Italia Nostra – sezione di Milazzo
Non solo centraline, bisogna rilanciare il progetto dei
”Giardini di Federico” La proposta fu presentata nel corso di convegni della sezione di Milazzo di “Italia Nostra” presieduta dal dr.Girolamo Bambara, per realizzare nell’area a sud-est della vecchia Stazione Ferroviaria una struttura scientifica di ricerca collegata ad un Orto Botanico. La definizione di ”GIARDINI DI FEDERICO”, coniata dal prof. Giacomo Tripodi del Dipartimento di Scienze Botaniche dell’Università di Messina, voleva affermare la valenza europea del progetto e collocarla nel ricordo del “Parco di caccia” dell’Imperatore Poi venne la privatizzazione dell’Area ex Montecatini e del Centro Mercantile ASI, ed il ridimensionamento da parte del Comune dei ”Giardini” da progetto di alto livello scientifico in semplice barriera di verde e centraline di rilevamento dell’inquinamento. Seguì addirittura la revoca, da parte della Regione, di un finanziamento già concesso e il conseguente ricorso del Comune. Oggi, nonostante il Tar abbia dato ragione al Comune rimettendo a disposizione il finanziamento, il progetto sembra abbandonato, mentre per il controllo dell’inquinamento tramite centraline si pensa all’uso di altre risorse. Italia Nostra ritiene che il progetto possa essere rilanciato verificando quanto è possibile realizzare alle condizioni attuali e con i finanziamenti oggi disponibili, ma rispettandone al massimo possibile lo spirito originario.
Attraverso questo ”libro bianco” abbiamo voluto ricostruire l’intera vicenda mettendo a disposizione di amministratori e cittadinanza documenti delle associazioni ambientalistiche, atti di convegni, notizie della stampa. In queste pagine:
Intervento del dr. Girolamo Bambara, presidente onorario Italia Nostra Milazzo
La prima proposta di Italia Nostra, 1996
Il documento programmatico di Italia Nostra del 2001
Atti del Convegno del 2004
Il progetto del Comune del 2012
La revoca del finanziamento regionale, 2013
Articolo del prof.Gigi Billè (Voce di Milazzo – settembre – ottobre 2012
Il ricorso al tar del 2013-2014
La lettera aperta al sindaco di Associazione conservazione tradizioni popolari e colturali Piana di Milazzo - Italia Nostra – Legambiente, 2015
Le notizie di stampa del 2016 (Gazzetta del Sud – Oggi Milazzo)
Il comunicato stampa di Legambiente
Il documento di Italia Nostra
CHE COSA SONO I GIARDINI DI FEDERICO I “Giardini di Federico”, secondo il progetto presentato dalla sezione di Milazzo di “Italia Nostra”, sono una struttura scientifica caratterizzata da giardini tematici, laboratori di ricerca, laboratori di micropropagazione, conservazione del germoplasma, acclimatazione delle specie di interesse floro-vivaistico, sale di incontro, centro direzionale, spazi espositivi, biblioteca. Essi hanno l’obiettivo di - erogare un servizio al territorio; -creare uno strumento di educazione civica e ambientale; -costituire una barriera alla espansione di attività non compatibili col territorio; -proporre un’immagine del territorio che rifletta le sue caratteristiche culturali, tecnologiche, scientifiche, economiche e sociali; -offrire supporti scientifici e di ricerca, organizzativi ed economici. all’area comprensoriale, estesa da Milazzo a Falcone, che ospita importanti imprese agricole, floricole, floro-vivaistiche e frutticole, le quali, se sorrette e sostenute, possono promuovere un nuovo modello di sviluppo alternativo a quello attuale basato prevalentemente sulla industria pesante ad alto rischio ambientale. L’idea di dare alla città di Milazzo un propulsore capace di riequilibrare la sua economia ed il suo sviluppo a favore di quei settori verso cui è vocata -l’agricoltura ed il turismo- nacque in occasione del Convegno sui “Centri Storici” organizzato dalla sezione milazzese di “Italia Nostra” nel lontano 1996. Il proponente fu il Dr. Napoleone Maiuri, ex Amministratore delegato della Soc. ENI-AGIP Petroli (che gestiva la Raffineria Mediterranea), il quale propose la collocazione di un Orto Botanico nella tanto contesa “Area Tribò”, di circa 10 ettari, senza escludere aree alternative. In quella occasione, il Prof. Giacomo Tripodi, dell’Università di Messina, Direttore dell’Orto Botanico di quella città, propose di istituire a Milazzo il “Primo Orto Botanico del Terzo Millennio”, illustrandone i vantaggi per il miglioramento della qualità della vita, l’educazione civica ed ambientale, l’immagine del territorio. Egli suggerì di dare all’orto botanico europeo una denominazione emblematica: ”I GIARDINI DI FEDERICO”, concretizzando l’idea - nata otto secoli fa con Federico II di Sveviadi una Italia Meridionale parte integrante dell’Europa Unita, Da allora è stato un susseguirsi di ricerche ed azioni atte a rendere le istituzioni, la società civile, gli operatori economici consapevoli della validità di quella che era diventata una proposta di “Italia Nostra”. Il Convegno sui “Giardini di Federico”, organizzato da “Italia Nostra”, che ebbe luogo a Milazzo nel novembre 2004, mise in luce l’interesse del mondo scientifico, con particolare riferimento al Prof. Francesco Raimondi, Direttore dell’Orto Botanico dell’Università di Palermo, al Prof. Pietro Mazzola della facoltà di Agraria dell’Università di Palermo, del Prof. Paolo Grossoni dell’Università di Firenze, del Dr. Santi Agnello dell’Istituto Sperimentale per la Floricoltura di Palermo. Il vasto consenso ottenuto dal progetto portò all’inserimento nella Variante al P.R.G. del Comune di Milazzo della destinazione ad “Orto Botanico-Giardini di Federico” dell’area Tribò e di quelle limitrofe, per complessivi 30 ettari circa. Girolamo Bambara Presidente Onorario della sezione di Milazzo di Italia Nostra
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1996
. LA PRIMA PROPOSTA AL CONVEGNO MILAZZESE DI ”ITALIA NOSTRA” SUI CENTRI STORICI
L’idea che si propone è dare a Milazzo il primo orto botanico europeo del terzo millennio. I vantaggi: - erogazione di un servizio al territorio per migliorare localmente la qualità della vita; -creazione di uno strumento di educazione civica ed ambientale; -proposizione di una immagine del territorio che rifletta le sue caratteristiche culturali, tecnologiche, commerciali ed artistiche. L’Orto di Milazzo dovrebbe avere una denominazione emblematica. Perché non ricordare che l’idea di una Italia meridionale, parte integrante dell’Europa Unita, è nata sette secoli fa con Federico II di Svevia? L’Orto si potrebbe, perciò, denominare “I GIARDINI DI FEDERICO”, concretizzando la sua idea di universalità, associando il rigore delle geometrie, il decorativismo arabo delle maioliche e delle terrecotte, il fascino dei giardini orientali di agrumi e gelsomini con quelli dei rosai centro-europei. Potrebbe presentare alcune pavimentazioni importanti realizzate con il calcare di Marsala e di Ragusa o con le lave etnee, una rassegna del meglio delle maioliche di Santo Stefano di Camastra e di Caltagirone, i cotti siciliani, il meglio del ferro battuto siciliano. E poi, naturalmente, il meglio del vivaismo siciliano, dai frutteti esotici ai palmeti, dai cactus ai papiri, dagli ulivi agli agrumi. Le attività vivaistiche del milazzese troverebbero modo di essere esposte e valorizzate, svolgendo una azione promozionale ed educativa nei confronti degli operatori economici ed anche di chi progetta e realizza in proprio piccole e grandi aree verdi. Sarebbe l’occasione per realizzare in Sicilia un giardino esotico come quelli di Ischia, Sanremo, Pallanza, che potrebbe trovare una importante risposta nel clima di Milazzo. Un Giardino che volesse sviluppare queste idee sarebbe una attrazione; ma soprattutto una vetrina, con risonanza molto ampia circa le radici della nostra cultura e le capacità imprenditoriali attuali del nostro territorio. I Giardini di Federico sarebbero, dunque, differenti da tutti gli altri orti botanici esistenti in Sicilia e in Italia che sono esclusivamente finalizzati alla ricerca scientifica ed alla esposizione di esemplari rari. Sul territorio esistono le esigenze culturali e le capacità imprenditoriali e progettuali necessarie per la realizzazione della iniziativa e la necessità sociale di una opera che modifichi la qualità della vita. Sarebbe un peccato lasciare tutto nel mondo delle idee per carenza di iniziativa politica. GIACOMO TRIPODI - Università di Messina-Dipartimento Scienze Botaniche Con l'intento di dotare la città di Milazzo di un propulsore capace di riequilibrare la sua economia da una preponderanza del settore industriale a quelli verso cui si sente storicamente vocata, e cioè agricoltura e turismo, si propone di creare in questa città un Orto Botanico che, pur esplicando tutte le funzioni scientifico culturali, sorga con le caratteristiche dei più moderni Orti Botanici mondiali. Con ciò si intende dire che dovrebbe essere assicurata una fruibilità da parte del pubblico non specialistico molto orientata al godimento. Perciò esso dovrebbe essere fornito di tutti i servizi che caratterizzano i migliori organismi del genere e cioè, oltre che di una biblioteca specialistica, collegata via internet con i migliori Orti Botanici mondiali, anche di un auditorium, di show-room e di tutti i mezzi audiovisivi adatti a migliorarne la fruibilità. ITALIA NOSTRA. MILAZZO
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Si ritiene, inoltre, che tale istituzione possa anche supportare attività artigianali, tipiche della zona quali: ceramiche, legno, ferro battuto, ecc. Dovrebbe, infine, disporre di uno shop dove si potrebbero vendere piante e semi di difficile reperibilità sul mercato e dare notevole diffusione a libri e pubblicazioni di carattere botanico. Potrebbe ospitare, in particolare, collezioni di famiglie botaniche di specifico interesse dei vivaisti locali e siciliani in genere, come agrumi, palme, frutti tropicali, ecc., catalizzando lo sviluppo di questo settore economico. E' di ogni evidenza che la presenza a Milazzo di tale istituzione farebbe, fra l'altro, crescere la presenza di turisti che oggi sono quasi esclusivamente di passaggio, contribuendo ad alimentare l'altra vocazione della città. Infine non è nemmeno da trascurare il contributo alla occupazione diretta ed indotta. Per quanto riguarda la localizzazione nel territorio comunale, questa idea-progetto potrebbe essere realizzata in più zone. Si potrebbero, però, cogliere delle sinergie aggiuntive se la collocazione dell'Orto Botanico fosse previsto nella tanto contesa "Area Tribò", limitrofa alla Raffineria. In questo caso, infatti, è quanto meno ipotizzabile che con opportuni accordi con l'Eni-Agip petroli, società molto sensibile alle iniziative economico-culturali, potrebbero essere rese disponibili il necessario quantitativo di acqua ed anche flussi con contenuto termico tale, da permettere la creazione di modernissime serre atte ad accogliere piante che, anche nell'ottimo clima di Milazzo, non potrebbero altrimenti vivere in modo ottimale. Inoltre, dopo un certo numero di anni, necessari alla crescita delle piante, si creerebbe una schermatura visiva ed ecologica tra l'abitato e la zona industriale. La zona in questione è un'area di 10 ettari posta all'ingresso dell'abitato, di forma all'incirca rettangolare con l'aggiunta di un dente che si spinge sino al mare. NAPOLEONE MAJURI - ex amm. delegato della Soc. Eni-Agip Petroli-Mediterranea
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2001
. DOCUMENTO DELLA SEZIONE DI MILAZZO DI ITALIA NOSTRA
IL TERRITORIO Il territorio di Milazzo, caratterizzato, in passato, da una economia di tipo agro-industriale, ha perso questa sua specificità con l'instaurarsi di un sistema economico-produttivo squilibrato. Pertanto occorre progettare un nuovo modello di sviluppo in cui il settore agricolo si integri con gli altri settori produttivi, compatibilmente con le risorse del territorio. Un mix composito: Agricoltura, industria, turismo, servizi, in un contesto organico ed equilibrato, può essere pensato per la crescita della nostra economia. SCHEMA PROGRAMMATICO: STRUTTURE PER LO SVILUPPO DELL'AGRICOLTURA E DEL TURISMO RECUPERO DEI VUOTI URBANI ED AREE DISMESSE RECUPERO DEI BENI PAESISTICI STRUTTURE PER LA PROMOZIONE E LO SVILUPPO DELLE ATTIVITA' MARINARE PORTO- P.R.G. DEL PORTO -SUE FUNZIONI ED ATTIVITA' COMPATIBILI RECUPERO URBANO - CENTRO STORICO- BENI ARCHITETTONICI E BENI CULTURALI. CONTENIMENTO DELL'ESPANSIONE INDUSTRIALE NON COMPATIBILE CON LE VOCAZIONI DEL TERRITORIO- SOSTANZIALE RICONVERSIONE DELL'INDIRIZZO DI SVILUPPO INDUSTRIALE DELL'AREA DELL'ASI VERSO INSEDIAMENTI DI FILIERA DEL SETTORE AGRO-INDUSTRIALE; VALORIZZANDO LE RISORSE COMPRENSORIALI RISANAMENTO DELLE AREE INTERESSATE DAGLI ATTUALI INSEDIAMENTI INDUSTRIALI; SOPRATTUTTO METANIZZANDO LE FONTI DI PRODUZIONE ENERGETICA ED ESERCITANDO UN PIU' APPROFONDITO MONITORAGGIO PER IL CONTROLLO DELL' INQUINAMENTO DELL'ARIA, DELLE ACQUE TERRESTRI E MARINE E DELLE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE CONTROLLO DELLE RISORSE IDRICHE NELLE AREE PRODUTTIVE ED UTILIZZAZIONE DI IMPIANTI DISSALATORI DELLE ACQUE MARINE PER USI INDUSTRIALI INSERIMENTO DELLE INIZIATIVE NEI PATTI PER L'AGRICOLTURA E NEI PATTI TERRITORIALI DELLA PROVINCIA, NONCHE' NELL'AMBITO DEI FINANZIAMENTI COMUNITARI E NAZIONALI (AGENDA DUEMILA, ECC.) Le azioni di programma per lo sviluppo dell'agricoltura vanno finalizzate al ruolo che l'area di Milazzo dovrà assumere come epicentro di una vasta area comprensoriale comprendente i territori litoranei e di bassa collina da Villafranca a Falcone che operano prevalentemente nel settore vivaistico e florovivaistico; ma anche in quello orto-frutticolo, olivicolo, serricolo. Occorre incentivare una agricoltura che, capace di intuire il nuovo, sappia mettere a frutto il grande patrimonio di esperienza in un contesto produttivo ed organizzativo moderno, legato alla innovazione tecnologica e scientifica ed alle nuove esigenze dei mercati ormai globali. Settore, questo che rappresenta, tutt'oggi, una voce essenziale nella produzione di ricchezza. Le azioni di programma industriale devono essere finalizzate a promuovere una alternativa all'attuale assetto produttivo, incompatibile, diversificato e privo di legame col territorio, che si concretizzi in una ITALIA NOSTRA. MILAZZO
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industria legata, in un sistema di fliera, alle capacità produttive anche dell'agricoltura e comunque a tutte le naturali e vocate risorse. Le azioni di programma per il turismo, lasciano intravedere nuove strade del verde, della natura, della storia, della cultura e perfino della gastronomia tradizionale. Tutto ciò richiede una nuova immagine della città, la salvaguardia, che non sia occasionale ed il restauro dei ben architettonici, la loro fruizione e la valorizzazione dei beni culturali e dei beni etnoantropologici, nonché la valorizzazione dei beni paesistici e naturalistici. Occorre, all'uopo, investire nella formazione dei giovani, nella ricerca e nella Università, nelle nuove professionalità, nelle capacità innovative sul piano tecnologico e culturale: elementi, questi, in grado di indirizzare e guidare le forze vive che la nostra società civile è capace di esprimere. STRUMENTI ATTUATIVI 1. Revisione o nuovo strumento urbanistico finalizzato al raggiungimento delle istanze strategiche programmatiche di sviluppo socio- economico, secondo i prefigurati indirizzi. 2. Supporti strutturali tecnologici, scientifici e dimostrativi che favoriscano, altresì, il decentramento delle attività di ricerca e didattiche della Università, nei settori portanti dell'agricoltura e delle altre attività connesse e promuovano un modello di sviluppo alternativo a quello attuale. 3. Sistemi di informatizzazione globali e formazione professionale. 4. Istituzione di uno specifico Assessorato per l'Agricoltura, l'industria e le attività connesse, coadiuvato da una consulta tecnica per l'analisi ed il coordinamento delle iniziative. 5. Blocco strutturale dell'espansione dell'area industriale dell'ASI e recupero e fruizione delle aree non utilizzate e dismesse nelle stesse aree per la creazione di infrastrutture e servizi interconnessi. INTERVENTI SPECIFICI - Restauro e recupero di tutte le aree dismesse e fruizioni delle stesse (ASI - Area ex Montecatini- Ex Parco ferroviario -Area Tribò- ecc.) da strutturare per servizi produttivi collettivi di interesse generale. - A tal fine grande rilevanza assume la istituzione di una area verde- cioè di un ORTO BOTANICO caratterizzato da giardini tematici, barriera naturale all'espandersi ulteriore degli insediamenti industriali, in cui insistano: - Laboratori di analisi e ricerche scientifiche, strutture per la propagazione e la micropropagazione delle specie di interesse floro-vivaistico. - Collegamenti con Istituti Universitari, Enti e scuole d specializzazione - EDIFICI: Biblioteca scientifica, sala convegni, sala informatica, sale di incontro- Attività dimostrative, divulgative, culturali, percorsi guidati di interesse conoscitivo e turistico. - Sale ed aree espositive e di incontro degli operatori, mostre permanenti ed attività promozionali, aule per attività didattiche. - Conservazione del germoplasma di specie autoctone ed alloctone e dei biotipi oggetto di studio - Acclimatazione e conservazione di specie esotiche anche di interesse floro-vivaistico e frutticolo. - Ricerche di nuove specie adattabili alle nostre condizioni pedo-climatiche Nel complesso trattasi di erogazione di servizio al territorio comprensoriale per migliorare la qualità della vita, promuovendo un nuovo indirizzo di sviluppo, supportando altre attività da quella turistica a quella della piccola e media impresa. Uno strumento, cioè di educazione civica ed ambientale che propone una nuova immagine della città di cui rifletta le potenzialità tecnologiche, commerciali, architettoniche, economiche, culturali e storiche, che il Prof. TRIPODI ha ritenuto di denominare " I GIARDINI DI FEDERICO" ITALIA NOSTRA. MILAZZO
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È l'affermazione di una memoria storica che non può essere affidata solo alle forme; ma che deve interpretare la dinamicità della natura, della vita, degli uomini, della nostra società civile. AREE EX MONTECATINI - EX PARCO E STAZIONE FERROVIARIA L'utilizzazione di queste aree è finalizzata a creare una nuova città dei servizi, un punto di cerniera fra la città ed il suo territorio urbano, collegato all'area verde dell'orto botanico, alla zona archeologica di Ciantro ed al porto, che coerentemente con gli obiettivi generali, dovrà assolvere funzioni eminentemente turistico-commerciali compatibili con le collaterali attività economiche integrative della città e del suo territorio. L'edificio della ex Montecatini, già sottoposto a vincolo etno-antropologico, rappresenta un elemento di elevata valenza di archeologia industriale. Esso è chiamato, nel contesto progettuale di tutta l'area, ad assolvere la funzione di una struttura per il tempo libero, per lo spettacolo, per le attività culturali, per i servizi di comunicazione e trasporto col centro urbano. L'idea base su cui verte l'intero progetto è concretizzata dalla realizzazione di un sistema di luoghi finalizzati a soddisfare le varie esigenze del fruitore attraverso il riuso degli edifici esistenti, conferendo loro delle nuove funzioni. Attrezzature di pubblico interesse compatibili fra loro, tendenti a creare un insieme organico ed a colmare le carenze relative alle infrastrutture di accoglimento. In tale contesto gioca un ruolo di particolare importanza la ex STAZIONE FERROVIARIA DI MILAZZO. Richiamando le motivazioni della declaratoria della Soprintendenza ai BB:CC: e AA. di Messina, il predetto stabile riveste interesse storico ed architettonico particolarmente importante ai sensi degli artt.1 e 4 della legge 01,06.1939 n.1089. Per tali motivi è fondamentale, ai fini delle future sue destinazioni d'uso, salvaguardarne la identità di bene culturale di valore testimoniale. Il complesso della ex Stazione, non può essere considerato avulso dall'area i cui esso insiste e la sua destinazione non può prescindere dall'ambito di un progetto unitario, organico, globale di fruizione e di destinazione di tutti gli altri insediamenti sopra descritti. Occorreranno, cioè, scelte precise, ponderate, frutto di approfondimento tecnico e scientifico del territorio e delle sue potenzialità. IL MULINO LO PRESTI L'attività molitoria è fra le più antiche nella Piana di Milazzo; si fa risalire al 1300 con i mulini ad acqua ed a vento che insistevano nelle contrade: Mangiavacca, Religione, Parco, Bozzelli e Masseria. Qui è ancora oggi possibile trovarne testimonianza. Tra il 1867 ed il 1898 sorgono i nuovi Molini che possono definirsi a carattere industriale: SIRACUSA - PIRAINO (LA FAMIGLIA) - LA FIDUCIA- LO PRESTI- PERSEVERANTE. Nel 1932 il Perseverante va a fuoco e rimane il solo Molino LO PRESTI, ammodernato ed ingrandito sull'attuale area. Il 19 giugno 1960 si sviluppa un incendio nel settore molitorio del Molino Lo Presti che fu rapidamente spento salvando in buona parte le strutture. A seguito di tale evento il Molino fu immediatamente ristrutturato assumendo l'aspetto odierno con alcuni corpi aggiunti fra cui il "silos" sulla parte estrema sinistra. In definitiva la parte esterna dell'edificio odierno rappresenta le linee essenziali architettoniche preesistenti, tenuto conto dei corpi aggiunti.
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Successivamente i Molini subiranno consistenti aggiornamenti tecnologici e si specializzeranno nella molitura di grano duro per la produzione di semole destinate all'industria pastaria, con una potenzialità produttiva giornaliera di Q.li 1700 di grano. I Molini Lo Presti giocarono un ruolo di rilevante importanza per l'economia della città. La punta massima di produzione annua fu raggiunta nel 1923 con Q.li 226.433 ed una produzione media annua di semola di Q.li 133.000. Nel periodo prebellico venivano esportate semole in notevole quantità a Trieste e ad Udine; mentre nell'immediato dopoguerra l'attività molitoria è quasi esclusivamente limitata ai grani nazionali ed esteri per conto della Federconsorzi. Essi, tutt'oggi, sono la testimonianza storica della imprenditorialità del tempo e racchiudono una epoca con le sue valenze etiche e sociali, con il retaggio di elevati valori di un ordinamento produttivo durato, tra alterne vicende, oltre un secolo. Sulla base di tali considerazioni e conoscenze è importante, quindi, non solo capire il valore etnoantropologico di quelle strutture; ma, attraverso il percorso dei cicli produttivi, ricostruire la vicenda storica di un bene culturale di natura industriale di cui è doveroso prendere coscienza ed atto nell'ambito di uno studio di archeologia industriale. E' questo il messaggio che si ritiene di inviare alla futura Amministrazione cittadina.
MILAZZO CITTA' DI MARE Milazzo ha fondato il suo sviluppo sul mare e sulle attività connesse. Le tonnare, il porto, le spiagge, il paesaggio marino, fanno di questi luoghi il punto focale per uno sviluppo, che, traendo origine dagli elementi storici, sappia trovare la strada compatibile con le esigenze della futura crescita economica e sociale. Non ci soffermeremo sul MUSEO DELLE TONNARE, sulla salvaguardia dei tanti reperti di valenza storica e testimoniale di cui si è tanto parlato e proposto e quasi niente si è realizzato. Riteniamo, però, inserire, nel contesto di un nuovo processo di sviluppo che abbia legame con le vocazioni marinare del nostro territorio, nel quadro di una rinnovata POLITICA DE MARE, la istituzione di strutture atte a rilanciare le professionalità che le attività marinaresche oggi richiedono e che sono indispensabili perché anche dal mare, appunto, possa rinascere la città in termini produttivi ed occupazionali. La istituzione di una SCUOLA DEL MARE, da proporre alle competenti Autorità, collegata con l'Università di Messina ed articolata nelle diverse specializzazioni professionali, rappresenterebbe per Milazzo l'occasione per assumere il ruolo di epicentro per lo sviluppo compatibile alternativo di tutto il comprensorio e per il rilancio delle attività turistiche che dal mare traggono origine. Fra le sedi più vocate si potrebbe pensare, appunto, agli ex Molini Lo Presti, salvaguardandone, ovviamente le strutture architettoniche e storico testimoniali. LE MASSERIE Concludiamo il nostro percorso con lo sguardo rivolto alla salvaguardia del paesaggio agrario. Valorizzare le antiche strutture degli edifici agricoli e delle "Masserie" della nostra Piana, significa dare un completo quadro della storicità del mondo produttivo, proiettato, però, verso un sistema di nuova fruizione che porti a più avanzate imprese ed occasioni di lavoro. Senza tralasciare l'importante lavoro di ricerca che studiosi e tecnici hanno condotto sulle Masserie della Piana, a cui si fa rimando, ci soffermiamo brevemente sull'immobile denominato "CUBA" che la ITALIA NOSTRA. MILAZZO
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Soprintendenza di Messina ha da un paio di anni restaurato ed inserito in un contesto di interesse storico antropologico caratterizzato da rilevanti strutture testimoniali. Trattasi di una torre di probabile origine bizantina a cui si attribuiscono varie utilizzazioni fra cui quelle di culto; ma sarà servita, in epoche successive, come punto di riferimento per insediamenti di cui, oggi, sono visibili i ruderi: la vecchia MASSERIA, con i suoi servizi, con una piccola stazione di posta ed una Chiesetta. Scrive FEDERICO MARTINO ... "nei primi anni del 400 vengono autorizzati i proprietari della Masseria a prelevare una misura d'acqua dal Corriolo per alimentare i mulini della masseria stessa". Architettonicamente di probabile derivazione araba, Italia Nostra ha proposto alla Diocesi di Messina, proprietaria dell'immobile ed alle Autorità competenti, di concordare una opera di fruizione del manufatto e di valorizzazione consona e compatibile con i valori espressi. E' questo un tema che merita di essere ripreso. Quanto sopra dovrà trovare logica rispondenza in un progetto di revisione del P.R.G. od in una sua totale riformulazione, che non sia una semplice ed irrealistica opportunità di espansione urbanistica; ma l'occasione per dare alla città nuove strutture che, traendo origine dalle sue vocazioni e dalle sue risorse, le consentano di assumere un nuovo ruolo ed una nuova centralità secondo le più antiche e nobili tradizioni. Milazzo,15 giugno 2001
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2004 13 NOVEMBRE
. CONVEGNO DI ITALIA NOSTRA:
I GIARDINI TEMATICI E LA RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE INTEGRATA PER UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO CHE VALORIZZI LE RISORSE NATURALI DEL TERRITORIO PREMESSE Il titolo sembra rinviare a remoti territori di delizia persi nella memoria ed ora vagheggiati da nostalgici cultori della materia. A Milazzo, invece i “Giardini di Federico” sono una realtà fisica concretamente recuperabile se le indicazioni nel P.R.G. saranno portate ad esecuzione) perché il progetto ha buone radici nella storia. La denominazione sopravvissuta in due delle contrade milazzesi: “Parco Vecchio” e “Parco Nuovo”, é una certezza incontestabile ed individua un territorio conservato ancora nella sua estensione originaria e, quel che più conta, ancora nella sua integrità agricola. Non mancano i riscontri degli archivi. Attingiamo la notizia della presenza di un bosco naturale (nemus) in quelle stesse aree alla fine del XII sec.; quel territorio, trasformato da Federico II nella prima metà del XIII sec., prende la denominazione di “parco regio” e vi sono segnalate strutture per l’allevamento di piccoli animali. L’amenità del sito, l’abbondanza delle acque correnti, la prossimità alla cittadella di Milazzo ed al suo porto avevano convinto il sovrano svevo a farne luogo privilegiato di soggiorno, svago e conservazione della natura. La documentazione successiva, di età aragonese, ci informa anche sulla presenza di un “palatium” residenziale di assai probabile fondazione federiciana e dell’intensa attività di sfruttamento delle risorse locali. Nei portolani del XIV, XV e XVI secolo l’area boschiva doveva essere ancora folta e rigogliosa se costituiva un visibile riferimento a distanza per orientare la rotta dei naviganti verso gli approdi milazzesi. Oggi ci sono ancora le condizioni perché i “Giardini” (il Parco) possano tornare ad essere una prestigiosa realtà ‘verde’ di respiro mediterraneo, ancora un luogo di delizie, ma anche un investimento di vera promozione ambientale, un luogo di educazione al rispetto della natura, un simbolo, come per l’età federiciana, del migliore governo del territorio. arch. CONO PIETRO TERRANOVA L’Area comprensoriale, comprendente soprattutto i territori tirrenici e di bassa collina, da Milazzo a Falcone, fino a Mazzara S. Andrea, è caratterizzata da importanti imprese agricole, che operano prevalentemente nel settore floricolo, florovivaistico e vivaistico, cui l’area è vocata per le particolari condizioni pedo-climatiche. Queste attività contribuiscono, in maniera determinante all’economia del territorio, sia in termini occupazionali, che economico – produttivi. Inoltre, sul piano della competitività e della qualificazione, hanno raggiunto livelli ragguardevoli e rappresentano, quindi, il più proficuo indirizzo di sviluppo del settore agricolo della provincia di Messina. I risultati raggiunti, vanno ascritti alle capacità tecniche, alla versatilità e all’elevato spirito d’impresa degli operatori addetti al settore, ma naturalmente ITALIA NOSTRA. MILAZZO
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livelli ancora più elevati, sia in termini di competitività che sul piano dell’innovazione tecnologica, possono essere raggiunti se collegati ad adeguate strutture di supporto sul piano della ricerca e su quello della qualificazione professionale. A tali fini è indirizzata la “Proposta-progetto” che prevede la realizzazione di una “struttura polivalente e polifunzionale”, qualificante per tutta la Città denominata ”I Giardini di Federico”, caratterizzata dal ri-uso dell’ampia area comprendente edifici non utilizzati, dismessi o di archeologia industriale (ex-Montecatini, scalo ferroviario, ex-Metallurgica, Centro Mercantile, area Tribò) e dalla sua ri-qualificazione urbanistica, da contrapporre al degrado urbano in atto che la circonda, per farne fattore aggregante e punto d’incontro per la città e per le realtà urbane limitrofe. arch. GIUSEPPINA GAMBINO
PROPOSTA-PROGETTO Valorizzazione e fruizione dell’area ex-Montecatini e del dismesso parco ferroviario, insieme alla riqualificazione dell’Area Tribò, adiacente alla zona industriale, che potrebbe essere convertita a “verde” ospitando strutture tipo “Orto Botanico”, polifunzionali e fruibili anche come luoghi di ricerche agronomiche, cosi da formare una fascia di rispetto fra le aziende industriali ed il rimanente territorio, riducendo in tal modo l’impatto ambientale negativo e bloccando, in definitiva, ogni futura utilizzazione per insediamenti produttivi industriali non compatibili.
FINALITA’ La Proposta si propone di dare alla città di Milazzo un’area attrezzata di servizi a livello collettivo con i seguenti vantaggi: - erogazione di un servizio al territorio per migliorare localmente la qualità della vita; - creazione di uno strumento di educazione civica ed ambientale; - proposizione di un’immagine del territorio che rifletta le sue caratteristiche colturali, tecnologiche, commerciali ed artistiche. Il “Parco urbano attrezzato I Giardini di Federico”, cosi delineato, sarà caratterizzato da un “segno” forte, “naturalistico” ed in parte volutamente “artificiale”, da contrapporre all’anonima espansione urbana che lo circonda.
CARATTERIZZAZIONE DEI ”SETTORI” *Giardini tematici *Laboratori e strutture per la propagazione delle piante d’interesse florovivaistico. *Aree espositive con annessi locali per corsi professionali, incontri, seminari, conferenze. *Attività ricreative: attrezzature per il gioco, il riposo, il tempo libero e attività all’aria aperta. *Conservazione del “germoplasma” di specie “autoctone” e “alloctone”. *Acclimatazione di specie esotiche d’interesse florovivaistico e frutticolo. *Superfici in attesa di trovare una loro coerente funzione nel divenire del parco stesso. dr. GIROLAMO BAMBARA
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. IL PROGETTO DEL COMUNE
20 marzo 2012. L’Amministrazione comunale comunica che è stato finanziato nell’ambito del Pist n. 18 “Milazzo – Ganimè – Eolie” denominato “Sistema integrato per il monitoraggio e la riduzione del carico inquinante finalizzato al miglioramento della qualità dell’aria in zona riconosciuta ad elevato rischio di crisi ambientale” il progetto presentato il 19 luglio del 2010. Il finanziamento che sarà erogato per tale progetto – che rientra nella linea 2.4.4.2 del P.O. Fesr 2007-2013 e prevede l’occupazione di almeno 15 unità- ammonta a quasi 11 milioni di euro e dovrà essere realizzato entro 35 mesi. Il progetto comprende ---la realizzazione di una rete di monitoraggio dell’inquinamento con centraline che dopo una gestione, già compresa nel finanziamento di tre anni, sarà messa a disposizione delle istituzioni pubbliche. Quindi la realizzazione di un ---parco naturale nell’area un tempo occupata dall’ex Giardino di Federico (?!), tra la Raffineria e la Silvanetta, attraverso -la piantumazione di alberatura ad alta fotosintesi clorofilliana, -la costruzione di un percorso museale e messa a dimora di piante autoctone e di grande pregio, nonché di barriere protettive in corrispondenza dei maggiori punti di criticità ambientale che consentiranno -l’abbattimento dell’impatto visivo ed una contrazione del fenomeno della diffusione degli inquinanti presenti in atmosfera in una zona già riconosciuta ad alto rischio di crisi ambientale. Il sindaco ha poi voluto ricordare l'impegno di "Italia Nostra" ed in particolare del prof. Girolamo Bambara per la realizzazione dei Giardini di Federico, ringraziandola per la costante e continua collaborazione nell'interesse della comunità. (fonte: sito web del Comune)
Finanziato dalla Comunità Europea progetto per la realizzazione di un Parco Naturale nell'ex Giardino di Federico II. Assegnati al Comune di Milazzo quasi 11 milioni di euro E’ stato finanziato il progetto presentato dall’amministrazione comunale di Milazzo, nell’ambito del Pist n. 18 “Milazzo – Ganimè – Eolie” denominato “Sistema integrato per il monitoraggio e la riduzione del carico inquinante finalizzato al miglioramento della qualità dell’aria in zona riconosciuta ad elevato rischio di crisi ambientale”. Ieri è stata trasmessa al sindaco la comunicazione dell’assessorato regionale al Territorio ed Ambiente con l’invito a predisporre il progetto esecutivo dell’intervento da trasmettere entro 90 giorni. Il finanziamento che sarà erogato per tale progetto – che rientra nella linea 2.4.4.2 del P.O. Fesr 2007-2013 ammonta a quasi 11 milioni di euro. Questa mattina nel corso di una conferenza stampa il sindaco Pino e l’assessore Midili hanno illustrato il progetto e spiegato le linee di intervento che porteranno all’esecuzione dell’opera nei tempi fissati dal cronoprogramma europeo – 35 mesi -. “Innanzitutto va detto che per la prima volta il Comune di Milazzo partecipa e ottiene un finanziamento europeo P.O. Fesr– ha esordito l’assessore Midili – e credo che sia un riconoscimento importante nei confronti di chi, subito dopo ITALIA NOSTRA. MILAZZO
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l’insediamento ha lavorato senza sosta per poter inserire la propria progettualità nelle misure previste dal Pist ma anche dal Pisu. Il progetto - classificato al primo posto nella graduatoria generale – è stato sviluppato attraverso il criterio del sistema integrato e comprende realizzazione di una rete di monitoraggio dell’inquinamento con centraline che dopo una gestione, già compresa nel finanziamento di tre anni, sarà messa a disposizione delle istituzioni pubbliche. Quindi la realizzazione di un ---parco naturale nell’area un tempo occupata dall’ex Giardino di Federico (tra la Raffineria e la Silvanetta) attraverso ---la piantumazione di alberatura ad alta fotosintesi clorofilliana, la costruzione di un --- percorso museale e messa a dimora di piante autoctone e di grande pregio, nonché di barriere protettive in corrispondenza dei maggiori punti di criticità ambientale che consentiranno ---l’abbattimento dell’impatto visivo ed una contrazione del fenomeno della diffusione degli inquinanti presenti in atmosfera in una zona già riconosciuta ad alto rischio di crisi ambientale”. Il sindaco ha poi voluto ricordare l'impegno di "Italia Nostra" ed in particolare del prof. Girolamo Bambara per la realizzazione dei Giardini di Federico, ringraziandola per la costante e continua collaborazione nell'interesse della comunità. Due i percorsi che saranno realizzati nell'area di 60 mila metri quadrati a ridosso della Raffineria Milazzo, proprietaria dell'area, donata al comune gratuitamente per consentire di realizzare il parco: uno archeologico (vista la presenza di una necropoli), l'altro naturalistico con centinaia di alberi autoctoni che saranno scelti con la collaborazione della facoltà agraria dell'Università di Catania. I percorsi all'inizio saranno gratuiti, poi sarà applicato un ticket d'ingresso. Saranno recuperati anche dei magazzini accanto alla caserma dei pompieri. L'opera sarà pronta entro luglio 2015, come imposto dall'Unione europea che finanzia l'opera.
La posizione di Italia Nostra espressa in quell’occasione: ”L’idea dei “Giardini di Federico” è nata per promuovere un modello di sviluppo alternativo ha affermato Girolamo Bambara, presidente della sezione milazzese di “Italia Nostra”. Una nuova opportunità che valorizzi le risorse e le vocazioni del nostro territorio”. E dotare questa area di un orto botanico vuol dire non solo ridurre il carico di CO2, ma anche scommettere sulla biodiversità, un vero e proprio investimento per il futuro. ”Il territorio di Milazzo per clima e fertilità dei terreni offre un’elevata varietà di specie.C’è una materia prima che va identificata, classificata e conservata”. Tipicità e varietà di piante che, secondo Natale Torre, hanno consentito al florovivaismo locale di diventare un settore di eccellenza in ambito mondiale.
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settembre - ottobre 2012
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2013
. LA REVOCA DEL FINANZIAMENTO REGIONALE
La realizzazione di una rete di centraline era compresa nel finanziamento concesso per la creazione del "Parco Urbano di Federico II" nell'area Tribò, un cuscinetto verde tra l'impianto industriale più importante di Milazzo e il centro abitato (a ridosso dell'ex Silvanetta palace Hotel). Dalla Regione, però, è arrivata la doccia fredda. Il finanziamento concesso da 12 milioni di euro, ridotto successivamente a 10, rischia di essere decurtato di ulteriori 2 milioni di euro. E che cosa viene tagliato dal progetto che prevede anche una sede dell'Arpa? Proprio la rete di centraline. Il comune si sta opponendo e sta presentando ricorso. Anche in passato l'amministrazione comunale aveva ottenuto un finanziamento milionario per realizzare una rete di monitoraggio in collaborazione con il comune di San Filippo del Mela (che ospita la centrale Termoelettrica Edipower), ma poi dall’Amministrazione Italiano i fondi furono utilizzati per l'acquisto di centinaia di alberi "anti inquinamento". (fonte: Centonove)
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2014
. IL RICORSO AL TAR
Il Comune di Milazzo ha presentato ricorso al Tar contro la Regione Siciliana per la mancata erogazione del finanziamento già assegnato nell’ambito della programmazione del PO-FESR 2007-13 per la realizzazione del progetto di monitoraggio ambientale nell’area Tribò. Nel ricorso si chiede di “riassegnare la somma di 10 milioni di euro” inspiegabilmente bloccata a seguito di una lettera del dirigente generale dell’assessorato al Territorio ed Ambiente e il risarcimento dei danni. L’avv. Claudio Rugolo di Messina, legale nominato dall’Amministrazione, nel ricorso fa rilevare una serie di violazioni di legge, eccesso di potere, difetto di presupposti, assenza di motivazione e altre violazioni e chiede ai giudici del tribunale amministrativo di Catania di “far valere i diritti acquisiti in riferimento al finanziamento già assentito sulla scorta di una puntuale istruttoria e valutazione dei progetti definitivo ed esecutivo da parte della competente Commissione di valutazione in maniera da evitare rilevantissimi danni patrimoniali e non patrimoniali per l’Ente”. La richiesta di danno ammonta complessivamente a poco più di un milione di euro. A seguito del via libera del finanziamento il Comune di Milazzo ha acquisito dalla Raffineria a titolo gratuito, l’area e i fabbricati oggetto di intervento di circa mq. 56.000 (valore quasi 400 mila euro) con destinazione funzionale vincolata alla realizzazione di un Sistema integrato per il monitoraggio e la riduzione del carico inquinante finalizzati al miglioramento della qualità dell’aria in zona dichiarata ad elevato rischio ambientale”. Ciò sta a significare che quell’area se non verrà attuato il progetto tornerà nella piena disponibilità dell’azienda petrolifera. A questo vanno aggiunte le spese “consequenziali alla formale comunicazione di ammissione a finanziamento e per la redazione del progetto esecutivo (150 mila euro) e i danni riconducibili al permanere di una criticità della qualità dell’aria nella zona e rischio per la salute collettiva in misura non inferiore a 500 mila euro”. Nei mesi scorsi il Comune aveva presentato anche un ricorso straordinario al presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta. (fonte: sito web del Comune)
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LETTERA APERTA AL SINDACO SUL FINANZIAMENTO DEL SISTEMA DI MONITORAGGIO DELL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO Al Sig. Sindaco del Comune di Milazzo L'Associazione conservazione tradizioni popolari e colturali Piana di Milazzo, la sezione di Milazzo di Italia Nostra e Legambiente del Tirreno, premesso -che il C.G.A. ha accolto il ricorso del Comune di Milazzo contro la revoca, da parte della Regione Siciliana, del finanziamento per il “Sistema integrato per il monitoraggio e la riduzione del carico inquinante finalizzato al miglioramento della qualità dell’aria in zona riconosciuta ad alto rischio di crisi ambientale” (PIST n.18 “MILAZZO-GANIME”, linea 2.4.4.2 del P.O. Fesr 007); -che il progetto esecutivo, presentato dal Comune di Milazzo prevede una rete di monitoraggio dell’inquinamento, da mettere a disposizione di istituzioni pubbliche, e la realizzazione di un parco naturale nell’area Tribò (ceduta a tal fine dalla Raffineria di Milazzo, e un tempo facente parte dell’area destinata alla realizzazione dei Giardini di Federico), attraverso la piantumazione di alberature ad alta sintesi clorofilliana con piante autoctone e di pregio, nonché di un percorso museale e barriere protettive nei punti di criticità ambientale; -che il progetto era stato ammesso al finanziamento dopo aver superato le varie fasi dell’istruttoria, compresa l’approvazione in conferenza dei servizi presieduta dall’Ingegnere-Capo del Genio Civile, ma successivamente, durante l'iter di approvazione dello stesso all'Assessorato all'Ambiente della Regione Siciliana, tale finanziamento era stato inspiegabilmente revocato quando era arrivato alla firma del direttore dell'Assessorato, esprimono preoccupazione per il silenzio seguito alla sentenza del CGA che dà ragione al Comune di Milazzo e pone le basi per consentire la realizzazione di un progetto di ambientalizzazione finalizzato al miglioramento della qualità dell’aria in zona riconosciuta ad alto rischio ambientale ed atteso dalla popolazione da oltre un decennio, con la condivisione da parte delle diverse Amministrazioni comunali succedutesi, sin da quella presieduta da Nastasi che aveva in corso la stipula di un’apposita convenzione con l’Università di Palermo per l’istituzione in quell’aria, di circa 10 ha, di un Orto Botanico di livello europeo denominato “I Giardini di Federico” chiedono che il sig. Sindaco si attivi per il ripristino del finanziamento e la chiusura dell'iter di approvazione progettuale, sollecitando l’impegno del Presidente della Regione, dell'Assessore regionale all'Ambiente e della deputazione regionale, perché la nostra Città non si può permettere di perdere questa ulteriore opportunità, in un settore di notevole rilevanza come quello ambientale, ma anche sociale e culturale ed economica che si richiama ad un più avanzato processo di valorizzazione della vocazione agricola del nostro territorio legata ad un diverso modello di sviluppo supportato dalla ricerca Certi del Suo impegno tempestivo ed efficace in tal senso, restano a disposizione, anche per un incontro sull'argomento e per una collaborazione fattiva sul progetto che sicuramente sta a cuore a Lei quanto alle nostre associazioni e all’intera cittadinanza. Milazzo, 11 settembre 2015 Associazione conservazione tradizioni popolari e colturali Piana di Milazzo Italia Nostra - sezione di Milazzo Legambiente del Tirreno ITALIA NOSTRA. MILAZZO
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Le notizie recenti: GAZZETTA DEL SUD 3/8/2016 MASTERPLAN / PIANO PER MESSINA Biennio 2016-2017
11/8/2016
il governo Renzi finanzia i Giardini (antinquinamento) di Federico II Anche il comune di Milazzo sarà tra i beneficiari dei fondi destinati alle regioni e alle Città metropolitane inserite nel Patto per il Sud: sono stati finanziati i Giardini di Federico II nell’area Tribò (accanto all’ex Silvanetta Palace Hotel). Tramite il Cipe sono stati sbloccati 40 miliardi di euro di cui 13, 4 destinati al Sud. A sua volta, 2,3 miliardi sono destinati alla Sicilia e 332 alla Città metropolitana di Messina. Nei mesi scorsi i sindaci si erano riuninti per stilare l’elenco di una serie di opere da inserire in un masterplan. Tra le dodici opere prescelte c’è anche la realizzazione di un «sistema di monitoraggio antinquinamento all’inteno della zona dichiarata ad elevato rischio ambientale e di un polmone verde a margine dell’area della raffineria di Milazzo (area Tribò)». Si tratta dei “Giardini di Federico II” che la Regione aveva finanziato in un primo momento con 10 milioni di euro, tramite i fondi europei, per poi fare un passo indietro. Il Patto per Messina sarà firmato nelle prossime settimane probabilmente con la venuta del premier Matteo Renzi in riva allo Stretto. L’elenco delle opere comprende interventi che hanno il requisito dell’immediata cantierabilità per consentire l’avvio dei cantieri entro il 2016/2017. Ecco l’elenco delle opere individuate ... 9) Sistema di centraline di monitoraggio e rilevamento Ambientale nell’area dei Comuni ad Elevato Rischio Ambientale; ...
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Comunicato stampa di Legambiente Necessaria e doverosa chiarezza a salvaguardia del progetto e dei terreni fra l’industria e la città di Milazzo. Di Giardini di Federico si parla a Milazzo da più di venti anni, ma probabilmente pochi sanno effettivamente in cosa consiste l’idea originale, nata dalla mente del nostro illustre concittadino Girolamo Bambara, ed elaborata con il contributo di associazioni come Italia Nostra e Legambiente. Nella originale elaborazione, i Giardini dovevano rappresentare un autentico polmone verde all’interno del tessuto urbano, un’ipotesi di sviluppo della città alternativo a quello industriale con il recupero conservativo di quelle aree che avevano rappresentato gli albori dell’industria a Milazzo e potevano essere da volano per una vera svolta verso una “Città Giardino”. Nel progetto presentato in una serie di incontri e convegni di altissimo profilo, l’area interessata abbracciava quindi, oltre all’area Tribò, anche tutta la zona ex Montecatini ed ex Metallurgica. Ma il tempo passava, e, nel frattempo quasi tutte le aree diventavano private, con la necessità quindi di ridimensionare progressivamente gli iniziali propositi, senza snaturare del tutto la finalità del progetto, che, a dire il vero, non ha mai potuto godere di vere azioni di supporto delle varie amministrazioni. Si arriva così al luglio 2010, quando l’amministrazione appena insediatasi, inseriva il progetto nell’ultima finestra del PISU-PIST, intercettando le risorse destinate alle Aree ad alto rischio di crisi ambientale siciliane, elaborando il Progetto Esecutivo Sistema integrato per il monitoraggio e la riduzione del carico inquinante. L’area interessata è solo l’area Tribò, attraverso un protocolo con la RAM, che dona la stessa al Comune di Milazzo, vincolando la donazione alla realizzazione dell’opera. Un percorso non certo facile, ma si arriva all’approvazione definitiva del finanziamento di oltre 10 milioni di euro,ed il progetto viene definito cantierabile. A questo punto il meccanismo si inceppa, ed il finanziamento non viene erogato, ed il Comune di Milazzo si appella al CGA, che con sentenza del 16 aprile 2015, dà ragione all’Ente, riconoscendogli il diritto al finanziamento. Di ciò che sia successo dopo quella sentenza, non ne siamo a conoscenza, ma stiamo intervenendo a seguito delle notizie di stampa diffuse in questi giorni, secondo le quali il progetto dei Giardini di Federico sarebbe stato finanziato con le risorse del Masterplan. Purtroppo, già da una prima analisi, ci siamo resi conto che non è possibile sostenere questa affermazione, sia per l’esigua somma che sarebbe stata messa a disposizione, sia per le opere che con esse dovrebbero essere finanziate, che, di fatto, non potrebbero garantire il mantenimento degli obiettivi del progetto. Verrebbero meno anche i presupposti per il mantenimento della proprietà dell’area, all’interno della quale, è il caso ricordarlo, giacciono i resti di una villa romana che sarebbe tornata alla luce, per cui non si può più parlare di Sistema integrato per il monitoraggio e la riduzione del carico inquinante, in quanto si dovrebbe rinunciare a gran parte delle opere che lo costituiscono. Crediamo pertanto che sia necessario, da parte degli Enti eventualmente destinatari del finanziamento, fare chiarezza sugli obiettivi che lo stesso si propone, con il definitivo svanire di un sogno che voleva chiamarsi “Giardini di Federico.” Milazzo 14 Agosto 2016 Legambiente del Tirreno Milazzo (ME)
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Documento di Italia Nostra
Non solo centraline: rilanciare il progetto dei ”Giardini di Federico” L’idea dei ”Giardini di Federico” nacque con lo scopo di dar vita ad una grande struttura scientifica costituita da un orto botanico di livello europeo, con giardini tematici, laboratori di ricerca, micropropagazione e acclimatazione di specie floro-vivaistiche, sale per convegni, spazi espositivi e biblioteca. Questo all’interno di un progetto di recupero di archeologia industriale riguardante l’area ex Montecatini ed ex Metallurgica e per costituire, con l’area Tribò, una barriera verde tra la Città e la zona industriale. In questo senso fu proposto da Italia Nostra in ripetute iniziative nel 1996, nel 2001 e nel 2004 e trovò ampia disponibilità alla collaborazione da parte delle Università di Catania e Palermo disposte a convenzionarsi per realizzare e gestire una struttura di livello europeo finalizzata La stessa Amministrazione Comunale del tempo manifestava interesse tanto che si parlò di contatti con analoghe strutture di Tenerife e di Olanda e si pose il vincolo in PRG, ma poi non se ne fece niente. Negli anni successivi fu favorita la privatizzazione dell’ex Montecatini e dell’ex Metallurgica sottraendo al progetto la disponibilità dell’ area di archeologia industriale in cui era prevista gran parte delle attività. Nel 2012 veniva finanziato il cosiddetto ”Progetto di monitoraggio integrato” nell’ambito del PO-FESR 2007-13”, progetto importante ed utile, ma diverso di quello dei “Giardini” e di ben inferiore valenza. Il finanziamento veniva poi revocato dalla Regione, ma il Tribunale Amministrativo Regionale il 16 aprile 2015 lo riportava nelle disponibilità del Comune.
Poi il silenzio ! E’ di pochi giorni fa la notizia che, nel Patto per il Sud, il capitolo per la città metropolitana di Messina prevede un finanziamento di 2mln di euro per il ”Sistema di centraline di monitoraggio e rilevamento ambientale nell’area dei Comuni ad Elevato Rischio Ambientale della Valle del Mela”.
Italia Nostra prende favorevolmente atto di quest’ultimo finanziamento per il sistema di centraline di monitoraggio; chiede di verificare se il finanziamento del 2012 riassegnato dalla CGA non sia stato perduto; e, se così non è (come ci auguriamo), di chiudere in tempi brevi l'iter di riproposizione, esprime preoccupazione per le notizie secondo le quali, nel silenzio, si intenderebbe rinunciare al finanziamento già assegnato nell’ambito della programmazione del PO-FESR 2007-13; ricorda che la Raffineria ha dichiarato di essere disponibile a cedere l’Area Tribò solo a condizione che venga realizzata quell’opera.
Italia Nostra propone l’utilizzo del finanziamento previsto nel Patto per il Sud, ma che al tempo stesso si riprenda immediatamente il progetto del 2012 adeguandolo alle novità emerse nel frattempo per realizzare quel Parco che dovrebbe essere un primo passo per il rilancio del progetto dei ”Giardini di Federico” caratterizzato dalla barriera verde tra Città ed area industriale, sistema di monitoraggio dell’inquinamento, ma anche da giardini tematici, laboratori di analisi e ricerche scientifiche, strutture per la propagazione delle specie di interesse floro-vivaistico e di conservazione del germoplasma caratteristico del comprensorio della piana di Milazzo.
Bene le centraline, qualunque sia la forma di finanziamento, ma i ”Giardini di Federico” sono altra cosa ! In questo senso, nei prossimi giorni, renderemo pubblico un libro bianco che ripercorrerà la vicenda del progetto dei ”Giardini” sin dalla sua nascita, proponendone il rilancio nelle forme compatibili con le condizioni attuali e la minore disponibilità di aree, ma mantenendone l’ispirazione e gli ambiziosi fondamenti. Milazzo, 1 settembre 2016 Italia Nostra – sezione di Milazzo
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oggi
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In conclusione Questi gli atti di una storia ormai ventennale. Prendiamo atto di quanto è successo nel frattempo: privatizzazione aree, ricorsi, ecc..., ma si rilancino i fondamentali del progetto. In atto non si potrà più comprendere l’area ex Montecatini ed ex scalo ferroviario per progetti di archeologia industriale, ma l’Area Tribò, date le sue dimensioni e soprattutto i vincoli posti dalla Raffineria per mantenerne la donazione, può essere sufficiente ad avviare la realizzazione dell’ORTO BOTANICO che non sia una mera barriera tra Città e Area Industriale, ma che in prospettiva comprenda: giardini tematici, laboratori di analisi e strutture per la propagazione delle specie di interesse floro-vivaistico e di conservazione del germoplasma caratteristico della piana di Milazzo, aree espositive con annessi locali per corsi professionali, incontri, seminari, conferenze, aree per attività ricreative, attrezzature per il gioco, il riposo, il tempo libero e attività all’aria aperta, il recupero archeologico della villa romana la cui presenza è stata ipotizzata dall’ing. Ryolo e confermata dalla Soprintendenza ai BB.CC.AA. Oggi pare che nel capitolo messinese del Patto per il Sud, attraverso il Masterplan, sia prevista una somma di circa 2 milioni di euro per il ”potenziamento dei controlli delle emissioni nella Valle del Mela” (leggasi centraline). Ben vengano, a condizione che non si rinunzi al finanziamento regionale del PO-FESR 2007-13 riassegnato dalla CGA, ma si provveda ad integrare questo finanziamento con il progetto dei ”Giardini di Federico” attualizzato alla situazione odierna. Quindi non solo una barriera naturale verso gli insediamenti industriali ed un efficace e indipendente sistema di monitoraggio dell’inquinamento ambientale, peraltro indispensabili, ma un sistema integrato utile sia alla salute che all’economia cittadina.
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