La laguna di Venezia
Scuola Primaria Statale “C. Goldoni” Classe 5^ Anno Scolastico 2008/2009 008/ 009
Durante il V° secolo a causa dell’invasione dell’Italia settentrionale di Unni e Goti, Goti ci furono graduali esodi delle comunità della terraferma verso territori meno esposti, quali appunto le isole lagunari. In quei secoli le isole erano soggette a Bisanzio, capitale dell’Impero dell Impero Romano dd’Oriente Oriente, ed erano amministrate da un rappresentante dell’imperatore. La tendenza della provincia lagunare all all’autonomia autonomia da Bisanzio si fece più chiara con il passare del tempo: nel 687 d.C. Ve Venezia e non o fuu retta e dall’imperatore, d pe o e, il “dux”, du , ma fuu governata dal “doge” scelto direttamente dagli abitanti della laguna.
Le prime abitazioni lagunari sorsero in un’isoletta presso il villaggio costiero di Eraclea: ll’isola isola di Torcello, Torcello successivamente sulle isole di Burano, Murano e sui litorali. Intorno all’anno 1000 i Veneziani si rivolsero sempre p di ppiù dai fiumi al mare. A invogliarli a ciò erano le grandi foreste che l’Istria aveva vicino al mare, infatti il legname serviva a costruire le navi. I veneziani l legavano i tronchi hi in i zattere che h facevano f flottare fl sottocosta fino fi alla laguna. L’attività mercantile di Venezia nell’XIII° secolo fu intensissima: nel suo porto si affollavano le navi che percorrevano tutte le rotte del Mediterraneo Orientale: era un fervore di scambi non solo commerciali, ma di culture e conoscenze nuove. Su una di queste navi v nel e 1271 7 partì p un u giovane g ov e di d diciassette d c sse e anni,, Marco co Polo, o o, assieme al padre Nicolò e lo zio Matteo. Sbarcati in Asia Minore, essi percorsero la “via della seta” e giunsero a Pechino, dove furono accolti alla corte del Gran Khan dei Mongoli.
Nel XV XV° secolo Venezia raggiunse ll’apice apice della ricchezza e della potenza. Superate intorno al 1350 le tragiche conseguenze della peste e delle guerre contro Genova per il predominio dei mercati orientali, Venezia fu lo stato ppiù forte del Mediterraneo Orientale e il maggiore d’Italia. Dopo la conquista di Costantinopoli (1204), il reddito della città era altissimo, e Venezia si arricchì dei suoi palazzi e delle sue chiese di straordinaria bellezza. E’ in questa fase storica che si realizzarono gli interventi di diversione fluviale, destinati a inalveare il corso finale del Brenta Sile e Piave verso le foci. Brenta, foci Nel 1500 nacque il “Magistrato alle Acque”.
Nel 1571, la flotta veneta, insieme con quella di Genova si unì ad altre nazioni cristiane e sconfisse i Turchi a Lepanto, salvando ll’Europa Europa dall’invasione musulmana. Tanta potenza e tanta gloria, però, si offuscarono nel 1797, con il trattato di Campoformio quando Napoleone cedette Venezia all’Austria. E’ nel corso del ‘700 che i Veneziani edificarono le poderose difese a mare conosciute come “murazzi” e destinate a garantire definitivamente la sicurezza della fragile e lineare isola-lido di P ll t i Pellestrina. Infine nel 1815, nel congresso di Vienna, si stabilì che il Veneto fosse unito alla Lombardia sotto il dominio austriaco. Bisognerà attendere il 1866, con la Terza guerra d’indipendenza, per vedere Venezia annessa al Regno dd’Italia Italia. L L’ottocento ottocento fu un secolo di grandi mutamenti nell’ambiente della laguna; in seguito venne costruito il Ponte della Libertà che segnò g la fine della condizione insulare di Venezia.
Le conseguenze della motorizzazione delle imbarcazioni lagunari determinarono, nel volgere di un secolo, sconvolgimenti di portata difficilmente immaginabile. Il Novecento si affacciò agli orizzonti della laguna recando la ciclopica opera dell’insediamento industriale e portuale di M h Marghera. L laguna La l verràà circondata i d da d discariche di i h di fanghi f hi industriali, spesso di natura tossico-nociva, e la diossina sedimenterà lungamente nei bassi fondali. fondali
La metà del secolo scorso vide la realizzazione dell’Aeroporto Internazionale Marco Polo sulle barene della ggronda di Tessera e,, a distanza,, del Canale dei Petroli e la bonifica delle bocche di porto, per consentire l’accesso del grande naviglio industriale e commerciale i l all bacino b i di San Marco, aii moli li del d l porto e alle banchine di Marghera. Il 4 Novembre 1966 segnò un brutto risveglio. L’alluvione di quel giorno fu uno schiaffo all’arroganza tecnologica che pensava pensa a di non dover do er fare i conti con la natura.
Geomorfologia g La Laguna di Venezia con una Venezia, superficie di oltre 50 000 ettari, 50.000 ettari è la zona umida più vasta d'Italia.
La laguna di Venezia si può dividere in due fasce: la prima vicino alla terra, dove sfociano i fiumi è detta fascia delle barene. la seconda fascia è q quella vicino ai lidi ed è formata anche da isole artificiali.
Cosa sono le barene? Le barene sono terreni piatti e consistenti che si trovano in laguna, quasi sempre fuori dall’ acqua, ma sommerse durante l’alta marea. Sono ricoperte da un fitto manto di cespugli, volgarmente detto baro, da cui deriva appunto il nome di barena. Sono attraversate da piccoli e sinuosi canali, i ghebi, e coperte da una vasta vegetazione. I ghebi h bi fifiniscono i il lloro percorso iin pozze chiamate “chiari” (ciari). In condizioni di bassa marea emergono delle superfici di basso fondale dette velme, che verranno sommerse dal successivo innalzamento del mare.
Le barene sono zone generalmente inospitali per la maggioranza delle piante, ma costituiscono l’habitat ideale per le specie alofile, cioè quelle piante che hanno bisogno di suoli salati. Le barene sono però le une diverse dalle altre: in quelle sottoposte all’influenza di acque dolci (più vicine alla gronda) crescono bene giunchi e canneti.
Le isole Sono un elemento importante per la geografia lagunare; sono diverse per dimensione e origine (artificiale o naturale) ed in esse si è sviluppato l’insediamento dell’uomo e le attività produttive.
Le tre isole più importanti della laguna sono: Murano Burano Torcello
Murano è famosa per le sue vetrerie e la Chiesa di Santi Maria e Donato dove sono state poste le ossa di una balena che tutti credevano ossa di drago, insieme a quelle di San Donato.
A Burano invece ci sono le case dipinte di tutti i colori perché la leggenda racconta che i pescatori di una volta potessero riconoscere le loro abitazioni abitazioni, anche in caso di nebbia. Queste isole sono piene di tesori artistici e sono molto belle anche a c e da dal pu punto od di vista sa naturalistico.
A Torcello c’è il Trono di Attila : è una “poltrona” di marmo bianco dove il vescovo si sedeva durante le cerimonie. Vicino al Trono di Attila c’è la Basilica di Santa Maria Assunta dove all’interno ci sono diversi mosaici: il p più importante p è il Giudizio Universale nel quale è rappresentato da una parte il paradiso e dall’ altra l’inferno. Dietro ad una grata ci sono le ossa di Sant’ Eliodoro contenute in un’urna. Dentro alla Chiesa di Santa Fosca c’è il soffitto in legno fatto con delle travi: il lampadario invece è bassissimo e pieno di luci coloratissime. Questa chiesa all’ esterno è a forma di ottagono con un portico attorno e all’ interno è a forma di croce greca.
A Murano si produce il vetro vetro,, è l’isola più abitata, fin dai tempi dei Romani, in più fu un rifugio per gli Altinati che fuggivano dagli attacchi degli Unni Unni. Gli Altinati costruirono la porta di Altino “Ammurianum”, da cui deriva appunto il nome di Murano. C’era C era anche un porto molto fiorente che prevedeva molti scambi commerciali commerciali. Qui si cacciava, si pescava, c’erano molti mulini e saline. L’ isola ha sempre avuto ottimi rapporti con Venezia, infatti ebbe il permesso di coniare una propria moneta d’ argento: “l’Osella” d l Osella . Nel 1291 le fornaci, da Venezia, furono trasferite qui per i frequenti incendi. C’è la chiesa di Santi Maria e Donato che fu dedicata in principio a Maria, ma nel 1125 da Cefalonia giunsero i resti di san Donato, insieme alle ossa di un dragone che lui aveva ucciso, invece si trattava di una balena. Sulle pareti di questa chiesa ci sono dei rilievi raffiguranti San Donato, e 3 navate divise a loro volta da colonne con i capitelli p uno diverso dall’ altro. Il soffitto è tutto di legno g e dà l’ impressione di una nave rovesciata, mentre il pavimento è stato decorato con mosaici. I palazzi erano le case di vacanza per i nobili, queste furono costruite dal 1400 al 1700,, poi p gran g p parte di q queste furono distrutte e ricostruite nella terraferma. A Murano certi palazzi che sorgevano lungo la fondamenta dei Vetrai erano composti dalla bottega al 1° 1° piano e al 2 2°° c’era l’abitazione. palazzo Giustinian, ex casa del vescovo, ora c’è il museo del vetro. vetro. Nel p
BURANO
Burano è un’ isola abitata della laguna g di Venezia ed è collegata da un ponte all’ isola di Mazzorbo. E’ nota per le sue tipiche case vivacemente colorate colorate, per la secolare lavorazione artigianale dei merletti e per le tradizioni gastronomiche.
L’isola L’i l di B Burano ffu abitata fin dall’antichità dai profughi di Altino che la chiamarono Boreana per p ricordare la città di Altino e la porta da dove entrava la bora.
Burano fu considerato un centro minore, però nel XVI secolo fiorì l’industria del merletto. A differenza di Murano, non era un’isola paludosa e quindi non c’era nemmeno la possibilità di prendere la malaria. Nacque q in q quest’isola anche Baldassare Galuppi pp un famoso musicista. Fa parte di Burano anche la chiesa di San Martino, che fu costruita nel ‘500; 500; non ha un portone d’ingresso d ingresso vistoso, vistoso ma ospita un quadro che narra una storia: un giorno dei pescatori trovarono una cassa, tentarono di sollevarla, ma non ci riuscirono; al contrario dei bambini riuscirono i i nell’intento. ll’i t t Si di dice che h nella ll cassa vii erano lle reliquie li i di Sant’Albano, San Domenico e Sant’Orso che furono portati in processione per tutta l’isola. E pensare che oggi a Burano abitano solo 3000 persone circa, è un vero peccato!
La prima isola occupata dagli invasori di Unni Unni, Goti Goti, Ostrogoti e Longobardi, fu Torcello. I profughi cominciarono a trasportare blocchi di pietra, marmo, mattoni, materiali recuperati dalla d demolizione li i d delle ll lloro stesse case di Al Altino. i L’i L’insediamento di divenne progressivamente stabile e non solo a Torcello, ma anche nelle altre isole, man mano che i profughi aumentavano (molti provenivano da Este, Padova e Oderzo). Gli abitanti di Torcello oltre che vivere di caccia e pesca, commerciavano i il sale, l allevavano ll lle pecore e llavoravano lla llana (IX e X sec. a.C.). Inoltre gli abitanti di Torcello avevano la protezione dell’imperatore romano che era a Bisanzio; molte imbarcazioni, piene di oggetti provenienti dall’Oriente, risalivano i canali della laguna e navigavano lungo i fiumi fino a portare questi prodotti in terraferma. p
Nel 639 d.C. d C venne costruita la basilica di Santa Maria Assunta, Assunta dove si trasferì il vescovo di Altino. A mano a mano che Venezia si ingrandiva economicamente, Torcello regrediva, inoltre la sua d decadenza d venne ffavorita, i iin parte, anche h d dall’ambiente ll’ bi naturale; l infatti i fiumi che sfociavano di fronte all’isola (Sile e Dese), continuando a trasportare detriti, trasformarono la laguna in paludi malsane. Molte persone si trasferirono nelle isole vicine o nella stessa Venezia. Un’altra U ’ lt b basilica, ili molto lt simile i il a quella ll di Bi Bisanzio i era quella ll di Santa S t Fosca, costruita nell’XI, XII secolo, con una pianta ottagonale. L economia di Torcello si trasformò in economia agricola coltivando L’economia prodotti ortofrutticoli. Esistevano in alcune barene, vicino a Torcello ,anche dei mulini: erano azionati dalla forza delle correnti lagunari che venivano incanalate incanalate, mediante aperture consolidate tutt’attorno tutt attorno da argini e pali in legno.
Visita alle isole maggiori gg grazie alla Guardia di Finanza Racconto: Ieri siamo andati a visitare le tre isole più importanti della laguna: Murano, Burano e Torcello. La laguna è un ambiente molto delicato perché è formata da acqua salmastra.
Guardando dal finestrino del motoscafo vedevo davanti a me, in primo piano, l’acqua, qua e là delle piccole isolette: le barene con sopra tanti tipi di piante; oltre a queste isolette ce n’erano n erano altre fangose fangose, le velme che vengono sommerse durante l’alta marea. In secondo piano altre isolette più lontane e popolate; lo si capiva i d dalla ll presenza di campanili, ili case, alberi lb i e cespuglili di colore verde scuro. Tutt’intorno c’erano le onde basse del mare che si infrangevano sulle loro piccole coste di spessore minuto. Infine sullo sfondo c’era un cielo azzurro nel quale si vedevano svolazzare uccelli di tutte le specie p come l’airone,, il piccione, la pettegola, ecc. Nella laguna ho visto anche la garzetta che covava le uova e cercava di proteggerle proteggerle.
A Murano abbiamo visitato solo una vetreria ed abbiamo visto la soffiatura del vetro. Nel paese di Murano c’è anche la chiesa di Santi Maria e Donato, che ha il soffitto f tt con delle fatto d ll travi t i messe a fforma di nave e sul pavimento ci sono quattro centri concentrici in ordine crescente con nel me mezzo o vari ari animali che stanno a significare la grazia divina (il pavone), la potenza (l’aquila) (l aquila), ecc ecc. Dietro l’altare l altare erano deposte delle ossa che si diceva fossero di un dragone che Donato aveva sconfitto sconfitto, ma in realtà erano di balena. A Burano, invece, abbiamo “esplorato” il paese ed osservato le caratteristiche case colorate: gialle, di rosse, di ce n’erano di g blu, di verde, ecc.
A Torcello abbiamo visitato la basilica di Santa Maria Assunta dove c’erano i resti del vescovo Sant’Eliodoro, il mosaico del giudizio universale ed un g imponente altare. Poi siamo entrati nella chiesa di Santa Fosca, e mentre osservavamo i dipinti, eravamo allietati da canti gregoriani. Siamo poi ritornati al motoscafo della Guardia di Finanza, che ci ha portato alle zattere, da qui ci siamo diretti a P.le Roma e p poi con l’autobus siamo tornati a casa.
A Murano in una fornace
Che caldo! La temperatura nei forni supera i 1500 gradi!!!
Modello da realizzare: Maternità (1933-34) (1933 34) E. Barovier h. 24,5 cm
Nella realizzazione del modello ogni g artigiano g svolge g un compito p preciso.
Sali minerali colorati Osserviamo i materiali usati
Uno stampo
Usano diversi attrezzi
Modellano il vetro e lo colorano.
Infine facciamo i turisti turisti…non non per caso nel negozio attiguo alla fornace fornace.
A Burano Burano:: in giro per la città
Statua di B. Galuppi
Le tipiche case colorate
A Torcello Torcello:: tutti sul trono di Attila
A sinistra, in fondo: la basilica di Santa Maria Assunta A destra: la chiesa di Santa Fosca
LA FLORA
La vegetazione costituisce la componente principale dell dell’ecosistema ecosistema lagunare ed è formata da piante emerse, da quelle sommerse (dei fondali) e da quelle che vivono liberamente galleggianti nell’acqua (il fitoplancton) fitoplancton).
N i fondali Nei f d li (limosi (li i e sabbiosi bbi i della d ll laguna) l ) sii trovano t l le: •
CRITTOGAME, tra cui: Lattuga di mare (alga verde) Alga rossa Alga bruna
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FANEROGAME MARINE:
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Ad es. es la ZOSTERA MARINA
Nelle barene si individuano queste piante principali: SPARTINETO (sparto delle barene) LIMONIO VENETO GRAMIGNONE MARITTIMO SALICORNIA OBIONE SARCOCORNIA Nell’ambiente costiero sono stati piantati vari alberi per migliorare l’aspetto paesaggistico e naturalistico, ad esempio: TAMERICE (barriera per il vento) LECCIO (QUERCE) ROBINIA Nelle paludi, ricordiamo: CANNUCCIA DI PALUDE CANNA COMUNE ROVO
La vegetazione si trova spesso a popolare zone con condizioni di vita estrema: il grado di salinità delle acque salmastre della laguna varia sensibilmente, la temperatura subisce elevate escursioni termiche con forti insolazioni diurne; i venti sono violenti e carichi di salsedine salsedine. Lungo i litorali sabbiosi ci sono piante che hanno foglie fine o ridotte a spine p che riducono al minimo l’esposizione p al Sole,, o piante grasse che possono trattenere l’acqua piovana (ad es l’Obione.) In località Cà Roman e Alberoni, lungo i litorali di Pellestrina e del Lido, Lido si trovano sistemi dunosi estesi estesi.
Le zone litoranee presentano diversi livelli di flora: si va dalla vegetazione g p pioniera delle sabbie ( ad es. la Ruchetta di mare che cresce dietro la battigia), a quella propria dei cordoni dunosi (ad es. lo Sparto pungente, graminacea che cresce sulle dune più consolidate) fino a quella tipica della zona retrodunale retrodunale, dove si possono trovare boschi a leccio e pino marittimo e, nelle aree più umide, anche una vegetazione igrofila. La vegetazione tipica delle zone sabbiose (psammofila) può essere interrotta da fasce frangivento frangivento, cioè da alberi che frenano la forza del vento, tra questi ricordiamo la tamerice.
Vegetazione psammofila
Alcuni esempi di flora:
LATTUGA DI MARE Regno:Plantae Sottoregno:Viridiplantae g p Divisione:Chlorophyta Classe:Ulvophyceae Ordine:Ulvales Famiglia:Ulvaceae Genere:Ulva Specie:U. lactuca Alga verde alta fino a 30 cm. Con una fronda estesa e coriacea, traslucida e membranosa. Ad i Aderisce all substrato b tramite i un piccolo i l sostegno. Cresce bene in acqua salmastra ricca di nutrienti. t i ti
Alga rossa Viscida al tatto,presente in zone caratterizzate da buon ricambio d’acqua d acqua. E’ una specie di origine atlantico--pacifica atlantico rivenuta nella laguna di Venezia a partire dagli anni ’90 90 e che si è ben adattata all’ ambiente lagunare.
ALGA BRUNA
Esse sono organismi complessi da un punto di vista anatomico e morfologico. Comprendono circa 250 generi per un totale di oltre 1500 specie. Questa varietà di pigmenti consente di effettuare la fotosintesi clorofilliana a differenti profondità negli oceani dove lo spettro luminoso sfruttabile non è completo.
GRAMIGNONE MARITTIMO Pianta perenne erbacea alta dai 40 ai 60 cm con numerosi fusti eretti, un po' ingrossati alla base e rivestiti di guaine disseccate Foglie spesso un disseccate. po' glauche, carnose con lamina convoluto convoluto--giunchiforme larga 22-4 mm. Fiori in pannocchia ampia ampia, piramidata piramidata, formata da spighette violacee. Fiorisce da Giugno a Settembre.
Limonio comune
È una ppianta perenne, p , alta dai 30 ai 70 centimetri,, con ffoglie g basali allungate g disposte p a rosetta. I piccoli fiori violacei sono riuniti in una densa pannocchia, assai vistosa durante il periodo di fioritura, che va da giugno a settembre.
Obione
È una ppianta perenne p a portamento p cespuglioso. p g Il fusto f è legnoso, g , prostrato p e radicante ai nodi. Foglie opposte, lunghe da 3 a 6 cm e larghe circa 1 cm, grassette, bianco-argentee glauche, da lineari-lanceolate a lanceolate. I fiori di piccole dimensioni sono sessili e si trovano raccolti in pannocchie talvolta miste a ffoglie. g Fiorisce da giugno g g a luglio. g
Salicornia
Classe:
Dicotyledones
Famiglia: Chenopodiaceae Specie: Salicornia veneta
Ambiente Pianta annuale. Vive nelle zone marginali della barena. Colonizza terreni molto salati salati.
Caratteristiche Specie endemica della Laguna di Venezia.
Descrizione
Pianta pioniera.
Fusto eretto, succulento, ramoso verde e Trattiene il limo intorno al fusto. successivamente g giallo-verdastro, alto 30-50 cm. Provoca un lentissimo innalzamento del livello del suolo. Foglie piccolissime che aderiscono al fusto, in modo da evitare al massimo la perdita di acqua. Presenta nei liquidi interni un'alta concentrazione di sale che permette alla Fiori quasi invisibili disposti a tre a tre uguali tra pianta di assorbire l'acqua l acqua dal terreno terreno. loro.
Sarcocornia fruticosa Ambiente In Italia è frequente l lungo l'i l'intero t arco costiero. Vive nelle aree centrali d ll b delle barene meno depresse. Colonizza terreni molto salati. salati
DESCRIZIONE Cespuglio p g p perenne, ramificato che p può raggiungere gg g l'altezza di 1 metro, di colore verde che in autunno si colora di rosso. Fusti legnosi alla base e carnosi all'estremità, costituiti da piccoli articoli cilindrici. Foglie squamiformi. Fiori quasi invisibili disposti a tre a tre con il fiore centrale più lungo di quello laterale, laterale che sembrano collocati in piccole nicchie nicchie. Fioritura: da luglio a settembre.
Caratteristiche Pianta pioniera pioniera. Trattiene il limo intorno al fusto. Provoca un lentissimo innalzamento del livello del suolo.
Sparto Regno: Plantae Sottoregno: Tracheobionta Divisione: Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine:Cyperales Famiglia: Poaceae G Genere:Ammophila A hil È UNA PIANTA CHE CRESCE NELLE BARENE A VENEZIA. VENEZIA
Specie: Ammophila arenaria
E’ una pianta perenne con lunghi rizomi orizzontali e verticali, forma cespugli fitti, la sua altezza varia da 50 a 120 cm cm., ha foglie di colore grigio grigio-verde, verde rigide rigide, lineari e sottili, sottili con una struttura cilindrica ed un apice pungente, raggiungono anche i 90 cm. Nel punto d'attacco al fusto si nota una linguetta divisa in due segmenti sottili di 10-30 mm., l'infiorescenza è formata da una spiga di 7-30 cm. e larga 1-2 cm., a sua volta costituita da altrettante spighette lunghe 9-14 mm. ciascuna con un fiore.Fiorisce da maggio ad agosto ed i frutti vengono dispersi in settembre e germogliano nella primavera seguente.
Cannuccia di palude Regno:Piante Divisione:Magnoliophyta Classe:Liliopsida Ordine:Poales Famiglia:Poaceae Genere:Phragmites Specie:P. australis Pianta erbacea p perenne della famiglia Graminacee. Le foglie sono grigiastre o verde acqua, allungate e strette, con margine l leggermente t dentato, d t t in i cima i all fusto presenta un’infiorescenza a pannocchia, costituita da spighette color malva, con le quali un tempo si fabbricavano scope. scope.
Canna comune Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta g p y Classe: Liliopsida Ordine: Poales Famiglia: Poaceae Sottofamiglia:Arundinoideae Tribù:Arundineae Genere:Arundo Specie:Arundo donax
La Canna comune (Arundo donax Linnaeus, 1753) o canna domestica è una pianta erbacea perenne e dal fusto lungo lungo, cavo e robusto robusto, che cresce in acque dolci o moderatamente salmastre. La sua area di origine si estende dal bacino del Mediterraneo al Medio Oriente fino all'India, ma attualmente la canna si puó trovare sia piantata che naturalizzata nelle regioni temperate e subtropicali di entrambi gli emisferi. Forma dense macchie in terreni umidi di ambiente ripariale, lungo gli argini di fiumi e stagni ma anche sui margini di campi coltivati e sulle dune sabbiose.
Tamerice Regno:Plantae Divisione:Magnoliophyta Classe:Magnoliopsida Ordine:Caryophyllales Famiglia:Tamaricaceae g Genere:Tamarix L. Tamarix L. è un genere di piante della famiglia delle Tamaricaceae, originario delle zone sabbiose e salmastre di India, Cina ed Europa meridionale. Il nome del genere deriverebbe dal nome francese del fiume Tamaris che scorre nella ll zone d deii Pi Pirenei. i
La T. gallica è la specie più diffusa in Italia come pianta ornamentale; t l è nota t oltre lt anche h coll nome di Tamerice T i comune.
Comprende circa 60 specie tra alberi e arbusti sempreverdi o a foglie decidue, che possono raggiunge un'altezza di 15 m nelle specie arboree. Sono caratterizzati da una fioritura piumosa in spighe sottili ttili generalmente l t primaverile-estiva, o a volte come nella T. aphylla anche invernale invernale. Hanno fronde vaporose, formate da piccolissime foglie alterne, alterne squamiformi, generalmente di colore verde glauco, glauco simili simili, ad un esame superficiale, a quelle di alcune conifere. I frutti sono generalmente delle piccole capsule triangolari.
Tamerice Africana
Tamerice Gallica
Leccio Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine:Fagales Famiglia:Fagaceae Genere:Quercus Specie: p Quercus ilex
Il leccio è generalmente un albero sempreverde dalla chioma ovaleggiante e con fusto raramente dritto, singolo o diviso alla base, di altezza fino a 20-25 metri. Può assumere aspetto cespuglioso li qualora l cresca iin ambienti bi ti rupestri. ti
Anche la fauna della laguna è molto ricca e varia. Nell’ambito degli invertebrati, oltre allo zooplancton e agli animali acquatici, si trovano numerosi ARTROPODI nella terra emersa. Alcuni esempi Crostacei marini (Denti di cane) vivono a basse profondità, attaccati agli scogli, oggetti galleggianti e carene di i b imbarcazioni. i i Granchio comune è onnivoro e mangia prevalentemente di notte. notte Mitilo (cozza o “peocio” in veneziano) vive attaccato alle superfici p dure e si nutre di p plancton. Pigna di mare (spugna): organismo animale a forma di pera
Nell’ambito dei vertebrati, facciamo alcuni esempi:
1) PESCI (fondamentali per il mercato ittico). Anguilla (bisàto,
2) RETTILI R Ramarro
Rospo smeraldino
Orbettino
Rana
in veneziano)
Testuggine palustre (tartaruga)
Aguglia
Bi Bisce d’ d’acqua
Orata C f l Cefalo Sarago Occhiata Spigola
3) ANFIBI
4)) MAMMIFERI
5)) UCCELLI ((Aves)) La laguna di Venezia ospita regolarmente durante i
Lontra
mesi invernali circa 130.000 uccelli acquatici e
Arvicola
almeno l' 1% delle popolazioni mondiali di 8 specie
Nutria Faina Tasso Riccio
diverse di uccelli. Le barene e i bassi fondali sono frequentati da aironi e da alcuni LIMICOLI, un gruppo di uccelli chiamati così perché cercano il cibo nel limo, limo ossia nel fango e nella terra umida. Tra i p più noti ricordiamo: Pettegola Chiurlo Maggiore Cavaliere D’italia Garzetta
Ogni specie di limicolo ha il becco con una forma e una lunghezza particolari che consentono di p p procurarsi il cibo e di sondare il terreno in modo differente e a diverse profondità.
In genere questi uccelli hanno zampe molto lunghe per muoversi in zone d’acqua d acqua abbastanza profonde profonde. Si nutrono di molluschi molluschi, crostacei e altri invertebrati che vivono nel fango.
Alcuni esempi di fauna:
Denti e t di d ca cane e
Phylum: Arthropoda Subphylum :Crustacea Classe: Maxillopoda Sottoclasse: Cirripeda Ordine: Thoracica F i li Chthamalidae Famiglia: Chth lid Genere: Chthamalus Specie: p stellatus
I denti di cane sono crostacei dall'endoscheletro dall endoscheletro modificato, modificato a forma di un tronco di cono costituito da sei piastre calcaree. Dalle valve superiori fuoriescono i cirri, atti alla cattura dell'alimento, costituito dal plancton.
Si aggrappano stabilmente all'opera viva delle imbarcazioni, alterandone le caratteristiche e compromettendone tt d le l prestazioni.
ZÜtÇv{|É VÉÅâÇx Il "corpo" p misura circa 55-6 cm ed ha un colore marrone. Specie p diffusissima in laguna in tutto l'anno. In autunno le femmine piene di uova e pronte per la deposizione prendono il nome di "masanéte".
`|à|ÄÉ Mytilidae y è una famiglia g di molluschi bivalvi, bivalvi, l'unica dell'ordine Mytiloida,, conosciuti comunemente come mitili o mitilidi Mytiloida mitilidi.. Talvolta con il nome di mitili vengono identificate le specie del solo genere Mytilus.. Mytilus
ZtÄÄ|ÇxÄÄt wËtvÖât w tvÖât
U Uccello ll acquatico ti simile i il ad d un G Galliforme; llif possiede i d zampe llunghe h con dita anch'esse lunghe e non palmate; infatti queste sono usate più come uno strumento per correre che per nuotare; mostra anche una certa riluttanza al volo anche se in grado di compiere discrete migrazioni.
f Ä| Ä fÉzÄ|ÉÄt Sono pesci la cui evoluzione li ha portati alla postura sdraiata su un fi fianco, con uno d deii d due occhi hi che h sii è spostato t t a fifianco d dell'altro, ll' lt sull lato rivolto verso la superficie dell'acqua.
gÜ|zÄ|t gÜ|zÄ|t Dove vive La Triglia di scoglio vive su fondali rocciosi ed occasionalmente su fondi sabbiosi e fangosi, a copertura vegetale, dalla riva fino a 100 m di profondità. Le uova ed i primi stadi di vita si trovano in mare aperto. aperto
Aguglia
Regno: Animalia Phylum: Chordata Classe: Aves Ordine: Anseriformes Famiglia: Anatidae Genere:Anas Specie:A. p platyrhynchos
Descrizione Di forma affusolata affusolata, quasi anguilliforme anguilliforme, con pinne nella parte posteriore posteriore, l'aguglia presenta un becco corneo con mandibola più lunga della mascella, molto flessibile. Lo scheletro è di colore verde-azzurro. La livrea è di un semplice grigio argenteo argenteo, scuro sul dorso e quasi bianco sul ventre ventre. Raggiunge una lunghezza di 90 cm.
Alimentazione Si ciba di piccoli pesci, prevalentemente di sardine e acciughe.
Anguilla Con il nome comune di anguilla si intende un gruppo di pesci teleostei, dell'ordine A Anguilliformes, illif t tti tutti appartenenti alla famiglia Anguillidae. gu dae
Regno: Animalia Sottoregno: Eumetazoa Phylum: Chordata Subphylum: Vertebrata Classe: Actinopterygii Ordine: Anguilliformes Sottordine: Anguilloidei Famiglia: Anguillidae Genere: Anguilla
L'anguilla presenta un corpo subcilindrico, serpentiforme. La testa è allungata e d depressa, lla mandibola dib l è prominente. i t Le pinne dorsale, anale e caudale sono unite in un'unica struttura composta da almeno 500 raggi; le pinne pettorali hanno 14-18 raggi, le pinne ventrali sono assenti Il corpo dell'adulto è rivestito di scaglie cicloidi molto piccole assenti. piccole, di forma ellittica, disposte in gruppi irregolari sul corpo, sulla testa e alla base delle pinne; in genere queste scaglie sono poco evidenti perché nascoste da uno spesso strato di muco La livrea è grigio muco. grigio-bruna bruna o verdastra verdastra, in età adulta. adulta I piccoli sono in genere trasparenti.
Biscia d’acqua q Natrix natrix (LINNAEUS 1758) N Nome C Comune : Natrice N i d dall collare ll Sub Ordine : Serpenti Famiglia : Colubridi Lunghezza: 80-120cm, fino a 200cm. Femmine più grandi dei maschi. Squame in 19 file a metà tronco. Si tratta di un serpente piuttosto grande, con testa larga, ottusa e arrotondata, ben distinta dal resto del collo, e provvista di narici laterali e di occhi grandi con pupilla rotonda. Le squame della regione dorsale presentano una leggera carenatura che comunque carenatura, comunque, di solito solito, non si estende sino alla coda coda. La colorazione vivace che caratterizza la specie nell'areale italico settentrionale, la rende inconfondibile con altre specie: il dorso è spesso verde o grigio chiaro, con numerose macchie nere che interessano la regione dorsale e i fianchi sino alla coda
La biscia d'acqua è un animale esclusivamente diurno, che si nutre prevalentemente di anfibi anuri, abitudine che le ha conferito il nome dialettale d ae aed di "ranarola" a a o a negli eg a ambienti b e veneti. e e Altre ep prede ede co consuete sue e so sono o tritoni, micromammiferi, lucertole, e, molto spesso, anche piccoli pesci quali ghiozzi ed alborelle.
Testuggine Palustre
Le testuggini palustri hanno un sistema riproduttivo oviparo, senza cure parentali, se non quella della costruzione del nido nel terreno, dove vengono deposte le uova. Questo consiste in una buca a forma di fiasco con una profondità totale di circa i 9 cm ed d un di diametro t massimo i di circa i 7 cm; lla nidificazione idifi i avviene i ttra lla fine della primavera e l'inizio dell'estate (circa da fine maggio a luglio). Lo scavo del nido, in linea di massima, inizia durante il pomeriggio ed è terminato col buio, a volte lt lla ffemmina i nidifica idifi all mattino tti presto. t
Rospo smeraldino Regno:Animalia Phylum:Chordata Classe:Amphibia S tt l Sottoclasse:Lissamphibia Li hibi Ordine:Anura Famiglia:Bufonidae Il rospo smeraldino (Bufo viridis) è un anfibio anuro.. anuro
Genere:Bufo Specie:B viridis Specie:B.
È più piccolo del rospo comune (Bufo bufo), infatti raggiunge al massimo i 10 cm restando più frequentemente attorno ai 7 cm cm, cm. La colorazione è molto variabile: marrone o bianco con chiazze verde smeraldo. Frequentemente la sua livrea è impreziosita da puntini rossastri. Rispetto al Rospo comune frequenta ambienti più umidi e più caldi caldi, prevalentemente in zone più vicine al litorale. Si nutre di insetti, lombrichi e tutto quello che riesce a catturare.
Ztuu|tÇÉ ÜxtÄx Grosso gabbiano gabbiano,, abbondantemente diffuso nei pressi delle coste, orientale e occidentale, dell'oceano Atlantico, nelle acque interne del Nord America e nell'oceano Pacifico settentrionale. Il gabbiano reale adulto, lungo circa 55 cm, è grigiogrigio-argento nelle parti dorsali e bianco in quelle ventrali ventrali. Il becco è giallo, con una macchia rosso brillante sulla punta della parte inferiore.
Il piccione è lungo 3030-35 cm con apertura alare di 62--68 cm 62 L parte La t posteriore t i sotto tt le l ali bianca è la migliore Caratteristica identificativa del piccione piccione, ma anche le due linee nere che corrono sulle ali grigie. La coda è bordata di bianco. La testa e il collo sono grigio blu scuro nell'adulto nell adulto con riflessi smeraldini. Gli occhi sono arancioni e possono essere circondati d anelli da lli grigiogrigio i i -bianco. bi L Le zampe sono rossastre.
È resistente e veloce nel volo. La vita di un piccione comune varia dai 3 ai 5 anni allo stato selvatico selvatico, ma può raggiungere anche 15 anni per le razze addomesticate. Non è facile distinguere i due sessi, solo quando stanno insieme si può osservare il comportamento del maschio che corteggia la femmina gonfiando il collo, roteando più volte su se stesso in una bizzarra danza; è inoltre possibile distinguere la femmina dalla statura statura, spesso leggermente più piccola, e dal fatto che a volte si lascia rincorrere dal pretendente. Durante l'accoppiamento, il maschio e la femmina si prendono per il becco e piegano il collo a vicenda molte volte volte, fino a quando la femmina non si accovaccia sulle gambe ed il maschio le salta sulla schiena per fecondarla. La coppia pp cova due uova di colore bianco deposte p dalla femmina, per 21 giorni si alternano di giorno la femmina e di notte il maschio. I nascituri saranno alimentati dalla coppia per i primi 5 giorni con una specie di latte proveniente dal gozzo dei g g genitori e p per i g giorni successivi l'alimentazione sarà un mix tra latte, semi di grano, semi di granturco e altro che i genitori possono facilmente trovare. In un mese i piccoli sono pronti per volare ed abbandonare il nido e solo dopo sei mesi sono in grado di riprodursi riprodursi.
Cavaliere D’ Italia Regno:Animalia Phylum:Chordata Cl Classe:Aves A Sottoclasse:Neornithes Ordine:Charadriiformes Sottordine:Charadrii Famiglia:Recurvirostridae Genere:Himantopus Caratteristiche generali
Specie:H. H himantopus
Il cavaliere d'Italia misura circa 37 centimetri di lunghezza e pesa da 140 a 180 grammi grammi. Le sue zampe rosse sono lunghissime e e, in volo volo, superano di molto la coda. La parte inferiore del corpo è bianca mentre il dorso e le ali sono neri. Maschio e femmina risultano alquanto simili; le macchie nere, di dimensioni d e s o variabili, a ab , cche eo ornano a o il co corpo po e la a nuca uca nel e p piumaggio u agg o nuziale, u a e, essendo meno pronunciate nella femmina, permettono di distinguere i due sessi.
Il cavaliere D’Italia nidifica nell'Europa meridionale, in alcune zone dell'Europa dell Europa centrale centrale, in gran parte dell'Africa dell Africa, nelle regioni meridionali e orientali dell'Asia, dell'Australia, in Nuova Zelanda e in America, dal sud degli Stati Uniti sino all'Argentina. E' un uccello parzialmente migratore, ma le sue migrazioni non hanno grande espansione. In Italia è più frequente in primavera che non in autunno. E' un uccello socievole. Al di fuori del periodo degli amori, in cui si formano le coppie, coppie il cavaliere d'Italia d Italia vive in piccoli gruppi gruppi. Ma anche durante il periodo della riproduzione le coppie non si allontanano le une dalle altre e nidificano in piccole colonie.
Esso cammina con passo leggero ed elegante, ma le zampe lunghe fanno sembrare questa sua andatura un pò barcollante. Si alza in volo battendo rapido le ali ma quando ha raggiunto una certa altezza vola lentamente tenendo le lunghe ali, zampe distese all'indietro. Prima di posarsi, plana descrivendo uno o più cerchi. Lo si può trovare nelle zone paludose e ama trattenersi nei luoghi più umidi, dove l'acqua q è invasa dalle erbe, e vi nuota p per tutto il g giorno. Il cavaliere d'Italia si nutre d'insetti e delle loro larve, di molluschi e di altri piccoli animali. Il nido è fatto di una buca poco profonda, scavata nel terreno fangoso o nella sabbia ed è tappezzata con fili d'erba, circondato d'acqua e consolidata con alcuni sassolini. Durante il periodo degli amori amori, la sua voce acuta risuona nel silenzio della campagna campagna. Le 4 uova brune, macchiate di nero e di grigio, vengono covate alternativamente da entrambi i genitori per un periodo di 25 giorni.
Cormorano Cormorano Regno:Animalia g Phylum:Chordata Caratteristiche generali
Il cormorano è lungo circa 92 cm. Ha un collo lungo e ha un becco lungo con punta inclinata. La sua colorazione è scura, ma ha il mento e i lati della faccia bianchi I più giovani sono brunastri con parti inferiori bianchi. chiari. E' diffuso in alcune zone dell'Europa, dell'Africa, dell'Australia e dell'Asia centrale e meridionale. Nidifica sulle coste rocciose e anche sugli alberi, costruendo un ammasso di stecchi, erbe, alghe e sostanze vegetali varie. Depone circa 3-4 uova che sono incubate per circa 28 giorni da entrambi i sessi. I piccoli aprono gli occhi a circa 4 giorni di vita, vita mentre cominciano a volare attorno ai 60 giorni, ma ci vogliono almeno 12 settimane perchè diventino indipendenti. Il cormorano si tuffa in acqua catturando pesci e crostacei, ma si nutre anche h di d sostanze vegetali. l Caratteristica è la l posa con le ali semiaperte per asciugare al sole il suo piumaggio.
Subphylum:Vertebrata Classe:Aves Ordine:Pelecaniformes Famiglia:Phalacrocoracidae Genere:Phalacrocorax Specie:P. carbo
Airone cinerino Regno:Animali Phylum:Cordati y Classe:Aves Ordine:Ciconiiformes Famiglia:Ardeidae Genere:Ardea Specie:A. cinerea Aspetto La forma del corpo, in ogni sua parte, è un esempio mirabile di adattamento evolutivo in funzione, principalmente, dell'alimentazione. Le dita lunghe e distanziate tra di loro consentono all all'Airone Airone di muoversi su terreni fangosi. La ricerca del cibo è possibile in acque profonde fino a 60 cm. grazie alla lunghezza dei tarsi. Infine il becco ad arpione associato al lungo collo e alla sua particolare muscolatura permettono movimenti potenti e istantanei nell'atto di cattura della preda. La tecnica di caccia solitamente adottata è particolarmente i t interessante: t passii llentiti nell'acqua, ll' sono seguiti iti d da iimmobilizzazioni, bili i i una volta lt llocalizzato li t il pesce viene arpionato, lanciato in aria afferrato ed inghiottito dal capo, evitando così l’apertura delle scaglie.
Dove vive l’airone? Diffuso in Pianura Padana soprattutto lungo i fiumi e nella zona della Lombardia e del Piemonte dove è dominante la risaia risaia.. Presente anche nel basso Toscana,, lungo le sponde dell'Arno dell'Arno e Veneto ed in Toscana nella ll alta lt valle ll d dell V Velino. li Abb Abbondante d t anche h lungo il Tevere e i suoi affluenti. La presenza dell’Airone cinerino è segnalata altresì nel bacino del Misa (Marche centrali) ma si nutrono dubbi sulla nidificazione in questo sito. Gregario, nidifica in colonie denominate garzaie insieme ad altre all'Italia,, l'airone cinerino è specie di Ardeidi Ardeidi.. Oltre all'Italia presente t nell resto t d'Europa d' d'E E Europa, , iin Asia A i e iin Africa Af i escluse le zone artiche e i deserti. deserti.
Caratteristiche: La specie non presenta dimorfismo sessuale. Due penne ornamentali nere (egrette) si prolungano sulla nuca nuca. I giovani hanno collo e sommità del capo grigi, becco nerastro e sono privi delle penne ornamentali. t li Gli Aironi cenerini nidificano in colonie quasi sempre p sulla cima di alberi d'alto fusto. I nidi sono costruiti con rami e canne, la struttura poco elaborata è in relazione all'allontanamento precoce dei piccoli, che imparano a volare solo qualche settimana dopo. Dopo questo periodo, tuttavia, sono frequenti i ritorni al nido. Molti rapaci utilizzano nidi di Airone cenerino abbandonati. Le cure parentali sono condotte da entrambi i sessi.
Alzavola
Regno: Animalia Ph l Phylum:Chordata Ch d t Subphylum:Vertebrata Superclasse:Tetrapoda Classe: Aves Ordine: Anseriformes Famiglia:Anatidae Sottofamiglia: Anatinae Tribù:Anatini Genere: Anas Specie:Anas crecca
L'Alzavola è l'anatra più piccola fra quelle europee. La colorazione del maschio è variegata e va dal verde delle fascia che circonda l'occhio al marrone rossiccio del resto della faccia. il p petto è bianco sporco p maculato di macchie nere. Le ali,, marrone scuro e grigie, presentano uno specchio verde. La femmina è quasi totalmente bruna, eccetto lo specchio alare verde che è comune al piumaggio del maschio.
Altri aspetti dell’alzavola dell alzavola La voce è un breve e malinconico fischio. Come tutte le anatre è territoriale in periodo riproduttivo e molto gregaria al di fuori di esso. Nonostante le ali relativamente corte le anatre sono ottime volatrici: colpisce p l’agilità g con la quale l’alzavola riesce ad alzarsi in volo, quasi verticalmente, dall’acqua e sorprendenti sono anche la velocità e la sincronia con cui i branchi compiono evoluzioni e virate virate. Si ciba prevalentemente di notte notte, filtrando l’acqua con il becco, dotato di sottili lamelle, e trattenendo elementi vegetali ed animali di dimensioni più ridotte rispetto ad altre anatre. In Italia l’Alzavola è principalmente migratrice e svernante. A differenza di quanto accade per la Marzaiola, la migrazione postpost-nuziale è più consistente di quella prepre-nuziale e inizia in agosto agosto. Piccoli contingenti svernano nelle aree protette della Toscana settentrionale.
Germano Reale
Il maschio, in livrea nuziale, presenta la testa verde con riflessi metallici verdi, un collare bianco e il collo, fino a buona parte del petto, bruno rossiccio. I fianchi sono grigio perla e il ventre è bianco. Il sottocoda è nero e la coda bianca con copertura nero-verdastra (quattro penne della coda sono arricciate). Il dorso è grigio-bruno e le ali grigio scuro con un'evidente banda verde-blu. Il becco giallo-verdognolo, le zampe rosso-arancione e l'occhio bruno. L ffemmina La i è di colore l b bruno-grigio i i variegato i t uniforme; if h ha lla b banda d verde-blu d bl sulle ll ali. Il piumaggio è a fondo nocciola. Il becco è di colore ardesia. Gli arti sono di colore rosso-arancione. Gli esemplari giovani sono molto simili alle femmine. Taglia variabile da 41 a 66 cm. Peso medio del maschio 1,0-1,5 kg; la femmina è più leggera.
Airone Bianco Maggiore gg Tipo:Cordati Sottotipo:Vertebrati Classe: Aves Famiglia: Ardeidae Genere: Casmerodius S Specie:C. C albus
Un grande ed elegante Airone, interamente bianco, con zampe e collo molto lunghi; in particolare il collo si presenta sottile e angoloso ma poco evidente in posizione di riposo. In inverno il lungo becco è giallo con una macchia nera sulla punta che nel periodo riproduttivo spesso si estende fino a ricoprirlo interamente interamente. Le zampe sono in genere nerastre ma nel periodo riproduttivo la parte più prossima al corpo può assumere colorazione giallo-rossastra; gli adulti durante la nidificazione sviluppano delle vaporose penne sul dorso e sul petto. L’Airone bianco maggiore può essere confuso con altri Aironi dall’aspetto candido, quali la più comune Garzetta, dai quali si distingue fondamentalmente per le dimensioni, dimensioni sempre maggiori, maggiori l’assenza l assenza di creste sul capo e per il becco lungo, robusto e almeno parzialmente giallo. In volo sono particolarmente evidenti le lunghe zampe scure, estese molto oltre la coda, e i battiti d’ala lenti e profondi.
Picchio Rosso Maggiore Classe: cordati: Famiglia: piciformes Genere: picidae Specie: D. D major
Il picchio rosso maggiore è lungo circa 23 cm, è nero con le parti inferiori, le spalle ed alcune zone del capo bianche. Il vertice è nero negli adulti e rosso nei g giovani, le copritrici p inferiori della coda sono rosse, e rossa nel maschio è anche la nuca. Vola a sbalzi e con una velocità notevole, però è poco resistente; sul terreno scende di rado, ma quando lo fa vi saltella con una certa disinvoltura.
Svasso Maggiore
E' il più comune fra le cinque specie di svassi che vivono in Europa centrale. In primavera la livrea nuziale è caratterizzata in entrambi i sessi dalla p presenza di ciuffi auricolari neri molto sviluppati, pp da pennacchi castano-rossicci ai lati della testa, con parti inferiori del collo e del corpo quasi bianche. In abito invernale la faccia è quasi bianca e gli ornamenti del capo appaiono fortemente ridotti o solo appena accennati. Il dorso è di colore grigio bruno.
Sterna La sterna codalunga (o sterna artica, Sterna paradisaea) vanta il record delle migrazioni più lunghe di tutto il regno animale: ogni anno, infatti, compie un volo di circa 40.000 km passando dai quartieri estivi di riproduzione nell'Artide, all'Antartide, dove si trovano i q quartieri di svernamento: è considerata la specie che più di ogni altra è esposta alla luce solare. Come tutte le sterne, vive lungo le coste marine e sulle rive di laghi e paludi. Con una lunghezza di 36-43 cm e un'apertura alare di circa 80, è un animale di dimensioni rilevanti; ha una coda lunga e biforcuta, e zampe così corte che h quando d l'l'animale i l è iin piedi i di sembra comunque accovacciato.
La Garzetta Regno:Animali Phylum:Cordata Classe:Aves Ordine:Ciconiiformes Famiglia:Ardeidae Specie:E. garzetta
La garzetta, come del resto quasi tutti gli aironi, è un uccello molto legato all'acqua. ll' Infatti frequenta prevalentemente ambienti acquitrinosi, canali, stagni, fiumi. È presente in quasi tutto il bacino del Mediterraneo, Africa, Asia meridionale, Australia e Indonesia. Le popolazioni italiane di Garzetta sono in parte migratrici e in parte sedentarie. Quelle migratrici nidificano nella Pianura Padana e svernano in Africa oppure sono popolazioni l i i nidificanti idifi ti in i Europa E centrale t l che h vengono a svernare nell nostro Paese.
La Moretta
LLa dieta di t è basata b t su piccoli i li insetti, i tti molluschi, ll hi lumache, l h germogli, bacche e sementi. In cattività la dieta deve essere varia. Di carattere socievole e gregario, forma gruppi numerosi che si spostano per la ricerca del cibo. cibo Nidifica, da sola o in colonia, vicino a bacini d'acqua. Depone da 7 a 12 uova che cova per 25 giorni. Ottima tuffatrice riesce ad immergersi alla ricerca del cibo fino tuffatrice, a nove metri di profondità.
Tipo: cordati Ordine: coraciformi Famiglia: alcedinidi Genere: alcedo Specie: alcedo atthis Il martin pescatore è lungo 16/17 cm, con un ecco lungo, grosso alla base, ali e coda brevi e piedi piccoli. Nelle parti superiori è blublu-verde metallico, bin quelle inferiori e sulle guance giallo ruggine, ai lati del collo spicca una macchia bianca. E' dotato di un volo sempre rapido e uniforme, che gli permette di fendere l'aria in linea retta retta, mantenendosi in una direzione parallela a quella del livello del liquido e seguendo così le tortuosità del fiume senza mai allontanarsi dall'acqua. A causa dei piccoli piedi si limita a saltellare su qualche pietra o qualche palo, e non cammina mai sul terreno. E' un uccello p poco socievole e vive solitario e non tollera alcun concorrente nel suo territorio di caccia.
L'allocco è il più comune e ampiamente diffuso degli Strigidi europei; in Italia si trova ovunque, tranne che in Sardegna. Lungo 38 cm., ha testa grande e rotonda con grandi occhi neri, che lo distinguono dalla maggior parte degli altri Strigidi; dischi facciali bruno grigi; parti superiori e petto variabili dal marrone al grigiastro, striati verticalmente e con lievi onde orizzontali; parti inferiori fulve striate di scuro. Si distingue dal barbagianni per le dimensioni maggiori i i e il colore l complessivamente l i molto l più scuro. Stanziale e strettamente notturno, vive in zone boschive miste di conifere e caducifoglie.
L'allocco non costruisce alcun nido ma utilizza cavità di ogni genere negli alberi e nelle rovine, rovine spesso occupa anche tane di tasso e di coniglio. coniglio Durante la cova (periodo riproduttivo: da marzo a giugno) la femmina resta nel nido e il maschio provvede all'approvvigionamento del cibo. Se la stagione è brutta e il cibo scarseggia scarseggia, il maschio non può tornare molto spesso al nido e anche la femmina può essere costretta ad abbandonarlo. Quando ciò si verifica, le uova, raffreddandosi non arrivano alla schiusa. Il primo i nato t sarà à il più iù grosso, mentre t l'l'ultimo lti il più iù piccolo. i l S Se il cibo ib non è sufficiente per l'intera prole, il più grande si accaparrerà la maggior parte del pasto a scapito del più piccolo. Se vi fosse una equa spartizione dell'alimento probabilmente tutta la nidiata morirebbe, mentre cosi sopravvive almeno in parte. Nei p periodi di massima densità di p popolazione p ogni g coppia pp di allocchi occupa p un area di circa 12-20 ettari. Se la popolazione aumenta ulteriormente il territorio di ogni coppia può ridursi fino a 4 ettari circa; in queste condizioni condizioni, nonostante l'abbondanza l abbondanza delle prede (ratti, arvicole rossastre, arvicole agresti, toporagni, talpe, piccoli uccelli, insetti e lombrichi), la specie non è in grado di riprodursi. I piccoli volano dopo 5 settimane dalla nascita. nascita
Faina Classe: cordati Famiglia: carnivori Genere: mustelidae Specie: martes M. foina
La faina ha all’incirca le stesse dimensioni della martora ma è più pesante; inoltre differisce da quest’ultima anche per la presenza di una larga macchia bianca sul petto e sulla gola, per la pelliccia più ispida e per avere la superficie plantare nuda. Molto particolari sono le orecchie a punta e la coda pelosa.
Tasso
Regno:Animalia Phylum:Chordata Classe:Mammalia Ordine:Carnivora Famiglia:Mustelidae
Inconfondibile p per la vistosa mascherina bianca e nera,, q questo tozzo e simpatico animale è un tipico abitante dei nostri boschi e delle nostre campagne. Prudente e sospettoso, è molto difficile da osservare in natura anche a causa delle abitudini prevalentemente notturne e, nonostante sia noto e diffuso in tutto il territorio sammarinese,, in pochi p lo conoscono veramente: il tasso è infatti un animale pieno di sorprese e merita molto di più di quella semplice occhiata concessagli quando, purtroppo, giace privo di vita ai bordi di una strada. ll tasso ((Meles meles), ), mammifero appartenente pp all’ordine dei Carnivori, è il più grosso dei nostri Mustelidi (faina, puzzola, donnola); alto al garrese una trentina di centimetri, può arrivare a misurare fino a 80-90 cm di lunghezza con un peso di 10-20 kg. La corporatura robusta, robusta la testa appiattita e le zampe corte e poderose munite di forti unghie ne fanno uno scavatore abilissimo abilissimo.
Sottofamiglia:Melinae Genere:Meles Specie:M. meles
Cibo ed alimentazione: Ha abitudini notturne ed è un animale onnivoro: in particolare mangia morbide radici che scalza con le sue zampe ungulate poderose e poi tuberi, rizomi, vermi, lumache e piccoli serpenti compresa la vipera, al cui veleno risulta immune.
Arvicola Regno: Animalia Phylum: Chordata Classe: Mammalia Superordine: Ordine:Rodentia Sottordine:Myomorpha Famiglia:Cricetidae Sottofamiglia:Arvicolinae
L'arvicola acquatica q europea p o ratto d'acqua è un mammifero roditore.
Genere:Arvicola Specie:Arvicola amphibius
L arvicola acquatica è legata alla presenza di acqua: la si trova perciò sulle L'arvicola rive di torrenti, fiumi, stagni e canali anche salmastri (purché provvisti di abbondante vegetazione riparia), così come nei prati umidi in aree comunque pianeggianti od anche lievemente collinari collinari, mentre la sua presenza si fa via via più rara negli ambienti collinari più elevati.
Sintesi sul 1° 1° laboratorio con il Punto Laguna
La laguna è un ambiente molto particolare: è un bacino di acqua salmastra (salata + dolce) che sorge lungo un litorale litorale, in questo caso quello di Venezia.
L’acqua dolce viene portata in laguna dai fiumi Piave, Sile, Bacchiglione e Brenta. L’acqua salata entra nella laguna attraverso le bocche di porto: Lido, Malamocco e Chioggia; infatti durante l’alta marea l’acqua salata penetra all’interno della laguna per mezzo di queste bocche. L’uomo, nel corso dei secoli ha allargato q g q questi accessi alla laguna, costruendo anche i moli foranei cioè delle dighe con dei fari in punta, per favorire l’accesso delle navi. Ora dalla bocca del Lido escono ed entrano le navi da crociera , da quella di Malamocco le navi petroliere e da quella di Chioggia i pescherecci. pescherecci I moli foranei permettono anche un’azione un azione continua di “scavo” scavo da parte del mare, contrastando così la tendenza all'interramento all interramento dei canali di bocca.
I litorali (lingue di sabbia e detriti), invece, proteggono la laguna e sono quattro: Cavallino, C lli Lid Lido di V Venezia, i P Pellestrina ll i e Chi Chioggia-Sottomarina. i S i Il litorale del Cavallino si è ingrandito al punto di chiudere dentro la laguna l’isola l isola di Sant’Erasmo Sant Erasmo che, che infatti, infatti presenta una spiaggetta detta “bacan”. Il litorale più sottile, invece, è quello di Pellestrina. La laguna g è circondata da una p parte dalla terra e dall’altra dal mare. Il mare con le maree tende ad erodere la laguna (processo di erosione: forza distruttiva), mentre dalla terra, i sedimenti trasportati dai fiumi ma anche dal mare, provocano il suo interrimento (processo di sedimentazione: forza costruttiva). Questo ambiente ambiente, quindi quindi, ha bisogno di un costante equilibrio tra queste due forze contrastanti: un’azione non deve mai prevalere sull’altra.
2° Laboratorio con il Punto Laguna
Allunghiamo il passo!
Una piccola sosta
Eccoci arrivati! Per prima cosa osserviamo ll’evoluzione evoluzione della laguna sulla linea del tempo. tempo
1300
1400
1500
1600
L guide Le id cii spiegano i un b bellissimo lli i gioco i
Vediamo insieme il da farsi
Ci confrontiamo e decidiamo cosa fare
S à lla soluzione Sarà l i migliore? i li ? ….
Certamente! Riceviamo i complimenti per ll’ottimo ottimo lavoro. lavoro
Eccoci tutti ritratti insieme! Ma dobbiamo proprio andar via? Ci vediamo a Sant’Erasmo!
A Sant Sant’Erasmo Sant’Erasmo: Erasmo: tutti a bordo! Erasmo:
Tutti entusiasti di vedere Sant’Erasmo
Da qui si vede un bel panorama!…
… è Piazza San Marco sullo sfondo
Arrivati a Sant’Erasmo, Alessandra e Franca ci illustrano un interessantissimo p percorso ☺
Osserviamo il paesaggio i e la natura
Tamerice
Robinia
Tra i papaveri scorgiamo il famoso carciofo viola! Lo vedete? Andiamo all’azienda agricola
Costeggiamo diversi canali
All’azienda Agricola g
Ci spiega p g il sistema di coltivazione ecologico.
Utilizzano l’impollinazione dei bombi per la riproduzione delle piante di pomodoro
Tubi superficiali per l’irrigazione
Per proteggere le piante dalle erbacce sistemano per terra erbacce, del nylon di mais
Perché la pianta si sviluppi usano delle corde tese verticalmente, anch’esse biodegradabili
Ci mostra la coltivazione di carciofi viola, tipici dell’isola
Il carciofo è un fiore Il primo fiore della pianta si chiama castraura in detto veneziano
Il Carciofo Violetto di Sant'Erasmo: A Venezia ancora oggi oggi, come cinquecento anni fa fa, nell'isola nell isola di Sant'Erasmo Sant Erasmo, alle Vignole, Lio Piccolo, Malamocco, Mazzorbo, si producono carciofi di grande qualità, frutto del lavoro e della tenacia di agricoltori, che a dispetto della concorrenza e delle mode del mercato globale, globale riescono a conservare sapori antichi antichi. Questa tradizione permane soprattutto a Sant'Erasmo, un'isola della laguna, grande quanto metà la metà di Venezia e come Venezia attraversata da canali. Dal cinquecento i t quest'isola t'i l è praticamente ti t un unico, i grandissimo di i orto. t I terreni t i argillosi, ill i ben drenati e con una salinità molto alta consentono la coltivazione di verdure saporite e tra queste particolarmente rinomato è il carciofo, tanto che anche le varietà coltivate nelle altra località della laguna hanno preso il nome proprio da quest'isola quest'isola. Tenero, carnoso, spinoso e di forma allungata, il carciofo di Sant'Erasmo ha le foglie color violetto cupo. In passato gli orti della laguna venivano concimati con le "scoasse", oppure con conchiglie e gusci di granchi, che servivano per correggere l'acidità dei terreni. Per proteggere le piantine dalla tramontana, invece, ancor oggi si creano le motte, cioè piccoli cumuli di terra. La stagione dei carciofi a Venezia comincia a fine aprile, con la raccolta delle castraure, il primo piccolo germoglio apicale di carciofo, tenerissimo, che viene tagliato per permettere la crescita più rigogliosa degli altri germogli, da 18 a 20 per pianta ogni stagione. La raccolta prosegue fino alla seconda metà di giugno.
Leggiamo dei detti veneziani: Co i aseni scolta el tempo se volta Co le formighe va i procession in i de piova xe segno bon Co canta el rospo el tempo se fa fosco
Osserviamo una palificata p
Alessandra ci mostra le varie specie di piante (alofile)
Gramignone Marittimo
Sparto
Limonio
Obione
La Torre Massimiliana
Si chiama hi cosìì in i ricordo i d dell’arciduca d ll’ id austriaco ti M Massimiliano i ili Gi Giuseppe d’Austria (1782-1863) che perfezionò questo tipo di fortificazioni.
Fu usata come batteria contraerea nella seconda guerra mondiale.
Franca ci spiega la struttura e la storia della Torre.
Dietro la Torre: c’è c è il mare!
Ed ora un bel gioco a squadre
Che bello: tutti in spiaggia!
Osserviamo cosa d bbi dobbiamo cercare: alghe, fanerogame, crostacei (granchi), molluschi ll hi come l’ostrica (bivalvi), Murice (gasteropodi), ecc. ecc
Ora Ora, tutti alla ricerca!
Guardate: una fanerogama!
Un granchietto
Ottimo lavoro!
Alessandra ci mostra anche gli altri cartelli nelle dune di sabbia
Che spasso! p
All’orizzonte scorgiamo la bocca di porto di Lido e i lavori per la realizzazione delle dighe mobili (Sistema Mose: acronimo di MOdulo Sperimentale Elettromeccanico )
Passiamo per la zona “Testa Testa di Ponte” Ponte
Diretti alla fermata “Capannone” portiamo con noi un bellissimo ricordo.
Ringraziamo l’equipe del punto laguna e il Magistrato alle Acque di Venezia che ci hanno permesso di conoscere più da vicino il nostro ecosistema lagunare.