ANNO III - NUMERO 12 - SPEDIZIONE IN A. P. 45% ART. 2 COMMA 20 LETT. B LEGGE 662/96 - ROMA - DICEMBRE 2002
P E R I O D I C O D E L L’ A S S O C I A Z I O N E A N D R O M E D A
Carriere: sorpresa sotto l’albero Presentata dall’On. Ascierto la proposta di legge di riordino ed avanzamento del personale delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate In Italia per via dell’immigrazione è la seconda religione dopo il cattolicesimo
Arriva la Devolution
Universo Islam
Il presidente Fini spiega i punti fondamentali del progetto: Sanità, Scuola e Polizia locale
Fausta Cuzzocrea
a pag. 5
a pag. 3
Carriere aperte: la proposta di Legge dell’On. Ascierto
Natale in missione
Reparti speciali
Maurizio Lintozzi
Guardia di Finanza
È ormai consolidato il fatto che le nostre Forze Armate e le nostre Forze dell’Ordine (Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato) sono impiegati, oltre che nelle normali attività sul Territorio Nazionale, anche in diverse missioni all’estero. Più che nel passato la nostra presenza in tante aree di operazioni è importante, efficiente, efficace nella risoluzioni delle gravi crisi che interessano i Paesi dove siamo chiamati ad operare.
On. Filippo Ascierto Sappiamo con certezza che la sicurezza è il primo problema del cittadino. Essa passa prima di tutto attraverso gli uomini e le donne in divisa, preposti istituzionalmente alla prevenzione ed alla repressione dei reati. È interesse di tutti avere uomini motivati che esercitano le loro funzioni in modo preciso evitando sovrapposizioni e confusione dei ruoli. Le precedenti leggi che hanno riguardato le forze di polizia, attinenti alle loro funzioni ed ai ruoli hanno innescato una serie di problemi,di disfunzioni,di demotivazioni e appiattimenti.Migliaia sono i ricorsi presentati dagli operatori della sicurezza ai tribunali amministrativi per avanzamenti,carriere e retribuzioni. a pag. 2
L’Euro e le prime
falsificazioni N.O.A.M. - Nucleo Operativo Antifalsificazione Monetaria Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, il Reparto Speciale dell’Arma dei Carabinieri avente competenza nazionale in tale particolare settore. a pag. 9
S.C.I.C.O.
a pag. 4
Evoluzione dei profili d’impiego del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata e dei Servizi Interprovinciali
a pag. 6
S O M M A R I O ORDINE E SICUREZZA La rivoluzione tribalista di Marcos & c. Siro Mazza pag. 7
ANDROMEDA CULTURA Roberto Sebastian Matta Mondadori a Fontana di Trevi Patrizia Coleti pag. 14
ANDROMEDA MEDICA Pap-test per la prevenzione dei tumori del collo uterino Dott.Antonio Cossu pag. 12
ANDROMEDA LEGALE Come aumentano le pensioni da gennaio 2003 Giuseppe Terrasini pag. 15
Un anno di Andromeda Gli auguri del Presidente
a pag. 13
2
Dicembre 2002
P R I M O
P I A N O
ANDROMEDA NEWS
On Filippo Ascierto Sappiamo con certezza che la sicurezza è il primo problema del cittadino. Essa passa prima di tutto attraverso gli uomini e le donne in divisa, preposti istituzionalmente alla prevenzione ed alla repressione dei reati. È interesse di tutti avere uomini motivati che esercitano le loro funzioni in modo preciso evitando sovrapposizioni e confusione dei ruoli. Le precedenti leggi che hanno riguardato le forze di polizia, attinenti alle loro funzioni ed ai ruoli hanno innescato una serie di problemi, di disfunzioni, di demotivazioni e appiattimenti. Migliaia sono i ricorsi presentati dagli operatori della sicurezza ai tribunali amministrativi per avanzamenti,carriere e retribuzioni. Dopo una lunga e attenta analisi dei fatti ho pensato di promuovere un riordino di tutti i ruoli delle forze dell’ordine per mantenere un impegno preso e risolvere i problemi evidenziati dal tempo e dalle leggi inadeguate, esplicando nella proposta di legge alcuni principi cardini: ampliamento delle funzioni rispetto delle professionalità e dell’anzianità di servizio e la possibilità di una progressione di carriera più agile e duratura per tutto il corso della vita professionale: non è più concepibile concludere una carriera dopo 15 anni. I decreti del 1995, che equiparavano i ruoli delle Forze di Polizia a ordinamento civile e militare, di fatto, hanno lasciato insolute molte problematiche oltre a crearne di nuove.Va subito detto ad esempio che i gradi apicali degli ispettori e dei marescialli, e quindi i più anziani, hanno subito una notevole penalizzazione poiché nella soppressione di alcuni gradi e nel conseguente abbreviazione delle carriere ci furono proiezioni verso l’alto dei più giovani che, di fatto, annullarono il concetto di gerarchia ponendo tutti sullo stesso piano, giovani ed anziani con differenti anni di servizio. Se tutto ciò si è verificato in una fase transitoria del riordino del 95, poi con passare del tempo le cose sono peggiorate e si sono evidenziate ulteriori disfunzioni. In primo luogo l’abbreviazione della carriera; infatti in quindici anni ogni appartenente ai ruoli non direttivi ( appuntati, assistenti, sovrintendenti ed ispettori ) raggiunge il grado apicale, permanendovi talvolta per ulteriori 30 anni. In questo modo vengono a svilirsi le funzioni dei gradi speciali. Quale motivazione potrebbe avere colui che non ha più margini di miglioramento sia di carriera che economici? E’ riconosciuta giuridicamente e costituzionalmente la necessità di potersi migliorare nel corso della propria vita in base alle capacità e alla professionalità ed è proprio per questo che nasce il nuovo concetto di carriera che si propone. Un modello di carriera più vicino allo standard europeo, dove si dia rispetto a coloro che per decine di anni hanno frequentato quell’Istituto di Istruzione unico ed incomparabile nel suo genere: l’esperienza sul campo. La professionalità acquisita in tanti anni di carriera di fatti non può essere paragonata ad alcun corso formativo e posta al servizio di tutti i cittadini ed istituzioni. Anzianità e professionalità vanno “ a braccetto “ poiché si diventa professionalmente preparati solo dopo anni di esperienza. Ed è così che avviene anche la maturazione professionale dell’uomo poliziotto che può impegnarsi soprattut-
Presentazione dell’On. Ascierto della proposta di Legge.
Carriere:
sorpresa sotto l’albero Armonizzazione dei decreti legislativi in materia di riordino dei ruoli alle norme di reclutamento, stato ed avanzamento del personale non direttivo dell’Arma dei Carabinieri e delle Forze Armate. to quanto maggiore sono le prospettive di miglioramento di carriera. E’ fondamentale infatti che ci sia una progressione di carriera nel corso della vita professionale che dia stimoli anche dopo decenni di servizio, non blocchi le ambizioni ed eviti l’appiattimento. La situazione attuale purtroppo ha ingenerato dei limiti. Considerate le Leggi e i decreti che si sono succeduti con tutte le relative incongruenze, c’è la necessità di operare un riordino complessivo di tutti i ruoli e pertanto si è prevista la possibilità degli appuntati scelti ed assistenti
capo di transitare nel grado di vicebrigadiere o vice sovrintendente, senza limitazione, previo un corso d’aggiornamento e dei marescialli e degli ispettori di immettersi nel ruolo direttivo sino al grado di Capitano e Commissario Capo. Per gli ufficiali la proposta prevede l’equiparazione giuridica ed economica ai diplomatici e prefettizi, l’acquisizione del grado di Capitano e Commissario capo all’uscita dalle Accademie e dal corso Funzionari. E’ importante anche prevedere prospettive per i vertici e quindi si è pensato ai Generali di Divisione e
P R I M O
P I A N O
Corpo d’Armata e Dirigenti Generali della Polizia di Stato alla possibilità di essere nominati di Prefetto su indicazione del Consiglio dei ministri. La proposta prevede anche una fase transitoria ove viene prestata particolare attenzione agli Appuntati Scelti o Assistenti capo per il passaggio a Vicebrigadiere o Vice sovrintendente ; ai Luogotenenti e Sostituti Commissari che dovrebbero essere collocati nei direttivi, nei gradi di Capitano e Commissario Capo , e così a scendere per gli altri gradi apicali degli Ispettori e dei Marescialli. La qualifica di
Luogotenente e Sostituto Commissario viene soppressa. I ruoli speciali rimangono ad esaurimento delle unità presenti prevedendo passaggi al ruolo normale. Ulteriore ed importante aspetto è quello che riguarda l’allineamento degli attuali Capitani con i Commissari e la possibilità di transitare , dopo 7 anni, 6 mesi ed un giorno, nel grado di Maggiore o Vice Questore. Tutti gli ufficiali presenti nei ruoli con meno di sette anni di servizio vengono inquadrati nel grado di capitano permanendovi per il tempo residuo sino al raggiungimento dei predetti anni per la nomina a maggiore. Forze dell’ordine equiordinate nelle funzioni e nei gradi non possono che dare un servizio più organizzato, moderno ed efficace sotto il profilo della prevenzione e repressione dei reati. SUL PROSSIMO NUMERO TESTO DEL RIORDINO DELLE CARRIERE INTEGRALE LE STAZIONI DEI CARABINIERI UOMINI SUPERIMPEGNATI AL SERVIZIO DEL CITTADINO. Viaggio tra i loro problemi.
P R I M O
ANDROMEDA NEWS
P I A N O
Dicembre 2002
3
Dopo l’approvazione in Senato del ddl sulla Devoluzione.
DEVOLUTION: Il presidente Fini spiega i punti fondamentali A.F. ome noto il progetto della devoluzione nasce nel 2000, ed i punti essenziali del progetto sono: La sanità Il testo afferma che le regioni attivano competenze esclusive in materia di assistenza ed organizzazione sanitaria. Ora già nel nuovo titolo V assistenza e organizzazione sanitaria sono di competenza esclusiva delle regioni. Lo riconosceva paradossalmente proprio Leopoldo Elia nella audizione in Commissione Affari Costituzionali del Senato il 23 ottobre 2001. Peraltro il comma 2 dell’art. 117, che il progetto di devoluzione non modifica, conserva allo Stato la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti sociali: dunque lo Stato continuerà ad assicurare le condizioni perché in materia di sanità vi siano su tutto il territorio nazionale trattamenti essenziali garantiti a tutti. La scuola Il testo riserva alla competenza esclusiva delle regioni: l’organizzazione scolastica, la gestione degli edifici scolastici e di formazione, la definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della regione. Rispetto alla indeterminatezza dell’attuale 117 (le norme generali allo Stato, nel comma 2, i principi fondamentali allo Stato nel comma 3, il resto alle regioni) quanto meno vi è una determinazione di materie, con un arretramento rispetto al testo attuale: oggi la istruzione e formazione professionale è di esclusiva competenza regionale, nel nuovo testo i programmi formativi sarebbero invece di competenza regionale solo per quella parte che è di interesse specifico della regione. Ciò significa che lo Stato continuerà a dettare la gran parte dei programmi anche per questi istituti garantendo una unità culturale che rischia invece oggi di saltare per almeno il 40% degli allievi. Ma cosa passa dunque alle regioni? “Organizzazione scolastica” allude agli organi, cioè a quei soggetti che esprimono la volontà di un ente, quei soggetti che in altri termini lo gestiscono: dunque gli organi amministrativi periferici del Ministero (direzioni regionali, gli ex provveditorati, i distretti,ma anche gli organi collegiali e probabilmente i dirigenti scolastici, certamente non i docenti, posto che non “amministrano” la scuola). Che lo stato giuridico del personale docente non passi alla competenza delle regioni non solo è dimostrato dall’impiego del termine “organizzazione”, ma anche dal fatto che la gran parte dei programmi rimane di competenza statale e sarebbe insensato attribuire allo Stato la determinazio-
C
ne dei programmi e alle regioni il reclutamento e la preparazione del personale. La gestione degli istituti scolastici riguarda le contabilità, le manutenzioni, le pulizie, le dotazioni etc. Circa la determinazione dei programmi occorrerà solo precisare che la quota e la natura (non deve trattarsi infatti di programmi ulteriori, ma di programmi già insegnati a livello nazionale) devono essere determinate dal Ministero d’intesa con le Regioni. Già queste osservazioni basterebbero a sgombrare il campo da timori ingiustificati. Vi è tuttavia un punto che dimostra la malafede o la “smemoratezza” degli esponenti dell’opposizione. L’art. 116 al comma 3 prevede che “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” possono essere demandate alle regioni con semplice legge ordinaria. Fra le materie in cui si può avverare un trasferimento ulteriore vi è l’istruzione tout court, fra l’altro viene indicata la lettera n. del comma 2 e cioè là dove ci si riferisce alle “norme generali sull’istruzione”.
Paradossalmente se fosse applicata questa norma varata dall’Ulivo si potrebbe arrivare al trasferimento in via esclusiva di tutta la materia dei programmi, dei cicli scolastici, del personale docente! La polizia locale Ora con “polizia locale” la tradizione costituzionale e legislativa italiana ha inequivocamente alluso alla vigilanza urbana, che già nel vecchio art. 117 era di competenza delle regioni. La competenza regionale esclusiva della “polizia (Amministrativa) locale” è fra l’altro affermata dal nuovo 117, comma 2 lettera h. Dunque anche per questo aspetto la “devoluzione” sarebbe superflua, riaffermando quanto già previsto nel titolo V. Sennonché nella relazione al provvedimento, in particolare a pagina 7, si legge che, per quanto concerne la polizia locale, le regioni potranno disciplinare in via esclusiva e in modo più corrispondente alle esigenze del territorio gli interventi di prevenzione e di repressione dei
Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Missione Arcobaleno n disegno di legge volto all’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla Missione Arcobaleno è stato presentato alla Camera dei Deputati dai deputati Giampiero Cannella e Nicola Cristaldi. Una proposta che prende le mosse da una intricata vicenda di politica internazionale che ha visto l’Italia porsi in prima linea nell’invio di aiuti umanitari nella regione balcanica. La campagna di aiuti, avviata nel 1999 col pieno consenso dell’allora governo D’Alema, mirava a sostenere la popolazione del Kosovo, vittima della dittatura del serbo Milosevic. Il Paese tutto e la sua gente versava, infatti, in condizioni di gravissima indigenza; difficoltà amplificate, peraltro, dai bombardamenti Nato divenuti necessari al fine di liberare il paese dal regime comunista. Tuttavia le lodevoli intenzioni solidaristiche della missione umanitaria, ben presto si dimostrarono pura illusione. Televisioni e giornali docu- On. Giampiero Cannella mentarono, infatti, furti e saccheggi di viveri e quant’altro avvenuti nel corso dell’operazione. Quegli stessi viveri, lo ricordiamo, frutto della solidarietà di decine di migliaia di italiani. In seguito agli avvenimenti riportati dalla stampa, la magistratura avviò una serie di indagini che portarono all’arresto del capo della Missione Arcobaleno e di responsabili del campo profughi e della Protezione Civile. Ma l’escalation giudiziaria era solo all’inizio. La Missione Arcobaleno torna d’attualità nel settembre di quest’anno. È di due mesi fa, infatti, la notizia divulgata dalla stampa secondo la quale la Procura della Repubblica presso il tribunale di Bari avrebbe inviato una ventina di inviti a comparire nei confronti di presunti personaggi coinvolti alle indagini sugli aiuti inviati in Kosovo ad opera dell’organizzazione umanitaria. L’azione della magistratura riguarderebbe supposte irregolarità sia nella gestione dell’intera operazione sia nelle forniture delle divise dei Vigili del fuoco e del personale della Protezione Civile. L’accusa afferma che gli indagati si sarebbero avvalsi della società no-profit denominata “Cesar” facente capo a uomini della stessa Protezione Civile. Tra gli implicati alla vicenda compare, tra gli altri, il noto vulcanologo Franco Barberi, a quel tempo massimo dirigente della Protezione Civile, indagato per associazione a delinquere, attentato agli organi costituzionali, concussione e abuso d’ufficio. Per tutto quanto detto e per quello che ancora vi è di oscuro nella vicenda, si è sentita la necessità impellente di richiedere l’istituzione di una commissione d’inchiesta. Senza tacere né dimenticare l’enorme contributo economico che venne generosamente dato all’ iniziativa di solidarietà da parte di tantissimi cittadini italiani. È anche per il tributo generoso di quei cittadini, quindi, che questo progetto di legge è nato e speriamo verrà accolto positivamente dalla maggioranza in Parlamento. L’altro aspetto che ha mosso l’iniziativa legislativa è l’opportunità di conoscere finalmente e in modo preciso il grado di responsabilità in ordine ai soggetti coinvolti, in quel momento destinatari di incarichi di elevata responsabilità. Una commissione d’inchiesta necessaria e impellente che permetterebbe di far chiarezza sugli obiettivi che Missione Arcobaleno si era prefissata ma che oggi, alla luce di tutto quanto accaduto, crediamo abbia fallito mostrando alla fine più ombre che luci.
U
P R I M O
P I A N O
“piccoli crimini”. Si fa poi più in generale riferimento alla possibilità di un coordinamento fra Stato e regioni nella lotta alla piccola criminalità, coordinamento che peraltro già oggi esiste in varie forme. Il problema si sposta dunque al livello della interpretazione del testo. In verità l’articolo 12 delle preleggi al c.c. sembra anteporre, al fine di chiarire il senso di una norma, il significato proprio delle parole secondo la connessione di esse alla intenzioni del legislatore come desumibile dai lavori preparatori (relazioni, dibattito in aula etc.). Ora poiché il comma 2 dell’art. 117 non viene emendato, risulta che (ordine pubblico e sicurezza) rimangono due settori di esclusiva competenza della legislazione statale, in oltre al punto l si legge che il diritto penale è di esclusiva competenza statale. Dunque, anche secondo la interpretazione letterale del testo, le regioni possono al più disciplinare interventi in via amministrativa, ma mai interferire con le competenze statali in materia di sicurezza ed ordine pubblico. Circa i costi della “devolution” la gran parte di essi sono legati al paventato trasferimento del personale docente della scuola che tuttavia in base ad una interpretazione letterale del testo non può avvenire. Per concludere, la c.d. devoluzione pare persino meno “innovativa” della riforma ulivista del titolo V. Tieni infine presente che prima della devoluzione (4 letture parlamentari poiché ddl costituzionale) sarà approvata la c.d.legge La Loggia che detta disposizioni attuative del nuovo Capo V, come auspicato recentemente dal presidente della Corte Costituzionale.
4
P R I M O
Dicembre 2002
Maurizio Lintozzi ormai consolidato il fatto che le nostre Forze Armate e le nostre Forze dell’Ordine (Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato) sono impiegati, oltre che nelle normali attività sul Territorio Nazionale, anche in diverse missioni all’estero. Più che nel passato la nostra presenza in tante aree di operazioni è importante, efficiente, efficace nella risoluzioni delle gravi crisi che interessano i Paesi dove siamo chiamati ad operare. Come abbiamo notato i mass media, con una certa frequenza, si occupano di questi giovani, specialmente se appartenenti all’Esercito, organizzando anche trasmissioni televisive, dove tra un “ti amo”, “ricordati di me” e “mettiti la maglietta di lana”, viene data l’idea di avere a che fare con scolaretti delle elementari che, quale unico problema, hanno quello della mamma lontana o della ragazza che potrebbe scordarsi di loro. Rileviamo che sono programmi un po’ lacrimevoli, un po’ demagogici, un po’ stucchevoli, purtroppo organizzati anche con la collaborazione di alcuni apparati militari, che ci fanno vedere ragazzini trepidanti, precedentemente preparati alla sceneggiata, incapaci di dire qualcosa di serio. Contemporaneamente rileviamo che altri giovani, appartenenti ad altre strutture, quali proprio Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, anche loro con mamme e fidanzate lasciate sul suolo natio, quindi, si presume, con le stesse emozioni, raramente, direi quasi mai, sono sottoposti a tali umilianti rappresentazioni. È automatico chiedersi: “Come mai?” Forse c’è una sorta di selezione che decide di assegnare i giovani a questo o quel corpo a seconda della “piagnucolosità” loro e dei propri familiari? O forse,sulla base di vecchi schemi ormai obsoleti si vede ancora il soldato come militare di leva, obbligato ad assolvere un compito contro la sua volontà ed in antagonismo a tutto, contrapposto a coloro che invece erano volontari? In tal modo si continua a trattare il soldato, e, quindi, sostanzialmente l’Esercito, come se fosse di diversa e più bassa levatura e categoria. No, non è dato comprendere del perché ci si ostini a trattare i nostri militari come persone che stanno pagando un pegno, come dei bamboccetti che sanno solo dire “voglio la mamma”. È ora di dire il vero! Il nostro Esercito, le nostre Forze Armate, le nostre Forze dell’Ordine sono composte da Pro-
È
Gli uomini delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine: professionisti in Patria e nelle Missioni all’estero.
Un Natale nuovo per i nostri militari all’estero
In ricordo di coloro che hanno perduto la vita nell’adempimento del loro dovere.
Non li dimentichiamo In occasione delle festività natalizie, ancor più presente è il ricordo nei nostri cuori e nelle nostre menti degli uomini delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate che non sono più tra noi, perché hanno sacrificato il bene prezioso, la vita, in nome del dovere. Claudio Alberti
P I A N O
Eccoci prossimi alle festività natalizie, forse le feste più sentite, perché sono l’occasione per riabbracciare i propri cari vicini e lontani. Proprio in questi momenti di gioia e di felicità per molte famiglie, il nostro pensiero e la nostra solidarietà sono rivolti in maniera sentita e profonda a quelle famiglie, invece, che stanno soffrendo ancor di più in questo periodo dell’anno, poiché hanno perso i loro cari nell’adempimento del loro dovere. Ci riferiamo agli uomini delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate, uomini semplici, ma valorosi, che hanno perduto la loro vita per la Difesa dello Stato, della Patria, delle Istituzioni. A noi, alla nostra coscienza, alla nostra dignità di uomini si impone il ricordo di costoro e parimenti dei loro cari, i quali hanno sicuramente l’animo triste, poiché il ricordo struggente delle persone mancanti è reso ancor più vivido in questi momenti di serenità e di raccoglimento famigliare intorno alla festa più bella dell’anno: il Santo Natale. Noi, tuttavia, siamo vicini a queste famiglie, siamo consci delle loro difficoltà, dei
P R I M O
P I A N O
ANDROMEDA NEWS
fessionisti identici, se non superiori, ai professionisti di tanti altri Eserciti da sempre invidiati; sono composte da persone che, pur nella loro giovane età e nella limitatezza della loro esperienza, sanno ciò che vogliono, sanno di stare a svolgere un compito di grande importanza internazionale e sanno di saperlo fare bene, spesso meglio di altri, come poi da tutti viene riconosciuto. È ora che si cominci a dare un’immagine dei nostri militari che rispecchi la realtà, che documenti l’alta professionalità raggiunta, che faccia vedere come siamo capaci di farci amare e rispettare dagli abitanti dei Paesi che ci ospitano. È un dato inconfutabile che,ovunque si presenti,il soldato italiano è apprezzato e, ancor più, stimato e rispettato, proprio per quel valore umano con cui riesce ad amalgamare quelle che sarebbero fredde operazioni tecniche. Il “cuore” non lascia mai i nostri militari, anzi, diventa parte integrante di qualsiasi azione, di qualsiasi rapporto, di qualsiasi azione ancorché dalle mere caratteristiche dell’operazione militare. È giusto che le mamme e le fidanzate vedano il vero volto dei loro ragazzi ed è giusto che questo volto lo vedano tutti gli Italiani.Vedrebbero non più il volto, l’espressione, del bambino che, quasi per gioco, è partito volontario per il militare, ma quello più autorevole e rassicurante di un Uomo; un uomo che, pur coinvolto negli affetti familiari, sa agire con piena coscienza e capacità. Uomini che fanno ben figurare l’Italia e le Forze Armate, uomini che trasferiscono ad altri, seppur nella limitatezza dei contatti, le nostre tradizioni, i nostri costumi, il nostro potente sentimento, la nostra Storia millenaria. È altrettanto giusto che questi nostri uomini all’estero, qualunque sia l’Uniforme che indossano, si vedano riconosciuti il loro coraggio, la loro serietà, la loro preparazione e non debbano, invece, subire l’umiliazione di veder mettere in piazza le loro emozioni più intime ed affettive, divulgate tramite televisioni compiacenti ed organizzazioni, anche militari, incapaci di valutare la vera essenza del valore, della militarità, del buon gusto. Ci auguriamo che qualcuno decida di far visita a questi nostri Soldati e che qualcuno decida di farceli vedere nella loro realtà, nella loro professionalità, nella loro concretezza e con la dignità che ogni soldato merita.
disagi- e perché no- delle amarezze che queste persone hanno subito a causa, talvolta, di uno Stato che commemora i grandi personaggi, ma sovente dimentica i “piccoli”, ma si deve sottolineare che questi ultimi sono gli eroi, senza i quali non ci riconosceremmo nella Patria, e non riusciremmo a beneficiare dei frutti della democrazia e della libertà. Ci teniamo a ribadire tutta la nostra riconoscenza, tutto il nostro ringraziamento: noi vi siamo vicini, noi non vi dimentichiamo, in una società come la nostra che dimentica troppe cose in fretta. Non consentiamo nella maniera più assoluta che venga offuscata o scalfita la memoria di queste persone, né che venga lesa la dignità dei loro famigliari. Proprio per questo motivo, quando da più parti di ogni fede politica si parla della concessione dell’amnistia, dell’indulto o della grazia per chi si è macchiato di taluni reati, noi non siamo d’accordo perchè non si cancella il dolore e ciò non ha nulla a che fare con il perdono cristiano che è personale e che si rivolge all’intimo della coscienza di ogni uomo.
ANDROMEDA NEWS
P R I M O
P I A N O
Fausta Cuzzocrea on sarà stata contenta la giudice Marzeya Bazil, afghana, quando al ritorno dal suo viaggio d’istruzione negli Stati Uniti, ha trovato seduta alla sua scrivania un’altra persona. Era stata, nei giorni precedenti il suo ritorno in patria, ferocemente redarguita dal quotidiano del suo paese “Kabul Weekly” per essersi fatta fotografare accanto al Presidente Bush senza l’ombra di un velo, neanche appoggiato sulle spalle. Ufficialmente non è stata licenziata, ma tant è, ha scelto di impegnarsi per due anni nell’Unicef, espatriando dall’Afghanistan.Eppure,nonostante tutto, afferma: “Io sono orgogliosa della mia religione. È una fede aperta, progressista. Nel nostro libro sacro, scritto 14 secoli fa, sono già presenti tutti i diritti umani e vengono riconosciute pari opportunità alle donne”. Come è possibile che una donna giovane, di elevata cultura, al passo con i tempi, impegnata socialmente (riveste la carica di giudice presso il Tribunale dei minori a Kabul), accetti con orgoglio la fede musulmana? Quanto ne sappiamo di questa religione, balzata agli onori (si fa per dire) della cronaca, l’11 settembre del 2001, con l’attentato alle Torri Gemelle? L’Islam significa letteralmente “sottomissione”. Il fedele non deve che eseguire gli ordini imposti da Allah, che il profeta Maometto predicò, attraverso il ‘soffio divino’ dell’arcangelo Gabriele, tra il 610 e il 632 dopo Cristo. Il Corano – Testo sacro della religione musulmana- è la versione letterale di queste predicazioni,che furono trascritte dai seguaci di Maometto su pezzi di cuoio, su tavolette, su foglie di argilla. Letteralmente il Corano significa ‘Testo salmodiato’; è un libro che contiene 114 sure (capitoli), 6616 ayat (versetti), 77.934 parole e 323.671 lettere. Da questo libro nascono mondi diversi, da quello bosniaco a quello afghano, ed anche la stessa legge islamica -la Shar’ia- non è solo frutto del Corano ma anche della Sunna che rappresenta la consuetudine. Esiste una differenza di grado di ottemperanza alla religione tra i diversi paesi islamici: ciò non significa che l’ardore religioso è direttamente proporzionale al grado di distanza politica con l’Occidente. Ci sono paesi, ad esempio, come la Libia che è ritenuto pericoloso politicamente,dove c’è una tiepida pratica dell’islamismo,mentre i sauditi,vicini agli Stati Uniti sono tra i più severi nel perseguire l’ortodossia religiosa. La differenza culturale preminente tra la religione cristiana e quella musulmana risiede soprattutto nell’impostazione dei relativi testi sacri. A differenza della nostra Bibbia, il Corano è un manuale del comportamento da tener in conto nella vita quotidiana. La religione islamica, in questo è molto più pratica della nostra, perché detta delle precise regole, alle quali bisogna attenersi, se si è fedeli, se si è un buon musulmano. I cinque pilastri dell’Islam sono: SHAHADA, cioè la testimonianza che non c’è divinità tranne Allah e che Maometto è l’Apostolo di Allah. La SALAH, che è l’esecuzione dell’adorazione. ZAKAH è il pagamento dell’imposta, o elemosina obbligatoria. SAWN è il digiuno del mese di Ramadàn. HAJI è il pellegrinaggio alla Mecca, obbligatorio per chi può farlo. Nel Corano si riconosce il libero
N
In Italia per via dell’immigrazione è la seconda religione dopo il cattolicesimo.
Universo Islam Conosciamo realmente la religione più temuta e più stigmatizzata nel mondo oggi? Circumnavigazione intorno ad una realtà religiosa e culturale, che fa paura da quell’11 settembre 2001. arbitrio e la responsabilità individuale, ma nel contempo dà indicazioni minuziose di comportamento nella vita associata. Il cristiano, non avendo punti di riferimento così precisi, è sempre dibattutto tra il bene e il male, tra la scienza e la cultura del positivismo. Nel cristiani si determinano due morali parallele: una religiosa ed una laica, che non coincidono sempre. Il musulmano pratica una fede precisa, per la quale il Corano è legge. La posizione della donna è, però, il grande spartiacque che divide le due religioni e le due culture. Il Corano nel VII secolo appare anche nei confronti della donna più moderno della Bibbia e della Torah. La donna – è scritto- può avere diritto a metà del patrimonio ereditario: una rivoluzione, se si pensa che quelli erano tempi nei quali si dibatteva in Occidente (anche più tardi) se la donna avesse l’anima. Ma l’Islam non storicizza, il Cristianesimo sì. Nel Corano la donna vale la metà dell’uomo, ma è spiritualmente al pari dell’uomo. La donna musulmana, sempre teoricamente, ha diritti civili avanzati: le è consentito l’aborto, il divorzio, le è stabilita una dote maritale di cui usufrisce solo lei. Ma può e deve essere “corretta”, anche se non le si fa davvero male. Tranne nei paesi islamici dove la legge islamica impone la lapidazione per un supposto tradimento o per l’adulterio. Del resto la civiltà occidentale ha prodotto in passato anche lo jus corrigendi e la modica vis: la radice di una possibile ‘correzione’ o di una modesta ‘violenza’operabili sulle donne è in entrambe le tradizioni culturali. Il Corano impone che la donna sia vestita decentemente: il velo è preesistente alla civiltà islamica, ma nell’Islam è diventato il simbolo della sottomissione al dettato della religione da parte della donna. Anche in questo caso l’uso del velo varia da paese in paese. Si pensi a come vestono le donne iraniane, con il chador, le donne afghane coperte dal burqa, e le donne
Dicembre 2002
5
c’è stata da ognuna delle parti. Si ricordi soprattutto la Spagna, quando, dibattendosi contro Visigoti e Vandali si dovette misurare con la cultura islamica, più avanzata. L’intolleranza non è cittadina di una sola parte. Gli ebrei cacciati dai re cattolici di Spagna si rifugiarono nell’Impero Ottomano e in nord Africa. Tempi passati.Oggi come esempi di tolleranza islamica abbiamo il vice di Hussein, Tareq Aziz che è cristiano, o l’Egitto che indica il cristiano Boutrus Ghali per la segreteria delle Nazioni Unite. Certo non è un bell’esempio di tolleranza la conservazione della pena di morte nella maggior parte dei paesi islamici (tranne in alcune ex repubbliche sovietiche). In Afghanistan è consentito che ad eseguirla sia la famiglia dell’offeso. I sauditi praticano la decapitazione, gli iraniani- in testa per numero di morti di statol’impiccagione, in alcuni paesi è praticata la lapidazione. E pensare che in questo crocevia di religioni, l’Islam mette tra i grandi Profeti Gesù e riconosce il suo concepimento misterioso, rispetta la figura della Madonna, argomenti che non sono ammissibili dalla religione ebraica. L’importanza della comprensione tra i popoli, in questo momento storico, vale su tutto. È propedeutica alla pace, il bene più prezioso.
Islam in cifre e in lessico:
algerine o egiziane, più libere, coperte da un leggero velo, l’hijab. Un altro nodo intorno a cui si dibatte per l’affermazione di una divaricazione tra le due civiltà è rappresentato dalla poligamia. Maometto consente quattro mogli ed un’infinità di amanti ad ogni uomo, ma tutto deve essere legale e non si possono fare ingiustizie né differenze nella famiglia allargata. In realtà la poligamia è d’uso tra i ceti più abbienti, ed il vero problema si pone di fronte ai matrimoni misti, ed i problemi potrebbero venire dalla presenza di figli nati da questi matrimoni, per la perdurante diversa idea che divide l’islam dal mondo occidentale, allorchè si affronta il rapporto uomo-donna. La guerra santa è un altro cardine dell’Islam. La religione musulmana ha fatto proseliti nel mondo, e tuttora ne fa. Si pensi alle conversioni praticamente obbligate (che il Corano vieta esplicitamente), tanto che l’Indonesia è il primo paese islamico al mondo, seguito da Pakistan e dall’India (con i suoi 100 milioni di musulmani, il 10 per cento della popolazione): tutte terre di conquista lontane dall’Arabia. Ricordiamoci, però, che la prima guerra santa in assoluto è di matrice cristiana, nel 1099, quando a Gerusalemme vennero uccisi tutti gli ebrei e tutti i musulmani dai cavalieri del Santo Sepolcro. Anche l’Islam ha ucciso, ed uccide, purtroppo anche adesso. La violenza
P R I M O
P I A N O
1 miliardo e ottanta milioni: i musulmani nel mondo Il 10 % è sciita Il resto è sunnita Sciiti: sono la maggioranza degli iraniani. Islam: ‘sottomissione ad Allah’. Religione fondata sul Corano e sulla Sunna. Corano: libro sacro rivelato da Allah agli uomini. Diviso in 114 sure Surah: significa “sequenza” Sunna: significa ‘tradizione’. Si fonda sull’autorità del Profeta. Viene continuamente arricchita dalle guide spirituali come i mullah. Gli ayatollah e hliimam. Sunniti: sono i musulmani ortodossi. Sono la maggioranza. Sciiti: sono i seguaci di Alì, cugino e genero di Allah. Musulmano: vuol dire appartenente all’Islam. Sono tutti coloro, che,senza distinzioni, sono sottomessi ad Allah. Imam: è il credo islamico, il momento interiore della religione musulmana. Sharia: è la legge islamica fondata sull’autorità del Corano e sugli Hadith, i ‘detti’ e i ‘fatti’ del Profeta contenuti nella Sunna Il Jihad: è la guerra santa. Non esiste nel Corano il concetto di guerra santa. Letteralmente significa ‘impegno’. Ci sono due tipi di Jihad, uno maggiore e uno minore. Il primo sarebbe l’impegno dell’uomo per migliorare sè stesso, il secondo detto Jihad al- qital è l’impegno per i musulmani alla guerra difensiva quando l’Islam venga aggredito E VIENE PROCLAMATO CON UNA FATWA. La Fatwa: è un verdetto giuridico, una sorta di condanna esecutiva. Taliban: da talib che significa studiare, sono gli studenti di teologia delle Madrase, cioè delle scuole coraniche. Mullah: sono i dotti maestri di teologia. Di norma non sono capi religiosi, perché la maggior parte dei musulmani non riconosce il ruolo di mediatore tra uomo e Dio.
6
Dicembre 2002
O R D I N E
E
S I C U R E Z Z A
Reparti speciali
sviluppo delle “segnalazioni per operazioni sospette” ex art. 3 della legge 197/91.
S.C.I.C.O. Guardia di Finanza Evoluzione dei profili d’impiego del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata e dei Servizi Interprovinciali Vincenzo Suppa 1. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO Le principali disposizioni che disciplinano la materia sono: a. l’art. 12 del Decreto legge 13 maggio 1991, n. 152, che ha sancito la costituzione di appositi Servizi Centrali ed Interprovinciali delle tre Forze di Polizia per assicurare il collegamento delle attività investigative relative ai delitti di criminalità organizzata; b. il Decreto del Ministro dell’Interno in data 25 marzo 1998 (c.d. Direttiva Napolitano) che ha conferito: (1) ai Servizi Centrali compiti di analisi, di raccordo informativo e di supporto tecnico-logistico relativamente alle attività investigative svolte dai Servizi Interprovinciali in materia di contrasto della criminalità organizzata; (2) ai Servizi Interprovinciali compiti informativi, investigativi ed operativi, inserendoli, quali strutture specializzate, nell’ambito dei comandi territoriali ovvero dei servizi di polizia giudiziaria esistenti presso gli uffici periferici delle sedi ove sono istituite le Procure distrettuali antimafia; c. il Decreto del Ministro dell’Interno in data 4 marzo 2000 (c.d. Direttiva Bianco), che, nel confermare l’attribuzione ai Servizi centrali dei compiti sopra elencati, ha disciplinato il concreto svolgimento dell’attività di “concorso” degli stessi alle attività investigative svolte dai Servizi interprovinciali. Sul punto occorre sottolineare che in data 30 novembre 2000,il Procuratore Distrettuale Antimafia di Napoli - Dott. Agostino Cordova -, ha promosso, avanti la Corte Costituzionale, ricorso per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri,ipotizzando una lesione delle attribuzioni costituzionali del Pubblico Ministero per quanto attiene la diretta disponibilità della polizia giudiziaria (artt.109 e 112 Cost.). La Consulta,in data 6 novembre 2001,ha dichiarato l’inammissibilità di detto ricorso sottolineando che: (1) i Servizi Centrali, allo stesso modo di quelli interprovinciali hanno, come già previsto dalla legge, natura di organi di polizia giudiziaria e sono soggetti – relativamente ai poteri dell’Autorità Giudiziaria di avvalersi degli stessi – alla vigente disciplina del codice di procedura penale; (2) il menzionato decreto ministeriale 4 marzo 2000: (a) può essere inteso soltanto quale atto normativo di organizzazione dettato dal Ministro dell’Interno per la migliore utilizzazione di strutture che fanno parte degli apparati di polizia dello Stato,inquadrati nelle strutture del potere esecutivo e, pertanto, contiene norme imperative per i servizi ex art. 12 D.L. 152/91, “conformemente alla sua natura ed alla sua dichiarata finalità”; (b) non contiene,nella sua disciplina,alcuna definizione vincolante dei rapporti tra l’autorità giudiziaria e le strutture dei Servizi Centrali ed Interprovinciali – in quanto operanti quali organi di polizia giudiziaria; (3) ferma rimanendo la possibilità per i responsabili dei servizi interprovinciali di segnalare ai Procuratori della Repubblica distrettuali la necessità di richiedere il concorso dei servizi centrali,tale procedura non esclude le altre previste dalla legislazione vigente, con precipuo riferimento alle disposizioni di cui al c.p.p. concernenti i poteri di impiego dei servizi di p.g. da parte della competente Autorità Giudiziaria. 2. ADEGUAMENTI ORDINATIVI ED OPERATIVI DELLA GUARDIA DI FINANZA a. A seguito dell’emanazione del D.L.152/1991, il Corpo, inizialmente,ha: (1) sostituito le già esistenti Sezioni “Indagini economico fiscali sulla criminalità organizzata” (presenti presso l’allora Nucleo Centrale di polizia tributaria ed i Nuclei Regionali pt di Milano, Napoli e Palermo) con più consistenti Gruppi di Investigazione sulla Criminalità Organizzata; (2) costituito, ex novo, altri GG.I.C.O., presso i Nuclei Regionali di Bari, Firenze, Genova, Torino, Venezia, Bologna, Ancona e Trieste; (3) istituito Sezioni di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.I.C.O.) presso i Nuclei pt di Catanzaro e Catania.
ANDROMEDA NEWS
Dette articolazioni sono state volutamente collocate nell’ambito dei Nuclei di polizia tributaria per esprimere,in modo emblematico,l’esigenza di contrapporre a fenomeni illeciti di qualificazione economico - finanziaria, precipue professionalità e puntuali attribuzioni potestative, costituenti, congiuntamente, la base di una straordinaria potenzialità di interpretazione e compressione delle specifiche fenomenologie criminali. Nel luglio 1993,a livello centrale,è stato istituto il “Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata”, alle cui dirette dipendenze sono stati posti i GG.I.C.O.esistenti. b. Successivamente alla c.d.Direttiva Napolitano – dichiaratamente finalizzata ad assicurare, nell’ambito dei servizi di polizia giudiziaria delle tre Forze di Polizia, un efficace supporto all’azione di contrasto della criminalità svolta dalle corrispettive strutture territoriali e di evitare dispersione di informazioni, garantendo un ottimale impiego di risorse disponibili - il Corpo ha apportato i seguenti adeguamenti: (1) sotto il profilo ordinativo: (a) lo S.C.I.C.O. ha assunto una nuova configurazione, più aderente alle nuove funzioni assegnate, prevedendo un Ufficio Analisi ed un Ufficio Raccordo Informativo; (b) i GG.I.C.O. sono stati posti alle dipendenze dell’allora Nucleo Centrale e dei Nuclei Regionali di polizia tributaria; (c) le S.I.C.O., nel tempo istituite alle sedi di Brescia, Salerno, Reggio Calabria (in aggiunta a quella presente a Catania), sono state ridenominate anch’esse G.I.C.O.e poste alle dipendenze del Comando Provinciale; (d) sono stati istituiti, ex novo, GG.I.C.O. in tutte le sedi di Direzione Distrettuale Antimafia ove non ancora esistenti; (2) sul piano delle attribuzioni operative: (a) allo S.C.I.C.O sono state riservate le attività di coordinamento,analisi ed eventuale supporto tecnico logistico ed operativo, nonché il compito di intrattenere i rapporti a livello centrale con il Procuratore Nazionale Antimafia, riscontrando anche le indagini “conoscitive”delegate dallo stesso; (b) ai GG.I.C.O. sono state mantenute le proiezioni più squisitamente operative. c. In ottemperanza al c.d.Decreto Bianco sotto il profilo: (1) ordinativo, è stato disposto il potenziamento del “Gruppo Tecnico Operativo” dello S.C.I.C.O., chiamato a fornire il concorso alle attività investigative eseguite dai GG.I.C.O.; (2) operativo, sono stati indicati i presupposti e le procedure da seguire per ricorrere al menzionato supporto. In tale contesto, la sopra richiamata decisione della Corte Costituzionale ha, poi, chiarito alcuni profili che assumono precipuo rilievo sull’attuale assetto dei Servizi Centrali, laddove ha stabilito “in modo inequivoco”, che rientra nei poteri del Pubblico Ministero delegare detti Reparti,in via diretta e senza necessità di mediazione alcuna. Sul punto deve rilevarsi che il Procuratore Distrettuale Antimafia di Napoli ha, recentemente, evidenziato il proprio intendimento di volersi avvalere di tale facoltà,invitando pertanto le Autorità di vertice delle forze di polizia a valutare l’opportunità di un adeguamento delle rispettive strutture operative. Atteso quanto sopra,il Comando Generale ha già attuato ulteriori soluzioni organizzative finalizzate a favorire una migliore utilizzazione delle risorse specialistiche nonché a conseguire una maggiore “visibilità”dello S.C.I.C.O. sul piano operativo. In particolare,al fine di preservare il fondamentale ruolo rivestito dal Corpo nell’ambito della lotta alla criminalità organizzata, si è ritenuto opportuno costituire un’ulteriore sezione – denominata “Sezione Investigazioni” –, nell’ambito del Gruppo Tecnico Operativo dello S.C.I.C.O. preposta, tra l’altro, all’esecuzione di indagini che eventualmente l’Autorità Giudiziaria ritenga di delegare direttamente a quest’ultimo, a mente delle vigenti disposizioni, come di recente autorevolmente interpretate dalla Corte Costituzionale. Nell’occasione sono stati, altresì, formalizzati, nell’ambito del quadro regolamentare interno, collaudati processi di coordinamento già in atto tra lo S.C.I.C.O. ed il Nucleo Speciale di polizia valutaria nel settore del contrasto al fenomeno del riciclaggio, con specifico riferimento alla gestione ed allo
O R D I N E
E
S I C U R E Z Z A
3. ATTUALE ASSETTO ORGANIZZATIVO E CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Al fine di rafforzare l’unitarietà, l’incisività e l’efficacia della propria azione, il Corpo ha rimodulato, a far data dal 1° gennaio 2000,la propria struttura organizzativa. La progressiva evoluzione dell’assetto e delle funzioni dei Servizi Centrali ed Interprovinciali in precedenza descritta si è armonicamente inserita in detta più generale ristrutturazione ordinativa e, in particolare, nella rimodulazione del dispositivo complessivamente approntato dal Corpo per la lotta al crimine organizzato. In tale contesto, valutata l’opportunità di assicurare un più stretto e costante collegamento tra i patrimoni investigativi tratti dall’attività di servizio, lo S.C.I.C.O. è stato posto - unitamente agli altri Reparti (Nucleo Speciale Repressioni Frodi Comunitarie, Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, Nucleo Speciale Investigativo) costituenti le articolazioni cardine nell’espletamento di indagini ed analisi inerenti i profili economico-finanziari connessi, tra l’altro, alle varie attività illecite dei sodalizi di stampo mafioso - alle dipendenze del Comando Investigazioni Economico Finanziarie (C.I.E.F.), al quale sono attribuite, in un’ottica di contrasto “polifunzionale”, precipue funzioni di coordinamento dei Comandi sott’ordinati. La ristrutturazione del Corpo,inoltre,ha comportato: - l’inserimento dei GG.I.C.O., in sede di D.D.A. diversa da quella del Nucleo Regionale pt,in seno ai Nuclei provinciali pt; - il posizionamento, a partire dal 1° settembre 2000, nell’ambito dei Servizi Interprovinciali, delle “Sezioni Antiriciclaggio e Valuta” – ordinariamente preposte a sviluppare le segnalazioni di operazioni sospette ex articolo 3 della legge 197/91 – con l’obiettivo di concentrare in un unico polo investigativo sia le tradizionali indagini di contrasto alla criminalità organizzata che quelle volte alla repressione del riciclaggio dei proventi illeciti ed alla aggressione dei patrimoni accumulati. Ad oggi, quindi, i GG.I.C.O. rappresentano le strutture più efficienti del Corpo nella lotta al crimine organizzato, in quanto, da un lato,coniugano all’elevata preparazione tecnico–professionale che li caratterizza un’approfondita conoscenza delle locali realtà delinquenziali,e,dall’altro,sono in grado di perseguire utilissime sinergie investigative coordinandosi orizzontalmente con gli altri servizi di polizia giudiziaria e tributaria presenti in seno ai prefati Nuclei di P.T. (Gruppi Operativi Antidroga, Repressioni Frodi Comunitarie, Verifiche ecc.), riproponendo, così,sul territorio,la filosofia che ha ispirato,a livello centrale,l’istituzione del C.I.E.F.. Inoltre, l’azione dei Servizi Interprovinciali può, comunque, essere adeguatamente supportata dalla attività di analisi, raccordo informativo, nonchè di supporto tecnico, logistico e, ove necessario,operativo dello S.C.I.C.O.,il quale è altresì disponibile, nell’ambito delle proprie potenzialità, a soddisfare eventuali deleghe d’indagini che dovessero allo stesso direttamente pervenire,con precipua attenzione ai contesti di maggiore spessore criminale e pericolosità. Ciò premesso, si può dunque affermare che l’attuale dispositivo di contrasto alla criminalità organizzata attuato dalla Guardia di Finanza è pienamente idoneo a garantire all’Istituzione il mantenimento di un ruolo di prioritaria rilevanza nel comparto operativo in parola, con particolare riferimento alle sue peculiari attribuzioni di polizia economico - finanziaria. Ne sono testimonianza i risultati di eccezionale rilievo conseguiti dal Corpo, nel periodo 1° gennaio 2001 – 31 ottobre 2002, nello specifico settore di intervento. In particolare, sono stati conclusi 675 accertamenti patrimoniali che hanno interessato 2793 persone fisiche e 391 persone giuridiche, e hanno consentito il sequestro di beni per ¤ 1.292.173.451. A ¤ 142.981.398 ammonta il valore dei beni confiscati nel medesimo arco temporale.
ANDROMEDA NEWS
A N D R O M E D A
D O S S I E R
Dicembre 2002
7
Viaggio nell’eversione: Marcos e l’esercito zapatista.
La rivoluzione tribalista di Marcos & c. In nome di una fantomatica “dignità indigena” il sub-comandante Marcos e il suo esercito dettano condizioni al governo messicano. Siro Mazza ino al 1993 l’EZLN (Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale) costituiva l’ala “rurale” del gruppo maoista messicano Fuerzas de Liberaciòn Nacional – FLN. Gli zapatisti si definivano ancora un’organizzazione rivoluzionaria di sinistra, per poi passare solo in seguito a presentarsi all’opinione pubblica mondiale come un movimento di carattere etnico che si batte per i diritti degli indios (ossia i contadini di origine autoctona). I documenti precedenti al ’94 sono inequivocabilmente rivelatori del marxismo ortodosso dell’organizzazione. L’obiettivo che essi dichiaravano era quello di “organizzare, dirigere e guidare la lotta rivoluzionaria del popolo lavoratore per strappare il potere alla borghesia, liberare la patria dalla dominazione straniera e instaurare la dittatura del proletariato”. Ma la notte fra il 31 dicembre 1993 e il 1° gennaio 1994 inizia la fase “popolarnazionalista”, inaugurata con il pronunciamento di Marcos e con l’occupazione militare di villaggi e città al centro del Chiapas. Si tratta di una piccola regione del Messico, con una popolazione di soli 4 milioni di persone (su un totale di 80 milioni di messicani). La popolazione è per la maggior parte di origine india, discendente dei maya. Marcos si inventò addirittura una divinità indigena, Votàn-Zapata, fusione di un dio maya e dell’eroe messicano. Le sue successive dichiarazioni si ammantarono di un linguaggio sempre più indigenista. Alla fine del ’95, l’EZLN era passato da marxistaleninista a nazional-popolare, indigenista, etno-nazionalista. Ma quale indigeno difende Marcos? Un indigeno immaginario, il buon selvaggio dei miti occidentali: ecologista, democratico, mistico, femminista. Ma sappiamo bene che si tratta di un’invenzione, di una suggestione costruita dagli artisti della mistificazione. Fra l’altro, occorre chiarire che Marcos non è affatto indio: il suo vero nome è Rafael Sebastian Guillen Vicente ed è un messicano “bianco”, rampollo di una benestante famiglia borghese, educato dai Gesuiti, impregnato di ideologia neomarxista e strutturalista e già professore universitario a Città del Messico e alla Sorbona. Ma è proprio in nome della fantomatica “dignità indigena” (non quella autentica, dunque, comune a ogni essere umano, ma quella primitivista e tribalista appioppata da Marcos e dai
F
suoi sponsor) che nel febbraio del 2001 partiva la celebre marcia che avrebbe condotto lo stato maggiore zapatista dal Chiapas a Città del Messico. “Tra comizi e riti magici – recitava la propaganda – tra indios e punk”, viaggiavano scortati dalle “Tute bianche” di Luca Casarini e da una carovana internazionale di giornalisti, politici e sfaccendati vari, arrivando, dopo un tour di una ventina di giorni, nella capitale. Qui i capi dell’EZLN si sono presentati in Parlamento coi passamontagna calati sulla faccia e hanno dettato al governo messicano le loro condizioni. Ma il Congresso ha resistito alla lobby del terrorismo internazionale: nelle settimane successive,infatti,è stata approvata la proposta di legge che ha modificato “i diritti indiani”, asserendo la supremazia,in Messico,della legislazio-
ne nazionale.Il Senato ha infatti bloccato la riforma costituzionale sull’autonomia indigena redatta dall’apparato zapatista, e inizialmente adottata dal governo del presidente Fox, sostituendo i riferimenti ai “popoli” indios (termine che implica diritti e autodeterminazione) con “comunità”, una sterzata rispetto al tentativo di scardinare il principio di sovranità nazionale messicana. Ha anche aggiunto una disposizione che stabilisce che l’autonomia indiana non può violare la Costituzione nazionale o le leggi, e in particolare quella che include l’uso di risorse naturali nelle aree indiane; ed esige che le azioni prese dalle istituzioni politiche e giudiziarie degli indios siano coerenti con la Costituzione in modo “che sia garantita l’unità nazionale”. Ma gli zapatisti hanno denunciato tale legge, sancendo la fine dei negoziati e un ritorno alla loro attività insurrezionale, che vede l’EZLN, presunto paladino dei diritti degli indios, condurre un’offensiva mirante a dividere il Messico in un mosaico di zone “autonome”. Una tale balcanizzazione porterebbe ad abbandonare le ingenti risorse naturali del paese a interessi economico-finanziari stranieri, eliminando fondamentali istituti di difesa della sovranità nazionale. Chi crede alla propaganda di Bertinotti e Gianni Minà potrebbe pensare che si tratti veramente di aiutare degli indigeni poveri e oppressi, ignorando al contrario che a tirare le fila del terrorismo zapatista, tramite finanziamenti e campagne massmediatiche, sono le lobby della finanza, interessate a frammentare la nazione, per impossessarsi delle sue ricchezze: la campagna per l’autonomia indiana costituisce un elemento fondamentale di tale strategia.
Le istituzioni messicane hanno già subìto pesanti umiliazioni; le riforme richieste dagli zapatisti avrebbero ancor più indebolito la nozione stessa di nazione repubblicana, decretando di fatto che gli indios rappresentano una “razza eletta” a parte, differente dai “cittadini messicani” e che, nelle comunità indigene, gli “usi e costumi” locali devono soppiantare la legge dello stato. Secondo Raymundo Winkler, rappresentante degli uomini d’affari messicani, circa il 30% del territorio nazionale farebbe parte delle regioni considerate come “indigene”. Tali regioni sarebbero condannate al sottosviluppo e alla miseria, perché nessuno vi vorrebbe investire. Certi progetti di infrastrutture stradali e ferroviarie, infatti, sono già stati abbandonati. La presidente del Movimento di Solidarietà Latino-Americana, Marivilia Carrasco, ha affermato che “per migliorare le condizioni di vita degli indios, e di tutti i cittadini messicani, non è certo necessario cedere il potere all’EZLN”. Di fronte alla grave situazione economica, infatti, occorre invece “prendere misure urgenti per riorganizzare l’economia nazionale”, favorendo lo sviluppo. La signora Carrasco ha poi sottolineato che il ritorno “in queste nuove zone autonome ad attività di sussistenza tradizionali, come la caccia, la pesca e la raccolta”, lungi dal permettere il miglioramento delle condizioni delle popolazioni indigene, le degraderà ancor di più: “il risultato – ha concluso, con buona pace di ecologisti e neotribalisti vari – sarà che le risorse naturali del paese, che le popolazioni indiane non potrebbero in alcun modo sfruttare da sole, cadranno nelle mani delle multinazionali anglo-americane”.
POLITICA SI, VIOLENZA NO Luca Baccarelli Le indagini socio-statistiche ci dicono che i giovani di oggi si interessano sempre meno alla politica. I fatti però ci dimostrano che ci sono anche tante ragazze e tanti ragazzi che si impegnano a fondo, che si dividono tra i vari movimenti,tra i gruppi giovanili e le sezioni di Partito. Interessarsi di politica significa avere una sensibilità sociale,possedere dei valori e delle idee che si vogliono in qualche modo far valere, e i valori e le idee dovrebbero essere rispettate, qualsiasi essi siano. Si può invece contestare il modo di fare politica, il mezzo utilizzato per diffondere il proprio pensiero. La Politica non è violenza, non è ricatto, non è la minaccia di scontri sociali. La Politica è dialogo, il dialogo è democrazia, la democrazia è libertà.
A N D R O M E D A
D O S S I E R
E quindi occorre scegliere, oltre che da quale parte stare, se voler fare politica oppure usare la politica come pretesto per altri scopi. La politica d’altronde è parte integrante della nostra vita, a scuola, nelle comitive e finanche negli stadi, e per questo non andrebbe esasperata nei toni, non si dovrebbe cercare sempre lo scontro ne fisico, come purtroppo è avvenuto a Napoli e a Genova, ma neanche verbale. Il mondo non si cambia incendiando i Mc Donald’s o devastando gli Istituti Bancari. E allora scegliamo: scegliamo di scendere in piazza con i tricolori e non con i bastoni, scegliamo le parole e non gli insulti, scegliamo il rispetto delle leggi e non la disobbedienza.
Pubblicità Labor & Partners in colore
ANDROMEDA NEWS
Arma dei Carabinieri (alla quale in virtù del suo consolidato interesse per il falso nummario è stata riconosciuta una competenza prioritaria nel settore della lotta alla contraffazione monetaria) attraverso il Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, il Reparto Speciale dell’Arma dei Carabinieri avente competenza nazionale in tale particolare settore, sviluppando l’analisi strategica del fenomeno della falsificazione monetaria condotta sulla base del monitoraggio costante svolto su scala nazionale ha riscontrato una decisa ed evidente novità rispetto alle linee di tendenza in precedenza individuate e/o ipotizzate. Infatti l’andamento complessivo dei sequestri di banconote false operati in Italia non solo non ha evidenziato il temuto consistente incremento connesso all’Euro changeover (che rappresentava tra l’altro l’estremo tentativo da parte dei falsari di disfarsi delle riserve di vecchie valute nazionali false non ancora distribuite) ma addirittura è risultato in netta e considerevole diminuzione anche successivamente al periodo della doppia circolazione (primo bimestre 2002). Tale positivo effetto è stato molto probabilmente il frutto dell’indubbia affidabilità dei molteplici elementi di sicurezza presenti nelle banconote e monete Euro. Contemporaneamente, al fine di impedire future attività illecite rivolte alla contraffazione dell’Euro, poiché l’azione di prevenzione ed informazione appare destinata a divenire una priorità ed un’esigenza fondamentale, ineludibile e, chiaramente, di carattere permanente e non contingente, questo Comando continuerà a cercare di intensificare e qualificare il feed-back info-operativo interno con i vari Reparti territoriali e Speciali dell’Arma e a dare massimo rilievo ed impulso ai momenti di addestramento e/o di aggiornamento condotti presso le varie Scuole dell’Arma dei Carabinieri. L’azione di informazione e sensibilizzazione potrà interessare anche gli operatori del settore bancario, commerciale ed il pubblico in genere. L’intento è chiaramente quello di evitare che i falsari,scontate le fisiologiche ed iniziali difficoltà incontrate nel tentativo di falsificare l’Euro e individuati gli accorgimenti tecnici e gli espedienti per imitare con maggiore realismo i vari elementi di sicurezza presenti nelle banconote e monete Euro, possano sfruttare con successo una futura eventuale minore soglia di attenzione (chi conosce il vero evita contemporaneamente il falso!) verso le nuove caratteristiche della neonata divisa comunitaria. Supplendo egregiamente alla parziale conoscenza da parte del cittadino medio (in genere la maggior attenzione e curiosità ha annullato il fisiologico gap cognitivo iniziale), il responsabile approccio (va ricordata la costante e particolare pressione a causa della delicatezza dei momenti iniziali attraversati) dei cassieri degli Istituti bancari, degli uffici postali e degli intermediari finanziari ha contribuito a fare in modo che sotto l’aspetto quantitativo il livello della diffusione della nuova valuta comunitaria falsa è risultato ben al di sotto delle storiche dimensioni complessive del fenomeno (in Italia e all’estero). È necessario, ora più che mai, non adagiarsi sull’onda di parziali ed inaspettati successi conseguiti faticosamente nel corso della rivoluzione - evoluzione monetaria che l’ingresso dell’Euro ha, sta e continuerà a rappresentare. Bisogna fare in modo che, ognuno per la parte di competenza,“GUARDARE,
O R D I N E
E
S I C U R E Z Z A
L’
Il Comando dei Carabinieri Antifalsidicazione Monetaria in prima linea nella lotta alla falsificazione dell’Euro.
L’Euro e le prime falsificazioni MUOVERE, TOCCARE E CONTROLLARE” divenga una regola basilare e permanente nell’approccio quotidiano alle banconote Euro (del denaro e degli altri mezzi di pagamento in genere) e non solo un momentaneo istintivo impulso legato al ricordo di uno slogan ad effetto. I dati statistici relativi ai sequestri compiuti (penali ed amministrativi) in ambito nazionale ed il costante raccordo informativo sviluppato da questo Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria con gli esperti della Banca D’Italia e dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato hanno inoltre messo in luce sostanziali e rilevanti elementi di novità anche per quanto concerne l’analisi qualitativa delle banconote Euro false rinvenute e sequestrate. Si è infatti riscontrata in Italia, al momento, la quasi completa scomparsa delle tipologie di contraffazione aventi caratteristiche tipografiche che in passato invece erano tradizionalmente di gran lunga prevalenti. Ad eccezione di una tipologia di contraffazione del biglietto da 50Euro apparsa a metà dell’anno,le attuali falsificazioni dell’Euro sono tutte digitali (ottenute mediante l’utilizzo di strumenti informatici quali moderni scanners e/o fotocopiatrici a colori). Per il momento pertanto, sotto l’aspetto qualitativo e quello quantitativo, i tentativi di contraffazione dell’Euro apparsi (non è stato riscontrato infatti nessun caso di falsificazione operato con l’impiego di tecniche serigrafiche, olografiche e calcografiche) sono riconducibili a timidi, parziali e grossolani tentativi condotti isolatamente mediante impiego di moderne stampanti laser e/o inkjet a colori con l’inserimento, nei casi più insidiosi, di elementi (figure e disegni) olografici completamente diversi da quelli ge-
nuini (mediante semplici ed approssimative tecniche di collage). In nessuna banconota falsa esaminata si è tentato di imitare seriamente le caratteristiche che le banconote Euro legittime presentano ai raggi ultravioletti (facilmente riscontrabili mediante l’uso di una semplice lampada di Wood) e ai raggi infrarossi. Tuttavia è opinione di questo Comando che tale elemento di novità sia di carattere congiunturale e rappresenti in realtà un dato scarsamente significativo ed affidabile (se considerato quale parametro rilevante sul quale fondare serie analisi strategiche a medio e lungo termine). È pur vero che la continua e sorprendente innovazione informatica potrebbe indurre i più ottimisti a ritenere che le moderne tecniche di contraffazione digitali (più economiche, veloci e semplici anche se generalmente meno insidiose di quelle tipografiche)
O R D I N E
siano destinate ad espandersi ulteriormente se non addirittura a soppiantare le tradizionali tecniche di contraffazione tipografiche anche in Italia, avallando così quanto verificatosi in questi primi delicati momenti del processo di transizione ed ingresso dell’Euro. Simili caratteristiche sono state peraltro riscontrate anche in occasione del maggiore sequestro di banconote Euro false operato in Italia (E 22.600 falsi complessivi suddivisi in banconote di vario taglio: nr.120 banconote da E 50 e nr. 83 banconote da E 200) ed effettuato proprio dal Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria. È probabile che in futuro i tagli più a rischio saranno quelli intermedi (verosimilmente quelli da E 20, E 50 e E 100) e che, in ossequio alla tradizionale consuetudine secondo cui non si falsificano di norma le banconote di taglio massimo (più difficili da cambia-
Dicembre 2002
9
re e da imitare), raramente assisteremo a falsificazioni di banconote da E500. Una minaccia che non va aprioristicamente scartata o ingenuamente sottovalutata è quella del falso metallico, ovvero il potenziale pericolo di falsificazione al quale potrebbero essere esposte le monete da 50 Eurocent,E 1 e E 2 (l’invito rivolto ai cittadini è pertanto quello di controllare con attenzione soprattutto i bordi caratteristici delle varie monete). A tal proposito si sottolinea come tale pericolo non sia meramente potenziale avendo trovato pratico riscontro nella scoperta della prima zecca clandestina di monete false da 50 Eurocent scoperta a giugno dall’Arma dei carabinieri a Milano (sequestro di oltre 70.000 monete false e delle sofisticatissime attrezzature utilizzate per la loro produzione). Per quanto riguarda inoltre la produzione di banconote false, oltre a “come saranno falsificate” in tale ambito criminoso in futuro potrebbero prodursi mutamenti sostanziali relativi a “chi tenterà di falsificarle”. Con ciò si vuole alludere alla possibilità che nel panorama della contraffazione monetaria, accanto ai tradizionali protagonisti costituiti dai “soliti noti” pregiudicati con specifiche competenze nel campo tipografico, possano fare ingresso, con sempre maggior rilievo, tranquilli, anonimi ed apparentemente insospettabili “comuni ignoti” (per esempio incensurati studenti ed esperti informatici in genere). Le conseguenze operative e le connesse difficoltà sono evidenti ed intuibili. Con l’ingresso dell’Euro quindi la riqualificazione tecnica e la ricerca di nuovi adeguati mezzi, materiali e risorse da individuare ed utilizzare in tale settore sarà un must (pena il rischio di divenire obsoleti) non tanto e solo per i falsari ma anche e soprattutto, sul versante opposto,per le Forze di Polizia nazionali ed estere in genere (con le quali abbiamo rapporti e relazioni costanti). In particolare i reparti specializzati nell’antifalsificazione monetaria (Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria per l’Italia) e le Istituzioni (coinvolte a vario titolo nel campo della lotta alla contraffazione monetaria) dovranno modulare ed adeguare opportunamente la loro azione di “intelligence”ed il loro modus operandi secondo canali che consentano la valutazione e l’analisi selettiva delle informazioni, notizie e dati mediante comportamenti e procedure interfacciabili. Si ringrazia il N.O.A.M. per la preziosa collaborazione.
Comando Carabinieri
Antifalsificazione Monetaria Costituito nel 1992 su iniziativa del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri il Nucleo Operativo Antifalsificazione Monetaria (N.O.A.M.), allora inserito nel Comando Carabinieri Banca d’Italia, dal giugno 1999 è stato elevato al rango di Comando di Corpo variando la sua originaria denominazione in Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria (C.do CC A.F.M.) e posto alle dirette dipendenze del Comando Divisione Carabinieri Unità Specializzate. Con il Comandante del reparto, il Col. Carlo Mori, universalmente considerato non solo esperto indiscusso ma anche autorevolissimo punto di riferimento e memoria storica in tale specifico settore (ha partecipato, oltre ai lavori preparatori connessi all’ingresso dell’Euro, a tutte le più importanti riunioni, meetings e Conferenze tenutesi in Italia e all’estero sulle varie e delicate problematiche relative al fenomeno del falso monetario), abbiamo tracciato un breve ma esaustivo bilancio sul primo anno di vita dell’Euro. Via Milazzo, 24 - 00185 Roma - Tel. 06/4450391 Tel. e Fax - 06/4457440 - E mail:
[email protected]
E
S I C U R E Z Z A
LABOR & PARTNERS
PROFESSIONE SERVIZIO Il nuovo consorzio Labor & Partners fornisce servizi alle aziende affiancandole anche nella progettazione, nella gestione e nel controllo dei servizi stessi. Labor & Partners è un nuovo consorzio di aziende specializzate nel settore dei servizi alle imprese, costituito per rispondere in modo moderno e razionale alle esigenze di professionalità e qualità della fornitura di servizi di supporto ad ogni tipo di attività: industriale, civile e ospedaliera. In Labor & Partners sono confluiti cinquant’anni d’esperienza accumulata dai suoi associati nei diversi settori di competenza e che ha permesso di formulare una nuova concezione della fornitura del servizio. Labor & Partners, nel produrre i suoi servizi (pulizia e sanificazione ambientale, disinfezioni, disinfestazioni e derattizzazioni, raccolta rifiuti, logistica e facchinaggio, servizi di portierato e custodia, manutenzione aree verdi, prodotti e servizi per l’igiene della persona, manutenzioni Industriali, piccola manutenzione, pulizia, consolidamento e protezione facciate e monumenti) opera infatti con la più moderna filosofia della gestione dei servizi in partnership. I servizi di Labor & Partners non sono quindi una mera e semplice esecuzio-
ne delle prestazioni tecniche nei tempi e nei modi concordati, ma si compongono di una funzionale formulazione, progettazione e realizzazione, che si completa poi in un controllo e una gestione dei servizi in modalità calibrate sulle esigenze di ogni cliente. Labor & Partners, prima ancora che servizi, produce idee che elevano l’efficienza dei servizi stessi a supporto di qualsiasi attività. La competenza e la professionalità di Labor & Partners di progettare singolarmente ogni intervento ed eventualmente di modificarne le caratteristiche al mutare delle esigenze di ogni cliente, al fine di seguirne e favorirne lo sviluppo. Tutto questo è possibile perché un’altra caratteristica qualificamene di Labor & Partners, è l’assistenza diretta nell’innovazione, che è molto più di un semplice complemento al servizio erogato. L’essenza stessa del ricorso ad un partner affidabile, nasce dalla volontà di affidarsi alla sua capacità di apportare idee e soluzioni innovative. I servizi di Labor & Partners, progettati da un team di tecnici specializza-
ti, sono pensati proprio per fornire un valore aggiunto fatto di esperienza e soluzioni che possano far crescere la qualità generale del lavoro. Fra i tanti valori aggiunti della costante ricerca operata dai tecnici di Labor & Partners vi è anche la certezza di ottenere le più economiche e veloci tecniche di intervento nell’erogazione di qualsiasi servizio. In ossequio alla sua filosofia produttiva, Labor & Partners ha voluto dotarsi da subito di un sistema di qualificazione aziendale UNI EN ISO 9001. Un traguardo che è anche il punto di partenza per ottenere un miglioramento costante della qualità dei servizi erogati. Labor & Partners ha sede a Roma, in via Della Camilluccia, 285 Tel. 06/32600086 E-Mail:
[email protected], ma ha sedi operative anche a Bergamo, Milano, Parma, Ravenna e Padova, per essere vicina ad ogni suo cliente.
Pubblicità Sintel BN
12
Dicembre 2002
A N D R O M E D A
M E D I C A
Il carcinoma della cervice uterina Il Pap-test per la prevenzione dei tumori del collo uterino. Displasia lieve
Dott. Antonio Cossu a cervice uterina rappresenta la porzione inferiore dell’utero e connette la porzione superiore dell’utero con la vagina. Nel mondo vengono diagnosticati ogni anno circa 400.000 nuovi casi di tumore della cervice uterina: è al secondo posto tra le forme tumorali più frequenti, insieme al tumore del colon-retto e dopo quello della mammella. È molto più diffuso nei Paesi in via di sviluppo, mentre nei Paesi industrializzati e tra le classi sociali più alte è relativamente raro, grazie all’abitudine ad eseguire il Pap-test. Nel 1995 nell’Unione Europea sono state fatte circa 27.000 diagnosi di tumore invasivo della cervice uterina, pari al 3,9% di tutti i tumori. In Italia si sono verificati 3.955 casi, con valori intermedi tra quelli più bassi della Svezia e dell’Irlanda e quelli più elevati della Germania e del Portogallo. La malattia si sviluppa a carico del tessuto che riveste il collo dell’utero, che è la parte più bassa dell’organo che sporge in vagina. Si conoscono ormai piuttosto bene le tappe che precedono la comparsa del tumore, che si verifica attraverso una serie di trasformazioni graduali (displasie). Non tutte le displasie evolvono fino a trasformarsi in tumore. Quando ciò accade, sono necessari molti anni (10-15) prima che si manifesti una vera e propria malattia tumorale della cervice uterina. C’è quindi tutto il tempo per identificare precocemente mediante il Pap-test queste
L
displasie e quindi curarle efficacemente,impedendo che il tumore si sviluppi. Per la Sardegna i dati a nostra disposizione provengono dall’unica fonte esistente di raccolta dati sull’incidenza e mortalità dei tumori che è rappresentato dal Registro Tumori della Provincia di Sassari, frutto di un lavoro di collaborazione tra il Servizio di Anatomia Patologica dell’Azienda USL n° 1 di Sassari, presso l’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università di Sassari, ed il Centro di Osservazione Epidemiologica della Azienda USL n°1 di Sassari, che raccoglie i dati sui tumori maligni in tutto il territorio del Nord Sardegna. Il tasso d’incidenza di tumori della cervice uterina nella provincia di Sassari è di 8.4 casi per 100.000 donne. Questo valore è più elevato rispetto a quelli riscontrati nelle aree del nord (Verona, Varese, Torino, Firenze e Modena) ed è lievemente più basso rispetto a quelli riscontrati nel centrosud della penisola (Latina e Ragusa). Sebbene si conoscano numerosi fattori di rischio per ammalarsi di carcinoma cervicale non si conoscono ancora i motivi che determinano malattia in alcune donne e non in altre, a parità di rischio. Uno dei più importanti fattori di rischio per il carcinoma del collo dell’utero è rappresentato da un virus, chiamato virus del papilloma umano (HPV). L’infezione da HPV è una malattia trasmessa sessualmente ed è incredibilmente comune nella popolazione; uno studio americano ha evidenziato che il 43% delle donne in età di “college”
Displasia moderata
Displasia grave
sono state infettate in un periodo di 3 anni. È necessario comunque sottolineare che esistono diversi sottotipi di HPV e che non tutti hanno una riconosciuta attività precancerosa. Altri fattori di rischio certamente importanti nell’insorgenza del carcinoma cervicale sono il basso livello socio-economico, la precocità di inizio della attività sessuale, l’elevato numero di partners e la multiparità (elevato numero di figli). L’unico mezzo di indagine per la Prevenzione dei tumori del collo dell’utero è rappresentato dal Pap-Test che consente non solo l’identificazione di lesioni tumorali molto precoci ma anche di identificare lesioni preneoplastiche, con lo scopo di ridurre sia la mortalità per carcinoma che l’incidenza della neoplasia invasiva grazie al trattamento delle forme preneoplastiche.
A N D R O M E D A
Il Pap-test è stato introdotto come test di screening per il carcinoma cervicale nel 1943 dal Dr. George Papanicolaou, dal quale infatti prende il nome. È chiamato anche “striscio vaginale oncologico” ed è un prelievo di cellule di sfaldamento dal collo dell’utero per mezzo di una spatola e di uno spazzolino. Le cellule vengono strisciate su un vetrino che viene mandato in laboratorio dove viene colorato e analizzato al microscopio per vedere se ci sono cellule anormali. Le cellule di sfaldamento sono le cellule che,per ricambio naturale dei tessuti, si staccano dal tessuto stesso come si può notare quando si screpola la pelle del viso. Le cellule tumorali eventualmente presenti si staccano anch’esse insieme alle cellule normali e possono perciò essere individuate al microscopio. L’esame dura circa 5-10 minuti, è indolore e consen-
M E D I C A
ANDROMEDA NEWS
te subito dopo di riprendere tranquillamente le normali attività quotidiane. In tale modo possono essere esaminate le caratteristiche delle cellule e dopo alcuni giorni viene emesso un referto che riporta il risultato del Paptest. Nel caso che non siano state riscontrate alterazioni sospette, il referto potrà riportare il termine “negativo”, “normale” oppure “nei limiti della norma”. Se il test ha evidenziato la presenza di una infiammazione, per esempio in caso di vaginite, viene normalmente riportato il termine “reperto infiammatorio”. Le trasformazioni anomale vengo indicate con il termine CIN: CIN 1 indica l’inizio di una trasformazione anomala delle cellule; si usa la sigla CIN 2 in presenza di una alterazione più importante, mentre si parla di CIN 3 in caso di “carcinoma in situ”, cioè tumore localizzato allo strato superficiale. Quando il Pap-test evidenzia la presenza di lesioni dubbie o pre-neoplastiche, normalmente viene effettuata la colposcopia, con cui si osserva direttamente la zona sospetta ingrandita e, mediante apposite pinze, consente di effettuare prelievi di tessuti mirati su cui eseguire esami più approfonditi. È stato stabilito che il più importante fattore di rischio per il tumore della cervice uterina è non aver mai fatto il Pap-test. Per questo motivo ogni donna dovrebbe eseguire il Pap-test ogni 3 anni. È stato stimato (IARC 1986) che se tutte le donne tra i 25 e i 64 anni effettuassero un Pap-test ogni 3 anni si avrebbe una diminuzione del 90% circa dei casi di tumore del collo dell’utero. Ma quante donne fanno il Pap-test in Italia? Nel nostro paese vengono eseguiti circa 4-5 milioni di Pap-test. Nonostante ciò, molte donne non lo hanno mai fatto. È soltanto una parte della popolazione femminile che ha l’abitudine a fare il Pap-test con regolarità. In Italia, infatti, non esiste un programma di screening nazionale. anche se un numero sempre maggiore di Aziende Sanitarie Locali sta attivando programmi in cui le donne tra i 25 e i 64 anni vengono invitate mediante lettera ad eseguire il test presso i consultori di zona. Molte donne comunque effettuano spontaneamente il Pap-test presso i consultori, i laboratori privati o presso il ginecologo di fiducia; tale attività spontanea è più o meno sviluppata in rapporto al livello delle strutture sanitarie delle diverse aree geografiche del nostro paese. Mettendo in rapporto il numero delle donne residenti in zone in cui sono attivi programmi organizzati di screening con il totale delle residenti (indagine GISCi 1999 Italia – Nord – Centro – Sud) si nota che solo una piccola parte della popolazione femminile italiana ha l’opportunità di aderire a tali interventi di prevenzione. È pertanto auspicabile che si attivino in maniera sempre più capillare programmi di screening per il tumore collo dell’utero che dovranno progressivamente diffondersi nel territorio di ogni Azienda Sanitaria Locale,consentendo a tutte le donne di usufruire di questo servizio. Sarà anche di fondamentale importanza eseguire nell’ambito delle campagne di screening una adeguata informazione della popolazione femminile in modo da indurre una maggiore sensibilizzazione alla esecuzione periodica del Pap-test.
ANDROMEDA NEWS
INIZIATIVE DI ANDROMEDA
Cari soci,cari lettori, mi è gradita l’occasione, dell’ormai prossimo Santo Natale e della chiusura dell’anno 2002, per inviarvi un caloroso augurio, da parte mia e dello Staff dell’Associazione e per fare con voi un breve bilancio dell’attività che l’Associazione, in questi anni ha effettuato nel vostro interesse e nell’interesse generale di tutti i cittadini. Ci siamo occupati con impegno e dedizione allo sviluppo e alla promozione di tematiche importanti, organizzando convegni e incontri che sono stati forieri di risultati nell’ambito legislativo e intellettuale esercitando, inoltre, quella pressione politica che porta a cambiare realmente le cose, modificando lo status quo e tutelando maggiormente gli interessi di tutti gli operatori della sicurezza, dei cittadini e del patrimonio dello Stato. Nel delineare questo percorso, che ci ha riempito di orgoglio e di voglia di cambiare le cose, non possiamo non ricordare alcune delle tappe più significative della nostra attività alle quali ci sentiamo particolarmente vicini, a cominciare da quel meraviglioso ed emozionante 18 Novembre 2000, dove la nostra associazione, nell’ambito del Giubileo dei militari, ha organizzato un concerto nella Sala Nervi del Vaticano. Al successo dell’evento, ripreso dalla Rai TV, ha contribuito la presenza di 12 bande militari internazionali, invitate per l’occasione. E come non ricordare la fattiva collaborazione, con l’Università Cattolica del Sacro Cuore- Istituto di Psichiatria e Psicologia di Roma e il Dipartimento di Sociologia e Comunicazione, per la Promozione di una conferenza su i crimini nel lavoro (Computer Crime, Mobbing,Molestie sessuali).
Un anno di Andromeda Tenutasi il 22/04/02 presso la Camera dei Deputati - sala convegni - Palazzo Marini - Roma. Ed ancora , in collaborazione con i costruttori di macchine da intrattenimento , l’associazione si è fatta promotrice del convegno “Giochi Elettronici: Pregiudizi e regole future”. Nel convegno si è affrontato il tema pressante ed urgente della regolamentazione legislativa del settore delle macchine cosiddette di “Intrattenimento”basti pensare all’impatto sociale che anno i video poker. Lo scorso 21 ottobre l’associazione ha organizzato un convegno nazionale sulla sicurezza privata dal titolo 626 per la Security svoltosi a Milano.
Dicembre 2002
13
Da ultimo,sempre a Milano,l’Associazione Andromeda è stata presente con un suo stand alla Fiera Sicurezza 2002. Il convegno oltre ad avere avuto un grande successo, nell’ambito degli addetti ai lavori e della cittadinanza, ha visto la partecipazione di molte autorità locali i nazionali tra le quali il Ministro On Maurizio Gasparri, il Presidente dei Deputati di AN Ignazio La Russa, il Sottosegretario al Ministero delle Attività Produttive On Giuseppe Galati, l’Assessore alla Sicurezza della regione Veneto Raffaele Zanon e il vice segretario generale dell’UGL Renata Polverini. A queste poche note riassuntive su alcune delle attività svolte e dei temi trattati, dall’associazione, ad oggi voglio anticiparvi alcune delle prossime tematiche che l’associazione affronterà nel corso del prossimo anno. In particolare voglio segnalare l’istituzione della giornata premio per la sicurezza, dove verranno premiati gli operatori del settore più meritevoli distintisi in operazioni di sicurezza; alla consegna del premio faranno da cornice eventi culturali e musicali. Organizzeremo inoltre un convegno, patrocinato dal Ministero dei Beni Culturali, sulle nuove tecnologie applicate alla sicurezza del patrimonio artistico. Pertanto cari soci e cari lettori, a conclusione di questa mia piccola analisi su alcune delle attività già svolte e su quelle che verranno trattate nel prossimo anno nel chiedere ai soci, di continuare a sostenere il lavoro dell’associazione e ai lettori, di diventare nuovi soci sostenitori, perché per eseguire al meglio la nostra opera abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, voglio ringraziarvi tutti per l’interesse e l’attenzione mostrata, sempre più crescente, per la nostra associazione, nella certezza della nostra onestà e, fiducioso che in futuro sarete sempre più numerosi, vi rinnovo i più cordiali e affettuosi auguri di Buon Natale. On. Filippo Ascierto
Cari Amici
COUPON DI ADESIONE ALL’ASSOCIAZIONE ANDROMEDA
L’associazione Andromeda è un’associazione che opera nel volontariato ed è un osservatorio per la sicurezza del cittadino. Svolge analisi sui fenomeni criminali del nostro Paese ed articola proposte che sono a disposizione delle Istituzioni. Andromeda non svolge attività sindacale nè opera all’interno delle Istituzioni delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate, ma attraverso seminari e convegni con esse si propone di analizzare soluzioni di interesse comune per migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Ogni persona può aderire all’Associazione, indipendentemente dall’attività professionale e dallo status di militare. Fatti un regalo per Natale, iscriviti all’Associazione e riceverai gratuitamente ANDROMEDA NEWS. Insieme elaboreremo idee e proposte per gli Italiani. Buone Feste
COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Luogo e data di nascita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cod.Fisc.
.....................................................................................................................................
Residente in . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Prov.
...........................................
Via
........................................................................................
Tel. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cell. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . SOCIO ORDINARIO (la quota annuale è di Euro 15,00 e dà diritto all’abbonamento gratuito per un anno al periodico Andromeda News, oltre alla partecipazione gratuita alle iniziative e alle convenzioni attivate dall’Associazione Andromeda) SOCIO SOSTENITORE (l’importo della quota annuale è libero da Euro 50,00) ■ Acconsento al trattamento dei dati personali ai sensi e per gli effetti della legge 675/96 ■ Non autorizzo al trattamento dei dati personali ai sensi e per gli effetti della legge 675/96 Versamento su c/c postale n.21122049 intestato a “Andromeda Associazione di volontariato”. Specificare nella causale: SOCIO ANDROMEDA Data
✁
Il Presidente
...................................
N.B. da ritagliare e spedire in busta chiusa a : Associazione Andromeda, Piazzale Clodiio, 61 - 00195 Roma, allegando la ricevuta dell’avvenuto pagamento.
I N I Z I A T I V E
D I
A N D R O M E D A
14
Dicembre 2002
Patrizia Coleti l 23 Novembre si è spento a Civitavecchia, all’età di 91 anni, Roberto Sebastian Echaurren Matta l’ultimo interprete delle dimensioni psicologiche dell’uomo contemporaneo tanto sentite dai Surrealisti. Grazie a S.Dalì entrò in stretto contatto con A.Breton che lo iniziò all’ideologia Surrealista ed esaltò “Verso Alisma”, opera dipinta da Matta nel 1948,come interprete di “ quella ragione compresa tra l’io e il super io, cioè dove si elabora l’angoscia. Ciò che situa questa esplorazione e conferisce a questa testimonianza una tale portata e un tale valore esplosivo,è l’illuminazione della regione dove l’uomo medio si è mosso in questi ultimi anni. Per esprimere l’angoscia del mondo, bisogna aver conosciuto tutta l’angoscia nei limiti della propria soggettività, ma, per dare motivi di speranza al di là di questa angoscia, bisogna avere un’intima esperienza della resurrezione”. Resurrezione intesa come esperienza dello slancio metaforico, della trasformazione e liberazione delle forme. E sembra sia riuscito in pieno a superare la totalità dittatoriale della morte sulla vita, non solo nella concezione Surrealista, risalente alle sorgenti ancestrali dell’esistenza mediante l’onirismo, ma anche nella realtà dato che il Cile , osservando tre giorni di lutto nazionale, ha dimostrato che la memoria dell’artista lascia un’eredità culturale fatta di un mondo di colori “ultraterreno” ed “immortale” tale da superare la morte stessa. Nato come architetto partecipò nel 1937 all’Esposizione Internazionale di Parigi per la costruzione del Padiglione dedicato alla Spagna, all’interno del quale sarebbe stata esposta “Guernica” dell’amico Picasso, e si affiancò, suo malgrado, a molta opera di Le Corbusier. Ma proprio l’incontro con Breton segnò il rapido passaggio dai disegni dell’architettura “costruibili” ai disegni dell’architettura “mentale della coscienza”. La sua nuova forma applicativa conquistò subito l’ammirazione dei colleghi del suo tempo, come il newyorkese J.Pollock conosciuto nel 1942 ad una collettiva di pittori parigini organizza-
I
A N D R O M E D A
ANDROMEDA NEWS
Roberto Sebastian Matta l’ultimo dei surrealisti Il pittore Cileno si è spento. Amico di Dalì e Breton, diede prova a 85 anni del suo eclettismo realizzando ben 3 videoclip che gli aggiudicarono il diritto d’essere considerato il maestro di K.Haring. ta a Manhattan da Pierre Matisse. Tornato a Parigi per partecipare nel 1946 alla mostra dei Surrealisti nella Galleria Maeght si affacciò allo stile Informale dichiarando il suo culto per il materialismo. “Entrare in materia è come entrare in un oceano”diceva lo stesso Matta. I suoi soggetti raffiguranti divinità precolombiane,ed il dinamismo costruttivista, si incontrarono con il materialismo alle porte della sua esperienza in Italia; dove nel 1948 partecipa alla Biennale di Venezia, per poi tornarvi nel 1964,1968,1977 (anno in cui realizza a Bologna “l’Autoapocalypse”, provocazione nei confronti di Le Corbusier e la sua concezione di abitabilità , costruita con elementi Fiat), ed infine nel 1988. Stimato molto da S. Allende nel 1972 viene incaricato di intraprendere alcuni viaggi diplomatici nel paese. La sua fama internazionale fu tale che nel 1951 a Londra ci fu una prima antologica, nel 1956 l’Unesco lo incaricò di affrescare l’edificio di New York, nel 1970 Berlino ospitò una sua retrospettiva alla Nationalgalerie e nel 1995 il Centre Pompidou gli dedicò una vasta mostra. Fu artista creativamente eclettico, tanto da approdare nel 1996, a ben 85 anni, alla realizzazione di tre videoclip che gli aggiudicarono il diritto d’essere considerato il maestro di Keith Haring.
Mostre Fino al 31 gennaio 2003 persso la casa d’Arte Ulisse , Via due Macelli 80 Roma, saranno in mostra le opere dipinte dal 1975 al 2000.
Verso Alisma, 1948
Joint-venture tra Sovraintendenza archeologica e impresa privata.
Mondadori
inaugura a Roma la libreria
“Bene Archeologico” Si è inaugurata il 5 dicembre alla presenza del Ministro M. Gasparri la libreria della Mondadori “Bene Archeologico”, nei pressi della Fontana di Trevi
Patrizia Coleti a Mondadori ha aperto a Roma in via di San Vincenzo, nei pressi di Fontana di Trevi, un immenso spazio apparentemente costituito dai soliti modernissimi allestimenti fatti di scaf-
L
C U L T U R A
fali metallici, arredi rossi e luci al neon ma che in realtà nasce e si sviluppa su una superficie che nasconde un sotterraneo sito archeologico di grande rilievo. Infatti durante le operazioni di restauro dell’ex Cinema Trevi, svoltesi tra il 1999 ed il 2001,per opera del Gruppo Cremonini proprietario dell’immobile, sono venuti alla luce reperti, risalenti all’età imperiale, di un intero isolato unificato composto da due edifici contigui inglobati ad un tratto di muro in opus quasi reticulatum, databile alla
prima metà del I sec. a.c.. I lavori per la realizzazione di sale cinematografiche vennero immediatamente interrotti per essere successivamente ripresi dalla Sovraintendenza archeologica, con la direzione di Claudio Moccheggiani Carpano e Antonio Insalaco, come intervento di recupero. Grazie infatti alla committenza dell’imprenditore Luigi Cremonini si è potuto valorizzare un bene artistico che altrimenti sarebbe rimasto uno dei tanti patrimoni nascosti del nostro paese. Questa scoperta ha dato il via ad una nuova forma di dialogo e collaborazione tra pubblica amministrazione e imprese private. In passato la forma di chiusura da parte della sovrintendenza è stata chiara di fronte alle richieste di utilizzo di questi spazi come cornice di eventi privati. È il caso delle griffe di Alta Moda che hanno dovuto rinunciare all’idea di sfruttare i naturali scenari del patrimonio artistico come suggestive scenografie per defilè. Veto giustamente posto in passato dal Sovraintendente A. La Regina che dichiarò: “I monumenti non possono costituire lo sfondo per iniziative dal risvolto esclusivamente privato”. Ma la serata inaugurale svoltasi il 5 Dicembre tra ospiti illustri della cultura, dello
A N D R O M E D A
C U L T U R A
spettacolo e della politica,tra cui il Ministro M. Gasparri, ha battezzato mondanamente la nascita di un riuscito connubio tra arte, imprenditoria e pubblica amministrazione. L’operazione svolta per la creazione della libreria Mondadori Trevi è da considerarsi come esempio per tutti coloro che saranno intenzionati a mettere a disposizione finanziamenti diretti ad interventi di recupero e conservazione in cambio dell’utilizzo dei luoghi monumentali; aprendo così grandi prospettive in un Centro Storico ricco di un patrimonio inestimabile gelosamente nascosto per il timore di un indegno ed inadeguato impiego.
Curiosando Pare che furono i legionari di Giulio Cesare, quando varcarono la Manica, ad insegnare il gioco del calcio, detto harpastum, ai britanni. Mentre nel 25° secolo a.c. in Cina il calcio era vissuto come addestramento alle armi e praticato con una sorta di palla composta di sostanze vegetali tenute insieme da crini di cavallo annodati o capelli di giovani fanciulle.
A N D R O M E D A
ANDROMEDA NEWS
L E G A L E
Dicembre 2002
15
Come aumentano le pensioni da gennaio 2003 Il Governo Berlusconi in difesa delle pensioni, cancella le strumentali polemiche dell’opposizione. Giuseppe Terrasini
MENSILE OSSERVATORIO SULLA SICUREZZA E SULLA LEGALITÀ Direttore responsabile: Giuseppe Saluppo
Minime e sociali CATEGORIE
IMPORTO ATTUALE NUOVO IMPORTO 2003
Pensioni a 1 milione
516,46 ¤
525,89 ¤
Trattamento Minimo
392,69 ¤
402,12 ¤
Pensione Sociale
281,31 ¤
295,85 ¤
Assegno Sociale
350,57 ¤
358,99 ¤
Direttore editoriale: Filippo Ascierto Coordinatore editoriale: Claudio Alberti Luca Baccarelli
Superiori al minimo (per i titolari di più pensioni le seguenti percentuali di aumento si applicano sulla somma dei trattamenti) Percentuale d’aumento
Scaglioni d’importo mensile
2,40%
Fino a 1.178.07 ¤
2,16%
Da 1.178.07 a 1963,45 ¤
1,80%
Oltre 1963,45 ¤
alle pensioni superiori al minimo riducendo da quattro a tre gli scaglioni di importo (vedi tabelle) in cui applicare l’adeguamento al costo della vita. Tale criterio vale sia per i pensionati pubblici che per quelli privati. Per effetto di tali innovazioni la rivalutazione ISTAT per l’anno 2003 è riconosciuta: Al 100% (2,4%) su una fascia di importi sino a 3 mensilità del trattamento minimo; Al 90% (2,16%) su una fascia di importi compresi da 3 a 5 mensilità del trattamento minimo; Al 75% (1,80) su una fascia di importi oltre 5 mensilità del trattamento minino.
A gennaio 2003 saranno praticati gli aumenti di cui sopra senza il solito conguaglio riferito all’anno precedente. Ciò perché la percentuale del 2,7% con la quale sono state aggiornate le pensioni per l’anno 2002 coincide con l’inflazione definitiva accertata dall’ISTAT nel 2001. L’aumento del 2,4% dal 1 gennaio 2003 deve intendersi, come ogni anno, provvisorio perché calcolato sull’inflazione registrata sino al mese di settembre 2002. Così se alla fine di dicembre 2002 l’inflazione riferita all’intero anno 2003 risulterà superiore al 2,4% i pensionati recupereranno la differenza con la rata di gennaio 2004.
Pensioni di Anzianità Le pensioni di anzianità al momento non sono sotto pressione e la nuova legge finanziaria non prevede alcuna modifica, non prevede interventi restrittivi, punta a migliorare gli incentivi per chi decide di restare a lavorare. Per il 2003 sono previste 4 finestre per andare in pensione di anzianità: 1 gennaio, 1 aprile, 1 luglio e 1 ottobre. Ci occupiamo, intanto, della prima finestra che è la più sicura e che è così sintetizzabile.
Stabilimenti stampa: IGTI srl IMPIANTI GRAFICI TIPOGRAFICI ITALIANI Via Paolo Frisi, 7/A - 00196 Roma Tel. 3355327599 Chiuso in tipografia dicembre 2002
Pensioni di Anzianità
Pensioni sopra il minimo Ricordiamo che la legge finanziaria del 2001 ha dato una maggiore copertura
ANDROMEDA Associazione per i servizi per il volontariato e per un osservatorio sulla sicurezza Sede Legale e Sede Operativa: Piazzale Clodio, 61 - 00195 Roma Tel. e Fax 0039.0637511199 e-mail:
[email protected]
Cosiddetti pensionati a 1 milione al mese: Nel corso del 2002 la pensione minima è stata integrata di 123,77 euro per portare la misura mensile a 1 milione (euro 516,46). Tale trattamento è andato ai pensionati meno abbienti con almeno 70 anni di età (60 anni se invalidi totali). La norma vale anche per gli anni futuri così nel 2003 tale beneficio favorirà, fermo restando il requisito dell’età, a coloro che hanno un reddito personale annuo non superiore a 6836,27 euro. Per i coniugati il reddito del pensionato si cumula a quello del coniuge ed il limite insuperabile, naturalmente innalzato, è portato a 11.503,14 euro. Per fruire di tale beneficio si deve tenere conto dei redditi di qualsiasi natura, compresi quelli esenti IRPEF con la sola esclusione dell’abitazione propria. Ai pensionati in parola la percentuale di aumento del 2,14% dal 1 gennaio 2003 non si applica sulla quota integrativa di 123,77 ma solo sulla precedente pensione minima di 392,69 euro. Èquesto per cui, ragionando per maggior comprensione popolare in lire anziché in euro, dal 1 gennaio 2003 es pensione “a un milione” non passa a £ 1024.000 ma a £ 1018625 (euro 525,89).
Progetto e realizzazione grafica: SERET SRL Via Edoardo D’Onofrio, 212 Tel. 0640801750-56
Requisito età
Contributi
Data Maturazione
Dipendenti pubblici
55 anni
35 anni
30 settembre 02
Dipendenti privati
57 anni
35 anni
30 settembre 02
Operai e precoci
55 anni
35 anni
30 settembre 02
Dipendenti in genere* Qualsiasi età
37 anni
30 settembre 02
Autonomi
58 anni
35 anni
30 giugno 02
Autonomi
Qualsiasi età
40 anni
30 giugno 02
*la qualifica di precoce spetta a coloro che tra il 14° anno di età hanno vissuto almeno un anno di contributi da effettivo lavoro. Viene considerato effettivo lavoro il periodo riscattato per lavoro all’estero o per acclarato mancato versamento da parte del datore di lavoro.
Va ricordato anche che per i precoci si aprono solo le prime due finestre (gennaio ed aprile) mentre le altre due finestre (luglio ed ottobre) possono essere fruite dai precoci che abbiano almeno 57 anni di età.
A N D R O M E D A
L E G A L E
Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori Autorizzazione ai sensi della Legge 675/96 È vietata la riproduzione non autorizzata anche parziale di testi, grafica, immagini
Si ringraziano gli Onorevoli: On.E.Riccio,On.G.Rositani, On.G.Cannella,On.F.Brusco neo-soci sostenitori dell’Associazione Andromeda.
In occasione delle festività natalizie porgiamo a tutti i nostri lettori i più affettuosi auguri di
Buon Natale e Felice Anno Nuovo