COMUNE DI TARANTO PROVINCIA DI TARANTO
Interventi di adeguamento del Centro Materiali Raccolta Differenziata di Taranto
Progetto definitivo
Responsabile del Procedimento Dott. Alessandro De Roma
Ufficio di progettazione Ing. Fausta Musci Ing. Fabio Paccapelo
DATA
TITOLO
Studio di impatto ambientale Sintesi non tecnica AGGIORNAMENTO
DATA
DESCRIZIONE
12/2014
SCALA
ELABORATO
R.5
Centro lavorazione preliminare e stoccaggio provvisorio di scarti recuperabili e non derivanti dalla raccolta differenziata e selettiva di rifiuti solidi urbani Comune di Taranto
INDICE 1.
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO ___________________________________ 2
2.
INQUADRAMENTO NORMATIVO _____________________________________ 4
3.
CONSIDERAZIONI METODOLOGICHE _________________________________ 6
4.
IPOTESI “O” – NON REALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO _______________ 8
5.
QUADRO DI RIFERIMENTO PIANIFICATORIO _________________________ 10
6.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE ___________________________ 15 6.1.
TITOLI EDILIZI ______________________________________________________ 15
6.2.
OPERE ESISTENTI ___________________________________________________ 15
6.3.
OPERE IN PROGETTO _________________________________________________ 18
6.3.1.
Revamping della linea di selezione e pressatura rifiuti secchi recuperabili _____ 19
6.3.2.
Opere civili ed impianti di servizio _______________________________________ 21
6.4.
DESCRIZIONE DEL CICLO PRODUTTIVO ____________________________________ 26
7.
DEFINIZIONE DEGLI EFFETTI CONNESSI CON L’ESERCIZIO DELL’IMPIANTO __________________________________________________ 30
8.
MISURE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE ________________________ 33
9.
CONCLUSIONI ___________________________________________________ 34
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1. PRESENTAZIONE DEL PROGETTO Il Comune di Taranto ha approvato il proprio Piano Comunale di Raccolta Differenziata approvato con Deliberazione di Giunta Comunale 24 giugno 2011, n.105 che prevede, a valle dell’implementazione del nuovo servizio per tutte le utenze della città di Taranto, la trasformazione del servizio di raccolta da stradale a domiciliare per le principali frazioni di rifiuti con l’obiettivo di ottenere un progressivo incremento dei tassi di incidenza della raccolta differenziata attraverso l’intercettazione dei flussi di rifiuti recuperabili con particolare riferimento alla frazione organica ed agli scarti secchi recuperabili. Stante le previsioni contenute nel Piano Comunale di Raccolta Differenziata, al fine di soddisfare le necessità derivanti dal raggiungimento degli obiettivo previsti al I anno di attuazione di elevamento del tasso di raccolta differenziata nel capoluogo jonico al 40,00%, l’AMIU Taranto SpA ha la necessità di ampliare l’attività attualmente svolta nel proprio “Centro di lavorazione preliminare e stoccaggio dei materiali derivanti dalla raccolta differenziata e selettiva di rifiuti solidi urbani” ubicato in agro di Taranto in località “La Riccia Giardinello”. La presente sintesi non tecnica dello Studio d’Impatto Ambientale (SIA) è stata redatto con l’obiettivo di valutare gli effetti sull’ambiente riconducibili al progetto di potenziamento dell’attività dell’attuale “Centro di lavorazione preliminare e stoccaggio dei materiali derivanti dalla raccolta differenziata e selettiva di rifiuti solidi urbani” ubicato in agro di Taranto in località “La Riccia Giardinello” finalizzato a trasformarlo in “Centro lavorazione preliminare e stoccaggio provvisorio di scarti recuperabili e non derivanti dalla raccolta differenziata selettiva di rifiuti solidi urbani” che la ditta “AMIU Taranto S.p.A.” Oggetto dello studio d’impatto ambientale è l’attività di recupero di rifiuti solidi urbani per la stragrande parte costituiti da rifiuti non pericolosi costituiti rifiuti in carta, cartone, multi materiale (plastica + barattolame in acciaio ed alluminio) e, in quantità inferiore, da ingombranti, vetro, legno, RAEE e simili in zone distinte ed appositamente predisposte. Al fine di implementare l’attività in progetto, la società istante ha necessità di conseguire tutti i pareri e le autorizzazioni finalizzate ad effettuare il trattamento preliminare volto ad agevolare le successive operazioni di recupero e/o smaltimento di talune tipologie di rifiuti (imballaggi in plastica, vetro, ingombranti, ecc.) ovvero, laddove possibile, effettuarne il recupero diretto all’interno dell’impianto di alcune tipologie di scarti (es. carta e cartone). Il presente progetto è quindi finalizzato a consentire l’ampliamento dell’attività di gestione rifiuti attualmente effettuata dalla ”A.M.I.U. Taranto S.p.A.” e, contemporaneamente, a dare concreta attuazione ad un programma di potenziamento delle attività di recupero rifiuti, prevalentemente costituiti da frazioni cellulosiche, finalizzata a rendere un servizio adeguato di tipo “global service” ed al passo con le richieste di una sempre più stringente normativa in materia ambientale. R.5 Studio d’impatto ambientale – Sintesi non tecnica-
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In totale è prevista la movimentazione annua complessiva di 1.700,00 t/anno di rifiuti speciali pericolosi e 50.000,00 t/anno di rifiuti speciali non pericolosi con una potenzialità di stoccaggio istantaneo di 100,00 t di pericolosi e 1.250,00 t di non pericolosi. Per quanto attiene la capacità di selezione dei rifiuti in ingresso, in particolare di plastica, cellulosici e multimateriale, la capacità produttiva dell’impianto di selezione è pari 8 t/ora (pari a 144 t/giorno) nel caso dei cellulosici (carta e cartone) e di 4 t/ora (pari a 72 t/giorno) nel caso di plastica e multimateriale (plastica + barattolame in acciaio + barattolame in alluminio)
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2. INQUADRAMENTO NORMATIVO A seguito della recente emanazione del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 e del successivo provvedimento di rettifica ex D.Lgs. 16 gennaio 2008, n.4 e D.Lgs. 29 giugno 2010, n.128 è stata riformulata la disciplina sulla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) relativa a progetti di opere, infrastrutture, impianti, ecc.. Tuttavia, nel caso in esame, trattandosi di una richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale, è necessario anche rifarsi a quanto previsto dal “Testo coordinato della legge regionale di VIA n. 11/2001 e successive modifiche”, con la l.r. 12 aprile 2001, n. 11, così come modificata dalla l.r. 14 giugno 2007, n. 17; l.r. 3 agosto 2007, n. 25; l.r. 31 dicembre 2007, n. 40 ai sensi di quanto previsto dal combinato disposto dall’art.35 c.1 e c.2 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152. Sotto il profilo della valutazione d’impatto ambientale, nelle more che la regione recepisca le nuove norme ex D.Lgs. 29 giugno 2010, n.128 è necessario rifarsi alla recente riformulazione dell’art.351 del D.Lgs. n.152/2006. Confrontando l’attività che la ditta “AMIU Taranto SpA” intende svolgere in futuro con quanto previsto ex Allegato IV – della Parte II del D.Lgs. n.152/2006 e ss.mm.ii si riscontra che l’attività di gestione rifiuti oggetto del nuovo progetto è riconducibile alle seguenti attività per le quali è previsto la verifica di assoggettabilità: ALLEGATO IV - Punto 7.t) del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152. Impianti di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi mediante operazioni di deposito preliminare con capacità massima superiore a 30.000 m3 oppure con capacità superiore a 40 t/giorno (operazioni di cui all’allegato B, lettera D15, della parte quarta del decreto legislativo 3 Aprile 2006, n.152); ALLEGATO IV - Punto 7.z.a) del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti pericolosi, mediante operazioni di cui all’allegato B, lettere D2, D8 e da D13 a D15, ed all’allegato C, lettere da R2 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 Aprile 2006, n.152; ALLEGATO IV - Punto 7.z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Stante l’ultima modifica dell’art.7 c.7 – punto c2 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 e ss.mm.ii. attualmente vigente così modificato dall'art.2 c.4 del D.Lgs. 29 giugno 2010, n.128 in riforma
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L’art.35 c.1 del D.lgs. n.152/2006 dispone quanto segue: “Le regioni ove necessario adeguano il proprio ordinamento alle disposizioni del presente decreto, entro dodici mesi dall'entrata in vigore. In mancanza di norme vigenti regionali trovano diretta applicazione le norme di cui al presente decreto“ R.5 Studio d’impatto ambientale – Sintesi non tecnica-
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sostanziale del testo previgente introdotto dall’art.7 c.7 – punto c3 del D.Lgs. 16 gennaio 2008, n.4 posto alla base della Circolare Regionale ex DGR 28 dicembre 2009, n.2614, si riscontra che la predetta norma regionale resta applicabile unicamente per le parti non in contrasto con quella nazionale. Tuttavia, avendo intrapreso una procedura di valutazione d’impatto ambientale volontaria, si riscontra che, ai sensi della L.r. 12 aprile 2001, n.11, l’attività di gestione rifiuti oggetto del nuovo progetto sarebbe anche soggetta alla predetta procedura, in quanto l’attività in progetto sarebbe riconducibile a: Attività A.2.f) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 50 t/giorno, mediante operazioni di cui all’allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 Aprile 2006, n.152 (mentre sarebbe effettivamente soggetta alla sola procedura di verifica si assoggettabilità a VIA per le attività di seguito elencate); Attività B.2.ai) impianti di incenerimento e di trattamento di rifiuti urbani e assimilabili con capacità superiore a 10 t/giorno, e stazioni di trasferimento, con capacità superiore a 20 t/giorno; Attività B.2.ak) impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi mediante operazioni di raggruppamento o ricondizionamento preliminari e deposito preliminare, con potenzialità superiore a 30.000,00m3, nonché analoghi impianti per rifiuti pericolosi con potenzialità pari o inferiore a 30.000,00m3. Sulla scorta di quanto precedentemente riportato, stante la complessità dell’attività in progetto e le disposizioni della norma sulla valutazione d’impatto ambientale, con particolare riferimento a quella regionale, si ritiene, anche alla luce della sopraggiunta necessità di conseguire l’autorizzazione integrata ambientale, che l’attività di gestione rifiuti urbani e non pericolosi e speciali non pericolosi assimilabili agli urbani debba essere sottoposta a procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale, ex Parte II del D.Lgs. 3 Aprile 2006, n.152.
Art.7 c.7 punto c del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 vigente “fermo il rispetto della legislazione comunitaria eventuali ulteriori modalità, rispetto a quelle indicate nel presente decreto, purché con questo compatibili, per l'individuazione dei piani e programmi o progetti da sottoporre a VAS, VIA ed AIA e per lo svolgimento della relative consultazione;” 2
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Art.7 c.7 punto c del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 vigente al momento della adozione della Circolare Regionale ex DGR 28 dicembre 2009, n.2614 “eventuali ulteriori modalità, rispetto a quelle indicate nel presente decreto, per l'individuazione dei piani e programmi o progetti da sottoporre alla disciplina del presente decreto, e per lo svolgimento della consultazione”. R.5 Studio d’impatto ambientale – Sintesi non tecnica-
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3. CONSIDERAZIONI METODOLOGICHE Il presente SIA è stato redatto tenendo conto di quanto disposto dall’art. 4 comma 1 della L.r. 11 aprile 2001, n.11 secondo una struttura che ricalca schemi consolidati presenti in letteratura e a loro volta desunti dalle linee guida emanate da organismi di ricerca accreditati e secondo le disposizioni dell’Allegato VII – Contenuti dello Studio d’impatto ambientale di cui all’art.22 del D.Lgs.n.152/2006 e ss.mm.ii. In particolare esso risponde allo schema metodologico contenuto nel DPCM del 27 dicembre 1988 (Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e la formulazione del giudizio di compatibilità di cui all'art. 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349, adottate ai sensi dell'art. 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 agosto 1988, n. 377 - G.U. 5 gennaio 1989, n. 4) il quale comporta l’obbligo di inquadrare l’attività oggetto dello studio sotto il profilo programmatico, progettuale ed ambientale dettagliandone i contenuti previsti negli artt. 3, 4 e 5. Nell’impostazione metodologica seguita per la redazione del presente SIA ci si è attenuti alle disposizioni dell’art. 8 e 9 della LR n. 11/2001 (contenente i contenuti minimi per la redazione del SIA) nelle more della emanazione di direttive regionali (ex art. 7, comma 1, lettera b) che espliciteranno gli elementi e le informazioni da inserire nel documento in oggetto. In particolare, il comma 2 dell’art.8 L.r. n.11/2001 prevede che fino all'emanazione delle direttive, il SIA relativo ai progetti di opere e interventi debba possedere i seguenti contenuti:
la descrizione delle condizioni iniziali dell'ambiente fisico, biologico e antropico; la descrizione del progetto delle opere e degli impianti esistenti comprese la descrizione delle caratteristiche fisiche dell'insieme del progetto, delle sue interazioni con il sottosuolo e delle esigenze di utilizzazione del suolo, durante le fasi di funzionamento a opere o interventi ultimati, nonché la descrizione delle principali caratteristiche dei processi produttivi;
una valutazione del tipo e della quantità dei residui e delle emissioni previsti (inquinamento dell'acqua, dell'aria e del suolo, rumore, vibrazioni, luce, calore, radiazioni, ecc.) risultanti allo svolgimento dall'attività del progetto proposto;
la descrizione delle tecniche prescelte per prevenire le emissioni degli impianti e per ridurre l'utilizzo delle risorse naturali, confrontandole con le migliori tecniche disponibili;
considerazioni sulle scelte compiute; i risultati dell'analisi economica di costi e benefici; l'illustrazione della conformità delle opere e degli interventi proposti alle norme in materia ambientale e gli strumenti di programmazione e di pianificazione paesistica e urbanistica vigenti;
l'analisi della qualità ambientale, con particolare riferimento ai seguenti fattori: l'uomo, la fauna e la flora, il suolo, l'acqua, l'aria, il clima e il paesaggio, le condizioni socioeconomiche, il sistema insediativo, il patrimonio storico, culturale e ambientale e i beni materiali, le interazioni tra i fattori precedenti; R.5 Studio d’impatto ambientale – Sintesi non tecnica-
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la descrizione e la valutazione degli impatti ambientali significativi positivi e negativi nelle fasi di attuazione, di gestione, di eventuale dismissione delle opere e degli interventi, valutati anche nel caso di possibili incidenti, in relazione alla utilizzazione delle risorse naturali, alla emissione di inquinanti, alla produzione di sostanze nocive, di rumore, di vibrazioni, di radiazioni, e con particolare riferimento allo smaltimento dei rifiuti e alla discarica di materiale residuante dalla realizzazione e dalla manutenzione delle opere infrastrutturali;
la descrizione e la valutazione delle misure previste per ridurre, compensare o eliminare gli impatti ambientali negativi nonché delle misure di monitoraggio;
una sintesi in linguaggio non tecnico dei punti precedenti; un sommario contenente la descrizione dei metodi di previsione utilizzati per valutare gli impatti ambientali, nonché delle eventuali difficoltà (lacune tecniche o mancanza di conoscenze) incontrate dal proponente nella raccolta dei dati richiesti. Sulla scorta di quanto sopra indicato, il presente studio, supportato da figure contenute all’interno della relazione ed appositamente elaborate per illustrare al meglio quanto asserito in forma discorsiva, è articolato nelle seguenti sezioni:
Premessa metodologica riporta le considerazione alla base dell’attività di recupero rifiuti non pericolosi e la descrizione dell’iter amministrativo relativo all’esercizio dell’impianto;
Quadro di riferimento territoriale riporta le indicazione di leggi e provvedimenti in materia di VIA di livello comunitario, nazionale e regionale la descrizione dello stato della pianificazione del settore, distinguendo tra piani e programmi nazionali, regionali e locali, e la verifica di conformità dell’opera con i programmi prima descritti;
Quadro di riferimento progettuale prevede l’inquadramento territoriale dell’intervento e la sua puntuale descrizione sia in relazione agli aspetti tecnico/progettuali sia alle azioni di progetto in cui è decomponibile;
Quadro di riferimento ambientale riporta la descrizione dello stato dell’ambiente e le interferenze costituenti i principali impatti del progetto su ciascuna componente ambientale del sito individuato;
Verifica degli impatti ambientali sulla base di valutazioni elaborate utilizzando la tecnica delle matrice di valutazione per le diverse fasi di vita dell’impianto (realizzazione, esercizio ed emergenza, dismissione, ecc.);
Mitigazione e compensazione degli impatti attesi in fase di esercizio; Scelte progettuali finalizzate alla mitigazione e compensazione degli impatti previsti in fase di esercizio e dell’impianto illustrando i principali presidi di riduzione dell’impatto ambientale previsti in fase progettuale;
Analisi Costi e Benefici economici ed ambientali.
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4. IPOTESI “O” – NON REALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO Il Comune di Taranto ha approvato il proprio Piano Comunale di Raccolta Differenziata approvato con Deliberazione di Giunta Comunale 24 giugno 2011, n.105 che prevede, a valle dell’implementazione del nuovo servizio per tutte le utenze della città di Taranto, la trasformazione del servizio di raccolta da stradale a domiciliare per le principali frazioni di rifiuti con l’obiettivo di ottenere un progressivo incremento dei tassi di incidenza della raccolta differenziata attraverso l’intercettazione dei flussi di rifiuti recuperabili con particolare riferimento alla frazione organica ed agli scarti secchi recuperabili. A lunga scadenza, l’azione dell’amministrazione comunale è mirata ad elevare l’incidenza della raccolta differenziata in città portandola a raggiungere tassi in linea con le disposizioni vigenti ovvero pari al 65,00%. Dette previsioni hanno portato all’approvazione da parte del Consiglio Comunale di Taranto del nuovo Disciplinare di Servizio alla base del nuovo contratto di servizio 2015 – 2024 in data 30 giugno 2014. Nell’ambito del nuovo contratto di servizio, l’obiettivo è quello di elevare il tasso di raccolta differenziata nel capoluogo jonico. Ciò premesso, il presente Studio d’Impatto Ambientale si riferisce al progetto di attività di gestione rifiuti pericolosi e non pericolosi (messa in riserva, scambio e recupero di rifiuti) derivanti dalla raccolta differenziata cittadina da effettuarsi all’interno dell’opificio esistente ubicato nel territorio del Comune di Taranto in direzione Nord verso il centro abitato di Statte. L’opificio è attualmente operante in forza della comunicazione d’inizio attività di recupero di rifiuti speciali non pericolosi ex art.214 e 216 del D.Lgs. n.152/2006 (regime cd. “semplificato”) e successiva iscrizione nel registro provinciale al n.105 recentemente rinnovata giuste Determinazioni Dirigenziali 28 dicembre 2009, n.286 e 8 febbraio 2010, n.16. In forza di tale iscrizione, viene effettuata l’attività di gestione (operazioni propedeutiche al recupero effettivo ed oggettivo effettuato presso altri impianti) di talune tipologie di rifiuti solidi urbani e speciali non pericolosi ad essi assimilati provenienti dalle utenze non domestiche. L’attività attualmente svolta non è sufficiente a garantire il soddisfacimento dei fabbisogni di recupero e trattamento di rifiuti solidi urbani essenzialmente costituiti da scarti secchi recuperabili (nell’impianto oggetto del presente studio d’impatto ambientale non è prevista la gestione della frazione secca residua e/o indifferenziato e dalla frazione organica). L’incremento della raccolta differenziata sarà possibile attraverso l’implementazione di nuove raccolte, prevalentemente di tipo domiciliare, per i principali flussi di rifiuti solidi urbani (organico, carta e cartone, multimateriale ed indifferenziato) con il potenziamento di quelle stradali per i flussi minori (vetro, rifiuti urbani pericolosi, ecc..) ed una più capillare distribuzione dei Centri Comunale
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di Raccolta ex art.183 comma cc del D.Lgs. n.152/2006 e ss.mm.ii. e DMA 8 aprile 2008 come modificato dal DMA 16 maggio 2009. Rispetto a quest’ultimo aspetto, si rappresenta che l’elenco dei codici CER di rifiuti solidi urbani e speciali non pericolosi assimilati ritirabili in ingresso ai centri comunali di raccolta è puntualmente riportato al punto 4.2 dell’Allegato I al DMA 16 maggio 2009 il quale prevede il ritiro di circa 40 tipologie di scarti conferibili da parte delle utenze domestiche e non domestiche di cui buona parte sono classificati di tipo pericoloso ma prodotti in quantità modeste rispetto ai flussi principali (organico, carta e cartone, multimateriale ed indifferenziato). Questa circostanza pone un problema logistico e gestionale da risolversi prevedendo l’allestimento di un punto di raccolta centralizzato in cui poter conferire tutte quelle tipologie di rifiuti per le quali si prevedono delle produzioni esigue ma che necessitano di un punto di stoccaggio attrezzato finalizzato ad accumulare un quantitativo minimo di scarti tale da giustificare un conferimento ad impianti di trattamento autorizzati come per legge. Il sito individuato per l’implementazione di queste attività è il “Centro di raccolta, prima lavorazione e stoccaggio dei materiali provenienti delle raccolte differenziate comunale” ex Decreto Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale in Puglia del 21 dicembre 1998, n.251 di località “La Riccia Giardinello” di proprietà dell’”AMIU Taranto SpA”. Il mancato adeguamento dell’impianto esistente comporterebbe la necessità di affidare a terzi il servizio di trattamento di rifiuti secchi recuperabili ad elevato valore aggiunti se piazzati direttamente sul mercato del riciclo dei materiali e di altre frazioni minori con un ulteriore incremento di costi per la collettività.
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5. QUADRO DI RIFERIMENTO PIANIFICATORIO Nel rimandare all’elaborato RSIA.2 ed agli acclusi elaborati grafici contenenti gli stralci delle cartografie allegati ai piani e programmi vigente per l’area in cui sorge l’opificio, di seguito di riporta una sintesi delle informazioni inerenti l’area in esame. L’opificio in cui si prevede l’implementazione dell’attività in progetto, ai sensi della variante generale al vigente PRG di Taranto adottata con Deliberazione di Consiglio Comunale n.32 del 9 settembre 1974 ed approvata con Decreto Regionale n.421 del 20 marzo 1978 risulterebbe essere ubicata all’interno di zona definita agricola e di rispetto così come indicato nel Certificato di Destinazione Urbanistica rilasciato dal Comune di Taranto, Direzione Urbanistica – Edilizia, in data 6 luglio 2012, prot.10377. Tuttavia, rispetto a questo, si riscontra che nella Deliberazione di Consiglio Comunale del 16 febbraio 2005, n.45 allegata al predetto certificato viene chiarito che a causa della contemporanea approvazione del PRG di Taranto e della Variante dello stesso avente ad oggetto il III Stralcio della zona ASI avvenuto con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n.678 del 8 aprile 1976, la destinazione urbanistica effettiva delle p.lle n.37, 38, 39, 40, 41, 42 e 43 del Fg.175 era, differentemente da quanto indicato nelle tavole allegate al PRG, di tipo “Zona per Insediamenti Industriali e Zona per Servizi”. Pertanto, stante la portata del Decreto Commissariale 21 dicembre 1998, n.251, dopo riscontrato che esso costituisce anche variante allo strumento urbanistico generale, è da ritenere che le p.lle catastale su cui sorge l’opificio, era inizialmente di proprietà regionale ed denominata “ex area ERPT”, abbiano in ogni caso assunto una destinazione d’uso produttiva. Il Piano Urbanistico Tematico Territoriale/Paesaggio (P.U.T.T./p) è stato approvato in maniera definitiva con Deliberazione della Giunta Regionale 15 dicembre 2000, n. 1748. Nell’ambito di detto piano era compito dei comuni perimetrare i "Territori costruiti" di cui al punto 5 dell'art.1.03. delle N.T.A. all’interno delle quali non si applicano le norme contenute nel Piano al titolo II "Ambiti Territoriali Estesi" ed al titolo III "Ambiti Territoriali Distinti” nonché verificare l’effettiva consistenza delle aree da sottoporre a tutela paesaggistica. La cartografia di riferimento resta quella ufficiale approvata dal Comune di Taranto con Deliberazione di Consiglio Comunale 29 novembre 2002, n.134 aggiornata alla prescrizioni della Regione Puglia ex note prot.3202/06 del 17 aprile 2003 e prot.4021/07 del 15 giugno 2007. Dalle informazioni contenute nel Certificato di Destinazione Urbanistica si evince che tutto il comprensorio territoriale gestito dall’AMIU Taranto SpA composto dalle p.lle 37, 38, 39, 40, 41, 42 e 43 del Fg.175, all’interno del quale ricade l’area interessata dell’opificio esistente (p.lla 43), è esclusa dall’applicazione del PUTT/p (cfr. art.1.03 comma 6 delle N.T.A. allegate al PUTT/p) in quanto ricade all’interno dei cosiddetti “Territori Costruiti”.
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A seguito dell’adozione del Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) da parte dell’Autorità di Bacino della Regione Puglia avvenuto con Deliberazione del 15.12.2004, n.25 sono stati introdotti i vincoli per la tutela idraulica ed idrogeologica del territorio regionale. Analizzando la cartografia ufficiale relativa all’area interessata dalla realizzazione del nuovo impianto disponibile sulla risorsa web http://adbpuglia.dnsalias.net/geomorfologica/map.phtml si evince che l’area in esame, pur essendo limitrofa ad un possibile tracciato di corsi d’acqua episodico che scorre all’interno del “Fosso della Felicia”, non è interessata dall’applicazione dei suddetti vincoli di protezione idraulica del territorio derivanti dall’applicazione degli art.6 e 10 delle N.T.A. allegate al P.A.I. in quanto indicata nella carta IGM 1 : 25.000. La zona potenzialmente vincolata è ubicata all’esterno delle p.lle interessate dalla presente richiesta di pronuncia d’impatto ambientale e, conseguentemente, non pregiudica l’approvazione della stessa. Con Deliberazione della Giunta Regionale 19 giugno 2007, n. 883 “Adozione, ai sensi dell’articolo 121 del Decreto legislativo n. 152/2006, del Progetto di Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia.” Il suddetto Progetto di Piano è stato successivamente approvato in maniera definitiva con Delibera del Consiglio della Regione Puglia 20 ottobre 2009, n.230. Nel territorio della provincia di Taranto, le zone tutelate ricadono nel territorio della Murgia occidentale ed in particolare nel territorio dei comuni di Castellaneta e Ginosa immediatamente a monte delle località abitate della costa di Castellaneta Marina e Ginosa Marina. Allo stato attuale, le aree tutelate sotto questo profilo sono poste a molte decine di chilometri dal sito su cui sorge l’opificio oggetto del presente studio d’impatto ambientale tanto da ritenersi, sotto questo specifico profilo, nulli gli effetti legati all’esercizio di quest’ultimo impianto rispetto al predetto regime di tutela. In conclusione l’esercizio dell’attività della piattaforma non è in contrasto con l’adozione delle suddette norme di salvaguardia delle risorse idriche attualmente vigenti in Puglia. Il “Piano Regionale di Qualità dell’aria (PRQA)” è stato emanato con Regolamento Regionale del 21 maggio 2008, n.6 ed è stato redatto con l’obiettivo di individuare, all’interno del territorio regionale, le aree per le quali è necessario effettuare valutazioni specifiche in sede di rilascio di autorizzazioni alle emissioni in atmosfera. La caratterizzazione delle zone (o zonizzazione) su scala regionale rappresenta una delle principali finalità del “Piano Regionale di Qualità dell’aria (PRQA)” poiché attraverso il piano in questione sono state definite le zone del territorio regionale che richiedono interventi di
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risanamento della qualità dell’aria (ex art.8 D.Lgs. n.351/99) e quelle nelle quali è sufficiente l’adozione di piani di mantenimento (ex. art.9 D.Lgs. n.351/99). Le misure di risanamento indicate nel “Piano Regionale di Qualità dell’aria (PRQA)” prevedono azioni da applicarsi alle attività produttive ricadenti in quei comuni che ricadono nella zona C (cfr. Piano Regionale di Qualità dell’aria (PRQA) - Cap.6.1.1). Recentemente, con Deliberazione di Giunta Regionale del 17 luglio 2012, n.1474 avente ad oggetto l’“Adozione del Piano contenente le prime misure di intervento per il risanamento della Qualità dell'Aria nel quartiere Tamburi (TA)' per gli inquinanti Benzo(a)Pirene e PM10, redatto ai sensi dell' art. 9 c.1 e 2 del D.Lgs 155/2010” è stato effettuato uno studio di dettaglio del territorio in esame in cui ricade l’opificio oggetto del presente studio da cui sono scaturite le prime misure di intervento per il risanamento della qualità dell’aria nel quartiere Tamburi di Taranto e delle aree immediatamente circostanti per gli inquinanti Benzo(a)Pirene e PM10 redatto ai sensi del D.Lgs.155/2010 art. 9 c.1 e 2. Le misure ritenute necessarie per agire sulle principali sorgenti di emissione che hanno influenzato rispettivamente il superamento dei valori limite e dei valori obiettivo per il PM10 ed il Benzo(a)Pirene nell’area sono distinta a seconde delle possibili sorgenti individuate. Nel predetto piano di risanamento in oggetto si afferma che il contributo della componente traffico sul totale delle emissioni nell’area in esame lungo le direttrici che lambiscono il quartiere Tamburi non è predominante rispetto alla massa di inquinanti complessivamente immessi in atmosfera nell’area. Tuttavia, sarà possibile, in caso di superamento dei limiti di legge, l’interdizione della circolazione dei mezzi pesanti superiori ai 35 q.li, di tipo Euro 0, 1 e 2 all’interno del quartiere Tamburi, ad eccezione dei mezzi pubblici o di pubblica utilità che dovranno garantire servizio durante le ore notturne (si veda servizio rifiuti). Sempre nel documento si riscontra che le misure sul traffico sono temporanee e potranno essere riviste entro un arco temporale di 3 mesi dalla data di applicazione dello stesso che resta ferma la possibilità di integrare successivamente il piano con ulteriori indicazioni di merito. Pur in presenza di una deroga per i mezzi pubblici, l’impegno di AMIU Taranto SpA è quello di rinnovare il parco autocarri prevedendo l’impiego Euro 4 e 5 o a metano. Nel caso del progetto in esame, avendo la necessità di conseguire l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera ex art.269 del D.Lgs. n.152/2006 e ss.mm.ii. per attività di triturazione di rifiuti lignei ed ingombranti della medesima tipologia nonché di scarti dalle selezione e dalla cernita di plastiche e cellulosici, in ragione della tipologia di ciclo produttivo (a freddo ed a secco), saranno adottati tutti gli accorgimenti e le prescrizioni rilasciate a seguito della richiesta di autorizzazione.
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Sulla risorsa web http://151.2.170.110/ecologia.puglia/start.html è disponibile la cartografia ufficiale relativa alle aree del territorio regionale che sono state inserite nella rete “Natura 2000”, di quelle aree tutelate con L.r. 24/07/1997, n.19 e di quelle di “valenza nazionale”. Il territorio del comune di Taranto è sottoposto a vincoli di tutela comunitaria poiché al suo interno è presente la Zona di Protezione Speciale denominata “Area delle Gravine” ed un’area definita Sito d’Interesse Comunitario denominato “Terra delle Gravine”. Consultando la cartografia on-line sul sito della regione precedentemente indicato, si riscontra che l’area oggetto d’intervento è posta a notevole distanza da dette aree, oltre 1,50km, tanto da fare escludere qualsiasi tipo di influenza anche in ragione del ciclo produttivo da implementarsi (a freddo ed a secco). Il territorio del comune di Taranto è stato parzialmente incluso nel Programma nazionale bonifiche dei siti inquinati approvato con Legge 9 dicembre 1998, n.426. Detta porzione di territorio è stata puntualmente individuata con DMA 10 Gennaio 2000 che ha definito il perimetro all’interno del predetto sito nel quale insistono insediamenti industriali ed aree con elevato interesse ai fini della conservazione del patrimonio naturale. In attuazione di quanto previsto dal combinato disposto delle norme vigenti per i Siti Contaminati d’Interesse Nazionale, l’AMIU Taranto SpA, in qualità di conduttrice dell’immobile, ha presentato il Piano di Caratterizzazione per il sito in oggetto. Prima degli interventi edilizi previsti dal presente progetto di ampliamento saranno portare a tutte le procedure necessarie per assicurare che la struttura costituente il “Centro lavorazione preliminare e stoccaggio derivanti dalla raccolta differenziata selettiva di rifiuti solidi urbani” insista un un’area non inquinata. Per quanto attiene la verifica del rispetto dei criteri localizzativi previsti dalle norme di settore nazionali e regionali vigenti, nel seguito si elencano le norme analizzate per verificare l’adeguatezza della localizzazione individuata rispetto all’attività di trattamento rifiuti in progetto: Norme generali in materia di localizzazione di impianti per il trattamento dei rifiuti (Delibera C.I.T.A.I 27 luglio 1984); o
Norme in materia di ubicazione di impianti di recupero rifiuti speciali non pericolosi (D.M.A. 05.02.1998 e D.M.A. 04.04.2006);
o
Norme in materia di ubicazione di impianti di recupero di rifiuti elettronici (D.Lgs. 25 luglio 2005, n.151);
o
Norme in materia di ubicazione di impianti di recupero batterie (D.Lgs. 20 Novembre 2008, n.188).
Norme regionali in materia di gestione di rifiuti urbani e speciali (Decreto del Commissario Delegato Emergenza Rifiuti del 6 marzo 2001, n.41 “Piano di gestione di rifiuti e delle bonifiche delle aree inquinate” – Allegato C e Deliberazione di Giunta Regionale 28 dicembre 2009, n.2668).
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Da tutte le verifiche condotte è emersa la compatibilità delle attività che si intende svolgere all’interno della piattaforma esistente con i piani e le norme applicabili alla stessa fermo restando la necessità di procedere alla caratterizzazione ex art.242 del D.lgs. n.152/2660 e ss.mm.ii. dell’area in sui insiste l’opificio in oggetto alla luce dell’approvazione dell’istruttoria tecnica ex Decreto Direttoriale del 17 maggio 2012, prot. 3349/TRI/a/B.
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6. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Le prescrizioni e le modalità generali di riferimento per la progettazione e realizzazione degli immobili esistenti sono contenute nel Decreto del Commissario Delegato Emergenza Rifiuti del 6 marzo 2001, n.41 “Piano di gestione di rifiuti e delle bonifiche delle aree inquinate” – Allegato C. A tali norme di carattere generale si sovrappongono le norme di “settore” recentemente emanate che recano le caratteristiche e gli aspetti di cui tener conto in fase di progettazione di specifiche tipologie d’impianti (D.M.A. 05/02/1998 - rifiuti speciali non pericolosi (carta, cartone, plastica, legno, ecc..); D.Lgs. 25.07.2005, n.151 – trattamento e recupero di rifiuti elettronici, ecc.. D.Lgs. 20 novembre 2008, n.188 modificato con D.Lgs. 11 febbraio 2011, n. 21 – batterie uso) di più recente emanazione. La conformità dell’immobile alle disposizioni inerenti le caratteristiche delle strutture e degli impianti contenute in dette norme è necessaria per poter ampliare l’attività di gestione rifiuti rispetto a quanto attualmente svolto.
6.1. TITOLI EDILIZI Il suolo su cui sorge l’opificio in oggetto è divenuto di proprietà del Comune di Taranto a seguito dell’approvazione del progetto del “Centro di raccolta, prima lavorazione e stoccaggio dei materiali provenienti delle raccolte differenziate comunale” ex Decreto Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale in Puglia del 21 dicembre 1998, n.251 e della successiva cessione del suolo su cui esso sorge da parte della Regione Puglia in favore del predetto comune come attestato dalla Delibera del Commissario Straordinario n.301 del 25 novembre 1999 citata nell’Atto di trasferimento immobili del 03/10/2001. L’immobile è stato realizzato e collaudato, sotto il profilo tecnico e amministrativo, giusto atto di collaudo emesso dalla Commissione appositamente nominata ed approvato con Deliberazione di Giunta Comunale del 5 dicembre 2001, n.1956, in attuazione di quanto previsto dal predetto Decreto Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale in Puglia del 21 dicembre 1998, n.251. Successivamente, con Determina Dirigenziale n.013 dell’08 novembre 2005, è avvento il trasferimento e conferimento in favore dell’”A.M.I.U. Taranto S.p.A.” del bene di proprietà comunale per la gestione dell’impianto di raccolta, prima lavorazione e stoccaggio dei materiali provenienti dalle raccolte differenziate comunali.
6.2. OPERE ESISTENTI L’insediamento esistente è stato realizzato a seguito dell’approvazione del progetto dell’opificio avvenuta con Decreto Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale in Puglia del 21
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dicembre 1998, n.251 ed è attualmente utilizzato, secondo le previsioni dell’epoca, per lo stoccaggio ed al trattamento preliminare volto ad agevolare le successive attività di recupero da effettuarsi presso altri impianti di rifiuti solidi urbani e speciali non pericolosi ad essi assimilati.
Layout stato attuale Superfici Pavimento in asfalto Aree verdi Uffici Spogliatoi Capannone A Capannone B Sala pompe Cabina elettrica Tettoia rifiuti P/nP vecchia
Aree 12241.66 m² 40365.72 m² 109.8 m² 271 m² 4080 m² 1612.95 m² 19.43 m² 53.29 m² 338.8 m²
Tabella 1 - Quadro riepilogativo delle superfici attualmente esistenti
Il capannone A, seppur di proprietà AMIU Taranto SpA, è dismesso mentre nel capannone B si svolge il cuore dell’attività. capannone B è stato realizzato assemblando elementi in cemento armato precompresso mentre tutte le rifiniture interne e le altre lavorazioni necessarie per allestire gli impianti sono state realizzate direttamente in opera. L’immobile esistente si caratterizza per le seguenti dimensioni in pianta: Lu - Lunghezza
:
61,00m;
La - Larghezza
:
27,00m;
S – Superficie (Lu x La) : 1.647,00m2. H – Altezza al colmo
: 12,70m
L’immobile esistente si caratterizza per le seguenti dimensioni interne di 30,10 x 55,10m (Lu x La) ed una superficie complessiva di 1.658,51m² con altezza interna pari a H = 10,00m sotto trave. Se si considera anche la tettoia esterna realizzata in aderenza, la superficie coperta complessivamente disponibile ammonta a ca. 1.951,75m2. In occasione della realizzazione dei lavori previsti dal progetto approvato ex Decreto Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale in Puglia del 21 dicembre 1998, n.251 è stata realizzata una palazzina destinata ad uffici ed accettazione dei mezzi in ingresso e, nelle vicinanze, un altro immobile destinato a servizio del personale impiegato nelle lavorazioni. La palazzina uffici si sviluppa su un unico piano fuori terra ed occupa una superficie coperta complessiva di 109,80m2 all’interno della quale sono stati ricavati gli uffici preposti al controllo degli autocarri in ingresso ed in uscita dall’opificio (pesatura, compilazione formulari, registi di carico e scarico, ecc.. ).
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Unitamente al capannone che ospita l’impianto di selezione e pressatura esistente e la palazzina uffici, sempre nell’ambito dei lavori approvati ex Decreto Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale in Puglia del 21 dicembre 1998, n.251, è stata anche realizzata una palazzina da destinare a servizi e spogliatoi per le maestranze impiegate nell’attività di lavorazione manuale e meccanica dei rifuti. In ottemperanza a quanto previsto delle N.T.A del P.R.G. di Taranto e nel rispetto di quanto previsto dalle norme di “settore” recentemente emanate che recano le caratteristiche e gli aspetti di cui tener conto in fase di progettazione di specifiche tipologie d’impianti (D.M.A. 05/02/1998 - rifiuti speciali non pericolosi (carta, cartone, plastica, legno, ecc..); D.Lgs. 25.07.2005, n.151 – trattamento e recupero di rifiuti elettronici, ecc.. - D.Lgs. 20 novembre 2008, n.188 modificato con D.Lgs. 11 febbraio 2011, n. 21 – batterie uso), l’intera area interessata dall’intervento oggetto della presente relazione è recintata rispetto ad altre proprietà esterne in modo da interdire l’accesso a soggetti non autorizzati tranne che sul lato confinante con le FSE. L’area non pavimentata, potenzialmente destinata ad ospitare verde ornamentale, occupa la gran parte dell’intera superficie del lotto, pari a circa 40.365,72 m 2, ma a seguito dell’ampliamento dell’attività sarà di gran lunga ridotta (opere previste da I e II stralcio) concedendo più spazio alla gestione dei rifiuti (realizzazione i nuove tettoie e piazzali) con l’inserimento di nuovi parcheggi e la rivisitazione della viabilità interna, il tutto nel rispetto delle prescrizioni previste da quasi tutte le norme tecniche relative alla realizzazione di impianti di gestione rifiuti (RAEE, Stoccaggi in genere, ecc.) nonché le prescrizioni imposte dall’art.28 delle N.T.A. allegate al P.R.G. del Comune di Taranto. La superficie attualmente pavimentata in conglomerato bituminoso destinata a viabilità, a rimessaggio mezzi aziendali e sosta mezzi riservata ai visitatori ricavata in prossimità dell’ingresso è pari a 12.241,66m2. Oltre alle opere civili, per l’implementazione dell’attività di gestione rifiuti urbani recuperabili non pericolosi, conformemente alle disposizioni del disciplinare tecnico di progettazione dei “Centri di raccolta, prima lavorazione e stoccaggio dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata” ex Allegato C del Decreto del Commissario Delegato Emergenza Rifiuti del 6 marzo 2001, n.41 “Piano di gestione di rifiuti e delle bonifiche delle aree inquinate” ed in occasione della realizzazione dei lavori previsti dal progetto approvato ex Decreto Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale in Puglia del 21 dicembre 1998, n.251 è stata istallata una linea fissa di selezione e pressatura di rifiuti recuperabili non pericolosi. Detta linea di selezione manuale, cernita selettiva di metalli e plastiche con successiva pressatura di rifiuti solidi urbani recuperabili derivanti dalla raccolta differenziata è stata istallata nell’ambito dei lavori previsti ex progetto approvato ex Decreto Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale in Puglia del 21 dicembre 1998, n.251 ed attualmente funzionante è istallata all’interno del capannone descritto in precedenza.
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Detta linea sarà modificata e potenziata con istallazione di n.1 vaglio balistico e n.2 separatori ottico in grado di separare le diverse tipologie di plastiche presenti all’interno della massa in lavorazione prima della finitura manuale che avverrà utilizzando la linea di selezione esistente.
6.3. OPERE IN PROGETTO Le opere in progetto previste sono finalizzate ad ampliare l’attività di lavorazione di rifiuti non pericolosi comprendente l’effettuazione in loco del recupero di scarti cellulosici (carta e cartone) e contestuale produzione di Materie Prime Secondarie (MPS) nonché l’attivazione di attività di stoccaggio di rifiuti pericolosi derivanti dalla raccolta differenziata quali rifiuti elettronici, pile e batterie, farmaci, contenitori etichettati T e/o F, ecc.. al fine di consentire all’azienda di soddisfare le necessità previste dal Piano Comunale di Raccolta Differenziata approvato Giunta Comunale di Taranto con deliberazione del 24 giugno 2011, n.105 e dal recente contratto di servizio il cui disciplinare, per il periodo 2015 – 2024, è stato approvato dal Consiglio Comunale di Taranto il 30 giugno 2014. Ciò premesso, si rappresenta che lo stato di progetto previsto prevede la realizzazione di quanto di seguito riportato:
Potenziamento ed ammodernamento della linea di selezione di rifiuti secchi recuperabili (carta, cartone, multi materiale – plastica + barattolame in acciaio ed alluminio distinto fra:
Interventi fondamentali (inserimento di separatore balistico, adeguamento della linea di selezione esistente, realizzazione nuova linea parallela per selezione multi materiale);
Interventi di completamento costituiti da aprisacchi e n.2 separatori ottici per selezione delle diverse tipologie di carta e plastica;
Realizzazione di impianto di ventilazione forzata all’interno del capannone ospitante la linea di selezione ed asservito filtro a maniche ex art.269 del D.Lgs. n.152/2006 e ss.mm.ii.;
Ampliamento di piazzale esistenti e rifacimento viabilità interna di manovra al fine di ampliare la capacità produttiva dell’opificio esistente;
Adeguamento della rete di raccolta e trattamento acque meteoriche alle disposizioni del Regolamento Regionale n.26/2013 mediante la realizzazione di n.2 impianto di trattamento ed altrettante trincee drenanti a servizio di dette unità;
Acquisto di attrezzature per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi (scaffalature, pedane galleggianti, ecc..) e messa in sicurezza dei RAEE.
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Installazione di un impianto di triturazione ingombranti e legno all’interno di un capannone retrattile dotato di impianto di abbattimento polveri filtro a maniche ex art.269 del D.Lgs. n.152/2006 e ss.mm.ii;
Realizzazione di n.8 capannoni retrattili (tensostrutture) per la copertura delle aree di messa in riserva e lavorazione di rifiuti non pericolosi anche al fine di prevenire l’eventuale dispersione di residui di rifiuti in deposito a causa dell’azione del vento.
6.3.1. Revamping della linea di selezione e pressatura rifiuti secchi recuperabili La raccolta degli imballaggi spesso produce una massa eterogenea di rifiuti nella quale sono presenti materiali recuperabili e non recuperabili che necessitano di essere rimossi dalla massa complessivamente conferita. La definizione delle migliori tecnologie disponibili per l’impianto in oggetto sono state ricavate dalle Linee guida per l’applicazione della Direttiva Europea IPPC 96/61/CE per “Categoria IPPC 5 Gestione dei rifiuti (Linee guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili per gli impianti di selezione, produzione di CDR e trattamento di apparecchiature elettriche ed elettroniche dismesse)”. Nel Par. G.2.1 della Tabella 23 e 24 della predetta linea guida sono riportate le specifiche tecniche cui conformarsi nella realizzazione/conduzione dell’impianto nel quale si effettua il trattamento per la selezione di qualità diverse di carta e cartone e frazione merceologica similare ed il trattamento di selezione della raccolta multi materiale (plastica + barattolame in alluminio ed acciaio). Si rappresenta che la frazione multi materiale in arrivo dalla raccolta domiciliare e stradale sarà composta da plastica + barattolame in alluminio ed acciaio. Trattasi del cd. “multi materiale leggero” che, differentemente dal cd. “multi materiale pesante”, non prevede la raccolta congiunta del vetro unitamente alle altre frazioni. Ciò premesso, la linea di trattamento di rifiuti secchi recuperabili che si prevede di istallare all’interno del capannone sulla scorta di quanto previsto al punto nel Par. G.2.1 della Tabella 23 e 24 indicata nella Linee guida per l’applicazione della Direttiva Europea IPPC 96/61/CE per “Categoria IPPC 5 - Gestione dei rifiuti (Linee guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili per gli impianti di selezione, produzione di CDR e trattamento di apparecchiature elettriche ed elettroniche dismesse)” è la seguente (in grassetto per la parti di nuova istallazione): Area di consegna/scarico rifiuti dalla raccolta cittadina e stoccaggio dei rifiuti al coperto su pavimento ed in box dedicati (carta, cartone e frazione merceologica similare e frazione multimateriale (plastica + barattolame in alluminio ed acciaio); Tramoggia con dispositivo aprisacchi e nastro di carico alimentata da operatore con pala meccanica;
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Separatore delle frazioni componente la massa di rifiuti da selezione mediante separatore balistico; i materiali giacenti sul nastro e distribuiti in maniera uniforme e monostrato passano sotto una cappa aspirante che li estrae dal flusso degli altri rifiuti e li convoglia a un ciclone dove si separano dall’aria e cadono in una tramoggia dove sono raccolti e inviati alla pressa: o
Flusso 2D (oggetti planari costituiti da carta, cartone, tessuti, film, materiali tessili e fibrosi): Selezione finalizzata ad eliminare i materiali estranei al flusso selezionato mediante distema di selezione ottica composto da un dispositivo NIR (Near Infrared) installato all’estremità di un nastro trasportatore, che provvede alla separazione di specifici flussi di materiali (ad es. plastica, carta e cartone, ecc.) dalla miscela di rifiuti provenienti dal separatore balistico. Lo scarico di questo nastro è costituito da scarti di selezione che, a seconda delle caratteristiche, possono essere valorizzati energeticamente o smaltiti in impianti autorizzati come per legge;
o
Flusso 3D (oggetti non planari costituiti da lattine, bottiglie plastica, pietre, metalli, oggetti di rilevanti dimensioni): Selezione finalizzata ad eliminare i materiali estranei al flusso selezionato mediante sistema di selezione ottica composto da un dispositivo NIR (Near Infrared) installato all’estremità di un nastro trasportatore, che provvede alla separazione di specifici flussi di materiali (ad es. plastica, carta e cartone, ecc.) dalla miscela di rifiuti provenienti dal separatore balistico. Lo scarico di questo nastro è costituito da scarti di selezione che, a seconda delle caratteristiche, possono essere valorizzati energeticamente o smaltiti in impianti autorizzati come per legge;
o Sottovaglio. Trattasi di materiali di pezzatura inferiore a quella delle maglie del griglie mobili del piano di lavoro che si accumulano al fondo del vaglio balistico e che, a seconda delle caratteristiche, possono essere valorizzati energeticamente o smaltiti in impianti autorizzati come per legge;
o Ingombranti. Oggetti non planari di rilevanti dimensioni che si accumulano nella camera di separazione e, poiché non separabili mediante la tecnica sfruttata nel vaglio balistico devono essere periodicamente rimossi e che, a seconda delle caratteristiche, possono essere valorizzati energeticamente o smaltiti in impianti autorizzati come per legge. Cernita di finitura manuale. La cernita di finitura manuale avverrà nella cabina esistente dotata di n.8 postazioni poste su due file parallele a margine di un nastro su cui scorre il materiale di tipo “2D” o “3D”. Le predette postazioni sono destinate alla presenza di altrettanti operatori che rimuovono dalla massa presente sul nastro le eventuali impurezze che dovessero esser sfuggite ai processi di selezione meccanici ed ottivit. In
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questa fase si effettua il controllo di qualità manuale finalizzato a verificare i requisiti di qualità richiesti dal soggetto acquirente per un determinato flusso lavorato; Seperazione di metalli ferrosi. Magnete overbelt per separazione dei metalli ferrosi (barattolame in acciaio, elementi metallici in ferro ed acciaio) presenti sul nastro in uscita dalla fase di cernita manuale; Separazione di metalli non ferrosi. Dispositivo a correnti indotte per la separazione dei metalli non ferrosi (barattolame in alluminio, leghe di non metalli diamagnetiche, ecc..) presenti sul nastro in uscita dalla fase di cernita manuale; Alimentazione meccanica della pressa. Nastro trasportatore di convogliamento della massa selezionata in uscita dalle fasi di lavoro precedenti all’interno della pressa stazionaria di lunghezza 32,00m e larghezza 1,50m mossa da un motoriduttore di potenza pari a 5 kWh circa. Pressatura materiale e legatura materiale. Pressa stazionaria dotata di gruppo di spinta con pressione di 16,00kg/cm2 e densità del materiale imballato da 0,7 ÷ 0,8 t/m3 produzione oraria di 16 ÷ 18 t/ora con collegata legatrice per la formazione di balle da 1,1 x 0,8 m dotata di pressa filo elettromeccanica a 5 aghi e legatore mobile oleodinamico a 5 fili. Stoccaggio separato delle varie qualità di carta, cartone, plastica, metalli ferrosi e non ferrosi. Lo stoccaggio delle materie prime secondarie (carta e cartone) e dei rifiuti in uscita confezionate in balle avverrà all’interno dell’opificio in spazi definiti ed opportunamente delimitati al fine di agevolare la movimentazione interna e l’alienazione degli stessi verso gli impianti di destinazione finale.
6.3.2. Opere civili ed impianti di servizio Al fine di consentire lo svolgimento dell’attività di gestione rifiuti con particolare riferimento alla necessità di proteggere dall’azione degli agenti atmosferici talune tipologie di rifiuti recuperabili (es. carta e cartone, ecc..) ed altre da stoccare nell’impianto, è prevista la realizzazione di N.3 tettoie metalliche di cui N.1 esistente in aderenza al capannone da ampliare e N.2 di nuova istallazione. La porzione di tettoia che sarà realizzata in ampliamento di quella esistente sarà adibita allo stoccaggio di talune tipologie di rifiuti non pericolosi recuperabili e pericolosi da microraccolta, N.1 posta a copertura della zona di stoccaggio dei RAEE ed N.1 sotto la quale effettuare il disassemblaggio manuale dei rifiuti ingombranti al fine di incrementare la quota di materiali da avviare al recupero limitando la minimo la quota da destinare allo smaltimento. Fra le attività di gestione rifiuti in progetto c’è quella di gestione di rifiuti ingombranti che prevede, oltre allo stoccaggio, la realizzazione di un zona coperta di lavorazione di disassemblaggio di rifiuti ingombranti finalizzata alla separazione delle parti costituite da materiali recuperabili (lignee e ferrose) e riduzione volumetrica delle parti non recuperabili. R.5 Studio d’impatto ambientale – Sintesi non tecnica-
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Nella tabella seguente è sinteticamente riportata la consistenza delle singole opere previste per lo stato di progetto.
Layout di progetto Aree
Superfici Pavimento in asfalto in progetto Pavimento in cemento Aree verdi Uffici
11880.16 m²
--
2474.5 m²
--
38225.72 m²
--
109.8 m²
Spogliatoi Capannone A Capannone B
Volumi
h
4.4
483.12 m³
271 m² 4.25
1151.75 m³
4080 m² 12.5
51000 m³
1612.95 m² 12.5 20161.875 m³
Sala Pompe
19.43 m²
4.4
85.492 m³
Cabina elettrica
53.29 m²
4.4
234.476 m³
Tettoia rifiuti P/nP vecchia
338.8 m²
6.1
2066.68 m³
Tensostruttura rifiuti P/nP nuova
82.5 m²
6.1
503.25 m³
Tensostruttura RAEE
252 m²
4
1008 m³
Tabella 2 - Quadro riepilogativo delle superfici di progetto
In genere è possibile affermare che, sotto il profilo edilizio, con il I stralcio è previsto di ampliare la superficie coperta e scoperta da destinare all’esecuzione di lavorazioni rifiuti non pericolosi recuperabili ed in particolare da destinare ad attività di stoccaggio, in cumuli e cassoni scarrabili, cernita manuale, disassemblaggio ed adeguamento volumetrico di rifiuti ingombranti ed analoghe attività di su rifiuti costituiti da scarti in legno. A questo si aggiunge l’intervento di potenziamento della linea di lavorazione esistente comprendente, in una prima fase, l’inserimento del separatore balistico, adeguamento della linea di selezione esistente, realizzazione nuova linea parallela per selezione multi materiale a cui si aggiungono delle apparecchiature di completamento costituite da n.1 aprisacchi e n.2 separatori ottici per selezione delle diverse tipologie di carta e plastica. Per quanto attiene l’ampliamento delle superfici coperte è prevista la realizzazione di nuove tettoie per lo stoccaggio a cui si aggiunge un piazzale per il conferimento dei rifiuti, la formazione di un’idonea viabilità per la movimentazione interna e di nuovi parcheggi. L’area non pavimentata, che occupava buona parte del suolo su cui sorge l’impianto si ridurrà e, sempre nell’intento di rispettare le prescrizioni previste da quasi tutte le norme tecniche relative alla realizzazione di impianti di gestione rifiuti (RAEE, Stoccaggi in genere, ecc.) nonché le prescrizioni imposte dall’art. l’art.28 per le “Zone B1.11 – Zone per attrezzature di interesse collettivo” delle N.T.A. allegate al
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P.R.G. del Comune di Taranto, è stata prevista la realizzazione di un’ampia zona verde lungo i confini di proprietà posta in fregio alla strada pubblica. Alcune tipologie di attività di gestione rifiuti necessitano di essere svolte in aree coperte. Si è prevista quindi l’installazione di capannoni retrattili. Il tunnel mobile è costituito da una struttura con capriate mobili, in acciaio zincato a caldo (UNI EN 10042 e UNI EN 10147), unite tra loro e montate su ruote d’acciaio (norme UNI 7845), con doppi cuscinetti a sfera a tenuta stagna, antiacqua e antipolvere, senza manutenzione, scorrevoli su binari fissati al suolo. La struttura sarà vincolata alla fondazione mediante tasselli meccanici o chimici. Il telone di copertura realizzato in tessuto poliestere spalmato superficialmente con PVC su entrambi i lati e rinforzato nei punti in cui è prevista una maggiore usura. Di seguito alcune caratteristiche: •
Peso proprio del telo: 720 gr/mq.
•
Peso telo montato: 900 gr/mq.
•
Resistenza al fuoco: Classe di reazione al fuoco BS1d0
•
Resistenza alla trazione in ordito e trama: pari a 2600/2500 N/5 cm
•
Resistenza alla lacerazione: 30 Kg. ca.
•
Resistenza alla temperatura: + 70° C - 30° C.
Le coperture sono costituite da una parte portante in acciaio STE 275 trattato contro la corrosione attraverso zincatura a caldo. In tal modo i tubolari vengono protetti dalla corrosione anche dall’interno. Le capriate in acciaio vengono poi imbullonate, con bulloneria zincata 8:8, a montanti laterali portanti che sono uniti a loro volta ad altri montanti attraverso pantografi adeguatamente proporzionati. Lo scorrimento inoltre viene garantito da ruote in acciaio, diametro mm 120, con doppio cuscinetto a sfera che sono protette da un carter portante tale da impedire infortuni durante il moto della struttura. La struttura in acciaio inoltre serve da supporto ad una membrana in PVC telato ad alta resistenza che unita ad essa attraverso un sistema di aggancio esclusivo rende assolutamente stabile la resistenza della membrana agli agenti atmosferici. Nell’area non pavimentata compresa fra i due capannone esistenti è prevista la realizzazione di una pavimentazione in calcestruzzo di tipo industriale con caratteristiche costruttive e di resistenza meccaniche idonee a ricevere le sollecitazioni di tipo statico e dinamiche trasmesse dai mezzi in transito e dai materiali (rifiuti) che saranno stoccati seppur temporaneamente. La pavimentazione sarà realizzata con caratteristiche tali da risultare del tutto impermeabile così da annullare del tutto l’eventuale rischio di infiltrazione nel sottosuolo di sostanze derivanti dai rifiuti presenti nell’aree di lavorazione.
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Ai fini della definizione delle aree di dilavamento e della quantificazione delle portate di scarico, è stato effettuato uno studio altimetrico della zona interessata dal progetto di gestione delle acque meteoriche individuando n.2 diversi bacini scolanti presenti all’interno dell’opificio aventi le seguenti caratteristiche: Bacino scolante num.1 - E’ rappresentato dalla zona pavimentata posta in prossimità degli uffici e degli spogliatoi e dalla strada di collegamento di tale area con la zona operativa di lavorazione dei rifiuti. o
Superficie pavimentazione impermeabile (strade e coperture) = 4.600,00 m2;
o
Vp (volume di prima pioggia) = 23,00 mc;
o
Qp (portata prima pioggia) = 25,6 l/s;
o
Qc (portata al colmo) = 85 l/s.
o
Riutilizzo acque per irrigazione - Scarico del surplus in trincea disperdente di I e II pioggia;
Bacino scolante num.2 - E’ rappresentato dall’area posta a Nord-Est del Centro che sarà interessata dal progetto di attivazione del Centro di raccolta, prima lavorazione e stoccaggio dei materiali provenienti delle raccolte differenziate comunale. o
Superficie pavimentazione impermeabile (strade e coperture) = 15.300,00 m2;
o
Vp (volume di prima pioggia) = 76,5 mc;
o
Qp (portata prima pioggia) = 85,0 l/s;
o
Qc (portata al colmo) = 189 l/s.
o
Riutilizzo acque per irrigazione - Scarico del surplus in trincea disperdente di I e II pioggia.
Per ciascuno di essi è stata pertanto prevista una rete di raccolta autonoma dotata, a valle di essa, di un proprio impianto di depurazione (trattamento di I pioggia, grigliatura, dissabbiatura e disoleazione, ecc..). Inoltre sono previsti due impianti di trattamento polveri da ubicare rispettivamente nel capannone in cui vi è l’impianto di selezione rifiuti e nella tensostruttura in cui sarà ubicato il trituratore e le relative attività. Sotto il profilo della prevenzione incendi, si rileva che l’impianto sarà dotato di attrezzature mobili e fisse di prevenzione incendi principalmente localizzate esternamente ed internamente al capannone industriale in cui è allocato l’impianto di selezione. Il progetto in oggetto ricalca le scelte ed i contenuti di quello già approvato ed oggetto della pratica n.37704/B prot.6262 approvata dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Taranto nel quale era prevista la presenza di un impianto di estinzione incendi ad idranti, a servizio dell’attività, collegato ad una vasca di compenso da 50m3, alimentata da una riserva idrica da 150m3. Tale
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pratica sarà oggetto di nuova variante a causa della presenza di una nuova tettoia per stoccaggio rifiuti esterni. Le tubazioni che corrono lungo tutto il perimetro del capannone industriale e che compongono la rete di idranti come da progetto approvato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Taranto, prat.n.37704 del 17/10/1998, pescano dalla riserva idrica interrata posta a Nord Ovest nei pressi dell’area adibita a deposito delle MPS di carta e cartone. E stato recentemente conseguito il parere favorevole del Comando Provincia dei Vigili del Fuoco di Taranto in data 13 maggio 2013, prot. 6262 che, se necessario, sarà oggetto di variante. In ogni caso, prima della messa in esercizio dell’attività di comunicherà a mezzo SCIA al Comando Provincia dei Vigili del Fuoco l’avvenuta realizzazione dei lavori e si chiederà il rilascio del Certificati di Prevenzione Incendio se dovuto per legge. Data la necessità di ampliare l’attività di gestione e trattamento rifiuti è previsto il potenziamento della linea fissa di cernita e pressatura dei rifiuti non pericolosi recuperabili presente all’interno del capannone e l’acquisto di idonee attrezzature per lo stoccaggio di altre tipologie di rifiuti pericolosi e non pericolosi nonché di un impianto mobile di triturazione per legno e ingombranti e scarti dalla selezione di plastica e cellulosici. Atteso il forte incremento della raccolta differenziata di questa frazione, per altro da effettuarsi congiuntamente con il barattolame in acciaio ed alluminio, al fine di agevolare il compito degli operatori impegnati nell’attività di selezione ed aumentare la produttività della linea, si prevede l’istallazione a monte della linea di selezione e pressatura esistente di n.1 aprisacchi, di n.1 vaglio balistico, di n.2 separatori ottici (per la separazione automatica di alcune tipologie di plastiche recuperabili (ad es. PET e PE). All’interno dell’impianto sono previste attività di stoccaggio di rifiuti in container, colli o contenitori funzionali a garantire lo svolgimento dell’attività in sicurezza e nel rispetto delle disposizioni di legge. Per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi (liquidi, fluidi, batterie derivanti dall’attività di recupero di veicoli ed autocarri, ecc..) saranno impiegati appositi contenitori. La scelta delle attrezzature da utilizzare per lo stoccaggio dei rifiuti speciali (sacchi per l’imballaggio dei rifiuti, big bags, container, ecc.) sarà effettuata in modo da ottemperare alle rigidi ed inderogabili prescrizioni previste dalla normativa vigente. La linea di adeguamento volumetrico per rifiuti speciali non pericolosi recuperabili (in particolare legno e ingombranti), ricavata su piazzale all’esterno del capannone, verterà essenzialmente sull’impiego di un impianto di triturazione mobile a rotazione lenta avente caratteriste tecniche analoghe a quelle dell’attrezzatura Doppstadt modello serie DW.
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La linea di riduzione volumetrica, di lunghezza complessiva pari circa 12,30m per una larghezza di 2,50m e si comporrà di una piazzola di accumulo e di un’area per il caricamento del trituratore.
6.4. DESCRIZIONE DEL CICLO PRODUTTIVO L’opificio oggetto della presente richiesta di parere sulla valutazione d’impatto ambientale ed autorizzazione integrata ambientale è destinato allo stoccaggio e trattamento preliminare dei rifiuti volto ad agevolare le successive attività di recupero o smaltimento definitivo da effettuarsi presso altri impianti. Preliminarmente si rileva che il recupero effettivo ed oggettivo dei rifiuti (attività R.3) è previsto nel caso dei rifiuti cellulosici (carta e cartone) e lignei mentre in tutti gli altri casi è prevista l’esecuzione di trattamenti intermedi, di recupero o smaltimento, propedeutici al conferimento presso gli impianti di destinazione finale. L’elenco della attività di gestione rifiuti pericolosi e non pericolosi che sarà gestita all’interno del capannone e su di un’area ricavata all’esterno su piazzale sarà articolata come segue e potrà essere avviata già al termine dei lavori di cui al I stralcio: Attività n.1 – Gestione dei rifiuti in ingresso; Attività n.2 – Recupero cellulosici; Attività n.3 – Recupero plastica e multi materiale leggero; Attività n.4 – Recupero metalli ferrosi, non ferrosi e misti; Attività n.5 – Recupero vetro; Attività n.6 – Recupero legno; Attività n.7 – Recupero rifiuti tessili e abiti dismessi; Attività n.8 – Recupero rifiuti ingombranti; Attività n.9 – Recupero di altre tipologie di rifiuti non pericolosi recuperabili; Attività n.10 – Rifiuti di app. elettriche ed elettroniche dismesse (RAEE e simili); Attività n.11 – Stoccaggio di rifiuti pericolosi e non pericolosi da microraccolta; Attività n.12 – Frantumazione di rifiuti costituiti da legno, ingombranti lignei, scarti della plastica, scarti dalla selezione di carta e cartone e sfalci di potatura. A monte dell’avvio delle varie operazioni di trattamento, si colloca la fase di accettazione dei rifiuti in ingresso e di scarico nell’apposita area destinata al conferimento e stoccaggio. A seconda delle tipologie di scarti in ingresso, le modalità di stoccaggio saranno le seguenti:
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Rifiuti non pericolosi da sottoporre a trattamenti di selezione con l’ausilio di impianto meccanici e successiva pressatura (carta, cartone, plastica e barattolame). Stoccaggio in cumuli su pavimentazione in cls nella zona di messa in riserva sul piazzale esterno e sotto tettoia nel caso della carta in attesa di essere lavorati nella linea di cernita manuale e pressatura. L’obiettivo e produrre plastica da avviare al recupero effettivo ed oggettivo presso altri impianti e la produzione di MPS da rifiuti in carta e cartone; Rifiuti non pericolosi da sottoporre a cernita manuale, messa in riserva o deposito preliminare (vetro, tessili, rifiuti ingombranti a prevalente componente ferrosa, ecc..). Stoccaggio in cumuli sul piazzale esterno al capannone su pavimentazione in cls in zone preventivamente definite all’interno delle quali svolgere l’attività di cernita manuale dei rifiuti conferiti al fine di omogeneizzare l’attività di trasporto verso altri impianti di recupero e smaltimento; Rifiuti non pericolosi da sottoporre a cernita manuale, messa in riserva o deposito preliminare e triturazione (rifiuti lignei, ingombranti a prevalente componente lignea, scarti dalla selezione, ecc..). Stoccaggio in cumuli sul piazzale esterno al capannone su pavimentazione in cls in zone preventivamente definite all’interno delle quali svolgere l’attività di cernita manuale dei rifiuti conferiti al fine di omogeneizzare l’attività di triturazione e produzione di materia prima secondaria ovvero di conferimento altri impianti di recupero effettivo ed oggettivo; Rifiuti non pericolosi da mettere in riserva o mantenere in deposito preliminare (RAEE, batterie, ecc..). Stoccaggio in zone pavimentate in cls ed in zone preventivamente definite e possibilmente al coperto all’interno delle quali posizionare i contenitori per la tenuta degli stessi. I rifiuti saranno tenuti in colli; Rifiuti pericolosi da mettere in riserva o mantenere in deposito preliminare (big bags, ecc.): Stoccaggio in zone pavimentate in cls ed in zone preventivamente definite ed al coperto all’interno delle quali posizionare i contenitori per la tenuta degli stessi. I rifiuti saranno tenuti in colli. I suddetti trattamenti saranno costituiti da processi produttivi basati sull’impiego, opportunamente organizzato e concertato, delle attrezzature fisse e mobili presenti all’interno dell’opificio in modo da costituire un ciclo produttivo unitario e funzionale alla produzione delle diverse tipologie di materie prime seconde. Si precisa che i predetti processi si basano unicamente su trattamenti di tipo meccanico che non comporteranno alcuna variazione chimica del rifiuto. I singoli trattamenti, dopo lo scarico da parte dei mezzi conferenti autorizzati, si effettueranno su piazzale, all’esterno del capannone, nelle aree di messa in riserva (stoccaggio in cumuli), individuate per ciascuna tipologia di rifiuto.
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In particolare per i rifiuti di carta, cartone, plastica e multimateriale è previsto uno stoccaggio in cumuli, sempre su piazzale, ma sotto una copertura metallica realizzata in aderenza al capannone in cui è istallato l’impianto fisso si selezione e pressatura che sarà utilizzato per lavorazione del materiale e alla produzione di MPS nel caso dei cellulosici. Gli ingombranti, i rifiuti in legno ed i pneumatici, così come i metalli ferrosi e non ferrosi, potranno eventualmente essere selezionati per ottimizzare tanto la tenuta all’interno dell’opificio quanto il trasporto verso l’esterno. Alcune tipologie di rifiuti non pericolosi da sottoporre a cernita manuale, messa in riserva potranno essere oggetto di triturazione (rifiuti lignei, ingombranti a prevalente componente lignea, scarti dalla selezione, ecc..) finalizzata ad agevolarne il recupero interno ovvero presso altri impianti autorizzati come per legge. Gli altri rifiuti pericolosi e non pericolosi saranno tenuti in appositi colli, contenitori e container in modo da prevenire il contatto degli stessi con gli agenti atmosferici. In particolare, nel caso dei rifiuti pericolosi, questi saranno tenuti in colli sotto tettoia (RUP ed altri piccoli quantitativi di rifiuti pericolosi) o in container scarrabili dotati di copertura (telo copri scopri in PVC, coperchio, ecc. nel caso dei RAEE pericolosi ad esempio). Il conferimento dei rifiuti elettronici (RAEE) all’interno dell’opificio costituirà una fase molto delicata e richiederà l’adozione di accorgimenti atti ad evitarne il danneggiamento durante le fasi di carico/scarico e trasporto. Si procederà alla tenuta degli stessi all’interno di cassoni scarrabili posizionati all’esterno del capannone e in contenitori di taglia più piccola dotati posti in zone coperte dell’opificio in modo da proteggere il contenuto dall’azione degli agenti atmosferici. Con riferimento ai n.5 raggruppamenti di RAEE previsti ex DM 25 Settembre 2007, n.185, è prevista la tenuta delle seguenti tipologie di RAEE in contenitori distinti e separati come di seguito rappresentato: R1 – Freddo e Clima: in n.2 cassoni scarrabili esterni distinguendo tra scarti classificati come pericolosi e non pericolosi; R2 – Altri grandi bianchi: in n.2 cassoni scarrabili esterni distinguendo tra scarti classificati come pericolosi e non pericolosi; R3 – TV e monitor: in n.1 cassone scarrabile esterno in cui vengono depositati gli scarti classificati come pericolosi; R4 – IT, apparecchi di consumo e altro: in n.2 cassoni scarrabili esterni distinguendo tra scarti classificati come pericolosi e non pericolosi; R5 – Sorgenti luminose: in contenitori omologati posizionati all’interno del capannone omologati per il trasporto in ADR.
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A fine di illustrare sinteticamente l’attività da svolgere all’interno dell’opificio in progetto dopo l’implementazione di tutte le attività previste dal piano industriale, sono stati redatti un degli appositi elaborati grafici che chiariscono la consistenza dell’attività prevista in questa fase.
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7. DEFINIZIONE DEGLI EFFETTI CONNESSI CON L’ESERCIZIO DELL’IMPIANTO Dopo aver condotto una approfondita disamina dello stato dell’ambiente dell’area interessata dalla realizzazione del progetto e degli impatti attesi sulle singole componenti, è stato definito un criterio di valutazione degli impatti osservati attraverso la definizione un approccio che consentisse di valutare in maniera razionale gli effetti dell’attività dell’impianto oggetto del presente studio d’impatto ambientale. Innanzitutto per ognuna delle predette fasi di vita dell’impianto sono stati analizzati e valutati gli impatti attesi sulla base della qualità e quantità delle emissioni stimate. Questa operazione è stata impostata prescindendo dallo specifico caso di studio e individuando preliminarmente tutte le potenziali interazioni tra fattori e componenti in un impianto di trattamento rifiuti . In un secondo passaggio si è proceduto ad una semplificazione di tale matrice eliminando tutti i fattori di impatto (righe) e gli aspetti delle componenti ambientali (colonne) per i quali non è individuabile alcuna significativa interazione potenziale prodotta dagli impianti in oggetto. Detti impatti potenziali sono stati classificati come positivi o negativi a seconda dei casi utilizzando un scala cromatica, di seguito riportata, che agevola la comprensione di quanto riscontrato. Stante la necessità di adottare un criterio quanto più possibile oggetti al fine di supportare l’ente pubblico nel processo decisionale, si è ritenuto di rifarsi alla lista degli impatti ambientali riportata nell’Appendice dalle LINEE GUIDA V.I.A. redatte dall’A.N.P.A. e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio pubblicate in data 18 maggio 2001 disponibili sulla seguente risorsa web http://www.cartografia.regione.lombardia.it/silvia/doc/documentazione/linee_guida/LineeGuidaVIA_ appendici.pdf nella quale sono elencati gli impatti ambientali, positivi e negativi, di cui tener conto nella redazione dello Studio d’Impatto Ambientale. In particolare, vengono elencati i predetti impatti per le seguenti componenti ambientali ed antropiche: aria, clima, acque superficiali, acque sotterranee, suolo, sottosuolo. assetto idro – geomorfologico, rumore, vibrazioni, radiazioni non ionizzanti, radiazioni ionizzanti, flora e vegetazione, fauna, ecosistemi, salute e benessere, paesaggio, beni culturali ed assetto territoriale. Trattasi di ben 134 voci di impatto positivi e negativi analizzati nel predetto documento nel quale viene altresì riportata una breve descrizione che orienta il lettore nella redazione dello studio. Sulla scorta degli impatti riconducibili all’esercizio dell’impianto di cui si è dato conto nel quadro di riferimento progettuale e degli effetti connessi con l’esercizio dell’impianto nel quadro di riferimento ambientale è stato sviluppato in maniera analitica il metodo di analisi ambientale precedentemente illustrato.
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Lista degli impatti ambientali ex Appendici acclusi alle LINEE GUIDA V.I.A. - A.N.P.A.e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio - 18 maggio 2001
Significatività dell'impatto (D=AxBxC)
Di seguito si riporta una tabella riassuntiva che da conto dei principali risultati.
ARIA
-20
CLIMA
16
ACQUE SUPERFICIALI
4
ACQUE SOTTERRANEE
0
SUOLO, SOTTOSUOLO. ASSETTO IDRO -GEOMORFOLOGICO
0
RUMORE
-16
VIBRAZIONI
0
RADIAZIONI NON IONIZZANTI
0
RADIAZIONI IONIZZANTI
0
FLORA e VEGETAZIONE
4
FAUNA
0
ECOSISTEMI
0
SALUTE E BENESSERE
2
PAESAGGIO
0
BENI CULTURALI
0
ASSETTO TERRITORIALE
60 TOTALE GENERALE
50
La realizzazione e l'esercizio dell'impianto produce un impatto fortemente positivo i cui effetti sono immediatamente percepibili subito dopo l'avvio dell'esercizio dello stesso per la collettività di Taranto. Infatti, a seguito dell’esercizio dell’impianto, l’azienda disporrà di un recapito cui conferire gli importanti quantitativi di rifiuti secchi recuperabili attesi a valle della prossima implementazione dalle nuove raccolte differenziate, prevalentemente di tipo domiciliare, per i principali flussi di rifiuti solidi urbani (carta e cartone, multi materiale, vetro, rifiuti ingombranti metallici o in legno, altri residui di legno, ecc.). Altro rilevate beneficio connesso con l’esercizio dell’impianto, i cui effetti si manifestano in maniera strutturale nel medio e lungo periodo, è la possibilità di produrre materie prime seconde partendo da rifiuti che, se non adeguatamente raccolte in maniera differenziata, sono destinati allo
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smaltimento definitivo in impianti di trattamento con rilevanti ricadute negative sull’ambiente e sulle casse dell’amministrazione comunale. In questo modo, da una parte si riduce l’impatto riconducibile al prelievo di risorse per la produzione di materie prime, spesso dall’esterno, e dall’altra si evita che ingenti flussi di materiali di scarto vengano smaltiti in discarica “cessando” inesorabilmente “la propria vita” utile reintrodotto nel circuito produttivo ed utilizzato per gli stessi scopi per i quali è stato prodotto. Altri effetti positivi sono il consolidamento della posizione dell’azienda nell’ambito del comparto del recupero dei rifiuti e la possibilità di prevedere l’incremento della forza lavoro rispetto ai livelli attuali in quanto è previsto l’estensione dell’orario di lavoro che passerebbe dalle attuali 6 ore/giorno a 18 ore/giorni. Gli effetti negativi connessi con l’esercizio dell’impianto, che per altro hanno una significatività di gran lunga inferiore rispetto a quelli positivi, sono di tipo reversibile poiché essenzialmente riferibili ai lavori di completamento dell’immobile esistente (di ridotta entità), al trasporto di rifiuti e materiali in ingresso ed in uscita dall’opificio nonché riconducibili al loro trattamento all’interno dello stesso. Trattasi in tutti i casi di emissioni in atmosfera di polvere classificabili come agenti chimico (polveri) e fisici (rumore e vibrazioni) di modesta entità ma che soprattutto non costituiscono rischi per l’igiene e la sanità pubblica.
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8. MISURE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE Noti gli esiti della valutazione degli impatti riconducibili alla varie fasi di vita dell’impianto in progetto, in sede di verifica delle azioni adottate da parte della ditta per ridurne gli effetti negativi, sono state definite e sviluppate le misure di mitigazione e riduzione degli effetti negativi ad esso connessi. In particolare sono stati predisposte delle adeguate soluzioni per ridurre l’impatto ambientale dei seguenti fattori:
Emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera da traffico ed attività di recupero; Emissioni sonore da traffico ed attività di recupero. Nel proseguo della presente relazione saranno illustrate le soluzioni proposte raggruppate come segue:
Mitigazione degli impatti attesi in fase di dismissione dell’impianto; Linee guida per la gestione dell’impianto. Le emissioni di sostanze inquinanti nell’atmosfera sono riconducili all’utilizzo dei mezzi d’opera ed alla movimentazione e lavorazione dei rifiuti delle materie prime seconde. Nel primo caso è possibile ottimizzare le emissioni di sostanze inquinanti ottimizzando l’uso dei mezzi d’opera, siano essi autocarri, pale meccaniche, impianti semoventi, ecc., poiché un minor utilizzo dei mezzi interni all’impianto comporta anche un minor fabbisogno di gasolio con conseguenti benefici di carattere economico per il bilancio aziendale. L’emissione in atmosfera più rilevante resta quella di polveri riconducibile alla movimentazione interna dei materiali ed alle lavorazioni meccaniche su materiali conferiti in ingresso all’impianto con particolare riferimento alla linea di selezione rifiuti e a quella di triturazione. L’attività sarà svolta in virtù di un’autorizzazione alle emissioni in atmosfera ex art.269 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 e ss.mm.ii.. Analogamente a quanto descritto per le polveri, anche per il rumore, le stime inerenti la dispersione di questo agente fisico nell’ambiente esterno redatte nell’ambito del presente studio d’impatto ambientale evidenziamo come gli effetti siano tutti circoscrivibili all’interno dell’opificio e che al confine la soglia è inferiore ai limiti di legge.
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9. CONCLUSIONI L’opificio oggetto del presente studio d’impatto ambientale è costituito da una piattaforma polifunzionale per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi e non pericolosi ed il recupero di quelli non pericolosi, al cui interno e previsto di implementare molteplici attività di gestione rifiuti (n.12 attività) comprendenti attività di semplice stoccaggio, lavorazione preliminare di talune tipologie rifiuti (es. carta e cartone, plastica e multimateriale, rifiuti in legno, ecc..) ed attività di recupero di materia vera e propria. Le opere esistenti sono state realizzate in forza del Decreto del Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale del 21 dicembre 1998, n.251 di approvazione del progetto definivo dell’impianto successivamente realizzato e collaudato, sotto il profilo tecnico amministrativo, giusto atto emesso dalla Commissione appositamente nominata approvato con Deliberazione di Giunta Comunale del 5 dicembre 2001, n.1956 mentre, quelle in progetto (ampliamento del piazzale di stoccaggio e lavorazione, realizzazione di opere a verde, istallazione di tettoie e posizionamento di impianto mobile di frantumazione, ecc..) saranno realizzate a valle dell’ottenimento del parere sulla valutazione d’impatto ambientale di cui presente studio costituisce parte sostanziale. Il suolo su cui sorge l’opificio è divenuto di proprietà della ditta “AMIU Taranto S.p.A.” a seguito dell’assegnazione del Comune di Taranto alla ditta istante giusta Determina n.013 dell’08/11/2005. Il presente studio di impatto ambientale ha verificato la conformità dell’impianto a piani e programmi vigenti e analizzato le conseguenze ambientali sul territorio circostante. Per quanto attiene i profili di pianificazione si rappresenta che l’ubicazione dell’insediamento è conforme alle prescrizioni del vigente PRG del Comune di Taranto, PUTT/p, PAI, PTA e PRQA (in particolare il “Piano contenente le prime misure di intervento per il risanamento della Qualità dell'Aria nel quartiere Tamburi (TA)' per gli inquinanti Benzo(a)Pirene e PM10, redatto ai sensi dell' art. 9 c.1 e 2 del D.Lgs 155/2010” approvato con Deliberazione di Giunta Regionale del 17 luglio 2012, n.1474) Il sito in esame è posto all’esterno del territori classificati come zone SIC, ZPS ed altre aree vincolate nonché all’esterno di territori interessati dalla presenta di produzioni agricole di particolare qualità. L’esercizio dell’impianto oggetto del presente studio determina la sussistenza di alcune tipologie di impatti ambientali che sono del tutto simili a quelli generalmente riconducibili ad attività manifatturiere del comparto metalmeccanico la cui collocazione avviene in una area già destinata a tale scopo con un impatto ambientale trascurabile. L’impatto positivo è senza dubbio costituito dalla possibilità di produrre materie prime seconde da rifiuti costituite da carta e cartone all’interno dell’impianto ed avviare altre tipologie di rifiuti recuperabili (plastica, metalli ferrosi e non ferrosi, cippato di legno, ecc..)
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alla produzione di materie prime seconde presso altri impianti limitando il consumo di risorse naturali per la produzione delle stesse (estrazioni di minerali, energia, acqua, ecc..). La piattaforma polifunzionale per il trattamento e il recupero di rifiuti non pericolosi e stoccaggio dei rifiuti urbani pericolosi persegue pienamente gli obiettivi fissati dalla politica regionale sulla gestione dei rifiuti solidi urbani che favorisce le azioni di recupero dei rifiuti a scapito dello smaltimento in discarica e promuove azioni che riducono la pericolosità di quest’ultima attività promuovendo la raccolta differenziata selettiva di RUP, RAEE da avviare allo smaltimento presso altri impianti autorizzati. Tutto questo, anche in attuazione delle azioni previste dal Piano Comunale di Raccolta Differenziata approvato con Deliberazione di Giunta Comunale 24 giugno 2011, n.105 la cui implementazione porterà la città di Taranto al raggiungere un tasso di incidenza della raccolta differenziata al 65%. Gli impatti negativi connessi con l’esercizio dell’impianto di recupero di rifiuti sono molto limitati. In particolare gli impatti negativi, per altro contenuti nei limiti di legge e quindi più potenziali che sostanziali, possono essere così sintetizzati: emissione in atmosfera costituite da: o
rilasci di polveri in maniera convogliata nell’ambiente circostante le attività di lavorazione interne;
o
rilasci di sostanze inquinanti dalla combustione di gasolio nei motori che muovono gli impianti di frantumazione e selezione e le altre macchine operatrici (pale meccaniche, autocarri, ecc..);
o
rilasci di sostanze inquinanti da traffico di mezzi pesanti in ingresso ed in uscita dall’impianto;
scarichi idrici da servizi igienici; produzione di rifiuti dalla cernita e selezione dei rifiuti in ingresso; consumo di carburanti; emissione sonore costituite da: o
esercizio impianti di frantumazione e selezione e le altre macchine operatrici (pale meccaniche, autocarri, ecc..);
o
traffico di mezzi pesanti in ingresso ed in uscita dall’impianto;
circolazione di mezzi pesanti in ingresso ed in uscita dall’impianto; aspetti critici in materia di sicurezza sul lavoro:
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o
esposizione prolungata a polveri;
o
esposizione ad emissioni sonore.
Sulla scorta degli impatti riconducibili all’esercizio dell’impianto di cui si è dato conto nel quadro di riferimento progettuale e degli effetti connessi con l’esercizio dell’impianto nel quadro di riferimento ambientale è stato sviluppato in maniera analitica il metodo di analisi ambientale precedentemente illustrato. Si riscontra che la realizzazione e l'esercizio dell'impianto produce un impatto mediamente positivo i cui effetti sono immediatamente percepibili subito dopo l'avvio dell'esercizio dello stesso. Infatti, a seguito dell’esercizio dell’impianto è possibile disporre di un recapito cui conferire i quantitativi di rifiuti recuperabili prodotti in un area fortemente urbanizzata come quella di Taranto e del suo hinterland gettando le basi per avviare una seria politica di riutilizzo e recupero di materia nel rispetto dell’ultima direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti recepita con D.Lgs. 3 dicembre 2010, n.205. In particolare, la novità contenuta in questa recente disposizione normativa è la fissazione di obiettivi specifici per diverse tipologie di materiali previste dall’art.1814 del D.Lgs. 3 aprile 2006,
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L'articolo 181 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 così recita:
1. Al fine di promuovere il riciclaggio di alta qualità e di soddisfare i necessari criteri qualitativi per i diversi settori del riciclaggio, sulla base delle indicazioni fornite dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, le regioni stabiliscono i criteri con i quali i comuni provvedono a realizzare la raccolta differenziata in conformità a quanto previsto dall'articolo 205. Le autorità competenti realizzano, altresì, entro il 2015 la raccolta differenziata almeno per la carta, metalli, plastica e vetro, e ove possibile, per il legno, nonche' adottano le misure necessarie per conseguire i seguenti obiettivi: a) entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti quali, come minimo, carta, metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei domestici, e possibilmente di altra origine, nella misura in cui tali flussi di rifiuti sono simili a quelli domestici, sarà aumentata complessivamente almeno al 50% in termini di peso; b) entro il 2020 la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altri tipi di recupero di materiale, incluse operazioni di colmatazione che utilizzano i rifiuti in sostituzione di altri materiali, di rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi, escluso il materiale allo stato naturale definito alla voce 17 05 04 dell'elenco dei rifiuti, sara' aumentata almeno al 70 per cento in termini di peso. …omissis…. 4. Per facilitare o migliorare il recupero, i rifiuti sono raccolti separatamente, laddove ciò sia realizzabile dal punto di vista tecnico, economico e ambientale, e non sono miscelati con altri rifiuti o altri materiali aventi proprietà diverse. …omissis….
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n.152 con la fissazione di obiettivi minimi del 50% rispetto all’immesso al consumo per carta, metalli, plastica e vetro, e ove possibile, per il legno. Gli effetti negativi connessi con l’esercizio dell’impianto, che per altro non sono tali da superare quelli positivi, sono impatti di tipo reversibile essenzialmente concentrati nell’area di cantiere prima e dell’impianto poi poiché dovuti alle emissioni in atmosfera di polvere ed alle emissioni sonore dovute all’esercizio dei trasporti. Sono presenti altri impatti minori che non influiscono in maniera significativa sullo stato dell’ambiente circostante. I suddetti impatti negativi comportano l’adozione di rigide misure di sicurezza per le maestranza esposte in maniera continuata a rischio chimico (polveri) ed agenti fisici (rumore e vibrazioni) mentre restano molto contenuti i rischi per l’igiene e la sanità pubblica.
Concludendo, il gruppo di lavoro, esaminato l’impianto, analizzata la situazione ambientale, considerati i prevedibili impatti, indicate le misure di mitigazione e ripristino possibili e proposti alcuni interventi di controllo e monitoraggio, ritiene che all'opera in esame sia attribuibile un grado di compatibilità ambientale accettabile.
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