GENNAIO-FEBBRAIO 2016 N. 42 Mensile di notizie, informazioni curiosità, per i santacrocesi Telefono 0824950122 – 3492666950 E-Mail
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PERIODO DI QUARESIMA La Chiesa, mediante la liturgia, continua ad attuare, nei suoi tempi e con i suoi riti, le azioni di salvezza operate da Gesù. L’anno liturgico non è dunque una serie di idee o di feste, ma è una persona, Gesù Cristo, risorto, il cui dono di salvezza viene offerto e comunicato nei diversi aspetti sacramentali che caratterizzano lo svolgersi del calendario cristiano. L’amore di Dio per la salvezza dell’uomo viene così reso attuale nell’oggi della Chiesa e dell’umanità. Centro e riferimento assoluto e indispensabile di tutto l’anno liturgico è quindi il mistero pasquale della passione, morte, risurrezione e ascensione del Signore Gesù. I primi cristiani non conobbero altra festa liturgica che quella della domenica: il giorno della celebrazione del Cristo vivo. Per questo motivo la domenica è considerata la “festa primordiale”. Solo dopo il II secolo si riscontrano testimonianze riguardanti la speciale celebrazione della risurrezione di Cristo in una Domenica prefissata. Tutto l’anno liturgico ruota dunque intorno alla
celebrazione pasquale domenicale e annuale. Pertanto la quaresima è quel tempo liturgico durante il quale il cristiano si dispone, attraverso un cammino di conversione e purificazione, a vivere in pienezza il mistero della risurrezione di Cristo nella sua memoria annuale. E’ un periodo di 40 giorni di preparazione alla Pasqua, La Chiesa ci chiede di vivere la Quaresima dedicando particolare attenzione jn queste cose: 1)Austerità e vigilanza , 2)Ascolto e preghiera , 3)Digiuno e conversione , 4)Memoria del Battesimo , 5)Carità e condivisione. I paramenti del sacerdote sono di colore viola, il colore della penitenza. L’altare è senza decorazioni floreali. Durante la Messa non si canta il Gloria, né l’Alleluja. Inizia il mercoledì detto “delle Ceneri”, giorno in cui ci rechiamo in chiesa e accettando l’imposizione delle ceneri, riconosciamo di essere peccatori: è questa una tacita confessione. Il sacerdote mettendoci un po’ di cenere sulla testa dice: “Ricordati che polvere sei e in polvere ritornerai”. In pratica, riconoscendo la nostra condizione di peccatori, noi accettiamo anche il nostro castigo: la morte temporale. Intanto, siccome Dio “non vuole la morte del peccatore”, dobbiamo confidare nella sua misericordia per salvarci dalla morte eterna, e prendere all’inizio della Quaresima, la risoluzione di lottare contro il peccato. La Quaresima termina la sera del Giovedì Santo prima della Messa “In coena Domini”. Il Tempo di Quaresima è segnato anzitutto 1)dal ricordo dei quaranta giorni di Gesù nel deserto, 2)dalla sua lotta con il demonio, 3)dalla sua vittoria sul tentatore. Nel deserto Gesù viene nutrito della Parola di Dio, e così supera ogni suggestione diabolica, scegliendo decisamente il cammino segnatogli dal Padre: la redenzione mediante l’umiltà della croce. Durante questo tempo, attraverso un ascolto più attento e volonteroso, dobbiamo accostarci anche noi alla Parola di Dio, per attingervi la forza di metterci in cammino sulla strada di Gesù Cristo.
APPUNTI DI ANGELO PLENZIO SULLE CURE NATURALI I CALCOLI I calcoli sono delle pietruzze che si formano soprattutto nei reni, nel fegato nella colecisti e/o cistifellea e c crescono via via che i sali o altri materiali,tra cui il colesterolo, si solidifica intorno ad essi. Va detto che i calcoli si formano più facilmente nelle persone con tasso elevato di colesterolo. il calcolo di solito non provoca disturbo, fino a quando non si sposta dal luogo di formazione. I calcoli biliari si formano nel sacchetto detto colecisti e/o cistifellea, che raccoglie la bile prodotta dal fegato e che dopo ogni pasto viene immessa nell’intestino tenue, per aiutare a digerire i grassi. Circa la metà dei calcoli biliari non provocano sintomi, pur restando nella colecisti: alcuni di essi , però, uscendo con la bile,essendosi ingrossati, possono rimanere incastrati nel dotto biliare, provocando così una colica biliare, con eccesso di dolore localizzato all’addome, alla scapola e alla spalla, provocando anche nausea, vomito e flatulenza. Per curarla si consiglia di evitare l’eccesso di peso e i pasti eccessivamente ricchi di calorie; si consiglia di assumere olio di oliva, spremute di arancia, di pomodoro , di carote , verdura fresca e frutta. I calcoli renali : trattasi di presenza di calcoli di dimensioni variabili che possono ostacolare il normale deflusso delle urine e possono provocare anche lesioni alla parete delle vie urinarie. Un buon rimedio per lo scioglimento e l’eliminazione dei calcoli renali è il decotto di radice di gramigna. Mettendo a bagno per 12 ore in un litro di acqua fredda 15/20 g. di radici di gramigna, ben lavata, per poi portarla ad ebollizione, buttare la prima acqua, risciacquare di nuovo la gramigna, rimetterla di nuova a bollire per 5 minuti in un litro d’acqua; una volta diventato tiepido, filtrare il decotto, che poi va bevuto a digiuno, un bicchiere al giorno poco dolcificato. Anche il decotto di ortica è un buon
rimedio: bollire per 5 minuti 15/20 grammi di ortica in un litro di acqua. Filtrare ed assumere come il decotto di gramigna. Evitare il consumo di spinaci, asparagi,fegato,crostacei e tuorlo d’uovo. E’ meglio evitare cacao, cioccolato e frutta secca. Rimedi per coliche del fegato e dei reni: 1) bollire per 5 minuti in un litro di acqua g.15/20 di camomilla e g.15/20 di radici di prezzemolo,tagliuzzati ; filtrare dopo 20 minuti e bere 2-3 tazzine tiepide al giorno;conservare in frigo. 2)Prendere 3 cucchiai di olio di oliva al giorno, immergendolo in una minestrina, molto brodosa, o in mezza tazza di acqua di cottura di bietola,o di cime di rapa, da insaporire con qualche cucchiaio di dialbrodo da prendere in farmacia. APERTURA DELLA PORTA SANTA Durante il novenario del Santo Patrono Sebastiano è stata aperta la porta della misericordia, dal 12 al 20 gennaio , attraversando la quale si poteva lucrare l’indulgenza plenaria alle solite condizioni( confessarsi, pregare secondo le intenzioni del Papa o esercitando un’opera di misericordia corporale o spirituale). L’anno straordinario del giubileo della misericordia, indetto da Papa Francesco , deve essere per noi un’occasione per riconciliarsi con il Signore e i fratelli, attraverso la richiesta di perdono. Se continuiamo a restare chiusi nei nostri risentimenti verso il Signore e il prossimo, non potremo ritenerci figli di Dio o buoni cristiani. La nostra sarà solo una fede di apparenza e di circostanza e la nostra vita una sceneggiata nei confronti del Signore, il quale invece legge solo la verità che è nei nostri cuori ed è pronto, nella sua misericordia infinita, a perdonarci , solo se lo chiediamo con cuore pentito e riconciliato.
LA PACE 2016
L’edizione n. 231 della “ PACE” sarà ricordata per la spettacolarità della sua rappresentazione, perfetta e curata nei minimi particolari. I soliti disfattisti, per fortuna pochi, che si ostinano a criticare sempre, dovranno ricredersi, perché ogni volta la rappresentazione è sempre nuova e originale. Si può discutere, esprimere pareri, ma alla fine bisogna dare atto che è una delle poche tradizioni che resta ancora in piedi, con successo, a Santa Croce. Fare una graduatoria di merito mi sembra inopportuna, perché ogni santacrocese che ama il proprio paese ha dato il proprio contributo, molti lavorando nel nascondimento. Voglio fare un complimento particolare a tutta la popolazione, che non ha fatto mancare la sua partecipazione attiva alla manifestazione e mi sia consentita di congratularmi con l’associazione Pro – Loco, che credo abbia compreso che solo lavorando insieme, anche tra mille difficoltà (e qualche arrabbiatura o incomprensione) si possono raggiungere gli obiettivi programmati
LUTTI E’ mancata all’effetto del marito ,dei figli Antonio e Nicola,dei nipoti che ha tanto amato, Cardo Consiglia in Di Maria. La ricordiamo come donna cordiale e affettuosa, disponibile all’accoglienza e all’amicizia .Per la sua dolcezza si faceva amare ed apprezzare. Il Signore le darà la giusta ricompensa per la vita trascorsa nel donarsi agli altri. Ricordiamola sempre nella preghiera. Riporto un ricordo di Antonio Sica , postato su FB, Stamattina mi ha particolarmente rattristato apprendere la notizia della morte di un nostro compaesano: Mario Zeoli, “Mariteglje Muschill” come era conosciuto da tutti i Santacrocesi. Non lo vedevo più in paese da qualche anno, e ogni tanto chiedevo a suo fratello Goffredo come stava e gli mandavo i miei saluti. Pensando a lui durante la mattinata,mi sono venuti in mente solo quattro aggettivi : Semplice, discreto, gentile, lavoratore. Per quanto mi ricordi, non l’ho mai visto essere sgarbato o maleducato o aggressivo con qualcuno. Non facevi in tempo a vederlo che già aveva alzato la mano per salutarti. Aveva un grande senso dell’ ospitalità: era raro scambiare due chiacchiere con lui senza sentirti dire, ad un certo punto, “venm a truvà Fore”. E lo capivi che lo diceva con il cuore e non per semplice cortesia. Non l’ho mai visto al lavoro eppure mi viene in mente lavoratore. Perchè? Perché aveva alcuni di quei segni caratteristici di una categoria di persone che fanno scaturire in me un rispetto di gran lunga maggiore di quello che proverei nei confronti di un premio Nobel: le mani nodose,la pelle segnata dal sole e la postura, tipici di chi ha passato una vita di duro
lavoro nei campi. Ho la convinzione che resterà nella memoria collettiva della nostra comunità per la sua simpatia garbata e spontanea che veniva fuori quando veniva in paese per farsi “na meza birra” la domenica o “a sentì li cantant” alle feste religiose.Uno di quei Santacrocesi indimenticabili. Anche se, pensandoci bene, non sono proprio convinto che gli piacerebbe essere definito santacrocese. Lui non era di Santa Croce,era de “L’acqua sulfuria”. Per questo me lo immagino, quando è arrivato davanti a quell’ imponente cancello all’ ingresso del Paradiso, mentre risponde a San Pietro che gli fa cenno di entrare ( perché le persone come lui, che hanno condotto una vita semplice e a volte dura, vanno direttamente in Paradiso): “Cammì cammì vaj scenn ‘ paradis vaj scenn… Venatenn cu mmè a l’acqua sulfuria… t’ facc’ vedè cum s’ sta bbon ”
Irene De Mariarosa ha lasciato questo mondo in silenzio, come era nel suo stile dolce e riservato, dopo aver combattuto con dignità contro un male inesorabile. Resta nel nostro cuore per l’amicizia che sapeva dare e soprattutto per l’amore , senza limiti, verso i figli e il fratello Silvio, unitamente alla cognata Carla. Il dolore del distacco non deve prevalere sulla certezza che lei ora, vive una nuova vita in Paradiso, quella dell’eternità. Pietro D’Uva ha lasciato questo mondo per incontrasi con il Padre Celeste. Sul retro della pagellina c’è la sintesi della sua opera terrena, che gli farà guadagnare il Paradiso:”L’onestà fu il suo ideale, il lavoro la sua vita, la famiglia il suo affetto” Ai familiari giungano le condoglianze più sentite .
PROVERBI E DETTI POPOLARI DEL MESE DI FEBBRAIO
Il gran freddo di Gennaio, il maltempo di Febbraio. Febbraio umido, buona annata. Febbraio, febbraiello, cortino e bugiardello. Chi vuole un buon erbaio semini in Febbraio. Febbraio nevoso, estate gioioso.. Chi vuol di vena un granajo lo semini di febbraio. Curte e male cavate, febbrare curte peggiore de tutte. Gennaio e febbraio mettiti il tabarro. Se febbraio non febbreggia, marzo campeggia. L'acqua di febbraio riempie il granaio. Se vuoi restare senza moglie, mettila al sole di febbraio. Onda di mare, sole di febbraio, pianto di donna non ti fidare. Se di febbraio tuona, l'annata sarà buona. La neve di febbraio ingrassa il granaio. Febbraio è il mese in cui le donne parlano poco.. Febbraio febbraiolo, ogni uccello poso l'ovo. Primavera di febbraio reca sempre qualche guaio... In febbraio la terra è in calore. Per la festa di S. Biagio (3 febbraio) il gran freddo ormai è passato. Per San Valentino (14 febbraio), primavera sta vicino. Non si fa un buon carnevale, se non c'è la luna di febbraio. Per San Valentino (14 febbraio), l'allodola fa il nidino. Se nevica il dieci di febbraio, l'inverno si accorcia di quaranta giorni. Se piove n’Cannelore (2 Febbraio) da lu vierne semme fôre; se piove e ‘nsieme nengue da lu vierne semme dentre; ma s’è u bielle soletieje mezza state e miezze vierne