Risultati della ricerca scientifica
Introduzione Recentemente, sul mercato è stato introdotto un nuovo adesivo rivoluzionario. Rispetto agli altri sistemi adesivi, Tokuyama Bond Force è un adesivo monocomponente di 7a generazione, automordenzante e a rilascio di fluoro. Grazie al monomero SR, la rivoluzionaria tecnologia di questo prodotto crea dei legami tridimensionali con il dente, con un'elevata forza di adesione allo smalto e alla dentina. L'adesione che si viene a creare è in tutto e per tutto un'adesione di tipo chimico. Quest'adesivo di 7a generazione è poco sensibile alla tecnica utilizzata, ed è studiato per essere utilizzato sia sulla dentina che sullo smalto fresato/non fresato. Nell'ambito dei nostri sforzi continui di ricerca e sviluppo, lavoriamo in stretta collaborazione con i colleghi universitari e degli studi odontoiatrici di tutto il mondo. Questa pubblicazione, che riunisce una serie di articoli pubblicati su Tokuyama Bond Force, è frutto di questo sforzo globale. I risultati e i protocolli presentati fanno emergere innegabilmente le performance ormai assodate di Tokuyama Bond Force. Una volta che avrete preso conoscenza dei numerosi risultati e dati presentati, siamo certi che sarete d'accordo con noi: Bond Force rappresenta davvero un'innovazione tra gli adesivi di 7a generazione.
INDICE 1. Adattamento alla cavità di Tokuyama Bond Force
2
2. Forza di adesione alla dentina degli adesivi all-in-one, a 1 anno di distanza
4
3.
Resistenza alla forza di taglio del legame con lo smalto e con la dentina degli adesivi all-in-one
6
« tout en un » 4. Valutazione della resistenza al taglio degli adesivi automordenzanti
5.
7
Forza di adesione microtensile degli adesivi all-in-one alla dentina e allo smalto
6. Forza di adesione microtensile alla dentina coronale
8 10
7. Forza di adesione microtensile di vari sistemi adesivi semplificati allo smalto non preparato
11
8. Studio clinico a breve termine sui restauri adesivi realizzati con adesivi all-in-one
13 9. Forza di adesione degli adesivi automordenzanti alla dentina cariata
14 10. Comportamento dei margini in vivo dopo termociclaggio dei restauri in composito realizzati con Bond Force (con e senza agitazione) e Estelite Sigma
16 11. Efficacia di un nuovo adesivo automordenzante nel restauro di lesioni cervicali non cariose: osservazioni su coppie di denti
19 1
1. Adattamento alla cavità di Tokuyama Bond Force
Autori:
M. KIMURA, Q. CUI, A. DODOMI, K. MATSUSHIGE e H. KAZAMA, Tokuyama Dental Corporation, Tsukuba, Giappone
Finalità: Valutare l'adattamento di 3 adesivi, tra cui Tokuyama Bond Force, ad una cavità a gradino. Metodi: Con l'ausilio di una fresa diamantata, si è preparata una cavità a gradino (diametro 4 mm/profondità 3 mm + diametro 2 mm/profondità 1.5 mm) su denti bovini freschi. Gli adesivi utilizzati sono stati Tokuyama Bond Force (BF/Tokuyama Dental), S3 Bond (S3/Kuraray) e SE Bond (SE/Kuraray). Questi adesivi sono stati applicati sulle pareti della cavità secondo le istruzioni del produttore. Successivamente, si è otturata la cavità utilizzando del composito (Estelite Flow Quick/ Tokuyama Dental), per poi procedere alla fotopolimerizzazione e all'applicazione di Estelite Sigma (Tokuyama Dental). I campioni sono stati mantenuti in acqua a 37 °C per 24 ore, per essere poi sezionati lungo l'asse simmetrico in modo da esporre la sezione trasversale dell'interfaccia dente/ adesivo. Questa sezione è stata lucidata (lucidatura brillante) con l'ausilio di paste diamantate di grana 6, 3, 1, 1/4 m, per essere infine studiata al microscopio laser (VK9700/KEYENCE). Risultati: Con Bond Force, si è riusciti a conseguire uno strato di adesione sottile e uniforme, anche sui bordi e sugli spigoli. Lo strato di adesione forma un tutt'uno con il composito e con la parete della cavità. Con SE, lo strato di adesione aderisce strettamente al composito e alla parete della cavità, ma lo strato risulta spesso, soprattutto in corrispondenza degli angoli. Con S3, lo strato è spesso, soprattutto sugli spigoli. Dopo la lucidatura, si è inoltre osservata una lieve abrasione dello strato di adesione. Spessore dello strato di adesione
Adesivo
sugli spigoli/μm
BF
21.5 -24.2
326.0 -600.6
58.9 -163.3
Smalto Dentina
Composito
3.0 mm
35.0 -107.1
SE
1.5 mm
S3
4.0 mm 2.0 mm
2
sul fondo della cavità/ m 10.7 -12.3
11.6 -13.3
Bond Force Formazione di uno strato di adesione sottile e uniforme, anche sugli spigoli e sui bordi della cavità. Lo strato di adesione aderisce perfettamente al composito e alla parete della cavità. Sull'interfaccia non si riscontrano lacune.
Composito
Strato di adesione
Dentina
Fig. 1 Adattamento alla cavità di Bond Force (Tokuyama)
SE Bond Lo strato di adesione aderisce strettamente al composito e alla parete della cavità. Risulta tuttavia spesso, soprattutto sugli spigoli.
Fig. 2 Adattamento alla cavità di SE Bond
Composito
Strato di adesione
Dentina
S3 Bond Lo strato di adesione risulta spesso sugli spigoli. Dopo la lucidatura, si è constatata una sua leggera abrasione.
Composito
Fig. 3 Adattamento alla cavità di S3 Bond
Strato di adesione
Dentina
Conclusioni: Bond Force (Tokuyama) ha evidenziato un'ottima adattabilità alla cavità a gradino. (Pubblicato in 2008 IADR General session)
3
2. Forza di adesione alla dentina degli adesivi all-in-one, a 1 anno di distanza
Autori:
R. Walter, University of North Carolina, Chapel Hill, NC E.J. Swift, Jr., University North of Carolina, Chapel Hill, NC
Finalità: Verificare le prestazioni in vitro a lungo termine degli adesivi dentinali all-in-one. Metodi: Gli Autori hanno sperimentato sei adesivi all-in-one: Adper Prompt Self-Etch (3M ESPE), Bond Force (Tokuyama), Brush & Bond (Parkell), iBond (Heraeus Kulzer), OptiBond All-In-One (Kerr) e Xeno IV (Dentsply Caulk). Come controllo positivo si è utilizzato il primer automordenzante Clear l SE Bond (Kuraray). Ciascun gruppo era formato da 21 denti umani estratti. Dopo aver levigato la dentina (grana 600), si sono applicati gli adesivi secondo le istruzioni del produttore, e si è eseguito il restauro utilizzando un composito resinoso (Filtek Z250, 3M ESPE). Dopo essere stati conservati in acqua per 24 ore, i denti sono stati sezionati per ottenere dei cilindretti che sono stati conservati in acqua per misurare la forza di adesione microtensile (micro tensile bond strength, MTBS) con il dispositivo EZ (Shimadzu). I campioni ottenuti sono stati valutati al basale e a 1 anno di intervallo. I risultati sono stati analizzati mediante ANOVA a due vie, utilizzando come variabili l'adesivo e il tempo. Al bisogno, si sono utilizzati anche l'ANOVA a una via e il test PLSD di Fisher. Per le analisi statistiche, la soglia di significatività è stata fissata a 0.05.
Risultati: le MTBS medie (MPa ± SD) sono qui sintetizzate:
Adesivo
Adper Prompt Self-Etch Bond Force Brush & Bond iBond OptiBond All-In-One Xeno IV Clearfil SE Bond
A 24 ore c
35.7 (17.1)
45.2 (17.7) c
38.3 (12.7)
b
33.8 (12.0)
a
50.2 (11.8) 29.2 (9.2)
b
n 15
ac
35.4 (15.8)
20.9 (9.7)
b
n 11
a
12
43.2 (13.8)
16
c
15
bcd
12
ac
15
bd
11
acd
16
13 15 14
c
A 1 anno
15
32.3 (13.5) 31.6 (9.9)
40.7 (15.0) 24.4 (11.9) 40.1 (15.8)
12
Quando le lettere in apice all'interno della colonna sono diverse, la differenza tra le medie risulta significativa.
Conclusioni: In vitro, la forza di adesione alla dentina di alcuni adesivi all-in-one quali Bond Force e OptiBond All-In-One risulta paragonabile a quella di Clear l SE Bond, con un follow-up di un anno. (Pubblicato in 2009 IADR General session)
4
Forza di adesione microtensile media (MPa ± SD) 70 60
A 24 ore
50
A 1 anno
40 30 20 10 0
Adper Prompt Bond Force Self-Etch
Brush & Bond
iBond
OptiBond All-In-One
Xeno IV
Clearfil SE Bond
5
3. Resistenza alla forza di taglio del legame con lo smalto e con la dentina degli adesivi all-in-one
Autori:
M. HARSONO, C. DEFURIA, R. PERRY, G. KUGEL, J. TOWERS, P.C. STARK, Tufts University, Boston
Finalità: Misurare la resistenza al taglio del legame con lo smalto e con la dentina degli adesivi all-in-one. Metodi: Prima di procedere alla preparazione dei campioni, i 140 denti umani ottenuti, privi di lesioni cariose, sono stati immersi in una soluzione disinfettante di tipo acquoso a base di azoturo di sodio, per essere successivamente inglobati in resina. I denti sono stati preparati in modo da ottenere delle superfici piane sullo smalto o sulla dentina, con l'ausilio di carta abrasiva al carburo di silicio, grana 320 (Ecomet 3, Buehler). Si sono sperimentati vari adesivi: Bond Force (Tokuyama Dental), Xeno IV (Dentsply), Brush and Bond (Parkell), AdheSE One (Ivoclar Vivadent), Tri-S Bond (Kuraray Medical) e G-Bond (GC). Come controllo, si è utilizzato un adesivo duale, il Clearfil SE Bond (Kuraray Medical). Tutti gli adesivi sono stati applicati su smalto o dentina secondo le istruzioni del produttore. Il composito (Filtek Z250, 3M) è stato applicato sul dente preparato (rispettivamente sullo smalto o sulla dentina) con una maschera di applicazione (Ultradent products Inc) e, una volta applicato, è stato fotopolimerizzato per 20 secondi. Dopo 24 ore in acqua a 37°C, si è testata la resistenza al taglio con una macchina di test universale (Instron 4202, Canton, MA), a una velocità di 5 mm/min. Risultati: L'esistenza di differenze significative tra i gruppi è stata verificata con il metodo ANOVA a una via e con il test di Scheffe per dati appaiati. Ai fini dell'analisi statistica, la soglia di significatività è stata fissata a p<.05.
Resistenza al taglio (MPa) Smalto
Dentina
Smalto
Dentina
Clearfil SE
37.18
19.03
(9.6)a
(4.8)bc
Bond Force
26.01
17.32
(7.4)ab
(4.3)bc
18.2
21.7
(7.8)bc
(11.4)b
Brush&Bond
6.5
19.88
(3.4)d
(6.3)b
AdheSE
8.86
10.05
(3.15)cd
(3.38)bc
Tri-S Bond
14.42
14.25
(3.12)bc
(4.71)bc
Gbond
13.95
14.95
(5.8)bc
(4.4)bc
Adesivi
Xeno IV
Conclusioni: In tutti i gruppi "dentina", non si è riscontrata alcuna differenza significativa dal punto di vista della resistenza al taglio. Nei gruppi "smalto", i gruppi Clear l SE e Bond Force sono quelli che hanno evidenziato una resistenza al taglio significativamente più elevata. Questo studio è stato sponsorizzato dalla Tokuyama Dental. (Pubblicato in 2009 IADR General session)
6
4. Valutazione della resistenza al taglio degli adesivi automordenzanti
Autori: M. FALEMBAN e D. NATHANSON, Boston University Introduzione: Lo scopo degli adesivi automordenzanti (self-etching, SE) all-in-one di nuova generazione è quello di assicurare l'adesione alla dentina e allo smalto, ma le performance riferite non convergono. Finalità: Questo studio si prefigge di valutare la resistenza al taglio (shear bond strength, SBS) di diversi adesivi automordenzanti reperibili in commercio. Metodi: Con questo studio in vitro si sono valutati diversi adesivi automordenzanti: A. Bond Force (Tokuyama); B. G-Bond (GC); C. Adper L Pop (3M-ESPE); D. Xeno IV (Dentsply); E. Clear l Tri-S Bond (Kuraray); F. Easy Bond (3M-ESPE) e G. Clearfil SE Bond (Kuraray) come controllo. Gli Autori hanno sezionato dei denti umani permanenti montati in resina (denti estratti) in modo da esporre la dentina o lo smalto. I gruppi sono stati trattati secondo le istruzioni del produttore. Tutti gli adesivi sono stati utilizzati insieme al composito Z-250, 3M-ESPE, che è stato applicato alla superficie dentale con matrici e pinze (Ultradent). Tutti i campioni sono stati fotopolimerizzati con la medesima lampada (Astralis 10 – Ivoclar). La resistenza al taglio è stata verificata dopo 24 ore in acqua. I dati sono stati analizzati mediante ANOVA a due vie per identificare le differenze significative.
Risultati: La tabella riporta la resistenza al taglio media (MPa) e la deviazione standard (SD)
Materiale
Bond Force (Tokuyama)
G-Bond (GC)
Adper L Pop (3M-ESPE)
Xeno IV (Dentsply)
Clearfil Tri-S Bond (Kuraray)
Easy Bond (3M-ESPE)
Clearfil SE Bond (Kuraray)
Smalto
31.9(4.6)
29.7(5.4)
24.8(3.5)
27.5(2.3)
30.4(3.7)
28.1(3.9)
27.9(5.4)
Dentina
32.0(3.7)
28.4(2.4)
24.3(4.4)
28.3(3.6)
32.6(6.8)
27.3(3.7)
26.9(2.8)
40
Resistenza al taglio media (MPa)
35 30
Smalto
25 Dentina
20 15 10 5 0
Dentine
Bond Force G-Bond (GC) (Tokuyama)
Adper L Pop (3M-ESPE)
Xeno IV Clearfil Tri-S Easy Bond (Dentsply) Bond (Kuraray) (3M-ESPE)
Clearfil SE Bond (Kuraray)
Conclusioni: Secondo ANOVA, gli adesivi si differenziano significativamente per la resistenza al taglio dell'adesione con lo smalto e con la dentina. I confronti multipli post-hoc sono giunti alla conclusione che Bond Force e Clear l Tri-S Bond assicurano una resistenza al taglio superiore a quella degli altri gruppi testati, senza tuttavia che tra i due prodotti sussistano differenze significative. Questo studio dimostra che gli adesivi automordenzanti di nuova generazione consentono di ottenere resistenze al taglio medie e una varianza paragonabili a quelle che si ottengono con gli adesivi tradizionali. (Pubblicato in 2008 IADR General session)
7
5. Forza di adesione microtensile degli adesivi all-in-one alla dentina e allo smalto
Autori: F. PELOGIA, Sao Paulo State University, São José dos Campos, Brasile M.R.D.P. MACEDO, Univers. de São Paulo, São Paulo - Cidade Universitaria, Brasile A. DELLA-BONA, University of Passo Fundo, Passo Fundo, RS, Brasile T.J. HILTON, Oregon Health & Science University, Portland, OR J.L. FERRACANE, Oregon Health & Science University, School of Dentistry, Portland, OR Finalità: Con questo studio si intendeva confrontare la forza di adesione microtensile (MTBS) di 6 adesivi automordenzanti (Bond Force, Tokuyama; AdheSE One, Ivoclar Vivadent; Brush & Bond, Parkell; G-Bond, GC America; Tri-S Bond, Kuraray e Clear l SE Bond, Kuraray) alla dentina umana e allo smalto preparato e non preparato. Metodi: Per verificare l'adesione allo smalto preparato, si sono levigate le superfici vestibolari e linguali dei terzi molari. Per verificare l'adesione alla dentina, lo smalto occlusale è stato levigato fino ad ottenere una superficie piana, appena al di sotto della giunzione amelo-dentinale occlusale. L'adesione allo smalto non preparato è stata testata sullo smalto vestibolare e linguale, che è stato lasciato tale e quale. Ogni dente è stato montato su un modello in gesso. Prima di applicare l'adesivo, lo smalto e la dentina preparati sono stati levigati con carta abrasiva 600 SiC. Gli adesivi sono stati applicati secondo le istruzioni dei produttori, fotopolimerizzando per 10 s (700 mW/cm2; Ultralume
5
LED,
Ultradent).
Il composito (Filtek
Z250,
3M
ESPE)
è stato applicato con tecnica
incrementale, con l'apposizione di due strati successivi che sono stati fotopolimerizzati per 30 s. Dopo essere stati conservati per 24 ore (umidità 100%, 37°C), i campioni sono stati sezionati in modo da ottenere dei bastoncini (con una sezione trasversale di ~1.2 mm), utilizzando una sega diamantata a basso numero di giri (Buehler). Con l'adesivo Zaplt, si sono incollati sei bastoncini scelti in modo aleatorio da ogni dente alla dima Bisco che consente di misurare la forza di adesione con tecnica microtensile (1 mm/min). Si è infine calcolata la media dei sei bastoncini ricavati da ciascun dente, nonché la media per ogni gruppo di 4-5 denti, che è stata valutata con ANOVA a due vie e test di Tukey (p<0.05).
Forza di adesione microtensile (MPa) Adesivo
Dentina
Smalto non prep.
Smalto preparato
Bond Force
61.06±8.02a
24.3±1.02bcd
21.84±3.24cde
AdheSE One
22.35±2.56bcde
11.02±1.58e
14.63±1.97de
Brush & Bond
51.22±3.73a
17.34±3.69cde
18.85±3.24cde
Clearfil SE Bond
56.03±1.60a
34.18±6.49b
24.47±3.62bcd
G-bond
11.56±1.24e
20.28±3.61cde
18.4±5.38cde
Tri-S Bond
50.59±1.60a
28.97±6.31bc
18.73±2.76cde
Conclusioni: L'adesione alla dentina è stata migliore di quella allo smalto sia preparato che non preparato per Bond Force, Brush&Bond, Clear l SE Bond e Tri-S Bond. Tutti gli adesivi automordenzanti hanno consentito di ottenere un'adesione equivalente allo smalto preparato e non preparato. Con il sostegno della Tokuyama Dental. (Pubblicato in 2009 IADR General session)
8
Forza di adesione microtensile (Mpa) 70 60 50 40 30 20 10 0
Bond Force
AdheSE One
Brush & Bond Dentina
Clearfil SE Bond
G-bond
Smalto non preparato
Tri-S Bond Smalto preparato
9
6. Forza di adesione microtensile alla dentina coronale
Autori: Marco Ferrari, MD, DDS, PhD, Università di Siena Finalità: Valutare l'efficacia dell'adesione degli adesivi automordenzanti alla dentina coronale.
Materiali e metodi: Dopo aver applicato alla dentina coronale quattro adesivi diversi (Bond Force-Tokuyama, Adper Prompt L-Pop, G-Bond, Clear l SE Bond), si è modellato un cilindro in resina con i materiali proprietari Estelite Sigma, Filtek Supreme XT, Gradia direct e Majesty. Dopo essere stati conservati per una giornata (37°C, umidità relativa 100%), i campioni sono stati sezionati in bastoncini microtensili da 81.29 mm, che sono stati caricati a rottura per verificare la forza di adesione microtensile (TBS, velocità 0.5 mm/ min). I dati sono stati sottoposti ad analisi statistica mediante test di Kruskal-Wallis sui ranghi (p<0.05) e test di Mann-Whitney (p<0.01), includendo anche i casi di rottura precoce. Le modalità di rottura sono state studiate con il microscopio elettronico a scansione (SEM). Risultati: Tokuyama Bond Force è risultato significativamente superiore agli altri tre adesivi. Sui campioni Adper Prompt L-Pop, Clearfil SE Bond e G-Bond non si è riscontrata alcuna differenza significativa. Forza di adesione microtensile (MPa) Conclusioni: Nei test in vitro, l'adesivo Adesivo Media (SD) Bond Force (Tokuyama) ha consentiBond Force 40.8(17.4)A to di ottenere una migliore adesione alla Adper Prompt L-Pop 25.6(16.5)B dentina coronale rispetto ai competitor. Clearfil SE Bond
31.5(17.3)B
G-BOND
24.1(13.1)B
Forza di adesione microtensile (MPa) 60 50
Media
40 30 20 10 0
10
Bond Force
Adper Prompt L-Pop
Clearfil SE Bond
G-BOND
7. Forza di adesione microtensile di vari sistemi adesivi semplificati allo smalto non preparato Autori: Marco Ferrari, MD, DDS, PhD, Università di Siena Finalità: Valutare l'efficacia dell'adesione allo smalto non preparato degli adesivi automordenzanti. Materiali e metodi: Dopo avere applicato allo smalto non preparato quattro adesivi diversi (Tokuyama Bond Force, AdheSE One, Xeno V, Prime & Bond NT), si è modellato un cilindro in resina utilizzando i materiali proprietari (Estelite P Quick, Tetric Evo Ceram e Esthet-X). Dopo essere stati conservati per una giornata (37°C, umidità relativa 100%), i campioni sono stati sezionati in bastoncini microtensili da 1.2 mm, che sono stati caricati a rottura per verificare la forza di adesione microtensile (TBS, velocità 0.5 mm/min). I dati sono stati sottoposti ad analisi statistica mediante test di KruskalWallis sui ranghi (p<0.05) e test di Mann-Whitney (p<0.01), includendo anche i casi di rottura precoce. Le modalità di rottura sono state studiate con il microscopio elettronico a scansione (SEM). Risultati: Nei calcoli statistici, si è tenuto conto delle rotture premature come valori zero. Poiché la distribuzione dei dati non risultava normale al test di Kolmogorov-Smirnov, si è deciso di applicare l'analisi della varianza di Kruskal-Wallis sui ranghi, e successivamente il test di Dunn per il confronto multiplo. Conclusioni: Rispetto agli altri competitor all-in-one, l'adesivo Bond Force è quello che ha ottenuto i migliori risultati in termini di forza di adesione microtensile. Le prestazioni migliori le ha avute Prime & Bond NT (gruppo di controllo). La tabella riporta alcune statistiche descrittive e la significatività del confronto tra gruppi. Le rotture sono state quasi sempre di tipo misto.
Forza di adesione microtensile (MPa)
Rotture prima del test %
Media (MPa)
Mediana (MPa)
Deviazione standard (MPa)
Signi catività (p<0.05)
Tipo di rottura C/A/M
Bond Force AdheSE One
56
12.5
27.9
28.5
17.37
AB
5/8/43
N 51
37.2
22.4
20.3
21.5
B
3/19/29
Xeno V
59
38.9
22.9
24
21.5
B
2/23/33
Prime & Bond NT
58
15.5
36.1
38.7
20.5
AB
10/8/40
11
Forza di adesione microtensile e deviazione standard (MPa) 60 50
Media (MPa)
40 30 20 10 0
Bond Force
AdheSE One
Xeno V
Prime & Bond NT
Tipi di rottura C: coesiva (nel cemento, nella dentina o nel composito), A: adesiva (tra composito e cemento o a livello di cemento/dentina) o M: mista (fratture adesive e coesive contemporaneamente) )
12
8. Studio clinico a breve termine sui restauri adesivi realizzati con adesivi all-inone
Autori: M. KONDO, M. MORIGAMI, J. SUGIZAKI, S. UNO e T. YAMADA, Toranomon Hospital, Tokyo, Giappone Finalità: La nuova tendenza in fatto di incollaggio in resina è quella degli adesivi automordenzanti one-step in un unico flacone. La Tokuyama Dental Corp. ha appena lanciato uno di questi adesivi, a rilascio di fluoro, denominato "Bond Force". Questo studio si prefigge di valutare i risultati clinici dei restauri in composito realizzati con Estelite (Tokuyama Dental) e Bond Force, con un follow-up di 12 mesi. Metodi: 3 dentisti hanno restaurato, con tecniche mini-invasive, cavità cervicali di V classe a forma di V su denti permanenti, nel periodo compreso tra il 15 gennaio e il 28 febbraio 2007. I denti preparati sono stati trattati con Bond Force e successivamente otturati con Estelite secondo le istruzioni del produttore. Si sono valutati la ritenzione, la discolorazione marginale, l'adattamento marginale, la tessitura delle superfici, l'abrasione, la frattura dei margini e la frattura nel corpo del materiale da otturazione, le carie secondarie, il dolore spontaneo, la sensibilità al freddo, la sensibilità al caldo, il dolore occlusale, l'irritazione gengivale e l'irritazione dei tessuti molli, secondo i criteri di Ryge. Tutti i restauri sono stati valutati immediatamente e successivamente in occasione delle visite di controllo (rispettivamente a 6 e a 12 mesi). Risultati: Si sono realizzati complessivamente 39 restauri su 39 pazienti (con un'età media di 54.6 anni, SD: 15.0). Tutti i denti restaurati presentavano cavità dentinali poco profonde (27) o mediamente profonde (12), ed erano vitali al momento del restauro. Prima della preparazione, in 3 casi si è riscontrata una sensibilità al freddo, in 2 casi una sensibilità al caldo e in 1 caso un dolore occlusale. 36 pazienti hanno dichiarato di non aver sentito nulla durante la preparazione. 3 pazienti hanno affermato di aver sentito qualcosa. Tutti i restauri sono stati ritenuti clinicamente soddisfacenti per tutti i punti esaminati, con un follow-up di 12 mesi. Conclusioni: Stando a questo studio clinico, il restauro mini-invasivo con Bond Force e Estelite ha dato risultati soddisfacenti nelle cavità cervicali di V classe a forma di V, con un follow-up di 12 mesi. Il risultato del test statistico di Kaplan-Meier è stato 1.00. (Pubblicato in 2008 IADR General session)
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9. Forza di adesione degli adesivi automordenzanti alla dentina cariata
Autori:
E. MOBARAK, Università del Cairo, Egitto W. EL-BADRAWY, Università di Toronto, Toronto, ON, Canada H. JAMJOOM , University of King Abdulaziz, Gedda, Arabia Saudita
Finalità: Questo studio si prefiggeva di confrontare l'adesione (µSBS) di diversi adesivi alla dentina normale e cariata. Metodi: Si sono preparati 550 molari umani recentemente estratti in modo da esporre la dentina sana e la dentina cariata. I denti sono stati suddivisi in cinque gruppi in funzione degli adesivi testati, Clear l SE Bond (SE), Clear l DC Bond (DC) (Kuraray - Giappone), Bond Force (BF) (Tokuyama Dental - Giappone), AdheseOne (AH) (Ivoclar-Vivadent, USA), Adper Prompt-L-pop (PR)(3M/ESPE - USA). Ciascun gruppo è stato poi suddiviso in 2 sottogruppi, rispettivamente per la dentina normale (ND, norm a l d e n t i n ) e c a r ia t a (AD, affected dentin). Per differenziare qualitativamente e oggettivamente i due substrati dentinali, si è deciso di utilizzare la permeabilità al colorante (blu di metilene al 2%). Una volta applicati gli adesivi, si sono formati dei cilindri in composito (0.9 mm di diametro x 0.7 mm di lunghezza) con Z250 (A3). I campioni sono stati testati dopo 24 ore di conservazione in acqua distillata a 37°C, a una velocità di 0.5 mm/min. Le modalità di rottura sono state determinate mediante stereomicroscopia (ingrandimento 40x). I dati sono stati analizzati con i test di KruskalWallis e Mann-Whitney. I risultati per l'adesione (µSBS) e la deviazione standard in MPa sono stati i seguenti: SE-ND= 22.34 (6.4), SE-AD= 18.70 (4.0), BF-ND = 24.52 (4.9), FB-AD = 18.31 (4.9), DC-ND = 24.49 (8.0), DCAD= 18.97 (9.4), AH-ND= 17.21 (6.8), AH-AD = 17.03 (10.3), PR-ND = 13.67 (4.4), PR-AD = 7.31 (2.4). Le differenze tra i sistemi adesivi sono risultate significative, sia per la dentina normale (p <0.01) che per la dentina cariata (p <0.001). L'adesione (µSBS) media di alcuni sistemi di adesivi (SE, DC e AH) alla dentina normale non è risultata significativamente diversa da quella alla dentina cariata (p>0.05). Ciascun sistema ha dato luogo a rotture diverse, a seconda dei diversi substrati dentinali. Conclusioni: Alle condizioni dello studio, è possibile affermare che pochi sistemi adesivi sono meno sensibili alle differenze strutturali tra dentina normale e dentina cariata. Bond Force è l'adesivo che ha avuto la migliore adesione alla dentina normale. Ringraziamenti: Tokuyama, Kuraray. (Pubblicato in 2009 IADR General session)
Resistenza al taglio (MPa)
Adesivo
14
Dentina cariata
Dentina normale
Clearfil SE Bond
22.34(6.4)
18.7(4.0)
A Bond Force
24.52(4.9)
18.31(4.9)
Clearfil DC Bond
24.49(8.0)
18.97(9.4)
AdheseOne
17.21(6.8)
17.03(10.3)
Adper Prompt-L-pop
13.67(4.4)
7.31(2.4)
μSBS (Shear Bond Strength) media e deviazione standard (MPa) 35 Dentina cariata
30
Dentina normale
25 D
20
15
10
D
5
0
Clearfil SE Bond
Bond Force
Clearfil DC Bond
AdheseOne
Adper Prompt-L-pop
Dentine normale
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10. Comportamento marginale in vitro dopo termociclaggio dei restauri in composito realizzati con Bond Force (con e senza agitazione) e Estelite Sigma.
Autori:
Uwe Blunck, Charité-Universitätsmedizin Berlin Campus Virchow-Klinikum Dental School Dipartimento di odontoiatria operativa, odontoiatria preventiva e endodonzia
1. Finalità I sistemi adesivi sono utilizzati per migliorare il sigillo marginale dei restauri in composito all'interfaccia dentina/composito e smalto/composito. Tutti i compositi presentano una contrazione da polimerizzazione più o meno marcata. Di conseguenza, i sistemi adesivi devono essere in grado di resistere alle forze che si sviluppano durante l'indurimento del composito. Abbiamo pertanto testato gli adesivi dentinali valutando l'integrità marginale dei restauri in composito delle cavità di V classe, con margini localizzati nella dentina e nello smalto, dopo otturazione con tecnica incrementale. Questo approccio equivale a verificare l'efficacia di un sistema adesivo, simulando una situazione clinica. La stabilità dell'interfaccia adesivo/dentina è verificabile mediante termociclaggio, per via dei diversi coefficienti di espansione termica di dente e restauro. L'integrità dei margini viene pertanto valutata prima e dopo termociclaggio. 2. Materiali e metodi 2.1. Cavità di V classe Le cavità di V classe sono state preparate con una fresa diamantata ad alto numero di giri, con raffreddamento ad acqua, su otto denti per gruppo, conservati in soluzione di timolo allo 0.1%. La preparazione, di forma ovale, misurava circa 1.5 mm di profondità, 3 mm di larghezza e 4 mm di altezza (2 mm in posizione apicale rispetto alla giunzione cemento-smalto). Lo smalto è stato bisellato con una fresa diamantata a finire. I margini dentinali cavosuperficiali sono stati finiti a 90° con una fresa diamantata a finire. Il sistema adesivo Bond Force è stato applicato sullo smalto bisellato e la dentina preparata per 20 s, secondo 2 diverse procedure: • gruppo A: con agitazione, • gruppo B: senza agitazione. In entrambi i gruppi, si è provveduto ad asciugare la superficie con un leggero getto d'aria, fino ad ottenere una superficie brillante. A questo punto, la superficie è stata asciugata per almeno altri 5 s con un getto d'aria a pressione moderata. Lo strato di materiale è stato fotopolimerizzato per 10 s. Infine, si sono otturate le cavità con il composito Estelite Sigma, mediante l'apposizione di due strati successivi, iniziando dal margine cervicale. Ciascuno dei due strati è stato fotopolimerizzato per 40 s. 2.2. Ulteriore trattamento Una volta lucidati, i denti sono stati conservati in acqua per 21 giorni, poi termociclati per 2000 cicli (a temperature comprese tra +5°C e +55°C). Prima dei termocicli e subito dopo, si sono rilevate le impronte in polivinilsilossano, e si sono confezionati dei modelli colando le impronte in resina epossidica successivamente rivestita d'oro con un dispositivo di polverizzazione.
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I margini dei restauri all'interfaccia dentina/composito e smalto/composito sono stati esaminati e quantificati con un microscopio elettronico a scansione (SEM), ingrandimento 200x, secondo criteri predefiniti di valutazione della qualità dei margini (Tabella 2). Per ognuna delle cavità, le lunghezze che soddisfano i diversi criteri sono state espresse in percentuale della lunghezza totale dei margini nella dentina e nello smalto. Per l'analisi statistica si è utilizzato il software statistico SPSS, con test non parametrici. Tabella 2 Criteri di valutazione dei margini al microscopio elettronico a scansione (SEM, ingrandimento 200X) Qualità dei margini
1 2 3 4
Definizione Margine non visibile o a malapena visibile Assenza di irregolarità, o irregolarità trascurabili; assenza di difetti Assenza di difetti, ma severe irregolarità dei margini Difetto visibile (fessura capillare fino a 2 m) Margini senza irregolarità Difetto severo (più di 2 m), irregolarità marginali da trascurabili a severe Per irregolarità marginali si intendono tutte le porosità, fratture o protrusioni nei margini del restauro porosité, fracture des marges de la restauration, protrusion de la restauration
3. Risultati I risultati per il materiale testato con le due diverse procedure di applicazione sono sintetizzati in forma grafica (Figure 5 e 6), rispettivamente per smalto e dentina. 100
% prima del TC
90
dopo il TC
80 70
valore superiore
p<0.05
60
mediana
25%
50
Fig. 5
75%
Bond Force con agitazione
Bond Force senza agitazione
valore inferiore
Percentuale di margini di qualità 1 rispetto alla lunghezza totale dei margini nello smalto delle cavità di V classe per Bond Force, con e senza agitazione, prima (TM 1) e dopo termociclaggio (TM 2)
100
% prima del TC dopo il TC
90 80 70 60 50
Fig. 6
Bond Force con agitazione
Bond Force senza agitazione
Percentuale di margini di qualità 1 rispetto alla lunghezza totale dei margini nella dentina delle cavità di V classe per Bond Force, con e senza agitazione, prima (TM 1) e dopo termociclaggio (TM 2)
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Esaminando l'adattamento marginale con il microscopio elettronico a scansione (SEM), si sono riscontrate percentuali molto elevate di margini continui in smalto e dentina dopo termociclaggio. Per i margini in smalto e dentina, la mediana del sistema adesivo studiato (Bond Force) risultava compresa tra 95.2% e 99.5%, a prescindere dalla tecnica di applicazione (con o senza agitazione). Per lo smalto, ed unicamente per quest'ultimo, l'analisi statistica ha evidenziato differenze significative per quanto concerne la percentuale di margini continui. Ad ogni modo, le due mediane sono del 95,2% quando l'adesivo è applicato senza agitazione, e del 99% per l'applicazione attiva.
Discussione Di solito, l'efficacia dei sistemi adesivi viene valutata sulla base dell'adattamento marginale dei restauri in composito all'interfaccia con il substrato del dente. L'adattamento marginale dipende da molti parametri, che a loro volta sono sensibilmente influenzati dalle proprietà intrinseche dei materiali da restauro, per es. dalla contrazione e dalle sollecitazioni associate, dalle caratteristiche chimiche dell'adesivo utilizzato, dalle dimensioni della cavità, dalla costante c, dalla tecnica di inserimento e dal protocollo di polimerizzazione. Questo studio ha utilizzato un metodo di analisi quantitativa ad alta definizione per valutare l'adattamento dei margini dei restauri in composito dopo un lungo periodo di conservazione in acqua seguito da TC. Questo metodo di quantificazione si avvale delle immagini dei modelli di precisione dei denti restaurati, ottenute mediante microscopio elettronico a scansione (SEM), e di un'analisi quali-quantitativa di tutta la lunghezza dei margini. Trattandosi di una tecnica che utilizza dei modelli, i campioni di denti naturali non vengono distrutti, e i margini possono essere valutati a più riprese, per identificare e valutare gli eventuali difetti dopo aver sottoposto i campioni di denti a diversi tipi di sollecitazioni. Si tratta di una metodica molto sensibile, per l'elevato livello di dettaglio conseguibile grazie al SEM. Risulta quindi molto interessante per valutare l'aderenza di questi sistemi adesivi. La valutazione del materiale allo studio ha fatto emergere percentuali molto elevate di margini eccellenti nelle cavità di V classe dopo termociclaggio, sia nello smalto che nella dentina, e questo a prescindere dalla tecnica di applicazione utilizzata. Soprattutto con le applicazioni brevi, l'applicazione attiva (agitazione dell'adesivo applicato) migliora la forza di adesione di alcuni sistemi adesivi. La grande efficacia dell'adesivo sperimentato in questo studio è dimostrata dal fatto che anche senza agitazione, il valore mediano dei margini continui era pari al 95% o addirittura superiore. In caso di applicazione dell'adesivo con agitazione, dai calcoli statistici sono emersi risultati significativamente migliori per i margini nello smalto dopo termociclaggio. Un miglioramento dal 95% al 99% non sembla influenzare il risultato clinico. Ciononostante, dimostra che l'applicazione attiva migliora l'efficacia del sistema adesivo testato. I risultati di questo studio in vitro consentono di giungere alla conclusione che l'adesivo automordenzante Bond Force è molto efficace dal punto di vista dell'adattamento marginale alla dentina e allo smalto.
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11. Efficacia di un nuovo adesivo automordenzante nel restauro di lesioni cervicali non cariose: osservazioni su coppie di denti
Autori: Jean-Pierre ATTAL, Gil TIRLET, Université de Paris V - FRANCIA Questo articolo relaziona i risultati scientifici preliminari ottenuti nell'ambito di uno studio su Bond Force (risultati a 12 mesi). Finalità: Lo scopo di questa ricerca è di valutare la performance clinica di un nuovo sistema adesivo automordenzante one-step (Bond Force/Tokuyama) nella riparazione di lesioni cervicali non cariose, con e senza la mordenzatura selettiva dello smalto con acido fosforico. L'ipotesi zero è che non ci sia alcuna differenza significativa tra le due procedure relativamente all'adattamento marginale, a seguito di un periodo di due anni di ulteriori controlli. Materiali e metodi: L'efficacia clinica del Bond Force (Tokuyama) è stata valutata in casi dove è stato applicato con procedura self-etching, secondo le istruzioni del produttore, in confronto all'applicazione dell'adesivo preceduta dalla mordenzatura selettiva dei margini di smalto con acido fosforico al 40%. Questo test clinico multicentrico in doppio cieco (5 dentisti interessati) si è svolto su coppie di denti. I casi sono stati inclusi in sequenza. Il periodo totale di osservazione per ciascun soggetto è di 24 mesi, a partire dal 4 settembre 2007. Criteri di inclusione, non inclusione ed esclusione: Sono stati adottati i seguenti criteri di inclusione: soggetti che godono di copertura sanitaria, di età > 18 anni, con almeno 2 erosioni cervicali da restaurare su 2 denti diversi (lesioni non cariose, > 1 mm di profondità, che coinvolgono sia lo smalto sia la dentina di un incisivo vitale, canino o premolare senza mobilità parodontale), con un adeguato livello di igiene orale personale. Prima di partecipare allo studio, tutti i pazienti hanno firmato un consenso scritto. Sono stati adottati i seguenti criteri di non-inclusione: storia medica compromessa, malattia parodontale, bruxismo e/o occlusioni traumatiche e lesioni cariose. Infine, i criteri di esclusione: la modifica dei restauri da un altro dentista durante il periodo ulteriore di controllo e la perdita o la frattura di un dente dove è stato eseguito il restauro della lesione, per ragioni indipendenti. Procedura di restauro: Si è provveduto ad una pulizia preliminare della superficie del dente per rimuovere la pellicola salivare e la placca dentale rimanente. Successivamente, è stata effettuata la rimozione della dentina e/o del tessuto dentale scolorito; lo smalto è stato bisellato (1-2 mm). Le lesioni sono state restaurate secondo le istruzioni del produttore, tranne che per il gruppo di controllo, dove i margini di smalto sono stati mordenzati selettivamente con acido fosforico al 40%. A seguito di uno sciacquo moderato e asciugatura con aria, l'adesivo automordenzante è stato applicato per 20 secondi e poi asciugato indirettamente con aria per 5 secondi, e infine direttamente per altri 5 secondi. È stata eseguita una polimerizzazione per 10 secondi, con una lampada di potenza non inferiore a 550mW/ cm2. Per tutti i restauri sono stati usati prima l'Estelite Flow Quick (Tokuyama), poi l'Estelite Sigma (Tokuyama). Infine, dopo 10 secondi di polimerizzazione, i restauri sono stati finiti e lucidati con frese diamantate, gommini e dischi flessibili. Criteri di valutazione e procedure: I restauri sono stati esaminati a lavoro finito, a 6 mesi, 12 mesi e 24 mesi. I risultati considerati erano: difetti marginali dall'integrità ideale, ma che potevano essere migliorati in conformità con l'ideale tramite la lucidatura, o piccole fratture marginali che difficilmente potrebbero causare effetti a lungo termine, e 1: fessurazioni localizzate o generalizzate, con il risultato di esposizione della dentina e conseguente necessità di riparazione.
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Altri risultati considerati comprendono la ritenzione del restauro, la sensibilità post-operatoria, colorazione marginale dello smalto, colorazione marginale del cemento e colorazione del restauro. Tutti i parametri sono stati registrati utilizzando un sistema di punteggio semplificato, inizialmente introdotto da Hickel et al. (2007). Ogni dentista ha ricevuto un quaderno standardizzato per la gestione dei dati. Analisi statistica: L'analisi statistica confronta, su base di coppie, i punteggi di adattamento marginale, ritenzione, sensibilità post-operatoria e colorazioni tra le due procedure, utilizzando il test del 2 di McNemar (con una significatività del 5%). Tutte le analisi statistiche sono state effettuate utilizzando il software Stata (versione 9.1).
Risultati: ✽ Baseline – Visita 1 Le caratteristiche dei soggetti all'inizio dello studio sono riassunte nella Tabella 1.
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Numero di soggetti Età media
53.2±13.7
Sesso
11M; 17F
N. di denti (in media
27.8±2.9
Tabella 1 Caratteristiche dei soggetti al basale
Procedura con mordenzatura
Procedura senza mordenzatura
Incisivi (n)
2
2
Canini (n)
3
4
Ciascun soggetto incluso per il restauro di una lesione cervicale è stato assegnato casualmente in un protocollo di
Premolari (n)
23
22
procedura (con o senza mordenzatura con acido fosforico). La Tabella 2 illustra l'assegnazione per tipo di dente.
Tabella 2 Procedura di restauro per tipo di dente.
✽ Visita 3 (12 mesi) Il tasso di richiamo alla terza visita era del 78% (22/28 soggetti), con un ritardo medio di 185.4±31 giorni dalla visita 2. Nessun restauro è stato perso durante questo periodo (tra i 6 e i 12 mesi). Il tasso di ritenzione è stato eccellente (100%). La Tabella 3 mostra i risultati clinici dei vari parametri valutati durante la visita 3 (in percentuale).
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Procedure con
Procedure senza
mordenzatura n=22
mordenzatura n=22
Tasso di ritenzione
100
100
NS
Adattamento marginale
100
90
0.48
p
Assenza di sensibilità post-operatoria
100
100
NS
Assenza di colorazione marginale (smalto)
95
80
0.34
Assenza di colorazione marginale (cem.)
100
100
NS
Assenza di colorazione del restauro
100
95
1.00
Totale (ass. di difetti marginali maggiori)
95
75
0.18
Assenza di difetti marginali minori
100
77
0.048
Tabella 3 Risultati clinici alla terza visita.
Se guardiamo bene l'evoluzione dei restauri: Nel gruppo mordenzato con acido fosforico si è constatato - 1 difetto maggiore - 1 difetto minore che si è perso Nel gruppo non mordenzato con acido fosforico si sono constatati - 2 difetti maggiori - 1 difetto minore - 4 difetti minori (a 6 mesi) che sono rimasti tali - 3 difetti minori (a 6 mesi) che sono diventati maggiori - 1 difetto minore che si è perso Discussione: In vivo, la perizia e l'esperienza degli operatori è una fonte di variabilità dei risultati. In questo test clinico, le procedure operative sono state eseguite da 5 dentisti specificamente istruiti e con esperienza, ciascuno nel rispettivo studio. L'isolamento del dente è stato effettuato utilizzando aspirazione e rulli di cotone, con l'ausilio dell'assistente. L'isolamento non è stato effettuato con la diga di gomma, quasi mai utilizzata dai dentisti generici. Pertanto ci si aspettava che il risultato di questo studio fosse meno buono di quanto pubblicato in letteratura, dove la diga viene sempre utilizzata. Nonostante questo, in questo studio su coppie di denti, si può osservare come, dopo 12 mesi, i risultati clinici dell'adesivo Bond Force sono eccellenti. Al richiamo a 12 mesi, l'unico parametro che appare differente in modo significativo tra i gruppi è l'alta prevalenza di difetti minori registrati quando Bond Force è stato applicato con approccio self-etch (p=0.048). Deve tuttavia essere enfatizzato il fatto che questi difetti sono piccoli. Non richiedono nessuna riparazione né rifacimento del restauro, pertanto hanno una attinenza clinica trascurabile. Questi risultati confermano diversi studi (Van Meerbeek et coll., 2005; Van Dijken et Pallesen, 2008). Comparando i risultati a 6 e 12 mesi, si può notare il risultato molto buono per quanto riguarda la sensibilità postoperatoria e la presenza di pigmentazioni marginali a livello della dentina. I pazienti che hanno ricevuto restauri con il Bond Force non riportarono proprio alcuna sensibilità postoperatoria, il che indica che i tubuli dentinali devono essere adeguatamente sigillati dall'adesivo self-etching. Questo spiega anche l'assenza di pigmentazioni marginali a livello della dentina nei due gruppi. Inoltre, i risultati a 12 mesi mostrano che i difetti minori a 6 mesi è probabile che divengano difetti maggiori a 12 mesi (3/7), e che nuovi difetti minori continuano a comparire a 12 mesi nel gruppo dove non è stato usato l'acido ortofosforico. Infine, la pressoché assenza di pigmentazioni marginali indica che il composito usato in questo studio (Estelite Sigma) si comporta molto bene dopo 12 mesi di esercizio clinico. Conclusioni: Questo studio preliminare (con un follow-up di 12 mesi) mostra che l'efficacia clinica dell'adesivo Bond Force è eccellente dopo un anno. Anche se nessuna differenza significativa è stata registrata tra i gruppi del test, si è notato che la procedura senza acido ortofosforico è a più alto rischio per la perdita di ritenzione e per la presenza di difetti marginali minori. Sarà interessante seguire questi restauri per vedere se questo trend verrà o meno confermato.
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