2015 PERIODICO D’INFORMAZIONE EDITO DAL CATAS
ANNO 20 / N. 01 MARZO 2015
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15 in questo numero 04 Il legno nelle costruzioni: il problema del suo contenuto di umidità 11 Codice del consumo: le informazioni per il consumatore 14 IL CATAS entra nel “laboratorio di idee” sul mobile ideato dal Politecnico di Milano 15 Risultati del progetto: VALUTAZIONE DEL “RISCHIO LEGIONELLA” 2014 18 Nasce una norma UNI per la durata dei serramenti di legno verniciati 19 La qualifica dei posatori di pavimenti secondo UNI 11556 21 La formazione nel settore del legno e dell’arredo. E’ iniziato il primo corso per tecnici superiori per il prodotto, il marketing e l’internazionalizzazione 22 Pubblicazioni
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Angelo Speranza
Il legno nelle costruzioni: il problema del suo contenuto di umidità
Il consumo del legno massiccio e dei prodotti da esso derivati nell’edilizia sta registrando un continuo aumento. Ciò sembra dipendere principalmente da una migliore conoscenza delle peculiarità di questo materiale naturale che ha permesso una sua utilizzazione più efficiente. Inoltre, la generale maggior attenzione a una “gestione sostenibile” di tutte le risorse a nostra disposizione ha consentito al legno di assumere una posizione privilegiata nei confronti dei materiali da costruzione alternativi. E’ un materiale molto abbondante e rinnovabile in tempi anche brevi (pioppo, eucalipti) e comunque nell’arco di una generazione. I boschi ben gestiti, i cui tagli non superano gli incrementi, rimangono una fonte inesauribile di materia prima. La deforestazione, che interessa alcuni Paesi in via di sviluppo, è dovuta essenzialmente all’agricoltura intensiva ed al bisogno energetico della popolazione il cui livello di povertà è purtroppo elevato. Anche in queste zone si comincia a capire che la buona gestione del bosco può dare un ottimo reddito. Il legno ha un costo energetico di produzione di fatto trascurabile rispetto ai materiali concorrenti. Rimane un serbatoio dell’anidride carbonica fino a quando non viene bruciato e comunque anche allora il bilancio è in parità. Rispetto a quasi tutti i materiali concorrenti in edilizia, il legno è quello che risente maggiormente dell’umidità. Essendo un materiale fortemente igroscopico e per di più anisotropo, ha grande affinità con l’acqua e l’assorbimento o il rilascio di questa porta a variazioni delle dimensioni non omogenee nelle tre direzioni spaziali. Il suo contenuto di umidità ne influenza anche le proprietà meccaniche e la durabilità. Su questi aspetti vorremmo soffermarci. Contenuto di umidità del legno E’ utile rammentare che quasi sempre vale questa affermazione e il suo inverso: “se variano le dimensioni e le forme di un elemento in legno, allora è variato il suo contenuto di umidità”. L’acqua può essere presente in un pezzo di legno in forma “liquida” o “legata” alle pareti delle cellule. La prima se ne va naturalmente, in modo rapido, una volta abbattuta la pianta qualunque sia il clima (temperatura e umidità relativa dell’aria) in cui il legno è lasciato. La quantità della seconda, che rimane la sola presente al di sotto del valore convenzionale del 30% (punto di saturazione delle fibre - psf1), è in relazione con il clima in cui il legno è sottoposto e le sue variazioni sono lente, dipendendo sostanzialmente dalle dimensioni del pezzo e dalla sua struttura. Queste variazioni sono reversibili, cioè il legno perde umidità in un ambiente secco, la riacquista se posto successivamente in un ambiente con umidità relativa dell’aria più elevata e viceversa. Caratteristica questa importante, per esempio, qualora i rivestimenti interni di un ambiente siano di legno in quanto li rendono molto più salubri: l’umidità dell’aria in eccesso viene assorbita dal legno, che la cede qualora l’ambiente diventi troppo secco. In questo senso si parla di contenuto di umidità del legno in equilibrio con il clima sovrastante. Esiste una correlazione tra la temperatura e l’umidità dell’aria e il contenuto di umidità del legno ovvero l’umidità di equilibrio (vedi figura 1). Da ciò ne consegue che per avere un’umidità di equilibrio al di sotto di certi valori (circa il 14% alle nostre latitudini), si deve procedere con un’essiccazione artificiale del legno (vedi figura 2). Naturalmente questo valore viene raggiunto molto rapidamente in superficie su tutti i legni, più velocemente lungo la direzione assiale (quella dell’asse longitudinale della pianta) rispetto alla direzione trasversale, molto lentamente nello spessore e in modo diverso tra le varie specie, più velocemente in quelle a bassa massa volumica (densità). Cos’è e come si misura il contenuto di umidità del legno. Il contenuto di umidità del legno, espresso percentualmente, è dato dalla massa d’acqua in esso presente rapportato alla massa dello stesso legno anidro, cioè completamente privo di umidità. La sua misura può essere fatta in laboratorio disponendo di un forno e di una bilancia, pesando il provino tal quale (mu), mettendolo in forno a una temperatura leggermente superiore a 100 °C fino a massa costante (m0), essendo questa la massa anidra (UNI EN 13183-1). 1Alcuni 4
autori fissano in 28% il contenuto di umidità del psf, invece del 30%.
Angelo Speranza
Figura 1
Figura 2 5
Angelo Speranza Quindi il contenuto di umidità del legno è dato dall’espressione:
u% =
( mu − m0 ) ⋅100 m0
Operativamente si usano strumenti elettrici che si basano sulle caratteristiche di resistenza (UNI EN 131832) o su quelle dielettriche (UNI EN 13183-3) del campione da misurare. Sostanzialmente la resistenza e la costante dielettrica sono in funzione, oltre che dell’umidità anche della specie legnosa (densità). Sono strumenti affidabili se usati con attenzione e nei campi di misura consigliati, il cui costo può essere inferiore ai 400÷500 euro. La variazione del contenuto di umidità e le variazioni dimensionali del legno Ricordiamo che una volta persa tutta l’acqua libera, il legno si mette in equilibrio con il clima dell’ambiente circostante: perde o acquista umidità a seconda delle condizioni dell’aria che lo circonda. Questo avviene sempre, pur se è necessario molto tempo per raggiungere uno stato di equilibrio completo. Anche i frammenti di legno dei reperti trovati nelle piramidi egiziane contenevano ancora umidità che era in equilibrio con quella dei locali in cui erano custoditi pur essendo trascorsi millenni da quando vi erano stati messi. Ma la perdita o l’aumento del contenuto di umidità, nell’intervallo che va dal punto di saturazione delle fibre al legno assolutamente secco, è accompagnata da, rispettivamente, un ritiro e un rigonfiamento del legno stesso. Poiché, come si è visto, il legno ha comportamenti differenti a seconda della direzione che si considera, anche i suoi movimenti sono differenti secondo le tre principali dire-zioni: longitudinale, tangenziale e radiale (vedi figura 3).
Figura 3 Longitudinalmente i movimenti si possono considerare trascurabili, salvo che i tessuti non siano anomali (legno giovanile e legno di reazione, per esempio). Tangenzialmente sono i più elevati, radialmente di minore entità rispetto alla direzione tangenziale. Quindi i movimenti del legno sono un fenomeno naturale al quale non si può porre rimedio se non con particolari trattamenti. L’entità di questi movimenti e il rapporto tra il movimento nella direzione tangenziale e quello nella direzione radiale dipendono dalla specie legnosa. 6
Angelo Speranza Se si considera una rotella di legno (sezione trasversale del tronco), nella quale si vanno a ricavare degli elementi di sezione con forme geometriche differenti e poi si procede alla loro essiccazione, si possono fare le seguenti considerazioni (vedi figura 4):
Figura 4
- l’elemento a sezione rettangolare, ricavato alla periferia della rotella si deformerà (imbarcherà) con la concavità verso la parte esterna in quanto il ritiro sarà maggiore su quella faccia per la presenza di una maggiore umidità degli strati vicini all’alburno; - l’elemento a sezione quadrata ricavato vicino alla corteccia diventerà, una volta essiccato, di sezione romboidale in quanto il ritiro in direzione tangenziale (tangente agli anelli di accrescimento) sarà maggiore che nella direzione a questa perpendicolare (radiale); - per lo stesso motivo una sezione circolare diventa ovale; - invece gli elementi a sezione rettangolare, ricavati con il loro asse che passa per il midollo, saranno gli unici che rimarranno con la geometria pressoché identica. In essi la direzione tangenziale corrisponde al lato corto del rettangolo; in questa direzione il ritiro è più elevato ma, in assoluto, è piccolo proprio perché è tale la dimensione iniziale. Se si riporta nell’ascissa di un grafico il contenuto percentuale di umidità del legno e in ordinata il ritiro o il rigonfiamento, sempre in percentuale, possiamo notare che, fino al raggiungimento del contenuto di umidità corrispondente al punto di saturazione, tutte le specie legnose mostrano una linea orizzontale con un ginocchio corrispondente appunto al psf (circa il 30%) per poi scendere rapidamente fino allo zero.
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Angelo Speranza
Figura 5
Figura 6
Le tre curve, che si possono tracciare per ogni legno, rappresentano il ritiro volumetrico, quello tangenziale, quello radiale e il ritiro longitudinale o assiale (vedi figura 5). Il ritiro volumetrico può essere considerato, in prima approssimazione, come la sommatoria degli altri tre e fornisce un’indicazione della perdita di volume che un pezzo di legno subisce naturalmente in seguito alla sua essiccazione. Se prendiamo il caso del legno di faggio (vedi figura 6), esso ha un ritiro volumetrico di circa il 20%; ciò starebbe a significare che un metro cubo di legno di faggio verde, se essiccato fino allo 0%, perderebbe il 20% del suo volume che quindi diventerebbe di 0,800 m3. Poiché vi è proporzionalità tra umidità del legno e ritiro, questo calcolo lo potremo fare facilmente anche fermandoci a umidità più alte, corrispondenti all’uso, e considerando, convenzionalmente, che il contenuto di umidità del legno nel psf sia del 30%. Allora, lo stesso metro cubo, essiccato al 10% di umidità, perderebbe “solamente” (30-10) • 20/30 = 13,3% del suo volume, cioè diventerebbe di 0,867 m3. Il rapporto tra il ritiro totale (volumetrico, tangenziale o radiale) e il contenuto di umidità convenzionale o reale del punto di saturazione delle fibre è chiamato ritiro unitario ed è espresso in % per ogni variazione percentuale del contenuto di umidità del legno. 8
Angelo Speranza
Figura 7 Nelle tabelle riportate da vari testi di tecnologia del legno si trovano i ritiri assoluti (da verde ad anidro), quelli unitari (per ogni punto percentuale di variazione) e, in alcuni casi, quelli corrispondenti al legno in equilibrio in determinate condizioni di umidità relativa dell’aria a temperatura ambiente (un esempio è riportato nella figura 7). Inoltre, spesso si riportano anche i rapporti tra il ritiro tangenziale e radiale. Infatti, per valutare i movimenti del legno non sono importanti solamente i valori assoluti, ma anche il rapporto tra i ritiri nelle due direzioni: tanto è più prossimo all’unità tanto meno il legno si deformerà. Un rapporto elevato è la causa delle rotture a V delle sezioni trasversali, rotture che sono naturali e inevitabili in queste situazioni.
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Angelo Speranza Per concludere queste note tornando al titolo, è determinante, per un corretto utilizzo del legno anche nelle costruzioni, la conoscenza degli effetti del rapporto legno/umidità. Nella figura 8 sono indicati i contenuti di umidità consigliati a seconda degli utilizzi del legno. Così si potrà prevedere che il legno possa variare le sue dimensioni in funzione della modifica del suo contenuto di umidità dovuta al clima in cui il manufatto è posto senza provocare danni e, non ultimo per importanza, evitare la formazione di ristagni di acqua/umidità, dovuti alla mancata areazione, ad altre carenze progettuali e/o al contatto prolungato con materiali/suolo/pareti umide, situazioni che ne provocano il rapido degrado.
Figura 8
Bibliografia Quaderni vari, CTBA F Documentazione varia, FIRA UK Villiere, Séchage des bois, Dunod F Wood Handbook, US Forest Products Laboratory Documentation Bois, Tome 1 - Lignum CH G. Weugert, The wood doctor’s Rx B. Hoadley, Understanding Wood A. Speranza, Legno & Umidità, CATAS Roberto Zanuttini, Nicola Macchione, Stefano Berti e altri: Legno, materiale rinnovabile, pubblicazione Otto Suchsland, Ritiro e rigonfiamento del legno: abecedario pratico di tecnologia, traduzione a cura di A. Speranza, edito da CATAS 10
Codice del consumo: le informazioni per il consumatore
Andrea Giavon
Più volte abbiamo scritto su queste pagine articoli riguardanti il Codice del Consumo. In questo articolo tratteremo uno degli aspetti che sta diventando cruciale nella vendita dei prodotti di consumo e cioè la cosidetta “scheda prodotto”. Ricordiamo brevemente i contenuti del codice. Legislazione citata Il D.Lgs 206 (la prima pubblicazione è del 2005!) riunisce 21 D.Lgs, 4 leggi, 2 D.P.R. e 1 regolamento di attuazione, tra i quali quelli di nostro interesse sono: - Direttiva 85/374 - Responsabilità per danno da prodotti difettosi - Direttiva 97/55 - Pubblicità ingannevole - Direttiva1999/44 - Vendita e garanzie di consumo - 2001/95 - Sicurezza generale dei prodotti - Legge 10/04/1991 n. 126 - Informazioni del consumatore - Decreto 19/01/1990 n. 20 - L’elenco delle associazioni dei consumatori e degli utenti rappresentative a livello nazionale Ai fini della scheda prodotto o informazioni al consumatore, il Decreto Legislativo 206 abroga i seguenti documenti: - Legge n. 126 del 10 aprile 1991 “Norme per l’informazione del consumatore” - Decreto Ministero Industria n. 101 del 8 febbraio 1997 “Regolamento di attuazione della legge 10 aprile 1991 n. 126 recante norme per l’informazione del consumatore” - Circolare Ministero Attività Produttive n. 1 del 3 agosto 2004 “Indicazioni per la compilazione e la distribuzione della scheda identificativa dei prodotti in legno e del settore legno-arredo” Molti ricorderanno la legge n. 126 che istituiva la “scheda prodotto” e tutta l’enorme attenzione che il mondo dell’arredo gli riservarono con convegni, seminari, dibattiti, guide esplicative e che ebbero una conferma legislativa nel 2004 con la Circolare del Ministero relativa appunto ai prodotti d’arredo. Nel 2005 il Codice del consumo riassunse tutto in un unico atto legislativo. Ribadiamo subito il fatto che la scheda prodotto (o meglio le informazioni al consumatore) è un obbligo solo nei confronti del cittadino privato quando acquista al di fuori della sua eventuale attività professionale. Vediamo ora in dettaglio che cosa il Codice richiede come informazioni sul prodotto. La Parte II “Educazione, informazione, pratiche commerciali, pubblicità” è estremamente importante poiché sancisce importanti punti che definiscono le responsabilità di tutti gli attori che sono coinvolti nelle attività dei prodotti: consumatori, produttori, soggetti pubblici e privati che si occupino di formazione e informazione e, non ultimi, chi si occupa di pubblicità, definendo obblighi, diritti e sanzioni. Già all’inizio di questa parte viene affermato chiaramente che la sicurezza, la composizione e la qualità dei prodotti sono il principale obbligo d’informazione al consumatore. Tra i primi articoli della Parte II troviamo le disposizioni per quanto riguarda le modalità delle informazioni che devono essere fornite: - Contenuto minimo delle informazioni (art. 6) - Modalità di indicazione (art. 7) - Ambito di applicazione (art. 8) - Indicazioni in lingua italiana (art. 9) - Divieti di commercializzazione (art. 11) - Sanzioni (art. 12)
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Andrea Giavon Vediamo ora che cosa recita l’art. 6. I prodotti o le confezioni dei prodotti destinati al consumatore, commercializzati sul territorio nazionale, riportano, chiaramente visibili e leggibili, almeno le indicazioni relative: a) alla denominazione legale o merceologica del prodotto; b) al nome o ragione sociale o marchio e alla sede legale del produttore o di un importatore stabilito nell’Unione Europea; c) al Paese di origine se situato fuori dell’Unione Europea; d) all’eventuale presenza di materiali o sostanze che possono arrecare danno all’uomo, alle cose o all’ambiente; e) ai materiali impiegati e ai metodi di lavorazione ove questi siano determinanti per la qualità o le caratteristiche merceologiche del prodotto; f) alle istruzioni, alle eventuali precauzioni e alla destinazione d’uso, ove utili ai fini di fruizione e sicurezza del prodotto. I primi tre punti sono chiari e non necessitano di commenti particolari. I tre rimanenti meritano una riflessione che va oltre questo articolo (ne parliamo in un corso?, si aspettano opinioni), ma comunque tenteremo lo stesso di dare alcuni spunti. La segnalazione di sostanze dannose è senza dubbio la più controversa in quanto, se da una parte sembrerebbe permettere la presenza di tutto purché lo si segnali, dall’altra richiede in modo forse troppo generico d’indicare la presenza di ogni cosa potenzialmente pericolosa. Se questo problema è talvolta serio per alcuni prodotti al consumo, nel caso del mobile la questione può essere disciplinata senza drammi. Prima di tutto dobbiamo tenere bene in mente che quanto regolato da altre legislazioni deve in ogni caso essere soddisfatto (per esempio la formaldeide). Per quanto non rientrante in questi casi, ritengo che valga la pena fare una riflessione sui seguenti punti: - preservanti e biocidi né il legno per mobili per esterno; - metalli pesanti nelle finiture dei mobili; - emissioni possibili dalle finiture a base di prodotti vernicianti. La materia su questo delicato argomento è in evoluzione e ci sono altri esempi (vedi presenza di pentaclorofenolo nei pavimenti di legno o il California Proposition 65) per i quali una riflessione debba essere fatta. La dichiarazione dei materiali e dei processi, quando sono determinanti per le caratteristiche merceologiche dei materiali, richiede che ci sia chiarezza nelle affermazioni in modo da evitare che il consumatore confonda o pensi che, per esempio, un mobile in pannello impiallacciato con tranciato di legno sia di legno massiccio o che un materiale di finitura (caso dei laminati plastici) non sia definito in modo corretto e induca a presumere (se non dichiarate) prestazioni che non ha. Altro aspetto importante a questo riguardo sta anche nel fatto di non utilizzare termini ambigui (atossico, ecologico, ecc.) che non dicono nulla e che non hanno riscontro tecnico nè scientifico da nessuna parte. La cosa migliore è quella di utilizzare, laddove possibile, termini e definizioni riportate dalle norme di riferimento. Le istruzioni d’uso e le avvertenze sono facilmente desumibili dalle norme di prodotto e, alla data attuale, tutte le tipologie più comuni di arredo contengono un punto specifico che tratta questo aspetto. L’argomento è sempre aperto e in costante evoluzione e ad ogni revisione viene modificato e migliorato proprio per tener conto delle cresciute e crescenti richieste dei consumatori e, di conseguenza, della legislazione a difesa di tali diritti. Per rendere più facilmente comprensibile quanto sopra descritto, penso che sia utile fare un esempio che illustri quanto richiesto dal Codice del Consumo.
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Andrea Giavon SCHEDA PRODOTTO In ottemperanza al D.Lgs. 6 settembre 2005 n. 206 “CODICE DEL CONSUMO” IMPORTANTE, CONSERVARE PER FUTURI RIFERIMENTI: LEGGERE ATTENTAMENTE PRODUTTORE Nome Ragione sociale Indirizzo DESTINAZIONE D’USO DEI PRODOTTI: domestico DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ E1 Nome Ditta dichiara che i mobili della collezione ABC sono realizzati con pannelli a base di legno aventi un rilascio di formaldeide conformi alla classe E1 secondo il Decreto 10/10/2008 del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Le finiture delle parti del mobile hanno un contenuto di metalli pesanti conforme ai valori elencati nella norma EN 71-3. MOBILI CONTENITORI E PARETE LIBRERIA Struttura: fianchi, coperchi, fondi, ripiani, realizzati con pannelli derivati dal legno rivestiti in carta stampata ad imitazione legno o colorata ed impregnata con resina melaminica. Giunzioni: Schienali: Ante: AVVERTENZA! Possono essere appesi alla parete solo le mensole ed i pensili appositamente progettati per questo scopo. Non appendere alla parete mobili non predisposti per questo scopo. Il montaggio delle mensole e dei pensili dev’essere eseguito da persona esperta; per l’installazione utilizzare tasselli adeguati al tipo di parete (mattoni, cartongesso, ecc.). Non sovraccaricare: carico massimo 0,65 kg/dm2 (per esempio max xyz kg per mensola da yyymm). Accertarsi periodicamente che gli agganci alla parete siano opportunamente fissati e serrati. PULIZIA Per la pulizia delle superfici utilizzare un panno pulito e inumidito con detergenti a base di alcool o detergenti liquidi diluiti con acqua. Asciugare bene con un panno morbido. Non utilizzare prodotti abrasivi o a base di solventi (per esempio acetone) in particolare sulle superfici verniciate (potrebbero danneggiarsi) e sui bordi (potrebbero danneggiarsi o staccarsi). Evitare inoltre la pulizia delle superfici con il vapore. SMALTIMENTO Gli imballaggi sono realizzati in materiali riciclabili: utilizzate i contenitori per la raccolta differenziata della carta e della plastica. Una volta dismesso il prodotto, separare i pannelli e i componenti in legno verniciato dai particolari in metallo, vetro e plastica. Conferire i materiali agli appositi centri di raccolta differenziata.
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Franco Bulian
IL CATAS entra nel “laboratorio di idee” sul mobile ideato dal Politecnico di Milano
Il Laboratorio universitario chiamato “Furniture Concepts for Advanced Fabrication”, ovvero nuovi scenari d’uso e tipologie di prodotto per nuovi modelli di produzione, è stato ideato e realizzato dalla scuola del design del Politecnico di Milano. Come riportato nella presentazione ufficiale di questo evento, l’iniziativa ha come obiettivo l’esplorazione analitica e progettuale delle forme emergenti nella produzione di prodotti del settore furniture che si basano sui nuovi processi integrati (legati alle tecnologie di progettazione e prototipazione) d’ideazione-fabbricazione. Questo potenziale è arricchito da altri elementi che completano il quadro della trasformazione in atto: nuovi ruoli/competenze professionali (designer/impresa), nuovi modelli organizzativi della produzione (catene corte e flessibili integrate), reti di comunicazione che abilitano processi di lavoro collaborativi asincroni, integrazione di tecnologia smart nelle tipologie di artefatti tradizionali, attitudine alla sperimentazione concreta (tinkering) di processi (e materiali) e soluzioni, nuovi modelli di consumo, nuove piattaforme e canali per la distribuzione di prodotti che generano nuovi mercati specializzati e di nicchia (coda lunga e personalizzazione estrema). Partendo da questo scenario di trasformazione il Laboratorio intende approfondire e ripensare i processi d’innovazione concreta e design che investono l’area del furniture, inteso sia come singoli prodotti che come sistemi d’arredo. Il ruolo del CATAS all’interno di questo “laboratorio” è quello di fornire informazioni e spunti sui materiali impiegati nella produzione dei mobili e sulle esigenze derivanti: dalle prestazioni richieste, dalla sicurezza e dalle norme tecniche che regolano questo settore.
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Risultati del progetto: Gli appartamenti palestraLEGIONELLA” 2014 VALUTAZIONE DEL-“RISCHIO
SaraLorena Zanchiello Riul
INTRODUZIONE Il problema della legionellosi, o malattia del legionario, ha suscitato e continua a suscitare un crescente interesse da parte dei ricercatori, dei responsabili della sanità pubblica ma anche dei gestori di strutture ricettive pubbliche e private, della popolazione in generale e talvolta della Magistratura. La legionellosi, una severa forma di polmonite, è in aumento, non solo perché ora si può diagnosticare con metodi più semplici e rapidi ma anche perché è legata a stili di vita e caratteristiche della popolazione che tendono a favorire e ad amplificare la presenza nell’ambiente del Legionella, microrganismo responsabile della legionellosi, ad aumentare le occasioni di esposizione, a favorirne la trasmissione all’uomo per l’incremento del numero dei soggetti a rischio.
Legionella pneumophila è un germe acquatico opportunistico che trova il suo habitat ideale negli ambienti caldo-umidi, è capace di sopravvivere in condizioni sfavorevoli agli altri germi (temperatura elevata, presenza di biocidi, ecc.) e si moltiplica in nicchie ecologiche particolari. Per questo si ritrova molto spesso, e in concentrazioni elevate, nell’acqua calda sanitaria di case, alberghi, campeggi, centri sportivi, ospedali, case di riposo, oltre che nelle torri di raffreddamento degli impianti di condizionamento di grandi edifici e in ogni situazione in cui l’acqua ristagni a temperatura di almeno 20 °C. Per dare continuità all’attività del 2013, CATAS, come si era ripromesso, ha voluto anche per il 2014 riproporre il progetto finalizzato a valutare la presenza di Legionella pneumophila nelle strutture ricettive della provincia di Udine. Il progetto riprende l’approccio dello studio svolto nel 2013 e ancor prima nel 2007 dall’Azienda Speciale Ambiente della Camera di Commercio, sottoponendo al monitoraggio volontario e gratuito una ventina di strutture ricettive con prelievi e analisi di controllo secondo le Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi e le Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turisticoricettive e termali (G.U. n. 103 del 05/05/2000 e G.U. n. 28 del 04/02/2005). MATERIALI E METODI Lo studio ha preso in esame 20 strutture della provincia di Udine, in particolare alberghi ma anche case di riposo e strutture sanitarie. I campioni di acqua sanitaria sono stati prelevati, solitamente dalle docce, con le modalità indicate dalle Linee guida del 2000, individuando le utenze ritenute maggiormente a rischio. Per il prelievo istantaneo, l’acqua è stata prelevata immediatamente all’apertura del rubinetto mentre per il prelievo quantitativo (o dopo flussaggio) l’acqua calda è stata fatta scorrere fino al raggiungimento di una temperatura costante, rilevata con un termometro digitale. In entrambi i casi è stato prelevato 1 litro d’acqua in contenitore sterile. I campioni sono stati processati in laboratorio secondo la norma ISO 11731:1998. 15
Lorena Franco Riul Bulian
Il CATAS tra internazionalizzazione, innovazione e realtà quotidiana
RISULTATI DELLO STUDIO CONDOTTO DAL CATAS I risultati evidenziano che delle 20 strutture prese in esame, 9 presentano una quantità di Legionella inferiore alle 100 cellule per litro di acqua (UFC/l), concentrazione questa indicata dalle Linee Guida come il limite al di sotto del quale la probabilità di infezione è estremamente bassa. Nelle 11 strutture in cui è stata rilevata la presenza del batterio, le quantità vanno da poche centinaia ad oltre 10.000 cellule per litro d’acqua (UFC/l).
Considerando ora i 54 campioni di acqua sanitaria prelevati nelle diverse strutture: - il 63% presenta concentrazioni uguali o inferiori a 100 UFC/l, considerati pertanto negativi; - il 24% presenta concentrazioni comprese tra i 100 e i 1.000 UFC/l, considerati a bassa contaminazione; - nel 13% sono state riscontrate concentrazioni di Legionella che superano le 1.000 per arrivare oltre le 10.000 UFC/l, considerati perciò ad alta contaminazione.
Ricordiamo brevemente, in riferimento alle Linee guida nazionali precedentemente citate, che per concentrazioni di Legionella inferiori a 100 UFC/l non sono previsti interventi da parte del gestore della struttura se non la creazione e il mantenimento di misure di controllo in base ad un’analisi dei rischi redatta ad hoc. Gli interventi invece cambiano in tipologia e frequenza quando la concentrazione del germe aumenta, fino ad arrivare ad un intervento di bonifica di verificata efficacia e alla revisione delle misure di controllo messe in atto per limitare il rischio Legionella (Rif. Tabella n. 1 Linee Guida 2005). 16
Gli appartamenti - palestra
Riul SaraLorena Zanchiello
CONCLUSIONI Dai risultati ottenuti, si evince che: • la percentuale di strutture positive alla presenza del germe è del 55% contro il 40% del 2013; • è leggermente inferiore all’anno scorso la percentuale delle strutture in cui la Legionella è presente in concentrazioni elevate. Accanto a questi dati, alcune considerazioni generali per chi si trova a gestire il controllo della contaminazione da Legionella. E’ infatti importante: - effettuare una corretta analisi dei rischi della struttura; - coinvolgere tutte le figure interessate, dall’idraulico-impiantista al tecnico microbiologo; - verificare la situazione della struttura per individuarne i punti critici; - valutare il rischio per le persone esposte in rapporto alle loro condizioni di salute; - decidere le soluzioni da adottare, tenendo presente che gli interventi di bonifica ambientale non sono sufficienti a tenere sotto controllo il rischio d’infezione, motivo per cui occorre mettere in atto l’attività di prevenzione. Considerata molto positiva l’esperienza del Progetto Legionella di questi anni, CATAS si ripropone di ripeterla nel 2015. Oltre a questa attività CATAS continua ad affiancare le aziende nello sviluppo di misure preventive e di controllo, per mantenersi punto di riferimento di questa problematica sul territorio. Sottolineiamo infatti l’esperienza delle strutture che sono seguite dal nostro Laboratorio in un’azione di sorveglianza e monitoraggio che copre tutto l’arco dell’anno. Abbiamo potuto verificare che tali strutture, attuando un approccio di attenzione verso il “rischio Legionella” e mettendo in atto le opportune procedure di prevenzione con adeguati controlli analitici, stanno mantenendo la presenza di Legionella sotto controllo.
Contatti: dott.ssa Lorena Riul (tel. 0432 747255 – mail:
[email protected])
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Franco Bulian
Nasce una norma UNI per la durata dei serramenti di legno verniciati
La durata di una finestra di legno è sempre stata una questione dibattuta con l’unico risultato, tuttavia, di aver creato sempre meno certezze e molte più perplessità su questi manufatti. La mancanza di chiarezza o comunque di punti di riferimento condivisi ha spesso giocato a favore di materiali concorrenti come il PVC e l’alluminio che negli ultimi anni hanno guadagnato importanti quote di mercato proprio a spese dei serramenti di legno. Anche le innumerevoli e per certi versi controverse garanzie di durata sulle vernici sono forse servite più come strumento di marketing e di concorrenza tra le stesse vernici piuttosto che rappresentare dei validi sostegni al mercato del serramento di legno. Questa disaffezione può essere certamente contrastata utilizzando, in primis, le indubbie e tradizionali qualità del legno per ciò che riguarda la sua sostenibilità da un punto di vista ambientale e il suo aspetto estetico che lo porta a inserirsi in modo gradevole in qualsiasi contesto abitativo ed edilizio. Per sostenere il mercato del serramento di legno, bisogna tuttavia lavorare anche su quello che, a torto o a ragione, è considerato il suo punto debole ovvero la durata nel tempo.Troppo spesso serramenti “fatti male” sono diventati una sorta di pubblicità negativa per il legno e il fatto di essere necessariamente esposti “a vista” li rende immediatamente identificabili e facilmente giudicabili da chiunque. Bisogna a tal proposito considerare anche l’attuale situazione del mercato dove i numeri non riescono più a compensare gli eventuali errori commessi e dove i consumatori finali sono sempre più attenti, preparati ed esigenti. Queste dunque sono state le premesse che hanno spinto il gruppo di lavoro “Finiture” dell’UNI a mettere allo studio una nuova norma che riguarda, per l’appunto, la durata dei serramenti di legno verniciato. Nelle intenzioni di questo gruppo, che afferisce alla commissione Legno, la norma vuole essere un punto di riferimento per la resistenza all’invecchiamento dei serramenti di legno considerando che tale caratteristica dipende da un insieme di fattori legati, non solo alla natura e alla composizione dei materiali utilizzati, ma anche alle caratteristiche progettuali e costruttive adottate per la realizzazione del prodotto finito. Lo schema della norma, preparato nel corso dell’ultima riunione del gruppo di lavoro, prevede di defi18
nire dei requisiti minimi per: - Il legno, sia come caratteristiche di durabilità, sia come “qualità” in riferimento alla presenza di eventuali difetti quali nodi, sacche di resina, ecc. - Le caratteristiche progettuali e costruttive del serramento considerando le raggiature, le inclinazioni, la protezione delle teste, ecc. - Le vernici in riferimento alle intrinseche proprietà di resistenza all’invecchiamento, nonché di efficacia nei confronti delle aggressioni biologiche e degli altri fattori che contribuiscono al degrado di un serramento. - L’applicazione delle vernici, prevedendo delle verifiche degli spessori applicati, dell’adesione al legno e della presenza di bollicine d’aria che possono ridurre, di fatto, l’efficacia protettiva del film di vernice. In conclusione, l’obiettivo generale di questo lavoro normativo è quello di riuscire a definire delle regole comuni e condivise per implementare la durabilità nel tempo dei serramenti di legno verniciati e collocati all’esterno. Certamente, tra i benefici attesi c’è quello di fornire al mercato uno strumento per la commercializzazione e l’acquisto chiaro e trasparente di beni che sono soggetti a fenomeni di degrado, considerata la loro destinazione d’uso, potendo anche essere un riferimento utile in caso di reclami o contestazioni. Un aspetto particolarmente sentito riguarda tuttavia la possibilità che questa norma stabilisca quali siano i fattori che incidono sul degrado di un serramento di legno esposto all’esterno, definendo conseguentemente quali possano essere le strategie più opportune per contrastarli. Questo punto è infatti determinante per una norma che si pone come riferimento su questo tema volendo rappresentare, non solamente “le regole” da adottare e seguire, ma avendo soprattutto l’ambizione di contribuire all’accrescimento della cultura generale sulla costruzione e sulla verniciatura dei serramenti di legno. Al gruppo di lavoro Finiture della commissione Legno partecipano: AIPPL, Akzo Nobel Coatings, Catas, Chimiver Panseri, Federlegno-Arredo, ICA, Ivm Chemicals, Mapei, Sherwin-Williams Italy, Sirca, Studio Borghi, Verinlegno, Vernites, Vinavil.
La qualifica dei posatori di pavimenti secondo UNI 11556
Franco Bulian Attività non regolamentate. Posatori di pavimentazioni e rivestimenti di legno e/o a base di legno. Requisiti di conoscenza, abilità e competenza
Nel 2014 è stata pubblicata la norma UNI 11556 che definisce i requisiti relativi all’attività professionale del posatore di pavimenti di legno. I requisiti indicati nella norma, in termini di conoscenza, abilità e competenza, derivano dai principi specificati dall’European Qualification Framework e consentiranno ai posatori di ottenere una specifica qualifica che sarà riportata nel libretto della formazione personale, conosciuto anche come “patentino”.
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Franco Bulian
L’Associazione Italiana dei Posatori di Pavimenti di Legno (AIPPL) ha organizzato il primo corso formativo per i livelli 1 e 2 in accordo con la norma sopra menzionata. Il corso teorico/pratico si è tenuto nel mese di marzo del 2015 presso il Polo Formativo di Federlegno Arredo a Lentate sul Seveso. Anche il CATAS è stato coinvolto in questo primo evento formativo in particolare per ciò che riguarda la docenza sugli adesivi impiegati nella posa del parquet. Trattandosi di qualifiche basate su più livelli, l’AIPPL ha già previsto l’organizzazione di altri corsi per le qualifiche dei livelli successivi ai primi due. - Livelli 1 e 2: Assistente qualificato alla posa - Livello 3: Posatore qualificato di pavimentazioni prefinite e rivestimenti - Livello 4: Posatore qualificato di pavimentazioni tradizionali prefinite e rivestimenti - Livello 5: Posatore qualificato di pavimentazioni prefinite e rivestimenti con competenze di manutenzione, recupero e restauro conservativo. Per maggiori informazioni su questi corsi è possibile contattare direttamente la segreteria dell’AIPPL (
[email protected]).
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La formazione nel settore del legno e dell’arredo E’ iniziato il primo corso per tecnici superiori per il prodotto, il marketing e l’internazionalizzazione.
Staff CATAS
L’Istituto Tecnico Superiore per lo sviluppo del sistema casa nel Made in Italy “Rosario Messina” ha sviluppato un percorso biennale, parallelo alla formazione universitaria, fortemente orientato all’inserimento nel mondo del lavoro e rispondente al bisogno di figure di alta professionalità direttamente espresso dalle aziende del settore Legno-Arredo.
Il corso, attivato nel 2015, risponde quindi a un’esigenza forte e immediata delle aziende prevedendo la formazione di figure destinate all’ambito commerciale, con una particolare attenzione ai mercati internazionali dove la proposizione del mobile “Made in Italy” può ancora trovare forti spazi di crescita. Il percorso formativo parte da una concezione moderna del marketing che fonda l’attività commerciale su una solida e approfondita base tecnica di conoscenza sui processi di produzione e sui prodotti di questo importante settore dell’economia italiana. Per questi motivi ai tecnici del CATAS è stato affidato un modulo formativo della durata complessiva di 80 ore suddivise nei due anni del corso. Il “modulo CATAS” ha come titolo: Tecnologie dei materiali nella filiera legno-arredo, essendo fortemente orientato a fornire delle conoscenze di base sui materiali e sulle lavorazioni utilizzate nella produzione di mobili e di altri manufatti a base legno.
STRUTTURA DEL CORSO: Due annualità di 900 ore, per un totale di 1800 ore. TITOLO DI STUDIO IN USCITA: Diploma di Tecnico Superiore di V° livello EQF. Per informazioni è possibile rivolgersi a:
[email protected]
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Titolo INCOLLARE IL LEGNO Autore Alberto Bandel Editore CATAS SpA
Il CATAS tra internazionalizzazione, innovazione e realtà quotidiana Libro acquistabile presso il CATAS Prezzo abbonati € 35,00 + IVA Prezzo non abbonati € 45,00 + IVA
Incollare il legno è stato scritto dal dr. Alberto Bandel, uno dei maggiori esperti europei nel settore della tecnologia degli adesivi per legno. Fin dalla sua prima edizione (1994), il testo si è dimostrato un ottima base teorica, ma soprattutto un valido strumento di lavoro per le aziende. Lo stile facile e discorsivo, i numerosi esempi pratici, i grafici e le figure, resi possibili anche dalla collaborazione di Bandel con i tecnici del CATAS (in particolare l’ing. Speranza, il dr. Giavon e il dr. Bulian), lo rendono un manuale di semplice e immediata consultazione. Il libro è suddiviso in tre capitoli (Gli adesivi nell’industria del legno - I materiali nell’industria del legno - Le tecnologie di incollaggio) contenenti a loro volta numerosi paragrafi sui temi che coinvolgono sia le materie prime che i processi di lavorazione.
Titolo LEGNO & UMIDITÀ Autore Angelo Speranza Editore CATAS SpA
Libro acquistabile presso il CATAS Prezzo abbonati € 25,00 + IVA Prezzo non abbonati € 32,50 + IVA
Legno & Umidità raccoglie in un unico volume, di facile ed immediata consultazione, formule, tabelle, grafici ed informazioni utili agli operatori del settore legno-arredo. Gli argomenti trattati riguardano: il rapporto tra il legno e l’umidità relativa dell’aria che lo circonda, il contenuto di umidità di equilibrio del legno, la sua misura, i movimenti del legno, stagionatura ed essiccazione, il contenuto di umidità del legno e dei suoi effetti sull’incollaggio e sulla verniciatura. Naturalmente tutto ciò illustrato non in forma discorsiva ma solo tramite tabelle e grafici. La forma editoriale rende il manuale uno strumento di lavoro molto pratico da consultare. È insomma una pubblicazione che ogni tecnico di settore dovrebbe tenere sulla propria scrivania per cercare di dare una risposta ai problemi quotidiani legati al rapporto legno/umidità, facendo nascere l’interesse ad approfondire i temi che gli vengono prospettati, migliorando così le proprie conoscenze professionali.
Titolo RIGONFIAMENTO E RITIRO DEL LEGNO ABBECEDARIO PRATICO DI TECNOLOGIA Autore Otto Suchsland Traduzione a cura di Angelo Speranza Editore CATAS SpA
Libro acquistabile presso il CATAS Prezzo abbonati € 50,00 + IVA Prezzo non abbonati € 60,00 + IVA
Il libro, scritto da Otto Suchsland, professore emerito del dipartimento di silvicoltura dell’Università statale dello Stato del Michigan, affronta i concetti fondamentali del rigonfiamento e del ritiro del legno massiccio e dei prodotti compositi a base di legno rappresentando una inestimabile guida per la progettazione, la produzione e l’uso di questi prodotti. Questa pubblicazione è un manuale di riferimento che dovrebbe essere presente sugli scaffali di ogni impresa che utilizza il legno come materia prima ed in ogni aula in cui si insegnano i fondamenti di tecnologia del legno.
Titolo LA STRUTTURA TRIDIMENSIONALE DEL LEGNO Studio mediante il microscopio elettronico a scansione Autori B.A. Meylan e B.G. Butterfield Libro acquistabile presso il CATAS Traduzione a cura di Angelo Speranza Prezzo abbonati € 25,00+ IVA Editore CATAS SpA Prezzo non abbonati € 32,50 + IVA Il lettore deve solo sfogliare poche pagine per apprezzare la superba qualità delle immagini realizzate con il microscopio elettronico a scansione che rappresentano la base di questo libro. Gli argomenti trattati includono: pareti delle cellule, distribuzione ed esempi di punteggiature, placche di perforazione, struttura dei raggi, parenchima assiale, anelli di accrescimento, distribuzione dei vasi, canali resiniferi e legni di Angiosperme e Gimnosperme. Le fotografie riguardanti ciascun argomento sono precedute da un testo succinto ed un breve elenco di testi bibliografici, suggeriti per un eventuale approfondimento dei temi qui trattati.
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Gli appartamenti - palestra Titolo LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI COMPOSTI ORGANICI VOLATILI NEL SETTORE LEGNO-ARREDO Libro acquistabile presso il CATAS Autori F. Bulian e M. Tiberio Prezzo abbonati € 15,00 + IVA Editore CATAS SpA Prezzo non abbonati € 20,00 + IVA
Sara Zanchiello
Lo studio approfondisce le modalità di adeguamento delle aziende che effettuano operazioni di verniciatura di manufatti in legno (tavoli, mobili, antine, letti, serramenti, cornici, pavimenti e sedie), alla legislazione vigente in materia di emissione in atmosfera di solventi organici volatili. La ricerca è stata condotta in collaborazione con vari soggetti quali l’Area di Ricerca di Trieste, le Università di Udine, Trieste e Padova, aziende produttrici di impianti, aziende produttrici di prodotti vernicianti, consulenti e associazioni di categoria. Il prezioso e qualificato apporto di tutti questi soggetti ha contribuito a realizzare un lavoro ricco di contenuti con risvolti anche prettamente pratici. L’auspicio è che questo lavoro possa rappresentare un’utile guida per consentire alle aziende, soprattutto quelle di piccole dimensioni, di individuare e personalizzare la strada di miglioramento più adeguata alle proprie esigenze.
Titolo VERNICIARE IL LEGNO Autore Franco Bulian Editore Hoepli
Reperibilità: librerie specializzate o sito www.hoepli.it Prezzo di copertina € 32,00
Il volume scritto dal Vicedirettore del CATAS, il dott. Franco Bulian, affronta la complessa materia di come sono fatti e come funzionano i prodotti vernicianti per il legno e intende essere una base scientifica per tutti coloro che a vario titolo sono coinvolti nel processo della verniciatura del legno, un punto di riferimento al quale ricondursi per cercare di comprendere la continua evoluzione di prodotti e tecnologie. Partendo dall’analisi dei supporti (legno e pannelli) e dei rivestimenti (piallacci, carte impregnate ecc.), vengono poi presi in considerazione gli ingredienti che compongono i prodotti impiegati per i vari trattamenti, i criteri alla base della loro formulazione e classificazione, e gli aspetti più prettamente operativi quali l’applicazione e l’essiccazione, tenendo presenti le diverse esigenze di tre distinti settori produttivi - pavimenti, mobili e serramenti - e offrendo, per ciascuno di essi, alcuni casi pratici. Chiude l’opera un’interessante appendice dedicata ai difetti e ai problemi più comuni legati alla verniciatura del legno.
Titolo Il Parquet. Dal progetto alla posa in opera Autori Vari Editore Federlegno
Reperibilità: Federlegno (segreteria Edilegno)
Il manuale, alla cui stesura hanno collaborato anche i tecnici del CATAS, vuole rappresentare un riferimento aggiornato e completo per tutti i professionisti che operano nel settore e soprattutto per i posatori, le imprese, i progettisti, i tecnici e i prescrittori. La pubblicazione tratta svariati argomenti che riguardano le caratteristiche della materia prima legno, i criteri generali di progettazione di una pavimentazione, le modalità di posa, le attrezzature, i materiali complementari e anche alcune specifiche applicazioni quali le pavimentazioni per esterni e quelle destinate agli impianti sportivi. Oltre agli argomenti più tecnici, il libro considera anche il quadro normativo di interesse per le pavimentazioni di legno ed in maniera specifica la marcatura CE. Le tematiche trattate sono arricchite da svariate informazioni tecniche e suggerimenti operativi, utili a tutte le tipologie di operatori. La metodologia di esposizione analizza, fase per fase, i vari momenti differenziandoli in modo preciso con l’ausilio di immagini, grafici, tabelle e schede affinché la consultazione risulti agile e di immediata comprensione, così come si conviene a un manuale operativo. Una sezione molto importante è dedicata all’approfondimento degli oneri e delle responsabilità degli operatori che intervengono nel processo di posa in opera; le figure professionali sono definite nelle loro qualifiche e responsabilità, anche alla luce dei disposti tecnici e legislativi in essere.
Titolo Materiali e tecnologie dell’Industria del Mobile Reperibilità: Autore Franco Bulian librerie specializzate o sito
Editore Editrice Goliardica
www.edizionigoliardiche.it Prezzo di copertina € 22,00
Questo libro, scritto dal Vice-direttore del CATAS, il dott. Franco Bulian, presenta un panorama generale sui principali materiali e sulle tecnologie impiegate per la produzione dei mobili. Si tratta di un testo basilare che descrive le caratteristiche e le lavorazioni associate al legno, ai pannelli, ai materiali di rivestimento, ai bordi, agli adesivi e alle vernici. Ogni materiale è inizialmente esaminato per quelle che sono le sue caratteristiche costitutive; in successione sono presentate le sue proprietà, gli impieghi, le lavorazioni specifiche all’interno del settore del mobile e le problematiche, ovvero i difetti a cui può essere più frequentemente soggetto in uso. Con la consapevolezza quindi che uno dei punti di forza per il futuro sviluppo del settore del mobile è quello della “conoscenza”, questa pubblicazione vuole rappresentare un punto di riferimento per tutti coloro che già operano nel mondo dell’arredo sia in ambito tecnico (responsabili e tecnici di produzione) sia commerciale (ufficio acquisti, assistenza, vendita), nonché per coloro che in qualità di consulenti o di periti sono chiamati a fornire informazioni tecniche in quest’ambito. Il libro è ovviamente rivolto anche chi si affaccia per la prima volta a questa realtà industriale essendo stato specificamente concepito come testo di base per gli studenti delle Università degli Istituti Secondari. 23
Gli appartamenti - palestra
www.catas.com
Sara Zanchiello