(Allegato 2)
GIOVANI PER I GIOVANI Si ricorda che: - LA DOMANDA DI SERVIZIO CIVILE VA INVIATA A : VIS – VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO VIA APPIA ANTICA 126 00179 ROMA - LE DOMANDE VANNO INVIATE ENTRO IL 7 LUGLIO 2008 ENTRO LE ORE 14.00 (NON FA FEDE IL TIMBRO POSTALE)
Titolo del progetto: GIOVANI PER I GIOVANI Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili: ALBANIA - Tirana - Quartiere di Breglumasi (2 posti) Nella zona di Breglumasi, che si estende attorno ad un fiume ed è delimitata dalla cintura ferroviaria e dai nuovi insediamenti di Bathorë, Institutë e Kassal e dove è forte è la presenza anche della minoranza etnica Rom, risiedono oltre 10.000 abitanti, dei quali oltre il 50% ha un età inferiore ai trent’anni e più del 16% meno di sette. L’area dal 1991 fu interessata dalle migrazioni di popolazione proveniente dal nord dell’Albania, dai distretti di Tropojë, Pukë, Mirditë, Dibër e Lezhë. Il VIS Albania Il VIS Albania opera, gestisce e coordina le seguenti strutture e iniziative all’interno del quartiere di Breglumasi, periferia di Tirana. •
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Centro diurno per bambini a rischio di abbandono scolastico o con gravi problemi di apprendimento, appartenenti a famiglie in situazione di estrema poverta’. La struttura ospita attualmente 22 bambini, di età compresa trai 6 e i 14 anni, molti dei quali appartenenti alla comunità Rom. All’interno del Centro vengono svolte attività di sostegno scolastico, educative e formative, volte a consentirne il recupero e il reinserimento sociale Centro di aggregazione giovanile. La struttura ospita attività formative e ludico-ricreative per bambini e per giovani. La struttura è aperta dal lunedi al giovedi durante il pomeriggio per tre ore. In inverno dalle ore 15.00 alle ore 18.00, in estate dalle ore 17.00 alle ore 20.00. Inoltre la Domenica le attività si svolgono dalle ore 12.00 alle ore 14.00, dopo la fine della messa domenicale. All’interno del Centro vi è un operatore sociale impiegato a tempo pieno. Le attività vengono coordinate dal volontario VIS Albania in loco. Giornale di Breglumasi. La redazione costituita 4 persone rappresentative della comunita’ di Breglumasi, cura la stesura e pubblicazione del giornale “La Nostra Voce” (Fjala Jonë), attualmente stampato in 700 copie. Il progetto consente la stampa del giornale, che rappresenta un efficace foglio di collegamento e un condiviso strumento di dialogo e confronto sui problemi e sugli eventi della comunità. Il VIS opera anche in un villaggio, Kassal, ubicato a 30 km di distanza dalla capitale, in collaborazione con una ong locale, Shkej, nata ad opera degli stessi volontari del VIS. Nel 2003 sono cominciati i lavori per la costruzione di un asilo. Le attività sono cominciate nel Novembre
dell’anno successivo (2004). Contemporaneamente, a partire dal Settembre 2005, si svolgono all’interno della struttura stessa, attività di animazione per giovani e bambini. BOLIVIA - La città di Santa Cruz de la Sierra (2 posti) Il municipio di Santa Cruz de la Sierra è ubicato geograficamente nella parte orientale del paese; è capoluogo dell’omonimo dipartimento e della provincia di Andrés Ibáñez, che è il più esteso della Bolivia (oltre 370.000 km²). La città rappresenta il nuovo centro economico nazionale ed ha recentemente registrato un discreto sviluppo nei settori dei servizi pubblici, delle industrie (locali e straniere), delle telecomunicazioni, di hotel e banche. Il Proyecto Don Bosco (PDB) e le sue strutture In questo contesto, attraverso l’opera della controparte locale salesiana, nasce il Progetto Don Bosco (PDB), organizzato in differenti strutture e tappe per l’accoglienza ed il recupero dei ragazzi di strada (Niños/as, Adolescentes y Jovenes en Desventaja Social - NAJ-DS, Bambini/e, Adolescenti e Giovani in situazioni di disagio sociale). Le strutture del Proyecto Don Bosco sono complessivamente 7: Techo Pinardi; Patio Don Bosco; Granja Moglia; Hogar Don Bosco; Mano Amiga, Casa Miguel Magone e Barrio Juvenil. •
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Techo Pinardi è il centro di accoglienza notturno, la porta di entrata dei ragazzi di strada a cui è data la possibilità di trascorrere la notte quando lo desiderino, nella quale gli si offre un’accoglienza affettuosa e tranquilla, la possibilità di accedere a servizi igienici e sanitari, il servizio di lavanderia, una cena calda, attività ludiche, ricreative e laboratori educativi, un letto dove dormire protetti dai pericoli della strada ed un’abbondante colazione per affrontare la giornata. Patio Don Bosco è il centro di accoglienza diurno per i ragazzi che decidono non tornare sulla strada e a cui viene proposto un percorso di formazione ed animazione: i ragazzi vengono educati alla convivenza e al rispetto dell’altro; vengono responsabilizzati attraverso la collaborazione nello svolgimento di piccole attività domestiche ed il rispetto degli orari e della condotta; vengono sensibilizzati sulle pratiche quotidiane igienico-sanitarie; sono supportati psicologicamente da personale specializzato con l’obiettivo di superare i problemi e abbandonare l’uso di droghe; possono praticare sport; possono ricevere sostegno scolastico ed una formazione professionale nei laboratori di artigianato, falegnameria e meccanica/saldatura. Granja Moglia è il centro di recupero in cui ai ragazzi viene offerta la possibilità di dedicarsi allo studio e al sostegno di piccole attività condotte nello stesso quali la coltivazione dell’orto e l’allevamento di alcuni animali. La struttura riproduce la convivenza di un nucleo familiare attraverso il lavoro quotidiano con orari specifici, l’opportunità di svolgere lo studio scolastico, appoggiati dai loro educatori, eseguire attività ludiche e ricevere un supporto psicologico sia in gruppo, alternando laboratori psicosociali a dinamiche sull’autostima, sia in forma individuale incoraggiando un clima di rispetto, tolleranza e comunicazione. Hogar Don Bosco (per i ragazzi di 6-18 anni) offre un’educazione integrale, in quanto ha organizzato e avviato classi per l’intero ciclo scolastico (scuola primaria e secondaria) ottenendo il riconoscimento di scuola parificata a livello statale. La struttura offre anche la possibilità di svolgere delle attività presso i laboratori (di meccanica e saldatura e di produzione di detersivi), aperti sia agli studenti della scuola che a ragazzi che frequentano gli altri centri. Mano Amiga (per i ragazzi di 6-15 anni) lavora con ragazzini orfani, abbandonati e in situazione di grave rischio fisico-morale sino alla risoluzione dei problemi. L’azione svolta da questa struttura ha una finalità preventiva, volta ad evitare che i ragazzini, una volta usciti dal centro, possano ricadere nelle difficoltà della strada. Casa Miguel Magone e Barrio Juvenil (rispettivamente per i ragazzi di 14-18 anni e di età superiore a 18 anni) accolgono adolescenti e giovani offrendo loro una casa dove vivere e preparandoli al reinserimento nella società attraverso lo studio e la possibilità di frequentare e di lavorare in laboratori tecnici (giardinaggio in entrambe e falegnameria a Barrio Juvenil – questa
possibilità è offerta anche ai ragazzi degli altri centri). Inoltre ai ragazzi che svolgono una professione si propone, nel Barrio Juvenil, di contribuire alle spese domestiche con l’obiettivo di responsabilizzarli e prepararli a vivere in maniera indipendente ed autonoma. BURUNDI - La città di Bujumbura (2 posti) La città di Bujumbura è situata nella valle dell’Imbo (Rusizi), ai piedi del grande lago Tanganika, a 600 m d’altitudine. Il 52% degli abitanti della città è formata da giovani con meno di 20 anni, specchio della popolazione del paese. La città di Bujumbura è sorta nel 1897, nel periodo di presenza dei colonizzatori tedeschi; alla fine della seconda guerra mondiale, con la ricostruzione dell’Europa e la ripresa dell’economia mondiale, i Belgi, subentrati ai precedenti colonizzatori, hanno dato avvio, a partire dal 1950, ad un piano di sviluppo del territorio, che ha concentrato nella capitale burundese diverse realtà imprenditoriali. Il comune di Buterere Il comune di Buterere, con una estensione di 2.300 ettari, è il più vasto della capitale ed uno fra i più popolati. Situato a Nord della capitale, verso l’aeroporto, comprende 9 quartieri. All’inizio Buterere era considerato come un luogo in cui confluivano tutte le immondizie della capitale. In occasione dei tragici eventi del 1993, il comune si è svuotato della maggioranza della popolazione, che si è spostata verso altri quartieri della capitale e anche nei paesi vicini, lasciando dietro a sé un comune totalmente distrutto. Oggi gli sfollati e i rifugiati ritornano progressivamente nelle loro case, nonostante la povertà delle condizioni. Attualmente il comune contra tra 33.000 e 35.000 abitanti. Il comune resta tra gli ultimi comuni della capitale in termini di strade, acqua potabile, elettricità, luoghi di approvvigionamento e infrastrutture. E’ spesso soggetto ad intemperie atmosferiche, quali vento violente e l’esondazione del fiume Mutimbuzi. La Cité des jeunes Don Bosco, centro nel quale si realizzano le attività del presente progetto. Dal 1996, i salesiani, hanno dato il via ad interventi socio-educativi a favore delle fasce più disagiate della popolazione giovanile. Nel 2000 è stata creata la « Cité des jeunes », un centro che offre alle ragazze ed ai ragazzi poveri o in situazione di disagio sociale, abitanti nel quartiere e nelle zone limitrofe, opportunità di aggregazione e di formazione in un contesto con forte valenza educativa, nel quale essi possono trovare: - occasioni ed ambienti di incontro e di socializzazione; - percorsi educativi e di promozione umana; - attività sportive, ricreative e culturali. E inoltre: - corsi di formazione professionale, in aderenza alle capacità dei giovani ed alle richieste del mercato; - azioni di supporto rivolte alla loro collocazione occupazionale, così da agevolare ed accompagnare il loro inserimento nel mondo del lavoro e nel contesto socio-economico in generale. REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO - La città di Goma e il quartiere di Ngangi (2 posti) Goma si trova nella parte est della Repubblica Democratica del Congo, nella tristemente conosciuta regione dei grandi laghi, scenario di una di quelle guerre che sono state definite “guerre dimenticate” che qui ha causato la morte di più di 4 milioni di persone negli ultimi 10 anni. Le ragioni dell’insicurezza e della morte sono incomprensibili per la gente semplice, che vuole vivere in pace, infatti, il motore del conflitto sono la ricchezza dei minerali e gli interessi strategici. Nel 1994, a seguito del genocidio perpetrato in Rwanda a danno dell’etnia Tutsi e del conseguente contrattacco da parte delle forze ribelli provenienti dall’Uganda, si ingenerò un massiccio spostamento di rifugiati verso la città di Goma (tra il 13-14 Luglio 2004 si stima che siano passate tra le 10.000 e le 12.000 persone per ora). Questa marea umana raggiunse nella zona il numero approssimativo di un milione e si situò in campi profughi nei pressi della città, dando luogo ad una grave crisi umanitaria, data
la mancanza di riparo, cibo ed acqua (una terribile epidemia di colera causò la morte di migliaia di rifugiati Hutu). Furono proprio i campi profughi attorno a Goma a fare da miccia per lo scoppio della prima guerra del Congo, dato che, a seguito delle operazioni di guerriglia perpetrate a partire dai suddetti campi ai danni del Rwanda, Laurent Kabila poté approfittare per ottenere l’appoggio del Rwanda e dell’Uganda alla sua ribellione contro il governo Mobutu. Il Centro Don Bosco •
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Il Centro fu avviato dalla comunità salesiana dell’Istituto Tecnico Industriale di Goma (ITIG) nel 1988 per rispondere ai bisogni dei giovani e per fare attività sportive.. Oggi il Centro apre le sue porte ogni giorno a c.a. 1800 bambini in difficoltà, orfani, bambini che vivono sulla strada, bambini soldati, bambini accusati di stregoneria e bambini comunque lontani dalle loro famiglie. Molti di questi bambini sono orfani o vengono della strada; nel Centro trovano un posto dove dormire, ricevono cibo, cure mediche e soprattutto un'educazione scolastica e una formazione professionale gratuite, che li aiuterà nella vita. Possiamo distinguere tre categorie di bambini: Gli interni: c.a. 250 bambini tra 1 e 16 anni, ragazze e ragazzi. Fra questi ci sono quelli cosiddetti “in transito”, perché di essi si stanno cercando le famiglie. Gli altri sono orfani di padre o di madre o molte volte di entrambi i genitori. Tutti gli interni vivono nel centro dove mangiano tre volte al giorno, dormono, hanno da vestirsi, si lavano e frequentano la scuola. I bambini in transito sono in media tra 80 e100 per mese. Sono accolti nel Centro in collaborazione con la CICR (Croce Rossa Internazionale) che si occupa della riunificazione famigliare. Gli "amido" (semi-interni): mediamente 1000 bambini che vivono principalmente in strada: sono stati abbandonati dalla famiglia o vivono in famiglie ad alto rischio (uno dei genitori è morto, divorziato, ha problemi con l'alcool...). Essi non dormono nel Centro ma per loro le porte sono sempre aperte. La sera tornano a casa o nelle famiglie che li hanno accolti. Molti di loro vengono regolarmente a seguire i corsi, molti vengono quando hanno bisogno di mangiare, di lavarsi, di andare in infermeria o per altri problemi. Gli esterni: più de 500 bambini e giovani provenienti da famiglie "normali" ma povere per via della guerra e per le conseguenze dirette di questa (miseria, disoccupazione...), o per i disastri naturali. Questi bambini non hanno la possibilità di andare a scuola per ragioni meramente economiche, in tal senso il Centro gli copre le spese scolastiche. Al Centro trovano da mangiare e ricevono tutta l’assistenza di cui hanno bisogno. Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile:
I progetti di cooperazione allo sviluppo del VIS nei Pesi poveri sono quasi esclusivamente di tipo educativo, basati sull’accoglienza e il recupero e il reinserimento sociale dei minori a rischio e in difficoltà.
Piani di attuazione previsti per il raggiungimento degli obiettivi Gli obiettivi previsti dal progetto, saranno realizzati in un arco di tempo diviso in 5 fasi: - Prima fase: Formazione pre-partenza - Seconda fase: partenza e primo inserimento in servizio
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Terza fase: verifica intermedia Quarta fase: pieno inserimento e operatività Quinta fase: verifica finale
1. PRIMA FASE: formazione pre-partenza. Si svolge in Italia durante il 1° mese di servizio. Ai volontari vengono fornite indicazioni sulla legge che regolamenta il servizio civile, sulla procedure da adempiere, sui tempi e sulle modalità di servizio. Contemporaneamente, i volontari ricevono una formazione rivolta alla conoscenza dell’Organismo, dei Paesi e dei progetti in cui andranno ad inserirsi, con particolare riferimento agli strumenti e alle metodologie di lavoro. Una parte della formazione riguarderà al conoscenza dell’articolazione e delle peculiarità della Congregazione Salesiana, controparte in loco di tutti i progetti del VIS e la conoscenza del sistema preventivo di Don Bosco, applicato, come metodologia educativa, in tutti i progetti di sviluppo rivolti ai minori. 2. SECONDA FASE: partenza e primo inserimento in servizio Si svolge dal 1° al 3° mese di servizio e prevede l’inserimento nel paese di servizio, guidato dall’OLP con la collaborazione dei volontari VIS in loco e della comunità salesiana. In questa fase è prevalente l’aspetto formativo, di ambientamento e di orientamento, necessari per avere una visione d’insieme del contesto, del progetto, delle attività e dei possibili compiti specifici. 3. TERZA FASE: verifica intermedia Si svolge in Italia, durante il 4° mese di servizio. Dopo tre mesi d’inserimento nel paese di servizio, i volontari rientrano in Italia per una verifica intermedia del primo periodo passato all’estero. Questa fase è necessaria per valutare insieme i compiti e le mansioni da svolgere all’interno della attività previste per ogni sede e per far emergere eventuali difficoltà di ambientamento e di inserimento, legate al particolare contesto di servizio. 4. QUARTA FASE: pieno inserimento e operatività Si svolge in loco dal 4° al 11° mese di servizio. Dopo la verifica intermedia, i volontari rientrano nel paese di servizio con un piano di lavoro circoscritto e ben definito, da attuare per i successivi 7 mesi di servizio. E’ pertanto previsto il loro pieno inserimento e operatività nelle attività specifiche. 5. QUINTA FASE: verifica finale Si svolge in Italia al 12° mese di servizio. Al termine del servizio, i volontari sono chiamati a svolgere una sessione residenziale presso la sede VIS di Roma per una verifica che renda possibile valutare lo spessore e l’importanza dell’esperienza vissuta sul piano personale e professionale e contemporaneamente favorisca l’emergere delle aspettative per il futuro. Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto. I volontari, nei vari paesi di servizio, avranno il ruolo di animatori sociali e affiancheranno i salesiani, gli educatori, gli operatori sociali e gli animatori locali impiegati nei percorsi di accoglienza e recupero dei minori di strada o in situazione di disagio e difficoltà. Le attività previste per i volontari in servizio civile sono le seguenti: Collaborazione alle attività di prima accoglienza: presentazione, coinvolgimento e inserimento del minore; Attività di sostegno scolastico; Attività sportive: Allenamenti e tornei sportivi (pallavolo, calcio, basket, atletica leggera); Attività culturali: Cineforum, attività teatrali, corsi di musica, organizzazione di gruppi di
danza; Organizzazione dell’ “oratorio itinerante”: occasione di gioco e incontro per le vie del quartiere; gite ed escursioni, visite guidate ai musei i luoghi culturali; Giochi estivi con giochi a squadre; Ideazione e realizzazione di spettacoli in occasione di feste; Attività di biblioteca; Partecipazione a corsi di formazione in affiancamento agli animatori ed educatori locali; Riunioni di confronto periodiche con l’équipe dei Centri; Confronto costante con i referenti in Italia; Possibilità di recarsi in visita a progetti di servizio civile in paesi limitrofi per confrontare la propria esperienza; Redazione bimestrale di una relazione sulle attività dei Centri e sull’inserimento in servizio da inviare all’ufficio volontari del VIS; Redazione di relazioni informative specifiche sul contesto o singole attività richieste dal settore progetti e/o offerte del VIS.
Numero dei volontari da impiegare nel progetto: PAESE ALBANIA BOLIVIA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO BURUNDI
CITTA’
8
TIRANA SANTA CRUZ GOMA
NUMERO VOLONTARI 2 2 2
BUJUMBURA
2
Modalità di fruizione del vitto e alloggio: Si precisa la fruizione del vitto e alloggio per ogni singola sede: Albania: i volontari alloggeranno nell’appartamento riservato a tutti i volontari VIS, stanza singola con bagno in comune presente nell’appartamento. I pasti saranno consumati in detto alloggio e/o presso il centro specifico in cui lavoreranno. Burundi: a disposizione dei volontari c’è la casa dei volontari VIS, in cui i volontari del servizio civile avranno a disposizione una stanza singola con bagno. I pasti saranno consumati presso detta casa. Bolivia: i volontari alloggeranno nella casa dei volontari VIS, con stanza singola e bagno in comune con altri volontari. I pasti saranno consumati presso detta casa o presso le sedi di attività del progetto. Repubblica Democratica del Congo: i volontari alloggeranno nella casa dei volontari VIS, avranno a disposizione una stanza singola con bagno in comune. I pasti saranno consumati presso detta casa o presso le sedi di attività del progetto.
Numero ore di servizio settimanali dei volontari:
36
Giorni di servizio a settimana dei volontari: 6
Mesi di permanenza all’estero ed eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: I mesi da trascorrere in servizio all’estero sono almeno 10. Ai volontari si richiede flessibilità oraria e disponibilità ad impegni durante i giorni festivi. Si richiede anche la disponibilità a trasferimenti in altre città o paesi limitrofi per scambi di informazione e esperienze con altri progetti simili a quello in cui si inseriranno. Si richiede inoltre la partecipazione alle tappe del percorso di formazione in Italia e all’estero.
CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE
Particolari condizioni di rischio connesse alla realizzazione del progetto: 1) Le condizioni di rischio sono legate alla situazione specifica dei paesi in cui i volontari si recheranno poiché alcuni di questi paesi escono da una situazione di conflitto ( Rep.Dem. Congo) di consolidamento della pace a seguito della guerra civile (Burundi) o più in generale di condizioni socio-economiche molto difficili che a volte sfociano in tensioni sociali (Bolivia). In RDCongo, Burundi e Bolivia, potrebbero verificarsi situazioni di instabilità socio-politica che possono rendere pericoloso il permanere nel paese dei volontari.
2) Potrebbe essere pericoloso e portare a conseguenze impreviste, la guida di automezzi e le uscite da soli in orari serali e notturni, per condizioni di microcriminalità, furti, di instabilità politica, ecc. Ugualmente fonte di rischio può essere legata al non rispetto delle norme di sicurezza in vigore nel paese di servizio.
3) Altri situazioni di rischio sono rappresentate da condizioni sanitarie precarie in particolare nei paesi africani. Tutti i paesi africani sono ad alto rischio di infezione malarica e di febbre gialla, oltre che particolarmente esposti ad altre particolari infezioni quali tripanosmiasi, lesmaniosi, tifo, colera, meningite, epatite A e B. La condizione dei posti di cura in loco (ospedali, ambulatori) è ugualmente di scarso livello e precaria. Ugualmente precarie le condizioni igieniche, l’acqua potabile non è facilmente disponibile, fogne e discariche sono a cielo aperto in molte città africane, soprattutto nelle grandi capitali. Non si prevedono situazioni di rischio particolare per l’Albania.
Accorgimenti adottati per garantire i livelli minimi di sicurezza e di tutela dei volontari a fronte dei rischi evidenziati al precedente punto 16):
In questi paesi il VIS è presente e lavora da anni con il proprio personale locale e lavora in sinergia con le nostre controparti locali. Il VIS adotta già con il proprio personale espatriato procedure di sicurezza, procedure che saranno estese ai volontari in servizio civile. 1. Rapporto con la Rappresentanza Diplomatica in loco. Il coordinatore in loco dei progetti VIS è in contatto con la Rappresentanza Diplomatica del paese in cui lavora ed è tenuto a comunicare ad essa l’arrivo e la presenza sul posto di ogni persona espatriata del VIS che lavora in quel paese. In caso di emergenza o situazioni di rischio, le Rappresentanze diplomatiche rimangono in stretto contatto con le ONG e il personale italiano presente in loco. Nel caso di comunicati ufficiali da essa provenienti che consigliano il rimpatrio del personale italiano, il VIS si adeguerà alle raccomandazioni da essa provenienti per quanto riguarda i volontari in servizio civile. 2. Circolare sulla sicurezza Tutto il personale del VIS in servizio nei paesi in via di sviluppo è tenuto a prendere conoscenza e a sottoscrivere la circolare sulle norme di sicurezza da adottare in loco che prevede: - che l’uso degli automezzi del VIS, sia per motivi derivanti da impegni contrattuali che per occasioni concordate di riposo o vacanza, avvenga esclusivamente con autisti locali che guidino e custodiscano l’automezzo; - che le uscite serali e/o notturne avvengano in condizioni di massima sicurezza e siano concordate con il responsabile locale del VIS, segnalando il tragitto seguito e la località da raggiungere e munendosi di telefono o equivalente per garantire la reperibilità. - Che i volontari rispettino le regole di sicurezza vigenti in ogni paese. Ai volontari viene data in uso una scheda telefonica da utilizzare sul proprio cellulare per poter essere reperibili in ogni momento e contattabili o poter contattare in caso di emergenza. 3. Condizioni igienico-sanitarie A tutto il personale VIS in partenza vengono fornite informazioni igienico sanitarie che prevedono: - consigli per l’utilizzo dell’acqua; - norme igieniche e profilassi ambientale (uso di zanzariere, di vestiario appropriato, attenzione al cibo, norme di reidratazione orale) - elenco di farmaci da portare con sé; - elenco delle vaccinazioni consigliate ed invito a contattare i centri di vaccinazioni internazionali, quali l’Ufficio di Sanità marittima, l’Ufficio di Igiene delle ASL di competenza e il sito dell’OMS/viaggi internazionali e salute pubblica (http://www.who.int/ith/en/) e il proprio medico curante; - informazione sulla profilassi antimalarica e sulla cura della malattia; - segnalazione di una mailing list sanitaria che il VIS ha organizzato con alcuni medici e altri esperti in campo sanitario una mailing-list sanitaria a supporto dei volontari per risolvere problemi inerenti i progetti sanitari ma anche a supporto dei volontari non impiegati in progetti sanitari ma che si possono venire a trovare in aree a rischio di epidemie.
I centri e le abitazioni destinate ai volontari sono provvisti di acqua potabile ed energia elettrica. Tutti i responsabili VIS in loco sono in contatto con i centri sanitari in loco che garantiscono livelli ottimali di cura, ove potersi rivolgere in caso di emergenza e necessità.
Particolari condizioni di disagio per i volontari connesse alla realizzazione del progetto: Per tutti questi paesi il disagio è rappresentato dalle particolari condizioni di vita in un paese in via di sviluppo, condizioni determinate dal clima (per i paesi tropicali), dalle condizioni socio-economiche del paese in cui si presterà il servizio volontario, dalle condizioni igienico-sanitarie. Il clima è particolare difficile nei paesi africani, con periodi di grande caldo uniti ad una umidità elevata. La stagione delle piogge nei paesi africani è tale che intere città possono allagarsi in breve tempo. In queste condizioni gli spostamenti non sono facili ma comunque garantiti da veicoli messi a disposizione dal VIS. Per quanto riguarda le condizioni igienico-sanitarie si veda il punto 17). Tutti i centri in cui lavoreranno i volontari nonché le loro abitazioni sono provvisti di energia elettrica. Tuttavia può succedere che si possano verificar in tutti paesi frequenti interruzione di erogazione dell’energia elettrica e dell’acqua. Le comunicazioni telefoniche e telematiche potrebbero essere difficili per i motivi sopra esposti.
Modalità di comunicazione della presenza dei volontari all’autorità consolare o diplomatica italiana presso il paese in cui si realizza il progetto: Il coordinatore in loco dei progetti VIS è in contatto con la Rappresentanza Diplomatica del paese in cui lavora ed è tenuto a comunicare ad essa l’arrivo e la presenza sul posto di ogni persona espatriata inviata dal VIS. Ogni volontario, accompagnato dal coordinatore in loco, si recherà quindi alla Rappresentanza Diplomatica al suo arrivo nel paese di destinazione.
Modalità di collegamento e comunicazione con la sede italiana dell’ente proponente il progetto assicurata ai volontari: Per ciascuna delle sedi previste dal presente progetto è garantita la possibilità per i giovani volontari di comunicare con la sede italiana attraverso le consuete vie di comunicazione: telefono fisso e cellulare, fax, posta elettronica, skype. Le comunicazioni tra la sede VIS in Italia e le sedi in loco si svolgono giornalmente. Ai volontari sarà fornita una scheda per cellulare in modo da poter garantire la comunicazione con la sede VIS in Italia e con i propri familiari.
Modalità e tempi di eventuali rientri in Italia dei volontari durante il periodo di permanenza all’estero: E’ previsto un rientro dei volontari della durata di 15–20 giorni dopo un periodo di permanenza di tre mesi circa nel Paese straniero di destinazione, come già specificato nelle fasi di attuazione del progetto. Il rientro ha la finalità di monitorare in maniera più diretta l’andamento del servizio, di verificare il loro positivo inserimento nei progetti, di effettuare una valutazione in itinere sulla crescita dei volontari, di proseguire il percorso di formazione.
Eventuale assicurazione integrativa di quella stipulata dall’Ufficio a favore dei volontari: I volontari in servizio civile avranno una copertura assicurativa integrativa a carico dell’organismo che copre il caso morte. Si tratta della Polizza Temporanea Caso Morte (TCM) INA n. 35012. La polizza prevede un indennizzo per morte derivanti da qualsiasi causa durante il periodo di servizio. La garanzia è estesa anche agli eventi che si manifestino nei dodici mesi successivi al termine del servizio e comportino il decesso entro gli ulteriori sei mesi.
Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: -
Diploma di scuola superiore
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Conoscenza, a livello intermedio, della lingua internazionale parlata nel paese di destinazione, cioè: Castigliano, per la Bolivia Francese, per Repubblica Democratica Congo e Burundi. Per l’Albania è sufficiente la conoscenza della lingua italiana.
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:
Le competenze saranno certificate dall’Associazione “CNOS-FAP Regione Lazio”, ente regolarmente accreditato dalla Regione Lazio come Ente di Formazione Professionale e dei Servizi di orientamento (Cfr. ACCORDO ALLEGATO)
CAPACITA’ E COMPETENZE RELAZIONALI - capacità di lavorare in team;
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capacità di accogliere e inserire nel centro e nel contesto sociale i minori e i giovani in difficoltà; capacità di comunicare e operare in un ambiente culturale diverso da quello di provenienza e di stabilire relazioni interpersonali positive; capacità di relazionarsi ad altri enti e associazioni.
CAPACITÀ E COMPETENZE ORGANIZZATIVE - capacità di organizzare attività socio-educative; - capacità di lavoro con minori svantaggiati. CAPACITA’ E COMPETENZE PROFESSIONALI: - conoscenze sulla cooperazione e progettazione allo sviluppo; - conoscenze sulla modalità di lavoro di una ONG di sviluppo; - capacità di leggere i bisogni del contesto sociale in cui si è inseriti; - conoscenza di un paese in via di sviluppo; - conoscenza della lingua internazionale parlata nel paese in cui i volontari si inseriranno; - capacità di lavorare per progetti; - capacità di organizzare e gestire le varie attività di animazione; - capacità di gestire gruppi di minori e giovani in difficoltà attraverso momenti educativi ludico-ricreativi.
Formazione generale dei volontari Sede di realizzazione: Sede del VIS a Roma, Via Appia Antica 126
Modalità di attuazione: La formazione generale verrà realizzata nell’ambito di una settimana residenziale, presso la sede del VIS. I volontari saranno ospitati in una struttura residenziale attigua alla sede di realizzazione del corso e parteciperanno a tutte le fasi di realizzazione del corso. Si prevede un lavoro di 8 ore al giorno, più 2 attività serali nei quali saranno proposte simulazioni e giochi di ruolo. Pertanto la formazione durerà 44 ore
Contenuti della formazione:
FORMAZIONE GENERALE A) FONDAMENTI DEL SERVIZIO CIVILE B) ORDINAMENTO DEL SERVIZIO CIVILE C) IL SERVIZIO CIVILE NELL’ENTE PROPONENTE D) CONTENUTI SPECIFICI PER IL SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO, IN PROGETTI DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO: Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari Sede di realizzazione: La formazione specifica verrà realizzata presso le sedi di attuazione del progetto, di cui al punto 20). Modalità di attuazione: Sarà svolta in loco tramite i formatori dell’ente. Si tratta di una formazione in loco che verrà realizzata durante la seconda fase del progetto, la fase di partenza e primo inserimento in servizio, fase che si svolge nei primi tre mesi di attuazione del progetto.
Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Si svolgerà tramite: - riunioni di approfondimento su ogni singolo paese; - visite ad alcuni luoghi caratteristici del paese e della città in cui si presta servizio; - incontri con associazioni, persone, realtà particolarmente significative nel campo della cooperazione allo sviluppo presenti in ogni singolo paese; - conoscenza del centro specifico in cui si è inseriti, di tutte le attività del centro, anche quelle non di competenza di ogni singolo volontario. - Affiancamento al volontario tramite training on the job; Ai volontari in servizio civile sarà inoltre proposto di partecipare ad un corso realizzato dal VISOnline, il Centro di formazione per lo Sviluppo umano (http://www.volint.it/fad) Contenuti della formazione:
A.
Conoscenza del paese in cui si lavora
B.
La cooperazione e la progettazione allo sviluppo
C.
Il lavoro in equipe:
D. Contenuti specifici nel caso di partecipazione ai corsi VISOnline.
Durata:
La parte esplicitamente destinata alla formazione si attuerà nei primi cinque mesi di servizio per un totale di 80 ore.