Roberto Bellini
Fare didattica nel web 2.0: dall’ebook al self-managed content Un corso e una proposta di innovazione didattica targate Aica-Itsos di Cernusco
Roberto Bellini
Fare didattica nel web 2.0: dall’ebook al self-managed content
Un corso e una proposta di innovazione didattica targate Aica-Itsos di Cernusco
Indice dei contenuti
Abstract
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Capitolo 1 Il progetto di nuova didattica
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Capitolo 2 I questionari sui nuovi strumenti digitali
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Capitolo 3 Il corso per i docenti
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Capitolo 4 Le questioni rimaste aperte
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Capitolo 5 La posizione istituzionale
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Capitolo 6 Le indicazioni per la comunità di apprendimento
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Capitolo 7 Quattro sono i bisogni da soddisfare nella comunità dei docenti
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Capitolo 8 A che punto ci troviamo?
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Fare didattica nel web 2.0: dall’ebook al self-managed content
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Abstract
Le caratteristiche della innovazione didattica presentata nel documento di avanzamento sono fondamentalmente 3 • La scelta dei docenti di lavorare in immersione totale nel web • La identificazione e selezione dei principali strumenti e metodologie di lavoro per la docenza, rispetto ai 3 ruoli che i docenti assumono nella progettazione, realizzazione e verifica dei risultati del percorso didattico • La costituzione in nuce di una smart community nella scuola che coinvolge la maggioranza degli attori che giocano un ruolo nella didattica. I risultati sono due: 1. un “nuovo materiale didattico”, generato dall’esperienza dei docenti, supportato dai materiali testuali in formato elettronico messi a disposizione dagli editori scolastici, validato con il contributo degli studenti, in una parola gestito e utilizzato realmente; 2. la disponibilità di un percorso metodologico verificato e riproponibile per una estensione della sperimentazione ad una rete di scuole.
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Capitolo 1 Il progetto di nuova didattica
Il progetto di innovazione didattica promosso da AICA insieme all’ITSOS Maria Curie di Cernusco sul Naviglio nasce dalla convergenza di più fattori: 1) il finanziamento da parte della Regione Lombardia per l’acquisto nel 2012 di tablet per un certo numero di scuole, 2) la disponibilità a confrontarsi sulla nuova didattica “in ambiente digitale” dei docenti delle scuole finanziate, fra cui quelli dell’istituto tecnico sopraindicato, 3) la volontà di AICA di supportare la sperimentazione attraverso un piccolo finanziamento e i contributi dei propri esperti di didattica delle competenze e di comunicazione, e infine, ma non meno importante, 4) una riflessione pubblica orizzontale su quanto emerso; a tale riflessione pubblica sono stati invitati a partecipare i rappresentanti della Regione Lombardia e dell’Ufficio Scolastico Regionale oltre che un editore di scolastica (Zanichelli) e l’associazione dei docenti di informatica ANDINF che nel frattempo avevano condotto un sondaggio sui libri di testo digitali. Il progetto, partito circa 6 mesi fa, è stato impostato come un Corso online per docenti coinvolti nel Progetto Generazione Web, lanciato dalla Regione Lombardia, Assessorato Istruzione, Formazione e Lavoro; il corso era gratuito, a partecipazione libera e spontanea, di lunga durata: i docenti hanno aderito al progetto su base volontaria, spinti dalla curiosità di verificare i cambiamenti introdotti nella didattica a partire dalla propria esperienza, dandosi l’obiettivo di individuare quando e come la rete, i dispositivi mobili e gli strumenti web 2.0 avrebbero potuto facilitare e migliorare sia il lavoro del docente che i risultati di apprendimento degli studenti . Buona è stata la percentuale di corsisti che hanno concluso il percorso tenendo conto che la partecipazione era volontaria; oltre 100 sui 270 iscritti. Il gruppo di lavoro è stato costituito da 4 docenti dell’ITSOS e da Pierfranco Ravotto, di AICA, che hanno lavorato con altri 270 colleghi docenti coinvolti. Mara Masseroni, docente dell’ITSOS, si è fatta portavoce – nel seminario “Fare didattica nel web. Facciamo il punto … e virgola”, organizzato da AICA e ANDINF a Milano il 15 ottobre – del gruppo di lavoro e ha presentato i risultati del corso sperimentale. Fare didattica nel web 2.0: dall’ebook al self-managed content
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Capitolo 2 I questionari sui nuovi strumenti digitali
Una prima importante attività del progetto è stata promuovere un dibattito/confronto sui vari temi della didattica nel web. Le risposte dei docenti coinvolti, hanno messo in evidenza che non tutti hanno accettato questo tipo di tecnologia all’interno dei consigli di classe: le criticità individuate sono state relative all’allungamento dei tempi in classe per problemi tecnici nell’uso di eBook e, più importante, la mancanza di percorsi di formazione obbligatori per gli insegnanti, l’assenza della revisione del tempo scuola, l’introduzione di maggiore flessibilità nella didattica e, infine, la richiesta di sganciarsi gradualmente dagli schemi didattici tradizionali per esplorare nuove vie (magari collaborando con gli studenti); l’introduzione delle nuove tecnologie nella didattica dovrebbe essere accompagnata da un programma che tenga conto di quanto indicato, in modo sistematico. Alla fine del corso i docenti/corsisti sono stati chiamati a rispondere a due questionari: uno di gradimento del corso, uno di autovalutazione dei risultati conseguiti. Si riportano di seguito alcune tra le più significative domande e risposte. Le risposte alla domanda: “Avete già adottato libri digitali? Cosa ne pensate?”, hanno fornito indicazioni positive e negative: • gli aspetti positivi: gradimento da parte degli studenti, minor peso degli zaini ,possibilità di interazione (ove possibile, come aprire note nel testo, inserire appunti integrativi, commenti, eseguire esercizi a scelta multipla, aprire post-it
) e viceversa scarse espansioni online di contenuti/ esercitazioni/ video. • gli aspetti negativi invece: molti libri digitali non consentono la copia o la stampa di parti del testo, spesso sono solo una trasposizione in PDF del testo cartaceo, senza collegamenti ad aree laboratoriali e limitata interazione con i testi (sottolineatura, qualche nota ..), abbattimento non significativo dei costi rispetto ai libri cartacei, nessuna o scarsa interattività, scarsa possibilità di impostare una classe virtuale, difficoltà di scaricare gli e-book da Scuolabook, tempi lunghi di visualizzazione, nessun indice interattivo, assenza di adeguato supporto tecnico da parte degli editori. Fare didattica nel web 2.0: dall’ebook al self-managed content
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Le risposte alla domanda “Siete disponibili a condividere le risorse didattiche da voi prodotte? Con quale licenza d’uso?” hanno dato luogo ad un censimento di 11 risorse conosciute e considerate utili come Hotpotatoes per gli esercizi, Audacity per l’audio, Geogebra per le simulazioni e i grafici interattivi, Excel per le esercitazioni, Prezi per le presentazioni, WebQuest per le attività di ricerca guidata, ecc. La terza domanda “Quali strumenti/ambienti utilizzate per la produzione di risorse?” ha permesso di raccogliere una lista di 8 strumenti quali Dropbox, Skydrive, GoogleDrive eTwinning, Blog, Registro elettronico, YouTube, Facebook; mentre le risposte alla domanda “Quali strumenti utilizzate per la comunicazione sincrona e asincrona?” hanno messo in luce Skype e Hangout per quella sincrona e gli account gmail individuali e di classe per quella asincrona. Ancora interessanti sono state le risposte alle domande sull’uso di nuove tecnologie; in particolare per • LIM (lavagna interattiva multimediale): sono emersi anche per questa tecnologia 12 usi diversi quali svolgere esercizi, accedere a materiale in rete o risorse preparate dal docente; inserire collegamenti ipertestuali, immagini, video, evidenziare, disegnare, registrare, mostrare presentazioni PowerPoint, riassumere e organizzare le lezioni; esportare le lezioni o nel semplice formato pdf o come un vero e proprio filmato; proiettare il libro di testo, evidenziarlo, inserire note, svolgere esercizi interattivi; mostrare spezzoni di film/documentari/mappe/cartine (anche mute su cui scrivere); cercare contenuti in Internet; svolgere gli esercizi dal CD ROM del libro; costruire favole e giochi didattici interattivi; conservare, archiviare tutto ció che si scrive sulla lavagna in vari formati (pdf, jpg ecc.); aprire una ‘finestra’di collegamento con la classe online; costruire lezioni ad hoc e condividerle; costruire lezioni sul foglio bianco (come spreadsheet) e poi salvarle • Tablet/iPad/ netbook: sono emersi 12 usi diversi quali prendere appunti, sottolineare testi, inserire commenti su testi dati, rielaborare testi, catturare immagini, registrare, filmare, navigare in rete, consultare libri digitali, usare app didattiche, realizzare mappe, realizzare ebook. OGGI, dopo la fine del corso, il 100/100 dei post dichiarano di essere disponibili a condividere le risorse!
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Capitolo 3 Il corso per i docenti
Le indicazioni raccolte hanno costituito la base per l’impostazione del corso online Fare Didattica nel Web. La dizione “didattica nel web” è stata discussa e scelta dai docenti per sottolineare che ormai non si può fare didattica senza la tecnologia: siamo di fronte ad una immersione totale in cui la tecnologia migra “naturalmente” in ogni singolo atto della operatività didattica . Masseroni ha riassunto i risultati della sperimentazione riportando ciò che i corsisti hanno evidenziato come punti di forza del corso: • si è sviluppata una Comunità di docenti di discipline diverse (multidisciplinarietà) con il risultato di un ampio confronto metodologico e di strategie didattiche possibili impiegando la rete e vari strumenti web 2.0 • il materiale di studio è stato organizzato per un apprendimento rapido, organizzato secondo le competenze digitali da far acquisire ai docenti (come da Syllabus Unesco) • si è innescato, nelle scuole dei corsisti partecipanti al corso, un effetto “contagio” con disseminazione dei risultati e coinvolgimento di colleghi al di fuori del corso • gli strumenti web 2.0 sono stati presentati nell’ottica di un utilizzo concreto nella didattica quotidiana; sono stati messi a fattor comune una molteplicità di forum tematici che hanno consentito la raccolta di idee, progetti e percorsi didattici nella tecnologia • È stato possibile effettuare un costante tutoraggio che ha consentito di coinvolgere, stimolare, incoraggiare a partecipare attivamente, con conseguente creazione di un ambiente di lavoro collaborativo e stimolante • “fare didattica nella tecnologia” ha permesso di riconoscere un potenziale interessante: ◦◦ maggiore attrattività della didattica con conseguente aumento della motivazione ad apprendere ◦◦ una risposta più efficace a stili e ritmi di apprendimento diversiFare didattica nel web 2.0: dall’ebook al self-managed content
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ficati (multimedialità e multicanalità delle risorse sviluppate/utilizzate; percorsi online in auto-apprendimento e apprendimento assistito) ◦◦ un’occasione di formazione per i docenti sempre più chiamati ad un uso delle nuove tecnologie e di ambienti di apprendimento virtuali ◦◦ un’occasione per la scuola, quale istituzione, di ideare e implementare un’offerta formativa più adeguata e rispondente ai bisogni Il corso ha inoltre raccolto, attraverso i post dei colleghi corsisti, la valutazione degli studenti relativamente all’suo delle tecnologie nella didattica: • molti favorevoli, anche se cominciano a capire che usare i tablet vuol dire fare delle attività di gruppo, fare delle ricerche a casa per poi discutere in classe il lavoro fatto, • alcuni entusiasti, che però tendono a giocare con lo strumento: ci vuole autorevolezza, minacce e pazienza, ma alla fine comprendono l’utilità • alcuni lamentano invece difficoltà ad usare i libri digitali: capiscono comunque che un uso in classe responsabile, non corrisponde almeno per la maggioranza ad un uso a casa che sfrutti le potenzialità dello strumento; molti studenti vedono ancora il tablet come un “gioco” e non come uno strumento di studio Sul versante famiglie si riportano le seguenti considerazioni: • la sperimentazione con i tablet è stata ben accolta anche se ci sono state manifestazioni di scetticismo perché il progetto è piovuto dal cielo senza preavviso; comunque le famiglie hanno di buon grado accettato di condividere questa esperienza sottoscrivendo i contratti e pagando anche la cauzione per eventuali danni o furti; • i genitori sono stati in questa iniziativa i grandi assenti nei feedback; non sapevano cosa dire anche se alcuni hanno dimostrato interesse percependo anche per loro la possibilità di avvicinarsi a queste nuove tecnologie.
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Capitolo 4 Le questioni rimaste aperte
• Sono rimaste aperte le seguenti questioni: • “in che modo misurare l’efficacia di questo paradigma didattico sugli apprendimenti, anche alla luce degli scadenti risultati/livelli raggiunti nelle indagini internazionali?” • “quali strumenti, a livello nazionale, per monitorare e verificare che vi sia un reale miglioramento nel raggiungimento delle competenze base?” • “come gestire l’incongruenza tra i testi delle prove formali nazionali e la didattica per competenze nella “tecnologia” attuata in corso d’anno?” • “come gestire l’incongruenza fra i tempi lunghi della didattica per competenze nelle tecnologia con i tempi reali della scuola e con i “programmi da svolgere”? • “Come uscirne vivi? Privilegiare la complessità orizzontale “sacrificando” quella verticale?” • “come gestire la dicotomia tra l’incoraggiamento all’uso dei dispositivi mobili e la rete e le direttive MIUR sul divieto di usare dispositivi mobili e la rete nei momenti di verifica formale?” • “come coniugare la certificazione di avvenuto raggiungimento di competenze e la rigida organizzazione per classi e non per livelli?” • “quale formazione per gli insegnanti tenuti a raggiungere le competenze digitali come da Syllabus UNESCO?” • “quando e come le dotazioni tecnologiche delle scuole non saranno più ostacolo ad una didattica nella tecnologia?”
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Capitolo 5 La posizione istituzionale
I contributi degli attori istituzionali invitati al convegno e la successiva discussione hanno costituito a tutti gli effetti un momento di riflessione sulla sperimentazione e di arricchimento collettivo per i docenti presenti. Gli attori istituzionali coinvolti sono stati • ANDINF-Associazione dei docenti di informatica: ha effettuato una prima rilevazione e un’analisi dell’utilizzo dei libri di testo digitali nella scuola; secondo Maria Romano, docente e Vicepresidente ANDINF, su 228 rispondenti del campione l’82% dichiara di avere adottato un libro digitale o misto e il 57% lo considera uno strumento valido per l’attività didattica, anche se il 60% ne considera scarsa la interattività; studenti, docenti e famiglie invocano una Interattività sia nel testo che nelle esercitazioni, la possibilità di stampa, l’accesso diretto ai contenuti on line, prezzi significativamente più bassi dei testi cartacei, la possibilità di utilizzare la “dote scuola” per l’acquisto • Regione Lombardia: Alessandro Corno, dell’Amministrazione Regionale ha fornito indicazioni sul contributo che ha permesso l’acquisto dei tablet in 329 scuole per un totale di circa 30.000 studenti; • Ufficio Scolastico Regionale: Barbero ha sottolineato l’orientamento positivo dell’Ufficio Scolastico a garantire le migliori condizioni di sperimentazione e diffusione dell’iniziativa; • Zanichelli, editore di scolastica: Giuseppe Ferrari, direttore editoriale di Zanichelli, ha sottolineato il ruolo editoriale come fornitore di contenuti e risorse culturali accreditate a livello nazionale oltre che per singola disciplina
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Capitolo 6 Le indicazioni per la comunità di apprendimento
Possiamo a questo punto estrarre qualche indicazione di carattere più generale da quanto abbiamo imparato dal progetto ITSOS/AICA “Fare didattica nel web 2.0”. La prima osservazione riguarda la necessità del cambiamento: la didattica cambia perché cambiano le modalità di apprendimento degli studenti nell’ambiente digitale, perchè sono cambiate le modalità di comunicazione, perchè le risorse messe a disposizione dalle rete sono pressochè illimitate; la disponibilità di tecnologie digitali abilita l’accesso al sapere e alla conoscenza in tutti i settori e le discipline, quasi con un eccesso di opportunità che bisogna imparare a controllare e verificare. Nel caso specifico dell’ITSOS si è sviluppata (in modo naturale) una comunità digitale di docenti come luogo di apprendimento e discussione partecipata nell’ambito di un dominio – quello del progetto didattico in ambiente digitale – in cui si addensano argomenti di interesse condiviso fra i partecipanti alla comunità; la riflessione pubblica sui risultati della sperimentazione ha costruito le premesse per la costituzione di una smart community nella scuola che varrebbe la pena di continuare a sviluppare come luogo più istituzionale di futuri nuovi cicli di verifica, sperimentazione estesa per la produzione di nuovi materiali e nuove metodologie didattiche, “nel web”, come è stato giustamente messo in luce dal gruppo di lavoro. Come membri della Comunità i docenti hanno condiviso un’identità e una missione, hanno cooperato alla produzione dei materiali e delle metodologie e quindi creato conoscenza, si sono riconosciuti e hanno rafforzato la propria identità di docenti. Oltre che per se stessa la Comunità dei docenti ha influito in modo determinante nel supporto alla Comunità degli studenti che a sua volta si è fatta parte attiva nelle “conversazioni educative” attraverso l’utilizzo di supporti informativi (come testi, immagini, audio, filmati), la partecipazione a proposte di lavoro (come esercizi, case study, webquest, simulazioni e i laFare didattica nel web 2.0: dall’ebook al self-managed content
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boratori virtuali) e attraverso la realizzazione di artefatti, “oggetti culturali” pubblicati e quindi ri-immessi nel flusso della cultura. (ciò in una logica di sostenibilità nel tempodi tale didattica) La Comunità di apprendimento assistito degli studenti, sempre connessi attraverso i tablet, oltre che fra di loro, anche ai loro insegnanti e ai “materiali didattici” ha perseguito l’obiettivo di configurare il proprio ambiente di studio secondo il proprio stile cognitivo per ottenere un adeguato livello di solidità e qualità della conoscenza.
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Capitolo 7 Quattro sono i bisogni da soddisfare nella comunità dei docenti
Il docente in generale ha bisogno 1) di un progetto che sia innescato da • identificazione degli specifici bisogni formativi che spesso il discente non è in grado di esplicitare (latenti) • qualificazione e selezione delle “occasioni di apprendimento”, le metodologie e le tecnologie più adatte al contesto (tipologia di utenti e loro livello culturale, competenze digitali,
; tempi per la formazione; risorse;
); • messa a fuoco delle risorse disponibili – materiali didattici, ambienti in rete, laboratori,
– più adatte; • attivazione delle modalità più adatte per interagire con altri soggetti/ organizzazioni cui chiedere di svolgere un ruolo nella formazione, siano essi “esperti”, aziende in cui far svolgere esperienze di stage, fornitori di tecnologia, Più specificamente, quando il docente svolge il ruolo di animatore/coordinatore in una comunità di apprendimento, dovrà anche 2) • sostenere la motivazione della comunità nel suo insieme e quella dei singoli; • monitorare costantemente le attività intervenendo per risolvere i problemi e superare le difficoltà individuali o collettive; • fornire costanti feedback al gruppo ed ai singoli; • valorizzare il lavoro dei partecipanti; • modificare in itinere le proposte di lavoro e fornire nuovi materiali didattici Se invece al docente è richiesto di svolgere il ruolo 3) di produttore e adattatore di materiali didattici, gli viene richiesto di • Avere specifiche competenze disciplinari come “instructional designer” • Saper riconoscere, selezionare, qualificare e usare la molteplicità di strumenti tecnici di produzione. • Chiedere agli editori che forniscano dei contenuti su cui poter lavorare Per completare il suo ruolo infine 4), il docente che orienta e i propri Fare didattica nel web 2.0: dall’ebook al self-managed content
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studenti al lavoro e svolge attività di recupero, ha bisogno di poter “governare” il progetto • Fornendo agli studenti elementi per comprendere la realtà professionale (cosa è successo durante e dopo) • Aiutandoli a costruirsi un percorso di studio/lavoro • Organizzando esperienze di stage coerenti con l’interesse degli studenti • Misurando le competenze in uscita acquisite da parte degli studenti (certificazione)
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Capitolo 8 A che punto ci troviamo?
Ci sembra di poter qualificare il progetto di sperimentazione didattica in ambiente digitale come un progetto innovativo in più tappe di cui sono state concluse le prime due • La messa a fuoco della nuova idea didattica da parte di un primo nucleo di docenti innovatori • La conclusione della verifica di questa idea con la sperimentazione concreta di un nuovo sistema didattico completamente immerso nel digitale (quella che in gergo si chiama “proof of concept”) Le evidenze della costruzione del nuovo modello didattico e la sua sperimentazione presso l’ITSOS Marie Curie, intorno a cui si è aggregata la Smart Community che ha preso forma nel workshop di discussione, predispone le istituzioni finanziarie e di governo della didattica locale a fare uno sforzo anche finanziario per trasformare il prototipo metodologico in metodologia didattica consolidata da replicare e diffondere presso il sistema educativo regionale, rispondendo, magari con modalità mirate anche se estese ad un più ampio campione comunque selezionato di scuole, allo stimolo che il prototipo ha delineato come fattibile e promettente. AICA in questo contesto si qualifica come attivatore della comunità e “agenzia” di comunicazione e promozione della smart community che innesca un percorso ricorsivo di a) analisi e riflessione, b) progettazione educativa (instructional design), c) realizzazione e sperimentazione, d) valutazione dei risultati, per alimentare un successivo ciclo.
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