SAIE 2002 – Padiglione 26, Stand B9
SAIE 2002 - CONFERENZA AICO 16.10.02 “PROGETTO, REALIZZAZIONE E COLLAUDO DI INTERVENTI DI RINFORZO STRUTTURALE CON FRP SU EDIFICI STORICI, IN C.A. E C.A.P. SOFTWARE DI CALCOLO CON UTILIZZO DI FRP SECONDO EUROCODICE 2” Ripristino e consolidamento di un solaio di copertura in laterocemento con tessuti in fibra di carbonio Armoshield Rinforzo di un solaio in c.a.p. con lamelle in fibra di carbonio Armoshield CFK Consolidamento di volte in muratura con tessuti in fibra di carbonio Armoshield
Relatori: ing. Giorgio Giacomin dott. Roberta Massarotto
Oggetto: Cantiere: Data : Progetto e direzione lavori: Committente: Tipo di intervento:
Solaio di copertura in laterocemento Fraternita della Misericordia Marina di Pietrasanta (LU) Settembre 2002 ing. Michele Tataseo – Roma Fraternita della Misericordia – Marina di Pietrasanta (LU) Ripristino e consolidamento dei travetti portanti mediante applicazione di tessuti in fibra di carbonio Armoshield.
Situazione esistente Il solaio di copertura al primo piano dell’edificio di proprietà della Fraternita della Misericordia a Marina di Pietrasanta risale agli anni ’70, ed è sito a poche decine di metri di distanza dal mare. Si tratta di un solaio in latero-cemento, costituito da 18 travetti portanti intervallati da pignatte in laterizio, che copre una sala ottagonale adibita ad ufficio. La sezione resistente comprende un elemento di alleggerimento in laterizio, quattro ferri di armatura lisci (due ø 6 in basso e due ø 8 sagomati) annegati nel calcestruzzo, per una altezza totale di 16 cm più una cappa di 2 cm distribuita sull’intero solaio. Al di sopra, la struttura di copertura. I saggi effettuati hanno mostrato alcune caratteristiche dei materiali costituenti, laterizi e calcestruzzo, ed il loro stato di degrado: in particolare, oltre alla mancanza di alcuni pezzi di laterizio dei travetti risultavano mancanti parti delle pignatte, o, in alcuni punti, alcune di queste erano interamente crollate; sin dalla prima ispezione si è inoltre osservato il degrado del legante del calcestruzzo, in alcuni punti polverizzato. La rimozione del controsoffitto ha successivamente mostrato il dissesto ed il pessimo stato di conservazione del solaio nel suo insieme, in particolare la parte centrale mostrava una inflessione macroscopica. Inoltre, erano evidenti macchie di ruggine e con sottilissime croste calcaree: il manto di copertura e parte delle grondaie infatti sono stati inefficienti per un certo periodo, dando luogo ad infiltrazioni di acqua piovana, ora bloccate dopo il rifacimento del manto di copertura stesso. Tali infiltrazioni hanno però corroso i ferri di armatura all’interno dei travetti, con l’ossidazione del ferro e il conseguente rigonfiamento, che ha portato all’espulsione dei pezzi di calcestruzzo e laterizio e alla caduta dell’efficienza del sistema. L’ipotesi è stata confermata dai campioni effettuati direttamente sui travetti, tramite demolizione di alcuni dei fondelli sia in parti apparentemente sane che in altre già danneggiate; non è inoltre da escludere che il fenomeno sia stato accelerato dalla presenza nell’aria di sali, vista la vicinanza dell’edificio alla spiaggia e la sua collocazione nella piazza, all’angolo con il viale che porta direttamente al mare, corsia preferenziale di correnti.
Intervento di consolidamento I fenomeni descritti non consentivano al solaio le condizioni di sicurezza. Si è reso quindi necessario un intervento per aumentare la portata dei singoli travetti; l’intervento avrebbe dovuto avere alcune caratteristiche essenziali, prima tra tutte consentire la conservazione del solaio esistente e evitarne la demolizione e sostituzione con un nuovo solaio, per le problematiche che tale tipo di intervento avrebbe comportato (chiusura delle sale adiacenti, tempi, costi, demolizione del coperto da poco ripristinato, ed altre problematiche conseguenti a tale tipo di cantiere). Inoltre, considerando le strutture perimetrali su cui il solaio poggia, ad esso coeve, si imponeva di non aggravare i carichi in gioco, per non dover intervenire anche sulle murature stesse e sugli elementi ad esse connessi, ad esempio sulle fondazioni; per lo stesso motivo, era necessario mantenere il funzionamento strutturale del solaio, e non modificarlo con l’inserimento di elementi che avrebbero potuto distribuire diversamente i
carichi (ad esempio, modificando il funzionamento del solaio dall’attuale a “piastra”, e quindi coinvolgendo anche i muri che attualmente non partecipano a scaricare i pesi). Per contemplare contemporaneamente tutte queste istanze, si è scelto di migliorare il comportamento flessionale dei travetti con l’utilizzo di tessuti in fibra di carbonio Armoshield, applicati all’intradosso del solaio. Questo tipo di intervento ha consentito infatti la conservazione del solaio esistente, l’innalzamento delle caratteristiche resistive intrinseche attraverso la collaborazione delle strutture esistenti con i tessuti, senza l’aggravio dei pesi agenti sulle murature perimetrali grazie al bassissimo peso degli FRP; inoltre, si sono potute limitare anche molte delle problematiche connesse al cantiere, visto che si è potuto agire puntualmente sul solaio degradato senza dover mettere mano alla copertura nel suo insieme, e quindi consentendo l’agibilità delle altre sale allo stesso piano dell’edificio senza interrompere le attività che in esse si svolgono; l’intervento – demolizione e ripristino dei fondelli e applicazione delle fibre - è durato in tutto circa una settimana. Viste le condizioni dei travetti, si è ritenuto opportuno rimuovere i fondelli in laterizio e il cemento in cui erano annegati i ferri. In questo modo, è stato possibile verificare la presenza di alcuni ferri spezzati e di parti dove la sezione resistente era diminuita, in particolar modo, come era prevedibile, nelle vicinanze degli appoggi, dove c’è un solo ferro teso, mentre l’altro, per lavorare a taglio, si trova a livello più alto, inclinato o orizzontale; in questi punti, i ferri deteriorati sono stati affiancati o sostituiti con pezzi nuovi, adeguatamente saldati. I ferri, dopo essere stati spazzolati a secco, sono stati protetti con resine a base epossidica Armofix R, anche al fine di bloccare il fenomeno di ossidazione; il fondello è stato ripristinato con idonea malta strutturale a basso modulo e a ritiro compensato Armocrete V2, sulla quale è stato applicato il primer tipo Armoprimer 200 e poi eseguita l’applicazione dei tessuti in fibra di carbonio Armoshield unidirezionali. Al termine, si è steso sulla nuova superficie intradossale dei travetti un rivestimento tipo Armolast di finitura, anche per proteggere il sistema di rinforzo Armoshield dall’invecchiamento e dall’aggressione dei sali dispersi nell’aria. Per quanto riguarda l’analisi strutturale ed il calcolo delle quantità di tessuto necessarie, si sono seguite le indicazioni dell’Eurocodice 2, utilizzando idonei coefficienti moltiplicatori dei carichi e un coefficiente di sicurezza per il tessuto pari a 3. Le ipotesi assunte per la verifica della sezione resistente sono le seguenti: il calcestruzzo non reagisce a trazione, le forze di trazione sono quindi fornite solo dall’acciaio e dal CFRP; non ci sono scorrimenti relativi tra la superficie del travetto in latero-cemento, ripristinata con le nuove malte, e il CFRP; l’elemento in laterizio al centro del travetto non fornisce resistenza alla sezione, ha quindi solo funzione di alleggerimento. Il carico di progetto distribuito sul solaio è di 400 daN/mq, di cui 300 daN/mq di carico permanente e 100 daN/mq di carico accidentale. Viste le quantità indicate dai calcoli, si è scelto di posizionare tre strati di tessuto unidirezionale secondo lo schema riportato in basso. Inoltre, nelle vicinanze degli appoggi, si è posizionato una ulteriore fascia di tessuto Armoshield U al fine di migliorare l’ancoraggio dei tessuti.
Ripristino fondello con Armocrete V2 Armoshield U 330/5 Armoshield U 330/10 Armoshield U 330/10
Situazione esistente
Nuova sezione
Particolare dell'intervento
PROIEZIONE TRAVETTI DEL SOLAIO
PIANTA PIANO PRIMO
Materiali utilizzati Il sistema di rinforzo Armoshield, che comprende l’insieme adesivi – tessuti, sottoposto a severi tests di qualità in laboratorio, vanta una vasta casistica di interventi realizzati in tutto il territorio italiano e nel mondo, che ne dimostrano l’affidabilità dopo anni trascorsi dall’applicazione. Nel caso specifico, il sistema è stato realizzato con prodotti della linea Armo: il primer del tipo Armoprimer 200 e gli adesivi della linea Armofix. Si tratta di prodotti a base di resine epossidiche scelti tra quelli disponibili prodotti dalla Maxfor in base alla compatibilità con il sottofondo e omologati per l’abbinamento con i tessuti Armoshield. La malta strutturale utilizzata per il ripristino dei fondelli è del tipo ArmocreteV2, fibrorinforzata, a ritiro compensato e a basso modulo, per adattarsi alle caratteristiche dei travetti.
Per quanto riguarda le fibre, sono stati utilizzati tessuti del tipo Armoshield U 330/5-10, con le seguenti caratteristiche: spessore 0,18 mm, resistenza a trazione 3.500 MPa, modulo elastico a trazione 235.000 MPa, allungamento a rottura 1,5%. L’insieme è stato poi protetto con Armolast, rivestimento elastico a base di resine epossipoliuretaniche, particolarmente resistente all’invecchiamento anche in atmosfere marine; successivamente il solaio è stato nuovamente controsoffittato dalla committenza.
Repertorio fotografico
Particolare di uno dei travetti dopo la demolizione di parte del fondello e il ripristino dei ferri
Ripristino dei fondelli con Armocrete V2 e stesura dell’adesivo Armofix T
Il primo strato di fibra Armoshield U
Oggetto: Cantiere:
Solaio in c.a.p. Centro Direzionale e Commerciale Cento (FE) Data : Agosto 2001 Progetto: ing. Michele Tataseo – Roma Direzione lavori: ing. Modesto Cavicchi – Cento (FE) Committente: Impresa Martinelli – Cento (FE) Tipo di Rinforzo per aumento del carico accidentale del solaio intervento: a tegoli TT precompressi con lamelle CFK in fibra di carbonio Situazione esistente L’orizzontamento esistente è costituito da due solai in tegoli prefabbricati in cemento armato precompresso sovrastati da una soletta collaborante in calcestruzzo gettata in opera di 6 cm di spessore. I tegoli, a due nervature, sono alti 70 cm, con uno spessore dell’anima di 9 cm per ciascuna nervatura, per un totale di 18 cm; lo schema statico dell’elemento è di trave appoggiata. Il primo solaio ha le seguenti dimensioni: luce 14.88 m, interasse tra i tegoli 2.40 m; il secondo ha invece una luce di 17.35 m, ed un interasse tra i tegoli di 1.50 m. Tale struttura era stata progettata per portare un carico totale, permanente più accidentale, di 650 kg/m2 . Nuove necessità imp ongono un aumento del sovraccarico accidentale di 200 kg/m2 , per un nuovo carico distribuito totale di 850 kg/m2 . Le condizioni di conservazione del solaio esistente, in quanto nuovo, sono buone; l’orizzontamento esistente è quindi idoneo a sopportare i pesi propri e i carichi di esercizio per cui era stato progettato.
Intervento di rinforzo strutturale La situazione impone un intervento per aumentare le caratteristiche resistive degli elementi, in particolare aumentando il momento resistente; visto le buone condizioni del solaio esistente, l’intervento da effettuarsi doveva essere di “affiancamento” della struttura originaria con nuovi elementi resistenti, al fine di aumentare le caratteristiche resistive dei tegoli a TT precompressi esistenti. Si è quindi progettato un intervento con lamelle Armoshield CKF, in modo da consentire l’aumento di resistenza senza appesantire le strutture con pesi che avrebbero richiesto altri interventi per la messa in sicurezza anche delle altre strutture di fabbrica del centro commerciale. La normativa di riferimento per il calcolo dei rinforzi con lamelle fibrorinforzate resta per l’Italia l’Eurocodice 2, ma una corretta progettazione dovrebbe considerare anche alcuni limiti più restrittivi imposti da altre normative. In particolare, altre normative in ambito europeo impongono o raccomandano un limite del rapporto di rinforzo – ovvero tra momento resistente in condizione rinforzata e in condizione non rinforzata – pari a 2; questo valore viene in generale tenuto come limite massimo dalla maggior parte dei progettisti, anche se il suo superamento non è espressamente vietato dall’EC2. In linea di massima, il dimensionamento del rinforzo con lamelle è governato dal calcolo della deformazione ultima delle fibre, che deve essere compatibile con gli allungamenti cui sono sottoposti i ferri d’armatura, e dalle verifiche delle forze di adesione, attraverso le quali si stabiliscono le lunghezze di incollaggio, che servono ad evitare il pericolo di “debonding” della lamella dal sottofondo. Nel caso specifico, in cui il solaio esistente era comunque idoneo a sostenere i carichi imposti dal progetto originale, era necessario aumentare la portata di 200 kg/m2 ; i calcoli preliminari all’intervento sono stati effettuati nell’ipotesi che le tensioni imposte dall’incremento di carico siano totalmente assorbite dal rinforzo in Lamelle Armoshield CFK, che sono state dimensionate quindi per tale valore. È stata di conseguenza effettuata una verifica a rottura, adottando un coefficiente di sicurezza pari a 2 per la tensione di trazione di progetto delle fibre.
Il rinforzo con Lamelle Armoshield CFK è stato effettuato all’intradosso delle nervature; al termine del calcolo, si è potuto verificare il raggiungimento di un coefficiente di sicurezza a rottura superiore a 1.5, in entrambi i solai. Le lamelle sono state applicate sul supporto adeguatamente preparato con primer e adesivi della linea Armo. L’intervento è durato in tutto circa 10 giorni.
Materiali utilizzati Il sistema di rinforzo Armoshield Lamella, composto dall’insieme di lamelle, primer e adesivi della linea Armo della Maxfor, è certificato secondo le normative ISO 9001. Trattandosi di interventi d’avanguardia, che come si è detto trovano riferimenti normativi a livello europeo, tale tipo di certificazione dimostra la qualità del sistema nel suo insieme; inoltre, numerosi interventi effettuati in svariate condizioni ambientali su tutto il territorio italiano dimostrano l’affidabilità nella pratica di questo tipo di intervento per il consolidamento e il rinforzo strutturale, sia dal punto di vista dell’efficienza che della durabilità. L’intervento sul solaio in c.a.p. è stato effettuato con Lamelle Armoshield CFK 200/2000, in fibra di carbonio unidirezionale delle dimensioni di 80 x 1.2 mm, con le seguenti caratteristiche: modulo elastico E 205000 N/cm2 , resistenza a trazione a rottura ór = 2500 N/cm2 . Le lamelle sono state incollate su supporto preparato con Armoprimer 200 e rasatura con resine tipo Armofix MTL. Al termine, per migliorare l’ancoraggio e come contributo all’assorbimento dello sforzo di taglio, si è applicata una fascia di Armoshield C-Sheet 300/240/30, nelle vicinanze degli appoggi.
Collaudo
120 100 freccia
80
prima del rinforzo
60
dopo il rinforzo
40 20 0 0
20 carico
40
Al termine dell’intervento, è stato effettuato il collaudo del solaio con prove di carico che hanno dato l’esito riportato nel grafico a fianco. L’aumento delle capacità resistive del solaio come da progetto è stato verificato. È evidente inoltre una diminuzione della deformazione a parità di carico applicato di oltre il 30% (ad esempio, con un carico concentrato pari a 33.28 q.li, si sono misurati 0.91 mm di abbassamento in mezzeria nello stato non rinforzato, e 0.62 mm nello stato rinforzato).
Oggetto: Cantiere: Data : Progetto e direzione lavori: Committente: Tipo di intervento:
Volte a padiglione, a botte e a vela in muratura Tribunale - Piacenza Settembre 2001 Gennaio 2002 studio Bertonazzi – PC sotto la supervisione della Sovrintendenza Beni Architettonici e Ambientali dell’Emilia Ministero di Grazia e Giustizia – Roma Consolidamento estradossale delle volte in muratura con tessuti in fibra di carbonio e controvolta
Situazione esistente All’interno della sede del Tribunale di Piacenza si è dovuti intervenire per il consolidamento di alcune volte in muratura di mattoni. In particolare, i cantieri sono stati due, successivi, su volte differenti, ma in situazioni per alcuni versi analoghe. Il primo intervento si è reso necessario sulle volte di copertura dell’aula Udienze Civili: la copertura è costituita da una volta a botte lunettata e da una volta a vela, adiacenti, sulle quali per necessità d’uso si è imposto un sovraccarico accidentale di 400 kg/m2 . Sulle volte si era inoltre mostrato un pesante quadro fessurativo, che ha reso necessario un primo intervento d’urgenza per bloccare il fenomeno di dissesto che si era instaurato sulle volte stesse, ma che non aveva avuto ripercussioni sulle murature perimetrali. Dall’analisi condotta sulla volta, tramite modellazione matematica agli elementi finiti, si è dimostrato che sulla volta in mattoni, a causa del sovraccarico, si erano create tensioni di trazione intradossali me die dell’ordine di 12 kg/cm2 , con picchi nelle zone d’imposta della vela di oltre 25 kg/cm2 , a dimostrazione del meccanismo che si era posto in atto nelle volte stesse e che aveva portato all’instaurarsi del quadro fessurativo. Il secondo intervento si è n i vece reso necessario su tre volte a padiglione, anch’esse già lesionate, che avrebbero dovuto a breve termine sopportare anch’esse un aumento del sovraccarico di 400 kg/m2 . In entrambi i casi, per necessità d’uso, l’intervento era possibile dall’estradosso delle volte; nel caso della volta a botte la committenza al momento dell’analisi matematica aveva già provveduto alla rimozione dei rinfianchi, delle pavimentazioni e del materiale di riempimento al di sopra della volta stessa.
Intervento di consolidamento A causa dei quadri fessurativo riscontrati, è stato necessario effettuare un intervento d’urgenza; la scelta di applicare tessuti i fibra di carbonio Armoshield è stata dettata principalmente da due delle caratteristiche di tale tipo di tecnologia, ovvero la leggerezza e la rapidità dell’intervento: è stato infatti possibile intervenire sulle volte senza aggiungere pesi sulle stesse e in pochi giorni. Superata la fase iniziale di messa in sicurezza, l’intero intervento è stato pensato per far sì che le volte in muratura esistenti potessero conservare il loro originario funzionamento; inizialmente si era quindi pensato ad un intervento si rinforzo tramite l’applicazione di soli tessuti in fibra di carbonio. I calcoli di progetto hanno però dimostrato che per intervenire solo con tale tecnologia si sarebbero dovute rivestire con i tessuti sia intervenendo dall’estradosso che dall’intradosso, e coprendo la superficie quasi integralmente. Ciò si scontra con le necessità imposte dalla volontà di conservare l’elemento in muratura: infatti, per far sì che le murature traspirino correttamente, è necessario che le fibre lascino scoperta gran parte della superficie muraria. Si è quindi progettata la posa di una controvolta in betoncino, alla quale affidare le tensioni dovute ai carichi accidentali, mentre la volta originaria resta autoportante. Come già annunciato, sulle prime volte, a botte ed a vela, si era effettuato un intervento d’urgenza, con l’applicazione di fasce in fibra di carbonio Armoshield unidirezionali sugli archi di
appoggio delle vele e bidirezionali sulle volte, per bloccare l’avanzamento del quadro fessurativo e nell’ipotesi che le volte fossero autoportanti. La modellazione matematica agli elementi finiti è stata condotta per stadi successivi: si è dapprima valutato lo stato tensionale della volta in muratura, poi l’incremento di portanza conseguente all’applicazione del rinforzo in fibra; si è quindi provveduto a dimensionare la controvolta in malta tixotropica fibrorinforzata a ritiro compensato, tipo Armocrete VF, di 5 cm di spessore. A tale controvolta è stato affidato il compito di sopportare i carichi accidentali, lasciando la volta in muratura solo autoportante; il rinforzo con nastri in fibra di carbonio lavora come una sorta di “armatura” della controvolta, fornendole un contributo a trazione all’intradosso. La zona più critica restava quella dell’imposta della vela, dove, attraverso una quarta modellazione, si è vista la necessità di una ulteriore fascia in fibra di carbonio per assorbire la risultante di trazione ancora superiore a quella ammissibile che parzializzava la sezione. Per collegare la controvolta in betoncino e le murature perimetrali, oltre a inserire la controvolta nella muratura tramite uno scasso nella stessa, si sono inserite delle barre in acciaio inox inclinate. Le ipotesi di calcolo sono di perfetta indeformabilità dei vincoli di appoggio (murature perimetrali – ipotesi questa verificata in corso d’opera) e di assenza di ulteriori dissesti in atto sull’edificio oltre a quelli sulle volte che hanno reso necessario l’intervento. È evidente che le ipotesi sopra riportate negli step della modellazione si scontrano nella realtà con le caratteristiche fisiche del sistema realizzato: in altre parole, non è pensabile che i confini imposti dalla modellazione (volta in muratura autoportante, controvolta a sostegno dei carichi di esercizio) siano nella realtà così netti, in quanto volta e controvolta sono rigidamente collegate anche dalle fibre e non si possono pensare come sistemi separati. È stato quindi logico prevedere, a causa delle deformazioni trasmesse dalla controvolta, l’instaurarsi di un lieve quadro fessurativo all’intradosso della volta in muratura, visibile dall’aula per le udienze civili, senza alcun motivo di pericolo statico, ma da leggersi solo come il naturale assestamento del sistema messo in opera. Simili le caratteristiche dell’intervento sulle tre volte a padiglione: qui però non è stata effettuata la rimozione del rinfianco, che garantiva comunque una curvatura adeguata per la posa in opera di fibre Armoshield e controvolta in Armocrete di spessore compreso tra i 5 e i 7 cm. Anche in questo caso il solo rinforzo in fibra di carbonio non è stato ritenuto sufficiente a ricondurre lo stato tensionale entro limiti di sicurezza, si è quindi prevista la posa di una controvolta in betoncino Armocrete VF a spessore variabile all’estradosso della volta in muratura. Anche qui era da prevedersi al termine dell’intervento la formazione di un lieve quadro fessurativo all’intradosso, che si sarebbe instaurato con l’entrata in funzione del sistema. In entrambi i casi, la committenza ha fornito un accurato rilievo geometrico e del quadro fessurativo, indispensabili per la modellazione, soprattutto perché dall’analisi del quadro fessurativo si è cercato di comprendere il meccanismo di funzionamento delle volte e l’avanzamento del meccanismo di collasso. L’analisi agli elementi finiti, come accennato, si era basata su alcune ipotesi, verificate direttamente nel corso del cantiere, con analisi geometriche dirette; ha consentito inoltre di prevedere il funzionamento d’insieme del sistema progettato, verificato direttamente con misurazioni ed osservazioni puntuali al termine dei lavori.
Materiali utilizzati Il sistema di rinforzo con tessuti in fibra di carbonio Armoshield, insieme di adesivi e tessuti, è utilizzato ormai da anni per il consolidamento di elementi architettonici e strutturali; in particolare, si è dimostrato efficace per il consolidamento delle murature storiche, con l’utilizzo di primer ed adesivi idonei, messi a punto per essere compatibili, oltre che con i tessuti, con i paramenti murari originari; inoltre, il sistema di rinforzo collabora con le strutture originarie, consentendo di conservare non solo l’aspetto estetico dell’elemento in questione, ma anche, per quanto possibile, la sua valenza strutturale. In questo caso, come già spiegato, l’intervento è dovuto essere duplice; non è stato possibile far sì che le volte da sole portassero tutti i carichi in gioco, e si sono quindi suddivise le funzioni in modo che le volte portassero i pesi propri, mentre alle controvolte in Armocrete si è lasciato il compito di portare i carichi di esercizio. La collaborazione del tutto è garantita dalla presenza delle fibre, all’interfaccia tra muratura e betoncino.
Le fibre utilizzate sono del tipo Armoshield U 500 e Armoshield B 320, di larghezza variabile, caratterizzati da modulo elastico E = 235000 MPa, resistenza a trazione a rottura ór = 3500 MPa; l’applicazione è stata fatta su supporti adeguatamente preparati con primer e resine della linea Armo come previsto dal sistema di rinforzo Armoshield. La controvolta è stata poi realizzata in Armocrete VF, malta fibrorinforzata a ritiro compensato a rapido indurimento, secondo gli spessori indicati dal progetto, caratterizzata da E = 22000 MPa, óadm a trazione superiore a 420 N/cm2 , óadm a compressione superiore a 1700 N/cm2 , peso 2000 daN/m3 . Riempimenti e rinfianchi rimossi sono stati ripristinati con materiali aventi le seguenti caratteristiche: peso specifico del rinfianco 2000 daN/m3 , riempimento in conglomerato leggero con peso specifico massimo inferiore a 1500 daN/m3 , massetto per la pavimentazione con rete elettrosaldata Ø 6 / 10x10 di 3 cm di spessore.
Repertorio fotografico
Sopra e a destra: il posizionamento dei nastri in fibra di carbonio Armoshield all’estradosso delle volte a vela e sulla volta a botte lunettata
A sinistra: realizzazione della controvolta in Armocrete A destra: inserimento di barre di collegamento nelle murature perimetrali