TILDE GIANI GALLINO
Professore ordinario di Psicologia dello Sviluppo presso l’Università di Torino
Premesse generali
Le nuove ricerche sperimentali di Psicologia dello sviluppo puntano ad anticipare a tempi sempre più precoci le osservazioni e le indagini sui processi cognitivi (capacità di attenzione, apprendimento, memoria, ragionamento, intelligenza, creatività). La ricerca sperimentale e le osservazioni riguardano oggi il neonato e persino il feto ancora nel grembo materno. Tali indagini, compiute con tecniche non invasive, dimostrano come anche bambini di pochi giorni manifestino capacità di attenzione, apprendimento, memoria, che aumenteranno via via con il tempo. Bambini di 5/6 mesi, o di 10 e oltre hanno già certamente acquisito un enorme numero di conoscenze sul mondo che li circonda, anche se non sono in grado di comunicare all’adulto le esperienze apprese, e di conseguenza il loro sapere viene sottovalutato. In questa prospettiva, e nell’ambito dello sviluppo psico e socioemotivo, acquistano un valore eccezionale la costruzione dell’identità del Sé, e il concetto di appartenenza familiare e culturale, che richiedono un processo lungo e delicato, dipendente da molti fattori, che inizia sin dai primi giorni di vita del bambino. Attraverso le successive interazioni con gli altri (in primo luogo la madre), ed il confronto con loro, il bambino impara a percepirsi come un essere psicologico, una persona, e a vedere il proprio sé distinto da tutti gli altri. Si renderà inoltre conto di mantenere anche nel tempo una identità unica, indipendente dalle trasformazioni fisiche e psichiche che, crescendo, caratterizzeranno la sua persona. Una grande conquista, fra le altre, sarà quella di imparare a comunicare attraverso il linguaggio, la cui padronanza effettiva varia molto da un bambino all’altro, all’interno di un periodo compreso tra 12 e 36 mesi. In una recente ricerca americana compiuta su larga scala e basata sulle stime fatte dai genitori, è risultato che i bambini sapevano pronunciare 12 parole all’età di 12 mesi; 179 a 20 mesi; 380 all’età di 28 mesi.
Per contro, il fatto che un bimbo non parli, magari fino ai 3 anni, non significa che non capisca il linguaggio degli adulti. Si deve considerare che lo sviluppo è un fatto personale, ed ogni individuo ha i propri tempi di crescita. In ogni caso, anche se non parla, il bambino comprende non solo ciò che i genitori gli dicono, ma persino ciò che essi dicono fra loro. Questo spiega perché anche i bambini che mostrano qualche ritardo nel linguaggio, dal momento in cui iniziano a parlare si esprimano poi abbastanza presto con frasi complete e talvolta complesse. Aggiungiamo un aspetto nuovo e ancora non studiato sperimentalmente dagli psicologi. Bambini di meno di 3 anni possono servirsi di un vocabolario limitato, ma avere già competenze molto ampie, superiori a quelle di moltissimi adulti, circa l’uso delle apparecchiature high-tech. Ad esempio sapere come inserire i propri CD-rom nel lettore del computer e manipolare un mouse per cliccare sulle icone del video; inserire un DVD nel lettore; mettere e togliere le videocassette dal videoregistratore, premendo i vari tasti di avanzamento o riavvolgimento veloce. Questo dimostra fra l’altro la presenza precoce (sin dai primi 2/3 anni di vita) di processi cognitivi quali attenzione e memoria procedurale, come pure la capacità di muoversi bene tra sistemi cognitivi e mnestici multipli. Proprio all’interno di queste e altre situazioni di confronto nasce l’autoriflessività del bambino su se stesso, sui propri comportamenti, sulla sua autostima che cresce in relazione all’aumentare delle proprie acquisizioni. E’ in tale prospettiva generale che devono essere considerati i nuovi giocattoli, i mezzi di intrattenimento e di formazione, e in genere gli strumenti che le tecnologie più innovative consentono di mettere a disposizione dei bambini e dei loro genitori.
Baby Mozart Baby Mozart si presenta come un prodotto dai molti lati positivi, in una prospettiva educativa e formativa in cui il bambino deve essere considerato come un individuo ad ampio potenziale di capacità cognitive che attendono soltanto di essere stimolate. Questo non per creare piccoli e sgradevoli “genietti”, vanto dei loro genitori, ma per altri due fondamentali motivi. Primo: le capacità cognitive dei bambini (di tutti i bambini) sono sempre state sottostimate dagli adulti, anche dai cosiddetti esperti. In realtà nei primi anni di vita noi possediamo straordinarie facoltà intellettive che verranno via via perdute (facciamo riferimento alle capacità citate già all’inizio, attenzione, apprendimento, memoria, ragionamento, intelligenza, creatività), se non saranno adeguatamente sollecitate. Secondo: si ritiene di solito che un bambino che non riceve stimoli per confrontare se stesso con la propria intelligenza, perda semplicemente la voglia o l’entusiasmo infantile per imparare. Per quanto ciò sia vero, si deve aggiungere che il bimbo non rinuncerà semplicemente ad attivare le proprie potenzialità. Queste rimangono infatti sempre attive, e il bambino acquisirà in ogni caso un enorme numero di informazioni dall’ambiente, qualunque esso sia. Ad esempio, se posto davanti al televisore, di fronte ad uno spettacolo mediocre e insulso, assumerà informazioni mediocri e insulse (e queste diventeranno le sue conoscenze ed i suoi paradigmi culturali di base). Se in casa si ascolteranno alla radio (magari mentre lui/lei gioca con i suoi peluche) programmi di basso livello intellettuale, come le canzonette o il cicaleccio delle telefonate tra chi ascolta e un dee– jay, il bimbo apprenderà quel linguaggio, quel ritmo musicale, quel modello che richiede il minimo impegno della mente pensante. Tale materiale di basso livello cognitivo occuperà comunque un posto notevole nel suo span di memoria infantile. Inoltre condizionerà le sue scelte future, imprimendogli standard superficiali, e modesti obiettivi di studio, di impegno, di cultura.
Per questo si sottolineava all’inizio come un prodotto quale Baby Mozart sia apprezzabile, proprio perché contiene molti lati positivi, nell’ottica psicopedagogica: stimola in maniera soft, e in modo contemporaneo, importanti a) sensi del bambino, quali la vista e l’udito; b) per quanto concerne l’udito, vengono offerti modelli di altissimo contenuto intellettuale, quali le musiche di Mozart, che sono al tempo stesso facilmente orecchiabili. Questi brani musicali sono inoltre molto ritmati e ripetitivi, quindi confacenti agli interessi e alla percezione infantile. i giocattoli presentati ed i giochi riprodotti sullo schermo, bolle c) colorate, oggetti in movimento, dai colori vividi e allegri, oltre ad essere adatti ai bambini, presentano stimoli attivi per la vista, sono eleganti e quindi educano al gusto estetico, e infine i loro movimenti coincidono bene con il ritmo musicale. d) tutti gli oggetti e le elaborazioni che vengono via via presentate sullo schermo non sono individuabili come solo maschili o solo femminili, e questo è importante ai fini di una educazione che non voglia essere sessuata e suddivisa per ruoli diversi, da imporre forzatamente e inconsciamente, a maschi e femmine. per quanto si tratti di un prodotto originale americano, gli e) oggetti ed i giocattoli presentati appartengono alla cultura occidentale, e quindi adatti ai bambini italiani, per i quali si è semplicemente provveduto alla traduzione in italiano delle filastrocche e dei nomi o aggettivi, che compaiono scritti sullo schermo sotto l’oggetto presentato, che vengono scanditi a livello verbale. In rapporto ad un giudizio circa l’età dei bambini che possono usufruire della cassetta VHS o del DVD Baby Mozart, è probabile che l’indicazione sulla copertina, “Età da 1 a 36 mesi”, sia forse leggermente eccessiva, poiché verso i 3 anni i bambini contemporanei aspirano piuttosto ad altri prodotti high-tech che consentano una maggiore interattività, nel caso che si tratti di un Cdrom. Oppure, nel caso di una videocassetta, che le immagini che si susseguono siano supportate da una storia.
E’ tuttavia opportuno che la fruibilità del prodotto vada distinta secondo i suoi due aspetti preminenti: musicale e rappresentazionale. Per quanto concerne infatti la parte musicale, la cassetta VHS o il DVD possono offrire un uso assai più prolungato, se utilizzati, magari in un secondo tempo, anche quando il bimbo è già cresciuto, “solo” in funzione di ninna– nanna di alto livello cognitivo/musicale. Mentre la parte iconografica e rappresentazionale appare adatta ad un periodo più limitato, dai 6 ai 24/30 mesi ca. Sarà importante che il bambino si trovi in compagnia di un adulto, in modo che le immagini abbiano anche la funzione di potenziare il dialogo e l’interazione bambino– adulto, e i contenuti della cassetta o del DVD servano da stimolo per provocare domande da parte del bambino e spiegazioni da parte del genitore.
Baby Beethoven Analogo discorso si può fare per Baby Beethoven, che presenta ancora puppets con forme di animali e vari oggetti in movimento che seguono il ritmo delle musiche. E’ consigliabile far vedere e ascoltare al bambino dapprima la cassetta intitolata Baby Mozart, in primo luogo a causa delle musiche del grande compositore salisburghese, più ritmate e brillanti, e quindi tali da attrarre maggiormente l’interesse dei bimbi per la musica. Baby Beethoven potrà essere mostrata in un secondo momento.
Baby Van Gogh Nelle Premesse generali abbiamo indicato alcuni aspetti essenziali a proposito delle potenzialità dei bambini e dei processi cognitivi, che nei bimbi si evolvono precocemente, sin dai primi giorni e mesi di vita, e che devono essere tenuti presenti nell’ottica della Psicologia dello sviluppo. In relazione a tali aspetti anche il giudizio sui contenuti della cassetta VHS o del DVD, Baby Van Gogh, non può che essere favorevole. Baby Van Gogh offre infatti eccellenti brani musicali molto variati e scelti con cura per quanto concerne le potenzialità e gli interessi dei bambini, e questo costituisce di per sé un ottimo incentivo per l’educazione musicale del bambino (educazione da iniziare il più precocemente possibile), e per affinarne la sensibilità. Baby Van Gogh intende distinguersi tuttavia soprattutto per quanto concerne l’aspetto estetico e pittografico, di educazione al gusto e al “bello”, e la presentazione che viene fatta nonché i contenuti intrinseci, sono da considerare anche in questo caso in termini positivi. Baby Van Gogh introduce infatti il bambino al mondo del disegno e della pittura, e tale approccio è certo in sintonia con gli interessi del bambino. E’ risaputo che l’uso della capacità grafica rappresenta uno dei modi in cui la maggior parte dei bambini ama comunicare con il mondo esterno. Affinare e perfezionare il gusto del bambino verso il disegno, senza forzature, dargli l’opportunità di conoscere modelli pittorici di rilievo, dovrebbe far parte dell’educazione di base del bambino. Per quanto concerne invece la parte di accompagnamento musicale, valgono le medesime osservazioni introdotte in precedenza. Alcune tra le musiche prescelte sembrano anzi particolarmente adatte a stimolare l’interesse dei bambini, anche più grandicelli. Certi soggetti di 3 e 5 anni che abbiamo sottoposto al test (visione e ascolto della cassetta Baby Van Gogh), pur sapendo che questo prodotto non era ormai più adeguato alla loro età, sono stati ad esempio molto stimolati dal Bolero di Ravel, tanto da muovere essi stessi alcuni passi di danza.
Si può aggiungere da ultimo che il progetto generale, individuato e simbolizzato con il nome di Baby Einstein, non è da considerare in termini di eccesso o esagerazione (a causa del suo mettere in rapporto il bambino con lo scienziato). Già il famoso psicologo e pedagogista Jean Piaget sosteneva che il bambino, soprattutto fra i 12 e 18 mesi ca., mosso dalla curiosità, agisce nel proprio ambiente “come uno scienziato” agisce nel suo laboratorio. Compie cioè vari esperimenti (anche semplicemente lasciando cadere più volte una palla o un oggetto di volta in volta più leggero o più pesante) e cambia via via le sue azioni sugli oggetti, per osservare che cosa succede, operando tentativi e procedendo per prove ed errori. Per Piaget, proprio questo modo di agire riflette l’organizzazione cognitiva del bambino, mentre la sua intelligenza si manifesta attraverso il successivo adattamento cognitivo all’ambiente.
I nostri amici animali In questo caso cassetta VHS e il DVD attingono al mondo animale, presentando dapprima alcuni animali nel loro habitat naturale, con le sequenze solite dei documentari della Walt Disney. Poi l’attenzione si sposta sugli animali “vicini di casa” o che della casa fanno parte, come cane e gatto, o animali di campagna, dal topo agli uccelli, alla rana al maialino, agli animali della fattoria. Agli animali veri si alternano gli animali puppet. Gli uni e gli altri cattureranno certo l’attenzione del bambino, anche prima del compiersi del suo primo anno di vita. Come per i prodotti precedenti, le sequenze video sono accompagnate e supportate da brani musicali selezionati, con autori che vanno da Rimsky-Korsakov a Vivaldi, a Beethoven, a Scarlatti, che bene contribuiranno all’educazione musicale dei bambini.
Tilde Giani Gallino è professore ordinario di Psicologia dello Sviluppo all’Università di Torino. E’ iscritta nell’Albo degli Psicologi e degli Psicoterapeuti
dal 1989, anno della fondazione. Nelle sue ricerche di Psicologia dello Sviluppo dedicate ai bambini in età prescolare, ha indagato i processi cognitivi ed emotivi infantili, dando ampio spazio alle rappresentazioni mentali e all’interazione ludica. Si è occupata spesso delle rappresentazioni grafiche dei bambini, in relazione allo studio dello sviluppo cognitivo, ma anche del disegno come metodo proiettivo e diagnostico e soprattutto come strumento di accesso alle rappresentazioni mentali. Ha utilizzato inoltre varie tecniche e metodologie sperimentali per compiere ricerche estese sull’”immaginario infantile” e sulle sue manifestazioni, quali il rapporto dialogico con gli oggetti transizionali e con i “peluches”, il rapporto psicoemotivo con la propria ombra, il gioco simbolico, il gioco del “far finta che”, l’invenzione di “compagni immaginari” e i “Doppi infantili”. Molte sue ricerche sperimentali sono state inoltre dedicate ai comportamenti all’interno dei nuclei familiari e alle interazioni genitorifigli. Nelle sue ultime ricerche ha privilegiato temi quali la costruzione del Sé nell’infanzia e anche le varie ri-costruzioni del Sé in età successive. Fa parte dei comitati di redazione di due riviste di psicologia: Età evolutiva e Psicologia contemporanea. E’ spesso richiesta per consulenze per vari Editori (Einaudi, UTET, Bollati Boringhieri) su opere di Psicologia dello sviluppo (di autori stranieri da tradurre in italiano), e ha scritto presentazioni o prefazioni a libri di psicologi italiani e stranieri. Collabora saltuariamente con due quotidiani, La Stampa e La Repubblica. Ha pubblicato oltre centoquaranta opere scientifiche, divise tra saggi e libri.
Tra le opere più significative in relazione all’età evolutiva si possono indicare le seguenti:
Il complesso di Laio. I rapporti famigliari nei disegni dei ragazzi, Einaudi, Torino,
1977.
Il fascino dell’immaginario. L’arte di parlare con le fiabe al proprio inconscio, SEI,
Torino, 1987.
Il sistema bambino. Ricerche sul gioco simbolico e l'immaginario, Bollati Boringhieri, Torino, 1990.
Il bambino e i suoi Doppi. L'Ombra e i compagni immaginari nello sviluppo del Sé, Bollati Boringhieri, Torino, 1993.
In principio era l'orsacchiotto. Gli animali di peluche e il mondo immaginario dei bambini, Mondadori, Milano, 1996 (tradotto in Portogallo e in Brasile). A, come abuso, anoressia, attaccamento. Rappresentazioni mentali in età evolutiva, Bollati Boringhieri, Torino, 1998.
Famiglie 2000. Scene di gruppo con interni, Einaudi, Torino, 2000. L’altra adolescenza. Handicap, divorzio, genere e ruolo sessuale. Quali modelli?, Bollati
Boringhieri, Torino, 2001.