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MENSILE · ANNO XVII, N. 5-9/2009 · SPED. IN ABB. POST. 45% Art. 2 comma 20/b L. 662/96 Filiale di Napoli
A MILANO INCENTIVI A TUTELA DELLE BOTTEGHE STORICHE PER EVITARE CHE CHIUDANO. E ALTROVE?
Slow Book cibo per la mente Nelle pagine della cronaca di Milano del Corriere stiamo leggendo in questi ultimi giorni di una seria e concreta iniziativa che ha voluto mettere in campo il Sindaco Letizia Moratti: ha creato attraverso una iniziativa dell’Assessore alle Attività Produttive Giovanni Terzi, un fondo di un milione di euro a disposizione delle botteghe storiche per evitare che scompaiono definitivamente dal mercato cittadino. Un bando per le 219 attività doc della Città che prevede un voucher di 5000 euro a sostegno dell’affitto. Una lezione di civiltà! In un periodo quale questo che stiamo vivendo, dove gli ipermercati e le grandi strutture della GDO, la grande distribuzione organizzata, stanno spazzando via le storiche attività commerciali come molte librerie che vivono di scarsi utili pur svolgendo una attività di acculturazione del territorio, un impegno come questo del Comune di Milano arriva a dimostrare che non tutto è perduto. Quando alcuni anni or sono con altri editori provenienti da diverse città italiane pensammo di costituire l’associazione SLOW BOOK per valorizzare il piacere della lettura di qualità seguendo un po’ l’esempio dei successi ottenuti dalla più nota Slow Food, non ci illudevamo di poter avere lo stesso successo. Purtroppo il cibo della mente, come il libro e la lettura, non raccoglie lo stesso interesse del cibo del corpo, come i prodotti della cucina tradizionale che slow food ha tanto meglio di noi valorizzato, ma l’idea di recuperare il piacere della storia anche letteraria ha animato le nostre intenzioni auspicando interventi come quello appena avviato a Milano. Non possiamo che sperare che anche gli altri Comuni d’Italia si interessino a questi temi legati alla storia e tradizione delle Città che rischiano di perdere tasselli fondamentali legati non certo ad una sterile nostalgia, ma soprattutto per la loro funzione sociale e di identificazione delle nostre Città. Diego Guida presidente Associazione nazionale Slow Book - www.slowbook.org
Librai indipendenti: Non siamo tutelati “Caro direttore, qualche giorno fa ho abbassato per l’ultima volta la saracinesca della libreria in corso di Porta Romana, a Milano. Malgrado tutta la buona volontà, per motivi economici e finanziari, era ormai difficile andare avanti. E così, dopo 32 anni, ho cessato l’attività. Al mio posto, in autunno, aprirà una banca”. Inizia così la lettera che Aldo Palazzi, titolare della storica libreria, ha inviato il 26 agosto scorso al Corriere, sottolineando la crisi che sempre più minaccia le librerie indipendenti, schiacciate dalla grande produzione e dalla grande distribuzione, oltre che da internet, dagli affitti onerosi, dalla stretta creditizia: solo a Milano chiudono anche Archivi del ’900, Libreria del Giallo, Mauro di via Rugabella, sopraffatti dalla concorrenza e dagli sconti di catene editoriali e supermercati. “Non siamo tutelati” è la voce unanime dei proprietari di librerie indipendenti, ossia “quel panorama molto variegato di librerie piccole medie e grandi, recenti e storiche, generiche e specialistiche, di quartiere e centrali, che non facendo parte di gruppi e non avendo alle spalle editori contribuiscono alla vita, non solo culturale, della città”. Un grave danno, dunque, per tutta la Penisola, se le piccole librerie – “veri e propri avamposti culturali in un grande deserto senza idee”, come dichiara il titolare della libreria Temporibus illis di Milano – stanno rischiando l’estinzione. D’altronde “se le librerie iniziano a chiudere nella città in cui si legge di più, e non in un paesino di provincia, preoccupiamoci davvero”, come avverte lo scrittore Gianni Biondillo. “Basterebbe avere delle regole, come avviene in altri Paesi, con delle leggi in termini di sconto e di concorrenza e soprattutto farle rispettare” suggerisce il libraio di Porta Romana. Stesse le richieste dei librai di Firenze, Roma, Napoli e Palermo. Perciò a ottobre «faremo una grande manifestazione» propone Marcello Ciccaglioni, referente dei librai romani: «Vogliamo una legge che regolamenti il mercato, come in Francia». In attesa di una legge che regolamenti lo sconto, e garantisca il prezzo fisso nei fatti, come avviene appunto in Francia, Germania e Olanda, si può ricorrere ad altre forme di aiuti e incentivi. Il Comune di Milano, per esempio, ha stanziato un milione per le botteghe storiche (segue a pag. 11)
Associazione Guida:
Mario Condorelli nuovo presidente a pag.3
BiblioNapoliCard è in distribuzione a pag. 13
Mario Guida, Fernanda Pivano, Allen Ginsberg
Pivano: con gli amici scrittori nella Saletta Rossa a Portalba a pag. 11
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Venerdì 11 settembre ore 22 Sala Volpi presentazione del libro di Domenico Monetti
Pasquale Squitieri. Un autore di cinema e non solo... Intervengono l’autore, Pasquale Squitieri, Sergio Toffetti Segue la proiezione del film “Gli invisibili” (Italia, 1988, 96’, v.o. italiano s/t inglese) La prima monografia sul cinema (e non solo) di Pasquale Squitieri. Il volume si avvale di un ricco apparato iconografico, di una lunga conversazione con il regista de I guappi, Il prefetto di ferro e Claretta, di sedici interviste inedite ad alcuni grandi personaggi che hanno contribuito al successo cinematografico e teatrale di Squitieri: Giorgio Albertazzi, Claudia Cardinale, Stefania Casini, Franco Nero, Andrea Crisanti, Ottavia Fusco, Remo Girone, Saverio Marconi, Ennio Morricone, Italo Moscati, Franco Nero, Alfredo Rotella, Lina Sastri, Fabio Testi, Giuseppe Tinelli, Victoria Zinny. Una sezione dal titolo esplicativo Firmato: Pasquale Squitieri raccoglie e seleziona alcuni scritti del cineasta che si è mosso con disinvoltura anche al di fuori dello schermo, scrivendo saggi, articoli, racconti, adoperando per l’occasione la macchina non da presa ma da scrivere. In tale sezione sono presentati in anteprima alcuni frammenti di un’autobiografia che Squitieri sta scrivendo. E ancora: la filmografia cinematografica e televisiva commentata dallo stesso Squitieri e/o da attori, sceneggiatori, del film preso in esame, con un esaustivo apparato di critica italiana ed estera. Chiudono il volume la filmografia dei lavori inediti e dei progetti mai realizzati e la teatrografia. Tutte le diverse sezioni sono arricchite da aneddoti e curiosità, utili testimonianze di una creatività bruciante, magmatica e poliedrica. La prefa-
zione di Lino Iannuzzi, i saggi di Maurizio Cabona e di Valerio Caprara, l'introduzione di Domenico Monetti, curatore del volume, delineano a inizio libro un profilo critico di un artista mai banale, giustamente polemico con la realtà circostante. Tutto ciò ha procurato a Squitieri uno “sciocco e ingiustificabile ostracismo” come scrive giustamente Iannuzzi. “Risulta a tutti gli effetti incredibile la complessiva esiguità degli interventi critici” sottolinea indignato Caprara. E l’assioma Jacopetti-Squitieri, elaborato da
Cabona, come esempi di cineasti emarginati nel cinema italiano non è così paradossale. Eppure essere spettatori di un film di Squitieri significa non solo trovarsi di fronte alla storia italiana raccontata da un regista che piacevolmente indossa le vesti dello storico puntiglioso, ma anche a delle vere e proprie lezioni di cinema in cui si sentono gli echi di Luchino Visconti, Pietro Germi, Ettore Giannini, Vittorio De Sica. (segue a pag. 9)
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Premio Cimitile: un piano di comunicazione integrata per la promozione del territorio In un onirico prisma di soffuse di luci, tra la magica atmosfera di caldi colori e la penombra delle imponenti pietre delle Basiliche paleocristiane, il tempo si è fermato per dare a Cimitile e al suo Premio una nuova concreta possibilità di rilanciare l’amore per la buona lettura, in un rinnovato messaggio di solidarietà e di speranza, solido quanto le pareti di antichissima memoria cristiana che ne facevano da sfondo. Non solo spettacolo. Non solo cultura. Non una comune premiazione quella svoltasi sabato 20 giugno 2009 presso il complesso basilicale paleocristiano di Cimitile. Dopo una settimana di intensa cultura, tra arte, storia, letteratura, filosofia ed educazione alla legalità, con attività che hanno visto la partecipazione di migliaia di persone, tra studenti, intellettuali e personalità del mondo religioso, politico e televisivo, la XIV Edizione Letteraria Nazionale del Premio Cimitile è stata come sempre e forse per certi versi quest’anno più degli altri non solo una seguitissima e straordinaria rassegna letteraria,
lievi della Basilica di San Giovanni. Domenica 14, il convegno “Cicala ed i luoghi di Giordano Bruno” approfondiva e contestualizzava territorialmente il Premio
ma una manifestazione che per la ricchezza di contenuti, di momenti culturali, di personaggi del mondo accademico e dello spettacolo e politico, ha sintetizzato una serie di emozioni, di formazione e di vita condivisa dal comune messaggio di pace, solidarietà e integrazione dei popoli. Il vero e proprio percorso interculturale che ha promosso il valore universale del dialogo e del comune rispetto d’identità e di appartenenza, proprio come ha trasmesso il convegno di apertura dell’intera manifestazione sabato 13 giugno, dal titolo: “Dal sogno di Jonn Lennon a quello di Barack Obama. Il difficile cammino verso la pace dei popoli, oltre la razza, la religione e l’ideologia politica”. Sono state previste, inoltre, come inaugurazione della serata, presso la stessa location, anche la Mostra Antologica di pittura del Maestro Antonio Bertè e la Mostra dei ri-
to più bello”, in cui c’è stata una straordinaria partecipazione studentesca e giovanile che ha ulteriormente arricchita e consolidata la speranza e l’impegno civico di “vivere la legalità come strumento e garanzia di libertà, progresso e solidarietà”. Notevolmente importante è stata anche la presentazione del libro “L’Altra Europa. Per un’antropologia storica del Mezzogiorno d’Italia” di Giuseppe Galasso che ha offerto uno spaccato di riflessione culturale profonda sul Meridione e sulla nostra realtà italiana del Sud. Sulla linea di approfondire il tema del Mezzogiorno è stato presentato un altro autorevole volume: “Bassa Italia. L’antimeridionalismo della sinistra meridionale” di Marco Demarco, sia il primo che quest’ultimo lavoro pubblicato da Guida. È seguito giovedì 18 e venerdì 19 un importante Convegno In-
dandone uno spessore culturale e filosofico interessante. Seguiva il giorno domenica 14 giugno il convegno “Dalla nolana filosofia alla napoletana Scienza Nuova: Bruno e Vico”. Mentre lunedì 15 giugno avveniva la premiazione “Lettura e scrittura creativa: la fiaba più bella, il raccon-
ternazionale di Studi dal titolo “Ipsam Nolam barbari vastaverunt: l’Italia e il Mediterraneo occidentale tra il V sec. e la metà del VI” con autorità del mondo accademico internazionali, un
vero vanto per questa edizione e per chi ha consolidato Cimitile al centro di un’attenzione di studi storici, archeologici e antropologi a livello europeo. In questa occasione, Apis Laborans, Agenzia di Comunicazione Ufficiale del Premio Cimitile 2009, in collaborazione con la “Fondazione Premio Cimitile”, ha esposto alcuni infopoint di promozione culturale e turistica del territorio, previsti nel nuovo piano di comunicazione integrata dell’evento Premio Cimitile 2009 per uno sviluppo sostenibile dell’area nolana: comunicazione e promozione del territorio fanno dell’evento Premio Cimitile uno strumento di polarizzazione turistica e culturale. La serata finale, quindi, del 20 è stata una kermesse straordinaria, unica nelle emozioni vissute e comunicate. Ad aprire la premiazione spettacolo è stato Felice Napolitano, Presidente della Fondazione del Premio, che ha consegnato un premio speciale del noto campanile d’argento ad Enzo Decaro. La serata è stata registrata da un cast televisivo d’eccezione per poter essere nei prossimi giorni trasmessa su circuito televisivo nazionale. A presentare con una bravura inimitabile per naturalezza ed espressività Franco Di Mare ed Arianna Ciampoli, che hanno condotto una serata senza dubbio tra le più belle ed emozionanti di tutte le edizioni precedenti: le premiazioni di ospiti famosi del mondo televisivo nazionale si sono alternate a momenti di riflessione profonda e toccante sui temi della droga, della legalità e dell’amore per se stessi, per la propria terra e cultura. Bravissimi sono stati i tre ospiti d’onore sul palco: Attilio Romita, Rosanna Cancellieri e Arnaldo Colasanti. Tra i premiati: Anto-
nio De Santanna, con la migliore opera inedita di narrativa, dal titolo “Il riflesso della luna sull’acqua” (edito da Guida); Silvana Giacobini, con la migliore opera edita di narrativa, dal titolo “Conosco il tuo segreto”; Antonio Caprarica, con la migliore opera edita di attualità, dal titolo “Gli Italiani la sanno lunga… o no?”; Vittorino Andreoli, con la migliore opera edita di saggistica, dal titolo “Carissimo amico, lettera sulla droga”; Anna Maria Nieddu, con la migliore opera edita sull’arte paleocristiana, dal titolo “La basilica Apostolorum sulla via Appia e l’area cimiteriale circostante”. Premio di giornalismo “Antonio Ravel” è stato consegnato a Maria Concetta Mattei. Tra i presenti, un pubblico nutrito di personalità del mondo della cultura, della politica e della televisione: Ermanno Corsi (Presidente del Comitato Scientifico del Premio), Mario Guida (editore), Elia Alaia (Associazione III Millennio), Vincenzo Fiocchi Nicolai (Direttore dell’Istituto Pontificio di Archeologia cristiana), On. Paolo Russo, On. Franco Malvano, On. Pasquale Sommese, Felice Siciliano (Direttore Generale dell’Istituto per lo sviluppo economico della Regione Campania), Nunzio Provvisiero (sindaco di Cimitile), Geremia Biancardi (sindaco di Nola), Ferdinando Primiano (sindaco di Casamarciano), Paolino Napolitano (sindaco di Comiziano) e molte altre personalità del territorio. A coronare i momenti di spettacolo esibizioni canore d’eccezione, come quella di Katia Ricciarelli, applauditissima e amatissima, insieme alle esibizioni di Sal Da Vinci, reduce da Sanremo, i due ballerini Angela Panico e Alessandro Di Napoli, Maurizio Battista e Franco Fasano, accompagnati da una orchestra di fiati veramente eccellente. La serata, magicamente suggellata dal fascino della location, ha consolidato una mission che fa del Premio Letterario Cimitile un appuntamento inimitabile, unico e straordinario. Si può dire ogni anno sempre più bello, più incisivo, più emozionante, per chi vi partecipa come autore e per chi vi assiste come spettatore. “Vero protagonista”, come ha sottolineato il Presidente del Premio Felice Napolitano in chiusura, “è stato e sarà sempre il pubblico”, caloroso e pienamente coinvolto nella manifestazione e nel messaggio di cui il Premio e la sua Fondazione si fanno promotori. Rosario Cerciello
Ecco il romanzo vincitore del Premio Cimitile 2009 Giacomo, giornalista senza grandi prospettive professionali, dopo aver trovato la sua stabilità spirituale abbracciando la religione buddista, cerca di trovarne la stessa forza nella vita quotidiana. Dopo la dolorosa rottura con Claudia e la morte del suo migliore amico Saro, solo il sorriso di un nuovo incontro riuscirà a dargli un po’ di pace. A sconvolgere Giacomo sarà Marinella, che cambierà totalmente la sua vita. Ma ancora una volta il destino è in agguato e lo metterà di fronte ad un’ultima dura prova. Amore, amicizia, fede e ricerca di sé sono i temi che fanno da sfondo alla storia di un uomo che si scontra con le difficoltà della vita. Il riflesso della luna sull’acqua nasconde qualche spunto autobiografico e rivela tanta voglia di proporre la dimensione quotidiana della consapevolezza e della presenza mentale del buddismo ad una cultura Occidentale ormai degradata ed in cerca di nuovi valori morali e spirituali. Antonio De Santanna, nato a Bari e vissuto ad Ovada nel basso Piemonte, ha ripreso a scrivere, nel 1999, dopo un lunghissimo periodo di silenzio in seguito ad alcuni eventi personali e alla scoperta della dottrina buddista. Il riflesso della luna sull'acqua è l’opera vincitrice del Premio Cimitile 2009 che, arrivato alla sua XXII edizione, è diventato un appuntamento di rilievo nazionale per la cultura e per l’interessante possibilità di scoprire autori inediti. La manifestazione finale della premiazione è puntualmente trasmessa, in prima serata, su Rai Uno condotta da Massimo Giletti. Antonio De Santanna Il riflesso della luna sull’acqua
Collana Orizzonti - Guida pp. 144 euro 11
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Giornalismo e Comunicazione per San Rossore 2010 Dopo la Scienza, la Comunicazione. In chiusura dell’edizione 2009 del meeting internazionale di San Rossore dedicato quest’anno alla Scienza, il presidente della regione Toscana Claudio Martini ha annunciato il tema per il 2010: comunicazione, informazione e Internet. Si andrà ad indagare il mondo dei new media, dagli aspetti culturali e sociali all’ambito di intervento per le istituzioni locali. Ci sarà spazio anche per una riflessione a tutto tondo su una nuova forma di democrazia e sulla rete come mezzo per chi fa informazione. “Ci piacerebbe sentire il direttore di una grande testata internazionale – spiega Martini – ma anche Al Jazeera o i reporter che operano nelle aree difficili del mondo”. In vista della preparazione dell’evento, il presidente della Toscana ha anche invitato i giornalisti a partecipare a “un piccolo brain storning comune”.
Organo dell’Associazione Alfredo Guida Amici del Libro - Onlus
Anno XVII, numero 5-9/2009 ISBN 978-88-6042-699-4 DIRETTORE RESPONSABILE DIEGO GUIDA COORDINAMENTO REDAZIONALE MARY ATTENTO
REG. TRIB. NAPOLI N. 4388 del 30.3.1993
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Amici del Libro: Condorelli presiede l’Associazione Mario Condorelli è il nuovo presidente dell’Associazione Alfredo Guida - Amici del Libro onlus. Associazione che da quasi venti anni, senza scopo di lucro e grazie all’apporto di un nutrito gruppo di giornalisti, docenti, professionisti e studenti, attua un programma di attività ed eventi culturali talmente intenso e apprezzato che è stata riconosciuta, con D.R. 1205, “Associazione culturale di rilevante interesse regionale”, ottenendo per alcuni progetti l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana. Non possiamo esimerci dal tracciare un breve profilo di Mario Condorelli, che è professore ordinario di Medicina Interna all’Università Federico II. Autore di numerosi trattati di cardiologia, medicina interna, endocrinologia, reumatologia ed immunologia clinica. Medaglia d’Oro alla Sanità Pubblica, Medaglia d’Oro per la Cultura. È stato Presidente della Società Italiana di Medicina Interna, di cui è ora Presidente Onorario. È stato presidente del Collegio dei Professori Ordinari di Medicina Interna. È socio delle più importanti Accademie scientifiche e culturali nazionali ed estere. Membro del Comitato Nazionale di Bioetica. È Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica. Attualmente è presidente del Consiglio Superiore di Sanità. Senatore della Repubblica nella IX, X e XI Legislatura eletto nel 1° Collegio di Napoli, è stato vice presidente della Commissione Sanità e membro della Commissione Pubblica Istruzione. Sottosegretario di Stato al Ministero della Sanità Governo Dini. Ha presentato come primo firmatario numerosi disegni di legge in materia della ricerca scientifica, formazione del personale sanitario, riforma universitaria. Dal 2006 è direttore scientifico dell’IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) MultiMedica di Milano. Che significato ha questa nomina per lei, che è ed è stato presi-
dente di varie istituzioni, soprattutto scientifiche? Sono lusingato di essere stato eletto Presidente della Associazione Alfredo Guida - Amici del Libro per la grande stima che ho per questa Associazione, che svolge un’attività importante per la diffusione e la crescita della cultura attraverso l’incentivazione, soprattutto tra i giovani, alla lettura dei libri. Ho inoltre grande ammirazione per la casa editrice Guida che, al contrario di molti gruppi editoriali, considera la cultura un investimento ed un dovere. Aggiungo infine di essere onorato di succedere alla Presidenza della Associazione Guida all’illustre Enzo Giustino, personalità di grande rilievo, molto nota e largamente stimata, di recente nominato presidente del Banco di Napoli.
Quali sono i suoi progetti per l’Associazione? Continuerò nella tradizione della Associazione Guida nelle molteplici attività nella promozione di iniziative volte a fare amare il libro quale strumento indispensabile per la cultura in un’era, come l’attuale, nella quale la lettura elettronica cerca di sostituirsi al libro. Il libro cartaceo rimane il fondamento solido della cultura, indispensabile per l’organizzazione critica del sapere. Il libro supera l’informazione e la notizia che possono essere invece apprese dalle riviste cartacee e dalla lettura elettronica. Mary Attento
l’incipit “In una stretta strada senza sole di Barcellona, viveva, non molto tempo fa, uno di quegli uomini dal volto pallido, dall’occhio cupo, infossato, uno di quegli essere satanici e bizzarri che Hoffmann strappava dalle loro tombe nei suoi sogni. Era Giacomo, il libraio” (Bibliomania di Gustave Flaubert, Mursia 2009)
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leggere è un’impresa di Michele Petrucci*
Nicola Dante Basile New menu Italia La rivoluzione che ha cambiato la tavola degli Italiani
Baldini Castoldi Dalai Se tutti gli esperti convengono che tra i primari effetti dell’attuale crisi finanziaria mondiale c’è il ritorno alla economia reale, molti meno ricordano però che economia reale, in Italia soprattutto, non significa solo manifatturiero ma anche agricoltura. Una riflessione non trascurabile visto che l’Italia nutre maggiori possibilità di superare la crisi rispetto agli altri Paesi più industrializzati anche in virtù delle prospettive di sviluppo del prodotto agroalimentare che, come la moda, è un simbolo prestigioso del made in Italy (tanto da produrre addirittura scadenti imitazioni). Un settore secondo per importanza forse solo al comparto manifatturiero, di cui ripropone anche alcune delle principali caratteristiche, sia in termini di punti di forza (come la qualità e l’eccellenza del prodotto) che in termini di punti di debolezza (frammentazione e incapacità di fare sistema). In uno scenario caratterizzato da globalizzazione spinta il comparto agroalimentare italiano, combinando identità e tradizione dei consumi alimentari con tracciabilità e sostenibilità della filiera produttiva, ha saputo rispondere alle attese di un cliente-consumatore, econsensibile e multiculturale, sempre più avvertito ed esigente che pretende informazioni chiare e trasparenti. Una offerta costituita da prodotti tradizionali lavorati con metodologie locali e da prodotti di eccellenza (cd. Dop) che alle metodologie convenzionali aggiungano il pregio di provenire da zone determinate e molto ristrette e come tali costituiscono patrimonio esclusivo di quei territori di origine, apprezzato anche dai consumatori internazionali, come testimoniano i ritmi significativi dei flussi di esportazione. Sono questi i temi di cui Nicola Dante Basile si occupa sulle pa-
gine de Il Sole 24 Ore e che ritroviamo nel suo “New menu Italia”. Già autore di numerosi libri in cui, da osservatore privilegiato, coniuga analisi socio-culturali con indagini economico-produttive (ha tra l’altro pubblicato “Il vino in Italia tra mercato e immagine”, “Il marchio a una svolta”, “Commercio e grande distribuzione”, “Eurotavola”), Basile in questo suo nuovo lavoro cerca di rispondere alla domanda su come e perché siano cambiati negli ultimi vent’anni i comportamenti alimentari degli italiani. Per farlo studia i mutamenti nella domanda e nell’offerta con riferimenti puntuali, come egli stesso dichiara, a “fatti e azioni portatori di scenari che si susseguono in un continuo divenire quotidiano, scontrandosi con fenomeni di straordinaria eccezionalità. Fatti che lasciano il segno nella composizione della domanda finale e, va da sé, nella struttura dell’offerta dei prodotti alimentari”. Una descrizione ragionata del forte impatto che i mutamenti sociali hanno sulle scelte degli imprenditori del comparto, spingendoli sulla strada dell’innovazione e della ricerca di prodotti in grado di rispondere alle richieste del ‘nuovo’ cliente, un consumatore che ha cambiato stili di vita, comportamenti e il modo di mangiare e bere. Basti pensare ad esempio a come l’aumento significativo dei single ha incrementato il consumo dei ‘piatti pronti’ e del consumo dei pasti fuori casa. Un libro che fa capire con chiarezza come, al di là dei pur importanti benefici di “buon vivere”, il comparto agroalimentare rappresenta un patrimonio del made in Italy e come tale deve essere tutelata attraverso adeguate politiche di sviluppo, prima culturale e poi industriale. Anche per garantire, aggiungiamo noi, che le imprese della filiera non siano più governate, come troppo spesso accade, solo da imprenditori dotati certamente di buona volontà, spirito di iniziativa e conoscenza dei prodotti ma privi di adeguate tecniche gestionali e competenze organizzative. È questo il prerequisito per fare sistema e conseguire quel consolidamento strutturale che unito alla capacità del comparto di valorizzare l’ambiente, nelle sue dimensioni di natura, tradizione e territorio, contribuirebbe a risollevare, prima e meglio, il sistema economico-produttivo italiano.
* ingegnere, esperto di general management, di gestione ed organizzazione aziendale; svolge attività di consulenza di direzione, di formazione universitaria e manageriale, editoriale e pubblicistica
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L’APPREZZATO PITTORE NAPOLETANO ALLA SALETTA ROSSA DI GUIDA PORTALBA
Salvatore Ciaurro, artista del ritratto È dedicato a Mario Guida uno degli ultimi ritratti di Salvatore Ciaurro, un ulteriore banco di prova per questo artista, che ha fatto della figura il punto di forza della sua pittura. La fotografia ha segnato da tempo la fine della ritrattistica, e sono sempre più rari gli artisti che frequentano con successo questo genere, in passato frutto di precise committenze. Eppure il ritratto, ad onta dei tempi e delle conquiste tecnologiche, conserva pressoché immutato il suo fascino, spesso legato non tanto alla qualità della pittura quanto alla
suggestione del personaggio rappresentato. Il che non è estraneo alla scelta operata da Salvatore Ciaurro, preoccupato certamente di individuare personaggi di larghe benemerenze e di sicura popolarità, ma soprattutto dal volto pittoricamente interessante. Sul suo sito (www.ciaurrosalvatore.it, il suo studio è a Napoli in via Simone Martini 42) il pittore evidenzia gli ultimi venti anni della sua carriera “perché mi sembrano quelli più densi di significato nel mio percorso artistico. Sono gli anni in cui ho avvertito la necessità di dipingere per
cicli, necessitàespediente che mi ha permesso di affrontare e sviluppare i temi a me più cari. Sono gli anni della rilettura pittorica di quegli autori che avevano costituito una sorta di mitografia letteraria della mia adolescenza: Pavese (Miti e simboli dell’infanzia) Pasolini (Periferie urbane, Memorie degli anni ‘50) e a ritroso nel tempo fino a Baudelaire (Les fleurs du mal)”. Sono gli anni dell’incontro con Ricardo Nunez e la riscoperta di Garcia Lorca in chiave coreografico-pittorica (Yerma, L'anto por Ignacio Sànchez). Nasce così anche Il Candelaio di Giordano Bruno. Il nuovo millennio si apre con bagliori di guerra e nuove precarietà, il pittore si fa cronista del proprio tempo (Esodo). È di questi ultimi anni il richiamo e il ritorno ai luoghi della sua geografia delle emozioni (Spagna-Portogallo-
Nell’agosto 2009, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, l’Italia ha ospitato la 75° edizione del World Library and information Congress, il congresso mondiale annuale dei bibliotecari organizzato dall’IFLA, International Federation of Library Associations and Institution (www.ifla.org), l’organizzazione che unisce le associazioni professionali nazionali e le principali biblioteche del mondo. Si tratta di un grande successo per le biblioteche italiane: il Congresso IFLA torna nel nostro Paese dopo quarantacinque anni dall’ultima edizione e a ottanta anni dal primo Congresso mondiale di Bibliografia che si svolse proprio in Italia, a Roma, Firenze e Venezia nel giugno 1929. Oltre a essere un importante riconoscimento per il nostro Paese, il Congresso rappresenta una grande opportunità per la promozione culturale, artistica e della ricerca.
A seguito del successo riscosso dalle edizioni 2006, 2007 e 2008, riparte la manifestazione Ottobre, piovono libri, i luoghi della lettura 2009, campagna
promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in stretta sinergia con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, l’Unione delle Province d’Italia e l’Associazione Nazionale Comuni Italiani.
A. GUIDA srl via Port’Alba 20/23 80134 Napoli tel. 081.446377 fax 081.451883
[email protected] direttore: Mario Guida
GUIDA 2 srl via Merliani 118/120 80122 Napoli tel. 081.5560170 fax 081.5785527 direttore: Giuseppe Guida
GUIDA 3 srl AVELLINO corso Vittorio Emanuele 110/h Galleria Magnolia - Avellino tel. e fax 0825.26274 direttore: Mario Barrotta
GUIDA 3 srl BENEVENTO Marocco). Nascono così i paesaggi della memoria (Diario Viaggiante). A un occhio attento non sfuggirà che, nel susseguirsi del tempo, lo stile perde qualche leziosità e acquisisce più sintesi, attraverso un disegno meno descrittivo e un colore frammentato, che meglio si prestano a raccontare un tempo più carico di evanescenze. E di precarietà. m.a.
A Ottobre piovono libri Caccia alle Librerie A Milano il 75° IFLA CONGRESS
I luoghi delle idee
L’obiettivo di Ottobre, piovono libri è coinvolgere il maggior numero di energie, impegnate quotidianamente sul campo per diffondere l’amore per il libro, che per un mese si uniscano in un unico articolato evento che attraversi tutta la Penisola. Per Ottobre, piovono libri l’appello è rivolto a enti, istituzioni, associazioni, biblioteche e, in generale, a tutti coloro che lavorano per promuovere il libro e la lettura sul territorio. La campagna intende, infatti, dare visibilità a tutte le manifestazioni dedicate alla lettura e ai libri che si svolgono sul territorio italiano tra l’1 e il 31 ottobre 2009, nelle sedi più varie (piazze, teatri, scuole, centri per la terza età, strutture ospedaliere, comunità religiose, carceri, ecc.) e nelle forme più diverse (notti bianche letterarie, distribuzione di un libro a tutti i cittadini, book crossing, incontri con autori, cene letterarie, tornei sportivi di ispirazione letteraria, ecc.). L’Ali Confcommercio, membro fondatore del Centro per il libro e la lettura del Ministero, è stata chiamata a collaborare anche per il 2009 allo scopo di diffondere la notizia e contribuire alla migliore riuscita dell’evento. E ha proposto la seconda edizione della “Caccia alle librerie italiane”, manifestazione rivista e rimodulata anche tenendo conto dei suggerimenti giunti a seguito della prima edizione che si è tenuta nell'ottobre 2008. Una vera e propria caccia al tesoro attraverso le librerie, in cui si dovranno individuare le librerie, rispondere a quiz legati al libro e alla lettura, riconoscere titoli di libri. Ai più bravi in ogni città verranno destinati a titolo di liberalità dei libri messi a disposizione dall’Ali. La caccia si svolgerà sabato 31 ottobre 2009.
via F. Flora 15 - Benevento tel. e fax 0824.315764 direttore: Gianluca Barrotta
GUIDA 3 srl CASERTA via Caduti sul Lavoro 41/43 81100 Caserta tel. e fax 0823.351288 direttore: Anna Viro
GUIDA 3 srl SALERNO corso Garibaldi 142/bc tel. e fax 089.254218 direttori: Luca Morra e Rosario Casolaro
GUIDA ARIANO corso Europa 28 83031 Ariano Irpino (AV) tel e fax 0825.827965 direttore: Raimondo Ciccone
GUIDA CAPUA corso Gran Priorato di Malta 25 81043 Capua (CE) tel. e fax 0823.622924 direttore: Giuseppe Bellone
GUIDA NOLA vico Duomo 19 80035 Nola (NA) tel. e fax 081.8214836 direttore: Rosa Barone
GUIDA SORA (FR) via Lucio Gallo 13 03039 Sora (FR) tel. 0776.839075 direttore: Antonella Mollicone
GUIDA FRANCAVILLA via San Giovanni XXIII 2 Francavilla in Sinni (PZ) tel. e fax 0973/577986 direttori: Sara Tessarin e Policarpo Abitante
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LA VALENZA DI UN PROGETTO CULTURALE GIUNTO ALLA X EDIZIONE: LEGGIAMOCI FUORI SCUOLA
Per crescere insieme sull’onda del libri anni per le scuole di Avellino, Caserta, e Salerno, che hanno attivamente partecipato alle edizioni di un'attività che mira, anche secondo le direttive europee di Lisbona sull'istruzione, a potenziare le competenze di base in madre lingua e quelle di creatività ed espressione culturale. Scuola capofila da 2 anni è l’Istituto di Istruzione Superiore dell’Isola d’Ischia. Gli incontri sono in totale 6 all’anno, di cui l’ultimo coinvolge tutte le scuole partecipanti della Regione. La validità, l’efficacia, la ricaduta didattica degli interventi dei vari autori presso il Teatro Trianon di Napoli, la Casina del Principe di Avellino, il Salone dei marmi del Comune di Salerno e all’Auditorium della Provincia di Caserta hanno avuto, nel corso de-
gli anni, risultati persino al di sopra delle aspettative. La possibilità per gli studenti, in collaborazione con i loro docenti, di rendersi protagonisti attraverso le loro creazioni in uno spazio dedicato alla rappresentazione, li ha stimolati non solo ad affrontare la lettura e l’a-
nalisi di testi narrativi di vario genere, ma anche ad affrontare e approfondire un percorso di crescita, che li ha condotti a misurarsi, in modo anche piacevole, con le loro capacità di rivisitare e di appropriarsi in modo personale dei prodotti culturali nazionali del nostro tempo. Il gradimento degli studenti è pari alla valutazione da
parte dei docenti dell’efficacia formativa e cognitiva di questo modo di fare scuola: è stato verificato che la motivazione allo studio e alla partecipazione alle attività didattiche è cresciuta in tutti gli studenti e che i li-
velli di abilità, conoscenza e competenze sono migliorati sia negli allievi meno pronti sia in quelli eccellenti, in uno spirito di condivisione, collaborazione e capacità di lavorare in gruppo, che ha consentito a ciascuno di proporre il suo contributo. Particolarmente rilevanti sono stati gli incontri con autori che incontravano la simpatia pregressa dei giovani (negli anni scorsi sono stati davvero eccezionali gli incontri con Valerio Massimo Manfredi, Federico Moccia e Alessandro Siani), come stimolanti sono state le proposte di incontro con autori a loro ignoti, che presentavano tematiche anche di interesse sociale e di attualità. Il progetto, rendendo gli studenti protagonisti di performance artistiche e teatrali di loro invenzione, sulla base della lettura di libri importanti, è diventato uno snodo, un punto di incontro fra scrittori, strutture istituzionali e culturali delle diverse città campane, fra scuole e famiglie, fra scuole e territorio: le iniziative culturali di istituzioni che lavorano in sinergia manifestano così la possibilità di coinvolgimento della cittadinanza e di apertura alla società, sotto il segno di un progetto formativo che lascia traccia nei singoli e negli enti partecipanti. Per tutte queste ragioni, infatti, la X edizione del Progetto, che si è svolta nel corso dell’anno scolastico 2008-09, ha scelto di fare da cassa di risonanza rispetto alle emergenze ultime della nostra realtà campana, per quella che sembra la scommessa per il futuro: fare prevenzione verso i giovani con un’attenzione speciale alla Legalità è ormai più un imperativo morale che una possibilità formativa per tutte le istituzioni, e in particolare per la scuola. Creare il senso di una comunità civile che cresce insieme, in cui il contributo dei giovani è essenziale, creare il senso di appartenenza alla “cosa” pubblica, tanto che ciò che è il “fuori” diventa “dentro”, mio, che mi riguarda, può partire soltanto dalla presa di coscienza dello stato delle cose e da una riflessione, insieme critica e di cuore, sui fatti e le storie ispirate alla realtà campana, visti attraverso gli occhi degli intellettuali che oggi danno ad essa voce. Ecco perchè la scelta, nel percorso degli incontri previsti nel Progetto, quest’anno ha proposto un itinerario corale con diversi autori napoletani che vedono di Napoli il bello e il brutto, la stereotipia e la specialità, il dolore e l’amore, lo sgomento e l’impotenza, come anche il senso di un riscatto e di una possibilità, oltre il “tempo della camorra e dell’illegalità”, per rivendicare e proporre modelli e rappresentazioni di comportamenti quotidiani e pensieri e parole differenti di una realtà ambientale, sociale, culturale che merita la valorizzazione. Cannavacciuolo con “Le cose accadono” (Cairo), Durante con “Scuorno” (Mondadori), De Luca con “Il giorno prima della felicità” (Feltrinelli), De Silva con “Non avevo capito niente” (Einaudi), Parrella con “Per grazia ricevuta” (minimum fax), Procaccini con “La ninfa dei fiori” (Guida) sono solo gli esempi di autori più immediati del programma svolto, che dipingono immagini di Napoli, come microcosmo nel macrocosmo, e storie dell’anima: valido spunto per condividere un confronto sentito e autentico sul presente umano e sociale della realtà in particolare campana e per aprire lo sguardo necessario verso un futuro differente. Angela Procaccini D.S. Istituto di Istruzione Superiore dell’isola di Ischia
nella pagina, alcune foto degli studenti con Angelo Cannavacciulo e con Erri De Luca
Cosa ne pensano gli Autori È abbastanza consueto e “normale” discutere di libri nelle aule scolastiche. Ma partecipare a una iniziativa come Leggiamoci fuori scuola rappresenta un’esperienza assolutamente particolare, e di qualità decisamente superiore. Perché lì non si tratta soltanto di presentare il proprio libro e, magari, rispondere a qualche domanda più o meno rituale. Si tratta, invece, di confrontarsi con le idee dei ragazzi, con il loro lavoro, con le loro riflessioni suscitate dalla lettura del libro, e cresciute in maniera del tutto autonoma e indipendente, spesso con un fresco slancio creativo, con una piega singolare che può servire anche all’autore per capire meglio quello che ha scritto, e in che modo quello che ha scritto è giunto a destinazione. Frequentando gli incontri di Leggiamoci fuori scuola ho avuto modo di partecipare al lavoro serio che in certe scuole italiane, con la guida di insegnanti volenterosi e appassionati, è ancora possibile svolgere. Ho potuto verificare di persona un “metodo” che mi sembra molto costruttivo, e che si fonda sulla consapevolezza della necessità di far ragionare le persone insegnando loro che la lettura non è di necessità una fatica, ma può essere un piacere e un’occasione di vero arricchimento. A patto che sia un’esperienza di libertà. A patto che sia un rapporto alla pari e non una fredda liturgia di sterile apprendimento di parole altrui. Bisogna che i libri diventino di chi li legge. Bisogna che diventino patrimonio comune. E bisogna che possano favorire la crescita di un pensiero nuovo, e non importa che sia magari in conflitto con il libro che si è letto, purché si tratti di una reazione feconda. Ecco: tutto questo, mi pare che Leggiamoci fuori scuola lo faccia nel modo più semplice e corretto. Per questo mi auguro che questa iniziativa possa continuare ancora a lungo, e che possa coinvolgere il maggior numero di ragazzi. Francesco Durante Per un autore, partecipare (più esattamente: essere ospitato) a Leggiamoci Fuori Scuola, è un’esperienza affettiva. Ti confronti con lettori giovanissimi, che a gruppi ti offrono il loro entusiasmo, le loro intelligenze calde, la loro creatività acerba, restituendoti i tuoi libri come ringiovaniti, ricchi di senso. A volte, non fai altro che stare lì a goderti lo spettacolo. E quando ti arriva una domanda, ti viene da pensare che non ti eri accorto di averlo scritto, un passaggio così intelligente. Diego De Silva Sono ormai anni che come scrittore ho il piacere di partecipare al Progetto Leggiamoci Fuori Scuola, che la Prof. Angela Procaccini e la libreria Guida di Napoli organizzano nelle scuole del territorio campano. Con dedizione e amore, credendo fortemente in quello che dovrebbe essere il concetto imprescindibile alla crescita di una società civile: è solo coltivando i giovani attraverso la scuola che la nostra società potrà migliorare. E gli incontri con gli autori che loro propongono serve proprio a sviluppare il senso critico e l’approfondimento di tematiche sociali e culturali. Durante questi anni ho visto i progressi organizzativi e difficoltà oggettive nel perseguire questo obiettivo fondersi e annullarsi con il grande amore per i giovani. L’attaccamento degli insegnanti a valori educativi e etici e morali, poi, servono da sprono per gli stessi studenti. Inoltre è gratificante per uno scrittore osservare la passione e il modo con cui i giovani rielaborano i testi, proponendo delle loro personali interpretazioni, che a volte sconfinano in tematiche di riflessione a largo raggio. C’è solo da augurarsi che questo ponte educativo tra gli scrittori e gli studenti non si spezzi, ma che venga rafforzato sempre più. Angelo Cannavacciuolo Vengo invitata spesso dalle scuole a incontri con gli studenti. Questa occasione creata da Mario Guida mi sembra che abbia però una marcia in più. in primo luogo il fatto che il posto in cui ci si incontra è un posto ‘altro’ della città, che accoglie e sinergizza idee e sforzi di scrittori, insegnanti e alunni. In secondo luogo l’occasione per i ragazzi di incrociare altre classi favorisce uno scambio prolificicissimo, quasi una gara: davanti a me si sono susseguiti critici letterari, lettori appassionati e performer, tutti dai 14 ai 18 anni che venivano dai luoghi più disparati della Campania. Trovo che concertato in questo modo un percorso di lettura ottenga il suo unico risultato possibile: i ragazzi leggono davvero. Valeria Parrella Leggiamoci fuori scuola costituisce un’esperienza unica di confronto e apprendimento per studenti ed autori. Una sollecitazione per gli uni e per gli altri, in un momento in cui la cultura sembra essere diventata una virtù ac-
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fabulando di Monia Gaita PARLA MARIO MARIANO, PRESIDENTE DEL ROTARY CLUB NAPOLI OVEST, AL TERZO FORUM “CITTÀ NUOVA”
Napoli: lo sviluppo economico nell’ottica mediterranea
Quasi romanzo è forse un lungo racconto antiaccademico e sperimentale, che narra l’amicizia tra Lucio, professore di liceo, e Salvo assicuratore. L’amicizia, che dura sin dai tempi del liceo classico, all’improvviso si interrompe, e forse per sempre, a causa di un evento imprevedibile. Ma ecco che, con altrettanta imprevedibilità, riaffiora e con più profondità di sentimenti, attraverso l’esercizio della lettura e della scrittura. Da questa apparente semplicità compositiva si dipana una vicenda dolorosa che genera situazioni comunicative che procedono con difficoltà, nel tentativo di incontrarsi per comprendersi, mentre sono destinate, invece, ora a perdersi in direzioni diverse, ora a procedere verso la stessa direzione, comunque sempre per poter affermare una loro identità inomologabile. Prende quindi vita Quasi romanzo, costruito attraverso un caleidoscopico intreccio di parole sapientemente mescolate, che fanno coesistere personaggi e narrazioni quasi incompatibili tra loro. Solo il lettore attento riuscirà a districarsi tra il rumore di fondo generato da stili che spaziano da Petronio Arbitro a Laurence Sterne, da Calvino e Nathalie Sarraute a Vikram Chandra e riuscirà a cogliere l’intento dell’autore: la difficoltà di condividere uno spazio comunicativo, che si risolve spesso in una mutilazione testuale che rappresenta la sospensione di ogni possibilità esistenziale rispetto a un qualcosa di inafferrabile che sovrasta tutto e tutti. Pippo Lombardo Quasi Romanzo Con-fine edizioni
Siamo tutti bravissimi ad identificare la cose che non vanno nella nostra città. Meno bravi siamo a proporre cosa fare e come fare per superare l’immobilismo nel quale siamo caduti. Per prima cosa c’è bisogno di un cambiamento di mentalità, bisogna reagire al clima di rassegnazione che regna sovrano in città ed elevare il livello delle nostre pretese nei confronti dell’inefficienza delle istituzioni, non si può non continuare a tollerare, cominciando però a essere d’esempio, non rispondendo all’illegalità diffusa con altrettanto mancato rispetto delle regole, familismo amorale, particolarismo. Dobbiamo superare la nostra manifesta incapacità di vivere all’altezza degli ideali che professiamo. Bisogna poi prendere atto delle enormi potenzialità inespresse in termini di capacità imprenditoriale, patrimonio naturale, paesaggistico, culturale, economico, porti con infrastruttura interportuali, settori industriali di tutto rispetto, realtà artigianali di lunga tradizione, un potenziale turistico immenso, un apparato universitario e cultura di notevole rilievo. Occorre rifuggire da piani globali e perfetti che ipotizzino il meglio del meglio, ma accontentarsi di piani semplici e fattibili purché concretamente attuabili. È importante per innestare lo sviluppo sano fare leva sull’orgoglio della città, condividere gli obiettivi con le forze produttive, non ci può essere sviluppo economico senza coinvolgimento degli imprenditori, non si può edificare senza i costruttori, non si migliora il panorama urbano
senza architetti e senza la partecipazione dei cittadini, non si migliora la vita civile e culturale senza coinvolgere la scuola, gli istituti di cultura e le università. Manca lo spirito d’impresa, manca la volontà di rischiare, manca il pensiero autonomo, la cultura imprenditoriale, al cultura organizzativa. Lo sviluppo del Sud e di Napoli non deve essere la ricorsa di quello del Nord e del resto d’Europa. Napoli deve ripensare il proprio sviluppo con propri ritmi, proprie idee, proprie priorità e tutto deve essere basato sulla propria identità. Quali potranno essere le forze trainanti di questo sviluppo? Nell’epoca del capitalismo cognitivo, saranno l’innovazione tecnologica e la ricerca scientifica, la storia e la tradizione culturale, la creatività, l’arte e la relativa giovinezza della popolazione, l’umiltà dell’organizzazione pratica in cui ricondurre l’università, le istituzioni formative, le persone illuminate. Bisognerà suscitare uno scatto d’orgoglio e coalizzare le sinergie sufficienti a un’inversione di tendenza, una sorta di vera e propria “rivoluzione culturale”. La pubblica amministrazione dovrà essere ricondotta nel suo naturale ruolo di regolatore e controllore delle regole del mercato e di facilitatore infrastrutturale delle iniziative private. Il cambiamento non potrà che partire dall’elite della società e dalla classe dirigente imprenditoriale e professionale improvvisamente destatasi dal lungo sonno. Mario Mariano
EDITORIA D’INCHIESTA Bur Rizzoli: Il capo dei capi, Bolzoni-D’Avanzo Chiarelettere: Se li conosci li eviti, Corrias-Gomez-Travaglio; Toghe rotte, Tinti; Il ritorno del principe, Lodato-Scarpinato Einaudi: Scacco al re, Canepari-Di Cara Feltrinelli: La questua, Maltese Laterza: Il codice Provenzano, Palazzolo-Prestipino Piemme: I faraoni, Forbice-Mazzuca Sperling & Kupfer: Bancarotta, Benetazzo-Parenzo.
I bambini e i giochi Oggi i giochi assomigliano a pietanze raffinate, quintessenziali quadri riempitivi negli opifici della modernità: ristrutturati in elettronica, sbaraccati da strade e vicoli, comodamente sedentarizzati in poltrona a rivoltar la noia di bambini sempre più esigenti e selettivi. È pur vero che nell’antichità si utilizzavano giocattoli simili ai nostri: bambole in avorio, legno e terracotta, trottole, marionette e sonaglini, ma è anche vero che si vivevano maggiormente gli spazi aperti e la capacità inventiva dettata dalla povertà propagava il culto dell’adattamento-appagamento. Il consumismo pervasivo ancora non ramificato, non picchiettava i vetri dell’omologazione e del mortificante rammarico per il mancato acquisto della “res” da tanti posseduta. In breve il divertimento portava il suo fagotto di sana semplicità e pizzicava le corde del raggiunto senza ingenti sforzi economiciattuativi. Ciò che i piccoli ricevevano accendeva i lumi della sorpresa mentre la carta geografica delle opportunità di svago dava ingresso gratuito e presentaneo a una moltitudine allegra e rumorosa. La funzione del gioco è rimasta la stessa: prepararsi con grinta professionale all’ingegneristico gioco dell’età adulta, calzare i guanti d’un ruolo in cui imparare a rispettare regole, confini, presegnali, a sorvegliarsi guardingo le spalle per non scivolare, infliggendo e subendo sconfitte o retrocessioni da cui rialzarsi per infilare l’uscio intelligente di un’uscita. Ma nei giochi i bambini s’additavano in
AD EMMA GIAMMATTEI
astuzie e piccinerie tipiche dei grandi: il ricorso all’inganno diviene pratica frequente per impedirsi d’inghiottire gli spilli d’amarezza d’una perdita insultante. Il gioco poi si sa, dispiega bene tutta una serie di misure interdittive di tensioni e di conflitti, di paure e solitudini per conseguire l’intento educativoespansionistico dell’apertura e del confronto con un’alterità animata o inanimata. Ma anche l’inanimato nell’agogica ludica conserta la sua anima: il bambino dà voce a robot, Barbie, Gormiti e supereroi che insieme a lui fanno da coattori principali in una dinamica d’interazione che apparecchia la lotta tra forze opposte (il bene e il male, la bontà e la cattiveria, l’altruismo e l’egoismo). Personaggi di plastica o celluloide che prendono vita, caricati di valori emozionali e di una propria distintiva, riconoscibile identità comportamentale. Per genitori distratti o impegnati i giochi danno minestre calde d’amicizia, assumono compiti da baby-sitter, articolano periodi limitati d’autonomia enormemente apprezzati da noi mamme. Eppure non dimentichiamo che per i nostri bambini non sono così importanti i giochi, quanto giocare (con qualcuno ovviamente!) La compagnia e l’affetto si rivelano davvero insostituibili: plastica e celluloide non riusciranno mai a soppiantarli. Ce ne accorgiamo perché basta una pentolina, qualche cucchiaio e un po’ d’acqua per tenere felicemente occupato un bambino. I bambini non vogliono i giochi ma vogliono giocare.
IL RICOSCIMENTO SPECIALE
Premio di Cultura Benedetto Croce Il dizionario dei cartoni animati un libro di Daniel V. Simion Composto da oltre 90.000 episodi Animati, in più di 3.000 schede, tutte le serie italiane e straniere che sono passate sul piccolo schermo, grande schermo e circuito commerciale provenienti da tutto il mondo, appassionando nell'arco di cento anni generazioni di piccoli e grandi spettatori. Il volume contiene: i titoli italiani (e quelli originali); i protagonisti (con decine di migliaia di nomi); i produttori (con migliaia di aziende); i registi (con migliaia di nomi); i paesi d'origine; le date di produzione; il numero delle puntate; la durata delle puntate e dei film; la visione consigliata; le trame e gli antefatti; i finali svelati; le curiosità, le note, i record; le biografie dei protagonisti più significativi; i premi, le critiche, i riconoscimenti; le trasposizioni live action; i prequel, gli spin-off; i titoli alternativi; gli elenchi divisi per anno, bonus, genere, paese, produzione, regia, visione; le fiere e i festival nel mondo. Daniel Valentin Simion Il dizionario dei cartoni animati Anton Edizioni, pp. 984 euro 50
vincono Giuseppe Galasso e Rossella Postorino Giuseppe Galasso per la saggistica e Rossella Postorino per la narrativa sono i vincitori dell’edizione 2009 del Premio Nazionale di Cultura Benedetto Croce, istituito dal Comune di Pescasseroli. Galasso succede a Giorgio Napolitano (2006), Claudio Magris (2007) e Giovanni Sartori (2008). Rossella Postorino a Antonio Pascale (2006), Mariolina Venezia (2007) ed Elisabetta Rasy (2008). La giornata conclusiva del Premio Croce si è svolta sabato 1° agosto a Pescasseroli. Teatro della manifestazione la Piazza adiacente Palazzo Sipari, storica residenza della famiglia Croce a Pescasseroli: un luogo dove si respira ancora l’aria che parla del pensiero e della vita del filosofo, dei suoi indelebili legami con la terra d’Abruzzo. È stato inoltre assegnato il riconoscimento e la menzione speciale alla studiosa Emma Giammattei, per l’opera “I dintorni di Croce. Figure e corrispondenze”, Guida 2009. La manifestazione della consegna dei premi è stata coordinata da Dacia Maraini e presieduta dal Presidente della Giuria del Premio, il professor Natalino Irti.
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LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEEEI Walter Peruzzi Cattolicesimo reale Attraverso i testi della Bibbia, dei papi, dei dottori della chiesa, dei concili Odradek Edizioni pp. 524 euro 32 Il papato attuale sta portando a una sempre più marcata contrapposizione tra laicismo e quello che Walter Peruzzi chiama il “Cattolicesimo reale”: è il titolo di un suo recente libro (Odradek Editori), che fu presentato il 21 aprile 2009 nella sede della Libreria Guida a Port’Alba. La presentazione fu occasione per un confronto, moderato da colui che scrive, tra due studiosi molto noti a Napoli: il prof. Pasquale Colella, giurista, tra l’altro direttore della prestigiosa rivista di ispirazione cattolica “Il tetto”; e il prof. Aldo Masullo, filosofo, autore di numerosi libri, fra i quali l’ultimo è Napoli siccome immobile. Il libro di Peruzzi corre su un doppio binario: da una parte è un’antologia di citazioni dei concili, papi, santi padri, e della Bibbia stessa; dall’altra c’è l’accompagnamento del commentario – inquadramento storico e critica serrata – ai testi citati. Gli argomenti trattati nei singoli capitoli sono molti, tutti di attualità: schiavitù, questione sociale, donne, democrazia, Chiesa e Stato, sessualità, intolleranza, antisemitismo, omofobia, guerra e pace, tortura e pena di morte, diritti. Dal discorso di Peruzzi, ma soprattutto dalle dotte citazioni emerge una visione della Chiesa cattolica romana che sarà senz’altro inquietante per molti fedeli, e tale da far del libro una filippica contro la pretesa della chiesa di presentarsi come autorità affidabile sulle problemati-
Leonardo Fusco ha lavorato alacremente per completare Il timoniere di Enea. La scoperta della definitiva estinzione del corallo rosso dei nostri mari. Un’autobiografia, una storia avvincente di chi può essere considerato il primo subacqueo al mondo a essere diventato corallaro. E nel remoto 1953. C’è un significativo capitolo sulla situazione creata in Sardegna, dove le scogliere sommerse che producevano il miglior corallo del mondo sono state devastate e desertificate dalla brutalità della pesca praticata con l’ingegno. Scrive: “Per dieci anni, dal 1957 al 1967, io stesso avevo l’impressione che Corallium rubrum fos-
Sergio Lambiase Il filosofo e la birichina” Marlin, pp. 108 euro 12
che affrontate, ma soprattutto contro quella di essere, nel corso dei secoli, coerente con se stessa. Una questione di fondo che emerge dal testo è quella di una specie di doppia natura della Chiesa, la quale è un’istituzione umana, quindi soggetta alle vicissitudini, le trasformazioni, gli errori propri della condizione umana, ma è anche, per il credente, custode di verità divine, fondamentali, immutabili. E non è sempre facile, neanche per i fedeli, capire quando la Chiesa parla sub specie aeternitatis e quando risponde umanamente alle proprie esigenze istituzionali – economiche, politiche, di potere – del momento storico con pronunciamenti autorevoli che però talvolta tacitamente contraddicono precedenti pronunciamenti non meno autorevoli. Non sorprende quindi che Peruzzi cerchi di dar rilievo, nel suo commentario ai passi citati, a questa difficoltà, che per lui è un’ambiguità del sistema Chiesa. Il pericolo di citare tendenziosamente le fonti cattoliche muove l’autore a fare molte citazioni nonché a citare passi lunghi per fugare il pericolo di un’insufficiente contestualizzazione che potrebbe falsare il senso dei documenti. Gordon Poole se la forma di fauna bentonica più comune e più abbondante. Ed erano in tanti, probabilmente tutti, a pensarla come me. Forse proprio perché esploravamo personalmente quei fondali. Ci sono voluti altri venti anni per capire che si era giunti alla una fine irreversibile di quel tesoro”. Capitano di lungo corso, Fusco, con il CE.M.SI di Salerno, ha consentito a sofferenti di molte patologie di curarsi con l’Ossigenoterapia iperbarica. È stato tra i primi a intraprendere la raccolta del corallo nobile fino ad allora effettuata con il distruttivo “ingegno” immergendosi personalmente a grandi profondità. Ma non si è accontentato di fare il “corallaro”: mosso dalla sua irrefrenabile curiosità culturale ha compiuto ricerche sulla crescita e lo sviluppo del Corallum rubrum, sulla fisiologia dell’immersione profonda, sempre mettendo i dati raccolti sul campo a disposizione di qualificati scienziati; ha collaborato con grandi aziende europee nella messa a punto di apparecchi per la respirazione subacquea apportando un significativo contenuto di innovazione tecnologica e garanzia di sicurezza.
In copertina si annuncia “L’ardente liaison amorosa tra Benedetto Croce e l’immorale Lou Salomè”, non solo ma si avverte: “i fatti narrati in questo romanzo non hanno nulla di reale ma appartengono al mondo della fantasia, dove personaggi così lontani tra loro come Benedetto Croce e Lou Andreas-Salomè possono incontrasi, scriversi per anni, vivere un’avventura amorosa, senza essersi mai davvero conosciuti se non nei territori seducenti, ma ingannevoli, dell’invenzione letteraria”. Sergio Lambiase offre tutta la sua pregevole capacità creativa ripetendo, con arguzia e ricchezza di particolari, un immaginario epistolario intercorso tra il grande filosofo napoletano, qui umanizzato al massimo con i suoi probabili acciacchi corporali e le sue ipotetiche fisime, e la splendida donna russa, arden-
te in ogni suo splendore. Lettere infocate ed appassionate si susseguono senza interruzione, tra un andare e venire di immagini erotiche o di enfatici ripensamenti, di speranze invocate e rinunce a volte ironiche a volte languidamente spente, per una paradossale carambola di eventi, che trascina i due amanti pagina dopo pagina, storditi più dal desiderio candidamente espresso di incontrarsi materialmente che dalla eventuale possibilità di realizzare gli agognati incontri. Il gioco epistolare fra i due crea una storia mirabilmente intessuta tra le fibre di una bramosia, dalla quale difficilmente riescono a sottrarsi, e le brusche fragilità della seduzione. Una inquietudine sollecita la scrittura, lettera dopo lettera, impregnandola di quella meravigliosa dolcezza che è sempre stata alla base di ogni rapporto di coppia, e qui maggiormente sottesa per un certo imprevisto sospingersi verso l’esaltazione dell’eros come fiamma vissuta tra la passione e l’avventura. L’immaginazione e la fantasia danno alla narrazione un crescendo musicale degno di un concerto, ove il riverbero poetico del vivere è capace di realizzare le sfumature più tenui e le certezze più ardue della magia della parola. Antonio Spagnuolo
Andrea Castiello d’Antonio Il colloquio di valutazione delle prestazioni FrancoAngeli pp. 176 euro 19,50 Nel mondo del lavoro la valutazione delle attività professionali che sono svolte dalle persone è un fatto naturale e automatico: il problema sta nel farlo diventare un sistema organizzativo, fonda-
to metodologicamente, condiviso dagli attori aziendali e in grado di fornire risultati attendibili. L’esperienza dimostra che i sistemi di valutazione “che funzionano” non devono essere troppo sofisticati, ma neppure essere lasciati alla libera interpretazione dei valutatori. Sono proprio questi ultimi, il più delle volte, il punto dolente della questione: d’altro canto, è bene dotare i capi valutatori di supporti operativi pratici, e metterli nelle condizioni di poter svolgere al meglio il loro lavoro. La valutazione delle prestazioni rimane una tematica controversa sulla quale spesso si sentono pareri del tipo “Non serve a nulla!”, oppure “È solo una formalità!”. In realtà, se il sistema di valutazione delle prestazioni funzionasse in modo corretto, l’azienda ne avrebbe sicuramente dei vantaggi. Questo complesso tema è sollecitato dal volume di Andrea Castiello D’Antonio “Il colloquio di valutazione delle prestazioni. Tecniche e metodi operativi per condurre il colloquio valutativo tra capo e collaboratore”. Un volume rivolto a tutti coloro che, dirigenti, quadri e capi intermedi hanno la responsabilità di gestire e di valutare team di collaboratori. Affronta nel dettaglio tutte le singole fasi del colloquio. Propone specifiche schede valutative da redigere e formalizzare, schemi pratici, una check list e le risposte alle più frequenti domande che lo stesso capo può porsi nei confronti della propria attività di valutatore. Andrea Castiello d’Antonio si occupa da trent’anni di gestione e sviluppo delle risorse umane e di psicologia del lavoro. Psicologo, specializzato in psicologia delle organizzazioni e in psicologia clinica, ha lavorato in diverse aziende, per poi dedicarsi alla consulenza. Esperto di problematiche manageriali, ha scritto numerosi articoli sulla gestione delle risorse umane per riviste scientifiche e divulgative. Tra i suoi libri: Interviste e colloqui in azienda, Psicopatologia del management e Psicodiagnosi manageriale.
La morte che si intreccia alla vita e viceversa, il coraggio di guardare oltre l’essenza del corpo, oltre i confini dell’anima: è questa la soglia che Prisco De Vivo tenta di sorpassare penetrando nella sua stessa intimità. I suoi versi, accompagnati ancora dal quel carattere tragico e visionario che caratterizza le sue opere pittoriche, esprimono la timida volontà, o più verosimilmente hanno il vero e proprio potere, di solcare il confine della “penultima” soglia, limite fisico e psichico oltre il quale avviene un fenomeno. L’amico poeta Raffaele Piazza in quarta di copertina del libro scrive: “La definizione di penultima ne aumenta il senso di mistero ed inquietudine, cifra distintiva di questa raccolta”. Limite percettivo e sensazionale oltre il quale qualcosa, qualsiasi sia la sua natura e forma, pur sempre si definisce, in modo definitivo. Non così per l’autore che lascia il lettore aleggiare ancora in un’atmosfera di mistero e inquietudine, nella ricerca forsennata della luce, che chiarifichi il passaggio (dalla vita alla morte dalle arti figurative alla poesia) al di là del varco-soglia della vita e della passione che fa l’arte di Prisco De Vivo. In una recente intervista sulle ragioni del suo libro – che riporta nella prefazione la firma del noto critico e studioso Marcello Carlino dell’Università “La Sapienza” di Roma – l’autore afferma: “Questo libretto carnale e spirituale che sia, è una biografia sullo smarrimento, su quel niente vitale che innesca una scintilla verso l’oltre”.
Prisco De Vivo è pittore, scultore e poeta. Interessato ai temi della filosofia, del teatro e del cinema, ha collaborato a diversi periodici e riviste d’arte e Letteratura, è stato presente a mostre di poesia visuale e recital poetici. Ha tenuto esposizioni personali e collettive in Italia e all’estero (Bruxelles, Lugano, Postdam, etc.). Ha pubblicato le raccolte L’inverno nel cuore e Dell’amore del sangue e del ricordo (selezionato al Premio Pascoli 2005), e per il Laboratorio/le edizioni ha pubblicato Segni e parole e “L’oscuro fiore dell’arte. È stato vincitore del Premio Minturnae (XXIII edizione)-Poesia Giovane Ornella Valeri-inedito.
Prisco De Vivo Dalla penultima soglia Marcus Edizioni
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GUIDA AI LIBRI
LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE Guida LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE LIBRIDEE Davvero si diventa “scrittori per caso”? Ho avuto modo di presentare più volte “L’ultimo anno” di Francesco De Simone. Mi interessava dimostrare che il valore della scrittura consisteva nelle ragioni, nelle tesi e nelle finalità del libro, costruito sul piano degli affetti e sulla base di ragionamenti fra teologici e filosofici. Così era nato il libro. Ma non certamente per caso. Ecco allora il nuovo interesse di oggi: vedere come a un certo punto della sua esistenza, prende forma e consistenza, in Francesco De Simone, lo scrittore che c’era sempre stato ma che non aveva ancora avuto l’occasione di emergere dal contenitore che lo teneva chiuso, e così potersi “liberare”. Quale il percorso seguito se non quello del proprio ambiente familiare, degli studi e delle letture, della formazione professionale e del ruolo della società? Necessario, perciò, partire un po’ da lontano. Francesco De Simone appartiene a un contesto familiare abbastanza tipico dell’entroterra napoletano dove la vita viene vissuta nella concretezza della quotidianità, con lo sguardo ben fisso ai risultati pragmatici di reddito e di profitto, ma anche con una rispettosa osservanza delle ritualità religiose. La prima formazione scolastica avviene nel convitto dei padri domenicani a Madonna dell’Arco: regole severe del resto non estranee alla sua famiglia (una zia era “ministra” del terzo ordine francescano). Accanto agli studi regolari ci sono le letture “personali” che vanno da Cronin a De Amicis: un particolare tipo di narrativa che incrocia ambienti e affetti, storie singolari e strati sociali. L’approdo all’università segna un punto di conflitto. Lui è attratto dalla marina e vorrebbe andare all’Accademia di Livorno; il padre, più legato a una mentalità mercantilistica e di resa immediata, non condivide: meglio una buona professione più vicina e più a portata di mano. Francesco De Simone sceglie Giurisprudenza che ha un ampio orizzonte e apre più strade. Lui pensa così al suo “dopo”, ma allo stesso tempo intensifica le letture che ritiene più formative: da Jean Paul Sartre a Benedetto Croce agli scrittori contemporanei come Raffaele La Capria e Domenico Rea (“mi sono aperto di più alla narrativa meridionalista, alla sociologia e alla storia, ma sempre come libero battitore“, precisa). All’università la prima esperienza di assistente alla cattedra di Procedura Civile: sei mesi appena per poi aprire il proprio studio di Avvocato civilista e commercialista. La vera svolta è rappresentata però dall’incontro con Lisetta, che sarà sua moglie e madre dei loro figli. È una donna di forte sensibilità e cultura, con un’idea progettuale della vita. Franco si confessa: “Lisetta mi
Ugo Di Girolamo Mafie Politica Pubblica amministrazione Collana Focus pp. 160 euro 12
Simone. Perciò non si diventa scrittori per caso, ma si “libera” lo scrittore che si ha in sé e, una volta messo in libertà il proprio io narrante, sarà ben difficile fermarlo. Del resto è lo stesso Francesco De Simone a confermarlo. “Se dovessi ritirarmi in un eremo, confessa, forse non farei solo contemplazione…” Ermanno Corsi Francesco De Simone L’ultimo anno Collana Orizzonti pp. 200 euro 11 ha fatto passare dalla categoria dell’avere a quella del fare e poi dell’essere”. Ritorna così, in primo piano, l’università cui saranno dedicati ben quarant’anni (da Salerno a Camerino e Catanzaro a Napoli presso gli Atenei Federico II e Parthenope). Fra lavoro di studio, lezioni in facoltà e ricerche, la produzione scientifica è rilevante, documentata da oltre cento pubblicazioni. Si tratta tuttavia di scrittura tecnica e specialistica anche se per certi aspetti innovativa. L’emersione del narratore avviene con la drammatica vicenda della moglie, sopraffatta da un terribile male. Lisetta vive con grande dignità il suo calvario, ma uno parallelo riguarda Francesco che rivoluziona profondamente i suoi schemi logico-mentali e non senza tormento. È una dura prova che passa per l’interruzione di ogni rapporto con Dio fino alla conversione (“fede e ragione non si elidono, ma sono compatibili e concilianti”). Tuttavia quando Lisetta non è più compartecipe delle sue riflessioni, cosa può succedere? Francesco De Simone spinge sempre più in profondità le sue riflessioni. Si muove su un terreno magmatico (dal pessimismo di Camus, Kafka e Dostoievkij alla critica del nichilismo) ma non si perde. Lo aiutano i testi di San Paolo, Giordano Bruno, Spinoza e i nuovi orizzonti di Sant’Agostino e papa Wojtyla. La sofferenza e l’empatia vissute intensamente, rendono più viva la sensibilità e più acuta l’osservazione. Mente e spirito reagiscono insieme e danno corpo all’io narrante che mantiene vivo il dialogo con Lisetta: la cappella dove ora lei si trova, sarà per Francesco come il terrazzo di casa. La scrittura diventa la terapia più efficace per lenire le insorgenze e le forme del dolore: quello del distacco fisico e quello dell’insostenibile, anche se rassegnata, leggerezza dell’essere. Francesco De Simone mette ordine nella sua identità. Scrivendo sente sempre più accanto la straordinaria figura di Lisetta al punto di affermare: “Questo libro non l’ho scritto io, ma mia moglie”. Le pagine sono dense e coinvolgenti e fanno pensare ad Hemingway quando diceva che le emozioni non si raccontano ma si suscitano. È proprio quello che riesce molto bene a Francesco De
Francesco De Simone, professore ordinario di istituzione di diritto privato presso l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, già Vicepresidente del Consiglio della Magistratura Militare; membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Teatro San Carlo quale rappresentante del Ministero dei Beni Culturali; direttore dell’Istituto di Diritto Commerciale; Presidente del C.d.L. in Scienze dell’Amministrazione, è autore, tra monografie e lavori minori, di oltre cento pubblicazioni. Con “L’ultimo anno” è al suo debutto letterario. Il libro è risultato primo, per la sezione narrativa, al premio «Capri - San Michele 2005»; terzo nella classifica nazionale sulla qualità dei volumi consigliati dalla Rivista “Studi Cattolici”; è entrato in finale a premi minori e ha fruttato all’autore le cittadinanza onoraria del Comune di Ischia.
www.guidaeditori.it www.guida.it VISITA I NOSTRI SITI! C. Quintano, R. Castellano, A. Rocca, A. Carfora I sondaggi politico-elettorali agli inizi del III Millennio Collana Strumenti e ricerche pp. 220 euro 13 Cresce l’importanza dei sondaggi politico-elettorali che rappresentano il linguaggio della modernità. Ma come possono, dei semplici dati e delle cifre, catturare le opinioni dei cittadini? È sempre più evidente che, una volta comunicato al pubblico un sondaggio questi modifica in qualche modo, percezioni e orientamenti. I complessi aspetti metodologici che devono essere rispettati hanno portato gli autori ad approfondire le caratteristiche e la qualità di questi sondaggi che si intrecciano ai fenomeni politici in un complesso meccanismo di azione e reazione. Gli Autori fanno parte del Dipartimento di Statistica e Matematica per la Ricerca Economica, facoltà di Economia, Università degli Studi di Napoli “Parthenope”. Claudio Quintano, Professore Ordinario si Statistica Economica. Rosalia Castellano, Professore Ordinario di Rilevazione e Controllo dei dai Economici. Antonella Rocca, Ricercatore di Statistica Economica. Alfonso Carfora, Dottorando in Statistica Applicata al Territorio.
Mario Santella Gli anni del sole nelle vene Collana Orizzonti pp. 320 euro 22 Uno spaccato di storia italiana raccontata attraverso la lotta, l’impegno e i sentimenti di una generazione. L’amore giovane e innocente, nato tra i banchi di scuola, fatto di timidi sorrisi e turbamenti, le prime amicizie e il disagio di un giovane quattordicenne costretto a lasciare il suo paesino di provincia per trasferirsi nella grande città. Per Marco, il protagonista, è l’incontroscontro con una nuova e diversa realtà. Dai banchi del liceo inizia la sua conoscenza di una Napoli affascinante, delle divisioni di classe, del primo, timido, impacciato e doloroso innamoramento. Esperienze che lo porteranno a crescere e soprattutto a lottare sia per opporsi al devastante panorama culturale che lo circonda sia per superare tabù e convenzioni ancora fortissimi nei primi anni sessanta. “Gli anni del solo nelle vene” è un romanzo di iniziazione, al teatro, alla vita, all’amore alla cultura come fonte di riscatto, di un gruppo di adolescenti tra il finire degli anni cinquanta e i primi anni sessanta, fino alle soglie delle contestazioni giovanili del ’68. Mario Santella, attore, regista e autore. Personaggio “storico” dell’avanguardia teatrale italiana, ha lavorato in teatro, cinema, radio e televisione. Protagonista di tutti gli spettacoli da lui messi in scena, è stato anche diretto da grandi personalità del mondo teatrale. Ha gestito e diretto, per dodici anni, il Teatro Ausonia di Napoli. Gli anni del sole nelle vene è il suo primo romanzo pubblicato con l’editore Guida.
Cosa c’è dietro il fenomeno mafioso? Qual è il motivo che consente ai clan di riprodursi continuamente? Perché, anche nelle fasi di più dura repressione il rapporto tra mafia, politica e pubblica amministrazione non si è mai realmente interrotto? La mafia è il male più diffuso nel nostro paese e a testimoniarlo sono gli scontri tra clan, gli omicidi, gli arresti che quotidianamente affollano le pagine dei nostri giornali. Continuano a crescere le iniziative per combattere il fenomeno: in un secolo e mezzo di
storia, le organizzazioni criminali di tipo mafioso hanno subito diverse ondate repressive. Senza alcun dubbio, le due più importanti sono state quella condotta dal lombardo Cesare Mori, nel 1926-‘28, e l’altra avviata da Giovanni Falcone e dal pool di Palermo, negli anni ottanta. Fasi nelle quali l’azione dello Stato si è dispiegata con forza massiccia e sempre accompagnata da leggi speciali o dall’introduzione di nuove norme rese poi permanenti. Eppure nessuna delle repressioni messe in atto è riuscita a sradicare definitivamente il fenomeno che si è, anzi, esteso sempre più oltre i nostri confini. È possibile a questo punto definire una strategia antimafia che sia vincente o dobbiamo prendere atto dell’imbattibilità delle mafie? Per una nuova politica antimafia è un libro di grande attualità, che rispondendo a tutti questi quesiti, modifica alcune teorie di “Gomorra”. Ugo Di Girolamo, laureato in scienze politiche alla Federico II di Napoli, per molti anni ha svolto attività politica a Caserta ed è stato consigliere comunale a Mondragone, dove ha potuto osservare “dal vivo” il fenomeno mafioso. Ha pubblicato lavori di analisi territoriale e collabora con la rivista trimestrale, interprovinciale, “Civiltà Aurunca”.
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ter Benjamin ad un amico nel 1916. Ed è con passo fraterno che Giuseppe Cantillo, nel suo recente libro intitolato Con sé/oltre sé. Ricerche di etica, si fa accompagnare da alcuni dei suoi autori e maestri – da Troeltsch, Jaspers e Guardini a Masullo e Piovani – in un percorso che muove dal riconoscimento della condizione di insecuritas che caratterizza l’uomo contemporaneo, il cui orizzonte presente sembra dischiudere un futuro dominato sempre più dall’ansia che dalla speranza. In un’epoca in cui il “politeismo dei valori” è un fatto incontrovertibile, assistiamo contraddittoriamente all’emergere di un rinnovato fondamentalismo che genera conflitti intra- e interculturali, e che sta segnando tragicamente l’inizio di questo nuovo millennio. Questa condizione, osserva Cantillo, vede il prevalere di spinte irrazionalistiche o di un razionalismo meramente strumentale, dinanzi ai quali il pensiero filosofico deve nuovamente impegnarsi a cercare una bussola etica, che possa indicare all’uomo la via per sottrarsi all’apatia politica e morale, alla chiusura singolaristica nel privato, proponendo l’istanza di una «fondazione razionale dell’etica, ovvero della ricerca di una “normatività del logos”, sia pure di un logos non autosufficiente, ma rimesso all’“essere” e alla “vita”». In questa indicazione è contenuto uno dei temi di fondo di questo libro, la ricerca cioè di una teoria della soggettività che superi la prospettiva teoreticistica, in cui il soggetto è ridotto essenzialmente al cogito, verso una comprensione integrale di esso come soggetto vivente. Con il termine coscienza non può intendersi solo l’intelletto poiché in essa vanno comprese anche la volontà ed il sentimento. Mentre il primo potrebbe restare «chiuso in se stesso, occupato soltanto con le sue rappresentazioni» la volontà e il sentimento vengono affetti, determinati dall’esterno, da qualcosa che oppone loro resistenza. La consapevolezza dell’insufficienza della posizione teoreticistica del soggetto è una caratteristica comune dei saggi qui raccolti, ma più specificamente affrontano questo tema il saggio dedicato a Sartre e quello che analizza l’etica di Giuseppe Capograssi. Lo spostamento di accento dal cogito al soggetto vivente comporta anche un dislocamento del baricentro dell’analisi verso il rapporto intersoggettivo, in quanto, se il soggetto teoretico può riportare ogni cosa, finanche l’esistenza di altri soggetti ad una propria rappresentazione, il soggetto vivente, l’esistenza non può darsi se non come co-esistenza, come rapporto intersoggettivo. Questo tema
rappresenta l’altro filo conduttore del libro, dominante già nelle analisi dedicate a Sartre e a Capograssi, e a cui sono rivolte anche le pagine dedicate al pensiero di Aldo Masullo che, riprendendo il tentativo fichtiano di una fondazione della pluralità dei soggetti indica nella comunità il fondamento dell’individualità. Entrambi questi temi vengono ripresi poi nel saggio sullo storicismo esistenziale di Pietro Piovani, nella cui prospettiva il rilievo conferito all’esistenza individuale e alla storicità «non deve comportare la rinuncia alla normatività»; al contrario «l’impegno etico si rivela nell’intenzione di scoprire l’ “ordine ideale” nella concretezza dell’azione». Solo nella storia, nella relazione con altri e nel reciproco rispetto, il soggetto può sperimentare se stesso, conoscersi ed affermarsi come soggetto responsabile. In queste indicazioni è condensato il senso di queste ricerche di etica, in cui con mano sicura e competente Cantillo da diverse linee di pensiero ricava il profilo di un individuo moralmente responsabile, che non può prescindere dall’avvertire l’esigenza di una norma, di un principio di universalizzazione che vada oltre il sé, senza tuttavia sacrificare la propria individualità. Questa duplicità propria dell’umano implica anche l’essenziale rapporto dialettico tra la dimensione storica e la dimensione trascendentale, una dialettica in cui la ricchezza e molteplicità del mondo storico non può essere totalmente racchiusa nelle forme trascendentali, ma in cui tuttavia «la significatività delle concrete formazioni storiche e dei concreti atti di vita degli esistenti è possibile (ed è pensabile) solo sulla base di un riferimento a valori iscritti in una dimensione costitutivamente intersoggettiva e comune». L’autonomia morale e il rispetto della libertà e dignità dell’uomo costituiscono i pilastri di un’etica che trova «il proprio fondamento nella “comunità concepita come comunione di soggetti», il cui presupposto non è l’identità e equivalenza dei soggetti, bensì, e qui Cantillo riprende una felice espressione di Capograssi, la loro “dissimiglianza fraterna”. Sulla base di questi principi è oggi possibile anche ridefinire «il progetto politico di una società in cui possano convivere culture e tradizioni differen-
ti neutralizzate nella loro pretesa di esclusività e di assolutezza dalla coscienza della profonda congenerità dell’umano». Il riferimento alla propria cultura e alla propria tradizione, lungi dal divenire un principio esclusivo, si propone come principio di inclusione: «I valori della persona, della giustizia, della solidarietà, della speranza in un mondo più umano, sembrano costituire un patrimonio comune su cui costruire un nuovo progetto di convivenza sociale fondato sul rispetto degli universali diritti umani e in grado di far interagire culture diverse». Chiara de Luzenberger Università della Calabria Giuseppe Cantillo Con sé/oltre sé Ricerche di etica Collana Soggettività pp. 182 euro 11 Giuseppe Cantillo dal 1995 insegna Filosofia Morale nell’Università di Napoli Federico II, dopo aver tenuto per un decennio la cattedra di Filosofia Teoretica. I suoi studi si sono rivolti all’etica, a Hegel, alla filosofia dell’esistenza e allo storicismo. Dirige per la casa editrice Guida le collane “Parole Chiave della Filosofia” e “Soggettività etica e psicologia”.
1 W. Benjamin, Lettera a Herbert Belmore (fine 1916), in Lettere 1913-1940, Raccolte da G.G. Scholem e T.W. Adorno, trad. it. Di A. Marietti e G. Backhaus, Torino, Einaudi 1978, p. 25.
IL VOLUME SARÀ PRESENTATO L’11 SETTEMBRE ALLA 66 MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA
Pasquale Squitieri: la prima monografia approfondita sul grande cineasta italiano Domenico Monetti Pasquale Squitieri Un autore di cinema… e non solo Collana Le Muse pp. 300 euro 30 I duelli nei vicoli di Napoli tra Franco Nero e Fabio Testi; i primissimi piani sugli occhi di Claudia Cardinale; le immagini di Giuliano Gemma che impugna un fucile per sfidare il mafioso di turno o quelle di un giovanissimo Michele Placido che, in veste sindacalista, incita alla rivolta non sono solo scene cha hanno assunto una dimensione mitica per tutti gli spettatori italiani e non, ma anche frammenti di grandi opere cinematografiche che hanno segnato la storia culturale italiana, quella storia che Pasquale Squitieri ha voluto raccontare coniugando sempre l’impegno civile con il grande spettacolo. Personalità eclettica, fin troppo discusso, spesso trattato con superficialità e ingiustamente ghettizzato Squitieri è un personaggio rivoluzionario che si può amare oppure odiare. Tra i suoi film più famosi si ricordano: I guappi (1974), Il prefetto di ferro (1977), Corleone (1978), Claretta (1984), Il pentito (1985), Gli invisibili (1988), L’avvocato De Gregorio (2003). Tutti lavori diversi gli uni dagli altri che rappresentano uno stile in perenne mutazione attraverso il quale un regista, che piacevolmente indossa le vesti dello storico puntiglioso e attento, racconta la storia italiana dalla seconda metà degli anni ’70. Domenico Monetti (Venezia, 1971) lavora presso la Cineteca Nazionale per la programmazione del Cinema Trevi. Collabora con «Segnocinema» e «Cinecritica». È alla sua prima opera, come curatore, con la casa editrice Guida.
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È segno di grande intelligenza sapere come nascondere la propria intelligenza
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«Ho sperimentato che nella notte non servono ponti e voli, ma solo il passo fraterno… e ho imparato che chi lotta contro la notte deve rimuovere la sua più grande oscurità, farle luce»1 scrive Wal-
Francois de la Rochefoucauld
Anche i poeti, compresi quelli travolgenti e debordanti dalla letteratura sulle plaghe della vita, scorrono nel tempo, col tempo. E si addomesticano infine all’idea del ritratto. Di posare dinanzi alla tela, per essere fissati naturalmente per quello che sono e insieme per quello che già sono stati. Con le loro rughe, e attraverso le loro rughe, che simultaneamente aprono verso l’interno e verso l’esterno. E rughe eloquenti appaiono anche sul volto di Giuseppe Napolitano, diciamo in senso metaforico, nel ritratto che di lui ci danno i recenti volumi di poesia; soprattutto la Antologia di tutta la sua attività di poeta dal 1967 al 2007, curata da Stelvio Di Spigno (Napoli, Guida, 184 pagine, della collana «Il poeta e l’opera» diretta da Giorgio Agnisola). Nell’Antologia, Napolitano, il vulcanico e incandescente poeta,
fertile produttore in proprio e traduttore dal greco a dal latino, oltre che dalle letterature moderne, innanzitutto dalla francese e dalla spagnola, si concede ad un lavoro fatto da altri di selezione, di osservazione, di risistemazione della sua opera. Ed è segno non di magmaticità che si stia raffreddando, ma di crescita di livelli di autocontrollo e di disponibilità all’ascolto aperto dell’altrui giudizio. Questa Antologia si fa apprezzare per molti aspetti, ma principalmente come oggetto tipografico gradevole e ben fatto e come contributo alla definizione e alla conoscenza di una posizione letteraria variegata e significativa A tale fine, l’ampiezza e la succosità dell’introduzione del curatore, la bibliografia dell’autore e sull’autore, la scelta delle testimonianze critiche, le note biografiche e la ricchezza dei brani poe-
tici selezionati, si intrecciano in rapporti di grande equilibrio. Ne viene fuori una figura di poeta, originale e mediterraneamente appassionato, proiettato verso avventure totali di riscatto della poesia attraverso un processo di intrisione di germi e di sussulti vitali e di nobilitazione e catarsi della vita attraverso il confronto quotidiano con la parola ispirata, che è eco della verità. Un poeta, che scommette sulla solarità e sulla paticità come fonte di conoscenza, e che, col tempo, intanto, viene verificando che la pazienza e l’esperienza svolgono un grande ruolo nella scrittura poetica. Ugo Piscopo
Giuseppe Napolitano Antologia (poesie 1967-2007) a cura di Stelvio Di Spigno
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Paolo Janni Le idee con le ali La globalizzazione è un destino sezione Saggistica pp. 168 euro 15 La globalizzazione è un prodotto della modernità occidentale, la conseguenza di un processo cumulativo e trasformativo scatenato dagli spettacolari sviluppi delle comunicazioni, della liberalizzazione economico-finanziaria e dell’apertura delle frontiere. Ormai la globalizzazione è un processo sociale irreversibile. Ogni Paese deve fare la sua parte nel mantenere sani i “fondamentali” dell’economia, nel migliorare le scuole, rispettare la legalità internazionale.
La globalizzazione ha bisogno di una effettiva governance globale. Non di un utopico “stato mondiale”, ma della cooperazione internazionale e della vasta rete di contatti tra individui e aziende, emersa negli ultimi venti anni. La leadership politica dovrebbe sentirsi attratta dall’opportunità di riformare le attuali istituzioni multilaterali (o di definire i contorni di istituzioni nuove) e aprire al mondo una nuova era di prosperità nella libertà e nella sicurezza. Una sfida intellettuale paragonabile a quella che si trovarono di fronte i padri fondatori degli Stati Uniti, quando vennero chiamati a disegnare le istituzioni per governare uno spazio senza frontiere e costruire una nazione “a pluribus unum”: l’unità nella diversità della popolazione americana. Diplomatico di carriera, l’Ambasciatore Paolo Janni ha servito nelle nostre rappresentanze diplomatiche a Bruxelles (Unione Europea), a Lagos (Nigeria), ad Atene (Grecia) a Il Cairo (Egitto), a Ginevra (Nazioni Unite) e a Washington, dove è stato vice capo missione della nostra Ambasciata presso la Casa Bianca e poi Ambasciatore presso l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA). Insegna “European Politics” alla Catholic University of America, dove ha curato la pubblicazione di: “Italy: The Long Road from the First to the Second Republic” (1997), “Italy in the European Monetary Union” (1998), “Italy at the Millennium” (1999), “The Essence of the Italian Culture and the Challenge of a Global Age” con
George F. McLean (2003) e “Italic Identity in Pluralistic Contexts” (2004) con Piero Bassetti. Con Rubbettino ha pubblicato nel 2007 “L’Occidente Plurale. Europa e Stati Uniti nel XXI Secolo”. Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. “Legion du Merit” (Francia), “Diplomatic Merit” (Egitto), Paolo Janni è stato editorialista di Avvenire e del Mattino. Con la moglie Francesca vive nella capitale americana ed hanno due figli: Ottavio e Gabriella. Fiorella Truvolo Slégami dal cielo alla terra sezione Narrativa pp. 192 euro 14 Una donna e l’energia dell’amore. Amare significa anche lasciare andare e non trattenere. Qualsiasi cosa ti sia stata donata è venuta “perché così doveva essere”. Sentirsi un’isola, esistere e a un certo punto ricordarsi “meno male, c’ero ancora”. È quanto suggerisce l’autrice di questo intenso romanzo, sottolineando che la vita è un viaggio: guarda e ascolta, ti servirà per continuare il tuo. Ognuno sarà una guida, nel bene e nel male. Sii sempre te stesso, fidati delle tue forze, impegnati a sentirle e ad usarle. Nascere è un dono, la vita è il nostro tesoro più grande, ma se non rischi non troverai mai la libertà. Quando sei stanco fermati, verrà il momento giusto per avanzare. Senti ciò che sei e scoprirai che tutto è dentro di te. Uno sconosciuto può dirti una parola importante, quella stessa servirà proprio a te. Accettala. “Anche le cose negative mi sono arrivate per salvarmi”. Fiorella Truvolo è nata a Napoli il 12 agosto 1965. Dal 2000 diventa operatrice Abyangam, presso il centro “Cismo” di medicina olistica, diretta a volgere i suoi studi verso discipline orientali. Nel 2004 diventa terapista Reiki presso l’Associazione Baba Jaga. Nel 2006 ha partecipato ad un lavoro di gruppo “Le ferite delle donne” con il Prof. Nomad Witerparck. Presso l’Associazione per la promozione sociale “A ruota libera” ha partecipato ad un percorso di ludoterapia: “Laboratorio di giochi psicologici per adulti”.
Aurelio Iori Stato senza gestione sezione Saggistica pp. 290 euro 15
Nel periodo di crisi economica che si è aperto con il crollo dei mercati finanziari nell’autunno del 2008, cresce la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, le uniche che possono dare risposte all’altezza della situazione. Si tratta di una fiducia da aspettative piuttosto che da risposte fornite a preoccupazioni per il futuro e a disagi per il presente. Tali aspettative devono avere risposte concrete per non trasformarsi in una delusione pericolosa sia per la tenuta della coesione sociale che per la possibilità di uscita dalla crisi. In questo contesto le Pubbliche Amministrazioni diventano ancora di più la rappresentazione concreta delle Istituzioni. Questo libro evidenzia le difficoltà e le carenze delle PA sul piano organizzativo e lo fa senza particolari cautele diplomatiche. Il quadro che esce dall’analisi prefigura un futuro fosco, ma la radicalità delle valutazioni può essere un’opportunità per ripartire dalla realtà e non dall’ottimismo delle buona volontà. Sono stati presi in considerazione i principali nodi problematici dell’attuale funzionamento delle PA con la chiave di lettura dei “sistemi organizzativi”. L’approccio, piuttosto inconsueto in Italia, è quello della sociologia delle organizzazioni e guarda alle organizzazioni come eventi unici e solo parzialmente raggruppabili in tipologie generali. Si parte dalla descrizione dei principali riferimenti teorici all’analisi dei sistemi pubblici e dalla lettura critica dei principali strumenti di gestione per chiudere con il tema della legalità e della democrazia in ambito pubblico. Il volume contiene inoltre dei casi riguardanti un Ministero, due Regioni, due Comuni e la politica del decentramento ai Comuni delle funzioni catastali. Aurelio Iori è laureato in sociologia nel 1972. Ha sviluppato sin dal 1974 attività di ricerca, consulenza e formazione sui sistemi organizzativi aziendali, territoriali e delle pubbliche amministrazioni, approfondendo in questo ambito le tematiche del cambiamento, della direzione e valutazione dei progetti. Nel periodo tra il 1986 e il 1994 è stato amministratore unico di ARCO srl, società di consulenza direzionale sui sistemi organizzativi costituita in partnership con Francoise
Dupuy e Jean Claude Thoenig della società francese Stratema. Negli ultimi venti anni di attività professionale si è dedicato prevalentemente alle problematiche relative al lavoro e all’organizzazione, con particolare riferimento alle Pubbliche Amministrazioni, gestendo progetti di particolare complessità. È stato direttore scientifico della scuola di formazione dell’ANCI Autore e curatore di numerose pubblicazioni sui temi dell’organizzazione e della formazione: tra le altre, “Il servizio trasparente - La comunicazione al pubblico nei servizi: come progettarla e organizzarla”, F. Angeli, Milano, 1994; “Le funzioni catastali: ricerca sul decentramento del catasto ai Comuni, 2° Quaderno DECA, ANCI.
Giuseppe Pasero Le parole non bastano Un modello originale di retorica moderna per migliorare la qualità della nostra vita quotidiana sezione Studi e Ricerche pp. 180 euro 16 La Retorica, ormai lontana dalla sua collocazione tra le tecniche volte ad ornare un discorso – scrive Marco Eugenio di Giandomenico nella Prefazione – assurge a territorio dell’agire umano. Anello di congiunzione tra etica e verità, la Retorica, oggi sempre più campo di studio per materie dai più diversi statuti – dalla linguistica al marketing, alla psicologia –, è esposta ad influenze e contaminazioni, di metodo e di approccio. E non è alieno da questo discorso la considerazione che anche discipline connesse con l’organizzazione del consenso (dentro, fuori ed attorno all’azienda) si stiano interessando alle dinamiche ed alle tassonomie della Retorica. Basti pensare al rischio di vedere la Corporate Social Responsability percepita esclusivamente come una operazione di retorica, e di veder ricondotto un utile strumento di collegamento tra azienda ed il contesto produttivo a mero artificio comunicativo. Rischio latente ma, si spera, contenuto, anche grazie a libri come questo. Giuseppe Pasero, laureato in filosofia teoretica, svolge attività di consulenza e formazione presso grandi gruppi nazionali e internazionali. All’attenzione per la Retorica motivazionale in quanto finalizzata a migliorare la qualità dei nostri rapporti interpersonali quotidiani – dall’ambito familiare e professionale a quello dell’impegno sociale e politico – l’autore è arrivato attraverso l’at-
Semaforo Rosso a Renzo Piccoli Il libro Tentazioni occidentali di Renzo Piccoli ha conseguito il Premio Speciale Comitato Organizzatore nella sezione libro edito al concorso Semaforo Rosso, giunto alla undicesima edizione, organizzato da Carlo Bini, presidente dell’omonima associazione, e da Roberta Degl’Innocenti. La premiazione si è svolta domenica 10 maggio 2009 presso la Sala Consiliare di Villa Arrivabene a Firenze.
tenzione posta alla messa a punto di un Training al Comportamento Assertivo per le Aziende, che ha introdotto per la prima volta in Italia nel 1982. È stato socio fondatore di Athena Consulenza Direzionale e attualmente svolge, in qualità di free lance, attività di formazione e di consulenza nell’area delle risorse umane. Ha formalizzato e realizza, insieme a Mary Attento, interventi ECM per l’umanizzazione della medicina e tiene seminari rivolti a persone o gruppi interessati ad intra-
prendere l’attività di Conciliazione/Mediazione prevista dall’attuale normativa. È docente, relativamente ai temi dell’Assertività e della Retorica Motivazionale, presso l’Istituto Regionale di studi giuridici del Lazio “Arturo Carlo Jemolo” e collabora, relativamente agli stessi argomenti, con il dottorato in Scienze della Formazione dell’Università di Catania. È autore, insieme a Francesco Attardi, di Leadership trasparente. Direzione d’orchestra e management d’azienda (FrancoAngeli 2004) e, con Pier Antonio Ravazzi, di Per un sistema sanitario centrato sulla persona (FrancoAngeli 2006).
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LETTI D’UN FIATO
di Raffaele Messina Michele Solimena (1795-1864), intellettuale irpino antiborbonico, è un personaggio “poco conosciuto e ancor meno studiato, che ebbe una profonda coscienza storica dei problemi che riguardavano non solo le questioni politicoeconomiche e giuridiche del Regno delle Due Sicilie, ma anche il dibattito intrecciato tra l’eredità galileiana e newtoniana, la filosofia di Vico e il kantismo, ovvero le leggi della natura, le leggi della storia, e quelle della morale” (p.13). Un personaggio straordinario le cui idee hanno avuto apprezzamento e circolazione più all’estero che in patria, dove hanno scontato la scarsa attenzione della nostra storiografia alla cultura scientifica e, in particolare, ai rapporti tra scienza e politica e tra scienza e società nel Mezzogiorno preunitario. Attraverso un’accurata ricognizione delle fonti bibliografiche e archivistiche (da segnalare la consultazione dei fondi della Bibliotèque Nationelle “F. Mitterand” di Parigi, oltre a quelli dell’Archivio Storico di Napoli, della Biblioteca Nazionale di Napoli e di molte altre istituzioni culturali), Salvatore Cicenia ricostruisce il profilo di Michele Solimene con profondità e rigore, ricostruendone la biografia (dalle prime infruttuose partecipazioni ai concorsi universitari alla militanza nelle fila della Carboneria napoletana; dal coinvolgimento nelle vicende politiche del 1848 alla conseguente carcerazione, al soggiorno parigino) e analizzandone
criticamente le varie opere. Il volume contiene anche una ricca selezione di lettere e documenti, molti dei quali inediti. Salvatore Cicenia, laureato in Matematica, è attualmente Dirigente scolastico del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Falerno e direttore della “Rivista di epistemologia didattica”. Membro del “Gruppo di Storia della Fisica” del CNR, presso l’Università Federico II di Napoli, in col-
laborazione con altri ha pubblicato Teoria delle parallele secondo Lobacevskij (1996), Cultura e scienza tra ‘500 e ‘600 nel Principato Citra (1998), Letteratura e scienza nel Novecento. Contenuti culturali e prospettive didattiche (2000). Sua è anche la raccolta di versi Prometeo. Poesie sull’ignoto (Guida, 2005). Salvatore Cicenia Mezzogiorno cultura e politica in Michele Solimene (1795-1864) Salerno, La veglia Carlone, 2008, pp. 556 euro 30
ALLA CELEBRE SCRITTRICE, TRADUTTRICE E GIORNALISTA SI DEVE LA CONOSCENZA IN ITALIA DEI GRANDI AUTORI DELLA LETTERATURA AMERICANA
Pivano eroina del nuovo Fernanda Pivano, Allen Ginsberg, Domenico Rea, Achille Bonito Oliva
Nanda sarà sempre la nostra ragazza. Non morirà” ha detto Vasco Rossi all’Agenzia Ansa ricordando la sua amica, Fernanda Pivano, scomparsa il 18 agosto. “Una fonte d’amore che ha fatto scoprire a me, come a moltissimi, la letteratura americana – aggiunge Vasco – e ha anche insegnato al mondo l’amore per le cose belle e l’amicizia”. “La morte di Fernanda - prosegue il cantante non è una perdita solo per l’Italia, perché con lei se ne va un pezzo importante di un mondo”.
Un mondo di sogni, ideali, valori, che non si è stancata mai di celebrare: dalla nonviolenza di Norman Mailer, maestro riconosciuto della narrativa americana,
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per difendere la memoria della città. Così duecento negozi doc hanno ottenuto un contributo con un voucher di 5mila euro ciascuno, per pagare gli affitti esorbitanti. “È un primo, positivo passo per la salvaguardia dei negozi storici” osserva il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, propugnando anche la necessità di incentivi governativi e lanciando l’idea di un Osservatorio nazionale delle botteghe storiche, in particolare per le librerie, per monitorare la situazione e studiare quali tipi di interventi mettere in campo a sostegno di importanti e singolari realtà italiane. Basti pensare al fatto che le librerie indipendenti sono spesso specializzate per genere e sono gestite da persone appassionate e competenti, in grado di consigliare e di trovare la chicca. Probabilmente l’assessore alla cultura milanese Massimiliano Finazzer Flory ha pensato alla figura del libraio quando ha detto “Io non ho dubbi: sto coi librai”. Mary Attento
COM-PA, la forza della comunicazione Lo slogan che accompagna la XVI edizione del Com-PA è “La forza della comunicazione”: la comunicazione rappresenta un mezzo reale a disposizione delle istituzioni per aprirsi verso i cittadini e accrescere la partecipazione, migliorare i servizi e promuovere il cambiamento. Per il secondo anno consecutivo l’evento si terrà a Milano. Dal 3 al 5 novembre 2009 COM-PA, il Salone Europeo della Comunicazione Pubblica, dei Servizi al Cittadino e alle Imprese, sarà il punto di riferimento per i professionisti e gli studiosi di comunicazione pubblica, le istituzioni e le amministrazioni che si dedicano ogni giorno al rinnovamento, gli studenti di comunicazione e le aziende che lavorano a stretto contatto con il settore pubblico.
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amato e contemporaneamente odiato dalla beat generation degli anni Sessanta, che a lui e al suo antimperialismo si rifece – come si legge nell’autobiografia sul sito ufficiale di Fernanda Pivano – all’esempio di inesausta sete di nuovo e di autenticità del mito vivente Ernest Hemingway.
Dai guru della beat generation Ginsberg, Kerouac, Corso, Ferlinghetti, uomini che in nome di
un’idea di ritorno all’essenzialità dell’Uomo, in contrasto con i pregiudizi del consumismo capitalistico, hanno vissuto e scritto senza distinguere fra arte e vita, a Don DeLillo e ai minimalisti. Un nuovo viaggio americano, insomma, fra le contraddizioni e le speranze segrete di quel grande, osannato e temuto paese che è, da sempre, l’America. La celebre scrittrice, traduttrice, giornalista si è spenta a 92 anni in una clinica privata di Milano dove era ricoverata da tempo. Oltre un mese fa aveva consegnato a Bompiani la seconda parte della sua autobiografia. Da Genova, dove è nata, si trasferisce adolescente con la famiglia a Torino. Dopo una laurea in Lettere nel ’41 con una tesi sul Moby Dick di Herman Melville (tesi premiata dal Centro di Studi Americani di Roma), Pivano pubblica la traduzione di Spoon River di Edgar Lee Master che segna un po’ l'inizio della sua carriera letteraria sotto la guida di Cesare Pavese, già suo professore al liceo Massimo D’Azeglio di Torino. Quando negli anni Cinquanta Fernanda Pivano si reca per la prima volta negli Stati Uniti è una giovane studiosa innamorata dell’America di quegli anni e desiderosa di incontrare dal vivo, sul campo, i maestri di una narrativa che in Italia si era appena cominciato a conoscere, grazie a Pavese e ad Elio Vittorini. Da Edgar Lee Masters a Ernest Hemingway (la Pivano ha tradotto in Italia la maggior parte delle sue opere), dai poeti e scrittori della beat generation a Bob Dylan, i più grandi e rappresentativi autori della nuova America sono stati portati ai lettori italiani dalla sua capacità di interpretare, capire, raccontare e descrivere un mondo ancora sconosciuto al pubblico italiano. Attenta alle mutazioni della società e della cultura americana fu lei – traduttrice anche di Faulkner
e Fitzgerald – a proporre in Italia la pubblicazione degli scrittori contemporanei più rappresentativi: dagli esponenti del movimento nero, come Wright; ai protagonisti del dissenso non violento degli anni Sessanta, fino agli autori «minimalisti», prima Carver poi Leavitt, McInerney, Ellis. In occasione dei suoi 90 anni, nel 2007, disse: «Ho avuto due o tre eroi nella mia vita: il più grande è stato Ginsberg. In America
stanno pubblicando le lettere che mi ha scritto, mi raccontava cosa aveva visto dovunque andasse». E uno dei luoghi storici da lui visitati negli anni Sessanta è la Libreria Guida a Portalba, ospite dell’Associazione Alfredo Guida Amici del libro. La stessa Pivano ha ricordato nel suo “Amici scrittori”, edito da Mondadori, la visita con Ginsberg presso la Saletta rossa, così come tutti a Napoli ricordano le “ore piccole” trascorse con Kerouac. «Apprendo con commozione – ha scritto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla famiglia della scrittrice – la triste notizia della scomparsa di Fernanda Pivano fine intellettuale che, lungo un appassionato percorso, è stata protagonista della cultura italiana. Sensibile sostenitrice delle relazioni con la letteratura straniera e segnatamente di quella americana, Fernanda Pivano ha dato un contributo straordinario alla capacità della cultura italiana di tessere e coltivare rapporti che hanno arricchito il nostro patrimonio e favorito intensi scambi letterari con il resto del mondo». Mary Attento
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A SANTA CROCE
DEL
SANNIO
GUIDA AI LIBRI
GuidAntiquariato
NASCE UN ISTITUTO
DI STUDI CHE UTILIZZA LE TECNOLOGIE PIÙ AVANZATE
di Marcella Schiavino
Hieronymus e le lingue antiche È nato un ambizioso progetto di Semiotic Software & Hardware denominato “Hieronymus” (in onore del professore grecista e papirologo Girolamo Vitelli), uno strumento-processo metodologico da adottare per la digitalizzazione, catalogazione, interpretazione, ricerca avanzata, comparazione tra lingue antiche di uno stesso corpus letterario per la traduzione dalle lingue originali ad altre lingue antiche o moderne, poco o molto utilizzate.
Tutto è orientato alla costituzione dell’ICPhI – un Istituto internazionale di filologia computazionale intitolato a Girolamo Vitelli – a Santa Croce del Sannio, in provincia di Benevento (dove il 10 ottobre prossimo si terrà un incontro per celebrare i 160 anni dalla nascita di Vitelli). Promotori la Fondazione “Galanti” di Santa Croce, la Sobicain (Sociedad Bíblica Católica Internacional - Madrid) e Paulus (Centro Studi Bibbia e Comunicazione Roma), in collaborazione con le Università di Belgrado, Benevento, Firenze, Fisciano, Pisa, Roma e l’Istituto Orientale di Napoli.
L’invito a programmare multimedialità e interattività in rete è rivolto non solo a studiosi e addetti ai lavori, ma anche ai giovani, con l’obiettivo di connettere online tutti i sanniti sul territorio (che comprende alcuni comuni delle province di Benevento, di Caserta e di Campobasso, cfr. mappa) e nel mondo. Dedicato a Vitelli, fondatore a Firenze dell’Istituto Papirologico a lui intitolato,Hieronymus serve ad acquisire digitalmente oggetti archeologici, immagini, segni, papiri, manoscritti, testi; a strutturare con inserimento semiautomatico codici o marcatori per un testo digitale; interpretare e tradurre il corpus biblico composto varie lingue antiche (ebraico/aramaico greco e latino; copto, siriaco, ge’ez, amarico, georgiano, paleoslavo…); comparare lo stesso corpus letterario (biblico, patristico…) tradotto in lingue moderne diverse (russo, arabo, coreano, giapponese, cinese, hindi…); editare e pubblicare digitalmente tools e corsi multimediali e interattivi per l’apprendimento frontale e a distanza; aiutare a produrre ricerca e studi (tesine, tesi, articoli, testi scientifici). Urania Carideo
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Sono trascorsi 100 anni dalla pubblicazione, al principio del 1909, del Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti, atto di nascita e ideologia dell’omonimo movimento artistico-letterario; duecento anni fa, il 12 febbraio 1809, nella città inglese di Shrewsbury nasceva lo scienziato Charles Darwin; 4 secoli or sono, in una notte di fine agosto del 1609, per la prima volta Galileo Galilei utilizzava un cannocchiale per osservare il cielo. Ci fermiamo alla menzione di questi tre soli eventi - riguardo agli anniversari del 2009 - ciascuno dei quali, a suo modo e a suo tempo, è stato rivoluzionario, ha segnato un destino, è stato portatore di qualcosa di nuovo. L’arte, da più parti celebrata, per il momento la tralasciamo, scegliendo di rendere omaggio alla scienza presentando le opere, mai più pubblicate in traduzione italiana o di difficile reperibilità, di uno dei massimi rappresentanti, pioniere e padre del moderno pensiero scientifico: il biologo e naturalista Charles Darwin.
WDL, la sapienza in digitale Le ricchezze culturali del mondo raccolte in un solo sito, alla portata di tutti. È questo l’obiettivo principale che ha portato alla nascita della World Digital Library (www.wdl.org/en). La neonata biblioteca digitale online è un progetto portato avanti dalla statunitense Library of Congress con il supporto dell’Unesco. Raccoglie contributi da tutto il mondo, significativi per ricchezza e varietà culturale. Il materiale disponibile comprende manoscritti, mappe, libri rari, registrazioni, film, stampe, fotografie e disegni architettonici. I documenti sono disponibili gratuitamente e possono essere ricercati a partire da riferimenti di luogo o tempo, per argomento e tipologia di contributo o inserendo l’istituzione che ha reso il singolo apporto disponibile online. Gli strumenti di navigazione e le descrizioni dei contenuti possono essere visualizzati nelle lingue dell’Unesco (arabo, cinese, inglese, francese, russo, spagnolo) e in portoghese, dato il contributo del Brasile nella realizzazione del progetto. È stata presa in considerazione la possibilità di fornire anche altre lingue, ma per il momento non è tra le priorità del progetto. I singoli contenuti, invece, non sono stati tradotti e sono quindi accessibili solo nella lingua originale. Per rendere possibile la digitalizzazione di materiale proveniente da tutto il mondo, sono stati creati dei centri appositi dotati delle tecnologie necessarie a disposizione delle istituzioni, come nel caso di Brasile, Egitto, Iraq e Russia. L’inaugurazione del sito web è un passo importante, ma non segna la conclusione del progetto. Ci si sta infatti muovendo per continuare ad estendere la quantità di materiale digitalizzato e disponibile online, in modo da comprendere un giorno materiali di tutti i paesi in tutte le lingue.
DARWIN Carlo. Il potere di movimento nelle piante. Torino, Utet, 1884. Coll’assistenza di Francesco Darwin; traduzione italiana di Giovanni e Riccardo Canestrini. In 8° grande (cm 27), pp. 406, con ill. e grafici n.t. Legatura edit. in tela di col. rosso, con titt. in oro al dorso ed fregio dorato al piatto, lievi sbiaditure, qualche piccola, lieve fior., in ottimo stato di conservazione per il resto. € 170,00 DARWIN Carlo. Le diverse forme dei fiori in piante della stessa specie. Torino, Utet, s.d (ma, 1884?). Traduzione italiana di Giovanni Canestrini e di Lamberto Moschen. In 8° grande (cm 27), pp. 239, con ill. e tabb. n.t. Legatura edit. in tela di col. rosso, con titt. in oro al dorso ed fregio dorato al piatto, alcune piccole e lievi fior., in ottimo stato di conservazione per il resto. € 140,00 DARWIN Carlo. Sulla struttura e distribuzione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche. Torino, Utet, 1888. Prima traduzione italiana d[i] Giovanni e Riccardo Canestrini; preceduta da cenni biografici e ritratto dell’Autore arricchita di note sulle più recenti scoperte e corredata di tre carte diligentemente incise. In 8° grande (cm 27), pp. 210, con 1 ritr. in antip. ed ill. n.t. Brossura edit., rifatto, con titt. manoscritti, piccole mancanze al piatto post. ed al dorso, spellature ai tagli inf. delle pp., qualche fior., cc. piegh. inc. mancanti. € 80,00 (Napoli) CELANO Carlo. Notizie del bello dell’antico e del curioso della Città di Napoli divise dall’autore in dieci giornate per guida e comodo de’ viaggiatori. Con aggiunzioni de’ più notabili miglioramenti posteriori fino al presente estratti dalla storia de’ monumenti e dalle memorie di eruditi scrittori napolitani. Napoli, 1856-1860. Per cura del Cav. Giovanni Battista Chiarini. Cinque volumi in 8°; pp. 383, 859, 952, 848; 858, con numerr. tavv. litografiche in nero, n.t. e f.t., di cui alcune più volte ripiegate. Bella legatura in mezza pelle coeva con titt. e filetti in oro al dorso; piatti in carta marm. in tinta. Ottimo esemplare. Estremamente raro. € 1200,00
GUIDA AI LIBRI
IN DISTRIBUZIONE LA TESSERA PER ACCEDERE A SCONTI E SERVIZI
In Rete con BiblioNapoliCard Si chiama BiblioNapoliCard, è nata da pochi mesi ed è un’iniziativa unica nel suo genere. Si tratta di una tessera d’iscrizione a pagamento (5 euro, ma a fini promozionali la distribuzione per i primi mesi è gratuita), valida un anno dalla data della sua emissione, che consente l’accesso a servizi aggiuntivi erogati dalle biblioteche nonché a sconti ed agevolazioni per occasioni culturali e del tempo libero, presso teatri, musei, cinema, negozi (anche alcune librerie hanno aderito all’iniziativa concedendo lo sconto
sul territorio cittadino, allo scopo di creare un sistema informativo e di servizi confacente alle esigenze della collettività. La Rete delle biblioteche comunali si articola come un sistema composto da: biblioteche comunali di quartiere, posti di prestito e punti di lettura istituiti dalle Municipalità di riferimento anche in convenzione con enti, associazioni, cooperative ed istituti culturali. Con la BiblionapoliCard s’intende, dunque, favorire la fruizione delle strutture bibliotecarie, lanciandole come punti di incontro e promozione culturale, curando in particolare il pubblico dei ragazzi, per creare un’abitudine alla lettura fin dalla tenera età, allestendo sale e patrimonio loro riservati e collaborando ai fini promozionali con gli istituti scolastici di ogni ordine. Inoltre si tende a contribuire all’educazione lungo tutto l’arco della vita, collaborando con gli istituti rivolti all’istruzione e all’aggiornamento culturale degli adulti e degli anziani, e ad organizzare patrimonio e servizi in funzione dell’interesse sia per l’identità culturale locale sia dell’apertura verso le altre culture, favorendo in questo modo la conservazione dell’identità specifica e l’interrelazione. Mary Attento
maggio-settembre 2009
Progetti culturali: incentivi dal Comune di Napoli È stato pubblicato sul sito del Comune di Napoli un bando pubblico per la concessione di contributi ai più meritevoli progetti di diffusione culturale. L’Assessorato al Decoro e Arredo Urbano, Biblioteche civiche, archivi storici e riordino degli archivi comunali, Memoria della Città e del Tempo libero ha invitato i cittadini alla presentazione di progetti per iniziative dirette alla promozione del libro e della lettura. L’intento dell’assessore Diego Guida è di promuovere e sostenere attività ed iniziative che perseguano finalità quali, appunto, la promozione del libro e della lettura mediante la valoriz-
del 10% ai possessori della BiblioNapoliCard sull’acquisto di libri di varia e lettura ad esclusione dei in alto: Palazzo San Giacomo, presentazione della Bibliolibri scolastici ed universitari). “La card delle biNapoliCard 17 luglio 2009; a sinistra l’assessore Guida; blioteche per la rivitalizzazione delle realtà citsotto: la mappa delle biblioteche partenopee tadine – così definisce la BiblioNapoliCard l’anima dell’iniziativa, l’assessore al Decoro e zazione delle sedi di biblioteca Arredo Urbano, Archivi Storici, Biblioteche che dovranno ospitare attività diCiviche, Memoria della Città e Tempo Libero versificate incrementando l’offerdel Comune di Napoli, Diego Guida – è stata ta culturale; l’ampliamento delrealizzata e presentata alla Città alla presenza la conoscenza e della fruibilità del Sindaco e del Presidente del Consiglio Codel patrimonio archivistico di vamunale lo scorso 17 luglio nella sala giunta di lore storico-culturale; l’affermaPalazzo San Giacomo. Ad oggi ne abbiamo zione della memoria storica distribuite oltre 4.000. Abbiamo “costruito” la della città come valore condiviso rete delle biblioteche civiche con tanto di consul quale fare leva per collocare venzioni con le realtà culturali della Città: mula città nel presente del suo divesei, teatri, cinema... cui è anche seguito un bando per la sponsorizzazione delle BiblioNapoliCard in formato elettronico, la redazione di un nuovo A chi è rivolta BIBLIONAPOLICARD regolamento per le 13 biblioteche È rivolta a tutti i cittadini senza distinzione di sesso, di Che cos’è di Napoli, l’utilizzo di un “mediarazza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di bus” per far girare i libri su di un La BiblioNapoliCard è una tessera di iscrizione alla condizioni personali e sociali. Rete delle Biblioteche Comunali che consente di utimezzo pubblico trasformato in bilizzare un sistema di facilitazioni ed incentivazioni di Quali sono i requisiti d’iscrizione blioteca circolante per i quartieri accesso a servizi aggiuntivi mediante la creazione di - essere residente a Napoli o in Campania; dove non esistono le biblioteche un sistema automatico di agevolazioni della fruizione - essere, per un periodo non inferiore a tre mesi domie... altro ancora”. dei servizi di prestito interbibliotecario, multimediali e ciliati a Napoli o in Campania per motivi di studio o di Alla base del progetto c’è la vo- riproduzioni nonché a sconti ed agevolazioni per occa- lavoro. Tale condizione deve essere documentata o aulontà di dare un rinnovato impulso sioni culturali (accesso a cinema, teatri, musei etc.), so- tocertificata; alla Rete delle biblioteche comu- ciali e del settore produttivo in ambito esclusivamente - presentare un documento d’identità valido; - gli iscritti sono tenuti a comunicare eventuali varianali opportunamente decentrate culturale (esercizi commerciali). 0
Assessorato alle Biblioteche Civiche
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un sostegno alla cultura
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6^ Municipalità - Ponticelli, Barra, S. Giovanni a Teduccio Piazza Pacichelli, 10 tel 081 5721881 - fax 081 5723508 e-mail:
[email protected] apertura al pubblico ore 9.00-19.00 dal lunedì al venerdì
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Antonio Labriola
6^ Municipalità - Ponticelli, Barra, S. Giovanni a Teduccio Via G. Vela n.110 tel - fax 081 2554122 e-mail:
[email protected] apertura al pubblico ore 9.00-19.00 dal lunedì al venerdì
Domenico Severino
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Andrea Angiulli
3^ Municipalità - Stella, S. Carlo all’Arena Piazza Mario Pagano, 1 tel - fax 081 299851 e-mail:
[email protected] temporaneamente chiusa per trasferimento nuova sede
Villa Letizia
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3^ Municipalità - Stella, S. Carlo all’Arena Via Nicola Nicolini, 54 tel - fax 081 7513997 e-mail:
[email protected] apertura al pubblico ore 9.00-19.00 dal lunedì al venerdì
5^ Municipalità - Vomero, Arenella Via Francesco De Mura n. 2/bis tel 081 19718105/06/03 fax 081 19718112 e-mail:
[email protected] apertura al pubblico ore 9.00-19.00 dal lunedì al venerdì
7^ Municipalità - Miano, Secondigliano, S. Pietro a Patierno Piazza Zanardelli, 21 tel 081 431793 - fax 081 7300318 e-mail:
[email protected] temporaneamente chiusa al pubblico per lavori di ristrutturazione
Giustino Fortunato
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4^ Municipalità - S. Lorenzo, Vicaria, Poggioreale, Zona Industriale Via Leonardo Murialdo,7 tel 081 7951320-081 5848668 fax 081 7951380 e-mail:
[email protected] apertura al pubblico ore 9.00-19.00 dal lunedì al venerdì
Benedetto Croce
Francesco Flora
7^ Municipalità - Miano, Secondigliano, S. Pietro a Patierno Corso San Pietro, 8 tel 081 7952046 - fax 081 7952020 e-mail:
[email protected] apertura al pubblico ore 9.00-19.00 dal lunedì al venerdì
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Giulio Andreoli
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6^ Municipalità - Ponticelli, Barra, S. Giovanni a Teduccio Vico Santillo, 3 tel - fax 081 5616875 e-mail:
[email protected] apertura al pubblico ore 9.00-19.00 dal lunedì al venerdì
Guido Dorso
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Thomas Mann
di migliorare la qualità della vita. Da qui l’invito ad associazioni, enti pubblici e privati, istituzioni e organismi culturali a proporre progetti di iniziative e di manifestazioni. Le proposte devono indicare le finalità che si vogliono perseguire, i dati inerenti il soggetto organizzatore, il curriculum, la denominazione dell’iniziativa, il periodo, il luogo e gli orari di svolgimento, gli eventuali eventi collaterali previsti, le azioni promozionali programmate, nonché un dettagliato piano finanziario con l’indicazione delle entrate e delle uscite in cui si specifichi di non aver ottenuto per la medesima manifestazione od iniziativa altri finanziamenti dall’Amministrazione Comunale, e di avere eventualmente ottenuto
Grazia Deledda
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Lo scrittore è un uomo che più di chiunque altro ha difficoltà a scrivere
nire e, nel contempo, sviluppare e costruire la sua proiezione futura; la promozione di iniziative ricreative rivolte a giovani e adulti per il loro tempo libero al fine
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Renato Caccioppoli
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Quali sono le modalità di rilascio Per avere la tessera BiblioNapoliCard è necessario: recarsi in una delle biblioteche comunali di Napoli; compilare e sottoscrivere il modulo d’iscrizione (allegando copia di un documento d’identità valido). La tessera sarà rilasciata entro 5 giorni dalla consegna della ricevuta del versamento effettuato. Ha validità di un anno ed è personale e non cedibile. La sottoscrizione del modulo comporta l’accettazione del Regolamento sull’uso dei servizi bibliotecari offerti al cliente ed il consenso al trattamento dei dati personali. Il modulo per le iscrizioni di minori e disabili può essere restituito successivamente. Per i minorenni è richiesta la firma di un genitore o di chi ne fa le veci. Per i disabili il delegato deve produrre il documento del delegante e una autocertificazione sull’impossibilità di recarsi in biblioteca personalmente.
8^ Municipalità - Piscinola, Marianella, Chiaiano, Scampia Via Nicola Nicolini, 54 tel - fax 0815853247 e-mail:
[email protected] apertura al pubblico ore 9.00-19.00 dal lunedì al venerdì
9^ Municipalità - Soccavo, Pianura Piazza Giovanni XXIII tel 081 7952320/70 - fax 081 7952371 e-mail:
[email protected] apertura al pubblico ore 9.00-19.00 dal lunedì al venerdì
9^ Municipalità - Soccavo, Pianura Via Padula complesso Palasciano tel - fax 081 7261900 e-mail: temporaneamente chiusa al pubblico per lavori di manutenzione
10^ Municipalità - Bagnoli, Fuorigrotta Via Zanfagna, 3 tel - fax 081 5931983 e-mail:
[email protected] apertura al pubblico ore 9.00-19.00 dal lunedì al venerdì
zioni di domicilio o di telefono; - I dati richiesti agli utenti, in conformità al Decreto Legislativo 196/2003 Tutela dei dati personali, sono utilizzati ai soli fini della gestione del servizio o di informazione delle iniziative ad esso relative; - La sottoscrizione del modulo d’iscrizione costituisce consenso a tale utilizzo. Quali sono i benefici per i possessori della card in Biblioteca È previsto un rinnovo immediato del prestito di libri per ulteriori ventuno giorni. È attiva la sezione Web sul sito istituzionale dedicata alle Biblioteche Comunali ed ai servizi offerti all’utenza nonché l’elenco dei libri posseduti. L’utenza ha la possibilità di verificare da una qualsiasi postazione informatica se nell’ambito del patrimonio librario comunale è presente un testo desiderato. www.comune.napoli.it/biblioteche
altri finanziamenti o interventi pubblici precisandone l’entità. I soggetti interessati dovranno far pervenire le proprie proposte entro e non oltre il 15 settembre 2009 all’Assessorato al Decoro e Arredo Urbano Biblioteche civiche, archivi storici, Memoria della Città e del Tempo libero Piazza Municipio-Palazzo San Giacomo - 3° piano - 80133 Napoli Tel. 081 7954270/71/72/73/74/75. Le proposte saranno esaminate da una commissione consultiva che valuterà la coerenza con le linee di politiche dell’Amministrazione in materia di promozione della lettura, valorizzazione del patrimonio archivistico, affermazione del valore della ‘memoria’ e del tempo libero fissate nella relazione previsionale e programmatica 2009/2011.
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GUIDA AI LIBRI
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Parliamo di poesia, insieme di Angela Procaccini
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“Tendere l’orecchio e il cuore a qualcosa che è dimenticato”. Così scriveva Federico Fellini in uno dei tanti originali momenti della sua sfolgorante attività artistica. La frase mi sembra appropriata per coloro che amano la poesia, e la suggestione che essa determina, perché sono capaci di far rivivere qualcosa che nella fagocitante attività del quotidiano viene dimenticato. Ascoltare, saper ascoltare le voci misteriose intorno e dentro di noi, portar fuori dai meandri della coscienza ciò che sembrava dimenticato, è, infatti, un po’ quello che fanno i poeti. In questo ritorno alla normalità di un settembre ancora afoso, sulla mia scrivania, fra le carte di studio e i libri di piacere, spiccano due libri da poco pervenutimi, di cui mi piace parlare. Il primo, “Ischia, un’isola d’amore”, è una piacevole antologia pubblicata ad opera dell’Associazione “Delphis” Mediterranean Dolphin Conservation di Forio di Ischia e curata da Roberta Panizza e Bruno Mancini: comprende poesie di diversi autori, tra cui Angela Barnaba, Luciano Somma, Italo Zingani, Liga Lapinska, Umberto Maselli… corredate da dipinti, foto, disegni. È davvero un delicato e piacevole omaggio all’isola verde, che ammalia chiunque la scopra. Tra tutte le poesie dell’antologia, ho scelto una che, nella sua nudità, esprime lo stupore di chi si vede sfuggire il volto amato. È di Bruno Mancini: “Scivolavano le parole – dolci e inutili – fuori da lei – sospesa – e le guardavo il bel viso – giovane, pulito – di riflessi azzurri: m’era sfuggito per la seconda volta” Il poeta sa che le parole di lei sono dolci ma anche inutili, si perdono nella vacuità di un rapporto ormai sterile, il viso è ancora lì davanti a lui, bello come sempre nelle sue fattezze pulite, ma non gli appartiene più, è ormai perduto per lui. Della poesia colpisce la delicatezza del tono e il disincanto della rivelazione della fine. Altro libro pervenutomi in questo ultimo periodo è quello di Gian Manlio Gianturco, “Canzoniere in pillole” (Ed. Tracce, Pescara): Gian Manlio è una persona particolare. Me ne sono resa conto leggendo le notizie biografiche nella quarta di copertina, dove leggo che è un laureato in Giurisprudenza, che ha svolto attività professionali collegate al suo percorso di studi, ma che ha anche coltivato da sempre la scrittura e la poesia, forse proprio per reagire all’aridità ed alla formalità di funzionario di un Ufficio Legislativo (la sua attività lavorativa). Comprendo queste persone particolari, e le ammiro, perché non è facile ritagliarsi quei momenti di relax dello spirito nel chiuso di uno studio, liberandosi di codici e articoli di legge e riappropriandosi di sé. Non è facile, perché la mente si scopre imbrigliata, strozzata, senza spazi ampi, ma è comunque indispensabile per non dimenticare la propria humanitas. Bella anche la prefazione al libro, di Elio Pecora, che a mio avviso centra l’essenza dell’uomo e del poeta Gian-
turco, concentrandola nella “presenza amorosa”: “la presenza amorosa, sia essa identificata nella vicinanza femminile…, sia dispersa nel tempo difficile del pianeta affollato, colma la raccolta della sua grazia e tramuta in piacere del corpo e del cuore la tristezza che minaccia l’uomo”. La poesia scelta è “Non so se verità” “Ti penso, sai ti penso notte e giorno specie al mattino all’ora del risveglio e a sera tarda quando corre il sonno verso momenti trepidi di sogno. Dentro i tuoi occhi si fa nuovo il giorno me lo ripete una voce dal di dentro che ti descrive traccia dell’eterno ora che sei venuta allo scoperto da mondi oscuri avvolti nell’incerto. Credo sia verità non un abbaglio quando odo in silenzio il cuore dire è puro amore quello che riluce”. Potenza dell’amore, delicatezza dell’amore: riesce a commuovere, a consolare, a rendere forti, a rendere fragili. Ed in questo libro “l’amore è attesa e ricerca, desiderio e nutrimento”, è poesia, essenza e radice di poesia. Quella poesia che il nostro autore ha sempre voluto inseguire e perseguire, in un percorso di conquista progressiva che lo ha arricchito e raffinato. Come ora arricchisce e raffina i suoi lettori. Concludo con due poesie dei “miei” ragazzi di Nisida, Gaspare e Antonio. Non farò commenti perché preferisco che le leggiate assaporandole, così come sono nell’immediatezza del loro sentire, nella sofferenza del loro fiorire, nella delicatezza del loro comunicare gratitudine. Di Gaspare: “Notte scura” “Tu notte scura che gridi il tuo silenzio Fa’ che questa luna possa sentire la tua sofferenza. Il freddo si fa forza e rafforza la debolezza dell’uomo, uomo che cerchi aiuto, aiutati che la notte passerà…” Di Antonio: “Ad Angela P.” “Con la mente scivolo nel mare più salmastro del solito provocando dolore infinito alla ferita insanabile. Il sole vuole alleggerire il dolore proiettando raggi verso il cuore E quel cuore distrutto dal dolore trova la forza di riamare in quei raggi di sole. Tu sei come quel sole con i tuoi raggi accecanti sei capace di sciogliere un cuore gremito di dolore per far rifiorire l’amore che racchiude in sé.” Grazie, grazie di cuore.
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cessoria e non indispensabile. Una scelta, quella dell’ Associazione Alfredo Guida Amici del libro Onlus, coraggiosa, fonte di arricchimento originale ed entusiasmante, momento che va ben oltre la lettura perché contempla un’indagine che, vissuta attraverso gli occhi dei più giovani, fa emergere ciò che non è stato esplicitamente scritto eppure si intravede tra le pagine. E quando si parla di creatività è inutile sottolineare il valore paideutico del progetto, già evidente: come ho potuto personalmente constatare negli incontri di Salerno e Caserta, non c’è infatti un approccio meramente scolastico ma un rivivere insieme l’esperienza generatrice della scrittura, modificarla e farla propria da parte di chi legge. Momento, dunque, di esperienza diretta, non passivo, dove autori e studenti sono entrambi pieni protagonisti di una realtà non semplicemente ricreata ma vissuta. “Leggiamoci fuori scuola” si rivela una scelta vincente, acuta ed estremamente costruttiva: unica proposta possibile in un mondo che non legge. Asteria Casadio L’incontro con i ragazzi e gli insegnanti del Liceo Ginnasio Tasso di Salerno è stato un’occasione di confronto proficua e sicuramente reciproca. I ragazzi erano molto interessati al dibattito, le domande erano tante e tutte molto pertinenti. Il modo in cui hanno elaborato il materiale tratto dal libro ha dato come risultato delle performance toccanti e piene di messaggi efficaci, chiari e immediati in un linguaggio tipico della loro età, che penso di utilizzare nel mio lavoro di prevenzione delle tossicodipendenze con i giovani. Maria Angela Barra Nell’Auditorium dell’Amministrazione Provinciale di Caserta il 2 aprile ho incontrato gli studenti delle ultime classi di alcune scuole medie superiori di Caserta e Santa Maria Capua Vetere. Sono stati piacevolmente sorpreso per la profondità delle osservazioni e per l’intelligenza dei quesiti posti dai giovani, che hanno letto attentamente la mia silloge di racconti “Il dubbio di Enrico”. L’incontro, promosso da Leggiamoci fuori scuola e con al partecipazione di molti docenti e dell’editore Mario Guida, si è svolto in un’atmosfera calda, gradevole, simpatica, particolarmente amabile anche per la spontaneità e per la correttezza degli studenti. Mario Rosario Occorsio Per quanto concerne la mia partecipazione al progetto Leggiamoci fuori scuola, non posso che segnalare un apprezzamento totale in merito all’organizzazione e allo svolgimento dello stesso progetto. Personalmente sono stato invitato dall’Istituto ITC Moscati di Sant’Antimo, dal Liceo scientifico Mercalli e all’evento organizzato ad Avellino, dove partecipavano differenti istituti della provincia di Avellino. In tutti questi luoghi sono stato accolto con calore e grande partecipazione da parte degli studenti che, insieme ai loro insegnanti, hanno mostrato un notevole interesse circa il testo letto, tanto da spingerli a preparare lavori di analisi sul mio libro. Ritengo che tale esperienza sia stata estremamente formativa per tutti coloro che ne sono stati coinvolti, sia autore che lettori. Giorgio Caruso
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GUIDA AI LIBRI
maggio-settembre 2009
La storia in “giallo e nero”
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di Giuseppe Napolitano “Il mondo è quello che succede nella tua testa”: è un pensiero illuminante (forse anche tautologico, se si parla di letteratura), ma può meglio far comprendere il tema in questione: se guardiamo le cose in un certo modo, con una certa “testa” (ideologia), finiamo per credere che le cose stesse abbiano il sapore che noi ricordiamo, il “giusto” sapore che ad esse diamo nella memoria… Parlare di certi argomenti a volte è difficile e meglio riesce se li si addolcisce (“dulciora crustula”… diceva il vecchio Orazio!) in modo da renderli più digeribili. Gli anni “di piombo” delle BR, per esempio, non è che tutti vogliono ricordarli, ma con una qualche coloritura “privata” si può sfumare l’impatto emotivo e trasformare addirittura un episodio “verisimile” in esempio di redenzione intellettuale. D’altra parte, come ha scritto di recente Umberto Eco, si può anche scrivere un trattato filosofico per raccontare barzellette, o viceversa: insomma, importante è il risultato - e da un po’ di tempo, si potrebbe aggiungere, importante è pure il mercato, con quel che ne consegue. E non aveva cominciato con la storia anche Camilleri, con “La concessione del telefono”? un pezzo di realtà usato come pretesto per una costruzione letteraria… Così Marco Bellotto (“Gli imitatori”, Marsilio) inventa una storia vera, leggendo a ritroso la fine del Novecento, a scendere verso i Settanta e i Sessanta e ancor prima al durissimo dopoguerra di un bambino che subisce una famiglia sgangherata e un ambiente degradato prima di riscattarsi nella considerazione generale diventando uno scrittore di grido, amico di Bianciardi e Feltrinelli (i nomi veri costituiscono e garantiscono il “vero” della storia, che deve diventare “utile”… Del resto, non ci aveva già detto Manzoni che “la Storia…” eccetera? Quel Manzoni che, proprio secondo Bellotto: “aveva capito che gli italiani non sapevano che farsene della democrazia”… e queste parole sono messe in bocca a un professore “estremista” post sessantottino!). Il protagonista de “Gli imitatori” finisce per mescolare impegno politico e rimpianti sentimentali, frustrazione sociale e utopie sociologiche, offrendo anche ai suoi allievi un guazzabuglio ideologico nel quale si innesta un episodio di “giustizia proletaria” tipico dei tardi anni 70: il rapimento e l’uccisione di un imprenditore. Un libro che parla di libri, la storia di una malattia prima psicologica poi vera e infine salvifica: un percorso di formazione esemplare. Il rischio di confondere “malattia e letteratura” già lo aveva avvertito Svevo, anche allora alla fine di un secolo, e Bellotto sottolinea appunto come “al secolo che stava per finire” si addice una analisi impietosa dei fermenti che ne hanno caratterizzato l'evolversi drammatico… Il filone storico è molto frequentato nella narrativa di questi ultimi tempi. Diventa addirittura un serial, con un personaggio che pare uscito da un quadro di Caravaggio: “Il guaritore di maiali”, il Pimain, inventato da Lorenzo Beccati, protagonista poi de “Il mistero degli incurabili” e infine (ma sarà davvero “l’ultimo episodio”?) del sempre più intricato “L’uccisore di seta” (Kowalski). Nella Geno-
va opulenta e torbida di fine Cinquecento, il porcaro indagatore è impegnato qui a scoprire un misterioso assassino di modesti lavoranti della seta, e deve intanto risolvere anche il misterioso furto del tesoro del doge. Thriller storico è definito il libro in copertina, e tale è: Genova non fa solo da sfondo alla storia, ma è la sua storia a farsi coprotagonista della vicenda narrata. L’attenzione ai fatti dell'epoca è curata e motivata, non soltanto pretesto. Fanno da coro ai protagonisti infatti tutta una corte di piccoli uomini e donne essenziali allo sviluppo stesso della trama. Come un giallo che si rispetti, il libro si legge tutto d’un fiato ma poi viene voglia di rileggerlo per meglio assaporarne le pagine più dense dei sensi intensi dell’umanità che vi è rappresentata. Beccati non è uno scrittore votato alla grande Storia, ma sa come farla ricca di minuziose descrizioni d'ambiente e come alludere a sentimenti e sensazioni con poche frasi incisive. “L’uccisore di seta” rivela alla fine la sua impensabile soluzione, ma prima ha guidato il lettore attraverso episodi apparentemente insignificanti che invece costruivano il mosaico in cui leggere la chiave del mistero. Fortunatissimo, peraltro, Pimain fa quasi tenerezza a dover risolvere enigmi e scovare colpevoli contando solo sulle sue capacità di intuito e di osservazione, senza l'ausilio dei sofisticati mezzi dei quali oggi dispongono gli investigatori di tutte le polizie. Ben diverso il clima da thriller spionistico internazionale creato da Serge Quadruppani nel suo “Y” (Marsilio) che condensa in poco meno di 250 pagine un numero impressionante di personaggi (parecchi morti ammazzati nei modi più svariati e inverosimili), e situazioni e… Il tutto per domandarsi se è ancora possibile l’amore… Allo scopo scomoda addirittura i servizi segreti di mezzo mediterraneo, e l’Iraq e l’Iran eccetera. Lo stile e la costruzione alla “Ronin”, alla “L.A. Confidential” (del resto, Quadruppani è un giallista esperto del mestiere, traduttore in francese di Camilleri e Carlotto, fra i moltissimi) costringono a una lettura convulsa ma il finale è davvero “polar” (come promette la nota di copertina), raggelante. Si può colorare di giallo e di nero anche Biancaneve? Il nero nella favo-
la potrebbe quasi avere una funzione catartica? (esasperare il pessimismo per trasformare in positivo l'atteggiamento verso il prossimo generalmente distratto o indifferente)… Se lo chiedono, e rispondono di sì, i 18 giovani autori raccolti nell'antologia “E morirono tutti felici e contenti” (Neo) che hanno preso spunto da altrettante fiabe per raccontare una realtà malata, capovolta rispetto all’immaginario collettivo che ormai non funziona più: racconti - come scrive il curatore Massimo Avenali - “ironici, amari, grotteschi, sarcastici, dolorosi, esilaranti, che dissacrano passato, presente e futuro”… A Latina, in margine alla rassegna dell'editoria “Libri da scoprire” organizzata dall’Assoeditori, si tiene un concorso per le scuole, “Giallolatino ragazzi”, che coinvolge e convince al di là delle stesse aspettative, segno che gli studenti leggono e conoscono i modi del genere, a torto considerato minore dalla critica ufficiale. C’è tanto giallo e nero tra le letture dei giovani, che converrebbe approfittarne per educarli, anche a partire da quelle letture parallele, a considerare i valori della cosiddetta “grande” letteratura. “Giallolatino” premia i racconti migliori al concorso con una piccola pubblicazione: nella prefazione all’edizione 2008 appena uscita, il curatore Gian Luca Campagna scrive: “Bravi, ragazzi: continuate a leggere, a scrivere, a documentarvi, a studiare. Perché soltanto con lo studio potrete scrivere pagine intense del vostro futuro”. Sperando che funzioni, è un augurio da condividere. Il pluripremiato autore dell’apprezzato “La modista”, Andrea Vitali, ha scritto un unico giallo: “Dopo lunga e penosa malattia” (Garzanti), ma non a caso il protagonista è un medico, come lo scrittore, appunto: “Il mondo è quello che succede nella tua testa”… Come è un avvocato il protagonista del romanzo dell’avvocato Bellotto, il quale si presenta infatti in prima persona, con nome e cognome, nel suo romanzo “Gli imitatori”. Cosa c'è di più inesplicabile, a volte, della propria vita? Un altro autore noto, Louis de Bernieres (“Il mandolino del capitano Corelli”), presenta “La figlia del partigiano” (Longanesi): la storia di Roza, figlia di un partigiano sì, ma “di destra”, serbo… insolito punto di vista ma efficace grimaldello psicologico per parlare di sé. Come parla di sé “Un bell’avvenire” (e/o) di Marco Videtta, il tentativo di un fratello di scoprire le ragioni dell’assassinio del fratello repubblichino, prima idolatrato e poi… Insomma, la storia - è il caso di dire - si ripete: tutti vanno a caccia di un passato scomodo nel quale spesso nascondere solo il proprio scomodo presente, quasi a giustificarsi o discolparsi in qualche misura per essere come si è.
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La rivista Censis Note & Commenti, diretta da Giuseppe Roma, pubblica nel suo ultimo numero un dossier di approfondimento sulla scuola che fa il punto su alcuni fenomeni emergenti molto avvertiti da genitori e docenti. Nella prima parte del fascicolo, il n. 718 nella lunga serie edita dal Cen.S.I.S. sin dal 1965, è presentata la prima indagine nazionale sul bullismo che il Centro Studi presieduto da Giuseppe De Rita ha realizzato in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione. Nella seconda parte è riportata la sintesi di una ricerca realizzata dal Censis con il Cnel sull’integrazione degli alunni immigrati nella scuola primaria e secondaria di primo grado. Il bullismo è in continua crescita, non solo in Italia, ma anche nelle scuole degli altri
Paesi europei, dove si vanno adottando una serie di iniziative per prevenirne e contrastare le molteplici manifestazioni che producono conseguenze di varie tipologie ed entità ai danni degli alunni presi di mira dai loro compagni. Particolarmente lesive per l’immagine e la dignità delle vittime si rivelano le più recenti forme di cyber-bullismo. La recrudescenza del fenomeno, unitamente all’intensificarsi di altri episodi di prepotenza e di grave indisciplina, ha determinato l’emanazione, da parte del Ministro della PI, Mariastella Gelmini, di pur discusse norme, già in vigore nelle nostre scuole nell'anno scolastico appena concluso, ora comprese nel DPR n. 122/09, appena pubblicato nella G.U. n. 191 dello scorso 19 agosto. L’indagine del Censis esplicita ed esamina caratteristiche specifiche, tempi, luoghi, modalità e andamento del fenomeno, nonché reazioni ed aspettative delle famiglie direttamente o indirettamente interessate ad episodi di bullismo, generalmente più diffusi nei piccoli centri e nei livelli intermedi di scolarità. Alla redazione del dossier hanno collaborato Anna Italia, Claudia Donati, Vittoria Coletta e Francesca Zotta. Antonio Pisanti
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GUIDA AI LIBRI
maggio-settembre 2009
BOOKSHOPS. PARLA PIERANNA, LA FONDATRICE DELLA LIBRERIA DI VERBANIA CHE HA RICEVUTO UN PREMIO
Sognalibro con Margaroli Nel giugno del 1966 incominciava l’attività della la Mauri, di cui tutti i nostri collaboratori hanno freLibreria Margaroli di Verbania. Tre ragazzi (11, 18, quentato i corsi. Il premio rende merito a un impe23 anni) e il loro papà, ossolani di origine, alla ri- gno che dura da quattro decenni e grazie al quale, cerca di una prospettiva oggi, oltre a fornire un serche conciliasse lavoro e vizio di qualità ai lettori, passione, acquistarono una siamo diventati operatori Venerdì 30 gennaio 2009, piccola cartolibreria situata culturali che propongono nella splendida cornice in un angolo di quella che iniziative importanti per la oggi è la Piazza Aldo Moro città e la provincia di Verdella Fondazione Cini a Verbania, firmando quinbania”. all’Isola di San Giorgio tali di cambiali. La fondatrice della Libreria Rapidamente la libreria disostiene che per i librai è a Venezia, la libreria ventò un punto di riferiun momento molto difficiMargaroli ha ricevuto mento, di incontro e di agle. “Il problema delle libreil Premio per Librai gregazione, uno dei luoghi rie è la sopravvivenza: in centrali del confronto sulle Italia molti librai non riLuciano e Silvana Mauri vicende belle e brutte della escono ad andare avanti e città. questo è grave. Con la Il trasferimento da Piazza Aldo Moro al lungolago chiusura di una libreria si perdono grandi ricchezze, nel 1988 e il contemporaneo abbandono del settore umane e culturali. Perché i librai hanno un ruolo cartoleria hanno segnato un ulteriore rafforzamento fondamentale, sul piano culturale e soprattutto su della centralità della libreria nella vita cittadina. “Alcune attività hanno caratterizzato il nostro impegno: la scelta di curare con attenzione particolare il reparto ragazzi fin dall'inizio, la ventennale esperienza della Mostra del libro tascabile a Pallanza, gli incontri con gli autori e tutte le presenze per le iniziative musicali, culturali e teatrali, la lettura animata ad al- Sopra, esterno della Libreria Margaroli di Verbania; a sinistra, un momento della consegna del Premio Mauri; a destra Pieta voce ogni sabato per i bambini”, spiega Pieran- ranna Margaroli na Margaroli, fondatrice della libreria. Coerentemente a questa missione è nata e si è sviluppata una quello sociale. Dobbiamo essere più consapevoli di piccola attività editoriale, la Tararà Edizioni, con questo ruolo. Per riuscirci è necessario potenziare lo l’intento di dare spazio alle voci più significative e spirito di aggregazione delle categoria: questo potrebbe rafforzare anche la nostra forza contrattuale. E poi bisogna tornare sul territorio, valorizzare le iniziative dalla base: per farlo serve il contributo di tutti i librai”. Mary Attento
Sele d’Oro, 25esima edizione “Da 25 anni al servizio del Sud e del territorio”, recita lo slogan della 25esima edizione del Premio Sele d’Oro, che si svolgerà da sabato 5 a domenica 13 settembre ad Oliveto Citra, in provincia di Salerno. Numerosi i lavori pervenuti anche per questa edizione del premio (le categorie di concorso spaziano dalla saggistica all’imprenditoria giovanile, passando per il giornalismo). Attesa per il responso della Giuria presieduta dal prof. Amedeo Lepore. La sezione Saggi premia il miglior scritto su problemi istituzionali, economici e giuridici sul Mezzogiorno, nella sezione Euromed il focus si sposta sulle problematiche del bacino dell’Europa meridionale, allargata fino a tutto il Mediterraneo con il limite che l’autore non abbia compiuto il trentesimo anno di età. Il premio giornalistico dedicato a Michele Tito - storico
presidente della giuria del Premio Sele d’Oro - celebra, invece, le migliori inchieste, i migliori articoli, pubblicati nell’ultimo anno su tutti i mezzi di comunicazione, dalla carta stampata ad internet, sempre rivolti alla narrazione di una realtà economica o culturale dell’Italia meridionale o dell’Europa mediterranea. Il Premio dedica anche attenzione agli sforzi imprenditoriali dei giovani del Sud, nell’auspicio che il rilancio del Mezzogiorno possa passare attraverso una nuova generazione di imprenditori. Con la sezione Imprenditoria Giovanile, la giuria premia ditte individuali, società con sede nel Mezzogiorno. La categoria Bona Praxis attribuisce un riconoscimento al miglior progetto di sviluppo realizzato nel Mezzogiorno ad opera di pubbliche amministrazioni.
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Libreria Margaroli Corso Mameli 55 28921 Verbania (VB) tel. 0323 401027 Orari 9:00-12:30 15:30-19:30 Domenica e festivi 16:00-19:30
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alle ricche proposte culturali che costituiscono un GUIDA, Napoli, via Portalba 19-23, tel. 081.446377 patrimonio del territorio: “Cerchiamo di avere sempre un ruolo attivo di operatore culturale e di fornire a tutti i nostri lettori servizio e qualità nelle nostre proposte”. Quest’anno la libreria Margaroli ha ottenuto il Premio nazionale per Librai Luciano e Silvana Mauri, il ri- PORDENONElegge conoscimento assegnato ogni anno Dal 16 al 20 settembre si rinnova l’appuntamento con la X edizione della Festa del Libro con gli Autori dalla Scuola Librai Umberto ed Elisabetta Mauri (UEM) insieme al- ARTELIBRO Festival del libro d’arte. La sesta edizione di si svolgerà a Bologna 24-27 settembre l’Ali e all’Aie, a una libreria distinPAROLE NEL TEMPO tasi per qualità delle pubblicazioni, Editori in mostra al Castello di Belgioioso - Pavia: 26-27 settembre torna la XIX edizione innovazione, professionalità e imprenditorialità. Pieranna ribadisce PISA BOOK FESTIVAL - Palazzo dei Congressi - Bologna ciò che ha dichiarato nel nr. di mar- Pisa Book Junior - Stazione Leopolda - Bologna: 9-11 ottobre zo 09 de “La Libreria”, newsletter dell’Associazione librai italiani, MicroEditoria CHIARI di Brescia - 13-15 novembre cioè che “Questo riconoscimento ci gratifica moltissimo perché viene SALONE DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI dal mondo del libro in tutte le sue Venezia Terminal Passeggeri dal 3 al 5 dicembre 2009 la XIII edizione sfaccettature: dai colleghi, dagli operatori dell’editoria e dalla scuo- PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI, Fiera nazionale della piccola e media editoria
appuntamenti
L’8ª edizione si svolgerà a Roma, Palazzo dei Congressi dell’EUR, Piazzale Kennedy, 5-8 dicembre.
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