Storia di Anna di giulio mozzi per Fantaghirò
PRIMA PARTE Siamo in una sorta di isola. Se non tropicale, quantomeno dal clima mite. Sulla sinistra [per chi guarda], il mare lambisce la terra, con un lieve rumore. Sulla destra s’intravede una vegetazione che potrebbe essere molto folta: una foresta. In fondo, ma non tanto distante, una casa semplice. Magari su palafitte, per stare all’asciutto da maree e mareggiate. La bambina Anna, seduta sul bagnasciuga, guarda il mare. Un uomo, Giuseppe, le si avvicina alle spalle senza far rumore. Giuseppe guarda Anna, accenna il gesto di toccarla. Invece poi comincia a ritirarsi, sempre senza far rumore. Ma Anna, evidentemente, ha indovinato la sua presenza. Anna [senza voltarsi] Stavo cercando la mamma. Gius
[bloccandosi] E l’hai vista?
Anna No. Gius
Sei sicura che ci sia?
Anna Sì. Gius
E la sapresti riconoscere?
Anna Sì. Gius
[si avvicina ad Anna] Mi descrivi la tua mamma?
Anna È un’onda. Gius
[sedendosi accanto ad Anna] Ci sono tante onde.
Anna Mia mamma è un’onda che canta. Gius
Tutte le onde cantano.
Anna La mia mamma canta il mio nome. Gius
E l’hai sentita cantare il tuo nome?
Anna No. Gius
E allora forse non c’è.
Anna C’è. Gius
Forse ci sarà domani.
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Anna La mia mamma c’è sempre. Gius
Però non la vedi, e non la senti.
Anna Non sono abbastanza brava. Gius
Ma che cosa dici! [si alza, come indispettito]
Anna Non sono abbastanza brava. È questo. La mia mamma è lì. Ma io non sono abbastanza brava. Gius
Forse devi solo aspettare.
Anna Devo diventare più brava. Gius
La tua mamma ti aspetta, Anna. Tornerai da lei. Ti verrà a prendere.
Anna Devo diventare più brava. Gius
[si mette difronte ad Anna, seduto sui talloni] Tu sei già abbastanza brava.
Anna Devo diventare più brava. Voglio la mia mamma. Maria [da dentro la casa, gridando per chiamare] Anna! Gius
Questa è Maria.
Anna Lo so. Maria [idem] Giuseppe! Dov’è Anna? Gius
[ad Anna] Andiamo, su. [gridando verso la casa] Arriva! [di nuovo ad Anna]. Forza. Maria ti aspetta. Ci sono i compiti da fare.
Anna [alzndosi] Devo diventare più brava. Gius
Anche a fare i compiti.
Anna [avviandosi verso la casa] Più brava a fare i compiti. Più brava a lavarmi. Più brava ad andare a scuola e tornare a casa da sola. Più brava a non sporcarmi. Più brava a mangiare tutto quello che c’è sul piatto. Più brava a vestirmi da sola. Più brava in tutto. Devo diventare più brava in tutto. [entra nella casa] Gius
[guarda il mare per un po’, in silenzio; poi:] Adele.
Mare [si sente un rumore d’onda più forte] Gius
Adele, anch’io vorrei vederti, parlarti.
Mare [si sente di nuovo un rumore d’onda più forte; Giuseppe si siede sul bagnasciuga, dov’era prima Anna]
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Gius
Se potessi vederti e parlarti, Adele, vorrei dirti che Anna è proprio una bella bambina. Vorrei dirti che non ho mai vista una bambina bella come Anna. E vorrei dirti che sono contento che Anna stia un poco con noi, e che sento una grande responsabilità.
Mare [fa un rumore d’onda strano, quasi una risata] Gius
Io non so che cosa è giusto e che cosa non è giusto, Adele. Mi rendo conto che è difficile, ecco. Tutto qui. È difficile anche per noi. Dobbiamo volere bene ad Anna, e dobbiamo fare in modo che non si attacchi a noi.
Mare [un’onda forte, degli schizzi arrivano addosso a Giuseppe]. Gius
Io voglio che Anna torni con te, che tu e Anna siate felici, insieme.
Mare [c. s.; Giuseppe si protegge dagli schizzi. Dalla casa esce Maria, che si avvicina a Giuseppe] Gius
Però tu ci devi aiutare, Adele. [irritandosi]. Tu devi aiutare Anna. Non è possibile che Anna venga qui, tutti i giorni, e che tu non ti faccia vedere. Che tu non ti lasci nemmeno intravedere. Che tu nasconda il tuo canto in mezzo al canto delle altre onde...
Maria [alle spalle di Giuseppe] Cosa fai, adesso, parli da solo? Gius
[sobbalza; parla con un’esistazione] Cercavo di parlare... con Adele.
Maria Buona quella. Gius
[col tono di quello che cerca di cambiare discorso] Anna sta facendo i compiti?
Maria Se ne sta lì, se la spassa [accenna al mare] insieme a tutte le altre. Gius
Sono compiti difficili? Pensi che dovrei aiutarla?
Maria Tutto il giorno avanti e indietro, tutto il giorno avanti e indietro. La bella vita. Mai un pensiero. Solo cantare, cantare e suonare. Se la cantano e se la suonano. Per sua figlia, niente. Gius
È matematica? Inglese? Scienze? La matematica gliela posso ripetere.
Maria Lei deve solo aspettare che scada il tempo, e gliela ridaranno. E allora sarà finita per lei. Non le serviranno né la matematica né l’inglese né le scienze. Non le servirà più
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niente. Solo cantare. E andare e venire, insieme a tutte le altre. Basta. Gius
Maria.
Maria Sono stanca. Gius
Di cosa?
Maria Di tutto questo lavoro fatto per niente. Gius
Non è fatto per niente.
Maria Non ci diranno nemmeno grazie. Gius
Anna ci è grata.
Maria La porteranno via, e basta. Gius
Ci sarà tutto un percorso, vedrai.
Maria La porteranno via, è questo che conta. Non mi interessa il percorso. La nostra bambina. Gius
Non è nostra.
Maria Ah, certo. [accenna al mare] È di quella là. Gius
Di Adele.
Maria Ringrazi il cielo di avere un nome. Fosse per me le toglierei anche quello. Gius
[gridando] Maria!
Maria E che c’è? Gius
Ma che cosa stai dicendo?
Maria Niente, le solite cose. Gius
Oggi sei cattiva.
Maria Io sono onesta. Gius
Sei cattiva. Sono stanco anch’io, Maria. Ma sono stanco di te.
Maria E che cosa ho fatto, che non va bene, adesso? Gius
Niente, a parte essere cattiva.
Maria Mi parli come ai bambini. Sei stata buona, sei stata cattiva. Gius
E che cosa devo dirti?
Maria Quello che vuoi. La bambina sta studiando. Gius
Sta facendo i compiti.
Maria Di più. Sta studiando. Sta studiando tutto a memoria.
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Gius
A memoria? Tutto?
Maria Tu non ti accorgi mai di niente. Sa a memoria il libro di grammatica, il libro di geografia, il libro di scienze. E adesso sta imparando a memoria quello di matematica. Gius
Però anche le capisce, le cose.
Maria Oh, capisce tutto. Ma è convinta che deve anche sapere tutto a memoria. Gius
E perché?
Maria Per essere più brava. Gius
Ma ha già i buoni voti a scuola.
Maria Della scuola non gliene importa niente. Lei vuole essere più brava... [esita] Gius
[sollecitandola a continuare] Perché?
Maria Lei vuole essere PIÙ BRAVA [marcando le parole] perché se sarà PIÙ BRAVA, quella là [accenna al mare] si farà vedere. Gius
Be’, è una motivazione.
Il cielo comincia a scurirsi. Si annuncia un temporale Maria [inalberandosi, aumentando progressivamente il tono] È una motivazione? È una motivazione? È tutto questo quello che sai dire? Che è una motivazione? Che è una motivazione, magari una BUONA motivazione, che questa bambina si spacchi il cervello a mandare a mente centinaia di pagine, perché è convinta che così sarà PIÙ BRAVA, e che se sarà più brava quella sgualdrina... Gius
[forte] Maria!
Maria ...quella SIGNORA [ironicamente] si degnerà di mostrarsi, di emergere qualche nanosecondo dalle onde tra le quali trascorre la giornata, e di cantare il suo nome? [abbassa il tono] Dopodiché noi la avremo persa, la bambina, e non potremo più fare niente, e nessuno ci dirà nemmeno grazie, e la bambina se ne andrà senza neanche voltarsi per salutarci, e tornerà nel suo mare, e sarà perduta per sempre, capisci?, PER SEMPRE, e tutto il lavoro che noi abbiamo fatto sarà del tutto inutile... [finisce con un tono desolato] Gius
Anna.
Maria Eh? Gius
Si chiama Anna.
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Maria Lo so. Gius
A volte sembra che tu non lo sappia.
Maria Ma cosa dici? Gius
Dici: «la bambina», «la nostra bambina», ma non dici il suo nome.
Maria Sarà un caso. Gius
Come si chiama?
Maria Chi? Gius
Quella che tu chiami «la bambina».
Maria Ma che razza di domanda è? Gius
Dimmi come si chiama.
Un tuono formidabile cancella l’eventuale risposta di Maria. Le onde fanno un rumore indescrivibile. L’acquazzone è improvviso e violento. Giuseppe e Maria si coprono la testa con i vestiti. Corrono verso la casa. Terminato l’acquazzone, la scena si riempie di una luce calda. Si sentono uccelli cantare, insetti frinire. Da dietro un albero, tutta bagnata, sbuca Anna. Si avvicina al mare. Sta in piedi. Anna Li ho sentiti litigare. Fa due passi. Anna Stavano litigando. Guarda il mare. Anna Litigano sempre. Ripete le parole, come se non fosse sicura che c’è qualcuno che la ascolta. Anna È colpa mia. Si avvicina ancora di più al mare, l’acqua le lambisce i piedi. Anna È colpa tua. Dà le spalle al mare. Anna Tu non ci sei mai. Io ti vengo a trovare sempre, e tu non ci sei mai. Fa qualche passo, allontanandosi dall’acqua. Anna Io sono brava, più brava che posso. Scalcia nella sabbia.
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Anna A Giuseppe non gliene importa niente. Maria si arrabbia. Si volta verso il mare. Anna Maria non vuole che io sia brava. Le spalle al mare. Anna Maria vuole che io resti qui. Si siede. Anna Maria non mi vuole bene. Il mare fa un suono d’onda strano, l’acqua arriva a lambire Anna seduta sul bagnasciuga. Anna Tu non mi vuoi bene. Il mare si ritira. Le onde tacciono. Anna Devo fare tutto da sola. Maria [sbucando dalla vegetazione] Eccoti! Anna Cosa c’è? Maria Come, cosa c’è. Siamo tornati a casa sotto l’acquazzone, e non ti abbiamo trovata. È mezz’ora che ti cerchiamo, io e Giuseppe. Anna Io sono sempre qui. Maria [toccandole la camicia] E sei tutta zuppa! Vieni a cambiarti. Anna Io sono sempre qui, lo sai. Maria Adesso vieni con me. Se resti qui ti prendi un accidente. Anna Vengo subito. Maria Vieni con me. Anna Cinque minuti. Maria Ma che cosa ci fai qui? Non ho mai capito perché ti piace tanto questo posto. Anna Cinque minuti e arrivo. Maria Conto io fino a cinque. Uno... Anna non si muove. Maria ...due... Anna non si muove. Maria ...tre... Dalle spalle di Maria sbuca Giuseppe con una coperta.
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Maria ...quattro... Giuseppe si avvicina ad Anna. Maria ...cinque! Finito. Andiamo. Giuseppe butta la coperta sulle spalle di Anna, la avvolge, la raccoglie. Maria Che cosa ci fai tu qui? Gius
Andiamo.
Si incamminano verso la casa, Giuseppe reggendo tra le braccia Anna avvolta nella coperta. SECONDA PARTE Gius
[esce di casa con uno zaino tra le mani, si ferma fuori della porta e lo sistema sulle spalle] Anna, sei pronta?
Anna Sì. [esce anche lei] Gius
Andiamo. [si incammina, con Anna al fianco]
Anna Dove andiamo? Gius
Da nessuna parte in particolare. Facciamo una gita.
Anna Andiamo nel bosco? Gius
Hai voglia di andare nel bosco’
Anna No. Gius
Dove vorresti andare?
Anna Possiamo camminare qui, vicino all’acqua. Gius
Va bene.
Camminano in silenzio lungo la riva. Gius
È una bella giornata, vero?
Anna Sì. Camminano ancora. Gius
Ascolta.
Anna Cosa? Gius
Gli uccelli.
Si sente un bellissimo canto d’uccello. Gius
Bello, vero?
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Anna [distrattamente] Sì. Gius
Non sembri tanto convinta.
Anna [con foga] È bello, sì. Gius
Non devi mica dire di sì per farmi un piacere.
Anna Che cosa devo fare, allora? Gius
Se ti piace, di’ che ti piace. Se non ti piace, di’ che non ti piace.
Anna Non è che non mi piace. Gius
E allora?
Anna Non mi interessa. Gius
Non ti interessa il canto degli uccelli?
Anna No. Gius
E non ti interessa neanche il bosco.
Anna Il bosco non mi piace proprio. Gius
Perché?
Anna [non risponde] Gius
Non ti piace perché è buio?
Anna No. Gius
Non ti piace perché ci sono gli animali?
Anna No. Gius
E allora?
Anna [guarda il mare] Qui c’è la mamma. Nel bosco non c’è. Gius
[si toglie lo zaino, lo posa per terra] E allora sai cosa facciamo?
Anna Cosa? Gius
Non andiamo nel bosco. Non andiamo da nessuna parte. Restiamo qui. Ti va bene?
Anna Sì. Si siedono, rivolti al mare. Gius
Tu tornerai dalla tua mamma, Anna.
Anna Io voglio tornare dalla mia mamma. Gius
Però adesso starai ancora un poco con noi.
Anna È già tanto tempo.
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Gius
No, non è tanto tempo. A te sembra, ma non è tanto tempo.
Anna E poi non sono sicura. Gius
Di che cosa non sei sicura?
Anna Non sono sicura che mi lascerete tornare dalla mia mamma. Gius
E poi?
Anna E poi cosa? Gius
C’è qualcos’altro, di cui non sei sicura?
Anna Sì. Gius
Che cosa?
Anna [facendo fatica] Non sono sicura che la mia mamma mi voglia. Gius
E poi?
Anna Tante cose. Silenzio. Gius
Anna.
Anna Sì. Gius
Tu lo sai perché sei con noi, adesso.
Anna Sì. Gius
Prova a dirlo.
Anna Sono con voi, adesso, perché... [esita] Gius
Perché?
Anna ... perché la mia mamma non era brava. Gius
Sei sicura?
Anna No. Gius
La tua mamma è brava o no?
Anna Non lo so. Gius
Tu vuoi bene alla tua mamma?
Anna Non lo so. Gius
La tua mamma ti vuole bene?
Anna Non lo so.
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Gius
Vuoi stare con la tua mamma?
Anna Sì. Gius
E con noi?
Anna Con voi? Gius
Vuoi stare con noi, per un altro po’?
Anna [esita] Con voi sto bene. Gius
Però...
Anna [fa per parlare, poi non parla] Gius
[indicando il mare] Secondo te, la tua mamma è lì, adesso?
Anna Non lo so. Gius
Tu passi tante ore a cercarla, certi giorni.
Anna Sì. Gius
Ma certi giorni no.
Anna Certi giorni no. Gius
E perché certi giorni sì e certi giorni no?
Anna Certi giorni non ho voglia. Gius
E quando la cerchi, la vedi, ogni tanto?
Anna Ogni tanto sì. Gius
E com’è?
Anna Certe volte è bella, certe volte è brutta. Gius
E poi?
Anna Certe volte mi guarda, certe volte no. Gius
E poi?
Anna Certe volte si muove in mezzo alle altre onde, e mi viene vicina. Gius
Fino a bagnarti i piedi?
Anna Sì. E certe volte invece sembra che non mi veda neanche. Gius
Io voglio che tu torni dalla tua mamma.
Anna Ma la Maria no. Gius
Anche la Maria.
Anna No. Lo dice sempre. Gius
Anche lei vuole che tu torni dalla tua mamma.
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Anna No. Gius
E tu tornerai presto dalla tua mamma.
Anna Non lo so. Gius
Vedi, Anna. La tua mamma è lì, in mezzo alle onde. Tu certi giorni la cerchi, e certi giorni no. Lei certi giorni ti cerca, e certi giorni no. È così, vero?
Anna Sì. Gius
E perché succede così?
Anna Perché non siamo brave. Gius
Sei sicura?
Anna Siamo un po’ brave e un po’ no. Gius
Però tutte e due avete voglia.
Anna Io voglio essere brava. Gius
E anche la tua mamma.
Anna Sei sicuro? Gius
Secondo me, tra un po’ la tua mamma viene qui.
Anna [balzando in piedi, guardando il mare] Sei sicuro? Gius
No, non sono sicuro. Però secondo me tra un po’ viene qui.
Si alza un vento. Arrivano a riva onde più alte. Anna Guarda! Gius
Dove?
Anna Guarda lì! Un’onda si alza, sembra quasi bloccarsi in aria, ricade. Anna Mamma! L’onda si alza di nuovo, di nuovo sembra bloccarsi in aria, ricade. C’è una specie di eco, per cui il «Mamma!» di Anna ritorna, trasformandosi in un «Anna!». Gius
È la tua mamma!
Anna [corre verso l’acqua] Mamma! Gius
Anna, férmati! [corre, la prende in braccio]
Anna [divincolandosi] Lasciami! È la mia mamma! Gius
[trattenendola] Guardala, Anna, guardala.
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Anna Voglio andare dalla mia mamma! Gius
Sì, amore mio, ma non adesso. Non subito.
Le onde ricadono, si confondono, il mare torna calmo. Giuseppe posa a terra Anna. Anna [a terra, piangendo] Era la mia mamma! Gius
Sì, amore, era la tua mamma. Era la tua mamma bellissima.
Anna Volevo andare da lei! Gius
Se non ti tenevo, saresti caduta tra le onde. Potevi annegare.
Anna Io non annegavo! Andavo dalla mia mamma! Gius
[grida] Anna!
Anna tace di colpo. Gius
[con voce normale] Anna, io voglio, noi vogliamo che tu torni dalla tua mamma. Ci vorrà ancora un poco. Vedi che la tua mamma è qui. Vedi che è vicina. Ma lei è ancora nel mare. Non è ancora il momento. Non è ancora il momento, amore... TERZA PARTE
In mezzo alla scena, sulla spiaggia, è stato portato un tavolo. Giuseppe e Maria siedono, fronteggiandosi. La discussione è accesa. Maria È stata una grande idea, questa gita. Erano un po’ di giorni che la bambina era tranquilla, e adesso è di nuovo tutta agitata. Gius
Neanche noi siamo tanto tranquilli.
Maria E voglio vedere! Sono quasi due anni che abbiamo la bambina, che ci occupiamo di lei, che le diamo tutto, che la tiriamo su. E adesso sta per finire. Gius
Era una cosa temporanea. Lo sapevamo fin dall’inizio.
Maria Lo sapevamo ma non ci pensavamo. Andiamo, Giuseppe, tu ci pensavi all’inizio? Gius
No. Non tanto.
Maria Ecco. Non sapevamo quello che stavamo facendo, in sostanza.
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Gius
Be’, è tante volte così nella vita. Si fanno le scelte, sulla base di quello che si sente al momento, e si capisce nel tempo cosa si sta facendo davvero.
Maria Complimenti per la banalità. Stavo dicendo che siamo stati imbrogliati. Gius
Questa è grossa!
Maria Sì, Giuseppe: siamo stati imbrogliati. Abbiamo avuto una creatura, e adesso ce la tolgono. Gius
Non è mica una cosa.
Maria No, certo. È molto più di una cosa. È una bambina. Una persona umana. Gius
Si chiama Anna.
Maria Si chiama Anna, è una persona umana, e ce l’hanno data da tenere come una figlia. Gius
Non è nostra figlia.
Maria E adesso ce la tolgono. Gius
E adesso torna da sua madre.
Maria La tolgono a noi per darla a quella là. Gius
È sua madre, non è «quella là».
Maria È QUELLA LÀ, e non è mai stata capace di trattare la bambina come una figlia. Gius
Non è «quella là», e si chiama Adele.
Maria Evidentemente, tutti hanno un nome da queste parti. Anche chi non se lo merita. Gius
Maria, io ti ho amata.
Maria Fino a cinque minuti fa? Gius
Io ti ho amata, e ti amo ancora, ma non so se sono capace di amarti ancora.
Maria Voi uomini avete sempre queste fisime. Gius
Non sto scherzando, Maria. [gesticola, si alza in piedi ecc.] Io ho amato una donna che ha avuto il coraggio di prendere con sé una bambina, di prendersene cura, di amarla, di trattarla in tutto e per tutto come una figlia propria, pur sapendo che in un certo momento – un momento stabilito fin dall’inizio – questa bambina sarebbe tornata dalla madre sua, dalla madre vera.
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Maria La ringrazio del suo amore, signor Giuseppe. Gius
E invece non so se sono capace di amare una donna, che è la stessa donna, che adesso questa bambina, Anna, della quale peraltro lei non è neanche capace di dire il nome, se la vuole tenere, come se fosse una cosa diventata sua.
Maria Non è che me la voglio tenere. Gius
Ah no?
Maria Non voglio che vada in mano a quella là. Gius
Adele.
Maria O come si chiama. Gius
Maria, io me ne vado.
Maria Eh? Gius
Io me ne vado. Tengo duro finché Anna è qui, poi quando la restituiamo, me ne vado.
Maria E io? Gius
E tu fa’ quello che vuoi.
Maria Non ti importa niente di me? Vuoi farmi perdere il marito e la figlia in un colpo solo? Gius
Non è tua figlia.
Maria Io che ho investito così tanto per essere una buona madre per questa qui, che una vera madre non ce l’ha mai avuta, che ho organizzato tutta la mia vita per lei... Gius
Non è tua figlia. E una vera madre ce l’ha.
Maria Non è una madre. Una madre sa tenersi sua figlia. Gius
Ma tu hai idea di quanto ha patito lei?
Maria Patito? Gius
Che ne sai tu di lei?
Maria Non mi interessa saperne! Gius
[grida forte] E invece dovrebbe interessarti!
Maria [grida anche lei] Non mi interessa! Giuseppe si volta, si allontana. Non guarda più Maria. Guarda il mare. Si mette le mani in tasca. Si agita. Poi parla, sempre senza guardare Maria. Gius
Io non so che cosa voglia dire, trovarsi al punto di dover prendere la propria figlia, e metterla per un certo tempo in
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mani altrui. Non so quanto una madre possa sentirsi sconfitta, delusa di sé stessa, per questo. O magari no: magari le sembra una soluzione buona, o la soluzione migliore, o la meno peggio. Magari una madre può dire a sé stessa: «Adesso non ce la faccio, ma in questo tempo mi darò da fare, mi sistemerò, farò quello che devo, e poi tornerò da mia figlia a testa alta». E non so neanche, veramente, che cosa voglia dire questo per la figlia. Non so, anche se è con noi da quasi due anni, che cosa voglia dire questo per Anna. Quando cerca sua madre, si sente rifiutata. Quando sua madre la cerca, è lei che non la vuole. Sono solo immaginazioni. O non sono solo immaginazioni. Noi nemmeno sappiamo bene di che cosa ha bisogno. Le diamo tutto. Ma possiamo essere solo quello che siamo. Non siamo sua madre. Maria [stanca] Siamo un’imitazione. Gius
Siamo un’imitazione, sì. Facciamo tutto quello che farebbe Adele, se Adele fosse in grado di farlo, ma non siamo Adele. Però no, non siamo un’imitazione. Siamo un esercizio. Siamo qui per esercitarci. E Anna è qui per esercitarsi.
Maria E anche sua madre farà un sacco di esercizio, immagino. Gius
Dobbiamo sperare che sì. Sono esercizi del corpo, esercizi della mente, esercizi dell’anima. Ti ricordi quando Anna è venuta qui con noi, la prima volta?
Maria Sì. Gius
Ti ricordi com’era difficile toccarla, aiutarla, abbracciarla?
Maria Mi ricordo. Gius
E ti ricordi che anche per noi era difficile, con questa ospite improvvisa, volevamo toccarla, aiutarla, abbracciarla...
Maria E non sapevamo come fare. Gius
E anche adesso è difficile.
Maria È difficile ancora. [va verso Giuseppe, finirà con l’abbracciarlo da dietro] Sembra che per te sia meno difficile. Per me è difficilissimo. La prima volta che sono riuscita ad abbracciarla, ad abbracciarla davvero, quella volta lì, in quel preciso momento in cui la abbracciavo, ho sentito che diventava mia figlia. Gius
Ma non è tua figlia.
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Maria No, non è mia figlia. Eppure in quel momento la mia anima si è attaccata alla sua, ed è così doloroso anche solo immaginare di staccarla. È proprio un duro esercizio. Deve essere tutto come se, come se quella fosse tua figlia, come se tu fossi sua madre. Gius
Una finzione vera.
Maria E non può essere che così, perché davvero bisogna esercitarsi, a essere figlia, a essere madre, perché se vuoi che poi lei, con sua madre, riesca a essere figlia, e sua madre a esserle madre, è proprio questo esercizio che ci vuole, e lei deve farlo con te, perché tu sei lì per quello scopo, per quello scopo e non un altro... Gius
È come imparare un gioco.
Maria Il gioco di essere figlie e madri, figli e padri. Gius
Il gioco della vita.
Maria Un gioco così serio... Gius
[si volta lentamente, a sua volta abbraccia Maria] Stiamo diventando retorici.
Maria
[ricambiando l’abbraccio] E anche un po’ commoventi.
Si stringono. Arriva Anna di corsa. Anna Giuseppe! Maria! Maria [senza sciogliere l’abbraccio] Anna, che c’è? Anna [saltellando dall’eccitazione] Ho visto la mia mamma! È bellissima! Gius
E dove l’hai vista?
Anna È uscita dal mare! Mi ha abbracciata! Maria È ancora qui? Anna Ha detto che torna! Ha detto che torna! Gius
[aprendo l’abbraccio] Vieni qui, birbante!
Anna si unisce all’abbraccio. Una musica commovente. Una danza. QUARTA PARTE La scena è sempre la stessa. E c’è sempre il tavolo fuori. Ma qualcosa fa capire che dev’essere passato un po’ di tempo. Maria e Giuseppe indossano
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altri abiti: abiti non da tutti i giorni. Preparano la tavola per un pranzo (ci sono tre coperti), mettono dei festoni, addobbano, eccetera. La musica è la stessa che si era sentita alla fine della terza parte: ma più vivace, più festaiola. Mentre preparano si scambiano battute. Maria A che ora ha detto che arriva? Gius
All’una, ha detto che arriva.
Maria Ma proprio all’una in punto? Gius
Ma proprio proprio in punto.
Maria Gisueppe, mi fai il verso? Gius
(posando) Sapessi fare versi, versi farei a iosa. Ma faccio solo versacci e non è la stessa cosa.
Maria (ride) Ma sei fuori! Gius
Fuori come un balcone?
Maria Come un cassetto aperto. Gius
O fuori di melone?
Maria Fuori dal comune. Gius
Oddio. E dalla provincia?
Maria Nella provincia dei matti, ci sei dentro. Gius
Ah, meno male. Mi temevo fuori allenamento.
Maria (cambia tono) Senti, scherzi a parte, io vado a metter su il risotto. Gius
Mi raccomando il sale.
Maria Non ho mai sbagliato il sale in vita mia. Gius
C’è sempre una prima volta.
Maria (affrontandolo, le mani sui fianchi, ma ridendo) Vuoi provocarmi? Gius
Signora mia, non oserei mai. È lei che è fin troppo provocante. (la abbraccia, cerca di baciarla)
Maria (fingendo di divincolarsi) Il risotto, il risotto, devo metter su il risotto. Gius
Il risotto può aspettare.
Maria Ma Anna no. Gius
(lasciandola) E vabbè. Ci saranno altre occasioni, mi auguro.
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Maria Oggi dobbiamo essere due serissimi ex genitori provvisori. Gius
Fino alle cinque.
Maria Fino alle cinque. Anna non è ancora arrivata, ma sembra che tu abbia già fretta di mandarla via... Gius
Ma figuriamoci. È che al cuore...
Maria ... non si comanda. Ma neanche alla fame di una bambina. Quindi vado a metter su il risotto. (Va). Gius
(da solo, mentre sistema) Pensare che, a un certo punto, sembrava tutto così difficile. Pensare che, a un certo punto, quasi non ci potevamo vedere. Pensare che, a un certo punto, ci pareva che tutta la nostra vita dipendesse da Anna. Pensare che, a un certo punto, ci sembrava che ce la rubassero. Invece...
Anna (da fuori, da non si sa dove) Giuseppe! Gius
(molla tutto) Anna! (si guarda intorno) Ma dove sei?
Anna (cantilenando) Dove sono lo so io, dove sono non lo sai, se mi cerchi troverai. Gius
(fintamente arrabbiato) Ah, piccola peste!... (si aggira) Uccia uccia... Uccia uccia... Sento odore di un’Anuccia... Sento odore di un’Annuccia... (sparisce nel bosco; da un’altra parte arriva Anna, in punta di piedi, con tra le mani un inverosimile mazzo di fiori, poi resta immobile)
Gius
(tornando in scena) Ma dove si è nascosta?
Anna Cucù. Gius
Eccoti! Birbante! (la abbraccia sollevandola)
Anna Attento, che rovini i fiori! Gius
(senza mollarla) Non è possibile, che oggi nessuna delle mie donne vuole farsi abbracciare. Dammi quel bel musino.
Anna sporge il viso, Giuseppe la bacia tra i fiori. Poi la posa in terra. Anna (porgendo i fiori) Questi sono per voi. Gius
(senza prenderli) Maria! È arrivata! È arrivata!
Anna (c.s.) Giuseppe, li prendi? Gius
(c.s.) Devi darli a Maria.
Anna Uffa! Bisogna fare sempre come vuoi tu. Gius
È più bello se li dai a Maria.
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Anna Ma pesano! Gius
Hai ragione. (prende i fiori)
Maria Anna! Anna Maria! (le corre incontro, Maria la abbraccia sollevandola) Maria Ma come sei cresciuta! Anna Ma non sono cresciuta quasi niente. Maria Non importa. Sei cresciuta lo stesso. Gius
Guarda cosa ti ha portato Anna, Maria.
Maria Ma sono bellissimi! Anna Li ha comprati la mia mamma. Maria (con un’ombra) Ah... Non è stata un’idea tua? (posa Anna in terra) Anna Io volevo prendervi un orsacchiotto. Gius
(venendo in soccorso) Un orsacchiotto? Che bello! Ma anche i fiori sono bellissimi.
Anna La mamma ha detto che erano meglio i fiori. Gius
(didattico) È vero, i fiori fanno sempre piacere, sono giustissimi per questa occasione.
Maria (ignorando Giuseppe) Ma perché un orsacchiotto? Gius
Maria..
Anna Perché ho visto un orsacchiotto bello, e ho pensato che lo potevate coccolare. Visto che adesso io sto con la mia mamma. E così lo potevate coccolare, e io pensavo che quando lo coccolate, io... (si ingarbuglia) Maria Anna. (si siede sui talloni per parlarle faccia a faccia) Questo è un pensiero bellissimo. Gius
Molto bello.
Maria Ma anche i fiori sono molto belli. Gius
Bellissimi.
Maria E vedi, da quando sei tornata con la tua mamma, noi ti coccoliamo sempre. Anna E come fate? Gius
Parliamo sempre di te...
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Maria Parliamo sempre di te, ci ricordiamo di tutte le cose che abbiamo fatte insieme, abbiamo sempre il tuo pensiero in mente... Anna Però... Gius
Pero?
Anna Però non siamo stati sempre bene. Maria È vero. Tu stai bene con la tua mamma, adesso. Anna Sì. Maria Sempre sempre sempre bene? Anna Sempre no. Maria Però vuoi stare con la tua mamma. Anna Sì. Maria Sei stata con noi per un po’ perché la tua mamma per un po’ non ce la faceva. Anna Stava nel mare. Maria Stava nel mare, appunto. E adesso? Anna Adesso sta con me. Maria Benissimo. Tu stai con la tua mamma e la tua mamma sta con te. Ogni tanto non state proprio bene bene, bene al massimo, però volete stare insieme. Anna Sì. Maria E anche noi (guarda Giuseppe) non stiamo sempre proprio bene bene insieme. Gius
(infervorato) Però vogliamo stare insieme!
Maria Ecco. È tutto chiaro? Anna Sì. Gius
Nessuno è perfetto a questo mondo.
Anna Ma allora voi mi coccolate? Maria Noi ti coccoliamo tutti i giorni, Anna. Ti pensiamo sempre, e siamo contenti che tu stai con la tua mamma. Siamo contenti che stai con lei e siamo contenti se ogni tanto vieni a trovarci. Sei contenta? Anna Sì.
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Maria abbraccia Anna: profondamente, a lungo. Giuseppe annusa, si aggira annusando platealmente. Maria lo guarda. Maria Ma cosa fai? Gius
È proprio vero che non siamo perfetti.
Maria (alzandosi) Cosa vuoi dire? Gius
Abbiamo bruciato il risotto.
Maria Oddio, il risotto! Il mio risotto! (corre via, Giuseppe e Anna ridono) Gius
(che ha sempre i fiori in braccio) Cara Anna, ho il sospetto che per oggi ci toccherà mangiare minestrina. Ma non è poi così importante. L’importante non è che ci sia o non ci sia il risotto, l’importante è che chi si siede attorno alla tavola si voglia bene.
Anna Sì. Gius
Mi aiuti a sistemare i fiori?
Anna Sì. Gius
E intanto mi racconti com’è la tua mamma...
Anna La mia mamma è come un pesce nel mare che gioca con le onde e sogna di volare. La mia mamma è come una stella marina che saluta nel cielo una stella cugina. La mia mamma è come una mamma delfina che balla sulla coda per la sua bambina. La mia mamma è come un’alga esploratrice che è senza le radici e viaggia i sette mari. La mia mamma è come una sogliola curiosa nascosta nella sabbia per farti la sorpresa. La mia mamma è come una granchia del Giappone che ospita sul dorso
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rosso un anemóne. La mia mamma è come una sardina astuta che sfugge e si nasconde se incontra un pescecane. La mia mamma è come una balena buona che anche se è lontana pensa alla sua bambina che è tanto piccolina, la balena bambina…
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