pp , Arch. Giuseppe Manara, Presidente C.N.E.T.O.
Sistemi costruttivi modulari Negli anni recenti, l’uso di sistemi costruttivi modulari, è cresciuto in molti settori. pa t co a e, eg Ospeda e e In particolare, negli Ospedali e nel settore sanitario in genere, il merito fondamentale riconosciuto a tali sistemi è stato quello di garantire soluzioni rapide in situazioni di p urgenza.
Spesso al concetto di costruzione l d modulare è affiancato quello di TEMPORANEITÀ
Un unico sistema di elementi prefabbricati La tecnologia permette di integrare e assemblare elementi prefabbricati in un unico sistema, ottimizzando i tempi p e realizzando un p prodotto finito, già testato in officina per quanto attiene sia gli aspetti edili che quelli impiantistici (termo‐meccanici ed elettrici). ) Storicamente all’avanguardia, in questo settore sono le esperienze Nord Europee Nord‐Europee che propongono interessanti esempi di “moduli” prefabbricati a tutti gli effetti finiti e che possono essere autonomi o collegati a edifici esistenti. esistenti
La prefabbricazione come p organizzazione dell’intero sistema costruttivo
Esiste un concetto di prefabbricazione che prescinde dalla ripetitività degli elementi costruttivi i i e sii concentra sulla ll produzione d i di intere parti di edificio. La prefabbricazione come scomposizione del progetto in moduli realizzabili in officina, della realizzazione di intere parti di edificio, perfettamente “finite”, trasportabili e componibili in opera
La prefabbricazione come organizzazione dell’intero sistema costruttivo sistema costruttivo
Il PREFABBRICATORE: Scompone l’edificio per parti, elaborando il piano di costruzione Realizza l’edificio per parti Lo collauda, pronto per l’utilizzo Lo trasporta e lo assembla.
L’esperienza del P.O. Regionale di Aosta – Nuova Sala operatoria prefabbricata Cadolto
LLa prefabbricazione della f bb i i d ll sala operatoria Ma accanto a queste esperienze di prefabbricazione “totale”, la sala operatoria modulare è quella che, nel tempo, ha offerto soluzioni immediate ai problemi legati alle nuove tecniche chirurgiche, dimostrando di g g , essere oggi indispensabile e sostituendosi, di fatto, alla sala tradizionale in muratura. Naturalmente la prefabbricazione del Blocco Naturalmente la prefabbricazione del Blocco Operatorio non può prescindere dall’evoluzione del concetto di sala chirurgica, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche organizzativo‐gestionale. I modelli aggregativi sviluppatisi nel tempo, che hanno portato via via alla concentrazione delle sale, hanno agevolato la ricerca di soluzioni tecnologiche “industriali” per interi settori specialistici, soprattutto per le cosiddette “aree a rischio”.
Alcuni cenni storici Le sale operatorie (e, più in generale, il blocco operatorio) fanno parte delle cosiddette “zone a rischio” del “sistema ospedale” p ma,, rispetto p ad altre aree funzionali (ad esempio il Dipartimento delle Immagini) si caratterizzano per l’evoluzione nel tempo p p più contenuta,, sia p per q quanto concerne gli aspetti distributivo‐ funzionali ma anche dal punto di vista tecnologico.
La nascita del reparto operatorio A differenza dell’intervento operato‐ rio, il reparto operatorio come spe‐ cifica unità è relativamente recente (1850 circa) e risale cioè a quando, con le scoperte della sepsi e asepsi, della narcosi, della batteriologia, della radiologia, ecc., la chirurgia fu messa in grado di effettuare interventi sempre più complessi anche nella cavità addominale. Fino a quel momento tutto il lavoro si svolgeva in un unico ambiente. Sulla base delle nuove conoscenze, la preparazione, la narcosi, la sterilizzazione, il lavaggio e il trattamento post‐operatorio p p vennero trasferiti in altri locali creando il concetto del moderno complesso di sala operatoria.
Cenni storici Il reparto operatorio di Lille (Francia – 1935) di I. Walter è uno degli esempi che hanno aperto la strada delle sale abbinate o in batteria.
Gestione parcellizzata Con le diverse specialità chirurgiche si consolida la tipologia architettonica a due sale, con interposta la sterilizzazione, precedute da filtri e dai depositi. La cosiddetta “testa operatoria”. Queste “teste” teste vengono annesse alle singole cliniche, e spesso collocate in posizioni sovrapposte. Il sistema si stabilizza in queste forme e l’ospedale, un tempo rigorosamente unitario e sottoposto all’indiscutibile autorità dell’Amministrazione, diviene un insieme di “isole”, scarsamente correlate e di pertinenza del primario che le governa. governa
I reparti operatori centralizzati Negli Stati Uniti, dove negli ospedali gli studi relativi all’economicità di costruzione e gestione dei reparti operatori hanno inizio subito dopo la prima guerra mondiale, si rileva che la molteplicità dei reparti operatori, attivi in un solo ospedale per poche ore al giorno, comporta equipe autonome, sempre più numerose a causa della crescente varietà dei ruoli che competono a ciascun gruppo di lavoro. Il numero complessivo delle persone impiegate nei vari reparti appare di gran lunga superiore a quello necessario per gestire un solo grande reparto centralizzato in cui convergano le attività chirurgiche dell’ospedale, programmate per tutto l’arco della ggiornata lavo‐ rativa.
II reparti operatori ti t i centralizzati Già negli anni ’20, nei maggiori ospedali americani: tendenza alla centralizzazione t li i d ll delle attività tti ità chirurgiche. Questa tendenza si diffonde, con diverse modalità e con differente rapidità anche nei Paesi europei. In Italia, l’opposizione ai nuovi modelli ne contrasta, invece, l’applicazione per alcuni decenni.
Qui sopra, Alta Bates Hospital (USA) - 1952
Le esperienze tedesche di progettazione modulare
Evoluzione delle superfici all’interno del Blocco operatorio
Se, da un lato, si è consolidato un processo di standardizzazione delle sale al fine di favorire la maggiore intercambiabilità e flessibilità delle stesse, nell’accogliere le diverse specialità, garantendo maggiori economie di scala, dall’altro si assiste ad una rapida crescita dello spazio p p operatorio.
La “giusta” dimensione? “ ”d ? Per lungo tempo, la dimensione di 30 mq è stata ritenuta sufficiente 30 mq è stata ritenuta sufficiente ma, con l’evoluzione e l’incremento delle tecnologie e delle attrezzature, nonché conseguentemente all’incremento conseguentemente all incremento delle professionalità coinvolte nell’atto chirurgico, questo valore si è rivelato insufficiente.
Flessibilità degli spazi Facilità nella manutenzione (in particolar modo degli impianti): due aspetti importantissimi quando si due aspetti importantissimi quando si interviene in zone soggette ad un costante aggiornamento tecnologico. Un reparto operatorio che deve Un reparto operatorio che deve garantire un funzionamento ottimale per un periodo non certamente breve, deve possedere un elevato livello di libertà in grado di agevolare le modifiche che si dovessero rendere necessarie. Questa libertà naturalmente deriva dalla scarsa presenza di elementi fissi (pilastri, cavedi, nuclei di trasporto verticale) e d ll’ ili dall’utilizzo di sistemi costruttivi di i i i i facilmente assemblabili e smontabili che consentono l’alloggiamento di tutte le utenze impiantistiche all’interno delle intercapedini strutturali intercapedini strutturali.
La prefabbricazione in sala operatoria y Da parecchi anni la prefabbricazione offerta sul D hi il f bb i i ff t l
mercato costituisce la soluzione più diffusa per quanto attiene alla realizzazione dei moderni Blocchi operatori, anche in conseguenza d ll’ dell’avanzamento tecnologico degli elementi l i d li l i approntati in officina e alla loro rapidità e facilità di montaggio. y Anche nel caso di interventi di ristrutturazione e di
ampliamento di servizi esistenti, la realizzazione dell’impiantistica di climatizzazione, elettrica, sanitaria all’interno sanitaria, all interno dell dell’area area di intervento, ben si di intervento ben si integra con gli elementi dell’ “involucro”, evitando inutili forometrie e una facile ispezionabilità sia in fase di montaggio che ad opera ultimata.
La prefabbricazione come assemblaggio di elementi prefabbricati
La sala operatoria è costituita da un insieme di componenti
La prefabbricazione: assemblaggio di elementi prefabbricati VANTAGGI: 1. Facilità e rapidità di montaggio 2. Perfetta integrazione tra “involucro” e impiantistica 3. Cantiere “asciutto” ” in cui le opere cosiddette “bagnate” sono di modesta entità e le eventuali modifiche che si rendessero necessarie nel tempo (sia dal punto di vista impiantistico che punto di vista impiantistico che distributivo), di rapida e facile realizzazione. 4. Facilità di intervento in caso di modifiche 5. Facilità di manutenzione
Alcuni dettagli costruttivi
Caratteristiche e rispetto delle Norme Caratteristiche e rispetto delle Norme Gli elementi prefabbricati offrono oggi, a tutti gli effetti, le caratteristiche indispensabili richieste per un’opera edilizia e il rispetto di tutte le norme: y Solidità, y Afonicità, y Durabilità, y Tenuta, Tenuta y Facilità di sanificazione y Resistenza la fuoco, y agli acidi, y etc.
In particolare la sala operatoria In particolare la sala operatoria prefabbricata deve essere costituita da un insieme di componenti che devono garantire: y la perfetta tenuta delle pareti; y l’assoluta batteriostaticità dei materiali
di finitura; d f y l’estrema facilità di pulizia e la resistenza dei materiali ai trattamenti di sanificazione; y la resistenza meccanica agli urti; y Il controllo e il mantenimento del microclima.
Grazie per l’attenzione!