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IL
e l Pudor
NUO
O S VO SEN
Hod Benessere n° 40 - Novembre 2006 - Anno IX - Periodico - Diffusione gratuita
Amici di Tè a cura della Dott.ssa Cagnola L’amore non ha età di Sara Termini Intimior Intimo Meo, il nuovo senso del pudore di Andrea Bocchi Modrone L’impossibilità d’essere disuguali… di Paolo Giovanni Vintani Nuove strategie per combattere l’osteoporosi di Cristina Lenzi “Intimamente intimo…” Ti ho visto le mutande! di Angela Lanzi Intimo blues di Raffaella Ferrari L’igiene è uguale per tutti? di Giusi Valent Elio e le storie libere a cura di Marina Robbiani Il lifting del collo senza chirurgia di Dvora Ancona Lezioni di trucco di Davide Trucco Veneziano
Il nuovo senso del pudore
Intimo a Natale
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In copertina: Erté, Her Secret Admirers
Si ringrazia inoltre la Sia Italia per le foto a carattere natalizio di pagg. 8, 40, 41, 46, 50, 53
Il Piacere dell’Intimo di Flavio Lissoni Una Cena senza Veli di Stefano Reina Il pudore a cura di Noi 2 La libreria di Ecoè Fiere e Mercati Bio di Ecoè Un Natale alle terme, tra coccole e sci
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Direttore Responsabile: Marina Robbiani Consulente Scientifico: Dott.ssa Cagnola Consulente Editoriale: Raffaella Ferrari Coordinamento Redazionale: Giusi Valent Grafica: Marco Nava Pubblicità:
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[email protected] - www.hod.it Stampa: Sinergie & Soluzioni Grafiche Via Brianza, 3/5 - Z.I. Sesto Ulteriano S.Giuliano Milanese Reg.Trib. Milano n° 305 del 22.4.1998 A questo numero hanno collaborato: Dvora Ancona, Andrea Bocchi Modrone, Clementina Cagnola, Francesca Carmelini, Sergio Dal Barco, Davide Trucco Veneziano, Raffaella Ferrari, Angela Lanzi, Cristina Lenzi, Flavio Lissoni, Noi Due, Stefano Reina, Sara Termini, Giusi Valent, Paolo Vintani.
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di Andrea
Bocchi Modrone
Intimior Intimo Meo,
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C’è nell’intimità degli uomini un confine che né l’amore, né la passione possono osare: le labbra si fondono nel terribile silenzio e il cuore si spezza per amore.
il nuovo senso del pudore (Anna Achmatova)
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n una calda serata d’autunno del 1974 il Bel Paese accolse con pubblico sconcerto il primo schiaffo morale al comune senso del pudore. Una giovane ballerina, tale Raffaella Pelloni, passata alla storia col nome di Carrà, in prime time come si direbbe oggi, ostentò il proprio ombelico, risvegliando nel pubblico maschile fantasie non proprio da parrocchia, e tra le femmine quello sconcerto e disgusto tipico che precede il lancio di una nuova moda, dimostrando ancora una volta l’abisso che separa l’azione dal pensiero. Fino ad allora infatti, il gioco degli scandali e delle provocazioni era restato appannaggio di un certo tipo di stampa nonché di proiezioni cinematografiche che
vecchi curati si preoccupavano di oscurare con i loro sermoni. La rivoluzione dei costumi aveva fatto la propria entrata trionfale non solo nei desideri, ma “lasciva”, come disse qualcuno, era entrata dalla porta principale nei salotti e nelle cucine illuminate dalla luce azzurra del tubo catodico, per poi strisciare nelle calli e nelle piazze. Stava nascendo una nuova intimità, o forse ne stava tornando una antica, pagana, come osservò qualcun altro, ricordando le invettive di qualche oratore latino, circa l’eccessivo rilassamento dei costumi prima del crollo di un Impero.
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Disegno di Francesca Carmelini
l sussurro aumentò progressivamente il volume, divenne prima conversazione, poi moda e alla fine entrò nell’ordinario
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e qualche anno dopo ci si indignava - con un briciolo di ipocrisia, mi si conceda - se Amanda Lear ci invitava ad un rendez vouz tomorrow con voce baritonale, nelle estati dei rotocalchi si resta delusi se Eva Robin’s lascia volare via, con un intervento chirurgico, una parte di sé, e nell’Italia dei Reality Show l’intimità è sempre più spesso un fatto di pubblico dominio, sferzando le fantasie delle masse e costringendole ad emozioni sempre peggiori e rischiose. Il sesso fine a se stesso è roba vecchia, il kamasutra un fumetto astratto e le conigliette di Playboy simpatiche icone il cui logo campeggia su zaini e cinture degli scolaretti al primo giorno di scuola. Vogliamo sapere tutto di tutti. Le intercettazioni telefoniche di politici e vallette? A chi interessano le tangenti? Vogliamo sapere il dove, il come, il quando e il con chi con cosa.
O tempora, o mores
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er molto tempo l’intimismo fu relegato a disquisizioni teologicheche ne vedevano una sorta di sottile filo dorato che univa il cuore dell’uomo a Dio, oppure ad un certo tipo di lirica, dando al termine una sacralità ed un
mistero tale da renderlo affascinante. Grandi mistici lottavano, nell’intimità delle proprie celle, con le pulsioni ed i pensieri, scrivendole in diari segreti o custodendole nel proprio cuore. Le confessioni dei peccatori erano bisbigli flebili nelle cattedrali, profumavano N. Otobe, da “Illustration in Japan” 1980, Kodansha ed. di incenso e di contrizione. Poi vennero gli psicologi ed il peccato divenne un oggetto la cui assoluzione, laica, sarebbe comunque giunta dopo un purgatorio di sedute a seconda della gravità del fatto.
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l monito di Wilde che la vita sia una cosa troppo seria per essere presa seriamente, venne assunto a postulato anche da chi, del padre di “Dorian Grey”, non sapeva nulla. Proprio lui infatti pagò, sulla sua pelle, il giudizio puritano di chi, scandagliando il suo intimo e la sua vita privata, vedeva in quest’uomo un elemento destabilizzante per la sana società di sua maestà la Regina d’Inghilterra. A qualcosa servì il suo involontario sacrificio: oggi i giovani virgulti della società, inglese e non, si depilano le ciglia per ampliare lo sguardo come le gran dame che usavano la belladonna nei secoli passati, cambiano il colore dei capelli come Cleopatra e, a differenza della grande egiziana, non esitano a rifarsi il naso se lo giudicano troppo importante. Belletti e creme riempiono il beauty case di lui e svuotano quello della sua lei, perché il lui non esita a testare su se stesso antirughe e creme abbronzanti e nel più grave dei casi a indossare i suoi accessori. I ruoli, se in un certo senso si invertono o si confondono, restano comunque ben delineati, purché li si consideri in una “biocenosi” che abbraccia l’universo di due persone e non una società in senso esteso.
Essevi,“Pudore” - Torino 1936
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senza urtare più la sensibilità di nessuno, in una sorta di assuefazione che chiamava emozioni più forti. L’uomo, e la donna naturalmente in testa, sono animali strani, a differenza dei primati hanno la perversa e benedetta, ad un tempo, tendenza a non accontentarsi mai. Forse proprio per questo l’hanno spuntata sulle altre creature che popolano il pianeta. Oggi gli ombelichi non scandalizzano più nessuno, ci vuole ben altro!
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Principe azzurro?
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er carità ragazze, toglietevelo dalla testa… e l’ha capito bene Luciana Littizzetto che con ironia mette alla luce la nuova intimità della coppia. Ammettiamolo, le donne a volte sono fastidiose. “Ci abbiamo la fastidiosità inserita proprio nel DNA. Sarà che il cuore batte più veloce e diventiamo insofferenti. Abbiamo bisogno che il nostro Re mogio ci dica delle robe. Ma non robe qualsiasi, tipo: ‘Guarda che ti scade il bollo dell’auto’. Parole d’amore, dannazione”. ra è lei che deve fare la corte a lui, ed è lui che sempre più di frequente, nell’intimo delle quattro mura domestiche, non di rado fa i mestieri, anche se qualche exploit del veteromachismo a volte riemerge dal mare della antica identità:
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Le Faguays,“Danzatrice”, 1920
Ho trovato svariati uomini che mi piacevano, con i quali ho fatto anche un pezzo di strada. Principini, principastri, principuzzi. Non tantissimi per la verità. Con qualcuno ho giusto fatto due passi. Mai a cavallo. Sempre a piedi. Ma nessun principe azzurro. E allora me ne sono fatta una ragione. E son cambiata io. Il tempo mi ha trasformata. Mi si è allargato il punto vita, ho perso altri due decimi di vista e mi è crollato il sottomento come ai pellicani… E ho imparato anche a fare a meno del principe azzurro. Però le parole d’amore le esigo. Ieri ci ho riprovato. Gli ho scritto: ‘Grazie di esistere’. E lui mi ha risposto: ‘Prego’. Zotico. Poi si è accorto di avere un tantino esagerato. La sera è arrivato a casa con una poesia. Scritta apposta per me. Mi ha specificato che era in stile futurista. Poi ha cominciato a declamare: ‘Non bulloni! / Non pistoni! / Centomila megatoni / tengo dentro ai pantaloni!’ Ecco fatto. La mia idea dell’inferno è più o meno questa. (Luciana Littizzetto, La principessa sul pisello, Mondadori)
Intimissimi
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Per la maggior parte delle persone l’intimo è sempre di più un accessorio, un capo da indossare sotto i diktat delle nuove tendenze della moda. Lo strip della Loren a Mastroianni non stuzzica più le fantasie di nessuno, i pizzi e i merletti della diva fanno lo stesso effetto di un paio di gambaletti, si ha bisogno di emozioni diverse. Reggiseni a forma di punta, imbottiti, veri e propri capolavori di ingegneria meccanica per sollevare, tirare, modellare, rimodellare…devastare. Mutandine che creano glutei che non ci sono, per lei, per lui, per l’altro. Con queste premesse l’antica intimità riceve il colpo di grazia, annullandone ogni eventuale possibilità. Le luci soffuse infatti, complici di antichi amplessi, non farebbero che mettere a nudo ciò che non siamo ma che vorremmo mostrare di essere. Di questo passo uno spogliarello andrà oltre la semplice e banale nudità, inserendo negli accessori articoli come la dentiera, profumi ai feromoni, capelli finti, le lenti colorate che celano ogni espressività negli occhi e forse molto di più. Una nudità fatta di nulla, senza spazio per un sorriso, per uno sguardo, per un po’ di sana intimità.
L’impossibilità d’essere disuguali… . . . . pudore della normalità
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o usato volutamente il termine disuguale in profonda contrapposizione con uguale. A mio parere è allucinante che una madre venga a chiedermi una crema per il pisellino del figliolo (testuali parole) un po’ arrossato: peccato che il pupone abbia quasi trentanni. È mai possibile che “un
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uomo” di trentanni abbia timore e pudore a chiedere ad un professionista un intervento del genere? erto, l’evidenza traspare specie negli adolescenti e nei giovani, dove il senso del branco è più sentito; ma non si esimono neppure le persone adulte, dove il pudore della propria diversità è spostato su altri temi. Se soffriamo di insonnia, stress o ulcera nessun problema a dichiararlo, sono sintomi che TUTTI hanno nel mondo moderno. Ma ci vergogniamo di un po’ di stitichezza o di “quelle” fastidiose emorroidi. Queste considerazioni possono apparire banali, ma diventano importanti per comprendere l’evoluzione della patologia. Se una patologia che ci vede insieme ad altre persone diventa status symbol, le nostre vere e più intime patologie sono da rimuovere rapidamente anche dalla nostra mente. Che si stia perdendo l’idea di individuo? Che il nostro principale pudore sia diventato la normalità dell’essere?
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utto ciò è ancora più rilevante nel momento in cui pretendiamo di curarci con le così dette medicine alternative o tradizionali. Sono queste discipline che ci insegnano a considerare l’uomo come individuo. Il sintomo è uniformante, l’approccio globale al malato diventa esaltazione dell’individualità. Il pudore è timore di essere denudati, ma non temiamo di essere considerati nudi se siamo gli unici vestiti. Credo sia necessario star bene con se stessi, perché questo “bene“ viene poi donato agli altri. Quindi non temiamo di mostrarci come siamo, anche se diversi dagli altri: forse sta proprio nelle differenze tra individui e nel loro rispetto la soluzione per un giusto equilibrio, e non nel cercare di uniformarci a mode che non sentiamo.
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el mio viaggio dietro il bancone della Farmacia, di aneddoti sul pudore e sul senso di intimità ne avrei a decine. Vi lascio immaginare i rossori di anni fa per confidare una semplice infiammazione alla “natura”, che solo nel tempo capii riferirsi ad una banale vaginite. Oppure quando, in noiose e lunghe domeniche di turno, ragazzotti alle prime armi si avvicinavano all’espositore dei profilattici percorrendo cerchi concentrici, simili a condor andini, per poi piombare sull’ambita scatoletta allungandola sul banco con l’avvertenza di coprirne il nome tenendola ben stretta tra le mani. Bei tempi, altro che privacy, nessuno sapeva ma tutti capivano: ma erano cose cosi logiche e chiare che l’unico sentimento che riuscivano a procurare era di enorme tenerezza accompagnato da un accondiscendente sorriso. Oggi viviamo in una società che in apparenza è assolutamente disinibita, dove le pance scoperte delle nostre figlie sembrano più che sfoggio di nudità preludio ad una gastroenterite da freddo. Lo stesso linguaggio è più diretto e volutamente schietto, o perlomeno così appare. C’è infatti l’idea che la trasgressione sia sempre di gruppo, che tutte le amichette che entrano si sentano felici dei loro ombelichi con il pircing in evidenza perché tutte uniformate. Nessun problema a gridare la richiesta di una pillola anticoncezionale, ormai è cosa comune a tutti. Stranamente invece diventa pudore la richiesta di una crema per i foruncoli, l’acne non c’è l’ha più nessuno!
Charles M.Schulz, United Feature Syndicate, Inc.
Dal Vostro viaggiatore della salute Dr. Paolo Giovanni Vintani
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A SCUOLA DALL’ ERBORISTA
Amici di tè “Certi difetti sono necessari perché un individuo esista. Ci spiacerebbe se i vecchi amici lasciassero certe loro particolarità.” (J.W. Goethe, Le affinità elettive)
Da “La tavola ieri e oggi”, foto Davide Ch. Gallico, Carma s.r.l.
Dott.ssa Cagnola
È vero che non c’è più senso del pudore neanche nell’amicizia? In poche parole: quante volte capita di confondere una semplice conoscenza con un rapporto più intimo, a cui si attribuisce un valore forte come l’amicizia?
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L’amicizia è una cosa importante, uno dei sentimenti più belli che esistano. Talvolta però ho l’impressione che, quasi senza accorgersene, la gente sia sempre più sola. Si spiega così quel continuo telefonare, mandare messaggini, e-mail… Credo che tutto questo succeda perché da un lato si tende a essere un po’ superficiali, dall’altro ci si chiude in se stessi, diventando un po’ egoisti. Personalmente io l’ho provata l’amicizia, e posso dire che quando nella vita arrivano dei momenti difficili (perché arrivano per tutti, e spesso sono davvero tremendi), la presenza di “veri” amici è determinante per riuscire a superarli. Una buona amicizia può nascere ovunque, nell’ambiente di lavoro come per un caso fortuito, ma per individuarla dobbiamo riprendere a comunicare, a guardarci bene in faccia e, soprattutto, a far funzionare il nostro “radar”. È l’intuizione (oltre alla fortuna!) che ci aiuta a pescare tra chi ci sta attorno la persona che ha maggiori affinità con noi. E qui ha ragione Goethe, ci vogliono proprio le affinità elettive, altrimenti non c’è niente da fare. Bisogna avere qualcosa in comune per stare bene insieme. Purtroppo, talvolta capita di abbandonare un’amicizia anche per semplice inerzia, perché si è troppo presi dal lavoro, si vogliono fare insieme troppe cose e troppo in fretta. Altre volte invece occorre capire se quel “qualcosa che non va”, che a un certo punto incrina un rapporto, ha davvero il suo peso. In tal caso occorre far chiarezza ed essere in grado di selezionare. Imparate a comunicare prima con voi stessi (il che significa conoscersi, volersi bene) e poi con le persone, fermandovi un momento e dando la disponibilità a costruire qualcosa di serio. Non uscite tanto per farlo, per riempire dei vuoti, avere qualcosa da dire. Sceglieteli i vostri amici, rappresenteranno un motivo in più di felicità.
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Le tisane dell’amicizia
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Le ho chiamate così perché, essendo molto buone di gusto, sono piacevoli da sorseggiare e invitano alla conversazione. Non sono proprio curative, ma fanno bene e ciascuno può scegliere secondo le proprie preferenze. Ottime per la prima colazione, per una pausa di relax, per un incontro di lavoro, per un dopo cena. Ma anche per pensare a se stessi, conoscersi e volersi bene. Vanno bevute tiepide, lentamente senza aggiunta né di zucchero né di limone, tutt’al più di miele o di qualche chicco di uva passa (no per i diabetici). Potete farne anche deliziosi sorbetti.
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Come si fa l’infuso Si versa una tazza di acqua bollente su un cucchiaio di miscela di erbe, si lascia in infusione per un quarto d’ora, si filtra e si beve lentamente. Le piante devono essere tagliate.
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Tisana d’oriente
Tisana antistress
Tonica e corroborante, ottima per il pomeriggio Tè di Ceylon g 70 Chiodi di garofano g 10 Corteccia di cannella Ceylon g 10 Macis arillo g 5 Frutti di cardamomo g 5
Ridà la calma e aiuta a dormire bene Sommità iperico g 40 Sommità di crisantemo americano g 30 Foglie monde di melissa d’oro g 20 Fiori mondi di biancospino g 10
Tisana delle Alpi
Fa bene quando fa freddo Sommità veronica g 40 Sommità timo serpillo g 20 Fiori malva g 20 Frutti anice verde g 15 Foglie verbena odorosa g 5
Tisana delle feste
Il punch analcolico Tè di pesca g 50 Foglie monde melissa g 15 Frutti rosa canina g 10 Fiori arancio amaro g 5 Scorze arancio amaro g 4 Chiodi garofano g 3 Scorze limone g 3
Tisana del Quirinale
Aroma particolare, gradevolissima Fiori elicriso italico g 40 Frutti finocchio g 40 Fiori lavanda g 20
Tisana che sa di Limoncino
Per saperne di più: www.dottoressacagnola.it
Piacevolmente profumata e digestiiva Frutti anice verde g 50 Foglie citronella g 50
L’amore non ha età Dott.ssa Sara
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usil diceva: “Il linguaggio dell’amore è un linguaggio segreto e la sua espressione più alta è un abbraccio silenzioso". Con l’avanzare dell’età gli abbracci si fanno però più radi, causa l’abitudine del vivere insieme e dei problemi quotidiani, e non ultimo anche di una diminuita attività sessuale dovuta al calo della libido. Nel proprio intimo però la coppia mantiene inalterati nel tempo quei desideri di sempre, di quello scambio di emozioni che vorrebbe esprimere attraverso il gioco dell’amore. Marlon Brando e Jean Simmons in Bulli e pupe.
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Il bello dell’amore in una coppia matura è che lo si potrebbe vivere in modo più sereno, più liberatorio, anche più incosciente perché libero dalle “conseguenze”. È anche vero che ogni età porta con sé dei mutamenti sia psicologici sia fisici che hanno bisogno di tempo per essere affrontati con animo sereno: sono cambiamenti che non di rado bloccano e vengono vissuti con paura, vergogna e reticenza. Non è facile accettare un corpo che cambia: le prime rughe, qualche acciacco, un aumento di peso, quel tono muscolare più flaccido, la pelle che si fa più secca… l’immagine allo specchio rimanda all’inconscio un’immagine di noi trasformata. Pian piano si insinua l’idea che si sta diventando “vecchi”, e la non accettazione dei propri limiti intacca la fiducia in se stessi. Il corpo racconta la nostra storia, e noi dovremmo proprio amarlo per quella storia che trasmettiamo al mondo attraverso le rughe e i segni visibili. Ma se proiettiamo dentro di noi un’immagine svilita dall’amarezza e dalla non accettazione, anche il mondo esterno “ci vedrà” nello stesso modo.
Qualche regola per ritrovare il sorriso La prima regola è iniziare a “volersi bene”, amando proprio quel corpo che inconsciamente si rifiuta quando segnala l’avanzare del tempo. Se noi ci amiamo, anche il mondo ci vedrà in modo più positivo.
La seconda regola è quella di imporsi una disciplina: mangiare sano, vivere il più possibile all’aria aperta, coltivare qualche amicizia con cui trascorrere ore liete e in allegria. Avere insomma voglia di piacere e di piacer-
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si. E poi destinare qualche minuto anche al proprio corpo curando la pelle, migliorando l’aspetto e ritagliandoci qualche ora per la palestra o per una passeggiata. In presenza di qualche problema intimo, infine, non dobbiamo avere timore di rivolgerci a un ginecologo, un andrologo o uno psicologo, che consiglieranno i rimedi adatti. La terza regola è non considerare il sesso come un’espressione della vita che si esaurisce con l’avanzare dell’età, o quando la casa si svuota. Essere nonni non significa essere vecchi: si può essere nonni e ancora aperti al gioco dell’amore. Anzi, quel gioco rivitalizza e, proprio perché libero da conseguenze indesiderate, può rappresentare l’occasione per riscoprire il partner. Perché se è vero che nel corso della vita si cambia, il ritrovarsi nel gioco dell’amore può farci scoprire come il partner in età matura sia divenuto più seducente, nonostante le rughe e gli acciacchi.
Via gli ostacoli
nibizioni, tabù, vergogna non sono retaggio del passato. Nonostante la vita più libera, nonostante sui media si parli senza reticenze dei vari problemi che possono insorgere, sono ancora molti gli ostacoli che si frappongono all’affiatamento di una coppia. Con l’avanzare dell’età a questioni di origine psicologica se ne affiancano spesso altri di natura fisica. Nella donna, ad esempio, con la menopausa le pareti vaginali possono diventare meno elastiche e presentare una minore lubrificazione. Avvertendo fastidio e talvolta anche dolore, la donna tende così a rifiutare i rapporti sessuali. Il sesso invece può essere un buon legame per la coppia matura. Riscoprire emozioni di un tempo aiuta a sentirsi più amati e graditi, cosicché anche la convivenza ne guadagna in serenità e armonia. In questo caso, una visita dal ginecologo risolve l’ostacolo. Talvolta bastano una crema lubrificante, o un rimedio in grado di normalizzare la funzione ormonale. nche nell’uomo esiste la caduta della libido, che a sua volta può essere imputabile a diversi fattori. Resta il fatto che il 41% degli over 65 ammette di avere difficoltà nel rapporto sessuale, un dato percentuale che non differisce in maniera significativa rispetto ai 50/64enni. risultati di un’indagine effettuata dalla Clinica Urologica dell’Ospedale S. Martino di Genova, evidenziano infatti che solo il 25% degli over 65 soffre del problema da pochi mesi, mentre il 74,6% sostiene di conviverci da molti anni. Il che conferma come si tenda a nascondere la testa sotto la sabbia quando un disturbo sessuale minaccia la coppia.
Mai dire “mai più” Se la donna deve fare i conti con la secchezza vaginale, i maschi si confrontano non tanto con un disturbo del desiderio, quanto con problemi di erezione. Il disturbo del desiderio infatti è presente più nelle donne che nei maschi, mentre entrambi risentono di una mancanza di preliminari. Nell’uomo è l’ottenimento e il mantenimento dell’erezione il problema più frequente: con l'a-
vanzare dell'età, si osservano alterazioni ormonali più o meno importanti. I livelli del più importante ormone maschile, il testosterone, diminuiscono con il passare degli anni. E la diminuzione del tasso di testosterone si fa risentire non solo sulla vita sessuale, ma su tutti gli organi bersaglio dell'ormone maschile: sul cervello determina riduzione dell'aggressività, della concentrazione, tendenza alla depressione, all'insonnia, riduzione o scomparsa del desiderio sessuale con diminuzione della frequenza delle erezioni mattutine. In compenso però, vi è una maggiore sensibilità: un fattore che determina un vantaggio e non un aspetto negativo di incapacità!
E la Natura?
Immagine di Alexander Rilla.
La Natura ci ha fornito di “fantasia”, un dono (non è in fondo il sale dell’amore?) da non sottovalutare e sicuramente da usare al meglio. Ed è sempre la Natura che ci dà dei rimedi per ritrovare tono e alleviare alcuni di questi disturbi. Isoflavoni di Soia amici della coppia: una scelta alternativa per vivere naturalmente e serenamente la menopausa e l’andropausa. La ditta Dott. C. Cagnola propone due prodotti Alsitan: Vitalplus e Clima-activ
Clima-activ è un complemento nutrizionale a base di vitamine del gruppo B, vitamina D, Ferro e Zinco, con Isoflavoni di Soia. Dà benessere e salute alla donna in menopausa che lamenta sintomi spesso fastidiosi quali vampate di calore, disturbi dell’umore e del sonno, secchezza vaginale, fragilità dei capelli e delle unghie.
Vitalplus e Clima-activ sono disponibili in Farmacia e in Erboristeria. Per la Ricerca dell’Ospedale S. Martino: http://www.clicmedicina.it/pagine%20n%2011/ amore3.htm
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Vitalplus è un integratore naturale specifico per gli uomini, che unisce a estratti naturali (Isoflavoni di Soia e Olio di semi di Zucca), vitamine e minerali capaci di svolgere un’azione sinergica sia favorendo e normalizzando le funzioni fisiologiche della prostata, sia riducendo attraverso un’efficace azione antiossidante i processi di invecchiamento cellulare e della pelle.
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CELLFOOD
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. . . . . . . . . L A RICERCA SCIENTIFICA
NUOVE STRATEGIE PER COMBATTERE L’OSTEOPOROSI
Dott.ssa Cristina
Lenzi
Che cos’è l’osteoporosi Il termine osteoporosi è utilizzato per indicare malattie di diversa eziologia che sono caratterizzate da una riduzione della massa ossea per unità di volume tale da rendere l’osso inadeguato a svolgere le sue funzioni di sostegno meccanico. L’osteoporosi è una malattia silente e progressiva dello scheletro e rappresenta la più comune delle malattie metaboliche dell’osso, malattie in cui tutto lo scheletro è colpito, presumibilmente per effetto di fattori sistemici che agiscono su di esso, costituendo un’importante causa di morbilità nell’anziano. Il rimodellamento dell’osso, cioè la sua neoformazione e il suo riassorbimento, è un processo continuo; qualsiasi possibile variazione nel ritmo di formazione e di riassorbimento, tale per cui il riassorbimento risulti superiore alla neoformazione, può portare a una riduzione di massa ossea. Lo squilibrio tra neoformazione e riassorbimento evolve verso un punto critico in cui la perdita di sostanza ossea diviene tale da rendere l’osso incapace di resistere alle forze meccaniche cui è normalmente sottoposto e si ha una frattura. Sebbene la perdita ossea che accompagna l’invecchiamento interessi tutti i soggetti, essa inizia più precocemente e procede più rapidamente nelle donne rispetto agli uomini, con una tendenza all’accelerazione del processo nell’epoca perimenopausale. Fin dagli anni sessanta fu dimostrato che il silicio svolge un ruolo deter-
minante nei meccanismi della calcificazione dell’osso nel pulcino e nel ratto, mettendo in evidenza sia le correlazioni tra contenuto in silicio nella dieta, biosintesi del collagene e mineralizzazione dell’osso, sia gli stretti rapporti esistenti tra silicio e calcio nei processi di ossificazione.
L’importanza del silicio È stato anche dimostrato come la mineralizzazione dell’osso sia direttamente proporzionale al contenuto di silicio nella dieta, ma soprattutto è stato definito il ruolo di prim’ordine del silicio nel normalizzare il contenuto di glicosaminoglicani nel collagene, che a sua volta è utilizzato come matrice per la formazione del tessuto connettivo sia a livello cartilagineo sia a livello osseo, essendo questo minerale indispensabile per l’attività dell’enzima prolil-idrossilasi nella sintesi del collagene. La medicina moderna attualmente non è in grado di invertire il decorso dell’osteoporosi stabilita; nella maggior parte dei soggetti un precoce intervento può prevenire l’osteoporosi, mentre un intervento più procrastinato può evitarne la progressione. La terapia dell’osteoporosi post-menopausale e delle osteopenie precoci deve avere lo scopo di normalizzare da un lato l’assorbimento intestinale del calcio e di ridurre dall’altro i processi di riassorbimento osseo. Un’importanza notevole negli schemi terapeutici per l’osteoporosi è data alla terapia suppletiva con calcio e, nel complesso, sembra che la somministrazione quotidiana di calcio e di piccole dosi di vitamina D sia in grado di
La terapia sostitutiva con estrogeni (TSO) inibisce il riassorbimento osteoclastico dell’osso; poiché la perdita ossea è più rapida nei primi anni della menopausa, i benefici della terapia estrogenica sono probabilmente maggiori se essa si inizia prima che si instauri un’apprezzabile tasso di perdita ossea. La decisione di trattare con estrogeni è influenzata da numerosi fattori e dovrebbe essere individualizzata. Le recenti acquisizioni sulle implicazioni del silicio nel metabolismo dell’osso e in particolare del suo ruolo determinante per la formazione e le caratteristiche del collagene (e conseguentemente del tessuto osseo e di quello cartilagineo), permettono di indicare la sua possibile partecipazione patogenetica nella diminuita disponibilità di silicio nell’ambito dei
processi degenerativi osteo-articolari. Di conseguenza si ipotizza che il ricorso al silicio possa costituire un trattamento sia preventivo sia curativo, specie nelle alterazioni quantitative della massa ossea.
Disegno, metodi e risultati di uno studio preliminare In relazione ai favorevoli effetti del silicio sul metabolismo del tessuto osseo, da circa due anni ho focalizzato la mia attenzione sulle patologie ad impronta prettamente osteopenica dell’osso ed ho iniziato a prescrivere alle mie pazienti un protocollo terapeutico per la cura e la prevenzione delle patologie osteopeniche precoci, considerando ogni paziente diversa dalle altre, informando ciascuna del modo di lavorare intrapreso e mettendole a conoscenza dei dettagli della terapia prescritta in base alla storia anamnestica remota e prossima, visionando esami ematochimici mirati al controllo funzionale organico e valutando rischi e benefici insieme a loro. Ho catalogato 22 pazienti con un quadro densitometrico compatibile con condizione di osteopenia, lo stadio che precede l’osteoporosi e che indica un impoverimento minerale dell’osso senza che la struttura dello stesso sia compromessa. A questa tipologia di pazienti spesso viene prescritta una terapia a base di bisfosfonati in via preventiva o una terapia sostitutiva ormonale che rallenti la demineralizzazione dell’osso. Ho ritenuto opportuno iniziare un trattamento iniziale con CELLFOOD-Silica, allo scopo di verificare se una supplementazione di silicio in forma altamente biodisponibile possa agire sulla biosintesi del collagene e soprattutto sui processi di mineralizzazione dell’osso. A tutte le 22 pazienti è stato impostato un protocollo terapeutico con CELLFOOD per un anno seguito dall’assunzione di CELLFOODSilica per almeno 18 mesi (15 gocce mattina e sera); a distanza di 10, 20 e 30 mesi dall’inizio della terapia è stata eseguita Mineralometria Ossea Computerizzata con
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apportare dei benefici nelle donne in età postmenopausale, ritardando la perdita di osso corticale ma non arrestandola del tutto: qualora l’obbiettivo terapeutico sia la prevenzione totale della perdita ossea, è chiaramente necessaria una terapia aggiuntiva. I bisfosfonati (in particolare l’etidronato, l’alendronato e il risedronato) hanno la capacità di inibire la crescita e la dissoluzione dei cristalli di idrossiapatite e vanno così a soddisfare la riduzione del rimodellamento osseo. Purtroppo sempre più numerosi sono i pazienti che riportano la comparsa di effetti collaterali dopo l’assunzione di bisfosfonati. Durante gli ultimi studi clinici effettuati su pazienti in terapia famacologica con tali prodotti sono stati segnalati disordini generali, rappresentati essenzialmente da reazioni di ipersensibilità che includono orticaria ed angioedema, disturbi a carico dell’apparato gastrointestinale con la possibile insorgenza di dolore addominale, dispepsia, disfagia, meteorismo, stipsi, diarrea, flatulenza, nausea, vomito, esofagite, erosioni ed ulcere esofagee e raramente stenosi o perforazione esofagea e ulcerazione orofaringea.
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scansioni a livello del rachide lombare e del tratto prossimale del femore, così da avere in modo obiettivo ed inequivocabile il quadro esatto della mineralizzazione ossea. Diciotto pazienti hanno mostrato un incremento dei valori di densità minerale ossea, sia sul tratto lombare del femore sia sul rachide lombare. Due pazienti hanno mostrato un contenuto minerale osseo sostanzialmente stabile rispetto ai precedenti controlli effettuati prima di intraprendere la terapia. Due pazienti hanno invece mostrato un andamento di riduzione progressiva della densità minerale ossea, e pertanto hanno interrotto il protocollo terapeutico e iniziato una terapia suppletiva con bisfosfonati e calcitriolo. Esemplificativo è il caso di una paziente, che dopo una prima diagnosi di osteopenia mediante densitometria ossea, ha assunto CELLFOOD per un anno e successivamente CELLFOOD-Silica per 18 mesi. A distanza di uno e due anni dal primo controllo densitometrico è stato possibile documentare un incremento della densità minerale ossea sul tratto prossimale del femore, con un aumento netto del 6,10 % di densità minerale ossea.
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Considerazioni conclusive CELLFOOD e CELLFOOD-Silica sono entrambi risultati ben tollerati e la densitometria ossea ha dimostrato, fin dal primo anno di osservazione, un recupero di massa ossea ampiamente al di sopra dei valori di significatività. In corso di osteoporosi la caduta del tasso ematico del silicio è più precoce e spiccata di quella di altri minerali (calcio, fosforo, fluoro e magnesio) coinvolti nel processo di calcificazione delle ossa. Ribadito che il silicio ottimizza il metabolismo a livello del tessuto osseo, il miglior trend nelle pazienti trattate con CELLFOOD-Silica indica che il calcio assunto con il prodotto è utilizzato al meglio nel recupero della massa ossea. Pertanto, secondo la mia esperienza, un protocollo terapeutico con CELLFOOD e successivamente con CELLFOOD-Silica dovrebbe sempre essere considerato dal medico sia nei casi di patologia osteopenica accertata mediante indagine strumentale densitometrica, sia in via preventiva nelle donne in età perimenopausale. Con un numero maggiore di casi esaminati si potrà sicuramente giungere a risultati soddisfacenti ogni requisito statistico e così permettere alle pazienti una scelta più ampia nella terapia delle patologie osteopeniche dell’osso. Dr. Cristina Lenzi Medico Chirurgo. Specialista in Medicina Interna Università degli Studi di Siena.
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E TI DIRÒ CHI SEI
Ti ho visto le mutande! di Angela Lanzi Slip, mutande, mutandine, tanga, braghette chiamatele come volete ma all’inizio erano tutte solo una foglia Coprire/scoprire/nascondere/esibire/negare/ offrire, una declinazione di gesti che ha più a che fare con la sessualità che con la grammatica, anche se bisogno e gioco proseguono con alternanza e fascino immutati. Nate con funzione di copertura e protezione, le mutande si sono fatalmente guadagnate un valore aggiunto inestimabile per la contiguità con il luogo dell’identità sessuale stessa. Ti ho visto le mutande! È ancora oggi uno degli scherni frequenti tra piccolissimi che ben lontani dal sapere, intuiscono con assoluta esattezza l’importanza di quel luogo assurto a simbolo universale con i suoi diversi paludamenti, secondo le età e le mode. Persino Marylin Monroe gioca a colpo sicuro quando, sulla griglia di sfiato della metropolitana, si lascia investire dal soffio caldo che sollevandole le gonne, trionfalmente rivela le sue bianchissime mutande – doppie per l’occasione: un paio solo di nailon poteva essere troppo trasparente per l’epoca! Disegno di Francesca Carmelini.
In principio le portavano i romani Solo i maschi però. Cicerone le chiama subligaculum, la variante è il subligar, un pezzo di lino fermato alla vita e passato poi in mezzo alle cosce, preferito da attori e atleti per consentire movimenti liberi, senza imprudenti esposizioni. E le ragazze? Si parla genericamente di un indumento detto foeminalia, cioè fasce per avvolgere le cosce a guisa di calzoncini che discendono fino al ginocchio, ma se ne è sem-
pre parlato poco, e ancor meno se ne trova traccia nelle antiche iconografie. In certe miniature medievali invece, con un po’ di fortuna, si ha l’occasione di sbirciare sotto il vestito: ed ecco la coppia che in un inverno gelido si scalda alla fiamma del focolare: le vesti alzate, a scoprire le gambe e sotto.. nulla. (oppure tutto, secondo i punti di vista). Ma è gente del popolo, pressata da miseria e malattie, per cui igiene e moda sono un lusso impensabile. Si distinguono le nobildonne e i ceti alti, che nei giorni di festa indossano le sarabullias, di foggia simile agli slip odierni. È proprio in quest’epoca, verso il 14° secolo, che comincia a crearsi una distinzione tra indumento maschile e femminile. Per i maschi, soprattutto nel freddo nord, si inventano lunghe braghe portate a contatto della pelle, da cui derivarono i calzoni maschili veri e propri, con modelli ”a braghetta” fatti più per ostentare orgogliose virilità che per rispetto del pudore.
Mutande, censo, consenso Alle donne ci pensa Lucrezia Borgia, inventando in quel di Ferrara certi “calzoni a la galeota”, evidentemente mutuati dal modello maschile e perciò malvisti dagli uomini. Di seguito, Caterina de Medici, regina di Francia spregiudicata in politica e creativa in privato, lancia l’usanza delle mutande femminili vere e proprie, in seta morbida, ingentilite da ricami e merletti. Un indumento costoso che resta privilegio delle nobildonne e appannaggio delle cortigiane, da sempre maestre nel valorizzare tutti gli strumenti di seduzione. Certo per concedersi tali lussi, una donna di vita doveva amministrare bene il suo budget mercenario: se nella Roma del cinquecento dava un baiocco per acquistare il “dimagrante” (una gommina per arricciare i capelli), ogni tanto doveva spendere due ducati d’oro per mondarsi a fondo l’anima… Di fatto le prostitute indossarono le mutande molto prima delle donne borghesi o del popolo – e quelle di Venezia erano obbligate a indossare certi mutandoni, detti brachesse, quando sconfinavano fuori dai bordelli, per vie e calli della città. L’obbligo valeva anche per le nobildonne che montavano a cavallo, per evitare scabrose esposizioni nelle eventuali cadute. Nella Francia stessa dove era apparso per la prima volta il termine biancheria agli inizi del seicento, le donne del popolo sono ancora prive di mutande vere e proprie fino all’epoca delle Rivoluzione... mentre le belle aristocratiche combattono schermaglie amorose che sventolano come ultima bandiera, preziosi mutandoni ricamati.
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Sopra e sotto la borghesia Rigidità-fragilità: due poli di una dialettica senza fine, come pudore-desiderio, in cui la donna si vede tanto più desiderata quanto più frappone ostacoli alla sua conquista. Cittadella inaccessibile, perché debole, barricata nel suo corsetto, allacciata, agganciata, abbottonata, bardata da una
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Catalogo primavera estate 1939, S.P.E.R.A., Unione Cooperativa Milano
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biancheria labirintica e stratificata, insaccata per soprammercato in un paio di mutande cha la salvaguardano da ogni grave effrazione visiva o tattile, dilatata tuttavia nelle sue curve fino al simbolo della donna estrema. Ella sembra non essere mai stata così casta e così oscena al tempo stesso… (P. Pierrot, Il senso delle apparenze).
”
Tutto cambia con la rivoluzione industriale: la produzione di massa dei tessuti consente prezzi più accessibili e un utilizzo più diffuso dell’indumento. E proprio quando si comincia a portarle regolarmente, le mutande diventano innominabili, indicibili, “inexpressibles”, come si dice nei salotti buoni. In pieno ottocento, quando il pudore vittoriano impone rivestimenti anche alle gambe nude dei
tavoli, la lunghezza dei mutandoni è direttamente proporzionale al comune senso del pudore: il Journal des modes pubblica sin dal 1807 un modello di mutande con guarnizione di merletti e pizzi che sfiorano la caviglia. Nei fobici valori borghesi, coprire, rivestire, nascondere il corpo era un imperativo categorico. Guai a mostrare sotto la lunga gonna un incipit di pizzo, men che meno, orrore, un balenio di pelle rosata, o una qualsivoglia parvenza di corporeità: tutto doveva essere celato, soffocato, sepolto sotto metri di finissima tela, o cotone robusto, o pizzo, o maglia pesante. Ma loro, le mutande, resistevano tenaci nella fantasia, nei pensieri maliziosi, nei sogni peccaminosi, con l’indelebile sostanza delle cose non dette. Di più, proibite.
Vedo e stravedo La belle époque con i suoi café chantant e lo sfrenato can can segna l’inizio delle provocazioni. Le ballerine, spesso ricamatrici e sartine di Montamartre, ruotano gambe avvolte di nero, “vestite di tenebra” in un allegro e spumeggiante tripudio di bianche mutande di pizzo: le sfrontate, sanno di scatenare un autentico big bang nelle cedibilissime fantasie maschili! Nella gaia apocalisse che precede la Grande guerra si vede il trionfo del “sotto”: seducenti guepières per mantenere il vitino da vespa, mutandoni che si accorciano e si affinano, spesse calze nere che risalgono a incontrarli all’altezza delle cosce.
L’iconografia della nuova femminilità è così disegnata… ma dura poco. Con la pace cadono bustini e fasce, e un nuovo reggiseno promette di rispettare le naturali forme di una fanciulla dai seni tondi. Intanto si accorciano le gonne, sulle gambe scivolano calze di seta e i mutandoni assumono grazia, si tingono di colori pastello - teneri rosa-pesca, eterei azzurri - mentre il pezzo forte resta il classico e anonimo bianco da bucato. Nel ventennio si registrano anche stravaganze patriottiche, con tre sorelle istriane che esibiscono mutande tricolori.
Mutandine, basta la parola Il vezzeggiativo sottolinea una complicità totale: non per sminuirne il ruolo (più o meno coprente) ma per sottolineare tutta quella gamma di sentimenti che si agitano intorno all’indumento. La dimensione propria della mutanda è di per sé intima, segreta, ma la complicità con se stessi ha inizio nella libera scelta di colori e modelli che moltiplicano il gioco delle parti: le mutandine color pastello propongono un gioco innocente; quelle nere sono da dark lady. E poi slip tigrati, o esotici, mutande d’autore… tanga, mutandine per ogni ruolo e fantasia, sempre più imprevedibili e mutanti. Non solo o non più necessità quotidiana, ma soprattutto eleganza intima, sipario segreto da custodire, velo che a sua volta custodisce. Togliere quel velo diventa sinonimo di resa inequivocabile, di offerta licenziosa, di tentazione innocente, di intimità con l’altro. Proprio perchè custodi assegnati di un mitico santuario chiamato, solo per amore di brevità “là sotto”, le mutandine diventano di per sé “un poema”, simbolo di una conquista mai definitiva e sempre da completare. Se la donna si lascia alle spalle il senso di un mistero ben custodito, sarà ancora desiderabile…? Di più, ora che è anche più accessibile. E dunque la schermaglia amorosa si sposta sull’ambiguo alternarsi tra visibilità e pudore, disponibilità e negazione, innocenza e sfrontatezza. Un gioco sottile che spesso lascia i contendenti stremati e insoddisfatti, pronti per la rivincita…
“In Francia molto si discorre della recente scoperta fatta dal dottor Vervier, il quale con uno speciale processo noto a lui solo, è riuscito ad estrarre dalle foglie della Galega officinalis un prodotto a cui ha dato il nome di Galeghina, che combinato con altre preziose erbe toniche corroboranti ha non solo virtù di ricostituire il seno, ma anche di dare rotondità e grazia alle forme muliebri. Presa in pillola, questa Galeghina, oltre a sviluppare il seno, colmare i vuoti e far scomparire le sporgenze ossee, rinvigorisce e fortifica l’intero organismo; applicata in forma di lozione agisce sulla parte coi medesimi effetti, e i giornali riferiscono che in entrambi i casi furono visti in circa un mese i più soddisfacenti risultati. Quindi, le signore e le signorine che desiderano il pieno contorno e l’opulenza del seno, la rotondità del collo, le curve graziose delle spalle, le rosee trasparenze delle carni possono in piena fiducia ricorrere alla Galeghina del dottor Vervier, che agisce anche sui temperamenti e le costituzioni più delicate…” (dall’Illustrazione Italiana, 27 aprile 1902) PS: la Galega officinalis (famiglia delle Leguminose), usata come cibo particolarmente nutritivo e terapeutico durante la terrificante peste che colpì la Lombardia nel 600, divenne famosa soprattutto per aumentare la produzione di latte nelle puerpere e per curare la mastite.
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1902, ODISSEA SENO
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R EGGISENI E S LIP, CONSIGLI D ’ IGIENE E . . . . .
Modello di reggiseno “missile”, anni ‘50.
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BUON SENSO
Intimo
blues Volete capire se un reggiseno
Dott.ssa Raffaella
Ferrari
fa per voi?
Piegatevi leggermente in avanti e allacciate il reggiseno, quindi sistemate il seno all’interno della coppa, e osservate se la riempie completamente. A questo punto abbassatevi di nuovo in avanti: se il seno esce dalla coppa vuol dire che è troppo piccola. Per essere perfetto il seno dovrà posizionarsi comodamente al centro della coppa. Dunque mettetevi in piedi e sistemate le spalline in modo che il seno sia sostenuto ma non “costretto” (quando respirate dovrete poterlo fare comodamente e non devono restare i segni dell’elastico sulla pelle). Ricordate che il reggiseno migliore ha il gancio centrale. E che soltanto le teenagers con un seno piccolo possono permettersi di non portarlo.
Reggiseni con sostegni di metallo I reggiseno rinforzati con sostegni di metallo, i cosiddetti “push up” rischiano di causare reazioni allergiche al seno e non lasciano abbastanza libertà di movimento ai muscoli che potrebbero anche infiammarsi, mentre il diaframma si comprime e il respiro è meno libero. Ecco perché sarebbe preferibile cercare dei reggiseni con stecche di sostegno non di metallo, che non comprimono. Vi piacciono tanto i “push up”e non riuscite a farne a meno? Nessuna proibizione per carità, ma cercate di per lo meno di indossarli solo per qualche ora!
Reggiseno e gravidanza Occorre un reggiseno che sostenga senza comprimere (la compressione determina un rallentamento della circolazione nelle parti in profondità e una diminuzione della tonicità della pelle già tesa) e che mantenga i seni ben separati. In caso di seni particolarmente pesanti, consigliamo un reggiseno da allattamento a coppe profonde, che risulterà utile anche dopo la nascita del bambino. I modelli di cotone sono i più adatti per il periodo della gravidanza. I modelli sintetici possono favorire la comparsa di screpolature e irritare il capezzolo, che dovrebbe invece rimanere il più possibile asciutto e morbido, in previsione delle ragadi da allattamento.
Reggiseni e sport Durante l’attività sportiva, a causa delle continue accelerazioni verticali a cui è sottoposto (saltelli, corsa, movimenti bruschi), il seno subisce dei microtraumi che possono provocare uno stiramento dei legamenti di Cooper, che ancorano il seno alla cute sottostante.
Slip e igiene intima In generale, per l’uso di tutti i giorni, date la
preferenza a slip in cotone, non colorati, perché riducendo la traspirazione le fibre sintetiche possono causare irritazione della pelle e allergie. Slip di pizzo o fibre sintetiche, tanga e perizoma sono una concessione saltuaria da indossare in vista di una “serata speciale”. Per un buon lavaggio dei vostri slip, non utilizzate detersivi, ma più semplicemente sapone di Marsiglia o prodotti naturali senza additivi chimici. Attenzione agli slip di nylon: favoriscono la comparsa di infezioni a livello genitale, accompagnate da prurito, sensazioni dolorose, perdite vaginali. Le vulvo-vaginiti sono invece più frequenti tra le donne in sovrapeso, diabetiche, o in chi prende contraccettivi orali. In questi casi sono sconsigliati anche gli assorPin-Up 1956, Taschen ed. benti interni. Queste infezioni si sviluppano spesso a partire dalla regione anale. Per questo motivo, tutto ciò che mette in contatto diretto l’ano con la vagina è da evitare: lo string del perizoma o il salvaslip portato ogni giorno diventano una vera e propria “pista da sci” per l’infezione. Collant, pantaloni o vestiti aderenti non lasciano traspirare la pelle e possono favorire infezioni o provocare piccole abrasioni a livello genitale. Accavallare spesso le gambe può causare delle vestiboliti, cioè infiammazioni esterne alla vagina molto fastidiose e difficili da curare.
Come prevenire le irritazioni intime Indossate biancheria intima in cotone al 100%, preferibilmente di colore bianco. Preferite l‘assorbente interno, soprattutto durante la stagione estiva, è più confortevole ma va cambiato almeno ogni 4/6 ore. Alternate gli assorbenti per un migliore comfort. Meglio non lavarsi più di tre volte al giorno, altrimenti si riducono i naturali meccanismi di difesa della pelle. Usate sempre il detergente intimo anche sotto la doccia; il bagnoschiuma può risultare troppo aggressivo per le mucose. Chi pratica sport deve fare molta attenzione alla cura dell’igiene intima, preferendo detergenti che garantiscano freschezza e protezione antisettica. I detergenti delicati con pH acido sono indispensabili per le donne in età fertile, mentre per le adolescenti e le donne in menopausa è più indicato un detergente neutro. Cure dolci per le vaginiti
Per perdite dense, bian-
castre, che si accentuano prima delle mestruazioni: Borax 5 CH, 5 granuli tre volte al giorno; sono utili gli sciacqui con qualche goccia di essenza di Cajeput o Olio del tè (Tea Tree Oil) nell’acqua tiepida del bidet mattina e sera. Per perdite maleodoranti, che danno prurito, verdastre, Mercurius Solubilis 7 CH, 5 granuli tre volte al giorno. Per combattere le recidive è possibile rinforzare il sistema immunitario con prodotti a base di Echinacea, Uncaria, Semi di Pompelmo, Sciroppo d’Aloe, Fermenti Lattici, oppure Manganese-Rame Oligoelementi da prendere a giorni alterni per almeno un mese.
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Questo può causare dolore e in alcuni casi, quando il seno è più voluminoso, provocare una ptosi mammaria, cioè l’abbassamento del seno come conseguenza della forza di gravità. Per ridurre il problema si può usare uno speciale reggiseno sportivo conformato, con spalline regolabili, cuciture e fasce rinforzate, in cotone, che aiuti a prevenire le infiammazioni e le lesioni al tessuto mammario.
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L’ IGIENE È . . . . . . . . . .
L’acqua, elemento indispensabile della vita umana, è presente in modo reale o figurato nei riti di Giusi Valent e nelle tradizioni di tutto il mondo
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UGUALE PER TUTTI ?
gni volta che, in visita ai monasteri di Kyõto o di Nara, chiedo a qualcuno di indicarmi i gabinetti - e sono gabinetti all’antica, affogati nella penombra, tuttavia meticolosamente puliti - mi prende un senso di profonda riconoscenza per quel che di unico c’è nell’architettura giapponese. Amabile cosa è il “soggiorno” delle nostre case - lo cha no ma - ma solo il gabinetto giapponese è interamente concepito per il riposo dello spirito. Discosti dall’edificio principale, i gabinetti stanno accucciati sotto minuscoli cespugli selvosi, da cui viene un odore di verde di foglie, e di borraccina. È bello, là, accovacciarsi nel lucore che filtra dallo shõji, e guardare il giardino. Tra i sommi piaceri dell’esistenza Natsume Sõseki annoverava le evacuazioni mattutine: piacere fisiologico, che solo nel gabinetto giapponese, fra lisce pareti di legno dalle sottili venature, mirando l’azzurro del cielo e il verde della vegetazione, si può assaporare sino in fondo. Insisto: sono necessari una lieve penombra, nessuna fulgidezza, la pulizia più accurata, e un silenzio così profondo che sia possibile udire lontano un volo di zanzare. Senza tali requisiti non si dà gabinetto ideale.
O
(da J. Tanizaki, Il libro d’ombra, traduzione di A. Ricca Suga, Bompiani ed.)
er gli appassionati di simbologia e occultismo, attraverso l’acqua, elemento che rappresenta il ventre materno, si ottiene una seconda nascita. Nella Scuola pitagorica il novizio la mattina, dopo un inno ad Apollo e una danza dorica, faceva le abluzioni rituali, mentre nell’Antico Egitto l’adepto veniva condotto in un’assemblea in cui lo Stolista (portatore d’acqua) gli buttava addosso dell’acqua. Anche nella religione cattolica il sacramento del Battesimo lava dal peccato originale. Spostandoci nel mondo islamico, il Corano prescrive che prima di ognuna delle cinque preghiere quotidiane i fedeli svolgano le abluzione rituali, ossia una pulizia con acqua pura (o in alternativa con sabbia) di mani, bocca, naso, viso, braccia, testa, orecchie e piedi fino alle caviglie. Il lavaggio mette il fedele in stato wudu, ossia di purità, il che significa che si è ripulito dai peccati per il periodo che intercorre tra una preghiera e l’altra. A proposito di pulizia, Gabriele Romagnoli riporta il punto di vista “esotico” dell’autore di Ali il magnifico (Paul Smaïl) sull’uso occidentale delle piscine: “I bianchi europei sono luridi da far schifo. Stanno sotto la doccia dieci secondi prima di entrare in acqua e non si insaponano nemmeno”.
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Impariamo dall’India Ma la vera scienza sacra della pulizia, se così si può chiamare, viene dall’India. Come ci spiega Claudio Patrucco, le tecniche dei Kriya (processi di purificazione) servono per ripulire oltre al corpo anche la mente e lo spirito. Lo scopo, come in tutta la via dello Yoga, è di portare a una maggiore libertà e percezioni più limpide in vista del raggiungimento ultimo del Samadhi, “lo stato di equilibrio psicofisico in cui non c’è più alcun disturbo mentale”.
Ci sono tecniche specifiche per lavare naso (Jala neti), lingua (Danta-mula), orecchie, intestino (Shank prakshalana), radice dei denti e gengive, cuoio capelluto (Kapal-randhra) e, con una garza di circa 3 metri, perfino lo stomaco (Vastra dhauti): questa però, avvisa Patrucco, è una tecnica delicata che è meglio lasciare ai più esperti. Lo Yoga aiuta a sviluppare un tipo di comunicazione con il corpo di tipo “volontario”. Lo starnuto, così come il vomito, sono forme di “purificazione” spontanee del corpo, che rigetta ciò che non è buono. Con le pratiche dei Kriya questi processi si invertono, suscitando
volontariamente delle “reazioni” corporee. In Trataka, per esempio, si fissa un punto senza battere le ciglia fino all’insorgere di una lacrimazione indotta che aiuta chi ha problemi agli occhi, o non riesce a piangere. Le forti respirazioni rapide(Kapalabhati) invece aiutano a liberare il naso e le cavità craniali, mentre in Sutra neti, tramite una sottile cordicella imbevuta nella cera d’api (oggi si usa un tubicino in gomma o plastica morbida) si opera un massaggio interno tra naso e gola, che, attraverso una stimolazione fisiologica, facilita il distacco del muco. Ci sono controindicazioni per chi soffre di sinusite e rinite cronica.
Claudio Patrucco, studioso e sperimentatore nel campo dello yoga e dell’alimentazione naturale, è il creatore della formula del primo dado vegetale senza glutammato prodotto in Italia.
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Tutto quello che fate per voi stesse (pulizia della pelle, massaggio o manicure) ha innanzi tutto l’effetto di rendervi consapevoli di avere un corpo e di occuparvene. Amare la propria pelle mentre la si pulisce e la si idrata, così come parlare a un fiore mentre lo si innaffia, la rende più bella: l’epidermide e i capelli sono in stretto rapporto con il nostro organismo, con l’ambiente e soprattutto con i nostri pensieri.
I migliori trattamenti per la pelle sono una sana alimentazione, un’adeguata quantità di sonno, acqua pura e… felicità. Il resto è secondario. Svuotate l’armadietto della toilette di tutti i prodotti chimici e sostituiteli con quanto segue: ❏ una spazzola di buona qualità per il brossage; ❏ un telo di spugna ruvido per il corpo; ❏ un sapone delicato; ❏ uno shampoo neutro; ❏ un asciugamano per i capelli; ❏ una boccetta d’olio; ❏ una bottiglia di aceto di mele; ❏ una tazza per diluire l’aceto, far schiumare lo shampoo, preparare le maschere o tenere a bagno le unghie; ❏ un pettine di legno.
(da Dominique Loreau, L’arte della semplicità, Mondadori, di prossima pubblicazione)
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Le cure di una minimalista
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I NTERVISTA A E LIO F IORUCCI
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Elio
e le storie libere
a cura di
Marina Robbiani
Sensualità e moda: un binomio inseparabile, eppure c’è nell’aria qualcosa che fa girare la testa. Sembra che non ci sia tempo per niente, neppure per l’intimità. In questo periodo mi pare tutto accelerato. Ci si sente in un certo modo, dentro una certa situazione e si avverte già di essere in ritardo, nel frattempo infatti è successo qualcosa di nuovo, di imprevisto. Quello che oggi percepisco nell’aria è soprattutto una grande confusione. Quando i cambiamenti sono così veloci, si producono squilibri, incertezze e malesseri che finiscono a influire sui comportamenti di ognuno.
Cos’è cambiato? Troppo spesso ci troviamo di fronte ad una finzione, ad un mettersi in mostra truccato. Basta pensare alla frenetica corsa in palestra, quanta gente ha contagiato? Tutta questa paura di non essere perfetti, quest’ansia di doversi migliorare in continuazione non dipende tanto dal fatto di essere più o meno belle/belli, ma è senz’altro una forma mentis. Occorre ritrovare il coraggio di mostrarsi realmente per quello che si è.
Cosa significa “mostrarsi”? Non avere paura del proprio corpo. Io credo che ogni donna, anche una modella, quando si spoglia trova qualcosa di sé che non va. È un’insicurezza che non nasce nemmeno dal corpo – il corpo è solo lì a testimoniarlo - ma dalla paura di non essere accettati, amati. Una donna non bella ma amata si sente bella, sicura. E così l’uomo. È uno stato d’animo che unisce mente e corpo. Se ci fate caso, quando siete depressi e vi guardate allo specchio vi vedete brutti, esattamente il contrario di quando siete innamorati e vi sentite ricambiati. Essere voluti, desiderati è una sensazione che corrisponde al nostro animo, non ha senso giudicarla, misurarla. Ci appartiene e basta.
Come ci si pone oggi di fronte alla bellezza, alla sensualità? Esistono diversi modelli di riferimento. Alcune ragazze pensano di essere affascinanti perché hanno un bel corpo palestrato, muscoloso, con misure perfette; altre invece curano di più l’atteggiamento romantico, tenero…Trovare il proprio tipo ideale non è facile, bisogna fare i conti con i vari momenti di passaggio della vita. Ad esempio mi hanno sempre colpito le donne che cambiano il colore dei capelli. Perché una persona che di natura è scurissima deve improvvisamente diventare bionda? O è in un momento di svolta, o le è successo qualcosa che l’ha resa infelice al punto d’avere la necessità di cambiare, di dimenticare la parte di sé che non le piace più. Bellezza, sensualità, sono questioni legate al proprio intimo, a ciò che succede nel profondo e in segreto dentro ognuno di noi.
Siamo più complicati adesso o lo eravamo di più una trentina d’anni fa? Gli anni ‘60/’70 hanno rappresentato lo spartiacque tra il passato e il presente. Credo che una delle più grandi invenzioni del novecento sia stata la pillola. Grazie ad essa si è persa la paura di fare l’amore con addosso quell’orribile sensazione di pericolo (di colpa) di rimanere incinte, di mettere al mondo una creatura in un momento ancora prematuro, sbagliato.
Cos’è rimasto oggi di tutto questo? Sicuramente tanto. La mentalità è cambiata e molti rapporti sono diventati più veri e più liberi. Le nuove generazioni percepiscono da subito che “quella” paura di sbagliare non esiste più. Sono invece spaventate da altro, dalle malattie, dall’Aids. Non è facile per dei ragazzi sensibili avere dei rapporti che si presentano comunque complicati. Per fortuna a stravolgere le regole interviene l’amore. Quando si incontra l’amore, ci si accorge di essere un’altra persona, diversa, che non conoscevamo.
C’è un consiglio che si sente di dare?
E mentre i cambiamenti della società volano, in un batter d’occhio ci troviamo ad affrontare rapporti anche d’amore con donne e uomini a volte molto lontani da noi, pensiamo all’Islam. Qual è il dato positivo che esce da questo scambio di esperienze? In questo caso interviene qualcosa di estremamente complesso e personale. L’amore innanzitutto, e quando in un rapporto è presente questa componente si è disponibili a capire, a confrontarsi, a crescere. Anzi, il fatto stesso che si uniscano due persone di altra cultura, se sono buone persone, dà un’importante lezione di vita. L’ho detto prima, non bisogna aver paura, e il mescolarsi con una cultura diversa a volte rivela cose che sono dentro di noi e che non ci immaginavamo neppure di possedere. Grazie all’altro, si possono scoprire, e usare, alcuni lati nascosti della nostra personalità.
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Di non avere paura di amare, e dunque di cambiare. Penso che sia anche importante fare più esperienze senza costringersi o castigarsi. È meglio essere aperti e avere il coraggio di un cattivo incontro piuttosto che chiudersi. Ho incontrato tanta gente infelice che per mancanza di rapporti, di conoscenza e dunque di consapevolezza si accasa a tutti i costi, nascondendosi da se stessa e procedendo lungo un percorso di falsità dove l’importante diventa apparire, non essere. C’è un vecchio detto, sempre valido: “Non pensare a cosa gli altri pensano di te perché loro stanno pensando a quello che tu pensi di loro”.
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Contraccezione tecnologica e computerizzata: naturale e sicura
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Baby Comp, Lady Comp e Pearly .... sono strumenti di altissima precisione per la determinazione dei giorni fertili, e non fertili del ciclo, con una prognosi del giorno dell’ovulazione data con 6 giorni in anticipo “Affinché una donna sana, che cerca innanzitutto la sicurezza, non sia costretta a prendere ogni giorno un farmaco a base di ormoni, dobbiamo offrirle un’alternativa naturale che sia però anche sicura.” Questo è l’obiettivo a cui ha lavorato il dottor Hubertus Rechberg nella seconda metà degli anni ’80 insieme ad un team di ginecologi, informatici e biomatematici tedeschi, quando ha sviluppato la prima versione del programma di Baby Comp. Costantemente migliorato e perfezionato, il primo indicatore di fertilità computerizzato Baby Comp è stato in seguito affiancato da altri due modelli: Lady Comp (1992) e Pearly (2004). Baby Comp è l’indicatore di fertilità più completo esistente sul mercato. L’unico che oltre alle funzioni per la contraccezione e la pianificazione mirata di una gravidanza, consente un monitoraggio completo del ciclo e dell’ovulazione. Lady Comp è indicato per le donne con una prospettiva di utilizzo medio-lunga, che oltre alla contraccezione vogliono poter usare l’apparecchio per il controllo dell’ovulazione. Il suo programma si può ampliare aggiungendo le funzioni in più che ha Baby Comp. Pearly è stato creato per la sola contraccezione ed è rivolto soprattutto a donne che vogliono avvicinarsi al metodo con un apparecchio compatto, meno impegnativo ma con la stessa sicurezza contraccettiva. Prodotti in Germania e distribuiti in esclusiva per l’Italia da Baby Comp, gli indicatori di fertilità computerizzati della Valley Electronics sono uno strumento innovativo, tecnologicamente avanzato e di semplice utilizzo, per una contraccezione naturale, sicura e senza effetti collaterali.
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G RAZIE AD UN NUOVO A PPARECCHIO A MERICANO
Il lifting del collo senza chirurgia
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Dott.ssa Dvora
Ancona
ino a ieri solo la Chirurgia poteva portare a un miglioramento del collo, zona che spesso viene poco considerata o ignorata… sino a quando diventa troppo tardi!! ppure il collo sorregge la nostra testa ed è sempre “in vista”, ma quando siamo giovani non ci badiamo troppo, per poi accorgerci attorno ai 40 anni che ha perso la sua freschezza e, a 50 anni, anche il tono!!
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E allora ecco il problema: cosa fare? Oggi abbiamo un nuovo Apparecchio Americano, che ci permette di ottenere dei risultati paragonabili a quelli chirurgici ma senza l’ausilio di bisturi o aghi.. Come? Con una nuova apparecchiatura elettronica transdermica, non invasiva che nasce seguendo il principio di un premio Nobel nel 2002, conseguito dai due medici americani R. MacKinnon e P. Agre, i quali scoprirono la presenza di canali molecolari che consentono alla membrana cellulare di lasciare entrare o uscire sostanze indispensabili, come l’acqua e i Sali (proteine di membrana).
Con Matripor Plus si ottiene un’azione sinergica di fenomeni elettrici, biologici e fisici tramite: ˜ Cavitazione: il dispositivo a ultrasuoni permette la rimozione dello strato corneo e la stimola˜ ˜ ˜ ˜
zione del microcircolo sanguigno, favorendo un’abbondante irrorazione del tessuto e un aumento dell’apporto d’ossigeno e di sostanze nutritive Iontoforesi: metodica che permette di veicolare sostanze attraverso la pelle utilizzando correnti d’onda modulate. Elettrorepulsione: le cariche di segno uguale (+/ -) si respingono, per cui il farmaco, caricato positivamente, tenderà ad allontanarsi dall’elettrodo (carica +) e a penetrare all’interno dei tessuti Elettroporazione: dopo circa 12/13 minuti si creano gli elettropori, ovvero le molecole che trasferiscono per osmosi le sostanze da una cellula all’altra Led: attivazione tramite “Luce” del microcircolo che quindi ne potenzia l’effetto
In sintesi, Matripor Plus consente ai principali farmaci o attivi di penetrare attraverso il derma e l’epiderma, senza arrecare alcun danno alla cute. Tale tipo di passaggio, ialuronico, vitamine, aminoacidi avviene, in modo indolore, tramite l’emissione di onde modulate che riescono ad attivare elettronicamente le molecole del prodotto, permettendone il passaggio nel compartimento extracellulare sino in profondità.
Si tratta di un trattamento del tutto rivoluzionario. Una certezza: in commercio non esiste nulla di simile e la vera performance di questa nuova Apparecchiatura Americana consiste nel fatto che senza il bisturi, senza dolore (non si usano aghi), possiamo raggiungere dei risultati stupefacenti. Quante sedute occorrono? Dipende dalla situazione di partenza e comunque in generale le sedute saranno da 6/10, con cadenza settimanale. Il trattamento dura circa 30 minuti e già dalle prime sedute si possono vedere i risultati!! Quale sarà il risultato? Miglioramento della textura della pelle, aumento della compattezza, diminuzione delle piccole rughe, aumento del tono muscolare, aumento della luminosità e dell’elasticità.. Il collo appare finalmente disteso e ritrova l’aspetto di una pelle giovane!! Si può fare a tutti!! Non ci sono rischi ed i risultati sono davvero incredibili!! I vantaggi? Semplice e veloce Minor tempo e denaro per il paziente Risultati dopo solo poche applicazioni No lacerazioni e sanguinamento
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No dolore o fastidio No problemi post intervento No medicamenti post intervento No tossicità sistemica
Medico Chirurgo. Specialista in medicina estetica.
Via Comelico, 3 - Milano Tel/Fax 02.5469593 Cell 338.4767649
[email protected] www.dvora.it
Biografia Medico Chirurgo con seconda Laurea in Odontoiatria. Ha frequentato il Reparto di Chirurgia Maxillo facciale all’Ospedale S. Paolo (Mi), Direttore Prof. R. Brusati. Si è diplomata alla Scuola di Medicina Estetica all’Ospedale Fatebenefratelli di Roma. Direttore Prof. C.A. Bartoletti. Fra i suoi numerosi stage vanta il “Certificate of Completion on Dermatolgy-Cosmetic Laser” a La Jolla, San Diego, presso la Clinica del Dott. Mitchel Goldman ed ancora il “Certificate of Completion on Dermatolgy-Cosmetic Laser” presso Juva Skin and Laser Center (Direttore Dott. B. Katz – miglior Dottore Estetico nell’anno 2005 nello Stato di New York). Conduce uno studio multicentrico internazionale con nuove tecnologie Laser e Luci Pulsate. Gestisce e presenta, con cadenza bimensile, corsi di training ai medici su trattamenti di riempimento delle depressioni del volto ed alcune sessioni di Fotoringiovanimento con una nuova Luce Pulsata. Ha partecipato e partecipa, in qualità di Relatore, a Congressi italiani ed internazionali da Gerusalemme a Rio De Janeiro, Stati Uniti…ed ancora svolge attività di consulenza su argomenti di Medicina Estetica e Medicina Preventiva di invecchiamento.
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DAL N OSTRO .
. . . . . . . . M AKE U P A RTIST AND H AIR
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Trucco Veneziano
artiamo da un presupposto: tutte le persone possono stare bene con più tipologie di trucco ex-equo, e nessuno meglio di noi conosce il proprio viso. Sappiamo quali sono i pregi, i difetti, le reazioni della nostra pelle in base a quello che mangiamo o ai prodotti che applichiamo, ai colori che ci stanno bene e alle espressioni ricorrenti della mimica facciale. Per questo tutti possono e dovrebbero essere i primi curatori della propria immagine. L’unica difficoltà sta nell’imparare ad applicare il make up scegliendo e dosando prodotti, colori, quantità, sfumature.
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uesto allenamento è necessario dal momento che ogni giorno il nostro viso è diverso e negli anni non si rimane fisicamente uguali. Da qui nasce l’esigenza di saperci valorizzare sempre e comunque, nonostante le palpebre possano essere calate negli ultimi tempi, il peso mutato o il nostro viso, un tempo liscio e pieno, ora sia segnato e svuotato. Ritengo sia utile avere un’adeguata conoscen-
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za del maquillage e della sua applicazione affinché ci si possa presentare al meglio in ogni situazione, in completa autonomia… a meno che vi possiate permettere un personal make up artist che vi segua giornalmente. on ci sono trucchi per tutti ma solo diverse possibilità tra cui poter scegliere attentamente, sposandole solo se le riteniamo giuste per noi. Personalmente ho sempre usato i colori con estrema varietà su qualsiasi tipo di persona, senza lasciarmi influenzare da luoghi comuni, pregiudizi o imposizioni del mercato, ma stando attento solo a quelle poche regole tecniche essenziali perché il makeup sia perfetto.
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Per fare un po’ di esempi: Le persone dagli occhi molto chiari devono evitare di usare toni uguali a quelli dell’iride in quanto lo sguardo sarebbe appiattito, a meno che il colore uguale all’iride non sia sfumato con uno più scuro, che ne esalta quello dell’occhio. Un esempio? Gli occhi di Nicole Kidman: ad accenderli ci pensano spesso ombretto marrone, eyeliner e rimmel nero. Per quanto riguarda gli occhi scuri bisogna valutare anche il colore della pelle, l’intensità dell’incarnato e dell’iride, tutti fattori che concorrono alla definizione della scelta dei colori. Nel caso di una pelle olivastra con occhi neri, si dovranno evitare i toni del grigio e del verde poiché creano delle discromie, non tanto con il colore degli occhi quanto con quello della pelle.
Ognuno di noi ha una personale rifrangenza alle luci e ai colori anche in base alla struttura ossea, quindi ci sono delle gamme che si sposano con la tonalità del viso e altre no. Per rendervene conto prendete dei fogli di carta colorata quanti sono i colori che vi interessano, e accostateli al viso. Noterete subito quelli che non vanno bene e quali invece si accordano perfettamente.
Il gioco dei colori Abbiamo a disposizione i colori primari i secondari e i terziari
giallo, rosso e blu; arancio, verde, viola; che sono tutti gli altri colori.
I colori terziari si ottengono mischiando un colore primario con un secondario Per esempio: * rosso (primario) + verde (secondario) = marrone (terziario) Ai colori primari, secondari e terziari possono essere aggiunti altri due colori: il bianco (da considerarsi luce) o il nero (mancanza di luce). In questo modo si otterranno altre gradazioni, indispensabili per la creazione di altri toni. Dunque se i colori primari e secondari sono tre, moltissimi i terziari, e a tutti loro si possono aggiungere il bianco e il nero, i toni tra cui scegliere possono essere davvero infiniti. In conclusione: si può utilizzare qualsiasi colore, basta valutare gli elementi che possono influenzare negativamente o positivamente il risultato. Una regola importante è la stima degli accostamenti con i colori del resto del makeup, degli occhi, dell’incarnato, dell’abito, i quali devono essere in armonia tra loro. Se una donna ha gli occhi grandi e sporgenti e mette all’interno dell’occhio una matita chiara crea solo un “effetto mucca”. Al contrario un colore scuro è più adatto, infatti oltre a correggere la sporgenza intensifica lo sguardo. Le donne con una pelle matura non devono applicare ombretti e basi perlate, a meno che non intendano invecchiarsi di dieci anni in un L'attrice Valentina Ferrari truccata da Davide colpo solo. in due versioni: Se vi sentite bene con un look non abbiate con trucco naturale e paura di osare. con trucco più elaborato Da parte mia (al di là di ogni moda), considero produttivo e liberatorio fare tutto quello che passa per la testa. Dunque esprimetevi esternando o nascondendo con il trucco le vostre emozioni in base all’umore, agli impegni e alle circostanze, senza aver mai paura di essere giudicate.
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I colori secondari si ottengono combinando tra loro i colori primari Per esempio: * giallo + rosso = arancio * giallo + blu = verde * rosso + blu = viola
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Questa tendenza potrà vedere dei giorni degli incarnati e delle labbra nude con occhi appena sottolineati da un filo di ombretto sfumato color carne e tanto rimmel marrone. Altri giorni vedranno occhi scuri e profondi che abbagliano come fari nella notte, accompagnati da una bocca sensuale e catalizzante, incorniciati da una base dorata ed evanescente. Fidatevi di voi stesse, il trucco è anche un gioco utile ai sentimenti.
Formazione di Davide Diploma in trucco artistico alla scuola B.C.M di Milano, Diploma in effetti speciali e in air brusch alla “Cinema Make Up School Fx” di Los Angeles. Specializzazione a Parigi in acconciatura e parrucca da Alexander. Davide esegue trucchi cinematografici, teatrali, televisivi, da sposa, body painting ed effetti speciali, anche con l’uso di air brusch, maschere, calotte, parrucche, tiranti, protesi. In questo modo può creare in base a ogni esigenza un piano personalizzato, completandolo se desideDavide Trucco Veneziano tel 02.45487901 cell 393.1234566 - 346.2438988
rato con una pettinatura adeguata all’occasione. Un servizio che svolge anche a domicilio, in tutto il mondo. Un momento rilassante per un evento da protagonista. Sono sedici le linee trucco complete presenti nel Beauty di Davide: Serge Lutens, La Prairie, Kanebo, Shu Uemura, Sisley, Laura Mercie, Erno Laszlo, Armani, Chanel, Annayake, Mac, Yves Saint Laurent, T.Le Clerk, Cinema Secret, Bio Nike, Criolan.
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Balsamo alla rosa A base di estratto di bacche di rosa canina e petali di rosa, olio di mandorla e di jojoba, burro di karité, regola l’equilibrio idro-lipidico e regala al corpo un manto avvolgente, nutriente e armonizzante. Inoltre lenisce le irritazioni ed è adatto a tutti i tipi di pelle, anche a quella dei neonati.
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Fitness crema per i piedi Allevia la stanchezza ai piedi e ne idrata la pelle secca. L’iperico dona loro sollievo, mentre i frutti di prugnolo e di ippocastano rinforzano la vascolarizzazione e riscaldano. Rende la pelle dei piedi morbida ed elastica.
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il Piacere dell’Intimo
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arlare di sicurezza, vuol dire parlare di prevenzione, di sensibilità verso noi stessi. La sicurezza è un mondo ove la mente umana si perde, ove nulla è importante quanto la persona.
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La sicurezza è nel lavoro quotidiano della casalinga, dell’infermiera, del personale di ufficio, dell’operatore
edile ecc, ma anche del paziente del medico, dell’alunno dall’asilo nido all’università, dell’anziano che gioca a carte o danza, della persona con handicap… un mondo infinito… già, ma pochi se ne rendono conto, e ancor meno chi è responsabile dei rischi e molte volte non sa come risolvere i problemi che si presentano.
ecur-k, la chiave della sicurezza, è nata per colmare questa lacuna, entrando dalla porta principale della sicurezza e creando prodotti adeguati alle specifiche esigenze.
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Secur-k, con le sue nuove soluzioni, ha compreso la necessità di valorizzare i propri prodotti in armonia con la natura. Aderendo al progetto Impatto Zero® di LifeGate, cerca di soddisfare il benessere della persona, sia tramite la color-terapia e l’ergonomia sia rispettandole norme vigenti.
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ecur-k si rivolge principalmente ad enti statali, scuole nido e di ogni grado, centri sociali, centri di benessere, centri sportivi, ospedali, case di riposo. Per ultimo, ma non meno importante, pensa alla sicurezza (nella bellezza e nell’armonia) della casa privata.
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Balans®: il benessere attivo
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uante sono le cose che facciamo da seduti ogni giorno? Spesso tutte queste azioni si ripercuotono sulla nostra salute. Le spalle e la schiena si incurvano, con conseguenti effetti negativi su cuore e apparato respiratorio. Una seduta ergonomica attiva la posizione corretta, così anche il tempo che trascorriamo seduti diventa fonte di benessere, evita cattive abitudini posturali e permette di lavorare, leggere, stare anche per ore davanti al computer senza Esempio conseguenze di fastidiosi mal di schiena. di seduta statica.
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e sedute ergonomiche Balans® sono in grado di mantenere la posizione della nostra spina dorsale corretta, seguendo una “linea guida fisiologica” che allinea il corpo e stabilisce in ogni momento la giusta postura.
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Reina
UNA CENA SENZAVELI Molte volte abbiamo desiderato invitare a cena una persona a cui teniamo molto, per parlarle di noi e per ascoltarla, per sentirla e per farci sentire, per guardarci negli occhi senza barriere. In questo momento di verità sarebbe cosa buona abbandonare i nostri ritmi alterati di sempre ed entrare in una dimensione più umana, affinché le “finestre possano aprirsi sul nostro essere”. Facciamo in modo che questa sera si incontrino due anime senza veli, aperte l’una verso l’altra, senza ostacoli alla confidenza e libere da convenevoli. Per questo incontro ho pensato a un ambiente caldo. Innanzitutto identificate un angolo della casa dove potere operare qualche cambiamento, tipo la zona conversazione. Recuperate un kilim sui toni del rosso e del mattone e ponetevi sopra alcuni piatti marocchini in metallo argentato. Su uno di essi ponete diverse candele di cera d’api che doneranno una bella luce, un altro verrà invece utilizzato per la frutta (pesche, mele rosse e verdi, limoni con foglie e fiori bianchi tipo gardenie). Di fianco alle poltrone o al divano mettete invece delle lanterne in carta rossa da posare a terra, da illuminare con un lumino. La cena sarà servita in piatti bianchi di ceramica, con posate in metallo avvolte in tovaglioli rossi e viola. I bicchieri possibilmente in vetro decorato con motivi argento. Per contenere alcune portate potete usate delle ciotole colorate con il bordo in argento. Il tè va posto in una bella teiera in metallo, lo zucchero di canna in cristalli (se gradito con il té) in una ciotolina in argento. Importanti sono i fiori: recuperate diversi vasi in ceramica o vetro rossi, o in metallo, di varie dimensioni (vanno bene anche delle bottiglie vuote di liquore magari un po’ particolari) che disporrete a vostro piacimento come scenario. I fiori consigliati? Bianchi e viola, profumati: fresie, iris, tuberose, gigli e qualche tocco di fiori di malva. Le foto di questa pagina sono di SIA Italia.
Ingredienti per 2 persone 1 confezione di caprino 50 g di gorgonzola 100 g di bresaola 1/2 sedano bianco olio, sale e pepe
Insalata di arance e rape rosse Ingredienti per 2 persone 1 arancia bionda 1 e mezza rapa rossa già cotta 1/2 cipolla rossa di Tropea mezzo bicchiere d’aceto bianco sale e semi di finocchio
Preparazione Tritate solo la parte tenera del sedano comprese le foglioline; tenete da parte il resto. Intanto mescolate il caprino con il gorgonzola e incorporate il sedano tritato. Unite poco sale e pepe. Spalmate con questa crema ogni fetta di bresaola, e arrotolatele in tanti involtini. Poneteli al centro su un piatto ovale bianco e decorate tutt’intorno con il sedano restante tritato e condito con un filo d’olio. Decorate se volete con erba cipollina fresca sminuzzata.
Preparazione Sbucciate la cipolla rossa e fatela ad anelli che porrete in una ciotola con un po’ d’acqua, aceto, sale, pepe e semi di finocchio. Lasciatela un’ora a marinare. Sbucciate la rapa e affettatela e così fate con l’arancia, avendo cura di farne fette sottili e di togliere le parti bianche. Alternate su un piatto di portata le fette di arancia con quelle di rapa, salate pochissimo, e ricoprite con la cipolla scolata.
Ceci con yogurt, zenzero fresco e aromi
Ingredienti per 4 persone 170 g di mandorle pelate tritate 170 g di zucchero 8 albumi d'uovo burro
Ingredienti per 2 persone 130 g di ceci già cotti 1 vasetto di yogurt bianco intero non zuccherato zenzero fresco menta fresca aneto fresco, coriandolo olio, pepe, sale q.b. Preparazione Mettete i ceci (lavati e sgocciolati) in una ciotola capiente. Unitevi lo yogurt, un cucchiaino di menta fresca tritata, un pizzico di aneto tritato e un po’ di coriandolo, mezzo cucchiaino di zenzero grattugiato (dopo aver tolto la buccia), regolate di sale e pepe. Concludete con un giro d’olio d’oliva extravergine. Mescolate e servite in una ciotola blu (tipo quelle che si trovano nei negozi cinesi). G.Salci, Frutta, cristalli e strumenti musicali con pappagallo, 1716,Vaduz, Coll. Principe di Liechtenstein.
Budino alle mandorle
Preparazione Fate sciogliere lo zucchero in un tegamino e unitevi le mandorle, mescolate e fate caramellare. Versate il croccante su un piano di marmo, su cui avrete messo qualche goccia d’olio, e lasciate raffreddare, poi tritatelo finché otterrete una granella. Montate bene gli albumi e versatevi il croccante. Prendete uno stampo da budino e imburratelo. Versatevi il composto e cuocetelo a bagnomaria nel forno a 180° per una buona mezz’ora, controllando la cottura con uno stuzzicadenti. Servite freddo.
Come bevanda usate il Ch'i-Men Mao Feng:
Té nero cinese fra i più rari al mondo, destinato in passato all’imperatore. Ha un colore ambratorossiccio e la sua fragranza si avvicina alla rosa. Il termine Mao Feng significa “capelli sottili”.
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Cuori di sedano bianco in bresaola
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L’ ALIMENTAZIONE SANA .
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E NON SOLO
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I L P UDORE a cura di Noi Due
Mario Sturani, “Nudino con pelliccia”, Lenci 1933
l pudore costituisce una specie di freno che regola i rapporti sociali e stabilisce ciò che ognuno vuole esibire di sé: per i più piccini stare nudi è un grande piacere perché essi amano sentirsi liberi e comodi nel proprio corpo e nella propria nudità. A partire dai 2/4 anni comincia la fase della curiosità e rispondere alle loro domande è un ruolo fondamentale per i genitori. Dai 4 ai 7 anni invece è il momento del confronto, di far valere la personalità e il modo di essere, ed è qua cha ha inizio la prima fase del senso del pudore. Dopo i 7 anni, il bambino comincia a distinguere bene ciò che è permesso dall’ambiente circostante. l pudore è una difesa naturale dell’essere umano, il cui scopo è di Budino di carote famoso in India fare in modo che l’attenzione degli Ingredienti altri sia sempre rivolta alla persona, 900 g di carote fresche impedendo che venga assorbita solo 150 g di burro dal corpo. Pio XII definisce il pudore mezzo litro di latte come la prudenza della castità, e la 300 g di zucchero meglio di canna castità è una virtù di risultanza, cioè la 3 cucchiai di mandorle un po’ tostate conseguenza di una corretta visione 3 cucchiai di uvetta dell’uomo e della vita. Il pudore è la mezzo cucchiaio di cardamomo in polvere tendenza della persona a difendere se stessa e non può essere ridotta al Preparazione solo sesso, e a sua volta il sesso Grattugiate le carote con un grattugia di metallo deve restare un mezzo al servizio di a buchi piccoli. Sciogliete metà burro in una penun amore autentico. tola e aggiungetevi le carote grattugiate. Cuocete a pentola scoperta su fiamma media per 10 minuti mescolando spesso. Aggiungete il latte, lo zucchero, le uvette, le mandorle e il burro rimasto e cuocete ancora per circa 15/25 minuti finché il dolce non si raddensa e forma una massa Viale Col di Lana, 1 unica. Versatelo su un piatto di portata e appena Tel. 02/58.10.15.93 si rifredda dategli una forma rotonda alta circa 2,5 centimetri, decorate con il cardamomo o altro e mettete in frigo per circa 30 minuti. A questo punto potete tagliarlo a fettine. Non si servono alcolici
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Una ricetta per voi, per far colorato il vostro Natale:
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TRATTORIA LATTERIA
NOI DUE
CUCINA VEGETARIANA NATURALE E BIOLOGICA
“Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere
“Spendere di più per spendere meno: l’aspetto economico del cibo” Venerdì 24 Novembre, ore 14,30/18,30 Unione CTSP - Corso Venezia 49, Milano Interverranno alcuni Presidenti dell’Unione CTSP di Milano tra cui: Gianroberto Costa (Segretario Generale Unione CTS) Antonio Marinoni (Presidente Associazione Panificatori di Milano) Simonpaolo Buongiardino (Presidente Comitato Ingrosso Alimentare Unione CTSP) Dino Abbascià (Presidente Provinciale Dettaglianti Ortofrutticoli).
Il convengo si svolgerà come un vivace dibattito tra gli intervenuti e il pubblico sul tema del costo e della qualità del cibo e su come ci si deve comportare, sia al momento dell’acquisto, sia per la conservazione e il consumo degli alimenti in casa. Da questo incontro si potranno ottenere preziose informazioni su ciò che si deve sapere per trarre il maggior guadagno dal cibo che acquistiamo, non solo per il nostro benessere ma anche per il nostro bilancio familiare. La partecipazione è gratuita. La prenotazione è obbligatoria Erredieffe - Comunicazione e Eventi - Tel : 02. 66114397 - Fax : 02.64749456
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A loro si aggiungeranno medici e esperti tra cui: Luciano Pecchiai (Primario Patologo Emerito dell’Ospedale Buzzi di Milano, Direttore del Centro di Eubiotica Umana di Milano) Luca Speciani (Dottore in Scienze Agrarie, Esperto di agricoltura biologica) Gigliola Braga (Biologa alimentarista) Flavio Gazzola (Medico specialista in Neurologia, Iridologo, Omeopata) Sergio Maria Francardo (Medico, antroposofo, membro del Comitato Tecnico Scientifico di Medicina Complementare della Regione Lombardia).
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• 100% naturale - pH 4,5 INDICAZIONI Nell'ambiente vaginale convivono in perfetto equilibrio biologico batteri e funghi che garantiscono salute e buon funzionamento. Quando questo microscopico ecosistema viene alterato si dà il via al moltiplicarsi di microrganismi che causano irritazioni locali. I ritmi di vita e di lavoro non sempre consentono alla donna una regolare e corretta igiene intima e possono dare origine ad una frequente condizione infiammatoria della mucosa vaginale; inoltre, l'uso di contraccettivi, eventualmente lesivi, possono dare origine ad una serie di disturbi, quali arrossamento, prurito, bruciori, spesso frequenti anche durante o dopo un rapporto sessuale. Da tutto ciò nasce la necessità di una quotidiana ed accurata detersione delle parti intime femminili e in tal senso è stato formulato un detergente intimo in grado di svolgere una delicata funzione decongestionante, preventivo nei confronti dei disturbi sopramenzionati, rispettando la sensibilità delle mucose vaginali e svolgendo, allo stesso tempo, un’azione deodorante e rinfrescante. Il prodotto è composto da sostanze che non alterano il pH naturale dell’epidermide, non contiene coloranti né profumazioni: la sua gradevole e fresca fragranza è del tutto naturale. COMPOSIZIONE E CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE Si tratta di una soluzione saponosa, a pH isodermico; unica fase acquosa contenente tensioattivi anionici, estratto glicolico di Malva e Camomilla e olio essenziale di Timo.
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Come poter sapere se un soggetto ha un’energia superiore alla norma? L’Istituto fornisce la possibilità di sperimentare tale facoltà, di frequentare poi dei corsi, essere riconosciuti in un Albo professionale per aprire un’attività come Bio-pranoterapeuta finito. Presso il nostro Istituto vengono eseguiti anche trattamenti riguardanti molte patologie. Per informazioni 02.20.10.24 - 02.89.07.41.70
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Il nostro Istituto è nato circa 20 anni fa, fondato dal prof. Arnaldo Zanatta, che si era imposto di portare a conoscenza della bioterapia tutti gli individui, e con questa di poter aiutare il prossimo. La parola bio-pranoterapia deriva da: bio=naturale e pranos=soffio vitale. Ciò è riferito all’energia che chiunque possiede per vivere, ma che solo alcuni che ne hanno in quantità superiore possono usare come aiuto per altri. Ora, l’Istituto Scientifico K/Z System sr.l. che è diretto dal presidente Doctor of Science Franca Navotti e dal tecnico sperimentatore Pasquale Stigliano, ha deciso da diversi anni di continuare a creare bio-pranoterapeuti e crescerli professionalmente.
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Centro Medico Olistico Dr. G.M. Di Giovanni Medico Chirurgo Specialista in Dermatologia e Venereologia
Centro Studi Superiori di Scienze Ayurvediche e bodywork olistico
ATTIVITÀ 2006-2007 Corso di formazione triennale per operatori di discipline bionaturali con specializzazione in massaggio ayurvedico (ai sensi L. reg. n. 2/05). Corso annuale di specializzazione in estetica e bodywork orientale.
C ORSI M ONOTEMATICI DI M ASSAGGIO Abhyangam emo-linfatico e snehana Muryabhyangam (stretching) ● Mardana (abhyangam con stretching) ● Mukhashiroabhyangam (viso, testa) ● Padabhyangam e Anguliabhyan (piedi/mani) ● Thandabhyangam (schiena) ● Diaframma e pranayama ● Pindasveda e shirodhara ● Ubatan, garshan e udvartanam Su richiesta proponiamo anche: abhyangam del Kerala, abhyangam del Tamil Nadu, atmabhyangam (massaggio dell’anima), stretching del Kalari, massaggio tantrico. ● ●
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Marma cikitsa (massaggio dei marma) Massaggio dei cinque vata Psicodinamica dei chakra Il rapporto tra meridiani e dosha
N ATUROPATIA AYURVEDICA Olii naturali e medicati Elementi di aromatologia ayurvedica Il Centro Studi offre anche servizi di: Counseling Ayurvedico, Psicologia ayurvedica, Floriterapia, Personal Well-being Master, consulenza e collaborazione editoriale. Per informazioni: Dr. Luigi Lacchini (direttore) www.dharma-vidya.org
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Sintomi quali cattiva digestione, gonfiore, stipsi, sensazione di evacuazione non completa, dolori addominali, episodi di diarrea accompagnati da ansia, nervosismo, stanchezza, difficoltà al sonno e ancora vaginiti o cistiti ripetute trovano nella idrocolonterapia un mezzo terapeutico efficace. Tutti possono sottoporsi alla idrocolonterapia, ma è necessaria una visita preliminare di un medico esperto;ne sono escluse le donne in gravidanza, i cardiopatici, i pazienti con patologie acute del colon (diverticolite, morbo di Crohn in fase acuta). Anche coloro che vogliono mantenersi in buona salute possono sottoporsi ad una o più sedute per effettuare un’ accurata pulizia intestinale in grado di eliminare il materiale fecale stagnante e residuo del canale intestinale e i gas che si formano da una flora batterica non sempre equilibrata.
La seduta è preceduta da un colloquio con il medico, con il quale verranno individuate le problematiche in atto: qualità della digestione,regolarità dell’ evacuazione, stile di vita alimentare ed eventuali cause di esclusione. Alla fine della terapia (della durata di circa mezz’ora) sarà possibile stabilire il numero delle sedute necessarie per far ritornare il paziente ad una condizione di benessere. Alla fine di una singola seduta viene spesso dichiarata dal paziente una sensazione di profondo benessere fisico e psichico ed è possibile riprendere,senza altri disagi la propria vita, impegni di lavoro compresi. Il periodo autunnale insieme a quello primaverile rappresentano due momenti particolarmente favorevoli all’idrocolonterapia.
Il presidente della Società Italiana di Idrocolonterapia
Dr.ssa Rosanna Giuberti V.le Piave 40/B • 20129 Milano Tel/Fax: 02/29419113 - 02/20401525 e-mail:
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Per professionisti e semplici appassionati, che vogliano imparare l’arte di dare benessere e rilassamento con le proprie mani, organizziamo:
MASTER ANNUALE DI MASSAGGI E BENESSERE ORIENTALI Il programma comprende l’apprendimento di massaggi di diverse tradizioni culturali: ♦ Massaggio hawaiano ♦ Massaggio ayurvedico ♦ Stone massage ♦ Sea Malay massage (indonesiano) ♦ Estetica ayurvedica Offriamo inoltre la possibilità di sperimentare l’Ikebana (arte giapponese di composizione floreale), meditazioni sia attive che statiche e due giornate di pratica guidata. La frequenza è di un weekend al mese, con inizio a ottobre 2006 e fine a giugno 2007.
È consentita la partecipazione anche ai singoli corsi.
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Informazioni: Apeksha Enrica Dubini Tel. 02-5469907, 335-6639834
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RELAX E BENESSERE . . . . . . . .
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IN UN ANGOLO DELLA C ARNIA
Un Natale alle terme, tra coccole e sci Conoscete la Carnia? Se la vostra risposta è no, vi consigliamo di passarci almeno qualche giorno. È un affascinante fazzoletto di terra dove potete essere accuditi e coccolati, assaggiare piatti genuini e “di alta cucina” (e spesso sconosciuti), godere di un paesaggio fiabesco ricco di arte, artigianato, folclore, tradizioni… Cosa volete di più? “Be’, visto che siamo in inverno”, direte voi, “la neve e poter sciare”. Tranquilli, c’è anche questo in Carnia. Da un lato ecco il comprensorio di Arta (Udine) con le sue famose Terme e il nuovo Centro Benessere Aquadea, dall’altro il Monte Zoncolan (1736 m.) con i suoi impianti sciistici raggiungibili in una manciata chilometri.
Una giornata particolare La nostra storia ha inizio la mattina a Piano d’Arta, un piccolo centro da cui si va ovunque con estrema facilità. Siete seduti a tavola ospiti di un Albergo (silenzioso, accogliente, curato nella scelta dei cibi naturali e tipici del luogo), e state facendo colazione (e che colazione!). Davanti a voi la prospettiva di come passare la giornata: passeggiare, scoprire altri paesi e andare per negozi e botteghe, o raggiungere i campi da sci, i numerosi impianti che alternano piste nere a discese divertenti e meno impegnative. E dopo lo sci, dopo aver ritemprato all’aria pura spirito e polmoni, vi aspetta (a vostro piacere e discrezione) un tuffo alle Terme di Arta, a rilassarvi nelle vasche idro-
massaggio, nella sauna o nel bagno turco … Ma se appena svegli dovesse vincere la pigrizia? Nessuno vi impedisce di passare la giornata nel nuovo reparto di Estetica del Centro Benessere, a farvi fare un massaggio o un peeling, a lasciarvi cullare dalle onde colorate sul lettino ad acqua calda Hydrocare, perfetto per le future mamme e per chi ha problemi di schiena, ma gradevolissimo anche per i bimbi, le persone anziane e chiunque abbia semplicemente voglia di trovare il suo momento di completo abbandono. Gran finale per tutti, sportivi e non, una cena saporita e bagnata da ottimi vini locali. A proposito: attenzione ad accettare la gentile offerta di qualche “assaggino” della casa. Se non siete più che buongustai, rischiate di non avere più la forza di alzarvi da tavola, tanta è la quantità (e soprattutto la qualità, un vero e proprio ricatto di gola) che vi verrà generosamente presentata.
Le Terme di Arta
Battezzato Hydrocare, il lettino ad acqua calda e colorata, è solo un’ultima piacevole novità del Centro di Estetica e Benessere Aquadea. Qui, in una situazione di dolce rilassamento con vista di alberi e boschi, uno staff di ottimi e (udite, udite!) gentilissimi professionisti, si dedica a voi con una serie di trattamenti e massaggi che si avvalgono sia di prodotti termali che di tecniche orientali. Ma la cosa più interessante è proprio l’acqua sulfurea. Proviene dalla fonte termale di Arta, ed il suo effetto terapeutico, che agisce tanto sulla bellezza quanto sulla salute, era già famoso in epoca romana. Bagni termali con idromassaggio o massaggio subacqueo, peeling corpo con fango termale, impacchi di fango al cuoio capelluto in caso di psoriasi e dermatite seborroica, trattamento con fango contro l’acne o per tonificare il seno, uno speciale bendaggio con acqua termale e massaggio drenante che previene e attenua gonfiori e pesantezza di gambe e piedi, trattamenti tonificanti per la cellulite e la ritenzione idrica (e sono sole alcune opzioni) fanno la differenza, eccome. A tutto ciò si aggiungono le importanti e classiche cure termali (riconosciute dal Ministero della Sanità) che le Terme, aperte tutto l’anno, propongono:
3 Crenoterapia inalatoria: attraverso vari procedimenti tra cui l’aerosol, la doccia nasale, la nebulizzazione e “l’humage” si fa raggiungere l’acqua termale (e i gas in essa contenuti) a livello delle vie respiratorie. Indicata nei casi cronici di rinosinusite, faringolaringite, bronchite, enfisema ostruttivo e pneumopatie professionali; per tracheo-bronchite da fumo.
3 Cure per la sordità rinogena: attraverso una sottile cannula introdotta nel naso, viene insufflata nella tuba di Eustachio dell’aria arricchita di idrogeno solforato proveniente dall’acqua termale. Consigliato tra l’altro per ipoacusie rinogene da otite secretiva o timpanosclerosi postcatarrale. 3 Fango-balneoterapia: si applica sulla superficie interessata del corpo del fango caldo (spessore 3 cm circa con temperatura tra i 40 e i 45°). È utile nelle artrosi, artropatie post-traumatiche, artriti e periatriti croniche, osteoporosi diffusa e segmentaria, contratture muscolari, fibrosi croniche, sindrome del tunnel carpale. 3 Balneoterapia: ci si immerge in vasche con acqua termale a temperatura e tempi indicati dalla prescrizione medica. Serve a contrastare le varie tipologie di psoriasi, eczema, dermatite, acne e le malattie artroreumatiche.
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3 La cura idropinica: si beve l’acqua termale, ricca di minerali, i cui effetti terapeutici sono consigliati in casi di epatopatie tossiche, dispepsie di origine gastroenterica, stipsi croniche, enteriti e coliti catarrali, stitichezza, atropatia gottosa, discinesie delle vie biliari, colecistite cronica.
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nteramente basata su erbe e prodotti della terra – grano saraceno, mais, legumi, asparagi di bosco e radicchio di montagna, ricotta e formaggi di malga di diverse stagionature, funghi, prosciutti e salami doc, cacciagione e pesci di torrente, frutti di bosco, mele, miele millefiori e di castagno, grappa di prugne - la cucina carnica vanta un piatto antichissimo, i cjarsóns. A vederli sembrano dei grossi ravioli, ma basta annusarli per capire che sono un’altra storia e infatti i cjarsóns, che pare risalgano addirittura al medioevo, contano un numero infinito di ricette che si differenziano non solo di valle in valle ma di famiglia in famiglia. Equilibrando alla perfezione gusto salato e dolce, hanno alla base due versioni tradizionali, una alle erbe e una dolce. Ma per farvi capire meglio di che cosa si tratta, ecco una ricetta dello chef del Ristorante Salon (sempre a Piano d’Arta) la cui cucina è rinomata a livello nazionale:
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I Cjarsóns,una specialità gastronomica della Carnia Ingredienti per 4 persone Per la pasta: 250 g di farina, 1 bicchiere d’acqua calda, 1 pizzico di sale. Per la “farcia”: 3 patate lessate e passate, prezzemolo, basilico, melissa, maggiorana, mentuccia, erba cedrina, limone selvatico, geranio profumato. E ancora: pera, mela, ricotta affumicata, cannella, cacao, uva sultanina, marmellata di albicocche, savoiardi, burro, zucchero.
Preparazione Tagliate le erbe e passatele al burro. Preparate un impasto di patate, pera, mela grattugiata, ricotta affumicata, cannella e cacao in polvere, uva sultanina, marmellata di albicocche, savoiardi grattugiati e salate quanto basta. Riempite con la farcia dei cerchi di pasta sottili, piegateli e chiudeteli a mezza luna, bollite i cjarsóns in acqua salata. Saranno pronti quando stringendo gli angoli della pasta, risulterà morbida. Scolateli e poneteli in una pirofila, spolverizzateli con un composto di ricotta grattugiata, cannella in polvere e un po’ di zucchero. Condite con burro fuso e servite.
NATALE E CAPODANNO ad ARTA TERME dal 24 dicembre al 7 gennaio 2007 Ai lettori di Hod due pacchetti speciali per una vacanza ad Arta Terme: Settimana terme e sci 6 giorni 1/2 pensione + 6 gg. skipass impianti di risalita del comprensorio Entrata alle Terme di Arta con: ❄ 1 bagno termale con idromassaggio ❄ 1 peeling corpo con fango termale ❄ 2 massaggi aromaterapici da 40’ ❄ tisana a scelta Agriturismo C 474,00 Albergo 2 stelle C 504,00 Albergo 3 stelle C 564,00 I pacchetti comprendono: Visita medica di orientamento, cura idropinica, accappatoio e ciabattine. • Supplemento pensione completa C 5,00 al giorno per persona per informazioni e prenotazioni
“Sogno di festa” 4 giorni di 1/2 pensione Entrata alle Terme di Arta con: ❄ visita medica di orientamento ❄ 1 peeling corpo al miele integrale in aquaspa ❄ 1 pulizia del viso specifica ❄ 2 bagni termali con idromassaggio ❄ 2 massaggi “arancia e cannella” 55' ❄ 1 trattamento di bellezza mani e piedi ❄ 1 programma viso luxury éclat sorgente di bellezza ❄ tisana delle feste Agriturismo C 526,00 Albergo 2 stelle C 546,00 Albergo 3 stelle C 566,00
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