PROGETTO DI INTERVENTO “manutenere quarto”
L’ANALISI DEL BISOGNO
Disabili fisici e psichici Si parte dalla necessità di porre molta attenzione all’analisi dei bisogni del proprio territorio di riferimento. Alcuni dati e alcune rilevazioni, permettono di quantificare le dimensioni del bisogno legato alla disabilità. Il fenomeno della disabilità, in generale, sfugge ad una precisa quantificazione dal momento che non esistono rilevazioni generali e sistematiche sul numero, sulle cause e la distribuzione territoriale; quello che si può trovare è una vasta documentazione descrittiva sui disabili segmentati in una molteplicità di gruppi distinti, oppure informazioni inerenti l’offerta di prestazioni economiche (assistenziali e previdenziali) connesse all’appartenenza degli assistiti a una delle numerose categorie giuridiche in cui si frammenta “il mondo dell’invalidità tutelata”. Riguardo al Comune di Milano, i l n u mero s ti ma to di dis abi li pre sen ti è in torno al le 1 5 . 0 0 0 per so n e , men tr e le fa mig li e con di sa bili son o cir ca 1 2 . 0 0 0 . Me di am en te , inte l le tti vi per ta nt o ,
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Con sor zio S.I R , c opr e ann u al men t e cir ca il 6% de l f abbi so gno re la tiv o al l a di sa bili t à in gen er al e. Il problema dell’inserimento lavorativo dei disabili al lavoro è stato recentemente preso in considerazione dal legislatore con l’entrata in vigore della Legge 68/99, riformando così la Legge 482/68 giudicata ormai inadeguata. La legge 68/99 deve essere ancora compiutamente applicata e circa 2000 disabili risultano ancora iscritti nelle liste del collocamento. Grazie ad anni di ricerca ed analisi del problema, siamo oggi convinti che le difficoltà occupazionali dei lavoratori con problematiche di natura fisica o psichica, vadano ricondotte essenzialmente all’interagire di due fenomeni: da un alto, la carenza di informazioni sulle reali abilità di questi lavoratori, sulla loro effettiva produttività e sulle condizioni necessarie affinché essi possano divenire pienamente produttivi, dall’altro, la presenza di vincoli 2
istituzionali e sociali che fanno sì che i benefici dell’inserimento lavorativo ricadano soprattutto sui soggetti svantaggiati e sulla società in generale, mentre i costi e i rischi restino in prevalenza a carico delle imprese. E’ di fronte a una tale situazione che ci si deve collocare per realizzare una una politica di risposta al bisogno che vede: a) la produzione delle risorse per sostenere i costi dell’attività produttiva attraverso la vendita dei servizi di pulizia, tinteggiatura, trasloco, ecc; b) la formazione al lavoro e sul lavoro dei lavoratori svantaggiati. Quest’ultima diviene tanto più costosa, quanto più i lavoratori provengono da situazioni di emarginazione (e quindi sono meno produttivi e più bisognosi di formazione) e tanto più elevato è il turn-over. Poiché il prodotto “formazione sul lavoro” non ha un prezzo di mercato, è evidente che è assai difficile realizzare un equilibrio stabile tra costi e ricavi, a meno che non si possa contare su elevati margini sul primo tipo di prodotto (utilizzabile per finanziare il secondo) o su flussi di risorse gratuite (volontariato, donazioni). E’ in questo contesto che si collocano tanto il Centro di Formazione Professionale Anffas, quanto l’Agenzia Mediazione al Lavoro Anffas, in grado di supportare da una parte il rafforzamento delle competenze professionali specifiche sia degli operatori che dei soggetti in inserimento (attraverso la formazione dei tutor, dei responsabili sociali, degli svantaggiati), tanto di rafforzare l’autonomia operativa delle cooperative in riferimento alle fasi del rapporto con le persone svantaggiate, fasi di entrata, permanenza e uscita (attraverso interventi di indirizzo e sostegno). Stranieri
“Nel corso degli anni novanta la Città di Milano è stata il punto di arrivo di consistenti flussi migratori che l’hanno portata ad assumere, all’interno della Lombardia e più in generale in Italia, un ruolo di primaria importanza per l’entità della popolazione straniera residente e per i processi socioeconomici attualmente in corso. Oggi la Lombardia risulta essere la regione italiana con la maggiore presenza di stranieri. Rispetto a questa situazione, i problemi principali evidenziati rimangono la ricerca di un’abitazione, l’integrazione socio-culturale e lavorativa.
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Oggi, questa nuova proposta progettuale, vuole creare le basi per aprire anche ad altre categorie di soggetti deboli del mercato del lavoro come possono essere gli immigrati o gli adulti disoccupati, arricchendo così le cooperative di nuove esperienze e rinnovate energie.
IL TERRITORIO D’INTERVENTO Le attività e le azioni “messe in campo” condividono una precisa idea di sviluppo che si basa sull’incremento del “valore prodotto”. Ciò significa che la finalità sociale va oltre la produzione del servizio e si spinge fino nell’area dove la domanda di queste attività prende forma, ovvero i territori e le comunità che li abitano. Riconosciamo quindi nella comunità milanese (in particolare l’area metropolitana) il suo principale stakeholder che ne ispira strategie e attività e rappresenta il punto di riferimento principale per valutarne gli esiti e gli impatti. La sua missione imprenditoriale non si basa esclusivamente sull’erogazione di servizi orientati ad implementare le possibilità e la capacità di praticare un “buon inserimento lavorativo”, ma richiede di maturare una propria autonoma capacità di sviluppare pensiero politico e strategico. Questa esigenza è peraltro rafforzata anche dai recenti mutamenti avvenuti nell’ambiente rilevante delle cooperative sociali, dai quali deriva che la capacità di programmazione attraverso il confronto fra soggetti diversi sarà alla base del nuovo sistema di welfare, così come delineato da recenti normative e dai tavoli di zona. Lo stesso progetto attuativo è pensato e realizzato in questi termini. La “rete” di appartenenza dei partner collabora attivamente al presente progetto, sosterrà lo sviluppo locale secondo le seguenti linee direttrici:
una maggiore conoscenza del territorio rispetto al quale raccogliere le esigenze e i bisogni, ma anche le risorse – economiche, umane, di legittimazione - necessarie per lo sviluppo e il consolidamento delle cooperative sociali
un rafforzamento della cooperazione sociale come soggetto in grado di formulare e implementare politiche di sviluppo nei settori di competenza
una aumentata visibilità dei benefici generati dalle cooperative sociali per lo sviluppo delle comunità, oltre che per il benessere delle persone che usufruiscono direttamente dei loro servizi 4
Le azioni imprenditoriali di sistema, messe in campo attraverso il progetto e necessarie per realizzare questi obiettivi sono le seguenti.
Interpretare la crescita dimensionale del sistema rete non come fine a se stessa, ma come funzionale al sostegno di azioni innovative. Concretamente ciò significa che alcune attività ad alto valore aggiunto possono essere utilizzate per sostenere progetti strategici che per una serie di condizioni di contesto, scelte politiche o per la loro fase di sviluppo non riescono a generare la necessaria redditività.
Promuovere un orientamento multi-stakeholder delle cooperative non solo presso i portatori di interesse tradizionali (ad esempio i volontari), ma anche presso istituzioni locali, ad iniziare da quelle di terzo settore, in modo da rafforzare ulteriormente il legame col territorio.
Promuovere azioni di sviluppo locale attraverso lo strumento delle cooperative sociali, piegando quest’ultimo rispetto alle specifiche esigenze del territorio ove si andrà ad intervenire.
Un ulteriore modalità di rilevazione riguarda la soddisfazione degli utenti dei territori rispetto all’operato delle cooperative da realizzare attraverso interventi di rilevazione in contesti territoriali ristretti o presso testimoni privilegiati della società milanese.
Il territorio oggetto del progetto Urban
Il territorio oggetto del progetto Urban è situato nella estrema periferia Nord Ovest del capoluogo. Ha una superficie di 12,05 Km2 (pari al 6,9% dell'intera superficie di Milano) ed una popolazione residente di oltre 53.120 abitanti (pari al 4% di tutta la popolazione della città). Negli ultimi tre anni, è stato possibile misurare con occhio l’aumento dell’immigrazione a Quarto Oggiaro. Nonostante ci sia una maggioranza di stranieri di origine albanese, marocchina, egiziana e altro; è più facile notare l’aumento dei cinesi nel quartiere, perché con il loro arrivo corrisponde spesso l’apertura di una nuova attività lavorativa. Infatti, la concentrazione più alta d’imprese cinesi a Milano è proprio in Zona 8 (Quarto Oggiaro, Accursio, Gallaratese, Villapizzone) col 38% del totale. Fino a cinque anni fa, non c’era in pratica nessun tipo di esercizio commerciale cinese a Quarto Oggiaro. Due anni dopo 5
comparivano già i primi negozi in Via Trilussa e in Via De Roberto; fino ad arrivare a oggi, dove se ne possono contare oltre dieci
Profilo socio-economico del territorio Fino alla metà del ‘900 l'area Urban ha potuto godere della presenza di una ricca industria tessile, chimica e meccanica, facilitata dalla collocazione in prossimità dei principali canali di comunicazione con i mercati europei e dalla presenza di una fitta rete di corsi d'acqua (Garbogera, Nirone ecc.). Successivamente
l'area
Urban
è
stata
oggetto
di
un
pesante
processo
di
deindustrializzazione che ha portato ad avere una superficie di 1.056.495 m2 di aree dismesse, di cui il 71% da bonificare. In altre aree di Milano la crisi delle grandi industrie di fine ‘800 e inizio ‘900 ha dapprima coinvolto le piccole e medie imprese subfornitrici ma successivamente, in condizioni favorevoli, ne ha anche stimolato la riconversione e il riposizionamento sul mercato internazionale. La presenza diffusa di piccole e piccolissime imprese sull'intero territorio metropolitano ha dato così vita a distretti virtuali, supportati dallo sviluppo dei servizi avanzati della new economy. Tale processo non ha invece attecchito laddove, come nella zona Urban, ha trovato il "terreno" di difficile accesso, occupato e contaminato, in vaste porzioni, da impianti dismessi obsoleti
ed
inutilizzabili
se
non
con
costi
d'investimento
esorbitanti.
Così la diversificazione funzionale degli edifici residenziali, adatti ad ospitare piccole e piccolissime società di servizi innovativi alle imprese e la diffusione di forme di telelavoro, in atto nel sistema metropolitano, è a sua volta ritardata, nell'area Urban, dalla "povertà" del tessuto di piccole e medie imprese utilizzatrici. A questo si accompagna anche un'emergenza di tipo sociale. In conseguenza del processo di dismissione di vaste aree industriali, ampie aree verdi sono rimaste abbandonate ed esposte agli insediamenti abusivi e alla microcriminalità.
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L'area di intervento del progetto Urban II Milano è ricca di aree dismesse, da recuperare con progetti specifici che siano in grado di trasformarle e di valorizzarle: Via varesina – area ex stabilimento La Forgiatura Via Stephenson – area ex Sittam Via Stephenson – area ex Intonaci terranova Via Stephanson – area ex Fonderie e Smalterie Genovesi Via Palazzi – area Ex officine Meccaniche Girala caldaie Via Negretto – Edificio Agricolo Via Maggianico – area ex Scuola Media Via Drago – Nuovo centro permanente sicurezza urbana Via Lambruschini – Nuova sede triennale Milano Via Lambruschini – Area ex saponificio Sirio Via La masa – nuova sede Istituto Mario negri Via Gallarate - area ex Fornace dell’acqua Via Gallarate – area ex Fonderia Pracchi Via Don G. Andreoli – area ex Cerretti Tanfani Via Colico – Cernobbio – area ex Flexa e Tenax Via Candiani – area ex Montedison Via Brivio – area ex asilo
Sul territorio sono presenti
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- 4 imprese edili: Unacoop Cooperativa edilizia; Sercom Spa; Ecograffiti Srl; Bertani Ivano impresa edile; - 2 imprese di manutenzione: Euro Service group LBM Manutenzioni e ristrutturazioni - 2 imprese di tinteggiatura FRZ Società a Responsabilità Limitata Spaggiari Ugo impresa individuale
Inoltre nell’area operano le seguenti associazioni: Associazione culturale Under Spazio Baluardo (centro aggregazione giovanile) Quarto Oggiaro Vivibile (associazione sportiva, centro aggregazione, altro) Asso.Ge. 20 (Associazione Genitori ex Zona 20) ARCI Itaca (centro aggregazione) Cooperativa Filo di Arianna(Coopearativa sociale Onlus) ACLI Santa Lucia
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Informazione e marketing
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FORME DI COMUNICAZIONE E DI DIFFUSIONE Nella nostra società l’informazione ha assunto un’importanza sempre maggiore per il volume crescente di scambi di beni immateriali, le informazioni appunto, che acquistano valore di bene economico e strumento strategico di sviluppo. La diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione sta cambiando i modelli dell’economia e del lavoro creando nuove opportunità ma anche nuovi rischi. L’accesso alle informazioni ha assunto oggi per i cittadini e le organizzazioni un’importanza fondamentale, tale da far nascere il concetto "Società dell’Infomazione". In quest’ottica, il progetto necessita di una puntuale attività di comunicazione e di diffusione, non solo dell’iniziativa in sé, ma anche dei risultati monitorati e valutati in itinere. Siamo consapevoli dell’importanza del mercato elettronico: il notevole sviluppo delle reti d'informazione, in particolare di Internet, che gestisce una quota cospicua del flusso di informazione, ci ha spinti a inserirci in questo mercato attraverso la costruzione di un sito dedicato alle cooperative e che realizzeremo grazie al progetto. Grazie a tale evoluzione la comunicazione non solo diventa un'attività commerciale, ma sostiene anche l'interconnessione delle attività economiche. Se in una fase iniziale del progetto, attraverso vari incontri e la distribuzione di materiale informativo, abbiamo provveduto a realizzare operazioni di conoscenza e adesione da parte di tutti i soggetti ad ogni titolo coinvolti nella sua realizzazione, in corso di attuazione prevediamo momenti formali di discussione e autovalutazione delle azioni poste in essere attraverso il progetto. Il semplice incrocio di dati non può portare ad esiti positivi, se non approfondito ed affiancato da un serio programma di intervento, corredato da un serio e costante coordinamento tra cooperative di tipo A e di tipo B, tavoli di discussione e di approfondimento con le ASL, gli Enti locali, le Amministrazioni pubbliche, i Servizi Sociali, ecc. favorito anche dalla costruzione del sito prevista tramite l’azione 2. Al termine del progetto, poi, sono previste forme di diffusione dei risultati attraverso la produzione e la stampa di apposito materiale informativo, l’organizzazione di un tavolo di confronto con il coinvolgimento delle parti che hanno contribuito alla realizzazione 10
del progetto (amministrazioni pubbliche, cooperative, soggetti svantaggiati, finanziatori, associazioni, servizi sociali, imprese del territorio, ecc ). si ritiene, pertanto, che lo sviluppo della Società dell'Informazione rappresenti un'opportunità per tutti i cittadini, per tutte le comunità senza tener conto della razza, della posizione sociale, del credo religioso, del sesso e dell'età. In particolare riteniamo che: •
la costruzione del sito sia fondamentale, non solo per lo sviluppo delle cooperative in termini di marketing e promozione e quindi di un'economia digitale, ma anche per le conseguenze in termini di creazione di posti di lavoro e in generale di miglioramento della qualità di vita e delle condizioni di lavoro dei disabili che esso comporta
•
sia importante usufruire e partecipare alla grande sfida di cogliere le opportunità offerte dalle tecnologie informatiche
•
un serio e costante coordinamento tra gli attori sociali, la produzione e la stampa di apposito materiale informativo che permetta la diffusione dell’informazione sia fondamentale per migliorare la fruizione, la creazione, l'accesso e il consumo di informazioni e servizi
•
sia necessario operare in termini di sensibilizzazione per migliorare il flusso di informazioni, per incoraggiare lo sviluppo, l'implementazione, la collaborazione, l'apprendimento comune; lo scambio di esperienze, programmi, iniziative, progetti ed azioni
•
la previsione al termine del progetto di un tavolo di confronto con il coinvolgimento delle parti che hanno contribuito alla realizzazione del progetto sia fondamentale per migliorare l'efficienza nei rapporti con l'amministrazione pubblica e le imprese sia in termini di qualità che di costo
•
le forme di diffusione dei risultati siano fondamentali per rafforzare la trasparenza, la responsabilità, la partecipazione democratica da parte della società civile e di tutti i cittadini
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L’AZIONE I
12
MODALITA’ DI REALIZZAZIONE L’Azione 1 si concretizza nella realizzazione dei percorsi di inserimento lavorativo per 4 nuovi soggetti svantaggiati, che si concluderanno, entro il 31/12/2008 con un contratto di assunzione a tempo indeterminato (part-time o a tempo pieno a seconda delle caratteristiche specifiche dei nuovi inserimenti) e la loro ammissione a soci lavoratori delle cooperative. Queste nuove assunzioni sono rese possibili dall’esistenza di una serie di contatti già intrapresi nell’ambito del settore traslochi e sgomberi di appartamenti che richiedono ora, attraverso una adeguata dotazione strumentale e una apposita formazione dei nuovi assunti, la loro formalizzazione in contratti veri e propri e l’avvio dei lavori. Il settore traslochi ha incrementato notevolmente il proprio fatturato soprattutto nell’ultimo anno di operatività. Ad oggi, i servizi sono stati resi noleggiando dall’esterno gli automezzi necessari, con notevoli costi di gestione e bassissimi margini operativi. In particolare, i contatti intrapresi e lo sviluppo del settore, rendono oggi necessario dotare al struttura di un furgone e di costituire una vera e propria squadra di lavoro formata dai 4 nuovi soggetti svantaggiati, affiancati da un tutor e dal responsabile sociale degli inserimenti, dal caposquadra e dagli operatori cosiddetti “normodotati”. Particolare attenzione verrà posta alle varie fasi del percorso di inserimento lavorativo, ben dettagliate nei paragrafi successivi.
STUDIO DELLA POLITICA DI INSERIMENTO LAVORATIVO DA ADOTTARE NLLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
Grazie a decenni di esperienza sul campo, siamo convinti che il reinserimento sociale delle persone svantaggiate non può che avvenire, alla fine dei singoli percorsi di recupero, attraverso la creazione di un ponte di passaggio tra la fase terapeutica e riabilitativa e una attività lavorativa. La rete di appartenenza delle cooperative, inquadrabile, come sopra evidenziato,
nel
circuito
Anffas,
nell’Agenzia
Mediazione
al
Lavoro
specializzata
nell’accompagnamento al lavoro di soggetti disabili, nella rete consortile del Consorzio S.IR, nelle cooperative di tipo A impegnate nella fase di recupero dei soggetti disabili, nei collegamenti e nelle collaborazioni stabili con altre organizzazioni del pubblico e del privato 13
impegnate nel sociale, sono garanzia e testimonianza concreta della effettiva esistenza di questo ponte di passaggio tra la fase terapeutica e riabilitativa e l’attività lavorativa. Siamo pure convinti che l’inserimento lavorativo degli svantaggiati non sia il fine, ma il mezzo di produzione della qualità della vita. Infatti, non realizziamo l’inserimento lavorativo per far lavorare le persone svantaggiate, ma perché lavorando, molto probabilmente, vivranno meglio, e perché oggi, nella nostra cultura, chi ha un lavoro potenzia le probabilità di avere una buona qualità della vita, che si riducono di molto per coloro che un lavoro non l’hanno mai avuto o l’hanno perso. Ottenerlo significa realizzare un’azione forte ed incisiva che potenzi le probabilità che questa persona raggiunga una buona qualità della vita, una propria indipendenza, ecc. E per far ciò è necessario il più delle volte, intervenire nel delicato momento del reinserimento socioprofessionale, attraverso una rete di sostegno che riduca fortemente il rischio di esclusione sociale e promuova la piena integrazione sociale e lavorativa. L’obiettivo dell’azione 1, rimane sì quello di favorire l’occupazione di un numero sempre maggiore di soggetti svantaggiati, coerentemente con la mission originaria e con le finalità generali della cooperazione sociale, ma percorrendo la strada della promozione dell’autonomia, più che quella dell’assistenza: dobbiamo dare – ove possibile – la “canna da pesca” al posto dei “pesci”. Questa filosofia di intervento ha accompagnato nel tempo l’agire delle cooperative che, nella sua lenta ma costante evoluzione, cerca di coniugare la naturale esigenza di sviluppo con una politica di prudenza e consolidamento; di coniugare la natura imprenditoriale, che presenta connotati di volontarietà, autonomia, rischio e propensione all’innovazione, con l’obiettivo di offrire possibilità di formazione sul lavoro e occupazione stabile e remunerata
a
persone
svantaggiate.
Inoltre,
dobbiamo
affiancare
all’obiettivo
dell’integrazione stabile dei soggetti svantaggiati dentro l’impresa con quello dell’inserimento temporaneo destinato ad accrescere l’”occupabilità” di questi lavoratori, per favorirne un successivo inserimento in imprese tradizionali.
14
Questa visione porta ad un elaborato teorico che trova la sua origine nel quadro della salvaguardia e tutela della persona con disabilità di fronte all’esercizio di un diritto, quale è quello del lavoro, cercando di favorire la piena inclusione sociale operando su più livelli: il primo livello interessa la rimozione di tutti gli ostacoli, oggettivi e soggettivi, che limitano la fase di orientamento e formazione professionale delle persone con disabilità. In questa direzione la cooperativa è luogo di accoglienza e sperimentazione di percorsi di tirocinio formativo su segnalazione dei servizi territoriali pubblici e privati. La cooperativa è quindi il luogo dove, attorno al tema lavoro, si concentrano una pluralità di valori: reddito, socialità, dignità, consolidamento dell’autostima il secondo livello è relativo alla fase di inserimento vero e proprio all’interno dell’organico
delle
cooperative.
E’
la
fase
del
lavoro,
sotto
le
azioni
di
accompagnamento di un responsabile dell’inserimento lavorativo e del responsabile di squadra. Suo il compito di monitorare la fase produttiva nel rispetto delle reali capacità e dimensionando i compiti in modo adeguato e stimolante. Non da meno, il responsabile dell’inserimento lavorativo, cura gli aspetti relazionali, facilitando la comunicazione tra tutti i lavoratori impegnati in cooperativa, cura i rapporti con i servizi invianti, con la famiglia o, in sua assenza, con eventuali curatori e/o tutor, con gli enti di formazione per eventuali necessità di aggiornamento e riqualificazione un terzo livello consiste nella fase delicata di accompagnamento verso altre occasioni di lavoro esterne per tutti i lavoratori svantaggiati dotati di maggiori capacità e quindi pronti per un inserimento nel mercato ordinario del lavoro. Questa fase di inserimento evidenzia un livello di maturità delle cooperative che, facilitando un inserimento mirato e mediato, riesce a favorire il processo di inclusione della persona con disabilità nella vita civile e, contemporaneamente, libera occasioni di lavoro maggiormente protette da offrire a soggetti più deboli o ancora in fase di completamento del percorso formativo.
IL MODELLO METODOLOGICO DI INTERVENTO
A determinare qualità ed efficacia degli interventi di inserimento lavorativo che realizzeremo nel corso di quest’anno, sono la progettualità e la valutazione, ossia il poter 15
prevedere norme, procedure, prassi e metodologia di riferimento per poi agire i feed-back necessari per permettere i processi di autocorrezione e di autovalidazione. Per perseguire tale scopo dobbiamo mantenere un rapporto costante e produttivo con tutti gli interlocutori del mercato del lavoro. Naturalmente il progetto di inserimento ha senso se individualizzato, differente da persona a persona, poiché la distanza tra universo della disabilità e sistema produttivo è estremamente soggettiva, e non solo in termini quantitativi, ma soprattutto in termini qualitativi (le caratteristiche soggettive e la loro interazione con un determinato mercato del lavoro). Tale distanza non è sempre percorribile e, in questi casi, l’integrazione lavorativa può essere non auspicabile per la persona disabile. Si tratta quindi di formulare un percorso individualizzato, finalizzato a rendere il più possibile compatibile la “soggettività” della persona disabile con “ l’oggettività ” del sistema produttivo, all’interno di un progetto di vita complessivo. Attività preliminari alla stesura del progetto risultano dunque quella di orientamento, di valutazione e di presa in carico del soggetto nonché l’eventuale passaggio di documentazione e informazioni da parte del servizio inviante. Si rende poi auspicabile, per la durata di tutto il percorso, la messa in campo di azioni di supporto al lavoro, tutoring e un’eventuale periodo formazione in situazione. L’utilizzo degli strumenti della mediazione (tirocini formativi, lavorativi, corsi di supporto al lavoro, formazione in situazione) permette un aumento del “valore di mercato” economico, professionale e sociale del soggetto da inserire, la possibilità di lavorare all’interno di spazi condivisi di sperimentazione, un impatto mediato, progressivo e tranquillizzante con il sistema produttivo, dando la possibilità di adattarsi e attrezzarsi gradualmente dinanzi a questa nuova situazione. Il modello operativo utilizzato, si compone di diverse task o “pacchetti” che hanno la funzione di realizzare parti compiute di intervento. In
tutte
le
fasi
di
realizzazione
del
progetto
sono
previste
attività
di
sensibilizzazione e informazione nei confronti dei soggetti coinvolti. Gli interventi che le cooperative attivano negli diversi ambiti seguono una metodologia che procede per fasi distinte, ciascuna supportata da strumenti e materiali specifici. In tal modo è possibile rilevare e verificare in itinere efficacia e qualità dell’intervento, predisponendo un costante monitoraggio su ogni singolo passaggio del 16
processo.
Un inserimento lavorativo positivo ed efficace si realizza facendo riferimento ad alcuni principi base:
l’inserimento lavorativo rappresenta la fase conclusiva di un piano di formazione e di
orientamento predisposto per ogni soggetto disabile
l’inserimento lavorativo non si definisce sulla base di criteri esclusivamente economici, ma fa riferimento a valori e benefici indiretti (psicologici e sociali), a risorse lavorative altrimenti inutilizzate
l’inserimento lavorativo presuppone una fase di conoscenza reciproca tra il soggetto disabile e la cooperativa in modo da favorire l’obiettivo qualitativo di una “buona occupazione”
obiettivo dell’intervento di inserimento lavorativo è quello di trovare il posto giusto
alla persona giusta; si tratta dunque di predisporre interventi centrati sulle abilità e sulle effettive capacità del soggetto in rapporto ad una concreta situazione di lavoro
INSERIMENTO LAVORATIVO E INTEGRAZIONE SOCIALE NEL PROGETTO
Parlare di inserimento lavorativo disabili significa parlare di due realtà molto diverse e distanti tra loro: l’universo soggettivo della persona disabile in inserimento che richiede aiuto e protezione e, contestualmente, il sistema produttivo delle cooperative quale universo altamente oggettivo che richiede efficacia ed efficienza. Gli aspetti critici dei 4 inserimenti che andremo a realizzare, sottendono alla problematica dell’inserimento lavorativo e sono in parte connessi all’andamento attuale del sistema produttivo; il mercato del lavoro si muove verso nuove tecnologie e professioni e le occasioni di lavoro a “ basso profilo” tendono a scomparire per riapparire come nuove aree di 17
sfruttamento, inoltre i cambiamenti organizzativi sono così veloci da essere spesso impercettibili. Un altro tipo di problematiche riguarda direttamente la situazione di disabilità di 3 dei 4 soggetti in inserimento e le difficoltà che in genere l’accompagnano (autonomia, relazioni sociali, apprendimento, ecc.). Il processo di relazione tra la persona disabile e il mondo produttivo è un fenomeno complesso, che richiede da parte nostra metodo e rigore, oltre che un approccio teorico che permetta di risolvere questa antinomia. Tramite il progetto ci siamo posti il problema di costruire strumenti e modalità di comunicazione nuovi attraverso l’intervento dei servizi preposti. Per questi servizi l’avvalersi di un “sistema metodologico” diventa una condizione fondamentale al fine di realizzare inserimenti positivi per entrambi gli interlocutori (individuo da inserire e azienda ospitante). Nel progettare una metodologia che faciliti e sostenga il soggetto disabile nel suo percorso verso il lavoro, abbiamo tenuto e terremo presente che i problemi di adattamento alle regole organizzative sono spesso accompagnati e potenziati da due elementi: i disabili appartengono a “categorie”; le categorie sono dei contenitori all’interno dei quali le persone sono forzatamente inserite. Il ruolo sociale di quella persona viene così predeterminato, non dalle sue effettive caratteristiche personali e da come queste interagiscono con il mondo, ma dalla sua appartenenza ad una categoria piuttosto che ad un’altra. il valore dei disabili sul mercato del lavoro è basso: per i disabili c’è poca spendibilità sul mercato del lavoro in quanto coincidente con bassi contenuti di scolarità e formazione professionale.
All’interno di questo scenario risulta fondamentale l’intervento delle cooperative sociali per accogliere, analizzare e fornire risposte rispetto ai bisogni del disabile e alla sua integrazione sociale.
Per quanto riguarda il soggetto disabile, l’inserimento nel mercato del lavoro, quando coronato da successo, rappresenta una forte occasione di crescita relazionale e professionale nonché uno straordinario contenitore dell’identità; il riconoscimento in un 18
ruolo lavorativo implica infatti il riconoscimento di sé come parte attiva e cooperante, e dunque positiva, all’interno della comunità. La persona disabile spesso convive con l’idea diffusa che la cosiddetta normalità si è costruita su di essa, in virtù di una serie infinita di barriere, soprattutto psicologiche. La stessa idea che porta a pensare che il disabile debba condurre la propria esistenza unicamente nel circuito socio-assistenziale, sotto tutela economica e sociale.
Il lavoro è l’elemento che più di ogni altro riscatta la condizione della persona disabile in termini di autonomia, di indipendenza economica, di consapevolezza del proprio valore.
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IL PERCORSO DI INSERIMENTO LAVORATIVO: elementi di innovatività
La componente svantaggiata della cooperativa Arca di Noè è costituita da persone portatrici di handicap fisico e mentale. La componente svantaggiata della cooperativa Romano Drom è costituita da rom e sinti. La scelta dei settori produttivi è caduta su quello delle pulizie, tinteggiature, traslochi, piccole manutenzioni, portierato e custodia, in quanto non richiedono particolari competenze concettuali ma solo una certa manualità che i lavoratori delle cooperative siano in grado di sviluppare nel corso del tempo grazie alla formazione fornita dagli altri soci, da Anffas, nell’ambito delle cooperative di tipo A. La cooperativa di fatto ha impegnato tutta la compagine sociale in una intensa attività di formazione ed integrazione lavorativa di tutti i soci; ciò ha determinato un deliberato approccio prudente con i mercati di riferimento in termini di acquisizione delle commesse. Operativamente il percorso di inserimento lavorativo proposto nel progetto, si sviluppa attraverso i seguenti passaggi:
Il Soggetto Disabile:
presa in carico: raccolta di informazioni e documentazione tramite un lavoro di rete con i servizi territoriali, conoscenza del soggetto tramite colloquio
decisione circa l’inserimento ed eventuale azione orientativa
progettazione dell’intervento formativo/lavorativo
eventuale
accompagnamento
rispetto
alle
procedure
e
alla
documentazione
per
l’avviamento al lavoro e la certificazione di invalidità
attivazione del percorso e affiancamento di un tutor per tutta la durata del percorso di inserimento
costante collaborazione con le famiglie, fornendo indicazioni e sostegno in caso di eventuali problematiche e interventi nell’ambito della residenzialità, della riabilitazione, del supporto psicologico alla persona (attraverso la rete delle cooperative aderenti al consorzio S.IR e i servizi legati alla rete Anffas)
costante collaborazione con le reti di sostegno e i servizi di riferimento
eventuale realizzazione di tirocini socializzanti
costante tutoring e follow-up (monitoraggio costante dei percorsi di tirocinio, postassunzione, verifica in itinere, risoluzione di eventuali problemi) 20
eventuale azione orientativa verso possibili percorsi formativi di riqualificazione professionale (promozione e collaborazione)
eventuale predisposizione di corsi di supporto al lavoro: verifica della motivazione e del proprio ruolo lavorativo, consolidamento delle autonomie e dell’integrazione sociale (in collaborazione con l’Agenzia Mediazione Lavoro)
verifica finale del percorso di inserimento al lavoro
organizzazione e gestione di corsi di orientamento al lavoro di breve durata (in collaborazione con l’Agenzia Mediazione Lavoro)
follow-up (verifica situazioni di disagio per lavoratori già inseriti in azienda) (in collaborazione con l’Agenzia Mediazione Lavoro)
L’Intervento per l’inserimento lavorativo per i quattro soggetti svantaggiati in inserimento con il progetto:
attività
strumenti
Documenti presenti
1. Fase di RICERCA E ANALISI 1.1
Contatto
ente
inviante/o da altro
segnalazioni
da
parte
di Relazioni enti invianti per
interlocutori terzi
tutti e 4 i soggetti in
contatti privati
inserimento
collaborazione con SIL
Allegato n.1
richiesta diretta da parte dei servizi sociali
1.2
Analisi del caso
Criteri di riferimento per la Allegato n.2 scelta:
dislocazione sul territorio e accessibilità
organizzazione interna del lavoro
ciclo
produttivo
e
21
adeguatezza delle mansioni
1.3
clima aziendale
Identificazione
colloquio con capisquadra
postazioni idonee
colloquio
con
referenti
operativi 1.4
Segnalazione soggetti
valutazione documentazione di presentazione del caso da Allegato n.3 parte
dei
tutor
e
del
responsabile sociale 1.5
Analisi
soggetto
e
colloqui
individuali
con
il
candidato
decisione
verifica percorsi precedenti
verifica
Certificazione
di
invalidità
colloquio con la famiglia
2. Fase di PROGETTAZIONE 2.1
Predisposizione
stesura
del
progetto
di
programma
di inserimento lavorativo mirante
inserimento
al conseguimento degli obiettivi occupazionali:
modalità per l’inserimento
tempi di realizzazione
mansione
orario
tutor
conduzione/verifica
del
percorso
eventuali
percorsi
di
formazione e supporto
22
2.2
Avvio del programma di Predisposizione inserimento
di
possibili
percorsi: tirocinio
formativo
finalizzato all’assunzione
tirocinio
lavorativo
finalizzato all’assunzione (con SFL)
borsa
lavoro
finalizzata
all’assunzione (con SFL/SIL) 2.5
Predisposizione eventuale
percorso
preparazione materiale supporto
formativo
per
il
di
Modello Calendario
percorso Allegato n.6
formativo Modello Fogli Firma Allegato n.7
3. Fase OPERATIVA 3.1
Avviamento lavoro
accompagnamento
del
soggetto svantaggiato 3.2
Tutoring
colloqui con tutors aziendali
incontri di verifica
colloqui con il soggetto in inserimento per rielaborare l’esperienza e le eventuali difficoltà
3.3
Verifica tirocinio/periodo
finale di
stesura osservativa
di
una
griglia Griglia di osservazione
Allegato n.8
lavoro Modello di relazione finale Allegato n.9
23
4. Fase di VALUTAZIONE 4.1
Verifica
conclusiva
valutazione
e
fattibilità
dell’assunzione
valutazione del tutor valutazione
finale
del
responsabile
sociale
per
definizione
del
possibile
inserimento
5. Fase di SUPPORTO 5.1
Accompagnamento avviamento
e della
Certificazione
dello stato Modulistica
d’invalidità
persona disabile verso
(Servizio
Sociale/ASL)
il lavoro 5.2
Accompagnamento all’assunzione
Accompagnamento firma
del
contratto
alla di
assunzione
IL GRUPPO OPERATIVO
La figura professionale specifica che opera nell’ambito dell’inserimento lavorativo disabili si definisce come responsabile sociale degli inserimenti, in grado di trasformare la necessità di lavoro della persona disabile in un progetto di inserimento. Compito del responsabile è quindi la ricerca di opportunità, di collegamenti istituzionali, di progettazione degli strumenti operativi. Il responsabile agisce confrontandosi con l’équipe di lavoro circa obiettivi, competenze, opinioni, nonché verificando il proprio intervento attraverso il confronto, sviluppando insieme nuove strategie. Naturalmente la progettualità del responsabile poggia su un mandato sociale, sostenuto a livello politico-istituzionale.
Ogni componente partecipa attivamente ai momenti strategici, operativi e formativi che costituiscono le fondamenta della professionalità dei processi di inserimento. 24
L’équipe di lavoro sarà composta da:
1 Responsabile sociale degli inserimenti lavorativi si occupa della programmazione e della gestione dei percorsi di inserimento lavorativo e dell’attivazione di possibili tirocini e borse lavoro, dei rapporti con le Istituzioni, con le Associazioni di Categoria e Associazioni Sindacali, propone la partecipazione dei soggetti disabili a corsi interni/esterni di aggiornamento, corsi FSE orientati su figure emergenti nel mercato del lavoro.
2 Tutors si occupano della gestione dei percorsi di inserimento lavorativo (tutoring, verifiche, ecc.), nonché dei rapporti con il responsabile sociale. Il tutor è quindi quella figura referente che lavora allo scopo di valorizzare il percorso di apprendimento in alternanza, mantenendo un costante collegamento con il responsabile sociale. Inoltre il tutor ha il compito di esprimere le proprie valutazioni sulle competenze acquisite da parte della persona in inserimento, confrontandosi con il responsabile sociale, secondo modalità concordate nella fase iniziale del percorso. Gli eventuali insegnanti della Formazione Professionale rappresentano una risorsa importante nel percorso formativo, in quanto intervengono nella definizione del progetto individuale dell’allievo: possono intervenire quale supporto all’attività di monitoraggio mentre hanno una parte decisamente significativa nella stesura e nella definizione degli obiettivi formativi, rilevando, attraverso le attività didattiche, le capacità dell’allievo e la sua maturazione personale. Il tutor si occupa di verificare la fattibilità del percorso, individuando la postazione più rispondente alle caratteristiche richieste, ecc. Inoltre il tutor mantiene una costante supervisione dell’andamento del percorso.
Operatori dei servizi invianti Si occupano della predisposizione dei percorsi di inserimento lavorativo e dei momenti di verifica insieme al responsabile degli inserimenti 25
Consulenti che intervengono su esigenze di progetto: assistente sociale psicologo neurologo job coach (“allenatore” o istruttore ) esperto in dinamiche organizzative/riorganizzative
COORDINATORE COOPERATIVA
TUTORS
OPERATORI
DEI DIVERSI SETTORI
SERVIZI INVIANTI
RESPONSABILE SOCIALE
CONSULENTI ESTERNI La collaborazione con il mondo del lavoro su progetti di tirocinio e inserimento comporta che il responsabile sociale sappia avvicinare le persone disabili in termini di progetto di vita e di assegnazione di ruolo sociale attivo. In sintesi, le conoscenze e le competenze che le figure professionali operative all’interno delle cooperative devono possedere riguardano i due ambiti primari di intervento: verso il sistema produttivo: . conoscenze sull’organizzazione del lavoro . conoscenze sull’organizzazione della cooperativa 26
. competenze in riferimento alla legislazione vigente in materia di lavoro . capacità di analisi del ruolo e del compito . capacità di comunicazione e negoziazione . capacità di gestire relazioni con i servizi invianti . capacità di gestire relazioni con le agenzie e soggetti collettivi del mercato del lavoro, imprenditori, sindacalisti, amministratori
verso il disabile: . conoscenze base sulla psicologia dell’handicap . competenze in riferimento alla legislazione vigente in materia di handicap . capacità di impostare e gestire relazioni con il disabile . capacità di gestire responsabilità sulla presa in carico e sulla valutazione
TIROCINI FORMATIVI, TIROCINI LAVORATIVI E BORSE LAVORO dobbiamo predisporre percorsi di alternanza formazione-lavoro stipulando apposite convenzioni di tirocinio e borse lavoro in linea con il Pacchetto Treu art. 18 “…Al fine di
realizzare momenti di alternanza scuola-lavoro nell’ambito dei processi formativi e di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro, sono promossi tirocini formativi e di orientamento a favore di soggetti che abbiano già assolto l’obbligo scolastico” (Circolare Ministeriale del 09/04/98), nonché attiva accordi e rapporti con i servizi del territorio preposti all’integrazione lavorativa. I tirocini costituiscono infatti una delle tappe fondamentali dell’iter formativo, in quanto forniscono all’allievo una verifica degli apprendimenti raggiunti e la possibilità di acquisire nuove abilità che solo una situazione lavorativa diretta è in grado di fornire. Per
favorire
la
buona
riuscita
delle
esperienze
sono
previste
azioni
di
accompagnamento e monitoraggio, prima, durante e dopo l’inserimento, contatti con i referenti dei servizi, nonché relazioni osservative circa lo sviluppo del percorso in atto, garantite dalla presenza costante di tutors specializzati.
27
I tirocini vengono svolti sulla base di apposite convenzioni, alle quali vengono allegati i progetti formativi e di orientamento per ciascun tirocinante contenenti: •
Obiettivi e modalità di svolgimento del tirocinio
•
Nominativi dei tutors aziendali e formativi
•
Durata e periodo di svolgimento del tirocinio
•
Settore aziendale di inserimento e mansioni di riferimento
I tirocini formativi non costituiscono rapporto di lavoro e pertanto non possono prevedere alcun tipo di remunerazione.
Contrariamente, i tirocini lavorativi e le borse lavoro, pur assimilando le stesse caratteristiche procedurali del tirocinio formativo in quanto a modalità esecutive e di realizzazione, prevedono un rimborso al tirocinante ed eventualmente anche all’azienda. Per 2 dei 4 nuovi soggetti in inserimento sono in fase di attivazione dei tirocini lavorativi.
28
L’AZIONE II
29
MODALITA’ DI REALIZZAZIONE
Le cooperative devono attuare uno specifico intervento, al fine di promuovere innovazioni e miglioramenti produttivi e qualitativi nei servizi già erogati. In concreto, la cooperativa sta operando per un rilancio complessivo dell’area traslochi, attraverso un progetto di sviluppo complessivo che prevede il rafforzamento delle risorse umane e l’adozione di opportune misure e procedure di marketing strategico. Gli obiettivi di questo progetto saranno, in un primo momento: lavorare in termini promozionali e di marketing, attraverso un’attività di diagnosi e analisi, la realizzazione di una ricerca sui segmenti di mercato da penetrare e quindi attraverso un’attività anche di ricerca e di intervento all’interno delle aree territoriali dove si intende aprire e/o sviluppare questo servizio, nonché attraverso la costruzione del sito internet
acquisire know how, oltre a quello che siamo in grado di sviluppare al nostro interno, anche attraverso partnership, soprattutto per le parti di lavoro un po’ più complesse.
SCHEMATIZZANDO:
AZIONE 2
ATTIVITA’ PREVISTE
A T TI VI T A ’ pro mo zion a li e di ma rk e tin g / infor ma ti z z azi on e
TEMPISTICA
01/01/2008
CONTENUTI diagnosi e analisi del potenziale territoriale, realizzazione di una ricerca sui segmenti di mercato da penetrare, attività di ricerca e di intervento all’interno delle aree territoriali dove si intende aprire e/o sviluppare i servizi di tinteggiature e traslochi, costruzione del sito internet
rafforzamento delle risorse umane svantaggiate e non (tutor, 30
Acquisizione di
15/04/2008
responsabile sociale, interne alle cooperative
operatori)
know how
Occorre oggi pensare di proporre nuovi strumenti e modi di interpretare i servizi da offrire, con maggiore flessibilità. Esistono, infatti, nuovi bisogni, ma anche maggiore competitività, e questo richiede una maggiore progettualità, forse anche una maggiore diversificazione dei servizi sui territori e, diciamo così, uno sviluppo maggiore di servizi innovativi, consolidando la nostra offerta. Cosa è stato realizzato fino ad ora? Innanzitutto supporti progettuali per i servizi. La costruzione di un modello gestionale specifico dei nuovi servizi, per evidenziare cosa è possibile offrire ”in più” rispetto alla concorrenza, in termini di qualità, prezzo, diversificazione, obiettivi etici, sviluppo del territorio. La cooperativa può offrire qualcosa in più degli altri, trovare partner commerciali e finanziari per competere nel mercato. La prima attività si è concentrata non solo sullo sviluppo della cooperativa, ma
anche
nell’aumento degli sbocchi occupazionali delle persone svantaggiate al termine dei percorsi formativi/riabilitativi. Nel tempo il progetto si è riempito di contenuti e oggi gli obiettivi sono più articolati rispetto all'inizio. Infatti, a questi si sono aggiunti la volontà di crescere sul piano istituzionale e progettuale, di affermarci come soggetti di politica attiva del lavoro, di rafforzare il rapporto tra cooperative di tipo a) e tipo b). I risultati finora raggiunti sono assolutamente positivi, le azioni di sviluppo hanno effettivamente portato alla apertura di nuovi e proficui rapporti di collaborazione, il rapporto con l’Agenzia del Lavoro è improntato alla partnership, svolgiamo funzioni di monitoraggio e verifiche aziendali, si è favorito lo sviluppo della funzione dirigente e della funzione commerciale, oltre a quella sociale. Gli impegni futuri sono quelli di qualificarsi ancora meglio rispetto alle politiche attive del lavoro e quindi sviluppare nuovi servizi, di consolidare il mercato della cooperativa sociale, di diversificare le attività.
31
ATTIVITA’ promozionali e di marke ting che stiamo già realizzando Passi avviati
L'obiettivo al quale ad oggi stiamo lavorando, è quello di dare una struttura stabile e coordinata alle attività di commercializzazione e di marketing, attualmente sporadiche oltre che di ridotte entità. Questa parte di attività viene realizzata senza il contributo del progetto, ma attraverso risorse interne alla cooperativa.
Il mercato dei traslochi e delle tinteggiature e piccole manutenzioni, dove storicamente operano una moltitudine di Piccole e Medie Imprese, è caratterizzato da numerosi fenomeni di turbolenza economica e da un’alta competitività globale. In questa situazione, riteniamo che in qualità di imprenditori non possiamo agire efficacemente, prescindendo dalla disponibilità di un preciso Piano Di Marketing (P.D.M.) che contempli strategie ed azioni adatte al suo efficace conseguimento. Stiamo già lavorando alla realizzazione di uno strumento strategico, che ci consenta di operare proficuamente all’interno del proprio mercato di riferimento, attraverso una direzione tecnica precisa, che ci consenta di scegliere a chi vendere, che cosa vendere, come vendere, programmando le azioni conseguenti, perseguendo la realizzazione di utili sufficienti e necessarie alla soddisfazione dei bisogni del cliente e degli stakeholder. Il nostro Piano di Marketing consiste nell’attuazione logica di 4 fasi: 1.Analisi 2.Pianificazione 3.Realizzazione 4.Controllo A monte del P.D.M. abbiamo ritenuto indispensabile come Imprenditori perseguire la propria Mission, traducibile come “filosofia ed attuazione” di un progetto imprenditoriale volto al sociale. Il nostro intervento è iniziato con l’effettuazione di un’analisi generale, che porti a mettere per iscritto una pianificazione a medio termine degli obiettivi aziendali e dei traguardi da 32
superare, passando alla realizzazione pratica, nel rispetto del budget predeterminato e dei programmi/piani attuativi, i quali vengono sottoposti ad un controllo (mensile o trimestrale) che funziona da feed-back (risposta di ritorno o retroazione) che va a correggere, laddove necessario, i traguardi, i piani attuativi e loro relativi budget. La realizzazione di questo processo sta’ agendo attraverso l’ottimizzazione dei 4 fattori, che sono: •
Servizio
•
Prezzo/Qualità
•
Promozione/Immagine
•
Rapporto con il Cliente/Fidelizzazione
•
Posizionamento
SCHEMATIZZANDO:
33
34
ATTIVITA’ promozionali e di marke ting / informatizzazione
Attraverso il progetto, intendiamo, invece, lavorare sulla Comunicazione Istituzionale appartenente più specificatamente all'area divulgativa, laddove l'azienda pubblicizza se stessa, i propri servizi, i propri valori interni ed esterni, cioé verso il pubblico (cliente, utente) attraverso varie attività. In particolare intendiamo agire sulle attività di pubblicità su carta stampata, attraverso la elaborazione e la diffusione di una brochure, e sulla comunicazione informatica attraverso la costruzione di un sito Internet dedicato alla cooperativa. Si tratta di attività entrambe finalizzate alla produzione di feedback economico. Relativamente ad Internet:
Come intendiamo sviluppare e promuovere la nostra attività su internet
Sviluppare il sito (progetto) Migliorare costantemente il sito (cooperativa) Check-up periodico (cooperativa)
Sappiamo che nel "grande oceano" di Internet é spesso molto difficile orientarsi, specie per una PMI, Ci siamo affidati alla consulenza del consorzio S.iR, perché certi che per avere un buon sito web i grandi investimenti non sempre sono indispensabili. Soprattutto, siamo convinti che la nostra attività può fare un salto di qualità grazie ad un sito di qualità: una soluzione per il web aderente alle esigenze della nostra impresa sociale, efficiente e gestibile, evitando soluzioni “a scatola chiusa” che diventano rapidamente obsolete Per questo il progetto e la realizzazione del sito aziendale seguono precise linee guida e si svolgono attraverso 5 fasi successive: 1. Fase preliminare
La prima fase é cruciale: prevede lo studio delle esigenze della cooperativa e delle aspettative, cercando di capire a fondo quali sono gli obiettivi dell'azienda; contemporaneamente prevede la raccolta e l’esame tutti i materiali (contenuti, testi, immagini).
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Abbiamo stabilito assieme al consorzio il budget e il numero di pagine complessivo.
2. Fase di progetto
Questa fase è finalizzata alla realizzazione del documento di progetto che contiene: • mappa delle pagine del sito • preview delle pagine principali • progetto della home page 3. Fase esecutiva
In base alle indicazioni e ai materiali raccolti durante le 2 fasi precedenti, si passa allo sviluppo esecutivo delle pagine del sito. 4. Fase di valutazione/collaudo
Il sito viene pubblicato in “preview” (anteprima). E’ possibile richiedere ulteriori adattamenti, nell’ambito dello schema concordato. 5. Fase di rilascio
Si conclude il lavoro di ottimizzazione delle pagine effettuare la registrazione nei motori di ricerca, che verranno scelti in base ai contenuti e alla/alle lingue del sito. Il sito é pronto per essere visitato. Vogliamo che il nostro sia un sito di successo: uno dei più importanti criteri di successo del sito web di una PMI è un elevato numero di visitatori. La maggior parte degli utenti giungono al sito con il tramite dei motori di ricerca, che indicizzano solo i siti con una serie di caratteristiche specifiche. I motori di ricerca usano meccanismi totalmente automatici per leggere le pagine del sito: NON notano dunque se la grafica è molto curata, ma si limitano ad indicizzare i contenuti (il testo ed altro).
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Essere presenti nei motori di ricerca rimane il più economico ed efficace dei sistemi per farsi promozione sul web. E’ dunque inutile basare il sito su animazioni ed effetti speciali mirabolanti, anzi può essere controproducente! E’ necessario invece concentrarsi anzitutto sui contenuti e quindi sulle altre caratteristiche specifiche che i motori “vedono”. Tali caratteristiche non sono spesso "visibili" e possono variare da un motore all’altro. Questi stessi contenuti saranno riportati su carta stampata, attraverso la elaborazione e la stampa di una brochure. La progettazione e la stampa verranno eseguite dalla cooperativa Spazio Aperto.
ACQUISIZIONE DI KNOW HOW
Questo rafforzamento delle risorse umane svantaggiate e, in parte non svantaggiate, interne alla cooperativa, sarà attuato attraverso un adeguato percorso formativo, che alternerà momenti di lezione teorica frontale a momenti di coinvolgimento diretto on job dove sperimentare esercitazioni e simulate inerenti la gestione del ruolo, dei conflitti, la capacità di scelta etc. Il valore che riconosciamo alla formazione è strettamente legato alla centralità che occupano le risorse umane all’interno della nostra organizzazione. La formazione si orienta nel garantire sia momenti di autoformazione interna, che percorsi formativi condotti da docenti specializzati nel settore dei servizi e dei progetti di inserimento per disabili. In particolare, nel pianificare l’aggiornamento e la formazione dei propri lavoratori svantaggiati e del personale direttamente in contatto e impegnato nei percorsi di inserimento, facciamo riferimento al settore CFP ANFFAS Milano Onlus. L’autoformazione è invece sostenuta attraverso la programmazione di momenti di confronto e scambio teorico-pratico su temi inerenti il lavoro e la progettazione. Viene anche incentivata la partecipazione dei lavoratori a convegni o stage formativi congrui con la natura stessa del servizio.
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Rispetto a quanto affermato fino ad ora, aggiungiamo chela formazione che realizzeremo attraverso il progetto ha una precisa funzione strategica ed evolutiva dell’impresa sociale nel suo complesso, in quanto:
• fa leva sull’apprendimento generativo e riesce perciò a produrre e ad anticipare i cambiamenti, a prevederne gli sviluppi • esalta il criterio delle organizzazioni che apprendono • promuove e sostiene lo sviluppo organizzativo • si organizza e funziona come un laboratorio delle conoscenze e dell’innovazione • promuove la giusta sintesi tra il saper essere imprenditori sociali e il saper fare Impresa Sociale.
Inoltre vengono riconosciuti al percorso formativo i seguenti compiti funzionali: funzione preventiva/innovativa - aumento di competenza dei soggetti rispetto ai cambiamenti desiderati funzione di sostegno - sostegno e supporto alla soluzione per problemi di tipo organizzativo funzione riparativa - colmare mancanze o carenze relative alle capacità professionali.
Il corso di formazione prevederà in totale cinque diversi moduli: 1) Modulo sull’organizzazione aziendale - Definizione di organizzazione e suo rapporto con il contesto territoriale - La cooperazione sociale - Ruoli all’interno della cooperativa - Il socio lavoratore 2) Modulo sull’organizzazione del lavoro - I fattori in gioco nell’organizzazione del lavoro - I processi di lavoro - Il gruppo, il suo funzionamento e le sue fasi - La comunicazione nel gruppo - I comportamenti relazionali (assertivo, aggressivo, passivo)
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3) Modulo su il lavoro e l’inclusione sociale delle donne (aperto a tutti i soci) - Parità tra donne e uomini - Strategie di conciliazione di lavoro e famiglia:le possibilità offerte dalla normativa - La presa di coscienza dei diritti delle donne 4) Modulo sulle tecniche di ricerca del lavoro; - Tecnica di lettura ed analisi delle offerte di lavoro - Il Curriculum Vitae, la lettera di accompagnamento e di autocandidatura e l’annuncio - Conoscenza delle tipologie di colloquio di selezione: struttura e fasi del colloquio di selezione - Conoscenza degli strumenti per l’autovalorizzazione 5) Il servizio di trasporto - Tempi e modalità di svolgimento dei lavori - Tecniche di trasporto - Servizio e qualità
Monte Ore Tenuto conto dei contenuti e degli obiettivi della formazione sono ipotizzate 20 giornate di 4 ore per circa 80 ore di intervento La Metodologia adottata La metodologia utilizzata sarà la lezione d'aula con l'utilizzo della strumentazione didattica a disposizione. Verranno poi svolte esercitazioni pratiche con simulazione di ruolo Obiettivi del percorso formativo: •
collocazione del proprio operato nella prospettiva del decentramento di compiti e responsabilità
•
stimolo verso la professionalità e il lavoro di equipe che consente il raggiungimento degli obiettivi attraverso la sperimentazione
•
stimolo all'utilizzo della relazione inter-personale come strumento operativo
•
confronto sulle premesse alla assunzione del ruolo di socio lavoratore
•
l'operatore nel triangolo delle relazioni tra disabile, famiglia e istituzione committente
•
progettazione e verifica in équipe: strumenti e metodologia
•
acquisizione di maggiori competenze tecniche e operative
•
sensibilizzazione sulle tematiche legate alle pari opportunità
•
condivisione della filosofia generale del lavoro della cooperativa e possedere le
39
competenze necessarie a garantire una maggiore disponibilità di persone che acquisiscano funzioni di coordinamento e ruoli di responsabilità RISULTATI PREVISTI Dare sostegno alle risorse umane vuol dire anche garantire un miglioramento rispetto ai rapporti funzionali, operativi e contrattuali con gli enti pubblici e non, grazie alla qualificazione e integrazione maggiore dei nostri lavoratori in cooperativa e nei servizi. Indubbiamente si è sicuramente migliorata e migliorerà ulteriormente grazie al progetto formativo, l’autonomia progettuale perché si è passati da una prestazione di manodopera a una gestione del caso. Quindi il passaggio dal punto di vista dei contenuti del servizio cruciale è stato proprio questo, non più fornire manodopera, ma inventare un servizio che nasce dalla possibilità di un coordinamento maggiore, un coordinamento tecnico-organizzativo migliore, a partire fin dall’affidamento complessivamente del caso.
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Collaborazioni e Protocolli
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COLLABORAZIONI E PARTENARIATI CON SOGGETTI OPERANTI IN MATERIA DI INSERIMENTO LAVORATIVO
Il modello adottato per realizzare i percorsi di inserimento lavorativo , è ideato – come si evince dalla descrizione del percorso sopra illustrata - come sistema integrato di azioni che opera in rete con tutti i soggetti sotto citati, coinvolgendo nell’azione gli attori chiave in tema di inserimento lavorativo delle persone disabili nel proprio territorio di riferimento. In particolare:
A)
L’ASSOCIAZIONE “ANFFAS MILANO” L’Associazione ANFFAS Milano offre sul territorio cittadino, in collaborazione con enti locali, con altri enti o con risorse proprie, una rete di servizi volti alla promozione sociale e
all’integrazione lavorativa, dislocata capillarmente, in grado di rispondere in modo differenziato e mirato alle diverse tipologie di handicap intellettivo, lungo l’intero arco di vita della persona disabile. Inol tr e, svo lg e u na cos t an te op er a di sensi bili z z a zione s oci a le e c ul t ur al e sui te mi re l a tivi al l a d is abi lit à in te l le tti va .
B)
IL CFP DI VIA SATTA E LO SFA DI VIA MANTEGAZZA Il CFP rivolge la sua attività ad allievi che necessitano di percorsi formativi finalizzati
all’inserimento lavorativo o al mantenimento della postazione lavorativa. Obiettivi primari e qualificanti del suo intervento sono in sintesi: l’acquisizione di abilità professionali di base, lo sviluppo di abilità trasversali indispensabili nel contesto lavorativo, la promozione e il consolidamento di comportamenti autonomi sia nella gestione della propria persona che nell’interazione socio-ambientale. La Formazione Professionale Anffas per soggetti disabili si caratterizza come peculiare, in quanto offre un intervento individualizzato e finalizzato alla crescita globale della persona.
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C)
Il Servizio per l’Inserimento Lavoro Disabili DELL’AGENZIA MEDIAZIONE
LAVORO di Via Satta Il Modello Agenzia Mediazione Lavoro nasce nel 1988 sulla spinta delle esperienze maturate, all’interno del Centro di Formazione Professionale Anffas “Cascina Biblioteca”, per quanto riguarda la gestione degli allievi con disabilità intellettiva di grado medio - lieve e il loro ingresso nel mercato del lavoro. Il Modello stesso è stato inserito come caso di studio e analisi all’interno di tesi universitarie su Handicap e Imprese e di percorsi post-diploma. L’inserimento al lavoro di una persona disabile si configura come incontro tra due “complessità” non sempre conciliabili. Per questo motivo AML promuove una specifica metodologia della mediazione, in quanto il suo intervento si colloca in quell’area, in quello spazio vuoto, che viene a crearsi tra
l’universo della disabilità e il sistema produttivo. Obiettivo della attività di mediazione è quindi la diminuzione della distanza tra le diverse esigenze al fine di favorire un incontro proficuo fra i soggetti coinvolti. Dal 1988, Aml ha attivato più di 500 tirocini, finalizzando circa 100 inserimenti lavorativi stabili e ha partecipato attivamente ai tavoli di lavoro istituzionali sulla riforma della legge 482/68. Nel 1994/96 ha partecipato a Helios II, promosso dalla Commissione Europea nel settore
integrazione
economica
di
persone
disabili
A
sostegno
della
collaborazione con le aziende fornisce chiarimenti in merito alle normative e alle pratiche relative alle azioni di convenzionamento con gli Uffici Competenti della Provincia; inoltre progetta e gestisce percorsi di formazione rivolti a responsabili aziendali e tutors interni.
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D)
IL CONSORZIO S.IR E LE COOPERATIVE AD ESSO ADERENTI
Il consorzio S.IR e le cooperative ad esso aderenti, perseguono l’interesse della comunità attraverso il sostegno e il coordinamento in rete delle cooperative socie e la loro integrazione con soggetti pubblici e privati, soci e non. In questo contesto, l’azione delle nostre imprese intende sviluppare, da un lato, l’elaborazione di interventi innovativi e complessi nei servizi alla persona e, dall’altro, attività produttive e di servizi utili a generare occupazione rivolta alle fasce deboli del mercato del lavoro, cercando di valorizzare i loro sforzi per trarne il miglior risultato possibile.
E)
LE COLLABORAZIONI CON LE AZIENDE E LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
Attraverso AML, instaurare una serie di rapporti con il privato profit e con le associazioni di categoria. In particolare in questi anni di operatività, abbiamo elaborato programmi per percorsi di inserimento lavorativo individuando i soggetti più idonei all’ipotesi di inserimento all’esterno fra quelli in carico alla cooperativa.
F)
IL SERVIZIO FORMAZIONE LAVORO DEL COMUNE DI MILANO
Il Servizio Formazione Lavoro del Comune di Milano è in contatto con le cooperative in quanto tramite AML, il CFP Anffas ha perfezionato un contratto di Convenzionamento annuale nel quale è prevista la presa in carico di 12 soggetti disabili intellettivi provenienti dall’ufficio stesso; tali soggetti possono essere avviati da AML verso un percorso formativo o verso un percorso lavorativo. La valutazione circa tale percorso viene effettuata da un operatore AML, che interviene con gli stessi strumenti valutativi (colloqui individuali, schede analitiche…) utilizzati dai tutors formativi, in collaborazione con il responsabile sociale.
44
G)
LA RETE SOCIALE
La rete sociale, risulta essere: da un lato, un canale di possibile provenienza di utenza “esterna” - invii da CFP diversi da quello Anffas, dal SIL, da altre Cooperative, ecc. , dall’altro gli interlocutori, in una rete di integrazione tra servizi diversi, con cui condividere ed agire per una meta comune.
H)
LA RETE INFORMALE
La rete informale si sviluppa tramite la conoscenza diretta di cittadini disabili o delle loro famigli); in questi casi il contatto è telefonico e le eventuali procedure di presa in carico seguono i percorsi sopra citati.
CAPACITA’ E GRADO DI COINVOLGIMENTO E INTEGRAZIONE CON SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI
collaborare direttamente o indirettamente anche con i seguenti soggetti:
Settore Economia e Lavoro della Provincia di Milano, Centri per l’Impiego, Uffici del Collocamento obbligatorio
Spazi di relazione per lo sviluppo locale di Quarto Oggiaro
Agenzia per il Lavoro Regione Lombardia
Segreteria del “Coordinamento dei SIL Milano e provincia”
Servizi Sociali Territoriali, Servizi per l’Integrazione Lavorativa (SIL), Centri di Formazione Professionale e Centri Lavoro
Associazioni Industriali di categoria, Consorzi di Cooperative sociali, O.O.S.S (Uffici di Politiche Sociali e Referenti del Mercato del Lavoro)
Inoltre partecipa ad eventi seminariali e convegni su argomenti relativi allo sviluppo del tema dell’inserimento al lavoro disabili e delle normative ad esso riferite
Prospettive di sviluppo dei settori
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Le Cooperative potranno svilupparsi nella misura in cui sapranno tenere assieme la propria capacità di impresa, l’attenzione allo scopo statutario, la formazione del proprio personale, l’adattabilità e la capacità di penetrazione del mercato che subisce continui cambiamenti, la ricerca e la cura del volontariato.
In particolare la grande sfida che ci poniamo è
l’implementazione della nostra capacità di proporci all’Ente pubblico, che presuppone investimenti rilevanti in termini di qualità, programmazione, controllo e contenuti vincenti.
GLI ASPETTI DISTINTIVI DEI SERVIZI OFFERTI I servizi offerti si posizionano su una fascia di mercato medio-bassa, che richiedono però precisione e standard alti rispetto alla qualità del servizio offerto e delle materie prime utilizzate. Il valore aggiunto sociale dei servizi, inoltre, consente un posizionamento particolare sul mercato, perché permette di inserirsi in una nicchia di riferimento che offre prospettive di sviluppo interessanti. La
cooperativa
adotta
una
metodologia
operativa
che
presenta
le
seguenti
caratteristiche tipiche:
la programmazione dei lavori è costruita a partire dall’analisi dei bisogni e delle risorse del soggetto, attraverso la predisposizione di lavori individualizzati;
l’erogazione dei servizi mira al consolidamento e al potenziamento dei rapporti di lavoro già instaurati, da un lato fornendo risposte adeguate alle loro richieste, dall’altro accreditandosi quale soggetto capace di offrire servizi di alta qualità che rispondono a bisogni specifici creando risposte adeguate, tempestive ed innovative;
la cooperativa realizza l’obiettivo di radicarsi sul territorio; il radicamento è visto come un’opportunità per il conseguimento di quell’inserimento nella comunità locale che si reputa strumentale per il raggiungimento di una maggiore autonomia imprenditoriale;
realizza iniziative formative di aggiornamento e riqualificazione del personale, per mantenere il livello di preparazione del proprio personale costantemente adeguato ai cambiamenti di mercato;
verifica costantemente il grado di raggiungimento degli obiettivi prefissati, valutando i percorsi ed attivando eventuali azioni di modifica o correzione.
L’OFFERTA ESISTENTE 46
L’offerta attualmente presente sul mercato, è molto variegata per quanto concerne i servizi di basso profilo. Questa è la motivazione che ha indotto la cooperativa ad effettuare notevoli investimenti in formazione nei suoi primi anni di attività.
I CLIENTI I clienti si identificano essenzialmente in aziende private, locali e nazionali, appartenenti sia al profit che al terzo settore. In particolare, sopratutto nei primi anni di attività, la cooperativa è stata sostenuta dalla propria rete di appartenenza: il circuito Anffas, il consorzio S.iR e le cooperative ad esso appartenenti, alcune aziende private. Tra i potenziali clienti vanno comunque annoverati anche gli enti pubblici e privati locali di qualsivoglia dimensione. La diversificazione territoriale e qualitativa dei clienti del settore, costituisce uno dei punti di forza della cooperativa. Naturalmente trattandosi di servizi su commessa, non è possibile identificare a priori una specifica categoria di acquirenti. I clienti finora individuati hanno mostrato di apprezzare particolarmente la qualità e la professionalità insita nei servizi offerti dalla cooperativa e ciò ha permesso di avviare un processo di fidelizzazione della clientela, che ha avviato una virtuosa spirale produttivocommerciale.
I PREZZI In merito ai criteri di fissazione dei prezzi, si è fatto riferimento al metodo del full costing, cui è stato aggiunto un ricarico che ha tenuto conto dell’elasticità della domanda di riferimento e della pressione della concorrenza. Si è cercato altresì di attuare un delicato equilibrio tra i maggiori costi di produzione legati alla bassa produttività della componente svantaggiata e l’esigenza di mantenere comunque un buon rapporto qualità-prezzo. Da un’indagine effettuata in loco dagli operatori della cooperativa risulta che i prezzi praticati dalla concorrenza siano a volte “molto bassi”, evidenziando un mercato in nero soprattutto nelle attività di pulizie, tinteggiature e piccole manutenzioni. Offriamo prezzi di vendita leggermente più elevati se paragonati alla media del settore locale. Le motivazioni insite nel maggior prezzo di vendita sono legate al “costo sociale” 47
dell’iniziativa, in quanto nel prodotto è inserito anche il valore sociale di produzione legato alla minore produttività dei soggetti svantaggiati, solo parzialmente compensata dall’inferiore incidenza degli oneri sociali. LA VERIFICA INTERNA ED IL CONTROLLO DEI RISULTATI Elementi indispensabili per un’adeguata strutturazione del ciclo progettuale, sono la verifica e il controllo dei risultati, in quanto: •
fanno prestare costante attenzione al monitoraggio dei percorsi attivati e all’individuazione dei conseguimenti dei risultati
•
divengono strumenti di indagine e riflessione circa la rispondenza delle finalità, degli obiettivi, dei contenuti del singolo progetto e quindi la possibilità di individuare e controllare i risultati
•
stimolano costante apertura all’aggiornamento delle strategie di intervento
•
divengono momento di condivisione e costruzione di significato con i soci lavoratori
Verifiche periodiche e finali E’
nostra responsabilità, nella
logica dell’implementazione
della
qualità
totale, il
monitoraggio del funzionamento del processo a livello locale di singolo servizio, che dipende dalle scelte effettuate. E’ fondamentale conoscere queste scelte, monitorarle e valutarle, al fine di mettere in campo le necessarie azioni correttive che permettano di cambiare rotta qualora esigenze in termini di efficienza e di efficacia lo richiedano. A tal fine, nella verifica dell’andamento degli interventi educativi, abbiamo pianificato: • momenti di verifica intermedia, • un momento di verifica finale che avviene in occasione della chiusura del progetto
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Modalità di prosecuzione e riproducibilità
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MODALITA’ DI PROSECUZIONE E RIPRODUCIBILITA’ DEL PROGETTO Prima di tutto abbiamo inteso avvalersi della collaborazione di altri soggetti, di provate esperienza e capacità, con i quali coprogettare e realizzare i servizi di orientamento, formazione, assistenza alla progettazione e spin-off del nuovo soggetto imprenditoriale. Ha così costruito una partnership stipulando appositi rapporti contrattuali che, dove necessario, verranno perfezionati, pur mantenendo la responsabilità piena dell’intervento anche rispetto all’operato dei partner e dei fornitori individuati. Complessivamente questa linea di azione del progetto, prefigura un intervento futuro basato sulla stretta collaborazione con i partner del progetto. Collaborazione che è garanzia di serietà e impegno nella prosecuzione delle attività intraprese. In secondo luogo il progetto, sin dalla fase di elaborazione e condivisione, favorisce la costruzione di una rete commerciale e di marketing in grado di potenziare e creare sviluppo dell’impresa madre e di quella “spinoffata”. Questa fase progettuale ha portato a prefigurare l’ampliamento dell’attuale rete commerciale, immaginando di individuare nuovi clienti e nuove modalità di approccio. Tutto ciò pone delle concrete basi circa la possibilità di sfruttare nuovi canali di vendita dei servizi e di sfruttare al meglio le potenzialità delle cooperative. Inoltre l’elaborazione di una attenta valutazione circa le nuove prospettive occupazionali, ha tenuto in debito conto sia gli ambiti di erogazione dei servizi che la riconfigurazione dell’assetto della cooperativo. Per quanto riguarda la nuova cooperativa sono state pensate delle prime ipotesi organizzative e gestionali. La dinamica societaria dovrà pertanto tener conto sia di un incremento delle persone che lavoreranno all’interno dell’organizzazione, sia di un rafforzamento della base societaria. Occorrerà lavorare per armonizzare questi componenti della base sociale. Le ricadute sociali dell’iniziativa saranno determinate non solo dalla valorizzazione della persone umana in tutte le sue componenti, con particolare attenzione a soggetti portatori di handicap, bensì anche alla attenzione che
intendiamo costantemente rivolgere alla
valorizzazione e riqualificazione delle competenze residue con una positiva ricaduta d’immagine dell’intero territorio.
Il progetto, così strutturato, rappresenta un progetto pilota, originale e innovativo, con caratteristiche di riproducibilità in altri territori e/o ambiti di intervento. 50
In particolare, prevediamo che saremo in grado di dare continuità al progetto, in quanto: intendiamo, attraverso l’ampliamento della struttura aziendale e il potenziamento dei settori produttivi, continuare a fornire risposte concrete ai bisogni di collocamento dei soggetti svantaggiati del territorio intendiamo migliorare in termini di efficienza e di efficacia la nostra capacità di realizzare interventi mirati all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati intendiamo creare un ponte di passaggio sempre più solido tra la fase terapeutica e riabilitativa per soggetti con disagio a rischio di esclusione sociale e la loro piena integrazione sociale e lavorativa intervenendo nel delicato momento del reinserimento socio-professionale intendiamo individuare e sostenere con azioni mirate coloro che avendo perso le reti di sostegno, povere e fragili da cui dipendevano, rischiano di cadere o ricadere in una condizione di esclusione sociale lavorare sull’utilizzo dell’e-commerce, in modo da favorire l’individuazione di nuovi mercati di sbocco organizzare periodicamente degli incontri informali, momenti comuni e ricreativi fuori dagli orari lavorativi al fine di aumentare il grado di collaborazione reciproca e soprattutto per dare molta cura al lato umano, ai rapporti che vanno oltre l’aspetto lavorativo Attraverso l’attuazione del progetto e lo sviluppo e l’ampliamento delle attività esistenti, prevede: di dare occupazione ad ulteriori 7 persone di cui 5 svantaggiate
di dare occupazione ad ulteriori 5 persone di cui 3 svantaggiate nel corso degli anni successivi Oltre all’incremento del numero dei lavoratori, il progetto ha ampie ricadute e sviluppi su una molteplicità di aspetti che per chiarezza riassumiamo nel seguente elenco:
a) la messa a disposizione di attrezzature tali che rispondano non solo alle attuali esigenze produttive ma anche a possibili e immediati ampliamenti delle attività
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lavorative e alla conseguente possibilità di incrementare l’inserimento di persone svantaggiate
b) dotare le attività produttive di nuovi macchinari che permettano di fronteggiare meglio la concorrenza
c) la patrimonializzazione della cooperativa
d) la messa a disposizione di esperienza sociale e di scambi di professionalità resi possibili dalla coesistenza di più realtà produttive impegnate nella realizzazione di un medesimo progetto
Siamo convinti della presenza di elementi di successo e della ripetibilità del progetto.
ANALISI ECONOMICA FUTURA L’investimento previsto, genererà nel corso del 2008 un incremento: di fatturato pari a 150.000 EURO circa occupazionale di 7 unità (5 svantaggiate e 2 normodotate) e dei relativi costi del personale e un sostanziale consolidamento dell’attività, che abbiamo voluto evidenziare riproducendo, nello schema seguente, la situazione economica della cooperativa per l’anno 2008 senza e con l’impatto del progetto.
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