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diAtti
NORDdiTrento | anno XXIV | luglio 2013 | bimestrale di cultura | politica | attualità |
e... in Piazza a GARDOLO
A chi spettano le politiche sui flussi di traffico attraverso la Val d’Adige?
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el “decreto del fare” del governo Letta stava entrando un provvedimento che avrebbe potuto riguardare il futuro della Autostrada del Brennero, della Serenissima BS-PD, e “lateralmente” avrebbe cercato di forzare la PAT all’approvazione del progetto della scorciatoia autostradale fra Vicenza e Trento della Valdastico, di cui abbiamo parlato, sul n. di ottobre 2012: grande opera dagli impatti ambientali pesantissimi e dai costi che non verrebbero mai ripagati dai pedaggi (quindi antieconomica). La proposta del ministro alle infrastrutture Lupi – dichiaratamente mirato ad Autobrennero e Serenissima - era di inserire nel decreto un meccanismo teso a favorire la fusione fra concessionarie autostradali confinanti, assegnando alla nuova società nata dalla fusione la concessione più lunga fra le due. La concessione della Autobrennero scade l’anno prossimo, e sono già iniziate le procedure di una gara europea per il rinnovo. La concessione della Serenissima avrebbe dovuto scadere alla fine del mese di giugno 2013, se non riusciva ad ottenere prima l’approvazione del progetto della Valdastico, nel qual caso invece veniva prolungato di 13 anni, fi-
S T U D I O Dr.
no al 2016 (per dar modo alla società di realizzare l’opera). Le società che gestiscono le concessioni vedono la gara europea come fumo negli occhi, perché rischiano di perdere il controllo di quelle galline dalle uova d’oro che sono le autostrade, o di dover fare maggiori sconti allo stato per ottenere la concessione, cioè di pagarla di più intascando quindi meno profitti, dovendone cedere una parte allo stato. Evidente quindi il sottile ricatto contenuto nella proposta Lupi: ci sarebbe stato allungamento della concessione senza gara per entrambe le autostrade se: 1) la PAT avesse concesso l’approvazione del progetto della Valdastico anche sul territorio trentino (cosa
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“L’ORA di SPINI” nuovo giornale e una nuova opportunità per i ragazzi di Spini
che fino ad ora la Provincia di Trento non aveva voluto concedere per i problemi ambientali che il progetto comporta), così sarebbe scattata automaticamente la concessione fino al 2026 per la Serenissima; 2) se poi quindi la Autobrennero si fosse fusa con la Serenissima realizzando un’unica società, la scadenza della concessione per la quale sarebbe stata, per tutto il complesso, il 2026. Il ricattatorio progetto di Lupi non è andato in porto. L’Europa ha mandato a dire che non gradiva questo modo furbesco -proprio italico! - di aggirare le regole sul rinnovo tramite gara delle concessioni autostradali, e quindi Letta non se l’è sentita di inserire nel decreto il provvedimento chiesto dal suo ministro. Ma la questione resta in campo anche oltre il “decreto del fare”! Intanto Lupi ha garantito una ulteriore proroga alla scadenza prevista per fine giugno 2013 della concessione alla Serenissima, perché la società abbia modo di discutere di approvazione della Valdastico con la nuova giunta trentina, quella che uscirà dalle elezioni di novembre (evidentemente Lupi, come la Serenissima, spera che la nuova giunta abbia altri orientamenti). E lo stesso Pacher, uscendo dal primo incontro tenuto
partire damaggio 2012 gli abitanti di Spini di Gardolo partecipano a “Noi Quartiere”, un progetto promosso da Con.Solida in partnership con il Servizio Attività Sociali del Comune di Trento e, per la zona di Spini, le Cooperative Arianna e Progetto 92 e l’Associazione di promozione sociale Carpe Diem. Il progetto ha come obiettivi prioritari il ridare valore a quei territori considerati periferici e stimolare così la partecipazione dei cittadini alla vita del loro quartiere per recuperare un senso di comunità e far sì che essi stessi si prendano carico del proprio territorio. “Noi Quartiere” ha preso avvio dall’ascolto di bisogni, desideri e sogni della comunità di Spini provando poi a immaginare insieme il futuro del quartiere per renderlo un luogo piacevole da vivere e in cui si possa stare tutti un po’ meglio.
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Attualità Eventi
2 Sono emerse numerose idee e proposte per riattivare quel senso di protezione, di calore e di relazione, insomma di comunità che a Spini certo c’è, ma che forse oggi è un po’ nascosto. All’interno di questo quadro si è affermata l’idea di creare un giornalino di quartiere che potesse trasformarsi in una vera e propria antenna in grado di sintonizzarsi con tutta Spini, con tutti coloro che hanno a cuore il presente e il futuro della loro comunità, un giornale per mettere in comune proposte, riflessioni e passioni dando vita così a nuovi incontri. In occasione dell’ormai tradizionale appuntamento “Vento in Poppa”, la festa che anima Spini a fine maggio, si è costituita una prima redazione giovanile desiderosa di dare corpo e sostanza all’idea del giornalino. I ragazzi hanno infatti accolto con molto interesse e trasporto la possibilità di trasformarsi in giornalisti, di raccontare il loro quartiere, di prendere attivamente parte alla vita di Spini per metterne in luce i punti di forza e gettare qualche “semino” di stimo-
[continua da pag. 1 NUOVO GIORNALE E UNA NUOVA OPPORTUNITÀ PER I RAGAZZI DI SPINI]
lo per correggere eventuasono stati dunque i ragazSi è costituita una prima li punti critici del centro azi, che hanno avuto la voredazione giovanile bitato. Il giorno della festa, glia e il coraggio di affrondesiderosa di dare corpo con una certa emozione ma tare l’orizzonte e imbarcare sostanza all’idea anche con grande orgoglio, si a vele spiegate per quedi “NOI QUARTIERE”... i ragazzi hanno potuto presta nuova sfida. Il gruppo di sentare alla comunità il numero zero di que- giovani redattori è composto da una dozzina sto giornalino, che hanno battezzato “L’ORA di ragazzi tra i 12 e i 17 anni, che vivono a di Spini”, all’interno del quale si possono tro- Spini e che ormai da aprile stanno lavoranvare articoli, finestre, rubriche, commenti che do come giornalisti e reporter speciali. Insiefotografano una comunità in crescita che ha me agli educatori hanno curato le diverse ruvoglia di incontrarsi, conoscere, fare e stare briche (da quelle di cucina a quelle di sport e insieme in un vero e proprio rimbalzo di pa- cinema) e si sono calati nella veste di interrole che aiutano a concretizzare di più il sen- vistatori, interrogando alcuni cittadini per eso di sentirsi tutti parte dello stesso territorio. splorarne le emozioni e i sentimenti rispetto I protagonisti del numero zero del giornalino al quartiere, sia come abitanti, che come e-
sercenti o lavoratori. La redazione, ad oggi formata dai soli ragazzi, desidera ora aprire le proprie porte all’intera comunità ed invita la partecipazione anche del mondo adulto che abita il quartiere per rendere il giornalino un progetto corale, che possa essere portavoce dell’intera cittadinanza di Spini. Chiunque fosse interessato a partecipare a “L’ORA di Spini” come giornalista, o solo per proporre qualche contributo, stimolo, pensiero o idea, può incontrare la redazione ogni mercoledì pomeriggio, dalle 17.00 alle 19.00, presso la sala circoscrizionale di via del Loghet. La redazione – e con essa gli Educatori di Strada della Cooperativa Arianna che accompagnano i ragazzi in questa avventura – si augura che molti accolgano questo invito, nella certezza che molto c’è da dire e da raccontare, che non tutto si sa e che tanto di nuovo c’è sempre da conoscere. La redazione de “L’ORA di Spini”
Il comitato Amizi del Pont dei Vodi, in collaborazione con Alberto Mattedi, organizza una MOSTRA STORICO FOTOGRAFICA nell’ambito dell’iniziativa “Noi Quartiere di Spini di Gardolo”, dedicata ai lavori rurali e all’evoluzione della zona da campagna a centro abitato. (troverete anche foto e documentazione di Gardolo e frazioni). Inaugurazione mostra venerdì 12 luglio ore 20,30 presso la sala civica di Spini di Gardolo via del Loghet. ORARI MOSTRA da lunedì a venerdì: 19.00-22.00 sabato e domenica: 10.00-12.00 e 17.00-22.00 Chiusura mostra domenica 21 luglio IL PRESIDENTE
Giampaolo Tezzon
Fine anni 40 ,veduta dell’abitato di Spini e delle Ghiaie
“A NORD DI TRENTO” Periodico bimestrale iscritto al Registro Stampa n. 1367 del Tribunale di Trento, in data 31.07.2008 PROPRIETÀ Associazione culturale “IL GRUPPO” Via Caproni 15, Roncafort (TN)
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[continua da pag. 1 POLITICHE SUI FLUSSI DI TRAFFICO]
a Roma col nuovo ministro (assieme al presidente del veneto Zaia) ha dichiarato che «la disponibilità a ragionare [sulla fusione fra autostrade] c’è, la prospettiva resta interessante». Contrario invece il presidente sudtirolese Durnwalder, che ha affermato «io temo che in una fusione A4-A22 noi province autonome perdiamo il controllo sull’arteria che attraversa i nostri territori». Non è un argomento da poco: le due province di TN e BZ hanno di fatto delegato alla Società Autobrennero la loro politica dei trasporti, contando sul fatto che la controllano tramite i pacchetti azionari. Se adesso l’Autobrennero si fonde con la Brescia-Padova, e si rimescolano i pacchetti di controllo, chi decide le politiche sui flussi di traffico attraverso la Val d’Adige (con tutto quello che comporta in termini di qualità della vita di chi ci vive)? Qualche azionista, con privatissimi patti parasociali? Roberto Antolini
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Ahlan wa sahlan!
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i è stato chiesto di raccontare qualcosa sulla mia esperienza di volontariato che mi ha vista trascorrere sei mesi in Egitto con il progetto “Maestri Burattini” dedicato ai bambini dell’orfanotrofio cairota “Il buon Samaritano”, alias “Sheraton”. Sia il progetto che tutte le altre attività di collaborazione con la locale Missione dei padri comboniani, oltre ad essere nutrimento per lo spirito, mi hanno fatto conoscere ed essere parte di una cultura e di una modalità di vita molto diverse da quelle a cui appartengo. Se dovessi dire qual’è la cosa più importante che ho portato via dall’Egitto, penso di poter dire che è l’aver imparato che fare missione non significa portare e imporre il proprio modo di fare ma, entrando in sintonia con “l’altro”, lasciare che sia lui a portare il cambiamento dentro di noi in modo da poter collaborare e crescere sullo stesso piano. Ho avuto modo di scrivere e descrivere su Egit-
tando, il blog diario che ho tenuto lungo i sei mesi egiziani, delle sensazioni ed emozioni che ho provato, come anche dell’iniziare e procedere del progetto che ora viene portato avanti da Padre Giovanni Esti e Suor Teresa con Suzy e George, due ragazzi egiziani che lavorano presso la Missione di Cordi Jesu. Il distacco dai ragazzi e dalle nuove amicizie è stato difficile e doloroso e solamente la gioia di rivedere i miei figli e ritrovare i miei affetti ne ha mitigato la portata. A quasi tre mesi dal mio rientro, la nostalgia è ancora presente. Alcuni mi dicono che si tratta del “mal d’Africa”, io non lo so. So solo che oltre ai ragazzi quello che mi manca è la diversa modalità del rapporto umano che si basa innanzitutto sulla relazione e sull’essere. Inoltre, l’Egitto sta vivendo una stagione di cambiamenti e noi occidentali possiamo aiutare questo Paese non tradendo il turismo, che oltre ad essere fonte di lavoro è anche occasione di mescolanza culturale e di vicinanza a questo popolo in questo delicato momento di trasformazione. Ma ora basta parlare di me. Oltre al Progetto Maestri Burattini, generosamente sostenuto da amici, colleghi e istituzioni religiose, desidero dare, a chi ne avesse voglia, la possibilità di adottare a distanza questi ragazzi per aiutarli nello studio. Chi volesse aderire a questa iniziativa, può mandarmi una email che girerò a Sr Teresa e Padre Giovanni. Ho chiesto quindi a Sr Teresa di descrivermi brevemente le storie dei ragazzi e voglio usare lo spazio che mi rimane per raccontarvi la prima che ci parla di un fratello e di sua sorella che indicherò con due lettere per mantenere la loro privacy.
“Il loro papà lavorava come operaio a giornata, portando sabbia e cemento e, come la maggioranza dei lavoratori, era senza assicurazione. Lui e la moglie hanno avuto A. e M. Dopo un po’ di anni la mamma se ne è andata via con un altro uomo lasciando la sua famiglia. Con l’aiuto della Chiesa, hanno portato M. in un orfanotrofio per femmine mentre A. è stato portato al Buon Samaritano. Il padre ha lasciato l’Alto Egitto trasferendosi al Cairo a lavorare per essere vicino ai suoi figli. A. provava sofferenza per la lontananza della sorella e ha chiesto a Padre Biscioi (fondatore dell’orfanotrofio deceduto tre anni fa) di poterla avere vicino, e Padre Biscioi ha accettato. A. fa la scuola media, M. quella elementare e tutti e due sono bravissimi. Lui ha otte-
nuto il risultato del 92% in prima media ed è bravissimo in disegno e lei ha avuto ottimo in tutte le materie. Entrambi soffrono tantissimo al loro interno, perché quello che ha fatto la mamma per la cultura egiziana e copto-cristiana è una vergogna, come lo era da noi molti anni fa, prima della emancipazione della donna che consente di separarsi senza dover scappare. Come tutti i bambini, anche loro hanno bisogno dell’affetto della mamma che Sr Teresa cerca di supplire perché sente di essere la loro mamma. Il papà va ogni giorno a trovarli, perché è molto vicino al Buon Samaritano.” Spero di tornare presto a trovare i miei ragazzi e, come si dice in arabo “insh’alla!”, se Dio vuole, ci tornerò. Salaam! Simonetta Gabrielli
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Piccola biblioteca libera a Gardolo
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hi di voi è venuto in biblioteca o negli uffici della circoscrizione ha senz’altro notato vicino all’entrata di Palazzo Pedrolli un piccolo palazzo in miniatura, di fronte all’Aiuola della Pace fatta dai ragazzi delle scuole elementari di Gardolo. Se vi siete avvicinati avrete forse notato che quella casetta ha una porta sul retro e che al suo interno contiene... libri! Libri? E perché mai? Perché quel “palazzo in miniatura” altro non è che una “Little Free Library” (Piccola biblioteca libera), la prima realizzata nel comune di Trento, dopo altre esperienze trentine (ce n’è una
Lavis e un’altra a Comano), ma soprattutto americane (dove ce ne sono migliaia...). Anche quella gardolotta sarà registrata nel circuito internazionale, che ne conta più di 3800: se siete curiosi potete vedere le altre su www.littlefreelibrary.org. L’idea è nata da una collaborazione del Servizio Biblioteca e Archivio Storico con la Circoscrizione di Gardolo, per promuovere la lettura e la diffusione dei libri in modo orginale e inedito. Chi lo desidera può infatti PORTARE - SCAMBIARE - PRENDERE gratuitamente un libro dalla
piccola biblioteca. Non ci sono limitazioni: libri per bambini, per ragazzi e per adulti... Suggeriamo di mettere un piccolo messaggio all’interno del libro, per invogliare alla lettura e di utilizzare l’apposito contenitore segnalato con le frecce per lasciare eventuali suggerimenti e idee. La piccola biblioteca libera è stata realizzata grazie alla collaborazione del Sig A. Perissinotto del Circolo Anziani “Il Caminetto” e dell’artista T. Stocchetti.
Buona estate a tutti!
LA BIBLIOTECA E I SUOI ORARI Vi ricordiamo inoltre gli orari della biblioteca di Gardolo per l’estate, in vigore dal 10 giugno e fino al 6 settembre 2013:
Lunedì, giovedì e venerdì dalle 9.00 alle 12.00; dal lunedì al giovedì dalle 14.30 alle 18.30 La biblioteca sarà chiusa per la consueta pausa estiva dal 22 luglio al 23 agosto. Anche il servizio del BIBLIOBUS cambia gli orari per l’estate e ferma: a Canova il giovedì dalle 17.30 alle 18.30, a Spini il martedì dalle 15.30 alle 16.30 e il sabato dalle 10.00 alle 11.00.
Biblioteca comunale di Trento SEDE DI GARDOLO Piazzale L. Groff 2 (Palazzo Pedrolli) tel. 0461/889815
[email protected] - www.bibcom.trento.it www.facebook.com/bibliotecacomunaleditrento
Attualità
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NORDdiTrento e... in Piazza a GARDOLO
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Ricordi Associazioni
Gardolo-Neufharn. 30° anniversario di un gemellaggio celebrato con musica C’è un ponte da me fino alla mia sperduta infanzia: su di esso cammina la mia vecchia mamma. C’è un ponte da me fino alla mia speranza: su di esso cammina la mia attesa. (da Kërveshi, poeta Kosovaro in esilio negli anni ’90. Oggi il Kosovo, indipendente, aspetta di entrare nell’UE)
È
stato presentato al pubblico, a Gardolo, nei giorni 27 e 28 aprile, l’inno “Albero di Maggio”, composto dal maestro Daniele Carnevali in occasione del 30 anniversario del gemellaggio con Neufahrn. Lo ha eseguito il Corpo Musicale di Gardolo, diretto dal maestro Mauro Barbera in presenza dei numerosi ospiti tedeschi e italiani, quasi a sottolineare come l’Europa dei popoli resista malgrado l’euroscetticismo creato da un sistema capitalistico in crisi e che fa pagare quest’ultima ai poveri. L’inno è stato molto apprezzato, a giudicare dagli applausi
e dalla standing ovation di sabato sera in particolare. Del resto la preparazione ha richiesto prove settimanali di gran parte dei mesi invernali e di quelli primaverili, oltre alla pazienza e costanza del maestro Barbera e dello staff di presidenza che si riconosce nella persona di Bruno Robol. Presenti anche il sindaco Alessandro Andreatta, il sindaco di Neufahrn Rainer Schneider e il presidente della circoscrizione di Gardolo Corrado Paolazzi. In un mescolarsi continuo di lingue diverse è stato espresso, da parte di tutti, l’augurio che ci si possa avviare
verso un’Europa più solidale e più somigliante alle singole iniziative che riescono ad avvicinare gli uni agli altri. E le lingue? Bisognerà impararle meglio, perché l’Europa dei popoli non può che essere l’Europa della cultura e del desiderare comune, in cui ogni singolo cittadino parteciperà con dignità e con la consapevolezza di essere utile a sé e agli altri, come in un gruppo musicale: con armonia, pur con strumenti diversi. Es lebe Deutchland! Es lebe Italien! Maria Annita Baffa
Le artigiane dell’abbigliamento: SARTE e MAGLIAIE
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conda guerra mondiale, le uando eravamo Sarebbe utilissimo primogenite delle famiglie un paese noracquisire abilità numerose venivano indimale, l’economia rizzate al lavoro di sartoria che consentono delle famiglie si reggeva, oltre che sull’atti- una discreta autonomia subito dopo aver terminato vità agricola, anche su una nell’economiadomestica. la scuola dell’obbligo: ciò consentiva di disporre – in serie di mestieri ed arti che ora, purtroppo, vanno scomparendo: questa parecchi nuclei familiari – di una risorsa che perdita di preziose competenze si ripercuote soddisfaceva uno dei bisogni primari: quello negativamente sull’andamento della comu- di vestirsi e di ripararsi dal freddo. Il mestiere nità/società, perché ne sono private le gio- veniva appreso sia attraverso il tirocinio presvani generazioni, cresciute con l’abitudine al so le collaudate sartorie della città, sia – soconsumo di beni usa e getta; inoltre, proprio prattutto – con la frequenza ai corsi di taglio in un momento di grave crisi economica co- e cucito, a pagamento, istituiti dalle scuole me quello che stiamo vivendo, sarebbe uti- delle monache: famosi gli apprendistati orlissimo acquisire abilità che consentono una ganizzati dalle Suore di Maria Bambina (via
discreta autonomia nell’economia domestica oltre che la valorizzazione ed il recupero di ciò che fino a ieri veniva considerato rifiuto. Questa volta ricordiamo con gratitudine le sarte e le magliaie del nostro paese: alcune di loro esercitano ancora, anche se solo a vantaggio dei propri congiunti o per confezionare qualcosa di speciale per le mostre missionarie. Già negli anni successivi alla se-
Borsieri) e dalle Suore Canossiane (L.go Porta Nuova). Queste ultime hanno mantenuto nel tempo la loro funzione, divenendo scuola professionale paritaria. La scuola prevedeva una frequenza triennale, lezioni teorico/pratiche per 7 ore al giorno; disponeva di 5 macchine da cucire Singer a pedale, sulle quali si alternavano le 18/20 alunne di ogni classe (le classi erano tre per ognuna delle tre se-
zioni), le insegnanti erano suore e il giudizio all’esame di fine corso era affidato ad una commissione esterna composta da sarti/sarte professionisti. Una volta conseguito il diploma, si poteva esercitare (in genere a casa propria, ma non mancavano i casi di chi apriva un negozio) per i clienti esterni oltre che per la propria famiglia: in genere ci si specializzava per l’abbigliamento femminile/per bambini oppure per l’abbigliamento maschile (esempio storico il sarto Vittorino Moser a Gardolo), se non addirittura per la confezione di camicie (sorelle Stenico in vicolo degli Orbi). La materia prima si acquistava nei numerosi negozi di stoffe e mercerie (Silvio Sorio in via Prepositura, Mercerie Centro, Bazar di Gardolo per citarne solo alcuni), i tessuti erano di qualità e rispondevano alle aspettative (il cotone, la lana, la seta erano tali al 100% anche senza etichetta), tanto da poter essere riutilizzati più volte: un cappotto smesso veniva scucito e rivoltato per ottenerne uno nuovo, una camicia era sempre fornita di polsini e collo di ricambio, una stoffa un po’ stinta o un pastrano di guerra venivano ri-colorati col famoso “Superiride”. La signora Fidelia Rattin, di via Oberziner, riusciva a riparare i capi strappati, ricostruendo fedelmente la trama e l’ordito con i fili recuperati dagli orli interni dei vestiti. L’occasione per “sfilare” con le nuove collezioni di moda era data dalle feste di Ognissanti o dell’Immacolata per i capi invernali e da Pasqua/Prime Comunioni per i capi
primaverili. Parallelamente al lavoro di sarta, veniva svolto quello di magliaia: dapprima manualmente con i ”ferri”, imparando l’arte in famiglia; poi, negli anni ’70, col ricorso alle macchine da maglieria di fabbricazione tedesca, per l’uso delle quali non esistevano apposite scuole, ma l’autoformazione e tanta passione. La pubblicazione di numerose riviste specializzate veniva in aiuto: La Donna La Casa Il Bambino oppure Mani di Fata oppure Burda... Ora il ricorso a queste artigiane è meno frequente: le confezioni uniche e su misura non possono competere con quelle industriali a basso prezzo e sarte o magliaie sono chiamate a riparare, fare orli, applicare cerniere o stringere/allargare qualche vestito che non calza a pennello. Al giorno d’oggi si preferisce mettere in mostra l’abbigliamento pubblicizzato dai media, piuttosto che ricercare la comodità o la salubrità dei tessuti, salvo poi scoprire che le grandi marche affidano la produzione ai Paesi in via di sviluppo, spesso in condizioni di sfruttamento minorile o femminile e che i nuovi tessuti, che di naturale hanno ben poco, vengono trattati con componenti chimici pericolosi per la salute. Sarebbe bello se le comunità locali valorizzassero l’esperienza di queste persone, organizzando dei corsi in cui le maestre fossero loro: un incontro fra generazioni diverse, ma accomunate dalla voglia di esprimere la propria fantasia e dal desiderio di dare al lavoro manuale la giusta, meritata dignità. MaGiCo
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uest’anno la carovana del C.C. Gardolo ha scelto la Toscana e l’isola d’Elba quale meta per il raid. Un percorso impegnativo ma suggestivo fatto di sette tappe per un totale di 750 km e circa 11.000 mt di dislivello. Una quarantina i ciclisti partecipanti accompagnati e assistiti lungo il percorso, nei ristori o nei momenti di difficoltà da altre cinque persone.
Associazioni
Il C.C. Gardolo in Toscana Siena, Chianciano e il monte Amiata, Castiglione della Pescaia, Marina di Campo e il monte Perone, Volterra e arrivo a Montelupo Fiorentino: queste le sedi di tappa e le località attraversate. Sette giorni nei quali si sono potuti ammirare e gustare le bellezze dei molti borghi medievali, delle colline toscane ed i prodotti della loro terra, ma anche il mare azzurro delle coste rocciose dell’isola d’Elba. Fatica, sudore, in qualche occasione anche qualche sana competizione ma il tutto condito dallo spirito di amicizia e cordialità che ogni anno si rinnova e si consolida tra i partecipanti. Alla fine tanto entusiasmo e soddisfazione per aver superato la prova e un pensiero alla meta del raid del prossimo anno. Renato Beber
In occasione del trentennale del gemellaggio il 7-8 giugno 2013, cinque cicloturisti gardoloti sono partiti da Gardolo per raggiungere Neufharn (Baviera) in bicicletta...
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ell’anno 1983 il 19 giugno a Neufahrn e l’11 settembre a Gardolo il Consiglio comunale di Neufahrn e il Consiglio circoscrizionale di Gardolo-Solteri concordano il gemellaggio ufficiale fra le due comunità con spirito di collaborazione per la pace, il progresso e la libera convivenza dei popoli al di sopra di ogni frontiera. In questi trent’anni, molte e variegate sono state le iniziative di contatto e di scambio tra i cittadini delle due realtà amiche. Ripetuti e fattivi i soggiorni-studio di ragazzi delle scuo-
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le medie inferiori, gli scambi tra gli alpini e gli ex combattenti, concerti delle bande e del coro alpino, scambi delle due realtà dei corpi volontari dei vigili del fuoco, iniziative sportive comuni, scambi filatelici, contatti tra i gruppi di pittura e le due realtà associative degli anziani. Indispensabili per tali pluridecennali scambi sono stati l’impegno delle rispettive associazioni per il gemellaggio. Nel 2013, nel Comune bavarese sono previsti dei particolari momenti di incontro e di festa per ricordare la ricorrenza trentennale di tale rapporto e per rinsaldare tale rapporto
di amicizia. L’Associazione Amici del Gemellaggio Gardolo - Neufahrn bei Freising, dopo la riuscitissima festa di aprile organizzata a Gardolo ha programmato la trasferta in Baviera nei giorni di giugno un nutrito programma di iniziative. In questo calendario di iniziative poi, nelle giornate di 7 e 8 giugno, si inserisce l’ideale collegamento tra le due realtà utilizzando la bicicletta raggiungendo la cittadina di Neufahrn partendo da Gardolo passando dal Passo del Brennero e utilizzando le ciclabili di Trento, del Trentino- del Sud Tirolo- del Tirolo e della Baviera. I “cicloturisti gardoloti” Walter Lenzi, Mario Lunelli, Mauro Lunelli, Stefano Menestrina e Roberto Tabarelli DeFatis hanno affrontato i 370 km in due tappe, il primo pernottamen-
to è avvenuto alle porte di Innsbruck e l’arrivo a Neufharn è giunto intorno alle 16.00 di sabato 8 giugno. Il supporto e l’assistenza sono stati assicurati dal vice Presidente della Circoscrizione di Gardolo Ottavio Campestrini e da Umberto Camin che hanno seguito gli sportivi con un furgone messo gentilmente a disposizione dalla U.S.D. Gardolo calcio. Alla partenza da Gardolo vi è stato un parziale accompagnamento cicloturistico di coloro che hanno percorso l’intero tracciato a cura e in collaborazione con il CC Gardolo. Gli ultimi chilometri in terra bavarese sono stati percorsi in compagnia di cicloturisti del luogo fino all’arrivo in Gardolostrasse, dove è collocata una fontana in ricordo del gemellaggio, accolti dal Sindaco Reiner Schneider.
Attività per i 25 anni dell’associazione Il Gruppo 14 Settembre 2103
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Tematiche sociali
L’importanza del gruppo (Famiglia) nella nostra società
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ggi viviamo in una società complessa, dai confini labili, influenzata dalla globalizzazione, dalla velocità, dalla non stabilità, dove siamo abituati ad avere tutto e subito. La globalizzazione è un fenomeno che sta ristrutturando la qualità della vita, le abitudini, l’identità degli individui. Essa da un lato accorcia le distanze, rende vicino ciò che è lontano, basta pensare che con un semplice clic, riusciamo a comunicare con persone che vivono all’altro capo del mondo, dall’altro lato ci allontana da ciò che è familiare vicino a noi, dai nostri confini. Senza punti di riferimento. Emerge il sentimento di essere sempre più vicino e piccolo, ma lontano dall’es-
sere realmente noto. Ciò Per Lewin è importante forma e costituisce in gran comporta l’aumento delparte il suo ambiente especomprendere la paura dell’altro, sconorienziale concreto. il funzionamento sciuto e diverso, che induNel gruppo famiglia si trodel piccolo gruppo per ce a rifiutare ciò che non si vano punti di riferimento, si poi analizzare i sistemi conosce e fa paura. Il sosviluppano valori, si sperisociali e i fenomeni ciologo Bauman ha definimentano imitazioni e resiche li determinano. to il contesto attuale “Mostenze. La famiglia è quella dernità Liquida” per indicaspecifica e unica organizre la flessibilità. La moderzazione che lega e tiene innità solida è quella passasieme le differenze originata caratterizzata da rigidità, rie e fondamentali dell’esripetitività e sicurezza, l’esere umano tra i generi poca passata comportava (maschile, femminile), tra le vantaggi, ma anche limiti. generazioni (genitori e figli), Nella società attuale “Motra le stirpi (ovvero l’albedernità Liquida” la vita soro genealogico materno e ciale è organizzata su bapaterno) e che ha come osi nuove ed è frammentata, biettivo la generatività . Fail liquido cambia continuamiglia come cura dei legamente forma. Oggi i valori, i legami socia- mi. Il gruppo è caratterizzato da una tendenli e le storie individuali assumono consisten- za all’equilibrio dove forze e tensioni contraza duttile c’è maggiore insicurezza, instabili- stanti lo determinano. tà. I cambiamenti avvenuti si ripercuotono sui Per Lewin è importante comprendere il funsoggetti coinvolgendo l’aspetto lavorativo, in- zionamento del piccolo gruppo per poi anadividuale e familiare. lizzare i sistemi sociali e i fenomeni che li deLa famiglia è il primo gruppo naturale-pri- terminano. Egli definisce il gruppo in termini mario con cui l’individuo viene a contatto di interdipendenza percepita dai membri e di sin dalla nascita. Il gruppo ha un’importan- totalità dinamica. za fondamentale per lo sviluppo e l’esistenza Nel contesto sociale odierno è importandel soggetto è il luogo nel quale l’individuo si te potenziare gli elementi di risorsa insiti
nella relazione con l’altro. È nella relazione con l’altro che il soggetto si forma e costruisce la sua personalità. Il gruppo può fungere da mediatore tra la dimensione individuale e quella collettiva per sviluppare convivenza tra le persone e promuovere il loro benessere. È per questo motivo che le persone non possono isolarsi, anzi devono creare nuove relazioni. È insito nella natura umana stare con gli altri, stare in gruppo. Dagli altri si impara, il confronto ci aiuta a migliorare e a crescere. Bisogna usare la diversità come strumento per arricchire la nostra persona ed insieme agli altri rendere migliore la società odierna. Usare la diversità come crescita mentale. Oggi la famiglia deve comunicare con i diversi gruppi che formano la società. Ci deve essere dialogo fra la famiglia e la scuola che è ”la palestra di vita” della persona. Solo creando un clima sereno, di collaborazione e di comunicazione si può arrivare ad ottenere una crescita sociale e culturale dell’individuo e della collettività. Dott.ssa Francesca Iacono
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20 luglio Parco di Roncafort: MEMORIAL per Mauro Conotter
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ome da due anni a questa parte, l’Associazione “Insieme per Mauro Conotter” propone alla cittadinanza l’evento “Memorial per Mauro Conotter”, giunto oramai alla terza edizione.
OFFICINA
Tale evento, in linea con le precedenti occasioni, si terrà dalle ore 17.00 fino alle ore 24.00 del giorno 20 Luglio presso il parco giochi pubblico di Roncafort. Insieme alle consolidate iniziative relative alla guida sicura ed all’intrattenimento musicale, il memorial vedrà due diverse ed interessanti novità per arricchire il momento di riunione e ricordo di Mauro e la manifestazione nel suo complesso. Verso le ore 19.00, sarà infatti protagonista un corpo di ballo che darà vita ad uno spettacolo di danza con musica e coreografie. In parallelo, per accogliere anche i più piccoli, due associazioni proporranno attività d’intrattenimento per bambini e bambine durante tutto il pomeriggio. In linea con lo scopo educativo e di sensibilizzazio-
ne con cui l’Associazione organizza il memorial, verrà proposto anche in questa terza edizione uno stand dedicato alla guida sicura, con la partecipazione del partner Green Driving Academy (www.greendrivingacademy.it) nella figura di Stefano Nadalini, che offrirà, previa estrazione, dei corsi di guida sicura gratuiti. Il programma generale prevede naturalmente il punto di ristoro con cibi e bevande, il consueto concerto dal vivo con le band Norticanta e Chiaro Scuro, che suoneranno live, mentre la chiusura sarà a cura di un dj-set. Lo staff tutto dell’Associazione ringrazia i partner e le varie associazioni per la collaborazione e l’impegno, invitando cordialmente tutta la cittadinanza alla partecipazione.
NORDdiTrento e... in Piazza a GARDOLO 7
MOSTRA
FILATELICA a Gardolo
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on un dispendio di energie, sia economiche ma soprattutto fisiche, l’Associazione Culturale di Filatelia e Collezionismo che ha sede in Gardolo, piazzale Groff, ha allestito nei giorni 19 e 20 Aprile la 12° Mostra. Per l’occasione era stata predisposta una cartolina. È stato fatto uno sforzo non indifferente tenuto conto che in gran parte l’Associazione è composta da pensionati. La mostra filatelica era imperniata su una collezione avente per tema gli animali (mammiferi) ed era il frutto certosino di ricerca e di collocazione nonché di rappresentazione di un lavoro durato più di tre mesi di due bravissime ragazze, Cristina e Milena Mosna. All’interno della mostra hanno trovato un loro spazio l’Associazione “La Fontana” che ha esposto alcuni dei suoi quadri e i bonsai di Fabio Nicolini. Inoltre una serie di radio di antica data hanno attirato la curiosità degli intervenuti. All’inaugurazione del 18 aprile erano stati invitati tutti i presidenti (55) delle varie associazioni che gravitano sul territorio, ovviamente anche il Presidente della Circoscrizione ed i consiglieri. Per loro era stato predisposto un rinfresco, ma pur considerando che il tempo non è stato amico nostro, all’invito hanno risposto solamente tre presidenti, una vergogna. Dobbiamo comunque ringraziare il presidente Paolazzi ed il suo vice che ci hanno onorato della loro presenza. Con un ulteriore sforzo era stato approntato un punto ristoro per la popolazione, ma anche la sera quando il coro ANA di Trento ci ha allietato con alcuni canti, la presenza è stata desolante. Su richiesta del presidente Paolazzi la mostra è rimasta aperta nei giorni 26, 27 e 28 Aprile per consentire la visita agli ospiti tedeschi con i quali Gardolo ha festeggiato il trentesimo di gemellaggio. IL SEGRETARIO Giovanni
Martini
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Secondo ritrovo CANOVERI de SOTO
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’ anno scorso è stata organizzata una cena con tutti i capo famiglia di Canova de soto. Tutti hanno aderito con entusiasmo a questa bella iniziativa. Sull’onda di questa riuscitissima serata, è nata un’altra idea: perché non organizzare una festa coinvolgendo tutti i Canoveri de soto” che per vari motivi hanno lasciato il nostro sobborgo? Sembrava di difficile attuazione ma con l’entusiasmo del nostro gruppo ci siamo riusciti. Visto quindi il notevole successo del ritrovo dello scorso anno il gruppo organizzatore di “Canova de soto” ha deciso con piacere di organizzare anche il secondo ritrovo. La data indicativa è prevista
per la fine di agosto 2013. La tipologia uguale, festa all’aperto, cena con menù di specialità trentine, partecipanti tutti i canoveri che hanno vissuto o sono nati a Canova de soto. Scopo è quello principalmente di passare in allegria una serata ricordando i tempi trascorsi da giovani, coinvolgendo anche i figli creando quanto possibile un’atmosfera di aggregazione che in questi tempi risulta sempre di difficile attuazione. L’anno scorso hanno aderito alla manifestazione ben 135 persone. Anche quest’anno ci sarà per ogni capo famiglia un piccolo omaggio a ricordo della manifestazione. Arrivederci a tutti i “canoveri de soto”. Diego
Sono uno SPORTIVO, sto sul divano è vero... ma in tuta! Pippo Forever
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Io pratico solo sport estremi... faccio il ronfing, il divaning, il gironzoling, lo zapping, il cazzegging! Gloria
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I vecchi non diventano saggi, diventano attenti. Ernest Hemingway
A essere giovani s’impara da vecchi. Proverbio Popolare
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gni giorno quei valori che trasformano il lavoro tecnico in un legame umano. E gli anziani si aggrappano ad un passato come ad un paracadute che li tiene sospesi, consapevoli che la vecchiaia si accetta, non si subisce, anche se il simpatico Roberto Gervaso è convinto che la vecchiaia sia più uno stato d’animo che un certificato anagrafico. “La vita è una clessidra, con molte lacrime
Gianfranco Gramola
I D A R O M O V E L E A R E R I N Z I S P A R
e la loro anima, esistenze che hanno attraversato e fatto un’intera epoca, anime che hanno combattuto, lavorato, sofferto e gioito, contribuendo a creare benessere e civiltà nel nostro Paese. Nelle tribù ancestrali i vecchi erano venerati. Fino a pochi anni fa, da noi, i nonni erano considerati come parte integrante e centrale del nucleo familiare. Ora, con la crisi economica, gli ultimi anni di
e qualche goccia di miele” dice il saggio e quando una persona non ha più gli slanci di un tempo e l’entusiasmo della gioventù, viene considerato vecchio. Li vedi in giro per la città, sulle panchine dei giardinetti, con gli occhi lucidi e umidi, che vedono davanti a loro un mondo che pian piano si sta smorzando, che affrontano quotidianamente una continua battaglia per cercare di mantenere un po’ di dignità e di decoro all’interno della società, sperando nell’interesse di qualcuno nei loro confronti, disposto a scambiare quattro chiacchiere, facendoli sentire meno soli. “Ma ci sono momenti – si sfogava un anziano – in cui si trova conforto solo nella rassegnazione, nella consapevolezza di non poter fare nulla, di dovere solo subire”. In questa Italia perbenista e ipocrita, trasudante cristianità e arida di carità cristiana e fatta di tante chiacchiere inutili, ci sono tanti anziani che nella vita non hanno cercato di essere uomini di successo, ma uomini di valore, che trattengono le lacrime per orgoglio, consapevoli che la vita ormai guarda avanti e non indietro. Poveri diavoli, che provano a stare in disparte per non recare disturbo, cercando sfogo nei mille ricordi e immagini masterizzate nel loro cervello, fra acciacchi che ne fanno sentire il peso e le gambe che cercano continuamente un equilibrio ormai precario. Ma orgogliosi non cercano la nostra commiserazione, pur vivendo una quotidianità difficile e faticosa. “I ragazzi - diceva un giornalista - devono pensare che un giorno lontano anche lo-
ro saranno vecchi e spereranno tanto nei loro figli. Per questo devono mostrarsi buoni e affettuosi verso i loro cari anziani, prestare con amore le cure di cui essi necessitano e stare sempre vicini a loro con una parola di conforto e con tutto il loro affetto”. Ha perfettamente ragione. I vecchi sono le nostre radici, il nostro gancio con la storia... esistiamo grazie a loro, sono persone che hanno vissuto anni di speranze, entusiasmi, di lacrime e di sorrisi e spesso i loro ricordi aprono al prossimo una finestra sul loro mondo ormai antico, ma dal grande fascino. Sarebbe auspicabile ancora maggiore attenzione delle istituzioni e da parte nostra verso gli anziani di questo Paese, che non sono anziani solo d’estate, ma tutto l’anno. Hanno bisogno di essere ascoltati, come hanno bisogno di sentire una stretta di mano e di scambiare due parole cercando di spiegare e mettere le cose nella luce migliore. Le malattie, la solitudine, la vecchiaia spengono le persone e a volte donare un sorriso e un po’ del nostro tempo può valere tanto per loro. Non saranno felici, ma meno infelici, sì.
T O S T O
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E il vecchietto dove lo metto, dove lo metto non si sa”, cantava Domenico Modugno in una vecchia canzone. Ormai da anni, specialmente in estate, si riaccende l’attenzione sul destino degli anziani e sul modo in cui la società si rapporta con loro. Qui e là vengono lanciate delle iniziative per farli sentire meno soli, ma non bastano i circoli degli anziani, l’università della terza età, i numeri verdi e qualche gita con le varie associazioni per tenerli vivi. Gli anziani diventano presto un peso per i figli e nipoti che, dopo aver regalato amore assoluto, un amore fatto di comprensione, di indulgenze e di totale dedizione, spesso vengono immagazzinati o messi in soffitta, come un mobile vecchio o un quadro rovinato. Ma in gioco ci sono uomini e donne in carne e ossa, con i loro ricordi
vita degli anziani vengono sempre più minacciati da una minore attenzione e assistenza delle istituzioni, che sono costrette a tagli feroci. E questi poveri Cristi si sentono abbandonati, emarginati in una sorta di riserva indiana, anche per colpa di una drammatica crisi sociale che è finita nel binario morto dell’indifferenza. Quelli che possono si affidano ad una carezza di una badante, che li accompagna paziente in mezzo a silenzi, dolori e capricci e svolgono un ruolo di supplenza della famiglia. Badanti che si mettono a disposizione dell’anziano cercando di conoscerne il tempo d’ascolto e quello dell’aiuto, guadagnandosi la loro fiducia, praticando o-
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(titolo preso da una citazione di Giorgio Panariello)
B O N O R I F
Tematiche sociali
Per gli anziani la SOLITUDINE è una prigione a cielo aperto
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25 | luglio 2013 |
a qualche anno si parla dell’evoluzione della farmacia da centro di dispensazione di medicinali a presidio sanitario territoriale in grado di gestire le piccole patologie e di eseguire esami diagnostici e prestazioni sanitarie di primo livello con particolare riguardo alla prevenzione. Le motivazioni che spingono verso questa trasformazione consistono in: capillarità della presenza delle farmacie sul territorio, basti pensare che anche nei piccoli paesini esiste la farmacia, aperta almeno 6 giorni alla settimana, mentre non è sempre possibile reperire un medico; predisposizione della farmacia a svolgere un ruolo di interfaccia sanitaria di primo livello grazie alla presenza di personale qualificato con elevata competenza tecnicoprofessionale e capace di valutare se la sintomatologia descritta necessiti di un ricorso immediato al medico o se risulti sufficiente affrontare il problema con rimedi terapeutici da consiglio o da automedicazione;
disponibilità in farmacia di strumentazioni diagnostiche sempre più sofisticate ed in grado di fornire il primo approccio diagnostico per diverse patologie. Alla disponibilità e alla capacità tecnica, la farmacia aggiunge la facilità di accesso ad esami diagnostici e di prevenzione in fasce orarie e giorni della settimana che vanno oltre i canonici orari dei presidi ambulatoriali od ospedalieri, facilitando così anche chi, per esigenze lavorative e/o personali, non riesce a trovare uno spazio da dedicare a se stesso e alla propria salute durante la classica giornata lavorativa delle strutture sanitarie pubbliche. La lista di esami eseguibili in farmacia va ogni giorno ampliandosi, e con questo articolo s’intende informare il lettore in merito ai servizi proposti dalla Farmacia di Roncafort, che, forte della consolidata esperienza nel settore dell’autoanalisi, della disponibilità di tecnologia di ultima generazione e di uno spazio dedicato e riservato nel pieno rispetto della privacy, offre la possibilità di eseguire, sotto casa, esami utili alla prevenzione e controllo dell’andamento di importanti patologie e per il miglioramento del benessere. Vista l’ampiezza dell’argomento la seconda parte verrà pubblicata sul prossimo numero. Dott.ssa Francesca Di Fonso
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Non solo farmaci! ...ovvero i NUOVI SERVIZI in farmacia Misurazione della pressione arteriosa L’esame apparentemente più banale è quello della misurazione della pressione arteriosa. Si tratta di una misurazione entrata nella routine, eseguita facilmente anche a casa, ed indicativa del primo campanello d’allarme di patologie cardiovascolari. Per eseguirla a domicilio occorre un semplice strumento digitale o analogico, per chi è in grado di utilizzarlo. Almeno per la prima misurazione, però, è consigliabile rivolgersi ad una FARMACIA CERTIFICATA per la prevenzione cardiovascolare. Cosa significa nel concreto rivolgersi ad una farmacia certificata per la misurazione della pressione arteriosa? Significa interfacciarsi con professionisti specificamente formati in materia e dotati di apparecchiature per la misurazione di ultima generazione, rispondenti alle più recenti linee guida scientifiche elaborate dalle società di cardiologia internazionali. Non dovrete stupirvi, perciò, se, alla prima misurazione, il farmacista vi proporrà di misurare la pressione arteriosa in contemporanea sulle due braccia: l’obiettivo è quello di scegliere il braccio sul quale eseguire tutte le misurazioni successive, anche quelle domiciliari o eseguite dal medico. Vi sarà proposto anche di misurare la pressione in contemporanea su braccio e caviglia per individuare eventuali problemi circolatori degli arti inferiori. Ma non è tutto: lo strumento utilizzato dalla farmacia certificata è anche in grado di mettere in evidenza la presenza di eventuali aritmie come la fibrillazione atriale che, pur essendo asintomatica, pone il soggetto a rischio di ictus cerebrale, una patologia altamente invalidante.
Holter pressorio 24ore È noto che la misurazione occasionale eseguita dal medico o anche in farmacia, possa risultare alterata da quello che viene chiamato “effetto camice bianco”, ovvero dall’effetto ansiogeno soggettivo legato allo stesso atto della misurazione. Per ovviare a questo problema, ma anche per confermare la prima diagnosi d’ipertensione o per controllare periodicamente l’efficacia di una terapia in atto, si ricorre all’Holter pressorio, che consiste nella misurazione della pressione arteriosa durante un’intera giornata: grazie ad un dispositivo medico portatile specifico, le misurazioni della pressione arteriosa vengono eseguite e registrate ogni 15’ nel periodo di veglia ed ogni 30’ nel periodo di sonno. Come si accede all’esame? Basta presentarsi in farmacia con un breve preavviso per ricevere il dispositivo portatile programmato sulle proprie caratteristiche personali; indossarlo
per 24 ore e riportare il dispositivo alla farmacia al termine della registrazione. I dati immagazzinati nel dispositivo saranno trasmessi al centro cardiologico di riferimento per la refertazione e dopo poche ore sarà possibile ritirare il referto in farmacia o riceverlo per posta elettronica. I costi del servizio, comodamente disponibile 6 giorni alla settimana e negli ampi orari di apertura della farmacia, sono paragonabili, se non addirittura inferiori, al ticket sanitario richiesto presso le strutture pubbliche.
Elettrocardiogramma - ECG
L’elettrocardiogramma è un esame che consente di registrare e misurare l’attività ritmica del cuore mettendo in evidenza eventuali anomalie che possono aiutare a diagnosticare diverse patologie (extra-sistoli, bradicardie, tachicardie, blocco atrio-ventricolare, fibrillazioni ecc.….utili anche per la diagnosi di infarto cardiaco). L’esame viene spesso indicato anche come controllo preventivo per chi debba eseguire procedure diagnostiche invasive che richiedono sedazione/anestesia o per chi svolga attività sportiva a livello agonistico. Presentandosi in farmacia anche senza alcun preavviso, è possibile eseguire l’esame in pochi minuti. In caso di urgenza, e su richiesta dell’interessato, è possibile eseguire l’elettrocardiogramma anche in collegamento telefonico e telematico con il centro medico di telemedicina disponendo di un cardiologo durante la stessa esecuzione dell’esame. Anche per l’ECG i costi in farmacia sono assolutamente in linea con i ticket sanitari richiesti dalle strutture ospedaliere.
Rischio cardiovascolare Le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte in Italia e nel mondo occidentale a causa della diffusione di errati stili di vita alimentari e comportamentali (come per esempio il fumo, la sedentarietà…). Fattori come l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, l’ipertrigliceridemia, l’iperglicemia, il sovrappeso moltiplicano il rischio di subire danni al sistema cardiovascolare. Un monitoraggio costante dei parametri sopra elencati aiuta a calcolare il rischio e a decidere gli interventi preventivi correttivi agendo perciò prima che l’evento cardiovascolare dannoso si verifichi. L’evoluzione tecnologica più recente ha portato alla disponibilità di strumentazioni di autoanalisi, eseguibili in farmacia, che, con un solo prelievo e in pochi minuti, consentono la valutazione del rischio cardiovascolare misurando glicemia, colesterolo totale, colesterolo HDL e LDL, trigliceridi. L’esecuzione dell’esame non richiede prenotazione: è sufficiente presentarsi in farmacia a digiuno ed attendere qualche minuto per il risultato dell’esame. È anche possibile richiedere alla farmacia l’invio dei risultati sullo smart-phone per memorizzarli e consultarli/confrontarli nel tempo, grazie ad una specifica App.
Emoglobina glicata La misurazione della glicemia rappresenta una misurazione istantanea del livello di glucosio al momento del prelievo, ma nulla ci dice riguardo alla storia della glicemia del soggetto. Da qualche tempo, il parametro glicemia è affiancato in modo sempre più preponderante dal parametro dell’emoglobina glicata il cui valore è correlato alla media dei valori di glicemia degli ultimi 3 mesi. Per questo motivo, mentre la glicemia viene utilizzata come parametro di screening per la malattia diabetica, nel soggetto diabetico noto è preferibile monitorare l’andamento mediante la misurazione dell’emoglobina glicata. Oggi è possibile eseguire il test anche in farmacia ed ottenere il risultato in appena 10 minuti con un piccolissimo prelievo di sangue capillare. In questo caso non occorre il digiuno.
Pletismografia venosa a luce riflessa degli arti inferiori L’avanzare dell’età, il sovrappeso, la vita sedentaria, lo stazionamento in piedi per lungo tempo, l’utilizzo di tacchi alti, gli abiti molto aderenti, la stitichezza, l’utilizzo di pillole anticoncezionali sono alcuni dei fattori che diminuiscono la capacità delle vene di agevolare il ritorno del sangue verso il cuore. Le conseguenze sono la comparsa di gonfiore delle caviglie e delle gambe, dolore, fino ad arrivare alla formazione di trombi venosi. Con la pletismografia a luce riflessa , un esame non invasivo che si esegue in pochi minuti, presso la farmacia, è possibile misurare e monitorare nel tempo l’efficienza circolatoria delle vene delle gambe e, in caso di anomalia, il farmacista indirizzerà il soggetto all’intervento medico piuttosto che verso trattamenti di automedicazione o di prevenzione.
Salute
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Cellulite addio!
Bellezza ecologica
re, e va applicato ogni giorno sulla pelle pulita con massaggi dal basso verso l’alto.
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asta con il fitness disperato, gli integratori multi-vitaminici a gogo, le barrette riduci-peso al posto della cena, le creme rassodanti spalmate forsennatamente. Inutile dire che la salute e la bellezza del corpo non si curano con i provvedimenti dell’ultima ora, quando la prova costume ci getta nel panico! Tanto più un problema come quello della cellulite, vera e propria patologia, arginabile solo con un cambiamento duraturo di stile di vita.
E i preparati da applicare localmente sono efficaci? Scordiamoci effetti miracolosi, soprattutto se i trattamenti non sono accompagnati da una sana alimentazione e attività fisica. Ma come coadiuvanti fanno la loro parte. E in ogni caso mantenere idratata la pelle con prodotti ad hoc è già di per sé importante: l’aspetto della pelle infatti incide notevolmente sulla percezione di tonicità e compattezza dei tessuti. E poi, spendere un patrimonio in costose creme e gel non è affatto necessario: con ingredienti naturali è possibile preparare olii, scrub e creme, efficaci ed eco-friendly. Provate per esempio a preparare questo Scrub al Sale e Alghe. Bastano: un pugno di sale fino iodato 2 cucchiai di olio d’oliva 1 cucchiaio di fanghi di alga Guam 10 gocce di olio essenziale di pompelmo 10 gocce di olio essenziale di cipresso 10 gocce di olio essenziale di rosmarino. L’olio di cipresso e di rosmarino sono efficaci nei problemi di microcircolo, edemi e ritenzione idrica. Mischia in una ciotola tutti questi ingredienti e applica lo scrub sulla pelle umida, massaggiando per alcuni minuti.
Per il dopo doccia sono ideali degli oli neutri con aggiunta di oli essenziali. Per avere una Crema drenante e tonificante si può mischiare:
100 ml di olio di vinaccioli 10 gocce di olio essenziale di limone 10 gocce di olio essenziale di arancio amaro 10 gocce di olio essenziale di ginepro 10 gocce di olio essenziale di cipresso L’olio di vinaccioli ha forte potere rassodante e anti-age e gli oli essenziali di cipresso ed edera, come già detto per lo scrub, sono depurativi e drenanti. Mescola in una ciotola gli ingredienti fino ad ottenere una crema omogenea che spalmerai generosamente sulle cosce e negli altri punti critici.
Per farsi invece un Olio contro le smagliature alla Rosa Moscheta e al Germe di Grano si possono mischiare: 100 ml di olio di germe di grano 10 ml di olio di rosa mosqueta 10 ml di olio essenziale di lavanda L’olio di rosa mosqueta e quello di germe di grano, entrambi rigeneranti cellulari, mischiati all’olio essenziale di lavanda, dalle proprietà cicatrizzanti, permette di ottenere una composto oleoso che aiuta a contrastare l’insorgere di antiestetiche smagliatu-
Un ultimo suggerimento. Le proprietà lipo-riducenti della caffeina sono ben note; allora perché non preparare una Crema Anticellulite proprio con il caffé? Dai fondi della moka si può ricavare una sorta di fango anticellulite molto efficace, o almeno, così dice chi l’ha provato. Gli ingredienti sono: 2-3 fondi di caffè (le quantità vanno calibrate man mano a seconda del risultato) 1 tazza di te verde forte 2 cucchiai di argilla verde areata 1 cucchiaio di olio d’oliva In una grossa terrina diluisci nel te verde i fondi di caffé e poi aggiungi l’argilla verde areata e l’olio d’oliva . Il composto ottenuto va applicato sulle gambe, massaggiando leggermente e poi coperto per mezz’oretta con una pellicola trasparente. Non si conserva. Risultato finale: pelle più tonica, compatta e luminosa e stop ai prodotti di sintesi dal packaging eccessivo! Per una bellezza davvero naturale. Tratto da www.tuttogreen.it
Per una pelle senza peli...
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liminare i peli superflui del corpo è una sfida femminile (e da qualche tempo anche maschile) che dura tutto l’anno ma che si fa particolarmente intensa durante la stagione estiva, quando l’abbigliamento scopre di più il corpo. Tra ceretta, rasoio, creme depilatorie, depilazione definitiva ognuno sceglie il metodo preferito ma esistono anche metodi naturali ed ecologici per eseguire la depilazione. Uno di questi ce lo insegnano le donne musulmane. Si chiama sokkar ed è una pasta a base di zucchero e limone che proviene da una tradizione molto antica ma oggi realizzabile con il fai da te. Gli ingredienti sono di facilissima reperibilità: solo zucchero di canna o semolato e succo di limone. L’importante è rispettare la proporzione tra i due ingredienti usando, ad esempio, una tazzina da caffé come dosatore: una tazzina di succo di limone e due di zucchero. Non indispensabile ma utile per le sue proprietà emollienti è l’aggiunta di un cucchiaino di miele. Per far sciogliere più velocemente si può prima passare al tritatutto lo zucchero ma non si deve usare zucchero al velo perché contiene amido! Versati gli ingredienti in un pentolino, si fanno sciogliere sul fuoco molto dolce mescolando continuamente con un cucchiaio di legno, per evitare la formazione di grumi. La cottura deve durare massimo dieci minuti, finché il composto comincia a scurirsi e
raggiunge una colorazione simile all’ambra (quindi lo zucchero si è caramellato). Allora si spegne la fiamma e si mette il tutto a bagnomaria per farlo addensare più efficacemente e perché si raffreddi un pò. La sostanza ottenuta va utilizzata tiepida altrimenti ci si può scottare. Si può riporre quella in eccesso in un barattolo di vetro che poi si scalderà a bagnomaria per ammorbidirlo quando lo si deve riutilizzare. Si preleva una quantità pari ad una noce del composto, lavorandola con le mani inumidite per formare una pallina che va poi spalmata sulle parti da depilare. Bisogna aver cura di farla aderire bene alla pelle e poi si procede allo strappo, sempre contropelo. Chi fosse pigra e non volesse cimentarsi nella realizzazione del preparato, può procurarselo presso le erboristerie, i negozi dedicati al bio o a specialità mediorientali, oppure acquistarlo online. Un’alternativa al sokkar è la pasta di zucchero ottenuta miscelando un bicchiere di
zucchero (semolato o di canna) e uno di acqua e fatti poi fondere a fuoco lento fino a ottenere un caramello. Una volta raffreddata la si stende bene sulla parte da depilare. Per un migliore risultato è consigliabile usare delle strisce di tela (ottenute per esempio da vecchi lenzuoli o federe) che si applicano a loro volta sullo strato di caramello per poi staccarle, come nella normale ceretta, con uno strappo contropelo. Entrambi i metodi sono perfettamente ecofriendly e riciclabili perché riutilizzabili più volte e quando si decide di buttarle lo si fa come si trattasse di rifiuti organici. Tratto da www.tuttogreen.it
25 | luglio 2013 |
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Cosa si può fare coi fondi di CAFFÉ
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nche voi fate parte del popolo dei caffè dipendenti che non sanno dove mettere i fondi di caffè? Non intendete iniziare una nuova giornata senza aver sorseggiato la vostra adorata tazzina di caffè? Sappiate che siete in buona compagnia nel nostro paese si consumano infatti in media 6 kg di caffè all’anno a persona. Questo porta una produzione ingente di fondi di caffè, che vengono gettati nel cestino ogni qual volta svuotiamo la caffettiera, un vero peccato poiché i fondi del caffè rappresentano un valido aiuto per tutti quei piccoli problemi che si manifestano quotidianamente in casa. Repellente per gli insetti Niente è più fastidioso di ritrovare la casa piena di formiche. I fondi di caffè costituiscono una valida alternativa all’uso di sostanze chimiche, in particolare se avete bambini piccoli in casa che vengono attratti da queste trappole, poiché attraverso le loro proprietà riescono ad allontanare le formiche. Consigliamo di mettere il caffè in un piccolo contenitore lasciandolo aperto, così che le formiche entrando vengono annientate, potete anche spargerne un pochino sui punti di passaggio in modo da tenerle lontane. Una soluzione utile anche per respingere quegli insetti come chiocciole o lumache che vanno a rovinare il vostro giardino. Spargendo i fondi di caffè intorno al giardino infatti vedrete l’abbandono di questi parassiti, tornando ad avere un giardino curato senza dover ricorrere all’utilizzo di pesticidi. Fertilizzante per le piante Grazie alle loro doti nutritive i fondi di caffè rappresentano un ottimo fertilizzante per le vostre piante. Basta aggiungerne una parte all’interno dei vasi dove crescono le piante sfruttando la forza dei loro elementi così da permettere la concimazione del terreno. Se possedete una compostiera domestica naturalmente potrete utilizzare i fondi di caffè per la preparazione del compost, poiché appartenenti alla cosiddetta categoria “verde” ovvero un elemento ricco di azoto. I fondi di caffè contengono circa l’1,45% di azoto, ma non solo sono composti anche da magnesio, calcio, potassio e tracce di altri minerali. Il mondo dei prodotti per il giardinaggio è infinito e ognuno ha il suo preferito i fondi di caffè saranno utili anche a coloro che usano fertilizzanti liquidi. Aggiungendo due tazze di fondi di caffè a un secchio d’acqua, dopo qualche ora di infusione, avrete il vostro fertilizzante liquido natura-
le per le piante da giardino e da vaso. L’ideale come nutrimento per le foglie. Contro i cattivi odori in casa I fondi del caffè sembrano avere delle buone proprietà assorbi odori, da provare all’interno dell’armadio riempiendo dei collant vecchi con una piccola parte di fondi di caffè. L’odore del caffè è molto forte, quindi se volete smorzarne l’intensità sarebbe bene aggiungere qualche goccia di estratto di vaniglia, all’interno dei vecchi collant, così da ottenere un profumo più gradevole. Purtroppo spesso anche i nostri frigoriferi e congelatori vengono assaliti dai cattivi odori in questo caso servitevi dei fondi di caffè per combatterli. Inserite una vaschetta, da tenere scoperta (e da rinnovare ogni tanto), con un po’ di fondi di caffè all’interno del vostro frigorifero o congelatori. Per
accrescere freschezza e senso di pulito aggiungete un paio di gocce di olio essenziale di menta. La stessa operazione può essere effettuata per ridurre il disgustoso odore di cicche: mettere un po’ di fondi di caffè all’interno dei portaceneri. I fondi di caffè diventano un ingrediente per la realizzazione di un deodorante per l’ambiente naturale. Basta mischiarlo con acqua e un po’ di cannella e far levare il tutto a fuoco dolce il cattivo odore. Per eliminare le macchie I fondi di caffè sono degli utili alleati contro tutte quelle macchie su mobili e pavimenti. Quando la macchia non vuole proprio andarsene, capita soprattutto con quelle di tipo zuccherino dovute a liquidi dolciastri, bibite gassate, o sciroppi, basta inumidire un panno morbido e passarlo sui fondi di caffè quindi strofinate delicatamente la superficie da trattare. La macchia sparirà immediatamente con risultati davvero sorprendenti! Con la polvere di caffè vengono tolti anche graffi chiari sui mobili in legno che ne mitigheranno il colore. Colorare i tessuti Sappiamo che numerosi prodotti vegetali consentono di colorare i tessuti, i fondi di caffè
fanno parte di quel gruppo. Le loro proprietà coloranti consentono di intervenire anche su filati e tessuti conferendo tonalità calde o un ricercato effetto invecchiato. Aggiungendo un po’ d’acqua tiepida otterrete il vostro colore marrone anticato da usare anche per lavori di decoupage, realizzando delle deliziose creazioni oppure colorando qualche oggetto. Al termine dell’operazione asciugate sempre il tutto con un phon e spazzolate per eliminare la polvere. Il fissaggio avviene tramite stiratura a secco. È bene ricordare che ciascun tessuto o filato reagisce alla colorazione casalinga in maniera molto diversa essendo differenti i trattamenti industriali a cui inevitabilmente è stato sottoposto per essere messo in commercio. Per ravvivare il colore dei capelli Avere capelli nutriti e luminosi sembra essere il sogno di ogni donna ed in questo i fondi di caffè possono donare loro un aiutino. Infatti per ravvivare il colore dei capelli castani o neri sarà sufficiente strofinare sui capelli, dopo lo shampoo e prima dell’ultimo risciacquo, della polvere di fondi di caffè. Lasciate riposare per 10 minuti, successivamente sciacquatevi i capelli con un po’ di shampoo. Questo massaggio è utilissimo anche per prevenire la caduta dei capelli. Maria Giovanna Tarullo
Trappola ecologica fai da te per vespe, mosche e altri insetti
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iprendo il suggerimento lasciato in un commento da Adriano, e lo accosto alla trappola ecologica fai-da-te per zanzare: unendo i due sistemi, casa e giardino dovrebbero rimanere liberi da ospiti volanti indesiderati. Senza veleni e senza danni per l’ambiente. Tutte e due le trappole prevedono il reimpiego di bottiglie in plastica per acqua e bibite. Che non sono affatto a impatto zero, ma costituiscono comunque dei rifiuti strappati alle discariche e avviati verso nuova vita. E in tutti e due i casi vale il “principio dell’imbuto“: si taglia una bottiglia, si mette in fondo l’esca e si inserisce la parte superiore, privata del tappo e rovesciata, in quella inferiore, cosicchè gli insetti, una volta entrati, non riescano ad uscire. Però Adriano ha perfezionato il sistema. Ecco come. La sua trappola prevede il reimpiego di due bottiglie di plastica: la prima ha la parte superiore conica, funge da contenitore generale (può essere facilmente appesa se si inserisce un gancio nel tappo) e da riparo contro la pioggia. Sul fondo si mette l’esca. Gli insetti vi accedono attraverso due ampi oblò aperti al di sotto del tappo. Della seconda bottiglia si utilizza solo la parte superiore, che dev’essere rotonda affinchè, una volta rovesciata e privata del tappo, possa essere inserita nella prima bottiglia e fungere da imbuto, così da impedire la fuga agli insetti che si sono avvicinati all’esca. Più facile farlo che scriverlo: guardate. L’esca da mettere sul fondo della trappola varia a seconda degli insetti che si vogliono catturare. Per vespe e calabroni ci vuole la birra o, in alternativa, una miscela agrodolce di acqua, zucchero e aceto.
Mosconi e mosche: acqua con carne o pesce. Mosche della frutta: succhi di frutta. Mosche dell’ulivo: esca proteica o acqua e ammoniaca. Da Flag of the Planet trappola ecologica per insetti
38121 Roncafort - Gardolo (TN) tel. 0461.993272 - fax 0461.1591805 RIPARAZIONI MACCHINE AGRICOLE E INDUSTRIALI - COSTRUZIONI IN FERRO
Salute fai da te
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NORDdiTrento e... in Piazza a GARDOLO
Storia
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Un po’ di storia di Gardolo attraverso le sue vie: VIA AEROPORTO
VIA AEROPORTO - A inizi ‘800 la piana alluvionale di Roncafort, circa 300 ettari, era un’inespugnabile e inabitabile acquitrino con buche, distese di ghiaia, anse, rami secondari di Adige ed Avisio. Verso 1850, grazie a nuove tecniche di sistemazione idraulica, l’area si trasforma da bombozzer con zanzare a paradiso di frutta e verdura per il mercato ortofrutticolo della vicina Trento. La coltivano i masadori, i Conci, i Sevignani, i Merz, i Faes, per conto dei soliti nobilotti di città, i conti Clotz, Thun, Melchiorri, Crivelli. La nuova comunità ha bisogno di strade per spostarsi ed eccone allora due: l’attuale via dell’asilo verso la città per vendere i prodotti coltivati e via Aereoporto per chi intende andare a Gardolo. E vissero felici e contenti? E no! Nell’autunno del ‘14 un bel pezzo della campagna roncata con tanta fatica, 30 ettari, passa dalle verze all’esercito imperiale che ci fa l’ aeroporto militare, caserme, strade, trincee e hangar per 60 aerei. L’anno seguente, con l’entrata in guerra dell’Italia, inizia anche il dramma della comunità appena costituita: masi e chiesa vengono demoliti per dar comodo agli aerei di decollare in santa pace (sic!). Via Aeroporto diventa un’importante arteria per i militari nonché i primi passi dei profughi verso la Moravia. La zona, devastata da bombardamenti, incendi, demolizioni fini-
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pesso abitiamo in vie o piazze intitolate a persone il cui nome non ci dice assolutamente nulla oppure trae origine da toponimi locali per noi totalmente privi di significato. Un esempio a Trento Nord? via Giuseppe Tosetti, via Gaspare Crivelli, via Crosare, via Carpenedi ecc. Da qui la proposta di Fabio Giacomoni: presentare il “titolare” (con attenzione speciale ai Gardoloti!) di una via o piazza di Gardolo, Roncafort, Canova ecc. ed il perché di tanto riconoscimento! In questo numero via Aeroporto, da Mas dei Rossi alla piazza di Gardolo. sce in rovina ma, non appena la tempesta si calma, i roncaforti recuperano rapidamente case e campagna. Non quella dell’aeroporto,
ormai destinata ad altro: dopo le verze locali e le aquile asburgiche ecco in pista quelle romane del duce! Negli anni ‘30 la via è una
Ugo Bosetti
CRUCIVERBA “italo-trentino-gardoloto” In questo numero spazio ad un sostanziale pareggio tra parole in italiano e in ‘trentino - gardoloto’! Come sempre, le definizioni che hanno per risposta un termine dialettale sono affiancate da asterischi: uno * se il suo uso è ancora comune, ad esempio il 14 orizzontale; due ** se sono utilizzate più raramente come il 21 verticale; tre *** per quelli ormai in bocca e orecchi di chi ha passato, ahilui, più volte gli “anta”, come il 34 verticale. Grazie per la collaborazione a Rosy ed a chiunque volesse segnalarci qualche parola dialettale dimenticata!
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porta d’accesso all’aeroporto divenuto uno scalo civile internazionale e centro di collaudo dei vicini cantieri aeronautici Caproni. Lavoro per tanti ma è troppo bello per durare! Nel ’40, infatti, ecco altri cinque anni di via vai di militari, aerei pro e contro, bombardamenti (244), orti e coltivazioni sventrate da bombe e ristagnanti d’acqua. Finisce anche stavolta: via Aeroporto torna una tranquilla strada al servizio di industrie che si ingrandiscono a spese di verze, zucchine e broccoli. Sempre più spesso, negli anni ’70 - ’80, invece di carri, buoi e contadini, è percorsa da cortei di lavoratori in cerca di migliori condizioni di vita. Oggi, anni due mila, anche senza aeroporto, la via conserva il suo nome, un po’ di campagna ai lati, villette, qualche industria, la nuova sede dei vigili volontari, la stazione della Trento - Malè, un gigantesco bagolaro dai frutti dolciastri (ebbene sì.. una volta si mangiavano anche quelli!!) e la casa di riposo della comunità, forse l’edificio più appropriato dopo tanto casino. E le verze? Niente da fare! Dopo vari tipi di aquile, di aerei da guerra e da.. pace, di modelli di roulotte e altro, gli ex acquitrini sono sepolti da tonnellate di asfalto, cemento, porfido e binari: al posto del gracidio delle rane lo stridio dei treni in frenata!
ORIZONTALI: 1) Risata continua (*). 8) Calice dell’Ultima Cena. 12) Sapore, essenza. 13) L’altroieri (*). 14) Giovincelli, ragazzi (*). 16) Adige (*). 17) Esse, loro (*). 18) Aceto (*). 19) Secco, idurito e... sbronzo (*). 20) Antichi altari. 22) Disattivati, non accesi. 23) Afferrare catturare (**). 25) Imperatore russo. 26) Dietro (*). 28) Dante Alighieri. 29) Pulizia assoluta (**). 33) Antico popolo del Perù. 35) Previsioni settimanali in amore, salute e soldi. 37) In salute. 39) Mariti per rane. 40) Intasare, otturare (**). 42) Frazioni di secondo. 44) Peso, incombenza. 45) Piccolo sacrificio dedicato alla Madonna (*). 46) Studente dell’asilo (*). VERTICALI: 1) Lancette degli orologi (**). 2) Spruzzare anticrittogamici (*). 3) Di solito assieme ai diritti. 4) Associazione Medici
a cura di Ugo Bosetti
Endocrinologi (*). 5) Gracchia nei fossi. 6) Stanghe, pali (**). 7) Le hanno uccelli ed aerei. 8) In obbligo, riconoscenti. 9) Briglie. 10) Vicino, accanto (*). 11) Il detersivo di cento anni fa. 15) Contiene i resti dei soldati caduti. 19) Colpi d’arma da fuoco. 21) Irritare, far arrabbiare (**). 23) Mattiniero, 1
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attivo di buon mattino (*). 24) Case agricole. 27) In sogno (**). 28) Soldi, quattrini, valuta. 30) Scavati dall’acqua. 31) Determinato, risoluto. 32) A piedi (*). 34) Ci si portava il latte (*). 36) Il contrario di “off”. 38) Prima si chiamavan Ignis di Spini. 41) Gozzo (**). 43) Sport da tavolo (iniz).
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