CEFALEE COS'E' UNA CEFALEA La cefalea è un disturbo doloroso della testa (talora associato a dolorabilità di faccia e/o collo). È la più comune tra le sindromi dolorose. In Italia colpisce circa dieci milioni di persone in modo episodico, due milioni in modo cronico. All'origine possiamo ricercare varie cause algogeniche: Meccanismo arterioso, conseguente alla distensione arteriale. Meccanismo venoso, in rapporto alla distensione dei grossi seni della dura madre, provocato da ipertensione venosa. Meccanismo neuralgico, di tipo parossistico o continuo. Meccanismo mialgico, può interessare l'eccessiva tensione dei muscoli posteriori del collo o masticatori. Meccanismo articolare. Meccanismi psicogeni. Oltre il 40% delle cefalee sono di origine musclo-tensiva, oltre il 30% sono emicranie, circa tra il 10 e il 30% sono cefalee cervicogeniche e il restante 10% sono di altra origine [1]. Il 30% della popolazione soffre di questo disturbo, l'alta prevalenza è data dal fatto che le cefalee possono essere sintomo di molteplici patologie organiche e inorganiche.
CEFALEE PRIMARIE E SECONDARIE CEFALEE PRIMARIE
Emicrania
In passato all'emicrania, veniva attribuita una patogenesi puramente vascolare, oggi cresce l'attenzione verso il concetto di sensibilizzazione nervosa perivascolare facendo riferimento ad un'origine nel sistema nervoso centrale. Generalmente d‘intensità medio alta. 1. Emicrania senza aura: cefalea ricorrente con attacchi dalla durata di 4-72 ore. Il dolore è pulsante e localizzato unilateralmente, peggiora con l'attività fisica, accompagnato da nausea, fotofobia e fonofobia. 2. Emicrania con aura: cefalea ricorrente con attacchi dalla durata di 4-72 ore. Il dolore è pulsante e localizzato unilateralmente, peggiora con l'attività fisica, accompagnato da nausea, fotofobia e fonofobia. Caratterizzata da sintomi neurologici focali che generalmente precedono la fase algica, si tratta appunto dell'aura. Essa si presenta inizialmente con dei disturbi visivi (lo scotòma cioè perdita o offuscamento della vista, può anche essere scintillante cioè si tratta di una distorsione nella vista, con visione di flash luminosi, lampi o forme geometriche che si allargano diffondendosi). In seguito si manifestano disturbi sensitivi per lo più del tipo "punture di spilli" e meno frequenti sono i disturbi del linguaggio.
Cefalea muscolo-tensiva E' il tipo più frequente di cefalee, si tratta della tensione dolorosa dei muscoli posteriori del collo, dei muscoli masticatori (massetere e
temporale), muscolo occipitale e frontale. Questo tipo di cefalea può essere 1. Episodica, si verifica massimo un giorno al mese, l'episodio dura dai 30 minuti a 7 giorni, può essere bilaterale, di tipo costrittiva e l'attività fisica non l'aggrava. Può essere presente o con fotofobia o con fonofobia. L’intensità è medio bassa. 2. Cronica, altamente debilitante, sempre presente. Cefalea a grappolo o cluster headache Dolore intenso strettamente unilaterale, orbitario, sovraorbitario, temporale, dura dai 15 minuti alle 3 ore con frequenza variabile. Si nota iniezione congiuntivale (occhio rosso), lacrimazione, congestione nasale (naso tappato), rinorrea (naso che cola), sudorazione del volto, miosi (pupille piccole), ptosi (palpebra che scende) ed edema palpebrale. Gli attacchi si manifestano in periodi attivi detti a "grappolo" dalla durate di settimane o mesi intervallati da fasi di remissione che possono durare mesi o anni. CEFALEE SECONDARIE Nevralgia trigeminale E' un disordine neuropatico del nervo cranico trigemino (V), il dolore è molto intenso, parossistico e coinvolge occhi, labbra, naso, cuoio capelluto, fronte, aree cutanee esterne e mucose della mascella e della mandibola. E' unilaterale localizzata nel territorio di innervazione del nervo trigemino (fronte, mascella e mandibola). L'emivolto toccato è contratto. Può essere primitiva o seondaria (aneurismi cerebello pontini, sclerosi multipla, tumori, post-erpetica).
Il dolore è improvviso, attivato spesso da gesti banali quali l'esposizione al freddo, il lavaggio dei denti, la mimica...... La durata è variabile, i sintomi vanno e vengono per alcuni giorni o alcuni mesi. Cefalea derivante da vasculopatia (arterite temporale o di Horton) I sintomi principali sono cefalea, dolore al cuoio capelluto e dolore crampiforme alla mandibola con claudicatio e a volte paresi della stessa. È spesso accompagnata (a volte è l'unica manifestazione) da sintomi generali come febbre, malessere e affaticabilità. Caratteristico è l'innalzamento della velocità di eritrosedimentazione del sangue (VES) ed il significativo innalzamento dalla proteina C reattiva (PCR) indicanti uno stato infiammatorio. Cefalea cervicogenica E' noto come il collo sia ricco di nocicettori sia nelle strutture muscolari, vascolari e soprattutto a livello della componenete osteoarticolare del complesso vertebrale. Può attivarsi un meccanismo di "riferimento del dolore" (referred pain) a partire dalle strutture articolari vertebrali. La causa di questo tipo di cefalea è da imputere alle cattive posture che spesso si adottano in vari frangenti della giornata. Nel caso di cefalee cervicogeniche è probabile l'unilaterlità del dolore, avvertita nella regione nucale e sovra o retro-orbitaria. Và ricercata la presenza di un disturbo interveteble cervicale minore a livelli C1/C2, C2/C3 o C3/C4 che può identificarsi come un punto doloroso alla palpazione di un'articolazione interapofisaria cervicale dal lato della cefalea anche in assenza di cervicalgia [2].
INTERVENIRE IN CASO DI CEFALEE
E' quindi solo in via ipotetica, anche se fortemente probabile, che si può affermare l'esistenza di un dolore cefalico riferibile a disturbi cervicali [3]. Cefalea attribuita a trauma cranico e/o cervicale Cefalea da processi espansivi endocranici (tumori) Cefalea attribuita a disturbi vascolari Cefalea attribuita all’uso di una sostanza od alla sua sosponsione (farmaci/droghe)
Cefalea attribuita all’infezione
Cefalea attribuita a duisturbi del cranio, occhio, dente, orecchie e seni paranasali Cefalea attribuibile a disturbo psichiatrico
DOVE, COME E QUANDO LA CHIROPRATICA PUO'
Le cefalee più comuni sono quelle muscolo-tensive e le emicranie, entrambe considerate primarie. Le cefalee cervicogeniche sono di tipo secondario e comunemente trattate da chiropratici, l'International Headache Socety le riconosce come un problema secondario riconducibile a dei disordini d'origine cervicale, se invece si tratta di tensioni miofasciali, parleremo allora di cefalee muscolotensive [4]. Il tipico approccio chiropratico al trattamento delle cefalee comprende la manipolazione vertebrale, mobilizzazione, manipolazione vertebrale con l'ausilio di strumentazione, consigli sullo stile di vita, trigger point therapy, caldo/freddo, rinforzo e allungamento muscolare [5]. Nei casi di emicrania La manipolazione vertebrale è indicata per le emicranie episodiche o croniche con o senza aura [6]. La terapia che adopera i massaggi è raccomandata nei casi di emicrania episodica, mentre un approccio multidisciplinare è propedeutico nei casi di gestione di pazienti affetti da emicranie sia episodiche che croniche [7]. Nei casi di cefalee muscolotensive, una mobilizzazione craniocervicale a basso carico è raccomandata [8]. La manipolazione vertebrale in questo caso è sconsigliata nelle cefalee episodiche e non esiste ancora prova scientifica dell’effetto positivo per le cefalee croniche, pur non essendo sconsigliata [9]. Nei casi di cefalee cervicogeniche la manipolazione spianle è raccomandata sulla base di diverse ricerche svolte in merito [10]. Inoltre sono consigliate mobilizzazioni vertebrali ed esercizi
per i muscoli flessori profondi del collo [11].
Esistono prove scientifiche che sostengono la cura chioropratica, includendo la manipolazione spinale, per la gestione delle emicranie e delle cefalee cevicogeniche. Per ciò che concerne il trattamento delle cefalee muscolo-tensive, l'uso della manipolazione spinale, rimane equivoca, è necessario sviluppare ancor più la ricerca in merito. Nel nostro Centro Chiropratico, ci troviamo spesso di fronte a casi di cefalee di ogni tipo. Grazie alla professionalità e all'esperienza ventennale del dr. Graham, dopo un'accurata visita e ad una precisa diagnosi, riasciamo a classificare il tipo di cefalea e valutarne la possibilità di cura. Molti sono i casi di mal di testa cronici apparentemente senza via d'uscita e grazie alla chiropratica finalmente molte persone hanno trovato sollievo.
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Un indolenzimento o un aumento di cefalea dopo la manipolazione spinale, anche se raro, è spiegato dall'interruzione del trattamento [12]. La ricerca sostiene l'uso della manipolazione spinale chiropratica nel caso di emicranie o cefalee cervicogeniche. Per le emicranie è consigliato un approccio multidisciplinare (esercizi, nutrizione..). Nelle cefalee cervicogeniche viene accostata alla manipolazione vertebrale la mobilizzazione vertebrale ed esercizi diretti alla muscolatura profonda del collo [4].
a.i.3.
CONCLUSIONI
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