Commento musicale.
Lettore 1:
Quando venne l’ora, Gesù prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione». Lc 22, 14-15
Lettore 2:
Signore Gesù, eccoci qui con te, nella notte prima della tua passione. Il tuo desiderio ardente di mangiare la Pasqua con noi è anche il nostro. Come il discepolo amato, seduti al tuo fianco, con il capo reclinato sul tuo petto, ci mettiamo in ascolto del tuo cuore, vogliamo cogliere ogni singolo battito d’amore per ognuno di noi e comprendere quanto ci hai amati e ci ami. Breve pausa di silenzio.
Lettore 1:
Noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. 1 Gv 4, 16
Lettore 2:
Signore Gesù, ci hai accolti nel tuo cuore e noi abbiamo conosciuto che Dio è amore, bontà, misericordia, tenerezza, compassione. Lasciaci rimanere per sempre nel tuo cuore perché batta all’unisono con il tuo e sia riempito dei tuoi sentimenti. Saremo capaci così di diffondere intorno a noi il profumo del tuo amore
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attraverso gesti concreti di fraternità e di comunione. Breve pausa di silenzio.
Lettore 1:
Il pastore chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Gv 10, 3b-4
Lettore 2:
Signore Gesù, tu ci chiami per nome, perché questo nome lo conosci, da sempre, perché non potresti mai dimenticarlo, cancellarlo dalla tua memoria. Ci hai chiamati per nome e abbiamo riconosciuto la tua voce, perché è una voce che parla direttamente al cuore, che salva, che riempie, che consola, che scuote, che dona energia, che perdona, che inquieta, che sconcerta, che porta a verità, alla verità tutta intera. Ci hai chiamati per nome e noi con gioia ti abbiamo seguito, perché sappiamo che tu tracci un cammino di pienezza, sei la porta della felicità e della vita. Breve pausa di silenzio.
Lettore 3:
Noi siamo il suo popolo, il gregge del suo pascolo. Ognuno di noi è una parte importante del cuore di Cristo. Scriviamo il nostro nome sul foglio di carta e durante il canto deponiamolo nel cesto ai piedi del tabernacolo. Affidiamo noi stessi, la nostra vita al cuore misericordioso del buon Pastore. In piedi.
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Durante il canto, tutti scrivono il proprio nome su un foglio di carta e lo depongono ai piedi del tabernacolo.
Canto: CREATI PER TE Tu ci hai fatti te, nella tua immensità nel tuo grande amore tu, Signore, ci hai creati per te e il nostro cuore non trova pace se Signor, tu non sei qui con noi. Noi ti diamo gloria, diamo gloria a te, Signore, Re del cielo diamo gloria, diamo gloria a te, Signore, Re di ogni cosa sei, Re di ogni cosa sei. Sacerdote:
Signore Gesù, Pastore buono, il tuo cuore è pieno di bontà e di amore verso tutti, donaci la grazia di dimorare in te per sempre e di ricambiare l’amore con il quale ci ami vivendo i nostri giorni nella carità che tu ci hai lasciato come unico e più grande comandamento. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Tutti: Amen. Seduti.
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PRIMO MOMENTO Commento musicale.
Lettore 3:
Al tempo di Gesù le pecore venivano radunate durante la notte e chiuse in un basso recinto fatto di pietre accatastate. Il recinto, normalmente, sorgeva nei pressi del villaggio e radunava le pecore di numerosi proprietari. A turno, poi, questi si alternavano per la veglia della notte: si ponevano nell’unica apertura del recinto di pietre e, seduti, si appoggiavano con la schiena ad uno stupite e con le gambe rannicchiate chiudevano il passaggio: diventavano loro stessi la “porta” del recinto. Impedivano così ai malintenzionati di avvicinarsi. Sul fare del mattino, quando arrivavano i singoli proprietari, bastava una voce per svegliare le proprie pecore che, a questo punto, venivano lasciate passare per andare a pascolare. Avendo ora davanti agli occhi questa immagine capiamo meglio l’allegoria usata da Gesù nel decimo capitolo del Vangelo di Giovanni. Gesù è quel pastore che passa la notte a vegliare, accovacciato all’apertura del recinto di pietre, diventando egli stesso la porta che lascia passare solo chi ha a che fare con le pecore e tiene lontano i nemici, i briganti, i ladri. Lettore 1:
Ascoltate la parola del Signore dal Vangelo secondo Giovanni 10, 1-11
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le
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pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore». Breve riflessione del sacerdote. Silenzio per la riflessione e la preghiera personale. In piedi.
PREGHIERA CORALE Tu, Signore, sei per me colui che mi conosce e mi chiama per nome, colui che muore perché io abbia la vita, colui che mi custodisce e mi alimenta, colui che mi cerca quando io mi allontano. Tu, Signore, sei per me colui che mi resta accanto anche quando tutti mi abbandonano, colui che da sempre mi abita e mi possiede, colui che mi precede e mette le ali al mio cuore, colui che si è affrettato a salire in cielo per prepararmi un posto alla tavola del Regno. Tu, Signore, sei per me
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la strada che conduce, per me che sono sabbia e deserto. la verità, per me che sono errore, la porta, per me che sono senza umane difese, la pace, per me che sono inquietudine e tormento. Tu, Signore, sei per me la guida nel difficile cammino della vita, la luce nelle mie incertezze quotidiane, lo stupore di ogni ora in mezzo alle mie noiose banalità, l’amico che mi sa ascoltare e mi comprende, il fratello primogenito che mi rivela il Padre che mi ama. Canto: IL SIGNORE È IL MIO PASTORE Il Signore è il mio pastore non manco di nulla. Il Signore è il mio pastore non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi guida e rinfranca nel giusto cammino, per amore del suo santo nome. Se dovessi andare in valle oscura, non potrò temere alcun male. Perché, o Signore, tu con me sei sempre, col bastone e il vincastro mi dai pace. Seduti.
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SECONDO MOMENTO Commento musicale.
Lettore 3:
Chi di noi non partirebbe a cercare una pecora perduta per poi caricarsela sulle spalle e tornarsene felici felice all’ovile? Nessuno lo farebbe. Certo, magari qualcuno uscirebbe lamentoso e snervato a cercare la pecora smarrita ma, una volta ritrovata, la caricherebbe di bastonate per sfogare la rabbia! Solo Gesù è capace di tanta generosità, di tanto bene, di tanta dolcezza. Solo Gesù è capace di spalancare il suo cuore nell’accoglienza, solo Gesù. Noi siamo meschini e fragili, non sappiamo gioire per il fratello ritrovato, non sappiamo guardare il lato buono delle cose, non sappiamo gioire come sa gioire il Signore. Domandiamo al Signore di spiegarci lui come si fa’, di aiutarci tu a diventare simili al Padre, misericordiosi. Lettore 2:
Ascoltate la parola del Signore dal Vangelo secondo Luca 15, 3-7
In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».
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Breve riflessione del sacerdote. Silenzio per la riflessione e la preghiera personale. In piedi.
PREGHIERA CORALE Tu ci proponi un criterio molto semplice per distinguere il buon pastore dal mercenario.: é nel momento del pericolo che tutto appare con chiarezza. Il buon pastore affronta il lupo, il mercenario fugge e abbandona il gregge; il buon pastore offre la sua vita, il mercenario pensa solo a se stesso; il buon pastore ha a cuore la sorte delle sue pecore, al mercenario interessa solo il suo guadagno. Così, Gesù, tu ti fai riconoscere: non solo come colui che guida, ma come colui che ama fino a rischiare la propria vita, come colui che conosce ognuno per nome fin nelle pieghe profonde dell’anima, come colui che non si accontenta delle pecore radunate nell’ovile, ma va in cerca delle disperse, desidera raggiungere le più lontane. Per questo, Gesù, è bello lasciarsi condurre da te perché in qualsiasi frangente abbiamo la certezza del tuo amore. Anche quando sbagliamo per stupidità o per debolezza, anche quando ce ne siamo andati sbattendo la porta di casa, anche quando siamo fuggiti il più lontano da te, tu non ci abbandoni al nostro destino,
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tu ci vieni incontro, ci cerchi perché ci vuoi bene. Canto: SIGNORE, SEI TU IL MIO PASTORE Signore, sei tu il mio pastore, conosci il mio nome da sempre come conosci il Padre tuo tu conosci me; mi cerchi se sono smarrita, lontana da te che sei vita, ma se m’incammino per il tuo sentiero tu via sei per me. Signore, sei tu il mio pastore, non manco di nulla, su pascoli erbosi mi fai riposare ad acque tranquille con te. (2 volte) Signore, tu sei porta aperta e se entro in te io verrò accolta con gioia e festa sarà per il mio ritorno a te; per me tu prepari una mensa di gioia e di libertà e nella tua casa resterò per l’eternità. Signore, sei tu il mio pastore ... INTERCESSIONI Sacerdote:
Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre noi siamo afflitti e lontani da lui, egli viene a cercarci come un buon Pastore. Possiamo contare su di lui con la nostra preghiera comune.
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Lettore 4:
Diciamo insieme: Assisti e benedici i tuoi figli, Signore. Pastore eterno, che conduci il tuo gregge ai pascoli della vita, accompagna la tua Chiesa che attraversa i sentieri tortuosi della storia, con amore ti invochiamo. R. Pastore dei pastori, che hai affidato le tue pecore a uomini da te scelti affinché nessuno le strappi dalla tua mano, guarda con amore e benedici il Papa, il nostro vescovo Giovan Battista e i nostri sacerdoti, con amore ti invochiamo. R. Pastore bello, che fai udire ancora oggi la tua voce che chiama per nome, sostieni coloro che stanno cercando di seguirti e di donarsi a te senza riserve nel sacerdozio, con amore ti invochiamo. R. Pastore buono, che fasci la pecora ferita e curi quella malata, consola con la dolcezza del tuo cuore quanti tra noi soffrono nel corpo e nello spirito, con amore ti invochiamo. R. Agnello diventato Pastore, che hai offerto la tua vita sull’altare della croce, insegnaci a saperti offrire ogni istante della nostra vita, con le sue gioie e i suoi dolori, con amore ti invochiamo. R.
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Sacerdote:
Al Padre onnipotente che ci ha donato il Figlio come Pastore ricco di bontà, ci rivolgiamo con la preghiera insegnataci da Gesù. Diciamo insieme: Tutti: Padre nostro ... Sacerdote:
Signore Gesù, nostro Pastore, che per radunare il tuo gregge lacerato e disperso hai donato la tua vita sulla croce, donaci il coraggio di seguirti oltre la porta della passione e della croce, perché possiamo entrare con te nella gioia della Pasqua. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Tutti: Amen. Sacerdote:
Benediciamo il Signore. Tutti: Rendiamo grazie a Dio. Commento musicale. L’assemblea si scioglie.
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