ancAperta
Periodico della Banca del Cilento e Lucania Sud
Socio del mese: Domenico Lauria
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Impresa del mese: Fiore Srl 6
Anno IV - numero 7 - Ottobre/Novembre 2015 http://www.bcccilentoelucaniasud.it
Filiale del mese: Viggianello
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Conservatorio: I nuovi corsi
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Verso una BCC al servizio del Sud Il punto del Presidente Francesco Castiello Papa Bergoglio chiede alle BCC una “economia dell’onestà” I- Nel recente incontro concesso da Papa Bergoglio agli esponenti e ai soci della BCC di Roma il Pontefice ha chiesto al Credito Cooperativo un’ “economia dell’onestà”. Tale aspettativa non a caso è stata manifestata nei confronti delle BCC, la cui storia multisecolare ne scolpisce il ruolo di banche nate per combattere l’usura e offrire sostegno e solidarietà alle famiglie, agli agricoltori, agli artigiani, alle minori strutture imprenditoriali, operando soprattutto nelle aree periferiche che le comuni banche disertano nell’osservanza della regola della massimizzazione del profitto e nell’attuazione del criterio di una esasperata speculatività. II- Federico Guglielmo Raiffeisen, segue a pag. 2
Il punto del Direttore Generale Ciro Solimeno Il piano industriale di fusione tra Banca del Cilento e Lucania Sud e BCC di Sassano Il piano industriale di fusione tra la Banca del Cilento e Lucania Sud e la Banca di Credito Cooperativo di Sassano è stato depositato a fine ottobre presso la filiale di Salerno della Banca d’Italia, una pianificazione complessa che mette in evidenza i punti di forza della fusione tra le due BCC e i principi economico-finanziari del nuovo istituto. “Gli aspetti da tenere in conto” afferma il direttore generale della Banca del Cilento, dottor Ciro Solimeno, “sono sicuramente di carattere strategico-territoriale: i due territori di competenza sono contigui, ma non ci sono sovrapposizioni da parte nostra e viceversa. I due territori si segue a pag. 3
Sopra: foto di gruppo dopo la presentazione del progetto di fusione presso la filiale della Banca d’Italia a Salerno: (da sinistra) Adolfo Bittarelli, presidente del Collegio Sindacale della Banca del Cilento e Lucania Sud, Stefano Aumenta, direttore della BCC di Sassano, Ciro Solimeno, direttore generale della Banca del Cilento e Lucania Sud, Gerardino Metallo, presidente del Collegio Sindacale della BCC di Sassano, Ettore Zaccone, vicepresidente per l’area lucana della Banca del Cilento e Lucania Sud, Francesco Castiello, presidente della Banca del Cilento e Lucania Sud, Rosa Lefante, presidente della BCC di Sassano, Lucio Alfieri, presidente della Federeazione Campana delle BCC, Pasquale Lucibello, vicepresidente vicario della Banca del Cilento e Lucania Sud. Sotto: a sinistra la sede amministrativa della BCC di Sassano a Sala Consilina, a destra la sede della Banca del Cilento e Lucania Sud a Vallo della Lucania
Prime tappe della fusione tra Banca del Cilento e Lucania Sud e la BCC di Sassano Prime fasi di un percorso che porta ad una grande banca del credito cooperativo del Mezzogiorno: con l’intesa preliminare è stato avviato il progetto di fusione tra la Banca del Cilento e Lucania Sud e la Banca di Credito Cooperativo di Sassano. Il progetto, che si basa su un articolato piano industriale, elaborato col supporto della Federazione Campana della BCC, è stato depositato lo scorso 29 ottobre presso la filiale di Salerno della Banca d’Italia. La Banca del Cilento e Lucania Sud opera con diciassette filiali in tre regioni e quattro province, la BCC di Sassano è presente, con sei filiali, nel Vallo di Diano e nella provincia di Potenza. I numeri complessivi del nuovo istituto attraverso la fusione in itinere sono: 23 sportelli operativi in 107 comuni di competenza creditizia; 153 dipendenti e 5.397 soci. Sul piano patrimoniale il nuovo istituto esprime una raccolta di oltre 522 milioni di euro ed impieghi pari ad oltre 380; titoli di proprietà per oltre 246 milioni ed un patrimonio di oltre 56 milioni di euro. Complessivamente il totale dell’attivo supera i 721 milioni. A pagine 3-4 e 5
Il punto del Presidente Francesco Castiello
Papa Bergoglio chiede alla Banche di credito Cooperativo una “economia dell’onestà”
Necessario agire sulla prevenzione con l’inserimento nello statuto del limite massimo di permanenza nelle cariche e con scrupolo nella scelta degli amministratori segue dalla prima
che fu l’“inventore” delle “Casse Sociali di Credito”, da cui sono derivate le Casse Rurali e Artigiane, oggi Banche di Credito Cooperativo, osservò che “il loro fondamento è il dovere cristiano” e il loro ruolo quello di strumenti di miglioramento delle condizioni di vita e di
lavoro dei contadini, degli artigiani, dei lavoratori, degli appartenenti alle classi meno abbienti. Le sue intuizioni si sono rivelate alla prova storica a tal punto valide da meritargli il posto tra i più geniali innovatori nel campo dell’organizzazione capitalistica dell’economia e della società.
III- L’aspettativa di Papa Bergoglio di un’ “economia dell’onestà” richiede che il modello di cooperazione di credito a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata (conforme al paradigma dell’art. 45 Cost., che solo sul presupposto di tale corrispondenza riconosce la “funzione sociale” della categoria e le garantisce incentivi e tutela), venga compiutamente attuato. Esiste uno “scarto” tra il modello astratto e quello concreto che dev’essere necessariamente superato. Occorre rimuovere i diffusi conflitti di interesse che incidono negativamente sulla “qualità” del modello attuato. IV- Non è infrequente che esponenti aziendali acquistino posizioni egemoni da cui traggono origine diffusi conflitti di interesse. Posizioni egemoni favorite dalla prolungata presenza nella titolarità delle cariche, soprattutto se apicali, della cooperativa, donde il costituirsi nel tempo di ampie (e talvolta illimitate) riserve di potere personale. Gli strumenti repressivi dei conflitti di
interesse si sono rivelati scarsamente efficaci. In particolare, si è dimostrato inadeguato il processo penale, spesse volte conclusosi con la prescrizione dei reati per decorso del tempo. Il mancato controllo repressivo dei conflitti di interesse ha trovato nell’insufficienza e nelle lungaggini della Giustizia Penale il massimo alleato. V- Si rende, perciò, necessario agire sulla prevenzione. In tale prospettiva sono importanti due concorrenti misure quali: l’inserimento nel nuovo statuto-tipo delle BCC di prossima emanazione di un limite massimo di permanenza nelle cariche non superiore a tre mandati e un intensificato scrupolo della compagine dei soci nella scelta degli amministratori della BCC, attribuendo il voto a candidati che abbiano un curriculum da cui emergano, con certezza, competenza e onestà. Chi ha maturato la prima di queste qualità alla luce della seconda è ben difficile che tradisca le aspettative di una funzione delle BCC in termini di “economia dell’onestà”.
Il ruolo e la missione dei giovani soci nel nuovo credito cooperativo
Il futuro dei principi di cooperazione e di mutualità diffusa passa sulle spalle dei giovani che fanno ingresso nella società e nel mondo del lavoro La riforma del Credito Cooperativo in fondo in fondo si fa per loro. Sono 122 mila. Sono nati dopo il 1980. Sono chiamati i millennials e i più giovani di essi considerano il momento dell’ingresso in società non tanto ai 18 anni con la patente di guida, ma con i 12 con il primo smartphone. Hanno scritto il loro impegno in decine di pizzini gialli incollati su una lavagna dell’Auditorium della BCC di Carugate. Sono i giovani soci delle BCC. I loro rappresentanti hanno elaborato e votato le prime “Linee guida strategiche biennali 2015-2017 della Rete nazionale dei Gruppi Giovani Soci BCC-CR”: “immaginiamo - scrivono un Credito Cooperativo 2.0 che sappia essere sempre più inclusivo, coinvolgente e differente”. Il Comitato di Coordinamento nazionale della Rete (un giovane socio eletto in rappresentanza di ciascuna Federazione Locale) ha costituito quattro commissioni: Fare rete, Fare futuro, Formazione e Comunicazione. Nel week end milanese hanno ascoltato storie ed esperienze di qualità e innovazione, hanno presentato se stessi, i loro progetti, le loro realizzazioni. Il Quinto Forum nazionale dei Giovani Soci delle BCC, svoltosi a metà settembre tra Milano Expo e Carugate è stato una “cura ricostituente” per chi vi ha partecipato da fuori-quota. Freschezza, energia, grande concentrazione, qualche ingenuità, voglia di apprendere, di scambiare storie, di fare i primi “gemellaggi” e i primi “tutoraggi”. Ci sono quelli che vogliono prevenire la disintermediazione della propria BCC da fenomeni come il crowdfunding, ed ecco l’esperimento del coop-funding. Quelli
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che inventano il “bilancio sociale differente” per misurare l’efficacia del proprio gruppo nel proprio territorio. Quelli che puntano sulla preparazione al mondo del lavoro e coinvolgono i coetanei in un coaching originale. E poi quelli del social bond, del job day, di BCChannel, del fumetto sulla storia della banca e del suo fondatore, delle giovani cooperative sociali e delle nascenti cooperative di comunicazione. Il tutto attraversato da un’evidente apertura a capire l’esistente e dalla voglia di dare una mano per costruire il domani. Oltre cento giovani soci sono stati eletti nei CdA delle proprie BCC. Gratificati ma anche carichi di nuove responsabilità. Le nuove regole europee sulla governance delle banche incoraggiano la diversity di genere e di età, ma non fanno sconti. Quei cento “giovani amministratori” sono l’avanguardia di chi è passato dalla bellezza dello stare insieme, dell’organizzare un evento o un’attività, dello studiare i valori della cooperazione di credito, del raccontare la vitalità del proprio gruppo e dell’aiutare altri gruppi a nascere, alla semplice ma rischiosa responsabilità di partecipare alla gestione strategica di una banca, espressione di quel territorio. Preziosa come poche cose ormai. Sempre più complicata da gestire. E un brivido arriva quando tra i Gruppi neonati salgono sul palco o vengono a salutarti i giovani di BCC commissariate e tornate in bonis. Banche che abbiamo rischiato di perdere, che stavano per saltare per una ragione o l’altra e che invece - con meccanismi talvolta complessi ma efficaci e anche attraverso la solidarietà di
categoria - sono state restituite all’attività ordinaria. E che hanno favorito la nascita di gruppi di giovani: in quei casi investimenti per “educare la parte più giovane dei soci a prendere la propria parte di responsabilità nel guardare al futuro della propria BCC”. Cresce il livello di consapevolezza di quelle compagini, s’incrementa la dialettica e il confronto tra portatori di visioni e approcci diversi, la tradizione si mescola con la contemporaneità, nutrendosi l’un l’altra. E tutti accomunati dall’essere cooperatori del credito nell’era dell’Unione Bancaria. Quasi dei mohicani, coscienti, orgogliosi e combattivi. Ne è venuta fuori la loro ideale “Carta di Milano”, la Carta di Milano dei Giovani Soci BCC: “Noi donne e uomini, cittadini di questo pianeta, soci cooperatori di banche mutualistiche, ci impegniamo a difendere la diversità dei nostri territori e delle nostre cooperative…”. E da quei pizzini gialli emer-
gono tre impegni: sviluppare il proprio territorio, incentivare la cultura del risparmio a tutto tondo e a tutto mondo, far sì che le risorse restino nel territorio. Sempre su quei pizzini è scritta la colla che tiene insieme quegli impegni: le parole che più ricorrono sono “unità, cooperazione, unione, fare insieme” Hanno detto in tanti modi “ci siamo!”. Hanno intuito che per realizzare gli impegni della loro “Carta di Milano” e poter dire “ci saremo!” serve quella colla che unisce e fa la forza (li potremmo immaginare divisi?). La riforma delle BCC si fa per loro. Articolo del Direttore di Federcasse, Sergio Gatti, pubblicato nella rubrica Bisbetica della rivista Credito Cooperativo di settembre 2015.
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Il punto del Direttore Generale Ciro Solimeno
Il piano industriale di fusione tra Banca del Cilento e Lucania Sud e la BCC di Sassano
I punti essenziali del piano industriale di fusione afferiscono alla funzionalità e all’efficienza a favore dei soci e della clientela continua dalla prima
uniscono e contribuiscono, assieme, a creare un soggetto bancario nuovo, che opera su un territorio molto più vasto e pieno di nuove opportunità. Dunque, la strategia territoriale, economica, produttiva farà sì che questo sia un matrimonio che darà ottimi risultati. Qual è l’altro elemento? Un altro elemento molto importante è la diversa dimensione delle due banche: questo consentirà a noi di poter incamerare tutta la Bcc di Sassano senza grandi stravolgimenti, semplicemente implementando le nostre strutture di back-office e le nostre strutture di carattere commerciale. Elemento importante sono anche i numeri della nuova banca che si andrà a costruire. E così? Infatti. Un altro dato assolutamente importante sono proprio i numeri di questo nuovo soggetto bancario, numeri che faranno diventare la nuova banca stabilmente prima Bcc in Campania, Basilicata e Puglia, seconda all’interno di tutto il sistema bancario campano non appartenente a gruppi.
Questo consentirà ai nostri soci e ai nostri territori di avere condizioni creditizie, tassi d’interesse e prodotti molto più competitivi e decisamente migliori. In che modo questa fusione si innesta con i progetti di sviluppo della Banca del Cilento e Lucania Sud? Questo è un altro elemento di assoluta importanza sempre sul piano economico e territoriale. Il Vallo di Diano si inserisce precisamente in quel progetto di espansione territoriale che noi, come banca, stiamo perseguendo già da qualche anno e che prevede di avere una banca che possa assistere quello che storicamente era un unico territorio, un unico soggetto sociale, quello dell’Antica Lucania, un soggetto sociale che attualmente appartiene ai territori della Campania, della Calabria e della Basilicata, gli stessi territori che già ora serviamo. Direttore, abbiamo parlato delle dimensioni territoriali, sul piano economico la nuova banca avrà una rete commerciale di tutto rispetto, come verrà gestita nel breve periodo? Noi, come Banca del Cilento e Lucania Sud, abbiamo diciassette filiali distribuite in tre regioni e quattro province, Salerno, Cosenza, Matera, Potenza. La BCC di Sassano opera con quattro filiali nella provincia di Salerno e due nella provincia di Potenza. Complessivamente opereremo con ventitré filiali e la redistribuzione della
rete vedrà anche un completamento delle presenze, una razionalizzazione degli sportelli. Non credo che, nel periodo previsto nel piano di sviluppo, procederemo all’apertura di nuovi sportelli, ma procederemo per una razionalizzazione della rete. V’è però una differenza economica e strutturale tra i territori del Cilento e del Vallo di Diano. Non crede? I territori sono contigui, ma sono diversi dal punto di vista industriale ed economico. Il nostro territorio di provenienza risente di un’economia legata alla stagionalità, mentre i territori della Lucania Sud e del Vallo di Diano hanno un’economia più stabile, basata su settori economici di tipo tradizionale, un’agricoltura molto sviluppata, un’industria manifatturiera a diversi livelli, ma c’è pure una piccola e media impresa di assoluto riguardo, questo sia nel Vallo di Diano che a ridosso di Potenza. L’altro giorno sono stato in visita all’insediamento industriale di Tito, alle
porte di Potenza e posso dire che solo lì, la presenza industriale supera di dieci volte quella in tutto il Cilento. Quindi, le aree si potranno integrare bene? Diciamo che ci sarà una grossa integrazione dovuta proprio alla diversificazione settoriale ed economica di questi territori che tutt’assieme farà sì che la nostra banca potrà esprimere dei volumi di gran lunga più interessanti. Consideriamo che come attivo di bilancio raggiungeremo i settecentocinquanta milioni di euro, mentre, se a questo aggiungiamo l’intermediato immobiliare, supereremo il miliardo di euro. Questi sono numeri non da BCC, ma da banca popolare media. Sopra: Banca del Cilento e Lucania Sud, la filiale di Tortora, in provincia di Cosenza una delle ultime filiali inaugurate A fianco: BCC di Sassano, la filiale di Tito, in provincia di Potenza
Le nuove sfide per la crescita sociale ed economica delle comunità locali
Aumenta: Le nostre zone, se non ci fossero state le BCC, sarebbero state relegate ad un ruolo ancora più marginale “Siamo in un’epoca nella quale occorre arrivare a delle unioni sinergiche in modo da portare a compimento e a soluzione quelle che sono delle ataviche problematiche di ordine organizzativo, comuni agli istituti di credito di piccole dimensioni. Occorre fare tutto questo senza perdere l’identità, senza perdere il proprio radicamento sul territorio, senza perdere quelle che sono le caratteristiche dei nostri statuti.” Cosi il direttore della BCC di Sassano, Stefano Aumenta, commenta il processo di fusione in atto tra la Banca del Cilento e Lucania Sud e quella di Sassano. “Molte volte” continua Aumenta “appare difficile conciliare quelli che sembrano termini antitetici, però solamente con l’unione, con la volontà e con l’impegno dei soci, della clientela, di coloro che si sono assunti l’onere di gestione come rappresentanti del consiglio di amministrazione, dei componenti del colle-
gio sindacale, che effettua dei controlli su tutta la struttura dei dipendenti, di tutti coloro che partecipano attivamente a questo processo, solo in questo modo si possono ottenere dei risultati. L’importante è che gli obiettivi siano ben definiti e che l’obiettivo prioritario sia quello di servire un territorio: essere emanazione del territorio con uno spirito di sacrificio e di servizio verso coloro che ci hanno permesso di rendere grandi queste strutture. L’obiettivo del piano industriale di fusione è quello di creare un istituto di credito cooperativo più forte e più aderente alle esigenze dei territori? L’obiettivo è quello di creare certamente una struttura che sia più forte. Tutto questo passa attraverso una sublimazione delle migliori qualità e delle migliori peculiarità di un territorio. Il progetto industriale evidenzia proprio come la diversità dei territori interessati, ognuno con delle proprie caratteristiche socio- economiche- demografiche, vada a compenetrarsi e come lo scambio finanziario tra i territori possa essere un vantaggio quando è funzionale al miglioramento di tutte le realtà economiche. Quali sono le sfide che derivano da questa fusione? Le sfide e le possibilità che scaturiscono da questa nuova iniziativa sono molteplici, gli stimoli interessanti. L’importante è riuscire a individuare le caratteristiche di priorità
nelle quali occorre intervenire. Noi siamo banca quindi dobbiamo fare in modo da intervenire con le risorse presenti sul territorio. Noi non siamo banche che si approvvigioniamo di raccolta altrove, noi ci approvvigioniamo presso i nostri soci e clienti, nel nostro territorio. E’ chiaro che creiamo, in questo modo, una microeconomia, un circuito virtuoso che crea ricchezza e sviluppo. Le nostre zone, se non ci fossero state le banche di credito cooperativo, credo, sarebbero state relegate ad un ruolo ancora più marginale rispetto a quello che oggi siamo costretti a vivere. Ciò che è importante è anche l’aspetto culturale omogeneo. Veniamo tutti dalla stessa cultura agricola, manifatturiera, ci sono poche imprese, se non nella zona dove ci siamo affacciati, la zona di Tito, di importanza medio-grande. E’ chiaro che tutto questo deve essere modulato e gestito sempre tenendo presente quello che il precetto che la Banca d’Italia richiede, soprattutto alle banche localistiche come la nostra, la “sana e prudente gestione”. La “sana e prudente gestione” che si modula attraverso attività consapevoli, attività d’investimento ponderate e che facciano da volano di sviluppo per il territorio . Nella foto: il direttore della BCC di Sassano, Stefano Aumenta
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Fusione
Castiello: il processo di integrazione comunitaria determina l’esigenza di aggregazione “Questa fusione è un obiettivo che ci riempie di orgoglio: facciamo in modo che questa consorella continui a sopravvivere attraverso di noi” “L’iniziativa rientra in un contesto di carattere nazionale. Direi addirittura in un contesto di carattere comunitario: il trattato dell’UE conferisce alle autorità comunitarie forti poteri nella materia del credito e del controllo sulle banche, si va verso un momento di aggregazione e concentrazione perché non vi è più spazio di vita autonoma per le banche di piccole dimensioni.” Sono i principi europei a daterminare l’esigenza di aggregazione degli istituti di credito cooperativo, afferma in sintesi il presidente della Banca del Cilento e Lucania Sud, avvocato Francesco Castiello, a commento del progetto di fusione con la BCC di Sassano. “Dunque” continua Castiello “le piccole banche devono necessariamente aggregarsi. Ciò si salda anche al processo di riforma del credito cooperativo. La Banca d’Italia ha diviso le banche cooperative in due categorie: le banche popolari da un lato e le banche di credito cooperativo dall’altro. Per le popolari la legge di riforma, calata dall’alto, ha previsto la loro trasformazione in Spa, mentre per le banche di credito cooperativo, conformemente alle loro caratteristiche e al principio di autonomia che si preferisce conservare, ci si è indirizzati verso il processo di autoriforma, una riforma gestita dal basso, proposta al governo, al parlamento e alle autorità creditizie dalle stesse banche di credito cooperativo.” Quindi, Presidente, questo matrimonio era necessario? Bisognava andare a nozze per raggiungere quel tra-
guardo aggregativo irrinunciabile. Guardandoci attorno, abbiamo ripreso quelle trattative che già avevamo intrapreso nel secondo semestre del 2011 con la consorella di Sassano. Trattative che allora erano sfociate in un patto di gemellaggio che venne deliberato dai rispettivi consigli amministrativi. Un lungo fidanzamento, che, rimanendo nel campo della metafora, è sfociato nella pubblicazione dell’avviso di matrimonio, un’operazione che ha avuto assentimento da parte della Federazione Campana. La Banca del Cilento e Lucania Sud non poteva non rispondere, in virtù di quel processo già iniziato da tempo, con il gemellaggio tra le due Bcc. Siamo quasi al traguardo di un percorso iniziato quattro anni fa. La Banca del Cilento e Lucania Sud avvia un percorso verso un nuovo territorio, allargando così la missione sociale del credito cooperativo…. Io credo che questo sia l’elemento più importante e di maggior rilievo da considerare. Uscire dalle strettoie della microdimensionalità può avere luogo imboccando alternativamente due strade: o la strada delle fusioni all’interno della categoria, la strada da noi nettamente prescelta, o la strada di farsi incorporare da parte di aziende di credito appartenenti a diverse categorie, pratica esercitata ad esempio
in Calabria. Questa fusione con la consorella di Sassano è un obiettivo che ci riempie di orgoglio cooperativo perché facciamo in modo tale che questa consorella continui a sopravvivere attraverso di noi, mantenendo i caratteri di mutualità senza fini speculativi, la connotazione identitaria, i fini cooperativistici e mutualistici del gruppo. Le più ampie dimensioni consentiranno una migliore erogazione di prestazioni e servizi sicuramente in concorrenza con le altre banche, in una prospettiva di mutualismo diffuso. Poi vi è l’aspetto strettamente connesso alla mutualità in house, quella dei circa seimila soci che complessivamente integreranno la nostra compagine sociale. Una piccola banca non può seguire molto i soci, non può di certo istituire un ufficio soci che interpreti e curi le loro esigenze. Una grande banca, invece, potrà orientarsi in questo senso. Potrà curare un rapporto più intenso, più ravvicinato, in grado di offrire prestazioni e attività anche non creditizie, ma di socialità pura, di assistenza sanitaria, culturale, così come prevede la carta costituzionale del credito cooperativo. Sopra: Banca del Cilento e Lucania Sud, la filiale di Lauria A fianco: BCC di Sassano, la sede legale a Silla di Sassano
Lucibello: uniremo territori con attività economiche diverse dalle nostre
“Questa operazione di fusione è lungimirante, ci renderà più forti ed in grado di mettere a disposizione una struttura più solida e competitiva” Ampliamento territoriale e aumento della base sociale, questi, fra gli altri, i punti di rilevante importanza della fusione evidenziati dal vicepresidente vicario della Banca del Cilento e Lucania Sud, Pasquale Silvano Lucibello. “Partiamo dai nostri quattromiladuecento soci”afferma infatti il vicepresidente Lucibello “per arrivare ai cinquemilacinquecento. Al di là dell’allargamento della platea dei soci, è il territorio che si allarga ottimamente: ci andremo ad unire con territori molto diversi dal punto di vista delle attività economiche rispetto a quelli del Cilento e della Lucania. Questa operazione di fusione penso che sia molto lungimirante, ci renderà molto più forti ed in
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grado di mettere a disposizione dei nostri soci e clienti con la possibile fusione con la consorella di Sassano, è una struttura molto più solida e competitiva. Ci auguria- probabile che non aggiungeremo un altro nome, ma che mo che questa operazione vada in porto. la nuova banca prenderà la denominazione di un vecchio Ecco, vicepresidente Lucibello, quest’anno ricorrono i e finora mai realizzato progetto: Banca del Sud. venticinque anni della Banca del Cilento; nell’agosto del 1990 l’allora Cassa Rurale e Artigiana di Vallo della Lucania cominciava a dare i suoi primi passi nel tessuto sociale e produttivo del territorio. Si passa poi a Banca del Cilento Credito Cooperativo Centrale e poi ancora, con la fusione dell’area lucana, alla Banca del Cilento e Lucania Sud, Lei ha seguito tutti i passaggi e la crescita di questa banca sin dalla sua nascita, cosa si prova oggi a vedere questa BCC crescere ancora di più nel territorio meridionale della provincia di Salerno? Ciò che si sente è diverso da ciò che si riesce ad esprimere. E’ una grande soddisfazione trovarsi qui, e trovarsi con questi risultati ai quali arrivano banvicario della Banca del Cilento e Lucania Sud, Pasquale Silvache molto più vecchie per istituzione. Dalla Banca Ilnovicepresidente Lucibello. Qui sopra: la sede della Banca del Cilento e Lucania Sud del Cilento a quella del Cilento e Lucania Sud, ora,
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Fusione
Rosa Lefante: la BCC di Sassano ha creduto subito in questo progetto di fusione “I soci devono stare tranquilli perché la sede di Sassano, i vari sportelli presenti a Sala, Polla, Tito, resteranno” “La Banca di Credito Cooperativo di Sassano ha creduto subito in questo progetto di fusione tra noi e la Banca del Cilento e Lucania Sud”. Queste le dichiarazioni del presidente della BCC di Sassano, avvocato Rosa Lefante, sul processo di fusione che si sta delineando col piano industriale tra la Banca del Cilento e Lucania Sud e quella di Sassano. “Un progetto da un certo punto di vista è delicato ma anche complesso” continua la presidente Lefante “perché dobbiamo prima di tutto rinsaldare la fiducia dei soci. Infatti, vi è stato uno sparuto gruppo di soci che non vedeva di buon occhio la fusione. Ma l’intento del Consiglio di Amministrazione della Sassano è proprio quello di tranquillizzare la base sociale, tutti i soci, perché i loro risparmi sono solidi, sono garantiti. Da questa fusione nascerà una banca unica, molto solida, più competitiva. Nascerà soprattutto, Presidente, una banca più forte con una maggiore propensione ad assistere e ad aiutare i soci e le aziende del territorio. E’ così? Le banche di credito sono nate per assistere le piccole, medie imprese, le famiglie e questa nuova banca allargherà i propri orizzonti a trecentosessanta gradi e a tutta la compagine dei soci e dei clienti. Una fusione dettata anche dalla necessità, dal processo di autoregolamentazione del credito cooperativo: ingrandirsi, radicarsi, fortificarsi, essere più competitivi è
un passaggio necessario, quindi la Banca di credito cooperativo di Sassano aveva la necessità di trovare nuove sinergie… Possiamo dire di aver anticipato i tempi, perché sappiamo che con la riforma del credito cooperativo, tutti i piccoli istituti di credito sono destinati a scomparire, con questo sodalizio che abbiamo messo in atto con la Banca del Cilento e Lucania Sud, ne uscirà una grande banca rafforzata. Prima di arrivare all’autoriforma, abbiamo già un progetto di fusione in atto, depositato, lo scorso 29 ottobre,presso la Banca d’Italia di Salerno. Cosa dire ai soci della Banca di credito cooperativo di
Sassano? I soci devono stare tranquilli perché la sede di Sassano, i vari sportelli presenti a Sala, Polla, Tito comunque resteranno. Da questo punto di vista vi è la garanzia che i dipendenti continueranno a mantenere i livelli occupazionali e le sedi rimarranno tali. Non ci sarà, come qualcuno ha fatto intendere, una trasmigrazione dei dipendenti verso Vallo della Lucania. A sinistra: Rosa Lefante, presidente della BCC di Sassano Sotto a sinistra: BCC di Sassano, la filiale di Polla Sotto a destra: Lucio Alfieri, presidente della Federazione Campania delle BCC.
La Federazione Campana della BCC favorisce la fusione
Lucio Alfieri: riteniamo di avere avviato un significativo percorso di fusione tra due Bcc “Riteniamo di avere avviato un significativo percorso di fusione tra due Bcc che esprimono relazioni molto significative con i propri territori di riferimento.” Queste le dichiarazioni del Presidente della Federazione Campana delle Banche di Credito Cooperativo, Lucio Alfieri, al termine della firma dell’intesa preliminare che di fatto ha avviato il progetto di fusione della Banca del Cilento e Lucania Sud con la Bcc di Sassano. L’intesa preliminare, siglata dai presidenti Francesco Castiello, per la Banca del Cilento e Lucania Sud e Rosa Lefante, per la BCC di Sassano, si basa su un articolato piano industriale elaborato con il supporto tecnico della Federazione Campana delle Banche di Credito Cooperativo e tiene conto degli ampi bacini di utenza dei due istituti di credito. “Siamo convinti” continua il presidente Lucio Alfieri “che il nuovo assetto che emergerà al termine del processo aggregativo valorizzerà ulteriormente la storia di entrambe queste due banche. D’altro canto il ruolo di Federcampana Bcc, si configura oltre che nel supporto tecnico/operativo agli istituti di credito associati, proprio La cartina sotto mostra il terri- nell’elaborazione di un indirizzo strategico capace di raccordare aree sempre più ampie torio di competenza e le filiali in un unico e coerente disegno di crescita del nostro movimento.” L’operazione di fusiodelle due banche di credito coo- ne viene progettata e proposta nell’interessi dei soci e della clientela delle due banche, la perativo. L’area della Banca del parte viva di un istituto di credito cooperativo. “Siamo certi” ha concluso Alfieri “che Cilento e Lucania Sud, in colore il risultato di questa iniziativa non deluderà le aspettative dei soci e delle comunità nelle più scuro, si estende da Acciaroli quali sono così bene inserite le Bcc del Cilento e Lucania Sud e di Sassano”. a Tortora lungo la fascia costiera tirrenica per arrivare sino a Valsinni e Colobraro in Lucania, lungo la Valle del fiume Sinni. Il
territorio di competenza si articola in 17 filiali e 45 sportelli bancomat in tre regioni, Campania, Basilicata e Calabria, e quattro province, Salerno, Potenza, Matera e Cosenza. Il territorio della BCC di Sassano si estende nel Vallo di Diano e nell’area occidentale del potentino con 6 filiali.
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Impresa del mese: Fiore Srl
Da trent’anni nel comparto dell’edilizia e della metalmeccanica Da attività artigianale a grande impresa che opera nel campo degli appalti per costruzioni industriali La Fiore Srl opera nelle attività edilizia e metalmeccanica, più in particolare si occupa della realizzazione e costruzione di edifici civili e industriali, restauro e manutenzione di beni immobili, strade, acquedotti, nonché impianti di produzione di energia elettrica per la trasformazione alta media tensione e per la distribuzione in corrente alternata e continua, attività che si concentra maggiormente nella costruzione di linee elettriche aeree ed interrate. Nata come ditta individuale nel 1985, nel 2006 si ha la trasformazione in società attraverso una cessione
di un ramo aziendale; in quel periodo si allargano gli orizzonti aziendali “passando da azienda specializzata nella costruzione di fabbricati per civile abitazione a costruzione di basi e oggetti per gli elettrodotti, in subappalto per altre aziende che operavano in questo settore” afferma Giovanni Fiore, direttore tecnico della Fiore Srl, socio della Banca del Cilento e Lucania Sud. “Col tempo” continua il direttore Fiore “acquisite le dovute qualificazioni, si è potuto estendere l’attività su tutto il territorio nazionale. Un’azienda quindi che cresce col passare degli anni, qual è il motivo di questa specializzazione? Si è iniziati come azienda familiare, con parenti muratori e carpentieri. Poi col tempo vedendo che c’era un’ esigenza diversa, avendo rapporti con aziende che operavano nel settore dell’energia elettrica, abbiamo capito che vi era una richiesta specifica di subappaltatori per determinati lavori. Allora ci siamo qualificati ed ora concorriamo come operatori del settore. Di quanti dipendenti si avvale la Fiore Srl? Attualmente abbiamo
cinquantasei dipendenti, ma prima della crisi nel settore dell’edilizia ne avevamo qualcuno di più. Il rapporto tra la Fiore Srl e Banca del Cilento e Lucania Sud I rapporti sono sempre stati ottimi con questa Bcc, anche prima che arrivasse la Banca del Cilento. Siamo soci fondatori, di questa banca. Abbiamo trovato sempre grande disponibilità e aiuto per la nostra attività. In questo ramo c’è sempre bisogno di anticipazioni perché i pagamenti non sono contestuali alla realizzazione dei lavori, ma di solito hanno cadenza trimestrale, quadrimestrale, dunque gli affidamenti sono indispensabili in questo lavoro. Una banca di credito cooperativo, localistica, costituita da rappresentanti che
conoscono bene il territorio sul quale si opera, come Giovanni Fiorenza. Come sono i rapporti con gli amministratori? Chiaramente in passato, prima della fusione, i rapporti erano diretti con tutti gli amministratori della banca. Dopo la fusione, nonostante gli orizzonti di questa nuova banca si siano allargati, continuiamo ad interfacciarci con i rappresentanti locali che siedono nel Consiglio di amministrazione. Penso che l’allargamento di questa banca abbia comportato vantaggi per il territorio. A sinistra: il socio Giovanni Fiore, direttore della Fiore Srl di Viggianello A sinistra e in alto: alcune opere della Fiore Srl nel territorio del Mezzogiorno
Socio: Domenico Lauria
Socio della BCC e medico nei comuni della Valle del Mercure
La fusione della ex Banca del Pollino ha creato tranquillità e benessere per la comunità locale “A quattro anni dalla fusione, tra l’ex Banca del Pollino e Banca del Cilento, c’è maggiore tranquillità” così il dottore Domenico Lauria descrive il clima di serenità dei soci dell’area di Viggianello. Medico condotto del comune, il dottor Lauria, oggi in pensione, ma ancora in attività in associazioni di volontariato, è stato socio della Banca del Pollino e poi è entrato a far parte della grane famiglia della Banca del Cilento e Lucania Sud. “E’stato superato quel momento di diffidenza iniziale” continua il dottore “la gente è molto più
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tranquilla, ha capito che con questa fusione ci ha guadagnato, ha guadagnato anche maggiore fiducia, qualità nell’organizzazione. Questa è una banca che opera in tre regioni, quattro province, ha allargato moltissimo gli orizzonti, gli interessi, le competenze. Per quanto riguarda la zona di operatività in Lucania, dobbiamo dire che la Valle del Mercure, nonostante tutte le criticità, è una zona da guardare con fiducia, come lo stesso Viggianello interessato ultimamente oltre che dall’Enel, anche dalla San Benedetto. Realtà che aiutano l’economia della zona. Ci sono anche altri settori trainanti come il turismo che negli ultimi periodi sta dando degli interessanti risultati. Alcuni ragazzi, ad esempio, hanno organizzato acqua-trekking, quindi c’è una certa vivacità imprenditoriale. Quali sono gli aspetti positivi che si sono avverati, a suo avviso, con la fusione della ex Banca Lucania Sud e la ex
Banca del Cilento? Io sono uno che crede nella competizione del mercato: il grosso passo in avanti che è stato fatto con la fusione. A parte l’allargamento del mercato, credo sia stato l’arricchimento professionale del personale, perché si confronta con altri soggetti, ha la possibilità di aggiornarsi. Poi, devo dire sinceramente che ci siamo fusi
con una banca che aveva più esperienza, più professionalità. Quindi, questo confronto ha giovato per farci capire che noi non potevamo farcela da soli, eravamo troppo piccoli, invece adesso siamo una grande banca e una banca solida. A sinistra: il socio Domenico Lauria. Qui sotto: uno dei suggestivi panorami del territorio comunale di Viggianello
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Una filiale al mese: Viggianello
Una filiale in crescita dopo il superamento della crisi I volumi sono in aumento, gestiamo tutta la Valle del Mercure, abbiamo competenza territoriale su Rotonda, Castelluccio, Laìno Borgo, Mormanno. “Stiamo uscendo, al pari dell’Italia e dell’Europa, dalla crisi che ci ha attanagliato, soprattutto in quest’ultimo quinquennio, una crisi che ha fatto sentire tutta la sua forza dirompente in un sistema economico particolarmente debole come quello del Mezzogiorno.” A raccontarci un po’ i segni della crisi è il preposto di Viggianello della Banca del Cilento e Lucania Sud, Matteo Oliveto. “Oggi possiamo registrare dati incoraggianti, positivi rispetto agli anni precedenti” continua il preposto. “Inoltre, lo scorso anno, a Viggianello, la San Benedetto ha aperto uno stabilimento. Sta andando bene e ha consentito nuova occupazione. Questo rappresenta un chiaro elemento di contrasto al progressivo spopolamento al quale
ni di contrasto alla decrescita dei servizi nelle aree in via di spopolamento. Ci si avvia ormai alla conclusione di questo anno, il brutto della crisi sembra ormai alle spalle. Dal punto di vista economico e finanziario come è andato questo 2015 per la filiale di Viggianello? La filiale sta andando benissimo. I volumi sono in aumento. Noi gestiamo tutta la Valle del Mercure, abbiamo competenstiamo assistendo”. Lo spopolamento e la conseguente deseritificazione sociale ed economica è, purtroppo, uno dei segnali indelebili che sta accompagnando, in questi ultimi periodi, i territori interni del Mezzogiorno. Il Rapporto Svimez, del quale ci siamo occupati nello scorso numero di questo giornale, non ha lasciato campo a fatue speranze: se non si prendono drastici provvedimenti, nel giro di qualche decennio alcune piccole e deboli realtà locali dell’Appennino Meridionale scompariranno inesorabilmente. E’ questa una delle tematiche che la Banca del Cilento e Lucania Sud sta affrontando con particolare vigore proponendo soluzio-
tutto il territorio. E’ una filale che tiene sempre bene. La gestione della crisi denota e in questo ambito possiamo dire che ha denotato il senso di cooperativismo e di mutualità diffusa dell’istituto di credito cooperativo. La Banca del Cilento e Lucania Sud sta cercando di combattere in ogni modo possibile la tensione verso lo spopolamento e la decadenza socio-economica delle aree interne. Come si è definito questo processo a Viggianello e nell’area di competenza della fialiale? Le banche di credito cooperativo hanno proprio questo scopo: reinvestire sul territorio, questo in fondo significa contrastare le crisi dando fiducia. Ora possiamo registrare maggiore fiducia, notiamo che la gente comincia ad arrivare a fine mese senza affanno, ci richiede nuovi affidamenti, finanziamenti cose impensabili fino ad un annetto fa.
za territoriale su Rotonda, Castelluccio, Laìno Borgo, Mormanno. Abbiamo circa millecento correntisti. Questa, del resto, è una filiale storica, ha circa venticinque anni di permanenza in questo territorio. In passato è stata sede della direzione della BCC Pollino e poi Lucania Sud, rappresentiamo un punto di riferimento per
A sinistra: la filiale di Viggianello In alto: Matteo Oliveto, preposto della filiale di Viggianello. Qui sopra il personale della filiale
Tremila abitanti su un vasto territorio di trentasei frazioni
Turismo e piccola agricoltura con uno sguardo alle tradizioni: a Viggianello è ancora presente la “sagra della Pitu” Poco meno di tremiladuecento abitanti in trentasei frazioni, Viaggianello è un vasto comune nella Valle del Mercure ai piedi del massiccio del Pollino. Nel dicembre dello scorso anno è rientrato nell’associazione Borghi più Belli d’Italia per le sue bellezze storiche e naturalistiche. L’economia del comune, negli ultimi anni si è sempre più basata sul turismo: mete turistiche privilegiate sono principalmente le zone montane del Pollino e il suggestivo centro storico. I flussi turistici provengono essenzialmente da altre regioni anche se, sempre negli ultimi anni, sono in continua crescita flussi stranieri, soprattutto tedeschi e austriaci, amanti della natura e dell’ambiente. Comune essenzialmente agricolo per tutto il primo cinquantennio del Novecento, ora l’agricoltura è limitata ad alcune zone, come “Cana-
lia”, “Caloie”, “Pianette”; si producono olive, uva, cereali e frutta. Frazione importante della produzione agrarie è l’allevamento caprino e bovino. L’industria è poco sviluppata; dallo scorso anno è presente un importante stabilimento per l’imbottigliamento delle acque minerali della società veneta San Benedetto (infra: pagina 9). Sul piano demografico, il comune di Viggianello ha raggiunto il suo massimo storico negli anni Sessanta quando la maggior parte della popolazione risiedeva nel centro storico ed era dedita ad attività commerciali, artigianali, agricole, zootecniche. Negli anni successivi un flusso continuo ed inesorabile di migrazione verso le principali città del centro-nord Italia ha dimezzato la popolazione residente che dall’ultimo censimento ISTAT del 2011 si attesta a 3124 abitanti. Sul piano etnologico, Viaggianello ha conservato un antichissimo rito legato alla tradizione montana: la solennità del Pitu, sagra che viene celebrata in primavera ed è legata al rito del risveglio della natrua. Nei boschi del Massiccio del Pollino e nella montagna di ‘basso’ di Viggianello vengono abbattuti gli alberi (pitu e rocca) destinati al trasporto con i buoi in paese. Prima del trasporto, gli
animali (paricchi) ed i bovari (gualani) vengono benedetti sul sagrato della chiesa, in ossequio alla sacralità dei gesti che si consumano durante l’intero rito. Al giovedì avviene l’abbattimento degli alberi, al venerdì quello della rocca (l’abete), che è poi l’elemento “femminile” posto in cima alla cuccagna, al sabato avviene il faticoso trascinamento degli alberi da parte dei buoi in paese. Queste giornate sono scandite da pernottamenti in montagna, balli, canti e musiche tradizionali al suono di organetto, fisarmonica e zampogna. La domenica è dedicata all’innalzamento della cuccagna in piazza e alla processione religiosa
che fa da cornice al rituale pagano. Miracoli e fatti straordinari sono legati alle spesso pericolose operazioni di taglio e innalzamento della cuccagna, sempre a mano e con l’aiuto dei buoi (animali cari al santo), come la tradizione vuole. Riti similari si svolgono in Portogallo e sono legati alla stessa ricorrenza ancestrale del risveglio della natura.
A fianco: scena emblematica della “sagra della pitu”, i buoi sfilano in paese tirando tronchi di abete. Nella cartina qui sopra è rappresentata l’evoluzione demografica del comune di Viggianello (elaborazione ISTAT). Si può notare il costante andamento decrescente della popolazione: dagli anni ‘50, infatti, fino al 2011, il comune ha perduto quasi 2500 abitanti.
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Un socio al mese: Protezione Civile
Protezione Civile: unità di intenti con la Banca del Cilento e Lucania Sud Di Ranni: siamo felici che questa forma di attenzione che abbiamo creato sul territorio sia stata sposata dalla BCC “Le esigenze del nostro territorio tra presente, passato e futuro” questo il tema del convegno che a fine ottobre ha sensibilizzato la comunità locale di Viggianello e della Valle del Mercure sull’associazione della Protezione Civile, un organismo attento alle esigenze del comprensorio e, a volte, suppletivo nelle erogazioni di servizi che, in questi tempi di tagli, gli enti locali non riescono più a garantire con continuità. La Banca del Cilento e Lucania Sud non poteva mancare a questo appuntamento, come non poteva esimersi dall’offrire, nel pieno spirito solidaristico che caratterizza questo istituto di credito, una collaborazione fattiva ad un’attività spesso vitale per le comunità locali. “Siamo felici che questo tipo di occasione che siamo
riusciti a creare sul territorio” dichiara il responsabile della Protezione Civile di Viggianello, Francesco Di Ranni, “sia stata accolta in modo favorevole e rappresentativo anche dalla Bcc del Cilento e Lucania Sud, non solo dai soci della nostra associazione di volontariato. Il convegno che ha visto la partecipazione attiva del consigliere di amministrazione della BCC per il territorio di Viggianello e della Valle del Mercure, Giovanni
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Fiorenza, che ha sposato appieno il tema di quest’anno.” Il consigliere Fiorenza ha evidenziato come sia necessario un sistema di coesione sociale per il benessere dell’intera collettività. Trattando delle caratteristiche storico-sociali della nascita del credito cooperativo, ha sottolineato l’importanza di un’aggregazione sociale a vari livelli finalizzata alla soluzione di problemi che investono l’intera collettività. “Rispetto a questa tematica” continua Di Ranni “abbiamo percepito sin da subito un notevole interesse da parte di Giovanni Fiorenza e abbiamo potuto trovare punti di convergenza e vicinanza che ci rendono sensibili e ci appassionano rispetto alle vicende del territorio. Le particolari dinamiche che accumunano la Banca del Cilento e Lucania Sud e l’Associazione di Volontariato della Protezione Civile evidenziano il ruolo di agenzie sociali di sviluppo svolto, a vario livello, da entrambi. Siamo, infatti, entrambi impegnati nelle stesse regioni e nelle stesse province: questa è stata un’occasione di assoluto interesse che ci ha portato a maturare l’idea che i valori di solidarietà, di reciproca collaborazione, di vicinanza alle esigenze del territorio, potevano essere un punto di forza e dunque motivo valido per organizzare questo incontro e definire impegni futuri per i nostri territori. E’ stato un momento di riflessione sul passato per rendere più opportuno il presente. Come si dirama l’attività della vostra sezione rispetto alle trentasei frazioni del comune di Viggianello? L’organizzazione di Protezione Civile Gruppo Lucano con sede in Viggianello è un’organizzazione che nasce nel 2007, opera su tutto il territorio comunale. L’associazione è anche inserita in una rete di organizzazioni di volontariato. Il centro nevralgico, il cuore pulsante
dell’organizzazione, si trova nel comune di Viggiano, dove esiste il coordinamento regionale. Oltre a Viggianello, sedi dell’associazione sono presenti in oltre cento comuni, ricompresi nelle regioni della Basilicata, Calabria e Campania; il gruppo lucano rappresenta la maggiore organizzazione del Centro Sud. Ecco, quindi, questa particolare e stupenda comunanza di intenti che avvicina, in modo quasi naturale, la nascita e lo sviluppo della Banca del Cilento e Lucania Sud con la nostra organizzazione di volontariato. A parte la presenza ramificata sul territorio, v’è la passione per l’uomo che vive il territorio, per le sue esigenze che poggiano sui valori della solidarietà, della reciproca attenzione, della conoscenza finalizzata ad affrontare in maniera migliore gli eventi
che possono capitare. Rispetto a questo, noi operiamo sul territorio per stimolare una maggiore partecipazione attiva dei cittadini affinché essi stessi diventino protagonisti di una cultura della conoscenza, della prevenzione, del rispetto, al fine di governare certi processi. In basso a sinistra: il responsabile della Protezione Civile del compartimento di Viggianello, Francesco Di Ranni (a sinistra nella foto) insieme con Giovanni Fiorenza, Consigliere di Amministrazione della Banca del Cilento e Lucania Sud Le altre foto della pagina afferiscono ai momenti del convegno che si è svolto lo scorso ottobre a Viggianello
Il convegno Protezione della Civile a Viggianello Il convegno “Le esigenze dei nostri territori tra passato, presente e futuro” si è svolto lo scorso 10 ottobre a Viggianello. Organizzato dall’Associazione Protezione Civile Gruppo Lucano di Viggianello in collaborazione con il Comitato Pomotore Fondazione Lucana “Robert Mallet”, al dibattito sono intervenuti il sindaco di Viggianello, Vincenzo Carraro, il vicepresidente della Camera di Commercio di Potenza, Giuseppe Suanno, il direttore dell’Ente Parco del Pollino, Gerardo Travaglio, il consigliere di amministrazione della Banca del Cilento e Lucania Sud, Giovanni Fiorenza, i rappresentanti dei comuni di Laino Borgo, Laino Castello, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Rotonda e San Severino Lucano. Scopo primario della Protezione Civile afferisce ai servizi diretti all´integrità fisica delle persone, alla salvaguardia dei loro beni ed alla tutela dell´ambiente dai rischi, attraverso gli strumenti della programmazione e della pianificazione. Il Sistema di Protezione Civile è stato istituito con la legge 225/92, la normativa ne definisce la struttura, i componenti e i ruoli. Il “Servizio nazionale di Protezione Civile” è la formula organizzativa di un sistema organico permanente, strutturato su diversi livelli progettuali ed operativi, nel quale confluiscono tutte le componenti e le strutture operative che, nell´esercizio ordinario delle proprie competenze, sono titolari di attività e di servizi necessari per conseguire gli obiettivi primari di protezione civile. E´ coordinato dal Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso il Dipartimento della Protezione civile. Il Gruppo Lucano di Protezione Civile è uno dei maggiori in Italia, ha una competenza territoriale che si estende dal Cilento a tutta la regione lucana e parte della Calabria.
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Giovanni Fiorenza
Il comune capofila dell’intera Valle del fiume Mercure Un impianto dell’Enel e l’imbottigliamento di acque minerali, due opportunità per la rinascita del territorio “Viggianello, nella Valle del Mercure, con i comuni limitrofi di Rotonda, Laino, Castelluccio, Laino Castello, Castelluccio Superiore, è la filiale che mantiene di più, dà maggiori risposte”. Così Giovanni Fiorenza, amministratore della Banca del Cilento e Lucania Sud per l’area di Viggianello commenta la performance della filiale negli ultimi tempi. La crisi, almeno la parte
più ostica della crisi, si può dire che è alle spalle. Ora sono necessarie nuove forme di sviluppo per dare prospettive di crescita ad un territorio di notevole bellezza paesaggistica appetibile da grandi gruppo nazionali e in crescita verso i comparti dell’agricoltura e della green economy. Ripartire significa soprattutto trovare nuovi slanci sociali verso l’aggregazione; questo rende la cifra dell’ottimismo per il progetto di fusione che porterà l’istituto di credito cooperativo anche nell’area del Vallo di Diano. “In una riunione, indetta dalla Protezione Civile alla quale ho partecipato con immenso piacere qualche settimana fa, parlai proprio della necessità di aggregazione” continua il consigliere Fiorenza “facendo proprio un’evoluzione storica del credito cooperativo, dalle casse rurali alle Bcc. Oggi, mi sembra assolutamente necessario, anche in funzione di Basilea 1, Basilea 2 e 3, che avvengano queste aggregazioni, non solo nel settore bancario, ma anche civile. In una società in evoluzione, bisogna dare sempre maggiori servizi: questo è possibile soltanto se una banca è sufficientemente formata, territorialmente estesa. Solo aggregando nuovi territori si riesce ad aggredire più agevolmente il mercato essendo più competitivi. Nuove idee imprenditoriali e nuove e grosse realtà a Viggianello: parliamo dello stabilimento della San Benedetto,
un impianto che imbottiglia acque minerali e che dà lavoro a numerosi giovani del territorio. Come nasce l’idea? Di questo progetto della San Benedetto io ne vado particolarmente fiero perché posso dire che sia stato anche una mia creatura, insieme certamente ai sindaci che si sono susseguiti in questo arco di tempo. Viggianello è un comune abbastanza ricco di acque, come pure i territori limitrofi ai piedi del Pollino. Tutto è nato dieci anni fa a Montecatini Terme, dove mi trovavo con l’allora sindaco per discutere della possibilità di fare un ippodromo qui a Viggianello. Alla fine, però, pensammo che, noi di Viggianello avevamo una bellissima sorgente dove già altri avevano cercato di fare un impianto di imbottigliamento di acque minerali. Dunque, una volta partito il progetto, negli anni, abbiamo trovato questo colosso delle acque minerali che, visionando il territorio, il paesaggio e ritenendo congrue le
aspettative dell’azienda a tutto questo, ha deciso di investire nella realizzazione di questo stabilimento. Uno stabilimento che monta una sola linea, ma è già predisposto per due linee di imbottigliamento. Attualmente si riesce a imbottigliare in una sola ora da 35mila a 45mila bottiglie. Quanti operai impiega lo stabilimento? Questo stabilimento impiega circa trenta dipendenti, di questi una ventina sono di Viaggianello e sono anche soci della Banca del Cilento e Lucania Sud. E’
chiaro che questa nuova economia viene trasferita anche alla banca, quindi rappresenta un valore aggiunto per il nostro territorio e per il nostro istituto di credito cooperativo. A sinistra: il Consigliere di Amministrazione della Banca del Cilento e Lucania Sud, Giovanni Fiorenza. Qui sopra: le fonti del Mercure
Le acque del Pollino sulle tavole di tutta Europa
L’impianto della San Benedetto produce, a regime, 150 milioni di bottiglie all’anno “San Benedetto Fonti del Pollino” è questa la denominazione dell’acqua delle fonti del fiume Mercure imbottigliata nel comune di Viggianello e commercializzata dalla storica società veneta, prima azienda a capitale interamente italiano di tutto il mercato del beverage analcolico. L’avvio dei lavori per la realizzazione dell’impianto di imbottigliamento è avvenuto negli ultimi mesi del 2013, l’operatività è iniziata nel settembre dell’anno scorso. “L’apertura di un nuovo stabilimento dedicato a questa categoria, a rafforzamento della propria presenza nel Sud Italia” si legge nel sito del Gruppo veneto “rappresenta una scelta importante, coerente con la strategia del Gruppo di valorizzare le realtà delle reti di acque locali di alta qualità, fortemente radicate nel territorio nazionale, avvicinando così l’Azienda ai consumatori”. La superficie interessata all’impianto occupa quasi tre ettari e mezzo. Nel periodo iniziale è
prevista la realizzazione di una linea di imbottigliamento con una capacità produttiva di 150 milioni di bottiglie l’anno , nei formati da mezzo litro, 1 Litro, 1,5 Litri e 2 Litri. Il piano industriale ha previsto un investimento di 12 milioni e 391 mila euro, con un contributo di 3 milioni e 391 mila euro da parte della Regione Basilicata. Il piano di occupazione iniziale è stato di circa 15 persone, ma è subito cresciuto col crescere delle linee d’imbottigliamento. “Il progetto Viggianello rientra in una visione strategica più ampia nel rispetto della mission aziendale “Risorse per la vita”. Così ha spiegato Enrico Zoppas, Presidente Acqua Minerale San Benedetto S.p.A, durante la cerimonia di avvio dell’impianto. “Ciò porta San Benedetto” ha continuato Zoppas “da una parte, a metter in primo piano la valorizzazione di un dono prezioso che abbiamo ricevuto dalla natura, dall’altra tutta una serie di comportamenti virtuosi che ci consentano di salvaguardare il territorio che lo circonda per garantire che tale dono
prezioso possa arrivare anche alle generazioni future nella sua integrità e nelle sua purezza. Questo ci ha consentito di ridurre le emissioni complessive di CO2 del 30% in 4 anni e di introdurre sul mercato il nuovo “Progetto Eco-Green”, primo esempio di una linea di formati di acqua minerale a C02 compensata, che oggi si fregia, primi in assoluto, del Marchio di Qualità Ambientale del Ministero dell’Ambiente. In tal senso Viggianello è un’ulteriore testimonianza concreta della volontà, per un’azienda Veneta come la nostra, di essere più vicini ai mercati del Centro-Sud riducendo sensibilmente i trasporti e contribuendo ad un’ulteriore abbattimento dell’impatto ambientale complessivo. Siamo molto fieri di questo progetto e vogliamo ringraziare la Regione Basilicata e il comune di Vigianello per aver reso possibile tutto questo”.
A sinistra:l’impianto di imbottigliamento della San Benedetto nel comune di Viggianello Sopra: la catena dell’imbottigliamento delle bottiglie da 0,5 cl.
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La Banca del Cilento e Lucania Sud al fianco delle imprese locali
Due incontri sul Microcredito evidenziano l’attività della BCC nell’aiuto e nella consulenza alle attività produttive del territorio Al fianco delle comunità locali e delle imprese, questo potrebbe essere solo un principio teorico, ma la Banca del Cilento e Lucania Sud, da anni, sta mettendo in pratica azioni concrete di incontro e sensibilizzazione per rendere attuale questo principio. Da anni, infatti, la Banca del Cilento e Lucania Sud è “sul campo”, tra le persone, i soci, la clientela per rendere attuale il benessere socio-economico, nello spirito pieno del cooperativismo. Ulteriore ed ennesima prova di questo è avvenuta nelle ultime settimane. Il Responsabile dei Crediti della Banca del Cilento e Lucania Sud, dottor Andrea Amodio, ha partecipato a due incontri con soci, imprese e rappresentanti della società civile per relazionare sui temi dei finanziamenti alle imprese e della crescita economica. Il primo incontro è avvenuto all’Istituto Cenni di Vallo della Lucania, nel corso dell’incontro con le scuole organizzato dalla pizzeria daZero di Vallo della Lucania. In questo contesto, il dottor Amodio ha sottolineato come il progetto delle filiere corte di produttori del comparto enogastronomico abbia “la stessa mission della banca, quella di sviluppare il territorio, non soltanto dal punto di vista economico, ma anche da quello sociale e culturale”. “Sviluppare un territorio” ha sottolineato il dottor Amodio “per noi banca come per voi reti di imprese, vuol dire creare benessere per tutti. In questo, il ruolo
della banca è un ruolo fondamentale nell’assistere le imprese e le persone che vi lavorano. Altro appuntamento al quale la Banca del Cilento e Lucania Sud ha partecipato nella sua funzione di “tutoraggio economico e sociale” è avvenuto nell’ambito di una convention organizzata da Microcredito 5Stelle. Oltre alla Banca del Cilento e Lucnia Sud, era presente all’incontro anche la consorella dei Comuni Cilentani, rappresentata dal presidente Lucio Alfieri. “Avete acceso una luce su uno strumento che c’è da tanti anni, ma si era un po’ perso in questi ultimi tempi” ha affermato il dottore Amodio nel suo intervento “uno strumento che, tra l’altro, è finanziato ampiamente dallo Stato e che funziona bene. Infatti, attraverso il Fondo di Garanzia si possono finanziare le imprese fino a 2,5 ml di euro, comprese le start up. Quindi, non si è inventato nulla, però bisogna dare atto al Movimento che, non solo ci ha messo i soldi, decurtando le indennità dei parlamentari, ma, ripeto, ha acceso una luce su una forma di finanziamento piccolo, perché parliamo di 25, massimo 35mila euro, che, effettivamente, negli ultimi anni, si è visto poco. Per quanto riguarda la nostra zona, mi fa piacere ricordare come a Vallo della Lucania, insieme anche alla BCC dei Comuni Cilentani, alcuni anni fa, lanciammo un progetto con la società Sistema Cilento, un progetto che si chiamava “Donne, Giovani, Piccole e Medie Imprese”. Facevano già Microcredito; allora, oltre alle banche, c’era anche un Confidi. Dopo due, tre anni, c’è stato un altro progetto di microcredito, si chiamava “Vallo at work”. Il quella iniziativa, noi svolgevamo un’attività di screening ausiliario insieme ad un altro Confidi e con il Comune di Vallo della Lucania che era ente propulsore. Con questo progetto abbiamo finanziato una trentina di microimprese. Dico questo per sottolineare che il microcredito è, da sempre, nel nostro impegno quotidiano di banca di credito cooperativo. Spesso, però, vediamo richieste di finanziamento per attività esistenti,
ormai mature, sature in alcuni territori e difficilmente vediamo idee nuove. Il tavolo permanente di cui parlava il presidente Alfieri potrebbe servire anche a questo, a fare uno screening delle artigianalità che stanno scomparendo o delle nuove idee nei settori dell’informatica, delle tecnologie, etc. In questo ambito le banche potrebbero finanziare anche clientela che non ha i requisiti per un “ordinario” accesso al credito. Voglio fare un’altra considerazione: spesso parliamo di giovani e dimentichiamo la fascia di età dei quarantenni e dei cinquantenni che, purtroppo, a causa della crisi, hanno perso il lavoro e si stanno riconvertendo anche in nuove attività imprenditoriali. Molti bandi si rivolgono a beneficiari con età inferiore ai 35 anni, c’è però una fascia superiore di età della quale ci stiamo dimenticando. Da operatore, noto maggiori difficoltà perché quarantenni e cinquantenni, spesso, sono padri di famiglia e vivono situazioni molto più complesse e delicate. Ulteriore considerazione è che il tutoraggio, lo screening sulle richieste di accesso al credito previsto nel progetto Microcredito 5Stelle, a mio avviso, andrebbe fatto nella fase preliminare, ovvero prima della prenotazione della garanzia. Il alto: il dottor Andrea Amodio, Responsabile Crediti della Banca del Cilento e Lucania Sud. A sinistra: momenti dell’incontro Microcredito 5Stella a Vallo della Lucania
Soci e Territorio
Promuovere la filiera corta per incrementare l’agricoltura e il commercio
Continua l’azione dei soci della pizzeria “daZero” con la sensibilizzazione delle scuole e del territorio “Dal campo al piatto” continua l’iniziativa di promozione della cultura della filiera corta, progettualità portata avanti dalla pizzera “daZero” di Vallo della Lucania. I tre soci della Banca del Cilento e Lucania Sud incontrano ancora le scuole primarie del comune vallese per sensibilizzare al consumo di sani prodotti locali e fruirne con minimo dispendio di energie. Accanto ad una fase di animazione nelle scuole, si è svolta la visita degli alunni nelle aziende del territorio allo scopo di far vedere ai ragazzi come si producono gli alimenti e come ci siano imprese
che ne curano la produzione a poche centinaia di metri dal posto in cui abitano. “Stiamo mettendo a punto questo modulo con la possibilità anche di aprirlo a tutte le scuole del territorio che volessero usufruirne” afferma Carmine Mainenti, uno dei soci della pizzeria “daZero” “ perché alla base del nostro lavoro iniziale imprenditoriale vi è il coinvolgimento di tutto il territorio.” Agli inizi di novembre, a chiudere un primo ciclo di sensibilizzazione nelle scuole, v’è stato un incontro presso l’Istituto Cenni di Vallo della Lucania nel quale rappresentanti scolastici ed istituzionali hanno incontrato i bambini per sensibilizzarli ad una educazione alimentare sana. “La presenza di alcune figure cardine del territorio è emblematica” continua Carmine Mainenti “come la presenza del direttore del Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni, come la presenza del sindaco di Vallo della Lucania, la città dalla quale è partito il nostro progetto. Importante è la presenza del delegato della Banca del Cilento e Lucania Sud, dottor Andrea Amodio, col quale condividiamo un’idea di base che è quella della valorizzazione e dell’arricchimento della collaborazione con il nostro territorio: alla
base dell’idea della BCC, che mi piace chiamare Cassa Rurale, c’è questo spirito, alla base della nostra idea iniziale c’è lo stesso spirito.” I bambini sono stati entusiasti della manifestazione. “Stavolta devono essere i bambini” conclude Carmine Mainenti “a convincere magari i loro genitori che vicino casa ci sono dei buoni prodotti e si possono mangiare secondo i canoni del chilometro zero”.
A sinistra: momenti dell’incontro con gli studenti all’Istituto Cenni. In alto: la pizzeria “daZero” a Vallo della Lucania
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Conservatorio
Conservatorio: verso l’autonomia, da quest’anno sono attivi nuovi corsi
Parte il Master in Etnomusicologia, un’occasione per recuperare la tradizione orale della musica popolare Novità in vista per il Conservatorio Domenico Cimarosa la classe di canto. Quanto agli strumenti a di Vallo della Lucania, si è in dirittura d’arrivo per la fiato avremo il maestro Nello Salza, per piena autonomia dell’istituto di istruzione universitaria. la tromba, il mastro Simone Salza, fratel“Partiremo con una sorta di semiautonomia” afferma il lo di Nello, per il clarinetto. Attualmente maestro Santina De Vita, direttrice del Conservatorio Simone, lo vediamo tutte le domeniche vallese “con il tutoraggio di un conservatorio che ci sarà a “Domenica In” perché collabora con dato direttamente dal l’orchestra della Ministero della Pubbli- Quest’anno le richieste di iscrizione al Conserva- Rai, oltre a loro ca Istruzione e quindi torio di Vallo della Lucania hanno sfiorato quota numerosissimi dall’Afam (Alta Fordocenti di fama: mazione Artistica, Mu- duecento: migliora l’offerta formativa e l’attività noi vogliamo sicale e Coreutica)”. dell’istruzione diventare un Intanto si deve guadaconservatorio gnare questa autonomia attraverso l’attivazione di corsi che produce talenti e non un diplomificio di massima qualità e, soprattutto, di una offerta formati- come, purtroppo, ce ne sono tantissimi in va anche sperimentale. “Punteremo” continua il maestro giro”. E’ partito intanto da quest’anno il De Vita “soprattutto ad avere una nostra autonomia, ma Master di Primo Livello in Etnomusicoper fare questo dobbiamo puntare sulla qualità didatti- logia. “In questo” continua De Vita “conca, di ricerca e di produzione affidandoci a docenti di fluiranno degli strumenti tipici del nostro fama. Avremo, infatti, tantissimi docenti molto quali- territorio come gli organetti e gli aerofoni popolari tra ficati tra cui il maestro Rossana Rinaldi, che ci onora cui la zampogna, la ciaramella, il flauto di Pan. Ci saaverla nel nostro corpo docenti in quanto lei è proprio di ranno poi alcuni docenti sempre di fama, tra cui Santino Vallo, è un’artista di fama nazionale lavora e collabora Scarpa. Il nostro conservatorio si avvierà ad una sorta con l’Arena di Verona. Questa è l’offerta formativa per di ricerca del canto tipico del nostro territorio e, se ce ne sarà la possibilità, si avvierà anche la produzione di un vero e proprio spettacolo e soprattutto ci sarà qualcosa di scritto, perché, purtroppo, la musica popolare è stata tramandata sempre in maniera orale. Questi docenti stimoleranno gli allievi affinché si possa avere qualcosa di scritto da tramandare ai posteri”. Il Master è già attivo e le iscrizioni non sono mancate, da tutto il territorio nazionale. “Abbiamo ricevuto, questo ci fa onore, iscrizioni da Rimini, soprattutto dalla Calabria, pure da Diamante, Scalea, qualche richiesta
di iscrizione è arrivata anche da Potenza. Siamo contenti che la nostra offerta formativa sia presa come punto di riferimento, non solo da Sud, ma anche dal Nord”. Il Conservatorio è partito quattro anni fa, l’idea è stata fortemente appoggiata dalla Banca del Cilento e Lucania Sud; si è partiti con 45 iscritti, oggi le iscrizioni sfiorano quota 200. Attualmente, i corsi attivi sono: canto lirico, ma da quest’anno partirà anche canto moderno e canto jazz, pianoforte, chitarra, flauto, clarinetto, tromba, trombone. Da quest’anno partirà oboe, sassofono e strumenti popolari. “Abbiamo chiesto la sperimentazione al Ministero” conclude il maestro De Vita “perché tantissimi suonano questi tipi di strumento, ma poi non raggiungono un vero e proprio diploma, noi vorremmo essere pionieri per portare questi ragazzi ad un diploma finito”. A destra: la cerimonia di inaugurazione del Conservatorio di Vallo della Lucania, nel 2012. In alto: il Presidente Castiello premia i giovani talenti
La Banca del Cilento e Lucania Sud per la cultura e lo sviluppo sociale Il benessere collettivo può essere assicurato, in maniera pervasiva, solo da azioni che mirino allo sviluppo della cultura e all’elevazione dello spirito. Una banca a favore della cultura del territorio, potrebbe tire. L’idea nasce un paio di anni fa. Emanuele Stifano, essere questa la sintesi delle azioni svolte per le comuni- un giovane talento cilentano, aveva realizzato un’opera tà locali dalla Banca del Cilento e Lucania Sud. Lo svi- scultorea in marmo che raffigurava il supplizio di San luppo del territorio passa necessariamente attraverso la Bartolomeo, lo scuoiamento e il dolore del santo mardiffusione della cultura tire, un’opera di immenso vain quanto la crescita Una nuova scultura dell’artista Emanuele Stifa- lore che l’artista aveva pensato economica si diffonde no che sarà donata al comune di Moio della Ci- di cedere al suo comune natale. in uno stato generale Per ragioni di ordine tecnico, di benessere collettivo. vitella, è finanziata con l’indennità del Presidente la cessione dell’opera non fu Questo compito può es- Francesco Castiello possibile, ma bisognava recusere assicurato, in maperare l’alto valore artistico e niera pervasiva, solo da azioni che mirino allo sviluppo culturale dell’opera. Fu così che il presidente Francesco della cultura e all’elevazione dello spirito. E’ sulla base Castiello decise di commissionare al giovane artista, di questo principio che nasce una consuetudine ormai premiato in occasione della Notte degli Artisti di Vallo affermata per l’istituto di credito cooperativo, quella di della Lucania, la realizzazione di una nuova opera che devolvere a scopi sociali e culturali le indennità di carica raffigurasse il santo protettore di Moio della Civitella. del presidente Francesco Castiello e del vicepresidente Per una tale realizzazione è stato fatto arrivare un blocco Pasquale Silvano Lucibello. In questi anni i fondi deri- di marmo da Carrara. L’opera è in fase di compimento, vanti dalle indennità hanno permesso di finanziare azio- nei prossimi mesi sarà possibile ammirarla in anteprima ni benefiche a favore delle comunità locali del Cilento, e sarà possibile collocarla, ad agosto del prossimo anno, della Lucania e della Calabria, azioni culturali e sociali. nella chiesa di Moio. L’opera d’arte è stata interamente In questo ambito si pone una nuova azione culturale, fi- finanziata con l’indennità presidenziale di Castiello. nanziata con le indennità presidenziali del 2015: la realizzazione di una statua marmorea di San Bartolomeo Foto: “Il martirio di San Bartolomeo” opera premiata con medaglia del da donare al comune di Moio della Civitella posizionan- Capo dello Stato durante la Notte degli Artisti, edizione 2013, a Vallo dola nella chiesa madre, dedicata proprio al santo mar- della Lucania
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Gelbison: la realtà di una squadra del territorio
“Gelbison resurget in novissimo die”, un grido per la vittoria “La causa principale di questo momento estremamente negativo risiede, probabilmente, ancora nelle iniziali incertezze” di Pietro Di Lorenzo E’ ora di reagire La sorte degli uomini scorre nel mare delle umane vicende. L’olimpo del calcio sembra non arridere più alla compagine del presidente Noce, avviluppata da un bieco destino. No! Il fatalismo non appartiene a chi ha vi-
sto grondare il nobil sangue dei pantaleonini: Gelbison resurget in novissimo die. Passiamo al calcio giocato! La dimensione della sconfitta contro il Siracusa, che vale l’ennesimo insuccesso in trasferta, suscita interrogativi che sono oggetto di acceso dibattito tra le componenti societarie e i tifosi. Ognuno azzarda delle ipotesi per spiegare la crisi tecnico-tattica della squadra rossoblu. Sicuramente gli infortuni di uomini chiave come Pecora, Grimaudo, Bovi, e Tulimieri, le frequenti squalifiche nel reparto difensivo e forse un calo di autostima generalizzato stanno rendendo più difficile il compito di mister Logarzo di allestire ogni domenica una formazione che possa competere al meglio contro avversari che, a dire il vero, tranne alcune eccezioni, non sembrano imbattibili. La causa principale di questo momento estremamente negativo risiede, probabilmente, ancora nelle iniziali incertezze circa il futuro della società cilentana, che hanno condizionato il calciomercato e soprattutto la
preparazione atletica e mentale dei giocatori. In questi interpreti, però, la società ripone ancora la massima fiducia, perché è evidente il loro quotidiano impegno durante gli allenamenti. Massima stima e infinito credito sono ancora riposti nella figura dell’allenatore di Rofrano, di cui sono risapute le doti eminenti di uomo e di tecnico. Comunque, l’attuale piazzamento rimane inaccettabile e inaspettato. Tuttavia, non è ancora tempo di allarmismi. La classifica è corta. Una serie positiva di risultati riporterebbe la Gelbison in una posizione più tranquilla. Occorre però ripartire veloci già da domenica prossima, quando al Giovanni Morra arriverà la formazione calabrese della Vibonese. I tre punti sono d’obbligo. La concentrazione generale dello spogliatoio verte nell’immediata ripresa . Tutti i giocatori devono crederci, e i tifosi con loro. E’ ora di reagire.
La svolta dell’iscrizione al Girone D e l’azione di marketing L’anno 2011 rappresenta per la squadra del territorio cilentano il periodo della svolta e della nuova iscrizione al campionato di serie D. Inoltre, dopo un biennio di diaspora su altri terreni di gioco a causa dei lavori di ristrutturazione del Giovanni Morra, in quell’anno il territorio otteneva due risultati importanti: uno stadio rinnovato e al passo coi tempi e una squadra che, grazie al sacrificio della dirigenza, si trovava di
svolge nel tessuto sociale del Cilento. La Gelbison ha rappresentato e continua a rappresentare la voglia di riscatto del Cilento centrale, la voglia
nuovo iscritta a disputare il campionato superiore. In quel periodo veniva a compimento anche una nuova circostanza di ordine economico e finanziario: la Banca del Cilento e Lucania Sud assumeva maggiore consapevolezza della natura della Gelbison come formazione del territorio e tendeva ad aumentare il contributo finanziario. E’ stata questa una congiuntura favorevole per la formazione, per Vallo della Lucania e per l’intero territorio del Cilento. Il processo avviato, grazie alla dirigenza della squadra e al Consiglio di Amministrazione della Banca del Cilento e Lucania Sud, porta all’attuale sponsorizzazione ufficiale che avviene quest’anno. Sulla base della convenzione stipulata tra la dirigenza della squadra vallese e il CdA dell’istituto di credito cooperativo, per questa intera stagione calcistica sarà la Banca del Cilento e Lucania Sud a mettere in campo azioni per la valorizzazione della squadra e collaborare nella collocazione degli abbonamenti. Sarà sempre la BCC ad individuare strategie di marketing nel breve e nel lungo periodo a favore della squadra vallese. Per un migliore intervento nel sociale, la BCC scende in campo insieme alla squadra valorizzando il ruolo che questa
di emergere per un territorio che negli ultimi anni è stato molto sollecitato dalla crisi. Sarà quindi la BCC a definire un nuovo corso della squadra e lo slogan della campagna abbonamenti, “Scaliamo la vetta, insieme è possibile”, vuole essere un pungolo per tutta la comunità locale.
macht del campionato
Una squadra, un territorio: la storia di questi ultimi anni
Sponsor ufficiale
Sito ufficiale della Gelbison Calcio: http://www.gelbisonvallo.it Foto: Giuseppe Paladino
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Valsinni
La storia e la cultura del Basso Sinni e del Metapontino all’Expò Valsinni, Colobraro, San Giorgio Lucano, Pisticci, Bernalda, Montalbano, Tursi, Nova Siri, Rotondella: il folklore della Lucania a Milano di Piera Chierico La Basilicata grande protagonista a Milano. Nei giorni 1,2 e 3 ottobre, nei locali del Palazzo Mondadori di Via Marghera, i paesi del Basso Sinni/Metapontino hanno presentato la loro storia ed i loro prodotti. Organizzato dalla Regione Basilicata in collaborazione con l’APT ed il Gal Cosvel, l’evento, inserito nelle attività di promozione fuori expo 2015, ha visto coinvolti i paesi di: Valsinni, Colobraro, San Giorgio Lucano, Pisticci, Bernalda, Montalbano, Tursi, Nova Siri e Rotondella. Il giorno 1 si è tenuto un incontro dal tema “Basilicata narrante: la voce del cibo”, un viaggio sensoriale attraverso le tipicità dell’area Gal. Mediante la proiezione di un racconto narrato realizzato dal Gal Cosvel di Rotondella, sono stati presentati i produttori, chef e personaggi della tradizione popolare locale. Tra i prodotti selezionati c’erano: la pera signora, il ficotto, l’olio lucano, u “pastizz”, i pasticciotti... Il giorno 2 l’evento ha analizzato il tema di “Basilicata Fantastica: borghi in scena”, storie di famiglie e di viaggiatori attraverso immagini, film e documentari. Protagonisti della giornata: Marco Albano e Paride Leporace. Il giorno 3 il tema è stato “Basilicata magica: Borghi letterari”. Un convegno ha anticipato e presentato i vari paesi protagonisti dell’evento. Moderatore: Elena Di Napoli, consulente Gal Cosvel e Coordinatrice dell’evento. Relatore: Andrea Bernardo, sindaco di Colobraro, che con grande professionalità ha illustrato le realtà e le potenzialità
del territorio lucano. Sono intervenuti: Don Rocco Natale, parroco di San Giorgio Lucano, Carmen Chierico per il Parco letterario Isabella Morra e l’ass. Giuseppe Truncellito per il Comune di Valsinni, Concetta Sarlo, che ha illustrato la storia antropologica di Colobraro , Franco Ottomano e Salvatore Cosma (sindaco) per il parco letterario A. Pierro di Tursi. I vari paesi coinvolti hanno presentato le loro storie ed eventi anche mediante video proiezioni. Simpatica la performance di Colobraro. Diretti dal sindaco Bernardo, gli attori di Sogno di una notte a quel Paese, hanno portato in scena una par-
te dello spettacolo estivo che coinvolge la “cattera” la donna che toglie l’affascino e il malocchio, sfatando così, anche in terra “straniera” il mito della iella che da sempre accompagna il paese lucano. Coinvolgente e molto applaudito lo spettacolo portato in scena dal Parco letterario Isabella Morra. Ad introdurre la performance l’assessore Giuseppe Truncellito che ha illustrato la storia del Parco, con un richiamo al critico Benedetto Croce, antesignano dei parchi
letterari ed autore di un libro su Isabella Morra. Piera Chierico, nelle vesti di cantastorie-guida, ha ripercorso, quindi, la storia della poetessa triste, catapultando lo spettatore in un viaggio nella memoria, quasi fino a far toccare con mano la triste storia di Isabella. Poesia, canti e musica dei menestrelli del Parco (Maurizio Petrigliano, Antonietta Padovano, Stefania Celano, Fabiano Fagnano, Marina Titolo, Giuseppe Truncellito e Giuseppe Spagnolo) hanno intervallato la narrazione, coinvolgendo il pubblico, che ha cantato i ritornelli di tutte le canzoni. A prestare il volto e la voce alla poetessa, Carmen Chierico, responsabile del centro visite della pro-loco di Valsinni. Grande emozione ha suscitato l’arrivo e la partecipazione del maestro Pasquale Montesano, famoso paroliere e critico musicale, originario di Valsinni ed autore di “Io canto Isabella”, colonna sonora del Parco letterario. Anche se anziano, Montesano ha voluto ringraziare personalmente il parco ed il presidente Rocco Truncellito, per il lavoro di promozione e per aver reso famosi al di fuori dei confini regionali, Isabella e del suo paese di origine. Molti dei paesi partecipanti hanno richiamato l’importanza di Valsinni, che da ormai più di 25 anni rappresenta il centro poetico e teatrale del territorio. Nelle foto: momenti della manifestazione storico-culturale delle comunità locali del Basso Sinni/Metapontino all’Expò di Milano
La riforma delle Procedure Concorsuali e la Gestione delle Crisi d’Impresa
Al convegno a Lagonegro la relazione del direttore generale della Banca del Cilento e Lucania Sud “La riforma delle Procedure Concorsuali e la gestione della Crisi d’Impresa” questo il tema del convegno svoltosi lo scorso 6 novembre a Lagonegro. Per la Banca del Cilento e Lucania Sud a relazionare sul tema della “Gestione della crisi d’impresa”, è stato il direttore generale, dottor Ciro Solimeno. Prima di intervenire sul tema, il direttore Solimeno ha evidenziato la struttura aziendale della banca di credito cooperativo del Cilento e Lucania Sud, presente sul territorio con diciassette filiali e quarantacinque sportelli bancomat in Campania, Basilicata e Calabria, oltre 4200 soci e 30mila clienti, 115 dipendenti, 380ml di raccolta, 280ml di impieghi, 300ml di intermediato titoli ed oltre 45ml di fondi propri. Ha, inoltre, sottolineato come la nuova operazione di fusione con la BCC di Sassano, porti alla creazione di un grande istituto di credito cooperativo in grado di fornire maggiori servizi alle Pmi e alle comunità locali del Mezzogiorno. “Nell’attuale scenario di mercato nel quale operano le imprese” ha poi continuato il direttore Solimeno sul tema della convention “possono verificarsi, con significativa rapidità, cambiamenti profondi nelle variabili che definisco il “sistema” di riferimento della gestione aziendale. La circostanza, pertanto, dà
luogo ad una accelerazione dei processi relativi al ciclo di vita di un’impresa, con possibili repentini cambiamenti, da situazioni di crescita aziendale a situazioni di contrazione e crisi, con una notevole velocità di decadimento rispetto al passato. Le crisi aziendali sono, quindi, il risultato di una molteplicità di combinazioni di eventi scatenanti, quelle che qui interessano possono ricondursi a due macrocategorie: crisi economica e crisi finanziaria e patrimoniale. Queste afferiscono a manifestazioni di tipo oggettivo. Esiste, ovviamente, una dimensione soggettiva che può essere ricondotta all’inefficiente comportamento dei soggetti protagonisti della vita aziendale. Analizziamo il primo caso: la crisi economica. Questa trae origine da circostanze che incidono direttamente sulle combinazioni produttive dell’impresa quali, ad esempio, l’obsolescenza del prodotto o del servizio, la rigidità della struttura produttiva e la carenza di programmazione e di innovazione. Nel secondo caso: la crisi finanziaria e patrimoniale, anche in contesti di apparente equilibrio economico, può sorgere dalla carenza di capitale proprio che può generare uno squilibrio della struttura delle fonti di finanziamento rispetto alla composizione degli impieghi aziendali. Può sorgere, inoltre, da un eccesso di dipendenza dal capitale di terzi e da un eccesso di indebitamento rispetto alla capacità dell’impresa di generare adeguati flussi finanziari al servizio del debito. Quanto alla diagnosi delle crisi aziendali e delle conseguenti iniziative risolutive v’è da precisare che se la crisi è di carattere economico si devono ipotizzare tre soluzioni: l’abbandono di produzioni non economiche, la sostituzione del management e le cessioni di partecipazioni o rami d’azienda improduttivi. Se la crisi è finanziaria è necessario ipotizzare la modifica delle struttura delle fonti di
finanziamento, una moratoria dei rapporti finanziari in essere con il sistema creditizio e un accordo con i principali fornitori per il mantenimento del flusso ordinario delle forniture. Se, in ultimo, la crisi è di ordine patrimoniale si deve ipotizzare un apporto di mezzi propri da parte di soci e una formula di autofinanziamento, ovvero la capitalizzazione dell’utile netto.” Al convegno, svoltosi presso l’Hotel Midi di Lagonegro, dopo i saluti del sindaco Domenico Mitidieri, sono intervenuti, il presidente del Tribunale di Lagonegro, Matteo Claudio Zarrella, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro, Vittorio Russo, il Giudice Delegato e dell’Esecuzione del Tribunale di Lagonegro, Alessandra Zingales, il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Lagonegro, Gherardo Cappelli, il presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Potenza e Lagonegro, Luigi Vergari, l’Amministratore Unico Sviluppo Basilicata Gianpiero Marucci, l’assessore all’Ambiente, Territorio, Infrastrutture, Opere Pubbliche e Trasporti della Regione Basilicata, Aldo Berlinguer, il Giudice Delegato Sezione Fallimentare del Tribunale di Napoli, Angelo Napolitano, il professore di Diritto Privato della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università della Tuscia di Viterbo, il Consigliere presso la Corte di Cassazione, Luigi Abete, il Consigliere dell’Ordine dei Commercialisti di Potenza e Lagonegro, Rocco Santoro, il Consigliere Segretario del COA di Lagonegro, Giuseppe Sabella. A coordinare la fase delle relazioni è stato l’avvocato Antonio Donadi, del Foro di Lagonegro. Nelle foto: il direttore generale, dottor Ciro Solimeno, durante il suo intervento al convegno
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