INDEX Editoriale ………………………………………………………………………….... Pag. 3 Pillole di Dentosofia …………………………………………………………….. Pag. 4 La cura del bambino in studio ……………………………………………… Pag. 6 Russare? Problema risolto! ……………………………………………….… Pag. 9 La sinergia della salute tra la bocca e il corpo: la prevenzione ……………………………………………………………….……. Pag. 11
La gnatologia e la cura della masticazione ………………..…. Pag. 12 Affrontare la vita recuperando le nostre migliori virtù ………………………………………………..……...…….. Pag. 17 Terapia miofunzionale e deglutizione atipica ………………. Pag. 21 Il problema del troppo benessere ………………………………... Pag. 25 Cos’è la tecnologia Invisalign? …………………………………..… Pag. 30 Massaiu Channel, il canale Youtube del nostro studio .... Pag. 33 Cosa vuol dire Odontoiatria Biologica? ………………….…..… Pag. 36 La Kinesiologia come aiuto alla diagnosi ………………...…… Pag. 38 Il successo sta nella sicurezza o nel rischio? ……….…..….. Pag. 41 Una riflessione sulle parole di Michele Ferrero ….………… Pag. 44 Le riunioni del Super Staff Massaiu ………….…………………. Pag. 51
2
EDITORIALE Sassari, 01.05.2015
Eccoci qua, pronti a partire per una nuova avventura insieme. Da mesi, ormai, stiamo curando in studio un nuovo modo di comunicare con il mondo che ci circonda. Il nostro blog mi sta dando tantissime soddisfazioni, aprendo un dialogo aperto con un numero di persone molto più ampio dei nostri soli pazienti. Si è rivelato, come speravo, un qualcosa di più. Una sorta di circolo culturale che si sposa perfettamente con il tema che abbiamo deciso di promuovere quest’anno e che si riassume nei valori della cultura, della consapevolezza di sé e della crescita personale. Abbiamo parlato di argomenti clinici, di alcune delle nostre eccellenze e progetti interni, di libri, di attività esterne, progetti e un po’ della mia filosofia personale. Ho messo nero su bianco molte delle cose di cui parlo ai corsi e agli eventi in cui partecipo, partendo dal principio che “verba volant, scripta manent”. Siamo partiti dal supporto digitale, implementando il blog in una maniera che, ora che mi guardo indietro, risulta veramente sorprendente! Ad oggi, in poco più di quattro mesi di attività, abbiamo prodotto una trentina di articoli di qualità che hanno riscosso molto interesse nel web. Dato che non mi è piaciuto mai stare con le mani in mano ho pensato che fosse una bella idea quella di riordinarli in raccolte, creando una vera e propria rivista aziendale targata Studio Massaiu Srl. Avremo quattro uscite all’anno, rispettivamente per i periodi invernale, primaverile, estivo e autunnale. In questa uscita, la prima, potrete godervi con calma gli articoli da dicembre a fine febbraio. Francis Bacon una volta disse che “La lettura fa di uomo un essere compiuto”. Non ho che da augurarvi di raggiungere questo grande traguardo dell’esistenza, a presto.
Giuseppe Massaiu
3
PILLOLE DI DENTOSOFIA Sassari, 26.12.2014
La
Dentosofia
è
un
nuovo metodo della scienza odontoiatrica, caratterizzato da un approccio umanistico all’arte dentistica, che utilizza tecniche funzionali e pone in rilievo
il
l’equilibrio l’equilibrio
legame della
bocca
tra e
dell’essere
umano e, in una concezione più ampia, a quello del mondo intero. Sappiamo che i disturbi delle funzioni vitali o la loro correzione hanno una ripercussione a tutti i livelli: fisico, organico, psichico, emozionale, comportamentale… Constatiamo in modo sistematico come la sollecitazione adeguata della bocca tramite azioni dentali ed esercizi appropriati (incentrati sulla rieducazione delle funzioni vitali) offra al paziente la capacità di creare le propria forma orale che riflette il suo equilibrio generale. Ciò avviene indipendentemente dall’età o dalla situazione della bocca. Una bocca equilibrata trasmette e riflette l’equilibrio globale del paziente. Una bocca disequilibrata presenta dei difetti di struttura intrinseca che si evidenziano in una mancanza di sviluppo nelle tre dimensioni (antero-posteriore, verticale, trasversale) e in una scorretta funzione della muscolatura periorale (guance e labbra) e intraorale (lingua). Trattare l’aspetto muscolare e strutturale della bocca è fondamentale, in quanto permette l’instaurazione di un corretto
4
rapporto fra forma e funzione, essenziale per l’equilibrio orale. Dato che lo sviluppo nelle tre dimensioni è interdipendente, la terapia si realizza a livello dei tre piani dello spazio e tramite il riequilibro muscolare, secondo i nuovi concetti della Dentosofia. L’obiettivo è di permettere alla regione orale di raggiungere, alla fine del trattamento, lo sviluppo armonioso previsto dalla natura. La scomparsa delle tensioni muscolari sono uno degli indicatori del progresso della terapia. Correggere e completare lo sviluppo della bocca, che si era interrotto al momento della comparsa della dismorfosi, apporta informazioni e possibilità nuove a tutti i livelli dell’esistenza e permette al paziente di recuperare la carenza
di
maturità
(fisica,
emozionale,
psicologica,
comportamentale). Si tratta infatti di un processo pedagogico di crescita: attraverso
di
esso,
il
paziente
può
giungere
più
facilmente
all’autonomia personale e sociale, in uno stato di benessere somatoemozionale ottimale. Giuseppe Massaiu
5
LA CURA DEL BAMBINO IN STUDIO Sassari, 30.12.2014
La nostra filosofia in studio si è sempre basata sull’individuare
le
reali
necessità del paziente, in modo da fargli godere una bella esperienza, non solo dal punto di vista del risultato clinico, ma anche da quello umano e relazionale. E’ quindi più che naturale il fatto che vi sia un trattamento differenziato a seconda della persona che viene a richiedere il nostro aiuto. Ma la categoria che è a mio parere da più soddisfazione, da tutti i punti di vista, è quella più delicata: i bambini. I nostri piccoli pazienti hanno tutta una gamma di necessità e priorità specifiche che ci mettono davanti delle sfide variegate e, perché no, anche divertenti, per soddisfarli. In primo luogo è a mio parere sempre consigliabile che la prima esperienza del bambino col dentista non coincida con un trattamento. Un giro sulla sedia del dentista, la vista degli strumenti, i giochi e i palloncini rendono la prima visita un momento piacevole e vissuto senza paura. Tutta la nostra attenzione, durante questa fase, deve essere rivolta a costruire un buon rapporto tra noi e il bambino, fondato su quel genere di simpatica fiducia che porterà automaticamente ad una grande serenità nelle future visite.
6
Lo studio deve esser quindi progettato a loro misura, sin dalla sala d’attesa: qui i bambini devono trovare delle piccole poltroncine multicolore, oltre che materiale per colorare o disegnare. Noi abbiamo predisposto che una parete della sala venga dedicata alle loro opere artistiche. Quando si accomodano in poltrona devono ritrovarsi in un ambiente colorato, accogliente e familiare. In ogni momento noi mettiamo al primo posto le loro esigenze e ci concentriamo nel generare un clima di armonia, fiducia e collaborazione. Non bisogna mai trascurare l’aspetto ludico. I bambini imparano le cose solo quando si divertono nel farle. Molti piccoli pazienti ci conoscono grazie al “Corso bimbi”, che organizziamo ogni mese in studio e dove si impara giocando. Qui spieghiamo l’importanza dell’igiene orale, della sana alimentazione e li accogliamo nel mondo della cura della bocca. Per quanto riguarda il approccio
nostro
al
trattamento clinico agiamo in maniera preventiva, non appena
spuntano
molari
permanenti, le
“sigillature”.
sono
otturazioni
eseguendo Queste
i primi
preventive che solo da noi vengono
effettuate
trattamento mediante
del
previo dente
l’ozonoterapia,
che ha un potente effetto antibatterico e ottimizza il risultato della cura. E la stessa moderna e innovativa tecnica la utilizziamo nel trattamento delle carie iniziali dei denti da latte,
7
senza anestesia e senza l’utilizzo di apparecchiature che talvolta spaventano i nostri piccoli pazienti. Per la cura della carie profonda nei bambini utilizziamo la diga di gomma, come presidio di sicurezza e garanzia per il piccolo paziente. Essa migliora in maniera eccezionale l’adesione delle resine in conservativa e permette di lavorare durante la seduta in un ambiente sicuro, isolato e asettico; ciò equivale ad una maggiore garanzia delle prestazioni eseguite sia in termini qualitativi che della durata nel tempo. E’ una tecnica che il bambino accetta senza nessun problema, proprio perché gli viene spiegata l’importanza e la procedura per inserirla come un gioco in studio… Spesso l’accettano al punto che colgono l’occasione per schiacciare un pisolino. Abbiamo adottato questa filosofia all’interno dello studio in quanto sono profondamente convinto che l’educazione, in ogni aspetto della vita dell’essere umano, deva partire fin dalla più tenera età per poi sprigionare i suoi effetti migliori in età adulta. Per questa ragione noi ci sforziamo sempre di fornire da una parte un trattamento e una cura d’eccellenza, ma dall’altra insegniamo tutte quelle regole necessarie per aver cura del proprio cavo orale fin dai primi anni di vita. Questo perché una bocca sana implica anche tutta una serie di effetti benefici che a cascata ricadono su tutto il resto del corpo e, in ultimo, anche sulla nostra psiche. Il medico svizzero Paracelso una volta disse: “Dove lo
spirito soffre, anche il corpo soffre”, e quel ragionamento si può fare anche a ritroso, partendo dall’equilibrio e dal benessere del corpo per arrivare allo spirito. Giuseppe Massaiu
8
RUSSARE? PROBLEMA RISOLTO! Sassari, 30.12.2014
“Mio nonno non è mai stato una persona di compagnia. Ci siamo accorti che era morto perché russava meno” Valerio Peretti Quante volte hai sorriso
o
sentendo
ridacchiato un
tuo
parente, un tuo amico o un vicino che russava pesantemente? Quante volte
ci
siamo
contrario dall’altra
al
trovati parte
della
barricata, magari canzonati da una persona a noi vicina svegliatasi a causa del nostro eloquente ronfare? Il russare non è solo un problema per chi ci dorme accanto, ma per chi ne soffre risulta essere una vera e propria malattia quando si manifesta la “Sindrome delle apnee ostruttive del sonno” o OSAS. Chi si trova ad avere disturbi di questo tipo la notte non riposerà mai bene: sarà continuamente costretto a svegliarsi per interrompere le apnee, poiché il cervello, che riceve a causa di questo processo una ridotta quantità di sangue ossigenato, ci scampanellerà il pericolo attraverso un risveglio per nulla piacevole. Le conseguenze a lungo termine di chi soffre di questo disturbo sono varie, è di frequente ho riscontrato nei miei pazienti l’ipertensione gastroesofageo.
arteriosa
Secondo
recenti
e/o
la
studi i
malattia soggetti
da
reflusso
affetti
da
9
OSAS rischiano, con maggiore frequenza rispetto al resto della popolazione generale, l’infarto cardiaco e l’ictus celebrale. Ora che abbiamo chiarito quanto può risultare grave il trascurare questo disturbo è tempo di parlare un po’ di soluzioni. Bisogna sempre tenere a mente che non bisogna mai e poi mai sollevare un problema se non si ha al contempo almeno un idea di come giungere alla sua risoluzione. Infatti esistono tutta una serie di tecniche specifiche per affrontare questo problema in ambiente odontoiatrico, legate al ripristino della respirazione nasale. Questo risultato si raggiunge attraverso
l’utilizzo
di
apparecchi
orali
specifici
e
al
riequilibrio delle corrette funzioni del sistema oro-facciale. Giuseppe Massaiu
10
LA SINERGIA DELLA SALUTE TRA LA BOCCA E IL CORPO: LA PREVENZIONE Sassari, 09.01.2015
I trattamenti odontoiatrici rappresentano
per
la
bocca
una
meravigliosa opportunità per salire da protagonista sul palcoscenico del nostro corpo, aiutandolo a rimanere forte e in salute. Spesso si pensa che curare i denti sia equivalente a fare un’otturazione, un’accurata terapia canalare, un’estrazione del dente ormai irrecuperabile e via dicendo. L’odontoiatria è difatti anche questo, ma non solo. Se correttamente inseriti all’interno di una visione più ampia, questi e altri trattamenti eseguiti in studio possono influenzare moltissimi altri aspetti della nostra salute e quindi, in ultimo, della nostra vita. I procedimenti che abbiamo prima elencato rappresentano in realtà solo delle modalità con cui affrontiamo i sintomi, ma non le cause dei problemi che ci si parano di fronte. Per arrivare alle cause bisogna spingersi maggiormente a fondo. E’ un
processo più
complesso e articolato di una semplice operazione, ma sono convinto che troppo spesso noi dottori preferiamo fermarci alla risoluzione del sintomo, senza faticare quel tanto in più che è necessario per individuarne appieno la causa. Questo non avviene per lassismo o incompetenza, ma a causa di un eccesso di pragmatismo.
11
Con un’otturazione si risolve immediatamente il problema del paziente: lui è soddisfatto, noi siamo contenti e possiamo occuparci d’altro. L’operazione è andata alla grande, ma, magari, relativamente presto quel paziente ritorna da noi con un ennesimo disturbo, collegato alla zona dove abbiamo eseguito l’otturazione precedente. Questo perché avviene? Non di sicuro per la nostra incapacità – tutto era andato benissimo –, bensì perché non abbiamo voluto indagare fino in fondo a tutta la complessiva situazione psico-fisica del nostro paziente. Ci siamo limitati ad individuare la falla nella sua diga e ci abbiamo messo un tappo, senza sforzarci troppo di capire come mai quella falla si è creata. Quindi in questo articolo vorrei dare alcuni consigli su come evitare che la tua diga personale, quella per intenderci che difende il tuo corpo e la tua bocca da malattie e infezioni, si riempia di crepe e fratture. Partiamo per ora dal mio campo di studio e lavoro: la bocca. La vera terapia delle patologie orali passa attraverso la prevenzione e l’igiene orale prima, e la corretta diagnosi e progettazione del piano di trattamento, dopo. La carie è causata da diversi fattori, ed è su questi che bisogna agire se si vuole curare. Le principali cause sono:
•
Scorrette procedure di igiene e pulizia della bocca a casa;
•
Una sottovalutazione delle necessità quotidiane di igiene;
•
Cattive abitudini alimentari;
•
Un rinvio inopportuno di un trattamento può creare danni che se non trattati prontamente dal dentista possono diventare irreparabili, come esempio nel caso di malattie paradontali, (piorrea) o di un’aggravata malocclusione.
12
Le visite periodiche devono essere effettuate una o due volte l’anno, a seconda delle condizioni di ogni paziente. E’ importante non trascurare l’importanza dei controlli periodici, poiché anche un semplice problema, se rinviato, può risultare poi difficile da correggere.
Durante
la
visita
di
controllo,
ad
esempio,
noi
verifichiamo a 360° la salute del cavo orale, escludendo l’eventuale presenza di carie, tartaro, infiammazioni dei tessuti molli, di malattie paradontali o disfunzione all’articolazione temporo-mandibolare, o dei muscoli cranici o la deglutizione atipica. In questo processo è cruciale la collaborazione tra medico e paziente. Si parla di una vera e propria “attività di guida” del dentista, che, fin da principio, deve instradare nel verso giusto attraverso tutti i consigli adatti alla esigenze dello specifico caso clinico, in modo da assicurare non solo un sorriso sano, ma un benessere globale. E questo deve avvenire all’interno di una strategia globale volta a risolvere la vostra problematica non per il breve periodo, ma definitivamente.
Paradossalmente
è
proprio
questo l’obbiettivo
finale del nostro modo di procedere: ovvero, dopo avere riabilitato il sistema cranico nel rispetto di Forma e Funzione, il rendere sempre meno
necessario
il
nostro
intervento
diretto!
Noi
responsabilizziamo i nostri pazienti, spiegando loro che cos’hanno, da che cosa è stato causato, e curandoli secondo questi criteri, e gli si spiega cosa dovranno fare in futuro se non vogliono che insorgano nuovamente problemi simili. Giuseppe Massaiu
13
LA GNATOLOGIA E LA CURA DELLA MASTICAZIONE Sassari, 13.01.2015
Che significato ha questa
parola
difficile
persino da pronunciare? La gnatologia è in primo luogo parte della scienza medica,
come
si
può
intuitivamente comprendere dalla sua origine greca.
chiaramente Ecco,
partiamo
da
qui,
dall’etimologia
della
parola: gnatologia viene dalla fusione delle due parole ữνửτός – mandibola – e λόữος – studio -. Perciò questa branca scientifica, che ha raggiunto una sua dignità propria in tempi relativamente recenti, riguarda in modo particolare proprio noi dentisti. Come ci dice il suo stesso nome, al centro dei suoi studi stanno l’analisi, l’approccio e la terapia alle funzioni e alle patologie
dell’organo
organo
cardine
per
la masticazione,
deglutizione e respirazione, la nostra bocca. Questo in maniera globale, occlusale, articolare e muscolare. A livello personale sono sempre stato profondamente attratto da questa materia, tanto da andare dopo l’università a perfezionare i miei studi a Palermo, presso l’Istituto di Odontostomatologia, dove ho conseguito il titolo accademico di Perfezionato in Occlusione e Postura in campo Kinesiologico. Negli anni ho avuto il privilegio di conoscere
e
di
essere
allievo
del
dott.
G.M.
Esposito
per
la kinesiologia, del dott. M. Molina per la gnatologia classica, del dott.
14
R. Bourdiol per la neuro kinesiologia e l’osteopatia, del dott. E. Bernkopf per la gnatologia clinica e diversi altri. Ognuno di loro si è dimostrato
un vero
e
proprio
maestro
nel
mio
cammino
professionale e anche grazie a loro sono diventato la persona che sono oggi. Ma
perché
vi
sto
raccontando
tutto
questo?
Perché
la gnatologia riveste un ruolo di primaria importanza nella nostra vita e nella nostra salute. Recenti studio hanno infatti dimostrato come il contatto non ottimale tra i denti sia spesso causa di sintomi quali cefalea, dolore al rachide, parestesie, contratture muscolari. Inoltre
una scorretta
deglutizione
del
sistema
lingua-
mandibola è all’origine di patologie che classicamente sembrano di pertinenza ORL: otiti recidivanti nei bambini, acufeni, dolore, prurito o senso di tappamento alle orecchie, vertigini, russamento notturno fino alle apnee. Ottimo, ora che ho illustrato alcuni dei sintomi che possono essere
causati
da
problematiche
legate
al corretto
rapporto
fra mandibola e lingua durante la masticazione, arriviamo a cosa si può fare per evitarlo. Un trattamento specifico in ambito odontoiatrico
è
l’ideale,
quando
si
lavora
sulla
funzione
dell’occlusione dentale, dell’articolazione temporo-mandibolare, della deglutizione e della respirazione. Nel nostro Studio, proprio in ragione della mia passione per questa materia, diamo un grande valore alla corretta diagnosi e terapia di tali problematiche, collaborando per la risoluzione dei casi più complessi persino con specialisti delle più svariate branche della
medicina quali
otorini,
fisiatri,
ortopedici,
neurologi,
fisioterapisti, medici generici, pediatri. Questo perché sono sempre stato convinto che il dentista non deve limitarsi a vedere il
15
paziente solo nella sua ristretta ottica specialistica, ma deve puntare alla risoluzione della sua problematica generale, cercando di riportarlo ad una situazione di benessere globale. Grazie
poi
agli
anni
di
pratica
ed
esperienza
sulla
materia gnatologica il nostro Studio ha potuto sviluppare una novità terapeutica: il “bite invisibile”. Il bite è infatti lo strumento principale per correggere il malfunzionamento della mandibola col resto della bocca, ma risultava spesso scomodo e fastidioso da portare, oltre che particolarmente antiestetico. Noi abbiamo risolto entrambi i problemi attraverso un bite trasparente, non evidente come quelli classici e che permette ai nostri pazienti di sorridere liberamente, ma soprattutto, cosa per noi fondamentale, di avere una vita lavorativa e sociale senza alcun disagio estetico, durante il processo di cura, verso la soluzione del caso. Giuseppe Massaiu
16
AFFRONTARE LA VITA RECUPERANDO LE NOSTRE MIGLIORI VIRTU’ Sassari, 15.01.2015
Ho appena terminato un libro di cui sto consigliando lettura a tutti i miei amici e conoscenti. Il testo, per chi può essere interessato, è di Pietro Trabucchi e si intitola “Tecniche
di Resistenza Interiore”. E’ un lavoro agile, molto chiaro e molto scomodo, in quanto non fa sconti né a noi, né alla società in cui viviamo. Al suo interno ci sono tutta una serie di riflessioni molto interessanti e stimolanti, alcune delle quali mi hanno ispirato a mettere nero su bianco i miei pensieri. Questo articolo non sarà quindi di natura scientifica, bensì di tipo riflessivo-ispirazionale.
Parleremo
anche
del
corpo e
della psiche, ma in chiave più umanistica che medica. Vorrei partire con un confronto. Un confronto tra esseri umani molto distanti tra loro nel tempo e nelle attitudini. Da un lato abbiamo infatti i nostri progenitori neolitici (ma anche tutti coloro che li seguiranno, fino all’alba dell’era consumistica moderna), dall’altra l’uomo contemporaneo. L’uomo, nei tempi dove non esisteva ancora la scrittura, dove il fuoco e una lancia con la punta di selce rozzamente affilata erano il top della tecnologia e una caverna dipinta con estratti di erbe era il top del design, non aveva grandi vantaggi competitivi con le altre
17
specie animali. Ad un osservatore venuto dallo spazio sarebbe apparso, con le sue due gambe, troppo lento sia per catturare le prede sia per sfuggire ai carnivori; non aveva una folta pelliccia per proteggersi dal freddo né una dentatura affilata o artigli per difendersi od offendere e così via. Insomma faceva una ben magra figura rispetto sia ad un agile erbivoro sia ad un potente carnivoro. Eppure l’uomo aveva due marce in più, meno facili da individuare al primo colpo d’occhio, ma determinanti. La prima era l’intelligenza. L’altra meno scontata, forse proprio a causa dei nostri occhi moderni, era la resilienza! La resilienza è un concetto sviluppato da Trabucchi in diversi suoi libri, in seguito alle sue esperienze come allenatore fisico e mentale di atleti di gare di endurance – prove molto dure come marce di centinaia di chilometri in pochi giorni o scalate di montagne come le Alpi, le Ande o l’Himalaya – e si fonda
sulle caratteristiche
primigenie umani: di speranza
degli
esseri
la nel
capacità successo,
il grande autocontrollo per rimanere saldamente ancorato sui propri obiettivi, la consapevolezza, la capacità di adattamento alle diverse
circostanze,
la proattività e
la causatività.
Se
non
volessimo utilizzare il suo termine potremmo definirla come gli antichi greci, ovvero “forza d’animo” oppure con la “fortezza” del cristianesimo, tra l’altro una delle sue quattro virtù cardinali. La resilienza è direttamente connessa all’intelligenza, intesa come sviluppo delle proprie attività celebrali. Questo perché solo una specie che sviluppa ragionamenti complessi può far proprio un concetto così bello e potente. La forza d’animo s’intreccia ad un
18
elemento cruciale che noi abbiamo quasi completamente accantonato nel nostro comodo mondo contemporaneo: la tenacia.
La tenacia è lo sforzo di autodisciplina e di resistenza mentale che
mettiamo
in
campo
quando
dobbiamo
lavorare
duramente di fronte ad una situazione di gratificazione differita. Mi spiego meglio con un antico aneddoto: “Impara a seminare oggi per
raccogliere domani”. Questa antichissima virtù era valida per gli uomini neolitici – che dovevano inseguire le prede per ore prima di catturarle con i loro rozzi strumenti di caccia – ma anche per la società pre-consumistica – dove le virtù migliori erano la pazienza del contadino o il piccolo risparmio della famiglia prima di poter effettuare un investimento solido – ma non lo è più per la società contemporanea occidentale. Il attesa,
senso di
di
lavorare
tanto e a lungo prima di
ottenere
un
bel
risultato è sempre più alieno nella nostra società. Il nostro è un mondo incentrato sul “tutto e subito”, sul “consumo immediato e continuo”, sulla “non
attesa” e sull’eliminazione di tutti gli “scomfort” e dello “stress”. Il paradosso è che questa forsennata ricerca sta generando nuove tipologie di stress e di malattie – le cosiddette“patologie
dell’era moderna” – che prima non esistevano. Allo stesso tempo le persone vivono sempre più in una situazione di continuo debito, non solo finanziario, ma anche fisico e mentale che prima o poi dovranno pagare. Dobbiamo quindi puntare a recuperare alcune delle nostre naturali
e
antiche
virtù,
quelle
che
ci
hanno
permesso
19
di sopravvivere al processo di evoluzione e di affermarci come specie dominante sul pianeta. L’uomo è per fortuna naturalmente portato alla tenacia e alla resistenza e, come nel mito della caverna di Platone, deve solo ricordarlo di nuovo. Per farlo io ti lascio con un consiglio spassionato: spegni la televisione che ti trasferisce solo negatività e ti svuota e infiacchisce la mente, apri un buon libro, frequenta persone positive e inizia a pensare – e poi a mettere in pratica! – le cose che nel tuo intimo hai sempre sognato di fare. Tu hai tutte le carte in regola per costruire la tua strada e vivere in maniera soddisfacente la tua vita. Devi solo metterti in gioco. Giuseppe Massaiu
20
TERAPIA MIOFUNZIONALE E DEGLUTIZIONE ATIPICA Sassari, 19.01.2015
Una corretta masticazione, come ho precedentemente scritto nel
blog,
è
un elemento
fondamentale per la salute della nostra bocca e, in ultimo, del nostro corpo in generale. Dovete tener infatti presente che ogni
volta
che
mangiamo,
respiriamo, deglutiamo o ridiamo e parliamo ogni nostro muscolo facciale compie migliaia di micromovimenti. Questo processo avviene a tutte le ore del giorno. Voi immaginate di iniziare ad utilizzare in maniera scorretta anche solo uno di questi muscoli. Bene, ora pensate che, per compiere quelle azioni – che fate continuamente e automaticamente, senza manco accorgervene – il carico di lavoro del vostro muscolo“scansafatiche” se lo dovranno sobbarcare tutti gli altri muscoli. La situazione non andrà che peggiorare nei mesi e purtroppo anche negli anni successivi. Fotografate questa immagine nella vostra mente: la vostra bocca che compie per milioni e milioni di volte dei movimenti sbagliati. E’ l’equivalente, in ambito odontoiatrico, dell’azione distruttiva che esercitano le onde su di una scogliera in migliaia di anni, o la classica goccia che buca la roccia. Ecco, sfortunatamente la nostra bocca non è tanto resistente e bastano solo alcuni anni di masticazione inefficiente o di deglutizione atipica per iniziare a subire pesanti effetti sul nostro corpo.
21
Ma che cos’è la deglutizione atipica? Iniziamo col chiarire che la deglutizione, come processo neuromuscolare, va incontro ad una maturazione fisiologica, seguendo la nostra crescita. Quindi esiste una deglutizione infantile e una da adulto. Ci troviamo di fronte a quella atipica nei casi in cui l’adulto ha mantenuto il tipo di deglutizione infantile. Possiamo dire che: l’adulto non è del tutto cresciuto! La terapia miofunzionale, dal greco mys = muscolo, si occupa di riequilibrare nel bambino – a scopo preventivo – o nell’adulto – a scopo correttivo – il corretto e armonico movimento di lingua, labbra e muscoli mandibolari. Tutto parte da una serie di test, per comprendere
se
ci
troviamo
davanti
a
questo
tipo
di
malfunzionamento: quello che si vuole verificare è se la lingua rimane troppo bassa oppure fra i denti, e non va ad occupare la sua corretta posizione sul palato. Il primo test, imprescindibile, è quello della fluorescina, in modo da evidenziare immediatamente il tipo di deglutizione. Grazie al myometer,
poi
un
apparecchio
che
misura
il tono
muscolare di lingua, labbra e guance, è possibile effettuare in studio la diagnosi completa per l’analisi della disfunzione muscolare in deglutizione atipica. Quali sono le conseguenze di una deglutizione scorretta? •
Ingresso limitato di aria dal naso con conseguente respirazione orale;
•
La lingua spinge in maniera scorretta sui denti determinando ad esempio il morso aperto o il morso crociato;
•
Russamento notturno e sonno disturbato, fino alle apnee;
•
Permanenza di muco nelle cavità nasali e uditive con predisposizioni ai raffreddori cronici, alle otiti o ai cali d’udito;
•
Tendenza alle tonsilliti recidivanti e problemi alle adenoidi.
22
Cosa comporta invece il ripristino di una corretta deglutizione? •
Ingresso corretto d’aria dalle vie respiratorie e ripristino della respirazione nasale;
•
La lingua si posiziona in maniera corretta, stimolando la crescita del palato;
•
Auto pulizia delle cavità nasali ed uditive evitando i ristagni di muco, causa di infezioni ricorrenti oro faringee;
•
Respirazione corretta notturna, con il ripristino del riposo fisiologico notturno.
Bene, ora invece parliamo di come, una volta evidenziato il problema e avendo ben chiaro costi e benefici del suo trattamento, si articola la terapia. Fondamentalmente
si
procede
elaborando
un piano
di
allenamento per i nostri muscoli linguali. Una vera e propria
“ginnastica”, con esercizi personalizzati che verranno spiegati in studio ed eseguiti autonomamente a casa. La cura è infatti molto responsabilizzante per il paziente. Il dottore e la terapista miofunzionale si occuperanno di individuare il problema,
di elaborare
una
strategia
di
allenamento per
ripristinare l’equilibrio della masticazione, di spiegare gli esercizi da svolgere e supervedere periodicamente l’andamento della terapia, ma spetta alla disciplina del paziente – e dei genitori nel caso di un bambino – dire l’ultima parola in merito. La
lingua
funzionali,
infatti
impara
riconoscendo
in
pian
piano
maniera
le nuove
propriocettiva
dinamiche la
giusta
posizione del palato. Il riequilibrio della funzione muscolare determina la risoluzione sia delle malocclusioni, che dei sintomi accessori legati alla respirazione. Il processo è lungo mediamente un anno, coi casi più gravi che possono richiedere anche una maggior
23
quantità di tempo. E’ quindi cruciale la dedizione del paziente, oltre che la giusta supervisione di medico e terapista. Vi è poi, per concludere, un’interessante considerazione che fa riflettere. E’ stato verificato da diversi studi che spesso capita che ad una mancata maturazione della deglutizione segua una mancata maturazione del carattere della persona stessa. Questo non vuol naturalmente dire che se si ha la deglutizione atipica ci si comporta come dei bambini anche a trenta o quarant’anni, ma che è possibile riscontrare dei deficit in alcuni aspetti della personalità come il senso della responsabilità, la fiducia in se stessi, la capacità decisionale e così via. E’ stato inoltre riscontrato il fatto che questi aspetti caratteriali tendano a migliorare negli adulti che hanno eseguito correttamente la terapia. Chiariamoci, il carattere si forma in ragione di una molteplicità di fattori, di cui quello della salute corporea è solo uno dei tanti, ma il dato rimane comunque molto interessante. Teniamo sempre a mente che la nostra salute psichica deriva dal benessere del nostro corpo e il benessere del nostro corpo può trovare la sua origine all’interno dei fisiologici processi della nostra bocca, dove è importante il ripristino di forma e funzione, se questi persi o non acquisiti. Giuseppe Massaiu
24
IL PROBLEMA DEL TROPPO BENESSERE Sassari, 21.01.2015
Ho
pensato
questo
articolo, fin dal suo titolo, in chiave un po’ provocatoria. Sia beninteso
che
non
offendere
nessuno,
voglio il
mio
scopo è quello di scuotere la coscienza del lettore, col fine di farlo passare ad un livello superiore di consapevolezza, perché troppo spesso viviamo dentro
una
di certezze e verità
serie rivelate
che diamo per scontate ma che, in verità, non lo sono affatto. La stessa crisi economica – che e io definirei anche sociale/valoriale – del nostro tempo si può ricondurre a questo assioma errato. Il nostro cervello è infatti uno strumento straordinario. Ci garantisce la creatività, l’inventiva, la spiritualità e tutti quegli aspetti caratteristici che ci differenziano da ogni altra specie animale sul pianeta. E’ una vera e propria macchina meravigliosa, che utilizzata al meglio ci rende veramente unici e liberi, ma può anche lasciarci a terra se ci mettiamo dentro la benzina sbagliata. Ci sono idee, principi e concetti buoni ed eccellenti, ma ve ne sono però anche altri di gradazione meno positiva, fino a raggiungere quelli assolutamente distruttivi per la nostra vita. La nostra società occidentale vede sempre più scemare le forze mentali e motivazionali dei suoi individui. Stiamo perdendo tutte
25
quelle qualità che ci hanno portato ad essere il centro ispiratore del mondo moderno. Perché sta avvenendo tutto questo? Partiamo da un bel pensiero di Pietro Trabucchi che mi era sempre ronzato in testa fino a quando non l’ho ritrovato nero su bianco sul suo libro “Tecniche
di resistenza interiore”: “Il cervello plasma la cultura e la cultura plasma il cervello! Le pratiche di vita, i modelli e gli atteggiamenti premiati dalla nostra società modellano l’atteggiamento delle persone”. Ora domandiamoci quali sono i modelli premiati nel mondo occidentali, o peggio ancora, nella nostra Italia. Guardiamo con più favore o è maggiormente premiato chi si spacca la schiena, risparmia, guadagna e investe onestamente oppure il furbetto che ha la buona amicizia o che riesce a fregare lo Stato e gli altri (fino a quando questi “altri” non siamo noi, beninteso)? O ancora, il nostro sistema sociale (globalizzato dalla televisione) spinge la gente ad impegnarsi, a migliorarsi e a professionalizzarsi sempre di più, oppure a godersi le trasmissioni spazzatura seduti
sul
divano,
o
a
frequentare acriticamente ogni centro commerciale possibile? Come possiamo chiedere ai nostri
giovani
titoli
accademici e certificazioni sempre più elaborate se non abbiamo un mondo del lavoro che è pronto ad accoglierli, perché le troppe tutele impediscono la realizzazione dei più bravi? Basta vedere i dati agghiaccianti della disoccupazione giovanile, che quest’anno ha raggiunto in Italia la vetta critica del 44,2%! Questo
si
traduce
nella
famosa “fuga
di
cervelli” ma,
soprattutto, implica come conseguenza che gli investimenti saranno sempre più uni-direzionalmente rivolti alle persone che, nel migliore
26
dei casi hanno la mia età – cinquantenni - e nel peggiore quella di mia madre – ultrasettantenni Quale sarà allora il nostro futuro a lungo termine? Se non formiamo
ora
i
nostri
ragazzi,
se non
lavoro creando
i
canali
e dando
loro
li
gli
instradiamo
al
strumenti perché
si costruiscano da soli la loro strada, dove andremo a finire a dieci o vent’anni da oggi? Questa è la domanda che mi pongo a livello generale, ma in questo articolo vorrei soffermarmi principalmente sulle cause di tutto questo. Ho accennato al fatto che è la cultura che plasma la nostra mente,
modificando
le
nostre percezioni e
perfino
le
nostre ambizioni. Quale è quindi la cultura dominante che sta creando questo sconquasso che dobbiamo deciderci ad affrontare al più presto? Io la riassumo nel concetto di “Cultura del troppo benessere”. Anticipo subito la vostra domanda “Ma il tanto benessere non
dovrebbe essere una buona cosa?”. Il benessere, nella giusta dose, è il premio per il duro lavoro,l’impegno, i risultati e le cose che abbiamo costruito nella nostra vita. Potremo definirlo come il “giusto
benessere”. Io intendo come “troppo benessere” quella ricchezza che ha fatto il salto generazionale e che viene goduta, senza limiti e responsabilità, dai figli o dai nipoti di coloro che se lo sono zappato. Io ho tre figli, ma mi sono impegnato duramente per evitare di fargli passare il concetto che “tutto era loro dovuto”. Li ho responsabilizzati negli anni con un lavoro attento, ragionato. Ho sempre cercato di spiegare loro l’importanza di quello che avevano e di come questo andasse guadagnato. Non è stato un processo né facile, né senza dolore.
27
Certi concetti sono veramente
difficili
da
far
passare,
soprattutto se l’ambiente tutto intorno ti invia messaggi contrari. Eppure, a distanza di 20-25 anni, tutti e tre hanno dato a me e a mia moglie una lunga serie di soddisfazioni. Insomma tutto l’impegno e la fatiche che ogni genitore deve giustamente impegnare sono stata infine ripagate. Questo ci porta ad un altro valore importante che abbiamo perso: l’idea di investire a lungo termine. I guadagni e i lavori migliori e più duraturi sono quelli che portano i frutti a 1, 5, 10, 20 e perfino 100 anni (pensate all’educazione di un figlio o alla costruzione di una cattedrale). La nostra società invece si basa su principi di“deresponsabilizzazione” e di “guadagno tutto e subito”. Dobbiamo
invece
recuperare certe ottime qualità svolto il
che
hanno
splendidamente
loro
compito
in
migliaia di anni: il duro lavoro, l’impegno 100%
tutti
i
al giorni,
l’assumersi oneri e responsabilità prima dei propri diritti (parola spesso abusata e confusa con le pretese), il vedere le cose in prospettiva futura, nel saper scindere bene il momento e le cose sulle quali bisogna risparmiare oppure quando investire. Cerchiamo di adottare la politica della formica nella celebre favola di Esopo. Il duro lavoro quotidiano costruirà la nostra ricchezza del futuro. Bisogna saper risparmiare, magari mettendo per
il
momento
da
parte
alcuni
sfizi
che
ci
vorremo
togliere; investire il giusto in termini di fatica e miglioramento di se stessi e non farsi abbindolare e ammorbidire dai momenti di eccessivo benessere. Mai abbassare la guardia su questo aspetto, perché anche la persona più forte e determinata può incappare in
28
questa trappola! D’altro canto il sedersi e il rilassasi, perché intanto sembra andare tutto bene, è piacevole per chiunque. Ma è come il canto delle sirene, bello e sensuale, ma che alla fine ti porta a schiantarti sugli scogli. Perciò io ti invito a prenderti un momento tutto tuo, senza ascoltare altri che te stesso. Rifletti sulla tua vita, su quello che al suo interno ti piace e su che cosa no. A questo punto devi decidere se sinceramente hai il desiderio di cambiare il suo corso, puntando alla soddisfazione e l’eccellenza – e in tal caso dovrai rimboccarti le maniche e affrontare parecchie situazioni disagevoli, faticose e pesanti in una logica a lungo termine – oppure se preferisci rimanere seduto a recriminare sul tuo divano. Giuseppe Massaiu
29
COS’E’ LA TECNOLOGIA INVISALIGN? Sassari, 20.01.2015
Questo abbiamo
lunedì
concluso,
con grande gioia e successo, il secondo evento L’evento
Invisalign. nello
specifico era un Open Day, ovvero una giornata dove uno studio dentistico svolge delle consulenze senza impegno su determinati aspetti odontoiatrici specifici, e questa volta era dedicato alla terapia ortodontica “invisibile” mediante tecnica Invisalign.. Noi da un paio d’anni lavoriamo molto con questa innovativa tecnologia, da quando abbiamo iniziato a realizzare che esisteva un esigenza nuova nei nostri pazienti, riguardante non solo l’operatività classica, ma
anche
le
giuste
esigenze estetiche. Tutti noi
conosciamo
apparecchi
gli
ortodontici
del passato. Chi ha visto il film “La fabbrica di Cioccolato” di Tim Burton avrà di sicuro tremato assistendo alle vere e proprie sevizie che il giovane Willy Wonka aveva subito dal padre dentista interpretato da Christopher Lee. La principale arma impiegata dal dott. Wilbur Wonka nella lotta ai danni causati dai dolciumi vari era un orribile, dolorosissimo e totalmente antiestetico apparecchio ortodontico.
30
Nell’era attuale, al contrario, è cruciale soddisfare l’esigenza, nella nostra continua ricerca di miglioramento nel servizio ai pazienti, di coniugare l’allineamento dei denti con l’estetica. In due parole bisognava sposare il concetto di “Ortodonzia invisibile”. Ma che cos’è l’ortodonzia? È quella branca dell’odontoiatria che si occupa
di
prevenzione,
diagnosi
e
trattamento
delle
mal
occlusioni, col fine di migliorare il sorriso del paziente. Il volto e il sorriso sono infatti lo strumento principale attraverso il quale noi ci relazioniamo col mondo esterno. E’ in un certo senso il nostro “biglietto da visita” con gli altri. Per questa ragione un trattamento ortodontico riuscito è sempre una soddisfazione doppia, in quanto non va solo a sistemare un problema della bocca, ma migliora sensibilmente la qualità sociale della vita del paziente. Vi sorprenderete del numero di persone che cambiano completamente, dopo la cura, il loro approccio verso il mondo, migliorando il proprio stato psicofisico e le relazioni interpersonali. Purtroppo, fino a poco tempo fa, questi risultati si potevano ottenere solo con brakets metallici o no, fili. molle o elastici. Non era di sicuro un gran comfort per il paziente, soprattutto perché questi erano spesso statici, rendendo difficile anche la pulizia dei denti oltre che scoraggiare un loro utilizzo prolungato. Invisalign ha rivoluzionato tutto questo, intercettando il problema
estetico
e
coniugandolo
con
l’esigenza
clinica
ortodontica. Ora Invisalign è un prodotto top a livello mondiale, un sistema certificato che garantisce altissima qualità e il meglio dell’innovazione. E’ una tecnologia senza fili o attacchi in metallo e prevede l’uso di mascherine trasparenti rimovibili che esercitano il loro effetto sui denti mediante dei minuscoli attachment in resina
31
determinando la forza biologica ottimale per gli spostamenti dei denti. Ogni 15 giorni queste mascherine verranno poi cambiate, in un processo continuo che dura dai 6 ai 18 mesi. Vengono portate 22 ore al giorno e tolte solo durante i pasti, in modo da capitalizzare al meglio i loro effetti. La cosa bella è che, vista la trasparenza totale e la quasi nulla invasività delle mascherine, per tutto il periodo di cura il paziente può sempre sorridere naturalmente. Queste ultime infatti non si notano quando sono indossate, pertanto consentono di raddrizzare i denti senza che nessuno se ne accorga. E’ una tecnica ideale per l’adulto impegnato sia nel lavoro che nello sport, per chi ha importanti esigenze estetiche. Il ridotto spessore degli apparecchi non crea alterazioni di pronuncia ed è indicato anche per chi è allergico ai metalli. Insomma comfort e benessere tutto in uno, in perfetta armonia con la filosofia del nostro studio dentistico. Giuseppe Massaiu
32
MASSAIU CHANNEL, IL CANALE YOUTUBE DEL NOSTRO STUDIO Sassari, 30.01.2015
Abbiamo alcune
volte
parlato di
già
quanto
sia
importante la cultura, intesa sia come formazione generale, sia come maggior consapevolezza di quello che accade attorno a noi. Per questa ragione, nel nostro piccolo, abbiamo sempre cercato di dare informazioni complete e semplici su tutte le procedure, i cicli di cura e le operazioni necessarie per soddisfare a pieno le necessità dei nostri pazienti. Infatti negli anni abbiamo sempre più perfezionato gli strumenti
a
nostra
disposizione.
In
principio ero
io
che,
personalmente, mi occupavo di illustrare le problematiche presenti in bocca, i vari passaggi di quanto sarebbe avvenuto dall’inizio alla fine della cura, le tecniche che avremmo utilizzato. Poi, andando avanti nel tempo, ci siamo accorti che i pazienti desideravano arrivare in studio sempre più consapevoli delle procedure che qui si svolgevano. Abbiamo quindi iniziato a produrre delle piccole e simpatiche brochure cartacee che, con colori e disegni, fornivano chiarimenti in relazione ai diversi aspetti odontoiatrici. I
risultati
sono
stati
talmente
buoni,
in
termine
di
soddisfazione dei pazienti, che abbiamo deciso di andare oltre.
33
Nel sito dello studio abbiamo inserito tutte le informative indicate nelle
prime
brochure, aggiungendo ogni nuova specialità o
innovazione che è stata man mano introdotta. Abbiamo
potuto
realizzare
questo
grazie
alle
immense
possibilità che l’informatica ci apriva davanti. Con il sito Studio Massaiu prima e con Facebook poi abbiamo potuto raggiungere molte più persone, in modo da informare e rendere consapevoli sempre più pazienti sulla cultura odontoiatrica moderna. La cultura, nella triplice accezione cui noi ci rifacciamo, ovvero di informazione/formazione/consapevolezza, deve essere stimolata e implementata con tutti i mezzi possibili. Per questo ad un momento neanche il sito e Facebook ci sono bastati più. Siamo per necessità passati ad un livello ancora superiore. Da quest’estate abbiamo iniziato a produrre una grande serie di video che abbiamo inserito
nel
Youtube Channel”
canale
“Massaiu che,
in
piccole pillole da due minuti
ciascuno
spiegano, nella playlist
“Dentista una
gran
Sardegna”, serie
di
problematiche, procedure e tecniche odontoiatriche, in modo semplice ma allo stesso tempo preciso e accattivante. Dall’ortodonzia invisibile ai test di posturologia, dalla psicodonzia alle cure specifiche per i bambini, dall’igiene orale all’estetica dentale, io e i miei collaboratori parliamo, in una ventina di clip, di tutti questi aspetti, in modo da fornire una giusta visione
34
d’insieme delle operatività e delle nostre professionalità, oltre che della vita dello studio, sempre con il fine di spezzare quel timore che, spesso, manifestano le persone davanti al dentista. Abbiamo notato che questo approccio rende molto più sereni, oltre che consapevoli, i nostri pazienti, permettendo loro di sentirsi più a loro agio quando entrano in studio. Come diceva Gandhi “La verità non danneggia mai una giusta
causa” e perciò noi in studio e io in particolare ritengo che sia cruciale, oltre che giusto, far arrivare il maggior numero di informazioni e nozioni al paziente, in modo che sia lui, in piena libertà, a decidere come desidera porsi in relazione alla cura della sua bocca, del suo corpo e, in ultimo, della sua vita. Giuseppe Massaiu
35
COSA VUOL DIRE ODONTOIATRIA BIOLOGICA? Sassari, 02.02.2015
Ho sempre pensato che, per quanto la tecnologia ci possa essere di estremo aiuto in molte delle nostre procedure mediche, sia altrettanto importante approcciarsi alla nostra salute
nel
modo
più
naturale
possibile. Per quanto medicine, strumenti, dispositivi e materiali all’avanguardia siano giustamente necessari per affrontare le varie patologie, bisogna anche tener conto che siamo esseri viventi e che, anche il mettere un impianto o assumere un farmaco è una forzatura dell’equilibrio biologico del nostro corpo. Per questa ragione è cruciale il cercare sempre le soluzioni meno invasive e questo, in molti casi, si può fare attraverso i principi di recupero di Forma e Funzione che sono alla base dell’Odontoiatria Biologica. L’Odontoiatria
Biologica
è
una
nuova branca
della
odontoiatria (insegnata nelle Università e praticata dai grandi Istituti in Italia) che si occupa specificatamente della cura e della riabilitazione
del
sistema
stomatognatico (una
parola
che
in “medichese” va ad identificare il complesso di denti, gengive, ossa, muscoli e articolazione temporo-mandibolare). In che modo, chiederete voi?
36
Vengono utilizzati materiali compatibili col nostro corpo, come i compositi “metal free”; in più cambia l’approccio alla riabilitazione, in quanto si opera rispettando la naturale funzione degli organi interessati, invece che sovraccaricarli o intossicarli con farmaci
o
terapie
sulla rieducazione
chirurgiche
del
paziente
invasive; nel
inoltre
rispetto
della
si
lavora corretta
funzionalità della sua fisiologia corporea, in modo da poter ottenere una stabilità clinica a lungo termine. Se il nostro corpo agisce in maniera scorretta, questo è spesso il frutto di atteggiamenti non ottimali. In relazione a questo noi possiamo operare a due livelli: o affrontiamo il sintomo, mettendolo a tacere con un operazione mirata, oppure indaghiamo sulle cause alla radice del problema. Questa modalità alternativa è ben più complessa, ma porta i migliori risultati a lungo termine, in quanto eviterà il ripresentarsi del problema di cui il sintomo era solo uno dei tanti campanelli d’allarme. Il senso è la ricerca dell’armonia e dell’equilibrio del corpo. Per ottenere tutto questo è cruciale allenare e riabituare il paziente a sentire maggiormente il proprio corpo, in tendenza opposta a quello che viene in genere fatto passare nella nostra società – dove anche il più piccolo mal di testa deve essere scacciato a colpi di medicine -, in modo da sfruttare al meglio le sue capacità innate e naturali per mantenere il proprio stato di benessere ottimale. Io sono sempre stato un convinto fautore di un approccio di questo tipo, in quanto la base di qualsiasi cura deve a mio parere sempre partire dalla comprensione della situazione di salute globale del paziente. Giuseppe Massaiu
37
LA KINESIOLOGIA COME AIUTO ALLA DIAGNOSI Sassari, 09.02.2015
Il nostro corpo, come mi è già capitato di scrivere, è una splendida
macchina. Fasci
muscolari, ossa, articolazioni e il sistema nervoso interagiscono tra loro in modo armonico e naturale, permettendo a noi di respirare,
muoverci,
pensare
e
svolgere
le
corrette
funzioni
fisiologiche. Quando si inceppa anche solo un piccolo ingranaggio di questi complessi meccanismi ci troviamo davanti ad una patologia, che noi medici dobbiamo risolvere. Il comprendere le sue cause non è sempre così semplice; la disciplina che se ne occupa, la diagnostica, era in passato una vera e propria arte. In mancanza di strumenti e apparecchiature potenti e precise, come abbiamo in questi anni, per capire cosa non andava nel paziente si
analizzava
la
sua condizione
generale
attraverso
un’approfondita anamnesi, un esame obbiettivo, una valutazione globale del paziente inserito nell’ambiente familiare e sociale in cui viveva. Ora possiamo permetterci test talmente precisi, dettagliati e specialistici da annullare all’apparenza quasi ogni utilità dell’esame diretto, trasformando il medico nella figura certificatrice di quanto afferma la macchina diagnostica.
38
Per molti casi questo passo avanti ha risolto tutta una gran serie di malattie e patologie che affliggevano l’umanità, ma come tutte le medaglie anche questa ha un’altra faccia. Si è persa in molti casi quella capacità di guardare al paziente in modo globale – cosa che nessuna macchina può fare bene quanto l’uomo – che permette di collegare
vari
problemi
tra
loro,
per
trovare
l’origine
dei sintomi che si manifestano in una parte del nostro corpo me che hanno la loro causa in un’altra. Molto
in ambito
spesso
medico si
possono
trovare sintomi come: cefalea, dolori alle orecchie, vertigini, dolori al collo o alla schiena, fastidio agli occhi e così via, la cui causa sfugge agli accertamenti classici. Mi è spesso capitato di rilevare come tanti di questi problemi avessero un’origine
odontoiatrica,
come
ad
esempio
la mal
occlusione, ovvero uno scorretto funzionamento del rapporto tra denti, lingua e muscoli della zona temporo-mandibolare. Io sono sempre stato affascinato dalla sinergia tra varie discipline mediche che dovrebbero collaborare da un punto di vista globale per risolvere le problematiche del nostro paziente. Per questa ragione ho perfezionato le mie conoscenze attraverso studi specifici,
culminati
di Palermo nel
2000,
nell’Istituto dove
ho
di
Odontostomatologia
conseguito il
titolo
accademico
di “Perfezionato in Occlusione e Postura in campo Kinesiologico” dai migliori esperti di questa disciplina. La Kinesiologia – dal greco kynesis = movimento e logos = scienza – è una disciplina che attraverso test muscolari verifica l’equilibrio
dell’individuo da
diversi
punti
di
vista: fisico, mentale, emotivo, biochimico e nutrizionale. Ho quindi
39
introdotto nel mio studio la tecnica d’indagine che è stata definita dal dr. Gian Mario Esposito come Kinesiologia Odontoiatrica. Partendo dal test muscolare, che ci rivela se l’organismo si trova globalmente in uno stato di equilibrio, si passa a verificare il funzionamento dei suoi specifici organi e apparati. Ogni muscolo è infatti una spia delle diverse attività dei meccanismi che si celano all’interno del nostro corpo, ed è a sua volta con esso stesso messo in relazione. Con questa consapevolezza si può agire quindi da un punto di vista odontoiatrico per risolvere problematiche a prima vista non collegate tra loro, facendo ripartire in perfetto funzionamento quella splendida
macchina
che
è
il
nostro
corpo, migliorando
di
conseguenza la qualità della nostra vita. Giuseppe Massaiu
40
IL SUCCESSO STA NELLA SICUREZZA O NEL RISCHIO? Sassari, 13.02.2015
Nei
precedenti
articoli “Affrontare la vita recuperando migliori
le
virtù”
problema
del
benessere”
nostre e
“Il
troppo abbiamo
toccato una serie di temi scottanti e scomodi che spero vi abbiano fornito importanti spunti di riflessione personale. Abbiamo parlato dei falsi miti del nostro tempo e di come sarebbe
bene comportarci
in
maniera
differente se
vogliamo
distinguerci dagli altri (e questo è l’unico modo di eccellere, ve lo assicuro). Riflettete su una cosa: il compiere le stesse azioni degli altri ci dà sicurezza e serenità, ma ci conduce, inevitabilmente, in un luogo affollato da una miriade di altre persone. Secondo la “Legge di Pareto” vi ritroverete nella massa (80% circa) di individui che decidono di stare nella loro area di comfort, seguendo percorsi già esplorati e verificati dagli altri. Questo ci da una grande sicurezza, ma, se riflettiamo, è solo il crogiolarsi in una pia illusione. In un mondo sempre più competitivo, dove viene premiata la capacità di diversificare e dove la specialità genera le migliori possibilità di affermarsi, il comportarsi come se fossimo fatti tutti con lo stesso stampino non è certamente la strategia migliore.
41
E’
che
la
società
ci
martella
con
il
principio
che
dobbiamo ancorarci alla sicurezza con tutte le nostre forze. Il “posto fisso”, la giornata scandita ad ore che porta chi lavora a contare i minuti che mancano alle 18.00 (e magari ad iniziare a liberare la scrivania 15 minuti prima) sono il peccato originale della cultura italiana del lavoro. Se vogliamo aver successo dobbiamo sposare il principio del giusto
rischio,
del disagio e
il
caricarci
di
un
certo
livello
di stress e tensione. D’altro canto
i
più grandi
balzi
tecnologici, culturali e soci ali della storia
umana si
sono verificati in periodi di grande crisi,
non
di benessere. Durante le pestilenze sono state trovate le cure, durante
le
guerre
le
tecnologie, durante i dissesti finanziari all’economia,
le
soluzioni durante
i
peggiori periodi di oscurantismo le idee e i principi rinnovatori. La libertà, il successo, l’eccellenza stanno nella cosiddetta “area di scomfort”, della quale ti parlerò in maniera più dettagliata nei prossimi articoli. Sappi per ora che “area di scomfort” è quel microcosmo dove tu lasci tutte le consolanti sicurezze, le false certezze e i pilastri della tua vita per ragionare con responsabilità su opzioni alternative.
42
Diceva Albert Einstein: “Non possiamo pretendere che le cose
cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supererà sé stesso senza esserne superato”. Inizia a riflettere su questi concetti e raffrontali con le cose che non ti piacciono della tua vita. Ci rivediamo, se vuoi, per parlarne assieme nei prossimi articoli. Giuseppe Massaiu
43
UNA RIFLESSIONE SULLE PAROLE DI MICHELE FERRERO Sassari, 22.02.2015
Chi mi segue anche sul profilo privato avrà notato che ho postato, giusto qualche giorno fa, le parole di un nostro “grande vecchio”
italiano.
Un
imprenditore che guidava una delle più grandi realtà aziendali mondiali, la Ferrero S.p.A., che si è spento a novant’anni, questo 14 febbraio. Penso che nessuno abbia bisogno di una presentazione per il marchio
della Nutella,
del
cioccolato Kinder,
del
Mon
Chéri o
del Ferrero Rocher. Qualche cifra basta a fugare ogni dubbio sul suo successo: 8,4 miliardi di euro di fatturato, in crescita continua in questi anni di “crisi” che, in teoria, dovrebbe proprio falciare beni di lusso come dolci e cioccolato; 20 stabilimenti produttivi sparsi nel globo (i più grandi in Italia) con oltre 30.000 persone che vi lavorano tra dipendenti e collaboratori esterni. Nel 2009 l’azienda ricevette il Reputation Award, il più prestigioso riconoscimento internazionale per le imprese, trionfando su 600 tra le più grandi aziende della terra, giudicata come il marchio più affidabile e con la migliore reputazione, con a seguito solo Ikea e la Johnson & Johnson. Ecco di seguito l’intervista che gli fece Mario Calabresi cinque anni fa e che è stata pubblicata questo 15 febbraio sulla Stampa. Il tema verteva principalmente su cosa Michele Ferrero intendesse per “Il segreto del successo”. Desidero condividerlo con tutti voi:
44
«Il mio segreto? Fare sempre diverso dagli altri, avere fede, tenere duro e mettere ogni giorno al centro la Valeria». La Valeria? «La Valeria è la padrona di tutto, l’amministratore delegato, colei che può decidere del tuo successo o della tua fine, quella che devi rispettare,
che
non
devi
mai
tradire ma capire fino in fondo». Lo guardo stupito e ripeto la domanda:
«Mi
scusi
signor
Michele, ma chi è la Valeria?». «La Valeria è la mamma che fa la spesa, la nonna, la zia, è il consumatore che decide cosa si compra ogni giorno. È lei che decide che Wal-Mart sia il più grande supermercato del mondo, che decreta il successo di un’idea e di un prodotto e se un giorno cambia idea e non viene più da te e non ti compra più, allora sei rovinato. Sei finito senza preavviso, perché non ti manda una lettera dell’avvocato per avvisare che taglia il contratto, semplicemente ha deciso di andare da un’altra parte, di non comprarti più». Michele Ferrero parla con voce allegra, squillante, gli piace tantissimo ricordare. Ha sempre gli occhiali da sole, fatica a sentire ma non interrompe mai gli altri, soprattutto la moglie. Non è mai andato in pensione e mai ci andrà finché avrà un soffio di vita. E fino all’ultimo non ha smesso di occuparsi dei suoi prodotti, della sua azienda, fedele alla sua regola di una vita, il rispetto dei consumatori: «La Valeria è sacra, devi studiarla a fondo, con attenzione e non improvvisare mai. Bisogna avere fiuto ma anche fare tante ricerche motivazionali». Ho incontrato Michele Ferrero cinque anni fa, in una mattina d’agosto, nel suo stabilimento di Alba. Non parlava mai con i giornalisti e non si ricordano interviste o conferenze stampa, la
45
riservatezza, con la fede religiosa e l’amore per la qualità sono state le cifre della sua esistenza. Mi aveva detto chiaramente che mi avrebbe parlato volentieri della sua vita e del suo lavoro ma a patto di non vederla pubblicata sul giornale la mattina dopo. Oggi penso che le parole del suo racconto siano il modo migliore per ricordarlo, per ricordare un genio del «fare» italiano. Esordisce con modestia, immagino che strizzi gli occhi sotto le lenti scure: «Quando dicono “Michele è un genio”, rispondo facendo finta di aver capito altro: “Sì è vero di secondo nome faccio Eugenio, la mia mamma mi chiamò Michele Eugenio”. Meglio fare così, altrimenti finirei per crederci e per montarmi la testa». Gli faccio l’elenco dei suoi prodotti, di tutto ciò che ha inventato, lui sta un po’ in silenzio poi mi risponde: «Quello che amo di più? Certo la Nutella, ma il Mon Chéri è il prodotto degli inizi, quello che mi emoziona ricordare. Era l’inizio degli Anni Cinquanta e andammo in Germania, perché avevo pensato che il mercato del cioccolato dovesse guardare a Nord, dove lo consumano tutto l’anno». Si ferma un attimo, come se si fosse distratto: «Pensi che ancora oggi noi ritiriamo tutto il nostro prodotto di cioccolato all’inizio dell’estate, per evitare che si sciolga, per evitare che la Valeria resti delusa e trovi qualcosa che non è all’altezza. Per evitare che ci associ con qualcosa di sciolto, di rovinato, con qualcosa che non vale la pena comprare. Per questo il trimestre estivo è il nostro periodo peggiore e per questo la missione che tanti anni fa ho dato ai miei figli miei figli è quella di colmare il vallo estivo, di inventare prodotti che diano alla nostra produzione e al
nostro
fatturato
un’uniformità
tutto
l’anno». «Ma della
dicevo Germania:
quando siamo arrivati era il dopoguerra, un
46
Paese ancora pieno di macerie con i segni del conflitto, triste, depresso, in cui gli italiani erano visti malissimo. Ci consideravano traditori, malfattori e infidi, convincerli a comprare qualcosa da noi era una missione quasi impossibile. Cominciai ad andare dai distributori con l’idea di vendere cioccolatini in pezzo singolo, con dentro il liquore e la ciliegia. Mi dicevano che bisognava fare delle scatole, non degli incarti singoli, perché solo quelle si potevano mettere sugli scaffali dei negozi e quelle si vendevano. Io rispondevo che stavano mesi sugli scaffali e le persone le compravano solo per le grandi occasioni, per fare regali. Io invece pensavo a qualcosa che risollevasse il morale, che addolcisse ogni giorno la vita dei tedeschi: c’era il cioccolato, la ciliegia e c’era il liquore che scaldava in quell’epoca fredda e con scarsi riscaldamenti. Qualcosa che avesse una carta invogliante, elegante, lussuosa, di un rosso fiammante, che desse l’idea di una piccola festa ad un prezzo accessibile a tutti. Insistetti finché non trovai un uomo intelligente che si fece conquistare dalla mia idea. La Valeria tedesca aveva bisogno di essere confortata, di sentirsi bene ogni giorno, di potersi fare un piccolo regalo: poteva funzionare tra fidanzati, tra marito e moglie e non c’era bisogno di aspettare feste o ricorrenze. Poi in inverno feci mettere enormi cartelloni pubblicitari in ogni grande stazione della Germania, con un immenso mazzo di fiori che non sfioriva mai. Per Natale mi misi d’accordo con la Fiat e al centro delle dieci maggiori stazioni piazzai in bella mostra una topolino rossa che avrebbe premiato i vincitori di un concorso legato al Mon Chéri. Fu un successo travolgente e l’anno dopo facemmo le cose ancora più in grande e mettemmo in palio dei diamanti». Il suo racconto è pieno di entusiasmo, anche se è passato più di mezzo secolo, e di quel periodo ricorda l’entusiasmo insieme al freddo e alla fatica: «Pensi che la fabbrica era in una serie di bunker bombardati». Gli chiedo allora quale è stata l’intuizione che è sembrata più pazza ma che gli ha dato più soddisfazione: «È successo anni dopo, in
47
Italia, quando pensai che l’uovo di cioccolato non poteva essere una cosa che si vendeva e si mangiava una volta all’anno, a Pasqua. Però ci voleva qualcosa di più piccolo, che si potesse comprare ogni giorno a poco prezzo, ma doveva ripetere quell’esperienza e allora ci voleva anche la sorpresa, ma in miniatura. Pensai alla Valeria mamma, che così poteva premiare il suo bambino perché aveva preso un bel voto a scuola, alla Valeria nonna che lo regalava per sentirsi dire: “Sei la più bella nonna del mondo” o alla Valeria zia che riusciva così a strappare al nipotino quel bacio e quell’abbraccio che faticavano sempre a conquistare. Ma così tanto cioccolato poteva preoccupare le mamme, allora pensai di rovesciare l’assunto tradizionale pubblicizzando che c’era “più latte e meno cacao”, quale miglior sensazione per una mamma di dare più latte al suo bambino? Così mi decisi e ordinai venti macchine per produrre
ovetti,
ma
in
azienda
pensarono di aver capito male o che fossi diventato matto e non fecero partire l’ordine. Poi chiesero a mia moglie Maria Franca se la firma sull’ordine
era
davvero
mia,
lei
confermò, ma per far partire la cosa dovetti intervenire di persona. Le obiezioni erano fortissime, dicevano che sarebbe stato un flop, che le uova si vendevano solo a Pasqua e allora io sbottai e dissi: “Da domani sarà Pasqua tutti i giorni”». Questo fu il 1968 di Michele Ferrero, la sua rivoluzione, quell’anno partì insieme all’ovetto la linea di prodotti per bambini che conosciamo come Kinder Ferrero. Primo: innovare «Ecco cosa significa fare diverso da tutti gli altri. Tutti facevano il cioccolato solido e io l’ho fatto cremoso ed è nata la Nutella; tutti facevano le scatole di cioccolatini e noi cominciammo a venderli uno per uno, ma incartati da festa; tutti
48
pensavano che noi italiani non potessimo pensare di andare in Germania a vendere cioccolato e oggi quello è il nostro primo mercato; tutti facevano l’uovo per Pasqua e io ho pensato che si potesse fare l’ovetto piccolo ma tutti i giorni; tutti volevano il cioccolato scuro e io ho detto che c’era più latte e meno cacao; tutti pensavano che il tè potesse essere solo quello con la bustina e caldo e io l’ho fatto freddo e senza bustina. L’Estathè per dieci anni non è esploso, ma io non mi sono scoraggiato, perché ero convinto che ci voleva tempo ma che l’intuizione era giusta e che la Valeria non sapeva ancora che era quello che aveva bisogno. Ma poi se ne è resa conto ed è stato un grande successo. Un unico
rammarico:
averlo
lanciato solo in Italia, ma mi spaventavano
con
le
indagini di mercato e non vollero portarlo in Francia e così oggi il mercato estero è già pieno di concorrenti. E poi ci inventammo uno scatolino morbido e leggerissimo che era una novità assoluta e la cannuccia». «Sa perché ho potuto fare tutto questo? Per il fatto di essere una famiglia e di non essere quotati in Borsa: questo ha permesso di crescere con serenità, di avere piani di lungo periodo, di saper aspettare e non farsi prendere dalla frenesia dei su e giù quotidiani». Parliamo ormai da più di due ore, nello stabilimento c’è un profumo fortissimo di caffè, mi spiega che stanno facendo i Pocket Coffee. Il tempo sta per finire ma vuole ricordarmi una cosa a cui tiene più di tutto, la sua fede religiosa: «Tutto quello che ho fatto lo devo alla Madonna, a Maria, mi sono sempre messo nelle sue mani e lei devo ringraziare. La prego ogni mattina e questo mi dà una grande forza». La sua stretta di mano e la sua energia, in quel giorno d’estate nel pieno dei suoi 85 anni, erano forti e invidiabili. Ora stava per
49
compierne novanta, ma era rimasto lucido e fedele alle sue regole e ai suoi principi.. Sono parole a dir poco illuminanti, a mio parere. Sono inoltre in piena sintonia con quanto stiamo vedendo assieme in questi articoli dove parliamo del collegamento tra virtù, valori, principi, coraggio di andare controcorrente e di non uniformarsi. La storia di Michele Ferrero conforta tutti coloro che decidono di intraprendere una strada diversa da quella che sembra la migliore solo perché la percorrono tutti gli altri. Il successo, quello vero, nasce invece dalla nostra capacità di metterci in gioco sul serio, rischiando, mettendo la propria faccia e spendendo tutte le nostre energie per raggiungere i nostri obiettivi. Perché, come diceva il filosofo latino Seneca: “Non è perché le
cose sono difficili che non osiamo farle, ma è perché non osiamo farle che sono difficili”. Giuseppe Massaiu
50
LE RIUNIONI DEL SUPER STAFF MASSAIU Sassari, 25.02.2015
Giusto
ieri
abbiamo
concluso la nostra riunione mensile. Ogni mese, ormai da diversi
anni,
in
studio
abbiamo la consuetudine di riunirci tutti assieme per un paio d’ore, nelle quali si fa il punto di quanto è avvenuto nei trenta giorni precedenti. Come mai ci siamo organizzati in questa maniera? E’ presto detto: uno studio dentistico, come una piccola azienda, ha un ritmo di attività (si spera!) frenetico. Ci sono tante cose da fare, mille urgenze, innumerevoli priorità e anche molta attività di routine.
Tutte
assieme
queste
cose
vanno
ad
assorbire
le
nostre energie e il nostro tempo. In più, cosa ancora più importante, non
c’è
mai
il
momento
situazione, risolvere
le
buono piccole
per fare
il
punto
questioni che
della
nascono
inevitabilmente in un luogo di lavoro e così via. I problemi relazionali e lavorativi sono a mio parere come le malattie. Vanno assolutamente anticipati, quando sono ancora di scarso rilievo, oppure se trascurate a lungo diventeranno delle criticità belle spinose. Se in studio facciamo prevenzione per la salute del nostro paziente perché mai non dovremmo occuparcene anche in relazione alle dinamiche interne dello staff?
51
In studio ognuno ha compiti e ruoli (segreteria, assistenti alla poltrona, igiene orale, odontoiatri, odontotecnici) ma può accadere che tra reparti o anche tra singoli, durante la giornata, nascano ogni tanto
delle
incomprensioni che,
se
non
affrontate,
andranno
a rovinare il clima interno, la fiducia e l’affiatamento dello staff. La riunione è il luogo dove noi affrontiamo tutte queste questioni prima della nascita di eventuali conflitti. Da questo punto di vista sono risultate sempre estremamente efficaci! Ma per fortuna le riunioni non servono solo a prevenire guai. Sono anche il momento di condivisione delle cose più belle accadute in studio. Si parla poi dei progetti futuri, dei cambiamenti e delle novità. Sono momenti molto positivi di discussione e di unione, dove tutti noi usciamo ricaricati e motivati. Quest’anno abbiamo anche lanciato anche un gioco interno, con tanto di tabellone, punteggi e sfide personalizzate che premiano il singolo collaboratore ma anche le aree (ad esempio segreteria, assistenza, igiene, area clinica, odontoiatri). Il nostro obiettivo è quello di stimolare la crescita professionale e umana di tutti noi, me compreso, aumentando l’affiatamento e creando il giusto spirito competitivo che porta ad un grande valore aggiunto in studio. Tra le tante “sfide” abbiamo letture di libri, la partecipazione a corsi ed eventi professionalizzanti o anche solo iniziare una nuova attività extra-lavorativa (come un corso di cucina, lo studio di una lingua straniera, delle lezioni di fotografia). E a queste si aggiungono degli obiettivi più “clinici”, relativi al miglioramento delle proprie prestazioni professionali. Insomma un bel mix che stimola chiunque a lanciarsi nel superare i propri ostacoli e crescere insieme agli altri. Giuseppe Massaiu
52
Questo testo è ad esclusivo uso interno dello studio e non ha finalità di lucro o profitto, bensì solo esplicativo e divulgativo.
53