Cresti, E. (a cura di) Prospettive nello studio del lessico italiano, Atti SILFI 2006. Firenze, FUP: Vol II, pp. 681-685
Lessico dell’italiano precoce per stranieri Julijana Vučo Università di Belgrado Abstract Nel contributo l’attenzione viene dedicata alla distinzione tra il lessico ricettivo (di comprensione, passivo) e quello produttivo (di comunicazione, attivo), basandosi sul corpus del materiale didattico per l’italiano lingua seconda nel sistema formale di educazione della Serbia, tenendo conto dei risultati delle ricerche attuali (Mihaljević Djigunović, Vilke, Framework, Vedovelli, Barki ed altri). La particolare importanza viene dedicata ai contesti d’uso della lingua dell’allievo precoce. Se alcune unità di questi contesti sono imposte dalle esistenti liste di frequenza e di lessico di base (LIP, LIF, LE, VELI, VdB) e da recenti indagini (Framework, Barki e altri), sono meno studiate quelle componenti dell’offerta lessicale del processo formativo che rappresentano delle manifestazioni lessicali della cultura del mondo infantile, contesto sociale e storia con lo scopo di associare le parole alla nuova realtà della lingua di apprendimento. Si pone anche il problema del lessico specifico in base alle differenze e similitudini tra l’italiano e la lingua dell’apprendente. Sulla scelta del lessico vanno applicati duplici criteri: del lessico produttivo, da produrre nei contesti comunicativi d’uso, e quelli del lessico passivo, da ricevere e esprimere cantando, giocando, ballando, eseguendo istruzioni dei giochi ed altre attività, con scopo di offrirsi anche ad un apprendimento incidentale.
1. Introduzione1 I fattori principali nel processo dell’acquisizione/ apprendimento di una lingua straniera, generalmente parlando, potrebbero limitarsi ai due fattori principali: la lingua targhet con tutte le sue specificità e bisogni linguistici degli studenti (Richterich, 1988). I fattori che influiscono all’acquisizione/ apprendimento di una lingua straniera possono essere intrinseci, riferendosi alle specificità relative all’età, carattere e personaggio dello studente, ed estrinseci, che si riferiscono all’ambiente nel quale si attua il processo ed alle caratteristiche del rapporto tra lo studente e l’imput linguistico. Nel processo di apprendimento partecipano indivisibilmente tutti i fattori, condizionando questo processo insieme con le caratteristiche della lingua target. Uno dei fattori più importanti nello studio di una lingua straniera è proprio l’età. È diffuso e generalmente accettato l’atteggiamento che i bambini in età precoce, dai 3 ai 9/10 anni, imparano più facilmente le lingue straniere degli adulti e specialmente sul piano fonetico e su quello che si riferisce alla competenza comunicativa. L’inserimento dell’insegnmento delle lingue straniere ai livelli precoci non rispecchia soltanto i bisogni dell’era moderna, ma è anche fondato su una lunga tradizione della ricerca scientifica che ne conferma l’utilità (Asher, 1979; Krashen, 1981; Lennenberg, 1967; Penfield e Roberts, 1959; Piaget, 1955; Titone, 1972; Vygotskij, 1966; Wilkins, 1976). Per il nostro caso, l’insegnamento precoce dell’italiano agli stranieri di madrelingua serba riteniamo che siano utili inoltre anche i risultati del progetto di insegnamento precoce di lingua inglese ai parlanti croti condotto dall’Università di Zagabria, sia per la loro similitudine con la lingua serba sia per le condizioni generali dei fattori estrinseci che quelli intrinseci2. Sono in atto altri studi sul 1
Questo contributo fa parte del progetto “Српски језик и друштвена кретања” (La lingua serba e i movimenti della società) numero 148024D, finanziato dal Ministero dell scienza e dell’Ambiente della Repubblica Di Serbia. 2 Il progetto “Rano učenje stranih jezika” (Insegnamento precoce di lingue straniere) è in corso dal 1991, quando le lingue straniere - inglese, francese, tedesco e italiano - sono state
tema per la lingua inglese anche nel Montenegro i cui risultati sono stati pubblicati recentemente3 Alla necessità dell’insegnamento della lingua straniera all’età precoce contribuiscono anche i fattori della realtà europea che si accordano ai principi di tolleranza, apertura ed accettazione delle differenze quale contesto naturale in cui si vive e con l’accettazione di tale spirito dalla primissima età. Ci partecipa anche la coscienza del bisogno dei piccoli pesi e dei popoli con minor numero di parlanti di affermarsi tramite la propria lingua nel contesto più ampio dell’ambiente che li circonda, scambiando esperienze comunicando con gli altri, rendendosi in tal modo più coscienti dell’importanza e del valore della propria lingua. Perché solo negli scambi si è consci del proprio valore e del proprio ruolo sulla scena internazionale. Il nostro intervento tratta il tema delle specificità dell’apprendimento della selezione del lessico nell’insegnamento precoce dell’italiano lingua straniera nei percorsi formativi guidati.
inserite nella prima clase elementare del sistema formale educativo croato a Zagabria e in altre città croate. Il progetto è collegato a quello finanziato dal Ministero delle Scienze della Repubblica di Croazia relativo alla ricerca dei “Processi di acquisizione e apprendimento di lingue straniere” I risultati approvano che i bambini esposti al materiale liguistico, con un numero maggiore di ore settimanali di lingua straniera, senza difficoltà, già dalla prima classe elementare apprendono e acquisiscono lingua straniera su tutti i livelli. Con la loro età crescono anche le conoscenze linguistiche. I risultati della ricerca hanno provato, tra l’altro, che gli allievi sono capci di realizzare la comunicazione scritta e orale e di usare certe strategie di comunicazione e di apprendimento, che hanno appreso strutture linguistiche previste, che hanno sviluppato la loro coscienza linguistica, e che hanno l’atteggiamento positivo nei confronti di una lingua straniera. I risultati positivi contribuiranno all’inserimento della lingua straniera (inglese) obbligatoria dalla prima classe elementare nel sistema scolastico croato. 3 Biljana Milatović, Početna nastava stranog jezika u osnovnoj školi u Crnoj Gori (na primjeru nastave engleskog jezika) L’insegnamento precoce di una lingua straniera nella scuola elementarenel Montenegro (l’esempio della lingua inglese) , Novi Sad, 2006. Tesi di dottorato non pubblicata.
Julijana Vučo Dal 2003 in Serbia è in atto la riforma del sistema educativo che tende a rispettare le norme legislative europee del settore. La prima lingua straniera è inserita nel processo educativo dalla prima elementare. Nella maggior parte dei casi si tratta della lingua inglese, ma il sistema prevede i programmi curricolari, le strategie e materiali didattici per tutte e sei le lingue riconosciute nel sistema educativo serbo: inglese, francese, tedesco, russo, italiano e spagnolo.
2. Percorso formativo guidato A differenza dell’apprendimento nel contesto spontaneo, dove la lingua si offre all’apprendente immerso in tutte le realtà della vita, seguita anche dal feed-back immediato dell’ambiente, qui si parla dell’apprendimento dell’italiano lingua straniera in un percorso formativo guidato. La realtà dell’apprendente è quella creata secondo i programmi curricolari, dal contesto della classe, dell’insegnante, dei materiali didattici. Su quali risultati e considerazioni scientifiche si basa il percorso da noi proposto?
3. Quadro comune europeo di riferimento e lessico ai livelli di base Oltre ai livelli della scala globale, il Quadro comune europeo di riferimento (QER) definisce anche l’ampiezza del lessico che per i livelli elementari A1 e A2 vengono definiti in modo piuttosto impreciso: “repertorio lessicale di base” . Quanto agli argomenti, il livello A1 del repertorio lessicale che “è fatto di singole prole ed espressioni riferibili a un certo numero di situazioni concrete e il livello A2 parla dei bisogni semplici di sopravvivenza”, non definendoli ulteriormente. Tutti i parametri del QER rimangono al livello di una descrizione generica in modo tale che “gli utenti devono specificare: quali sono gli elementi lessicali che l’apprendente avrà bisogno a riconoscere o usare, e come tali elementi vengono selezionati e classificati”.
4. Il lessico delle certificazioni Le certificazioni italiane, tranne la CILS dell’Università per Stranieri di Siena, non nominano in modo particolare il problema del lessico infantile. Alla selezione del lessico dei livelli CILS A1 e CILS A2, vengono applicati i criteri di frequenza, del VDB (Vocabolario di base dell’italiano) e LIP (Lesico dell’italiano Parlato). Barki et al. (2003) non prevedono il sillabo per l’insegnamento precoce dell’italiano per stranieri. È elaborato, però quello che si riferisce ai figli di immigrati ed emigrati italiani dai 6 agli 11 anni e dagli 8 agli 15 anni. Barki et al. trattano la competenza lessicale quale quella decisiva e fondamentale nella creazione di una certificazione per apprendenti non autonomi. Vengono esaminati vari sillabi e proposte, varie soluzioni lessicali per l’età da noi focalizzata, ma non per la fascia degli apprendenti di italiano lingua straniera: sillabo per figli di immigrati (6-11 anni) e in parte; sillabo del modulo per figli di emigrati italiani di 1a e 2a generazione (8-15 anni);
sillabo del modulo per ragazzi stranieri di origine italiana di 3a, 4a e 5a generazione (8-15 anni).
5. Storia, cultura, tradizione nella selezione del lessico La storia e la cultura come criteri di selezione vengono individuati da vari studiosi. Vedovelli (1995:57) conferma che la componente lessicale della competenza linguistico-comunicativa sarà considerata come fondamentale in quanto la sua centralità “si manifesta nel legame fra la lingua, la cultura, il contesto sociale, la storia.” Il lessico da usare anche per scopi certificatori o didattici, è il luogo dove si incontrano cultura, contesto sociale e storia. È naturale (Corda, Marello, 1999) che l’apprendente di una L2 sia portato di associare alle parole della nuova lingua realtà diverse, determinate culturalmente e storicamente4. Dunque, sia Corda e Marello - contesto sociale e storia, contesti di cultura - che Vedovelli - la centralità del lessico “si manifesta nel legame fra l lingua, la cultura, il contesto sociale, la storia” - nominano il fattore storia, contesto e cultura legato alla selezione del lessico. Non distinguono le fasi di apprendimento, né l’ampiezza del lessico, né le diverse origini dei domini lessicali nei sillabi dell’insegnamento precoce.
6. Sillabo per stranieri, italiano LS Secondo noi, il sillabo per l’insegnamento dell’italiano ai bambini stranieri dovrebbe avere una struttura ben diversa, viste le diverse finalità di insegnmento agli stranieri (lingua straniera) da quello indirizzato agli stranieri in Italia (lingua seconda), che vivono nell’ambiente prevalentemente italiano e con il feed-back immediato, che differenziano l’insegnamento di una L2 da una LS. Inoltre, l’insegnamento indirizzato ai bambini degli emigrati italiani in varie parti del mondo, ha le sue specificità, visto il legame, più o meno tenace con il paese e la lingua di origine, possibili permanenze in Italia, nonni o parenti di lingua italiana che influiscono alla loro formazione ecc.
7. Lessico infantile LI Di conseguenza, un sillabo di italiano per stranieri oltre al lessico minimo contenente i lessemi della selezione regolare (proposta da Barchi e altri), doverebbe contenere anche il lessico infantile, LI, che rispecchia i temi culturali, letterari, tradizionali ed altri che segnano l’infanzia del bambino italiano, un digest, riassunto, di giochi, balli, recitazioni, poesie, filastrocche, conte, scioglilingua ecc, senza i quali un sillabo di lingua italiana precoce, sia per temi e per i metodi di approccio non si può immaginare.
8. Lessico ricettivo, produttivo e potenziale Il vocabolario ricettivo (di comprensione, passivo) è l’insieme di tutte le unità lessicali di cui il parlante si serve per capire testi scritti e parlati. 4
Sui criteri di selezione del lessico vedi anche in Vučo (1999).
Lessico dell’italiano precoce per stranieri Il vocabolario produttivo (di comunicazione, attivo), è l’insieme di tutte le unità lessicali di cui il parlante si serve per produrre i testi scritti o per comunicare oralmente. Il vocabolario potenziale è l’insieme di tutte le parole che lo studente non ha mai incontrato prima, ma che è in grado di capire senza spiegazione in base alle regole della morfologia derivativa, a conoscenze linguistiche (anche relative alle altre lingue o alla lingua materna) o a ipotesi fondate sul contesto in cui si trovano. È una parte non attivà del vocabolario ricettivo con improbabile estensione. Il potenziamento delle competenze lessicali si attua attraverso diversi stadi in cui entrano in gioco abilità ricettive e abilità produttive, in altri termini capacità di riconoscimento del significato di una parola e capacità di produzione. Il passaggio dalla fase di comprensione all’uso autonomo non è lineare. Molte parole di cui si conosceva il significato rimangono ad un livello percettivo, molte scompaiono dalla memoria e altre si inseriscono all’interno delle nostre conoscenze lessicali. Le parole che costituiscono il nostro lexicon sono invece il nostro riferimento per il vocabolario potenziale. Le tre fasce del lessico vengono proposte simultaneamente ai contenuti morfosintattici, in base alla preselezine di materiale lessicale che tende a coincidere con gli usi reali della lingua dei parlanti nativi. La fascia del lessico infantile LI, potrebbe rientrare nel cosiddetto lessico ricettivo o potenziale, visto che la produttività del lessico LI difficilmente può essere predetta e preannunciata.
9. Criteri di selezione Oltre ai criteri generali teoricamente confermati per la selezione del lessico, che prevedono i criteri di frequenza e di lessico di base (LIP, LIF, LE, VELI, KBS, VdB) e da recenti indagini (QER, Barki e altri), distribuzione, disponibilità, partecipazione delle liste essenziali e di base della lingua italiana, il lessico di un percorso di insegnamento precoce, secondo noi, dovrebbe contenere anche altre specificità: appropriatezza del lessico al livello di conoscenza (A1+ del QER); appropriatezza del lessico all’età degli apprendenti (6-10), domini tematici di interesse; appropriatezza del lessico alla realtà culturale e tradizionale italiana - lessico infantile LI.
10. Il progrmma serbo Le finalità dell’insegnamento, vista la precoce età, non prevedono livelli del QER, si avvicinano a quello del livello A1+. Nell’età precoce l’insegnamento delle lingue straniere ha per lo scopo prima di tutto la sensibilizzazione alle lingue straniere, avvicinando all’allievo l’idea dell’esistenza di un’altra lingua che differisce dalla sua, di esistenza di altri codici e mezzi di comunicazione differenti, di sviluppare sensazioni positive nei confronti di una lingua straniera, sviluppando nello stesso tempo anche le basi della competenza comunicativa in quella lingua. È il compito al quale si arriva applicando specifici metodi e tecniche nell’insegnamento che vengono definite quale insegnamento comunicativo delle lingue straniere. Nel processo di insegnamento e di apprendimento la lingua rappresenta un mezzo di comunicazione, si insiste sull’uso della lingua trget in classe nei contesti ben predefiniti e dell’interesse degli allievi; si presuppone l’applicazione delle attività linguistiche adatte all’età ed al
livello delle conoscenze dell’allievo; l’allievo ascolta e reagisce, dopo di che comincia ad esprimersi parlando, si insiste sull’aspetto comunicativo dell’uso linguistico, ovvero sul significato del messaggio linguistico, non sulla precisione grammaticale dell’enunciato (specialmente nelle prime fasi dell’apprendimento), si presuppone che le competenze dell’allievo vengono misurate da criteri relativi e non assoluti dell’esattezza dell’enunciato.
10.1. I contesti d’uso La particolare importanza viene dedicata ai contesti d’uso della lingua dell’allievo precoce, definiti dalla realtà e dall’ambiente infantile, cultura, tradizione ... 10.1.1. Temi e situazioni Scuola Oggetti, attività e temi relativi alle materie, una giornata a scuola. Io e i miei amici Hobby, attività comuni, solidarietà e tolleranza, mangire insieme, dividere le proprie cose con gli altri. divisione delle responsabilità. Famiglia e l’ambiente familiare Tempo libero in famiglia, viaggi e gite con la famiglia, divisione dei compiti e doveri nella fmiglia, descrizione e caratteristiche degli animali; rapprto con gli animali. Feste Manifestazioni varie nella scuolae al di fuori di essa, competizioni, sfilate, feste. La mia casa Attività giornaliere nei giorni festivi e feriali, il fine settimana (studio, giochi, obblighi...). Alimentzione Mangiare fuori casa (ristorante, merenda a scuola, spesa e acquisti nel supermercato...). Abbigliamento Abbigliamento appropriato per specifiche occasioni (formale, informale). Ambiente Rapproti con il prossimo, ecologia, rapporti con l’ambiente. Altro Monumenti del paese/paesi dove si studia la lingua appresa, racconti, fiabe infantili, numeri fino a 1000, l’ora, usare il denaro.
10.2. Il mondo del bambino italiano, la proposta serba Seguono alcuni titoli del corpus (canzoni, conte, giochi infantili) che rappresenta la proposta base del LI:
Julijana Vučo Giro girotondo, Sotto il ponte, lettera a Pinocchio, Pi scappa la pipì, Mosca cieca, Apelle figlio di Apollo, Stella stellina, Il ballo del qua qua, Strega comanda colore,, Tanti auguri a te, La Befana, Tu scendi dalle stelle, Nella vecchi fattoria, Sotto la panca del capanno, Madama Doré, Papaveri e papere, La bella labanderina, Fra Martino campanaro, Bianco Natale, Io son contadinella, Ambrabà ciccì coccò…
11. Le specificità del lessico infantile LI 11.1. Diminutivi Seguono alcuni diminutivi che compaiono nella proposta del lessico infantile (Vučo e Moderc 2003, 2004 e 2005): fragolina, bimbetto, gattino, chiesina, bambolina, casetta, carrettino, asinello, catenina, cavallino, granellino, ricciolino, trottolino, contadinella, gonnello, pioggerellina, leprotto, lasagnette, giocherellare, laghetto, morettino, polletto, profumino, quadretto, rondinella…
11.2. Lessemi impropri al lessico essenziale dell’insegnamento precoce Seguono alcuni lessemi impropri al lessico essenzile dell-insegnamento precoce che compaiono nella proposta del lessico infantile: arrembaggio, avvelenarsi, eletto, Gesù, Creatore, Ave Maria, campanaro, cera, ingannare, madma, maritare, panno, quadrupede, regina, scodinzolare, spazzacamino, Fata Turchina, addobbo, beccare, annusare, cotechino, destinato, grattare, guscio, giravolta, papavero, penitenza, riverenza maturare, mattutino, marzapane, mammà, lavanderina, impaperarsi, incoronato, insanguinato, intingolo, ipertecnologico, interstellare, grembiule, groppone, Mangiafuoco, padrone, palazzone, papaya, sgommata, pidocchio, Tirreno, toscano, virtuale, twist, strombettare, supplì, zampogna…
11.3. Funzioni comunicative Presentare se ed altri. Salutare. Identificazione e nominazione degli oggetti, parti del corpo, animali, colori, numeri, ecc (connessi ai temi). Comprendere e dare semplici indicazioni e consegne. Porre domande e dare risposte. Pregare e ringraziare. Invitare e accettare il gioco nel gruppo o individuale. Esprimere piacere/dispiacere. Esprimere sensazioni fisiche e bisogni. Nominare attività relative ai temi. Esprimere rapporti di spazio e di misure. Dare e chiedere informazioni di se stesso e degli altri. Dare e chiedere informazioni. Descrivere persone e oggetti. Esprimere divieti. Esprimere possesso e appartenenza. Esprimere e dare informazioni sull’ora esatta. Cambiare il tema del discorso. Esprimere accordo o disaccordo. Scusarsi.
12. Conclusioni Sono stati esaminati i criteri di selezione del lessico proposti da validi documenti (QER), selezione relativa alle necessità di certificazione e quelli che si riferiscono alla categoria lessico infntile, quelle componenti dell’offerta lessicale del processo formativo che
rappresentano delle manifestazioni lessicali della cultura del mondo infantile, contesto sociale e storia che permettono all’apprendente giovanissimo di associare le parole alla nuova realtà della lingua di apprendimento, dell’italiano. Inoltre, per gli apprendenti stranieri, si pone il problema del lessico specifico in base alle differenze e similitudini tra l’italiano e la lingua degli apprendenti, il serbo nel nostro caso. Ci sono delle componenti che da un lato riconoscono le realtà del bambino, parlante nativo, e dall’altro contengono delle forme lessicali e morfologiche non previste dai domini e contesti d’uso e dalle liste di frequenza e di base. Nella rappresentazione del mondo infantile italiano si servono da specifiche manifestazioni della realtà dell’ambiente della lingua appresa: informazioni sulla cultura, realtà sociale, il mondo e l’ambiente del bambino, giochi, filastrocche, canti, musiche ed altre attività infantili. In tal senso, sulla scelta del lessico vengono applicati vari criteri: quelli del lessico produttivo, attivo, estrinseco, da produrre nelle conversazioni, dialoghi e contesti comunicativi d’uso, e quelli del lessico passivo, intrinseco, da ricevere e esprimere cantando, giocando, ballando, eseguendo istruzioni dei giochi ed altre attività, con scopo di offrirsi anche ad un apprendimento incidentale, tenendo conto anche del lessico potenziale Il processo di apprendimento è guidato, ma anche incidentale, visto che le metodologie dell’insegnamento precoce applicate prevedono vari tipi di giochi, attività manuali ed altre.
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