Mensile di informazione e approfondimento sociale
N. 65 Anno 7 - 1 Ottobre 2015 - ¤ 1,00
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SPECIALE
Primo Piano
pag. 3
Occhi nuovi sul Terzo Mondo
CINEMA AD OCCHI CHIUSI
Lavoro
pag. 6
COPIA OMAGGIO
INCLUSIONE
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Primo Piano
BNB 1 Ottobre 2015
UNA MINIERA CHIAMATA CULTURA
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Come estrarne la ricchezza? Ne parliamo con Massimo Mezzetti, assessore regionale alle attività e beni culturali
che questi numeri possono aumentare. In tutta Europa, dove si dibatte molto sul tema della crisi, si sostiene che per uscirne, ai settori produttivi tradizionali, manifatturiero e metalmeccanico, bisogna affiancarne di nuovi come quello culturale, l’economia dell’ambiente, l’economia dello stato sociale e del Welfare. In Germania questo l’hanno capito da più di dieci anni e hanno investito su queste voci. L’Italia invece taglia e quindi non investe sul futuro. Il neo Presidente dell’Emilia-Romagna queste cose le ha comprese e ha deciso di triplicare le risorse destinate alla cultura, nell’arco della legislatura. Non è tantissimo ma è già molto significativo per noi, perché abbiamo dimostrato di fare e fare bene anche con poco, ma eravamo sotto il livello della sussistenza. Abbiamo iniziato l’anno col 50% di aumento di bilancio, con cui ridare ossigeno a tantissime esperienze, come spettacoli teatrali, musei, biblioteche che hanno ricominciato a marciare. Ma questo è avvenuto grazie alla nostra opera di sensibilizzazione sull’importanza della cultura. Quali saranno i settori più trainanti nell’ambito culturale? Non dipende solo da noi. Se non avviene una ripresa e un’attenzione a livello nazionale, le singole regioni non possono dare una prospettiva occupazionale robusta e radicata nel tempo. Noi nel nostro piccolo stiamo cercando di fare qualcosa di significativo. Ad esempio dopo anni di scarsa presenza, ci siamo dotati di una legge su cinema e audiovisivo che punta allo sviluppo dell’intera filiera produttiva del settore e abbiamo effettuato quest’anno un investimento importante di 5 milioni, che speriamo possa crescere nel tempo. Questo settore ad oggi vede presenti 800 imprese e 4 mila addetti e intendiamo raddoppiare questi numeri; parliamo di cinema in senso stretto e di indotto: illuminotecnica, audio, fotografia.
Essendo BNB un mensile, vorrei evitare gli argomenti di più stretta attualità e parlare del più grande patrimonio italiano: la cultura. Difficile da valorizzare e rendere pienamente fruibile al mondo intero, ma di importanza strategica per noi e di grande interesse per l’intera umanità. Come si muove la nostra Regione in proposito? Sono al mio secondo mandato. Da quando ho iniziato, ho cercato di far comprendere quanto la cultura possa contribuire a migliorare il benessere economico italiano. È innegabile la straordinarietà del nostro patrimonio culturale. Un ministro ebbe a dire che
con la cultura non si mangia... ma in realtà è vero il contrario! Attraverso essa si produce, si crea ricchezza e se ne potrebbe creare molta di più! A seguito di una ricerca effettuata è stata evidenziata la presenza di una ricchezza imprenditoriale intorno al settore culturale propriamente detto, con 32 mila imprese e 80 mila addetti regolari. Per fare un esempio, nella nostra Regione il settore culturale dà oltre dieci volte più occupazione di quello che fa la FIAT! Purtroppo il 73% di queste imprese sono a carattere individuale, quindi fortemente vulnerabili. Ora se questi 80 mila addetti dovessero interrompere la propria attività, la cosa non sconvolgerebbe
l’opinione pubblica, ma se ciò dovesse succedere a 150 o 200 dipendenti FIAT ci sarebbe una forte mobilitazione di istituzioni, sindacati, forze sociali. Perché nell’immaginario popolare la cultura è qualcosa di etereo che non dà occupazione e non produce ricchezza! Ma il nostro Pil è pari al 5% nella nostra Regione, senza parlare del turismo culturale che negli ultimi dieci anni è cresciuto esponenzialmente e che oggi rappresenta il 40% del turismo complessivo. È già un dato di fatto questa ricchezza, ma poco conosciuta e apprezzata. Il lavoro fatto è stato quello di far crescere questa consapevolezza sul valore raggiunto dal nostro settore e far comprendere
Si sente parlare di tagli ai finanziamenti del teatro o di altri settori… ma non c’è il rischio di cadere nell’assistenzialismo o nella visione elitaria della cultura? È mai possibile che questi settori non riescano ad aumentare le vendite al botteghino? Il rischio c’è. Ma vede, noi stiamo parlando di un patrimonio immateriale, difficilmente collocabile. Se c’è da restaurare il Nettuno, ad esempio, lo si fa e basta anche se questo non produce utili, perché si tratta di una statua che è un simbolo unico di grandezza culturale. La stessa cosa accade per il teatro lirico che è un’eccellenza culturale italiana nel mondo intero, è un “monumento” musicale e vocale che bisogna sostenere. Perché storcere il naso se si tratta di aiuti alla cultura? In Italia esistono molti più incentivi all’agricoltura! Anche l’industria riceve più incentivi di noi, ma nessuno parla di assistenzialismo in entrambi i casi. Si pensa che industria e agricoltura producano ricchezza e la cultura no… ma questo non è vero! E questo pregiudizio va combattuto.
Sì ma noi vediamo un teatro che pur essendo pieno, non ammortizza le proprie spese. E allora cosa dobbiamo pensare? Neanche un autobus pieno ci riesce. Lo sa quanto perdono le società di trasporti della nostra Regione? Ma nessuno dice che l’autobus si deve fermare! Sono servizi pubblici, beni comuni, dobbiamo decidere se sono servizi utili o no. Possiamo immaginare un mondo senza musica, libri, teatro, perché sosteniamo che ci costano troppo? Il bilancio della cultura incide sulla Regione nella misura dello 0,16%, quello della sanità arriva all’80%! Col bilancio della cultura si costruiscono 700 metri di autostrada, cos’è più utile, questo piccolo tratto o tutto il sistema teatrale, museale, bibliotecario di questa Regione? Un’indagine sull’accessibilità ai musei ha dato esiti negativi. E mi riferisco non solo all’accessibilità rispetto all’handicap, ma anche a quella ai documenti, a un patrimonio che non viene esposto e quindi non è fruibile. Può dirci qualcosa in merito? Per quanto riguarda il tema dell’abbattimento delle barriere architettoniche, ci siamo attivati, abbiamo sanato diverse situazioni critiche e abbiamo richiesto ulteriori investimenti per continuare in questa direzione. Quello dell’accesso alla documentazione è un problema reale. Abbiamo depositi museali che custodiscono forse cento volte più materiale di quello che riusciamo a esporre! Se esponessimo tutto avremmo una moltiplicazione di costi notevole. Servirebbero più spazi e più personale addetto alla catalogazione, all’esposizione e alla sorveglianza delle opere. In tutt’Italia esiste un patrimonio inestimabile che purtroppo resta sepolto nei depositi, per mancanza di fondi. Per quanto riguarda la digitalizzazione del materiale cartaceo, avete qualche programma? In questo settore la nostra è forse la regione più avanzata. Abbiamo digitalizzato molta parte del nostro patrimonio e stiamo continuando a farlo. Ci siamo dotati della strumentazione e del personale utile allo scopo. Operiamo sul patrimonio fotografico, librario, storico. Agiamo anche a supporto di biblioteche e soggetti privati che mettono il loro materiale a disposizione del pubblico. Ci sono eventi di particolare rilievo che si avvicinano? Abbiamo un’ampia serie di eventi presenti su tutto il territorio. Questa è una ricchezza ma rischia di diventare anche una debolezza, perché fatichiamo a offrire le nostre iniziative attraverso un marchio unitario. Ma ci stiamo lavorando, ci siamo dotati di un portale web sulla cultura ricco e dinamico, che viene aggiornato quotidianamente su tutti gli eventi, sui numerosi festival teatrali e cinematografici che rendono ricco il territorio. Mi creda qui non c’è possibilità di annoiarsi se si è amanti della cultura! Maurizio Cocchi In Redazione Ugo De Santis
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1 Ottobre 2015
PAROLE SULLE IMMAGINI
Audio-descrizioni di filmati per i non vedenti
Irene Balbo mi raggiunge nell’ufficio, accompagnata da Alessandra e dal suo allegro cane guida, che esce subito dalle sue vesti professionali e inizia a leccarmi vigorosamente le mani alla ricerca di chissà quale fragranza esotica, per poi ricomporsi con rispetto e tenerezza al fianco della sua allegra padrona, nel frattempo sedutasi.
Ad oggi quante produzioni avete realizzato? Abbiamo realizzato le audio descrizioni e organizzato (grazie ad una collaborazione con la Cineteca di Bologna) le proiezioni accessibili di due film italiani: Benvenuti al Sud e Boris. Altro lavoro ultimato è quello del DVD del film American Hustle.
Che cos’è Big Bang Universo Accessibile? È una cooperativa sociale di tipo B, nata da un’associazione precedente, il cui progetto si chiama FilmVoices, ascoltare il cinema, che nasce dalla necessità di avere un maggior numero di audio descrizioni per i non vedenti. Le audio descrizioni sono commenti audio delle parti prive di dialoghi, in cui una voce fuori campo descrive ciò che accade sullo schermo. In Italia non si realizzano tante audio descrizioni, all’estero va meglio perché esiste una maggior cultura dell’accessibilità. È stato indetto da parte di Unipolis un bando che sosteneva le Startup di cooperative a carattere innovativo, noi ci siamo costituiti e siamo risultati vincitori lo scorso anno.
Hai parlato di altre società che svolgono il vostro stesso lavoro. Qual è la vostra peculiarità, il vostro aspetto innovativo? Il nostro lavoro è svolto da un team che comprende una persona vedente e una non vedente. In genere i non vedenti vengono coinvolti (ma non sempre lo sono) nella revisione del lavoro, quando questo è stato ultimato. Noi lavoriamo sin dall’inizio insieme. Il nostro pensiero è che il non vedente deve poter andare al cinema o vedere il DVD o la TV, insieme alla persona vedente. A volte ho descritto ad amici non vedenti quello che vedevo, ma ho letto la noia sui loro volti! Le mie erano descrizioni dettagliatissime, ma evidentemente ciò
piaccia e a qualcuno no. Anche la scelta di un certo linguaggio piuttosto che un altro può piacere di più o di meno. Interviene Alessandra Carta, audio descrittrice: Importante è non interpretare liberamente, ma dire cosa avviene effettivamente sullo schermo! Per le espressioni facciali preferiamo evitare una descrizione che preveda aggettivi troppo specifici, perché ciò potrebbe sconfinare nell’interpretazione personale. È preferibile parlare di come il viso si trasforma a seguito di un’emozione, piuttosto che interpretare di che tipo di emozione si tratti.
non va bene perché impedisce la scorrevolezza del racconto… È vero. Tieni presente che a volte il commento diventa superfluo, perché se si sente il rumore della pioggia, è inutile commentare che sta piovendo. Anche perché in un film lo spazio non parlato è esiguo e dunque in quel tempo limitato bisogna far entrare tutte le informazioni realmente indispensabili. La descrizione di colori o abiti, se si può si descrive perché serve a caratterizzare meglio racconto e personaggi e aiuta a comprendere meglio in che situazione ci troviamo. Altra distinzione fondamentale è quella tra i ciechi dalla nascita e quelli acquisiti. I primi alcuni riferimenti non possono comprenderli, i secondi hanno bisogno di dettagli come quelli sul colore o della descrizione del paesaggio, perché hanno un ricordo visivo con cui ricostruire meglio la narrazione. La presenza di un non vedente durante la lavorazione, aiuta a comprendere meglio tutte queste sottigliezze e realizzare un prodotto più vicino alle esigenze dei ciechi. È inevitabile poi che il lavoro finito a qualcuno
Quando è stata costituita la vostra cooperativa? Maggio 2014. Svolgete altre attività? Abbiamo tenuto corsi di lettura espressiva per vedenti e non, a cui è seguito un saggio finale, in cui i corsisti potevano leggere in diretta radiofonica sulla web radio dell’Istituto Cavazza, Radio Oltre, per essere votati dagli ascoltatori. Ne stiamo organizzando altri. Avete mai pensato di produrre audio descrizioni per poi inserirle su un sito a pagamento? Esistono vari problemi da considerare. Uno tra questi riguarda i diritti d’autore del film. Noi potremmo inserire solo le nostre audio descrizioni. Ma in tal caso il problema successivo sarebbe quello di effettuare la sincronizzazione tra il nostro lavoro e il film, visto che i due audio procedono in perfetto incastro e la voce del commento non deve coprire quelle del film. Tecnicamente è complesso. A volte anche quando si proietta il film in sala se si sbaglia la sincronizzazione per alcuni centesimi
di secondo, si rischia di sovrapporre la descrizione al sonoro del film, cosa molto fastidiosa per lo spettatore. Non abbiamo una tecnica per un sincrono perfetto per coloro che intendono farlo a casa. L’idea è che il film non si deve fermare mai. Che piani avete per il futuro? Interviene ancora Alessandra Carta: Stiamo preparando un’altra audio descrizione, per una proiezione pubblica a cura di Coop Adriatica, dedicata ai 20 anni di Libera. Cosa costa una descrizione? Dipende dal genere del film. Questo per Coop Adriatica è una commedia molto parlata e abbiamo poco da integrare. Nei documentari e nei film poco parlati il lavoro diventa maggiore. In media, includendo il costo dello speaker che andrà a registrare il commento, viene sui mille e settecento – duemila euro. Lo speaker è un professionista a cui ci rivolgiamo, perché la qualità della voce ha un peso… Il problema è che se dovete sostenere anche il pagamento di una figura esterna alla cooperativa, a voi cosa resta come profitto? Potresti registrare la tua voce, Irene. Hai una bella parlantina! (Ride divertita) Sì ma ho questa “r” fastidiosissima che non va bene! Realizzate audio libri? Perché dovete inventarvi qualcosa per portare avanti la baracca! Per ora no. Ma sai non riusciamo a vivere con questa attività. E ognuno di noi ha un altro lavoro che è necessario per vivere, ma rallenta l’attività legata al cinema! Maurizio Cocchi In Redazione Ugo De Santis
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“Cos'è un dono? Il dono più bello è qualcosa che non deve essere pagata e che non può essere comprata” contributo che le scelte donative possono recare alla crescita della società italiana”; l’articolo 2 stabilisce che in occasione del Giorno del dono si possono organizzare, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, cerimonie, incontri e momenti comuni di riflessione. Il Dono Day nasce quindi per celebrare i valori della solidarietà e della sussidiarietà ed è dedicato a tutti coloro che non si sono fatti fermare dalle difficoltà e che ogni giorno lavorano per il bene comune: cittadini, organizzazioni di terzo settore, imprese virtuose.
Ma quale è il significato più profondo e più intimo del dono? Il dono lo si riceve quando ci accorgiamo di avere avuto qualcosa di importante che va oltre e al di là del prezzo che si è pagato. Nella nostra epoca dove ogni cosa vale un prezzo spesso invece ciò che per noi ha veramente valore va oltre il prezzo. Succede ogni volta che ascoltato la nostra musica preferita oppure ogni volta che leggiamo un libro che parla al nostro cuore e alla nostra mente, succede ogni volta che qualcuno dona una parte di sé, il sangue, il midollo, gli organi, senza nessun
compenso economico in cambio. Succede quando dedichiamo agli altri il nostro tempo, quando ascoltiamo il prossimo con empatia, quando accogliamo chi ha bisogno... Il giorno di San Francesco, patrono d’Italia era già indicato come «solennità civile e giornata per la pace, per la fraternità e il dialogo fra le religioni» e con questa nuova legge si arricchisce dunque di un significato nuovo. In Italia operano quasi 5 milioni di volontari, cittadini attivi che hanno deciso di impegnarsi, di rimboccarsi le maniche per assumersi
delle responsabilità, personali o di gruppo, per fare qualcosa per il bene collettivo: questo è un miracolo silenzioso che accade ogni giorno. Questa giornata è dedicata a chi, in questo momento così faticoso per il Paese, non si è arreso a sconforto e cinismo, non ha voluto rannicchiarsi su se stesso ma, al contrario, si è posto, ancora una volta, al servizio degli altri. Il Dono Day ha l’obiettivo principale di offrire ai cittadini l’opportunità di acquisire una maggiore consapevolezza del contributo che le scelte e le attività donative possono portare alla crescita della società italiana e a questo scopo, molti eventi saranno organizzati anche nella nostra regione. Rita Rambelli Per maggiori informazioni: Facebook “Una scelta consapevole - il trapianto è vita”
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4 OTTOBRE: GIORNO DEL DONO La ricorrenza del 4 ottobre come Giorno del Dono è stato promosso dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) anche grazie al sostegno del Presidente emerito e senatore Carlo Azeglio Ciampi, primo firmatario del Ddl. Non poteva essere scelto giorno più adatto, visto che il 4 ottobre è anche la festa di San Francesco, patrono d’Italia, già giornata simbolica di pace, fratellanza e dialogo tra culture e religioni differenti. Il ddl è di due soli articoli: nel primo si stabilisce la data per “offrire ai cittadini l’opportunità di acquisire una maggiore consapevolezza del
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Letture a Volontà
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LIBRI DA SCOPRIRE
REPERTORIO DEI MATTI DELLA CITTÀ DI BOLOGNA A CURA DI PAOLO NORI (MARCOS Y MARCOS, 2015) Nato da un seminario di scrittura organizzato dall’autore in diverse città, Milano, Torino, Roma e per l’appunto Bologna, questo libro è una raccolta di personaggi curiosi, bizzarri e originali che si aggirano per le vie del centro. Tra i protagonisti troviamo i mitomani che vantano improbabili riconoscimenti, gli esibizionisti, i maniaci di persecuzione e tanti altri. Come ha spiegato l’autore, l’unico principio della raccolta è che i personaggi «avessero fatto, o detto, delle cose da matti, o da processo, come dicono a Parma. Mi piace molto il fatto che i partecipanti abbiano infilato anche me, tra i matti di Bologna». Conosciuti da tutti, quasi celebri con le loro fissazioni, Nori li raccoglie un campionario divertente ma reale dove ognuno può riconoscersi, forse con un po’ di timore, nella pazzia altrui.
CITTÀ DI CARTA DI JOHN GREEN (RIZZOLI, 2015) Dopo il grande successo di “Tutta colpa delle stelle” riprendono vita sugli scaffali altri romanzi di John Green. Noi librai di Librerie.coop siamo felicissimi di questa riscoperta, dal momento che adoriamo tutti i suoi libri. “Città di carta” arriverà inoltre a breve sul grande schermo per incantarvi con un’altra storia di formazione ancora una volta perfetta per adolescenti e per adulti. Questa volta la storia ha come protagonisti gli amici di Margo alle prese con la sua ricerca. Margo è scomparsa e questa volta la sua assenza non sembra affatto una delle sue solite fughe da casa. C’è qualcosa da scoprire e a capo di questo gruppo c’è Quentin Jacobsen da sempre innamorato di Margo, fin da quando, da bambini, hanno condiviso un'inquietante avventura. Vi consigliamo di viaggiare assieme a questi ragazzi ad inseguire l’amica fuggita da Orlando, la sua città di carta, dopo che tutti i fili dentro di lei si sono spezzati. Prossimo libri di Green da leggere? Che domande: “Cercando Alaska”!
PARLARSI. LA COMUNICAZIONE PERDUTA DI EUGENIO BORGNA (EINAUDI, 2015) Il docente e psichiatra Eugenio Borgna ha scritto un libro davvero interessante e vi consigliamo di fare un salto in libreria per aggiungerlo ai vostri scaffali. Perché farlo? Perché questo libro, breve ma intenso, parla di voi, di noi, un po’ di tutti: parla cioè della comunicazione. Imparare a relazionarsi a se stessi e al mondo esterno è una splendida avventura che si può imparare a vivere con maggiore consapevolezza e semplicità. Più sono forti le nostre passioni, più entriamo in relazione con gli altri in modo intenso e “terapeutico”. Riuscire a comunicare è infatti per l’autore una forma di cura per se stessi, perché comunicare vuol dire “rendere comune”, entrare cioè in relazione con il proprio Io e con quello degli altri.
PIPPI CALZE LUNGHE DI ASTRID LINDGREN (SALANI, 2015) Quando uno dei personaggi dei libri d’infanzia compie 70 anni è quasi come se la nostra migliore amica o il nostro parente più vicino spegnesse le candeline. Alzi la mano chi ha amato Pippi Calzelunghe!!! Un classico che incanta giovani e piccoli di ogni età con le strepitose avventure di questa ragazzina autonoma, coraggiosa e anche straordinariamente affascinante... come non innamorarsene? Pubblicato nel 1945, con il titolo Boken om Pippi Långstrump, fu tradotto in ben sessantacinque lingue (tra cui anche lo zulu) e arrivò in Italia solo nel 1958 tradotto e scoperto da Donatella Ziliotto. Correte in libreria è il momento giusto per rileggere le avventure di uno dei personaggi più amati della letteratura per l’infanzia.
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Lavoro
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QUANDO IL LAVORO È INCLUSIONE
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Progetare affinché nessuno resti ai margini
L’inclusione socio-lavorativa dei soggetti che si trovano in una particolare situazione di svantaggio sociale rappresenta un tema piuttosto complesso sul piano teorico concettuale, normativo e operativo. La problematicità deriva dalla circostanza che la nozione di svantaggio sociale è alquanto difficile da definire poiché, già di per sé ampia, si sta ulteriormente estendendo a causa della prosperante vulnerabilità e fragilità che caratterizza la vita di una moltitudine di persone in un contesto ad elevato potenziale di rischio. La difficoltà di circoscrivere con precisione i concetti di svantaggio e di fragilità comporta delle ripercussioni a livello normativo che si concretizzano nell’individuazione di categorie tutt’altro che esaustive della pluralità delle biografie e dei profili individuali. Ciò comporta l’ancor maggiore difficoltà di riuscire a trovare le modalità effettive e gli strumenti concreti
al fine di realizzare l’inserimento di soggetti deboli nel contesto sociale e lavorativo. D’altra parte è risaputo, purtroppo, che prassi e procedure faticano a trovare un corretto equilibrio tra la sfuggente ampiezza dello svantaggio sociale da un lato e la ristretta rigidità dei dispositivi normativi dall’altro. Nonostante tali ostacoli, la Regione Emilia-Romagna ha approvato recentemente la Legge 188/2015 recante “Disposizioni per l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo di persone fragili e vulnerabili” con l’obiettivo finale di cogliere gli elementi di difficoltà e quelli di forza cercando di superare i primi e consolidare i secondi, potenziando il sostegno alle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità. Dal testo della nuova legge si evince chiaramente lo stretto legame che deve intercorrere tra inclusione sociale e lavoro per evitare di affrontare un diritto implicante una responsabilità collettiva e dello Stato in termini esclusivamente assistenziali.
Il giusto spirito di una legge corretta è quello di ritenere, infatti, il lavoro uno straordinario strumento di inclusione sociale, soprattutto a fronte di fenomeni temporanei nella vita delle persone che possono evolvere in rischi di elevata marginalità sociale. Alla base della legge risiede il principio di agire mediante interventi mirati e personalizzati da parte di un’equipe multi professionale formata da un operatore del centro dell’impiego, un operatore del servizio sociale del comune e un incaricato del servizio sanitario dell’Ausl. Tra tali figure dovrà porsi in essere un’attività di coordinamento e di collaborazione qualora si riscontrino le condizioni di fragilità e vulnerabilità contestuali alla mancanza del lavoro. L’inserimento lavorativo potrà avvenire attraverso le diverse modalità e tipologie contrattuali: oltre al contratto di lavoro indeterminato, infatti, potranno esser impiegate forme di flessibilità e modalità di telelavoro ritenute idonee alle caratteristiche
e ai bisogni delle persone. La legge 188/2015 introduce, inoltre, una nuova tipologia di tirocini finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia delle persone e alla riabilitazione, prevedendo, di contro, l’assimilazione dell’indennità di tirocinio al reddito da lavoro dipendente, con tutto ciò che comporta in termini di imposizione fiscale e perdita dei benefici economici. I tirocinanti e le famiglie si auspicano, infatti, che il Governo s’impegni a superare proprio tale incongruenza. Ma il vero auspicio di ognuno di noi è quello di non intendere la fragilità in senso letterale: un vetro di Murano o un cristallo di Boemia sono pregiati ed eleganti, ma basta
poco perché si frantumino in mille pezzi. Conoscendone la natura, quindi, si tende nasconderli e a tenerli lontano da luoghi poco sicuri. Proprio tale errore dovrebbe esser evitato nei confronti dei soggetti deboli e vulnerabili poiché ciò comporterebbe il grave rischio di renderli emarginati ed esclusi da luoghi fondamentali per la loro riabilitazione. Una celebre frase del film “Into the wilde” afferma, infatti, che “la fragilità del cristallo non è una debolezza ma una raffinatezza” e i soggetti deboli, in maniera analoga, devono e dovranno sempre esser considerate persone preziose. Valentina Ametta
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IL PICCOLO PARADISO DELL’ACQUA
quindi bisogna fare degli impacchi di acqua bollente. Anche questo libro è molto grazioso, perché le schede sono state tutte disegnate a mano da mio padre, mentre la parte scientifica l’ho curata io.
Intervista al responsabile scientifico dello Zoo Acquario di Imola
Lo Zoo Acquario di Imola compie trent’anni. Nato nel 1985 da un ex gasdotto dall’impegno e dedizione di Alberto Tassinari, è sempre stata una struttura a conduzione familiare. Ora il testimone passa alla biologa Paola Tassinari responsabile scientifico e direttrice (in foto), che con altrettanta dedizione e professionalità cura questo piccolo tesoro svelandolo al pubblico. La storia dello Zoo Acquario è stata segnata da diverse tappe, da progetti, percorsi. Quali sono quelli che hanno avuto più successo per i quali siete più soddisfatti? Abbiamo sicuramente dato grande importanza all’ecologia e dell’educazione sui temi ambientali quindi un ruolo fondamentale l’hanno avuto e l’hanno tutt’ora le scuole. Tutti i bambini della città sono passati di qua. Abbiamo aperto 30 anni fa quindi tutti si ricordano il passaggio all’interno dello Zoo Acquario e della visita guidata. Questa per noi è la linfa vitale per fare in modo anche che i bambini imparino a rispettare il mondo naturale. Questa è la prima cosa. In più via via si sono venute a creare tre convenzioni con l’Università di Bologna per tesi di laurea, tirocini e stage in particolare con il corso di laurea in Acquacultura e Istopatologia che fa parte della Clinica Veterinaria, Biologia e Scienze Naturali. Diversi ragazzi si sono laureati a pieni voti e sono stati felici di poter osservare dal vivo gli animali che studiavano. Quali sono quelle cose che affascinato di più ragazzi e bambini, quali animali? Le cose particolari: nido e materne facciamo la visita dando da mangiare agli animali. Si cerca di cogliere questo lato simpatico per attrarre maggiormente i bambini. Per tutti gli altri visitatori sono gli animali più mostruosi e più particolari, quelli che vedono nei documentari
ma raramente possono incontrare in mostre itineranti. Si appassionano moltissimo a quelle che possono essere forme di mimetismo, modi di cacciare di animali stravaganti. Dal pesce palla alla tartaruga alligatore, ai piranha che comunque sono stati pubblicizzati in tutti i modi in molti film. Fino ad arrivare a Nemo che è entrato nelle case dei bambini di tutto il mondo. Il bello è anche cercare di educarli. Anche nel film di Nemo tanti bimbi hanno recepito il concetto che Nemo è un pesciolino di acqua dolce perché finisce nello scarico e arriva al mare. Capita di sfatare qualche falso mito. Mi sembra di capire comunque che non vi rivolgete solo ai più piccoli ma anche a pescatori, curiosi, appassionati. Abbiamo davvero un pubblico di tutte le età. Le scuole hanno la possibilità di scegliere dei percorsi guidati, dei laboratori, e c’è sul nostro sito la sezione apposita dedicata con: le liste didattiche, che sono le più gettonate, le lezioni tematiche fino ai corsi di disegno dal vivo, per cui osservando la natura in tutte le sue sfaccettature si dà modo ai bimbi fin dalla materna che sono anche quelli più piccolini di potersi avvicinare alla natura, di apprezzarla e di rispettare alla fine anche la vita degli animali che osservano. Come avviene la visita? Le visite guidate si fanno per le scolaresche e i gruppi che lo richiedono. Inoltre, abbiamo realizzato la “Guida allo Zoo Acquario”, per coloro che entrano singolarmente. La guida è divisa in schede, animale per animale, con illustrazioni curate da mio padre. Se vogliamo è stato anche presuntuoso: io sfido qualsiasi acquario ad inserire all’intero di una propria guida le schede di ogni animale. Vuol dire che comunque sia ci impegnamo a mantenere gli stessi animali.
Sono state realizzate altre pubblicazioni? Abbiamo pubblicato un secondo libro dal titolo “Animali marini velenosi”.. Con l’innalzamento delle temperature tanti pescatori si sono imbattuti in animali tropicali che per la prima volta hanno fatto breccia nei nostri mari. Anche questo libro è diviso a schede, e include un piccolo opuscolo con il primo soccorso: come intervenire prontamente nel caso in cui si venga punti o strisciati per esempio da una medusa. Non ci si vuole sostituire alle cure mediche ma anche per cose banali si sa cosa utilizzare. Ad esempio quando si viene punti dal pesce ragno spesso il bagnino somministra del ghiaccio sulla ferita. In realtà la tossina è termolabile e
Quindi è tutto fatto in casa, a quattro mani. Quale è stata la risposta? In Italia non era ancora presente un libro di questo tipo, per cui è stato apprezzato molto. Con l’uscita del libro abbiamo anche fatto un piccolo poster sugli animali marini velenosi dei nostri mari, sempre con una piccola guida al pronto intervento. Questo poster è stato dato a tutte le scuole e ad una parte degli stabilimenti balneari della nostra riviera. Essendoci tanti disegni dei pesci che si possono vedere si possono riconoscere e capire cosa fare se si incontrano questi animali. Il terzo libro che abbiamo fatto esula un pochino ed è “Cento astuzie per cucinare il pesce di mare”. Sempre disegnato da mio padre e la parte delle ricette l’abbiamo fatta insieme. Un modo anche per avvicinare le persone a conoscere quello che mangiano ed avere una cultura su quello che è il pesce perché spesso non lo sappiamo cucinare. per esaltare i sapori. Quale è un consiglio che potresti dare a qualcuno che vuole avvicinarsi a questo mondo, e avventurarsi nell’avere un acquario a casa? Cimentarsi in questa attività. Un novizio che si vuole avvicinarsi a questo mondo dovrebbe sapere che l’acquisto di un acquario non è l’acquisto di un wifi. L’acquario non è un quadro che uno appende e lascia lì. Quindi è importante rivolgersi a negozi specializzati dove si può guarda in faccia il negoziante e capisce immediatamente che non deve essere solo una struttura commerciale. Infatti anche nel nostro negozio noi non trattiamo animali protetti, perché sono delicati già problematiche nel loro ambiente naturale, immaginiamoci in ambiente
domestico. Abbiamo fatto un servizio SOS Animali: nel caso uno trovi un animale tropicale particolare perché oramai si aggirano anche nelle nostre città tartarughe che non sono originarie delle nostre zone, che magari vengono dalle Americhe, può chiamare il nostro numero di telefono e può avere informazioni adeguate per sapere di cosa si tratta e avere un punto di riferimento. In questo ultimo periodo c’è stato in acquario un passaggio di consegne, quali sono le prospettive e i progetti per il futuro, per la crescita di questo Zoo Acquario? Quest’anno festeggiamo i trent’anni di apertura, ed abbiamo realizzato un concorso di disegno per i bambini. Abbiamo anche già presentato il nuovo progetto, per il diritto allo studio del comune di Imola: costruire tre biotopi diversi insieme ai ragazzi a partire dall’acquario vuoto. Il progetto coinvolgerà le classi per tutto l’anno scolastico. Si tratta di una sorta di ‘piccoli biologi crescono’. Penso che sia il modo migliore. Si intuisce già dalle persone che visitano l’acquario: hanno voglia di mettere le mani dell’acqua, ed è questo che cerchiamo di fare. Il nostro pianeta si chiama Terra ma si dovrebbe chiamare Oceano. Ognuno di noi sente il fascino incredibile dell’acqua. Il desiderio è quello di agiutare le persone ad ascoltarlo. Per questo proseguirò con un’impronta anche nuova, mantenendo quello che era il vecchio. Era nato a conduzione familiare, ora ci aspettano nuove sfide e nuove frontiere. ma anche novità: come quando abbiamo fatto nascere degli squaletti e altri animali. Cercheremo di essere vicini alle tante persone che vengono qui a visitare lo Zoo Acquario, e al territorio che ci circonda e accoglie. Tante sorprese, quindi, e non solo per i più piccoli. Ilaria Perrone Per info: www.zooacquario.it Via Aspromonte, Imola (BO)
Via Loda, 80 41013 Castelfranco E. (MO) Tel. 059 5966561 P. IVA 03355810361
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Eccellenze
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Auser
BNB 1 Ottobre 2015
WELFARE DI COMUNITÀ
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Il volontariato tra cambiamenti, sfide e opportunità
Il volontariato è oggi una risorsa sempre più fondamentale per l’intera collettività. Ma come è cambiato e si è evoluto questo mondo a fronte della crisi e dei grandi cambiamenti sociali che
stiamo attraversando? E soprattutto quali sono le strade ed i percorsi da intraprendere per praticare un volontariato democratico e inclusivo? Queste le domande al centro del dibattito
“Risorse, volontariato e partecipazione: una via verso il Welfare di comunità” promosso dall’Auser di Bologna lo scorso 5 settembre. Un confronto che ha visto la partecipazione di numerosi volontari
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Logistica e Gestione Archivi e di rappresentanti ed esperti del mondo accademico, delle Istituzioni locali e del volontariato e del terzo settore, chiamati a discutere sui cambiamenti, ma anche sulle sfide e i percorsi da intraprendere per sperimentare insieme una via verso il Welfare di comunità. Se da un lato infatti la crisi, la contrazione delle risorse, i cambiamenti sociali e demografici pongono il volontariato e il terzo settore, così come le Istituzioni e gli altri attori sociali, dinnanzi alla necessità di innovare la propria azione e progettualità per continuare a dar risposta ai bisogni nuovi e diversificati dei cittadini. Dall’altro questi enormi mutamenti sociali hanno inciso profondamente anche sullo stesso volontariato e associazionismo, specchi da sempre della nostra società, cambiandone i connotati e le caratteristiche. “Un tempo Auser coinvolgeva soprattutto pensionati che desideravano mantenersi attivi impiegando il proprio tempo in favore della comunità, spiega il Presidente di Auser Bologna, Secondo Cavallari, oggi il volto della nostra associazione è profondamente cambiato. Non solo, accanto alle consolidate attività realizzate in convenzione con gli Enti Locali, si vanno sviluppando sempre più
nuove forme di progettazione nate dal basso, mirate a dare risposta ai bisogni anche nuovi ed emergenti dei cittadini; ma è cambiata profondamente anche la nostra stessa base associativa. Oltre ai pensionati sono sempre di più i giovani, i cittadini stranieri, gli adulti, i disoccupati, che si avvicinano all’Auser o perché indirizzati dai servizi sociali, o per impegnare del tempo e non restare inattivi”. Cambiamenti che comportano il superamento della tradizionale distinzione tra volontari e utenti, in favore di un modello di welfare comunitario, in cui ciascun cittadino, con i suoi bisogni, sogni, competenze e potenzialità, è chiamato a fare la propria parte in favore dell’intera collettività. “In questo contesto, profondamente mutato, il volontariato e l’associazionismo sono oggi chiamati a un compito di fondamentale importanza, conclude Cavallari, quello di incentivare la fiducia dei cittadini in se stessi e nelle proprie capacità; di tradurre le diverse esperienze in competenze, promuovendo occasioni di incontro, confronto e formazione; promuovere coesione sociale, accompagnando e valorizzando ogni persona, affinché possa fare la propria parte e sentirsi parte integrante della comunità”. Annalisa Bolognesi
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Salute e Benessere
1 Ottobre 2015
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LA MAGIA DELL’ACQUA
Terme: salute, relax e benessere nella nostra regione
personale altamente qualificato e vengono proposti pacchetti con trattamenti estetici e wellness personalizzati e completi. Anche Riolo Terme offre una vasta gamma di trattamenti e, anche in questo caso, non ci spostiamo molto da casa. Si tratta di acque sulfuree - bicarbonato - solfato alcalino - terrosa che provengono dal Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola caratterizzate da un corredo biochimico che resta e arriva inalterato. Oltre alle cure classiche, le Terme dispongono di un ampio settore dedicato all’estetica, ai massaggi e alla fangoterapia. C’è poi un reparto che si occupa dei problemi respiratori, un altro specializzato nell’omeopatia e nella fitoterapia e ancora uno riservato all’idroterapia termale. Modena, città non lontana da Bologna, oltre a possedere un interessante patrimonio culturale vanta una località termale di tutto rispetto: le Terme della Salvarola. Qui le acque sono di vario tipo così da poter offrire un’ampia scelta a seconda dei propri bisogni. Oltre alle terapie convenzionali come fanghi, massaggi, idromassaggi è possibile effettuare cure antiaging come la vino- terapia o trattamenti riequilibranti a base di aceto balsamico. Si possono fare bagni di vapore, sauna, provare tecniche orientali riabilitative. Non manca una palestra super attrezzata dove tenersi in forma. Potrete passare davvero qualche giorno tra relax, benessere e divertimento. Nel cuore della Romagna, a 10 km da Forlì, trovate le celebri Terme di Castrocaro. Con acque salsobromoiodiche a forte concentrazione salina e sulfuree, offrono dal 1850 fanghi usati per curare malattie reumatiche, respiratorie e dell’apparato vascolare. Ѐ attivo anche un Centro di Riabilitazione che associa alle proprietà curative delle acque le più moderne tecniche di fisioterapia. Sempre in quelle zone ci sono le Terme della Fratta che ci regalano una varietà incredibile di acque: ben 7 che sgorgano dalle 11 sorgenti del parco ricche di sali minerali e ipotermali. Le Terme si avvalgono anche di un Centro Benessere, una Beauty Farm dove si possono provare tantissime cure estetiche all’avanguardia e infine un interessante Percorso
Armonie Naturali. Non scordiamoci che anche qui è possibile effettuare terapie riabilitative e curare disturbi come sordità o asma. Ricordiamo poi le Terme di Bagno di Romagna dove potete farvi coccolare e viziare con tanti tipi di trattamenti, da quelli riabilitativi a quelli inerenti alla medicina estetica. Senza dimenticare le cure inalatorie, le grotte e i classici bagni con l’idromassaggio. Siete ancora al mare? Oppure vorreste trascorrere ancora qualche giorno in spiaggia ma le giornate non lo permettono? Andate a Lido delle Nazioni, in provincia di Ferrara dove troverete un’acqua salsobromoiodica eccezionale. Lasciatevi sedurre da trattamenti ayurvedici per viso e corpo, massaggi riequilibranti, bagni termali a varie essenze con cromoterapia e grotte di vapore detossinante. Insomma, credevate che per godere di queste cure bisognasse andare lontano? Adesso vi sarete ricreduti, la nostra regione non ha nulla da invidiare ad altre più conosciute e magari ora, starete già programmando una vacanza a tutto relax! Valentina Trebbi
MEDICINA TERMALE Vi ho illustrato alcuni dei centri termali più attivi nella nostra regione, ma adesso vorrei spiegare cos’è effettivamente la medicina termale. Si tratta di una branca della medicina che utilizza i mezzi di cura termale a scopo terapeutico e riabilitativo, per tale motivo è considerata una medicina naturale anche se questi mezzi di cura hanno dimostrato la loro validità tramite metodi scientifici. Parliamo sempre di acque minerali e non per la presenza di sali minerali, ne possiedono quasi tutte le acque ma in riferimento proprio al loro scopo terapeutico. I mezzi di cura termali più utilizzati e conosciuti oltre alle acque termali, sono i fanghi e le grotte. L’acqua costituisce la componente predominante dell’organismo umano e quella presente in natura contiene sostanze disciolte allo stato ionico, non ionico e gassoso oltre a composti di natura biologica.
La scienza moderna per spiegare il poter terapeutico dell’acqua ha dovuto utilizzare un approccio scientifico che ha permesso di classificare i vari tipi di acque in base a caratteristiche analitiche- chimiche e chimico-fisiche. Possiamo quindi citare le acque termali più diffuse: oligominerali, sulfuree, salsobromoiodiche, radioattive, solfate, bicarbonate, carboniche e arsenicali ferruginose. Il fango è una melma composta da una parte solida e una liquida ed è costituito principalmente da argilla sotto forma di granuli molto fini. Anche i fanghi hanno una loro classificazione in base alla componente principale. Infine le grotte ricche di sorgenti idrominerali, permettono di effettuare molte cure tra cui un aerosol naturale, ma anche in questo caso potrete trovare la terapia più adatta alle vostre esigenze tra le tante esistenti. V. T.
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Ottobre è il mese ideale per trascorrere ancora qualche week-end fuori città complici le temperature miti e la voglia di rilassarsi ancora un po’. E questo è il periodo giusto per regalarsi qualche giorno in una località termale e l’Emilia-Romagna ci offre una vasta scelta di luoghi dove poter effettuare le cure più adatte alle nostre esigenze. Tutto ciò è possibile grazie alla ricchezza del sottosuolo e alla presenza di acque minerali benefiche per l’organismo. L’offerta è davvero vasta e continua ad ampliarsi affiancando anche cure di bellezza davvero eccellenti. I benefici che si possono trarre da una vacanza di questo tipo sono molti: si tornerà a casa con un senso di benessere a 360 gradi. A Bologna città potete usufruire delle Terme Felsinee, caratterizzate da acque bicarbonato-solfato calcica e sulfurea. Ci offrono 3 tipologie di piscine diverse per forma, dimensione e profondità: si va dai corsi di acquagym, ai percorsi per riabilitazione, dall’hammam alla sauna fino al percorso vascolare e cronoterapia in acqua. Ma ci sono anche reparti specializzati per cure inalatorie, sordità rinogena e bronco pneumopatie. Un’amplia scelta senza muoversi troppo dalla città! Serietà e professionalità le trovate anche alle Terme di Castel San Pietro dove il primo stabilimento termale risale al 1870 e già da allora si caratterizzava per il suo approccio medico e scientifico. L’acqua salsobromoiodica e sulfurea permette di avere a disposizione trattamenti riabilitativi, estetici e di benessere oltre a vere e proprie terapie di medicina estetica con relativa attività di diagnosi medica. C’è anche un reparto dedicato ai bambini dove possono sfruttare le salutari virtù di queste acque in tutta sicurezza. Dalle Terme di Porretta, paese in provincia di Bologna, sgorgano acque sia sulfuree che salsobromoiodiche particolarmente ricche di elementi indispensabili al nostro organismo. Sono molto efficaci per curare e prevenire disturbi all’apparato respiratorio, a quello vascolare periferico, curano le affezioni gastroenteriche, dermatologiche e ginecologiche. Vi potrete regalare anche una cura a base di fanghi o un rilassante bagno con l’idromassaggio. Il Centro offre attrezzature moderne, una diagnostica all’avanguardia con
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Provincia
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OZZANO - PIANORO
UN SUCCESSO LA PRIMA “CAMMINATA DEI BERSAGLIERI”
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Incontro tra ozzanesi e pianoresi al cippo di Poggio Scanno
Foto di: Antonella Ciummo Forse fu la grande gioia della liberazione di Bologna il 21 aprile 1945, e dell’Italia intera dalla dittatura fascista e dall’occupazione tedesca
il successivo 25 aprile, a far cadere nell’oblio l’ultima cruenta battaglia combattuta sul suolo italiano tra militari italiani, a fianco degli
alleati, e tedeschi avvenuta il 19 aprile favorendo lo sfondamento definitivo della Linea Gotica verso la Valle Padana. Battaglia che costò
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Speciale Verdure Verso l’Expo 2015 Comunicazione
e Campagne Informative
ai nostri militari, oltre a numerosi feriti, la morte dei bersaglieri Antonio Anderlini, Esole Bonfieni, Giovanni Ceccarelli, Giovanni Dinon, Amleto Fausti, Riccardo Graziani, Lallo Ferroni, Galliano Marchioli, Gino Melchiorri, Luigi Sbaiz e Alberto Tancini. Nomi incisi su una lastra marmorea posta su un cippo a Poggio Scanno, sullo spartiacque tra le valli dell’Idice e dello Zena, inaugurato lo scorso 19 aprile. Ebbene prima di tale inaugurazione quasi nessuno aveva più memoria di questo scontro armato combattuto per vincere l’ultimo caposaldo tedesco che in posizione dominante impediva l’avanzata su Bologna. E dire che la battaglia ha dato nome al 18° battaglione bersaglieri del 3° reggimento meccanizzato di stanza a Teulada (Cagliari). Così come l’atto di estremo eroismo del sergente Luigi Sbaiz, medaglia d’oro al Valor Militare alla Memoria, che tentò egli stesso di amputarsi una gamba a brandelli per proseguire l’azione strisciando sul terreno. Da cosa nasce cosa e così, da un’idea di Aldo Gori presidente della Proloco Ozzano, è nata la prima “Camminata dei Bersaglieri” con un centinaio di persone che salendo faticosamente da due ripidi opposti versanti nel pomeriggio dello scorso 4 settembre si sono poi riuniti al cippo commemorativo di Poggio Scanno realizzato dai bersaglieri in congedo. Iniziativa promossa dalla Proloco Ozzano, in collaborazione con la Proloco Pianoro e il sostegno dei
rispettivi comuni confinanti, in occasione della storica “Fiera di San Simone”, a Mercatale nella Valle dell’Idice, già “Fiera degli Schioppi” che in passato aveva infatti legami con le armi, con le forze armate e la associazioni d’arma. «Il successo della prima “Camminata dei Bersaglieri”, ci ha riferito Antonella Ciummo consigliere della Proloco Ozzano, è un segnale dell’importanza della memoria storica per tutti noi. Il ricordo dello scontro, narratoci dai bersaglieri presenti sul posto, ha suscitato emozioni e rispetto per il luogo e per il sacrificio di chi, mettendo a repentaglio la propria vita, ha aperto la strada alla liberazione di Bologna. La Proloco è quindi orgogliosa di aver attirato l’attenzione su questo puntino della carta geografica ora non più sconosciuto, e di aver dato modo ai partecipanti di ammirare il suggestivo paesaggio calanchivo che caratterizza il territorio e che è ora, come allora, conclude Ciummo, pittoresco scenario delle umane vicende». Ed anche il vicesindaco di Pianoro, Franca Filippini, presente all’incontro a Poggio Scanno, conferma che «ci si è dati appuntamento anche al prossimo anno perché vogliamo che questo luogo, prima dimenticato, sia conosciuto da tutti per ricordare che uomini e donne hanno dato la loro stessa vita per liberarci dall’oppressione fascista e tedesca». Giancarlo Fabbri
PIANORO
“TORTELLONI DA PREMIO”, PAROLA DELL’ONOREVOLE DE MARIA
Applausi per le sfogline di Musiano In occasione della finale del terzo “Torneo del Tortellone” organizzato dall’Auser di Pianoro e dal locale centro sociale “1° Maggio” a fare da giudice, assaggiando ottimi involti di ricotta, lo scorso 13 settembre nella sala teatro Arcipelago c’era nientemeno che l’onorevole Andrea De Maria. Accanto a lui al tavolo della giuria anche il vicesindaco di Pianoro, Franca Filippini, assieme ad altri tre assaggiatori volontari. «Tortelloni veramente buoni» ha detto il parlamentare che ha poi consegnato il premio alla sfoglina rappresentante del team Musiano, frazione del pianorese classificatosi al primo posto, mentre si sono piazzati al secondo posto ex equo, i team di Castel d’Aiano e San Giovanni in Persiceto. Fuori dal podio le frazioni pianoresi Carteria
e Pian di Macina e la squadra del Bar Valentina di Pianoro. Speaker delle tre tappe della gara Nerio Zecchi dirigente del centro sociale. Molto simpaticamente l’onorevole bolognese si è complimentato con le sfogline in gara, con gli organizzatori e con i tanti volontari Auser e del “1° Maggio” che tra cucina e tavoli hanno reso possibile le due cene nelle serate di eliminatorie, svoltesi il 4 e 10 settembre, e il pranzo della finale. Il deputato giudice ha apprezzato i tortelloni in gara e anche lo stesso originale torneo nato da un’idea di Gianni Conti, coordinatore locale dell’Auser, che ha ringraziato i partecipanti. Tra i commensali presenti nella sala teatro Arcipelago Luigi Pasquali, vicepresidente dell’Auser provinciale, e la dirigente
Foto di: Antonella Ciummo dell’associazione Antonella Di Pietro che si sono complimentati con il coordinatore Gianni Conti, con Franco Fini e Riccardo Raguzzoni, presidente e vice del “1° Maggio”, e con gli sponsor Coop Adriatica ed Ecu. L’Auser pianorese non si propone soltanto con iniziative a tavola, o col uno spazio informativo nelle feste del volontariato, ma
soprattutto con attività concrete di solidarietà, di socializzazione, di sostegno agli anziani, di supporto alla comunità e alle varie iniziative culturali del territorio. E in Auser c’è spazio anche per nuovi volontari che possano mettere a disposizione di tutti le loro capacità, la loro esperienza e la loro voglia di mettersi in gioco. Infine anche il centro “1° Maggio”, affiliato
all’Arci e gestito col volontariato, è a disposizione della comunità pianorese con le sue cucine in via di ampliamento, e con la sala Arcipelago. Tra i prossimi eventi quelli di ottobre, con la Proloco Pianoro, per tre fine settimana di sagre. E chi ha voglia di dare una mano, e un po’ del suo tempo libero, è sempre bene accolto. G. F.
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Occhi nuovi sul Terzo Mondo
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O.N.G.: un acronimo per il Terzo Mondo
O.N.G., cosa significa? Questa sigla sta per Organizzazione Non Governativa e si parla di un’organizzazione che si occupa di volontariato e cooperazione internazionale, indipendente dai governi e dal potere pubblico i quali però, le riconoscono stanziando dei finanziamenti rivolti ai loro progetti. Si tratta di un mondo articolato in cui coesistono realtà diverse caratterizzate anche da motivazioni in contrasto tra loro ma fortunatamente si è sempre trovata una via d’uscita. Sono davvero tante le Organizzazioni non Governative che si occupano di portare aiuti nei Paesi del Terzo Mondo e ogni anno diventano sempre più numerose questo perché le emergenze umanitarie sono, purtroppo, in costante aumento. La regione Emilia-Romagna è di sicuro una delle più attive sotto questo aspetto, ce ne sono tante altre che non prendono in considerazione la gravità delle varie situazioni nel mondo. Questo è forse dovuto al fatto che il senso della comunità, della cooperazione e di conseguenza degli aiuti, è molto sentito in Regione. A questo proposito possiamo ricordare l’associazione Amici dei Popoli, nata nel 1974 con il nome di Amici del Rwanda, un gruppo di volontari che si era recato in quello Stato con lo scopo di aiutare la popolazione. Nel corso degli anni quest’organizzazione ha esteso le sue attività e i luoghi in cui opera portando sostegno, educazione, impegnandosi anche in campo sociale e politico per sollecitare i governi ad agire e cercare nuove strade. Si impegna a migliorare la condizione delle donne spesso vittime di abusi e cerca di migliorare la situazione delle scuole dando notevole importanza all’istruzione. Nel caso specifico Amici dei Popoli si occupa di progetti umanitari non solo in Africa ma anche in Sud America e nei Balcani, zone che sempre più spesso necessitano di interventi. Ѐ possibile collaborare a distanza con quest’organizzazione e si potrà così portare un piccolo ma decisivo contributo. Un’altra organizzazione molto attiva sul territorio è Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere diretta ad opere di promozione umana in Paesi in via di sviluppo. Il loro progetto più ambizioso riguarda un piano idroelettrico integrato: l’accesso all’energia è infatti il vero motore per ottenere uno sviluppo sociale ed economico sostenibile. Tuttavia sono tanti i campi di cui si occupa l’organizzazione dalla costruzione di una scuola materna alla nascita di un miglior supporto medico pediatrico, oculistico e dermatologico sempre rivolto maggiormente ai più piccoli. A Bologna è presente anche la CESTAS, attiva in ben 25 Paesi del mondo, vuole creare un ponte tra locale e globale. Come scopo principale si prefigge quello di portare maggiore equità sociale e benefici in campo sanitario attraverso la formazione delle risorse umane basandosi sempre sul concetto di solidarietà e uguaglianza tra le persone. Essa quindi promuove progetti di cooperazione internazionale al fine di garantire il diritto alla salute, lo sviluppo dell’imprenditoria femminile e la salvaguardia dell’ambiente. Si avvale di importanti network nazionali e internazionali per sensibilizzare i governi sulla profonda differenza tra paesi a Nord e a Sud del mondo. Opera in molti paesi del Sud America, così come in Africa e in molte zone dell’Asia. La CESTAS è addirittura stata riconosciuta a livello internazionale dall’Unione
Europea e dalle Organizzazioni Unite. Merita una menzione anche un’associazione che venne fondata da un gruppo di studenti universitari, la GVC cioè Gruppo Volontariato Civile. Prima di approdare alla cooperazione internazionale si occupava solo di mobilitazione politica. In seguito si specializza in azioni in vari paesi rivolgendo la sua attenzione a progetti sanitari e allargando man mano il suo programma in altre aree d’intervento. Attualmente la GVC è in grado di gestire strategie sempre più complesse e di coprire numerosi campi d’intervento: si va dalla sanità alla sicurezza alimentare, dall’educazione allo sviluppo rurale, dall’infanzia ai diritti femminili. Da sottolineare il fatto che l’organizzazione consente una capacità d’azione diversificata in base ai territori in cui opera e questo permette di effettuare interventi mirati e più precisi. Negli ultimi anni GVC si è specializzata nel settore emergenze offrendo risposte immediate ed efficaci a tutte quelle popolazioni colpite da calamità naturali e conflitti, così com’ è in grado d’intervenire e di portare sostegno nei paesi di recente crescita economica per cercare di ridurre le attuali disuguaglianze socio- economiche e infine di promuovere progetti di sviluppo innovativo e sostenibile. Tenendo conto che l’organizzazione nacque come semplice esperimento da parte di ragazzi comuni, è incredibile vedere come oggi essa sia in grado di operare in ogni parte del mondo, acquisendo nel tempo in’esperienza fuori dal comune per quanto riguarda la gestione delle relazioni internazionali, la realizzazione di progetti sempre più complessi in diversi contesti territoriali e nella definizione delle varie strategie di sviluppo. Vorrei parlarvi anche del CEFA un’altra Organizzazione non Governativa che da oltre 40 anni lotta per combattere fame e povertà. Uno dei primi progetti messi in atto dall’organizzazione è stato quello di occuparsi dello sviluppo rurale integrato e questo ha significato creare un legame tra territorio, popolazione, attività e istituzioni. I suoi obbiettivi si sono concentrati principalmente nelle zone dell’Africa dell’Est e ciò che era davvero importante era coniugare interventi produttivi con lo sviluppo sociale. CEFA opera in una maniera molto interessante, coinvolgendo direttamente i beneficiari e formando le persone del luogo in modo che possano continuare a seguire i vari progetti nel corso del tempo. Un’ulteriore finalità dell’organizzazione è quella di soccorrere persone colpite da disastri ambientali, da conflitti interni e quindi si prefigge di aiutare rifugiati, profughi organizzando anche campi di risistemazione al fine di soccorrere queste popolazioni con azioni concrete. Queste sono solo alcune delle O.N.G. presenti nella nostra città ma se siete interessati a collaborare, reperire informazioni è semplice. Certo, si tratta sempre di piccole realtà e paragonate alle organizzazioni internazionali risultano poca cosa. Tuttavia esse a volte, sono in grado di offrire molto di più, una solidarietà sincera e semplice.
Valentina Trebbi
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Legittima rappresentanza della società civile
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Occhi nuovi sul Terzo Mondo
BNB 1 Ottobre 2015
Occhi Nuovi per Guardare il mondo
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Intervista alla Presidente della GVC Dina Taddia In questo speciale vogliamo trattare un argomento importante e di grande attualità, le ONG che da Bologna si impegnano e si occupano di dare aiuti a genti meno fortunate nel globo. Abbiamo, così, casualmente scoperto che in questa città ha la sua sede la GVC, un’organizzazione non governativa che da oltre 40 anni si occupa di portare aiuti in oltre 20 paesi nel mondo colpiti da catastrofi o conflitti. Intervistiamo la Presidente Dina Taddia in prima persona impegnata con questa realtà. Ci dica prima di lei, qual è la sua esperienza di donna che opera attivamente in questa ONG? Il mio percorso parte da lontano: avevo 30 anni e lavoravo come commerciale per una ditta di condizionatori; mi rendevo conto che volevo altro, un lavoro che mi soddisfacesse in maniera diversa. L’esperienza di un campo di volontariato in Rwanda mi ha portato al mondo della cooperazione e da lì sono partita iniziando a collaborare con GVC in Palestina, Siria, Angola Afganistan e tanti altri paesi dove ho spesso seguito l’apertura di progetti umanitari come in Sri Lanka dopo lo Tsunami o in Iraq dopo la seconda guerra del Golfo. Quella passione nata in Rwanda è la stessa che anima ancora il mio lavoro di oggi come Presidente di GVC anche se, devo confessare, per tanti aspetti meno appagante degli anni di lavoro passati sul campo. Essere donna non è mai semplice soprattutto lavorando in alcuni contesti, ma è anche vero però che il fatto di esserlo mi ha talvolta permesso di entrare contatto con realtà difficilmente raggiungibili da un uomo. GVC nasce dall’idea di alcuni studenti negli anni ‘70, come si è sviluppata e affermata in seguito? Prima di approdare al mondo della cooperazione internazionale, GVC ha avuto una breve fase di mobilitazione politica, in cui si autofinanziava. Nel ’72 ottenne il riconoscimento di idoneità dal Ministero degli Esteri e avviò i suoi primi due progetti di cooperazione allo sviluppo, in Brasile e in Congo. Negli anni abbiamo esteso la nostra azione a molti paesi e a molti settori d’intervento, sia nel settore della cooperazione allo sviluppo che umanitario in risposta alle emergenze con progetti, a favore delle le popolazioni colpite da conflitti e catastrofi naturali. La nostra credibilità e capacità di intervento ci sono state riconosciute anche recentemente quanto siamo stati autorizzati, ad a operare in Siria, un permesso concesso solo a 18 ONG a livello internazionale.
Pensa che in un momento storico come questo in cui l’egoismo individuale la fa da padrone si possa ancora avere appeal per promuovere la solidarietà tra i popoli? Se si come? Oggi come oggi promuovere la solidarietà non è semplice, ma rimane un compito fondamentale. Penso che il modo per smuovere le coscienze non passi per forza attraverso le immagini shock che spesso vediamo sui media, ma anche e soprattutto attraverso la conoscenza. Conoscere l’ “altro”, comprendere che esso non è diverso da noi ma che, anzi, esistono punti di contatto e che l”altro” è e può diventare una risorsa quando ha gli strumenti per esserlo. Questo è ciò che GVC tenta di fare, attraverso le sue campagne di comunicazione e sensibilizzazione: raccontare le storie di persone che non sono diverse da noi, ma solo nate in contesti dove sono negati diritti a noi garantiti per nascita. Quali i progetti nell’immediato futuro della GVC che vuole far conoscere ai nostri lettori? Inizierà a breve una campagna in cui credo molto, che si collega direttamente a quanto sta accadendo oggi alle frontiere dell’Europa. Nasce da un documentario, Syrian Edge, che ci porta nei campi dei rifugiati siriani in Libano, dove GVC è impegnato a garantire l’accesso all’acqua e delle condizioni minime di stabilità e igiene ai rifugi siriani e a supportare la popolazione ospitante libanese. Ci racconta le storie di intere famiglie costrette a lasciare la propria terra, il cui unico desiderio è quello di farvi ritorno. Credo che il documentario chiarisca bene il concetto per cui un rifugiato non ha scelto di lasciare la propria casa e di partire verso l’Europa, ma vi è stato costretto. Syrian Edge verrà proiettato al terra di Tutti Art Festival, ed è collegato ad una importante campagna di sensibilizzazione che speriamo raggiunga moltissime persone.
Giusy Carella
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L’ONG bolognese GVC promuove il cinema sociale e le arti performative per accorciare le distanze tra i popoli. Una rassegna di teatro, circo, danza, fumetto, installazioni e sostenibilità, ma soprattutto un festival di cinema e documentari: anche quest’anno torna il Terra di Tutti Film Festival, rassegna nata nel 2007 a Bologna per dare visibilità alla realtà di quei Paesi, popoli e lotte sociali spesso invisibili nei mass media. Quest’anno il festival è in edizione speciale, cofinanziato dall’Unione Europea e promosso dal Comune di Bologna, e per l’occasione diventa Terra di Tutti Art Festival: un festival multidisciplinare, per il quale sono stati selezionati con bando 12 progetti di realtà bolognesi e non, che celebrano l’Anno Europeo per lo Sviluppo, animando diversi luoghi della città. Dai workshop che porteranno cittadini e artisti all’interno dei centri di accoglienza bolognesi, a installazioni e teatro sul tema delle migrazioni, passando per fumetti e spettacoli circensi, laboratori per bambini, per arrivare a show-cooking e bike tour tra le “città invisibili” di Bologna. Molto ricco anche il programma delle proiezioni, che si terranno principalmente presso il Cinema Lumiere di Bologna: si parlerà di donne e migrazioni, nuove cittadinanze, diritto d’asilo, sostenibilità ambientale e cambiamento climatico. Nel corso della rassegna verranno proiettati anche i documentari prodotti da GVC e realizzati nel corso dei suoi progetti nel sud del mondo: “Pastores Andinos”, realizzato in Perù, “Syrian Edge”, documentario realizzato dalla giovane cooperativa forlivese SUNSET che descrive la realtà dei profughi siriani in Libano e “Homeward”, docu-film dedicati al fenomeno migratorio in Cambogia. GVC, che dal 1971 si occupa di cooperazione internazionale allo sviluppo e aiuti umanitari, è anche promotore del convegno “Terra di Tutti”, che darà il via alla prima giornata di festival, mercoledì 7 ottobre, presso la Cappella Farnese. Il convegno introdurrà e approfondirà i temi del festival, soffermandosi in particolare sul tema “media e migrazioni”, sul problema della tratta di esseri umani e sulle prospettive future per flussi migratori e sviluppo; coinvolgerà esperti del settore, quali reporter di BBC e Al Jazeera, esponenti di istituzioni e associazioni locali ed europee, esperti in materia di migrazioni.
Flavio Tieri
Per informazioni e programma completo del Festival: www.gvc-italia.org
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Terra di Tutti Art Festival Uno sguardo lucido sulla realtà che ci circonda
Occhi nuovi sul Terzo Mondo
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Occhi nuovi sul Terzo Mondo
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Terzo Mondo
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L’evoluzione degli aiuti
Cause antiche
I fattori dell’attuale sottosviluppo di molte nazioni affondano le proprie radici in un passato antico. Sin da quando nel 1492 Cristoforo Colombo scoprì le Americhe era già presente l’idea di depredare e sfruttare quei Paesi per arricchire le nazioni europee. Quindi il rapporto è stato concepito in termini di sfruttamento e sopraffazione. L’imperialismo, poi, rappresentò una forma esasperata di nazionalismo, infatti l’amore per la propria nazione, portò a negare la libertà a tutte le altre. Le conquiste coloniali divennero così il simbolo di una nazione forte, potente e prestigiosa. Questa nuova fase venne chiamata imperialismo perché ogni grande potenza voleva creare un proprio impero coloniale. Il risultato fu che, attraverso la conferenza di Berlino nel 1884, sul suolo europeo vennero stabilite le sorti dell’Africa e della sua completa spartizione. La spartizione avvenne in base alla teoria che il possesso della costa desse la sovranità anche sui territori dell’entroterra. L’obbiettivo della colonizzazione era semplice: le colonie da un lato dovevano fornire materie prime agricole e minerarie, come carbone, ferro e rame, dall’altro servire da sbocco per i prodotti manifatturieri delle potenze colonizzatrici, controllando il commercio di quanti più Paesi possibili, imponendo ad essi i prodotti della propria industria. Le popolazioni ed i preesistenti regni furono smembrati e ricomposti a tavolino secondo logiche di accomodamento esterne al continente africano, infatti furono costruite nuove entità nazionali dividendo o raggruppando etnie diverse, mettendo le une contro le altre, dando vita a nuove scale gerarchiche. Era opinione diffusa che l’uomo bianco dovesse dominare su tutte le altre razze e nei confronti di quei popoli considerati selvaggi, il compito dell’uomo bianco era quello di portare loro la civiltà. Prima del 1880 l’Africa era ancora in gran parte libera dagli europei, dopo 1914 solo due Paesi erano ancora indipendenti: Liberia ed Etiopia. La più grandi potenze imperialiste d’Europa furono l’Inghilterra, seguita dalla Francia, dal Belgio, dai Pesi Bassi, dalla Germania e dall’Italia, seguite a breve distanza da Stati Uniti e il Giappone. Il Colonialismo lasciò in eredità la monocoltura come procedimento produttivo agricolo che consiste nella standardizzazione, al fine di massimizzare le rese ed ottenere il massimo profitto.Oltre che per il puro arricchimento economico la monocoltura si affermò come strumento politico per mantenere in una posizione di dipendenza, sudditanza e sottosviluppo numerosi Paesi.
Cause moderne
Con l’avvio della decolonizzazione in Asia e in Africa la situazione non migliorò. L’indipendenza fu raggiunta a seconda delle situazioni o in via pacifica attraverso la contrattazione tra la madrepatria e i gruppi di dirigenti locali (come nel caso dell’India) oppure per via violenta attraverso una guerra di liberazioni. La decolonizzazione diventava così un buon affare: mentre il controllo politico comportava ingenti spese, quello economico risultava un’ulteriore fonte di introiti. Il neocolonialismo si è rivelato quindi una nuova forma di sfruttamento meno evidente, ma non per questo meno dannosa. Molti governi africani, infatti, sfruttarono la situazione per ottenere maggiori benefici economico-militari tramite sovvenzioni da USA, URSS o attraverso Istituti di Credito. I finanziamenti dati in prestito ai Paesi in via di Sviluppo in realtà non vennero utilizzati per ragioni economiche, al fine di produrre ricchezza, ma terminarono: - oltre il 30% nell’acquisto di armi; - 10-20% nelle tasche delle classi dirigenti corrotte; - 10-20% in progetti inutili. Dallo scontro tra le due superpotenze ne derivò la nascita di numerosi governi
militari che venivano destituiti per mano di altrettanto numerosi colpi di stato. L’instabilità politica portò all’instabilità economica in molti Paesi dell’Asia e dell’Africa. A seguito della fine della Guerra Fredda, grazie all’espansione tecnologica i Paesi più industrializzati hanno dato luogo ad una dilatazione internazionale del capitalismo che ha trasformato il pianeta in un unico grande mercato, mentre le ex colonie, ora non più occupate militarmente, sono state invase dalle imprese capitalistiche straniere che si sono organizzate sotto la forma di corporazioni transnazionali: le Multinazionali. Le multinazionali avendo come unico fine il profitto, non hanno interesse a rispettare i diritti umani e a tutelare l’ambiente. Creano situazioni di disagio sociale imponendo contratti a lavoratori sottopagati, costretti a lavorare senza alcuna garanzia sanitaria, igienica, sindacale; accettando il lavoro minorile e introducendo nell’ambiente pesticidi, erbicidi, insetticidi in quantità massiccia mentre gli animali vengono imbottiti di antibiotici e farmaci. Queste sono le premesse che hanno dato vita al Terzo Mondo, senza offrire alcuna possibilità di riscatto.
Soluzioni corrette e fallaci
Come vedremo non tutte le soluzioni intraprese si sono rivelate fruttuose a ridurre il gap economico e tecnologico fra nazioni sviluppate e non. Uno dei primi tentativi che i Paesi del Terzo Mondo, per sottrarsi allo sfruttamento, hanno deciso intraprendere fu la nazionalizzazione di piantagioni, miniere, fabbriche che erano in mano straniera. Purtroppo i Paesi industrializzati non hanno accettato queste iniziative, così non hanno esitato a ricorrere al boicottaggio economico tuttavia, quando questo tipo di intervento non risultava abbastanza incisivo, sono intervenuti anche militarmente per abbattere governi a loro ostili. Un altro tentativo è consistito e consiste tuttora nei prestiti a breve termine, concessi dalle banche private, trascorso il quale il Paese debitore deve rimborsare il dovuto, altrimenti la banca rinnova il prestito ma aggiorna i tassi d’interesse di mese in mese. La banca può dar vita alla trappola della capitalizzazione degli interessi, ovvero trasforma gli interessi non pagati in un nuovo prestito su cui vengono fatti gravare ulteriori interessi. Per andare in contro alle esigenze delle persone più povere, sono sorte in numerosi Paesi le banche etiche, capaci di concedere piccoli prestiti anche a chi non possiede nulla. L’idea originaria è dell’economista, premio Nobel per la Pace nel 2006, Muhammad Yunus. La più nota è la Grameen Bank, che è riuscita a concedere prestiti a più di 5 milioni di persone senza richiedere alcuna garanzia ed il risultato è stato che 99% dei debitori ha utilizzato il denaro con profitto, riuscendo a restituirlo. Nel frattempo ha preso campo la cooperazione per lo sviluppo dei Paesi sottosviluppati, che si contraddistingue per il fatto di comprendere l’insieme degli interventi di aiuto ai paesi del Sud del mondo. Tuttavia sono oltre 40 anni che i governi del Nord del mondo hanno destinato alla cooperazione allo sviluppo, ma non hanno risolto i bisogni primari delle popolazioni. Purtroppo il modo migliore per organizzare una cooperazione che abbia buone probabilità di riuscire ad offrire un servizio concreto alla gente, è organizzarlo dalla base e per mezzo di canali controllabili, come le Organizzazioni Non Governative (ONG), i gruppi di volontariato spontanei o i missionari. Un’ultima strategia per ridare dignità ai Paesi non sviluppati, consiste nel consumo critico, nato in contrapposizione al consumismo sfrenato.
Pier Paolo Vettori
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Per il sociale
Tempo Libero
1 Ottobre 2015
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ULTIME OCCASIONI NEL 2015 PER SCENDERE IN GROTTA Perché non scendere in grotta? Infatti per qualche settimana di questo 2015 sono ancora possibili le visite speleologiche guidate alla Grotta della Spipola e quelle alla Grotta del Farneto, promosse dal Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa, con prenotazioni obbligatorie al numero 051.6254821. Le visite alla suggestiva Grotta della Spipola, scoperta nel 1932 da Luigi Fantini e dai suoi discepoli del Gruppo Speleologico Bolognese (Gsb) sul fondo della dolina alla Croara di San Lazzaro, si terranno di domenica, alle 9.30, l’11 e 25 ottobre e il 15 novembre. La caverna è la formazione naturale più importante dell’area protetta, e del suo sistema carsico, scavata dalle acque meteoriche nel suolo gessoso. La grotta si sviluppa infatti per 12 chilometri e, data la vicinanza alla città, è per i bolognesi e non solo la possibilità di una nuova esperienza. La visita interessa un tratto di circa 500 metri che consente di attraversare ambienti ricchi di morfologie carsiche: saloni, canali, il “toboga” e la dolina interna.
La visita è adatta a tutti, in buone condizioni fisiche, ma sconsigliata ai bimbi con meno di sette anni. I gruppi, di non più di 30 persone, sono accompagnati da guide. Per la visita sono necessari stivali di gomma o scarpe da trekking e un abbigliamento con pantaloni lunghi e felpa adatto a una temperatura di 12°C. A tutti viene dato il caschetto con illuminazione frontale. La durata è di circa tre ore e il costo è di 15 euro per gli adulti e di 7 per i minorenni e per gli over 65. La visita alla Grotta del Farneto, scoperta da Francesco Orsoni nel 1871, è invece meno impegnativa, ma non meno affascinante, con un percorso che la rende adatta anche a bambini con più di quattro anni di età. Sempre consigliate le scarpe da trekking e anche al Farneto verrà fornito il casco con illuminazione frontale. La durata della visita è di circa un’ora e mezza per un costo di 10 euro, per i maggiorenni, e di 5 per i minorenni e gli over 65. Qui il calendario prevede le escursioni il 4 e 18 ottobre e l’8 e 22 novembre alle 14.30 e alle 16. Ma nel parco c’è spazio anche
TUTTI A SCUOLA DI SCENEGGIATURA
La FEDIC è la Federazione Nazionale dei Cineclub Indipendenti. Ne è presidente il regista Roberto Merlino della Corte Tripoli di Pisa. Ogni anno organizza Stage di Sceneggiatura, cioè di Scrittura per il Cinema; in particolare di cortometraggi. La Sceneggiatura è alla base di un buon film. Sono corsi di formazione ed approfondimento, a prezzi contenuti, aperti a tutti coloro che, indipendentemente dall’età e dalla preparazione, sono appassionati di Cinema. Quest’anno ho partecipato alla tredicesima Edizione, dal 3 al 7 settembre, in Val Graziosa, precisamente nell’agriturismo “I Felloni”,
tranquillo e immerso nel verde, a tre chilometri dal centro di Calci. È un paesino in provincia di Pisa, famoso per la Certosa e il Museo di Storia Naturale, che abbiamo visitato in un’uscita guidata. L’insegnante è stato Alessandro Grande, giovane autore di cortometraggi già noto. In tutto eravamo in ventisei persone: una compagnia allegra e simpatica, proveniente da ogni parte d’Italia, con prevalenza della Sicilia. Alla base era una filosofia dello stare insieme, condividendo. Infatti, sono stati molti i lavori in sottogruppi.
per i più piccoli con visite al Buco dei Vinchi, alle 10 del 4 ottobre, per i bambini dai quattro ai sei anni di età. Essendo anche questa una grotta sono necessarie scarpe da trekking e pantaloni lunghi. La durata della visita guidata è di circa
un’ora e mezza per un costo di 5 euro a bimbo. Obbligatoria la prenotazione al numero indicato in precedenza, entro il venerdì precedente alla visita scelta, seguita dal pagamento della quota richiesta
nelle modalità illustrate alla prenotazione. Per ogni informazione relativa alle visite speleologiche o al Parco: info.parcogessi@enteparchi. bo.it; www.enteparchi.bo.it. Altair
Partiti dall’idea di un Soggetto, (curando personaggi, situazioni, dialoghi), abbiamo creato insieme la Sceneggiatura di un corto che avrà il titolo:”Priority” e che verrà girato nello Stage del prossimo anno. Abbiamo analizzato scene del
Cinema internazionale, per avere esempi concreti degli elementi fondamentali per la stesura di un film. Sono state due le serate aperte al pubblico esterno, presso la Sala del Municipio di Calci. Qui è stato possibile vedere bellissimi
corti; in particolare, quelli dedicati al tema dell' ”acqua”, a cui era dedicata anche una Mostra pittorica e fotografica. È sempre molto importante diffondere la cultura della “settima arte”. S.G.L.
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Anche i bambini possono diventare speleologi per un giorno
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Bologna da Scoprire
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1 Ottobre 2015
Disabili che lavorano... Bene!
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PEDRO L'AMANUENSE E LA SCRITTURA DELL’ANIMA Sull’Appennino bolognese, se percorrete la provinciale che sale verso Castel D’Aiano, troverete una casa dove sventolano le bandiere con i colori della Pace e di fronte ad essa, un variopinto condominio per qualsiasi tipo di volatile. È facile che possiate vedere seduto a rimirar la vita, un uomo bellissimo, dalla figura imponente, un saggio che sembra venuto fuori dai racconti alla ricerca del Sacro Graal. Tutti lo conoscono come Pedro l’Amanuense (nella foto), depositario dell’antica arte dello scrivere fatta di bellezza visiva, esperienza tattile, eleganza e la certezza che ogni pezzo è un originale. Poeta non è solo colui che scrive versi ma è anche chi ha fatto della propria vita una poesia. Pedro è un poeta della vita e vi assicuro che conoscerlo, ascoltarlo, parlare con lui, arricchisce l'anima di toni e sfumature ormai dimenticati. Nasce alla fine della seconda
guerra mondiale in una caserma americana a Monaco di Baviera da madre tedesca e padre americano, ma questo lo saprà solo dopo molti anni, cercando chi lo avesse voluto. Dopo pochi giorni dalla nascita, fu affidato ad un monastero e proprio in quel luogo mistico e misterico, Pedro incontrò uno degli Amori della sua vita, la splendida antica scrittura dei monaci amanuensi. Prima dell’invenzione della stampa questi monaci avevano il compito di riprodurre a mano le Sacre Scritture, le opere greche e latine, i testi di grandi storici poeti e naturalisti e fu il romano Cassiodoro, a capire quanto fosse importante che la cultura e le tradizioni delle antiche civiltà non andassero perdute, compresi i testi profani. Oggi nell’epoca della comunicazione satellitare tutto ciò è inconcepibile ma è grazie all’opera degli amanuensi che la nostra civiltà non ha perso del tutto ciò che è
stato prima, compresa la Bellezza del tratto nello scrivere. Pedro ha girato il mondo diventandone cittadino grazie alla sua attività per la Croce Rossa Internazionale, vivendo in zone di guerra, conoscendo le nefandezze che produce qualsiasi guerra. È legato in modo indissolubile alla bellissima terra del Salento, terra in cui ha vissuto per alcuni anni ed è stato uno tra i primi a dare soccorso alle carrette del mare che ancora oggi, portano sulle nostre coste un amaro, incessante carico di disperati. Ultimamente Pedro ha collaborato con un gruppo di artisti friulani al progetto della “Terra dei Giauli” una favola per adulti da raccontare ai bambini guardandoli negli occhi, con splendidi esseri metà umani e metà alberi che colonizzarono nella notte dei tempi uno dei tanti ed innumerevoli patrimoni dell’Umanità che abbiamo in Italia, le Dolomiti.
Studi recenti sottolineano come le nuove generazioni perderanno la capacità di eseguire mentalmente i semplici calcoli matematici, le famose terrificanti tabelline per intenderci, visto che per moltiplicare 2 x 2 si usa la calcolatrice del “super dotato” smartphone! e sentite cosa ha pensato la ministra dell’Istruzione finlandese tale Minna Harmanen: ha deciso di abolire l’insegnamento della scrittura manuale, della calligrafia e dell'ortografia agli alunni delle
scuole a vantaggio del “fluent typing” cioè la scrittura su computer, il tutto inizierà dal 2016. Ci sono proposte di legge per la tutela del patrimonio artistico e naturalistico, come la tutela del nostro spettacolare Appennino bolognese e tra questi patrimoni da tutelare ci metterei anche Pedro l’Amanuense non solo per la sua meravigliosa Arte dello scrivere ma soprattutto perché lui è ancora un Essere decisamente Umano. Enza Pallara
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Via Emilia Est, 35 Castelfranco Emilia (MO) Orari 10,00 -13,00 / 15,30 -19,30 - Domenica aperti
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Spettacoli
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TEATRO DUSE: DALLA TRADIZIONE AI GIOVANI
Il Teatro Duse è l’unico teatro in Italia riconosciuto dal Mibact quale Organismo di Programmazione Multidisciplinare e oltre alla grande prosa, tra i protagonisti di questa stagione anche Ennio Fantastichini, il Balletto di Roma, Sonics, Compagnia Corrado Abbati, Mummeschanz, Cristina Donà, Stefano Bollani, Silvia Gallerano, Alessandro Fullin, Marco Travaglio, Max Giusti, Paolo Cevoli, Giorgio Comaschi, Fabrizio Favale, Compagnia Fantateatro, James Farm, Orchestra Senzaspine, Fonderia Mercury. Un cartellone più che mai ricco e ancora più variegato, con 63 titoli che spaziano dalla migliore tradizione della grande prosa alla danza, dal varietà agli spettacoli comici, fino alla drammaturgia di impegno civile e contemporanea, ma anche tanta musica, progetti speciali, teatro per ragazzi e le collaborazioni con le realtà del territorio. Il tutto con un occhio di riguardo ai giovani e ai nuovi talenti. È la stagione 2015/2016 del Teatro Duse di Bologna, la quinta firmata dalla Direzione Artistica composta da: Walter Mramor (a.ArtistiAssociati di Gorizia – presidente del Cda del Teatro Duse di Bologna), Livia Amabilino (La Contrada - Teatro stabile di Trieste), Berto Gavioli (Teatro Michelangelo di Modena) e Stefano Degli Esposti (Dems Teatro S.r.l., società proprietaria del teatro). Forte del grande successo della passata stagione, che ha registrato una media di spettatori di oltre 800 presenze a replica (per un totale di oltre 162.000 spettatori), con numerosi spettacoli e concerti Sold Out ed un gradimento superiore al 95%, liberamente espresso dagli stessi spettatori, il Teatro Duse rilancia, dunque, la sua offerta culturale per la città di Bologna e non solo, con una programmazione che raddoppia il numero di titoli e si dimostra quanto mai eclettica. Una scelta coraggiosa e di ampio respiro che è valsa al palco di Via Cartoleria il riconoscimento, ed il sostegno, da parte del Ministero delle Beni e Attività Culturali e Turismo. “Il fatto che il Duse abbia raggiunto gli ambiziosi obiettivi che il Ministero
chiedeva, e abbia così dimostrato di avere i requisiti idonei per ottenere il riconoscimento di Organismo di Programmazione Multidisciplinare, è una soddisfazione immensa per la Direzione Artistica e per tutto lo staff - ha commentato il presidente del Cda del Teatro Duse Walter Mramor - un riconoscimento ancor più prestigioso, considerato che siamo l’unico Teatro in Italia ad averlo ottenuto”. Un risultato raggiunto in virtù di “una programmazione di altissima qualità e originalità – ha proseguito Mramor - che per la nuova stagione aumenta del 50% le giornate di spettacolo, spaziando dalla grande prosa alla danza classica e contemporanea, dal varietà al teatro comico, dalla nuova drammaturgia al teatro per ragazzi”. La stagione 2015/2016 sarà inaugurata il 23 ottobre alle ore 21, con lo spettacolo di note parole e immagini ‘Tra la carne e il cielo’ (Pasolini/ Bach). Sul palco Ennio Fantastichini e Valentino Corvino, il contralto Elisa Bonazzi, il Coro del Teatro Comunale di Bologna e l’Orchestra da Camera di Imola. Dedicato alla poetica e alla vita di Pier Paolo Pasolini e ai capolavori di Bach, che fanno da filo rosso della serata, il progetto è ideato da Valentino Corvino. Lo spettacolo replica il 24 ottobre, sempre alle ore 21. Oltre al sostegno del Ministero, il Teatro Duse gode anche del sostegno e del patrocinio di Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna; si avvale del contributo della Fondazione del Monte e della Fondazione Carisbo. Main sponsor è Unipol Banca. La stagione è realizzata, anche grazie al sostegno di Lavoropiù, Coop Adriatica, Cerelia, Sorbetteria Castiglione, Hotel Touring Bologna. Le testate Qn Il Resto del Carlino e radio LatteMiele sono media partner. Giusy Carella Per info: Teatro DUSE Via Cartoleria, 42 Bologna Tel. uffici 051/226606 www.teatrodusebologna.it
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63 Titoli per la nuova stagione
CENTO (Fe) Via Ferrarese, 37/c Tel. 051.901111
CASALECCHIO DI RENO (Bo) Via Porretana, 522 Tel. 051.577494
PEGOLA DI MALALBERGO (Bo) Via Nazionale, 351 Tel. 051.6601192
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Arte
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IL MISTERO E L’INCANTO DELLA BAMBINAIA-FOTOGRAFA
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Un’artista sconosciuta in vita e oggi apprezzata nel mondo intero Esistono persone, in ogni angolo del mondo, che scivolano via allo sguardo e non restano impresse nella memoria. Sono persone anonime, che preferiscono l’assenza a una presenza ingombrante, il silenzio allo strepitio di parole vuote in libertà. Alcune hanno niente o poco da dire; altre a dispetto di un’apparente inconsistenza, possiedono uno spessore interiore notevole e ogni loro azione, a ben vedere, si colora di un significato profondo. Vivian Maier (New York 1926 – Chicago 2009) è una di queste, apparentemente una semplice bambinaia con l’hobby della fotografia, che nel tempo libero va a caccia di soggetti da fotografare, aggirandosi per le strade di Chicago e New York; nella realtà un’anima sensibile capace di visioni profonde della realtà e un’artista di primo piano nel panorama culturale del Novecento. L’artista, donna introversa e riservata, gelosa custode del proprio materiale fotografico (che non mostrava assolutamente a nessuno), oggi è divenuta una
celebrità per uno scherzo del destino. John Maloof, agente immobiliare e appassionato d’arte e collezionismo, nel 2007 intende scrivere un libro sulla città di Chicago; messosi alla ricerca di materiale fotografico del passato da inserire nel libro, s’imbatte casualmente in una vecchia cassa consunta che la nostra artista aveva conservato in un magazzino e che le era stata confiscata per il mancato pagamento dell’affitto e acquisita da una casa d’aste. Lo studioso compra la cassa per soli 380 dollari e alla sua apertura trova decine di rullini fotografici mai sviluppati e centinaia di negativi. Inizia a lavorare sul materiale e man mano che scopre l’universo artistico di Vivian, si rende conto di avere tra le mani un tesoro preziosissimo. Da quel momento dedica la sua vita all’acquisizione del materiale della fotografa, alla sua catalogazione e diffusione nel mondo attraverso pubblicazioni e mostre. È straordinario pensare come ancora oggi, nell’epoca di internet, con i mezzi d’informazione e
comunicazione di massa a disposizione, oggi dove tutto è reso pubblico in un secondo e tutto è ipertecnologico, sia ancora possibile sollevare il velo della storia e compiere ritrovamenti miracolosi, andando alla ricerca di documenti abbandonati nella polvere, armati unicamente di passione e pazienza. Vivian è un’anima che per qualche motivo a noi ignoto è stata ferita dalla vita. Aveva paura del genere maschile e diceva alle bambine di stare attente agli uomini, perché vogliono solo una cosa. È probabile che non si sia mai fatta toccare da un uomo e che da piccola sia stata molestata da qualcuno. Era una donna sola, taciturna che vivendo ai margini, affinò gusto estetico e profondità di osservazione psicologica. Si aggirava per le strade cittadine e fotografava un’umanità varia, mostrando di possedere l’occhio educato a cogliere semplicità e bellezza, come solo i grandi autori sanno fare. La donna vive un’esistenza emotivamente bloccata e le relazioni avvengono solo coi bimbi di cui si
prende cura. Allora sarà l’artista a vivere quelle emozioni in sua vece, entrando in comunicazione silenziosa con l’universo esteriore fatto di sconosciuti, di persone incontrate casualmente per strada, con cui entrare in contatto per pochi secondi, il tempo di uno scatto fotografico, sempre a debita distanza, per poi fuggire via fagocitata dalla
propria muta solitudine, ma felice di portare via una foto rubata, un attimo indelebile di vita vissuta, prezioso e unico. Ed è davvero questa percezione di preziosità dell’esistenza, tanto più forte per quanto vissuta da un essere che ne era ai margini, questa fame di vita trasferita nell’espressione artistica, che rende alto il lavoro di Vivian. Usa una Rolleiflex a pozzetto, mitica macchina fotografica del secolo scorso adorata da schiere di fotografi, che si appoggia sul petto, per poi guardare l’inquadratura dall’alto. In questo modo s’avvicina con maggiore discrezione al soggetto, rispetto al fotografo che accosta la macchina al volto e sperimenta quanto sia possibile avvicinarsi alle persone senza essere toccata. Altra cosa che colpisce di lei è il bisogno spasmodico di ritrarre se stessa, come tentativo estremo di affermare la propria esistenza, tentare un dialogo col proprio corpo, forse percepito estraneo e scomodo, proiettarlo su ogni tipo di specchio o superficie riflettente, per poter gratificare il disperato narcisismo di chi non si è mai sentita amata e accettata. E il risultato artistico è sempre eccellente per bellezza e varietà compositiva. In definitiva un genio che è andata oltre i non pochi disturbi psicologici nei momenti di creazione artistica. Una grande visionaria capace di comporre in un istante l’inquadratura perfetta, mentre osserva soggetti in rapido movimento per le caotiche strade cittadine, in uno scenario incontrollato dove bisogna afferrare all’istante l’unico secondo utile allo scatto perfetto. Una donna che ci ricorda quanto sia importante coltivare l’arte per superare o mitigare difficoltà piccole e grandi, cercare la bellezza e trovare vicino alla sudicia pozzanghera il piccolo fiore candido che riconsegna dignità alla vita. Ugo De Santis Fino al 18 Ottobre 2015 Museo MAN, Via Sebastiano Satta, 27 - Nuoro Costo del biglietto: intero € 3,00 Sito: www.museoman.it
1 Ottobre 2015
POESIE NEL CASSETTO E RONDINE PER LA PACE Il 29 agosto sono stati festeggiati ad Anghiari i venticinque anni di “Poesie nel cassetto”, un evento creato dal poeta Vito Taverna nel 1990, che di solito si è svolto a Monterchi nell’ultimo sabato di agosto. Ambedue i centri si trovano in provincia di Arezzo, nella meravigliosa, verdeggiante Toscana, ricca di arte e di scrittura. A Monterchi è custodita la famosa “Madonna del Parto” di Pier Della Francesca. Ogni anno il ricavato del librino prodotto con tutte le poesie dei partecipanti è stato devoluto ad Associazioni Umanitarie che hanno partecipato con i loro rappresentanti a questa giornata (Emergency, Unicef, Libera, Unesco, Amnesty International, Filo d’Oro, Medici senza Frontiere, Anpi, eccetera). Ogni anno il tema è stato diverso, ma sempre di rilevanza sociale; in particolare, a favore della Pace nel mondo e di un nuovo Umanesimo solidale e rispettoso di ogni elemento del creato. Non a caso Vito Taverna col suo Convegno poetico sostiene Rondine (Arezzo), la Cittadella della Pace, candidata al prossimo Nobel della Pace. Qui esiste dal 1997 uno Studentato Internazionale.
Una ragazza israeliana con parole intense ci ha detto che è vissuta due anni con ragazzi di tutto il mondo, anche Palestinesi. Questa esperienza di educazione alla Pace resterà alla base della sua formazione, che porterà nel suo paese in fiamme. Ci ha riferito che la lingua italiana è stata molto curata, come lingua veicolo di Pace. Infatti, parlare fa la differenza. Mi è sembrata un esempio concreto di speranza per il futuro. L’emozione della giornata ci è rimasta dentro, dandoci un senso di appartenenza e di responsabilità. Il pomeriggio è iniziato con una performance di poesia e musica di Piero Nissim sulla legalità e si è concluso dopo l’apericena con un concerto di musica classica di Dominika Zamara. In mezzo i saluti delle Associazioni e le letture dei poeti provenienti da ogni parte d'Italia, davanti ad una sala affollatissima. La Poesia, anche se non può salvare il mondo, è testimonianza, è ordine, è immortalità, è essere dimessi in un momento in cui questo è sempre più raro. Insieme alla Bellezza, è antidoto all'orrore. Serenella Gatti Linares
POETE AL MELOGRANO
Anche quest’anno, per il settimo anno, (in occasione della tradizionale Festa della strada iniziata nel 1986), si è realizzato “Poeti al Melograno”, l’appuntamento in via Broccaindosso, 20, organizzato dall'Associazione Orfeonica, diretta dal poeta Andrea Trombini. In questa casa dimorò Giosuè Carducci per molti anni e qui scrisse nel 1871 la famosa poesia “Pianto Antico”, dedicata al figlioletto Dante morto a tre anni. “L’albero a cui tendevi/ la pargoletta mano,/ il verde melograno/ da' bei vermigli fior,...”: mi è stato assicurato che il melograno che esiste ancor oggi nel piccolo giardino è proprio lo stesso. Il cortile viene aperto eccezionalmente in questa occasione per gentile concessione dei condomini, di cui alcuni erano affacciati alle finestre. Nella suggestiva cornice il 12 settembre si è svolto un emozionante reading con una decina di autrici di Bologna, per presentare “Fil Rouge”, un’Antologia dedicata alle mestruazioni, unica nel suo genere, su cui hanno scritto centocinque poete di ogni parte
d’Italia. È fresco di stampa per l’Edizione CFR di Sondrio, a cura di Loredana Magazzeni e Antonella Barina. In copertina c’è una melagrana, da cui fuoriesce un liquido rosso... ed ecco il collegamento con il noto albero. C'è un filo rosso che unisce tutte le donne di ogni epoca e luogo alla generatività, filo che si collega al centro del giardino segreto dove era l’albero della Dea, il melograno. Nel finale poeti e poete, tenendosi per mano, hanno recitato “Pianto Antico”, davanti ai numerosi presenti. Il tema della poesia è legato ai molti che sono presenti nell’Antologia e soprattutto dice Andrea Trombini:”... alle storie delle tante persone nel mondo che perdono affetti importanti mentre cercano di dare una svolta al loro destino”. La Festa è proseguita in mezzo alla strada fino a mezzanotte con canti, balli e grandi mangiate nei lunghi tavoli a cui tutti erano invitati. Un esempio di partecipazione attiva della cittadinanza che, secondo me, sarebbe solo da imitare. S. G. L.
LABORATORIO DI SCRITTURA CREATIVA
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Suggerimenti per aspiranti scrittori/trici
Lezione numero 8
personaggi sia equilibrati sia squilibrati sono perdenti e strettamente intrecciati. Il personaggio diventa azione e l’azione diventa intreccio. I dettagli e lo schema d’azione devono essere mirati. Perché vogliamo scrivere quella storia? Fin dall’inizio dobbiamo sapere dove vogliamo arrivare e come, anche se poi le idee dell’autore possono cambiare via via, così come le parole. Sarà un ecosistema, formato, oltre che dai tre elementi sopra nominati, da: stile (deve essere sintetico)- effetto (comicità, terrore, avventura, amore, eccetera)- emozioni- ideeluoghi. Lo schema operativo deve servire da guida, perché le idee
dell’autore non si disperdano. Fra i vari elementi ognuno può predominare ed essere il tema dell’opera. Lo stile può fare diventare interessante una piccola cosa! Si possono mescolare registri diversi, avvicinare elementi in apparenza lontanissimi, rivelando il non-sense della condizione umana. Storia e personaggi devono essere il fine, non il mezzo, per propagandare le proprie idee! Si può mostrare senza dire. Quando le idee sono concetti astratti diventano fredda divulgazione. Compito della scrittura è indagare la natura umana, la complessità delle relazioni, i conflitti interiori ed esteriori, individuali ed universali. Il luogo o spazio è importante perché intimamente legato ai personaggi. Meglio descrivere posti che conosciamo bene, a noi vicini emotivamente. Naturalmente luoghi e oggetti possono diventare simbolici oltre che reali. Il paesaggio è sia interiore sia esteriore. L’autore deve svelare il mondo invisibile e diverso che si cela dietro le parole. Ad ogni libro corrisponde un solo ritmo o respiro narrativo, da seguire e dominare. Le prime pagine di un romanzo devono contenere il motivo strutturale che condurrà il lettore in tutta l’opera. Azione e ambiente saranno sempre uniti con efficacia, affinché il lettore si orienti sempre, abbia davanti agli occhi la vicenda, ed in essa possa entrare davvero. S.G.L.
I tre elementi centrali e interrelati di un racconto o romanzo sono: trama- azione- personaggi. I personaggi non sono prevedibili, come nella vita, e sono al di sopra di ogni generalizzazione. Devono essere sinceri, curati nei particolari e devono credere in ciò che fanno. Interessanti ma non troppo bizzarri. Alla fine, se si dà fiducia ai personaggi, saranno loro stessi a guidare e a stupire sia l’autore sia il lettore. Non si deve essere né banali né macchinosi. Il “triangolo amoroso” è il più sfruttato, ma si può scriverne in modo originale. Non c’è un netto confine fra innocenza e colpa, fra follia e lucidità: alla fine, i
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Creatività
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Almanacco
1 Ottobre 2015
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ROCK HUDSON
Roy Harold Fitzgerald più noto come Rock Hudson è nato a Winnetka nell’Illinois il 17 novembre 1925 da due genitori americani ma di origine europea. È stato un attore statunitense. Roy da bambino ha subito il trauma della separazione dei genitori e ha sofferto di dislessia. Il secondo marito della madre lo ha adottato dopo che quest’ultima ha divorziato dal primo marito. Durante la seconda guerra mondiale il giovane Fitzgerald ha prestato servizio in Marina come manutentore. Prima di diventare un attore Roy Harold Fitzgerald ha fatto diversi lavori saltuari. L’agente Henry Wilson lo nota e lo farà diventare un attore famoso. Grazie al suo fisico vigoroso Rock Hudson riscuote il gradimento del pubblico femminile. Il debutto cinematografico dell’attore americano è avvenuto nel film di guerra “Falchi in picchiata” uscito nel 1948 e diretto da Raoul Walsh. Dopo aver preso lezioni di canto e di recitazione Hudson ottiene il ruolo da protagonista nel film “magnifica ossessione” un film del 1954 diretto da Douglas Sirk. Bob è un giovane arrogante e presuntuoso dedito alle gare sportive in barca e a sedurre le donne. Un giorno col suo motoscafo Bob provoca un incidente e causa la morte del dottor Philips. Ricoverato in clinica Bob si comporta in modo arrogante nei confronti del personale. Fugge di nascosto e viene riaccompagnato in clinica da Helen (Jane Wyman). Dimesso dalla clinica Bob si innamora di Helen che però lo respinge dopo aver saputo che Bob ha causato la morte di suo marito Philips. Un giorno Helen viene investita da un’automobile e diventa cieca in seguito al colpo. Bob organizza un viaggio in una clinica specialistica in Europa e nel frattempo studia per diventare un medico oculista. Affascinato dalle teorie del dottor Philips Bob partecipa ai lavori di ingrandimento del suo ospedale ma
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perde di vista Helen. Un giorno Bob viene a sapere che Helen si trova in una clinica del Messico dove viene curata male. Dopo essere stata operata da Bob Helen riacquista la vista e stavolta ricambia il suo amore. Nel 1956 è uscito “Il gigante” di George Stevens. Rock Hudson è Bick, un ricco allevatore del Texas sposato con Leslie (Elizabeth Taylor) una ragazza del Maryland. La coppia ha numerose incomprensioni a causa del carattere all’antica di Bick. Tra i braccanti di Bick spicca il giovane ed ambizioso Jett (James Dean) il quale è segretamente innamorato di Lesile ma corteggia la giovane Luz (Carroll Baker) la figlia di Bick. Quando Luz muore a causa di una caduta da cavallo Jett eredita un podere che con un lavoro costante riesce ad ingrandire nonostante le pressioni di Bick. Bick vuole acquistare il terreno di Jett. Anni dopo Jett scopre sul suo terreno il petrolio e di questa scoperta ne beneficiano un po’ tutti i proprietari terrieri del Texas. In seguito Jett inaugura un albergo felice di essere diventato un uomo ricco e famoso. Gli ospiti dell’albergo snobbano Jett e Leslie gli dice di non averlo mai amato. Jett ubriaco ha un alterco con Bick poi rimane nella sala dei ricevimenti completamente solo. Bick, Leslie e i loro figli ritornano a vivere serenamente nella loro vecchia casa. Il 1956 è l’anno della consacrazione per Rock Hudson che è la star americana dell’anno. Nel 1959 è uscito il film “Il letto racconta” di Michael Gordon. Rock Hudson è Brad un giovane bello e corteggiatissimo che decide di corteggiare sotto falso nome la casta e pudica Jan Morrow (Doris Day) un’arredatrice con la quale condivide una linea telefonica. Quando Jan scoprirà la vera identità di Brad ne rimarrà sconcertata e il rapporto tra i due si complicherà. Nel 1961 è uscito il film “Amore
ritorna” di Delbert Mann. Rock Hudson è Jerry, il direttore di un’agenzia pubblicitaria. Carol Templeton (Doris Day) lavora in un’agenzia concorrente e cerca di prendere delle informazioni su una misteriosa e sconosciuta invenzione. Carol cerca di corrompere Jerry Webster (Rock Hudson) il proprietario di un’agenzia pubblicitaria concorrente ma lo confonde con l’inventore. Jerry cercherà di sfruttare al massimo la situazione. Nel 1964 è uscito il film “Non mandarmi fiori” diretto da Norman Jewison. Rock Hudson è George Kimball un ipocondriaco schiavo delle pastiglie che assume quotidianamente. Un giorno George si reca in ospedale per un controllo. Quando sente che il suo medico curante sta parlando con un collega delle condizioni di salute di un malato terminale George si auto convince che i due dottori stanno parlando. Quando George torna a casa col suo amico Arnold (Tony Randall) i due decidono di non rivelare niente a Judy (Doris Day) la moglie di George. Il signor Kimball consulta il titolare di un agenzia di pompe funebri per farsi costruire la bara e per avere informazioni sul terreno in cui verrà sepolto. Inoltre George si preoccupa di trovare un nuovo marito a Judy in grado di assisterla moralmente e materialmente quando lui morirà. Judy si insospettisce e arriva a pensare che il marito la tradisce. Durante una festa George bacia su una guancia Linda (Patricia Barry) una conoscente dei Kimball. George rivela alla moglie che sta per morire. Quando Judy va a parlare col medico curante viene rassicurata perché George gode di buona salute. Convinta di essere stata tradita Judy chiude il marito fuori di casa. George cerca di convincerla che l’ama ma la donna prepara le valigie e compra un biglietto ferroviario per trasferirsi altrove. Mentre si sta recando in stazione Judy incontra casualmente il titolare dell’agenzia di pompe funebri che le consegna i contratti post mortem firmati dal marito e capisce di essere rimasta vittima di un tremendo equivoco. Judy perdona il marito. Sempre nel 1964 è uscito il film “Lo sport preferito dell’uomo” diretto da Howard Hawks. Rock Hudson è Roger Williougby autore di un apprezzato manuale di pesca. Roger non ha mai pescato e i suoi consigli si basano soprattutto sui racconti degli altri pescatori. Quando Roger viene costretto dal suo datore di lavoro a partecipare a una gara di pesca organizzata da due ragazze Abigail e Isoide va in crisi. Decide di dire la verità alle organizzatrici della gara e Abigail (Paula Prentiss) gli insegna a pescare. Tra Roger e Abigail nasce un’amicizia che si trasforma in amore. Roger gareggia e vince il primo premio ma lo rifiuta. Viene licenziato ma è felice perché è innamorato di Abigail. Nel 1966 è uscito il film “Operazione diabolica” per la regia di John Frankenheimer.
Rock Hudson è Tony Wilson un giovane reso bello e attraente da un’operazione di chirurgia plastica. Wilson è un pittore di Malibù ma la sua vera identità è quella di Arthur Hamilton, un uomo insoddisfatto nonostante abbia una buona posizione socioeconomica. Nel 1967 è uscito il film “Tobruck” per la regia di Arthur Hiller. Rock Hudson è il maggiore Craig, un canadese specializzato nelle missioni nel deserto. L’obiettivo degli anglo-americani è quello di distruggere le riserve di carburante dei Tedeschi comandati da Erwin Rommel che si trovano a Tobruck. La missione riuscirà perché le riserve di carburante saranno di molto superiori del previsto e gli italo-tedeschi resteranno isolati in Africa in attesa di rinforzi. Nel 1970 è uscito il film “Operazione Crèpes Suzette” di Blake Edwards. Rock Hudson è il maggiore Larrabee, un ufficiale dell’esercito americano in servizio durante la prima guerra mondiale. Un giorno conosce Lilli (Julie Andrews) una spia tedesca che lavora come cantante in un night club. Lilli cerca di carpirgli dei segreti militari ma si innamora di Larrabee che la porterà con sé in America. Nel 1971 è uscito il telefilm a episodi “Mc Millan e signora” diretto da diversi registi. Rock Hudson è Stewart Mc Millan, un commissario di polizia newyorkese che risolve i casi più difficili grazie all’aiuto della moglie Sally (Susan Jane Miller) che morirà in un incidente aereo. Nel 1980 è uscito il film “Assassinio allo specchio” per la regia di Guy Hamilton e tratto da un romanzo di Agatha Christie. Rock Hudson ha interpretato il ruolo del regista Jason Rudd sposato con l’attrice Marina Grag (Elizabeth Taylor) un attrice che torna a recitare dopo un lungo periodo di assenza. Le riprese si svolgono in un villaggio
americano in cui abita Miss Marple (Angela Lansbury) la zia dell’ispettore Craddock (Edward Fox). All’arrivo di Marina Grag viene organizzato un ricevimento e una fan di Marina Grag muore avvelenata da un cocktail. L’ispettore Craddock e Miss Marple indagano e grazie alla testimonianza di una cameriera scoprono che la vittima aveva rovesciato il suo cocktail prima di bere quello avvelenato. Alla fine il colpevole vistosi scoperto si uccide. Nel 1982 è uscito il telefilm “ Devlin & Devlin”. Rock Hudson ha interpretato la parte di Brian Devlin, un ex ufficiale dell’esercito in pensione. Un giorno Brian incontra Nick (Jack Scalia) un investigatore privato. In seguito Brian scopre che Nick è suo figlio avuto da una precedente relazione. Brian decide di aiutare il figlio nei casi che segue. Nel 1984 Rock Hudson si ammala di AIDS. Nonostante lo stretto riserbo l’omosessualità di Rock Hudson era nota a Hollywood. Durante le riprese di “Dynasty” il popolare attore dimenticava continuamente le battute. Quando Hudson ha baciato Linda Evans si pensava ancora che l’AIDS si trasmettesse con un bacio. Durante alcuni viaggi a Parigi per delle visite di controllo Hudson ha dovuto prenotare un aereo solo per lui. La perdita di peso di Rock Hudson è stata coperta dichiarando falsamente che il popolare attore era stato sottoposto a dieta ferrea dai medici. Nonostante fosse ammalato Rock Hudson ha continuato ad avere rapporti sessuali col suo compagno Marc Christian (1953-2009). Rock Hudson è morto nella sua casa di Beverly Hills il 2 ottobre 1985 all’età di 59 anni ed è stato il primo divo di Hollywood ad annunciare di essere affetto e a morire di AIDS. Solo nel 1991 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha tolto l’omosessualità dall’elenco delle malattie. Alessandro Legnani
NAPOLEONE A SANT’ELENA
L’isola di Sant’Elena è una colonia inglese situata nell’Oceano Atlantico a circa 1.900 Km dalle coste dell’Angola. Il 16 ottobre 1815 una nave da guerra inglese con a bordo Napoleone e alcuni suoi fedelissimi arriva s Sant’Elena. Dallo sbarco a Sant’Elena fino alla sua morte avvenuta il 5 maggio 1821 Napoleone ha vissuto nel villaggio di Longwood. Il governatore dell’isola di Sant’Elena era Sir Hudson Lowe (1769-1844).
Lowe ha imposto un duro trattamento a Napoleone. La casa di Napoleone era costantemente sorvegliata per impedire la fuga dell’imperatore da Sant’Elena. I dolori allo stomaco si aggravano a causa del clima di Sant’Elena e portano alla morte di Napoleone. L’autopsia ha accertato che Napoleone è morto di tumore allo stomaco. Tuttavia accanto alla versione ufficiale si è fatta strada l’ipotesi che Napoleone sia morto avvelenato dagli Inglesi. Napoleone è stato sepolto con tutti gli onori a Sant’Elena. Il 2 dicembre 1840 la salma di Napoleone è stata riportata in Francia. Il 15 dicembre 1840 a Parigi si sono svolti i funerali solenni dell’Imperatore. La salma di Napoleone si trova a Parigi nella Chiesa di Saint Louis des Invalides. A. L.
1 Ottobre 2015
BENEFICI... NASCOSTI! Radici, piante e frutti dalle proprietà inimmaginabili
Quante volte abbiamo visto sui banchi del mercato o nei supermercati prodotti conosciuti ma che molto spesso abbiamo snobbato perché non li abbiamo mai utilizzati e quindi non sapevamo neanche come cucinarli. Ottobre ci regala molti cibi di questo tipo e quindi dobbiamo iniziare a considerare questi alimenti una risorsa preziosa non solo per la nostra salute, ma anche per la nostra cucina! Per esempio il kaki lo conosciamo tutti ma quanti di noi lo impiegano o conoscono le proprietà di questo frutto? Ѐ composto principalmente da acqua, possiede circa il 18% di zuccheri e ha anche una ragionevole quantità di vitamina C. Ricco di beta-carotene e di potassio, è un toccasana quando si suda molto o in caso di stanchezza eccessiva. Altre proprietà da non trascurare: ha proprietà diuretiche, lassative ed è consigliato a chi soffre di diabete o ha problemi di obesità. Il kaki non ancora maturo, può
essere essiccato e quindi si mantiene per diversi mesi, basta sbucciarlo, tagliarlo a spicchi e metterlo ad asciugare al sole o in un essiccatore. Meno conosciuto soprattutto al Nord è il fico d’India che cresce in prevalenza nel Sud Italia. Ha un notevole valore nutrizionale poiché ricco di minerali come calcio e fosforo e vitamina C. Ciò che si consuma di questa pianta è appunto il frutto che può essere consumato fresco oppure si può impiegare per realizzare succhi, gelatine, marmellate o liquori. Mi raccomando, non consumatene troppi perché potrebbero provocare un’occlusione intestinale e cercate sempre di mangiarlo con del pane che impedisce ai semi di cui questo frutto è ricco, di formare “tappi”. In Sicilia, zona d’elezione di questo alimento, si prepara uno sciroppo molto concentrato che ricorda lo sciroppo d’acero ed è utilizzato nella preparazione di dolci rustici.
COPPE DI KAKI Ingredienti 4 kaki 2 kiwi mandorle zucchero rum o grappa
Sbucciate i kaki, tagliateli a pezzetti e metteteli in singole coppette. Distribuite sopra dello zucchero, i kiwi sbucciati e tagliati e delle lamelle di mandorle. Spruzzate con un po’ di liquore e servite. Ottime anche se lasciate riposare un po’ in frigo.
Inoltre il suo infuso è perfetto per realizzare un ottimo sciroppo digestivo. Hanno un nome particolare, alchechengi... ma cosa sono? Si tratta di una pianta perenne che produce delle bacche commestibili simili per forma a una ciliegia, il gusto ricorda il lampone o il pomodoro. Ha buone proprietà terapeutiche, infatti è utile in caso di calcoli renali, è un forte diuretico ed è un integratore di vitamina C. Da queste bacche si ricava un’ottima marmellata oppure si possono gustare da sole, nelle insalate o si prestano a essere candite o accompagnate a del cioccolato fondente. Tra gli altri cibi poco noti vale la pena citare il rafano. Anche in questo caso si tratta di una pianta rustica di cui si utilizza in modo particolare la radice caratterizzata da un sapore dolce e leggermente piccante. Dalla radice grattugiata e ridotta in pasta e con l’aggiunta di aromi, si ottiene una salsa piccante perfetta per accompagnare carni bollite o pesci affumicati. Non dimentichiamoci che questa è anche la stagione di tutte le tipologie di cavoli, del sedano rapa, della scorzonera, una pianta di cui si consuma la radice e del topinambur che sempre più spesso entra nei nostri piatti. Molto simili alle patate le possono sostituire egregiamente, si gusta anche crudo con sale e olio. Il porro che durante questo periodo è particolarmente saporito, è un ortaggio molto più conosciuto e utilizzato: si consuma solo la sua parte bianca e può tranquillamente sostituire la cipolla nei soffritti se si vuole ottenere un sapore più delicato. Proviamo qualche ricetta? Non spaventatevi ma provate subito questi cibi così inusuali! Valentina Trebbi
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RISOTTO MELE E ALCHECHENGI
Ingredienti 350gr riso 150gr salsiccia 2 mele rosse 20 alchechengi 2 cucchiai d’olio ½ bicchiere vino bianco secco 1 noce di burro 1 cipolla 1l brodo 40gr parmigiano erba cipollina sale, pepe
Rosolate in un padellino la salsiccia sbriciolata; in una casseruola rosolate la cipolla con l’olio, unite le mele sbucciate e tagliate. Aggiungete il riso, fatelo tostare cuocendolo per 10 minuti irrorando con il brodo. Unite gli alchechengi lavati e privati del ciuffo e continuate a cuocere. Lontano dal fuoco, mantecate il riso con il parmigiano e il burro, insaporite con l’erba cipollina, il pepe e il sale, mescolate, lasciate insaporire e impiattate.
SALSA DI RAFANO
Ingredienti 250gr rafano 75gr aceto 100gr mollica o pangrattato 30gr olio sale 15gr zucchero Lavate la radice di rafano sotto l’acqua e raschiatela. Quando è ben
pulita grattugiatela e mettetela in una ciotola. Unite la mollica di pane o il pangrattato al rafano e versate l’aceto, l’olio, lo zucchero e il sale. Impastate per amalgamare gli ingredienti... ed ecco pronta la salsa, perfetta per essere servita con il bollito. La salsa si può conservare in frigo, ricoprendola con un filo d’olio.
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La Credenza
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Il Banditore
1 Ottobre 2015
OFFERTE
Centro per l’impiego di San Giovanni in Persiceto Via Modena 66/b tel.: 051/822341-800286040 fax: 0516598247
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Cod. 1685/2015 valida fino al 17/10/2015 Azienda richiedente UNION SRL Addetto alle pulizie di interni Qualifica ISTAT 8143001 Addetto alle pulizie di interni Contenuti e contesto del lavoro Servi di pulizia Luogo di lavoro Caldera di Reno, San Giovanni in Persiceto e territori limitrofi Esperienza nella mansione di almeno 1 anno, Patente/B, Automunito Contratto Tempo Indeterminato Conoscenze Esperienza di almeno 1 anno come addetto alle pulizie Orario dal lunedì al venerdì SU TURNI Per candidarsi inviare il CV a: info@ union-srl.net Cod. 1398/2015 valida fino al 10/10/2015 Mansione Fornaio panificatore Qualifica ISTAT 6512103 Panificatore. Produzione di pane pizza e articoli dal forno Luogo di lavoro Anzola dell’Emilia Caratteristiche candidati Patente/B - Automunito Contratto Tempo Determinato Conoscenze esperienza nella mansione Orario Part-Time indicativamente di 4/6 ore al giorno nella fascia oraria notturna compresa la domenica. Inviare il CV a:
[email protected] Si valuteranno solo le candidature con i requisiti richiesti
Centro per l’impiego di Zola Predosa Piazza della Repubblica, 1 (c/o Municipio) tel.: 0516598080-800286040 fax: 051/6598117
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artigianali ed industriali Add. alla verniciatura manuale con pistola a spruzzo Luogo di lavoro Monte San Pietro Possibilità di contratto di apprendistato. L’offerta si rivolge a giovani entro i 29 anni Conoscenze base dei principali applicativi informatici Tempo Pieno dalle 7.30 alle 16.30 da lunedì a venerdì Si richiede disponibilità agli straordinari e talvolta al turno di sabato Inviare il CV a:
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Centro per l’impiego di Porretta Terme Via Marconi 2 tel.: 0534/22095-800286040 fax: 0516598923
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CERCO LAVORO • Signora ucraina 58enne da 6 anni in Italia con conoscenza della lingua italiana cerca rgentemente lavoro come badante a Cento, S. Giovanni in Persicetoe zone limitrofe oppure a Bologna o Ferrara Telefonare al cell. 389/1473300 • Cerco lavoro come autista, (patente D- CQC, esperienza trentennale come autista presso Corrieri, ottima conoscenza strade di Bologna), come accompagnatore persone anziane/ svantaggiate, dog sitter ecc. Cell. 328/7778838 Antonio • Signora italiana automunita con esperienza offresi come babysitter disponibilità immediata zone: S. Giovanni in Persiceto, Crevalcore, Castelfranco. Cell. 349/7932882 • Signora romena di 45 anni da 10 anni in Italia con esperienza di badante cerca urgentemente lavoro nelle zone di Bologna e Modena e provincia. Cell. 388/8710193 • 55enne italiana cerca lavoro come badante, pulizie, stiro in zona S. Giovanni in Persiceto. Disponibile anche giorno e notte. Cell. 340/0592152 • Signora 32enne italiana con diploma di chimico biologo cerca lavoro di pulizie, babysitter, stiro nelle zone: S. Giovanni in Persiceto, Sant’Agata bolognese, Cento (Ferrara) e Bologna città. Cell. 320/946315 • Signora 55enne polacca da anni in Italia con esperienza di assistenza anziani cerca lavoro come badante, pulizie ad ore, o altri lavori domestici. Cell. 338/5680661 • Signora cerca lavoro come impiegata alcune ore settimanali per piccoli lavori ufficio conoscenza uso computer zona
Richiesta esperienza da corso di formazione o precedenti lavorativi. Caratteristiche candidati Automuniti - Motomuniti. Contratto Apprendistato Età da 18 a 29 anni Orario dal lunedì alla domenica (con un giorno di riposo) dalle ore 11.30 alle 15.00 Contattare il Centro Impiego al num. 0534/22095 Inviare il CV al fax al num. 051/6598923 per e-mail: cimp.
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Centro per l’impiego di San Lazzaro di Savena Via Emilia 107 tel.: 0516272040-800286040 fax: 0516599218
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Il Silenzio Il silenzio può essere cupo E misterioso nella notte Il silenzio può parlare Se lo sai ascoltare Il silenzio ti lascia spazio Per pensare e ascoltare
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1 Ottobre 2015
Il Silenzio Sai cosa è il silenzio? quando te’ dici boiate guarda un po’ Ma tu sei la bocca della verità vero? Allora meglio che stai zitto La bocca chiusa devi tenere sempre Be’ non sempre, devi anche respirare o meglio ansimare, vero? Stai zitto, stai zitto Se parli sei fritto Le parole sono pietre e non l’ho detto io Se parli puoi dire cose sgradite Se stai zitto dici sempre giusto Ma come mai? Eh vallo a sapere Il silenzio è d’oro, diceva il saggio Più che altro era uno che aveva paura di parlare - il saggio. Per adesso acqua in bocca, il vino buono e le parole valide più avanti Verrà il momento, verrà be’ ti saluto, non dire niente taci taci Benassi Romano
In silenzio, solo con lo sguardo D’amore si può parlare.
Contemplazione Silenziosa Quando la contemplazione Arriva all’apice, nel silenzio Si ode solo il suono del pensiero Nell’unione con ciò che si guarda. Un felice attimo intimistico! Frase celebre: “IL BEL TACER NON FU MAI SCRITTO” Grande! Periodo bellico: “TACI, IL NEMICO TI ASCOLTA” Vero! Un titolo di film celebre: “IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI” Troppo vero! Maria Rosa Fiorini
Maria Luisa Giannasi
LA DAMA PER TUTTI!
Oggi presenteremo 5 posizioni con finali manovrati e istruttivi sia per il principiante che per l’esperto: Diagr. 1) Interessante combinazione per ottenere l’opposizione favorevole:16-20, 32-28, 15-12! unica x, 11-14, 28-23, x, ed ora se 3-7, 27-23 b.v. catturando poi con 23-20, se 15-20 b.v. con 14-11 chiusura. Diagr.
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2) 20-15, 27-23, 18-14, 27-23 (23-20, 14-11, 24-28, x,b.v.) 14-10, e vince mentre 14-11 permeterebbe la pari con 24-28, x, 28-32 pari. Diagr. 3) 30-26! 8-12, 26-21, 13-17, 24-20, x, 12-16, 20-15, 16-20, 15-11, 20-23, 11-7, 23-27, 7-3, 27-30, 3-7, 30-27, 7-11, 27-22, 11-14, 22-27, 14-19, 27-30, 19-23 b.v. Diagr. 4) 20-15, 5-10, 15-12, 7-11, 12-7, 11-15, 7-3, 10-14, 3-6, 15-20, 6-11, 14-18, 11-14, 18-22, 14-19, 22-26, 16-12, 26-30, 19-23, 20-24, 12-7, 30-26, 7-3, 26-22, 3-6, 22-18, 6-10, 18-22, 10-13, 22-26, 13-18 b.v. Diagr. 5) 18-14, 15-19, (15-20, 14-11! x, 28-24 b.v.) 28-23, x, 12-15, 27-22, 15-20, 23-19, 20-23, 19-15, 23-27,22-18,27-30,18-13 b.v. Nel Diagr. 6 presentiamo un problema del neoproblemista C. Cortese in 5 mosse. Arrivederci a novembre! Federico Piras Buone Notizie Bologna Mensile. N. 65 distribuito - il 1 Ottobre 2015 Registrazione c/o Tribunale di Bologna n. 8003 del 01/10/2009
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Poesie Auser
BNB
Lo Sfizio
LO DICE LA VALE “Se di ottobre scroscia e tuona, l’invernata sarà buona” “Ottobre: vino e cantina dalla sera alla mattina” “Ottobre è quasi matto, ma nessuno gli fa il ritratto” “Ottobre è bello, ma tieni pronto l’ombrello” “Quando viene ottobre bello, leva il vino dal mastello” Sì amici, l’autunno incombe, le giornate si fanno sempre più fresche e già da qualche tempo hanno iniziato ad accorciarsi. Ma non disperiamo, si può stare ancora un po’ all’aperto e goderci qualche raggio di sole! Occupiamoci poi sempre del nostro orto: con la Luna
nuova seminate il ravanello e piantate le gustose fragole. Con la Luna crescente preparate i tunnel invernali dove coltiverete varie insalate e spinaci. Luna piena: raccogliete il sedano rapa. Infine, quando la Luna è calante, cimate pomodori, peperoni, cetrioli e zucchine. L’arnica è una pianta perenne che fiorisce soprattutto sui prati delle Alpi e degli Appennini tra maggio e giugno. In passato veniva utilizzata per curare contusioni ed ecchimosi e il suo uso era maggiormente interno. Adesso si utilizza sotto forma di tintura per guarire distorsioni e geloni. Fate comunque attenzione poiché può provocare reazioni allergiche. Il nome del mese è Carlo, dal germanico Karl che significa uomo libero.
OROSCOPO DI OTTOBRE Le previsioni del Mago di Durbio
ARIETE Si conferma un mese positivo per voi, allegro, vivace e pieno di novità! L’amore si tinge di passione e la voglia di condividere nuove esperienze ravviverà anche la vostra coppia!
TORO
Apporterete cambiamenti già nella prima metà del mese, quindi non scoraggiatevi perché con l’appoggio della Luna e i suoi influssi il rinnovamento sta completandosi.
GEMELLI
L’autunno vi dona grinta e passione sia sul lavoro, ma soprattutto in amore! Sicuri di voi come non mai, sbaraglierete tutti con la parlantina!
CANCRO Completata la vostra fase di trasformazione e rinnovamento, il momento è propizio per pensare al futuro! Avete imparato tante cose... chi vi fermerà adesso?!
LEONE Finalmente, anche per voi è il momento di chiudere un ciclo faticoso eppure ricco di consapevolezza a piena guida della vostra vita, tra passione, energia e audacia!
VERGINE L’autunno vi vede mettere all’opera quanto maturato nei mesi precedenti e sarete inarrestabili nel realizzare quanto più vi sta a cuore. Tutto è destinato a mutare tra non molto e in positivo.
BILANCIA
Per voi è giunto il momento per prendere una decisione: importante, in sospeso da tempo, che sbloccherà tutto il resto. Quindi non impigritevi proprio ora e passate all’azione!
SCORPIONE
Accogliete le novità che vi aspettano, dopo l’ultimo periodo che è stato impegnativo, tagliando quanto prima i ponti con il passato da cui vi volete allontanare.
SAGITTARIO
È il momento perfetto per raggiungere nuovi obiettivi sia sul lavoro che con l’amore carichi come siete di energia positiva e grinta, soprattutto se state cercando un figlio!
CAPRICORNO
Non è il caso di farsi prendere dal pessimismo ma guardate avanti e allentate la tensione ritagliando del tempo per voi: meditando, ossigenando i pensieri lontano dalle scadenze e dai ritmi quotidiani.
ACQUARIO
Resistete perché manca poco a una grande liberazione: a dicembre tirerete un sospiro di sollievo. Nel frattempo ottobre resta ansioso, concitato e fatto di giorni pienissimi.
PESCI
Dopo qualche piccolo fastidio è in arrivo la Luna Nuova e questo significa novità che attireranno la vostra attenzione! Otterrete quello che desiderate di più in questo momento.