ITALIA NOSTRA SEZIONE DI BASSANO DEL GRAPPA
Al Signor Sindaco Comune di Bassano del Grappa OGGETTO: Piano generale del Traffico Urbano (P.G.T.U.) denominato Piano della Mobilità Sostenibile (P.M.S.) della città di Bassano del Grappa;– Adozione ai sensi dell’art.36 del Codice della Strada D.Lgs 285/92 e delle Direttive Ministeriali del 12.04.1995, con deliberazione di Giunta comunale n.66 in data 13/03/2012 OSSERVAZIONI (formata da n. 6 pagine)
ITALIA NOSTRA, associazione da tempo impegnata nella salvaguardia del territorio bassanese, dopo aver esaminato gli atti a disposizione del P.M.S., rivolge a Codesta Amministrazione Comunale le seguenti osservazioni: 1) Mentre si legge dal verbale della Giunta Comunale n. 66 del 13/03/2012 per l’adozione del P.M.S. che “… il P.M.S. è stato presentato in incontri tra l’amministrazione con i presidenti dei Comitati di Quartiere il 24/01/2012 e con i rappresentanti locali delle Associazioni di Categorie Economiche nil 26/01/2012…” al contrario nessun coinvolgimento o confronto è stato attuato con le associazioni o club services o cittadini portatrici di interessi collettivi al fine di perseguire i contenuti e le finalità della pianificazione del PMS. Infatti la legge regionale 23 aprile 2004 n. 11 prevede (art.2) di perseguire le proprie finalità mediante il coinvolgimento dei cittadini, delle rappresentanze economico-sociali e delle associazioni... “alla formazione di strumenti di pianificazione e alle scelte che incidono sull’uso delle risorse ambientali”. La Regione Veneto, nel documento preliminare del P.T.R.C. in data 24 aprile 2008, invita gli enti soggetti a conformare la propria attività al metodo del confronto e della concertazione “anche con le associazioni economiche e sociali portatrici di rilevanti interessi sul territorio e di interessi diffusi”. Nella redazione del P.M.S. adottato la fase di confronto e concertazione si è ridotta ad incontri “informativi” da parte dell’Amministrazione Comunale e non si è concretizzata in momenti interattivi con le partecipazione della popolazione, in alcuni casi estremamente competenti e propositivi. 2) L'esame dei flussi di traffico mette in evidenza due aspetti principali: rispetto al 1989 il flusso in arrivo da nord ed est non è aumentato, vengono utilizzate alternative viarie di recente realizzazione, tant'è che si può pensare di ridurre il traffico lungo viale Fosse; si sa quante automobili entrano e quante escono da Bassano, non si sa però quante di queste automobili entrino a Bassano per poi uscirne (traffico di solo attraversamento!).
Pare invece indispensabile sapere l'entità precisa del traffico di attraversamento, in quanto la totalità di tale traffico deve essere indirizzato al di fuori dell' “abitato” di Bassano, vista anche la futura viabilità prossima a Bassano. Una volta eliminata tale componente del traffico attuale (molto rilevante) si deve ragionare nei termini descritti nelle relazioni del PMS, ovvero per liberare dal traffico dei tratti viari basta rendere difficile il flusso veicolare lungo tali tratti. 3) Dalla Legenda della mappa “Sistema della Mobilità Ciclabile”, NON è prevista alcuna indicazione cartografica e quindi normativa riguardo: Ciclopista del Brenta o della Valsugana, infatti la mappa individua solo l’attuale percorso ciclabile lungo la Strada Campesana sul rettilineo esistente sino al bivio con Strada dei Pilati e NON traccia il percorso, già individuato nel 1996 e successivamente codificato nel 2005 dalla Frazione S.Eusebio lungo la strada Campesana –Valvecchia per la Frazione Sarson e Campese fino ai confini comunali, per poi proseguire verso nord. Si chiede una modifica cartografica e normativa. Ciclopista Pedalando tra Cardi e Decumani, infatti la mappa NON traccia il percorso già attuato mediante il deposito del 20/10/2008 del Progetto Preliminare sottoscritto dai Comuni di Bassano del Grappa, Cartigliano, Nove e Tezze sul Brenta con Convenzione Prot. 48163 del 30/06/2008, già con un finanziamento dell’Amministrazione della Provincia di Vicenza. Si chiede una modifica cartografica e normativa. 4) Dalla Legenda della mappa “Sistema della Mobilità Ciclabile”, NON è prevista alcuna indicazione cartografica e quindi normativa riguardo i diversi tracciati individuati in Mappa con un tratteggio di colore verde che da Contrà S.Eusebio, o da Quartiere XXV Aprile vanno verso ovest: ci si chiede che cosa sono: strade per le automobili? Oppure piste ciclabili? E di che tipo, visto che tra i 14,2 km di percorsi ciclabili indicati come “esistenti” nel territorio comunale non ci sono, e nemmeno sono compresi tra quelli “da riqualificare” o “da approfondire”? Che cosa individua questo tracciato? Si chiede un aggiornamento cartografico e normativo. 5) Nella cartografia è tracciata una strana pista ciclabile che percorre nei due sensi di marcia il Viale delle Fosse con una “inversione a U” prima della statua del generale Giardino! Alcuna indicazione nella relazione e negli allegati tecnici è data per spiegare questa ”strana” tipologia di percorso, anche alla luce della recente e discutibile rotonda a nord che ha completamente distrutto uno degli angoli più belli della città. A riguardo il P.M.S. non dà alcuna indicazione sulla posizione proprio in questa rotonda del percorso protetto per le biciclette, ignorando la direttiva Europea a riguardo già recepita nella Normativa Regionale, anche citata all’interno delle relazioni. Si chiede un aggiornamento cartografico e normativo.
Si rimanda la visione perché oggetto di norma per i documenti del PMS: - “Città in bicicletta, pedalando verso l’avvenire”, Commissione Europea DG XI Ambiente, 1999; - “La città in bicicletta – progettare percorsi ciclabili per migliorare l’ambiente”, Europa - Ministero regione Veneto- Arpav – Fiab, 2007; - “L’a-bici, Numeri, idee, proposte sulla mobilità ciclabile”, Legambiente,Padova 2010;
6) L’Allegato 1 “Regolamento Viario” parla solo ed esclusivamente di indicazioni e prescrizioni per le automobili, per i posti a sosta delle auto, dei percorsi delle auto, delle misure dei parcheggi, ignorando completamente qualsiasi indicazioni normativa sui percorsi ciclabili sia per quelli esistenti, sia per quelli di progetto. Unica cosa scritta nella Classificazione della rete Stradale, all’Art. 2 dell’Allegato 1 è l’indicazione, priva di qualsiasi altro commento normativo, di Itinerario Ciclabile, e poi successivamente all’Art4 si parla di Pista Ciclabile, e a l Punto 53 bis se ne elencano gli utenti sotto il titolo di utente debole della strada (pedoni, disabili in carrozzina, ciclisti e tutti coloro i quali meritano una tutela particolare dai pericoli derivanti dalla circolazione sulla strada): Ma all’interno dei documenti allegati al P.M.S. nessuna tutela, operazioni stradali, manufatto, regole ecc vengono messe in campo, vengono descritte a riguardo, rimandando tutto ad enunciazioni generali condivisibili ma non sufficienti per u Piano che dovrebbe regolare in concreto la mobilità sostenibile e non quella automobilistica. Infatti al Titolo II dell’Allegato citato, quando si parla di standard tecnici e funzionali nella descrizione delle strade nessuna indicazione è data per le piste ciclabili o per i percorsi ciclabili! Si chiede un aggiornamento cartografico e normativo. 7) Sempre nella cartografia allegata al PMS si individua un “percorso pedonale meccanizzato” poi individuato anche come scala mobile, a partire dal Prato S.Caterina, la cui origine si perde nella note dei tempi! Ma non c’è un altro sistema per far fronte e superare questa difficoltà di collegamento? 8) Sulla cartografia su Viale delle Fosse, di fronte al vecchio Ospedale o per meglio dire di fronte all’attuale parcheggio Le Piazze è individuato un “nuovo” percorso ipogeo (un sottopasso pedonale, insomma) che dista poco meno di 30 metri da quello esistente poco più in la a nord. Di questo esistente al contrario non c’è alcuna traccia. Allora ci si chiede che necessità ci sia a farne un altro così vicino? Ma soprattutto quale sia la logica di pianificazione o la teoria della mobilità che pone accanto ad un sottopasso esistente, ben fatto e ben individuato un attraversamento pedonale a raso modulato da un semaforo? Che senso ha? Si chiede un aggiornamento cartografico e normativo. 9) Mentre per Piazza Terraglio l’indicazione fatta è per una riconversione ad area pedonale e belvedere sul fiume Brenta, per salita Brocchi al contrario le auto passeranno lo stesso! Anzi con una sorta di invenzione stradale viene indicata una sola corsia di passaggio per le auto, in alternativa alle attuali 2 o
3! Ma gli estensori del Piano sanno di cosa stanno parlando? Conoscono la morfologia della città? Si chiede un aggiornamento cartografico e normativo. 10) Park in Prato Santa Caterina In Prato Santa Caterina è previsto un Park Interrato per complessivi 3 piani con una capienza di 432 posti a rotazione e 144 da porre in vendita! Non è bastato distruggere un tratto di mura antiche fra via Santa Caterina e Via San Bonaventura e invadere la proprietà religiosa ultima reliquia della Bassano medievale per realizzare un parcheggio in una delicatissima zona residenziale; non è stato sufficiente violentare la viabilità e cedere alla speculazione edilizia dei soliti noti una vasta area del Margnan giustificandola come risoluzione ai problemi dei residenti. Ora ci si inventa l’ennesimo parcheggio quando il Parking Cadorna è perennemente vuoto, e dopo la realizzazione dei nuovi parcheggi attorno alle mura che raggiungono così complessivamente i 1550 posti. Si chiede un aggiornamento cartografico e normativo. 11) Viale XI Febbraio rimane a senso unico ma invertito. Anche qui si è persa la occasione – in occasione della sostituzione degli alberi - di trovare una soluzione complessiva che contemperi anche e soprattutto i percorsi ciclabili e quelli pedonali. Ci si domanda perché non eseguirlo a doppio senso per togliere completamente le auto da salita Brocchi? Si chiede un aggiornamento cartografico e normativo. 12) Via Beata Giovanna rimane a senso unico ma invertito, poi anche ZTL a fascie orarie. Risulta incomprensibile in tale contesto l’affluenza delle auto nella strettoia di Salita Brocchi con una tortuosa e difficoltosa svolta attorno alla statua della beata Giovanna per immettersi nella via omonima e raggiungere l’uscita verso sud: ma per andare verso dove? 13) Nuova rotonda a sud su Viale delle Fosse. La discutibile rotatoria appena realizzata a nord di Viale delle Fosse, oltre che di dubbia e vera utilità anche per le sue caratteristiche morfologiche, è risultata senza ombra di dubbio, dopo la sua esecuzione, una grossissima stonatura in un ambiente storico-paesaggistico straordinario. Un’altra rotatoria prevista sempre su questo viale ma a sud non risolve i gravissimi problemi di discesa Brocchi (che rimane nel PMS sempre per la circolazione generale delle auto!), renderebbe irraggiungibile il progetto di riunire il Giardino Parolini al centro Storico, ma soprattutto non fa altro che accentuare la separazione tra centro entro le mura e tutto il resto! Se ci fosse una tragica icona da non dimenticare per la precedente Amministrazione Comunale questa dovrebbe essere la salma straziata da uno dei bus del povero studente 16 enne a Piazzale Trento. Nessun cenno troviamo sulla sicurezza delle intersezioni. La maggioranza degli incidenti che coinvolgono i ciclisti (oltre il 75%) avviene alle intersezioni. Il carattere di molte delle nostre città è stato alterato dalla realizzazione di rotatorie a più corsie con progetti che vengono percepiti come ostili, pericolosi ed inappropriati.
Per pedoni e ciclisti (ma anche per i motociclisti) questi tipi di incroci sono i punti più temuti della rete stradale. Ricerche hanno dimostrato che vi sono casi nei quali sino al 25% del totale degli incidenti che avviene nelle rotatorie coinvolgono i ciclisti. Si chiede un aggiornamento cartografico e normativo. Si rimanda al quaderno FIAB per le proposte specifiche. http://www.comune.torino.it/ambiente/bm~doc/bici07_quaderni_marescotti.pdf
14) Doppio senso di marcia in via Parolini. Gli studi che hanno portato a questa decisione sono datati e più volte contestati in passato in relazione soprattutto ai percorsi attorno alle scuole con aumento degli inquinanti ambientali: non viene prevista alcuna visione d’insieme collegabile alle idee del Masterplan Bassano 2020, che l’Amministrazione Comunale ha proposto e sostenuto, per quanto riguarda la mobilità di pedoni e ciclisti. 15) Pedonalizzazione del centro storico. Una campagna di sensibilizzazione continua che l’associazione ha svolto in tutti questi anni è quella organizzata per la totale pedonalizzazione del centro storico. Anche recentemente dopo la realizzazione dei nuovi parcheggi attorno alle mura che raggiungono i 1550 posti , non ci possono essere fasi progressive, o interventi palliativi per la pedonalizzazione del centro storico (che non supera la distanza di 500 metri da un estremo all’altro), ma altresì un deciso e indifferibile programma di equilibrio di tutela dell’ambiente, di interessi diversi, di limitazione del traffico automobilistico (incompatibile con la conformazione urbanistica e architettonica), di miglioramento delle condizioni di salute degradate dall’inquinamento acustico e atmosferico, di progressiva educazione civica al rispetto del bene comune. Recentemente l’associazione è intervenuta per indicare non una ZTL per il centro storico ma una ZMS zona a mobilità sostenibile: è di questi giorni finalmente l’introduzione della norma che prevede di andare contromano per le bici in zona 30! Ci si aspetta che anche il comune di Bassano ed il PMS ne tengano conto introducendo la norma per tutte le strade che hanno questa caratteristica ministeriale e per tutto il Centro Storico dentro le mura. L’Associazione Italia Nostra sezione di Bassano del Grappa, consapevole che all’interno delle mura in un percorso di 250 metri tutto è racchiuso non ha mai rinunciato a proporre sulla scorta di mille esempi italiani e stranieri la chiusura al traffico della città e in particolar modo di alcune aree sensibili come i cortili del Castello che sono un vero gioiello mai valorizzato a fondo. A riguardo è opinione corrente che molti dei permessi di transito/parcheggio rilasciati non rispondano a dimostrate esigenze di pubblica utilità. La riproposizione di attività che storicamente sono andate dismesse per ragioni di superamento tecnologico (il piccolo artigianato e commercio) potrebbe trovare nuova coerenza economica in un articolato progetto di valorizzazione storico e artistica. Parcheggi e viabilità sono temi strettamente connessi ma che Italia Nostra ha sempre proposto in una visione di insieme pensando agli assi viari principali di penetrazione in città ma anche ai
possibili danni che si infliggerebbero in termini di inquinamento e distruzione al verde e alla pace di alcuni quartieri se gli si facesse oggetto di ampie superfici per la sosta delle auto. Si chiede un aggiornamento cartografico e normativo. Ecco in sintesi gli obiettivi da perseguire, cosa fare per il centro storico: 1) Riqualificazione culturale e turistica con particolare attenzione all'aspetto storico ed al fiume; 2) Ripristino dei caratteri ambientali tradizionali; 3) Drastica riduzione del traffico motorizzato, chiusura di Viale dei Martiri, viale delle Fosse e via Remondini; 4) Potenziamento dei parcheggi di cintura; 5) Realizzazione di percorsi ciclabili di avvicinamento lungo tutte le vie di accesso (Tenere presente la letteratura con gli esempi stranieri = http://www.lags.corep.it/doc/lezione_prof.maternini.pdf) 6) Destinazione dell'area dell'ex Ospedale alla realizzazione di strutture collettive, funzioni pubbliche, parcheggio intermodale, e ampliamento dell'area verde pubblica; 16) Conclusioni Il piano del traffico è uno strumento formidabile per realizzare il progetto di città, progetto questo che ci si augura ogni amministrazione comunale formuli per il proprio territorio. Il piano del traffico non deve essere avulso dagli altri strumenti di progettazione urbanistica ma deve essere uno degli elementi qualificanti di quest'ultima, quale precisa scelta politica, capace di influenzare la vita stessa della città. Il piano del traffico non deve essere definito da tecnici sulla sola base dei flussi attuali delle auto e delle dimensioni delle sedi viarie al fine di far transitare più facilmente, quindi più velocemente, il traffico attuale più quello futuro, previsto in aumento. Il piano del traffico pertanto non deve essere un dato di fatto inconfutabile e l'unico possibile, in quanto redatto da tecnici specializzati, ma deve essere funzionale alla realizzazione del progetto di città.
ITALIA NOSTRA SEZIONE DI BASSANO DEL GRAPPA
Pagine 6/6 Per il Consiglio Direttivo, Il presidente Prof. Adalgisio Bonin