UNA RICERCA ESPLORATIVA
ISTRUZIONE E CAPITALE SOCIALE Prof. Adriana Fazio Anno scolastico 2009/2010
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Istruzione e capitale sociale • •
“Capitale sociale” è una rete di relazioni caratterizzate da fiducia e cooperazione. Le norme che vi circolano influenzano atteggiamenti e comportamenti che possono avere un impatto sullo sviluppo economico e sociale.
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L’istruzione crea capitale sociale?
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Ipotesi di partenza: 1) L’istruzione è una determinante del capitale sociale, riesce a produrre solidarietà, progettualità e impegno comune, quindi coesione e fiducia. 2) La scuola può avere una funzione compensatoria rispetto al capitale sociale ascritto. 3) La scuola è in grado di motivare le persone, aiutandole a definire meglio i propri obiettivi e facilitandone il conseguimento. 4) Il capitale sociale può migliorare la performance scolastica e con essa la crescita professionale, conseguentemente la qualità della vita. 3
La ricerca Strumento di ricerca: intervista focalizzata face to face, ossia centrata su un ambito di vita o un argomento specifico per meglio comprenderne i processi e i meccanismi. Soggetti intervistati: 86 diplomati e diplomandi (delle classi IV e V), di due corsi serali per studenti lavoratori in istituti statali di scuola media superiore (ITCS e ITIS di Ostia (RM)) I soggetti intervistati sono stati classificati in quattro gruppi: giovanissimi (fino a 22 anni), giovani (da 23 fino a 30), adulti (da 31 fino a 40), maturi (dai 41 in su).
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Caratteristiche dell’utenza - 1 • Studenti lavoratori usciti dal circuito scolastico tradizionale perché in età scolare avevano preferito una maggiore autonomia dal nucleo familiare; • studenti che riprendono gli studi perché sentono di non avere abbastanza strumenti culturali per affrontare un rapporto di coppia con un compagno, magari laureato/a; • studenti costretti a riprendere gli studi perché la mancanza di un diploma preclude loro possibilità di carriera nella professione che già svolgono; 5
Caratteristiche dell’utenza-2 • studenti esclusi dai corsi tradizionali per motivi disciplinari o per attriti con alcuni docenti, riorientati dai docenti stessi al corso serale o da qualche amico che ha vissuto la stessa esperienza; • studenti “per caso” perché improvvisamente in cassa integrazione e impossibilitati a svolgere a breve un’altra attività lavorativa.
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Gli indicatori - 1 • Gli indicatori sono una traccia del concetto generale, vengono utilizzati per descrivere differenti proprietà di ciò che si sta studiando. Con essi si vuole misurare un fenomeno. • La costruzione degli indicatori del concetto generale “capitale sociale istruzione” è nata dall’idea di “come dovrebbe” funzionare il sistema istruzione e quale catena di meccanismi potrebbero attivarsi per ottenere certi risultati.
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Gli indicatori - 2 • Secondo l’ipotesi di partenza, una scuola dovrebbe : - essere ben inserita nel territorio, cioè conosciuta - avere la capacità di attrarre gli studenti per la sua offerta formativa - saper motivare, aiutare a definirsi degli obiettivi e facilitarne il conseguimento - offrire ciò che ha prospettato di dare, trasmettendo conoscenze e competenze - creare coesione e fiducia, ossia reti che possano collegare e proteggere. 8
Le aree tematiche - 1 Per la costruzione della traccia dell’intervista circoscriviamo le aree tematiche: 1) capacità della scuola di combattere il drop out 2) efficacia del percorso formativo 3) capacità della scuola di creare coesione e crescita personale 4) impegno associativo e fiducia nel prossimo declinato nelle seguenti sottodimensioni: 4.1) tendenza all’ associazionismo 4.2) fiducia nel prossimo 5) incapacità della scuola di soddisfare le aspettative 9
Le aree tematiche - 2 Altre aree di interesse per il tema sono state: 6) capitale sociale primario (ossia della cerchia familiare) 7) capitale sociale comunitario allargato (riferito cioè alla cerchia amicale e ai conoscenti)
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I risultati 1) CAPACITÀ DELLA SCUOLA DI COMBATTERE Il DROP OUT • Il corso serale riesce a recuperare i giovanissimi che hanno ripetuti insuccessi a scuola, evitando così che escano definitivamente dal circuito scolastico. • Tra i diplomati pochissimi continuano all’Università perché la ripresa degli studi per molti è avvenuta in età matura e con basi culturali molto basse; inoltre, trattandosi di istituti tecnici, sono storicamente di meno coloro che vi si iscrivono. • Peraltro, sommando coloro che si sono iscritti all’Università o ad altro istituto superiore, più quelli che frequentano corsi privati o della Provincia (inglese, informatica, scrittura narrativa, ecc.) e quelli che desiderano farlo appena possibile, oltre il 45% dei diplomati intervistati continua ad aggiornarsi. 11
Valore attribuito all’istruzione • Per gli intervistati la scuola significa soprattutto acquisire un titolo di studio, ma è anche un obiettivo che aiuta a dimostrare la propria capacità di raggiungere un traguardo. In particolare: a) I giovani tra i 23 e 30 anni ripongono nel titolo di studio delle aspettative per migliorare la loro posizione lavorativa. b) I giovani tra i 30 e 40 non definiscono un obiettivo in particolare, sono curiosi e desiderano scoprire “qualcosa di nuovo”. c) Gli studenti sopra i 40 anni hanno infine “voglia di istruzione”, vogliono crescere intellettualmente e sono desiderosi di apprendere. 12
• Giudizio positivo viene espresso sulla articolazione di un percorso didattico che prevede orari pomeridiani. Un’alta percentuale riesce a conciliare il lavoro con lo studio a prezzo di alti sacrifici, ma in genere questo non rappresenta una particolare preoccupazione, a riprova che la motivazione è molto forte. • Il basso numero di studenti che usufruiscono del permesso studio evidenzia però una mancanza di sensibilità da parte dei datori di lavoro, o comunque una impossibilità per gli studenti di usufruire pienamente di un loro diritto.
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• Le donne fanno maggiori sacrifici per conciliare la vita familiare e lavorativa con quella scolastica, segno evidente che nel nostro paese non è ancora diffusa pienamente una equa divisione dei compiti intra-familiari. • La scuola pubblica è preferita nel 100% dei casi, sia dai diplomandi che dai diplomati. Le motivazioni sono: i costi più contenuti, la serietà, la qualità e l’affidamento in essa riposti, le scelte dei genitori.
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2) EFFICACIA DEL PERCORSO FORMATIVO . La
quasi totalità dei diplomati ha risposto che il diploma è stato un traguardo utile o addirittura utilissimo da conseguire, a prescindere dalla sua immediata spendibilità nella vita pratica. . I benefici emersi non sono quasi mai di natura economica, solo il 20% ritiene che il diploma è servito per avere un miglioramento professionale ed economico. . In particolare i benefici riscontrati sono: crescita personale, migliore capacità di ragionamento, padronanza della lingua, conoscenze che aiutano a darsi delle risposte, fiducia in se stessi, soddisfazione personale. . In generale, è l’esperienza stessa dello studio che viene considerata positiva. 15
. Tra i diplomandi la stragrande maggioranza ha riferito di aver acquisito una preparazione valida per migliorare le proprie conoscenze. . C’è anche chi ha trovato una formazione specifica per il proprio futuro lavoro, chi apprezza la competenza e la serietà del personale, chi ha semplicemente trovato amicizie, e chi, invece, lamenta una preparazione forse troppo teorica rispetto a quanto auspicato. . Le esperienze scolastiche sono ritenute utili per abituarsi a lavorare in gruppo e confrontarsi nella risoluzione di problemi, nonché per acquisire conoscenze tecniche funzionali all’attività che già si sta svolgendo o che si intende svolgere.
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3) CAPACITÀ DELLA SCUOLA DI CREARE COESIONE E CRESCITA PERSONALE • Nelle scuole coinvolte nella ricerca sono organizzate diverse attività extrascolastiche (teatro, cinema, visite culturali, patente europea per il computer o patentino per il ciclomotore, ecc.), grazie soprattutto alla dinamicità di qualche docente. A queste iniziative vengono invitati anche familiari e amici degli studenti. • Vi sono poi attività di immagine come la partecipazione alla Maratonina di Roma con i “colori della scuola” o l’allestimento di un palco in una piazza del centro di Roma con alcuni lavori svolti dagli alunni, o gruppi musicali composti da studenti che suonano in occasione di importanti manifestazioni cittadine.
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Da segnalare che i contatti con la scuola per i diplomati continuano anche dopo la conclusione degli studi, in occasione di eventi culturali o manifestazioni a cui la scuola prende parte, e che quasi tutti i diplomati riferiscono che dopo gli studi hanno iniziato a leggere abitualmente libri e giornali e ad aggiornarsi.
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4) TENDENZA ALL’ASSOCIAZIONISMO • È bassa la percentuale di iscritti ad associazioni, più della metà degli intervistati non è iscritto a nessuna. Le più seguite sono quelle sportive, e, a distanza, quelle religiose, politico/sindacali, musicali, culturali e di volontariato. • La partecipazione attiva nelle associazioni alle quali si è iscritti è molto differenziata, c’è anche chi sottolinea che l’iscrizione alla scuola serale ha penalizzato le attività un tempo profuse nelle stesse per mancanza di tempo residuo disponibile. • Dopo il diploma però tale partecipazione riprende, si intensifica o nasce per la prima volta! 19
ALTRE AREE DI INTERESSE - 1 La fiducia •L’”Indice di capitale sociale familiare” (fiducia nei familiari conviventi e aiuto reciproco fra questi) è più forte dell” Indice di capitale sociale di parentela”, riferito ai familiari non conviventi. • Non sono emerse differenze significative fra le varie classi di età e generi. •Gli adulti contano soprattutto su se stessi, poi sul coniuge, o fidanzato, sui genitori, e infine sugli amici. •Una maggiore fiducia negli amici è riposta dai più giovani, crescendo lo scetticismo aumenta.
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ALTRE AREE DI INTERESSE - 2 Dove si imparano le cose più importanti?
• La vita e la scuola sono, rispettivamente, i luoghi dove, nella percezione degli intervistati, si sono apprese le cose più importanti: - La vita fa crescere perché l’esperienza acquisita attraverso gli errori è “maestra di per sé”. - La scuola insegna che “non si finisce mai di imparare, aiuta a capire meglio l’attualità, apre la mente”. • L’istruzione migliora il dialogo all’interno del nucleo familiare: si affrontano questioni e tematiche prima mai esplorate e ci si relaziona meglio anche con i figli in età scolare. • L’istruzione migliora la qualità della vita perché colma un vuoto culturale e aumenta il senso di autoefficacia, dà più sicurezza. • Il valore della scuola emerge soprattutto nella percezione dei diplomati 21
VERIFICA DELLE IPOTESI
1) L’istruzione è una determinante del capitale sociale, riesce a produrre solidarietà, progettualità e impegno comune, quindi coesione e fiducia. È una ipotesi che sembra confermarsi, almeno per alcune tipologie di capitale sociale. L’istruzione acquisita a scuola spinge a partecipare ad iniziative culturali, fa scoprire mondi prima inesplorati, fa leggere di più. La scuola è vista altresì come agente di socializzazione, educa alla tolleranza e alla convivenza civile. I diplomati, ancora più dei diplomandi, riconoscono alla scuola la capacità di mettere in contatto con gli altri e con il territorio, creando attività che sviluppano coesione e condivisione di obiettivi. La complicità che si crea tra gli alunni, anche di generazioni differenti, per la risoluzione di problemi comuni, rende inoltre più espansivi, più sicuri, migliorando così anche il carattere e conseguentemente i rapporti di lavoro e amicali. 22
2) La scuola può avere una funzione compensatoria rispetto al capitale sociale ascritto: Anche questa é una ipotesi che sembra confermarsi: chi ha ripreso gli studi dopo molto tempo, partendo da un bagaglio socio culturale molto basso, afferma che l’aver conseguito il diploma lo fa sentire più sicuro nelle situazioni di vita, da quelle lavorative a quelle familiari. Grazie alla maggiore istruzione conseguita, per alcuni è migliorato il dialogo costruttivo all’interno del nucleo familiare e la stima di questi ultimi nei loro confronti è cresciuta.
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3) La scuola è in grado di motivare le persone, aiutandole a definire meglio i propri obiettivi e facilitandone il conseguimento. L’ipotesi risulta di fatto confermata: la percezione di aver conseguito dei benefici, che non sono quasi mai di natura economica ma di altra natura, ci conferma l’importanza dell’istruzione nell’accrescere la fiducia in se stessi per il traguardo raggiunto e per aiutare a darsi delle risposte.
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4) Il capitale sociale può migliorare la performance scolastica e con essa la crescita professionale e conseguentemente la qualità della vita. Questa ipotesi è confermabile in parte, ossia è vero che l’istruzione può migliorare la qualità della propria vita, soprattutto perché fa crescere il proprio senso di autoefficacia, dunque l’autostima, e conseguentemente migliora il rapporto con gli altri; questa crescita della qualità della vita, però, non si traduce necessariamente in un miglioramento professionale, perché questo può anche non verificarsi. Nonostante ciò, i benefici vengono lo stesso percepiti, in quanto l’istruzione aiuta ad aprire la mente, a capire meglio l’attualità, a relazionarsi meglio con i figli, a sentirsi più utili nei loro confronti.
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La ricerca, così come è stata strutturata, non ha invece consentito di verificare se la diversa dotazione di capitale sociale abbia o meno aiutato nelle performance scolastiche, ossia di riconoscere al capitale sociale la caratteristica di fattore causale dell’istruzione. Le interviste sono state effettuate in due scuole pubbliche, pertanto non è possibile fare un confronto con tipologie diverse, dai pareri raccolti possiamo però affermare che la scuola pubblica è ancora considerata valida e migliore di quella privata.
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Grazie per l’attenzione!
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