www.fisiokinesiterapia.biz Introduzione Nella SLA:
LA RIABILITAZIONE DEL PAZIENTE AFFETTO DA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA
si ha degenerazione del 1° e del 2° motoneurone; l’età media di comparsa è di 57 anni; è lievemente prevalente nei maschi; la sopravvivenza media è di 36-45 mesi; la sintomatologia di esordio varia in base a quale delle tre forme cliniche si manifesta.
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Introduzione
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SLA tipica o comune Caratteristiche
Clinicamente si esprime con:
Rappresenta il 45-50% dei casi e si manifesta con esordio insidioso e progressivo:
deficit piramidale agli arti; atrofia muscolare specie alle mani;
riduzione di forza alle mani con difficoltà nelle prese e nella motricità fine;
fascicolazioni;
atrofia ms: • inizialmente realizza una mano a scimmia; • in fase avanzata si diffonde agli avambracci e talora ai ms della spalla e poi agli AAII;
segni di compromissione dei nervi cranici bulbari.
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SLA tipica o comune
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SLA tipica o comune negli stadi iniziali sono frequenti i crampi ms specialmente alle mani;
deficit motorio simmetrico: • inizialmente può essere limitato ad un arto o ad un emilato (anche per alcuni mesi);
segni di compromissione della via corticospinale sono rappresentati:
• è in genere associato all’ipotrofia, ma può verificarsi che i ms molto atrofici siano ancora in condizione di esplicare una certa attività;
• in fase iniziale da iperflessia ai 4 arti; • successivamente si può rilevare un clono delle rotule e dei piedi;
fascicolazioni che talvolta sono rare e devono essere attentamente ricercate;
• in fasi ancora più avanzate ipertonia piramidale agli AAII, e andatura pareticospastica; 5
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SLA tipica o comune
SLA bulbare Caratteristiche
l’esame oggettivo delle sensibilità è negativo:
Detta anche sindrome bulbare progressiva si manifesta circa nel 25% dei casi.
• l’esistenza di turbe oggettive della sensibilità all’esame clinico mette in serio dubbio la diagnosi;
I primi sintomi sono:
turbe vasomotorie sono abbastanza frequenti (dita del piede “fredde” cianotiche);
difficoltà a pronunciare fonemi consonantici (labiali e linguali);
sono inusuali le turbe vescicali.
ipotrofia e fascicolazioni particolarmente evidenti ai margini linguali; 7
SLA bulbare
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SLA bulbare
In fase più avanzata:
l’eventuale deficit a livello del VII n.c. si manifesta: • con riduzione della mimica facciale; • con debolezza nella chiusura delle labbra e nel gonfiare le gote;
è impossibile la protrusione della lingua; la disartria diventa sempre più rilevante; la motilità del velo palatino si riduce e la voce diventa nasale;
• con scolo di saliva; • fascicolazioni a livello del mento.
difficoltà crescenti nella deglutizione, prima per i liquidi e poi anche per i solidi; la compromissione delle corde vocali si manifesta con disfonia, voce flebile e afonia;
esiste anche una ridotta capacità ventilatoria, ma non si verifica dispnea evidente. 9
SLA pseudopolineuropatica
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SLA pseudopolineuropatica se il disturbo ha inizio prossimale vi è difficoltà ad alzarsi dalla posizione seduta;
Caratteristiche Detta anche forma agli arti inferiori si manifesta circa nel 25-30% dei casi.
il disturbo motorio appare in genere prima dell’atrofia;
È caratterizzata da: un deficit motorio ai ms della loggia anteroesterna della gamba, talora unilaterale, ma in breve tempo bilaterale;
crampi e fascicolazioni talora precedono il deficit motorio e l’atrofia di parecchi mesi; i riflessi osteotendinei in un pri mo tempo sono ridotti o aboliti;
pz che inciampa nel camminare per deficit di dorsiflessione del piede; 11
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SLA pseudopolineuropatica
Riabilitazione In generale la SLA determina:
i segni piramidali sono ad insorgenza tardiva e spesso mascherati;
una progressiva perdita della forza ms; una sensazione di stanchezza generalizzata; i movimenti quotidiani diventano difficoltosi: • lavarsi; • allacciare i bottoni;
le turbe vasomotorie sono piuttosto importanti.
• mangiare; • aprire una porta; • salire le scale; • camminare per lunghi tratti. 13
Riabilitazione
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Riabilitazione Gli scopi fondamentali della riabilitazione sono:
Con il progredire della malattia gli effetti della debolezza ms incidono sempre più sullo stile di vita.
1. contrastare le conseguenze della paralisi: • mantenere attività ms volontaria; • prevenire retrazioni ms-tendinee e rigidità articolari che evolvono in forme dolorose;
Cercare di recuperare la forza ms con un’intensa attività fisica è controindicato e dannoso poiché:
• inibire l’insorgenza di spasticità; • mantenere la mobilità della gabbia toracica; • prevenire sublussazioni gleno-omerali;
• può aumentare il precoce affaticamento; • peggiorare le capacità funzionali già compromesse.
• prevenire dolori da posizioni scorrette. 15
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Riabilitazione 3. consigliare ausili e strategie per mantenere il più a lungo possibile l’autonomia:
2. limitare i danni secondari dovuti alla perdita di mobilità attraverso:
• ingrossare i manici delle posate, per semplificare e facilitare la presa; • una carrozzina permette lo spostamento per lunghi tragitti;
• l’esecuzione quotidiana di esercizi attivi e attivi assistiti; • L’adozione di posture inibenti l’ipertonia piramidale;
• la presenza di montascale favorisce l’autonomia in casa;
• l’esecuzione pluriquotidiana di esercizi respiratori;
• l’utilizzo di sistemi alternativi di comunicazione consente di interagire e manifestare stati d’animo, bisogni, etc.
• l’assunzione di posizioni corrette quando si sta seduti, a letto, etc. 17
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4. addestrare i parenti alla corretta assistenza:
5. scegliere programmi fisioterapici:
• durante i passaggi posturali che sono un momento critico nella gestione quotidiana del pz con SLA;
• in rapporto al grado di debolezza ms; • personalizzati e sulla base di una attenta valutazione.
• sapere “come fare” comporta meno fatica ed evita di procurare danni.
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Riabilitazione Quando compaiono segni di fatica:
Ogni programma chinesiterapico deve tener conto di 2 regole fondamentali: a. non superare la soglia dell’affaticamento; b. non superare la soglia del dolore.
l’attività deve essere interrotta; osservare un riposo di circa 20 minuti;
Segnali di fatica sono:
se non vi è ritorno allo stato fisico iniziale, bisogna pensare di aver intrapreso un’attività troppo intensa.
crampi; aumento delle fascicolazioni; respirazione affannosa e difficoltosa; sensazione di pesantezza alle gambe e alle braccia. 21
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Nelle fasi iniziali proporre attività come:
Esercizi di coordinazione
nuotare;
1. Esercizi con la palla (usarne di diverse misure):
andare in bicicletta; passeggiare;
lanciarla contro il muro e riprenderla; lanciarla e riprenderla alternando le mani;
se fatti con moderazione e seguendo le due regole enunciate prima, non trovano controindicazioni.
palleggiare, alternando le mani; lanciare contro un bersaglio preciso; colpire la palla con una mazza o un bastone (come nel baseball). 23
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2. Giochi:
5. Impilare coni, blocchi, scatole.
lanciare anelli verso un bersaglio;
6. Sfogliare giornali e riviste.
freccette;
7. Strappare la carta del giornale in strisce lunghe e sottili.
tiro al bersaglio. 3. Versare e travasare liquidi da un contenitore all’altro. 4. Piegare della biancheria.
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Mantenimento funzionalità respiratoria: Proporre al pz: esercizi di respiro controllato; posture ventilatorie; l’utilizzo di incentivatori per sviluppare i volumi polmonari mobilizzati; esercizi per sviluppare la coordinazione costo-diaframmatica; l’utilizzo di ausili per rinforzare la muscolatura in ed espiratoria.
Mobilizzazione attiva Gli esercizi: devono essere rivolti a chi possiede una sufficiente forza ms; hanno lo scopo: • di far lavorare attivamente i ms, mantenendoli elastici e tonici; • di mobilizzare completamente le articolazioni. 27
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I movimenti possono essere eseguiti, a secondo del grado di affaticabilità:
Durante la mobilizzazione attiva il pz deve: • mantenere per alcuni secondi la posizione di massimo allungamento ms e legamentoso;
• da seduti (più faticosi); • da distesi (meno faticosi).
• ritornare poi lentamente alla posizione di partenza;
È utile eseguire gli esercizi: • più volte al giorno;
• associare agli esercizi la respirazione.
• lentamente;
È opportuno suddividere il programma in due sedute quotidiane.
• raggiungere sempre i massimi gradi di escursione articolare. 29
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Mobilizzazione attiva delle spalle E se rcio z2i 1 . Se de rsi co n l e br a acc i l ung o i f i anc hi e i pi ed i app og gi ati a te rr a.
E se rci zi o 1
2 . Ab du rre l e b ra cci a este se ai go tmi ii nsp i ran do .
1 . S e der si co n l e br acci a l u ngo a inch f i i e i pi ed i a pp ogg i ati a ter ra .
3 . Ri tor nar e a l l a p osi zi o ne di pa rte nza esp i ra ndo .
2 . P o rta re l e b rac ci a e stes e i n al to i ns pi ra ndo . 3 . R i t or nar ea a po l l si zi o ne d i pa rte nza esp i ra ndo .
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E se rci zi o 3 1 . S d ra ai rsi con l e b rac ci a l u ngo a inch f ii . 2 . P o rta re l e b rac ci a e stes e i n al to i ns pi ra ndo .
E se rcio z4i 1 . Sd ra i ars i con l e b ra cci a l ung o i f i anc hi . 2 . Ab du rre l e b ra cci a este se ai go tmi ii nsp i ran do .
3 . R i t or nar ea a po l l si zi o ne d i pa rte nza esp i ra ndo .
3 . Ri tor nar e a l l a p osi zi o ne di pa rte nza esp i ra ndo . 33
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Riabilitazione Mobilizzazione attiva dei gomiti
E se rcio z6i 1 . Se de rsi co n l e br a acc i este see gg l erm e nte abd ott e e m i pa i dl el l e ma ni i n ava nti . 2 . Insp i rar e d a f er mi . E se rci zi o 5 1 . S d ra ai rsi con l e b rac ci a a bd otte a 90° e i go mi ti fel ssi a 90 °. 2 . E xt rar uo tar e om g l er i i i n spi r and o. 3 . I ntr aru ota re gl i o me ri e spi r and o.
3 . Es pi ra nd oe pgai re i gom i nti ofai to ccar e le sp al l e con l. e m an i 4 . Ri tor nar e a l l a p osi zi o ne di pa rte nza i nsp i ra ndo .
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Riabilitazione Mobilizzazione attiva dei polsi E se rcio z8i 1 . Af fer rar e c aonml ano sx l ’ ava m bra cci o dx, tene nd o i l p al m o d el l a ma no vers o i l b asso . 2 . Insp i rar e d a f er mi .
E se rci zi o 7 1 . S e der si co n l e br acci a a dd otte , i g om i ti fl es si a 90 ° e i p al m i de l l e m a ni i n a van ti .
3 . Es pi ra nd o e sten der e i lpos lo d x iùl po p issi bi l e .
2 . I nsp ir ar e d a fe rm i .
4 . Insp i ra ndo fl ett er e i l p ol so dx i l p i ùbpi oss l e. i
3 . E sp i ra ndo ru ota re i p al m i de l l ever m so an i i l b ass o te ne ndo l e b ra cci a a dd otte .
5 . Es pi ra nd o co mp i ere l n cl i na zi on e r adi a l e.
4 . R i t or nar ea a po l l si zi o ne d i pa rte nza i nsp i ra ndo .
6 . Insp i ra ndo com e rep i l’ ni cl i na zi on e u l nar e. 7 . Ri pet ere l ’ i nte ra ser i e ’ i m ovi m en ti 5 vol te di a d x e 5 tvo e al sx. 37
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Mobilizzazione attiva delle dita
E se rci zi o 9
E se rcio z10 i
1 . P o si zi on are l a ma no d x ap er ta c on pamli ol ve rso l ’ al t o.
1 . Po si zi o nar e l a m ano dx a per ta con i l pa l mo vers o l ’ a l to.
2 . C hi ud ere l a m a no, a i uta ndo si co t ran l ’ a l s e ne ces sar o. i
2 . Con l a p unta de l po l l i ce tocc are l a p unt a d el l ’ i nd i ce. 3 . Ri pet ere co n l e al tr e d i ta.
3 . R i t or nar ea a l l p osi zi o ne di p art en za.
6 . Ri pet ere l ’ eseo rci z i 5 vo l te caonm lano dx e 5 vol te con l a s x.
4 . R i p ete re l ’ ese rci zi o 5 vot el co n l a m ano d x e 5 vo l te con l a sx.
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Riabilitazione Esercizi per la mano con la plastilina
E se rci zi o 11 1 . P o si zi on are l a ma no d x ap er ta c on pamli ol ve rso l ’ al t o e d i l p ol l i a bd otto (a ffe rr are s o i l po l cceona l sx) . 2 . R uota re i l po l l i ce p er 5 vo l te i n se nso an o .ti or ar i 3 . R uota re i l po l l i ce p er 5 vo l te i n se nso o . or ar i 4 . R i p ete re l ’ ese rci zi o c ona l m ano sx.
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Esercizi per la mano con la plastilina
Esercizi per la mano con la plastilina
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Esercizi per la mano con la plastilina
Esercizi per la mano con la plastilina
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Mobilizzazione attiva delle anche
E se rci zi o 12 1 . S e der si co n i p i ed i a pp ogg i ati a ter ra . 2 . I nsp ir ar e d a fe rm i . 3 . E sp i ra ndo fl et ter e l ’ a nca sx m an ten end o i l g i no cchi o fl es so.
E se rcio z13 i 1 . Sd ra i ars i sup i ni co n l a ga mb a sx fl essa e l a d x es
4 . R i t or nar ea a po l l si zi o ne d i pa rte nza i nsp i ra ndo .
2 . Insp i rar e d a f er mi . tesa . 3 . Es pi ra nd o a bdu rre l a gam b a d x. 4 . Ri tor nar e a l l a p osi zi o ne di p art enz a i ns pi ra
5 . R i p ete re l ’ ese rci zi o 5 vot el co n l ’ a nca d x e 5 vo l te con l a sx.
5 . Ri pet ere l ’ eseo rci 5 zvol i te co n l a gam b a d x e 5 vol t e co n l a sx. nd o. 47
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Riabilitazione Mobilizzazione attiva delle ginocchia
E se rcio z15 i 1 . Se de rsi co n l e gi no cchi a fl es se. 2 . Insp i rar e d a f er mi . 3 . Es pi ra nd o e sten der e i lgi no cch o di x. E se rci zi o 14
4 . Ri tor nar e a l l a p osi zi o ne di pa rte nza i nsp i ra ndo .
1 . S d ra ai rsi supi n i co n l e gam b e fl e sse. 2 . S o l el var e d al l e tto l a g am ba dx.
5 . Ri pet ere l ’ eseo rci z i 5 vo l te c on gi no i l cch o i dx e 5 vol te con l a s x.
3 . E xt rar uo tar e l ’ a nca dx. 4 . I ntr aru oar’ ea lnca dx . 5 . R i p ete re l ’ ese rci zi o 5 vol te con l a ga mb a d x e 5 vo l te c on l a sx.
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Riabilitazione Mobilizzazione attiva delle caviglie
E s er oc i17 zi E se rci zi o 16
1 . Sdr ai a dx 2 es. sFla ette el 3 . Fl ette
1 . S d ra ai rsi supi n i co n l a gam b aa sxd fx lest essa esae. l 2 . I nsp ir an do fl ette re an ca 3 . E sp i ra ndo est end er e i l a. 4 . R i t or nar ea a po l l si zi o ne d i il pi 5 . R i p ete re l ’ ese rci zi o 5
e gi n occ hi o d el l a ga mb a e stes g i noc chie odepor a mtaarndo otei ln a l to. pa rte nza i nsp i ra ndo . vol te con l a g am ba sx e 5 vol te con l
a d x.
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ars i s upi ni c on l a gam ba s x f l es t es a. re d ors al ma ente puntl a del p i ede d x . re ap ntar l ment e l a pu nta d el pi ede dx .
4 . Sup i nare pi i l ede dx . 5 . Pr onar e i l pi ed e dx . 6 . Ri p eter e l ’ es erc i z i o 5 v ol te c on i l e 5 v ol t e c on l a s x . pi ed e dx
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Mobilizzazione attiva del collo E se rcio z19 i 1 . Se de rsi co n i pi ed i app og gi ati a te rr a. 2 . Insp i rar e d a f em i .
E se rci zi o 18 1 . S e der si co n i p i ed i a pp ogg i ati a ter ra .
3 . Es pi ra nd o r uota re i lcap o ve rso dx.
2 . I nsp ir ar e d a fe . mi
4 . Insp i ra ndo tor na re al ce ntr o.
3 . E sp i ra ndo fl et ter e i l c apo po rta ndo i l m e nto vi ci no al to ra ce.
5 . Es pi ra nd o r uota re i lcap o ve rso sx.
2 . I nsp ir an do este nde re i l c apo .
6 . Insp i ra ndo tor na re al ce ntr o.
6 . R i p ete re l ’ ese rci zi o 5 vol te .
7 . Ri pet ere l ’ eseo rci z i 5 vo l te.
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E se rci zi o 20
E se rcio z21 i
1 . S e der si co n i p i ed i a pp ogg i ati a ter ra .
1 . Se de rsi co n i pi ed i app og gi ati a te rr a.
2 . I nsp ir ar e d a fe . mi
2 . Com pi er e 5 m ovi m ent i di ci r cono duz ne i n sens o o rar i o.
3 . E sp i ra ndo i ncl i n are i l c apo ve rso dx.
2 . Com pi er e 5 m ovi m ent i di ci r cono duz ne i n sens o a nti or ar i o.
4 . I nsp ir an do tor nar e a l ce ntro . 5 . E sp i ra ndo i ncl i n are i l c apo ve rso sx. 6 . I nsp ir an do tor nar e a l ce ntro .
4 . Com pi er e’ el ser ci zi o ad occh i chi u si pe r evi ta re sens azi o ne di cap ogi r o.
7 . R i p ete re l ’ ese rci zi o 5 vot e. l
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Mobilizzazione attiva del tronco
E se rcio z23 i 1 . Sd ra i ars i sup i no con gl i, iA pi A eIIdifl a ppo gg i ati a ter ra , b rac ci de ael a per te e p ma ni ap po ggi a ti a ter ra . 2ess. Insp i rar e d a f em o. i al m i
E se rci zi o 22 1 . S d ra ai rsi
supi n o co n g l i A A II f l essi e i p i edi a pp ogg i
2 . I nsp ir ar e d a fe rm o. ati a te rr a. 3 . E sp i ra ndo sol l e var e i l b aci n o f acen do i l 4 . I nsp ir an do tor nar e a l l a p osi ezi. o ne i ni zi po nte . 5 . R i p ete re l ’ ese rci zi o 5 vol te . al
3 . Es pi ra nd o r uota re l e g am be ver so sx. 4 . Insp i ra ndo tor na re al ol ane posi i ni zzii a l e. 5 . Es pi ra nd o r uota re l e g am be ver so dx 6 . Ri pet ere l ’ eseo rci 5 zvol i te . 57
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Mobilizzazione attiva assistita e passiva
Ad esempio:
Un programma di mobilizzazione attiva assistita e/o passiva si rende utile:
il pz è in grado di contrarre i ms della spalla; ma è troppo debole per flettere il braccio;
quando la debolezza ms non permette più l’esecuzione autonoma degli esercizi;
il ft inizierà il movimento;
quando è necessario un aiuto nel completare quei movimenti che altrimenti verrebbero eseguiti solo parzialmente.
poi lascerà che sia il pz a proseguire.
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Se vi è rigidità articolare:
La prevenzione delle retrazioni si attua con:
questa viene percepita come una resistenza durante l’esecuzione del movimento;
mobilizzazioni manuali che tendano a: • conservare l’articolarità;
il ft deve muovere l’arto con cautela e lentezza;
• conservare le lunghezze ms; le mobilizzazioni devono essere dosate in modo da:
il ft deve esercitare una leggera pressione per favorire lo stiramento capsulolegamentoso e il graduale recupero del ROM;
• non scatenare dolore pur rimanendo efficaci;
la manovra deve essere interrotta se insorge il dolore. 61
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spesso è preferibile ricorrere a posture manuali o trazioni a letto, ricercando in particolare:
ricordare l’importanza della mobilizzazione dell’insieme delle articolazioni del piede e delle dita che si deformano in piedi cavi neurologici e griffe delle dita;
• estensione, abduzione e intrarotazione delle anche;
occorre stirare i ms poliarticolari: • il retto femorale; • gli adduttori; • gli ischiocrurali; • il tricipite surale;
• l’estensione e la flessione delle ginocchia; • la flessione dorsale dei piedi;
• i flessori delle dita; 63
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mobilizzare il rachide lombare ed il resto del tronco: • allungare se c’è un lato accorciato;
• la flessione e l’estensione dei gomiti; • la pronosupinazione degli avambracci;
• aprire e derotare uno dei fianchi;
• la flessione delle metacarpofalengee;
mobilizzare gli arti superiori agendo sull’insieme delle articolazioni, insistendo soprattutto su:
• stiramento dei flessori delle dita.
• l’articolazione scapolo-toracica; • l’abduzione e la rotazione esterna delle articolazioni gleno-omerali; 65
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Riabilitazione Motilità bucco-facciale Quando la debolezza ms rende difficoltosi i movimenti delle labbra e della lingua, può essere indicata una ginnastica peribuccale e linguale: pronunciare le sillabe “PA”,“TA” e “LA”, poi le lettere “A” ed “U” (eseguire per dieci volte); spostare ritmicamente la lingua dentro e fuori dalla bocca; 87
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spostare ritmicamente la lingua verso dx e verso sx, verso il naso e verso il mento;
sorridere forzatamente; mandare un bacio con lo schiocco;
a bocca aperta, spingere le lingua verso l’alto (palato) e verso il basso (pavimento della bocca);
gonfiare le guance senza far fuoriuscire l’aria dalla bocca;
unire le labbra e spostarle verso dx e verso sx;
gonfiare le guance e spostare l’aria all’interno della bocca verso dx e verso sx alternatamene;
portare il labbro superiore sopra quello inferiore e viceversa;
spostare la mandibola a dx e a sx, in avanti e indietro. 89
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Riabilitazione Al fine di prevenire la retrazione dei ms posteriori degli AAII è possibile:
Posizioni corrette Per ovviare all’affaticamento della colonna vertebrale si consiglia:
posizionare il pz seduto con le ginocchia estese e la schiena appoggiata ad un muro;
appoggiare il capo ad un supporto quando si è seduti (poltrone con schienale alto, carrozzella con appoggia testa, etc.);
mantenere la posizione eretta con un cuneo sotto la pianta dei piedi per alcuni minuti.
usare un collare morbido in stazione eretta; un reggispalle indossato in stazione eretta, può ridurre la trazione delle spalle verso il basso esercitata dal peso degli arti. 91
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Riabilitazione Il pz che trascorre molto tempo seduto deve: essere ben allineato; con gli AASS sorretti o dai braccioli di una poltrona o appoggiati su un ripiano; oltre al supporto per il capo, usare un sostegno laterale per il tronco; appoggiare comodamente le cosce, un po’ divaricate, sul sedile;
F i g.1 , 2 Col l ar e e er (egg vi si i spa on el la nte ri or e e po ste ri or e).
F i g. 3 Cu neo sot a patointal de i pi e di 93
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appoggiare le piante dei piedi per intero a terra, o sulle pedaline della carrozzina; usare un cuscinetto divaricatore posto tra le ginocchia;
F i g. 4 P o si zi on e se dut a c orr ett a co n l e cosc e l e gge rm en te di var i cate s ul se di l e e so sten ute l a ter al m ent e d ai c usci n etti , pi an te d ei p i ed a tei rr a.
viceversa, dei cuscinetti posti di lato (tra coscia e bracciolo) ne correggono la tendenza a stare troppo divaricate.
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Una corretta posizione a letto deve prevedere: in posizione supina: • un cuscino sotto la nuca; • un cuscino che sostenga spalla, braccio e avambraccio; • un doppio cuscino sotto la mano che la mantenga in scarico • sotto le ginocchia un rullo che le mantenga in leggera flessione; 97
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in decubito laterale: • un cuscino sotto la nuca; • tronco leggermente ruotato all’indietro (con eventualmente un cuscino che sostiene il dorso); • un cuscino che sostiene avambraccio e mano mantenendoli in scarico; • un cuscino tra le ginocchi a.
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Gli ausili
1. Ausili per il cammino e la mobilità
Il pz affetto da SLA non ha prospettive di guarigione, il ruolo del ft è quello di scegliere:
a. Molla di Codivilla: facilita o sostituisce la dorsiflessione del piede durante la fase del passo;
gli ausili partendo dall’analisi delle sue esigenze individuali; ausili che riducano il sintomo fatica;
è indicata quando non si riesce a sollevare la punta dei piedi;
ausili che facilitino le ADL;
aiuta a non inciampare.
ausili che rendano la vita più confortevole. 101
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Riabilitazione b. Bastoni: offrono un punto d’appoggio e migliorano la stabilità e la sicurezza del cammino; i diversi tipi si differenziano per impugnature e basi di appoggio; va scelto in base al grado di assistenza che richiede il pz durante il cammino.
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Riabilitazione • Deambulatori: ne esistono differenti tipi e modelli; hanno lo scopo di fornire un’ampia base di appoggio per rendere sicuro il cammino; il modello a due ruote e due puntali è quello che risulta più usato: • il pericolo che scivoli in avanti durante la fase di appoggio è minimo; • ha dimensioni che ne consentono un agevole uso in ambiente domestico. 105
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d. Carrozzina:
quella rigida presuppone un utilizzo per lo più all’interno dell’abitazione.
occupa sicuramente un posto di notevole rilievo tra gli ausili per la mobilità;
deve poter offrire un alto grado di comfort considerato che il pz ci trascorre numerose ore;
deve soddisfare al meglio le esigenze del pz; la prescrizione deve essere personalizzata con molta attenzione;
si deve prestare attenzione, alle misure dell’utente riguardo alla scelta di: • sedile; • schienale;
quella pieghevole è: • indicata per un utilizzo all’esterno; • facilmente trasportabile; • poco ingombrante.
• appoggiapiedi. 109
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Riabilitazione braccioli e pedane estraibili facilitano i trasferimenti, l’accessibilità alla carrozzina e a mobi li come tavoli o scrivanie, etc.
può essere indicato un cuscino antidecubito (ad aria o in silicone); è importante poter cambiare la postura con poche e semplici operazioni: • schienale reclinabile;
quando si sceglie la carrozzina considerare il grado di autonomia che questa permette di raggiungere, valutando il dispendio energetico (fatica) richiesto per l’autospinta.
• aggiunta di appoggiatesta o prolunga dello schienale; • il sistema basculante permette di variare l’inclinazione del sistema sedile-schienalepedane rispetto al suolo;
utilizzare una carrozzina elettrica può costituire un passo verso una maggiore autonomia. 111
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la tecnologia elettronica permette di guidare la carrozzina elettrica attraverso movimenti che non richiedano fatica: • movimenti di un dito; • movimenti del capo; • movimenti degli occhi.
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Riabilitazione 2. Ausili per il superamento delle scale a. Nelle fasi iniziali della malattia può essere sufficiente l’applicazione di un corrimano lungo entrambi i lati della scala: • al fine di aumentare la sicurezza nell’affrontare i gradini; • al fine di facilitarne il superamento.
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b. Nelle fasi più avanzate della malattia quando il pz è costretto in carrozzina le scale costituiscono una barriera architettonica che si può superare install ando: • il servoscala a piattaforma o a seggiolino; • i servoscala mobili. • la piattaforma elevatrice verticale;
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Riabilitazione 3. Ausili per i trasferimenti Molti degli spostamenti comunemente eseguiti possono risultare difficoltosi: • spesso il pz ha problemi ad alzarsi; • a volte può essere utile un sostegno fisso anteriore (ad es. un tavolo, un mobile, etc.) al quale appoggiarsi; • la soluzione più indicata è rappresentata dall’impiego di una sedia più alta e dotata di braccioli; 119
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rigidità e debolezza degli AAII possono ostacolare il trasferimento dalla sedia o dalla carrozzina al letto o al WC:
Nelle fasi evolute della malattia se i trasferimenti dal letto alla carrozzina o al WC risultano eccessivamente faticosi:
• la manovra di rotazione può essere facilitata facendo appoggiare i piedi del pz su di un disco girevole;
• utilizzare di un sollevatore elettrico dotato di una imbracatura avvolgente.
• l’utilizzo dell’asse di trasferimento permette lo scivolamento laterale da un sedile all’altro evitando il passaggio intermedio in stazione eretta. 121
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Riabilitazione 4. Ausili per la stanza da bagno La stanza da bagno è la parte della casa che contiene il maggior numero di impedimenti: • fare la doccia può essere semplificato dall’utilizzo di un seggiolino; • l’applicazione di maniglioni in alcuni punti strategici offre maggiore sicurezza; • l’utilizzo di un alzawater con braccioli può rendere più agevole sedersi ed alzarsi; 123
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Riabilitazione 5. Ausili per l’alimentazione e l’abbigliamento Alimentarsi e vestirsi quando la motilità fine delle mani è compromessa può rappresentare un problema. Possono aiutare piccoli accorgimenti di facile realizzazione come: • ingrossare l’impugnatura delle posate; • utilizzare bicchieri a calice; 127
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• utilizzare piatti con la ventosa che li blocca al tavolo; • utilizzare l’infilabottoni; • sostituire i bottoni comuni con chiusure a velcro o con bottoni a pressione; • dotare le lampo di anelli; • indossare scarpe comode e senza lacci.
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6. Ausili per la comunicazione
Quando la comunicazione verbale diventa difficile o impossibile bisogna:
La comunicazione riveste un ruolo molto importante nella vita quotidiana per manifestare:
• fornire tecniche e strumenti alternativi di CAA (comunicazione aumentativa alternativa);
• bisogni e necessità;
• scegliere fra i numerosi strumenti di comunicazione, quello più utile ed efficacie a seconda delle necessità del momento o del luogo di utilizzo.
• stati d’animo; • sentimenti; • opinioni. 131
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Uno strumento di facile realizzazione è il foglio trasparente:
• si sfrutta la mobilità oculare come “indicatore” della sequenza dei segni per la composizione dell a parola o della frase voluta.
• prendere un foglio da lucido; • può avere impresse: • le lettere dell’alfabeto; • delle icone convenzionali; • delle parole; • si pone tra il pz e l’interlocutore; 133
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Riabilitazione Il computer può consentire una comunicazione più elaborata: • vengono usati programmi comandati da un opportuno dispositivo che sfrutta i movimenti residui del pz. • è importante la valutazione dei movimenti possibili per la scelta dello switch (dispositivo di comando) adatto;
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Riabilitazione Conclusioni
• esistono switch che richiedono minimi movimenti:
La SLA è una malattia che evolve rapidamente e in modo inesorabile.
• della mano o di un dito;
Le proposte mediche e cinesiterapiche nella maggior parte dei casi sono sintomatiche.
• del capo; • del piede;
Le cure permettono al pz:
• del ginocchio;
• di restare il più a lungo possibile a casa; • di mantenere la migliore qualità di vita; • di ridurre le ospedalizzazioni.
• degli occhi; • etc. 137
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I trattamenti hanno come scopo di garantire al pz nelle diverse fasi della malattia:
Nella fase finale della malattia: • il grado di disabilità è molto pesante e il pz è completamente dipendente;
• il miglior confort fisico possibile; • la massima indipendenza funzionale consentita;
• le difficoltà respiratorie impongono l’utilizzo di sistemi di ventilazione meccanica;
• la possibilità di conservare il massimo di contatti sociali.
• La morte sopraggiunge per paralisi completa della ms respiratoria. 139
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