SELEZIONE DELLA RASSEGNA STAMPA GARDESANA
Dal 28 marzo al 3 aprile 2015 •
da BRESCIA OGGI
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dal GIORNALE DI BRESCIA
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da L’ARENA
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da L’ADIGE
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dal TRENTINO
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dalla GAZZETTA DI MANTOVA
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dal CORRIERE DELLA SERA
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ALTRE FONTI
da BRESCIA OGGI giovedì 02 aprile 2015 – CRONACA – Pagina 11 VERSO L´INAUGURAZIONE. Tra gli operatori economici bresciani c´è molta consapevolezza dell´impegno profuso. Ma altrettanta incertezza sulle ricadute dell´evento Expo, le prenotazioni ancora languono Mauro Zappa Fantini (Federalberghi): «Per ora scarse, arriveranno sotto data» Merigo (Brescia Tourism): «Tante incognite. Ma sono ottimista»
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Il 31 marzo 2008, giorno in cui fu conferita a Milano l´organizzazione di Expo 2015, all´inaugurazione mancava la bellezza di 2.586 giorni. Non tutti sono stati spesi brillantemente. A distanza di un mese dal 1° maggio, data del taglio del nastro, ci si chiede ancora se, come e quanto la manifestazione avrà le tante ricadute attese sul territorio bresciano. «DA MOLTI osservatori si desume che segnali significativi non ne arrivano - avverte Alessio Merigo -. Si tratta di una grande incognita. È vero che le iniziative e le azioni messe in campo dai bresciani sono numerose, ma al momento misurarne concretamente gli effetti è impensabile». Il presidente di Brescia Tourism non nasconde che «il punto di domanda resta enorme», ma si professa «ottimista» convinto com´è che «un evento così rilevante, molto contiguo a Brescia, realtà che ha attivato efficaci politiche attive, non potrà che dare risultati soddisfacenti». Giancarlo Turati non nutre dubbi sull´intensità dell´impegno profuso: «Ce la stiamo mettendo tutta, però è chiaro che nessuno è Frate Indovino, possiamo solo basarci sul lavoro fatto e ancora in corso. Il progetto Brescia Experience di AIB, creato con lo scopo di generare interessi per le imprese, unitamente allo sforzo in atto da parte di Ats Sistema Brescia, testimoniano che quello che si cerca di fare è di essere il più possibile attrattivi». Il coordinatore del progetto Expo per conto dell´associazione di via Cefalonia appare come un pugile che a ridosso del match non può sapere se dal ring ne scenderà vincitore, pur avendo la consapevolezza di essersi allenato con scrupolo e impego: «Abbiamo fatto tutto il possibile, la fatica è tanta e l´orologio ci è nemico, i tempi sono stretti e il risultato non può essere garantito». Le aspettative non mancano, ma dati e report che le certifichino come tangibili, e non come chimere, al momento sì. Evidenza confermata anche da Alessandro Fantini, vicepresidente di Federalberghi Brescia: «In questa fase, di prenotazioni non se ne vedono, ma ce l´aspettavamo, dipenderà da quello che succederà nella città che ospita Expo, a Milano una saturazione degli alberghi oggi non risulta. Arriveranno sotto data, in funzione delle tariffe e della disponibilità delle camere. Se i prezzi a Milano saranno elevati, i visitatori si guarderanno intorno, e a quel punto li potremo intercettare». I gestori degli hotel di casa nostra, spiega Fantini, «si aspettano un turismo di passaggio, che metterà la kermesse al centro della propria attenzione». Il mercato a cui si punta di più è quello business, innescato dagli imprenditori bresciani che vorranno utilizzare l´evento per consentire ai clienti e fornitori esteri la visita alle loro aziende. Da Aib, capofila di Your Business Incoming to Expo, servizio a favore delle imprese che avranno la necessità di pacchetti turistici per le operazioni di pubbliche relazioni in funzione di Expo 2015, non filtrano indiscrezioni sull´andamento del progetto. Fanno sapere che il ritorno non è quantificabile, ma che l´interesse è palpabile e che si muoveranno tutti all´ultimo istante. giovedì 02 aprile 2015 – PROVINCIA – Pagina 28 INFRASTRUTTURE. La Giunta comunale cambia strategia sull´alta velocità ferroviaria, ritenuta ormai inevitabile Tav, Desenzano si prepara ad alzare «bandiera bianca» Alessandro Gatta L´assessore Tira: «Non esistono progetti alternativi O si usa la linea storica, o prepariamoci ai cantieri» E spunta già un «Piano B» per resistere all´impatto La Giunta comunale di Desenzano sembra non nutrire più molte speranze di poter evitare l´arrivo dei cantieri della Tav Brescia-Verona. A palazzo Bagatta credono pochissimo nelle «alternative»: non convince l´ipotesi di quadruplicare la ferrovia esistente, e viene definita «un contributo al dibattito» anche la proposta (pur formalmente avanzata dal Comune) di utilizzare i binari già esistenti per l´alta velocità. Tanto vale prepararsi all´inevitabile. Lo ammette Maurizio Tira, l´assessore all´urbanistica, sollecitato sul tema in occasione di un incontro sul Piano di
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governo del territorio. La questione è di enorme importanza: il nuovo corridoio ferroviario, gli 87 mesi di cantiere, i vigneti e le aziende agricole colpite, l´impatto complessivo sul territorio. Sono i motivi per cui Desenzano, insieme a Brescia, Calcinato e Pozzolengo, era tra i Comuni ad aver dato parere negativo al progetto di Italferr. Perchè pensare male adesso? ORMAI si gioca a carte scoperte, spiega Tira: «Desenzano è capofila, insieme ad altri Comuni, di osservazioni tecniche che suggeriscono il potenziamento della linea già esistente, senza raddoppiare i binari, realizzando nuovi punti di movimento sulla Brescia-Verona. Per Desenzano un impatto pari a zero. Non è un progetto alternativo, ma un contributo al dibattito. E che fa parte di quelle obiezioni che la Commissione tecnica del ministero dell´Ambiente sta ancora valutando». Anche l´ipotesi di quadruplicamento della linea storica per Tira è solo «una delle tante proposte leggere, e che in realtà non esistono. Il ministero dei Trasporti è sempre stato chiaro: o Tav o niente, non ci sono progetti alternativi». A poco serviranno le barricate. E ALLORA a Desenzano c´è già un «Piano B»: limitare i danni, intervenendo su cantierizzazione e cronoprogramma. Anzi: «Trasformare il disagio in opportunità - spiega Tira -. I cantieri ci saranno? E noi ci prepareremo, studiando una logistica diversa, che non vada a toccare aree "vergini". In zona ci saranno centinaia di operai: potremmo decidere noi dove farli mangiare, dove farli dormire. Anche riqualificando quello che esiste, nell´ottica di ricettività futura». Rimane l´attesa, insieme ad una vittoria di Pirro: lo spostamento del «cantiere base» al di fuori del territorio desenzanese, che si farà in alcune cave dismesse di Lonato. martedì 31 marzo 2015 – PROVINCIA – Pagina 21 LAGO DI GARDA. Da una «storica» pagina dell´archivio di Bresciaoggi emerge una scomoda verità: tra errori e sottovalutazioni, i problemi di oggi sono ancora gli stessi Ambiente e turismo, trent´anni buttati via Alessandro Gatta Nel 1982 una decisione «fatale»: un depuratore unico a Peschiera e la pericolosa condotta sublacuale Ora è tutto da rifare per 230 milioni Valentino Rodolfi «Un solo depuratore per il lago, diviso da mille pareri diversi». Così titolava Bresciaoggi nel 1982, raccontando con la penna magistrale di Sergio Zanca il sofferto dibattito sulla nascita di quel sistema di depurazione e collettamento dei reflui del lago di Garda, che oggi tutti considerano una «bomba ecologica» e che sta presentando il conto. A 33 anni di distanza si può dirlo: in quel 1982 fu commesso un errore. Quel depuratore unico a Peschiera, innanzitutto, non basta più: concepito per un´utenza di 330 mila abitanti, oggi si trova a doverne «servire» 450 mila, che in proiezione saliranno a 560 mila. Secondo errore: la scelta di trasportare a Peschiera i reflui bresciani con la «condotta sublacuale» è oggi considerata la più seria minaccia al futuro del lago; se si rompessero quei tubi pieni di liquami e vecchi di trent´anni, sverserebbero nel lago e sarebbe un disastro. RISULTATO della trentennale storia: se nel 1982 fu stimata una spesa di 102 miliardi di vecchie lire (poi saliti a 170 in 16 anni di lavori) per realizzare il sistema, oggi si parla di un fabbisogno di 230 milioni di euro per rifare tutto. A partire dal raddoppio del depuratore (costruirne uno a Visano dedicato alla sponda bresciana, per 225mila utenti teorici) e dall´eliminazione della condotta sublacuale per trasportare il «materiale» non più con tubi adagiati in fondo al lago, ma per 82 chilometri via terra. Non c´è una situazione di «catastrofe imminente», i tubi sono monitorati e per ora reggono. Ma tutti gli addetti ai lavori, dal presidente di Garda Uno, Mario Bocchio, al presidente emerito della Comunità del Garda, Aventino Frau, hanno definito la condotta una «bomba ecologica». Anche perchè realizzare il nuovo sistema richiederà 10 anni. Servono soldi e tanti: 230 milioni, di cui 117 milioni solo per la sponda bresciana. Il quadro economico tiene conto dei
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costi per realizzare i collettori sulla sponda bresciana e il collegamento fino a Visano (circa 90 milioni) e per realizzare il depuratore (circa 27 milioni), oltre a nuovi adeguamenti al depuratore di Peschiera (5 milioni) e al rifacimento del collettore veronese (circa 85 milioni), più altro ancora fino all´importo di circa 230 milioni. LA SVOLTA. Se 33 anni fa non tutti erano d´accordo sulla soluzione adottata (si divisero i Comuni e gli addetti ai lavori) oggi su una soluzione completamente diversa si registra l´unanimità tra i sindaci, la Comunità del Garda e le aziende speciali, dalla bresciana Garda Uno alla veronese Ags. È Manerba il primo Comune ad aver ufficialmente aderito - con delibera approvata l´altroieri in Consiglio comunale all´Associazione temporanea di scopo (l´acronimo è Ats) che dovrà raccogliere i Comuni gardesani e che avrà la titolarità giuridica dell´operazione collettore, come concordato da tutti i sindaci gardesani in una riunione di inizio marzo a Gardone. All´Ats dovrebbero aderire tutti i Comuni della riviera: in molti hanno già dato parere positivo, seguiranno le adesioni formali. E questa volta è vietato sbagliare. martedì 31 marzo 2015 – PROVINCIA – Pagina 21 LA STORIA. Le ragioni che portarono a realizzare l´attuale sistema Quando fu scartata l´ipotesi del depuratore a Toscolano Un depuratore dedicato alla sponda del Garda bresciano potrebbe già esistere da trent´anni. Lo riferiscono le cronache di quel 1982, quando la località «candidata» era Toscolano, da dove oggi invece parte la condotta sublacuale diretta all´impianto di Peschiera. ESISTESSE OGGI, il depuratore di Toscolano eviterebbe di doverne costruire uno ex novo, facendo risparmiare molti soldi. Il paradosso è che, anche allora, avrebbe fatto risparmiare: «L´ipotesi Toscolano fu a suo tempo avanzata per motivi economici - scriveva il nostro giornale nel marzo 1982, quando Lombardia e Veneto firmarono invece l´accordo per Peschiera -. In base a calcoli del 1980, avrebbe consentito di risparmiare 12 miliardi rispetto alla soluzione Peschiera via lago, o 5 miliardi su quella via terra, oltre a mezzo miliardo all´anno per la gestione». Perchè allora si preferì non fare un depuratore bresciano? Una delle motivazioni principali addotte al tempo era di natura tecnico-ambientale. Peschiera infatti sorge sul fiume Mincio, e questo fece la differenza nella prospettiva di smaltimento di dei fanghi trattati: «Buttare i liquami parzialmente trattati nel lago - spiegavano allora gli addetti ai lavori - obbligherebbe ad aggiungere un terzo stadio di rimozione dei fosfati e dell´azoto. In un fiume invece tale precauzione non è necessaria: l´acqua corrente evita l´accumulo e l´eutrofizzazione». L´argomento dirimente, buttare i fanghi fuori dal lago, alla fine si rivelò determinante per le sorti del progetto. Quanto ai pericoli della condotta sublacuale, la «bomba ecologica» che oggi fa tanta paura, all´epoca non emersero particolari timori circa una sua potenziale pericolosità, nemmeno in prospettiva di lungo termine. «Esistono gli stessi problemi della posa di un metanodotto: basta scegliere ditte attrezzate», disse allora il comitato tecnico scientifico guidato dalla Provincia di Brescia. Non si vedeva insomma alcuna controindicazione nel posare tubature piene di liquami non trattati sui fondali del lago, tra Toscolano e San Vigilio, a 250 metri di profondità: «È la soluzione che dà maggiori garanzie - si riteneva allora -: lo hanno fatto anche con i metanodotti in fondo al Mediterraneo». Torna all’elenco dei quotidiani
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da L’ARENA venerdì 03 aprile 2015 – PROVINCIA – Pagina 32 STAGIONE SUL GARDA. Lucchini, Federalberghi: «Grande ruolo dell'entroterra e di fattori di richiamo come Gardaland e la funivia del Baldo» Pasqua, il turismo parte alla grande Emanuele Zanini Le prenotazioni segnano già un più 5 per cento e mancano ancora quelli dell'«ultimo minuto» Malcesine intravvede già il «pieno» per l'estate
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Con Pasqua alle porte si avvia ufficialmente la nuova stagione turistica sul Garda. E con ogni probabilità sarà una partenza sprint. Le prime previsioni, infatti, parlano di un aumento delle prenotazioni alberghiere per il periodo pasquale nelle strutture del Benaco, con un trend di crescita atteso almeno del 5 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A sottolinearlo è Federalberghi Garda Veneto attraverso l'osservatorio delle centrale di prenotazione del lago di Garda, GardaPass Booking, pur tenendo in considerazione che quest'anno la Pasqua arriva con due settimane in anticipo rispetto al 2014, quando era caduta il 20 aprile anziché il 5 aprile di quest'anno, e che le strutture ricettive non sono già tutte aperte. «Si attendono comunque anche le prenotazioni degli ultimi giorni, visto che la tendenza della prenotazione “last minute” è sempre più in aumento», spiega Giovanni Altomare, direttore di Federalberghi Garda Veneto. «Ad ogni modo l'interesse e la richiesta c'è sicuramente», aggiunge. Un'attrazione turistica che coinvolge in maniera piuttosto omogenea tutta la sponda veronese, da Peschiera a Malcesine, quest'ultima, tra l'altro, inserita assieme a Bardolino, Limone e Riva del Garda, nella top ten delle località più ricercate per una vacanza primaverile in Italia da parte dei turisti stranieri, secondo un recente studio dell'osservatorio del portale web Trivago. Questo periodo dell'anno inoltre è uno dei preferiti dagli italiani per trascorrere qualche giorno di vacanza sulle rive del Garda. «Se in generale le prenotazioni dei nostri connazionali si attestano al massimo tra il 16 e 18 per cento», aggiunge Altomare, «durante le vacanze pasquali salgono al 40 per cento». Positive per Federalberghi anche le previsioni per l'estate che al momento confermano il trend dello scorso anno, anche se, precisa Altomare, «è indispensabile ricordare che il clima sarà ancora una volta la principale variabile che determinerà l'andamento più o meno positivo dell'annata turistica». Come ogni anno dopo le festività pasquali gli operatori si aspettano un paio di settimane di calma con un deciso calo delle presenze, prima del ritorno ad un aumento delle prenotazioni in occasione delle ricorrenze del 25 aprile e del primo maggio. «Per la seconda parte della primavera contiamo molto sulle festività dei tedeschi (Ascensione, Pentecoste e Corpus Domini), che, sempre analizzando i dati di GardaPass Booking, portano sul nostro lago un notevole numero di turisti che vogliono assaporare un anticipo di estate», sottolinea il direttore dell'associazione degli albergatori gardesani. Marco Lucchini, neo residente di Federalberghi Garda Veneto, si sofferma invece sugli altri «attrattori turistici» presenti in zona, «fondamentali per la nostra attività. Gardaland, la funivia di Malcesine e le altre attrazioni del territorio, che ogni anno presentano nuove iniziative e programmi di intrattenimento per suscitare l'interesse dei turisti, sono fenomeni che aiutano e sostengono il turismo lacustre», afferma Lucchini. «Senza dimenticare il ruolo strategico che assume la rivalutazione dell'entroterra gardesano, tappa ideale per gli amanti della natura e della vacanza attiva o per chi ama conoscere e soprattutto assaporare i prodotti della nostra famosa tradizione enogastronomica». Una delle località con le prospettive migliori è Malcesine. Marco Treccani, presidente dell'associazione albergatori locale, conferma l'ottimismo che si respira nel settore. «Le previsioni sono buone non solo per il periodo pasquale ma per tutta l'estate», dichiara. «Quest'anno a Malcesine le prenotazioni sono aumentate in media tra il 5 e il 10 per cento. Credo che su tale trend abbiano influito anche le tensioni sociali e politiche in Medio Oriente e Nord Africa e il dilagare del terrorismo, oltre a fatti come il disastro aereo in Francia», spiega Treccani. «Con tali condizioni d'instabilità e potenziale pericolo il turista europeo spesso preferisce rimanere nel vecchio continente e magari non troppo lontano da casa». Nel paese dell'alto Garda anche quest'anno i tedeschi rimarranno lo zoccolo duro dei villeggianti, «senza dimenticare però gli inglesi», chiarisce Treccani, «che contribuiscono in modo determinante a raggiungere o superare i trecento
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matrimoni che ogni anno si celebrano nella splendida cornice del castello di Malcesine. Per quest'anno siamo fiduciosi, tempo permettendo». venerdì 03 aprile 2015 – PROVINCIA – Pagina 32 UFFICI IAT-Riaprono oggi tre uffici di accoglienza per i turisti Riaprono oggi i tre uffici di Informazione e accoglienza turistica (Iat) di Bardolino, Garda e Malcesine che, come gli anni scorsi, saranno gestiti dalla società «Provincia di Verona Turismo». La cerimonia d'inaugurazione partirà alle 12.30 allo Iat di Bardolino (piazzale Aldo Moro, vicino alla farmacia) alla presenza del sindaco Ivan De Beni, del presidente della Provincia Antonio Pastorello e dell'amministratore unico di Provincia di Verona Turismo Loris Danielli. A seguire ci si sposterà a Garda e quindi a Malcesine. Un lungo travaglio quello che ha portato alla riapertura di questi uffici, che arriva con oltre un mese di ritardo rispetto agli altri anni. Fino all'anno scorso gli Iat gardesani gestiti attraverso il circuito provinciale erano sei: oltre a Bardolino, Garda e Malcesine anche Lazise, Peschiera e Torri. Per quanto riguarda lo Iat di Lazise il problema maggiore è dato dalla sede in cui collocare il servizio (quella usata fino all'anno scorso, di proprietà della Provincia, è stata venduta e non è certo per ora un accordo con la nuova proprietà), mentre Peschiera e Torri hanno manifestato la volontà di staccarsi dalla rete provinciale. Anche l'ufficio di Brenzone apre questo fine settimana: continuerà a essere gestito dalla Pro Loco e dall'Associazione albergatori, con il supporto della società Provincia di Verona Turismo per fornitura di materiale, analisi statistica e coordinamento logistico.K.F. Torna all’elenco dei quotidiani
da L’ADIGE La mostra su Segantini sa conquistare tutti ARCO - "Un momento importantissimo per Arco", l'ha definito il sindaco Betta. E in effetti l'inaugurazione della mostra dedicata a Giovanni Segantini, presso il Mag ospitato da Palazzo Panni, ha visto una nutrita partecipazione di pubblico e di figure storiche per la città. In platea c'erano tre ex sindaci: Paolo Mattei, Ruggero Morandi e Selenio Ioppi, mentre seduti al tavolo dei relatori, per la parte politica, oltre ad Alessandro Betta e l'assessore alla cultura Stefano Miori, c'erano anche Flavia Brunelli per Riva del Garda, l'assessore provinciale Tiziano Mellarini e la presidente del Mart Ilaria Vescovi. Per la parte tecnica, invece, la curatrice Alessandra Tiddia, l'architetto Michelangelo Lupo che si è occupato di progettare gli spazi del museo di Arco, e Gianni Pellegrini responsabile del Mag. Ospite dell'evento inaugurale anche la nipote di Segantini, Gioconda, figlia di Gottardo, primogenito del pittore, che nel 2008 ha donato all'amministrazione arcense uno schizzo a matita del nonno, raffigurante una donna che lava il suo bambino. "Questo museo è frutto di un gioco di squadra tra le istituzioni e le persone ? ha sottolineato la presidente del Mart Ilaria Vescovi ? e questa è la formula per produrre eccellenze". L'arte ha permesso alle realtà locali di superarsi per raggiungere un obiettivo comune, "Arco e Riva, un tutt'uno" ha detto l'assessora rivana Brunelli. I curatori del progetto espositivo hanno preso parola per illustrare al pubblico l'idea che sta alla base del museo: una rete internazionale di istituzioni che ospitano opere di Segantini, al centro della quale c'è Arco, che dell'artista è stato l'origine. Il Mag non diventa solo un'esposizione permanente, ma verrà animato volta per volta da piccole temporanee e eventi nati dalla ricerca. Segantini e Arco, titolo della mostra, è stata pensata per fondere tradizione e tecnologie: c'è una sala interattiva dotata di schermi touchscreen, che permettono di sfogliare le opere come su uno smartphone.
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All'apertura dello spazio farà seguito una giornata di studio, il 18 aprile 2015, intitolata "Segantini. Scritture d'alta quota", dedicata alla fortuna critica dell'artista di Arco nei paesi di lingua tedesca, durante la quale verrà presentata la traduzione italiana della prima monografia su Giovanni Segantini scritta da Franz Servaes nel 1902, "Giovanni Segantini. Sein Leben und sein Werk" (La sua vita e la sua opera), una copia della quale è conservata presso la Biblioteca Civica. 30/03/2015 «Per Fiere e Palazzo tempi brevi» RIva Carlo Daldoss all'inaugurazione di «Expo Riva Caccia, Pesca, Ambiente» RIVA DEL GARDA - «La riqualificazione del Palazzo dei congressi e l'ampliamento del Quartiere Fieristico di Riva? Una partita da chiudere entro tempi brevissimi, e credo che ormai, anche se non di mia specifica competenza, la Provincia su questo sia in dirittura d'arrivo». Non fornisce cifre, non indica tempi, non si addentra nello specifico l'assessore provinciale Carlo Daldoss ( in foto con Pellegrini), presente all'inaugurazione della decima Fiera ExpoRiva Caccia, Pesca, Ambiente, ma con poche parole testimonia la volontà provinciale di «chiudere la partita». Parole che spesso si sono sentite in occasioni simili, ma che Daldoss ha rimarcato anche a conclusione dell'inaugurazione. «Ho sentito che questa Fiera è la terza dall'inizio d'anno, ma anche la terza per importanza dopo Expo Schuh ed Expo Hotel - ha detto - e in questo il ruolo di Fierecongressi è ben delineato a livello territoriale. Credo sia giunto il tempo di lasciar esprimere appieno quello che è anche nostra volontà. Non è più il tempo di grandi progetti, di opere mastodontiche è vero. Sia per le risorse, sempre più limitate, sia perché oggi il mondo corre molto in fretta. Ma questa è una partita da chiudere al più presto, perché questa è la società di riferimento in Trentino. Ci sono nuove idee, nuovi slanci, e questa è la direzione presa in vista della dirittura finale». Le solite promesse? Daldoss è stato molto chiaro nel suo intervento, e nelle due battute a conferenza stampa finita ha aggiunto: «siamo in dirittura finale, il progetto va avanti e mi auspico si arrivi alla fine in tempi brevissimi». Questo ha detto, e questo riportiamo, nonostante si parli di tutto ciò da almeno un decennio, dopo progetti faraonici accantonati, visti e rivisti, lasciati in un cassetto. Expo Riva Caccia, Pesca e Ambiente, però, cresce, e di molto, e già il buon afflusso di venerdì pomeriggio, prima mezza giornata di questa edizione lascia ben sperare. L'ha detto nel suo intervento il direttore Giovanni Laezza. «Puntiamo a quota 15.000 visitatori, nonostante il settore non goda di ottima salute e altre fiere concorrenti abbiano chiuso i battenti. Però qui, grazie al Comitato Scientifico che ci supporta, ai volontari che collaborano, allo staff e agli eventi in programma possiamo dire di essere soddisfatti e fiduciosi». Soddisfazione espressa anche dal presidente di Fierecongressi Roberto Pellegrini: «Questa Fiera ha "sfondato" perché è una Fiera di territorio per il territorio, la sua gente, capace di coglierne i connotati, sostenibile, che ne ha colto il vero sentimento. Qui s'incontrano domanda e offerta, qui c'è il mondo dell'imprenditorialità, qui s'intercettano le esigenze del territorio grazie a tutto quello che mettiamo in campo». Le cifre della Fiera le ha fornite la responsabile Carla Costa: «205 espositori, 130 razze canine presenti e ben 1.010 cani su 22.000 metri quadri espositivi, i diorami grazie al Museo di Jesolo, oltre 1.000 Trofei di caccia, la Fattoria didattica per i più piccoli, la vasca esterna lunga 45 metri sono solo alcuni dei "numeri" dell'evento - ha detto - che unito alle qualificate presenze d'esperti offre un mondo tutto da scoprire». Il saluto della città lo ha espresso il vicesindaco Alberto Bertolini, unitamente a quelli del presidente della Federazione dei pescatori trentini Mauro Finotti, e del neo eletto presidente dell'Associazione cacciatori Carlo Pezzato. 29/03/2015 Torna all’elenco dei quotidiani
dal TRENTINO Il Flicorno d’oro apre la stagione turistica
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RIVA È cominciata ieri a Riva la diciassettesima edizione del Flicorno d'Oro, concorso bandistico internazionale in programma fino a domani che vede la partecipazione di 37 formazioni provenienti da 7 nazioni europee oltre all’Italia: Austria, Francia, Germania, Polonia, Slovenia, Spagna e Svizzera. Tradotto in presenze, si parla di centinaia e centinaia di persone che contribuiscono a lanciare la stagione turistica sul Garda trentino. Come per le passate edizioni, il pubblico può assistere alle esibizioni presso la Sala Mille del Palazzo dei Congressi. L’entrata in sala costa 10 euro per l’intera giornata, biglietti acquistabili direttamente all'ingresso. Ma il Flicorno d’Oro non è solo concorso. Tanti appuntamenti completano l’offerta. Come da tradizione, a inaugurare la manifestazione è stato ieri sera il concerto a ingresso gratuito all'auditorium della chiesa di San Giuseppe, con la banda rappresentativa della federazione dei corpi bandistici del Trentino diretta dal maestro Giancarlo Guarino e ospite il trombettista Marco Pierobon. Prosegue inoltre la collaborazione con Yamaha Music Europe che propone, oltre ai consueti seminari di manutenzione per legni e ottoni, una sezione speciale di concorso dedicata a formazioni bandistiche giovanili nate dai corsi di formazione che l’azienda giapponese propone in tutta l’Europa. Novità assoluta dell’edizione 2015 del Flicorno d’Oro è la presenza delle formazioni musicali nate dal progetto Yamaha Class Band. Otto bande di giovanissimi si confronteranno davanti a una giuria d’eccezione. Domani mattina alle 10.30 nella sala Belvedere del Palazzo dei Congressi il maestro Maurizio Managò racconterà l’appassionante percorso che lo ha portato a fondare una banda giovanile in Calabria, avvicinando molti ragazzi alla musica e alla legalità. (m.cass.) 28/03/2015 Torna all’elenco dei quotidiani
dalla GAZZETTA DI MANTOVA Qualità delle acque e dei servizi Sisam, Garda Uno e Ags alleate CASTEL GOFFREDO Tre aziende geograficamente contigue, Sisam, Garda Uno e Azienda Gardesana Servizi (Ags) - che comprendono complessivamente 73 comuni di Lombardia e Veneto - tutte a capitale interamente pubblico, unite per realizzare una partnership nel settore del servizio idrico integrato finalizzata al raggiungimento di importanti sinergie economiche, industriali ed operative. Su questo progetto si sono espressi favorevolmente i Comuni mantovani di Sisam, quelli bresciani della società Garda Uno e quelli veronesi dell'Azienda Gardesana Servizi (Ags) che hanno conferito il mandato ai presidenti delle tre società di sottoscrivere un protocollo d'intesa per avviare una cooperazione in grado di migliorare i servizi, ottimizzare le risorse e ridurre i costi, con vantaggi per gli utenti e per la qualità delle acque. Questo accordo è stato al centro di un incontro che si è tenuto a Castel Goffredo, nella sede di Sisam, cui sono intervenuti Mario Bocchio, presidente di Garda Uno, Alberto Tomei, presidente di Ags, e Giampaolo Ogliosi, presidente di Sisam spa. «L'obiettivo che ci poniamo e a cui stiamo lavorando da meno di anno - ha detto Ogliosi nasce dalla necessità di superare i limiti delle frammentazioni di gestione e dal dato oggettivo costituito dall'unità del bacino idrogeografico del Garda e del il territorio posto a valle del lago, cioè dell'Alto Mantovano». «Si tratta - ha proseguito Ogliosi - di una prospettiva industriale coerente e positiva per i benefici che ne possono derivare in termini di incremento dei servizi, accrescimento di professionalità e investimenti, con l'obiettivo finale di rendere l'intero bacino interessato un ambito territoriale ottimale gestito in modo coordinato dai soggetti sottoscrittori. A tal proposito va detto che la proposta di creare questo Ato interregionale fu già avanzata, sulle base delle stesse premesse, nel protocollo d'intesa sottoscritto nel maggio 1998 dalle province di Brescia, Mantova e Verona e nel documento di allora erano inclusi, oltre ai Comuni della fascia più settentrionale della Provincia, anche Mantova e i
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Comuni della sua cintura». «Il sistema Sarca- Garda-Mincio ha una sua unicità - ha ribadito Bocchio - e richiede di essere considerato nel suo insieme al di là dei confini provinciali e regionali; i Comuni hanno ben presente questa unicità perché condividono gli stessi problemi e hanno interessi convergenti: migliorare l'acqua del Garda, ad esempio, significa migliorare l'acqua del Mincio». «Con questa iniziativa - ha concluso il presidente di Garda Uno - vogliamo stimolare le Regioni, cui spetta decidere i confini degli Ato, a comprendere la bontà delle nostre motivazioni, ma nel frattempo, in attesa che il nuovo Ato gardesano interregionale sia autorizzato, ci siamo attivati, nel rispetto della legge, per giungere a breve a un accordo industriale che avvii a livello tecnico e organizzativo un rapporto di collaborazione, che produca economie di scala per tutti. Senza dimenticare, tuttavia, l'altro decisivo impegno che riguarda le sorti del bacino del Garda, vale a dire il nuovo progetto di depurazione delle sue acque, in attesa di essere trasmesso al Ministero per l'Ambiente e il cui investimento si aggira sui 200 milioni di euro». 03/04/2015 Il comune mantovano firma l’accordo con Sirmione Tour turistici nel periodo dell’esposizione di Milano La navetta dell’Expo tra colline e Garda con tappa a Solferino Prende il via a Guidizzolo l’operazione De.C.O., per la valorizzazione dei cibi tipici. Dopo la quaglia, anche altri prodotti potrebbero rientrare in questa lista, magari legati al mondo dell’agricoltura, particolarmente vocata e di indubbia imprenditoria. La De.C.O. comporta una serie di obblighi, ma anche una ricerca storica e culturale sui prodotti che saranno tutelati: si passa per l’identificazione di ricette antiche, presenze e testimonianze storiche, oltre che per un percorso di promozione culturale e didattica. L’ok arriva da un’apposita commissione. Una volta iscritti nel registro De.C.O., i prodotti tipici agroalimentari possono fregiarsi del logo De.C.O. completato dal relativo numero d’iscrizione.SOLFERINO Solferino è sempre più vicino al Lago di Garda, grazie anche all’accordo, firmato qualche giorno fa, che vede coinvolte l’amministrazione morenica, la Pro Loco, il comune di Sirmione e Saia, l’azienda di trasporti pubblici di Brescia. Grazie infatti al lavoro del neo consigliere comunale Giuseppe Virardi, è stato possibile firmare un’intesa per un bus che, nel periodo di Expo, collegherà Sirmione del Garda con alcuni comuni dell’entroterra bresciana, San Martino della Battaglia e Pozzolengo, e come ultima tappa è previsto l’arrivo a Solferino, in piazza Ossario, e un’altra fermata alla Quiete. Il servizio, dunque, in arrivo dal prossimo 2 maggio, e attivo fino al prossimo 30 settembre, dal martedì al sabato è stato possibile grazie all’impegno di Virardi e di Luca Brentegani, responsabile Saia della zona lacustre, che ha proposto al comune di Solferino di aderire a meta iniziativa. Dal 2 maggio, dunque, tre corse giornaliere, collegheranno i luoghi della storica battaglia e della Croce Rossa con i grandi flussi turistici attesi sul Lago di Garda a seguito di Expo. «È un’occasione molto importante per il nostro comune e siamo grati a Sirmione di aver pensato a noi come meta dell’entroterra da proporre alle migliaia di turisti che sono già previsti sul Garda» ha commentato il sindaco Felchilcher. «Il nostro impegno, ora, è di promuovere al meglio il nostro territorio e le attrazioni del nostro comune, ma anche di quelli limitrofi, perché questa finestra deve poter essere utile a tutti. Puntiamo a promuovere la storia e i nostro monumenti, ma anche la nostra tipicità con l’enogastronomia, il vino e cibi tipici che possono trovare qui a Solferino e sulle Colline Moreniche». Oltre a Solferino il bus fermerà a San Martino della Battaglia dove, oltre al complesso monumentale, è previsto un giro di degustazioni, in alcuni giorni, per i turisti che arriveranno. «Siamo contenti, insomma» conclude il sindaco «perché questo progetto dimostra che l’entroterra gardesano è guardato con grande interesse dai comuni lacustri, e questo non può che farci contenti perché è chiara, ma ad oggi non scontata, la continuità dei due territori». Per tutte le informazioni sul servizio ci si può rivolgere all’info point di Sirmione del Garda e, a breve, alla Pro Loco di Solferino, per avere gli orari e i costi del biglietto. Luca Cremonesi 31/03/2014
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dal CORRIERE DELLA SERA
Giovedì 2 Aprile, 2015 - BRESCIA Ryanair, il ritorno al D’Annunzio slitta al 2016 Da ieri i voli low-cost a Verona, nelle prossime settimane sopralluoghi allo scalo di Montichiari Se un anno fa qualcuno avesse detto che al Catullo è atterrato un volo Ryanair, sarebbe stato un banale Pesce d’Aprile. Invece ieri sulla pista veronese, si sono effettivamente visti rullare due aeromobili della compagnia irlandese low-cost, provenienti da Palermo e da Bruxelles. Il secondo debutto di Ryanar a Verona avviene due anni e mezzo dal clamoroso divorzio. Il presidente dell’aeroporto Paolo Arena si era accorto che il contratto incentivante siglato dal suo predecessore con la compagnia stava trascinando il Catullo verso la bancarotta. Dopo alcuni tentativi di mediazione, la rottura e il parallelo contenzioso. Tutto chiuso, tutto dimenticato adesso. «Ryanair ritorna a Verona in un modo molto diverso dal passato — ha sottolineato l’ad del Catullo Paolo Simioni — oggi è una collaborazione più affidabile, una vera strategia di partnership». Lo si intuisce anche da alcuni dettagli: le due prime rotte servite da Ryanair su Verona saranno riproposte pari pari, con le stesse frequenze, anche nella prossima stagione invernale. E ci potrebbero essere altre novità, a partire dal collegamento diretto tra Verona e Londra Stansted. «Non mi posso sbilanciare — ha spiegato John Alborante, Sales & Marketing manager di Ryanair per l’Italia — ma non escludo sorprese». L’altra novità riguarda lo scalo di Brescia-Montichiari. In attesa che a giugno il Consiglio di Stato si pronunci sulla sentenza del Tar di Brescia che ha annullato la concessione in capo a Verona (e dopo la rottura delle trattative con i bergamaschi di Sacbo per una gestione congiunta), Ryanar e Catullo faranno sopralluoghi congiunti che hanno come obiettivo quello di riportare i voli della compagnia low-cost anche sull’aeroporto lombardo. Nessuna indiscrezione filtra sulle possibili rotte, ma l’orizzonte temporale dovrebbe essere quello della stagione estiva 2016. (a.c.) Mercoledì 1 Aprile, 2015 - BRESCIA «Salvate Montichiari» Sindaci dell’Est in rivolta L’ospedale con Desenzano mette a rischio le eccellenze Una decina di sindaci della Bassa lanciano un appello congiunto per «salvare» l’ospedale di Montichiari. L’ipotesi di scorporare il presidio della Bassa orientale dagli Spedali Civili e unirlo all’azienda ospedaliera di Desenzano contenuta nella proposta di legge sulla riforma della Sanità e ora all’esame del consiglio regionale è vista con grande preoccupazione dai comuni limitrofi al nosocomio. Per questo motivo i primi cittadini dei comuni di Montichiari, Visano, Calvisano, Ghedi, Calcinato, Acquafredda e Carpenedolo hanno sottoscritto ieri un appello (sotto forma di mozione che i sindaci porteranno per l’approvazione in consiglio comunale) perché non «si perda un patrimonio tecnico scientifico di eccellenza». In questi 17 anni di simbiosi con gli Spedali Civili il presidio di Montichiari ha fatto passi da gigante: il centro regionale per la sclerosi multipla, quello per la fecondazione assistita, il centro osteoporosi, il centro dialisi e malattie nefrologiche per esempio senza dimenticare poi i poliambulatori di oncologia, oculistica, ematologia, cardiologia, reumatologia, dietistica, fisiopatologia respiratoria e diabetologia. Tutte cose che, fanno intendere i sindaci, potrebbero non essere garantite, o non in questi termini, se avvenisse la fusione. Il valore aggiunto di avere a disposizione l’alta specialità degli Spedali Civili potrebbe essere messo a rischio per il bacino di utenza di oltre 90mila persone che l’ospedale di Montichiari serve ogni giorno.
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«Il consiglio comunale di Montichiari è stato il primo ad approvare la mozione che spero approvino anche gli altri comuni - spiega il sindaco Mario Fraccaro -. Per i residenti del territorio l’ospedale è un simbolo identitario, l’attaccamento della popolazione al suo ospedale è testimoniato anche dalle tantissime donazioni fatte da privati i questi ultimi anni e che hanno raggiunto il milione di euro». Un eventuale spostamento di Montichiari sotto l’orbita dell’azienda di Desenzano, come vorrebbe la giunta regionale con la costituzione delle aziende integrate per la salute e l’assistenza (Aisa) che dovrebbero soddisfare precisi bacini d’utenza, potrebbe segnare anche lo stop definitivo al progetto di trasferire nella Bassa due unità operative di degenza. «Per la ristrutturazione dei piani 3 e 1 del presidio di Montichiari sono stati spesi quasi 4 milioni di euro, tale investimento andrà a soddisfare la richiesta di 75 posti letto per la lungodegenza di cui il territorio necessità moltissimo. Ora però - rileva Giuliana Del Basso, delegata del sindaco di Calcinato - questo progetto è in pericolo». Visto che la riforma della Sanità dovrebbe tendere a un risparmio di risorse, c’è chi si chiede dove sia l’economicità nel voler scorporare Montichiari. «Si parla tanto di risparmiare le risorse ma - si interroga Francesco Piacentini sindaco di Visano - per questo presidio ricominciare da capo dopo 17 anni non significa piuttosto spenderne di più?». Di “salto nel buio” parlano anche i dipendenti dell’ospedale. Il documento che spiega le ragioni della contrarietà alla scelta di Regione Lombardia è stato firmato da 400 dei 480 lavoratori. «Pensare ad un destino del genere per il presidio di Montichiari è follia - sottolinea Eros Zanotti, medico e promotore della raccolta firme -. Il fatto di potermi appoggiare per un consulto ai più grandi specialisti che operano al Civile e poter così attingere a quel grandissimo bacino di sapere secondo me è una garanzia insostituibile per il cittadino». A breve i sindaci metteranno in campo una serie di iniziative. Una di queste è l’organizzazione, forse già ad aprile, di un convegno pubblico al Garda Forum a cui sarà invitato l’assessore regionale alla Sanità Mario Mantovani. Sabato 28 Marzo, 2015 – BRESCIA Turismo e prenotazioni via Web Exploit di Limone e Riva del Garda Bandiere arancioni, il Touring ha premiato Gardone,Tignale e Bienno Il lago di Garda sembra non avere concorrenti, in Italia. Risulta la meta più ambita tra gli stranieri. Più ricercata persino di località dal grande fascino ambientale, come Sorrento, o città nelle quali cultura e business vanno di pari passo, come Torino e Milano. Secondo i dati raccolti da Trivago, il sito internet che compara i prezzi degli hotel, emerge un interesse crescente dei cittadini stranieri per il Benaco. Effetto Expo? Macché, il fascino cresce soprattutto per l’alto lago. Nel caso di Limone, per esempio, le ricerche online degli alberghi sono cresciute del 54 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014. Trivago ha preso in considerazione i mesi di aprile e maggio di quest’anno, confrontandoli con la primavera precedente. Si scopre così che Riva del Garda affascina più di Sorrento o Napoli. Certo, da sempre tedeschi, austriaci e francesi sono di casa in un paese come Limone. Ma se in un anno il loro interesse è cresciuto così tanto, significa che la località gardesana offre strutture ricettive di qualità a prezzi ragionevoli. «Siamo molto attenti ai clienti — conferma Antonio Girardi, co-proprietario dell’hotel Ilma di Limone — e in questi anni abbiamo sempre cercato di migliorare la nostra offerta». Nel suo quattro stelle la Spa è arrivata già nel 2002 («allora era una novità»), ma lui stesso confessa che oggi non è più abbastanza. Servono feste, eventi e iniziative nuove. La fortuna, a ben vedere, è un’altra: i clienti, nell’alto Garda, «si affezionano. La metà di loro — spiega — torna tutti gli anni». Gli albergatori hanno sempre cercato di intercettare la classe media, quella che «si sposta di più — dice Girardi — e non ha problemi a usare l’automobile». Il feedback dei turisti, insomma, è positivo. E a certificarlo non è solo l’albergatore. Il Tui, gruppo industriale tedesco delle vacanze, ogni anno premia i 100 migliori hotel del mondo, su un paniere di 10 mila strutture. A dare i voti sono gli stessi clienti. Che nel 2011 hanno scelto tre hotel italiani, uno dei quali era proprio l’Ilma. E l’anno dopo, sempre a Limone, il Tui ha insignito del premio internazionale l’Ideal e il Park Imperial, due hotel
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gestiti dalla famiglia del sindaco Franceschino Risatti. In realtà, il primato del Benaco non è dato solo da Limone. Nella top ten delle località sempre più ambite quattro su dieci sono paesi che si affacciano sul Garda. Per esempio, Riva (+30%) è al quarto posto, preceduta solo da Torino e Lido di Jesolo (+42%). Mentre Bardolino (+28%), sulla sponda veronese, registra una crescita di attenzione superiore a Genova o Sorrento. E pure a Milano (+21%) e Napoli (+9%), che precedono solo Malcesine (+2%). Insomma, gli albergatori del Benaco possono brindare, ma qual è la loro ricetta? Per Girardi, l’ingrediente principale è proprio il fascino del lago: «Noi abbiamo una cosa che non possono copiarci nemmeno i cinesi», sostiene. Il Garda, appunto. Che ottiene dal Touring Club un altro riconoscimento: «la bandiera arancione», assegnata a Gardone Riviera e Tignale, oltre che a Bienno (in Valle Camonica). I tre Comuni bresciani possono sventolare un «marchio di qualità turistico ambientale» assegnato a pochi paesi. In Lombardia sono dieci in tutto. Matteo Trebeschi Torna all’elenco dei quotidiani
ALTRE FONTI
Guardia Costiera, massima operatività Scritto da: redazione 2015/03/31 4:29 PM
SALÒ – Si alza il sipario sulla stagione diportistica e la Guardia Costiera si appresta a mettere in campo, o meglio, in acqua, la massima operatività di uomini e mezzi.
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Sabato ha riaperto il distaccamento di Bogliaco, dove fino al 27 settembre sarà presente, ogni sabato e domenica dalle 9 alle 18, un’unità navale pronta ad intervenire nell’alto lago. Sarà probabilmente confermata anche la postazione lungo la riviera veneta, a Garda, già attivata in via sperimentale nel 2014, nei week end di luglio e agosto. I due distaccamenti e la base salodiana, operativa h24 tutto l’anno, consentiranno agli uomini della Guardia Costiera (tutti con brevetto di salvamento, primo soccorso e uso del defibrillatore) di raggiungere ogni punto del lago nel giro di 10, massimo 12 minuti. La gestione di tre basi costringerà il Nucleo gardesano, al quale è demandato il coordinamento di tutti gli interventi di soccorso e ricerca in acqua, a mesi di massimo impegno, visto che la dotazione di uomini (24 marinai agli ordini del comandante del Nucleo nautico, il Capitano di corvetta Sergio Colombo, e del suo vice, il maresciallo Pasquale Angelillo), mezzi (3, una motovedetta e due gommoni oceanici) e risorse è sempre la stessa ormai da anni. I marinai si dovranno sorbire turni doppi e tripli, ma, come si suol dire, la sicurezza prima di tutto. «L’ammiraglio Tiberio Piattelli, direttore marittimo della Capitaneria di Porto di Venezia, cui fa capo il Nucleo gardesano – spiega Colombo – ha particolarmente a cuore il Garda, bacino importante per presenze turistiche e movimento nautico. Certo, anche noi dobbiamo fare i conti con ristrettezze di bilancio, ma garantiremo la massima operatività anche quest’anno, grazie al sostegno della Comunità del Garda e dell’Autorità di bacino». Quello della Guardia Costiera è un fondamentale presidio di sicurezza per il lago. Torna all’elenco dei quotidiani
A cura dell’Ufficio Stampa della COMUNITÀ DEL GARDA Villa Mirabella Via dei Colli 15 25083 Gardone Riviera (BS) Tel. +39 0365 290411 - Fax +39 0365 290025