Macrostoria dal Medioevo al Rinascimento
MACROSTORIA DAL MEDIOEVO AL RINASCIMENTO Scheda del docente FINALITA’: Comprendere i fenomeni che hanno significativamente segnato i grandi mutamenti della storia dell’umanità dal Medioevo al Rinascimento. Conoscere le forme di organizzazione economico – sociale e l’evoluzione tecnicoscientifica dal Medioevo al Rinascimento. METODOLOGIE: PROBLEMATIZZAZIONE: Analisi guidata di documenti e testi; ricerche di vocabolario e contestualizzazione dei termini discussione. DOCUMENTAZIONE: produzione di materiali storici : testi, fonti; SISTEMATIZZAZIONE: lavoro di gruppo, collettivo, individuale; rielaborazioni orali e scritte; produzione materiale powerpoint, word. MATERIALI: a)da www.ariannascuola.eu : "Il filo di Arianna": dinamiche e problemi -I limiti del Medioevo di Martino Sacchi - Le macchine nel Medioevo di Martino Sacchi - La tecnica nel Medioevo e nel Rinascimento di Marino Sacchi
b) Storia medievale-2 la Guerra 7 (ppt) di Marco Bortoli c)da www.mondimedievali.net Storia della medicina: l'igiene di Raimondo G. Russo Medioevo e medicina- ambiente ed inquinamento di Raimondo G. Russo
d)da www.fisicamente.net Religione, magia e scienza nel rinascimento italiano di Roberto Renzetti
La transizione dall’età classica al rinascimento di Roberto Renzetti
e)“Laudes Creaturarum” Francesco d’Assisi f)“ Il libro di Marco Polo detto il Milione” Marco Polo g) passi Divina Commedia h)“Il significato simbolico degli animali” da Il Fisiologo, Anonimo i)“La lingua matematica del libro della natura” da Il Saggiatore, Galileo Galilei.
Macrostoria medievale Medioevo suddiviso in due epoche:
Alto medioevo
Basso medioevo
Epoca buia
Epoca di ripresa
Invasioni barbariche
Recessione commerciale Malattie - pestilenze
Ripresa dei commerci
Innovazioni agricole
Maggior igiene Pellegrinaggi in città sacre
Abbandono e distruzione delle città
Ripopolamento della città
Mercato medievale Bancarelle presenti
Le sue regole generali
Dal cibo al vasellame
Dove/come/quando doveva svolgersi il mercato Unità di misura Sanzioni previste
Multe
Punizioni
Decretata dal tribunale del mercato
Mercato medievale
Rilevate da Statuto Civitatis Mutine
Corporazioni nel medioevo Fine XI sec.
Sviluppo urbano
Arte e corporazione dei beccai
Arti e mestieri nuovo e vigore Moltitudine di arti e corporazioni
Statuto dei beccai
Ognuna un preciso statuto Statuto decretato nel 1327 “Satuta Civitatis Mutine” Approvato dalle autorità comunali
Regole della corporazione
Statuto dei salsicciai, 1598 1547 primo statuto dei salsicciai suddiviso in capitoli:
I. Modalità di entrata nell’arte
II. Elezione dei massari, sindaco e notaio
III. Giuramento degli uomini per poter comprare oggetti dell’arte
IV. Accompagnare i morti della detta arte alla sepoltura V .Del modo di fare salsicce VI. Chi può vendere le salsicce VII. Chi, quando e quanto poteva vendere in piazza VIII. Chiunque faccia altra carne non può fare quella di maiale
Norme igieniche dei salsicciai Non potevano gettare rifiuti nelle vicinanze Varie norme: (alcuni esempi)
I maiali morti non devono essere tra esse
La lavorazione della carne sotto gli occhi dei passanti Le bestie malate venivano uccise fuori dalle beccherie
Dovevano grufolare al di fuori delle mura
La macellazione Fasi della macellazione suina:
Stordimento Lugulazione Beccheria (macelleria)
Invece per la produzione del lardo:
Taglio ben netto nel nodo della spalla Salatura dei tagli migliori
Stagionatura del lardo
Insaporimento con aromi e spezie macelleria
Decapitazione e scuoiatura
Vendita della carne nel medioevo 1. somma di denaro da consegnare al signore fondiario 2. Apertura del bancone 3. Controllo qualità merce
4. Esposizione della propria merce
Bancone della carne
5. Decisione del prezzo
6. Vendita al peso della lonza 7. Scambio merce denaro
Bancarella
Il pranzo medievale Per gli aristocratici
Per i contadini
Pasto più importante
Basato su pane e grosso consumo di cereali
Banchetto contadino
Abbondanza di carne
Pasto prevalente su zuppa e legumi
Verdure e legumi poco presenti
Poca carne
Banchetto dei potenti
Sconsigliati dai medici
Malattie dovute alla carne Gotta
Si riceve dai maiali liberi di mangiare ogni tipo di cibo
Dovuto all’eccesso di alimentazione basata su un eccesso di carne
Tenia
Capo della tenia
Dovuto all’assunzione di carni crude contenenti uova di un parassita
Porta a:
Porta al rigonfiamento di arti simile ad una artrite
Sensazione continua di fame Malattia della gotta
Dimagrimento
TIPOLOGIE DI GUERRA
ASSEDI
BATTAGLIE
RAPINE
Opera di razzia in un’ incursione rapida e in uno spazio piccolo
VICHINGHI -Abili navigatori - VII secolo fanno razzie sulle coste settentrionali e risalgono fiumi conquistando la Normandia e la Russia
406 Andali,Vandali e Svevi
Con migrazioni di barbari
SARACENI -Abili navigatori - 934 arrivano a Genova con venti navi e distruggono tutto
UNGARI -Si specializzano con la cavalleria leggera -Sono abilissimi a tirare le frecce in piedi a cavallo -Febbraio 900 arrivano in Italia razziandola
ASSEDI
Nel Medioevo
ASSEDIANTI Sono all’ esterno della fortezza e cercano di espugnarla
METODI DI CONQUISTA
1.Sete 2.Fame 3.Battaglia
Circondare una fortezza con un esercito cercando di espugnarla ASSEDIATI Sono all’ interno della fortezza e cercano di difenderla
ARMI
-Frecce -Olio bollito -Sassi
1.PER SETE -Tagliare condutture o acquedotti -Avvelenare l’ acqua delle città
2.PER FAME -Bloccare i rifornimenti della città
3.BATTAGLIA -Con macchine da guerra
TORRI MOBILI
Torri di legno con ruote sopra le quali ci sono cavalieri che lanciano sassi
MACCHINE DA LANCIO
-Petraie -Tormente -Baliste
Hanno il compito di fare brecce nelle mura in modo che poi si può attaccare la fortezza
GALLERIE DI MINA
Scavare una galleria sotto terra, più profonda dei fossati, per arrivare dentro le mura e poi aprire il ponte
BATTAGLIE
Con la nascita degli Stati regionali e nazionali
-Non si combatte nei giorni festivi -Si combatte dall’ alba al tramonto -Si combatte in primavera e in estate
-Avviene in un campo aperto, cioè si schierano gli eserciti e si dà il segnale di guerra -Si risolve in due o tre ore -Si studiano stratagemmi per avere meno perdite possibili
TRASFORMAZIONI DELL’ ARMAMENTO
STAFFA
LANCIA TRE IMPUGNATURE
-Usata per mettere dentro il piede quando si è a cavallo -Permette di stare più facilmente in sella -Si può controllare meglio il cavallo
-Dall’ alto -Dal basso -In resta, cioè già in posizione per il lancio
CAMBIAMENTI SOCIALI
MILES (soldati)
INERMES
Sono dei nobili Rito della cavalleria
NASCONO Norme cortesi
Culto di San Martino
Cavaliere di nome Martino che dona ad un povero il proprio mantello
Letteratura cortesi
Fatto dalla Chiesa per cristianizzare la cavalleria perché era diventata più importante dei Santi
-Vestizione: si entra in Chiesa e viene consegnato il gladio - Etica cavalleresca
Umanesimo e rinascimento
Con lo sviluppo delle città e della borghesia mercantile, la cultura non pose più al centro dei suoi interessi soltanto Dio e la fede cristiana (nuovi modelli di ispirazione per la letteratura con Dante e Petrarca). Il Quattrocento segnò la nascita dell'Umanesimo, un movimento di grande rinnovamento culturale. La riscoperta della cultura classica si accompagnò a una nuova concezione del mondo: gli umanisti riscoprirono il valore dell'esistenza terrena, ponendo l'uomo al centro dell'universo. Fra Quattro e Cinquecento ebbe inizio una nuova epoca di grandissimo sviluppo delle arti, della letteratura e delle scienze: il Rinascimento. Consapevole delle proprie capacità e senza più timore di confrontarsi con il mondo antico, lo studioso del Rinascimento sottolineò l'importanza dell'applicazione pratica delle proprie teorie e non pose limiti alle sue conoscenze (ne abbiamo un esempio con Leonardo Da Vinci e Michelangelo Buonarroti). L'Italia del Rinascimento fu la sede di una straordinaria fioritura artistica. A partire dal Duecento, con lo sviluppo della civiltà dei comuni e della borghesia, questa caratteristica della cultura iniziò a mutare e si allentò il suo collegamento con la religione e con gli ambienti della Chiesa. Nel Trecento alcuni grandi scrittori italiani diedero un ulteriore slancio alla letteratura non ecclesiastica. Dante Alighieri (1265-1321), l'autore della Divina Commedia, e il grande poeta Francesco Petrarca (1304-1374), pur essendo entrambi ispirati da un forte sentimento religioso, presentarono la cultura di Roma antica come il grande modello ideale a cui si doveva fare riferimento. Poco dopo Giovanni Boccaccio (1313-1375) raccontò, nelle novelle del Decamerone, la vita quotidiana del suo tempo, rappresentando con realismo i costumi e la mentalità della borghesia cittadina.
Nel corso del Quattrocento l'interesse per la cultura del mondo classico si diffuse nelle corti dei principi e dei signori delle maggiori città italiane. Erano ambienti diversi da quelli ecclesiastici, dove avevano grande peso anche valori diversi da quelli della religione: valori legati alla vita, alla ricchezza, al potere, alla ricerca del bello. Qui si attenuò sempre di più il carattere religioso della cultura. La vita terrena non fu più vista soltanto come un momento di passaggio verso la vita eterna e le riflessioni dei filosofi si concentrarono sul significato e sul valore dell'esistenza dell'uomo. Proprio perché poneva l'attenzione sull'uomo, questa nuova tendenza della cultura fu chiamata Umanesimo. Al termine Umanesimo si affiancò successivamente quello di Rinascimento, utilizzato dal pittore e storico dell'arte Giorgio Vasari (1511-74) per sottolineare che fra il Quattro e il Cinquecento era iniziata "una nuova era di rinascita e rigenerazione dell'umanità". La rivalutazione dell'uomo portò con sé lo studio della natura, dove la vita dell'uomo si realizza, e, soprattutto, una parallela rivalutazione di tutto ciò che è il frutto dello spirito e della mente umana: l'arte, la letteratura e la musica. Ogni piccola o grande città italiana e tutte le corti signorili vollero costruire splendidi edifici, nuove chiese, grandi e piccoli palazzi. Proteggere artisti o letterati, spesso mantenendoli presso di sé, divenne un'abitudine non solo dei pontefici, dei signori o dei principi, ma anche delle famiglie più ricche. Il nuovo gusto per il bello che caratterizzò il Rinascimento favorì anche lo straordinario sviluppo di un raffinato artigianato. Nei palazzi rinascimentali non lavoravano soltanto pittori, scultori e poeti, ma anche orafi, falegnami, decoratori. Anche gli oggetti di uso quotidiano divennero vere e proprie opere d'arte, che esprimevano i nuovi ideali di bellezza ed armonia.
Nel 1434 un orafo tedesco, Johann Gutenberg, scoprì un modo semplice e ingegnoso per ottenere molte copie di una pagina scritta. Il costo dei libri, che fino ad allora erano stati pazientemente copiati a mano, diminuì moltissimo mentre aumentò enormemente la quantità dei libri disponibili. L'arte della stampa si affermò dopo il 1456, data nella quale Gutenberg pubblicò la sua prima opera importante, la Bibbia. Per realizzare i caratteri mobili erano necessarie tre operazioni: · fabbricare dei punzoni, in acciaio molto duro, che recavano il carattere in rilievo; · realizzare una forma di fusione cava (la matrice) premendo il punzone su un blocchetto di rame, più tenero; · infine, riempire la matrice cava con una lega metallica riscaldata fino alla temperatura di fusione e poi farla raffreddare, ottenendo così il carattere da utilizzare. Per inchiostrare i caratteri si usò dapprima una piccola spatola e poi un rullo. Per stampare le pagine si usò per secoli una semplice macchina detta torchio da stampa: una piastra di metallo comandata da un meccanismo a vite comprimeva il foglio contro la pagina inchiostrata. L'invenzione della stampa si diffuse molto rapidamente, grazie agli artigiani stampatori che viaggiavano da un paese all'altro con i propri materiali. Già nel Trecento figure di altissimo rilievo, come Giotto (1266-1337), Paolo Uccello (1397-1475), Simone Martini (1284-1344), avevano dato importanti contributi all'arte italiana. Nei due secoli successivi vi fu nel nostro paese un'impressionante fioritura di pittori, scultori, architetti e artisti di ogni genere, che disseminarono l'Europa dei loro capolavori.
Per quanto riguarda l'architettura, furono dapprima rinnovate le città italiane e in un secondo tempo quelle europee, in molti casi costruite ancora in legno. Brunelleschi (1377-1446), Bramante (1444-1514), Leon Battista Alberti, Francesco di Giorgio Martini (1439-1502) e Michelangelo costruirono splendide chiese, grandi basiliche ornate da cupole gigantesche, palazzi e fortezze. Furono addirittura migliaia i pittori di scuola veneziana, fiorentina, romana e napoletana che lavorarono per i signori, i principi, le grandi famiglie italiane e le principali corti europee. L'opera letteraria italiana che divenne il simbolo del Rinascimento in tutta Europa fu l'Orlando Furioso, poema scritto da Ludovico Ariosto (1474-1533). Tramite questo poema dell'amore, dell'avventura e della fantasia l'Ariosto diffuse in modo del tutto nuovo un tema che aveva avuto grande fortuna nel Medioevo: quello delle imprese dei cavalieri e dei paladini di Carlo Magno. Altro grande autore del Cinquecento fu Torquato Tasso (1544-95), che scrisse in versi la Gerusalemme Liberata. Anche la filosofia, la letteratura, il pensiero politico, la ricerca storica attraversarono innovazioni di grande rilievo. Il fiorentino Niccolò Machiavelli (1469-1527), è considerato l'iniziatore del pensiero politico moderno. Egli studiò la politica come arte del governare, liberandola dai rapporti con la religione o la morale. Lasciò un'opera, Il principe. Nel Medioevo la scienza si era affidata non tanto all'osservazione diretta dei fatti quanto alla lettura di testi autorevoli: nella Bibbia o nell'opera del filosofo greco Aristotele (384-322 a.C.) si rintracciavano le spiegazioni dei fenomeni naturali. In accordo con la più alta opinione che l'uomo del Rinascimento ebbe di se stesso, la scienza si liberò dal timore del confronto col passato e si affidò alle proprie ricerche e alle proprie libere valutazioni. Si cominciò a discutere l'uso che sino ad allora si era fatto della Bibbia, un testo religioso, come fonte di precise conoscenze scientifiche. Lo studio del corpo umano fece grandi progressi soprattutto grazie al belga Andrea Vesalio (1514-64). importanti furono i passi avanti fatti nel campo dell'astronomia, soprattutto per opera del polacco Niccolò Copernico (1473-1543). Osservando il moto dei pianeti, egli dimostrò che è la Terra a girare intorno al Sole e non, come si credeva, viceversa.
COMMENTO
GUERRA E SOCIETA’
Nel Medioevo c’ era una netta differenza tra ricchi e poveri. Questa si dimostrava dal punto di vista alimentare. I nobili mangiavano soprattutto carne, pane bianco di frumento e usavano molto le spezie per insaporire i cibi. I contadini sostituivano la carne attraverso i legumi, mangiavano cereali e pagnotte che bloccavano lo stomaco. Le donne erano considerate inferiori agli uomini, infatti i secondi per non dimostrare debolezza mangiavano con le mani, mentre le dame usavano la forchetta a due denti. Inoltre i bagni pubblici e le terme potevano essere frequentate solo dagli uomini, e quando i poveri facevano il bagno in casa la precedenza spettava al padre. Nel Medioevo le persone consideravano il bagno, o comunque bagnarsi il corpo, come una forma di debolezza, e non come per noi oggi che lo consideriamo indispensabile per l’ igiene personale. Questi individui pensavano che l’acqua, penetrando nel corpo, potesse cambiare l’ umore e indebolire una persona. Proprio per questo quando il padrone aveva finito di fare il bagno andava a riposarsi in un letto, che però non era assolutamente pulito ma pieno di pidocchi. Anche sull’ argomento del lavarsi la differenza tra ricchi e poveri emerge. I primi usavano la legna per scaldare l’ acqua e la cambiavano ad ogni bagno. I secondi non potevano usare la legna e usavano la stessa acqua per tutti, rito nel quale, come già accennato in precedenza, c’ era una gerarchia: padre; uomini; donne; bambini; neonati. Il fatto di lavare i neonati per ultimi e perciò in acqua torbida, rendeva difficile ritrovarli e spesso si buttava via l’ acqua con il neonato. Esistevano bagni pubblici ma si pensava che sviluppassero la prostituzione. Inoltre, siccome per scaldare l’ acqua si era sostituita alla legna il carbone perché c’ erano state deforestazioni, in questi bagni c’ erano fumi tossici che causavano problemi fisici. I fiumi sono usati per buttare la pattumiera, svuotare le latrine e per scarichi industriali. Essi erano anche adoperati per lavare i panni e utensili, quindi erano comunque sporchi e pieni di batteri. I capelli si tagliavano raramente, e per rasarsi, anche questo di rado perché il sapone non era efficace, si usavano i coltelli di casa. Per lavarsi i denti ci si strofinava con un bastoncino e poi si passava con un panno. Durante il Medioevo la spiegazione del mondo è basata su una interpretazione teologica, cioè in chiave religiosa. Si pensava che tutto partisse da Dio e che il fine fosse Dio. La vita terrena era solo una vita di preparazione per quella ultraterrena, e nella prima l’ uomo era convinto di essere sempre nel peccato e che poteva portare e avere solo male. Essendo nel peccato l’ uomo andava all’ Inferno. Per evitare questo mercanti e banchieri, che facevano usura e quindi peccato, nasce il Purgatorio. Esso era un mondo dove si scontavano i peccati, non così gravi da andare all’ Inferno, prima di poter accedere al Paradiso. Per ridurre gli anni di Purgatorio le persone facevano donazioni alla Chiesa. La ragione era messa a servizio di Dio, cioè era ispirata dalla fede.
Grazie al cristianesimo l’ uomo distingue la sfera privata da quella pubblica. In tutta la storia sono esistite tre tipologie di guerra: rapina; assedio; battagli. La rapina consisteva nel fare razzia in uno spazio piccolo, di solito un paese, durante una migrazione o condizioni estreme, Durante queste si rubavano le armi, gli oggetti di valore, si uccideva e si violentava. L’ assedio inizialmente era a favore degli assediati perché dalle mura potevano controllare gli avversari, lanciare frecce, sassi e olio bollente. Poi, studiando metodi per prendere una fortezza, l’ assedio passò a favore degli assedianti. I metodi di conquista erano tre: per sete; per fame; per battaglia. Il primo era il più valido perché, tagliando condutture o inquinano l’ acqua che andava in città, la gente moriva in pochi giorni perché l’ acqua è indispensabile. Il secondo metodo era comunque efficace anche se bisognava aspettare più tempo del primo. Il terzo metodo consisteva nel cercare di fare una breccia nelle mura o gallerie sotterranee che arrivassero dentro la fortezza, in modo da poterla poi assalire. La battaglia, la terza tipologia di guerra, avveniva in campo aperto e durava due o tre ore. Nell’ armamento ci furono due trasformazioni: venne adottata la staffa, importante per l’ equilibrio a cavallo, e il metodo della lancia in resta. La società venne divisa tra miles e inermes, quindi viene fatta notare una volta in più la differenza tra ricchi e poveri. Un fatto che determinò il Medioevo fu la lotta per le investiture. Tutto nacque perché per essere re o imperatore bisognava essere cristiani. Gli imperatori erano incoronati e unti dal Papa, perciò questo ultimo dimostrava di essere superiore all’ imperatore, che a sua volta voleva far vedere che lui era superiore, infatti Carlo Magno si incoronò da solo. Dopo questo incominciò una vera e propria lotta su chi doveva avere il diritto di incoronare l’ imperatore e nacquero due poteri diversi: quello imperialista, sostenuto dall’ imperatore a dai movimenti religiosi che volevano che la Chiesa non si interessasse della politica; quello spirituale, sostenuto dal Papa.
I limiti del Medioevo Durante l’epoca medioevale il progresso tecnico, a causa di molti fattori, rimase fermo. Il fattore che influenzò maggiormente questo fatto dal punto di vista tecnico fu l’assenza si strumenti di calcolo, di conseguenza si avevano ripercussioni pesanti nell’ambito tecnologico. Tutto ciò non dava la possibilità di dimensionare qualunque manufatto, ad esempio in termini più pratici, non permetteva di sapere se un’imbarcazione con una certa portata potesse galleggiare o meno. Infatti, molte navi affondarono per l’eccessivo peso, a causa del fatto che non si poteva avere un’idea della quantità di merce o uomini che una barca, anche di grandi dimensioni, potesse trasportare. Naturalmente in assenza di calcoli matematici, gli uomini durante la realizzazione di costruzioni varie, si basavano soltanto sulla propria esperienza, copiando dai risultati o opere precedenti; quest’ultimo fatto è una delle cause dell’arresto dello sviluppo tecnico durante il Medioevo. Dopo questa premessa, possiamo capire quanto sia importante la matematica in particolare nell’ambito tecnologico. Inizialmente essa non era rappresentata da teoremi, ma era utilizzata soprattutto come simbologie. Era trasmessa di generazione in generazione per via orale, fino a che verso il cinquecento e di preciso durante il rinascimento, cominciarono ad essere introdotti alcuni teoremi. Quello più citato comprendeva la geometria euclidea che inizialmente venne applicata nell’ambito artistico e culturale e poi in quello matematico. L’uomo che insistette nella diffusione di questa geometria fu Leonbattista Alberti, l’architetto che progettò la famosa cupola di Firenze. Le costruzioni, realizzate in scala uno a uno o raddoppiando le dimensioni, erano costituite per la maggior parte dei casi dal legno, perché il ferro oltre ad essere molto costoso e usato con parsimonia, veniva impiegato soltanto nella costruzione delle armi. Il legno, quindi, era usato “dappertutto” addirittura per costruire i pistoni e gli ingranaggi delle macchine, di conseguenza il livello d’attrito s’alzava notevolmente, il rendimento era scarso e così l’energia disponibile era molto poca. Infatti, si preferiva utilizzare animali anche ciechi o gli schiavi per fare ruotare delle leve e generare energia. La schiavitù, che ormai era diventata la fonte principale per il ricavo di energia pulita, dopo l’anno mille, cominciò a scarseggiare perché gli schiavi smisero di fare figli. Così venne ripescata l’idea, già messa in atto tempo prima ma pio scartata, di utilizzare la ruota ad acqua e da questo momento il concetto di schiavo si trasforma in servo della gleba, rappresentato dai contadini. Il mulino ad acqua fu la prima macchina a riuscire a funzionare autonomamente, infatti fino al 1500 vennero utilizzati, per la produzione di energia, mulini ad acqua o a vento, mediante i quali si permetteva il funzionamento di qualsiasi strumento: come le macine, le seghe o le pompe ad acqua e molti altri. Come avrete già intuito, le tipologie di mulino erano due: quello che sfruttava i moti del vento e quello creato sui corsi d’acqua.
Il mulino ad acqua poteva essere installato su un corso d’acqua, dove le condizioni ambientali come il dislivello, erano molto elevate e favorevoli. Per questo motivo era impiegato in vallate strette e ripide come ad esempio la Val Trompia che è tipica di questo utilizzo a scopo industriale. Le ruote dei mulini, solitamente di tre metri circa di diametro, a causa delle piene dei corsi d’acqua potevano danneggiarsi facilmente. Esse disponevano di una potenza pari a circa dieci cavalli a vapore, che forniva l’energia in scala locale. L’energia che era difficilmente trasportabile a differenza del giorno d’oggi, cominciò a “muoversi” grazie ai tedeschi che durante il rinascimento inventarono delle leve per trasportare l’energia a distanze pari anche a sette chilometri. Si trattava di apparecchiature piuttosto costose, che a causa dei vari attriti diminuivano il rendimento del complesso composto da una serie di aste ed una biella, che permettevano il movimento rettilineo avanti e indietro. Nonostante le varie perdite questo era l’unico metodo che permetteva di trasportare energia. Invece il mulino a vento era molto importante e conveniente laddove le condizioni meteorologiche erano favorevoli. Le zone dove venne sfruttata questa tipologia di mulino, non solo nell’antichità, ma anche al giorno d’oggi, sono le coste atlantiche del nord, come ad esempio l’Olanda, tipiche proprio per la presenza dei mulini a vento. Siccome il rendimento di queste macchine non era ai massimi livelli, si pensava a sfruttare al meglio l’energia all’interno dei cantieri e a risparmiarla laddove fosse possibile. Questo avveniva spesso nella prelievo dei pezzi nelle cave, per risparmiare fatica e spese di trasporto. Concentrare l’energia era molto importante, soprattutto per rizzare in piedi opere maestose e monumentali come l’obelisco in piazza San Pietro a Roma. Per poter effettuare questo tipo di operazioni venivano utilizzate le carrucole. L’architetto che progettò la realizzazione dell’Obelisco di fronte alla basilica di San Pietro, per poterlo alzare verticalmente, dovette riuscire a concentrare le energie di ottocento uomini e centocinquanta cavalli, che complessivamente costituivano la potenza di un tir. Questo tipo di sfruttamento dell’energia, compresi i tipi di mulini, permase fino ad arrivare all’invenzione della macchina a vapore durante la rivoluzione industriale in Inghilterra. Abbiamo notato che dopo il “ritorno” all’uso delle ruote come produzione dell’energia, accompagnato dall’evoluzione dei calcoli e teoremi matematici, cominciò uno sviluppo perdurato sino al giorno d’oggi. Fondamentale è stata l’invenzione della macchina a vapore, che in seguito permise uno sviluppo nell’arco di pochi secoli in tutti i settori industriali.
I LIMITI DEL MEDIOEVO.
(Simaz Andrea)
Gli uomini del Medioevo dovevano fare i conti con alcuni limiti strutturali che riguardavano sia gli aspetti concettuali sia quelli materiali delle loro realizzazioni tecniche, e che impedivano spesso di concretizzare intuizioni giuste e idee corrette. Il primo e fondamentale limite era rappresentato dalla quasi totale assenza di strumenti matematici. Ciò non significava che non si conoscessero le nozioni basilari dell’aritmetica e della geometria. I numeri erano, però, visti solo nel loro significato simbolico, mentre il sapere era fondamentalmente di tipo verbale: la “scienza” consisteva nella ricerca dell’essenza delle cose, che poteva venire espressa solo da una parola. L’assenza degli strumenti di calcolo aveva notevoli ripercussioni sulla tecnologia, in quanto non si potevano sapere le giuste dimensioni che avrebbero dovuto avere le diverse parti di una qualunque macchina. Questo limite sarà sempre presente anche nel corso del Rinascimento. Le cose cambiano un po’ con la riscoperta di Euclide che permette di interpretare la geometria nello spazio, anche se viene applicata solo nella pittura. Anche Leon Battista Alberti, conoscendo la geometria Euclidea, lavora secondo concetti prematematici. In queste condizioni era impossibili calcolare con esattezza il volume dello scafo di una nave. Il fatto che non fosse possibili effettuare dei calcoli precisi obbligava a procedere sulla base dell’esperienza tramandata di generazione in generazione. Il progresso tecnico ne era fortemente rallentato o addirittura arrestato. Molte navi del Cinquecento sono affondate perché a causa di uno sbandamento eccessivo e imprevisto il mare è entrato nello scafo attraverso i portelloni dei cannoni (questo perché veniva eseguito tutto in maniera empirica). Nel 1628 il vascello svedese VASA, dopo poche centinaia di metri, a causa di una raffica di vento, era sbandata e affondata. La commissione d’indagine però non riuscì a dare spiegazioni sulla causa di questo affondamento. Il carattere tradizionalista portava a costruzioni spesso dello stesso tipo, con variazioni di scala. Il secondo limite della tecnologia medievale era rappresentato dal fatto che si trattava di una tecnologia del legno. Le ragioni erano essenzialmente economiche: il ferro era molto costoso e quindi andava utilizzato con parsimonia. Infatti molte armature dei cavalieri, dopo che erano morti, venivano riutilizzate per altri scopi. L’uso del legno come materiale di costruzione per i componenti delle macchine aveva come conseguenze la strutturale fragilità dei meccanismi e attriti molto forti che ne riducevano il rendimento. Il terzo limite era la scarsa disponibilità di energia. L’antichità aveva risolto il problema con l’uso estensivo della schiavitù. Lo schiavo era una “macchina parlante”, non necessariamente economica, ma adatta a compiere tutti i lavori concepibili dell’epoca. Ciò però ha rallentato lo sviluppo tecnologico. Però nel Medioevo, proprio la scarsità di manodopera a basso costo spiega la fortuna della ruota ad acqua. Con questa macchina si passò dall’energia animale all’energia inorganica. Resta come utile “creatore” di energia per cinquecento anni, fino alla scoperta dell’America. Il limite della ruota ad acqua risiedeva nella forma stessa di energia che usava. Infatti il mulino doveva essere installato vicino a corsi d’acqua e in località ben precise: se si voleva utilizzare una “ruota di sopra” era indispensabile che il terreno avesse un dislivello sensibile. La ruota “per di sotto”, era mossa dalla corrente del fiume in cui la ruota stessa era parzialmente rimessa, e perciò era meno vincolata dalla configurazione orografica (anche se aveva un rendimento minore). Esisteva però anche il problema della siccità che comportava ad non avere energia e il problema della piena improvvisa che avrebbe rotto la macchina. La potenza di questi motori si
aggirava sui dieci cavalli. In Germania l’acqua veniva portata tramite dei canali che rendevano il moto dell’acqua prima rettilineo e alternato usando una biella, così creando energia. Ciò però comportava una grande perdita di rendimento. Il mulino a vento era economico e conveniente solo nelle regioni nelle quali le condizioni meteorologiche erano favorevoli. Nelle Coste Atlantiche, soprattutto al nord, intorno al ‘cinquecento, il mulino a vento raggiunge la sua forma più evoluta. Un esempio di come fosse possibile coordinare un gran numero di uomini per ottenere un risultato impegnativo usando solo leve e carrucole è lo spostamento e l’erezione dell’obelisco di Piazza San Pietro, una vera impresa dal punto di vista ingegneristico compiuta nel 1586. L’architetto Domenico Fontana riuscì a coordinare gli sforzi contemporanei di circa ottocento uomini e centocinquanta cavalli. La potenza complessiva di trecentoventi cavalli. Quindi il problema dell’energia era un problema molto pesante che sarebbe stato risolto solo con l’invenzione della macchina a vapore. (MACCHINA: deriva dal greco e significa modificare un qualcosa e indica anche la capacità di inventare e trovare delle soluzioni. COMMENTO La tecnologia del Medioevo era molto empirica e ciò comportava grossissimi errori. Basti pensare a me, ad esempio, che avevo cercato di risolvere un problema empiricamente e ho sbagliato di poco, però l’avevo fatto col computer, mentre i medievali erano veramente inesperti e non avevano il computer per riprovare e riprovare, ma come andava, andava. Facevano quindi “le cose un po’ a botto”, in gergo. Mi rattrista molto venire a conoscenza che i medievali erano dei copioni., cioè non si limitavano a modificare o provare nuovi meccanismi da aggiungere alla macchina (ad esempio ad una nave) e ciò comportava sempre agli stessi errori. Non avevano quindi buone conoscenze fisiche (per quanto riguarda gli attriti) e chimiche (per quanto riguardava i materiali). Se è concesso fare un paragone, erano molto simili a Thomas Edison, colui che ha “inventato” la lampadina, provando tutti i materiali (per vedere quale fosse il miglior materiale che emanasse luce avendo una durata di vita del materiale lunga) e ricopiando l’invenzione di un altro scienziato (infatti è noto che Edison procedesse senza calcoli matematici). Arriviamo quindi al secondo problema che era riferito al legno. Il legno era però molto usurabile e quindi facilmente si rompeva per un carico un po’ più pesante. Infine l’energia. L’energia che non è un problema riferito solo al Medioevo, ma, a tutta la storia dell’umanità fino a oggi. È vero che le macchine del tempo inquinavano meno, ma il rendimento era scarso così come la quantità di energia che veniva immagazzinata. Nel testo si afferma che la matematica era il fondamentale limite del Medioevo, anche se per me era proprio l’energia che ostacolava il tutto. Senza energia infatti come potevano andare avanti le città? Purtroppo questo inconveniente si risolverà solo nel 1789 con la nascita della macchina a vapore: una soluzione che porterà però ad altri problemi e interrogativi i quali: come avere una energia rinnovabile e pulita e problemi del tipo ambientali come il CO2 (anidride carbonica in eccesso) e il buco dell’ozono. Ed è forse questo l’unico limite che accomuna l’uomo di oggi all’uomo medievale.
I LIMITI DEL MEDIOEVO Gli uomini del Medioevo dovevano fare i conti soprattutto con alcuni limiti che riguardavano problemi concettuali. Il primo limite era l'assenza di strumenti matematici, infatti si conoscevano le nozioni base di matematica e geometria, però i numeri erano visti solo nel loro significato simbolico. L'assenza di strumenti di calcolo aveva pesanti ripercussioni sulla tecnologia: quando si progettava un manufatto si copiavano gli oggetti creati in precedenza senza fare alcun calcolo e nessuna misura. Tutto viene realizzato in questa maniera fino al Rinascimento. Si cominciarono a vedere dei cambiamenti con lo studio di Euclide, soprattutto per la geometria. Essa prima di essere applicata in campo matematico, si utilizzò nella pittura. Leon Battista Alberti, un noto architetto, ad esempio, non utilizzava i concetti matematici per la costruzione di edifici, bensì per la loro decorazione. Riguardo alla realizzazione delle navi, si procedeva empiricamente, senza alcun calcolo della portata del volume e i metodi di costruzione venivano spesso tramandati di padre in figlio. C'era grande divario tra i "dotti", coloro che pur rifacendosi al passato, progettavano e i "meccanici", cioè i praticanti, coloro che utilizzavano il braccio. Gli scafi delle navi si modificavano leggermente nel tempo perchè i carpentieri copiavano le forme delle navi esistenti che avevano dato buona prova di sè e le riprogettavano aggiungendo parziali modifiche, tutto ovviamente senza calcoli. Era rischioso attuare grandi modifiche perchè spesso portavano al fallimento. Nel '500 infatti molte navi affondarono perchè entrava l'acqua dai portelloni dei cannoni e nel 1628 il vascello svedese "Vasa" affondò a Stoccolma durante la sua inaugurazione, perchè il vento lo faceva dondolare e, di conseguenza, imbarcava acqua. La commissione di indagine non seppe dare spiegazioni all'accaduto. Quindi si può dire che nel Medioevo la costruzione delle navi era tradizionalista, dato che venivano costruite sempre allo stesso modo, senza particolari innovazioni. Il secondo grande limite medievale era l'utilizzo del legno. Questo limite persistette sia nel Medioevo che nel Rinascimento. Esso era giustificato da ragioni economiche, dato che ai tempi il ferro era veramente costoso e di conseguenza veniva utilizzato con parsimonia. Alcune spade venivano addirittura riutilizzate proprio perchè il ferro era caro. Dunque il legno era il materiale con il quale venivano costruite le macchine in genere e tutte le navi, dato che era molto economico, però gli attriti riducevano drasticamente il rendimento e inoltre tutto ciò che veniva costruito con questo materiale era veramente fragile e in taluni casi a rischio di incendio. Il terzo grande limite del Medioevo era la scarsa disponibilità di energia. Non si cercavano fonti di energia perchè veniva utilizzata la manodopera degli schiavi, i quali avevano un elevato costo di acquisto e di mantenimento, però erano efficaci in qualsiasi lavoro. Purtroppo questo fu un fattore che rallentò notevolmente lo sviluppo della tecnologia nell'antichità. Infatti ancora ai tempi dei Romani il mulino ad acqua non riuscì ad imporsi sulle macchine mosse da energia animale. Si cominciò a vedere scarsità di manodopera dopo il 1000, quando tra gli schiavi diminuirono le nascite. Con il mulino ad acqua si ebbe la prima fonte di energia di tipo inorganico, non mosso da energia animale. Di conseguenza niente doveva essere nutrito e mantenuto. Purtroppo dal 1000 al 1500 le uniche fonti di energia furono i mulini ad acqua e quelli a vento. Con la ruota dell'acqua sarebbe funzionato avrebbe funzionato tutto: macchine tessili e pompe per sollevare acqua, tuttavia queste fonti avevano grossi limiti: dovevano essere installate su corsi d'acqua e in località con caratteristiche specifiche, ad esempio vallate strette con dislivelli che permettevano alle pale di girare. Il mulino ad acqua più utilizzato nel Medioevo
girava grazie all'acqua corrente dei fiumi. Esso però aveva dei problemi: non funzionava nè quando il fiume si trovava in secca, nè quando era in piena. Nell'Inghilterra settecentesca pre-industriale si calcolavano circa quaranta settimane lavorative di un mulino ad acqua (su cinquantadue). I mulini fornivano energia soprattutto per le ferriere. Era difficile, però, determinare la potenza di queste ruote. Si calcolò che una ruota di tre metri quadrati di superficie fornisse circa dieci cavalli vapore. A differenza del giorno d'oggi l'energia di queste macchine era utilizzata solo su scala locale. Nella Germania rinascimentale, tramite un sistema di leve, si riuscì a trasferire fino a sette chilometri di distanza l'energia prodotta dal mulino stesso che la erogava. Queste grandi ruote erano attrezzature costose e delicate e si basavano sui movimenti di bielle e di aste. La perdita di rendimento per attrito era notevole, ma non esistevano altri modi per fornire energia e trasportarla. Il mulino a vento era economicamente conveniente nelle regioni dove c'erano stagionalmente venti forti e costanti, ad esempio il Mar Egeo, sul quale d'estate arriva un particolare vento da nord. Se la quantità di energia scarseggiava esistevano sistemi per risparmiarla. Ad esempio, nella costruzione di chiese gotiche (dove serviva tanto denaro e tanta energia) per risparmiare gli architetti pre-elaboravano i componenti sul luogo di reperimento, trasportando materiali già lavorati, risparmiando fino ad un terzo di energia di trasporto. Utilizzando giochi di leve molto complicati, l'architetto Fontana riuscì a combinare gli sforzi di 800 uomini e 150 cavalli per trasportare e sollevare l'obelisco di Roma facendo risultare una potenza teorica di 320 cavalli vapore. Tutte le opere vennero realizzate in questo modo fino all'invenzione della macchina a vapore nel '700. E' curioso vedere i metodi utilizzati un migliaio di anni fa per fornire energia e paragonarli a quelli dei giorni nostri. Ed è altrettanto curioso notare che nell'arco di 500 anni i mezzi per fornirla siano rimasi pressochè invariati, mentre oggi la tecnologia in questo senso fa passi da gigante nell'arco di pochi anni. Riguardo alla costruzione così approssimativa di navi o di altre macchine penso che oltre allo scarso rendimento abbia provocato il talune situazioni anche la morte di molte persone. Trasmettendo informazioni oralmente, di generazione in generazione, si perde inevitabilmente qualche parte del sapere. Inoltre non si lasciava alcuna traccia certa per i posteri impedendo così di ricostruire anche aspetti fondamentali della storia di quell'epoca. Per fortuna con il Rinascimento e, più avanti la Rivoluzione Industriale, tutto cominciò ad essere progettato e realizzato con maggior cura e con calcoli più precisi. Conoscendomi, penso che non mi piacerebbe vivere secondo gli usi del medioevo perchè adoro la precisione e il progresso tecnologico in continua evoluzione.
Marchina Alberto
3°D LA TECNICA NEL MEDIOEVO E NEL RINASCIMENTO
Nel 1000 D.C., in occidente, cominciarono a verificarsi una serie di cambiamenti che spinsero l’uomo dell’epoca ad inventare nuovi strumenti o a perfezionare quelli già esistenti. Questi cambiamenti furono l’aumento demografico, i fenomeni sociali, gli aspetti politici e infine quelli economici. Macchine come ad esempio il mulino ad acqua e a vento, nacquero già in epoca romana, ma solo in questo periodo trovarono un effettivo miglioramento e una maggiore diffusione, a causa degli schiavi che cominciarono a scarseggiare. Infatti la fonte di energia più diffusa era quella umana, offerta dalla forza fisica degli schiavi. Oltre ad aspetti tecnici e strutturali, notiamo un rafforzamento degli ideali filosofici. Nella cultura greca, il concetto di sapere riguardava soltanto una conoscenza teorica che non si poteva dimostrare mediante esperienze pratiche. Anche la cultura latina aveva la stessa concezione del sapere, in quanto la manualità era riservata esclusivamente agli schiavi. Sempre dal mondo greco arriva a noi il concetto di realtà empirica, che comprende tutto ciò che ci circonda, mentre la realtà trascendente riguarda tutto ciò che è oltre. Anche la religione sotto questi aspetti ha la sua importanza, in quanto è Dio stesso a dire agli uomini di plasmare la terra, e di attuare quindi vari cambiamenti. Questo discorso è riportato in modo più dettagliato nella Genesi, durante la quale Dio si rivolge ad Adamo ed Eva. Nei confronti della natura, notiamo un cambiamento nella concezione dello spazio e del tempo. L’uomo del Medioevo, infatti, rispettava i ritmi e gli schemi della natura, cioè dormiva quando era stanco, mangiava quando aveva fame e lavorava più duramente quando il suo fisico lo consentiva. Furono i Benedettini, in Europa, i primi ad oggettivare il tempo, cioè a dare una scansione di quest’ultimo e perciò ad organizzarlo. Si iniziò in questo modo a misurare il tempo mediante meridiane, mentre la cultura romana e quella africana non comprendevano la scansione temporale. Con il passare degli anni si inventò l’orologio meccanico e la carta nautica piana che resero possibili il dominio del tempo e dello spazio. Lo sviluppo tecnologico e culturale non fu però continuo, poiché fu frenato dai concetti dell’antichità diffusi da Aristotele, che nel Medioevo erano considerati fondamentali. Notiamo infatti, che i moti circolari erano compiuti solo dalla terra, all’epoca considerata piatta, e dalle sfere concentriche che la ricoprivano. Queste ultime venivano fatte ruotare dagli angeli e mentre giravano producevano un’armonia delicata e gioiosa. I moti rettilinei, invece, erano possibili solo sulla terra e Aristotele credeva che questi ultimi erano possibili per una causa in atto. Il termine macchina deriva dal greco e significa modificare un qualcosa, infatti per la cultura greca una macchina era una violazione della natura, in quanto permetteva di svolgere ciò che in natura non si poteva. Ad esempio era malvista la leva, che permetteva di sollevare con poca fatica pesi enormi. La parola macchina indicava, però, anche la capacità di inventare e trovare soluzioni, ed è per questa ragione che in epoca medievale nasce la figura del meccanico, capace di affrontare i problemi e di risolverli. Ci si rivolgeva spesso al meccanico, e fu proprio grazie al suo aiuto che si verificò uno sviluppo sotto l’aspetto tecnico. Oltre i meccanici, nella società, erano presenti anche i dotti, che si dedicavano solo ed esclusivamente a concetti teorici. Per questi ultimi era degradante occuparsi di manualità e tra di loro il termine meccanico aveva un senso dispregiativo. Leon Battista Alberti, nel 1496, nel suo trattato della pittura, sostiene che un pittore non doveva più considerarsi un artigiano, poiché doveva conoscere concetti geometrici. La prospettiva, ad esempio, era fondamentale nelle opere d’arte, per simulare in esse l’effetto della profondità. La fusione tra lo scienziato teorico e l’artigiano pratico in un'unica persona, si realizzò nei secoli successivi nelle botteghe e nei laboratori dei vari tecnici. Possiamo notare, ad esempio, questo fenomeno nel laboratorio di Lorenzo Ghiberti che, durante la costruzione delle porte del Duomo
do Firenze, si trasformò in una vera e propria officina meccanica ed industriale. Nasceranno nei laboratori stessi le figure degli ingegneri e dei medici che, interessati dall’anatomia umana, cominceranno a sezionare i primi cadaveri. Venivano considerati uomini senza lettere, coloro che volevano che arti liberali e quelle meccaniche si unissero. Le arti liberali comprendono tutti i concetti teorici e tutte le scienze, a differenza delle arti meccaniche che riguardavano gli aspetti pratici e manuali. Uno di questi uomini era Leonardo Da Vinci che, durante le sue ricerche, non aveva la sistematicità e la classificazione della scienza moderna. L’inventore stesso era infatti ingegnere, e studioso di anatomia allo stesso tempo. Molte delle sue invenzioni, all’epoca, servivano soprattutto a stupire principi e altre persone durante le feste , invece di rappresentare uno sviluppo sotto l’aspetto tecnologico. Il vero obiettivo di Leonardo era però, quello di portare l’arte e la pittura nelle arti liberali.
Michele Moreschi 3° D
LA TECNICA NEL MEDIOEVO E NEL RINASCIMENTO Intorno all' anno Mille dopo Cristo iniziò una serie di avvenimenti che trasformeranno la civiltà occidentale da mediterranea passerà ad europea. Un aspetto molto importante di questo cambiamento è l' espansione demografica, resa possibile grazie alle nuove tecnologie. Infatti la tecnica, innovativa per l' Europa, pur essendo arretrata e incerta, ha permesso il miglioramento della produzione, al punto tale da avere un surplus alimentare. Esempi di queste tecnologie sono l' aratro a versoio, un nuovo collare da tiro per cavalli e bovini e la ripartizione delle coltivazioni. Questo surplus di produzione ha portato anche alla rinascita delle città, dove avvenivano scambi commerciali delle materie prodotte in eccesso. Il fattore più importante di questo cambiamento però non furono le tecnologie in sé, perché infatti molte si conoscevano già da secoli, ma non venivano sfruttate. Bensì il fattore più importante è il pensiero. Infatti le popolazioni greche pensavano che il sapere non potesse essere trasformato dall' uomo. La cultura latina, invece, divideva il sapere, affidato ai “dotti”, e la manualità, affidata alle classi inferiori o addirittura agli schiavi. Il pensiero del Mille invece prevedeva che la natura dovesse essere controllata, plasmata, sottoposta ai progetti dell' uomo. Un ruolo molto importante, per far sì che questa tipologia di pensiero venga diffusa, lo gioca la religione. L' uomo si sente quindi in potere di trasformare la realtà empirica, ossia tutto ciò che è creato e ci circonda, anche grazie ad alcuni versi della Bibbia, nei quali Dio dice all' uomo di manipolare la terra. Un altro processo molto importante per questa trasformazione fu un cambiamento nel modo di concepire lo spazio e il tempo. Fino a quel momento si aveva una concezione per la quale bisognava seguire gli schemi della natura: si mangiava quando si aveva fame, ci si riposava quando si era stanchi. Ma, all' inizio un ristretto numero di persone (ad esempio i monaci benedettini e i marinai), cominciarono a scansionare il tempo in modo da fare tutti una stessa cosa in uno stesso momento. Anche in questo caso le tecnologie erano già presenti da secoli ma non venivano utilizzate. Infatti le meridiane esistevano già dal tempo dei romani, ma essi le utilizzavano dolo come decorazione. In ogni caso fu molto importante e decisiva l' invenzione dell' orologio meccanico e della carta nautica: strumenti per “dominare” lo spazio e il tempo. Lo sviluppo tecnologico tuttavia fu molto lento, fattore dovuto anche al fatto che le conoscenze teoriche utilizzate furono sempre quelle per secoli. Ad esempio si negava tutta la teoria legata ai moti circolari. Questo era dovuto al fatto che i moti circolari sono perfetti e riservati agli astri terrestri, non avendo angoli ed essendo una riga continua. Quindi si pensava che gli unici moti possibili sulla Terra erano quelli rettilinei. Ogni cittadino, sovrano o mercante aveva determinate esigenze specifiche e quindi ci si rivolge a degli artigiani specializzati in un settore, quelli che noi chiameremmo “tecnici”. Nel medioevo queste persone venivano chiamate “meccanici”, termine che deriva del greco e significa “ingannare”. Difatti, secondo la cultura greca, le macchine erano degli “strumenti per ingannare e violare la natura”. Ad esempio la leva era contro natura poiché permetteva di sollevare molto peso con poca forza. Il “deus ex machina” invece era colui che nelle scene teatrali entrava in scena per risolvere un problema come un dio, grazie a degli “effetti speciali”. Vi era quindi una distinzione netta tra i “dotti” e i “meccanici”, come già visto in precedenza. Erano
totalmente separati quindi questi due ruoli, tra il teorico e il pratico, lo studio e la manualità; che si pensavano cose a noi inimmaginabili. Per l' intellettuale era “degradante” fare cose pratiche; per il meccanico invece sarebbe una “invasione di ruolo” pensare e studiare. E' incredibile quindi come riuscissero gli intellettuali a formulare nuovi teoremi solo osservando i fenomeni naturali, senza alcun esperimento. Certamente le cose conosciute in quei tempi erano molto ristrette rispetto ad oggi, però bisogna pensare all' enorme differenza di strumentazione rispetto ad oggi. Bisognerà aspettare il 400-500 perché lo scienziato e il tecnico si fondino in un' unica persona. Un esempio ne è Leon Battista Alberti, umanista italiano, che nel 1436 formulò il “ trattato della pittura”. Secondo questo trattato il pittore non doveva avere solamente la manualità, ma anche delle basi sullo studio geometrico. Abbiamo visto quindi quanto il pensiero fosse influente sugli uomini. Una diversità di pensiero può portare a delle differenze enormi, come è accaduto prima del Mille. Infatti la lentezza che vi era inizialmente nella scoperta e nell' applicazione di nuove tecnologie, era causata quasi completamente dal pensiero e dalla mentalità dell' epoca. Chissà se fra 500 anni scriveranno l' opposto dei giorni d' oggi, a proposito del grande e velocissimo sviluppo tecnologico degli ultimi anni.