Lezione 8. Le scelte operative della BC
Strumenti, obiettivi operativi, obiettivi intermedi e obiettivi finali Obiettivi finali riguardanti l’equilibrio macroeconomico: livello del reddito e dell’occupazione, stabilità dei prezzi interni, tasso di cambio ecc. A livello strategico, obiettivi intermedi: equilibrio del sistema finanziario (tassi d’interesse, credito disponibile e quantità di moneta), attraverso il quale BC influenza l’accumulazione (via tasso d’interesse), i livelli produttivi e l’inflazione (via spesa monetaria). A livello tattico, per conseguire l’obiettivo intermedio, fissa obiettivi operativi per variabili che hanno rapporti stabili con gli obiettivi intermedi e che sono influenzate dagli strumenti.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 8
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Per l’efficacia dell’intervento è necessario che: 1. obiettivi operativi siano influenzabili da variazione degli strumenti; 2. obiettivi operativi abbiano una relazione stabile con gli obiettivi intermedi; 3. obiettivi intermedi abbiano una relazione stabile con gli obiettivi finali. La variazione degli strumenti influenza con ritardo gli obiettivi finali: fissazione di obiettivi operativi consente di modificare con celerità comportamenti errati.
Questa lezione: obiettivi operativi e confronto tra gli strumenti utilizzati dalla BCE e dalla FED.
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Strumenti per il controllo della base monetaria La quota di moneta legale utilizzata dalle banche per soddisfare le esigenze di cassa e rispettare l’obbligo di riserva obbligatoria ha valore strategico per il funzionamento del sistema monetario. L’offerta di base monetaria è (sostanzialmente) nelle mani della BC. La parte disponibile come liquidità bancaria (libera od obbligatoria) è l’obiettivo operativo di breve periodo della BC, insieme ai tassi a brevissimo termine che influenzano, tramite il mercato monetario, l’equilibrio del sistema finanziario. Principali strumenti di controllo indiretto del credito e della moneta: a. operazioni di mercato aperto per modificare la BM in circolazione; b. tasso ufficiale di sconto e altri tassi di policy per influenzare le scelte delle banche sul volume di riserve complessive da detenere; c. manovra della riserva obbligatoria (coefficiente e modalità di utilizzo), per controllare la liquidità nelle mani delle banche. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 8
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Operazioni di mercato aperto: acquisti o vendite di titoli sul mercato. Con l’acquisto, BC cede moneta legale che accresce BM e liquidità delle banche, influenzando in senso espansivo il credito; effetto opposto se vende sul mercato titoli che ha in portafoglio. Operazioni di acquisto/vendita possono essere “definitive” o “temporanee” (pct). Dimensione e caratteristiche delle operazioni incidono sulla situazione di liquidità corrente e futura attesa dal settore bancario, con conseguenze, restrittive o espansive, sui comportamenti correnti. Tra gli strumenti per il controllo della liquidità: possibilità delle banche di ricorrere al finanziamento della BC. In alcuni paesi la concessione di credito è discrezionale; in altri BC si impegna ad accogliere le richieste delle banche. “Rifinanziamento” delle banche in base a uno o più tassi di interesse ufficiali. Orientamento prevalente: BC disponibile a concedere, ad un tasso da prefissato, l’ammontare di liquidità domandato dalle banche e ad accogliere i fondi che le banche ritengono opportuno depositare presso di essa, remunerandole a un tasso di norma inferiore a quello di rifinanziamento. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 8
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Riserva obbligatoria. Variando il coefficiente, BC modifica in senso opposto la quantità di riserve libere per l’attività di investimento in titoli o in prestiti. Per la gestione della liquidità bancaria sono rilevanti anche le norme relative all’utilizzo della riserva obbligatoria (remunerazione e possibilità di “mobilizzarla” per soddisfare le esigenze di tesoreria).
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LA BCE Strumenti: operazioni di mercato aperto, operazioni su iniziativa delle controparti e riserva obbligatoria. «L’esistenza di un deficit di liquidità (del sistema bancario, nel suo complesso) migliora la capacità della BC di manovrare i tassi di mercato» e di controllare l’evoluzione degli aggregati monetari. Con deficit di liquidità, il mercato deve fare affidamento sul rifinanziamento per aumentare i mezzi liquidi a disposizione; più facile perseguire l’obiettivo operativo, ovvero il controllo della liquidità bancaria. Il controllo della liquidità delle banche fa affidamento sulle operazioni di mercato aperto. Intervento primario: operazioni di rifinanziamento principale; acquisti pct a 7 giorni collocati mediante aste settimanali deliberati da BCE e realizzate da BCN (Banche centrali nazionali): BCE annuncia il volume e il tasso di interesse minimo d’asta (tasso di riferimento principale), ovvero (come ora) fissa il tasso e lascia la quantità alle decisione delle banche; BCN raccolgono le offerte dalle banche e le trasmettono alla BCE che individua le offerte vincitrici. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 8
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Molteplicità delle operazioni di mercato: esigenza di disporre di procedure flessibili per fronteggiare in maniera tempestiva qualsiasi necessità. Seconda classe di interventi: operazioni su iniziativa delle controparti; immettere o assorbire liquidità overnight a discrezione delle banche (controparti della BCE). Due tipi di operazioni gestite a livello decentrato dalle singole BCN: a. operazioni di rifinanziamento marginale consentono alle banche, dietro garanzia di attività stanziabili, di ottenere liquidità overnight ad un tasso di interesse prestabilito; b. depositi presso la BC consentono alle banche di depositare liquidità overnight presso le BCN ad un tasso prestabilito, e dunque permettono di assorbirla, su loro richiesta, per brevissimi periodi di tempo. OIC attivate dalle banche sulla base della loro convenienza; le richieste non hanno vincoli di ammontare (all’interno delle attività stanziate a garanzia), ma si devono accettare i tassi d’interesse applicati dalla BCE; quello su operazioni di rifinanziamento marginale superiore al tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale, mentre quello sui depositi è inferiore. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 8
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Comitato esecutivo BCE: decisione su ammontare ORP, sul tasso e sul livello dei due tassi delle OIC. Differenziale tra tasso sulle ORM e sui depositi presso la BC: “corridoio” per tasso mercato interbancario. EONIA, Euro Overnight Index Average: media ponderata dei tassi dei contratti overnight senza garanzia comunicati da un gruppo selezionato di banche operanti sul mercato interbancario dell’area. Nessuna banca prende a prestito (concede prestito) a un tasso superiore (inferiore) a quello che pagherebbe (otterrebbe) rivolgendosi direttamente alla BC.
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BCE, Bollettino Mensile, marzo 2011, marzo 2012 e marzo 2014
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Prima cosa è successo?
BCE, Bollettino Mensile, marzo 2010 G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 8
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E ancora prima?
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Riserva obbligatoria. 2% della raccolta di fondi (depositi, titoli di debito e titoli del mercato monetario con scadenza inferiore ai due anni, esclusi tutti i rapporti intercreditizi). Deposito remunerato al tasso medio delle ORP nel periodo di mantenimento (un mese a partire dalla data di regolamento del pct successivo alla riunione mensile della BCE). Obbligo soddisfatto se la media dei saldi di fine giornata del conto di riserva non è inferiore all’importo calcolato sulla base delle consistenze rilevate alla fine del mese precedente. Possibilità di “mobilizzare” la riserva obbligatoria, utilizzandola per le esigenze correnti di tesoreria, anziché ricorrere al mercato interbancario.
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FED Principale strumento: operazioni di mercato aperto (ODMA), acquisti o vendite di titoli emessi dal Tesoro e dalle agenzie federali. Banche detengono conti presso la FED e li usano per effettuare pagamenti. Saldi di fine giornata (Federal Reserve balances) utilizzati per soddisfare la riserva obbligatoria oppure per offrirli overnight ad altre banche. Mercato in cui si scambiano i saldi detenuti presso la FED: federal funds market. Tasso al quale si concedono i prestiti: federal funds rate (prestiti privi di garanzie reali; banche diverse pagano un tasso diverso, a seconda del loro merito di credito; il federal funds rate si riferisce al tasso pagato dalle istituzioni più affidabili). Offerta di Federal Reserve balances disponibili per le banche determinata dalle ODMA, attraverso le quali la FED fissa la quantità di liquidità, oppure il tasso obiettivo sui federal funds (tasso target). Obiettivi di breve periodo delle ODMA (dichiarati esplicitamente dal 1995) fissati dal Federal Open Market Committee (FOMC). G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 8
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Altri strumenti: riserva obbligatoria e manovra del tasso ufficiale di sconto applicato alle banche sui prestiti che ricevono dallo sportello per lo sconto. Gli obblighi di riserva stabiliscono l’ammontare di fondi che una banca (depository institution) deve detenere a riserva a fronte dei depositi (net transaction accounts, nonpersonal time deposits, eurocurrency liabilities), sotto forma di circolante presso di sé, o di depositi presso le banche della Riserva Federale. Il Consiglio dei Governatori della FED è l’Autorità responsabile di modificare questi obblighi. Riserve totali: circolante detenuto dalle banche per soddisfare l’obbligo di riserva più saldi dei conti detenuti presso la FED. Domanda di riserve: 1. riserve obbligatorie (required reserves), computate come media da detenere su un periodo di mantenimento di due settimane; 2. riserve in eccesso (excess reserves, ER), detenute per evitare di sostenere i costi del prestito nell’interbancario; le banche limitano al massimo le ER perché non fruttano interesse (gran parte detenute da piccole banche). G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 8
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Offerta di riserve: I. borrowed reserves, fornite attraverso lo sportello di sconto, utilizzabile dopo aver usato tutte le altre fonti (anche per non rendere nota la necessità di fondi), anche se il tasso di sconto è in genere inferiore a quello sui federal funds; riserve offerte in questo modo sono una piccola percentuale dell’offerta totale; II. nonborrowed reserves (NBR) obiettivo operativo della FED; includono il circolante detenuto dalle banche; sono influenzate soprattutto dalle ODMA, che determinano l’offerta di Federal Reserve balances: acquisti di titoli aumentano la quantità di Federal Reserve balances perché la FED crea queste riserve per pagare il venditore, accreditando il conto della sua banca presso la FED; l’opposto avviene in caso di vendite. In equilibrio, la domanda di riserve deve essere uguale all’offerta. Il federal funds rate è la variabile che determina l’equilibrio in questo mercato.
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La BC e la stabilità del sistema monetario Rischi della banca: di controparte e di liquidità (difficoltà di reperire fondi liquidi sul mercato). Necessità di liquidità fisiologiche soddisfatte dal ricorso al mercato interbancario. Sistematica difficoltà a garantire un equilibrato flusso di tesoreria di non breve periodo causata da: eventi interni (carenze amministrative e gestionali, errori nella valutazione del merito di credito dei clienti ecc), o esterni (caduta inattesa nelle prospettive di reddito della clientela, perdita di depositi dirottati verso altre banche o altri mercati, caduta dei corsi del titoli in portafoglio ecc). Situazioni di illiquidità superabili attraverso interventi gestionali sull’attivo e sul passivo volti a ripristinare un più equilibrato flusso di cassa. Situazioni di insolvenza possono generare corse agli sportelli e fallimento. Al costo rappresentato dalle perdite dei creditori si aggiunge la distruzione di informazione privata contenuta nei rapporti della banca con i suoi clienti.
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A questi effetti “micro” se ne aggiunge uno “macro”: diffusione delle situazioni di insolvenza, con fallimenti a catena (effetto-domino). Ogni banca intrattiene rapporti con altre banche e quando una fallisce, i crediti delle altre nei suoi confronti possono risultare inesigibili e le banche creditrici possono diventare insolventi. Analoghe difficoltà per i clienti, che vedono risolto il loro rapporto di credito o di debito con modalità diverse da quelle pattuite. Per prevenire crisi di liquidità e garantire la stabilità del sistema dei pagamenti: attribuire alla BC il potere di monitoraggio sulle banche, per distinguere le situazioni di illiquidità da quelle di insolvenza. Soggetto dotato del potere di vigilanza: accesso a informazioni riservate. Creatore di BM: può fronteggiare situazioni di illiquidità con l’immissione di BM. Ruolo di prestatore di ultima istanza permette di contrastare il deterioramento della solidità patrimoniale della singola banca, del settore bancario nel suo complesso e dell’intero sistema finanziario (quando è molto integrato con quello bancario). G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 8
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Attribuire alla BC l’obiettivo di garantire il valore della moneta: assicurare sia la stabilità dei prezzi che la stabilità del sistema monetario.
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Preoccupazione che la disponibilità della BC di fornire tutta la liquidità richiesta dal sistema bancario sia fonte di distorsioni (privilegiare alcune banche piuttosto che altre) o di azzardo morale (richieste di mezzi liquidi non strettamente necessari).
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Caratteristiche di bene pubblico della produzione di informazioni finalizzata ad assicurare l’ordinato funzionamento del sistema dei pagamenti: concentrare i compiti di vigilanza presso l’Autorità responsabile della politica monetaria.
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Ordinato funzionamento del sistema dei pagamenti, vigilanza prudenziale e prestito di ultima istanza sono funzioni integrate.
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Con asimmetrie informative, la supervisione sulle banche consente alla BC di svolgere efficacemente la politica monetaria: può tener conto del grado di solidità degli intermediari e dei mercati finanziari.
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Vigilanza strutturale e prudenziale Evitare che il prestito di ultima istanza solleciti aziende di credito illiquide ad esporsi ulteriormente: monitoraggio per individuare quelle che meritano di essere sostenute per superare una situazione di illiquidità. Attività di vigilanza si integra con quella di prestatore di ultima istanza. 1. Influenzare la struttura del sistema bancario: vigilanza strutturale. Il fallimento del mercato può derivare da monopolio, esternalità e informazione asimmetrica: intervento delle BC diretto a controllare l’attività della singola banca, per garantire o ripristinare la stabilità del sistema dei pagamenti. Regolamentazione di alcune decisioni strategiche delle banche (autorizzazioni per operare nel settore, aprire nuovi sportelli, procedere a fusioni ecc.; interventi sui limiti di fido e sulla competenza territoriale; interventi amministrativi, come controlli sui prestiti o massimali sul credito, e l’obbligo di investire in titoli una parte della propria raccolta, o vincoli di portafoglio).
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2. Sollecitare comportamenti delle banche conformi al perseguimento della stabilità monetaria: vigilanza prudenziale (oggi preferita). Perseguire contemporaneamente la stabilità del sistema finanziario e una più efficiente allocazione del credito. Creare un sistema di incentivi e di penalizzazioni che, compensando le asimmetrie informative, stimolino le banche a sfruttare tutte le opportunità senza che le loro decisioni mettano a repentaglio la stabilità patrimoniale. Definisce le norme di buon comportamento degli operatori bancari all’interno di un quadro istituzionale che garantisce libertà di azione. Presenza di un prestatore di ultima istanza e sistema di assicurazione dei depositi si inseriscono nella vigilanza prudenziale: il prestatore consente di intervenire tempestivamente in situazioni di difficoltà; l’assicurazione permette di evitare la diffusione delle perdite derivanti dall’insolvenza delle banche. L’intervento che cerca di evitare il verificarsi di situazioni di difficoltà è l’imposizione di requisiti di capitale miranti a rafforzare il patrimonio delle banche. Gli accordi di Basilea G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 8
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