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Modena Giustizia, fatti non parole
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La Camera di commercio tra gli attori di un’innovativa e concreta iniziativa a sostegno di una giustizia più “giusta”
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ortunato chi non ha avuto beghe con la giustizia, civile o penale che sia. Fortunato, perché altrimenti avrebbe dovuto fare i conti, suo malgrado, anche con le lungaggini processuali e i ritardi causati dalla carenza del personale. Inefficienze che nel 2009 posizionavano il nostro paese (i dati sono del rapporto Doing Business) al 156° posto – dietro a Gabon e Guinea – della graduatoria mondiale sulla durata dei processi. Un problema certo non sconosciuto nemmeno al nostro territorio, che però in questo caso – non l’unico, a dire il vero – non è rimasto con le mani in mano. Tanto che sono bastati pochi mesi – un risultato che ha stupito anche i dirigenti del Ministero della Giustizia – per dare il via a un’iniziativa dove, per una volta, gli enti e le istituzioni coinvolti hanno davvero saputo fare sistema. Nei fatti, non a parole. Stiamo parlando di Modena Giustizia, una Fondazione nata con un compito preciso: mettere risorse a disposizione del sistema giudiziario modenese per favorire un’operazione di modernizzazione in grado di migliorare efficienza ed economicità dei servizi giudiziari. Un dato per tutti: un tribunale
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delle dimensioni di quello modenese emette circa 100.000 notifiche l’anno a un costo di 8 euro ciascuna. Fanno 800.000 euro l’anno. Sono numeri che rendono facile individuare la portata dei risparmi ottenibili migliorando appunto l’informatizzazione del sistema giustizia. E in effetti i primi fondi messi a disposizione dalla Fondazione – 410.000 euro – sono stati destinati proprio all’acquisto di strumenti informatici e alla formazione degli addetti per l’attivazione del Processo Civile Telematico. Un progetto, quest’ultimo, che consente agli avvocati di consultare telematicamente il fascicolo di cancelleria, di depositare memorie e documenti senza doversi recare personalmente in tribunale, di avvalersi delle nuove tecnologie per notificare gli atti alle controparti, di accedere alle banche dati dei singoli uffici giudiziari per la consultazione delle sentenze. Cioè, di accorciare i tempi e migliorare l’efficienza della giustizia. Ma la Fondazione ha in programma anche di finanziare borse di studio, con l’intento di promuovere la filosofia della “terzietà”, un po’ il giuramento di Ippocrate di chi amministra la giustizia.
LA CONFERMA DELLE CAPACITÀ DI REAZIONE DEL “SISTEMA MODENA” Soddisfatto il presidente della Camera di commercio Maurizio Torreggiani
Non nasconde il suo orgoglio per il risultato ottenuto Maurizio Torreggiani. «Credo che sia importante innanzitutto evidenziare come quello che abbiamo presentato alla città rappresenti un fatto concreto, non un annuncio», dice il presidente della Camera di commercio, che sottolinea anche il valore etico del ruolo svolto dalla Fondazione. «In questa iniziativa – continua infatti Torreggiani – siamo stati ispirati da una convinzione: che la giustizia non sia una cortesia, ma un collante che riesce a svolgere la sua funzione quando si rivela in grado di mettere tutti, grandi e piccoli, potenti e non, sullo stesso piano. Per questo abbiamo cercato di puntare diritti agli obiettivi che ci siamo prefissi all’atto di costituzione di Modena Giustizia: rendere più efficiente l’attività del Tribunale e quindi più “giusta” la nostra comunità. E farlo in modo trasparente, appunto attraverso una fondazione». Ma non è solo il risultato concreto che va salutato positivamente, non sono solo i risparmi – in termini di denaro e di tempi – quelli che saltano all’occhio. «Infatti – conferma il presidente Torreggiani – credo vada salutata come un grande successo la capacità che i diversi attori hanno avuto nel fare davvero “sistema”, senza gelosie e senza altri obiettivi che non fossero l’impegno per una giustizia efficiente, così come sa essere la nostra collettività. Proprio per ribadire questa unità di intenti auspico che a sostegno della Fondazione intervengano presto altri enti e istituzioni modenesi». Per finire, il riconoscimento del ruolo giocato dagli operatori del tribunale e dagli avvocati e commercialisti. «Persone, professionisti – ribadisce Torreggiani – che fanno il loro lavoro con passione e professionalità. Sarebbe stato facile nascondersi dietro alle oggettive difficoltà con cui è alle prese il sistema giudiziario italiano per seguire con occhio più distaccato il progetto. Invece, la passione con cui gli addetti ai lavori, a cominciare dalla Direzione generale del Ministero per i sistemi informativi, hanno lavorato al progetto ci ha consentito di superare tutti gli ostacoli che rischiavano di rallentare l’ottenimento dei primi risultati concreti. Perché la concretezza è stato uno dei capisaldi a cui ci siamo ispirati».
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Maurizio Torreggiani, presidente della Camera di commercio
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6 UN GRANDE RISULTATO OTTENUTO IN TEMPI BREVISSIMI Il plauso del Ministero della Giustizia A Modena, per presenziare alla presentazione della Fondazione, c’era anche Stefano Aprile, responsabile della Direzione generale del Ministero della Giustizia per i sistemi informativi automatizzati, che ha seguito in prima persona il progetto modenese, collaborando attivamente alla sua realizzazione. «Essendo un argomento tecnico, c’è il rischio che la portata del risultato ottenuto da Modena Giustizia sfugga. In realtà è davvero un grande obiettivo quello raggiunto dalla Fondazione e dal Tribunale modenese. Un obiettivo che altri uffici giudiziari non hanno ancora raggiunto, nonostante abbiano intrapreso da anni la strada del rinnovamento dei sistemi informatici. In altri uffici ancora si tratta di un traguardo addirittura irrealizzabile. Qui, invece, ci si è arrivati in pochi mesi». Aprile apre le porte anche a ulteriori investimenti per il “nostro” Tribunale. «A fine anno – dice il funzionario del Ministero – siamo soliti determinare i risparmi ottenuti con l’applicazione di questi sistemi telematici. Credo che a Modena si tratterà di somme notevoli, che ritengo opportuno, almeno parzialmente, reinvestire sul territorio». Ma attenzione a non fermarsi alle cifre: «Vanno sottolineati il senso dell’iniziativa e i vantaggi organizzativi che questa determinerà sul Tribunale. Si tratta di valori che non sono stimabili economicamente, ma che assumono comunque una grandissima rilevanza».
Stefano Aprile, dirigente del Ministero della Giustizia
Da sinistra in alto: Gianenrico Venturini, BPER; Giuseppe Zanardi, UniCredit; Leonello Guidetti, BPV-BSGSP; Giuseppe Picchioni, Ordine degli Avvocati di Modena; Alessandro Clò, Ordine dei Dottori Commercialisti di Modena; Stefano Bellei, segretario generale Camera di commercio; seduti: Mauro Lugli, presidente Tribunale; Maurizio Torreggiani, presidente Camera di commercio; Stefano Aprile, responsabile Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati del Ministero della Giustizia
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Con Modena Giustizia la Camera di commercio ha voluto dare una risposta originale, ma soprattutto concreta, al “problema giustizia”, sviluppando un’idea del giudice Eleonora De Marco e coinvolgendo attorno al progetto anche tre istituti di credito (Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca Popolare di Verona San Geminiano e San Prospero, UniCredit) e gli ordini professionali degli avvocati e dei commercialisti modenesi. Peraltro, le porte della Fondazione non sono chiuse ad altri enti – come le associazioni di categoria – che abbiano a cuore le sorti della giustizia. Una risposta che non ci ha messo molto ad arrivare, se si pensa che i primi colloqui sono avvenuti ad aprile e che il 21 giugno i sei soci fondatori erano già lì a mettere nero su bianco il proprio impegno, mentre si sviluppavano i contatti con la Direzione generale del Ministero della Giustizia per i sistemi informativi automatizzati, in modo da individuare tempestivamente un percorso utile a portare i primi risultati nel volgere di poche settimane. Del resto, probabilmente non è casuale che proprio a Modena, un territorio ben noto per il suo dinamismo, sia nata questa semplice ma grande idea, la prima nel suo genere in Italia, tanto innovativa da aver
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La conferenza stampa di presentazione della Fondazione Modena Giustizia tenuta alla Camera di commercio
NEL SEGNO DELLA TRASPARENZA Il commento del presidente del Tribunale, Mauro Lugli
«Non voglio soffermarmi né sulla crisi della giustizia, di per sé evidente, né sull’importanza di quest’ultima nel definire il grado di civiltà di un paese. Credo, invece, che sia importante sottolineare il valore di questa iniziativa, che interessa tutta la comunità. Perché l’amministrazione della giustizia coinvolge l’intera società in tutte le sue articolazioni». È il commento di Mauro Lugli, presidente del Tribunale di Modena, che sottolinea anche la trasparenza delle modalità con cui la Fondazione è intervenuta a sostegno dell’attività giudiziaria. «È quasi un’ovvietà, ma era necessario che questo intervento non creasse alcun sospetto di condizionamento nell’attività del Tribunale. Le modalità di stanziamento dei fondi vanno in questa direzione e permettono a Fondazione e Tribunale di rimanere su livelli diversi, ciascuno di propria esclusiva competenza».
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Mauro Lugli, presidente del Tribunale di Modena
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Le autorità intervenute alla conferenza stampa di presentazione della Fondazione Modena Giustizia meritato i palcoscenici dei quotidiani nazionali e da essere stata presentata in occasione della convention delle Camere di commercio italiane che si è tenuta a fine settembre a Salerno e dove, a parlare di legalità è intervenuto anche il procuratore generale Antimafia, Piero Grasso. Anche se, probabilmente, il plauso ufficiale più importante è arrivato dalla Presidenza della Repubblica, che in una lettera dello scorso 30 luglio ha espressamente dichiarato di condividere «lo sforzo di assicurare efficienza, tempestività e funzionalità al “sistema giustizia”». Fatto questo primo, importantissimo passo, ora un altro non secondario obiettivo della Fondazione è di contribuire ad avviare un circolo virtuoso che porti a un ulteriore sviluppo e modernizzazione dei processi giudiziari – sia civili che penali – rendendoli più efficienti ed efficaci nell’interesse di tutti, cittadini e imprese: perché la difesa della “giustizia” implica necessariamente una difesa della libertà, la libertà di tutelare e sostenere i diritti di ciascuno.
Eleonora De Marco, presidente di Sezione del Tribunale di Modena
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