assistenza sanitaria e medica. Questi primi interventi rientrano nel più ampio programma di emergenza alluvioni, che verrà realizzato nell’arco di tre mesi, per il quale sono necessari fondi pari a 4 milioni di euro. A beneficiarne saranno complessivamente 250.000 persone. Interventi analoghi seppur di minore entità sono in corso in India e Cina, altri due Paesi asiatici colpiti in questi giorni dalle alluvioni. Chi vuole contribuire può farlo attraverso i Conti correnti intestati a Caritas diocesana Modena, causale “Pakistan”. Banco S. Geminiano BPVN iban IT83L0518812900 000000004682 Banca Popolare dell’Emilia Romagna iban IT89B05387 12900 000000030436 Unicredit iban IT35Z02008 12930 000003106219 Banca Etica iban IT 72X0501802 4000 0000 053060
AGENDA
Agenda del
Vescovo
Domenica 5 settembre ore 17 a Palagano Ingresso di don Carlo Bertacchini
Lunedì 6 settembre ore 20.30 a Vignola In parrocchia: incontro sull’educazione Mercoledì 8 settembre ore 17.30 a Fiorano S. Messa e processione Domenica 12 settembre A Cesena Apertura dell’anno pastorale
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NostroTempo
Domenica 5 settembre 2010
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Pastorale Giovanile
Tre giorni per vivere liberi in Cristo
A Villa Maria Immacolata torna il tradizionale appuntamento per giovani dal 10 al 12 settembre
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a venerdì 10 a domenica 12 settembre torna la Tre Giorni per gli adolescenti: continuità, è il primo appuntamento, da molti anni, che apre l’anno pastorale, e novità, si svolge in collaborazione con l’Azione Cattolica diocesana, nella casa di Dogana, la casa di AC da sempre, e diventa più breve, per permettere una maggio-
re partecipazione, all’inizio dell’anno scolastico. “Ma che schiavitù d’Egitto?!!”: il tema è un invito ad uscire dal proprio conformismo per vivere da figli, liberi in Cristo. L’incontro preliminare con gli educatori dei gruppi che parteciperanno: lunedì 6 settembre alle ore 21 al Centro Famiglia di Nazareth, appuntamento indispensabile per entrare nel clima della tre giorni, conoscersi e preparare insieme i momenti di questa
esperienza educativa importante. Il tema dell’educazione sarà la traccia del cammino diocesano e don Federico Pigoni e il CPG ritengono che la prima tappa di ogni percorso educativo sia appunto uscire dalla schiavitù del conformismo, per essere liberi. “Abbiamo scelto di avere voci modenesi – ricorda don Federico - come testimoni, valorizzando le persone e i percorsi presenti in diocesi che si presenta-
no significativi per i giovani. La prima serata sarà dedicata ad una veglia penitenziale. Il sabato l’incontro biblico sull’Esodo sarà guidato da mons. Lanfranchi”. Gli arrivi sono previsti nel primo pomeriggio del venerdì. Le iscrizioni alla Tre giorni sono raccolte presso l’ufficio di pastorale giovanile di Modena, Tel 059 2133851. info@ cpgmodena.it (entro il 6 settembre debbono pervenire le iscrizioni alla tre giorni).
Scuola Il 14 settembre riaprono le scuole modenesi: un avvio di anno scolastico non privo di incognite
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l prossimo anno scolastico si avvia il 14 settembre, secondo quanto stabilito dalla Regione Emilia Romagna. Sarà un avvio all’insegna dei cambiamenti, nelle scuole di ogni ordine e grado andrà in applicazione quanto disposto dalla riforma “Gelmini”. Cambiamenti che, purtroppo, non saranno sempre con il segno positivo. Per la prima volta nella provincia di Modena, infatti, non saranno accolte tutte le ri-
In classe con qualche dubbio chieste delle famiglie per il tempo pieno nella scuola elementare; sarà fortemente ridimensionato il tempo prolungato alle medie (con una riduzione prevista di 80 classi) e si preannuncia una situazione di sofferenza anche per le scuole dell’infanzia. Sono queste le criticità più significative, conseguenti ai tagli di organico e di risorse economiche per la scuola e segnalate già a giugno dai rappresentanti degli enti locali e delle istituzioni scolastiche modenesi nel corso della Conferenza provinciale di coordinamento presieduta dall’assessore provinciale all’Istruzione Elena Malaguti, alla quale è intervenuto il di-
rigente dell’Ufficio scolastico provinciale Gino Malaguti.
“Il problema vero - ha affermato Elena Malaguti - è che il ta-
glio dei docenti è stato imposto senza tenere in considerazione l’incremento della popolazione studentesca che registriamo sia in regione che in provincia. I tagli dunque, paradossalmente, colpiranno le situazioni più virtuose, come la nostra, già da anni interessate da un preciso processo di razionalizzazione e di disperdere l’importante patrimonio di competenze che abbiamo costruito”. A fronte del previsto aumento di circa un migliaio di iscritti, per l’anno scolastico 2010/2011, nelle scuole modenesi di ogni ordine e grado è previsto un taglio di 212 docenti. Secondo i dati forniti dall’Ufficio sco-
Superiori, riforma al via C
on l’avvio dell’anno scolastico 20102011 i nuovi iscritti alle superiori si misureranno con le novità della Riforma Gelmini, combinata con le decisioni della Finanziaria di Tremonti. Dal punto di vista organizzativo si andrà ad una gradualità nell’applicazione della riforma della scuola superiore, attivando
solo le cosiddette “confluenze automatiche” e non ci sarà alcuna modifica del numero delle autonomie scolastiche: gli istituti superiori modenesi restano 32 e si darà continuità dell’offerta formativa per favorire le scelte consapevoli degli studenti. Scelte che, dicono i dati, confermano senza stravolgimenti le tendenze che da alcuni anni si sono registrate nella scelte del
percorso di studio dopo la scuola media. In provincia di Modena, l’orientamento verso l’istruzione liceale continua ad essere una opzione privilegiata (nel 2010/2011 gli iscritti al primo anno dei licei saranno pari a quelli iscritti agli istituti tecnici: 2717 contro 2722). A questo dato contribuisce la definitiva classificazione come istruzione
liceale di alcuni indirizzi come il linguistico e l’artistico. Stabili anche le scelte fra i diversi indirizzi negli istituti tecnici dove si segnala, fra l’altro, la tendenza già notata negli ultimi anni, ad un più forte interesse verso i percorsi amministrativicommerciali. Di fatto invariate anche le iscrizioni al primo anno degli Istituti professionali, segnale dell’interesse alla ricerca
di una qualificazione professionale importante che possa in tempi brevi consentire un inserimento nel mercato del lavoro che, nonostante la crisi economica, richiede queste figure qualificate. Ma nelle scuole superiori modenesi quello che cambierà veramente sarà il quadro didattico di riferimento. In quasi tutti i percorsi di studi ci saranno ri-
lastico regionale, a Modena verranno infatti a mancare 128 docenti dell’organico di diritto alle superiori, 47 alle medie, 38 alle elementari. In particolare, per la scuola d’infanzia, a fronte di richieste di nove nuove sezioni (per oltre 200 bambini in lista d’attesa non frequentanti altra scuola) in diversi comuni (Carpi, Bomporto, Mirandola, Medolla, San Felice sul Panaro, San Cesario sul Panaro, Castelfranco-Emilia, Pavullo) e di completamento per due sezioni (Montese e Medolla) per ora non è stata disposta l’assegnazione del personale docente da parte del Ministero dell’Istruzione.
duzioni di orario per le classi successive alle prime, con conseguente modifiche degli insegnamenti, riduzione del numero degli insegnanti e una proposta didattica complessivamente più povera. E questo in un quadro di aumento delle iscrizioni: saranno infatti oltre 300 gli iscritti in più che andranno in classi sempre più numerose e potranno contare su meno insegnanti.
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Domenica 5 settembre 2010
Persone
“Dio è amore”, ripeteva a tutti La morte, a 90 anni di età, di don Giacomo Bazzani
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o scorso 28 agosto il Signore ha chiamato a sé don Giacomo Bazzani, sacerdote modenese che lo scorso 15 giugno aveva compiuto 90 anni. Nato a Coscogno di Pavullo, ordinato sacerdote il 26 maggio del 1946, don Giacomo è stato da quello stesso anno vicario parrocchiale a Mocogno, divenendone parroco nel 1948 e fino al 1957. Il suo successivo impegno pastorale è stato come parroco a Montebaranzone, fino al 1967. Collaboratore della parrocchia
È morto il 30 luglio Ermes Ruggi. Originario di Rubbiano, sacerdote che aveva lasciato l’abito, a Barigazzo aveva fondato ‘La Sorgente’ ed era l’anima del Gruppo Hewo che opera in favore dell’Etiopia
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morto il 30 luglio scorso Ermes Ruggi, 66 anni originario di Rubbiano molto conosciuto in Appennino, ma non solo, per le sue molteplici attività. Lascia la moglie Margherita e tre figli, Chiara, Paolo e Benedetta. Ruggi era stato ordinato sacerdote, dopo aver frequenta-
cittadina di S. Faustino, don Giacomo Bazzani ha svolto un importante aiuto per le benedizioni alle famiglie, per la celebrazione del sacramento della riconciliazione, per le visite agli ammalati. Per questo motivo il sacerdote ha desiderato che il proprio funerale fosse celebrato nella parrocchia sulla via Giardini, presso la comunità parrocchiale nella quale ha svolto un lavoro pastorale con continuità, per tanti anni, fino alla morte. Anche altre parrocchie della diocesi hanno visto dispiegarsi l’apostolato e il servizio di don Giacomo: Montale, Saliceto sul Panaro, S.Agostino; qui don Giacomo era sempre pronto a sostituire i parroci quando questi avevano necessità di assentarsi dalla parrocchia. Per 17 anni don Bazzani, che aveva anche conseguito il diploma in archivistica, paleografia e diplomatica, ha insegnato religione presso le scuole Corni di Modena ed
è stato cappellano di diverse case di riposo per anziani (Villa Parco, Villa Regina…) ed ebbe cura della chiesa Mater Misericordiae in via Carlo Sigonio a Modena. Cappellano delle suore Domenicane, don Giacomo celebrava la S.Messa ogni giorno nel loro istituto. Tra gli ultimi incarichi, don Bazzani è stato assistente spirituale dei gruppi di preghiera di P.Pio, cappellano del Sovrano militare ordine di Malta e della Confraternita di S.Geminiano. “Ho avuto la gioia di vedermi sempre contornato dall’affetto della mia famiglia e dei sacerdoti” ha scritto l’anziano sacerdote nel suo testamento. “Sarebbe troppo facile – ha detto don Mauro Campani nell’omelia delle esequie, molto partecipate, lunedì 30 agosto – tessere un elogio funebre di don Giacomo, perché era amato e stimato dalle persone che avevano avuto occasione d’incontrarlo: era sempre sereno, portava gio-
ia, ti invitava all’ottimismo, era buono con tutti. Ma la prima lettura di S.Giovanni ci dà ragione del suo modo di agire: credeva che Dio è amore. Dobbiamo trasformare il mondo – ha proseguito don Campani - annunciando l’amore di Dio. I fratelli che ci hanno preceduto in paradiso, ci accompagnano con la loro intercessione perché possiamo credere nell’amore di Dio e attuare il suo annuncio secondo i doni che il Signore ci ha dato. Noi crediamo anche nella intercessione di don Giacomo perché il Signore ci conceda di attuare nella nostra vita ciò che lui ci ha insegnato: credere che il Signore vuole tutti salvi, credere nel perdono del Signore e donarlo sempre, essere portatori di ottimismo, avvicinare le persone con il sorriso, dimostrando comprensione ed essere pronti a servire, più che pretendere di essere serviti”. “La Confraternita di S. Ge-
miniano, che lo ha avuto come suo cappellano, si inchina commossa e addolorata, ma soprattutto riconoscente, per quanto don Giacomo ha dato. Oltre a festeggiare la Pasqua, ci ha insegnato al reciproco affetto e amore e per questo sono sicuro che al suo arrivo in paradiso i santi e i martiri lo accompagneranno nella Santa Gerusalemme. Grazie don Giacomo di quanto ci hai insegnato e donato”. Queste le
parole pronunciate a conclusione del rito funebre da Luigi Vallini a nome della Confraternita di S. Geminiano.
Guidato dalla passione per gli ultimi to il seminario di Fiumalbo prima e di Modena poi, aveva lasciato l’abito ma era rimasto molto impegnato nella Chiesa e nel mondo. A Barigazzo aveva fondato ‘La Sorgente’, un’attività che era cresciuta nel tempo, ma era anche l’instancabile anima del Gruppo Hewo, una associazione impegnata in progetti di cooperazione in Etiopia. Proprio a Barigazzo aveva ‘inventato’ la Festa dei Lamponi (quest’anno alla ventiseiesima edizione), che raccoglie fondi per l’associazione. “Ricordo l’ultimo incontro, il 30 agosto del 2009 a Fiumalbo con tanti altri ex alunni del Seminario – racconta mons. Luigi Biagini, che di Ruggi era stato compagno di classe – un incontro sfociato nel libro sul Seminario di Fiumalbo. Il suo contributo si
intitola ‘Un po’ di nostalgia e l’orgoglio di esserci stati’. Ermes era una persona molto estroversa, attivo e dinamico sempre proteso verso l’altro, specie verso gli ultimi. Aveva uno stile di disponibilità e una grande capacità di comunicare. Ricercava sempre qualcosa di nuovo, dentro la Chiesa e nel mondo laico: era alla ricerca di nuove esperienze ed era proteso verso le novità”. In sintonia il ricordo di Ruggi da parte del Gruppo Hewo comparso sul sito dell’associazione: “La nostra associazione è nata intorno alla sua casa 26 anni fa, proprio come momento di incontro di un gruppo di amici che decisero di destinare i proventi della prima “Festa dei Lamponi” in favore degli ammalati di lebbra e dei poveri di Asmara,
Massaua e May-Habar che lui aveva visitato un decennio prima. Nessuno di noi poteva immaginare che quello era solo l’inizio di un percorso di fraternità che ci coinvolge da un quarto di secolo. Ermes è stato per tutti noi fedele interprete di questi principi e continuo richiamo alla coerenza e alla concretezza nel percorso di fraternità della nostra Associazione, finalizzato a creare opportunità e condizioni di auto-sviluppo. Un percorso di Fraternità insieme ai più deboli che prende tutta la propria vita e va anche oltre la vita stessa, perché sempre nuovi amici vengono coinvolti dalla testimonianza intensamente e concretamente vissuta di valori veri, così come è stato da parte di Ermes. Per questo insieme a lui continueremo a realizzare
p ro g r a m m i di sviluppo sociale, educ ativo, agricolo e alimentare delle Comunità Hewo di Quihà, Garbo e a sostenere la presenza dell’Hewo in strada ad Asmara, al fianco degli ultimi”. Il funerale di Ermes Ruggi ha letteralmente ‘paralizzato’ il paese di Barigazzo il primo giorno di agosto.
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Domenica 5 settembre 2010
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Giovani
Terra di mafia e di speranza
• Laura Spaggiari e Agnese Riccò
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i manca l’incipit. Inizierò da una leggenda metropolitana, un distinto signore niscemese definito anche “u scienziato pazzu” si è lanciato con l’ombrello dal balcone, forse per misurare la tenuta del lancio oppure per sentirsi un po’ nuvola o gabbiano. Non so. Ci siamo lanciati come quel folle dalle utopie galleggianti, per distorcere la prospettiva di una città, delle solite amicizie, dei soliti pacchetti serali, dell’abusato “la mia città fa schifo” e per rafforzare i legami con questo territorio. Se puntate l’occhio sul belvedere di Niscemi, cittadina in provincia di Caltanissetta, la pupilla si dilaterà a causa dell’ampiezza della piana di Gela, una distesa pianeggiante di un verde arido, una campagna muta, quasi morta. Niscemi sa di morte, è la terra della Stidda (ramo di Cosanostra), di persone freddate sulle strade, di due amministrazioni sciolte per mafia, di una frana (1996) che ha paralizzato un intero quartiere e la più alta dispersione scolastica (in via di ridimensionamento). Niscemi è terra di mafia, dove si sanno i nomi, dove incontri il figlio del
boss alla festa di compleanno, dove i negozianti vedono il pizzo come una tassa quasi naturale, un tributo quasi divino per salvaguardare la propria quotidianità indisturbata. Niscemi è anche terra di vita, di una vita che quando si manifesta è dilagante e inarrestabile: giovani che fanno della musica un mezzo di denuncia, associazioni (scout, politiche, legate all’infanzia,parrocchie) che si mettono in gioco, a volte lottando contro i mulini a vento, per recuperare e valorizzare persone e luoghi, un’amministrazione “umana” e realista che sa calibrare le dosi di ottimismo e cerca di creare nuove opportunità, oltre la condanna. La seconda tappa è stato quindi quest’angolo di Sicilia, che grazie a una serie di esperienze formative e campi di legalità attuate da Caritas e Animatamente, ha creato un legame molto intenso con la nostra città, ci siamo adottati a vicenda. Non è uno di quei rapporti istituzionali vuoti ma concretamente abbiamo cercato con i ragazzi del luogo di creare un laboratorio partecipativo di riflessione e di confronto sulle rispettive città. Una clinica dell’occhio per scoprirsi diversamente. I primi tre giorni abbiamo cercato di ricostruire mappe ideali e fisiche della nostra città, in particolare provare a comprendere il contesto niscemese in rapporto a Modena per poi intervenire concretamente all’interno del progetto “Adotta un parco”, a cura delle associazioni di Niscemi molte delle quali si prendono cura dei vari parchi dislocati nella città realizzando attività d’integrazione urbana e di valorizzazione dello spazio pubblico. Tano vuole partire perché di possibilità non ce ne sono, Pino considera Niscemi il “centro dell’universo”, sente che non può rinunciare a quello che è stato costruito, altri sono combattuti dalla voglia di restare e dal
bisogno di affermarsi. Perché a Niscemi le possibilità oltre al lavoro in campagna sono veramente molto poche: impressiona come i bambini in estate aiutino le famiglie a raccogliere i pomodori, oppure abbiano ancora come modelli il mestiere
tutti i giorni i servizi comunali di pulizia non ci sarebbero forse montagne di lattine? Ciò che è avvenuto all’interno del nostro gruppo in questa settimana è stato il passaggio dall’idea, al progetto, alla realtà. Dopo una serie di riflessioni
delle strade non sono asfaltate, sono presenti numerose discariche abusive a cielo aperto e mancano le principali opere di urbanizzazione primarie.” E’ quello che in parte abbiamo visto, ma non solo, bambini con tanta voglia di giocare, che sono
del cacciatore e un immaginario ancora così ricco di ruralità. Non a caso a Niscemi l’attrazione per eccellenza è il museo della civiltà contadina, emblema di una Sicilia ancora legata alla terra, per vocazione e anche per necessità. Quindi la città si presenta più come luogo di crescita che prepara però alla fuga, proprio per questo la città si svuota poi di quelle figure giovani portatrici di idee e innovazione. Nell’aria però abbiamo respirato qualcosa che talvolta manca nel contesto modenese, la consapevolezza e la capacità di narrare le proprie radici: i ragazzi di Niscemi, per lo più dai 16 ai 22 anni, conoscevano storie di luoghi, leggende, vicende storiche che hanno reso Niscemi, ai nostri occhi, una città a più dimensioni. Certo manca quel senso di comune appartenenza, l’estetica urbana ne è la prova tangibile. Le case sono scrostate, la disposizione è illogica, per anni non c’’è stato un piano regolatore. Dentro le case sono reggie, fuori i muri piangono miseria. C’è l’idea che lo spazio davanti a casa mia sia mio, ma è importante non soffermarsi sul dato ma sul concetto: quanto senso abbiamo noi dello spazio pubblico? Se nei nostri parchi non passassero
sul contesto con gli educatori, abbiamo cercato di tradurre i bisogni reali in azioni concrete all’interno di un parco. Ore dieci del mattino, parco del quartiere Sperlinga, definito da Wikipedia come “contraddistinto da uno stato di degrado considerevole: la maggior parte
corsi dal sindaco per ringraziarlo della nuova piazzetta dell’Amicizia, anche tante mamme sorprese della nostra presenza gratuita… Questo parco spesso durante l’anno viene distrutto e sporcato dagli stessi ragazzini, ma è anche il parco dell’albero della legalità
piantato dai ragazzi dell’Arci che durante l’anno si occupano di creare spazi e tempi di aggregazione con i bambini e i ragazzi. L’ultima sera è stata poi organizzata una festa per coinvolgere gli abitanti del quartiere. In particolare il momento più significativo è stata l’esibizione di “Lacrime di strada”, un gruppo rap composto da alcuni ragazzi niscemesi che hanno collaborato con noi. Musica civile, musica coraggiosa, mentre intonavano con l’intermittenza decisa del rap “.... denuncia il pizzo-abbatti il pregiudizio-fallo diventare un vizio. Non avere paura della lupara-se siamo in tanti il tuo picciotto non ci spara. Si nascondono, si confondono,ricorda i fantasmi ritornano” , la gente aveva paura, la gente insultava, la gente non guardava. Ecco cos’è il coraggio, cos’è la follia degli ideali che va oltre le gomme bucate della macchina, le minacce telefoniche, va oltre la domanda. Qui a Niscemi ancora una volta abbiamo scoperto la chimica dei legami forti e ben costruiti, l’amore per ciò che c’è, l’abolizione di uno stato di necessità inteso come la condanna al contesto, la voglia di continuare questo percorso a più binari. E come dice Mario Gori, celebre poeta niscemese “m’hanno creduto pazzo perché ho negli occhi tanti desideri e inquiete visioni”. Noi abbiamo negli occhi tanti desideri e inquiete visioni.
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Domenica 5 settembre 2010
Missioni Spenti i riflettori dei mondiali in Sudafrica, una provocazione: il Continente nero può venire in soccorso dell’Occidente • Francesco Panigadi *
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er un mese esatto è stato il centro del mondo, ad ogni ora del giorno ne parlavano un po’ tutti i mass-media. Sto parlando dell’Africa, sede (in Sudafrica) degli ultimi campionati del mondo di calcio. Ma prima di questo evento, e soprattutto dopo, chi parlava e chi parlerà ancora dell’Africa?! Sappiamo davvero poco di questo continente. Fino a qualche anno fa si diceva che se anche fosse sprofondato da un giorno all’altro, nessuno se ne sarebbe accorto: ragionamento fatto solo su base economica. D’altra parte oggi quasi tutto viene considerato in base a quanto rende o al suo Pil!
Non diamo un calcio all’Africa Forse pensiamo all’Africa quando si parla di povertà, di alto tasso di analfabetismo, di forte mortalità infantile, di bassa aspettativa di vita, di Aids, di bambini soldato e bambini lavoratori. Tutte cose vere, purtroppo, e anche per questi motivi oggi molti africani cercano di fuggire dal proprio Paese e dal proprio continente. Ma se provassimo a guardare più attentamente a questa terra, se imparassimo a non fare di ogni erba un fascio, se ci mettessimo davvero in ascolto dell’Africa vera, forse avremmo tanto da imparare. La giornalista francese Anne-Cécile Robert ha scritto qualche anno fa il libro “L’Africa in soccorso dell’Occidente” in cui, in modo provocatorio, propone di ribaltare lo sguardo sul nostro mondo. E se fosse l’Occidente
ad aver bisogno di aiuto? E se toccasse al continente africano venire in soccorso dell’Occidente? Forse l’Africa potrà darci (oltre alle risorse naturali che ci prendiamo senza chiedere il
condivisione, il rispetto per gli anziani, un senso del tempo più rispettoso dell’uomo. Ma se a parole diamo importanza a queste cose, nel concreto lo stile di vita che abbiamo assunto noi dei
permesso!) tanti valori: il rispetto per il creato, l’importanza di ogni persona, l’accoglienza, la
Paesi ricchi arriva a condizionarci e a “dominarci”! E c’è dell’altro! Già nel 2006 il
film sudafricano “Il suo nome è Tsotsi” ha vinto il premio Oscar come miglior film straniero; nello sport gli atleti africani sono ad altissimi livelli già da parecchi anni; l’organizzazione degli ultimi mondiali di calcio è riuscita perfettamente nonostante i timori di tanti; c’è la proposta di candidare al Nobel per la pace tutte le donne africane, perno della società africana; molti call center di società europee o americane sono in Africa; molti turisti da tutto il mondo vanno in Africa… E allora proviamo davvero a scoprire l’Africa. Mi piace riportare qui quanto ha scritto la rivista per bambini “PM” in riferimento ai missionari comboniani: “Una volta conclusi i mondiali, una volta che l’ultimo pallone è stato calciato e i riflettori si sono spenti, non diamo un
Importante protocollo d’intesa Fnp-Cisl-Anteas
calcio all’Africa!” Un incoraggiamento in tal senso ci viene anche dai vescovi africani che, riuniti in Sinodo nell’ottobre 2009, scrivono nel “Messaggio al Popolo di Dio”: Cari fratelli nell’episcopato, cari figli e figlie della Chiesa, Famiglia di Dio in Africa, tutti voi uomini e donne di buona volontà in Africa e altrove, condividiamo con voi la forte convinzione di questo Sinodo: l’Africa non è impotente. Il nostro destino è ancora nelle nostre mani. Tutto ciò che essa chiede è lo spazio per respirare e per prosperare. L’Africa si è già messa in moto e la Chiesa si muove con lei, offrendole la luce del Vangelo. Le acque possono essere burrascose, ma con lo sguardo puntato su Cristo Signore (cf. Mt 14,28-32) arriveremo sicuri al porto della riconciliazione, della giustizia e della pace. Africa, alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina! (Gv 5,8). * Centro missionario animazione e formazione
A cura di
Federazione Nazionale Pensionati - Sindacato Territoriale di Modena 41124 Modena - via Emilia Ovest, 101 Tel. 059/890846 Fax 059/828456
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el corso del Consiglio Generale FNP che si è svolto il 7 luglio è stato presentato il protocollo d’intesa tra Cisl, Fnp Cisl e Anteas. La Cisl e la Fnp, nel perseguire la realizzazione di un sistema moderno di welfare che garantisca i diritti sociali per i lavoratori, i pensionati e le loro famiglie, nonchè condizioni di pari opportunità per quanti sono in situazioni di maggiore fragilità, promuovono iniziative di auto organizzazione, di cooperazione e di auto-aiuto, secondo i principi della sussidiarietà e della solidarietà, favorendo lo sviluppo del volontariato e della promozione sociale. L’Anteas, (Associazione Nazionale Terza Età Attiva per la Solidarietà) promossa dalla Fnp, considera fondamentale il ruolo della Cisl nel Paese come sindacato della contrattazione, della concertazione, della democrazia economica e della partecipazione.
Obiettivo comune è sviluppare il protagonismo delle persone, in primo luogo pensionati e lavoratori, per accrescere il capitale sociale, creare comunità solidali e contribuire alla riforma del welfare, rispondendo ai bisogni che emergono dal territorio, esercitando i distinti ma complementari ruoli di contrattazione, concertazione (proprie del sindacato) e di progettazione sociale che favorisca e promuova la cittadinanza attiva da parte di Anteas. L’Anteas promuove il volontariato - inteso come attività personale, spontanea e gratuita - a favore delle persone e delle comunità locali attraverso tutte le azioni necessarie ad organizzarlo e a diffonderlo, così come indicato nel proprio statuto. Anteas è altresì impegnata a sviluppare l’attività delle sue associazioni di promozione sociale a favore degli iscritti, con iniziative culturali, di turismo sociale, di aggregazione, di tutto ciò che favorisce l’integrazione. Nella nostra provincia l’Anteas è presente in tutte le
sedi territoriali della Cisl/Fnp. A Modena offre solidarietà alle persone anziane attraverso una vasta e diversificata serie di iniziative. In particolare, dal lunedì al venerdì, secondo un protocollo d’intesa con i Servizi sociali del Comune di Modena , volontari sono presenti presso Polisportive e Parrocchie di Modena per offrire aiuto, compagnia ed amicizia ad anziani soli; effettua trasporto gratuito per anziani in difficoltà (ma autosufficienti) per visite mediche, ritiro documenti, fare la spesa ecc; organizza corsi di alfabetizzazione di lingua italiana e di informatica ; organizza visite e gite culturali; partecipa a feste “oltre gli anni” e contribuisce con propri volontari alla realizzazione del pranzo “Natale Insieme”; si presta all’accoglienza presso le sedi FNP/ Cisl di tutta la provincia. La sede di Anteas a Modena è a Palazzo Europa - via Rainusso 58 - Tel : 059890879.
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Domenica 5 settembre 2010
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8 settembre
In festa per la natività di Maria Nei principali santuari mariani della diocesi tante iniziative e proposte spirituali per celebrare l’8 settembre
Santuario di Fiorano
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opo l’intenso cammino di preparazione iniziato domenica 29 agosto con la novena di preparazione alla tricentenaria “Sagra dell’8 Settembre”, Fiorano e il Santuario della B.V. del Castello festeggiano mercoledì 8 settembre la natività di Maria, una ricorrenza che continua a richiamare migliaia di persone che, per tutta la giornata, a partire dalla prima Messa delle ore 5 fino a mezzanotte, salgono al Santuario e sostano in preghiera davanti alla miracolosa immagine della Vergine. Negli ultimi anni si è imposta la tradizione di organizzare, ogni sera della novena, una processione dai diversi quartieri fioranesi, con partenza alle ore 20 e, ai fedeli del paese, si uniscono i pellegrini provenienti dalle parrocchie vicine. Alle ore 20.30 si celebra la Messa in Santuario. Gli ultimi appuntamenti della settimana sono venerdì 3 settembre la processione da Piazza della Ceramica e la S. Messa presieduta
da don Francesco Saccani, con la partecipazione della parrocchia di Braida. Sabato 4 settembre la processione parte dall’Oratorio della Madonna del Ponte in Via Gramsci e la S. Messa è presieduta da don Angelo Lovati, con la partecipazione della parrocchia di Ubersetto. Domenica 5 settembre orario festivo, con alle ore 10 la S. Messa per i ragazzi del catechismo nella chiesa parrocchiale, dalla quale, in processione, saliranno al Santuario per presentare l’omaggio di un fiore alla Madonna. Lunedì 6 settembre la processione parte dal bivio di via Cappucchiera con via Carducci e la Santa Messa è presieduta da don Paolo Orlandi, con la partecipazione della parrocchia di Spezzano. Martedì 7 settembre, giorno di vigilia, alle ore 20 vengono recitati i Primi Vespri. Segue la solenne incoronazione dell’Immagine della Madonna e alle ore 20.30, la celebrazione della Santa Messa presieduta da Mons. Lino Pizzi, vescovo di Forlì. Intenso il programma di mercoledì 8 settembre: la S.Messa del-
le ore 5 è presieduta da don Carlo Bertacchini, quella delle ore 6 da don Fernando Bellelli, vicariato della Pedemontana Ovest e quella delle ore 7 da don Carlo Lamecchi del vicariato di Sassuolo. Alle ore 8 la S. Messa è presieduta da mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma, quella delle ore 9 da mons. Rino Annovi, quella delle ore 10 da mons. Paolo Losavio, vicario generale della diocesi di Modena-Nonantola, mentre la celebrazione eucaristica delle ore 10 in chiesa parrocchiale è presieduta don Gianfranco Leonardi. Alle ore 11 presiede la S.Messa il parroco di Fiorano don Giuseppe Albicini. Nel pomeriggio alle ore 17,30 la Santa Messa è presieduta dall’ arcivescovo di Modena-Nonantola mons. Antonio Lanfranchi. Ore 18,30 l’arcivescovo presiede anche la processione. In serata, alle ore 20 mons. Giuseppe Verucchi, arcivescovo di Ravenna-Cervia presiede la S. Messa. Durante la giornata il rosario continuato in santuario. E’ allestita anche la pesca e in funzione un fornitissimo bar. Al-
le ore 21,30 concerto della banda di Sassuolo “La Beneficienza” e alle ore 23,30 spettacolo di fuochi artificiali “L’otto settembre - afferma il parroco don Giuseppe Albicini - il Santuario è affollato. Molti vengono per fare una visita alla Madre e pregare: confidare qualche pena, ringraziare, trovare un po’ di forza. Negli altri giorni c’è quiete, ma il Santuario non è quasi mai vuoto. Ci sono frequentatori abituali: quelli che vengono a fare una visita mentre vanno al lavoro o nella pausa pranzo; quelli che cercano un luogo di pace per adorare e meditare; quelli che entrano per dire una preghiera mentre fanno una sosta nella camminata del Ruvinello”. “E poi ci sono i pellegrini speciali. Vengono non solo da Fiorano, ma anche dai paesi vicini e dalla città. Vengono a deporre il proprio fardello nelle mani della Mamma del cielo e, se trovano un sacerdote, anche a confidare la propria pena per avere una parola di conforto ed una preghiera. C’è chi sta facendo accertamen-
San Clemente a Bastiglia • Luca Beltrami
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l ricordo della nascita di Maria nel suggestivo scenario del Santuario di San Clemente. Si celebra la natività della Beata Vergine Maria al Santuario della Madonna delle Grazie di San Clemente a Bastiglia, uno dei più preziosi santuari del nostro territorio. Al ricco programma religioso si affianca un programma ricreativo che partirà dal fine settimana precedente l’8 settembre, giorno della natività della Beata Vergine Maria. Il triduo di preparazione alla giornata dell’8 settembre comincerà domenica 5 con la messa celebrata presso il Santuario di San Clemente alle ore 11, il rosario alle 17.30 e a seguire un’altra messa alle 18, sempre con sede al Santuario. Lunedì 6 settembre alle ore 20 ci sarà la tradizionale camminata di preghiera con fiaccolata per la pace nel mondo che partirà dalla chiesa parrocchiale di Bastiglia e terminerà al Santuario, dove si celebrerà a seguire
la messa. Due appuntamenti in calendario per martedì 7 settembre, vigilia della festa, ovvero il rosario alle 20 e la messa alle 20.30, entrambe presso il Santuario di San Clemente. La giornata dell’8 settembre, festa della natività della Beate Vergine Maria e Sagra del Santuario, è prevista un messa ogni ora durante la mattina, alle 7 a cura della parrocchia di Bastiglia, alle 8 curata dalla parrocchia di Sorbara, alle 9 a cura della parrocchia di Bomporto, alle 10 a cura della parrocchia di Allbareto, infine alle ore 11 la solenne concelebrazione. Nel pomeriggio, alle ore 17 è previsto il rosario, poi il vespro solenne della Madonna alle 17.30 e la messa vespertina alle 18, curata dalla parrocchia di San Matteo, per chiudere alle ore 20 con l’ultima messa della giornata. E’ prevista la presenza di sacerdoti per le confessioni durante l’intera giornata, mentre nei locali del Santuario sarà organizzata una sottoscrizione a premi per il Santuario stesso, per la scuola dell’infanzia parrocchiale “Santa Maria Assunta” e per la Caritas.
Bastiglia: “Carissimi parrocchiani, carissimi amici e devoti, festeggeremo anche quest’anno l’8 settembre 2010 il “dies natalis” 8 settembre 1691 del nostro caro santuario di San Clemente. Ci stimoli a celebrare questa ricorrenza la parola del nostro Papa Benedetto XVI ‘A te, o Maria, rivolgiamo il nostro sguardo di figli, a te ricorriamo con fiducia, a te confidiamo le gioie e le pene nostre, della famiglia, della società e della Chiesa’. La Madonna ci attende nel Santuario in questi giorni. Guidaci, o Maria, sulle vie di Dio”.
il cuore dice: ‘Tu sei madre, metti un po’ giù il tuo bambino e prendi in braccio il mio!’, nasce la sensazione di essere guardati, di essere tenuti per mano, che tutto abbia un senso anche se non lo capisci. Ci si sente rincuorati, si riprende in spalla il proprio fardello e si parte con un po’ più di forza”.
BeataVergine della salute di Puianello
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Il programma ricreativo aprirà nel week end di sabato 4 e domenica 5 settembre c o n stand
gastronomici organizzati dalla polivalente Forum di Bastiglia e altre attività, che proseguiranno nelle giornate di martedì 7 e mercoledì 8. La speranza degli organizzatori è quella di replicare il successo degli anni passati, quando nel corso delle diverse giornate di Sagra hanno partecipato alla festa circa 3 mila persone. Di seguito il messaggio rivolto alla comunità dal consiglio pastorale parrocchiale e da don Odoardo Ballestrazzi, il parroco che nel giugno prossimo festeggerà i 60 anni di sacerdozio e i 18 anni da guida spirituale di
ti all’ospedale di Sassuolo ed è preoccupato; chi ha appena ricevuto una notizia cattiva riguardo la salute di una persona cara; chi ha perso il lavoro ed è nell’incertezza riguardo al futuro; chi è addolorato per il comportamento dei figli o dei nipoti; chi ha decisioni importanti da prendere per le scelte di vita. Ognuno arriva con il proprio fardello e prova a deporlo nelle mani della Mamma del cielo. In molti c’è la segreta speranza che questo fardello sia tolto, ma non c’è la pretesa. C’è un aggrapparsi, un bisogno di sfogarsi con qualcuno che ti ascolti, bisogno di essere sostenuti, consolati, rafforzati. Nel silenzio del Santuario, mentre si guarda quella dolce immagine, magari mentre
al 5 all’8 settembre è grande festa al Santuario della Beata Vergine della Salute a Puianello di Levizzano, per la sagra. Il triduo di preparazione inizia domenica 5 con le celebrazioni eucaristiche delle 8, 10, 11, 17 e 18, lunedì e martedì rosario alle 20.30 e S.Messa alle 21, presieduta da padre Carlo Folloni. Il giorno della solennità, mercoledì 8 settembre, alle 15.30 il rosario e alle 16 la S.Messa seguita dalla processione con l’immagine della Madonna
e la benedizione nel piazzale del Santuario. Eucarestia anche alle 18 e alle 19. Stand gastronomico dalle 17.30 alle 23, grazie all’impegno del Gruppo Alpino e del circolo Il Castello di Monfestino. Banda di Castelvetro, orchestra ‘La Gazzetta del Liscio’ e, a conclusione della serata, spettacolo di fuochi artificiali. Pesca di beneficienza allestita dall’Ordine Francescano Secolare a favore del ‘Villaggio Ghirlandina’, missioni cappuccine della Repubblica Centrafricana.
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NostroTempo
Domenica 5 settembre 2010
dalla Città
XI Giornata Europea della Cultura Ebraica a Modena
Per tutta la giornata del 5 settembre, tanti appuntamenti in città • f.r.
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er l’undicesima edizione anche a Modena si festeggia domenica 5 settembre la Giornata Europea della Cultura Ebraica, che vede la partecipazione di 28 Paesi europei e di ben 62 località italiane, tra cui la nostra città. La manifestazione prevede itinerari e visite guidate, spettacoli, mostre e incontri per avvicinarsi e conoscere meglio l’antica cultura ebraica. Il tema scelto di per l’edizione 2010 è “Arte ed ebraismo”, e le città che vi prendono parte, oltre a Modena, sono: Alessandria, Ancona, Asti, Biella, Bologna, Bova marina, Bozzolo, Carmagnola, Carpi, Casale Monferrato, Cherasco, Chieri, Cittanova, Correggio, Cuneo, Ferrara, Finale Emilia, Fiorenzuola D’Arda, Firenze, Genova, Gorizia, Ivrea, Livorno, Lugo Di Romagna, Mantova, Mera-
no, Milano, Moncalvo, Mondovì, Monte San Savino, Napoli, Ostiano, Padova, Parma, Pesaro, Pisa, Pitigliano, Pomponesco, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma, Sabbioneta, Saluzzo, San Nicandro Garganico, Senigallia, Siena, Siracusa, Soncino, Soragna, Torino, Trani, Trento, Trieste, Trino Vercellese, Udine, Urbino, Venezia, Vercelli, Verona, Viadana, Vicenza. In particolare, nella nostra città gli eventi in programma nel corso della giornata prendono il via con le visite guidate alla Sinagoga in Piazza Mazzini, all’archivio della Comunità in via Coltellini e alle strade del ghetto dalle ore 9. Alle ore 9.30 in Piazza Mazzini verrà inaugurata la mostra “Ebraismo e arte – Libri e pergamene”, con l’apertura della libreria specializzata e l’esibizione del gruppo “Mutina Golem”. Alle ore 10.30 presso la Biblioteca Estense si inaugura la mostra “Arte e cultura ebraica nella
Biblioteca Estense Universitaria”, e al Museo Civico d’Arte “La collezione Lonzana Formiggini – Oggetti di famiglia” aprirà al pubblico alle ore 11.30. Nel pomeriggio, Fulvio Diego Papouchado presenta il suo libro “Gli ebrei a Modena”, alle ore 16 in piazza Mazzini. Sempre in Piazza Mazzini, degustazione di dolci tipici a cura dell’Agriturismo Aggazzotti. A chiusura della Giornata, incontro con le autorità alle 19.30 in sinagoga, con coro musicale. La Giornata Europea della Cultura Ebraica è patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministro per le Politiche Europee. Il programma completo è consultabile sul sito www.ucei.it/ giornatadellacultura. Per informazioni sul programma di Modena: 059223978; comebraica.mo.re@fastwebmail. it.
Parrocchia della Madonna del Murazzo
Sagra parrocchiale e festa di San Francesco • f.r.
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niziano la sagra della parrocchia della Madonna del Murazzo e la Festa di San Francesco, con diverse iniziative durante tutti i giorni della festa. Il Triduo di preparazione alla festa della Madonna sarà nei giorni 16, 17 e 18 settembre: in questi giorni il santuario sarà aperto ad orario prolungato al di fuori dell’orario delle celebrazioni per adorazioni eucaristiche silenziose o guidate; verranno proiet-
tati diversi documentari e film religiosi; la celebrazione della S. Messa sarà anche pomeridiana, alle ore 18, a cui seguirà l’adorazione eucaristica animata. Durante tutti i giorni di preparazione saranno presenti stand di articoli religiosi, libri a offerta libera, pesca di beneficenza, e anche animazioni serali. Sabato 18 ci sarà la processione con la S. Immagine della Madonna del Murazzo alle ore 20.30. La vera e propria festa della Madonna del Murazzo si terrà il 19 settembre e vedrà la partecipazione di corali infantili che canteranno nel pomeriggio; a seguire, be-
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fo Morandi, 78 anni, papà di don Giacomo Morandi. Tutta la redazione di Nostro
Tempo esprime le più sentite condoglianze alla moglie Adriana, alle figlie Giovanna
Dio educa il Suo popolo
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al 7 al 12 settembre la parrocchia di Gesù Redentore, in via Leonardo da Vinci, è in festa per la sagra intitolata ‘Dio educa il Suo popolo’. Il triduo di preparazione, da martedì 7 a giovedì 9, propone un pellegrinaggio a piedi a Cognento il 7 dalle 20.30, mercoledì 8 alle 21 il Vangelo nelle piazze, giovedì 9 alle 21 l’eucarestia. Da venerdì 10 nel pomeriggio tornei per i giovani e alla sera, dalle 19.30, la cena a stand, mentre alle 21 il concerto di Alberto Bertoli, che canta Pierangelo, mentre sabato 11 alle 16.30 tornei sportivi, dalle 19.30 la cena e alle 21 concerto di Marco Fracassi all’organo a canne suo Bach e Mendelssohn. Domenica 12 alle 10.30 la Santa Messa, unica del mattino per la comunità, alle 18 l’adorazione, i vespri e il rosario, dalle 19.30 la cena e a seguire la farsa ‘Era meglio salire a piedi’ e il RaccontaParrocchia. Durante la sacra verranno raccolti fondi per le missioni di don Maurizio Setti in Brasile, la vita della Casa della carità e dell’Oratorio, l’insonorizzazione del salone parrocchiale.
Parrocchia San Lazzaro
IlVolto di Dio negli Ultimi
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artedì 7 settembre alle ore 21, presso la parrocchia San Lazzaro, si tiene l’incontro “Il Volto di Dio negli Ultimi”. Durante la serata Raffaele Luise, giornalista vaticanista Rai GR1 intervista Marcelo Barros, teologo brasiliano, e don Paolo Farinella, parroco di S. Torpede – Genova. L’ingresso è gratuito ed aperto a tutti gli interessati. Per maggiori informazioni: 059 360399; 349 5179705.
Parrocchia della Beata Vergine Mediatrice
Tempo di sagra
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ome ogni anno la Parrocchia della Beata Vergine Mediatrice – Parrocchia della Madonnina – festeggia la sua sagra. La preparazione alla sagra si tiene nei giorni 7, 8 e 9 settembre con gli incontri biblici proposti da Suor Elena Bosetti, insegnante di Bibbia all’Università Gregoriana di Roma. Gli incontri si tengono in chiesa alle ore 20.45 e hanno come titolo “Lasciamoci educare da Dio”. La sagra termina con le Messe di domenica 12 alle ore 8, 10 e 11.15, e con la processione delle ore 17, con ritrovo in via De Andrè. Inoltre, durante la sagra il gruppo parrocchiale dei giovani organizza spettacoli ed eventi, e sabato 11 e domenica 12 saranno presenti stand gastronomici.
nedizione e affidamento dei bambini presenti alla Madonna. Il Triduo preparatorio alla Festa di San Francesco si terrà dall’1 al 3 ottobre. Domenica 3 ottobre sarà la volta della rievocazione del transito del Santo alle ore 20.45, mentre il giorno 4 ottobre si festeggerà con la S. Messa solenne. Gli orari delle messe sono i seguenti: nei giorni feriali alle ore 21.15 (ore 18 durante il Triduo); giorni festivi ore 8.30 e 11.30; rosario alle ore 9, 12, 17.30, 20.45. Per informazioni: 059 825958; 335 5425425.
Si terrà sabato 11 settembre
Festa di Fine Estate al Charitas
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Vicini a don Giacomo Morandi per la scomparsa del papà unedì 16 agosto 2010 è venuto a mancare Adol-
Sagra a Gesù Redentore
e Gabriella e ai figli Emanuele, don Giacomo e Filippo.
abato 11 settembre l’Istituto Charitas festeggia nel parco della sua sede la Festa di Fine Estate, dalle ore 15.30. I ragazzi dell’Istituto invitano tutte le famiglie e gli amici a partecipare per trascorrere un pomeriggio insieme, fino alle ore 18. Durante la festa avverrà la premiazione di “Passo dopo passo”e suoneranno i complessi “Zambra Mora” e “Gli Amici di Filippo”. Saranno presenti inoltre stand per la vendita di lavori fatti dai ragazzi e dagli operatori dell’Istituto, giochi per i più piccoli e infine l’estrazione dei numeri della sottoscrizione interna a premi. A metà pomeriggio, poi, verrà offerta una merenda a tutti i presenti.
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Domenica 5 settembre 2010
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dalla Pianura
Nonantola celebra la Santa Croce Martedì 14 settembre la basilica abbaziale ospiterà la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, una ricorrenza molto sentita per la comunità di Nonantola e non solo • JACOPO FERRARI
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l 14 settembre è per Nonantola e per l’intera arcidiocesi di ModenaNonantola un giorno solenne. In questa data, la Chiesa Universale ricorda la festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Per la comunità di Nonantola è una grande ricorrenza: l’abbazia, infatti, custodisce uno dei tre frammenti più grandi della vera croce di Cristo, inoltre in tal giorno interverrà mons. arcivescovo-abate per presiedere la solenne celebrazione eucaristica insieme ai ca-
nonici del capitolo abbaziale di San Silvestro I papa. Ecco quale sarà il programma delle funzioni della giornata del 14 settembre. Alle ore 18.30 ci saranno i solenni vespri capitolari in canto gregoriano, in cui i reverendi canonici accoglieranno la Santa Croce nel portico lapidario, aperto per l’occasione alla visita dei fedeli, e cantando le litanie della Santa Croce si avvieranno all’altare per il canto della preghiera della sera. La preziosa opera sarà esposta alla venerazione dei fedeli. Alle 19 l’arcivescovo-abate, mons. Antonio Lanfranchi, presiederà la Santa Messa solenne. Alla celebrazione seguirà un rinfresco per tutti i convenuti, offerto nel giar-
dino del palazzo abbaziale e nelle sale attigue. Per la serata sarà possibile visitare il portico lapidario della basilica, solitamente non visitabile. La ricorrenza ha anche un forte valore storico. Secondo le fonti attualmente a nostra disposizione, la reliquia della Vera Croce fu lungamente cercata con cura da Sant’Elena, e quando fu certa di averla ritrovata e sicura della sua provenienza ne fece tre parti: una la lasciò alla Chiesa di Gerusalemme, un’altra la inviò a Roma e la terza la mandò a suo figlio, imperatore di Costantinopoli. Quest’ultima giunse poi a Nonantola poiché l’imperatore la donò, in segno di gratitudine,
ad alcuni monaci recatisi a Costantinopoli per un’ambasceria. Il legno misura 29 cm di altezza e 18 di larghezza, ed ha uno spessore di 2 cm. La prima elaborazione del legno risale al X-XI secolo, ed è in stile bizantino. Una lamina d’oro pallido la avvolge, lasciandovi un’apertura cruciforme sulla facciata, permettendo di vedere il sacro legno. Ai lati vi sono cinque dischetti circolari contenenti reliquie di santi della Chiesa greca. Sul retro vi sono sei dischi contenenti i busti di Santi della Chiesa Orientale. La stauroteca esterna fu realizzata nel 1679 per volontà dell’abate commendatario cardinale Jacopo Rospigliosi. Il piede, invece, fu creato dall’orafo bolognese Finelli durante l’abbaziato del cardinale Sebastiano Antonio Tanara. La venerazione dei nonantolani per questa insigne reliquia si è manifestata soprattutto quando la loro terra fu colpita da calamità. Sono diverse le attestazioni di speciali processioni compiute in difficili circostanze, ad esempio quella del 10 giugno 1755 per ottenere una tanto attesa pioggia, come ha raccontato don Andrea Placido Ansaloni. Fin dalla notte
precedente al giorno fissato per la processione penitenziale cominciarono ad affluire a Nonantola genti da ogni dove. Molto numerosa ed ordinata fu la partecipazione delle confraternite di Crevalcore, Castelvetro, Camposanto, Camur ana, Cavezzo, San Pietro in Elda, Sassuolo e Modena. Compatta fu la partecipazione delle confraternite di Nonantola, Redù, Bagazzano, Rubbiara, Gaggio, Recovato, Rastellino e Panzano. In tutto intervennero 76 confraternite con 117 stendardi, alle 10.30 venne celebrata la messa in canto gregoriano alla presenza di tutte le autorità ecclesiastiche, civili e militari. Dopo la messa seguì la processione, a cui partecipò anche il vescovo di Modena ed il vicario
dell’abate commendatario cardinale Albani. Il corteo uscì dall’abbazia accompagnato dalla banda musicale, si avviò verso la Partecipanza seguendo via Prati. Giunto all’incrocio con via Cantone si fece una sosta e venne impartita una prima benedizione col legno della Croce; poi, seguendo via di Mezzo, si tornò in paese, dove venne data una seconda benedizione nella piazza centrale. Alle 14.30 il corteo giunse davanti all’abbazia, e qui venne data una terza ed ultima benedizione: fu allora che iniziò a scendere la pioggia, tra il giubilo dei partecipanti. Si calcolò che la folla intervenuta a Nonantola in quell’occasione superasse le tremila persone. Oggi la stauroteca della Santa Croce è custodita nel museo benedettino e diocesano d’arte sacra ed è esposta alla venerazione dei fedeli il 14 settembre di ciascun anno ed il Venerdì Santo, durante la solenne azione liturgica della Passione del Signore, a cui segue una processione notturna per le vie del centro storico di Nonantola.
Trapianti, la fede aiuta a sopravvivere I risultati di un’indagine condotta dall’Istituto di fisiologia del CNR di Pisa e pubblicati su ‘Liver Transplantation’ dimostrano che credere in Dio si associa a una migliore sopravvivenza dei malati • NUNZIO BORELLI
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a religiosità, intesa in senso lato come ‘cercare l’aiuto di Dio’, ‘avere fede in Dio’, ‘affidarsi a Dio’, ‘cercare di vedere anche nella malattia la mano di Dio’, può migliorare la prognosi di pazienti con insufficienza epatica grave e sottoposti a trapianto di fegato? Per dare una risposta in termini prognostici a tale quesito è stato somministrato a un gruppo di 179 candidati, sottoposti a trapianto fra il 2004 e il 2007, un questionario sulla religiosità composto da 10 items. I risultati dimostrano l’ipotesi che la fede in Dio è associata in modo significativo con la sopravvivenza dei pazienti. La ricerca dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr), in collaborazione con il Dipartimento di Trapiantologia epatica dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, è stata pubblicata sulla rivista scientifica americana ‘Liver Transplantation’. “I candidati al trapianto di fegato vengono sottoposti
di routine a una valutazione psicologica - spiega Franco Bonaguidi, psicologo presso l’Ifc-Cnr - che ha lo scopo di aiutarli ad affrontare questo momento particolarmente difficile e ad identificare eventuali controindicazioni all’interven to. Poiché i pazienti riferivano un profondo ritorno alla religione e alla spiritualità, la nostra ricerca ha indagato tale aspetto, indipendentemente dal credo religioso e dalla partecipazione alle funzioni ecclesiastiche”. Durante il follow-up di 4 anni successivo al trapianto, 18 pazienti sono venuti a mancare: “Per comprendere quali fattori fossero stati in grado di predire la mortalità dei pazienti, abbiamo utilizzato un’analisi statistica nota come modello di Cox - prosegue Bonaguidi - prendendo in esame fattori come l’età dei pazienti, il sesso, il livello di istruzione e occupazione, il tipo e la gravità della malattia, l’età del donatore e alcune variabili legate all’intervento chirurgico, come il sanguinamento peri-operatorio. Infine, abbiamo testato con lo stesso rigore scientifico il ruolo della religiosità”. In particolare, le risposte sono state esaminate mediante un’analisi fattoriale “che ha permesso di eviden-
ziare, attraverso una procedura matematica, le principali componenti della religiosità, definite come ricerca attiva di Dio, attesa passiva di Dio e generico atteggiamento fatalistico”. I risultati dello studio mostrano che “le uniche variabili in grado di predire la mortalità dei pazienti dopo il trapianto sono la durata della degenza in terapia intensiva e, quale fattore negativo, l’assenza di ricerca di Dio - continua il ricercatore dell’IfcCnr - ciò significa che i pazienti che non dichiaravano tale ricerca di Dio durante il follow-up
avevano un rischio di morte di tre volte superiore a coloro che l’hanno dichiarata”. È importante anche il contesto da cui questi risultati provengono: “Un’unità operativa ad alta tecnologia, il Centro trapianti di fegato dell’università di Pisa del prof. Franco Filipponi, dove la valutazione psicologica del vissuto di malattia è paradossalmente più sentita e valorizzata quale risorsa di guarigione - conclude Bonaguidi - Va precisato però che la ricerca attiva di Dio non si identifica con una religione confessionale, ma è un
Cavezzo
Tra Tolkien, burattini e tagliatelle
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rosegue la sagra di Sant’Egidio Abate alla parrocchia di Cavezzo. Dopo la conferenza tenuta dal prof. Andrea Monda nella giornata inaugurale di lunedì 30 agosto dal titolo “Il Signore degli Anelli; significati e simboli” e la solenne celebrazione dell’Eucarestia nella chiesa parrocchiale di mercoledì 1 settembre, la sagra proseguirà fino a domenica 5 settembre con la sagra della tagliatella, aperta tutte le sere a partire dalle ore 20 presso il campo scout (domenica 5 settembre anche alle ore 12.30). La sagra di Sant’Egidio Abate terminerà domenica 5 settembre nella piazzetta del campanile alle ore 19, quando ci sarà lo spettacolo di burattini “Il viaggio di Lodovico” presentato dal teatrino di Edo.
aspetto intimo della personalità che porta a vedere l’incontro con la malattia grave quale un momento di rielaborazione
della propria esistenza, dei propri valori e di rivalutazione della componente spirituale e trascendente”.
Villanova
Sagra di San Bartolomeo, chiusa l’edizione 2010 • franco mantovi
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a grande sagra paesana di san Bartolomeo si è conclusa domenica scorsa, 29 agosto, nel piazzale parrocchiale dove s’innalza un monumento a Madre Teresa di Calcutta (di cui ricorre il centenario della nascita), con il rientro della processione guidata dal prevosto don Geraldo Gomes. Sul carro attrezzato troneggiava la preziosa statua lignea dell’Apostolo protettore. In mattinata, messa solenne con l’intervento della corale Pancaldi diretta da Luca Colombini ed il solista Andrea Pedrazzi alla tromba. E’ stata una bella edizione della sagra sia sotto il profilo etico-religioso (grazie alle “prediche” di padre
Gregorio) che folkloristicotradizionale che ha avuto la “serata di gloria” nello svolgimento del 39° palio di San Bartolomeo con la storica corsa dei ciuchi. L’edizione 2010 del serico trofeo benedetto all’uso medievale è stata appannaggio dei padroni di casa (fantini e fantine delle 4 Ville protagonisti) davanti alle squadre rappresentative di Soliera e di Campogalliano. Sono poi seguite altre manifestazioni sportivo-folk di sana cucina geminiana e musical-canore; compresa l’animazione giocosa per i più piccoli nel mini-laghetto dei cigni, costruito nel parco della Pace otto lustri fa da don Sesto Serri, l’indimenticato parroco artista-contadino e maestro-presepista.
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Domenica 5 settembre 2010
dalla Pedemontana
Feste Mariane a Spilamberto La quinquennale della Madonna della Rondine e l’annuale della B.V.del Rosario • graziano GIACOBAZZI
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nizieranno sabato 11 settembre i solenni festeggiamenti quinquennali in onore della Madonna della Rondine venerata dagli spilambertesi da 570 anni. L’immagine di aristocratica bellezza venne plasmata per la parrocchiale di S.Adriano da Michele da Firenze allievo di Donatello e di Ghiberti. La Vergine di Spilamberto è sempre stata oggetto di devozione vivissima in tutto il
territorio circostante e non solo, specialmente in occasione di pubbliche calamità come la peste del 1630 in seguito alla quale venne chiamata Madonna delle Grazie e ancora il colera del 1855. Nel 1834 le fu coniato il nome di Madonna della Rondine dal volatile che il Bambino stringe al seno. Nel 1981 per intuizione della prof.ssa Lidia Righi, nota storica dell’arte, devotissima di questa immagine, la statua venne studiata e restaurata, attribuendola all’allievo di Donatello, lo stesso autore della maestosa ancona dell’altare delle statuine del Duomo di Modena già sull’altare maggiore. I festeggiamenti quinquennali inizieranno sabato 11 settembre con la mostra mariana esposta nella chiesa di S.Giovanni fino a domenica 3 ottobre. La particolare devozio-
ne alla Vergine a Spilamberto è dovuta alla duplice funzione parrocchiale e alle numerose chiese e cappelle sparse nel territorio dedicate a Maria come illustrato nella mostra. Domenica 12, giorno del nome di Maria, sarà interamente dedicata alla famiglia con a f fi d a m e n t o dei bimbi del catechismo alla Madonna alle 9.30 e messa animata dalle famiglie alle 11 con la partecipazione dei bimbi battezzati nell’anno.. Alle 12.30 “A Pranzo Insieme”
Mercoledì 15, memoria di Maria Addolorata, alle ore 21 solenne concelebrazione vicariale presieduta dal vicario foraneo don Pier Giovanni Gallesi e dai sacerdoti del vicariato. Giovedì 16 alle 21 recital mariano dei giovani “Fate quello che vi dirà… Maria ai Giovani”. Venerdì 17 alle ore 21 incontro sulla Madonna della Rondine “Devozione, Storia, Arte” tenuto da chi ha studiato l’opera nel 1981 attribuendola a Michele da Firenze, la prof.ssa Lidia Righi
Guerzoni. Sabato 18, vigilia della festa dedicata alle confessioni, in serata ci sarà la celebrazione del battesimo. Domenica 19 settembre solenne concelebrazione alle ore 10 nella primitiva piazza di Spilamberto davanti alla Rocca fra le due chiese presieduta da mons. Antonio Lanfranchi, arcivescovo - abate per la prima volta a Spilamberto. Seguirà la processione con la statua della Madonna della Rondine alla quale, davanti alla residenza municipale, verranno donati i ceri votivi a ricordo dell’antico voto della comunità alla Vergine per la scampata peste del 1630. Al termine recita dell’Angelus. Nel pomeriggio vespri solenni e adorazione. Alle 18.30 messa celebrata dall’ex parroco don Giulio Roncaglia,
animata dalla banda cittadina. In serata concerti, giochi vari, pesca di beneficenza, sparo dei fuochi d’artificio. Lunedi 20 messa a suffragio di tutti i defunti, particolarmente verranno ricordati quelli della S.I.P.E. Domenica 26 settembre giornata degli ammalati e degli anziani con S.Messa alle 11. Mercoledì 29 alle ore 20.30, nell’altra chiesa di S. Giovanni, inizierà il triduo alla B.V. del Rosario con rosario e messa. Sabato 2 ottobre veglia con Maria con recita intera del rosario. Domenica 3 ottobre processione nel pomeriggio con l’immagine della Madonna del Rosario, in sera concerto della banda locale G.Verdi.
nostra salvezza, ha assunto su di sé il peccato del mondo e ci ha rivelato l’amore del Padre. Dopo una riflessione condotta con il consiglio pastorale, vogliamo in questa occasione dare alla festa una connotazione prettamente “spirituale”, senza cioè organizzare particolari iniziative ricreative, come avviene invece ogni anno nella festa di san Lorenzo. Una festa in cui non essere “distratti” dalle troppe cose da preparare, ricordando l’ammonimento di Gesù: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno” (Luca 10,41). Una festa in cui concentrarsi tutti sull’essenziale: Lui, Gesù crocifisso, da conoscere, pregare, adorare, amare. Si inizia martedì 7 settembre con la preghiera del Rosario
alle 19.45 e una conferenza alle 20.30 dal titolo “Educare e trasmettere la fede”. Sarà tenuta dal vescovo di Ravenna, mons. Giuseppe Verucchi, che ha sviluppato una particolare riflessione su questo argomento. Mercoledì 8 settembre rosario alle 19.45 e messa alle 20.30, presieduta da don Santino Boncompagni, mentre giovedì 9 messa alle 8.30, rosario alle 19.45 e a seguire liturgia Penitenziale. Venerdì 10 alle 8.30 la messa e alle 20.30 Via Crucis per le strade del paese, sabato 11 confessioni al pomeriggio, rosario alle 19.45 e alle 20.30 messa presieduta da don Gian Paolo Sambri. Domenica 12 alle 11 la messa, alle 17 in piazza concerto della fanfara degli alpini di Scanzorosciate (Bergamo), alle 19.45
il rosario e alle 20.30 S.Messa e processione presieduta da
mons. Sergio Govi, vescovo emerito di Bossangoa. A chiu-
dere lo spettacolo dei fuochi artificiali.
A Marano la festa del ‘Cristo Nero’ L’appuntamento settennale si tiene dal 7 al 12 settembre
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i tiene quest’anno, come da tradizione secolare, la festa settennale di Gesù Crocifisso, più nota a Marano come “Cristo Nero”. La festa si tiene sempre in prossimità del 14 settembre, data in cui la Chiesa celebra la festa della Esaltazione della Croce. Celebrare la festa del Crocifisso significa ricordare il sacrificio di Gesù, il Figlio di Dio, che si è offerto volontariamente alla morte per la
VI edizione della festa medievale ai piedi del Campanone • Francesco Gherardi
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l 24 agosto Formigine festeggia il suo Patrono, San Bartolomeo. A dire il vero, la festa più importante in paese è stata per secoli la tradizionale fiera di San Lorenzo, il 10 agosto. Poi è arrivato il Settembre formiginese: un mese di eventi e di festeggiamenti che riempie ogni fine settimana il centro storico di visitatori, acquirenti, semplici curiosi. Schiacciata tra un San Lorenzo in continuo declino e un Settembre formiginese sem-
Un crocifisso del Quattrocento • Fabio Bergamini
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l crocifisso che si venera in chiesa a Marano è di epoca quattrocentesca, di fattura pregevole, in legno di ulivo laccato. Fu acquistato a Modena nel 1797 da don Giovanni Battista Pianazzi, parroco di Marano di allora. Proveniva dalla chiesa del convento dei carmelitani scalzi, soppresso in quel periodo. Il crocifisso, essendo stato per secoli esposto al fumo delle candele accese ai suoi piedi per le numerose grazie attribuitegli, era chiamato “Cristo Ne-
ro”. Nel 1975 un restauro tolse la patina nera e riportò alla luce la preziosa lacca che lo ricopriva e le ossificate nervature del legno. Fin dal suo arrivo in questa chiesa fu stabilito di celebrare una festa settennale in suo onore, con alternanza di obsolescenza e di rinnovato fervore religioso… specie in occasione di calamità. Il manoscritto conservato nell’archivio parrocchiale parla anche di un corredo di tavolette votive purtroppo scomparse nel tempo. Questi occhi infossati dalla sofferenza hanno incrociato per oltre cinque secoli lo sguardo pietoso e implorante di chi si ri-
volgeva a Lui, il Cristo, come unica speranza. Un crocifisso intagliato nell’ulivo con una forza espressiva che evoca tutta la drammaticità del martirio. Ma non è il passato, né la meraviglia di quella lacca patinata che lo avvolge come una pelle dolente, né l’intaglio così tragicamente comunicativo e sempre attuale che ci commuovono. Sono quelle braccia aperte che sembrano volersi staccare dalla croce per strappare noi da tutti i vincoli umani e stringerci nell’abbraccio dell’eterna salvezza.
Formigine e i Ludi di San Bartolomeo pre più rampante, la ricorrenza di San Bartolomeo si era quasi eclissata. Così, quando la Pro Loco “Formigine oltre il castello” ha pensato di organizzare la I edizione dei Ludi medievali di San Bartolomeo, festeggiare il 24 agosto era un’assoluta novità. Oggi, giunti alla VI edizione, sembrerebbe già impossibile fare a meno della festa: così, anno dopo anno, il programma degli appuntamenti si è infoltito e le presenze di pubblico e di figuranti sono cresciute. L’edizione 2010, la più ricca sino ad ora, è durata ben tre giorni: dal pomeriggio di domenica 22 agosto alla sera di martedì 24. Domenica 22 hanno avuto inizio i Ludi, competizioni in stile medievale tra le squadre di Formigine, Corlo, Casinalbo, Colombaro
e Ubersetto. Al calar del sole, la piazza si è animata per « A val dàm nueter al Medioevo», spettacolo storico-dialettale organizzato dall’associazione di storia locale “Ezechiello Zanni” e dal gruppo “Arcieri della Torre”. In quattro atti inframmezzati da zirudele – argomento e sceneggiatura di Francesco Bernabei, regia di Enrica Ansaloni - sono stati messi in scena episodi storici e leggendari sulla nascita di Formigine e del suo castello. Lunedì sera è stata la volta del ballo in piazza organizzato dalla Pro Loco con la regia del maestro Luca Nicolini, cui ha partecipato anche una rappresentanza dell’associazione “Battaglione Estense” di San Possidonio, sostituendo per una volta le consuete divise ottocentesche con vesti medie-
vali. Martedì 24 agosto, giorno di San Bartolomeo, i festeggiamenti hanno raggiunto il culmine. Alle 10 le autorità hanno presenziato alla messa, insieme alle rappresentanze delle confraternite, alle squadre delle contrade ed agli altri figuranti, percorrendo il centro storico in corteo e prendendo poi ristoro presso l’Osteria del Gufo, locanda con menù medievale allestita appositamente per i Ludi all’ombra dei tigli della piazzetta dell’Annunziata. Nel pomeriggio ha avuto luogo la tenzone della celata, gara di tiro con l’arco degli “Arcieri della Torre”, mentre in serata è stata premiata la squadra di Formigine, contrada vincitrice di questa VI edizione dei Ludi di San Bartolomeo.
Alle 21, attendendo i fuochi d’artificio, il vasto pubblico che gremiva piazza Calcagnini, piazza della Repubblica e via Trento Trieste è stato intrattenuto da uno spettacolo di fuoco e luci della “Compagnia del Ramino” di Ascoli Piceno, mentre le lancette del Campanone si avvicinavano all’ora dell’incendio del castello, lo spettacolo più atteso dell’intera rassegna. Dopo uno scontro di armati dei formiginesi “Arcieri della Torre” e dei “Cavalieri della Chimera” di Montale che hanno dato l’assalto al ponte levatoio del maniero dopo le 23, il castello ha iniziato ad esplodere…in musica e fuochi d’artificio. La piazza, vista dall’alto, era ormai una marea di teste, di nasi all’insù, di cellulari luminosi – numero-
si come lo erano le fiammelle degli accendini ai concerti d’un tempo - intenti a riprendere i fuochi che, sparati dalle cortine merlate, disegnavano arabeschi sul cielo di Formigine.
Magreta
È scomparsa Lucia Pigoni
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l 25 agosto, all’età di 88 anni, è morta Lucia Pigoni vedova Pinelli, la madre di don Remo Pinelli parroco di Magreta. A don Remo e la sua famiglia le condoglianze della redazione di Nostro Tempo.
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dall’Appennino
Presente mons. Giuseppe Verucchi. L’11 e il 12 settembre nuovo appuntamento • Fabrizio Bartolacelli
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omenica 22 agosto il Vescovo di Ravenna mons. Giuseppe Verucchi è stato a Pompeano di Serramazzoni per l’inaugurazione della restaurata Chiesa sul Sasso dedicata a San Geminiano e per tenere ai molti intervenuti un seminario sull’educazione dei figli. Bisogna ricordare che fu lo stesso Verucchi, quando era ancora vicario generale, lo strumento della provvidenza che rese possibile l’arrivo dei primi fondi e quindi l’inizio dei restauri dell’allora cadente chiesa sul Sasso dedicata a San Geminiano. Era crollato a Modena il portico di San Carlo davanti alla Popolare in pieno giorno (erano le 11 del mattino) e nessuno aveva subito danni (perfino l’agente di guardia si era allontanato per andare al bagno): in questo fatto il dott. Leoni, allora direttore generale dell’istituto di credito vide un segno della provvidenza e chiamò Verucchi (che poco tempo prima gli aveva chiesto aiuti per iniziare il restauro a Pompeano…) dicendo di voler offrire una “importante somma in onore di san Geminiano” visto lo scampato pericolo. Sono poi seguiti negli anni altri aiuti dalla Regione, dalla Provincia, dal Comune , dal
Pompeano, inaugurati i restauri della chiesa Ministero per i beni culturali, dalla Curia di Modena (grazie all’aiuto del vicario generale Mons. Losavio), dalla Cei e da vari istituti di credito (Banca Popolare dell’Emilia, Fondazione Cassa di risparmio di Modena; Banco S. Geminiano; Fondazione Cassa di risparmio di Vignola), da privati (Ceramiche Mirage, Gold Art e Punto 4) e da singoli parrocchiani di Pompeano e dintorni. L’arcovescovo di Ravenna ha sottolineando la necessità di “Educare” ossia “tirar fuori-lat. educere” ciò che già c’è di buono nei figli. Questi hanno molto bisogno di essere seguiti dai genitori, che debbono passare tempo con loro per trovare una relazione educativa. L’educazione è tempo e senza tempo non si educa: educare richiede qualità e presenza dei genitori coi propri figli. Non si può delegare ad altri questo compito e occorre stare in relazione (ascolto, dò fiducia, permetto l’esercizio della responsabilità del figlio…) con amore ed empatia. Il messaggio educativo è contenuto (ciò che dico) e relazione con il figlio (il modo in cui lo dico) e i figli per crescere nell’amore e nella stima hanno bisogno di essere amati e stimati; don Bosco diceva ai suoi educatori che i ragazzi devono
materialmente poter “sentire” l’amore che si ha per loro. Si tratta di camminare insieme
che il sorriso è una delle cose più incoraggianti che si possono fare con e per i figli.
nel tempo, fare un percorso: è un processo, non una istantanea (scordiamoci il tutto, subito e ad ogni costo) e tutto va fatto con il sorriso sulle labbra in quanto “l’umorismo è la capacità di mantenere il sorriso di fronte alle avversità”. Occorre evitare i giudizi verso i figli che creano in loro atteggiamenti di chiusura e mettersi in relazione, pregando molto perché lo Spirito Santo ci aiuti in questo difficile compito. I genitori per “ben educare” devono incoraggiare i figli, concentrandosi sui loro punti di forza e agendo su di essi per un miglioramento: ricordiamoci
Leggiamo per concludere un testo conciliare sul tema: «I genitori, poiché hanno trasmesso la vita ai figli, hanno l’obbligo di educare la prole: vanno pertanto considerati come i primi e i principali educatori di essa. Questa loro funzione educativa è tanto importante che, se manca, può a stento essere supplita. Tocca infatti ai genitori creare in seno alla famiglia quell’atmosfera vivificata dall’amore e dalla pietà verso Dio e verso gli uomini, che favorisce l’educazione completa dei figli in seno personale e sociale. La famiglia è dunque la prima scuola delle virtù sociali, di cui appunto
hanno bisogno tutte le società. Soprattutto nella famiglia cristiana, arricchita della grazia e della missione del matrimonio sacramento, i figli fin dalla più tenera età devono imparare a percepire il senso di Dio e a venerarlo e ad amare il prossimo secondo la fede che hanno ricevuto nel battesimo; lì anche fanno la prima esperienza di una sana società umana e della Chiesa; sempre attraverso la famiglia, infine, vengono pian piano introdotti nella convivenza civile e nel popolo di Dio...» (Concilio Vaticano II: Gravissimum Educationis, n. 3). Dopo il seminario alle ore 11 c’è stata la Dedicazione dell’altare della restaurata chiesa parrocchiale e la messa solenne di ringraziamento ani-
mata dalla Corale di Prignano, presente anche il parroco don Antonio Lumare; infine il tutto è terminato con una “agape fraterna” insieme agli intervenuti. L’appuntamento è però solo rinnovato per i giorni 11 e 12 settembre quando a Pompeano interverranno di nuovo le autorità civili e religiose. Sabato 11 settembre ci saranno le visite guidate al castello, mentre alle 21 si terrà un concerto d’organo all’interno della chiesa sul Sasso. Domenica 12 settembre infine il vicario generale mons. Losavio, che si è molto adoperato per portare a termine con successo i lavori di restauro, presiederà la messa solenne, mentre nel pomeriggio alle 15 si terrà il convegno a cura dei ricercatori di storia locale Mario Toni e Andrea Pini sul tema: “Pompeano: dalla Podesteria di Gombola al Comune di Serramazzoni”.
San Bartolomeo, che festa a Fiumalbo! La sera della vigilia e il 24 agosto grande folla nel paese appenninico per il Patrono
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unedì 23 agosto e martedì 24 grande festa a Fiumalbo in onore di San Bartolo-
meo. Grande folla sia per la processione della vigilia, con le famose luminarie che illumineranno a fiamma viva i monumenti, le case, le logge, le voltine, il letto del fiume e tutto il centro storico di Fiumalbo, che per la giornata dedicata al patrono. Le luci hanno accompagnato la solenne cerimonia religiosa con al termine la tradizionale processione in cui hanno sfilato le due antiche confraternite dei “Rossi” e dei “Bianchi” con paramenti originali dell’epoca della loro costituzione. In chiusura lo spettacolo di fuochi d’arti-
ficio. N e l l a giornata del patrono, martedì 24 agosto, la solenne celebrazione con le autorità e poi gli stand, le bancarelle e i giochi che hanno animato per l’intera giornata le strade di Fiumalbo.
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NostroTempo
Domenica 5 settembre 2010
Chiesa e Mondo
Per una “conversione ecologica” La Chiesa italiana celebra la giornata del creato. A Modena iniziative domenica 26 settembre
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a celebrazione della 5ª Giornata per la salvaguardia del creato costituisce per la Chiesa in Italia un’occasione preziosa per accogliere e approfondire, inserendolo nel suo agire pa-
storale, il profondo legame che intercorre fra la convivenza umana e la custodia della terra, magistralmente trattato dal Santo Padre Benedetto XVI nel messaggio per la 43ª Giornata mondiale della pace (1° gennaio 2010), intitolato ‘Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato’”. È l’incipit del messaggio della Conferenza episcopale italiana per la salvaguardia del creato 2010 che la Chiesa italiana celebra il 1 settembre (in diocesi di Modena la celebrazione della giornata per la salvaguardia del creato è fissata per domenica 26 settembre). “L’abbondanza dei doni della terra offerti dal Creatore – si legge nel testo, a firma della Commissione episcopale per i problemi sociali - fonda la possibilità di una vita sociale caratterizzata da un’equa distribuzione dei beni”. “Benedetto XVI – ricordano i vescovi – ha segnalato più volte quanti ostacoli incontrino
oggi i poveri per accedere alle risorse ambientali, comprese quelle fondamentali come l’acqua, il cibo e le fon-
tenso da determinare situazioni di forte degrado, che minacciano l’abitabilità della terra per la generazione pre-
ti energetiche. Spesso, infatti, l’ambiente viene sottoposto a uno sfruttamento così in-
sente e ancor più per quelle future. Questioni di apparente portata locale si rivelano
Il trapianto di reni tra estranei… è veramente lecito?
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l 25 maggio 2010 il Consiglio Superiore di Sanità ha approvato una prassi insolita per il nostro paese, il trapianto di rene tra viventi estranei. Questa idea era da tempo studiata e fatta oggetto di discussioni in campo etico tant’è che già un mese prima dell’approvazione, il Comitato Nazionale di Bioetica ha emanato un documento sulla questione dando parere favorevole. Fino ad oggi la prassi consueta era il trapianto di rene da cadavere o da viventi consanguinei o da soggetti “affettivamente legati” al ricevente (esempio il coniuge). Solo in situazioni estreme era ammesso un estraneo. Oggi si dà a tutti la possibilità di fare un gesto solidaristico tale da poter donare anche un organo come un rene ad una persona estranea, un po’ come si fa nella donazione di sangue con l’unica differenza che il sangue si rigenera e un rene no. Il fatto estremamente lodevole ed eroico di un uomo che dona un proprio organo ad un
altro simile senza motivi di affetto o legami particolari ma come fatto esclusivamente solidaristico questo rende grande merito e onore al donatore ma non può esimerci dal ragionare attentamente sul valore etico di un tale gesto iniziando già a criticare l’inappropriatezza del termine “donazione samaritana” che non ha nulla da spartire con il racconto evangelico. Inizialmente occorre focalizzare cosa dispone la Legge Italiana riguardo al trapianto. L’art.5 del Codice Civile e la Legge n.458 del 26 Giugno 1967 prevede che possa essere anche un estraneo a donare un rene qualora non ci siano parenti consanguinei o questi non vogliano o non siano idonei alla donazione. Un parere del C.N.B. espresso già nel 1997 dal titolo “Il problema bioetico del trapianto di rene da vivente non consanguineo” pretendeva che tra donatore e ricevente, anche se non consanguinei, ci fosse almeno un legame affettivo. Non addentriamoci ulteriormente nei contenuti giuridici ed etici dei suddetti documenti, ci basti il fatto che la questione più sottolineata rimane la natura del
rapporto che lega donatore a ricevente. A questo punto si potrebbe riflettere sulla questione in corso citando Kant, in particolare le sue Lezioni di etica dove riflette in modo approfondito sui “doveri verso il corpo”, ma se pur importati per affermare l’inammissibilità di ogni pratica di disposizione del sé corporeo e dell’unità costitutiva psico-somatica dell’essere umano, non mi sembrano contestualmente calzanti al nostro caso. Qualche autore sottolinea come una pratica di questo tipo non concordi con lo spirito del Codice Deontologico dei medici che chiarisce quale sia la finalità del loro lavoro cioè la tutela della cura e della salute fisica e psichica e che quindi una donazione mutilante non sarebbe in linea con questo tant’è che il Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica scrive in una nota: “La via ordinaria della medicina deve passare attraverso il prelievo di organi da cadavere e… non si possono creare mutilazioni per rispondere alle esigenze di salute dei pazienti creando un circolo vizioso e improprio…”. Anche se pur vero e importante, tutto ciò
del modello di sviluppo, una vera e propria ‘conversione ecologica’”. È impossibile, infatti, “parlare oggi di bene comune senza considerarne la dimensione ambientale, come pure garantire il rispetto dei diritti fondamentali della persona trascurando quello di vivere in un ambiente sano”. Si tratta di “un impegno di vasta portata, che tocca le grandi scelte politiche e gli orientamenti macro-economici, ma che comporta anche una radicale dimensione morale: costruire la pace nella giustizia significa infatti orientarsi serenamente a stili di vita personali e comunitari più sobri, evitando i consumi superflui e privilegiando le energie rinnovabili. È un’indicazione da realizzare a tutti i livelli, secondo una logica di sussidiarietà: ogni soggetto è invitato a farsi operatore di pace nella responsabilità per il creato, operando con coerenza negli ambiti che gli sono propri”.
Nostro Tempo - Settimanale cattolico modenese Redazione via Formigina, 319 Modena tel. e fax. 059/344885 -
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Etica della Vita
• Don Gabriele Semprebon
connesse con dinamiche più ampie, quali per esempio il mutamento climatico, capaci di incidere sulla qualità della vita e sulla salute anche nei contesti più lontani”. Anche le guerre – come del resto la stessa produzione e diffusione di armamenti, con il costo economico e ambientale che comportano – “contribuiscono pesantemente al degrado della terra, determinando altre vittime, che si aggiungono a quelle che causano in maniera diretta”. Pertanto, “pace, giustizia e cura della terra possono crescere solo insieme e la minaccia a una di esse si riflette anche sulle altre”. È in questo contesto che va letto il richiamo del Papa a una responsabilità ad ampio raggio, al “dovere gravissimo di consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale che anch’esse possano degnamente abitarla e ulteriormente coltivarla”. Tale dovere, osserva la Cei, “esige una profonda revisione
non mi sembra appropriato per discriminare l’etico o il non etico del nostro caso. A me pare che un nodo fondamentale della questione rimanga il fatto che una donazione da vivente possa essere giustificata se esiste veramente un vincolo stretto di parentela o amicizia reale, consolidata e comprovata e questo può realmente giustificare e superare il principio di indisponibilità del proprio corpo. Altrimenti una situazione estrema, come si configura quella di cui un paziente necessita un rene, se non vissuta all’interno di significative relazioni rischia di essere oggetto di pesanti strumentalizzazioni, ricatti e violenze. Insomma, vedrei questo gesto importante ed eroico di donare un rene ad una persona che ne ha bisogno, solo se si ha un legame di parentela o una relazione affettiva forte e verificabile socialmente con questa persona, altrimenti si potrebbero configurare una serie di potenziali abusi e strumentalizzazioni che andranno ad inquinare seriamente un gesto che, almeno in prima istanza, apparirebbe come un gesto di solidarietà e amore.
Realizzazione e impaginazione: MediaMo – Moka Direttore responsabile: Stefano Malagoli Coordinatore di redazione: Paolo Seghedoni In redazione: don Marco Bazzani, Luca Beltrami, Marcella Caluzzi, Giancarlo Cappellini, Andrea Cavallini, Mariapia Cavani, don Gianni Gherardi, Simone Lazzaretti, don Massimo Nardello, Francesca Rossi, Giulia Vellani Comitato editoriale: mons. Paolo Losavio, don Giacomo Morandi, padre Lorenzo Prezzi, don Giuliano Gazzetti, Rossana Arletti, Egidio Iotti Hanno collaborato: Fabrizio Bartolacelli, Nunzio Borelli, Jacopo Ferrari, Francesco Gherardi, Graziano Giacobazzi, Franco Mantovi, don Nardo Masetti, Francesco Panigadi, Agnese Riccò, don Gabriele Semprebon, Laura Spaggiari Fotografie: archivio Nostro Tempo, MediaMo, Moka, Sir, Luigi Esposito, Dante Farricella, Silvia Rompianesi
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Sport-Csi
Oplà, il parco giochi
più grande di Modena diventa realtà Apre mercoledì 8 settembre il centro ludico motorio rilevato dal Csi per bambini fino agli 11 anni, la cui inaugurazione ufficiale avverrà nel mese di ottobre
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ercoledì 8 settembre uno dei più grandi progetti targati Csi Modena degli ultimi anni diventerà realtà: l’Oplà, il grande centro ludico motorio di via Gasparini che il Csi ha rilevato dall’ex pallavolista Andrea Lucchetta e soci, aprirà le porte a bambini e bambine della nostra provincia con tutte le novità legate alla nuova gestione. Un mese esatto dopo, venerdì 8 ottobre, si terrà invece la grande festa di inaugurazione con giochi, attività di animazione e spettacoli di ogni genere. Cos’è. L’Oplà è il parco giochi più grande della provincia di Modena, 1.300 metri quadrati di puro divertimento in grado di ospitare un elevato numero di bambini fino agli 11 anni. Al suo interno si trovano 5 gon-
fiabili e una struttura fissa playground che stimolano il gioco e la fantasia del bambino. L’Oplà è un centro ludico-motorio ricreativo ed è l’unico locale progettato e realizzato al coperto, dedicando la massima attenzione alle esigenze dei bambini: c’è uno spazio specifico per la fascia 0-3 anni e tutto il materiale scelto è accuratamente selezionato da esperti del settore. Oplà è divenuto parte integrante del Csi Modena, ente di promozione sportiva che tra le sue finalità ha proprio quella di promuovere attività legate al gioco ed alla fantasia, con particolare attenzione riguardo alla socializzazione e all’aggregazione dei bambini e delle loro famiglie. All’interno del Centro giochi sono attrezzate delle aree gioco a seconda delle diverse età. Area 0-3 anni, con giochi mor-
bidi, circuiti motori, uno scivolo ed una vasca con palline, animali cavalcabili, macchinine, tricicli a pedali e un gonfiabile tutto per loro; area 3-11 anni, con diversi giochi gonfiabili e soprattutto un mini appartamento ludico di 70 metri quadrati, un labirinto ad ostacoli con lo scivolo finale su cui fare salti, correre, arrampicarsi ed infine il gioco fisso adibito a base spaziale con più livelli e piani, percorsi, sei ingressi e otto uscite, due mega scivoli e una vasca gigante con più di 18.000 palline colorate. I giochi potranno essere sfruttati anche per le feste di compleanno: tante, in questo senso, le proposte di Oplà per genitori e bambini con feste di tutti i tipi. Il progetto. Oplà nasce dall’esigenza di rivalutare l’importanza dell’attività ludico-motoria nella vita di ogni bambino: ormai il
gioco è vissuto come una pausa o un premio, in ogni caso come un’attività secondaria. I bambini, invece, giocando scoprono se stessi, gli altri e il mondo. La finalità del progetto, dunque, è mettere a disposizione dei bambini da 1 a 11 anni uno spazio dove possano divertirsi, giocare e sperimentare nuove emozioni. L’Oplà inoltre favorisce la capacità di gestire gli spazi in autonomia rispetto all’adulto e di relazionarsi con i coetanei. La novità assoluta di questo progetto targato Csi Modena sarà lo spazio psicomotricità per bambini dai 2 ai 5 anni, seguiti da istruttori esperti. L’attività psicomotoria non è una semplice conoscenza del proprio schema corporeo, ma è l’acquisizione da parte del corpo delle nozioni fondamentali in rapporto allo spazio e agli oggetti. Stimolare la
creatività del bambino sarà l’asse portante del nuovo progetto e la tendenza principale di tutte le attività dell’Oplà.
Potete trovare Oplà sul sito www.oplamodena.it o contattare l’indirizzo mail
[email protected].
SETTEMBRE-OTTOBRE APRILE-MAGGIO-GIUGNO Mercoledì, giovedì, venerdì ore 16-19,30 Sabato pomeriggio ore 15,30-19,30 Domenica mattina ore 10-12,30 Domenica pomeriggio ore 15,30-19,30 Chiusura: lunedì, martedì, sabato mattina NOVEMBRE-DICEMBRE GENNAIO-FEBBRAIO-MARZO Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì ore 16-19,30 Sabato e domenica mattina ore 10-12,30 Sabato e domenica pomeriggio ore 15,30-19,30 Chiusura: lunedì
LA SERENITÀ SI COSTRUISCE GIORNO PER GIORNO con MODENASSISTENZA
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NostroTempo
Domenica 5 settembre 2010
Cultura
Appuntamenti
Pavarotti nel Cuore A tre anni della sua morte, Modena ricorda il maestro con un concerto in Piazza Grande
• FRANCESCA ROSSI
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unedì 6 settembre in piazza Grande, Modena ricorda la scomparsa di Luciano Pavarotti, avvenuta 3 anni fa, con il concerto gratuito “Pava-
rotti nel cuore”. Come ogni anno, il concerto inizia alle ore 21.15 e vede la presenza dei soprani Maria Agresta, Lilla Lee e Olga Busuioc, i mezzosoprano Veronica Simeoni e Alessia Nadin, i tenori Juri Gorodezki e Mirko Matarazzo e il basso Ziyan At-
feh. Inoltre, il palco ospita anche la modenese Corale Rossini, diretta dal maestro Luca Saltini, e l’orchestra del teatro Regio di Parma, con Aldo Sisillo, direttore della Fondazione Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena. La manifestazione, oltre che commemorare la scomparsa del grande maestro e ricordarne le opere, è un’occasione anche per fare conoscere le voci future, che crescono nelle scuole modenesi, tra cui il Cubec, Centro universale di bel canto diretto da Mirella Freni, e l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Vecchi – Tonelli”. Il pubblico potrà ascoltare un repertorio che comprende musiche di Bizet, Francesco Cilea, Donizetti, Umberto Giordano, Puccini, Rossini, Verdi, Massenet e Segej Rachmaninov. Modena si conferma “Città del
Belcanto” grazie a questa preziosa opportunità per i talenti delle scuole artistiche modenesi e si candida a diventare punto di riferimento per la formazione di alto livello in ambito lirico, come è dimostrato anche dal protocollo d’intesa firmato dalle istituzioni modenesi che operano in ambito musicale: la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e il Comune di Modena, l’Istituto “Vecchi – Tonelli”, la Fondazione Ghiaurov e la Fondazione Teatro Comunale di Modena. “Pavarotti nel cuore” è organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Modena, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e dalla Fondazione Teatro Comunale di Modena. Durante tutta la giornata di lunedì 6 settembre, le vetrine dei negozi del centro esporranno fotografie del Maestro, e i portici risuoneranno della sua voce.
Curato da Frate Dino Dozzi, il libro edito da Pazzini raccoglie l’esperienza della scorsa edizione del Festival
Da ottobre nelle librerie un volume sul Festival Francescano
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• f.r.
urante la seconda edizione del Festival Francescano, a Reggio Emilia nei giorni 1, 2 e 3 ottobre, sarà disponibile in anteprima il volume “In piazza, a braccia aperte”, edito da Pazzini. Il libro è una raccolta creata da uno dei più importanti biblisti in Italia e Presidente del Festival 2009, frate Dino Dozzi, che comprende alcune lezioni svolte durante la prima edizione del Festival Francescano, il
quale suscitò grande interesse nel pubblico e rappresentò un’importante tappa nell’evoluzione degli studi francescani. Suddiviso in tre parti, il volume racconta l’esperienza del Festival 2009, organizzato dai Frati Minori Cappuccini dell’Emilia Romagna, e raccoglie alcune conferenze di personalità quali lo storico Franco Cardini, il filosofo Orlando Todisco, il teologo Pietro Maranesi, il francescano padre Berardo Rossi, suor Gabriella Bortot, ma anche esperti di arte e cinema come Roberto
Filippetti e Lucio Saggioro. Infine, nel volume sono anche raccolte testimonianze da parte del pubblico e un resoconto accurato su come è stata curata la comunicazione del Festival, completato da una selezione di fotografie dei momenti più toccanti dell’evento. Il Festival Francescano toccherà altre città oltre a Reggio Emilia, per sottolineare anche in questo modo il carattere itinerante del mondo francescano. Il libro sarà in tutte librerie a partire da ottobre 2010.
La conclusione non slitterà rispetto alla data prevista
Restauro della Ghirlandina: lo stato dei lavori • g.v.
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iovedì 26 agosto è avvenuto l’incontro con il presidente e il direttore tecnico della ditta Guerrino Pivato di Onè di
Fonte (Treviso), la quale sta eseguendo i lavori di restauro alla torre Ghirlandina, iniziati lo scorso 23 marzo, per verificarne l’andamento e le modalità di prosecuzione. Il Comune di Modena ha
convocato l’assemblea per discutere del proseguimento dei lavori, alla luce delle difficoltà che l’azienda sta attraversando: “Faremo di tutto per evitare che la conclusione slitti rispetto alla data prevista, nonostante i
problemi che la ditta si trova a dover affrontare a causa della crisi che ha colpito anche il settore dell’edilizia”, ha assicurato l’assessore comunale ai Lavori Pubblici Antonino Marino.
Dal 13 settembre sarà possibile iscriversi per il nuovo anno di studi, con corsi musicali aperti ad ogni età
Aprono le iscrizioni per la Scuola di Musica di Fiorano
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• f.r.
e iscrizioni per la Scuola Comunale di Musica a Fiorano, gestita dalla Gioventù Musicale d’Italia in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Culturali, apriranno il 13 settembre. La Scuola offre lezioni di pianoforte, chitarra, flauto, violino, sassofono, clarinetto, chitarra elettrica, canto, animazione musicale per bambini dai 4 ai 7 anni. La Scuola di Musica di Fiorano è presente sul territorio dal 1984 e svolge la propria attività per coloro i quali vogliono avvicinarsi e approfondire il linguaggio musicale, con metodologie d’insegnamento adeguate ad ogni età. Le iscrizioni sono aperte a qualsiasi età e con qualsiasi grado di preparazione. L’anno è diviso in quattro bimestri, con una tassa di iscrizione annuale di 25 euro che consente anche l’ingresso gratuito ai Concerti Aperitivo
della Gioventù Musicale, presso l’Auditorium della Fondazione Biagi di Modena. La Scuola otterrà un riconoscimento per la sua attività esibendosi durante il Maf al Castello di Spezzano, nel pomeriggio di domenica 12 settembre. Per maggiori informazioni e per conoscere i costi delle lezioni musicali individuali settimanali: Ufficio Cultura, tel. 0536 833418; Gioventù Musicale d’Italia, tel. 059441672.
La mostra sul celebre pittore rimane aperta al pubblico durante il Poesia Festival
Il surrealismo di Dalì arriva a Vignola
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• f.r.
a inaugurato sabato 28 agosto a Vignola presso i locali ex Bassoli in via Fontana la mostra “La vida es sueno – Il surrealismo Di Salvador Dalì”, promossa dal Comune di Vignola in collaborazione con il Centro Culturale Palma Arte (PC). La mostra espone al pubblico otto sculture in bronzo e legno del maestro catalano, insieme a una selezione di litografie originali che mostrano le grandi
capacità grafiche di uno dei più importanti artisti del secolo. Le sculture si riferiscono ai temi che più hanno affascinato Dalì, dalla scienza alla religione, dal surrealismo alla natura, fino al subconscio, e includono due angeli, un Cristo, una testa di Venere, il Sublime Momento, un ritratto di Beethoven, un comodino e un modello zootropico. L’esposizione è stata ospitata a Tbilisi, capitale delle Georgia, e sarà spostata ad Alseno (Pc) e San Giuliano Milanese (Mi). L’evento si inserisce all’interno del programma del Poesia Festival, che quest’anno dedica diversi incontri sulla cultura spagnola, tra cui un incontro in onore di Federico Garcia Lorca, il quale compose anche un’ode all’amico Salvador Dalì. La mostra, ad ingresso gratuito, rimane aperta tutti i giorni tranne il lunedì, osservando i seguenti orari: martedì e mercoledì dalle 10 alle 12, giovedì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.