La Terza Età: La mancanza dei denti.” Disturbi della masticazione e della digestione. Alterazione del modo di parlare, dolori apertura e chiusura bocca, alterazione muscoli derivanti dal cambiamento relazione labbra lingua guancie, cheiliti angolari, afte a carico delle mucose.
I tessuti molli della bocca sono soggetti, come i denti, all’aggressione da parte dei patogeni orali che si manifesta con un processo infiammatorio che si distingue in gengivite e parodontite; in casi avanzati i tessuti orali anziché di colore roseo possono apparire arrossati e sanguinare facilmente anche al solo contatto con lo spazzolino da denti. Il contatto prolungato con i batteri e con il tartaro, determina la risposta infiammatoria da parte dell’organismo di differente gravità. L’effetto iniziale è quello di un aumento della sensibilità del dente ad agenti esterni come caldo/freddo, dolce/salato; ma in seguito alla penetrazione dei batteri sempre più in profondità nel solco gengivale, il processo infiammatorio/infettivo raggiunge il margine osseo dando origine inizialmente ad una serie di piccoli ascessi suppurativi che hanno come effetto quello di creare uno spazio tra radice dentale e gengiva chiamato “tasca gengivale”. Se il processo suppurativo evolve, si forma la tasca parodontale, che non è altro che una vero e proprio spazio dovuto al distacco della gengiva dal dente, e sta ad indicare che si è perso l’osso di sostegno del dente. Ci troviamo di fronte all’evenienza più grave dell’infiammazione gengivale, quella che in casi gravissimi può portare alla perdita di un dente o più denti. Tale evoluzione dell’infiammazione si chiama “Malattia Parodontale” o più comunemente “Piorrea”. Il termine usato in senso dialettale, significa produzione di pus a spese di tutti i tessuti di sostegno del dente: gengive, legamenti alveolo-dentari ed apparato osseo che viene colpito sia in altezza che in spessore. Responsabile del peggioramento dei dati clinici sono alcuni fattori predisponenti scatenanti, come il fumo, alcool ed una certa familiarità. La Parodontite è una infiammazione profonda delle gengive in grado di alterare tutto il sistema di attacco delle gengive da una lato ai denti e dall’altro all’osso di sostegno. La Gengiva con un processo infiammatorio attivo perde la sua capacità di protegge l’osso che sta tutto intorno al dente ed al contempo di sigillare il contorno del dente in modo ermetico, permettendo ai microbi di entrare in profondità. Quando le fibre della gengiva si alterano, si staccano dal dente facendo passare i microbi che cominciano a distruggere, attraverso un processo infiammatorio attivato dal nostro sistema immunitario, Cemento
della radice, Fibre Collagene ed Osso Mandibolare o Mascellare. La caratteristica di tutte le Parodontiti è quella di avere periodi di inattività che si alternano con altri di attività e di essere sito specifica, che significa che può colpire non solo uno o più denti, ma anche solo una porzione del dente in questione. Nello specifico dei pazienti anziani, soprattutto nel caso dei portatori di protesi rimovibili mantenere un igiene orale adeguata è particolarmente importante. Le problematiche che possono incontrare, oltre a quelle di relazione, sono legate alla qualità masticatoria, digestiva, m anche a vere e proprie infezioni da varia natura così suddivise: Stomatite s’intende un'infiammazione generica delle mucose della bocca provocate da diversi fattori quali infezioni, malattie sistemiche o agenti fisici. Le infezioni che possono indurre una stomatite sono di tipo batterico, virale o micotico; esse possono essere causate o favorite da iposalivazione tipica di alcune terapie farmacologiche. Le più comuni infezioni batteriche del cavo orale sono sostenute da streptococchi. Ma ecco una carrellata di agenti patogeni responsabili di alcuni disagi: *Neisseria gonorrheae che colpisce, faringe, lingua e gengive, a livello delle quali genera bruciori e ulcerazioni; è una spirocheta, nello specifico l’agente eziologico della sifilide, che può determinare una lesione primaria che, se non trattata, può causare lesioni secondarie alla mucosa orale; *Mycobacterium tuberculosis che tramite l'espettorato proveniente dai polmoni infetti può generare delle ulcere orali. La stomatite gangrenosa è un'infezione batterica aspecifica dovuta soprattutto a Fusospirochete, per la quale avviene una distruzione grave dei tessuti di una persona debilitata. Può essere considerata una forma estrema di gengivite ulcero-necrotica acuta che normalmente colpisce solo le gengive. Non è raro riscontrare nel cavo orale lesioni da infezione virale, soprattutto nelle persone immunocompromesse. Le infezioni da Herpesvirus sono le più diffuse. Il cavo orale è una sede frequente d’infezioni fungine: * La Candida albicans è un micete che alberga nel nostro cavo orale che con altre specie correlate costituiscono la flora orale normale. Antibiotici a largo spettro, corticosteroidi, in persone debilitate, provocano un aumento dello sviluppo delle ife di candida clinicamente rilevabili come macule biancastre asportabili lasciando, alla rimozione, una superficie infiammata e sanguinante. Anche Cause fisiche date da denti con bordi incongrui, apparecchi ortodontici, protesi dentali imprecise, bruxismo, morsicatura delle mucose geniene, abuso di alcol, fumo, spezie, cibi caldi, possono provocare varie forme di stomatite.
Mucosite è il termine generico utilizzato per definire l’infiammazione di una membrana mucosa. La mucosite orale rappresenta un frequente effetto collaterale della chemioterapia e della radioterapia. La mucosite è diffusa nel 30-40% dei pazienti sottoposti chemio-radio terapia e fino all’80% dei pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Si tratta di una patologia multifattoriale definita come "un assottigliamento epiteliale associato a intenso eritema, ulcera, dolore, sanguinamento e aumento del rischio di contrarre infezioni". Gli effetti citotossici dei farmaci chemioterapici e delle radiazioni nei confronti dei tessuti a elevato turnover come l’epitelio orale, sono responsabili di questa manifestazione che compromette in maniera importante la qualità di vita del paziente e può interferire con la gestione della malattia primaria. Nelle manifestazioni cliniche delle mucositi ritroviamo inizialmente un’atrofia delle mucose ed un intenso eritema che evolve brevemente in ulcerazione. Le sedi più colpite sono le mucose non cheratinizzate della bocca come quella del pavimento orale, delle mucose geniene, delle mucose labiali e della lingua. I pazienti lamentano bruciore, sanguinamento del cavo orale, avvertono dolore fino all’incapacità ad alimentarsi, a deglutire ed anche parlare; nelle forme più severe può rendersi necessaria una terapia sistemica con oppiacei e nutrizione parenterale totale. Inoltre la perdita della protezione della barriera orale è un fattore di rischio per infezioni secondarie quali infezioni batteriche, fungine e virali, che possono diventare sistemiche soprattutto nei pazienti defedati. I Protocolli preventivi pre-trattamento sono: L’educazione del paziente a una corretta igiene orale prima e durante la terapia, l’eliminazione dei focolai infettivi in un programma completo di profilassi dentale preterapia riduce il rischio di complicanze orali. Xerostomia si indica una secchezza delle fauci, da non confondersi con iposalivazione, che e' un segno di una effettiva riduzione del flusso salivare. Il cavo orale è un ambiente costantemente umettato dalla saliva, la componente liquida prodotta dalle ghiandole salivari maggiori e minori. Le minori le troviamo diffuse nella sottomucosa della cavità orale, in regioni ben precise, con varianti individuali. Le ghiandole salivari maggiori che riversano saliva nella cavità orale versata attraverso dei dotti di calibro notevole sono le parotidi, le sottomandibolari e le sottolinguali. Per indicare correttamente i segni e i sintomi della bocca asciutta bisognerebbe utilizzare il termine omnicomprensivo di “ipofunzione delle ghiandole salivari”, che include oltre alla xerostomia e alla iposalivazione anche l’alterazione della composizione della saliva. Ricordiamoci che la diagnosi di xerostomia deve sempre essere fatta dal paziente. Alcuni autori definiscono però una debole associazione tra xerostomia e iposalivazione e sostengono che intervengono altri fattori importanti, quali l’età o il sesso. Sono infatti le donne ad essere più colpite di xerostomia con l’avanzare dell’età geriatria e
probabilmente ciò è correlato ad un aumento del consumo di farmaci. Esistono poi delle patologie che causano xerostomia, come la sindrome di Sjogren, il diabete mellito, l’artrite reumatoide, la depressione, le infezioni da HIV e HCV. Gli effetti collaterali da farmaci rappresentano sicuramente le cause più comuni. Possiamo avere effetti transitori e quasi impercettibili, oppure una ipofunzione permanente dovuta alla distruzione del tessuto ghiandolare. La salivazione dipende quindi da una grande varietà di stimolazioni che coinvolgono tutto il sistema nervoso autonomo. Nello specifico i farmaci più frequentemente associati a xerostomia sono quelli abbinati alla funzione del parasimpatico, come gli antidepressivi, gli antipsicotici, gli antistaminici, gli antipertensivi e i sedativi. Esistono in letteratura altri casi di iposalivazione, quelli indotti da radiazioni ionizzanti, utilizzati in campo radioterapico. Quando le ghiandole salivari entrano nel campo di irradiazione, fin dalla prima settimana di radioterapia, si verifica diminuzione del flusso salivare, che peggiora col progredire della terapia. Si osserva, nelle prime fasi di radioterapia, flogosi acuta a carico del tessuto ghiandolare, danni vascolari, necrosi delle cellule deputate alla sintesi della saliva. Anche l’abuso di alcolici sembra essere responsabile della diminuzione del flusso parotideo, anche se alcuni autori sostengono che il parametro che influisce maggiormente sulla funzionalità ghiandolare sia la presenza di un quadro epatico di cirrosi. Consigli: alla presenza della sintomatologia, farsi visitare da un medico odontoiatra il quale valuterà la presenza e le cause di iposalivazione. Possono essere ottenuti dei benefici con dei sostituti salivari, Bioxtra collutorio e Proxident Aktive o Proxident Lubel, che contengono enzimi salivari (lisozima, lattoferrina, lattoperossidasi) che, oltre ad integrare il senso di xerostomia, danno una protezione antibatterica al cavo orale. Sono prodotti in vendita senza prescrizione medica.
Fra i pazienti anziani con protesi mobile, gli uomini sono in leggera maggioranza e l'età media è di 6570 anni. I problemi più frequenti dei portatori di protesi mobile sono: dolore durante la masticazione, non accettazione psicologica della dentiera vista come “corpo estraneo nella bocca”, presenza di piccole lesioni sulla mucosa orale da sfregamento, e infine problemi digestivi derivanti da un'alterata masticazione. Sono molte le domande che i portatori di protesi rivolgono allo specialista e, tra le più frequenti c'è la richiesta per migliorare l'estetica e la tenuta o stabilità dell'apparecchio che, per circa il 20% del totale dei pazienti con protesi, si risolve usando abitualmente l'adesivo. Una protesi trascurata, nel tempo può dare problemi di masticazione, ma anche irritare le gengive e addirittura assottigliare l'osso che la sostiene. In certi casi il paziente non riesce più a mangiare bene, arriva ad avere problemi di dizione, fino a sentirsi inibito nella sua normale vita sociale, arrivando a non sorride più.
Per i portatori di protesi totale, le labbra sono un punto molto delicato in quanto le protesi totali nel tempo tendono a indurre delle abitudini viziate, come dei movimenti inconsci, che inumidiscono costantemente gli angoli della commissura labiale. Accade che il continuo bagnare degli angoli della bocca, associato ad una perdita di altezza della dentiera per usura dei denti in resina, crea dei piccolissimi tagli con successiva fastidiosa sensazione di bruciore e sanguinamento. Nei casi peggiori tali lesioni si infiammano, si infettano e possono colonizzarsi di miceti come la candida Albicans, dando luogo a delle lesioni conclamate dette “cheiliti angolari”. Talvolta, possono coinvolgere solamente uno dei due e poi estendersi anche all'altro, altre volte sono colpite entrambe le labbra fin dall'inizio. La cura prevede un trattamento locale a base di una pomata antimicotica (ossia specifica per combattere i funghi), che deve essere applicata direttamente sulla parte interessata due volte al giorno, come il controllo della vecchia protesi che deve essere sistemata e riportata alle caratteristiche originali.