NOTIZIARIO DELLA P.A. CROCE VERDE RECCO
numero zero novembre 2003
R ECCO 6 5 4 Parola d’ordine: «Comunichiamo»
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«NON DIMENTICHERÒ MAI LA PRIMA EMERGENZA»
DI GIOVANNI RAINERO *
uasi ottant’anni fa – il 3 settembre 1924 – è nata la Croce Verde, a cura di un gruppo di giovani di buona volontà (ex club dei matti), che iniziarono, sotto la guida del dottor De Barbieri, la loro appassionata opera di soccorso e aiuto ai propri concittadini. Sul nostro sito internet abbiamo riportato la storia della Croce Verde tratta dal libro del dottor Sandro Pellegrini e da altri documenti forniti dall’assessore Emilio Razeto. Da allora, salvo una breve interruzione durante il tempo di guerra, la Pubblica Assistenza ha operato al servizio della comunità cercando di mantenere sempre presente lo spirito di servizio con cui era nata e che era rappresentato dal motto in latino “diligite interatrum” – aiutatevi e soccorretevi scambievolmente. Questo principio è rimasto sempre attuale. Allora la comunità era piccola rispetto ad oggi, tutti si conoscevano, era più facile venire a conoscere le necessità ed intervenire in caso di bisogno mobilitando volontari al momento. Oggi le nostre comunità sono molto più numerose e i servizi di emergenza molto più complessi. Con l’evoluzione del servizio sanitario anche le P.A. si stanno adeguando per essere al passo con i tempi, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche formativo nei riguardi del personale che opera sulle emergenze, il quale deve frequentare corsi di qualificazione e ottenere abilitazioni per poter utilizzare le apparecchiature in dotazione. I servizi sono largamente ausegue a pag. 2 mentati rispetto
La mia esperienza di volontario in Croce Verde i mancavano pochi esami alla laurea in giurisprudenza quando, dovendo necessariamente espletare l’obbligo del servizio militare, presi in considerazione l’ipotesi di optare per il servizio civile. Pensai subito alla Croce Verde: era vicino a casa (ciò mi avrebbe permesso di continuare a studiare nei momenti liberi) e sia mio nonno sia mio padre erano già stati fra i volontari soccorritori. Chiesi informazioni alla mia madrina, che da diversi anni è volontaria nella lavanderia di questa pubblica assistenza. Contattai così il responsabile degli obiettori di coscienza che, pur essendo a me una persona completamente sconosciuta, mi accolse a braccia aperte tanto che mi stupii della sua cordialità e gentilezza. Conoscevo la Croce Verde come famosa e intoccabile istituzione cittadina, ma non avevo nessun’idea di quali servizi potesse svolgere, anche se spesso sentivo passare sotto casa le ambulanze a sirene
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Fabio Alabastro (a sinistra) con due giovani volontari
spiegate. Feci domanda per il servizio civile. Qualche mese dopo sull’autostrada avvenne l’immane tragedia dello schianto del pullman di invitati a un matrimonio: mi chiesi se sarei stato in grado d’intervenire come soccorritore o se forse non avrei dovuto rivolgermi ad un altro ente. Prima di essere chiamato passarono ancora diversi mesi. Finalmente arrivò il momento. Giugno, ore otto del mattino, sole appena spuntato dalla cima dei monti, caldo già estivo, le attività erano a pieno ritmo: militi, obiettori e dipendenti entravano ed uscivano continuamente, i mezzi di trasporto sempre in giro chissà dove, i telefoni squillavano ogni minuto, a volte anche due contemporaneamente. Non ci capivo nulla! Fui affidato a due volontari che avevano terminato il turno di notte: in primo luogo mi spiegarono come si usava la barella, tutte le tecniche per non far cadere il paziente, per muoverlo il meno possibile e per fasegue a pag. 3 re un buon servizio.
2 L’ESPERIENZA A RECCO ACCANTO A DUE ARTIFICIERI POI PERITI IN UN INCIDENTE
Lavorando con la morte accanto ono trascorsi già nove con la spoletta efficiente, lì A rischiare la vita, quella anni, quando in un atti- inesplosi nel greto del torren- sera, erano quei ragazzi di mo di pausa, qualcuno di te, in centro città, vicino al Alessandria, della Caserma loro ci chiese l’ora, ci doman- ponte della ferrovia, tutto in Artale, “Nucleo Bonifica 1° dò del bar più vicino, ci ras- un ordigno bellico, sganciato Reparto Rifornimento”, mi sicurò dei tempi previsti. E durante un incursione aerea ricordo ancora alcune loro noi curiosi, più che mai, ap- della II Guerra Mondiale. battute scherzose, quando profittammo per domandare Da allora, abbiamo sem- vicino all’ambulanza della quanto era grande, quanto pre rischiato una strage, ba- Croce Verde di Recco, dislopoteva pesare, di che anno sti pensare a quante volte le cata in procedura di allertafosse, e tante altri interroga- sono passate sopra o vicine le mento, si rideva anche di un tivi, forse banali, ma corri- “sparate pirotecniche” dei curioso che chiese un’inforsposti tutti, con simpatia e mortaretti della festa patro- mazione e alla fine domandò, professionalità. nale dell’8 settembre o se le forse un po’ fuori luogo: Per noi, più giovani, era ruspe che ogni tanto lavorano «Avete da accendere?». veramente la prima volta di nel fiume, l’avessero urtata. Ma oggi, tutto è diverso, un simile evento, tanto più con l’evacuazione di un’intera zona della città, altri cittadini rimasero sorpresi per una così drastica decisione, alcuni furono, addirittura, contrari e polemizzarono sul provvedimento adottato. Certamente, come tutte le azioni dell’uomo, qualcosa poteva essere gestito ed organizzato diversamente, avvertendo, forse, in maniera più anticipata, della sicura evacuazione totale, prassi sempre adottata in ambito cittadino. Il pericolo, comunque, era concreto, eccome, erano 130 chilogrammi di tritolo, Anni ‘50. Si disinnesca una bomba trovata in via F. Liceti (FOTO RAZETO)
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due di loro non ci sono più perché a Chivasso, il 2 giugno 1995, durante un’operazione analoga di disinnesco ad una bomba da 113 chilogrammi, la stessa è esplosa, provocando l’uccisione di due artificieri e il ferimento grave di altri tre. Venni poi a sapere, tramite la redazione de La Squilla dei Francescani di Recco, che di uno dei militari periti nel tragico evento amava profondamente la zona dove abitiamo, in quanto era appassionato subacqueo e moltissime volte veniva ad immergersi nelle acque del Promontorio di Portofino. Gli amici sinceri con i quali divideva i momenti sereni, trascorsi in vacanza, vollero posare una targa commemorativa a Paraggi e la vedova ringraziò la nostra comunità per le espressioni di cordoglio ricevute. È vero, c’è da credere che «rischiano moltissimo e lo sanno», ma a Recco, quella sera, qualcuno, non ha capito o forse, anche come me, non gli ha nemmeno detto “grazie ragazzi”. MASSIMO MANTELLI volontario soccorritore
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ad allora e gli impegni cui le P.A. sono chiamate a svolgere sono in buona parte contrattualizzati con i vari enti; per questa ragione l’organizzazione deve essere appropriata per poter rispettare gli impegni assunti. Oggi la nostra P.A. conta 12 automezzi di cui ben 7 ambulanze di varie caratteristiche e 5 autovetture tra le quali un’auto medica. Nei prossimi numeri spiegheremo le differenze di impiego e le rispettive dotazioni. In questa nuova, importante e complessa dimensione, che tende ulteriormente ad ampliarsi e perfezionarsi, ci è sembrato utile avviare un processo di comunicazione e di avvicinamento alla popolazione, per informarla sui cambiamenti e sulle opportunità che, in ultima analisi, sono rivolte alla tutela della salute di noi tutti. L’avvio del sito Internet (www.croceverderecco.it) e del notiziario ha proprio questo scopo, consentirci di dialogare con tutti i cittadini per meglio conoscerli e per farci maggiormente conoscere; dare loro informazioni e ottenere proposte e suggerimenti. Ma, più nel profondo, l’obbiettivo è quello di riaffermare il concetto che la Croce Verde ed i Cittadini non
sono due cose separate ma che sono invece la stessa cosa e cioè che la Croce Verde sono i Cittadini e che i Cittadini sono la Croce Verde nel contesto sociale dove l’aiuto, il senso di appartenenza e la solidarietà sono i valori fondanti di una comunità e perciò perseguiti attivamente da tutti i suoi componenti. Ringrazio innanzitutto il Consiglio Direttivo che ha condiviso e sostenuto questa proposta, ringrazio coloro che hanno costituito il primo gruppo di redazione tra cui il pediatra Marco Aicardi, la geriatra Francesca Faelli, lo psichiatra Franco Giuffra, i militi Federico Brizio (istruttore di soccorso nei Vigili del Fuoco), Massimo Mantelli e Massimo Andreani per la parte organizzativa e fotografica, Fabio Alabastro per la parte organizzativa e di collegamento con i Volontari. Il gruppo di lavoro da noi formato, e che sta ottenendo adesioni di collaborazione da molte altre persone, è aperto a tutti coloro che vorranno dare il proprio contributo. Contiamo di far uscire il notiziario ogni due mesi. Per contenere i costi, non verrà spedito per posta ma sarà distribuito nei Comuni di Recco ed Avegno attraverso la collaborazione di negozi, rivendite o altro. * presidente P.A. Croce Verde
3 Non conoscevo niente di pronto soccorso, di emergenza, di ambulanze: ciò mi preoccupava molto. Si creò intorno a me e agli altri due nuovi obiettori, che come me erano sprovvisti di tutto, una sorta di “abbraccio protettivo” da parte dei nostri “colleghi”: dovevamo imparare tutto e ci avrebbero istruito con pazienza sul da farsi. Iniziammo con i servizi con le auto: accompagnavamo i pazienti o trasportavamo sangue nei reparti dei diversi ospedali. Poco tempo dopo passammo all’ambulanza guidata dall’autista. Spesso mi mandavano col “mitico” Pino, al mattino molto presto: con lui ho scoperto che fare un buon servizio non significava rinunciare a momenti di pausa o di sano divertimento. Ho impiegato un po’ di tempo prima di riuscire a capire che mondo sia la Croce Verde: tutto e il contrario di tutto; un insieme di individui con personalità molto diverse tra loro che svolgono innumerevoli servizi di ogni tipo. Ho verificato che le “famose” urgenze con ambulanza a sirene spiegate rappresentano in realtà solo un decimo dei servizi giornalieri; il lavoro principale si basa sui servizi per conto dell’ospedale che, a seconda delle necessità, può richiedere l’automobile o l’ambulanza; si aggiungono poi i servizi per conto dei privati cittadini che hanno bisogno di essere accompagnati a sedute di fisioterapia, a fare dialisi o visite specialistiche. Non dimenticherò mai la mia prima uscita in urgenza sull’ambulanza a sirene spiegate: una persona era caduta dalle scale a Camogli. Giorgio, il nostro capo istruttore decise di portare Davide, un
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soccorritore esperto, un altro obiettore e me, mai usciti in urgenza. Adrenalina e batticuore a mille, non solo per il viaggio in ambulanza, ma soprattutto per ciò che è stato l’ottimo intervento sulla paziente caduta. Al ritorno in sede le sensazioni rimaste furono molteplici: una sorta di eccitazione mista ad appagamento e soddisfazione (spesso dopo le ore di servizio si torna a casa pervasi da un senso di calma interiore e di pace con se stessi e col mondo). Ho avuto la fortuna di muovere i miei primi passi da soccorritore in un gruppo di ragazzi straordinari, non solo per dedizione al loro dovere, ma soprattutto per disponibilità, pazienza e comprensione per le persone malate, anziane o bisognose d’aiuto. Lo spirito che tutt’oggi anima il nostro gruppo è quello di confrontarci tra noi in bravura e impegno nell’espletare qualsiasi tipo di richiesta, consapevoli del fatto che soltanto attraverso un buon affiatamento di squadra è possibile realizzare un ottimo intervento. Sensazioni positive, ritrovo di amici fidati, disponibilità verso chi ha bisogno, momenti di divertimento cameratesco mi hanno convinto a rimane-
Perché Recco 654? “Recco 654” è il codice col quale la Centrale Operativa 118 Genova Soccorso identifica l’ambulanza di Recco solitamente in prima uscita. Nel linguaggio dei militi, perciò, spesso il termine “654” ricorre per indicare l’urgenza, l’avventura, la voglia di uscire e fare un buon servizio. Rappresenta in fondo il mondo dei militi, ma anche una parentesi in quello di coloro che vengono soccorsi.
re come soccorritore volontario una volta terminato il servizio civile. Come gli altri ho dato la mia disponibilità principalmente per i turni serali, notturni e festivi, tuttavia, passando al mattino a salutare gli amici nei giorni feriali, poteva accadere che mi chiedessero qualche ora per un servizio dell’ultimo minuto (mai perdere queste occasioni!). Ora che sono diventato una sorta di coordinatore dei volontari per una mia non prima conosciuta capacità di relazionarmi con tutti, la mia presenza e il mio servizio quotidiani in Croce sono sicuramente
A.A.A. Centralinista cercasi Squilla il telefono e si mette in moto una complessa procedura di emergenza per dare la risposta più idonea, nel modo migliore e nei tempi più brevi possibili. Ecco che la figura del centralinista è fondamentale per il primo contatto dall’esterno con la Pubblica Assistenza. Il centralinista deve conoscere i codici, le procedure, le attrezzature e i mezzi. A tal fine segue un corso di formazione per poter svolgere al meglio il compito di coordinamento del servizio. Ci rivolgiamo quindi a chi legge per trovare una o più persone che possano svolgere questo importante servizio. L’impegno occuperebbe principalmente il mattino, nel quale si concentrano maggiormente le telefonate da parte dell’utenza per i diversi servizi.
cresciuti a dismisura. Spesso mi chiedo che cosa mi spinga ad andare là tutti i giorni con entusiasmo: non sono soltanto gli amici con cui ho una profonda intesa, né il divertimento o le feste o le cene, né le urgenze “adrenaliniche”, ma qualcosa di molto più importante ed appagante. È il sorriso del paziente che ti ringrazia del servizio, della dedizione e della disponibilità; è la mano della persona anziana che ti saluta dopo che l’hai accompagnata; è il “grazie” del malato che trova le forze per dedicarti un sorriso in un momento per lui doloroso; è la pelle d’oca che ti viene quando chi soccorri o i suoi parenti ti stringono la mano perché hanno visto e compreso che tu sei una persona capace e disponibile che ha fatto tutto il possibile. Tutto ciò mi piace smisuratamente e non sarò mai stufo di tornare a casa, magari esausto, con quel senso di appagamento e di pace interiore che mi consentono di apprezzare e di godere molto di più ogni minuto della mia vita. FABIO ALABASTRO volontario soccorritore
4 DUE GIOVANI MILITI RACCONTANO LE LORO ESPERIENZE E LE LORO EMOZIONI
Perché sono volontario volte mi chiedo: perché faccio il militesoccorritore? E’ una domanda che mi pongo soprattutto quando non sono soddisfatto di ciò che sto facendo e, preso dalla fretta di tutti i giorni, mi sottraggo al confronto con gli altri. Non è molto tempo che svolgo il servizio di volontariato nella Croce Verde di Recco, anche se, da molti anni, dedico parte della mia giornata agli altri. Non è semplice parlare delle motivazioni che mi hanno spinto a fare questo tipo di scelta. Il timore maggiore è di essere frainteso, se non addirittura “preso in giro” o deriso nel fare qualcosa che al giorno d’oggi sembra quasi essere relegata totalmente in secondo piano. Però non vorrei neppure cadere nella banalità di dire che si sta bene quando si aiutano gli altri. Credo che dare una mano a chi ha bisogno mi faccia crescere giorno dopo giorno e mi dia la possibilità di guardare con più chiarezza alla mia vita passata, di valutare in modo nitido quella presente e, forse, organizzare un pochino meglio quella futura. La cosa che più mi piace della Croce Verde è la sua analogia con un porto di mare dove s’incontrano individui provenienti da ogni parte che si ritrovano per qualche momento in uno stesso ambiente: gente di paese, legata a un entroterra di contadini attenti custodi delle proprie cose, parsimoniosi e all’apparenza diffidenti, gente di città, magari dal carattere più espansivo, che la domenica arriva dalla vicina Genova. Nonostante tutto si tratta di
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un gruppo compatto e dinamico nella diversità dei soggetti. Non è difficile sentire voci, urla e trovare nello stesso tempo mani dolci nel medicare una ferita. Spesso si sa tutto di tutti e laddove per assurdo tutti si criticano, ognuno però è pronto a difendere l’altro: questo vuol dire essere gruppo. Il lato sicuramente più positivo della Croce Verde è che lì ho trovato degli amici, cui affido quotidianamente il racconto di una parte della mia vita: questo può succedere a volte nelle ore più profonde della notte, a volte al rientro da un servizio o mentre si fa una buona cena o mentre si beve un bicchiere di vino. Forse, talvolta, mi sembra di vivere in prima persona quegli antichi valori tramandati dai più anziani, che magari da bambino prendevo in giro. Forse sto semplicemente invecchiando e mi soffermo un po’ di più sulle cose che mi accadono. Dunque perché faccio il soccorritore? Forse non sono in grado di dare una risposta coerente. Allora mi chiedo, se non altro, come lo faccio: sono i miei compagni che mi fanno percepire la risposta con un sorriso o una pacca sulla spalla. Nonostante tutto e indipendentemente da tutti, però, una cosa è certa: so che mi piace aiutare gli altri, so che mi piace continuare a crescere. GIULIO VALDENASSI volontario soccorritore
Un turno di notte in Croce
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una notte in Italia anche questa… citare il poeta per il racconto di una notte, in un luogo della provincia italiana. Ore 22: prende servizio il turno di notte alla Croce Verde. Ore 22 per modo di dire, perché c’è chi arriva alle 21 (non si sa mai che ci sia bisogno) e chi alle 24 per motivi di lavoro. Comunque sia ci si ritrova insieme ad altre quattro o cinque persone per passare qualche ora di svago e di sonno cercando di riposare, pronti per eventuali uscite notturne e soprattutto per il lavoro che attende tutti la mattina dopo. Non si programma mai la serata e allora vien fuori un mondo variegato dove s’intrecciano discorsi sullo sport con ricordi personali. Chi ha più esperienza di soccorso spiega ai “nuovi” come muoversi. A volte capita che qualcuno si isoli per guardare qualcosa in TV o leggere un libro; è capitato sovente anche al sottoscritto, e in quei momenti senti che nella stanza accanto dialogano tra loro persone di generazioni diverse, con culture diverse e pensi che in pochi luoghi, al giorno d’oggi, si possano ritrovare insieme ragazzi che si confrontano con pensionati, operai che spiegano a commercialisti o ad avvocati cosa devono fare per montare i serramenti di casa. È in questi momenti che ti scappa un sorriso, chiudi la tele o il libro e aspetti che tutti vengano a dormire. E quando arriva il momento abbiamo tutti, chi più chi meno, le nostre scaramanzie pur di non fare suonare il telefono: c’è chi dorme sempre nello stesso letto perché da quando dorme lì non è mai uscito, chi deve dire frasi beneaugaranti, chi deve essere l’ultimo ad andare in bagno sennò scoppia l’apocalisse…, chi tocca ferro se qualcuno augura la buonanotte; insomma un delirio per un quarto d’ora circa. Ore 01: finalmente si spegne la luce. Ore 01,05: suona il telefono, tutti si alzano di scatto, solo uno ride. Sì, dai, era uno scherzo… ora però si dorme davvero. Ore 06,30: suona una sveglia, è G. che va a lavorare: «Buongiorno e buon lavoro»; «Grazie, beati voi che dormite ancora un’ora». Ore 08: sono solo in camera: tutti al lavoro o a scuola; per una volta abbiamo dormito, vuol dire che in questo piccolo paese sono stati tutti bene. Non è poco… MARCO MORETTI volontario soccorritore
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IL FISCHIO IRRITA MOLTE PERSONE, MA NON È UN OPTIONAL BENSÌ UNA NECESSITÀ
Sirene e lampeggianti? Regolati dal Codice
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uante volte ci è capitato di sentire una sirena in lontananza e successivamente vedere un’ambulanza o un’automedica passare a tutta velocità per andare chissà dove? La prima reazione nei confronti di un’ambulanza che sfreccia “a sirene spiegate” può essere da una parte curiosità nei confronti dell’accaduto dall’altra fastidio o addirittura irritazione: proprio mentre stiamo riposando dopo pranzo o appena ci siamo addormentati, mentre siamo concentrati sul lavoro piuttosto che in auto fermi in coda o a camminare, ecco che una sirena sconvolge la nostra quiete o ci distrae irrimediabilmente da ciò che stiamo facendo. È legittimo porsi dei dubbi sull’effettiva necessità da parte dei soccorritori di utilizzare la sirena e i lampeggianti. Non si può negare il fatto che, purtroppo, in passato, l’utilizzo dei “sistemi supplementari di allarme” (sirena e luce lampeggiante blu) è stato soggetto ad abusi e ad un impiego non sempre corretto e necessario. Oggi, invece, l’uso dei sistemi visivi e acustici (da impiegare sempre congiuntamente) è finalmente regolamentato e strettamente controllato dalla Centrale Operativa del Sistema 118 Genova Soccorso che dà apposita autorizzazione garantendo, gestendo e coordinando tutti i servizi di Emergenza Sanitaria ventiquattrore su ventiquattro. Solo in rari casi può capitare che l’autorizzazione sia data da un medico di reparto ospedaliero per un trasporto urgente di sangue o di organi.
LA CLASSIFICAZIONE DELLE URGENZE Codice rosso
• arresto respiratorio • emorragie non frenabili • traumi cranici con perdita di coscienza • traumi a colonna vertebrale con segni neurologici • gravi ferite toraciche e/o addominali • ustioni 35% • shock • coma • intossicazione da ossido di carbonio • ipotermia • folgorazione
La sirena bitonale quindi può essere utilizzata solo ed esclusivamente per le urgenze vere (codici rosso e giallo), ossia quando è davvero strettamente necessario. L’articolo n°177 del Codice della Strada infatti prevede che l’uso di tali dispositivi avvenga solo per l’espletamento dei servizi urgenti. L’autista di autoambulanza, quando usa la sirena e il lampeggiante blu, non è un pazzo che si diverte a spaventare automobilisti e passanti, che non vuole fare code come tutti gli altri; è invece una persona appositamente addestrata e autorizzata, che ha superato una prova speciale di guida e che deve innanzitutto procedere nel pieno rispetto della sicurezza propria e altrui, ma che in particolari
Codice giallo
• • • • •
emorragie gravi ustioni traumi cranici fratture multiple traumi alla colonna vertebrale
Codice verde
• emorragie • ustioni non gravi • fratture minori
circostanze può richiedere a tutti la prontezza di lasciare libero il passaggio. Quando si usano la sirena e i lampeggianti, si chiede ai pedoni di non attraversare e agli automobilisti di farsi momentaneamente da parte (spesso basta semplicemente stare fermi o accostarsi a destra). Questo permette all’ambulanza di arrivare un po’ prima dal paziente e forse di salvargli la vita: quando quest’ultimo caso si verifica, è anche sicuramente merito di chi, con buona, corretta e paziente educazione, agevola il passaggio della squadra di soccorso che presta aiuto nel più breve tempo possibile a chi ha veramente bisogno. FABIO ALABASTRO volontario soccorritore
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hi di noi, adulti o bambini, nel corso della propria esistenza non è mai stato “costretto a letto” da una brutta influenza? Esiste, però, la possibilità di prevenire l’influenza attraverso l’utilizzo di vaccini sicuri ed efficaci.
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Chi dovrebbe vaccinarsi Considerando che la vaccinazione antinfluenzale riduce sia la possibilità di eventuali ricadute e ricoveri in ospedale, sia la mortalità per complicanze infettive, tutti coloro che sono maggiormente esposti a questo rischio dovrebbero essere vaccinati. Particolarmente indicati ad eseguire la vaccinazione i soggetti appartenenti a categorie “a rischio” (vedi riquadro). Quando vaccinarsi Il periodo ottimale per vaccinarsi è quello autunnale, a partire da metà ottobre a fine novembre. Rimane, comunque, un efficace mezzo protettivo anche se effettuata nei periodi successivi. Come si esegue Il vaccino antinfluenzale va somministrato per via intramuscolare, in particolare nel deltoide (muscolo del braccio) per i soggetti di età superiore a 12 anni e nella coscia per i bambini ed i lattanti. Può essere somministrato contemporaneamente ad altri vaccini, sia negli adulti che nei bambini, utilizzando, ovviamente, sedi corporee e siringhe diverse. Deve essere conservato in frigorifero a temperature fra +2°C e +8°C e non deve essere assolutamente congelato. Chi può eseguire la vaccinazione Il vaccino antinfluenzale può essere acquistato in
Influenza, è tempo di vaccino CHI DEVE PROTEGGERSI Le categorie a rischio (che dovrebbero vaccinarsi): • Soggetti di età superiore a 65 anni • Bambini ed adulti affetti da: – Malattie cardiache – Insufficienza renale – Malattie della prostata – Diabete – Malattie della tiroide – Malattie intestinali – Asma, bronchite cronica, enfisema polmonare, fibrosi cistica – Deficit immunitari, soprattutto soggetti con HIV – Malattie reumatiche che richiedano il prolungato trattamento con aspirina e simili • Soggetti che devono essere sottoposti in tempi brevi ad interventi chirurgici • Personale di assistenza e familiari a contatto con soggetti a rischio • Personale di pubblica assistenza • Personale operante in allevamenti animali
farmacia e somministrato dal proprio medico di famiglia o dal proprio pediatra, altrimenti ci si può direttamente recare presso gli Istituti di Igiene che eseguiranno la vaccinazione. Chi non deve eseguire il vaccino • Il vaccino non dovrebbe essere somministrato a soggetti con allergie alle proteine dell’uovo. • Deve essere rimandata in soggetti con febbre o malattie infettive in atto. • Lo stato di gravidanza non rappresenta una controindicazione, bensì una indicazione alla vaccinazione. Efficacia della vaccinazione Esistono molti diversi “tipi” (chiamati ceppi) di virus influenzali, ed ogni anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), basandosi sui dati ottenuti
dalla rete di osservatori di cui dispone in 82 nazioni, studia quali saranno quelli che più probabilmente ci colpiranno; per questi viene preparato il vaccino. Questo significa che il vaccino non protegge né da virus influenzali appartenenti a ceppi diversi da questi, né da altri virus che provocano malattie respiratorie (come il raffreddore) con sintomi simili a quelli dell’influenza. L’OMS per il 2003/2004 ha raccomandato un vaccino trivalente per i ceppi Nuova Caledonia, Mosca ed Hong Kong; la probabilità di contrarre l’infezione da virus di altri ceppi è piuttosto bassa. Generalmente, la vaccinazione è efficace nel 75% dei casi (3 persone su 4), il rimanente 25%, invece, anche se contrae l’influenza, sviluppa sintomi lievi. La protezione portata dal
vaccino comincia circa due settimane dopo l’iniezione e dura per sei-otto mesi, poi lentamente diminuisce. Per questo motivo, e poiché possono cambiare i ceppi in circolazione, è necessario ogni anno ripetere la vaccinazione all’inizio di ogni stagione influenzale. Effetti collaterali Il vaccino influenzale non provoca generalmente importanti effetti collaterali; in alcuni casi si possono manifestare, nella zona dell’iniezione, reazioni cutanee locali lievi (arrossamento, gonfiore) di breve durata (massimo due giorni). Il vaccino contiene solo virus inattivati (uccisi) o sue parti, quindi non provoca sintomi influenzali. A volte, tuttavia, soprattutto quando il soggetto non ha avuto precedentemente alcun contatto con il virus influenzale, è possibile che, a distanza di 6-12 ore dalla vaccinazione, compaiano in forma molto attenuata sintomi di tipo influenzale (febbre, dolori muscolari, mal di testa, brividi) della durata di poche ore. Reazioni allergiche immediate sono dovute ad ipersensibilità alle proteine dell’uovo, ragione per cui, come già detto prima, è consigliabile non eseguire la vaccinazione per chi ha una documentata allergia alle proteine dell’uovo. FRANCESCA FAELLI medico geriatra
I lettori troveranno su queste colonne anche l’apporto di altri medici che risponderanno ai quesiti che verranno loro sottoposti.
7 PARTIRÀ A BREVE UN NUOVO CORSO DI RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE
Quando il cuore torna a pulsare Ecco i quattro anelli della Catena della Sopravvivenza, passaggi fondamentali per affrontare al meglio l’emergenza cardiaca improvvisa
A sinistra, il “DAE”. A destra, l’interno di una delle nostre ambulanze di soccorso avanzato
a morte cardiaca improvvisa può colpire tutti, anche soggetti apparentemente sani, senza segni premonitori. La sua incidenza statistica è di un caso all’anno ogni 1000 abitanti. È una guerra dura e quotidiana, da combattere sul piano della prevenzione (abitudini alimentari, fumo, stress), dei controlli sanitari (visite e analisi periodiche) e, purtroppo, sul piano dell’emergenza territoriale.
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Una metafora accettata e condivisa in tutto il mondo, identifica nei 4 anelli della Catena della Sopravvivenza i passaggi fondamentali per affrontare e risolvere la morte cardiaca improvvisa. Tali passaggi sono: L’allarme tempestivo al sistema di soccorso 11-8 L’inizio, quanto più immediato possibile, delle manovre di rianimazione cardipolmonare, messe in atto già dai presenti sulla scena dell’evento (supportati
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telefonicamente dal personale del 1-1-8 che fornisce le istruzioni per adempiere alle prime elementari operazioni da compiere) La defibrillazione precoce, che prevede l’erogazione di uno shock elettrico, in grado di risolvere gran parte degli arresti cardiaci se applicato con grande tempestività L’intervento di supporto cardiaco avanzato, messo in atto dal personale sanitario professionista presente sul territorio (Medico e Infermiere dell’Automedica) attraverso varie tecniche, fra le quali vale la pena di ricordare il tempestivo invio dell’elettrocardiogramma dall’ambulanza (o dalla casa del paziente), direttamente in Ospedale, presso l’Unità Coronarica, per un consulto a distanza di altissima qualità e fondamentale importanza
Le tecniche di rianimazione cardiopolmonare e la procedura di defibrillazione precoce, previste nei punti 2 e 3 appena descritti, vengono insegnate con appositi corsi, riconosciuti in tutto il mondo, denominati BLSD (Basic Life Support and Defibrillation, scusate i termini in inglese, ma così và il mondo… sanitario) e aperti a tutti, anche a personale “non-medico”. Alcuni militi della Croce Verde hanno frequentato tali corsi e sono, già da alcuni mesi, operativi sul territorio. Ma per rendere più efficace il servizio è opportuno formare nuove figure. A questo proposito, prenderà il via, a breve e presso i locali della Croce Verde, un nuovo corso di BLSD, tenuto da una Scuola Specializzata; tale corso vedrà la partecipazione di 15 nuovi militi i quali, superati gli appositi esami previsti dalla legge, porteranno a 25 il totale degli operatori abilitati all’uso delle tecniche di ri-
animazione cardiopolmonare e defibrillazione precoce. Il servizio che ne deriverà per l’utenza sarà così notevolmente potenziato e migliorato, specie per le ore notturne e per i festivi. Tutto questo, per il nostro sodalizio, ha naturalmente un costo: la formazione dei soccorritori, l’acquisto dell’apparecchio per la defibrillazione precoce (denominato, in gergo, DAE), il suo mantenimento in stato di operatività 24 ore su 24 e tanto altro ancora; sono spese che si affrontano con molta fatica, ma volentieri: un soccorso portato a buon fine e con il contributo di tutti (da chi stira le lenzuola per l’ambulanza, a chi cura la manutenzione dei mezzi, da chi prende la telefonata, a tutti coloro che fanno altre mille importantissime “piccole” cose, fino a chi “esce” fisicamente sulla strada per l’urgenza) non ha prezzo. FEDERICO BRIZIO istruttore tecniche sanitarie VV.FF. volontario soccorritore
QUI CROCE VERDE RECCO
Si rinnova il consiglio direttivo
L’
Associazione della Croce Verde è detta in gergo tecnico una O.N.L.U.S. “Organizzazione non lucrativa di utilità sociale”, il che vuol dire che non ha fine di lucro e che trae le proprie risorse dalle quote sociali, da rimborsi derivanti da convenzioni e da contributi erogati da enti o privati. Ogni due anni si rinnovano gli organi sociali dell’Associazione e domenica 23 novembre è la data fissata per l’elezioni che si svolgeranno sulla base delle regole stabilite nello Statuto Sociale recentemente aggiornato. In tale occasione verranno eletti i nove componenti del Consiglio Direttivo, i tre componenti effettivi del Collegio Sindacale e i tre membri effettivi del Collegio dei Probiviri. Possono essere candidati i soci che hanno compiuto il diciottesimo anno di età, che hanno un’anzianità come socio di almeno sei mesi e che sono in possesso dei diritti civili. All’inizio di seduta l’Assemblea ratificherà, eleggendolo come decimo consigliere, la persona che i Volontari avranno scelto quale loro Direttore dei Servizi. Questa figura è di grande importanza per lo svolgimento dell’attività di volontariato perché su di lui gravano in modo specifico le responsabilità organizzative e formative dei Militi. L’Associazione è rappresentata dal Presidente ed è amministrata dal Consiglio Direttivo il quale nomina al proprio interno: un Vice presidente, un Segretario e un Cassiere economo. Gli altri cinque consiglieri assumeranno altre funzioni quali quelle di Responsabile dei Donatori di Sangue, degli Obiettori, di progetti specifici, degli automezzi, ecc. Hanno diritto al voto i soci che hanno compiuto i 16 anni di età e che sono in regola con la quota sociale. Essi potranno esprimere fino ad un massimo di quattro preferenze per il Consiglio Direttivo e tre preferenze per il Collegio Sindacale e il Collegio dei Probiviri. Le regole temporali per le votazioni saranno fissate ad inizio di seduta dai Soci con il Presidente dell’Assemblea, scelto tra i presenti insieme a quattro Scrutatori. In queste occasioni il Presidente di Assemblea assume anche la funzione di Presidente di seggio. In ogni caso le votazioni inizieranno subito dopo la relazione del Direttivo uscente e il disbrigo delle formalità preparatorie e termineranno dopo 8 ore. Lo spoglio avverrà subito dopo. Al termine dello spoglio e proclamati gli eletti, il Presidente di seggio che ha presieduto la Commissione Scrutinio convocherà entro dieci giorni il nuovo Consiglio affinché al suo interno siano attribuite le cariche ai nuovi Consiglieri.
CI HANNO AIUTATO Una cittadina di Recco ha acquistato per la nostra Pubblica Assistenza una Fiat Punto utilizzata per trasporto pazienti, sangue e materiale chirurgico. Due fratelli di Recco hanno donato i soldi necessari all’acquisto di un defibrillatore semiautomatico (DAB) più un defibrillatore trainer da utilizzare per esercitazioni e pratica. Dovendo festeggiare il 50° di matrimonio, due noti coniugi commercianti recchesi hanno chiesto ad amici e parenti di non fare regali ma di contribuire all’acquisto di attrezzature per la nostra Croce. Ecco così che ci è stato donato uno zaino da primo intervento (nella foto) che comprende i set traumi, ossigenoterapia, infusionale, rianimazione, autoprotezione, ustioni, ghiaccio. L’attrezzatura è usata frequentemente nei servizi di urgenza. Un nostro milite, anch’egli commerciante, ha donato settanta borse per il trasporto di vestiario e scarpe, particolarmente utili per quei militi he fanno spesso servizi notturni soprattutto nella stagione fredda. Ed è arrivata anche una eredità dalla “Merica”. Il parente di un nostro socio, il signor Carbone, gli scorsi anni aveva avuto modo di visitare la nostra sede ed era rimasto particolarmente colpito dall’acceso spirito di volontariato, non così evidente, nel settore sanitario, negli Stati Uniti. Morendo, il benefattore ha lasciato una eredità ai parenti recchesi con la clausola di devolvere una certa somma alla nostra Pubblica Assistenza. La Società Agricola “Giovanni Pozzo” di Testana ha donato una vettura Fiat Punto (la M14). La Società era stata fondata nel 1927 come “Società Cattolica Santa Margherita”, allo scopo di mutuo aiuto fra i contadini e gli abitanti tutti della vallata. Divenuta in seguito circolo ricreativo e decidendo nel 1997 i Soci di procedere allo scioglimento, ecco la decisione di devolvere parte del capitale sociale a questa donazione. Precedentemente la Società aveva contribuito all’allestimento di una ambulanza Nissan e all’acquisto di un’altra Fiat Punto sempre per la nostra P.A.
VITA IN CROCE VERDE Venerdì 31 ottobre grande festa di Halloween in sede. Hanno preso parte all’allegra serata molti militi (e gentili militesse) mascherati da streghe, dracula, fantasmi. Molti i bambini con rispettivi genitori. Al termine un sacco di regalini per tutti. È nata il 12 aprile 2003 la piccola Elisa, per la gioia dei genitori Pietro (“Bisbi”) e Romina. Da tutti i militi le più vive felicitazioni. Due squadre della nostra Croce, cioè dieci militi, hanno partecipato quest’estate a un simpatico torneo di beach volley riservato alle Pubbliche Assistenze organizzato a Sestri Levante. Una squadra di 8 militi ha preso parte a un torneo di calcetto a cinque svoltosi a Recco.
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