Anno XLIII – N. 175 – Iscritto nel registro Stampa del Tribunale di Milano (n. 656 del 21 dicembre 2010) – Proprietario: Giunta Regionale della Lombardia – Sede Direzione e redazione: p.zza Città di Lombardia, 1 – 20124 Milano – Direttore resp.: Marco Pilloni – Redazione: tel. 02/6765 int. 4041 – 4107 – 5644; e-mail:
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Serie Ordinaria - Lunedì 22 luglio 2013
REPUBBLICA ITALIANA
BOLLETTINO UFFICIALE SOMMARIO D) ATTI DIRIGENZIALI Giunta regionale D.G. Istruzione, formazione e lavoro Decreto dirigente struttura 17 luglio 2013 - n. 6801 Approvazione dell’avviso per la fruizione dell’offerta formativa per la realizzazione di corsi annuali di istruzione e formazione professionale per l’accesso all’esame di Stato - Annualità 2013-2014 . . . . . . . . . . . . . . . ..
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D.G. Famiglia, solidarietà sociale e volontariato Decreto direttore generale 11 luglio 2013 - n. 6522 Riconoscimento di ente unico per la gestione di una pluralità di unità di offerta socio sanitarie per il seguente ente gestore: «Residenze Anni Azzurri s.r.l.», con sede legale in Milano, via Ciovassino, n. 1, C.F.: 09736360158 . . . . . . . . ..
E) PROVVEDIMENTI DELLO STATO Commissari ad acta (Nominati con sentenza TAR BS n. 611/2013) - Determina 16 luglio 2013 - n. 1 Avvio del procedimento per l’attuazione della sentenza del TAR di Brescia n. 611/2013 relativa al Piano cave della Provincia di Bergamo e alla relativa valutazione ambientale strategica (VAS) da parte dei Commissari ad acta . . . . . . . .
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Bollettino Ufficiale
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D) ATTI DIRIGENZIALI
Giunta regionale
D.G. Istruzione, formazione e lavoro D.d.s. 17 luglio 2013 - n. 6801 Approvazione dell’avviso per la fruizione dell’offerta formativa per la realizzazione di corsi annuali di istruzione e formazione professionale per l’accesso all’esame di Stato - Annualità 2013-2014 IL DIRIGENTE DELLA STRUTTURA ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE, TECNICA SUPERIORE E DIRITTO ALLO STUDIO Visti: • il Regolamento (CE) n. 1081/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo al Fondo Sociale europeo e recante abrogazione del Regolamento (CE) n. 1784/1999; • il Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell’11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1260/1999; • il Regolamento (CE) n. 1828/2006 della Commissione, dell’8 dicembre 2006, che stabilisce modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1083/2006 e del Regolamento n. 1080/2006; • il Regolamento (CE) n. 396/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 6 maggio 2009, che modifica il regolamento (CE) n. 1081/2006 relativo al Fondo sociale europeo per estendere i tipi di costi ammissibili a un contributo del FSE; • il Programma Operativo Regionale Ob. 2 – FSE 2007-2013, Regione Lombardia, approvato con Decisione della Commissione C(2007) 5465, del 6 novembre 2007; Richiamati: • il decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226 «Norme generali e livelli essenziali delle prestazioni relativi al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione» che all’art. 15 comma 6 prevede che «I titoli e le qualifiche conseguiti al termine dei percorsi del sistema di istruzione e formazione professionale di durata almeno quadriennale consentono di sostenere l’esame di Stato, utile anche ai fini degli accessi all’università e all’alta formazione artistica, musicale e coreutica, previa frequenza di apposito corso annuale»; • decreto ministeriale dell’11 novembre 2011 che recepisce l’intesa siglata in Conferenza Unificata del 27 luglio 2011, fra il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, i Comuni, le Province e le Comunità Montane, per il passaggio a nuovo ordinamento dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale di cui al decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226; • legge regionale n. 19/2007 «Norme sul sistema educativo di istruzione e formazione della Regione Lombardia», e successive modifiche e integrazioni che prevede altresì, all’art. 11, com. 1, lettera c, la possibilità di un corso annuale destinato a coloro che sono in possesso della certificazione conseguita a conclusione del quarto anno di IFP, realizzato di intesa con le università, con l’alta formazione artistica, musicale e coreutica, ai fini dell’ammissione all’esame di Stato per l’accesso all’università, all’alta formazione artistica, musicale e coreutica; Richiamate: • la l.r. 28 settembre 2006, n. 22 «Il mercato del lavoro in Lombardia»; • la l.r. 4 agosto 2003, n. 13 «Promozione all’accesso al lavoro delle persone disabili e svantaggiate» come integrata dall’art. 28 della l.r. n. 22/2006; • la d.g.r. del 25 novembre 2009, n. 10603 «Linee di indirizzo a sostegno delle iniziative in favore dell’inserimento sociolavorativo delle persone disabili (ll.rr. nn. 13/03 e 21/03)»; • la d.g.r. del 16 gennaio 2013, n. IX/4688 avente a oggetto «Programmazione del sistema dote per i servizi di istruzione e formazione professionale per l’anno scolastico e formativo 2013/2014»; Richiamati, inoltre: • la d.g.r. del 13 febbraio 2008, n. VII/6563 «Indicazioni regio-
nali per l’offerta formativa in materia di istruzione e formazione professionale (art. 22, comma 4, l.r. n. 19/2007)» e d.d.u.o. del 12 settembre 2008, n. 9837 «Approvazione delle procedure relative allo svolgimento delle attività formative dei soggetti accreditati al sistema di istruzione e formazione professionale della Regione Lombardia», che definiscono natura e standard dell’offerta regionale a regime e ne delineano il nuovo quadro di Programmazione provinciale e regionale; • la d.g.r. del 26 ottobre 2011, n. IX/2412 «Procedure e requisiti per l’accreditamento degli operatori pubblici e privati per erogazione dei servizi di Istruzione e formazione professionale nonché dei servizi per il lavoro» e relativi decreti attuativi; • il d.d.g. 10187 del 13 novembre 2012 «Approvazione dei requisiti e delle modalità operative per la richiesta di iscrizione all’albo regionale degli accreditati per i servizi di istruzione e formazione professionale - Sezione A - in attuazione della d.g.r. n. IX/2412 del 26 ottobre 2011 • il d.d.g. del 22 febbraio 2010, n. 1544 «Approvazione degli standard formativi minimi di apprendimento relativi ai percorsi di secondo ciclo del sistema di istruzione e formazione professionale della Regione Lombardia»; • il d.d.g. del 28 settembre 2010, n. 9136 «Approvazione degli standard formativi minimi di apprendimento relativi ai profili regionali dei percorsi di secondo ciclo del sistema di istruzione e formazione professionale della Regione Lombardia»; • il d.d.g. del 24 ottobre 2011, n. 9798 «Recepimento delle aree professionali ai sensi dell’Accordo in Conferenza del 27 luglio 2011 e degli standard formativi minimi di apprendimento e delle figure del repertorio nazionale dell’offerta di istruzione e formazione professionale ai sensi dell’accordo in conferenza Stato Regioni del 27 luglio 2011»; • il d.d.g. dell’11 febbraio 2010 n. 1146, «Repertorio dell’offerta di istruzione e formazione in attuazione dell’art. 23 della l.r. 19/07», che definisce la gamma dei percorsi di secondo ciclo, dei relativi profili e denominazioni regionali per l’anno scolastico 2010/11, di prima attuazione della messa a regime della IFP; • il d.d.g. del 2 dicembre 2010, n. 12564 «Repertorio dell’offerta di istruzione e formazione professionale in attuazione dell’art. 23 della l.r. 19/07, a partire dall’anno scolastico 2011/2012», che definisce la gamma dei percorsi di secondo ciclo, dei relativi profili e denominazioni regionali; • il d.d.g. del 10 agosto 2012 n. 7317 avente ad oggetto: «Approvazione del repertorio dell’offerta di istruzione e formazione professionale di secondo ciclo della Regione Lombardia a partire dall’anno scolastico 2013/2014» e il successivo aggiornamento approvato con decreto del 12 dicembre 2012 n. 12049 Visto il d.d.u.o. del 21 aprile 2011, n. 3637 di approvazione del nuovo Manuale Operatore per l’attuazione degli interventi finanziati con il sistema dote e successive integrazioni di cui al d.d.u.o. n. 1319 del 22 febbraio 2012; Richiamata la d.g.r. del 16 gennaio 2013, n. IX/4688 «Programmazione del sistema Dote per i servizi di istruzione e formazione professionale per l’anno scolastico e formativo 2013/2014» con cui è stata approvata la programmazione dell’offerta formativa riferita ai percorsi annuali di IeFP per l’accesso all’esame di Stato per l’anno 2013/2014 demandando a successivi atti gestionali la definizione delle modalità e dei tempi per la presentazione dell’offerta formativa e l’assegnazione delle doti; Considerato, pertanto, necessario assicurare, anche per l’anno formativo 2013/2014, l’offerta formativa dei percorsi annuali di istruzione e formazione professionale per l’accesso all’esame di stato, provvedendo ad approvare i seguenti documenti che costituiscono parte integrante e sostanziale del presente provvedimento: • l’Avviso per la fruizione dell’offerta formativa per la realizzazione di corsi annuali di istruzione e formazione professionale per l’accesso all’esame distato - annualità 2013-2014, (Allegato A); • Le Linee Guida per il corso annuale di I.F.P. per l’accesso all’esame di Stato ex art. 15 c. 6, d.lgs. n. 226/05 (Allegato B); • Il modello di Accordo tra l’Istituzione Formativa e l’Istituto professionale di Stato o Paritario (Allegato C); • Lo schema di Atto di Adesione Unico (Allegato D); Ritenuto, inoltre, di stabilire che le risorse disponibili, pari a complessivi € 2.050.000,00 trovano copertura finanziaria, come
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stabilito dalla citata d.g.r. del 16 gennaio 2012, n. IX/4688, negli stanziamenti iscritti ai competenti capitoli di cui alla Missione 15, Programma 4, Titolo 1, cap. 7286 e sono da imputare sull’Asse IV «Capitale Umano» - Obiettivo Specifico i) - Categoria di spesa 73 del P.O.R. FSE Ob. 2 2007-2013 per € 2.000.000,00 e agli stanziamenti iscritti alla Missione 4, Programma 2, Titolo 1, cap. 8279 del Bilancio 2014 per € 50.000,00; Dato atto che l’Autorità Centrale di Coordinamento e Programmazione (ACCP) ha comunicato in data 27 maggio 2013 l’esito positivo della procedura per la consultazione scritta attivata sull’avviso di cui al citato allegato A a valere sul POR FSE 2007/2013; Viste: • la d.g.r. n. X/113. del 14 maggio 2013, con cui è stata approvata la proposta di PRS della X legislatura; • la Legge Regionale n. 19 del 19 dicembre 2012 «Bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2013 e bilancio pluriennale 2013/2015 a legislazione vigente e programmatico; • la d.g.r. 4518 del 19 dicembre 2012 «Documento tecnico di accompagnamento al «Bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2013 e bilancio pluriennale 2013/2015 a legislazione vigente» - Riclassificazione in parallelo per U.P.B - Piano di alienazione e valorizzazione degli immobili - Programma triennale delle opere pubbliche 2013 - Programmi annuali di attività degli enti, aziende dipendenti e società in house; Vista la l.r. 34/78 e successive modificazioni e integrazioni, nonché il regolamento di contabilità; Vista la l.r. del 7 luglio 2008, n. 20 «Testo unico delle leggi regionali in materia di organizzazione e personale» e i provvedimenti organizzativi della X legislatura; DECRETA 1. di approvare, per i motivi esposti in premessa, l’Avviso per la fruizione dell’offerta formativa per la realizzazione di corsi annuali di istruzione e formazione professionale per l’accesso all’esame distato - annualità 2013-2014, (Allegato A che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento); 2. di approvare, inoltre, le Linee Guida per il corso annuale di I.F.P. per l’accesso all’esame di Stato ex art. 15 c. 6, d.lgs. n. 226/05 (Allegato B), il modello di Accordo tra l’Istituzione Formativa e l’Istituto professionale di Stato o Paritario (Allegato C) e lo schema di «Atto di Adesione Unico» (Allegato D), parti integranti e sostanziali del presente atto; 3. di stabilire che le risorse disponibili, pari a complessivi € 2.050.000,00 trovano copertura finanziaria, come stabilito dalla citata d.g.r. del 16 gennaio 2012, n.IX/4688, negli stanziamenti iscritti ai competenti capitoli di cui alla Missione 15, Programma 4,Titolo 1 cap. 7286 e sono da imputare sull’Asse IV «Capitale Umano» - Obiettivo Specifico i) - Categoria di Spesa 73 del P.O.R. FSE Ob. 2 2007-2013 per € 2.000.000,00 e agli stanziamenti iscritti alla Missione 4, Programma 2, Titolo 1, cap. 8279 del Bilancio 2014 per € 50.000,00; 4. di disporre la pubblicazione del presente provvedimento sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia e sul sito di Regione Lombardia. Il dirigente Paolo Formigoni ——— • ———
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Serie Ordinaria n. 30 - Lunedì 22 luglio 2013 ALLEGATO A AVVISO PER LA FRUIZIONE DELL’OFFERTA FORMATIVA PER LA REALIZZAZIONE DI CORSI ANNUALI DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE PER L’ACCESSO ALL’ESAME DI STATO ANNUALITÀ 2013/2014 I.
QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
II. OFFERTA FORMATIVA 2.1 - Natura dell’offerta formativa relativa alla quinta annualità 2.2 - Requisiti delle Istituzioni Formative 2.3 - Finanziabilità dell’offerta formativa 2.4 - Presentazione dell’offerta formativa III. SISTEMA DOTE E DESTINATARI 3.1 - Strumento Dote 3.2 - Destinatari/e 3.3 - Valore della Dote IV. FRUIZIONE DELL’OFFERTA FORMATIVA 4.1 - Iscrizione e frequenza ai percorsi 4.2 - Atto di adesione 4.3 - Richiesta di Dote 4.4 - Assegnazione della Dote 4.5 - Impegno all’avvio del percorso formativo 4.6 - Ritiro degli studenti nel corso dell’anno 4.7 - Casi di subentro nella dote V. GESTIONE DEI PERCORSI FORMATIVI 5.1 - Comunicazione di avvio delle attività 5.2 - Finanziamento e liquidazione delle Doti 5.3 - Variazioni del calendario/della data di conclusione 5.4 - Monitoraggio, controlli e sanzioni 5.5 - Riepilogo di tempi e scadenze _____________________ I.
QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
Il corso annuale integrativo di Istruzione e Formazione Professionale si colloca all’interno dell’offerta formativa di Istruzione e Formazione Professionale della Regione Lombardia regolata dal seguente quadro ordinamentale nazionale e regionale: • Decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226 «Norme generali e livelli essenziali delle prestazioni relativi al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione» che all’art. 15 comma 6 prevede che «I titoli e le qualifiche conseguiti al termine dei percorsi del sistema di istruzione e formazione professionale di durata almeno quadriennale consentono di sostenere l’esame di Stato, utile anche ai fini degli accessi all’università e all’alta formazione artistica, musicale e coreutica, previa frequenza di apposito corso annuale»; • Decreto ministeriale dell’11 novembre 2011 che recepisce l’intesa siglata in Conferenza Unificata del 27 luglio 2011, fra il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, i Comuni, le Province e le Comunità Montane, per il passaggio a nuovo ordinamento dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale di cui al decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226; • Legge regionale n. 19/2007 «Norme sul sistema educativo di istruzione e formazione della Regione Lombardia», e successive modifiche e integrazioni che enunciando i principi di autonomia e responsabilità delle Istituzioni Formative, di programmazione sussidiaria, di centralità dell’allievo e della sua famiglia, nonché di finanziamento con il criterio del sistema concessorio attraverso lo strumento della Dote, prevede altresì, all’art.11, com.1, lettera c, la possibilità di un corso annuale destinato a coloro che sono in possesso della certificazione conseguita a conclusione del quarto anno di IFP, realizzato di intesa con le università, con l’alta formazione artistica, musicale e coreutica, ai fini dell’ammissione all’esame di Stato per l’accesso all’università, all’alta formazione artistica, musicale e coreutica; In particolare, il quadro di riferimento per l’offerta formativa dei percorsi di istruzione e formazione professionale per l’accesso all’esame di Stato - anno formativo 2013/2014 - è descritto e disciplinato dai seguenti atti: • D.g.r. del 13 febbraio 2008, n. VII/6563 «Indicazioni regionali per l’offerta formativa in materia di istruzione e formazione professionale (art. 22, comma 4, l.r. n. 19/2007)» e d.d.u.o. del 12 settembre 2008, n. 9837 «Approvazione delle procedure relative allo svolgimento delle attività formative dei soggetti accreditati al sistema di istruzione e formazione professionale della Regione Lombardia», che definiscono natura e standard dell’offerta regionale a regime e ne delineano il nuovo quadro di Programmazione provinciale e regionale; • D.g.r. del 26 ottobre 2011, n. IX/2412 «Procedure e requisiti per l’accreditamento degli operatori pubblici e privati per erogazione dei servizi di Istruzione e formazione professionale nonché dei servizi per il lavoro» e relativi decreti attuativi; • D.d.g. 10187 del 13 novembre 2012 «Approvazione dei requisiti e delle modalità operative per la richiesta di iscrizione all’albo regionale degli accreditati per i servizi di istruzione e formazione professionale - Sezione A - in attuazione della d.g.r. n. IX/2412 del 26 ottobre 2011 • D.d.g. del 22 febbraio 2010, n. 1544 «Approvazione degli standard formativi minimi di apprendimento relativi ai percorsi di secondo ciclo del sistema di istruzione e formazione professionale della Regione Lombardia»;
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• D.d.g. del 28 settembre 2010, n. 9136 «Approvazione degli standard formativi minimi di apprendimento relativi ai profili regionali dei
percorsi di secondo ciclo del sistema di istruzione e formazione professionale della Regione Lombardia»; D.d.g. del 24 ottobre 2011, n. 9798 «Recepimento delle aree professionali ai sensi dell’Accordo in Conferenza del 27 luglio 2011 e • degli standard formativi minimi di apprendimento e delle figure del repertorio nazionale dell’offerta di istruzione e formazione professionale ai sensi dell’accordo in conferenza Stato Regioni del 27 luglio 2011»; • D.d.g. dell’11 febbraio 2010 n. 1146, «Repertorio dell’offerta di istruzione e formazione in attuazione dell’art. 23 della l.r. 19/07», che definisce la gamma dei percorsi di secondo ciclo, dei relativi profili e denominazioni regionali per l’anno scolastico 2010/11, di prima attuazione della messa a regime della IFP; • D.d.g. del 2 dicembre 2010, n. 12564 «Repertorio dell’offerta di istruzione e formazione professionale in attuazione dell’art.23 della l.r. 19/07, a partire dall’anno scolastico 2011/2012», che definisce la gamma dei percorsi di secondo ciclo, dei relativi profili e denominazioni regionali; • D.d.g. del 10 agosto 2012 n. 7317 avente ad oggetto: «Approvazione del repertorio dell’offerta di istruzione e formazione professionale di secondo ciclo della Regione Lombardia a partire dall’anno scolastico 2013/2014» e il successivo aggiornamento approvato con decreto del 12 dicembre 2012 n. 12049 • D.g.r. del 16 gennaio 2013, n. IX/4688 «Programmazione del sistema Dote per i servizi di istruzione e formazione professionale per l’anno scolastico e formativo 2013/2014»; Per le iniziative finanziate con il Fondo Sociale Europeo, inoltre, si fa riferimento alla seguente normativa: • Regolamento (CE) n. 1081/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo al Fondo Sociale europeo e recante abrogazione del Regolamento (CE) n. 1784/1999; • Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell’11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1260/1999; Regolamento (CE) n. 1828/2006 della Commissione, dell’8 dicembre 2006, che stabilisce modalità di applicazione del regolamen• to (CE) n. 1083/2006 e del Regolamento n. 1080/2006; • Regolamento (CE) n. 396/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 6 maggio 2009, che modifica il regolamento (CE) n. 1081/2006 relativo al Fondo sociale europeo per estendere i tipi di costi ammissibili a un contributo del FSE; Programma Operativo Regionale Ob. 2 – FSE 2007-2013, Regione Lombardia, approvato con Decisione della Commissione C(2007) • 5465, del 6 novembre 2007; • D.d.u.o. del 21 aprile 2011, n. 3637, che approva il Manuale Operatore per l’attuazione degli interventi finanziati con il sistema Dote e il successivo d.d.u.o. n. 1319 del 22 febbraio 2012 «Modifiche ed integrazioni al «Manuale Operatore»; Il presente intervento si rifà, inoltre, ai principi del d.lgs. 198/2006 in materia di pari opportunità tra uomo e donna, alla Strategia 20102015 della Commissione Europea per le pari opportunità tra donne e uomini e all’iniziativa faro «Un’agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro» prevista dalla Commissione Europea nell’ambito della strategia Europa 2020, che richiama i principi della responsabilità sociale d’impresa (RSI - CSR). II. OFFERTA FORMATIVA 2.1 - Natura dell’offerta formativa relativa alla quinta annualità L’offerta formativa è finalizzata a sostenere la realizzazione del corso annuale di Istruzione e Formazione Professionale, di cui all’art. 15, comma 6, del d.lgs. n. 226/05, finalizzato a sostenere l’esame di Stato, utile all’accesso all’Università e all’Alta formazione artistica, musicale e coreutica e agli ITS. Nelle more della piena attuazione dell’art. 15, di cui al decreto sopra citato, e in attuazione del d.m. 18 gennaio 2011 n. 4 che recepisce l’Intesa siglata in C.U. il 16 dicembre 2010, concernente le Linee guida per gli organici raccordi ex art. 13, comma 1-quinquies, della legge n. 40/2007, il corso annuale si concluderà con l’esame di Stato previsto per i percorsi degli Istituti Professionali, come regolamentato dalle vigenti disposizioni sugli esami conclusivi dell’Istruzione secondaria superiore. Il corso annuale per sostenere l’esame di Stato rappresenta un’ulteriore opportunità di flessibilità per gli studenti del sistema di Istruzione e Formazione Professionale, ulteriore alla possibilità per gli studenti dei percorsi di IFP di passare al sistema di istruzione ai sensi delle norme vigenti. I percorsi, presentati da parte delle Istituzioni Formative, in coerenza con la d.g.r. del 21 febbraio 2008, n. 6563, devono prevedere: • l’adozione di programmazioni formative che sviluppino dimensioni culturali e professionali in riferimento agli standard formativi di cui alle Linee Guida dell’Allegato B al presente avviso, nonché alle conoscenze e competenze oggetto di accertamento in sede di esame di Stato per la specifica figura/profilo professionale; • l’esplicitazione di criteri metodologici e di valutazione; • l’utilizzo di docenti in possesso dell’abilitazione all’insegnamento o, comunque, di titolo di studio valido per l’accesso all’insegnamento. L’orario minimo annuale dei percorsi di 5° anno è fissato in 990 ore. La data di avvio dei percorsi deve essere compatibile con l’accesso all’esame di Stato. Le procedure di avvio e di svolgimento delle attività formative devono avvenire secondo quanto disposto con d.d.u.o del 12 settembre 2008, n. 9837. Per le modalità di iscrizione e di accesso all’esame di Stato, nonché per le modalità organizzative e operative di svolgimento dell’esame stesso, si rinvia agli specifici atti emanati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. 2.2 - Requisiti delle Istituzioni Formative Possono presentare l’offerta formativa per i corsi annuali di Istruzione e Formazione professionale per l’accesso all’esame di Stato le Istituzioni Formative accreditate nella sezione «A» dell’Albo regionale degli accreditati per i servizi di istruzione e formazione professionale, ai sensi della d.g.r. del 26 ottobre 2011, n. ix/2412 e relativi decreti attuativi, che abbiano portato a termine nell’anno formativo precedente un percorso di 4° annualità riferito all’area professionale del progetto che intendono presentare. I corsi possono essere erogati esclusivamente presso le unità organizzative presenti nel sistema informativo dell’accreditamento. È vietato lo svolgimento dei percorsi in sedi occasionali. I corsi annuali possono essere avviati con un numero minimo di 10 allievi iscritti, omogenei per figura/profilo professionale, che hanno concluso la 4° annualità negli aa.ff. 2011/2012 o 2012/2013, limitatamente agli indirizzi che trovano corrispondenza nello specifico Esame di Stato di Istruzione Professionale, come da tabella riportata al Capitolo I delle Linee Guida di cui all’allegato B del presente avviso. I percorsi presentati nel sistema informativo Finanziamenti Online saranno verificati sulla base delle coerenze di cui al punto precedente.
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Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 30 - Lunedì 22 luglio 2013 Nel caso in cui non si raggiunga la condizione del numero minimo di 10 alunni omogenei per figura/profilo, il gruppo classe potrà essere costituito dalle Istituzioni Formative accreditate in forma di partenariato omogeneo per figura. L’Istituzione Formativa capofila del partenariato costituisce l’unico interlocutore per il percorso formativo nei confronti di Regione Lombardia. In alternativa al partenariato, in via del tutto eccezionale, può essere costituita una classe articolata, ove per classe articolata si intende un gruppo classe con alunni provenienti da percorsi di figura/profilo differenti. La classe articolata potrà essere costituita esclusivamente per ragioni territoriali (quando le Istituzioni Formative che erogano il percorso connesso alla stessa figura/profilo non siano sufficientemente vicine per costituire un gruppo omogeneo di alunni) o di singolarità (quando non siano presenti nel territorio lombardo altre Istituzioni Formative che erogano un percorso connesso alla stessa figura/ profilo). Per la costituzione di una classe articolata, l’Istituzione Formativa deve presentare richiesta motivata alla Struttura competente della D.g. Istruzione, Formazione e Lavoro, al fine di ottenere l’eventuale autorizzazione a procedere. Non è comunque possibile costituire classi articolate con alunni provenienti da più di due differenti figure/profili. L’Istituzione Formativa singola o capofila di un partenariato ha l’obbligo di stipulare uno specifico accordo con un Istituto Professionale di Stato o paritario ubicato in Regione Lombardia, come da modello di cui all’Allegato C del presente Avviso, per attivare adeguate azioni di progettazione del corso stesso, nonché di affiancamento e accompagnamento in funzione dell’ammissione all’esame di Stato. Se entrambe/i le/i figure/profili delle classi articolate non trovassero corrispondenza in specifici esami di Stato di un solo Istituto Professionale, è necessario stipulare un secondo specifico accordo con un altro Istituto Professionale in cui è attivato l’indirizzo di riferimento. Al fine di favorire tali accordi, Regione Lombardia riconosce un contributo forfettario a parziale copertura delle spese relative all’accompagnamento del percorso da parte degli Istituti Professionali di Stato e Paritari. Il contributo, di euro 1.000,00 per classe o nel caso di classe articolata, per figura/profilo, sarà direttamente erogato agli Istituti Professionali a seguito di loro presentazione, al termine degli esami, di una relazione sull’attività svolta, da presentarsi alla competente struttura della D.g. Istruzione, Formazione e Lavoro. 2.3 - Finanziabilità dell’offerta formativa L’offerta formativa può essere: a. esclusivamente a finanziamento pubblico; b. esclusivamente a finanziamento privato. Nel caso della tipologia a) l’offerta è finanziata attraverso lo strumento della Dote di cui alla sezione III del presente Avviso. Non è consentita l’attivazione di classi che siano in parte a finanziamento pubblico e in parte privato. Le Istituzioni Formative non possono richiedere contributi obbligatori a carico degli allievi inseriti in classi sostenute con il sistema Dote. La dotazione finanziaria per percorsi di IFP – V anni, è pari a euro 2.000.000,00 a valere sul P.O.R. FSE Ob. 2 2007/2013, Asse IV «Capitale Umano» – Obiettivo Specifico i) – Categoria di Spesa 73 ed € 50.000,00, quale rimborso spesa alle Istituzioni scolastiche di cui al punto 2.2 che trova copertura sulla Missione 4, Programma 2 Titolo 1 del Bilancio 2014. 2.4 - Presentazione dell’offerta formativa Le Istituzioni Formative presentano, dalle ore 12,00 del 19 al 26 settembre 2013, la propria offerta formativa attraverso la piattaforma Finanziamenti Online, compilando, fra le altre informazioni, l’elenco puntuale degli alunni iscritti, il cui numero non può essere inferiore a 10 e deve rispettare, in ogni caso, i limiti di capienza e la normativa in materia di sicurezza e antincendio. In questa fase dovranno essere caricati a sistema i seguenti documenti, firmati digitalmente dal legale rappresentante dell’istituzione formativa: • specifico accordo con uno o, nei casi previsti, due Istituti Professionali di Stato o Paritari della Regione Lombardia, secondo il modello di cui all’Allegato C del presente avviso, firmato da entrambe le parti; l’Accordo dovrà specificamente indicare la classe e la sezione dell’Istituto Professionale a cui è abbinato il percorso annuale per l’accesso all’esame di Stato. Non è in ogni caso possibile abbinare al percorso di Istruzione Professionale ad ordinamento statale più di un percorso di IeFP ad ordinamento regionale. • dichiarazione di utilizzo di docenti in possesso dell’abilitazione all’insegnamento o, comunque, di titolo di studio valido per l’accesso all’insegnamento. Al riguardo si precisa che per titolo di studio valido per l’accesso all’insegnamento si intende il titolo non già di per sé abilitante, ma che consente l’accesso al TFA. Il docente, pertanto deve essere almeno in possesso dei titoli necessari per iscriversi ai bandi al Tirocinio Formativo Attivo: laurea del vecchio ordinamento riconosciuta dal d.m. 39/98 e degli eventuali esami richiesti per poter avere accesso all’insegnamento oppure laurea del nuovo ordinamento specialistica o magistrale riconosciuta dal d.m. n. 22/2005. • esplicitazione dei criteri di selezione degli allievi, con particolare riferimento ai risultati raggiunti in esito ai percorsi di 4° annualità, sia nelle competenze di base che tecnico-professionali. In caso di partenariato, inoltre, il capofila dovrà comunicare i nominativi dei partner con i rispettivi ruoli e la quantificazione delle attività, garantendo che le sedi di riferimento e i laboratori siano unità organizzative presenti nel sistema informativo dell’accreditamento. Il singolo partner dovrà inoltre manifestare con apposita nota indirizzata al capofila la propria disponibilità a partecipare al partenariato indicando gli elementi della collaborazione. Le offerte trasmesse al di fuori dei termini o con modalità differenti rispetto a quanto stabilito nel presente Avviso pubblico sono da ritenersi inammissibili. III. SISTEMA DOTE E DESTINATARI 3.1 - Strumento Dote L’offerta è finanziata con lo strumento della Dote conformemente ai principi della centralità della persona, libertà di scelta e valorizzazione del capitale umano, sanciti dalle leggi regionali nn. 22/2006 e 19/2007. A ogni Istituzione Formativa, nel rispetto della dotazione finanziaria, è riconosciuto un numero massimo di Doti pari al 13% dei propri allievi diplomati nell’a.f. 2012-2013 in aree coerenti con il presente avviso. In ogni caso per ciascuna classe attivata possono essere assegnate fino a un massimo di 20 Doti. Nel caso di gruppo classe costituito dalle Istituzioni Formative in forma di partenariato verrà considerato il numero complessivo di Doti spettanti a ciascuna Istituzione, nel rispetto del numero complessivo di Doti riconoscibili. Le doti degli Enti che non intendono avviare il percorso annuale potranno essere messe a disposizione di un Ente che intende avviare il percorso attraverso una nota di disponibilità da allegare sul sistema informativo.
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3.2 - Destinatari/e L’Avviso si rivolge agli studenti dei percorsi di IFP in uscita dal 4° anno 2011/2012 o 2012/2013, in possesso dei seguenti requisiti: • effettiva residenza dell’allievo in Regione Lombardia alla data di richiesta della Dote, ovvero domicilio per i soli allievi che hanno fissato lo stesso presso l’istituto sede del corso nel caso questo offra un servizio di convittualità ai propri studenti; essere in possesso del Diploma di Tecnico del sistema di istruzione e formazione professionale acquisito negli a.f. 2011/12 o 2012/13, • limitatamente agli indirizzi che trovano corrispondenza in specifico esame di Stato di istruzione professionale, come da tabella riportata nelle Linee Guida, di cui all’Allegato B al presente avviso. 3.3 - Valore della Dote Il percorso sarà declinato all’interno di un Piano di Intervento Personalizzato (PIP), definito in raccordo con l’Istituzione Formativa presso cui è avvenuta l’iscrizione. Il valore massimo della Dote è pari a 4.800,00 euro per destinatario, nel rispetto del costo orario standard di € 4,93. IV. FRUIZIONE DELL’OFFERTA FORMATIVA 4.1 - Iscrizione e frequenza ai percorsi Le Istituzioni Formative procedono alla selezione dei richiedenti l’iscrizione, verificando per ogni alunno il Portfolio delle competenze personali, le motivazioni, i livelli di competenza raggiunti e i risultati ottenuti in sede di prove finali di Diploma Professionale. L’iscrizione degli allievi ai percorsi di IFP – percorso annuale per l’accesso all’esame di Stato anni 2013/2014 - avviene mediante apposita procedura nel sistema informatico ed è condizione per la presentazione dell’offerta formativa. La frequenza minima per l’ammissione all’esame di Stato è fissata nel 75% delle ore complessive del corso. Per le modalità di iscrizione e di accesso all’esame di Stato, nonché per le modalità organizzative e operative di svolgimento dell’esame stesso, si rinvia agli specifici atti che saranno emanati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. 4.2 - Atto di adesione Le Istituzioni che hanno presentato un’offerta formativa devono inviare a Regione Lombardia, a partire dal 30 settembre 2013, l’Atto di adesione unico (Allegato D). L’atto dovrà essere sottoscritto digitalmente e trasmesso accedendo al sistema informativo regionale (https://gefo.servizirl.it/dote). L’Atto di adesione unico è valido per tutte le Doti richieste nell’ambito dell’Avviso ed è condizione necessaria per poter prendere in carico i destinatari ed erogare i servizi. Non sarà pertanto possibile richiedere le Doti prima della trasmissione del documento di cui sopra. 4.3 - Richiesta di Dote La richiesta di Dote nominativa può essere effettuata a partire dalle ore 12:00 del 30 settembre 2013 per gli allievi già iscritti presso il percorso formativo prescelto, e fino al 14 ottobre 2013 attraverso il Sistema Informativo «Finanziamenti On-Line», raggiungibile all’indirizzo web: https://gefo.servizirl.it/Dote. Il sistema è accessibile mediante l’utilizzo delle credenziali già in possesso delle Istituzioni Formative. Il destinatario o, se minorenne, il genitore o chi ne fa le veci elabora con il supporto dell’Operatore accreditato il Piano d’Intervento Personalizzato, che deve essere sottoscritto da entrambi. Il destinatario firma altresì la domanda di partecipazione all’avviso. Tali documenti vengono conservati agli atti dell’operatore. L’invio della domanda di Dote a Regione Lombardia è in capo all’Istituzione Formativa e avviene mediante la trasmissione della Dichiarazione Riassuntiva Unica firmata digitalmente dal rappresentante legale o da altro soggetto con potere di firma tramite il sistema informativo, secondo le modalità indicate nel Manuale Operatore di cui al d.d.u.o. del 21 aprile 2011, n. 3637 e successive integrazioni di cui al d.d.u.o. n. 1319 del 22 febbraio 2012 . La richiesta di Dote è accettata nel limite del massimale fissato per corso e comunque fino all’esaurimento delle risorse stanziate. È posto in carico all’Istituzione Formativa l’obbligo di verificare la corretta rispondenza dei requisiti dell’allievo per la richiesta della Dote. È necessario effettuare la richiesta di Dote per tutti gli allievi iscritti al corso, anche qualora questa non venga accettata per esaurimento di disponibilità (la richiesta rimane in «bozza»). 4.4 - Assegnazione della Dote In seguito a esito positivo delle verifiche di completezza e di conformità dei dati dichiarati rispetto ai requisiti previsti dal presente avviso, l’Operatore riceve dal sistema informativo una comunicazione di accettazione riportante i servizi concordati, l’importo della Dote e l’identificativo del progetto. La documentazione deve essere conservata secondo le modalità previste dal citato Manuale Operatore. 4.5 - Impegno all’avvio del percorso formativo Le Istituzioni Formative hanno l’obbligo di dichiarare entro il 30 settembre 2013, attraverso il sistema informativo, l’impegno all’avvio del corso. L’eventuale non attivazione delle classi deve essere tempestivamente comunicata alle famiglie in modo da garantire i tempi necessari per l’eventuale iscrizione presso altri percorsi. 4.6 - Ritiro degli studenti nel corso dell’anno Il ritiro volontario di un allievo nel corso dell’anno, sia esso titolare o meno di Dote, deve essere comunicato dalla famiglia all’Istituzione Formativa, la quale provvederà a ritirare formalmente lo studente tramite il sistema «Finanziamenti On-Line» entro 5 giorni lavorativi. Nel caso in cui un allievo non comunichi formalmente all’Istituzione Formativa il proprio ritiro, rendendosi non rintracciabile per 30 giorni consecutivi, l’Istituzione Formativa lo ritiene formalmente ritirato e regolarizza la sua posizione nel sistema «Finanziamenti On-Line» entro 5 giorni lavorativi successivi al trentesimo. Il ritiro di un allievo con Dote comporta la rinuncia alla stessa: non è previsto il trasferimento di Dote ad altri corsi. La rinuncia «espressa» alla Dote, ossia comunicata direttamente dall’allievo, non comporta alcuna penalizzazione per lo stesso, che ha la possibilità di procedere a una nuova richiesta di Dote con qualsiasi Istituzione Formativa accreditata, fatta salva la disponibilità effettiva di risorse all’inserimento della domanda.
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Serie Ordinaria n. 30 - Lunedì 22 luglio 2013 In caso di rinuncia «tacita», ossia comunicata dall’operatore, l’allievo perde il diritto alla Dote per i 6 mesi successivi alla data in cui è stata dichiarata la rinuncia. 4.7 - Casi di subentro nella dote In caso di rinuncia della dote è prevista la possibilità di effettuare un subentro a favore di un allievo già iscritto non dotato. Si precisa che la dote rinunciata in capo all’allievo ritirato dovrà essere integralmente assegnata all’allievo subentrante. Non è possibile richiedere il subentro nelle doti successivamente alla richiesta di liquidazione intermedia. Il numero delle doti non potrà in ogni caso superare quello inizialmente assegnato a favore dell’Ente di Formazione secondo i criteri enunciati nel par. 2.2. V. GESTIONE DEI PERCORSI FORMATIVI 5.1 - Comunicazione di avvio delle attività Le Istituzioni Formative hanno l’obbligo di rispettare le procedure contenute nel decreto del 12 settembre 2008, n. 9837 «Approvazione delle procedure relative allo svolgimento delle attività formative dei soggetti accreditati al sistema di istruzione e formazione professionale della Regione Lombardia» ed eventuali successive integrazioni e modifiche. In particolar modo si rammenta l’obbligo di notificare a Regione Lombardia, tramite il sistema «Finanziamenti On Line», l’avvio effettivo dei corsi entro il 21 ottobre 2013. 5.2 - Finanziamento e liquidazione delle Doti La richiesta di liquidazione deve essere effettuata direttamente dall’Operatore, nel rispetto delle modalità definite nel Manuale dell’Operatore, approvato con il d.d.u.o. del 21 aprile 2011, n. 3637 e successive integrazioni di cui al d.d.u.o. n. 1319 del 22 febbraio 2012. Il finanziamento della Dote dovrà essere calcolato sulla base del costo standard orario di euro 4,93, che dovrà essere moltiplicato per il numero di ore svolte dagli allievi, con un valore massimo di € 4.800,00 per Dote. La liquidazione intermedia, in deroga al manuale suindicato, può essere richiesta dopo l’erogazione al destinatario del 50% delle ore previste dal PIP per il singolo servizio formativo e sarà calcolata proporzionalmente al numero di ore fruite da ciascun allievo e tenendo conto di eventuali ore di assenza giustificate, come da documentazione conservata agli atti dell’Istituzione Formativa. La liquidazione finale può essere richiesta solo alla conclusione del servizio formativo e purché sia stato frequentato dal destinatario almeno il 50% delle ore previste dal PIP. Sarà erogata proporzionalmente al numero di ore fruite da ciascun allievo a seguito dell’effettiva partecipazione al corso e tenendo conto di eventuali ore di assenza giustificate, come da documentazione conservata agli atti dell’Istituzione Formativa. Le assenze giustificate, in deroga al Manuale dell’operatore, saranno ammesse nel limite massimo del 25% delle ore effettivamente fruite dall’allievo al momento della richiesta di liquidazione. La domanda di liquidazione finale dovrà essere inoltrata entro 120 giorni dalla data di conclusione del PIP. 5.3 - Variazioni del calendario/della data di conclusione L’Istituzione Formativa ha l’obbligo di informare in tempo utile gli allievi e le famiglie o i tutori legali di ogni variazione al calendario mediante adeguate forme di pubblicità. Eventuali variazioni del calendario – sospensioni o interruzioni dell’attività formativa – non dovranno essere inserite sul sistema informativo salvo nei casi in cui influiscano sulla data di conclusione prevista delle attività formative. 5.4 - Monitoraggio, controlli e sanzioni Al fine di monitorare il regolare andamento dei percorsi formativi rispetto a quanto contenuto nel documento «Indicazioni regionali per l’offerta formativa in materia di istruzione e formazione professionale (art. 22, comma 4, l.r. n. 19/2007)» di cui alla D.G.R. del 13 febbraio 2008, n. 6563 e rispetto alla normativa sull’accreditamento (D.G.R. del 26 ottobre 2011, n. 2412 e successive modifiche e integrazioni), Regione Lombardia si riserva di effettuare controlli anche presso le sedi indicate dalle Istituzioni Formative. 5.5 - Riepilogo di tempi e scadenze Le Istituzioni Formative: - a partire dalle ore 12,00 del 19 settembre al 26 settembre 2013 presentano attraverso il sistema informativo Finanziamenti Online la propria offerta formativa; - entro il 30 settembre 2013 devono comunicare l’impegno all’avvio dei propri corsi o la rinuncia: in quest’ultimo caso devono dare tempestiva comunicazione anche alle famiglie; - dal 30 settembre 2013 caricano sul sistema informativo l’Atto di adesione unico, sottoscritto digitalmente; - dalle ore 12:00 del 30 settembre e fino al 14 ottobre 2013 inseriscono le domande di Dote degli allievi già iscritti; - entro il 21 ottobre 2013 devono inserire a sistema la comunicazione di avvio dei corsi.
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–9– Serie Ordinaria n. 30 - Lunedì 22 luglio 2013 ALLEGATO B LINEE GUIDA CORSO ANNUALE DI I.F.P. PER L’ACCESSO ALL’ESAME DI STATO ex art. 15 c. 6, d.lgs. n. 226/05 - a.f. 2013/2014
Le presenti Linee guida si riferiscono ai percorsi annuali integrativi di cui all’articolo 15, c. 6, del d.lgs. n. 226/05 realizzati dalle Istituzioni Formative del sistema di Istruzione e formazione professionale (I.F.P.), finalizzati a permettere agli studenti che hanno conseguito il Diploma Professionale al termine del percorso di I.F.P. quadriennale di cui all’articolo 20, c. 1, lettera c), del d.lgs. 226/2005 e dell’articolo 11 c. 1 della l.r. n. 19/2007, di sostenere l’esame di Stato, utile all’accesso all’Università e all’Alta formazione artistica, musicale e coreutica, nonché agli Istituti Tecnici Superiori (I.T.S.). In particolare, le presenti Linee guida si riferiscono ai percorsi attivati in Regione Lombardia - nelle more e limitatamente al periodo della piena attuazione della disposizione normativa di cui all’articolo 15, c. 6, del d.lgs. n. 226/05 - a partire dall’anno 2011-12, ai sensi delle Linee guida ex art. 13, c. 1-quinquies della l. n. 40/2007, allegato A) dell’Intesa siglata in C.U. il 16 dicembre 2010, recepita con d.m. del 18 gennaio 2011. Nel rispetto della normativa statale in materia e con specifico riferimento a quanto previsto al punto 3, capo III del sopracitato allegato A) dell’Intesa 16 dicembre 2010, esse concernono l’insieme di aspetti relativi alla definizione degli standard formativi minimi, alle condizioni di attivazione e alle modalità realizzative del corso integrativo e dell’esame di Stato. I - INDIRIZZI IDONEI ALL’ACCESSO ALLA V ANNUALITÀ Possono accedere al corso annuale gli alunni in possesso del Diploma Professionale di Tecnico acquisiti in Regione Lombardia negli anni formativi 2011/2012 e 2012/2013 di cui ai Repertori dell’offerta formativa approvati con i d.d.g. n. 1146/2010 e n. 12564/2010, che trovano corrispondenza nei Diplomi di Istruzione Professionale come da tabella seguente: SETTORE Agrario Turistico Economico aziendale Abbigliamento
DIPLOMA IFP Tecnico agricolo Tecnico della trasformazione agroalimentare Tecnico dei servizi di promozione e accoglienza Tecnico dei servizi di impresa Tecnico commerciale e delle vendite Tecnico dell’abbigliamento
DIPLOMA IP (1) Agrotecnico Tecnico dei servizi turistici Tecnico della gestione aziendale Tecnico dell’abbigliamento e della moda
Tecnico di cucina Ristorazione
Tecnico dei servizi di sala e bar
Tecnico dei servizi della ristorazione
Tecnico della trasformazione agroalimentare Edile Elettrico / elettronico
Tecnico edile Tecnico elettrico Tecnico elettronico Tecnico per l’automazione industriale
Tecnico dell’edilizia Tecnico delle industrie elettriche Tecnico delle industrie elettroniche
Tecnico per l’automazione industriale
Tecnico riparatore di veicoli a motore Meccanica
Tecnico per la conduzione e manutenzione di impianti automatizzati
Tecnico delle industrie meccaniche
Tecnico di impianti termici Grafica
Tecnico grafico
Legno
Tecnico del legno
Lavorazioni artistiche
Tecnico delle lavorazioni artistiche
Tecnico dell’industria grafica Tecnico della grafica pubblicitaria Tecnico dell’industria del mobile e dell’arredamento Tecnico del marmo Tecnico dell’industria orafa
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II - STANDARD FORMATIVI MINIMI 1. STRUTTURA E ARTICOLAZIONE DEL CURRICOLO 1.1 Aree formative e competenze Il curricolo dei corsi annuali integrativi del sistema di I.F.P. finalizzati a sostenere l’esame di Stato, è strutturato in due aree formative: di base e tecnico professionale. (1) Allegato D), d.p.r. n. 87/2010 - Ordinamento previgente
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Serie Ordinaria n. 30 - Lunedì 22 luglio 2013 L’area di base è articolata a propria volta nelle aree dei linguaggi (o della comunicazione), matematica, storico-sociale e civica e tecnico-scientifica. Il contenuto delle aree di base e tecnico professionale definisce l’ambito degli Obiettivi Specifici di Apprendimento (O.S.A.), oggetto dell’attività formativa del corso annuale; gli O.S.A. sono descritti e declinati in termini di competenze e di relativi elementi costitutivi (conoscenze ed abilità). Le competenze dell’area scientifico-tecnologica di base e di quella tecnico professionale si differenziano in rapporto al settore professionale. Le competenze dell’area dei linguaggi, matematica e storico-sociale e civica di base sono comuni a tutti i settori professionali. La competenza dell’area matematica, comune a tutti i settori, prevede specifiche declinazioni limitatamente all’ambito delle conoscenze, così come specificato ai punti 2.3.3. e 2.3.4. Le competenze, inoltre, mantengono un rapporto di continuità e sviluppo da un lato con gli O.S.A. dei percorsi di quarto anno di I.F.P., dall’altro con le competenze, le abilità e le conoscenze dei profili formativi e professionali correlabili agli ordinamenti dell’Istruzione Professionale (riferiti al d.m. 15 aprile 1994), classificati per discipline. I contenuti disciplinari (abilità e conoscenze) degli ordinamenti di Istruzione Professionale (I.P.) trovano pertanto ricollocazione esaustiva nelle competenze del profilo del corso annuale e/o in quelle già previste nel profilo formativo e professionale del quarto anno. Le competenze tecnico professionali, in particolare, presuppongono le competenze specifiche di settore del quarto anno, di cui rappresentano uno sviluppo ed ampliamento relativamente ad alcuni aspetti, nell’ambito dello stesso livello (IV° EQF) di responsabilità e autonomia. 1.2. Quote orarie Il monte ore complessivo minimo per i corsi è di 990 ore complessive. Allo sviluppo degli esiti di apprendimento dell’area di base dovrà essere dedicata una quota percentuale minima oraria pari al 7080% del complessivo annuale; all’area tecnico professionale, una quota pari al 30-20%. La percentuale interna delle diverse aree in cui si articola quella di base è stabilita nell’ambito della progettazione formativa del corso; in tale sede vengono altresì individuati gli insegnamenti (discipline o gruppi di discipline) utili allo sviluppo delle competenze e la definizione delle loro quote orarie, settimanali ed annuali. AREA competenze di base: - linguaggi (o della comunicazione) - matematica - storico-sociale e civica - scientifico tecnologica competenze tecnico professionali
%
70-80%
30-20%
Riguardo alle modalità di insegnamento, con riferimento alle disposizioni regionali di cui alla d.g.r. n. 6563/08 - «Indicazioni per l’offerta formativa in materia di Istruzione e formazione professionale», le Istituzioni potranno utilizzare le diverse forme di intervento didattico e organizzativo riconducibili alla formazione formale e alla flessibilità. La formazione formale comprende interventi d’aula, nelle diverse forme, con riferimento anche a quella laboratoriale e secondo le diverse più opportune modalità organizzative (articolazioni del gruppo classe) stabilite dall’èquipe dei docenti formatori, fermo restando il vincolo delle 990 ore/alunno. Gli interventi di flessibilità rappresentano modalità specifiche di personalizzazione, in particolare di orientamento, recupero o potenziamento degli apprendimenti. 2. OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO DI BASE COMUNI A TUTTI I SETTORI 2.1 Area dei linguaggi - comunicazione in madre lingua 2.1.1. Premessa Lo sviluppo della competenza linguistica costituisce il filo conduttore trasversale a tutto il curricolo, con particolare attenzione al rapporto interattivo tra lingua italiana e Lingue Straniere. La competenza relativa alla comunicazione in madre lingua definisce la padronanza della variabilità degli usi linguistici, dall’asse degli usi «letterari», a quello degli usi tecnici legati al settore professionale. Al suo sviluppo concorre fortemente l’educazione letteraria, intesa come sviluppo dell’habitus alla lettura autonoma di testi di diverso genere ed alla loro contestualizzazione e comprensione storico-culturale. La padronanza linguistica riguarda le diverse modalità e fasi di redazione di un testo informativo o argomentativo, dalla raccolta delle idee, delle informazioni e/o di fonti di diverso tipo, alla loro rielaborazione ed alla sintesi finale. Le capacità tradizionali di parlare, leggere, scrivere, ascoltare sono interpretate in modo unitario, come abilità o dimensioni di un’unica esperienza di espressione-comunicazione. O.S.A.(2) COMPETENZA ABILITÀ MINIME Gestire l’interazione comunica- ■ Applicare tecniche di interazione relative agli tiva, individuando modalità e aspetti pragmatici e soprasegmentali della codici adeguati alle situazioni e comunicazione ai diversi contesti sociali e pro- ■ Applicare tecniche di ricerca, elaborazione e fessionali organizzazione di informazioni e concetti ■ Applicare tecniche di articolazione complessiva e locale del testo ■ Utilizzare le strutture morfosintattiche e il lessico funzionali allo scopo e alla tipologia testuale
(2) Discipline dell’ordinamento di I.P. (d.m. 15 aprile 1994) afferenti: ITALIANO; STORIA
CONOSCENZE ESSENZIALI ■ Elementi di pragmatica della comunicazione ■ Caratteristiche e convenzioni dei principali linguaggi specialistici: commerciale, giuridico- amministrativo, tecnico ■ Retorica e stilistica funzionali ■ Morfosintassi e lessico ■ Caratteristiche e convenzioni dei seguenti testi: commento, articolo di giornale, saggio breve, saggio espositivo/informativo argomentativo ■ Tecniche di redazione di appunti e sintesi di testi orali e scritti ■ Fonti documentarie multimediali
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COMPETENZA ABILITÀ MINIME Leggere, comprendere e interpre- ■ Adottare specifiche tecniche di lettura e in tare testi letterari rapporto alla tipologia di testo ■ Utilizzare criteri di storicizzazione dei testi (analisi formale e del contesto sociale e culturale) ■ Identificare i nessi tra produzione letteraria e quadro storico-culturale in chiave diacronica ■ Applicare tecniche di analisi tematica, stilistica, narratologica
CONOSCENZE ESSENZIALI ■ Caratteristiche e convenzioni dei principali generi letterari ■ Retorica, stilistica e narratologia ■ Autori e opere maggiori della letteratura italiana del ‘900 ■ Cornici storico- culturali dei maggiori ■ eventi letterari del Novecento ■ Fattori individuali e sociali nella formazione della personalità letteraria
2.2 Area dei linguaggi - comunicazione in lingua straniera 2.2.1 Premessa La competenza di Lingua Straniera definisce, oltre all’ulteriore sviluppo della formazione di base, già in parte acquisita, il conseguimento di una autonomia operativa che consente di collocarsi ad un livello medio-alto, in linea con gli standard professionali previsti dalla CEE (livello B1). Analogamente alla lingua madre, allo sviluppo della competenza in lingua straniera concorre l’educazione letteraria e storica. 2.2.2
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COMPETENZA ABILITÀ MINIME Comunicare in lingua comuni- ■ Identificare i contenuti di messaggi orali, annunci e taria in forma orale e scritta, in conversazioni relative all’ambito di vita e di lavoro contesti di vita quotidiana e pro- ■ Applicare tecniche e criteri di ricerca di informafessionale zioni all’interno di testi scritti di diversa estensione e (Livello B1) del Quadro comune natura europeo di riferimento per le lin- ■ Interagire con autonomia in [brevi] conversazioni, gue) in presenza e telefoniche ■ Utilizzare correttamente la fonetica di un repertorio di parole e frasi di uso comune ■ Descrivere [aspetti essenziali di] esperienze ed eventi ■ Produrre in modo comprensibile e corretto testi scritti di carattere quotidiano e specialistico di varia natura e finalità ■ Identificare i fattori essenziali che caratterizzano la civiltà del paese straniero
CONOSCENZE ESSENZIALI ■ Connettivi logico-sintattici ■ Lessico [di base] relativo ad argomenti di vita quotidiana e professionale ■ Modalità, tecniche di scrittura e forme testuali di uso abituale in ambito professionale: messaggi [brevi], istruzioni, descrizioni, report, istanze, ordini, ecc. ■ Registro linguistico formale e informale ■ Strutture morfosintattiche semplici e articolate: modi e tempi verbali del presente e del passato, frasi subordinate (finali, causali, concessive, ecc…) ■ Autori ed opere maggiormente significativi della letteratura moderna e contemporanea straniera
2.3 Area matematica 2.3.1. Premessa La competenza matematica, in rapporto alle più consistenti capacità di astrazione e formalizzazione degli allievi del quinto anno, rappresenta un consolidamento – nella direzione di una maggiore autonomia - della padronanza degli strumenti e del linguaggio matematico in rapporto alle concrete problematiche del contesto di vita e professionale acquisita nelle annualità precedenti. 2.3.2. O.S.A.(4) COMPETENZA ABILITÀ MINIME Applicare il linguaggio matematico ■ Identificare questioni risolvibili con l’ausilio di strumenti matematici per descrivere e risolvere problemi ■ Verificare catene deduttive date ■ Applicare modelli matematici codificati a problemi posti ■ Identificare specifiche modalità di rappresentazione matematica di oggetti, fenomeni e situazioni in rapporto al problema ■ Utilizzare codici formali, strumenti, tecniche e strategie di calcolo
Conoscenze essenziali VEDI PUNTI 2.3.3. e 2.3.4.
2.3.3. Declinazione delle conoscenze per settore (temi e argomenti) (5) 1 - Geometria del piano e dello spazio a) Le trasformazioni geometriche nel piano. b) Il problema della misura: lunghezza, area e volume. 2 - Insiemi numerici a) Operazioni nell’insieme dei numeri complessi. Radici n-esime dell’unità b) Matrici e loro composizione, determinanti. Sistemi lineari. 3 - Funzioni ed equazioni a) Potenze a esponente reale. Funzioni esponenziale e logaritmica. Equazioni esponenziali e logaritmiche. b) Funzioni circolari. Formula di addizione e principali conseguenze. Equazioni goniometriche. c) Risoluzione dei triangoli. Teorema del coseno e teorema dei seni. (3) Discipline dell’ordinamento di I.P. (d.m. 15 aprile 1994) afferenti: LINGUA STRANIERA (4) Discipline dell’ordinamento di I.P. (d.m. 15 aprile 1994) afferenti: MATEMATICA (5) Coerenti con d.m. 15 aprile 1994
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Serie Ordinaria n. 30 - Lunedì 22 luglio 2013 4 - Analisi infinitesimale a) Successione numerica e limite di una successione. Il numero (P greco) b) Limite di una funzione. Funzione continua. c) Derivata di una funzione. Rappresentazione grafica di una funzione. d) Studio di una funzione e sua rappresentazione grafica. e) Concetti di integrale definito e indefinito. f) Esempi di equazioni differenziali del primo e secondo ordine. 5 - Matematica finanziaria e ricerca operativa a) Situazioni economiche e principio di equivalenza finanziaria. b) Rendite e ammortamenti. c) Esempi di problemi di ottimizzazione. d) Esempi di programmazione lineare. 6 - Elementi di informatica 2.3.4. Articolazione per settori I contenuti conoscitivi della competenza matematica sono articolati diversamente nei vari settori professionali, secondo la seguente tabella:
2.4. Area storico-sociale e civica 2.4.1. Premessa La competenza storico-sociale e civica, definisce l’utilizzo e la finalizzazione di conoscenze ed abilità di carattere storico e sociale al contributo attivo del soggetto nella comunità di appartenenza. La dimensione storica costituisce elemento portante; ad essa si riferisce l’habitus alla tematizzazione e problematizzazione dei nodi e delle grandi questioni del presente, alla strutturazione della molteplicità di informazioni, all’utilizzo di modelli appropriati per inquadrare, comparare, periodizzare fenomeni storico-sociali locali, regionali, continentali e planetari. La riflessione sulla vita civile e politica del recente passato, estende ed approfondisce la stressa dimensione civile del soggetto in apprendimento. In particolare i temi storici affrontati e le prospettive di indagine contribuiscono a illuminare, mediante un percorso di approfondimento ricorsivo, la nozione di cittadinanza responsabile, le tematiche legate ai diritti e doveri e a valori civici quali la democrazia, diritti umani, partecipazione, coesione sociale, solidarietà, tolleranza di fronte alla diversità e legalità. 2.4.2. O.S.A.(6) COMPETENZA ABILITÀ MINIME Comprendere e interpretare eventi ■ Recepire da diverse tipologie di fonti le inforrilevanti per la comunità utilizzando mazioni relative alla vita sociale e civile, ed strumenti e categorie fondamentali all’identità e storia del territorio proprie del metodo storico ■ Utilizzare concetti organizzatori - nuclei concettuali portanti ■ Elaborare ricostruzioni mediante il reperimento di costanti, di relazioni tra le variabili storiche e l’individuazione di cause e concause ■ Stabilire relazioni tra le variabili storiche ■ Applicare concetti interpretativi e termini storici in rapporto con gli specifici contesti storico-sociali ■ Applicare tecniche di documentazione, mediante fonti informative di diversa natura, scopo e oggetto ■ Applicare le conoscenze del passato per la comprensione del presente
CONOSCENZE ESSENZIALI ■ Gli strumenti della ricerca storica ■ Processi decisionali, forme e metodi di partecipazione democratica nei diversi campi (sociale, economico, ambientale, ecc.) ■ Concetti di variabile ambientale, variabile demografica, economica sociale, politica e culturale ■ Concetti di epoca, evento, trasformazione, ciclo, durata, civiltà, popolo ■ Eventi storici del ‘900
(6) Discipline dell’ordinamento di I.P. (d.m. 15 aprile 1994) afferenti: ITALIANO; STORIA; EDUCAZIONE CIVICA; RELIGIONE
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3. INDICAZIONI MINIME PER LA PROGRAMMAZIONE FORMATIVA All’équipe ed ai singoli docenti formatori, ferma restando la salvaguardia del loro contenuto minimo, spetta la declinazione specifica degli O.S.A. in obiettivi formativi, nonché l’individuazione degli obiettivi intermedi e dei contenuti specifici, in particolare delle conoscenze, utili alla definizione e allo sviluppo del curricolo in rapporto alle esigenze e interessi degli allievi, alle caratteristiche del contesto territoriale, al settore e alle specificità professionali. All’équipe è parimenti demandata la definizione in termini di competenze, conoscenze ed abilità degli O.S.A. dell’area scientifico tecnologica di base, nonché di quelli dell’area tecnico professionale, in rapporto al Profilo formativo-professionale del Diploma ed ai contenuti di tutte le discipline dell’ordinamento di Istruzione Professionale di riferimento che non risultano compresi negli O.S.A. tecnico professionali delle Figure regionali di cui all’allegato C) del d.d.g. n. 1544/10. Ferme restando le disposizioni regolamentari regionali, la declinazione degli O.S.A. è definita in sede di programmazione formativa e trova evidenza in un apposito documento redatto a cura dell’Istituzione Formativa e da essa messo a disposizione del Consiglio di Classe dell’Istituto Professionale di riferimento ai fini dell’elaborazione del Documento del 15 maggio ed a supporto delle successive operazioni d’esame, relativamente alla predisposizione della terza prova e alla definizione dei contenuti dei colloqui orali dei candidati da parte della Commissione. La programmazione formativa e l’elaborazione del curricolo dovranno attenersi ai seguenti criteri: generali a) unitarietà: forte interrelazione tra aree/competenze di base e tecnico professionali; b) didattica per competenze: costruzione di unità formative (U.F.) o moduli formativi, elaborati attorno a problemi / compiti (vita e professione); c) valutazione per competenze; d) personalizzazione. specifici a) area dei linguaggi criteri: −− competenza letteraria e storico-letteraria correlata agli usi tecnici della lingua nell’indirizzo professionale; −− forte interconnessione metodologica con la dimensione storica (centralità dell’analisi testuale); −− forte interconnessione tra educazione linguistica ed educazione letteraria; −− raccordo con la dimensione di vita e professionale; −− utilizzo sincronico del codice orale e del codice scritto; −− ricorso ad un’ampia gamma di tipologie di pratica di scrittura: questionari scritti, redazione di appunti da lezioni orali, relazioni, analisi strutturate, saggi brevi, ecc. Per gli aspetti specificamente conoscitivi dell’educazione letteraria (vedi conoscenze: «Autori e opere maggiori della letteratura italiana del ‘900»; «Autori ed opere maggiormente significativi della letteratura moderna e contemporanea straniera»), la scelta dei contenuti è lasciata alla competenza dei docenti-formatori, in rapporto alla definizione degli obiettivi e delle U.F. della programmazione di classe, ferma restando la necessità di salvaguardare la trattazione – seppur secondo gli approcci ed i dosaggi coerenti con la programmazione stessa, debitamente esplicitati nel Documento del Consiglio di classe - degli autori, delle opere e dei temi maggiori della letteratura italiana, con specifico riferimento a: Quadro storico culturale - Problemi, società, idee, cultura e letteratura del primo Novecento - Problemi, società, idee, cultura e letteratura del secondo Novecento I generi letterari - la poesia del Novecento (con cenni su tendenze europee e internazionali) - il racconto del Novecento (con cenni su tendenze europee e internazionali) - il romanzo del Novecento (con cenni su tendenze europee e internazionali) Autori - Svevo - Pirandello - Ungaretti - Montale - Calvino Opere Analisi e lettura integrale di un’opera di narrativa Temi della letteratura (esempi: la figura di Ulisse nella letteratura; la donna; l’amore; la natura; la famiglia; lo straniero) b) area della matematica criteri: − raccordo con la dimensione di vita e professionale; − organizzazione dei contenuti (conoscenze ed abilità) per temi ed argomenti, in rapporto alla specificità dei settori professionali (vedi punti 2.3.3. e 2.3.4.). c) area storico-sociale e civica Per gli aspetti specificamente conoscitivi dell’educazione storica (vedi conoscenze: «Eventi storici del ‘900»), la scelta dei contenuti è lasciata alla competenza dei docenti-formatori, fermo restando l’istanza di garantire lo sviluppo delle seguenti tematiche essenziali: −− industria, imperi e società di massa tra il XIX e il XX secolo: la seconda rivoluzione industriale; scienza, tecnica, istruzione, associazioni sindacali e partiti di massa ; la spartizione coloniale del mondo; Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia durante «belle epoque»; nuovi indirizzi di politica economica; −− la prima guerra mondiale: tensioni, conflitti e alleanze alla vigilia della grande guerra; il conflitto e la vittoria dell’Intesa; la rivoluzione russa e la nascita dell’URSS; il dopoguerra; −− la crisi dell’Italia liberale: nascita e avvento del fascismo; l’instaurazione della dittatura;
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Serie Ordinaria n. 30 - Lunedì 22 luglio 2013 −− la crisi del ’29: la rottura dello sviluppo; nuovi rapporti tra stato ed economia; −− l’Europa dei totalitarismi: fascismo; nazismo; stalinismo; −− la seconda guerra mondiale: l’Europa di fine anni ’30; lo scoppio del conflitto; l’Olocausto e la sconfitta dell’Asse; la guerra in Italia dall’8 settembre ‘43 al 25 aprile ’45; −− lo scenario del dopoguerra: il mondo bipolare, la crescita dell’Occidente; la decolonizzazione tra indipendenza e nuove dipendenze; «democrazie popolari» e democrazie liberali, la CEE; guerra fredda e distensione, dal ’50 al ’70; la contestazione giovanile; −− l’età postindustriale: la crisi degli anni settanta e la globalizzazione; la fine dell’equilibrio bipolare e la ricerca di nuovi equilibri; i rapporti economici internazionali; l’Unione Europea −− gli ultimi vent’anni: le potenze economiche emergenti; le guerre del golfo, il conflitto in medio oriente, il terrorismo di matrice islamica e le conseguenze nelle relazioni internazionali; le lobbies finanziarie; l’Africa senza pace; flussi migratori e xenofobie; nuovi modelli di cultura e comunicazione; −− l’Italia nell’era della globalizzazione: il centrismo e il boom economico; centro sinistra e autunno caldo; gli anni ’70 e ’80 e ’90; economia, politica, lavoro, società. III - ADEMPIMENTI PER LO SVOLGIMENTO DEGLI ESAMI Nelle more della piena attuazione dell’articolo 15 comma 6 del d.lgs. 226/05, l’esame conclusivo del corso annuale di I.F.P. segue le disposizioni normative vigenti e la specifica regolamentazione statale in materia. In particolare, le indicazioni fondamentali relative all’esame per gli alunni provenienti dal corso annuale sono dettate dalla C.M. e dall’O.M. annuali relative agli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado nelle scuole statali e non statali. In esse sono regolamentati i seguenti aspetti: −− termini e modalità di presentazione delle domande di partecipazione agli esami; −− assegnazione degli studenti del corso annuale a classe di Istituto Professionale; −− ammissione all’esame dei candidati provenienti dal corso annuale da parte del Consiglio di Classe in sede di scrutinio finale; −− assegnazione della classe alla Commissione d’esame; −− documento del Consiglio di Classe, articolato nella parte relativa all’Istituto Professionale e nella parte relativa al corso annuale; −− determinazione credito scolastico; −− presenza dei formatori del corso annuale nella Commissione d’esame; −− predisposizione della terza prova. L’Istituzione Formativa che ha erogato il corso annuale dovrà far pervenire al Consiglio di Classe dell’Istituto Professionale, nei tempi utili per l’attuazione delle relative operazioni, la seguente documentazione: a) relazione analitica, organica e documentata in cui sono evidenziati il curriculum formativo, le valutazioni intermedie e finali dei singoli candidati, il comportamento, ed ogni altro elemento ritenuto significativo ai fini dello scrutinio finale e dell’ammissione all’esame; b) documento relativo alla programmazione formativa del corso annuale, ovvero ai contenuti, ai metodi, ai mezzi, agli spazi e ai tempi individuati, nonché ai criteri, agli strumenti di valutazione adottati e agli obiettivi specifici di apprendimento raggiunti, ai fini della predisposizione del Documento del Consiglio di Classe del 15 maggio e con specifico riferimento alla terza prova ed al colloquio d’esame. L’Istituzione Formativa mette inoltre a disposizione dell’Istituzione Scolastica ogni altro elemento documentale relativo ai dati personali dei candidati, necessario agli adempimenti istituzionali e amministrativi inerenti all’esame.
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D.G. Famiglia, solidarietà sociale e volontariato D.d.g. 11 luglio 2013 - n. 6522 Riconoscimento di ente unico per la gestione di una pluralità di unità di offerta socio sanitarie per il seguente ente gestore: «Residenze Anni Azzurri s.r.l.», con sede legale in Milano, via Ciovassino, n. 1, C.F.: 09736360158 IL DIRETTORE GENERALE DELLA DIREZIONE GENERALE FAMIGLIA, SOLIDARIETÀ SOCIALE E VOLONTARIATO Visti: −− il d.lgs. 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni ed integrazioni; −− il d.p.r. 14 gennaio 1997 «Approvazione dell’atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni ed alle Province autonome di Trento e Bolzano in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private»; −− la l.r. 5 gennaio 2000, n. 1 «Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia. Attuazione del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112»; −− i dd.p.c.m. 14 febbraio 2001 «Atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni socio sanitarie» e 29 novembre 2001 «Definizione dei livelli essenziali di assistenza»; −− la l.r. 2 aprile 2007, n. 8 «Disposizioni in materia di attività sanitarie e socio-sanitarie. Collegato»; −− la l.r. 12 marzo 2008, n. 3 «Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e socio-sanitario»; −− la l.r. 30 dicembre 2009, n. 33: «Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità»; −− la d.c.r. 17 novembre 2010, n. 88 di approvazione del «Piano Socio Sanitario Regionale 2010-2014»; Richiamate le dd.g.r.: −− 4 ottobre 2006, n. 3257 «Identificazione, a domanda, in capo ad unico soggetto gestore di una pluralità di strutture socio-sanitarie accreditate»; −− 30 maggio 2012 n. 3540 «Determinazioni in materia di esercizio e accreditamento delle unità di offerta sociosanitarie e razionalizzazione del relativo sistema di vigilanza e controllo»; −− 26 ottobre 2012 n. 4334 «Determinazioni in ordine alla gestione del Servizio Socio Sanitario regionale per l’esercizio 2013»; Preso atto che con le dd.g.r. citate sono state definite le procedure per l’accreditamento delle unità d’offerta socio-sanitarie; Vista la circolare regionale n. 21 del 5 luglio 2007 «Chiarimenti in ordine a d.g.r. n. 3257 del 4 ottobre 06» che indica, tra l’altro, le modalità per ottenere il riconoscimento di Ente Unico; Rilevato che il Legale Rappresentante dell’ente gestore denominato «Residenze Anni Azzurri s.r.l.», con sede legale in Milano, via Ciovassino, n. 1, C.F.: 09736360158, ha presentato la richiesta per il riconoscimento di Ente Unico, con istanza pervenuta in data 12 giugno 2013 prot. n. G1. 2013.8218, per le seguenti unità di offerta:
−− R.S.A. «San Faustino» codice struttura n. 308039101, con sede in Milano, via San Faustino n. 21, per 150 posti letto accreditati, −− R.S.A. «Residenza Anni Azzurri Rezzato» codice struttura n. 302027401, con sede in Rezzato (BS), via Sberna n. 4/6, per 166 posti letto accreditati, −− R.S.A. «Villaggio San Francesco» codice struttura n. 302038201, con sede in Villanuova sul Clisi (BS), via Del Marinaio n. 2, per 120 posti letto accreditati, −− R.S.A. «R.S.A. Sant’Alessandro» codice struttura n. 303008514, con sede in Mozzate (CO), via Galvaligi n. 2, per 53 posti letto accreditati, −− R.S.A. «Villa Dossel» codice struttura n. 303008519, con sede in Caglio (CO), via Dossel s.n.c., per 60 posti letto accreditati, −− R.S.A. «Residenza Villa Reale» codice struttura n. 311pr1041, con sede in Monza, viale Elvezia n. 2, per 120 posti letto accreditati; Rilevato altresì che il medesimo ente gestore ha presentato anche la richiesta per il riconoscimento di Ente Unico, per le seguenti unità di offerta: −− C.D.I. «C.D.I. San Rocco» codice struttura n. 310002227, con sede in Segrate (MI), via Monviso n. 87, per 12 posti accreditati, −− C.D.I. «C.D.I. Melograno» codice struttura n. 310002228, con sede in Cassina De Pecchi (MI), via Napoli n. 2, per 10 posti accreditati; Dato atto che è stata accertata la corrispondenza della richiesta con la documentazione agli atti; Ritenuto di dover procedere al riconoscimento di Ente Unico per il gestore in oggetto, per le unità di offerta socio sanitarie sopra elencate; Dato atto che il presente provvedimento conclude il relativo procedimento nei termini previsti ai sensi di legge; Viste la l.r. 7 luglio 2008, n. 20 e la d.g.r. n. 3 del 20 marzo 2013 che dispone l’assetto organizzativo della Giunta regionale per la X legislatura; Stabilito di disporre per la pubblicazione del presente atto sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, per la trasmissione dello stesso all’ente gestore interessato, ed alle ASL territorialmente competenti; DECRETA 1. di riconoscere, con decorrenza dalla data di approvazione del presente atto, come Ente Unico l’ente gestore «Residenze Anni Azzurri s.r.l.», con sede legale in Milano, via Ciovassino, n. 1, C.F.: 09736360158, per le seguenti R.S.A.: −− R.S.A. «Residenza Mirasole» codice struttura n. 310008701, con sede in Opera (MI), via P. Borsellino n. 6, per 204 posti letto accreditati, −− R.S.A. «R.S.A. San Rocco» codice struttura n. 310002224, con sede in Segrate (MI), via Monviso n. 87, per 150 posti letto accreditati, −− R.S.A. «R.S.A. Melograno» codice struttura n. 310001005, con sede in Cassina De Pecchi (MI), via Napoli n. 2, per 150 posti letto accreditati,
−− R.S.A. «Residenza Mirasole» codice struttura n. 310008701, con sede in Opera (MI), via P. Borsellino n. 6, per 204 posti letto accreditati,
−− R.S.A. «Residenza Anni Azzurri San Luca» codice struttura n. 308034701, con sede in Milano, via San Luca n. 4, per 91 posti letto accreditati,
−− R.S.A. «R.S.A. San Rocco» codice struttura n. 310002224, con sede in Segrate (MI), via Monviso n. 87, per 150 posti letto accreditati,
−− R.S.A. «Residenza Anni Azzurri Navigli» codice struttura n. 308034601, con sede in Milano, via Darwin n. 17, per 87 posti letto accreditati,
−− R.S.A. «R.S.A. Melograno» codice struttura n. 310001005, con sede in Cassina de’ Pecchi (MI), via Napoli n. 2, per 150 posti letto accreditati,
−− R.S.A. «Parco Sempione» codice struttura n. 308042701, con sede in Milano, piazza Dei Volontari n. 3, per 93 posti letto accreditati,
−− R.S.A. «Residenza Anni Azzurri San Luca» codice struttura n. 308034701, con sede in Milano, via San Luca n. 4, per 91 posti letto accreditati,
−− R.S.A. «San Faustino» codice struttura n. 308039101, con sede in Milano, via San Faustino n. 21, per 150 posti letto accreditati,
−− R.S.A. «Residenza Anni Azzurri Navigli» codice struttura n. 308034601, con sede in Milano, via Darwin n. 17, per 87 posti letto accreditati,
−− R.S.A. «Residenza Anni Azzurri Rezzato» codice struttura n. 302027401, con sede in Rezzato (BS), via Sberna n. 4/6, per 166 posti letto accreditati,
−− R.S.A. «Parco Sempione» codice struttura n. 308042701, con sede in Milano, piazza Dei Volontari n. 3, per 93 posti letto accreditati,
−− R.S.A. «Villaggio San Francesco» codice struttura n. 302038201, con sede in Villanuova sul Clisi (BS), via Del Marinaio n. 2, per 120 posti letto accreditati,
– 16 – Serie Ordinaria n. 30 - Lunedì 22 luglio 2013 −− R.S.A. «R.S.A. Sant’Alessandro» codice struttura n. 303008514, con sede in Mozzate (CO), via Galvaligi n. 2, per 53 posti letto accreditati, −− R.S.A. «Villa Dossel» codice struttura n. 303008519, con sede in Caglio (CO), via Dossel s.n.c., per 60 posti letto accreditati, −− R.S.A. «Residenza Villa Reale» codice struttura n. 311pr1041, con sede in Monza, viale Elvezia n. 2, per 120 posti letto accreditati, 2. di riconoscere, con decorrenza dalla data di approvazione del presente atto, come Ente Unico l’ente gestore «Residenze Anni Azzurri s.r.l.», con sede legale in Milano, via Ciovassino, n. 1, C.F.: 09736360158, per i seguenti C.D.I.: −− C.D.I. «C.D.I. San Rocco» codice struttura n. 310002227, con sede in Segrate (MI), via Monviso n. 87, per 12 posti accreditati, −− C.D.I. «C.D.I. Melograno» codice struttura n. 310002228, con sede in Cassina de’ Pecchi (MI), via Napoli n. 2, per 10 posti accreditati; 3. di fare obbligo all’ente gestore di comunicare tempestivamente alla Regione ed alle ASL territorialmente competenti, tutti quegli elementi che eventualmente in futuro possano incidere sul presente riconoscimento, ivi comprese la cessazione o cessione dell’attività e richiedere, ove necessario, una modifica del riconoscimento medesimo; 4. di disporre la pubblicazione del presente atto sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia e di trasmettere copia all’ente gestore interessato, ed alle ASL territorialmente competenti. Il direttore generale Giovanni Daverio
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E) PROVVEDIMENTI DELLO STATO
1927/2012, con la quale è stato annullato il Piano cave della Provincia di Bergamo;
Commissari ad acta (Nominati con sentenza TAR BS n. 611/2013) - Determina 16 luglio 2013 - n. 1 Avvio del procedimento per l’attuazione della sentenza del TAR di Brescia n. 611/2013 relativa al Piano cave della Provincia di Bergamo e alla relativa valutazione ambientale strategica (VAS) da parte dei Commissari ad acta
Considerato che il tribunale di Brescia con sentenza TAR BS n. 611/2013 ha conferito i poteri di Commissario ad acta al Direttore generale della D.g. Ambiente Energia e Sviluppo Sostenibile e al Dirigente U.o. Attività estrattive, Rifiuti e Bonifiche della Regione Lombardia, indicando il seguente percorso istruttorio da intraprendere:
I COMMISSARI AD ACTA Richiamate: • le disposizioni rilevanti dei Trattati Europei, ossia l’art. 4 par. 3 del Trattato sull’Unione Europea (TUE) nonché gli artt. 258 e 260 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE); • la Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2001, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente, con particolare riferimento agli artt. 8 (Iter decisionale) e 9 (Informazioni circa la decisione) della Direttiva medesima; • la Direttiva 2003/4/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2003 sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale; • la Direttiva 2003/35/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 maggio 2003 che prevede la partecipazione del pubblico nell'elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale e modifica le direttive del Consiglio 85/337/CEE e 96/61/CE relativamente alla partecipazione del pubblico e all'accesso alla giustizia; Visti: • gli artt. 7 e 8 della l.r. 8 agosto 1998, n. 14, «Nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanze minerali di cava», che disciplina le modalità di formazione, adozione e approvazione del Piano cave; • le deliberazioni di Giunta regionale n. 11347 del 10 febbraio 2010, «Revisione dei “Criteri e direttive per la formazione dei piani cave provinciali di cui al 1° comma dell’art. 2 e al 1° comma dell’art. 5 della l.r. 14/1998”», e n. 2752 del 22 dicembre 2011, «Revisione della normativa tecnica di riferimento per la formazione dei piani provinciali delle cave, ai sensi del terzo comma dell’art. 2 e del secondo comma, lettera g), dell'art. 6 della l.r. 8 agosto 1998, n. 14»; • l’art. 6, commi 1 e 2 lettera a), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 «Norme in materia ambientale», così come modificato dal decreto legislativo 29 giugno 2010, n. 128, che assoggetta a Valutazione Ambientale Strategica tutti i piani e i programmi che possono avere impatti significativi sull'ambiente e sul patrimonio culturale, in particolare quelli che definiscono il quadro di riferimento per l’approvazione, l’autorizzazione, l’area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV alla parte seconda del medesimo d.lgs. 152/2006; • l’art. 4 della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 «Legge per il Governo del Territorio», che introduce la valutazione ambientale dei piani (VAS) dando attuazione alla Direttiva 2001/42/CE; • la deliberazione di Consiglio regionale n. 351 del 13 marzo 2007 «Indirizzi Generali per la Valutazione di Piani e Programmi (art. 4, comma 1, l.r. 11 marzo 2005, n. 12)»; • la deliberazione della Giunta regionale 10 novembre 2010, n. 761 «Determinazione della procedura di Valutazione Ambientale di Piani e Programmi - VAS (art. 4, l.r. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007) - Recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 29 giugno 2010, n. 128, con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n. 8/6420 e 30 dicembre 2009, n. 8/10971»; • l’art. 25 bis della legge regionale 30 novembre 1983 n. 86 «Piano generale delle aree regionali protette. Norme per l'istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale», che introduce la disciplina relativa a Rete Natura 2000 in Regione Lombardia in attuazione della Direttiva 92/43/CEE; • la deliberazione di Consiglio regionale 14 maggio 2008, n. 619, «Nuovo piano cave della provincia di Bergamo - settori merceologici della sabbia-ghiaia,dell’argilla, calcari e dolomie, pietre ornamentali e pietrisco»; Preso atto della sentenza del TAR della Lombardia BS n. 611/2013, che dispone l’esecuzione della sentenza TAR
−− verificare la fattibilità di applicare la stessa procedura intrapresa nei confronti del Piano cave della provincia di Varese, di cui alla d.g.r. n. IX/4851 del 13 febbraio 2013 −− sottoporre la versione definitivamente approvata del Piano cave agli organi consultivi della struttura regionale −− monitorare la procedura di approvazione, che dovrà concludersi con un provvedimento espresso Dato atto che i Commissari svolgeranno le funzioni di autorità procedenti per gli adempimenti connessi all’attuazione della sentenza TAR BS n. 611/2013; Considerato altresì che la procedura di VAS adottata per il piano cave di Varese non è applicabile per il diverso contesto territoriale e giuridico presente nelle due situazioni e considerando in particolare: −− il Piano cave di Bergamo è stato annullato dalla Sentenza TAR n. 1927/2012, mentre quello di Varese è tuttora vigente −− in fase di approvazione del Piano cave di Bergamo sono state introdotte sostanziali variazioni rispetto al Piano adottato dalla Provincia, contrariamente a quanto accaduto per il piano di Varese −− la complessità territoriale ed economica delle attività estrattive ha caratteristiche peculiari nelle due provincie Ritenuto pertanto necessario, al fine di adempiere a quanto richiesto dalla Sentenza TAR BS n. 611/2013, dare avvio a un percorso amministrativo di approvazione del Piano cave della provincia di Bergamo, che assicuri l’osservanza della Direttiva 2001/42/CE sulla VAS; Ritenuto altresì necessario, al fine di raggiungere gli obiettivi di cui sopra, individuare un modello metodologico procedurale e organizzativo specifico per la procedura oggetto del presente atto, condiviso con la Provincia di Bergamo. Tutto ciò premesso i Signori Mario Nova Direttore D.g. Ambiente Energia e Sviluppo Sostenibile e Angelo Elefanti Dirigente dell’U.o. Attività estrattive, Rifiuti e Bonifiche della Regione Lombardia in qualità di Commissari ad acta incaricati con sentenza TAR BS n. 611/2013 DETERMINANO 1. di avviare il procedimento per l’attuazione della sentenza del TAR di BS n. 611/2013 relativa al Piano cave della provincia di Bergamo conseguente al procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano stesso, secondo le procedure indicate in premessa; 2. di approvare l’allegato a) «Modello metodologico procedurale e organizzativo della VAS del Piano cave della Provincia di Bergamo» che costituisce parte integrante e sostanziale della presente Determina; 3. di approvare l’allegato b) «Articolazione in fasi della VAS del Piano cave della Provincia di Bergamo» che costituisce parte integrante e sostanziale del presente Decreto, dando atto che il procedimento dovrà concludersi nei termini indicati nel medesimo allegato, e comunque entro 360 giorni, salvo fissazione di diverso termine concesso dal giudice dell’ottemperanza per i motivi previsti nella sentenza TAR BS n. 611/2013; 4. di individuare l’Autorità competente in materia di VAS nella D.g. Territorio Urbanistica e Difesa del suolo, U.o. Strumenti per il Governo del Territorio, Struttura Fondamenti, Strategie per il Governo del Territorio e VAS, di concerto con la D.g. Ambiente Energia e Sviluppo Sostenibile, di Regione Lombardia; 5. di provvedere, con successivo atto, a individuare i soggetti competenti in materia ambientale, gli Enti territorialmente interessati, i portatori di interesse e/o le associazioni di categoria interessate, nonché le modalità di consultazione, informazione e comunicazione; 6. di pubblicare il presente atto di avvio del procedimento sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia e sul sito web S.I.V.A.S. consultabile al seguente indirizzo: • http://www.cartografia.regione.lombardia.it/sivas/;
– 18 – Serie Ordinaria n. 30 - Lunedì 22 luglio 2013 7. di disporre la pubblicazione di tutti gli atti della procedura per l’aggiornamento del Piano cave della Provincia di Bergamo sul sito web su indicato. I commissari ad acta: Il direttore generale della d.g. Ambiente energia e sviluppo sostenibile Mario Nova Il dirigente u.o. Attività estrattive, rifiuti e bonifiche Angelo Elefanti
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Bollettino Ufficiale
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– 19 – Serie Ordinaria n. 30 - Lunedì 22 luglio 2013 ALLEGATO A
MODELLO METODOLOGICO PROCEDURALE E ORGANIZZATIVO DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO CAVE DELLA PROVINCIA DI BERGAMO IN ATTUAZIONE DELLA SENTENZA TAR BRESCIA N. 611/2013 1.
INTRODUZIONE
1.1 Premessa La sentenza TAR BS n. 611/2013, di esecuzione della sentenza TAR BS n. 1927 del 10 dicembre 2012 che annullava il Piano cave di Bergamo, indica la necessità di verificare la fattibilità di adottare la procedura di VAS predisposta per il piano cave della Provincia di Varese. Valutato il diverso contesto di riferimento territoriale e giuridico presente nelle due situazioni e considerando in particolare che: − il Piano cave di Bergamo è stato annullato dalla Sentenza TAR n. 1927/2012, mentre quello di Varese è tuttora vigente, − in fase di approvazione del Piano cave di Bergamo sono state introdotte sostanziali variazioni rispetto al Piano adottato dalla Provincia, contrariamente a quanto accaduto per il piano di Varese, − la complessità territoriale ed economica delle attività estrattive ha caratteristiche peculiari nelle due provincie, si ritiene di dover adottare una specifica procedura per il processo di VAS del Piano cave di Bergamo che di seguito si indica. 1.2
1.3
Quadro di riferimento La presente proposta di modello metodologico procedurale e organizzativo costituisce specificazione degli indirizzi generali per la Valutazione ambientale di Piani cave provinciali, alla luce dell’entrata in vigore del d.lgs. 3 aprile 2006 n. 152 “Norme in materia ambientale” come modificato dal d.lgs. 16 gennaio 2008 n. 4 e assume le determinazioni della sentenza TAR BS n. 611/2013 secondo la quale i sottoscritti commissari ad acta devono procedere a: − verificare la fattibilità di applicare la stessa procedura intrapresa nei confronti del Piano cave della provincia di Varese, di cui alla d.g.r. n. IX/4851 del 13 febbraio 2013; − sottoporre la versione definitivamente approvata del Piano cave agli organi consultivi della struttura regionale; − monitorare la procedura di approvazione, che dovrà concludersi con un provvedimento espresso. Norme di riferimento generali Legge regionale 8 agosto 1998, n. 14 “Nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanze minerali di cava” (di seguito l.r. 14/1998); Deliberazioni della Giunta regionale n. 41714 del 26 febbraio 1999 “Determinazione, ai sensi del 1° comma dell’art. 5 della legge regionale 8 agosto 1998, n. 14, dei criteri per la formazione dei piani cave provinciali” e n. 49320 del 31 marzo 2000 relativa a “normativa tecnica di riferimento dei piani cave provinciali”; Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo del Consiglio del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente (di seguito Direttiva); Legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 per il governo del territorio e successive modifiche e integrazioni (di seguito l.r. 12/2005); Indirizzi generali per la Valutazione ambientale di piani e programmi (deliberazione Consiglio regionale 13 marzo 2007, n. VIII/351) (di seguito Indirizzi generali); Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” come modificato dal decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 e dal decreto legislativo 29 giugno 2010, n. 128 (di seguito d.lgs.).
2.
AMBITO DI APPLICAZIONE
2.1
Valutazione ambientale - VAS Il Piano Cave, così come le sue revisioni ai sensi dell’articolo 9 della l.r. 14/1998, è soggetto a Valutazione ambientale - VAS in quanto rientra nei settori definiti dalla Direttiva 2001/42/CE ed è quadro di riferimento per i progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE così come specificati negli allegati II, III e IV del d.lgs. 152/06 così come modificato dal decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 e dal decreto legislativo 29 giugno 2010, n. 128 (di seguito d.lgs.).
2.2
Il Piano cave Il Piano cave nella normale previsione di cui alla Legge regionale 8 agosto 1998, n. 14 “Nuove norme per la disciplina della coltivazione di sostanze minerali di cava” prevede l’adozione in capo alla Provincia, cui segue la trasmissione alla Giunta regionale per l’istruttoria del Piano, la trasmissione da parte della Giunta al Consiglio regionale per l’approvazione definitiva. Nella fattispecie il Piano, approvato con dcr n. 619 del 14 maggio 2008 e annullato dalla citata sentenza TAR BS n. 1927/2012, viene assunto come riferimento sul quale riavviare l’istruttoria di approvazione del Piano e la relativa procedura di VAS, come disposto dalla sentenza TAR BS n. 611/2013.
3.
SOGGETTI INTERESSATI
3.1
Elenco dei soggetti Sono soggetti interessati al procedimento: l’autorità procedente; l’autorità competente per la VAS; i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati; il pubblico e il pubblico interessato. Qualora il Piano Cave si debba raccordare con altre procedure, sono soggetti interessati al procedimento, in qualità di soggetti competenti in materia ambientale, anche:
– 20 –
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Serie Ordinaria n. 30 - Lunedì 22 luglio 2013 l’autorità competente in materia di SIC e ZPS (punto 7.2 degli Indirizzi generali); l’autorità competente in materia di VIA (punto 7.3 degli Indirizzi generali). 3.2
Autorità procedente L’Autorità procedente sono i Commissari ad acta individuati dalla sentenza TAR 611/2013 nelle figure del Direttore generale della Direzione Ambiente Energia e Sviluppo Sostenibile e nel Dirigente dell’Unità Organizzativa Attività Estrattive Rifiuti e Bonifiche della Regione Lombardia.
3.3
Autorità competente per la VAS L’autorità competente per la VAS è la Direzione generale Territorio e Urbanistica, U.O. Programmazione Integrata e Pianificazione Territoriale, di concerto con la D.g. Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile come previsto dalla comunicazione del Presidente approvata con d.g.r. n. 26 del 12 maggio 2010.
3.4
Soggetti competenti in materia ambientale ed enti territorialmente interessati Sono soggetti competenti in materia ambientale le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessate agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione del Piano. L’autorità procedente, su proposta della Provincia e sentita l’autorità competente per la VAS, individua con atto formale i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati, ove necessario anche transfrontalieri, da invitare alla conferenza di valutazione. Di seguito sono indicati i soggetti da consultare obbligatoriamente: a) sono soggetti competenti in materia ambientale:
ARPA; ASL; Enti gestori aree protette; Consorzi di bonifica; Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia; Autorità competente in materia di SIC e ZPS (se prevista la Valutazione di incidenza); Autorità competente in materia di VIA (se prevista la VIA o verifica di VIA);
b) sono enti territorialmente interessati: Regione Province confinanti; Comunità Montane; Comuni; Autorità di Bacino; I soggetti sopra indicati possono essere integrati a discrezione dell’Autorità procedente. 3.5
Il pubblico e il pubblico interessato Pubblico: una o più persone fisiche o giuridiche nonché, ai sensi della legislazione vigente, le associazioni, le organizzazioni o i gruppi di tali persone. Pubblico interessato: il pubblico che subisce o può’ subire gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure; ai fini della presente definizione le organizzazioni non governative che promuovono la protezione dell’ambiente e che soddisfano i requisiti previsti dalla normativa statale vigente, nonché le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, sono considerate come aventi interesse. L’autorità procedente, d’intesa con l’autorità competente per la VAS, su proposta della Provincia, nell’atto di cui al punto 3.4, provvede a:
individuare i singoli settori del pubblico interessati all’iter decisionale;
definire le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico. Relativamente alle associazioni, organizzazioni o gruppi, in relazione al Piano, si ritiene opportuno:
4.
individuare tutte le realtà presenti nel territorio considerato a seconda delle loro specificità;
avviare con loro momenti di informazione e confronto.
MODALITÀ DI CONSULTAZIONE, COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE
4.1 Finalità Consultazione, comunicazione e informazione sono elementi imprescindibili della valutazione ambientale. Il punto 6.0 degli Indirizzi generali prevede l’allargamento della partecipazione a tutto il processo di pianificazione/programmazione, individuando strumenti atti a perseguire obiettivi di qualità. La partecipazione è supportata da forme di comunicazione e informazione e dalla consultazione che si avvale della Conferenza di Valutazione. 4.2
Conferenza di Valutazione L’autorità procedente, sentita l’autorità competente per la VAS, indice la Conferenza di Valutazione al fine di acquisire elementi informativi volti a costruire un quadro conoscitivo condiviso, specificatamente per quanto concerne i limiti e le condizioni per uno sviluppo sostenibile e ad acquisire i pareri/contributi dei soggetti competenti in materia ambientale e degli enti territorialmente interessati. La conferenza di valutazione è articolata in almeno due sedute:
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la prima, di tipo introduttivo è volta ad illustrare il documento di scoping e ad acquisire pareri, contributi ed osservazioni nel merito; la seconda, di tipo conclusivo, è finalizzata a valutare il Rapporto Ambientale sul Piano come individuato al punto 2.2 secondo paragrafo, esaminare le osservazioni ed i pareri pervenuti, prendere atto degli eventuali pareri obbligatori previsti.
Di ogni seduta della conferenza è predisposto apposito verbale. 4.3
Comunicazione e Informazione Comunicazione e informazione caratterizzano il processo decisionale partecipato (Piano e valutazione ambientale VAS), volto ad informare e coinvolgere il pubblico, di cui al punto 3.5. L’autorità procedente, sentita l’autorità competente per la VAS, nell’atto di cui al punto 3.4., definisce le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico, nonché di diffusione e pubblicizzazione delle informazioni.
5.
VALUTAZIONE AMBIENTALE DEL PIANO CAVE (VAS)
5.1
Le fasi del procedimento La VAS del Piano è effettuata secondo le fasi declinate nei punti seguenti e sintetizzate nello schema allegato: 1. 2. 3. 4.
avviso di avvio del procedimento, individuazione dei soggetti interessati e definizione delle modalità di informazione e comunicazione; elaborazione del documento di scoping e convocazione della prima conferenza di valutazione; elaborazione della proposta di Piano, con riferimento al Piano annullato dalla sentenza TAR BS 1927/2012, della proposta di Rapporto Ambientale e sintesi non tecnica; 5. presa d’atto del Rapporto Ambientale sul Piano come individuato al punto 2.2 secondo paragrafo da parte dei Commissari ad acta, deposito, messa a disposizione del pubblico e raccolta delle osservazioni; 6. valutazione della proposta di Piano da parte del Comitato di cui all’art. 34 della l.r. 14/98, organo consultivo regionale per le attività estrattive di cava; 7. convocazione conferenza di valutazione finale; 8. formulazione del parere motivato, predisposto dall’autorità competente d’intesa con l’autorità procedente; 9. trasmissione, da parte della Giunta regionale, della proposta di Piano al Consiglio regionale, per l’approvazione; 10. gestione e monitoraggio. 5.2
Avviso di avvio del procedimento La Valutazione Ambientale VAS è avviata dai Commissari ad acta mediante pubblicazione dell’avvio del procedimento sul BURL e sul sito web SIVAS.
5.3
Individuazione dei soggetti interessati e definizione delle modalità di informazione e comunicazione L’autorità procedente, sentite l’autorità competente per la VAS e la Provincia, con specifico atto formale (vedi precedente punto 3.4) individua e definisce: i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati, da invitare alla conferenza di valutazione; le modalità di convocazione della conferenza di valutazione, articolata almeno in una seduta introduttiva e in una seduta finale; i singoli settori del pubblico interessati all’iter decisionale; le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico, di diffusione e pubblicizzazione delle informazioni.
5.4
Elaborazione del documento di scoping e convocazione della prima conferenza di valutazione Nella fase di elaborazione e redazione del Piano, la Provincia, sentite l’autorità procedente e l’autorità competente per la VAS, predispone il documento di scoping che contiene lo schema del percorso metodologico procedurale definito, una proposta di definizione dell’ambito di influenza del Piano e della portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale, la stima degli effetti ambientali attesi. Inoltre, del documento è necessario dare conto della Verifica delle interferenze con i Siti di Rete Natura 2000 (SIC e ZPS). L’autorità procedente, sentita la Provincia e l’autorità competente per la VAS, mette a disposizione il documento di scoping tramite pubblicazione sul sito web sivas e convoca la prima seduta della conferenza di valutazione.
5.5
Definizione del Piano di riferimento e redazione del Rapporto Ambientale Per la definizione del Piano di riferimento si valuterà il Piano approvato dal Consiglio regionale, esaminando le variazioni introdotte rispetto alla proposta di Piano formulata dalla Giunta regionale, comunque tenendo conto dei progetti già approvati dalla Provincia, delle istruttorie in corso e dei diritti nascenti dalle sentenze passate in giudicato, come stabilito dalla sentenza TAR BS n. 611/2013. Dall’istruttoria indicata, elaborata unitamente al rapporto Ambientale al fine di tener conto della sostenibilità delle proposte, deriverà il Piano di riferimento. Nel Rapporto Ambientale saranno individuati, descritti e valutati gli impatti significativi che l’attuazione del Piano potrebbe avere sull’ambiente e sul patrimonio culturale, nonché le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano stesso. L’allegato VI al d.lgs. 152/06 riporta le informazioni da fornire nel rapporto ambientale a tale scopo, nei limiti in cui possono essere ragionevolmente richieste, tenuto conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione correnti, dei contenuti e del livello di dettaglio del piano. Il Rapporto Ambientale evidenzia come sono stati presi in considerazione i contributi pervenuti in fase di scoping. Per la redazione del Rapporto Ambientale il quadro di riferimento conoscitivo nei vari ambiti di applicazione della VAS è il Sistema Informativo Territoriale integrato previsto dall’art. 3 della legge di Governo del Territorio. Per evitare duplicazioni della valutazione, possono essere utilizzati, se pertinenti, approfondimenti già effettuati ed informazioni ottenute nell’ambito di altri livelli decisionali o altrimenti acquisite in attuazione di altre disposizioni normative.
– 22 –
Bollettino Ufficiale
Serie Ordinaria n. 30 - Lunedì 22 luglio 2013 Elaborazione del Rapporto Ambientale -Allegato VI Le informazioni da fornire, ai sensi dell’articolo 5 della Direttiva (allegato I), sono: a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del Piano e del rapporto con altri pertinenti Piani/Programmi; b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del Piano; c) caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al Piano, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE; e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al Piano, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale; f)
possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori;
g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del Piano; h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste;
5.6
i)
descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio;
j)
sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti.
Presa d’atto del Rapporto Ambientale sul Piano come individuato al punto 2.2 secondo paragrafo da parte dei Commissari ad acta, deposito, messa a disposizione del pubblico e raccolta delle osservazioni; L’Autorità procedente prende atto del Rapporto Ambientale sul Piano, come individuato ai punti 2.2 secondo paragrafo e 5 con le eventuali proposte di modifica emerse dal Rapporto stesso e provvede a: a) depositare per almeno 60 giorni presso i propri uffici e pubblicare sul sito web della Regione Lombardia e sul sito web SIVAS: il Piano come individuato al punto 2.2 secondo paragrafo; il Rapporto Ambientale e la sintesi non tecnica; lo Studio di Incidenza (se previsto); b)
trasmettere ai soggetti interessati la notizia dell’avvenuto deposito, unitamente agli atti;
c) dare comunicazione alla Giunta regionale e agli Enti locali interessati dell’avvenuto deposito. Ai sensi dell’art. 32 della legge 69/2009 la pubblicazione sul sito web SIVAS sostituisce: •
il deposito presso gli uffici delle Regioni e delle Province il cui territorio risulti anche solo parzialmente interessato dal piano o programma o dagli impatti della sua attuazione;
•
la pubblicazione di avviso nel BURL contenente: il titolo del Piano come individuato ai punti 2.2 secondo paragrafo e 5, l’autorità procedente, l’indicazione delle sedi ove può essere presa visione del Piano e del Rapporto Ambientale e delle sedi dove si può consultare la sintesi non tecnica. L’Autorità procedente comunica ai soggetti competenti in materia ambientale e agli enti territorialmente interessati, individuati al punto 3.4., la messa a disposizione e pubblicazione sul web del Piano e del Rapporto Ambientale, al fine dell’espressione del parere, che deve essere inviato, entro sessanta giorni dall’avviso, all’autorità procedente e all’autorità competente per la VAS. Entro il termine di sessanta giorni dalla pubblicazione dell’avviso, chiunque può prendere visione del Piano e del relativo Rapporto ambientale e presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. Se necessario, l’Autorità procedente provvede alla trasmissione dello Studio di incidenza all’autorità competente in materia di SIC e ZPS. L’Autorità procedente formula le proposte di controdeduzioni sulle osservazioni pervenute e le trasmette, unitamente al Piano e al rapporto Ambientale, alla Giunta Regionale, per la valutazione della proposta di Piano da parte del Comitato di cui all’art. 34 della l.r. 14/98, organo consultivo regionale per le attività estrattive di cava. 5.7
Convocazione conferenza di valutazione La conferenza di valutazione, è convocata dall’autorità procedente, sentite la Provincia e l’autorità competente per la VAS, secondo le modalità definite nell’atto di cui al precedente punto 5.3. La conferenza di valutazione finale è convocata una volta definito il Rapporto Ambientale sul Piano (come individuato ai punti 2.2 secondo paragrafo e 5, eventualmente modificato a seguito dell’accoglimento di osservazioni e del parere del Comitato consultivo regionale per le attività estrattive di cava). La documentazione viene messa a disposizione dei soggetti competenti in materia ambientale e degli enti territorialmente interessati, prima della conferenza, mediante pubblicazione e comunicazione sul sito web SIVAS. Se necessario alla conferenza partecipa l’autorità competente in materia di SIC e ZPS che si pronuncia sullo studio di incidenza. Di ogni seduta della conferenza è predisposto apposito verbale.
5.8
Formulazione del parere motivato L’autorità competente per la VAS, d’intesa con l’autorità procedente, alla luce del Rapporto Ambientale sul Piano elaborato, tenuto conto delle osservazioni e dei pareri pervenuti, visti i verbali delle conferenze di valutazione, formula il parere motivato, che costituisce presupposto per l’approvazione del Piano.
5.9
Esame istruttorio del Piano da parte dei Commissari ad acta, formulazione della dichiarazione di sintesi e trasmissione al Consiglio regionale L’autorità procedente, d’intesa con l’autorità competente per la VAS, elabora la dichiarazione di sintesi volta a: illustrare il processo decisionale seguito; esplicitare il modo in cui le considerazioni ambientali sono state integrate nel Piano e come si è tenuto conto del Rapporto
Bollettino Ufficiale
– 23 – Serie Ordinaria n. 30 - Lunedì 22 luglio 2013
Ambientale e delle risultanze di tutte le consultazioni; in particolare illustrare quali sono gli obiettivi ambientali, gli effetti attesi, gli scenari di Piano e il sistema di monitoraggio; descrivere le modalità di integrazione del parere motivato nel Piano. La Giunta regionale trasmette al Consiglio regionale il Piano, il Rapporto Ambientale, la sintesi non tecnica e la dichiarazione di sintesi per la loro approvazione. Contestualmente l’autorità procedente provvede a dare informazione circa la decisione sul BURL e sul sito web SIVAS. 5.10
Gestione e monitoraggio Il Piano individua le modalità, le responsabilità e la sussistenza delle risorse necessarie per la realizzazione e gestione del monitoraggio. Nella fase di gestione il monitoraggio assicura il controllo degli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del Piano approvato e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti ed adottare le opportune misure correttive. Delle modalità di svolgimento del monitoraggio, dei risultati e delle eventuali misure correttive adottate deve essere data adeguata informazione sui siti web dell’autorità’ competente e dell’autorità procedente.
——— • ——— ALLEGATO B ARTICOLAZIONE IN FASI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL NUOVO PIANO CAVE DELLA PROVINCIA DI BERGAMO IN ATTUAZIONE DELLA SENTENZA TAR BRESCIA N. 611/2013 Fase del procedimento / attività
Soggetto
1.
Avvio del procedimento
Commissari ad acta
2.
individuazione dei soggetti interessati e definizione delle modalità di informazione e comunicazione
Commissari ad acta sentita la Provincia
3.
Elaborazione del documento di scoping
Provincia
3.1
Convocazione della prima conferenza di valutazione
Commissari ad acta
3.2
Elaborazione della proposta di Piano, sulla base di istruttoria sul Piano di riferimento
Commissari ad acta
3.3
Elaborazione del Rapporto Ambientale sul Piano
Provincia
4.
Presa d’atto del Rapporto Ambientale sul Piano, e deposito
Commissari ad acta
4.1
Messa a disposizione del pubblico su web SIVAS e deposito presso la Regione (autorità competente per la VAS) e presso la Provincia di Bergamo
Provincia in collaborazione con Regione
4.2
Raccolta delle osservazioni
Provincia
5.
Proposta delle controdeduzioni
Ufficio tecnico Provinciale
5.1
Valutazione della proposta di Piano da parte del Comitato di cui all’art. 34 della l.r. 14/98
Regione
6.
Convocazione conferenza di valutazione finale
Commissari ad acta
7.
Formulazione del parere motivato
Attività competente
8.
Trasmissione della proposta di Piano da parte della Giunta al Consiglio regionale per l’approvazione
Regione
9.
Esame e approvazione da parte del Consiglio regionale
Regione
10.
Gestione e monitoraggio
Provincia