EX MONASTERO DELLE CLARISSE DI SEZZE RELAZIONE - GENERALE
CENNI STORICI Le Clarisse si trovano a Sezze (Castello di Trevi) già nel 1313. lo dimostra una bolla di Clemente V che porta la data del 17 aprile di quell’anno. Con essa il Papa, da Avignone, dove si era trasferito, concedeva indulgenze e privilegi vari. Durante il secolo XV il detto castello venne raso al suolo dai setini e le Clarisse dovettero, come era naturale, abbandonare la chiesa di San Francesco dove, per oltre un secolo,avevano pregato, partecipando così alla vita della chiesa e del mondo. Non si è in grado di stabilire storicamente se, dopo quel forzato abbandono, abbiano ricevuto in consegna un altro luogo nella stessa città o siano emigrate altrove. Ritroviamo le Clarisse a Sezze dopo la peste del 1527. L’attuale Monastero, già preesistente come fabbricato, è stato fondato da due Clarisse venute dal Monastero di “San Silvestro in Capite” (Roma), intorno al 1556. Il fabbricato consta di un complesso di case situate fra via Cavour e via Corradini. E’ a tre piani, con circa 100 vani e tre cortili interni. La chiesa è di forma circolare e conserva alcune tele, opera del setino Giuseppe Turchi. Nella chiesa del Monastero, frequentata anche dalla Ven.le Caterina Savelli, S. Carlo da Sezze venne rapito in estasi mentre vi si intratteneva in preghiera. Tra i Papi che hanno visitato il Monastero: SistoV, che aveva dimorato, come semplice religioso, nel locale convento di S. Bartolomeo, e Benedetto XIII. Con la soppressione del 1870 le monache dovettero abbandonare il Monastero, dove fu loro possibile tornare solo dopo alcuni anni per vivere la vita regolare. Per secoli hanno avuto l’incarico di preparare le bambine del luogo alla prima comunione, ammettendole addirittura dentro il Monastero. Questa consuetudine ha avuto termine nel 1951, per decisione dell’allora Vescovo della città, Mon. Emilio Pizzoni.
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Durante l’ultima guerra mondiale, le monache si sono prodigate per il bene della popolazione, accogliendo i giovani costretti a nascondersi per sfuggire ai continui rastrellamenti dei tedeschi. In passato hanno ben meritato agli occhi della popolazione anche perché l’acqua delle loro cisterne, quando il paese ne era completamente sprovvisto, è sempre stata disposizione di tutti i bisognosi. Le Clarisse di Sezze, che fin dagli inizi avevano sempre professato la seconda regola di Santa Chiara, con Decreto della Sacra Congregazione per i Religiosi del 31 agosto 1970, prot. 7080/70, sono passate alla professione della prima regola. Dall’esame dei diversi tipi di muratura che si rinvengono nell’edificio, possiamo affermare che vari nel tempo sono stati gli ampliamenti, sia in pianta che in elevazione. I lasciti e le donazioni di aree perimetrali, confermano quanto sopra asserito. Poveri sono gli elementi decorativi, fatta eccezione per la piccola Chiesa manierista che presenta internamente e in facciata, stucchi di bassa fattura e fuori di ogni canone classico. Il luogo ove sorge il Monastero presenta, in facciata e internamente, resti murari sia preromanici, sia medievali, e su tali strutture si edificò la prima parte del complesso; in special modo la parte bassa su via Corradini, il vecchio ingresso su via Cavour e il chiostro. L’ala a mezzogiorno su via Cavour, e più precisamente il piano terra e il primo, a fasce cadenzate, evidenzia una buona fattura sia dal punto di vista costruttivo, sia per quanto riguarda i canoni architettonici contemporanei, riscontrabili anche in altri edifici del paese, come Palazzo Pitti. Le varie sopraelevazioni, del tutto asimmetriche rispetto ai piani bassi, sia lungo via Cavour, sia lungo via Corradini, sono più tarde, come pure le innumerevoli superfetazioni.
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Le differenze di quote tra camerate confermano l’episodicità delle strutture murarie, come le aperture su muri maestri, create per dare la possibilità di accedere direttamente ai vani che venivano a realizzare nei tempi. La torre campanaria, oggi più alta rispetto alla chiesa, era originariamente più bassa e a fazzoletto. Essa è visibile attualmente nella sua interezza in quanto è stata incorporata in uno stanzone realizzato a ridosso della chiesa per chi guarda a sinistra lungo la via Corradini. Detto stanzone ha anche incorporato, ed è visibile, una parte del tamburo strombato della piccola chiesa. Cronologicamente possiamo datare i vari corpi di fabbrica nel modo seguente: a) datazione istituzione Monastero 1566; b) la parte bassa, parallela a via Corradini, e il chiostro: seconda metà del XVI secolo sotto il papato di Gregorio XIII; c) la piccola chiesa leggermente ellittica: 1603, sotto il papato di Clemente VIII; d) i primi due piani a sinistra, guardando l’ingresso del Monastero da via Cavour, e l’attuale ingresso: 1706, sotto il papato di Clemente XI; e) le varie sopraelevazioni lungo via Cavour, il corpo di fabbrica basso sulla destra dell’ingresso, le varie sopraelevazioni lungo via Corradini e uno svariato numero di corpi aggiuntivi: inizio – metà del XIX secolo; f) confisca del governo italiano dopo che Roma divenne capitale del Regno; g) riacquisizione del Monastero sotto Leone XIII, con varie sopraelevazioni: fine del XIX secolo; h) vendita e chiusura del complesso 1989. Attualmente le Clarisse si sono trasferite in un nuovo Monastero, di recente edificazione, nel Comune di Latina.
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PROGETTO
PER
IL
RESTAURO
E
RISTRUTTURAZIONE
DEL
MONASTERO DELLE CLARISSE IN COMUNE DI SEZZE PER ADIBIRLO A CASA ALBERGO OSTELLO DELLA GIOVENTU’
RELAZIONE TECNICA GENERALE
Il progetto di cui trattasi concerne il recupero statico e funzionale del complesso monastero delle Clarisse. Allo stato attuale l’edificio si presenta in avanzato stato di degrado per la mancanza di interventi di manutenzione, non più effettuati da quando è stato abbandonato. Il progetto elaborato prevede il recupero dell’intero complesso da destinare a scopi sociali. I lavori da eseguire consistono essenzialmente nella sostituzione dei solai con nuove strutture in legno, nella sostituzione della copertura, nella realizzazione di due scale di cui una interna ed una esterna, e nella costruzione di un vano ascensore. Altre opere da eseguire consistono soprattutto in interventi rivolti a diminuire le masse inutili portate (sovrastrutture dei solai e delle volte), al rinforzo delle strutture esistenti con opere di consolidamento ed alla demolizione di tutte le superfetazioni realizzate nei passati decenni. Il progetto architettonico, ha già ottenuto il parere previsto dalla L. 1089/39. Il progetto delle strutture si diversifica leggermente da quello architettonico poiché in quest’ultimo era prevista una parziale sopraelevazione per la realizzazione di una via d’esodo dalla sala musica, mentre nel progetto delle strutture la stessa via d’esodo è stata realizzata alzando il colmo del tetto. L’intervento da effettuarsi, trattandosi soprattutto di un restauro conservativo di un edificio monumentale, rientra nella casistica degli interventi di miglioramento in quanto compatibile con le esigenze di tutela e di conservazione bene culturale.
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Lo scopo perseguito nel nostro progetto strutturale, è stato quello di conferire al fabbricato una maggior resistenza sismica attraverso provvedimenti tecnici capaci di ridurre gli effetti sismici sul complesso edilizio ed interventi di miglioramento e rinforzo degli elementi strutturali esistenti. Altro proposito tenuto presente nella scelta delle metodologia di intervento è stato quello di ridurre i tagli nelle murature con lo scopo di evitare traumi al sistema murario esistente. Il progetto di miglioramento strutturale, è stato eseguito prevedendo una vasta gamma di tipologie di interventi di consolidamento delle strutture, all’interno della quale la Direzione dei Lavori sceglierà la tipologia più indicata in relazione a ispezioni, sondaggi ed analisi dei materiali che verranno eseguite durante il corso dei lavori.
A) NORMATIVA DI RIFERIMENTO. Nel redigere il progetto delle strutture, ci si è tenuti al rispetto delle sotto elencate vigenti norme e Leggi:
1- PROGETTAZIONE STATICA E VERIFICA. -Legge 5/11/1971 n. 1086 per tutte le opere in c.a.; - D.M. 09/01/1996 Norme tecniche per l’esecuzione delle opere in c.a.; - Circolare n. 27996 del 31/10/1986 del M.LL.PP. servizio Tecnico Centrale; - D.M. 16/01/1996 Aggiornamento delle N.T. relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni dei carichi e dei sovraccarichi. - D.M. 11/03/1988 Norme tecniche ………. e il collaudo delle opere di sostegno delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione. - Circolare n. 30483 del 24/09/1988 del Consiglio Superiore dei LL.PP. (fondazioni).
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2 – ZONE SISMICE. - Legge n. 64 del 02/02/1974 - D.M. 16/01/1996 M.LL.PP. Norme tecniche relative alle costruzioni sismiche.
3 – NORME TECNICHE PER EDIFICI IN MURATURA -D.M. Istruzioni in merito alle norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento. - Circolare n. 30787 del 04/01/1989 del Consiglio sup. LL.PP e successivi aggiornamenti.
CONSIDERAZIONI
SUL
COPORTAMENTO
SISMICO
DEI
FABBRICATI IN MURATURA.
Prima di procedere alla descrizione degli interventi progettati, che mirano soprattutto ad aumentare la residenza sismica dell’edificio, è opportuno illustrare il comportamento degli edifici in muratura sottoposti all’azione sismica. Le costruzioni in muratura utilizzano una tecnologia costruttiva molto antica e consolidata. L’effetto del sistema su un fabbricato in muratura che si oppone all’insorgere delle forze sismiche, è rappresentato da: -
Due pareti verticali con comportamento a lastra aventi funzioni di controvento sotto l’azione di un sisma parallele alla direzione del loro piano medio.
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Due pareti verticali con comportamento a piastra aventi funzioni di trasmettere alla pareti di controvento le forze orizzontali prodotte dal sisma.
-
Due solai con comportamento a lastra aventi anch’essi la funzione di trasmettere le forze orizzontali prodotte dal sisma alle pareti di controvento. 6
Pertanto, il meccanismo di resistenza dovrà attuarsi come segue: 1°- I solai dovranno essere ben ancorati ai muri verticali per trasmettere direttamente ai muri di controvento e alle pareti ortogonali le loro forze d’inerzia. 2°- Le pareti verticali, caricate perpendicolarmente al loro piano, dovranno essere in grado di resistere alle sollecitazioni determinate dalla conseguente flessione bidirezionale e dovranno essere bene ancorate lungo la linea di contatto con le pareti di controvento. I muri di controvento sono gli unici presidi deputati all’assorbimento delle dazioni orizzontali proprie e provenienti dalle pareti a loro ortogonali e dai solai.
LA CONCENZIONE STRUTTURALE DELL’EDIFICIO Alla luce di quanto sopra esposto si riveste il carattere fondamentale per la sicurezza di un edificio in muratura e la sua concezione strutturale. Se non esistono dubbi sulla rigidezza della muratura nel suo piano medio, è però necessaria che i maschi murari non siano troppo snelli, e che, soprattutto, siano Continui dalle fondazioni alla copertura. Questa necessità implica una prederminata disposizione delle aperture in modo da formare delle fasce di muratura continua tra una fila di aperture e l’altra. Anche le fondazioni, generalmente continue, dovranno risultare rigide e tali da ammortizzare eventuali cedimenti differenziati del terreno. Il comportamento scatolare dell’insieme può essere compromesso da possibili lesioni di assestamento risalenti dalle fondazioni lungo la struttura muraria. Per ultimo occorre accertare che i solai, che costituiscono gli orizzontamenti, rappresentino un effettivo diaframma infinitamente rigido nel piano orizzontale, che nel caso di solai in legno, onde eliminare deformazioni trasversali, si possono impiegare travi trasversali alla tessitura principale e tavole con spessore maggiore rispetto a quelli usuali. Alla luce delle suddette considerazioni teoriche sul comportamento sismico dei fabbricati in muratura, delle succitate leggi e norme ed in riferimento alla concezione 7
strutturale del fabbricato in oggetto, è stato proiettato l’intervento di miglioramento delle strutture dell’edificio che si sta trattando.
DESCRIZIONE DEL SISTEMA STRUTTURALE DEL FABBRICATO. - Caratteristiche tipologiche e dimensionali: Il fabbricato in oggetto si compone di n° 4 piani in elevazione (2 interi e 2 parziali) e di una porzione di piano seminterrato. La sua forma planimetrica è tipica degli edifici monastici; al centro del complesso si trova il cortile con la cisterna al piano seminterrato; a nord la chiesa. Intorno al cortile si sviluppano i vari ambienti utilizzati nella vita monastica (celle, laboratori, cucina, refettorio ecc. ecc.).
Fondazioni Non avendo a disposizione documentazione tecnica illustrativa delle fondazioni, ma attraverso la lettura dalla struttura in elevazione, in considerazione dell’epoca della costruzione e da alcune piccole buche effettuate in aderenza alla muratura, è emerso che il sistema fondale è caratterizzato dalla presenza di fondazioni superficiali in muratura a secco poca più ampia delle murature in elevazione poggiata su un banco di roccia di spessore indefinito ed affiorante nelle vicinanze dell’edificio. Lo stato di conservazione della muratura, almeno da un primo esame visivo, garantisce sicurezza strutturale, comunque, prima di effettuare una qualsiasi opera di consolidamento delle murature verranno eseguite accurate indagini geotecniche al fine di accertare la presenza di sacche di terreno tra spuntoni di roccia.
Organismo murario Le murature portanti del nostro fabbricato sono disposte nelle due direzioni ortogonali. Nel complesso esistono situazioni di debolezza così riassumibili: 8
1) presenza di grosse aperture perimetrali dovute alle arcate; 2) presenza di murature portanti due piani in elevazione poggiati sulle volte del piano terreno; 3) presenza di alcuni muri portanti nei piani alti privi di continuità sino alle fondazioni. Lo spessore varia da un minimo di ml. 0.50 nel sottotetto, ad oltre ml. 1.00 in alcuni tratti del piano seminterrato. La buona regola del costruire e della scienza delle costruzioni imporrebbe la realizzazione dei muri mancanti nei piani bassi e presenti nei piani in elevazione, ciò non è possibile per la conservazione delle caratteristiche dell’edificio imposte dalla Sovrintendenza ai Monumenti Confortate dalle vigenti norme tecniche che impongono solo interventi di miglioramento strutturale.
Tipologia della muratura e materiali La muratura del complesso è costituita da pietrame calcareo grossolanamente lavorato e malta generalmente degradata tanto da aver perso quasi completamente la funzione di legante delle pietre. La struttura muraria non ha subito vistosi dissesti, infatti non sono visibili lesioni imputabili ai cedimenti delle fondazioni o alla scarsa consistenza della muratura.
- Scale Sono realizzate con muratura di pietrame e malta di pozzolana e calce con solaio a voltina poggiata su due muri paralleli.
- Solai Gli orizzontamenti presenti sono realizzati a volta per la quasi totalità dei piani seminterrati e terra; in legno, alcuni dei quali rinforzati con travi in acciaio negli altri piani. sono presenti inoltre vani con solai in c.a. di recente costruzione. 9
- Copertura Le coperture sono quasi tutte a due falde con struttura in legno con puntelli poggiati sul solaio del sottotetto.
IL MECCANISMO RESISTENTE DELLE STRUTTURE DEL FABBRICATO E VALUTAZIONI DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA DELL’ATTUALE EDIFICIO.
Da quanto su esposto sul sistema strutturale del fabbricato in esame, appare che il meccanismo resistente attuale presenti debolezze ed irregolarità così riassumibili: a) alcuni muri sono in falso sulle volte o sui solai; b) irregolare distribuzione delle aperture; c) appesantimento delle volte e dei solai da masse inutili costituite dai massetti dei pavimenti e dalle tramezzature realizzate con mattoni pieni.
CRITERI E SCELTE PROGETTUALI GENERALI E RELATIVE AL PROGETTO DI PRIMO STRALCIO
Le norme tecniche per gli edifici in zona sismica, al punto C.9.1.2. precisano gli interventi di miglioramento e si applicano, in particolare, agli edifici di carattere monumentale per la conservazione del bene culturale nelle sue forme e materiali originari.
Le stesse norme, al punto C.9.3. precisano che gli interventi su un edificio esistente mirano soprattutto a ridurre gli effetti delle azioni sismiche e ad aumentare la resistenza dell’organismo edilizio a tali azioni, nonché a ripristinare l’integrità delle strutture eventualmente danneggiate. I provvedimenti tecnici intesi a ridurre gli 10
effetti sismici sul nostro fabbricato possono attuarsi soprattutto alleggerendo la costruzione mediante delle murature con funzione di tramezzature e poggiate direttamente sulle volte e sui solai.
Il suddetto provvedimento tende in sostanza a ridurre le azioni sismiche che a volte sono la causa principale dei dissesti prodotti.
Gli interventi strutturali eseguiti e in parte da ultimare, si articolano, non prima di aver illustrato le cause delle scelte degli interventi di consolidamento realizzati, le parti strutturali del complesso Monastico interessate e la descrizione degli interventi strutturali più complessi e significativi ecc., come segue:
INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO Nel corso dello svolgimento dei lavori, da parte dell’impresa SACEN s.r.l. di Napoli, vincitrice della gara d’appalto per il restauro e ristrutturazione del complesso Monastico delle Clarisse in Sezze, emergevano obiettive esigenze per l’adeguamento delle previsioni della originaria progettazione, alle attuali esigenze con particolare riferimento alle opere di “consolidamento strutturale” per il recupero delle opere di particolare pregio storico architettonico. In
particolare
nel
corso
dei
lavori
di
rimozione
delle
fatiscenti
controsoffittature e degli intonaci, emergevano più consistenti e diffusi danni delle strutture verticali ed orizzontali e in qualche caso parziali crolli delle stesse, aggravatesi negli ultimi anni a seguito delle diffuse infiltrazioni delle acque meteoriche tenuto conto che il complesso stesso non veniva utilizzato da oltre 8 anni dall’inizio delle procedure di progettazione esecutiva, delle varie approvazioni e nulla osta da parte della Soprintendenza BB. AA., della Regione Lazio (legge 64/74), reperimenti fondi ecc.. Le parti strutturali consolidate, con il progetto di 1° stralcio, sono l’intero corpo di fabbrica posto lungo Via Cavour, l’intero Chiostro interno, i due corpi di 11
fabbrica di collegamento tra il fabbricato lungo Via Cavour e il fabbricato su Via Corradini, il corpo Chiesa e parte del piano interrato sottostante il fabbricato centrale di collegamento tra Via Cavour e Via Corradini e parte del corpo parallelo alla Via Corradini.
INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO STRUTTURALE Lo scopo del presente progetto, come già accennato, è di migliorare ed integrare efficacemente il comportamento dell’impianto strutturale originario, in specie nei riguardi degli effetti derivanti dal verificarsi di un evento sismico, attraverso i seguenti interventi generali: - eliminazione delle masse strutturali locali ai vari livelli ( murature spinali in falso ) originariamente concepite e realizzate secondo un disegno strutturale assolutamente inidoneo ( murature spinali in falso scaricate direttamente sull’impianto voltario, utilizzato come piano d’imposta di spiccato per le murature ) ; Tale concezione strutturale risulta significativamente inidonea specie in relazione agli effetti derivanti dall’eccitazione delle relative e considerevoli masse portanti (peso proprio) e portate (scarichi portati) durante un possibile evento sismico. - sostituzione delle masse strutturali locali ai vari livelli, di cui al punto precedente, con un organismo maggiormente efficace in grado di sopportare e trasmettere efficacemente i carichi portati, utilizzando, altresì, un impianto statico sostitutivo caratterizzato da un contenuto peso proprio e, pertanto, maggiormente idoneo a contenere gli effetti derivanti dall’eccitazione delle relative masse portanti durante un possibile evento sismico. Formazione di un sistema di sostegno autonomo ( piattabande con profilati metallici scaricanti direttamente sulle murature dell’impianto fondale, in guisa da bypassare l’impianto voltario ) per le murature locali al piano primo originariamente in falso ( corpo lungo Via Cavour ), già sgravate della funzione portante. In tal modo le murature in parola, conservate per motivi storico-architettoniche, assolvono la funzione di sola delimitazione degli spazi. Consolidamento integrativo di presidio 12
all’intradosso delle volte, in corrispondenza delle zone d’influenza degli scarichi originari delle murature in falso, con l’utilizzazione di materiali compositi fibrorinforzati a base di tessuto in fibra aramidica e resina epossidica. Realizzazione di un sistema di collegamento trasversali e longitudinali correnti, opportunamente interessati, in grado di collegare efficacemente le pareti principali trasversali e longitudinali interessate.
Nel seguito vengono illustrati nel dettaglio gli interventi studiati e realizzati e in generale che seguiranno le parti strutturali del progetto di completamento.
Muro spinale in falso sulle volte lungo Via Cavour poste al piano primo :
Realizzazione di un sistema di sostegno autonomo, mediante piattabande con coppia di profilati metallici tipo HEB 180, scaricanti direttamente sulle murature dell’impianto fondale, in guisa da by-passare l’impianto voltario, così da rendere le murature originariamente solo testimonianze storico-architettoniche con la sola funzione di delimitazione degli spazi. Consolidamento di presidio all’intradosso delle volte, in corrispondenza delle zone d’influenza degli scarichi originari delle murature in falso, mediante l’utilizzo di materiali compositi fibro-rinforzati a base di tessuto in fibra aramidica e resina epossidica. L’intervento, così eseguito, permette di fornire una maggiore duttilità strutturale alla parte dell’impianto voltario in corrispondenza della striscia muraria voltata relativa alla proiezione dell’impronta della muratura superiore spinale originariamente in falso.
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Struttura in acciaio portante il solaio in legno, in sostituzione della funzione portante delle murature spinali in falso.
La soluzione progettuale e successiva realizzazione si articola in una serie di profilati metallici longitudinali tipo HEB 180, posti lateralmente alla muratura spinale e scaricanti direttamente sulle nuove colonne realizzate in profilati metallici tipo HEA 180 scaricanti, per mezzo di idonei cordoli in c.a. di ripartizione, sull’impianto fondale originario. L’impianto statico è completato, ai fini del miglioramento della risposta dell’insieme strutturale in fase sismica, dalla realizzazione di un sistema di collegamenti trasversali correnti, opportunamente interessati, in grado di collegare efficacemente le pareti principali longitudinali allo stato collegate esclusivamente in corrispondenza delle murature trasversali perimetrali di testata. Tali collegamenti trasversali sono stati realizzati all’interno dei solai in legno ripristinati e, pertanto, non a vista è ciò in guisa di assicurare l’integrità della conservazione del disegno architettonico originario.
Inoltre sono state eseguite particolari lavorazioni di perforazioni e iniezioni di miscela di acqua e cemento tipo R325 a pressione nelle murature portanti e fondazioni, rifacimento o consolidamento di archi preesistenti, rinvenuti durante la spicconature dell’intonaco, mediante perforazioni e tiranti in acciaio annegati con malta epossidica, demolizione e rifacimento di tutti i solai, di calpestio e copertura, in legno castagno, mediante la ricollocazione di travi portanti e tavolati esistenti dopo accurate indagini diagnostiche eseguite su ogni elemento ligneo riutilizzato, massetti di ripartizione in conglomerato cementizio armato o argilla espansa di vari spessori sui solai, realizzazione di piattabande sulle murature perimetrali eseguite con travi di ferro a doppio “T” e calcestruzzo per vani finestra e porte finestre, massetto in conglomerato cementizio armato e cordolatura perimetrale di sottofondazione nel porticato interno, rifacimento del manto delle coperture (tetti) con il ricollocamento 14
dei canali di cotto recuperati e canala in rame per la raccolta e convogliamento delle acque meteoriche e opere di abbattimento barriere architettoniche, mediante la realizzazione di un vano ascensore in c.a. e rampe interne di accesso ai vari livelli. Per quanto riguarda i lavori di miglioramento statico alle parti di strutture da consolidare oltre a quando precedentemente esposto per il progetto del 1° stralcio si dovrà tenere conto di quanto segue.
FONDAZIONI Trattandosi di intervento di miglioramento, tendente ad alleggerire i carichi portanti dall’edificio, con conseguente riduzione della pressione sul terreno; in considerazione della presenza della roccia affiorante in vari punti confinanti con l’edificio ed in considerazione che non sono presenti importanti dissesti attribuiti a cedimenti della fondazione, in questa prima fase progettuale, viene omessa la relazione geologica propedeutica della geotecnica, peraltro prescritta solo negli interventi di adeguamento necessaria per la conoscenza delle caratteristiche dei terreni (punto C. 9.3.3). Resta comunque l’obbligo dell’impresa assuntrice i lavori ad effettuare saggi sulle fondazioni e indagini geologici prima dell’inizio dei lavori. Poiché come già detto in precedenza, il terreno di fondazione è costituito da roccia calcarea di buona consistenza ed affiorante nelle zone limitrofe del fabbricato, gli interventi, ove fossero necessari successivamente all’esecuzione di sondaggi sull’intera fondazione, saranno di tipo locale e consisteranno nel placcaggio di ambedue i lati con conglomerati cementizi a getto convenientemente armati. Eventuali interruzioni di fondazioni da un pannello murario all’altro, verranno rese continue con cordoli in c.a. ammorsati alle fondazioni esistenti. Le nuove fondazioni, che verranno attestate sulla roccia, saranno realizzate con cordoli in c.a. di larghezza adeguata.
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MURATURE L’intervento sulle murature esistenti si attuerà nel modo seguente: - Ricucitura delle pareti con presenza di piccole lesioni e ripristino della continuità del pannello murario; - Rinforzo localizzato delle pareti murarie mediante l’esecuzione di lastre cementizie armate onde assicurare al sistema murario un’adeguata resistenza a trazione e dotandolo di un grado più o meno elevato di duttilità, sia nel comportamento a piastra che in quello a parete di taglio, limitatamente alle pareti ove compatibili con le ragioni architettoniche dell’edificio vincolato. - Iniezioni di miscele leganti nelle zone di maggior inconsistenza. -
Cerchiatura dei vani porte e finestre (compatibilmente con l’esigenza di
conservazione architettonica) con strutture in acciaio ancorate alle murature ed ai cordoli dei solai. - Chiusura con nuova muratura dei vani di porte e finestre non utilizzati. - Le nuove murature verranno realizzate con le stesse tecniche costruttive di quelli esistenti o con blocchi squadrati di cemento.
VOLTE Le volte, sono di modeste dimensioni. Gli interventi previsti consistono innanzitutto nella eliminazione di tutte le masse portate non strutturali molto pesanti (eliminazione di murature di calcinacci con la sola funzione di tramezzature, demolizione e svuotamento dei soli massetti di livellamento delle volte riempite con materiali pesanti). La rimozione del materiale di riempimento all’intradosso della volta verrà eseguito ove possibile ad eccezione delle volte in cui il livellamento fa parte della struttura resistente della stessa volta.
L’intervento di consolidamento prevede la realizzazione di un guscio estradossato realizzato con malta antiritiro di elevata resistenza e rete elettrosaldata chiodata alla struttura. 16
Verranno inoltre eseguite iniezioni di miscele leganti integrate da perforazioni armate. Le risultanti delle spinte dovute al solo peso proprio della struttura, vengono assorbite dagli elevati spessori delle murature e stabilizzate dalle componenti verticali dei pesi dei piani superiori.
SOLAI I nuovi solai sono stati previsti in legno di castagno. Il progetto è stato elaborato prevedendo solai con diverse luci differenze in lunghezza di cm 30-35 e con interasse delle travi variabile da m. 1.00 a m. 2.00 con aumento di cm 35 per ogni interasse.
Dai grafici di progetto, si evince la tavola “abaco solai” Si è preferito adottare questo sistema, anziché quello della rappresentazione della tessitura dei solai sulle tavole delle carpenterie, per avere la possibilità, durante l’esecuzione dei lavori, e per imposizione della Soprintendenza, di utilizzare la stessa tessitura dei solai attualmente esistenti in modo da utilizzare i stessi fori per l’appoggio delle travi e de travicelli. Questa scelta consente la riduzione di demolizioni traumatiche della muratura ed il risparmio dei tempi di lavorazione ottenendo comunque una elevata sicurezza strutturale.
La rigidezza trasversale dei solai in legno ed il suo comportamento a lastra è assicurata dalla presenza di un cordolo incassato circa 15 cm all’interno della muratura con ammorsature ogni 2 metri e con la realizzazione di una soletta in calcestruzzo leggero armata con una rete elettrosaldata e dai travicelli che si collegano con le murature ortogonali a quelle portanti.
Il collegamento con le murature verticali viene assicurato dall’inserimento delle travi all’interno della muratura per una profondità di circa 2/3 dello spessore dei muri. E’ stato inoltre previsto l’uso di malta ad espansione per garantire il totale 17
riempimento del foro di alloggio delle travi ed ad evitare future lesioni nella muratura che comprometterebbero il meccanismo resistente di tipo scatolare.
La resistenza all’incendio del solaio in legno sarà garantita dal trattamento del legno con materiali ignifughi.
La scelta dei solai in legno è coerente sia con le caratteristiche storiche ed ambientali dell’edificio sia con le esigenze dei fabbricati in zona sismica per la leggerezza della loro struttura.
COPERTURA La struttura portante la copertura sarà con capriate in legno di castagno posate ad interasse di ml. 3.00 sulle quali poggeranno travicelli di ml. 1.00 portanti il tavolato con sovrastante soletta in calcestruzzo leggero o in sostituzione l’utilizzo di tavoloni alti cm 4.
VANO ASCENSORE Il progetto prevede la realizzazione di un vano ascensore per l’abbattimento delle barriere architettoniche. I lavori da effettuare consistono nella realizzazione di due pareti in c.a. ammorsate ad altre due in muratura opportunamente rinforzate con intonaco cementizio e rete elettrosaldata. Appare inutile separare la struttura verticale dell’ascensore da quella dei muri dell’edificio in quanto la massa muraria risulta molto più rigida delle sottili pareti in c.a. del vano ascensore ed inoltre la presenza di un eventuale giunto avrebbe peggiorato la situazione strutturale in quanto si avrebbe un muro alto quanto l’intero edificio non interrotto dalla presenza di orizzontamenti, in netto contrasto quindi con le indicazioni delle N.T..
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SCALE Il progetto prevede la realizzazione di n° 2 scale di cui una interna ed una esterna. La scala esterna verrà realizzata per il collegamento della sottostante via Corradini con il piazzale del piano seminterrato. Per il sostegno del terrapieno che costituisce il piazzale, è stato previsto la realizzazione di una paratia a sbalzo con pali di lunghezza variabile infissi nella roccia sottostante il terreno riportato. La scala interna verrà realizzata in c.a. con travi incastrate in quattro pilastri e mensole e soletta incastrate nella struttura verticale in c.a. e leggermente incassate nelle muratura esistenti. Si è evitato la realizzazione di giunti tecnici per i motivi già esposti nella descrizione dell’ascensore e per evitare fenomeni di martellamento dovuti alla diversa elasticità dei materiali che costituiscono le strutture.
Materiali previsti - Conglomerati cementizi con Rck > = a 250 kg/cmq; - Solai a travetti tralicciati e pignatte; - Acciaio controllati fe b 44k - Rete elettrosaldata; - Legno di castagno di 1^ categoria; - Malta cementizia ad espansione per il riempimento dei fori; - Blocchi di cemento squadrati e pietrame calcareo; - Conglomerato cementizio. Sovraccarichi previsti - 200 kg/mq per stanze da letto, bagni, ecc. ecc.; - 300 kg/mq per ambienti suscettibili di affollamento; - 92 kg/mq per neve; - 400 kg/mq per le scale. 19
RELAZIONE DELL’INTERVENTO DI PROGETTO
Premesso che: Nell’intervento di consolidamento e restauro in corso di ultimazione, affidato il primo all’impresa SACEN s.r.l. di Napoli e l’ultimo intervento all’impresa MOLIRI di Monte S. Giovanni Campano 8(FR), si è provveduto, con la continua collaborazione della Soprintendenza ai Beni Ambientali e previa autorizzazione Regionale ai sensi della legge antisismica, a consolidare staticamente l’intero complesso “ex Monastero delle Clarisse in Sezze” il quale, nel complesso, presentava uno stato di dissesto diffuso, dovuto soprattutto all’infiltrazione di acque meteoriche, che ha portato anche al crollo di alcune parti strutturali dello stesso edificio. Attualmente il complesso Monastico è consolidato, con le metodologie di intervento precedentemente illustrate, nelle sue parti strutturali nella quasi totalità e così distinte : l’intero corpo di fabbrica posto lungo la Via Cavour, il Chiostro interno, i due collegamenti tra il corpo lungo Via Cavour e quello lungo la Via Corradini, parte del piano interrato sottostante il fabbricato di collegamento centrale, il corpo di fabbrica posto lungo Via Corradini e precisamente la parte ex cucina, dispensa e servizi igienici, locali adiacenti il corpo Chiesa e la realizzazione di parte delle sottofondazioni relative al piano seminterrato, mentre il corpo Chiesa è stato interessato dai soli lavori di rifacimento del manto di copertura formato da coppi e controcoppi di cotto e la realizzazione di intonachino colorato nelle pareti esterne. L’intervento è completato, ai fini del miglioramento della risposta al sisma della struttura portante, dalla realizzazione di un sistema di collegamenti trasversali in grado di far contribuire alla resistenza laterale anche le pareti longitudinali, collegate solo in corrispondenza delle murature trasversali perimetrali di testata. Detti collegamenti trasversali sono stati realizzati all’interno dei solai in legno ripristinati, pertanto, non in vista, in modo da non alterare il disegno architettonico originario. Inoltre si è provveduto a consolidare l’intradosso delle volte, in corrispondenza delle zone d’influenza degli scarichi originari delle murature in falso, mediante 20
l’utilizzo di materiali composti fibro-rinforzati, a base di tessuto in fibra aramidica e resina epossidica e in alcune parti con l’utilizzo di fibra di carbonio.
STATO DI FATTO
Allo stato attuale resta da intervenire, per il completo consolidamento strutturale dell’intero complesso Monastico, sulla parte relativa al corpo di fabbrica posto lungo via Corradini, relativamente al piano seminterrato, mentre sono ancora da completare le seguenti opere: manto di copertura formato da coppi e controcoppi di cotto, alla rifinitura dei prospetti esterni lungo la via Corradini, locali adiacenti il corpo Chiesa, opere di fognatura per la raccolta e smaltimento delle acque meteoriche, oltre opere varie di finitura, ad oggi escluse per mancanza di fondi.
- Alla luce di quanto sopra evidenziato ed in attuazione delle dichiarazioni e dalle priorità dettate dalla committenza, al fine di salvaguardare sia l’immobile, che la pubblica incolumità, sono state previste, con il presente progetto, le sottospecificate lavorazioni, mirate al completamento del consolidamento strutturale e conseguente messa in sicurezza della parte di fabbricato su cui si era intervenuti e limitatamente alle somme disponibili. - Montaggio e successivo smontaggio di ponteggi del tipo a tubo e giunto da porre in opera all’esterno della parte di edificio da consolidare (parte di prospetto prospiciente via Corradini), comprese le necessarie mantovane e le schermature con teli per evitare caduta di materiali, e quanto altro occorre per mantenere un adeguato grado di sicurezza anche nei confronti delle abitazioni circostanti. - Eventuale demolizione di murature in pietra calcarea ed altro. - Eventuale taglio a sezione obbligata di murature per aperture di nuovi vani. - Spicconature di vecchi intonaci interni. - Scavo a sezione obbligata eseguite a mano per realizzazione rete fognante ed opere di sottofondazione. 21
- Idrolavaggio a pressione delle murature in pietra esistenti. - Sabbiatura a secco delle murature con sabbia silicea. - Opere di sarcitura di lesioni sulle murature e volte portanti con malta cementizia antiritiro. - Perforazione su murature portanti in pietrame sia su pareti interne che esterne. - Iniezioni di miscele di acqua e cemento tipo 325 eseguite a pressione. - Applicazione sulle murature di pietrame di betoncino armato eseguito per uno spessore massimo di cm. 5 nelle parti interne. - Posa in opera di rete porta intonaco del tipo Tenax. - Eventuale risagomatura e conformazione ad arco di vani finestra e porte finestre. - Fornitura in opera di tubo Perfo per ancoraggi barra filettate. - Eventuale Formazione di nuove piattabande in c.a. su vani interni ed esterni. - Consolidamento di elementi strutturali fessurati mediante applicazione di chiodature armate con barre di fibra aramidica o carbonio e pasta di resina epossidica. - Consolidamento e restauro di scale interne di collegamento tra i piani. - Riprese di murature esistenti in pietrame calcareo di qualsiasi spessori. - Realizzazione di opere in ferro per grate di protezione vani finestra piano seminterrato, piastre e catene. - Realizzazione di manto di copertura formato da coppi e contro coppi di cotto. - Eventuale fornitura in opera di canala di gronda e pluviali in lamiera di rame. - Trattamento di tutti gli elementi lignei, nuovi ed esistenti, con vernice antitarlo. - Realizzazione di rete fognante per lo smaltimento dellle acque meteoriche con tubi in p.v.c. di varie sezioni complete di pozzetti e chiusini in c.l.s.. - Fornitura e posa in opera di soglie per finestre in marmo travertino di spessore cm.4/5 e controtelai in legno per finestre; - Realizzazione di opere da pittore con la fornitura e posa in opera di intonachino colorato, a base di calce, a completamento dei prospetti lungo la Via Corradini. 22
QUADRO TECNICO – ECONOMICO DI SPESA Progetto per la realizzazione di un ulteriore lotto di lavori finalizzati al COMPLETAMENTO del CONSOLIDAMENTO STATICO, restauro ed adeguamento del complesso Monumentale dell’ex Clarisse in SEZZE (LT). Da un’analisi dei prezzi unitari e da una stima sommaria è scaturito che l’importo complessivo dei lavori ammonta a € = 575.000,00 comprensivo di oneri per la sicurezza – così suddiviso : A) – PER LAVORI 1) per lavori di consolidamento, restauro, ristrutturazione intonaci interni ed esterni……………………………€ 415.791,51 2) oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso ……. € 14.208,49 Sommano
€ 430.000,00
B) Somme a disposizione dell’Amministrazione Provinciale: 1) Per lavori in economia……………………………€ 5.000,00 2) Per imprevisti……………………………………€
7.473,00
3) Per spese tecniche………………………………. € 60.000,00 4) Per acc.to art.92 D.Lgs.163/2006 ……………... €
8.600,00
5) Per spese di pubblicità…………………………. €
1.400,00
6) Per spese di consulenza e di supporto…………. €
5.000,00
7) Per I.V.A. 10% su A1-2-B1-2……………….
€. 44.247,00
8) Per I.V.A. 20% su B3-5-6…………………..
€ 13.280,00
Sommano
€. 145.000,00
TOTALE GENERALE…………………... € 575.000,00
I PROGETTISTI arch. Giuseppe Cirulli arch. Romolo Celani arch. Luciano Di Troia 23