SELEZIONE DELLA RASSEGNA STAMPA GARDESANA
Dal 06 al 19 giugno 2015 •
da BRESCIA OGGI
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dal GIORNALE DI BRESCIA
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da L’ARENA
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da L’ADIGE
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dal TRENTINO
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dal CORRIERE DELLA SERA
da BRESCIA OGGI venerdì 11 settembre 2015 – CRONACA – Pagina 10 IL PROGETTO. La conferma del ritorno al «D´Annunzio» è arrivata a Orio durante la presentazione di due nuove tratte Ryanair fa rotta su Montichiari Voli in pista dal dicembre 2016 Il patron di Ryanair Michael O´Leary ha fatto spallucce, senza confermare né smentire l´atterraggio dei suoi aerei a Montichiari. Ma la notizia, sussurrata a margine della conferenza stampa convocata a Orio al Serio in cui la Ryanair ha annunciato le due nuove rotte su Bucarest e Colonia, alla fine l´ha confermata e spiegata il suo braccio destro, John Alborante, sales & marketing manager per l´Italia. Così dal dicembre 2016, poco più di un anno di attesa, il primo
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aereo low cost spiccherà il volo da Montichiari senza però fare concorrenza alle rotte bergamasche. «Con Verona e Venezia siamo in trattativa - ha confermato Alborante -. Abbiamo già ricominciato a volare a Verona e questo è un primo segnale. L´aeroporto di Montichiari è già stato visitato dai nostri tecnici che hanno promosso la location. È perfettamente idoneo a supportare il nostro arrivo. Adesso è solo una questione di tempo. Stiamo cercando di ottimizzare il network: abbiamo pochi aerei in questo periodo e spero che le cose si risolvano per l´inverno 2016». Insomma, finalmente Montichiari potrebbe tornare a volare. «I due bacini sono completamente autonomi - ha rimarcato il manager Ryanair -. Non ci danno problemi. Conviviamo felicemente in Italia e all´estero con aeroporti vicini. Basti pensare a Fiumicino e Ciampino che non si danno problemi, oppure Verona e Treviso. Bergamo e Montichiari non si daranno problemi. Potrebbe essere una valvola di sfogo studiando le rotte in modo tale da soddisfare tutti i passeggeri senza doversi cannibalizzare tra aeroporti». Come dire che il piano di sviluppo di Ryanair contemplerà Brescia. Ma il vero affare, per ora, rimane Orio su cui l´ad O´Leary ha annunciato più frequenze su sette ulteriori rotte che permetteranno di trasportare 9 milioni di passeggeri all´anno, «sostenendo 6.750 posti di lavoro in loco, presso lo scalo di Bergamo». Salgono così a 67 le rotte della compagnia irlandese da e per Bergamo, con «continui miglioramenti nel servizio». ANCHE PER LA PROSSIMA estate confermati i collegamenti con Alicante, Berlino, Copenaghen, Ibiza, Kos, Palma e Manchester. L´unico affondo è arrivato dal direttore generale di Sacbo Emilio Bellingardi, che lanciato un avvertimento: «La storia è talmente di successo e profittevole che nessuna apertura di aeroporto la potrà minare. Il nostro modo di lavorare con noi non cambierà mai, anche in presenza di qualsiasi strategia dovesse scegliere Sacbo». Con una notizia sulle tariffe, annunciata da O´Leary: «Le ridurremo del 4-8 per cento in inverno, anche per il calo del prezzo del petrolio. Vogliamo fare una guerra dei biglietti». E con un progetto futuro: «Vogliamo fornire un servizio completo al viaggiatore: stiamo lavorando a pacchetti completi per il viaggio, l´albergo, i transfert». Guardando ad Est, verso il cielo di Montichiari. «Siamo pronti ad arrivare a 10-12 milioni di passeggeri: Orio è e rimarrà il nostro primo aeroporto - e lo conferma la sua crescita -, anche se stringiamo accordi con altri: nei prossimi anni ci troverete ovunque tranne che a Francoforte, Heathrow, e Charles de Gaulle. Linate non ci interessa» venerdì 11 settembre 2015 – PROVINCIA – Pagina 26 Terremoti sorvegliati speciali Gargnano sentinella regionale Luciano Scarpetta Sono in arrivo per la zona gardesana (e valsabbina) 180 mila euro destinati a finanziare gli studi per la prevenzione del rischio sismico in alcune aree più esposte sul territorio. L´INTERVENTO riguarda 14 Comuni bresciani, tra questi Sirmione e San Felice che si aggiungono a Desenzano, Manerba, Moniga, Padenghe, Soiano, Polpenazze, Gardone Riviera, Toscolano Maderno e Salò già finanziati negli scorsi anni. Ad annunciarlo è l´assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo di Regione Lombardia Viviana Beccalossi, comunicando l´approvazione della graduatoria per le domande di accesso ai contributi per la realizzazione degli Studi di microzonazione sismica, finalizzati alla prevenzione del rischio sismico nella pianificazione territoriale e nella gestione dell´emergenza. In attesa degli investimenti a Gargnano c´è già chi vigilia sui fenomeni sismici: è attiva infatti da un anno a questa parte una stazione di rilevamento delle onde microsismiche, la quarta dopo quelle di Desenzano, Quinzano e Brescia ma senza dubbio la più sensibile. Inserita nella rete per il rilevamento microsismico della Lombardia, la stazione di Gargnano (realizzata vicino al rifugio alpini di Briano) è collegata oltre che con la base a Desenzano, anche operativamente con quella dell´Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale di Trieste. «La stazione -
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spiega il direttore scientifico dell´Istituto di geofisica e di bioclimatologia sperimentale del Garda di Desenzano, Gianfranco Bertazzi - nasce con l´intento di rilevare oltre ovviamente agli eventi più rilevanti, i micromovimenti in zone sensibili come quella gardesana, per capire e mappare con dati incontrovertibili le aree più a rischio con un´attendibilità più alta di quella conosciuta negli ultimi decenni». Ma perché proprio quella di Gargnano è la stazione più sensibile? «La particolare morfologia della zona - spiega Bertazzi - ha fatto guadagnare in pochi mesi alla stazione, il primato di sensibilità: in occasione di un evento sismico tra la Slovenia e Trieste, questa di Gargnano è stata la prima a rilevare l´evento; in poco più di un anno di attività, abbiamo già registrato un centinaio di eventi sismici». Per la cronaca, la prossima settimana sarà inaugurata una quinta stazione a Passo Gaver e una sesta è prevista a Sale Marasino sul lago d´Iseo
mercoledì 09 settembre 2015 – PROVINCIA – Pagina 23 GRANDI OPERE. Dal summit tra ministero, comuni e Regione Veneto è uscita solo incertezza «Tav», la tratta gardesana si trova ancora in alto mare Maria Lisa Piaterra Troppe le osservazioni sul tavolo del dipartimento dei Trasporti e i sindaci ne hanno approfittato per rilanciare la linea esistente Per adesso l´alta velocità è solo quella evocata nell´acronimo del mega progetto; perchè dati alla mano, l´iter della tratta Brescia-Verona del Tav viaggia davvero a rilento. Una realtà che emerge dai riscontri avvenuti nel summit di ieri pomeriggio a Roma tra il dirigente del dipartimento Trasporti del ministero, Pierluigi Navone, i rappresentanti dei comuni gardesani interessati dal passaggio dei supertreni e l´assessore regionale ai Lavori pubblici del Veneto, Elisa De Berti.C´era anche il dirigente del ministero delle Infrastrutture, Emilio Signorini, e il faccia a faccia si è reso necessario per fare il punto dopo alcuni mesi di stallo. I risultati? Innanzitutto è stato ufficializzato il passaggio dell´intero «pacchetto Tav» al dipartimento dei trasporti. In pratica non se ne occuperà più la struttura di missione, abolita dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio: il contestatissimo piano è ora sui tavoli del dipartimento, che dovrà analizzare tutte le osservazioni. Un lavoro che potrebbe richiedere tempi lunghi. «Abbiamo avuto l´impressione che ci vorranno parecchi mesi prima che l´ufficio possa esaminare tutte le controdeduzioni presentate», ha commentato in effetti Maurizio Tira, assessore all´Urbanistica di Desenzano presente a Roma. L´incontro è stato anche una ulteriore occasione per i rappresentanti dei comuni gardesani interessati dal Tav per ribadire l´esigenza di una riprogettazione completa dell´opera: un rifacimento che valuti il potenziamento della linea esistente, tecnologicamente adeguata e affiancata da un terzo binario solo in alcuni punti di intersezione. Sarebbe un traguardo fondamentale per la tutela non solo paesaggistica del territorio. Le reazioni? Da parte del dipartimento sembra essere stata espressa la disponibilità a una rivalutazione; ma è ancora presto per dirlo. Insomma: ci sono ancora troppi nodi da sciogliere prima di capire cosà transiterà sul territorio gardesano. Del resto i comuni stessi avevano chiesto già da tempo che il passaggio benacense fosse preso in esame come ultimo stralcio, dopo aver definito gli obiettivi strategici complessivi dell´infrastruttura. Da Roma, in sintesi, nessun passo avanti sostanziale nella definizione del cantiere. RADUNI. La prima edizione di una festa di compleanno motorizzata L´Adac riscopre il lago guidando nella storia Decine di splendide auto d´epoca in arrivo da Nord trasporteranno i proprietari in un tour da sogno
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È trascorso quasi un secolo dall´avvento della strada Gardesana, e oggi come allora per i turisti tedeschi in vacanza sul lago è sempre d´attualità il motto «Per il godimento ci vuole tempo». Il senso di questo pensiero tornerà evidente tra qualche giorno, come avvenne 85 anni fa, con la prima edizione della «Gardasee klassik», il raduno di auto d´epoca organizzato dall´«Adac», il più grande automobile club d´Europa con sede a Monaco di Baviera che per festeggiare i 112 anni di vita in compagnia dei suoi 18 milioni di associati sparsi in tutto il continente ha organizzato cinque giorni di escursioni vintage nel comprensorio benacense. Dal 26 al 30 settembre, un centinaio (per ora) di prestigiose auto d´epoca provenienti prevalentemente da Germania, Svizzera, Austria e Lussemburgo si raduneranno a Limone per far vivere ai fortunati proprietari un affascinante viaggio a tappe che toccherà tutte e tre le sponde del lago. «Questa prima edizione - spiega il direttore del Consorzio turistico Lago di Garda Lombardia Marco Girardi - è realizzata con la nostra regia; poi, nel 2016 toccherà ai colleghi della sponda veneta e nel 2017 al consorzio turistico trentino». Se negli anni Trenta del ´900 le prime automobili provenienti dalla Germania si avventuravano tra gli splendidi tornanti del Meandro accolti a bordo strada da qualche intraprendente residente con le «picarelle» in vendita (grappoli di limoni, arance amare e cedri legati con lo spago e impreziositi da foglie d´alloro), questa volta nulla sarà lasciato al caso. Gli equipaggi saranno supportati da mezzi e personale Adac con troupe televisiva al seguito, e tutte le cinque tappe in programma saranno vissute senza lo stress del cronometro, decelerando alla scoperta di attrazioni paesaggistiche, culturali e ovviamente enogastronomiche fuori dagli abituali percorsi turistici tradizionali. Nella prima, per esempio, il museo motoristico viaggiante percorrerà la Tignalga e la strada della Forra di Tremosine facendo tappa al caseificio Alpe del Garda, alle Balze e alla Pieve per assaporare prodotti del territorio. Sarà così anche nei giorni successivi, durante le tappe nel basso trentino, alle pendici del Baldo, nel basso lago e in alcune cantine vinicole della Valtenesi Si tratterà in sostanza di conoscere il Garda con un lento trekking motorizzato: «Un pezzo d´Italia - è la tesi di Girardi che in Paesi dalle potenzialità economiche elevate come la Germania sta riscuotendo consensi generalizzati» martedì 08 settembre 2015 – PROVINCIA – Pagina 27 TREMOSINE. Ma per azzerare il pericolo della faglia instabile servono due milioni di euro Messa in sicurezza della frana Campione muove i primi passi Luciano Scarpetta A quasi un anno dallo smottamento scatta il piano per gestire l´emergenza in vista dell´autunno Il pm proroga il permesso dei lavori nell´ex opificio A quasi un anno dalla frana che dal 19 novembre 2014 tiene in ostaggio Campione è stato definito il calendario dei lavori di messa in sicurezza della parete rocciosa. L´operazione scatterà ai primi di ottobre. Non saranno in ogni caso interventi risolutivi ma consentiranno di gestire l´ordinaria «emergenza» portando a termine disgaggi leggeri e pesanti su porzioni pericolanti delle parete. DECOLLA DUNQUE il pacchetto di interventi messo a punto a primavera dal direttore regionale della Protezione Civile dopo la dichiarazione dello stato emergenza. L´investimento da 250 mila euro si aggiunge ai lavori per un importo di 140mila euro promossi per rimuovere i 20mila metri cubi di detriti dall´alveo del torrente San Michele e dalla vecchia strada Gardesana. Un´altra tranche di finanziamenti per 66.680,70 euro è stata utilizzata per la prosecuzione dei lavori di movimentazione del materiale crollato. Parte di quest´ultima somma sarà impiegata per la prosecuzione delle attività di monitoraggio laser del versante franato, quello più instabile E poi? A lavori finiti serviranno altri ben più consistenti stanziamenti da Roma: in parete rimangono ancora circa 10mila metri cubi di roccia instabile e per mitigare il rischio, occorrono come minimo 1,5-2 milioni di euro. LA SPERANZA è che possano essere stornati dal fondo di 1,2 miliardi di euro già finanziati nelle scorse settimane dal Ministro all´Ambiente Gian Luca Galletti contro le alluvioni e il dissesto idrogeologico. Proseguono nella zona nord,
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quella di Univela per intenderci, i lavori di messa in sicurezza della parete con la stesura e il fissaggio delle reti paramassi. In questo caso la fine dei lavori è prevista per la fine di ottobre. Lo step successivo sarà la riapertura dello svincolo viario verso Riva e del Centro Velico Federale. Sui titoli di coda c´è da registrare la proroga concessa dalla Procura fino al 31 dicembre 2016 (il permesso scadeva a metà settembre), ad operare sull´area dissequestrata dell´ex opificio, destinata a parcheggio temporaneo. In questo caso si tratta di 300 posti auto provvisoriamente ricavati dall´amministrazione comunale che vanno a compensare la perdita dell´autosilo danneggiato dalla frana. Campione insomma prova a rialzare la testa nonostante le inchieste e le frane. domenica 06 settembre 2015 – ALTRA – Pagina 42 LA REGATA. Il vento condiziona la traversata del lago di Garda e regala un ordine d´arrivo inedito Centomiglia all´inglese. Nel naufragio dei «big» trionfa Cool Runnings Sergio Zanca La barca britannica vince davanti all´irlandese Wow e a Lb10 di Bovolato Clandesteam undicesimo, Tp52 fuori dai primi trenta, Raffica si rompe COPYRIGHTCOPYRIGHTSergio ZancaSu 132 iscritti alla 65esima Centomiglia, organizzata dal Circolo vela di Gargnano, c´è un solo britannico in gara: Cool Runnings. E che combina? Vince. C´è appena un irlandese: Wow. E cosa succede? Arriva secondo.Gli stranieri, scesi d´oltre Manica, beffano tutti, dimostrando di possedere notevole abilità tecnica. Terzo (e primo degli italiani) è Lb 10, lo scafo «con le ali» costruito in casa dalla famiglia Bovolato: Pietro, chirurgo toracico all´ospedale Civile di Brescia, il figlio Luca, dentista. Un podio di prestigio.UNA REGATA che vede in primissima fila tutti i piccoli, capaci di tenere a bada i favoriti. Raffica ha scuffiato, Tp 52 e Grifo si sono persi, Clandesteam è arrivato solo undicesimo. I topolini hanno insomma beffato i gatti, rimasti con un palmo di naso.Sono le 15.37, quando Cool Runnings taglia il traguardo di Bogliaco, lasciando gli avversari dietro le colline. E, al termine, mentre il mazzo di fiori sale sull´albero, gli appassionati ascoltano l´inno dell´Union Jack. L´equipaggio stappa una bottiglia di spumante.Il timoniere, Thorkild Juncker è un danese trasferitosi a Londra, e difende i colori della Royal ocean racing club. I suoi compagni: Jochem Visser (olandese), Tom Whitburn, Adrian Layton e Jamie Smith (inglesi). I cinque hanno sconfitto i molossi.L´IRLANDESE Wow, secondo, giunge alle 16.34. Lo skipper Connel Maurice, del Royal Jamaica Club (al suo fianco Conor Clarke, l´armatore, David Hughes, Michael Brown e una donna, Kate Sheahan), brucia allo sprint LB 10 dei Bovolato, buttandosi sotto costa e superandolo di una corta incollatura. In ogni caso i Bovolato, affiancati da Luca Liloni, manovratore, Paolo Canuti, prodiere, Tullio Tartaglia, drizzista, e Stefano Pasini, tyler, hanno compiuto un´autentica impresa.Seguono, in un fazzoletto, Insolente e Baraimbo. Poi Twister, lo svizzero Banque de Paris, Merak della Marina Militare e Clandesteam.È una giornata di vento forte, proprio come domenica nel Gorla. Il Peler spira da nord a 20 nodi, e la partenza è davvero lanciata. Assterisco di Piergiorgio Zamboni (armatore) e Pierluigi Omboni (skipper) rompe subito la drizza, e non esce nemmeno dal porto di Bogliaco. Poi tocca a Gradasso, condotta da Luciano Corradi, costretta a rientrare mestamente.Nemmeno il tempo di annotare l´accaduto, ed ecco il catamarano Fath dei tedeschi Wolfshafer Heiner e Timo Spath rovesciarsi da una parte e poi, dopo averlo risollevato, dall´altra: che disdetta!Il gruppone è partito alle 8.30, e i grandi mezz´ora dopo. Al debutto sul lago il Tp 52, preso in affitto dai Circoli di Limone e Campione, vuole bissare il successo di domenica. Enrico Zennaro, il 35enne timoniere di Chioggia, mette alla frusta Robert Scheidt (tattico), Claudio Tonoli (stratega), i trimmer Stefano Rizzi, Raffaele Fredella e Federico Rosa (fratello del sindaco di San Felice, PAolo ROsa), Gian Luca Pellegrini (bowman), Giorgio Martin (pitman, nonché proprietario dell´imbarcazione), i bowman Fulvio Manuelli e Sergio Minoni, i grinder Andrea Corsato e Mause Samuelli. Dodici uomini in tutto. Rispetto ai 15 di domenica nel Gorla mancano Luca Modena, Karlo Hreljak, Paolo Franceschini ed Ennio Castellini. In compenso hanno preso a
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bordo Fredella. DIFFICILE stabilire chi è in testa, perché qualcuno vira a Torbole, altri a Navene, mettendo apprensione alla stessa giuria. Nella discesa Raffica, con a bordo il tattico Roberto benamati vincitore di otto Centomiglia, rompe il timone ed è costretto a ritirarsi. Ma finiscono tutti in acqua, e ci restano più di un´ora, nonostante i tentativi di un gommone di appoggio di recuperarli. Epilogo inatteso e drammatico per una delle super favorite.Al passaggio da Bogliaco (11.30) Cool Runnings guida la fila, già falcidiata da parecchi ritiri. E punta dritto verso Desenzano, inseguito dagli irlandesi. Nel basso lago i cavalloni prendono il sopravvento, mettendo in difficoltà gli equipaggi, che faticano a tenere la rotta. Non bastasse, dalla sponda veronese sta spirando una Vinessa fredda e tagliente. Finisce in un´atmosfera livida. Nel porto di Bogliaco risuona l´inno inglese e la vittoria finisce Oltremanica. Per la seconda volta nella storia. sabato 05 settembre 2015 – PROVINCIA – Pagina 21 PUEGNAGO. Nel fine settimana vetrina delle eccellenze gardesane Olio e vino in passerella La Fiera apre i battenti Maria Lisa Piaterra Un concorso per designare il miglior Groppello A Villa Galnica convegno sulla tutela del territorio È giunta alla 39esima edizione la tradizionale fiera di Puegnago del Garda, che da oggi fino a lunedì spalancherà le porte per accogliere tutti coloro che vogliono conoscere da vicino le eccellenze del territorio.La fiera, tra gli appuntamenti storici e più rodati ormai dell´estate benacense, propone il meglio delle produzioni gardesane, in primis l´olio Casaliva, tipica varietà di extravergine, ed il vino Groppello, rosso autoctono delle colline della Valtenesi. Accanto a queste specialità, l´evento sarà occasione per scoprire prodotti gastronomici tipici del Garda, ma anche dell´intera penisola.CI SARANNO infatti banchi d´assaggio di oli monocultivar provenienti da numerose regioni d´Italia e di una settantina di grappe prodotte in Lombardia, Veneto e Trentino, le tre regioni bagnate dal Benaco che raggiungono livelli di assoluta eccellenza nella produzione.L´iniziativa, promossa dal Comune di Puegnago e dal Comitato fiera, prende il via questa mattina alle 9.30 a Villa Galnica con il convegno «Ambiente, territorio e paesaggio. Il rapporto tra piano paesaggistico e tutela ambientale».Seguirà la premiazione del concorso enologico Groppello. La giornata proseguirà con un fitto calendario di assaggi e degustazioni. Accanto ai vini, infatti gli oli saranno protagonisti di questa edizione 2015. Saranno oltre 60 le etichette provenienti da numerose regioni italiane. Aperitivi musicali, banchi di assaggio, degustazione di grappe faranno da scenario all´appuntamento che proseguirà anche domani e lunedì dalle 18 alle 23. Parallelamente in piazza don Giuseppe Baldo verrà proposto un ricco cartellone di eventi musicali e non solo. Torna all’elenco dei quotidiani
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da L’ARENA venerdì 11 settembre 2015 – PROVINCIA – Pagina 32 PESCHIERA. La «Bau Beach» piace a padroni e animali ma divide ancora Cani in spiaggia Tutto esaurito salvo le polemiche Katia Ferraro Il gestore Fratucello: «Commenti soddisfatti dagli utenti e lamentele dai residence vicini» In alberghi e camping porte aperte ai «piccoli»
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Continua il successo della Braccobaldo Beach di Peschiera, la spiaggia più attrezzata del lago di Garda e forse più famosa grazie anche all'eco mediatica seguita alla sua inaugurazione, nel 2011, alla presenza dell'allora ministro Michela Vittoria Brambilla. Un successo misurato più dai commenti entusiastici degli ospiti (quelli umani) che dalle presenze, in linea con il trend registrato gli anni scorsi nonostante questa estate sia stata maggiormente favorita dal bel tempo. Lo conferma Gianantonio Fratucello del «Pentagono», società di noleggio barche che gestisce anche alcune spiagge attrezzate di Peschiera tra cui, dopo averne ottenuto l'affidamento pluriennale dal Comune di Peschiera, quella dedicata agli amici a quattro zampe. «I numeri sono in linea con gli anni scorsi», spiega Fratucello, «abbiamo segnato il tutto esaurito nei fine settimana di luglio e agosto, mentre come di consueto gli altri giorni l'affluenza era minore». L'utente della spiaggia è quasi esclusivamente italiano, proviene da località vicine di Veneto, Lombardia e Trentino e frequenta la bau beach in giornata. «Riusciamo a intercettare pochi turisti stranieri in vacanza sul lago», prosegue Fratucello, attribuendo questa difficoltà alla presunta carenza di strutture ricettive che accettano gli amici pelosi. In compenso il sabato e la domenica non solo vengono esaurite tutte le postazioni disponibili (circa 60 per le persone), ma ci sarebbe molta più richiesta. UN SERVIZIO CHE PIACE MOLTO «e contribuisce a dare una bella immagine di Peschiera», evidenzia il gestore, «riceviamo molte soddisfazioni da chi ci viene a trovare e spesso diventa cliente abituale». Per rendersene conto basta spulciare un po' i commenti in internet: su Tripadvisor la spiaggia presenta 126 recensioni, di cui la metà valutano il servizio «eccellente» e 46 «buono», mentre i giudizi negativi si contano sulle dita di una mano. Vale lo stesso per la pagina Facebook (non ufficiale), dove i proprietari dei cani danno il massimo dei voti e postano foto in spiaggia dove sono immortalati felici con il loro amico fido. UN PROBLEMA DI «TAGLIA». Quali sono le razze più presenti in spiaggia? «Vengono un po' tutte, di piccola, media e grossa taglia, ma la fanno da padrone Labrador, Golden retriever e Terranova che per antonomasia amano l'acqua», risponde Fratucello. E qui starebbe il nodo del problema, come conferma il direttore di Federalberghi Garda Veneto Giovanni Altomare smentendo in parte quanto sostenuto da Fratucello: «Sono tantissimi gli alberghi che ospitano animali, purché di piccola taglia: in alcuni casi sono ammessi anche quelli più grandi, ovviamente con delle limitazioni. Per questo molti turisti, sia italiani che stranieri, preferiscono lasciare il loro cane nelle apposite strutture di accoglienza temporanea, anche per essere più liberi in vacanza». Per Giovanni Bernini, presidente di AssogardaCamping, la minor affluenza di turisti stanziali alla bau beach starebbe nella concorrenza delle altre spiagge del litorale gardesano prospicenti i campeggi, non attrezzate per i cani ma per la maggior parte senza alcun divieto di accesso o di entrare in acqua. «In quasi tutti i campeggi sono accettati gli animali, magari prediligendo le piazzole piuttosto che i bungalow», afferma Bernini, «ovviamente chi è in campeggio è poco disposto a spostarsi per raggiungere altre spiagge. Credo che alla bau beach vada chi alloggia in strutture prive di accesso diretto al lago». LE PROTESTE DEI RESIDENTI. Ad accompagnare la bau beach ci sono da sempre anche le proteste delle persone che abitano nei residence vicini, fin dall'inizio riunite in un comitato. Polemiche che non si sono placate nel corso degli anni, anzi. «Le lamentele sono quasi giornaliere», ammette Fratucello, «ma gestendo anche altre spiagge "normali", devo ammettere che alla bau beach c'è più tranquillità: non so se fa più piacere avere ragazzi scalmanati e schiamazzanti o cinquanta cani educati». La spiaggia, aperta da aprile a settembre compresi, mette a disposizione lettini (6 euro per le persone, gratis per il cane), ombrelloni (3 euro), docce e aree recintate per i bisogni. All'ingresso kit di benvenuto con ciotola, copertina e sacchetti giovedì 10 settembre 2015 – PROVINCIA – Pagina 36 STAGIONE DA RIPETERE. In aumento tedeschi, olandesi e scandinavi. Federalberghi ora punta su settembre e ottobre Turismo, estate col segno «più» ma gli italiani restano assenti Emanuele Zanini
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Lucchini: «Le presenze estere sono aumentate: Abbiamo avuto una partenza sprint e a Ferragosto abbiamo sfiorato il tutto esaurito» Sul lago di Garda si profila una stagione turistica con il segno «più», grazie soprattutto agli stranieri. Non mancano i punti meno positivi come la presenza limitata degli italiani e in generale alcuni cali di presenze nella prima parte dell'estate che hanno deluso un po' gli operatori. L'inizio era stato confortante, specie nel periodo di Pasqua, durante il quale i turisti avevano affollato le strutture ricettive gardesane. Poi però fino a metà luglio le prenotazioni non sono state proprio in linea con le attese. La situazione è migliorata in agosto. Per gli albergatori però non è svanita la speranza di avere un ultimo colpo di coda a settembre e inizio ottobre, mesi che potrebbero dare un'accelerata finale importante alla stagione. A fare il punto della situazione è Marco Lucchini, presidente Federalberghi Garda Veneto che conferma: «La stagione turistica di quest'anno fino a questo momento presenta segno positivo, anche se bisogna sempre ricordare che in parte questo è dovuto ad una rilevazione più puntuale rispetto agli anni scorsi e all'inclusione anche del comparto extralberghero». Dopo una partenza sprint è seguito un periodo di stasi. «Fino alla fine di luglio l'andamento non è stato all'altezza delle aspettative, complice forse la temperatura molto elevata che ha coinvolto anche il resto del vecchio continente, soprattutto del nord Europa, e che quindi non ha favorito l'esodo», spiega Lucchini. «Rispetto al 2014», prosegue, «confermiamo comunque un aumento di presenze turistiche, soprattutto straniere, in agosto e nella prima settimana di settembre. In particolare, durante il periodo di Ferragosto, abbiamo sfiorato il tutto esaurito».Secondo i dati forniti dall'osservatorio di Federalberghi Garda Veneto, che si basa soprattutto sulle prenotazioni effettuate tramite il portale GardaPass Booking, si può stimare un aumento delle presenze del tre per cento. «Arrivi e presenze non danno però un quadro reale della stagione», precisa Lucchini, «in quanto vanno condivisi anche con il "sommerso", cioè con quelle strutture non regolari che rappresentano un grande cruccio per gli albergatori che chiedono un maggiore controllo e soprattutto una regolamentazione più severa in materia». Analizzando la provenienza degli ospiti che soggiornano sul Garda, secondo le rilevazioni fornite da Federalberghi Garda Veneto, sono in costante aumento i turisti tedeschi, olandesi e in generale quelli provenienti da Paesi del Nord Europa, come Regno Unito e Scandinavia. Nota dolente invece rimangono i turisti italiani. «I nostri connazionali che visitano il Garda sono sempre meno», ammette il presidente dell'associazione di categoria. «Questo credo sia dovuto a una promozione insufficiente a livello nazionale. In generale comunque auspichiamo una programmazione incisiva e lungimirante della promozione del lago di Garda, sia nazionale che internazionale. Anche perché ne va del futuro turistico del nostro territorio». C'è un cauto ottimismo, infine, sulla chiusura della stagione estiva.«Le previsioni meteo per settembre sembrano essere abbastanza promettenti per un prosieguo favorevole dell'annata», conclude il presidente di Federalberghi Garda Veneto. «Contiamo quindi su un rush finale che confermi o aumenti la percentuale positiva rispetto allo scorso anno. Settembre e anche ottobre», conclude, « sono i mesi ideali per godere appieno delle bellezze delle nostre zone, per fare una vacanza attiva e per conoscere l'entroterra. Rispetto al mare e alla montagna la stagione sulle rive del Garda può essere più lunga, sempre tempo permettendo» domenica 06 settembre 2015 – PROVINCIA – Pagina 32 TORRI. La Guardia Costiera ha fermato il mezzo Barca impazzita alla Centomiglia Tragedia sfiorata Il catamarano è salpato senza conducente creando pericolo Tragedia sfiorata ieri poco prima delle 15 al largo di Torri, quasi di fronte a Toscolano Maderno. Durante la Centomiglia, una delle regate più importanti del lago di Garda e più blasonata a livello nazionale, la Guardia Costiera
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di Salò ha dovuto compiere un salvataggio e un recupero degni di un film. Una delle imbarcazioni in gara, infatti, un catamarano di oltre 8 metri e mezzo, spinto dal forte vento che spirava in quel momento ha «scuffiato», cioè si è ribaltato, ed ha catapultato i due occupanti in acqua. I due velisti, peraltro ben equipaggiati con le mute e i giubbotti salvagente, hanno lottato contro le onde e, dopo diversi minuti, sono anche riusciti a raddrizzare il catamarano. Che però, avendo ancora le cime «tirate», ha preso vento, ha gonfiato le vele e ha lasciato in acqua, e con un palmo di naso, i due attoniti velisti. «L'imbarcazione è "scappata" da sola e ha iniziato a salpare in direzione sud senza che nessuno potesse fermarla e mettendo a rischio la sicurezza delle altre barch», hanno fatto sapere dalla Guardia Costiera di Salò. Avvisati grazie a una telefonata, gli uomini agli ordini del vicecomandante Pasquale Angelillo sono usciti con l'unità 862 e i tre militari, guidati dal capoequipaggio Antonio Veneroso, sono riusciti dapprima a trarre a bordo i due velisti e, successivamente, si sono precipitati per interrompere la fuga dell'imbarcazione.«Grazie alla perizia di Renzo Ressa e Alessio Licchetta», ha spiegato Veneroso, «siamo riusciti ad affiancare e poi a mettere sotto vento il catamarano, che così è stato recuperato e portato al porto di Bogliaco». Tutto bene per i due naufraghi ma, soprattutto, il recupero dell'imbarcazione a vela ha evitato che la folle corsa coinvolgesse altre imbarcazioni e rovinasse magari la mitica Centomiglia
domenica 06 settembre 2015 – PROVINCIA – Pagina 32 BILANCIO DI FINE ESTATE . I vigili del fuoco negli ultimi sei mesi hanno fatto 514 operazioni: 453 a terra e 61 in acqua Bilancio di metà anno al distaccamento dei vigili del fuoco di Bardolino intervenuto, dall'1 gennaio al 31 agosto in 514 occasioni: in 453 casi si è mossa la squadra terrestre e in 61 quella nautica con operazioni di rilievo tra cui lo spegnimento dell'incendio divampato sull'aliscafo pubblico Galileo Galilei. Molti poi gli interventi per incendi boschivi e di sterpaglie, causati dal caldo, soprattutto nella zona tra Spiazzi, Caprino e Ferrara di Monte Baldo. Ma l'intervento più importante è stato però il rogo alle Cartiere Fedrigoni, dove hanno collaborato con i colleghi di Verona.Un dato positivo si registra per le operazioni legate agli incidenti stradali. Sono infatti calati, da quando vige la legge che punisce pesantemente chi guida avendo assunto alcol e droghe, gli incidenti dei giovanissimi soprattutto nei fine settimana. Esordisce Roberto Barbieri, caposquadra della squadra nautica del Presidio acquatico e soccorritore acquatico: «Il numero di interventi di questi mesi, considerando che in genere si arriva a un totale di 7/800 annui, è un po' sopra la media rispetto agli anni scorsi». In riferimento a quelli su terra, sono stati numerosi, appunto, gli incendi generici - a sterpaglie, vetture e capannoni - e i soccorsi a persone. Rispetto al piovoso 2014, invece, non essendoci stati molti temporali, sono calati i tagli di piante e gli allagamenti: 22 nel luglio 2014 e solo 3 quest'anno.«In merito agli incidenti stradali», rileva invece, «la media è stata di una decina di operazioni al mese, tenendo conto che interveniamo quando vi sono persone incastrate nelle lamiere. Le medie mensili di solito erano pressoché doppie con esiti spesso mortali». Aggiunge il caporeparto Stefano Marchesini: «Ma bisogna continuare a puntare sulla guida consapevole per evitare che i fine settimana tornino teatro di questi incidenti frequenti soprattutto verso le 2-3 del mattino». Per quanto riguarda la squadra nautica, sempre fino al 31 agosto, si è mossa in 61 casi, concentrati soprattutto in luglio e agosto. «Abbiamo fatto 19 assistenze a persone in difficoltà trovatesi al largo con temporali, 11 soccorsi a persone in difficoltà per malori, colpi di sole, scontri tra natanti o piccoli infortuni», ragguaglia Marchesini. «Sono invece stati 17 i recuperi di imbarcazioni finite al largo per la rottura degli ormeggi», prosegue Barbieri. Evidenzia Marchesini: «Ricordiamo quello del 9 agosto quando la squadra acquatica del nostro Presidio è uscita a Peschiera per l'incendio di un'imbarcazione pubblica, il Galileo Galilei. Non potendo recarci sul posto col gommone Rib M10 680, fuori servizio, siamo andati con l'unica imbarcazione rimasta, il gommone Victor 7, caricando
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attrezzatura per lo spegnimento. Poco fuori del porto si vedeva già in lontananza il fumo nero ma, arrivati abbiamo constatato che lo spegnimento era stato svolto dall'equipaggio di bordo con la polizia di Stato. Quindi abbiamo fatto assistenza alle operazioni di traino alla banchina e verificato che l'incendio, innescato dall'ostruzione di alghe di una presa «a mare» per il raffreddamento di motori surriscaldatisi, fosse domato. Fortunatamente era di entità contenuta», rileva. «Al momento infatti i mezzi qui presenti per interventi in acqua sono 3 moto d'acqua per soccorso a persona e, appunto, il Victor 7 mente il cabinato RibM10 680, che doveva sopperire al Raf trasferito a Savona, ha problemi ai motori. Per gli interventi di terra ci sono invece due camion Aps e due defender». Torna all’elenco dei quotidiani
da L’ADIGE Operatori uniti per il bike sui sentieri Ad ottobre nuovo soggetto per dialogare con InGarda CLAUDIO CHIARANI ALTO GARDA - «C'è spazio per tutti». Loris Tagliapietra, biker, escursionista, titolare di un'azienda di security non ha bisogno di presentazioni. Mercoledì sera a Torbole, ha esordito così all'inizio dei lavori della serata convocata da Silvio Rigatti, membro del cda d'InGarda e incaricato di ascoltare le ragioni dei biker in merito alla diatriba sulla percorrenza dei sentieri di montagna, contribuendo certamente a una riunione pacata, dai toni mai elevati ma preziosa di contributi. Partendo da un punto fisso: tanto di cappello alla Sat, ai suoi membri, al lavoro fatto e che sta facendo per i sentieri. Nessuno ha mai messo in discussione questi principi, anzi. «Sarebbe ora che noi per primi - ha detto Lucio Toccoli, albergatore torbolano - iniziassimo a muoverci. La Sat ha manutenuto i sentieri, indiscutibile che le mountain bike smuovano sassi percorrendole. Allora invece di lagnarci diamoci la sveglia creando l'associazione, iniziando a fare qualcosa di concreto». L'associazione si chiamerà molto probabilmente «Bike Altogarda Trentino», mercoledì sono state poste le basi per redigere lo Statuto, e nominati otto dei presenti per un primo tavolo di lavoro in grado di rispondere alla Provincia, che avviato l'iter per la nuova legge che disciplinerà l'uso della mountain bike sui sentieri di montagna chiede risposte concrete. «Risposte che arriveranno a breve - ha detto al termine Silvio Rigatti - il tempo di valutare sulla cartina le nostre osservazioni. Non è che dopo due ore si sia già in grado di farlo, anche se speravo di chiudere il tutto in serata. Ma capisco e ne prendo atto, tuttavia saranno tempi brevi. Intanto la cosa importante è che dopo anni di stallo si sia deciso di muoversi». Tante le osservazioni fatte in sala giunta del Comune di Torbole, anche grazie alla presenza dell'assessore allo sport di Arco Maria Luisa Tavernini, dal consigliere rivano Stefano Santorum a quello di Nago Torbole Claudio Mandelli. Quest'ultimo ha elogiato senza mezzi termini la Sat, i suoi membri, il ruolo nella società. «Perché prima di tutti molti di noi sono andati a piedi in montagna - ha detto - e poi con la mountain bike. Ma guai a sollevare anche il minimo dubbio su questa istituzione. Servono rispetto, e solo col dialogo tra le parti potremmo arrivare a un accordo. Non dimentichiamolo». Il «piatto» è logicamente ricco d'argomenti, e lo stesso Carlo Argentieri, colui che la Sat l'ha «denunciata» per l'intenzione di apporre sui sentieri (pochissimi, peraltro va ricordato) una sorta di divieto, ha riconosciuto questo. «È che a me i divieti non vanno per principio - ha detto - ma se si creano le vie alternative, non vedo perché no. Dunque ben venga questo nuovo soggetto, ma ricordiamoci che la mountain bike per il Garda trentino significa indotto».
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L'8 ottobre è la data in cui il nuovo soggetto dovrebbe vedere la luce, ma il gruppo costituito da Silvio Rigatti è già al lavoro. Sergio Amistadi, colui che nella Sat di Riva ha creato la «Sat Bike» sarà coinvolto nel progetto, poi anche Fabrizio «Bicio» Di Stasio, al quale va data la paternità della battaglia vinta per la riapertura della vecchia Ponale. Poi i membri di Agba, Altogarda Bike Area che tanto hanno fatto per pulire e sistemare i sentieri disponibili. Senza dimenticare il lavoro degli Alpini e dei volontari che hanno ripulito sentieri e mulattiere, col massimo rispetto per gli escursionisti che s'incontrano. Perché l'educazione, il rispetto e la corretta informazione - è stato più volte ripetuto sono la pietra su cui fondare una montagna vivibile per entrambe le categorie. 11.09.15 Allarme cinghiali dal Parco Alto Garda Dal Bresciano passano il confine e devastano «Posso dire che i numeri, sia dei cinghiali presenti che dei danni riscontrati, in Trentino sono minori che altrove, ma comunque siamo preoccupati per questa presenza. Cerchiamo di tenere la situazione sotto controllo, in collaborazione con l'Associazione cacciatori» dice l'assessore ad agricoltura, foreste e caccia, Michele Dallapiccola . La devastazione della conca di Tremalzo di cui ha riferito ieri l'Adige , causata dalle scorribande di queste bestie della famiglia dei suidi, è «figlia» degli sconfinamenti di animali dal vicino Parco dell'Alto Garda. «Quella è un'area protetta dove la riproduzione è più libera» spiega Carlo Pezzato , presidente dell'Associazione cacciatori trentini, che ha messo in campo, negli ultimi anni, tra i 150 e 200 «controllori», cioè cacciatori appositamente formati per contenere la presenza di cinghiali. «Impossibile dire quanti siano in Trentino, perché sono una specie assolutamente prolifica, fino a setto, otto piccoli alla volta, che nascono tutto l'anno. Le zone dove sono presenti» dice Pezzato «sono quelle note, dal Chiese alla Vallagarina, passando per l'alpe di Ledro, arrvando alla Vigolana, sopra Besenello. Con l'ultima delibera della Giunta provinciale, l'area di controllo è stata estesa all'area compresa tra Adige, Fersina e Brenta, in pratica Alta e Bassa Valsugana, fino a Borgo». È una specie che tende ad espandersi rapidamente. «Nella zona di Ala e Avio, in primavera, ci sono stati 70-80 prelevamenti, nella caccia autunnale il numero sarà dello stesso ordine di grandezza» spiega il presidente dei cacciatori. C'è un'attività di controllo ordinaria, parallela alla stagione venatoria, tra il primo maggio e il 30 giugno e tra il 16 agosto e il 31 dicembre. Attività che vede i controllori all'opera da un'ora prima del sorgere del sole fino a due ore dopo il tramonto: un'ora in più di luce, rispetto, ad esempio, alla caccia al capriolo, perché il cinghiale è un animale crepuscolare e notturno. E poi ci sono gli interventi straordinari, alla bisogna, che autorizzano il controllore ad intervenire anche la notte, affiancato da un guardiacaccia. «L'ultimo intervento straordinario è stato il mese scorso, nei vigneti di Ala e Avio» racconta Pezzato «i nuovi impianti delle vite a Guyot hanno i grappoli all'altezza giusta per i cinghiali». Altri numeri, e ben altra preoccupazione, sul versante bresciano. «La stima è di almeno 6-700 esemplari, qui la situazione è critica» spiega Daniele Pace , sindaco di Valvestino, cacciatore e presidente del Parco e della Comunità dell'Alto Garda Bresciano. Il problema è che ci sono dappertutto, e si spostano di continuo: un giorno sono a Tremalzo, poi ritornano qui, e così via. Fino al 2014, nel parco non era possibile intervenire. Poi, siamo riusciti ad ottenere la possibilità di abbatterli, ma con limiti precisi, ad esempio da punti sparo fissi. Abbiamo trenta controllori autorizzati a sparare nel parco. Il fatto è che la maggior parte dei cinghiali è fuori dell'area protetta, su territorio gestito dalla Provincia di Brescia. Adesso, grazie ad un recente accordo tra Parco e Provincia, abbiamo cominciato gli interventi nella zona di malga Tremalzo, Tremosine, lungo il confine, e abbiamo ottenuto la possibilità di caccia ordinaria di selezione al cinghiali dal primo giugno al 31 gennaio. È nella parte bassa, verso il lago di Idro, che i cacciatori fanno ancora la caccia col cane». Colture distrutte, pascoli e prati devastati. «L'anno scorso, a malga Tremalzo, dove sono passati, non c'era più un metro quadro pascolabile» racconta Pace «idem a malta Tombea». Ma ora, dice, la preoccupazione è anche per la
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popolazione: «A Gargnano, sono arrivate fino alle camere nel parco del Lefay Resort, a Gardone li hanno trovati al Vittoriale. E quando si avvicinano, le femmine con prole sono più pericolose dell'orso. Siamo arrivati fino a 500 abbattimenti in un anno, ma si riproducono velocemente. Nel Bresciano, il problema è la lobby dei cacciatori che li ha diffusi. Io sono per l'eradicamento totale». Do. S. 07/09/15 Torna all’elenco dei quotidiani
dal TRENTINO Nella associazione saranno rappresentati tutti gli operatori legati al settore e i suoi esperti ragioneranno su tracciati e regole. «Purché alla pari con la Sat» Nasce «Bat»: rappresenta i biker dell’Alto Garda di Matteo Cassol wALTO GARDA L'altra sera a Torbole si è svolta un'assemblea fra tutti gli attori del mondo bike altogardesano, con la presenza di Maria Luisa Tavernini, assessore a turismo e sport di Arco. Moderatore è stato Silvio Rigatti (AktivHotel Santalucia), nuovo responsabile "Bike" di Ingarda, il quale ha portato la nuova cartina Ingarda con i percorsi suggeriti per i biker e ha domandato a nome di Ingarda alla platea un'opinione sui possibili divieti che su questa cartina erano evidenziati con un puntino rosso, chiedendo di indicare subito dei passaggi alternativi. Nella platea c'erano tutte le categorie interessate: tanti albergatori, tutti i negozi bici e noleggi, tutte le guide mtb operanti sul territorio, ristoratori, esercenti nel commercio, operatori shuttle bike... Praticamente il (vero) mondo "bike" altogardesano e la più grossa parte dell'economia a esso legata era presente. Dopo un dibattito costruttivo, aperto a tutte le opinioni, interessante, si è giunti a queste conclusioni condivise unanimamente: nelle prossime settimane nascerà Bike Altogarda Trentino, un ente (probabilmente sarà un'associazione o un consorzio) rappresentativo del locale mondo bike e partecipato anche da operatori del ricettivo e del commercio-turismo, che si propone in prima persona per la salvaguardia, il mantenimento, la creazione di sentieri nel Garda trentino, rapportandosi ufficialmente con istituzioni, enti e società per le finalità previste in statuto. Bike Altogarda Trentino avrà naturalmente in seno le competenze e le professionalità (riconosciute aldilà di ogni dubbio) capaci di valutare e operare direttamente su determinati aspetti (manutenzione, pulizia, apertura percorsi bike alternativi); sarà anche la prima da prendere in considerazione se si vorranno discutere precisi punti legati alla sentieristica bike ed agli eventuali problemi a essa legati. Si valuteranno tutte le proposte che arrivano da Ingarda e Provincia a tempo dovuto, quando la costituzione sarà compiuta e sarà definito il gruppo di esperti di Bat che prenderà in visione la cartina proposta e tutti gli eventuali progetti in corso. Piena disponibilità a confrontarsi e collaborare - su un piano paritetico con la Sat e i suoi rappresentanti. Il motto è "Informare ed educare è meglio che vietare". 11.09.15 Primo incontro fra le due amministrazioni dopo la pausa ferragostana. Individuate le possibili sinergie Il sindaco Vittorio Fravezzi: «Abbiamo deciso di anticipare i tempi, per fare le cose con calma e bene» Dro e Drena anticipano la fusione attraverso le gestioni associate DRO Prove tecniche di fusione. Dro e Drena rinsaldano il loro patto di acciaio e si apprestano ad implementare la collaborazione che in questi anni ha portato ottimi risultati sul fronte della gestione associata. L'obiettivo è razionalizzare le risorse, ridurre i costi e garantire un'alta efficienza assicurando alla cittadinanza il mantenimento degli sportelli e del front office. Le due amministrazioni comunali hanno deciso di essere fra le prime municipalità
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trentine ad intraprendere il percorso che dovrà portare alla gestione associata di tutti i servizi offerti alla cittadinanza, secondo quanto disposto dalla Provincia per i comuni sotto la soglia demografica dei 5 mila abitanti. Le due giunte si sono volute incontrare per cominciare a mettere sul tavolo le varie questioni, anticipando l'appello che verrà inviato a breve alle amministrazioni locali (la circolare è prevista entro la fine del mese). «Non abbiamo voluto aspettare il richiamo della Provincia - spiega il sindaco di Dro Vittorio Fravezzi - e così si è deciso di avviare immediatamente le consultazioni, con grande senso di responsabilità da parte di entrambe le amministrazioni e con un atteggiamento certamente virtuoso, visto che anticipando i tempi si possono fare le cose con calma e bene». La norma provinciale dispone che entro l'autunno le municipalità trentine con meno di 5 mila abitanti debbano associarsi nella gestione dei servizi. Al momento, però, si è ancora in attesa delle linee guida che verranno comunicate nel corso delle prossime settimane. Il sindaco Fravezzi e il collega di Drena Tarcisio Michelotti credono fermamente nella collaborazione e nelle opportunità di crescita racchiuse nella gestione associata, al di là degli obblighi di legge. «Gestire in maniera sinergica i servizi - spiegano i due sindaci - vuol dire razionalizzare le risorse, ridurre i costi e migliorare l'efficienza, che poi è ciò che preme maggiormente all'utenza, ossia ai nostri concittadini. Siamo convinti che questa sia la strada giusta e non solo quella obbligata, un primo passo importante anche in ottica futura. E se son rose fioriranno». Il primo incontro fra le due municipalità "cugine" si è svolto questa settimana, alla ripresa dell'attività amministrativa dopo la pausa ferragostana. La riunione fra i due sindaci si è svolta in municipio a Dro, alla presenza di parte della giunta droata e del segretario Stefano Berlanda, il trait d'union fra le due municipalità: «E' stato un incontro preliminare, anche se molto interessante e fruttuoso - commentano i protagonisti - durante il quale abbiamo cominciato ad analizzare la situazione e ad individuare le possibili sinergie. Ma si partiva già da una buona base visto che i due comuni collaborano ormai da anni». Il traguardo finale sarà la stesura di un protocollo che stabilirà modi e tempi dell'avvio di tutte le gestioni associate. La sinergia consentirà una razionalizzazione della spesa per il back office e garantirà un efficiente e costante front office in entrambe le municipalità. 06/09/15 Torna all’elenco dei quotidiani
dal CORRIERE DELLA SERA Venerdì 11 Settembre, 2015 BRESCIA le vie d’acqua risorsa del lago
G iorni fa, mentre trotterellavo nervosamente le dita sul volante perché intrappolato nella solita coda che da aprile a settembre si sviluppa fra Tormini e Toscolano, ho guardato distrattamente uno dei battelli che dilettano i turisti, portandoli da Gardone Riviera a Malcesine o da Maderno a Lazise, e ho pensato che sì: che «si potrebbe fare». Si potrebbe cioè utilizzare l’acqua come una strada, alleggerendo il traffico che percorre tutto l’Alto Lago attraverso un’unica, intasatissima, strada. Un’idea che ha subito incontrato l’entusiastico favore di Paolo Rossi, presidente di Federalberghi della Lombardia. «Ne trarrebbero vantaggio tutte le attività commerciali, perché ci sarebbe una mobilità non penalizzata dalla endemica carenza di parcheggi, oltre a tagliare alla base il problema delle code. La navigazione sarebbe inoltre una risorsa oltre che una caratteristica suggestiva, come hanno capito meglio di noi altrove…». Utilizzare il lago come nastro autostradale non è infatti idea originale, visto che altre realtà lacustri, quali quelle di Como, restando in Italia, o di Ginevra, guardando all’estero, utilizzano da tempo le acque per movimentare i residenti. «Oltre ad aver sprecato una possibilità che avevamo sotto il naso — rincara Rossi — abbiamo anche
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distrutto gli attracchi esistenti: l’unico rimasto è quello del porticciolo di Fasano». Se negli anni Sessanta, cioè all’alba della motorizzazione selvaggia, la situazione viaria su questi territori era sostenibile, a distanza di mezzo secolo essa è precipitata per l’aumento esponenziale delle vetture circolanti su strade rimaste sostanzialmente le stesse. Il risultato è stato l’aumento delle aree destinate ai parcheggi, con l’inevitabile erosione di un suolo pubblico già di per sé sottoposto agli atti predatori di una cementificazione selvaggia e incurante del futuro. Lo sviluppo della motorizzazione non ha coinciso cioè con il progresso. Politiche incuranti dell’ambiente e disattente ai bisogni dei residenti hanno fatto sì che da allora, tutti gli anni, per un’intera stagione, ci si debba rassegnare a gettare al vento ore ed ore di tempo per percorrere pochi chilometri o a rinunciare a raggiungere un determinato posto per mancanza di parcheggi. È paradossale che ci si possa muovere meglio in una metropoli come Milano che fra paesi che distano pochi chilometri. Restare imbottigliati, nel 2015, in un irriverente rosario di auto — spesso con un unico passeggero a bordo — senza soluzione di continuità, è come passeggiare sul lungolago con un abbigliamento da anni 60. Si può fare tutto, per carità. Ma si rischia il ridicolo. Come ridicole, oltre che inaccettabili, sono quelle code. Venerdì 11 Settembre, 2015 BRESCIA incoronati i giardini del benaco Il fascino del Garda non smette di sedurre. E stavolta ha incantato anche il principe Carlo d’Inghilterra. L’erede al trono, appassionato di fiori e giardini, ha promesso che nel 2017 si recherà di persona in Italia, a visitare il Benaco e le sue piccole «oasi». Pare che il principe sia rimasto incuriosito dall’intreccio tra luci, colori e natura che si erge in questo angolo di Mediterraneo. A illustrarne le bellezze è stata una delegazione di professionisti bresciani, che a maggio sono volati a Londra. Tra loro anche Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione «Vittoriale». È stato lo storico, ieri pomeriggio, a svelare la novità a Sirmione, durante la presentazione de «I Giardini del Benaco». La rassegna, giunta alla sesta edizione, riunisce architetti, storici, letterati e designer. Italiani e internazionali, chiamati a discutere di concetti come «paesaggio» e «giardino», che oggi hanno assunto un peso importante anche sotto il profilo turistico. E se i dibattiti culturali sul paesaggio si aprono a inizio ottobre, il primo appuntamento è domani, con l’ottava edizione della «Mostra botanica», sul lungolago di Salò. Aperta fino a domenica, l’esposizione riempirà la città di bellezza, colori e profumi. Una grande «mostra mercato», capace di riunire un ampio numero di espositori – più di 65 l’anno scorso –, che trasformeranno il lungolago di Salò in un piccolo paradiso. Tra essenze rare, piante cactacee, liliacee, sempreverdi, aromatiche, piante acquatiche, succulente o bulbose: sarà, in ogni caso, un’esplosione di colori e vitalità. Gli appassionati potranno trovare anche accessori e arredi per il giardino e la casa. E chi invece avrà voglia di farsi semplicemente un giro, non rimarrà deluso. In alcune piazze del centro storico si potranno ammirare allestimenti di veri e propri giardini. Insomma, anche l’occhio vuole la sua parte. E questo vale sia per l’arredo urbano sia per le infrastrutture viarie. Non a caso, per arrivare a Salò il turista percorre la Sp572, da Desenzano. Una via panoramica oggi trasformata in strada periferica, piena di capannoni. Che sarà oggetto di un workshop (Moniga, 1-2 ottobre) coordinato dall’architetto Giovanni Cigognetti. Con l’obiettivo di capire come riqualificare quella che rimane una via d’accesso privilegiata al Garda. E se «le strade», per dirla con le parole dell’imprenditore Gigi Tagliapietra, «sono vie di comunicazione», è chiaro che diventa cruciale «cosa dicono i viaggiatori». Armati di Facebook, i turisti «oggi raccontano». Far trovare loro una strada diversa, con più inserti verdi e meno supermercati grigi, sarebbe un investimento. Certo, piantumare non basta. «Servono idee nuove – dice Cigognetti –, senza pensare di poter tornare indietro». Secondo lui, infatti, «il bello non è solo il paesaggio di una volta». Matteo Trebeschi Mercoledì 9 Settembre, 2015 CORRIERE DEL VENETO - VERONA
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Gardaland mette i turisti europei nel mirino Nuovo hotel da 25 milioni, sarà pronto a giugno 2016. «Il parco si propone come luogo di vacanza» VERONA I tagli e gli esuberi di qualche anno fa sembrano adesso un pallido ricordo. Gardaland raddoppia i suoi alberghi e mette sul piatto 25 milioni. È il valore dell’investimento per la nuova struttura, già in costruzione e secondo le previsioni della società - pronta per la prossima alta stagione, giugno 2016: cento camere (che si aggiungono alle 250 attuali), tutte tematizzate intorno alla suggestione dell’avventura e sparse in due padiglioni, uno dei quali ospiterà un ristorante (anche questo a tema ovviamente, sarà intitolato a Tutankhamon ed evocherà l’antico Egitto). E la reception che farà da elemento di raccordo fra i due edifici promette a sua volta spettacolo «e grande impatto scenografico», come recita una nota della società. Il nuovo hotel ha una doppia firma veneta: il contractor è Carron, noto gruppo trevigiano delle costruzioni, il progetto è stato realizzato da Boccuni, studio veronese di ingegneria. La scelta di investire sulla ricettività alberghiera è spiegata così dall’ad Aldo Maria Vigevani: «Le visite a Gardaland di una giornata rappresentano ancora il 70% degli ingressi ma la nostra volontà è diventare destinazione turistica per brevi soggiorni, incrementando le prenotazioni in hotel». E il direttore marketing di Gardaland, Luca Marigo, chiarisce: «Questa d’altronde è la strategia che il gruppo Merlin Entertainments, cui il parco appartiene, si è data per tutte le sue principali strutture». Ragionamento che è valso ancor di più per la realtà veronese: «Il turismo sul lago di Garda - riprende Marigo - in questi ultimi anni è sempre cresciuto, in controtendenza rispetto a tante destinazioni italiane; nell’area si registrano 4,5 milioni di presenze e per oltre 3 milioni riguardano stranieri. Se a questo aggiungiamo che il nostro attuale albergo registra in alta stagione, cioé da metà giugno a settembre, il 100% di riempimento delle camere, si capisce perché la società ha voluto investire». L’obiettivo quindi è allargare la platea di clienti (in gran parte dall’estero) che scelgono Gardaland non solo per una giornata fra le attrazioni «ma come luogo per una vacanza sul lago». Insomma si vogliono intercettare sempre più famiglie (con buona disponibilità di portafoglio) da Germania, Olanda, Svizzera, Inghilterra e tanti altri Paesi del Nord Europa che intendono far divertire i propri bambini e al contempo godere di un’offerta che comprende natura (il lago, ma non solo) e cultura (Verona, Venezia e quant’altro). I costi elevati (25 milioni) innanzitutto si spiegano con le dimensioni: «Stiamo costruendo un grande albergo da 100 camere», ricorda Marigo. E la tematizzazione di ciascuna («Jungle, Wild West, Arctic e Arabian») alza un po’ l’impegno sull’investimento: «L’allestimento del nuovo albergo è pensato con continui rimandi ai temi e ai contenuti delle attrazioni di Gardaland. È il prolungamento dell’esperienza di intrattenimento che il cliente del parco vive diventando ospite dell’hotel». Gardaland, tra l’altro, chiude una estate positiva: «Non posso entrare nel dettaglio avverte Marigo - ma parliamo di una crescita dell’8% sulla stagione precedente. E contrariamente a quanto si pensi, l’estate 2014 è stata positiva per noi. È vero che fu flagellata dal maltempo, ma è altrettanto vero che il meteo alla fine ci ha danneggiato poco: e questo proprio perché la gente in piena stagione, quando si trovava già in vacanza sul lago, sceglieva Gardaland per un pomeriggio di svago in una giornata dal tempo incerto». C.T. Torna all’elenco dei quotidiani
A cura dell’Ufficio Stampa della COMUNITÀ DEL GARDA Villa Mirabella Via dei Colli 15 25083 Gardone Riviera (BS) Tel. +39 0365 290411 - Fax +39 0365 290025