SPETTACOLI PER LE SCUOLE MEDIE E SUPERIORI
di Teatro Linguaggicrea:vi
TEMA: CYBERBULLISMO ED OMOFOBIA
IL GIOCO DI EFFE. testo di Paolo Trotti regia di Elena Parretti e Amedeo Romeo con Simona Migliori Il gioco di Effe affronta due temi che trovano negli episodi di cronaca nera un crescente riscontro della loro diffusione tra i giovani: cyberbullismo ed omofobia. In un ambiente sonoro che evoca le atmosfere di un rave, un’attrice sola dà voce a tutti i personaggi e all’urlo disperato di un’adolescente: Effe. Effe non ha un nome. È una ragazza di sedici anni sradicata dalla sua città e portata in una Valle Svizzera, vicino a Ginevra, da sua madre, ricercatrice del CERN. Effe non ha potuto scegliere, ha solo dato addio al mondo che le era familiare e vive in una casa a due piani, isolata, senza connessioni, con una madre spesso distratta, una sorella immobilizzata da una malattia, un padre assente ed un amore segreto rimasto in città. Ha smarrito tutti i suoi punti di riferimento, non familiarizza con i nuovi compagni di scuola e i nuovi compagni iniziano a far girare voci su di lei. Effe l’introversa, Effe che non parla, Effe la lesbica. Ed Effe, lontana dal suo mondo, diventa Whitesnow98, sceglie un nickname per farsi riconoscere dal suo amore lontano. Eppure nessuno le risponde. Il senso di solitudine aumenta di giorno in giorno fino a quando accetta di andare ad una festa in un capannone isolato. Durante il rave comincia a bere, vuole lasciarsi alle spalle il dolore e la solitudine, vuole essere come gli altri, appartenere. Ma la festa degenera e quando Effe comincia a spogliarsi viene fotografata e le sue immagini vengono diffuse su tutti i social. Il gioco di Effe è uno spettacolo sugli adolescenti ed è uno spettacolo su noi adulti, che ci siamo persi prima di loro.
Il GIOCO DI EFFE FOCUS temi affrontati Il social è come un muro in una piazza. Cosa accadrebbe se ognuno di noi scrivesse i segreti più intimi dei propri amici e conoscenti su quel muro? Il social è una macchina, e, se non si è consapevoli del suo funzionamento (e scopo ultimo), può ferire, e come nei casi di cronaca nera, uccidere. Ma è la macchina ad uccidere? O chi con leggerezza ne fa un uso superficiale, a volte inconsapevolmente crudele, sottovalutandone le conseguenze? I ragazzi sanno prendersi le responsabilità delle parole che scrivono sui social network? Sanno che lo schermo del computer li protegge solo apparentemente? Queste sono le domande che IL GIOCO DI EFFE vuole indagare. Lo spettacolo non vuole condannare lo strumento social, vuole essere un’occasione di riflessione, uno spunto per permettere agli studenti delle scuole superiori e agli insegnanti di interrogarsi insieme su un fenomeno sempre più radicato nella nostra cultura, che non può essere né ignorato né stigmatizzato. Un fenomeno complesso che adulti e adolescenti, ciascuno dal proprio punto di vista, devono imparare a gestire con consapevolezza. Allo stesso modo affrontiamo con delicatezza il tema dell’omofobia: Effe ama una ragazza con la naturalezza di chi non si chiede se sia giusto o sbagliato. Solo dopo esser stata ferita dallo sguardo superficiale dei bulli sentirà di doversi nascondere. La vita di Effe è una storia esemplare - in parte ispirata ad un fatto di cronaca accaduto in un paese in provincia di Milano e nella quale i ragazzi potranno riconoscersi.
LINK al video: https://vimeo.com/122320714
IL GIOCO DI EFFE
TEMA: GIORNO DELLA MEMORIA
MAL DI CASA, UNA STORIA VERA racconto teatrale sulla breve vita di Walerjan Wrobel tratto dal saggio omonimo di Christoph U. Schmink-Gustavus testo e regia di Amedeo Romeo con Dario Sansalone Lo spettacolo Mal di casa prende spunto dall'omonimo saggio di Christoph U. Schmink-Gustavus, pubblicato nel 1994 dalla casa editrice Bollati Boringhieri. Il libro racconta, attraverso gli atti processuali e le interviste ai testimoni, la vicenda di Walerjan Wróbel, un ragazzino di sedici anni deportato, imprigionato e assassinato dai nazisti per l'unica colpa di aver provato nostalgia di casa. Il 5 settembre 1939 i tedeschi bombardano Falkov, un piccolo villaggio polacco, e lo radono al suolo. Per i contadini, già poveri, è la fame. Scopo della campagna militare in Polonia è l'appropriazione del potenziale economico polacco e il reclutamento forzato di tutta la manodopera disponibile. Walerjan è uno degli oltre due milioni di polacchi deportati nel Reich: a 16 anni, viene mandato in una fattoria vicino a Brema come bracciante agricolo. Dopo pochi giorni tenta di fuggire. Viene ritrovato dalla polizia e ricondotto dai suoi datori di lavoro. Walerjan allora escogita un piano: dà fuoco al fienile pensando che in tal modo verrà rispedito a casa per punizione. Ma la punizione è ben più grave: viene processato e condannato a morte, sebbene minorenne. La terribile sentenza verrà eseguita solo dopo nove mesi di internamento nel campo di Neuengamme, nei pressi di Amburgo. Pensiamo che questa storia debba essere raccontata, e in particolare che debba essere raccontata ai ragazzi, per diversi motivi. In primo luogo per l'età di Walerjan, così vicina a quella degli studenti. Molto spesso è difficile per i giovanissimi comprendere che i protagonisti della Storia sono stati ragazze e ragazzi poco più grandi di loro, a volte vittime innocenti, a volte giovani eroi, capaci di ribellarsi al potere. Inoltre, la vicenda di Walerjan offre un notevole spunto di riflessione sui meccanismi del potere, sulla responsabilità individuale, sulla colpevole indifferenza di tutti noi. Sulla scena un solo attore si trova rinchiuso in una gabbia labirinto dentro la quale si muoverà disperatamente per cercare di fermare il meccanismo della Storia. Con il ritmo forsennato dei lavori forzati e dei giochi dei bambini, il protagonista racconterà la vicenda di Walerjan incalzato da un inesorabile conto alla rovescia che terminerà in tragedia.
LINK al video: https://www.youtube.com/watch?v=PSVcNVKvnX4
MAL DI CASA, UNA STORIA VERA
TEMA: MAFIA
AUT, UN VIAGGIO CON PEPPINO IMPASTATO di Paolo Trotti, Simona Migliori, Giuseppe Adduci regia di Paolo Trotti con Stefano Annoni “…Fatela davvero anche voi una radio, come ho fatto io. Assordiamo i potenti, la rivoluzione si fa anche a canzoni, spariamole a tutto volume, incrociamole. “Questa chitarra ammazza i fascisti” c’era scritto sulla chitarra di Woody Gutrie. Ecco, questa radio, queste radio, le radio di Terrasini, di Palermo, del mondo, ammazzano i mafiosi se suonano la stessa musica.” Aut è un viaggio, un viaggio di un treno fantasma, un treno che corre su quelle rotaie che saranno la tomba di Peppino. Lui è seduto su quel treno e dal finestrino vede passare la sua vita. Vita che non si ferma neanche con la sua morte. Vita che non poteva mai essere vita privata ma era lotta e politica. Il treno e la radio diventano teatro per raccontare la sua storia. Peppino si racconta. E lo fa in modo schizofrenico, saltando da un’immagine, da un ricordo, da una trasmissione all'altra. Com'erano i suoi sogni, schizofrenici. Le sue trasmissioni. La sua voglia di trasgredire. Arrivando fino al sogno... Lo spettacolo è lui, solo come negli ultimi giorni di vita, “Eroe o vittima è il protagonista della sua propria esistenza”. Abbiamo utilizzato le sue parole, le abbiamo piegate e tagliate per renderle teatrali, abbiamo rubato dai classici e abbiamo scritto cose nuove. Onda Pazza (trasmissione satiro-schizo-politica di Radio Aut) ha degli spunti veramente comici, provando e dissacrando il mito, lo abbiamo immaginato, oggi, a condurre un suo one-man show. Lui stesso usava il teatro e spesso lo definisce uno tra i momenti più riusciti della sua attività. E inoltre scriveva di sè, si raccontava, come in una sorta di diario. In Peppino ci sono sicuramente degli importantissimi messaggi universali, la sua stessa vita è un esempio incredibile, ma c'è anche l'uomo. Con le sue debolezze e i suoi tanti momenti bui. La sua incapacità di intrattenere rapporti personali, di avere una fidanzata. La depressione che lo porta addirittura a scrivere di volersi togliere la vita. E poi c'è il militante politico, il compagno, il cane sciolto, il personaggio scomodo. Siamo andati proprio nella sua Cinisi a presentare questo lavoro. Abbiamo camminato con i suoi amici, siamo entrati nella sua casa, abbiamo mangiato con il fratello, abbiamo visto aprirsi le porte di casa Badalamenti. Ed è con questo negli occhi e nel cuore che ora portiamo in giro questo lavoro. Note: Lo spettacolo ha debuttato il 7 maggio 2010 a Cinisi (PA) all’interno delle iniziative organizzate per il Forum sociale antimafia da Casa Memoria Peppino Impastato in occasione del 32° anniversario della morte di Giuseppe Impastato.
LINK al video: https://www.youtube.com/watch?v=DyJJ9imLQYI
AUT, UN VIAGGIO CON PEPPINO IMPASTATO
FOCUS LINGUAGGICREATIVI Linguaggicreativi è un'associazione culturale senza scopo di lucro attiva dal 2009 a Milano, nata dall'incontro di tre professionisti: Simona Migliori, Paolo Trotti e Amedeo Romeo. L'associazione fa capo all'omonimo teatro aperto nel 2010 in Via Eugenio Villoresi 26, Romolo, dove, da cinque anni, vengono proposte stagioni con spettacoli serali per adulti e pomeridiani per bambini. Tra le altre attività presentate all'interno del teatro vi sono corsi di recitazione, corsi di canto e corsi per aziende. Importante è, inoltre, la presenza dell'associazione nelle scuole primarie e secondarie. Da sempre Linguaggicreativi circuita nelle scuole di tutto il territorio nazionale con progetti di sensibilizzazione su temi di teatro civile. Gli spettacoli proposti richiedono l'utilizzo di un impianto scenico elementare ed essenziale. Ciò consente un rapido montaggio e smontaggio della strumentazione occorrente, con conseguente vantaggio sia per il personale scolastico, sia per la compagnia che porta in giro gli spettacoli in molteplici istituti. Il costo del biglietto di ogni spettacolo, di 5 euro a studente, consente di coprire le spese necessarie per la messa in scena delle rappresentazioni teatrali, pagando gli attori, i tecnici e gli altri operatori che contribuiscono a realizzare spettacoli di qualità.
Contatti Teatro Linguaggicreativi Via Eugenio Villoresi 26 20143 Milano Tel. 0239543699 Cell. 3336213155 Email:
[email protected] Sito web: www.linguaggicreativi.it