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L'INDUSTRIA SACCARIFERA ITALIANA
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Anno CII NOVEMBRE-DICEMBRE 2009
R i v i s t a b i m e s t r a l e d e l l 'A s s o c i a z i o n e N a z i o n a l e fra i Tecnici dello Zucchero e dell'Alcole Ferrara - Via Tito Speri, 5 - Tel.e Fax 0532.206009 E - M a i l : i n f o@a n t z a .n e t
IL MERCATO DELL’ENERGIA IN ITALIA Federico Trivelli
Il processo di liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica in Italia ha avuto inizio con l’entrata in vigore del Decreto nr 79 del 16 Marzo 1999 (meglio conosciuto come Decreto Bersani) che recepiva ed attuava la direttiva CEE 96/92/CE del 19/12/1996 recante norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica. La liberalizzazione è stata attuata per fasi successive: inizialmente erano considerati clienti idonei solo i grandi consumatori industriali, al mese di Luglio 2004 erano considerati clienti idonei tutti i consumatori non domestici, a partire da Luglio 2007 tutti i consumatori potevano accedere al mercato libero dell’energia elettrica. Oggi a 10 anni dall’inizio della liberalizzazione sono presenti sul mercato nazionale circa 70 grossisti e trader di cui però solo i primi 11 detengono il 75% dei volumi del mercato libero, i restanti 59 solamente il 25% !!!! ciò ci fa comprendere come la liberalizzazione del mercato elettrico sia ancora lontana dalla sua completa attuazione. A seguire riportiamo le quote del mercato libero detenu-
Fig. 1 - Ev oluzione delle importazioni di energia elettrica.
te dai principali operatori riferite al’anno 2009: Enel Energia S.p.A. 30% Edison Energia S.p.A. 11% ENI S.p.A. 7% Energetic Source S.p.A. 5% Sorgenia S.p.A. 4% AEM Trading Srl 4% E.ON 4% Hera Comm S.r.l. 3% EGL Italia S.p.A. 3% Iride Mercato 2% R.F.I. S.p.A. 2% I dati del fabbisogno elettrico del mercato nazionale per l’anno 2008 sono i seguenti: • Produzione lorda di energia elettrica 312,4 miliardi kWh • Importazioni elettriche 39,6 miliardi kWh ne è derivato un fabbisogno nazionale complessivo di energia elettrica pari a 337, 6 miliardi kWh.
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L’importazione di energia elettrica avviene principalmente dai paesi confinanti: Francia, Svizzera, Austria, Slovenia e Grecia con percentuali differenti; Francia e Svizzera detengono le percentuali maggiori grazie alle proprie centrali nucleari che garantiscono una offerta interessante sia sotto il profilo quantitativo che sotto quello economico. (Fig. 1). Per quanto riguarda l’evoluzione del prezzo dell’energia elettrica le analisi di lungo periodo confermano il fortissimo legame tra energia elettrica e combustibili, si verifica infatti che le tensioni petrolifere si ripercuotono, seppur con un leggero ritardo, sul prezzo del kWh. La scelta di alimentare le centrali elettriche solamente con gas naturale ha dimostrato di non riuscire a sciogliere il legame tra energia elettrica e combustibili, anzi lo amplifica data l’inestricabile connessione tra petrolio e metano in Europa. In confronto con gli altri paesi europei l’Italia paga i prezzi dell’energia elettrica all’industria più alti di Europa, mentre la media europea si attestava nel 2008 a 8,5 eurocent/kWh, in Italia il prezzo medio era 12,8 eurocent/kWh (50% più elevato). Confrontando la composizione delle fonti di produzione dell’energia elettrica in Italia con i paesi europei e con alcuni paesi industrializzati si comprendono subito le cause strutturali di un prezzo dell’energia elettrica così elevato: • assenza in Italia di materie prime e di centrali a bassi costi (nucleari o a carbone con tecnologia moderna) • scarsa influenza sul prezzo dell’energia da parte delle
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centrali elettriche che utilizzano fonti rinnovabili Il mercato libero non significa automaticamente prezzi bassi ed i fatti lo dimostrano anche in altri campi (p.e. la liberalizzazione del prezzo della benzina non ha comportato ad oggi alcun vantaggio per i consumatori finali). L’apertura alla costruzione di centrali nucleari potrà contribuire al riallineamento del prezzo italiano agli standard europei sempre che il processo venga gestito correttamente dal governo italiano e non venga lasciato in esclusiva al vecchio monopolista e agli altri due grossi concorrenti. Solo un apertura reale all’iniziativa privata potrà portare dei reali benefici all’industria italiana ed ai consumatori finali in genere. Per l’anno 2010 non sono previste rilevanti variazioni del prezzo dell’energia elettrica; il mercato sarà caratterizzato da una domanda bassa e da difficoltà da parte degli operatori elettrici ad esigere crediti da parte di aziende in crisi. La produzione nazionale e le importazioni elettriche sono previste essere ampiamente sufficienti per il fabbisogno nazionale.
Il mercato del gas naturale in Italia Il processo di liberalizzazione del mercato del gas naturale in Italia ha avuto inizio con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo nr 164 del 23 Maggio 2000 (meglio conosciuto come Decreto Letta) che recepiva ed attuava la direttiva CEE 98/30/CE del 22/06/1998 recante norme comuni per il mercato interno del gas naturale. La liberalizzazione è stata attuata più celermente rispetto a quella del mercato elettrico infatti a decor-
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rere dal 1 Gennaio 2003 tutti gli utenti industriali e domestici possono accedere al mercato libero. In Italia sono operativi alcuni giacimenti di metano che garantiscono una produzione annuale nazionale di circa 8 miliardi di metri cubi; la quota di produzione nazionale è ripartita principalmente fra 4 operatori con Eni che detiene la quota maggioritaria, distaccate sono Edison con giacimenti in centro e sud Italia, Shell in Basilicata e Gas Plus nella pianura padana nel parmense. A seguire sono riportati i dati di produzione di gas naturale in Italia per l’anno 2008 Gruppo Eni Edison Royal Dutch Shell Gas Plus Altri TOTALE
Milioni(m3) 7.146 685 673 232 5 8.740
Quota % 81,8 7,8 7,7 2,7 0,1 100,0
Il fabbisogno annuale nazionale di gas naturale si attesta intorno agli 85 miliardi di metri cubi, la quota mancante viene approvvigionata mediante importazioni da paesi esteri sia tramite metanodotti che tramite rigassificatori di gas naturale liquefatto (GNL) alimentati da navi gasiere. I dati consuntivati relativi ai consumi di gas dell’anno 2008 sono i seguenti: Produzione nazionale 8.740 milioni mc Importazioni 76.657 milioni mc Provenienza delle importazioni di gas naturale relative all’anno 2008: Algeria 33,8% Russia 32,0% Libia 12,8% Paesi Bassi 10,4% Norvegia 6,9% Altri 4,1% I principali importatori di gas no 2008 sono stati: Ragione sociale Eni Enel Trade Edison Plurigas Gaz de France sede secondaria Sorgenia ENOI E.On Energy Trading E.On Ruhrgas Egl Italia AceaElectrabel Trading Hera Trading CEA Centrex Italia
naturale in Italia nell’anM(m3) 46.129 9.816 7.272 2.676 1.692 1.510 1.118 614 535 502 467 337 323
QUOTA% 61,5 13,1 9,7 3,6 2,3 2,0 1,5 0,8 0,7 0,7 0,6 0,4 0,4
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Le infrastrutture funzionanti per l’importazione di gas naturale in Italia sono: • Il gasdotto TAG che si allaccia alla rete nazionale al passo di Tarvisio e trasporta il gas provenente dalla Russia. • Il gasdotto Tenp –Transitgas che si allaccia alla rete nazionale al passo Gries e trasporta il gas provenente da Olanda e Norvegia. • Il gasdotto TTPC – TMPC che si allaccia alla rete nazionale a Mazara del Vallo e trasporta il gas provenente da Algeria e Tunisia. • Il gasdotto Green Stream che si allaccia alla rete nazionale a Gela e trasporta il gas provenente dalla Libia. • I rigassificatori ubicati a Panigaglia (SP) e Porto Viro (RO) Potenziamenti infrastrutturali sono in fase di realizzazione o sono in iter approvativo per aumentare la capacità di importazione di gas naturale in Italia. Attualmente Il mercato italiano del gas naturale è in mano ai primi tre operatori/importatori che hanno stipulato contratti pluriennali con i principali paesi esportatori. La rete di distribuzione nazionale e la maggior parte degli stoccaggi sono gestiti da società controllate da Eni S.p.A. Eni S.p.A. detiene inoltre quote azionarie rilevanti nelle società di gestione dei gasdotti di importazione.(49% TENP - 46% Transitgas – diritti esclusivi del TTPC fino al 2019 – diritti del 89% della capacità del TAG). Alcuni operatori minori, tra cui le ex municipalizzate, preferiscono dedicarsi al mercato del riscaldamento civile maggiormente sicuro e redditizio. Si evidenzia pertanto anche nel mercato del gas naturale una liberalizzazione ancora in divenire con vincoli e limitazioni strutturali ed economiche molto forti e difficili da superare. I dati ufficiali ci confermano che il metano per usi industriali in Italia costa mediamente tra il 20 e il 30% in più che negli altri paesi europei; per usi civili il divario arriva anche al 50%. Uno studio dell’Autorità dell’Energia elettrica ed il gas sostiene che ai punti di importazione il prezzo del gas destinato all’Italia è allineato al prezzo medio europeo, diventa pertanto abbastanza facile comprendere le cause che determinano il disallineamento del prezzo italiano rispetto a quello europeo. Per l’anno 2010 sia la capacità di importazione che gli stoccaggi esistenti sono ritenuti adeguati al fabbisogno nazionale. La domanda attuale di gas naturale risulta essere contenuta sia a causa della crisi economica che per la situazione climatica verificatasi sino ai primi giorni di Dicembre 2009. Gli operatori sono attendisti e non sono previste, a breve, rilevanti variazioni sul prezzo di fornitura del gas naturale.
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NUOVO PRESIDENTE BETA Marco Caliceti
Con questo spazio che gentilmente la Vostra Rivista mi concede, vorrei rivolgere un saluto a tutti gli operatori della filiera bieticolo-saccarrifera italiana. Dallo scorso Dicembre 2009 ho raccolto il testimone alla guida di Beta da Alberto Cavallini che, dalla costituzione nel 2003 a oggi, è stato un ottimo ed entusiasta “traghettatore” di questa ormai consolidata e prestigiosa società di ricerca e sperimentazione, in uno dei comparti più complessi e sfaccettati del panorama agricolo e industriale italiano. Per meglio comprendere quanto sia fondamentale il ruolo di Beta nello scenario presente e futuro, occorre fare un breve esercizio di ripasso dello stato dell’arte del nostro comparto che tanto ha dato e può continuare ancora a dare all’economia italiana. La riforma dell’OCM zucchero (Reg.CE nn. 318, 319 e 320 del 2006) prevede fino al 2010 l’erogazione di aiuti accoppiati alla produzione comunitari e nazionali. Dal 2011 al 2014 è previsto comunque un sistema di aiuto legato alla coltura, ma non alla produzione, definito dall’Health Check della Politica Agraria Comunitaria (Art. 68, Reg. CE n. 73/2009). L’Obiettivo della riforma era, tra gli altri, quello di ridurre la quota di produzione Ue di zucchero di circa 6 milioni di tonnellate in un periodo di 4 anni, così da aprire uno spazio alle importazioni extra europee e corrispondere alle regole poste in seno al WTO. Siamo ormai al termine di questo processo di ridimensionamento, che ha visto scendere la quota di produzione di zucchero e isoglucosio dell’UE a 14 milioni di tonnellate, concentrando la produzione saccarifera in 18 Stati membri (dai 23 di prima della riforma), sette dei quali, con le rese più elevate, totalizzano quasi il 75% della produzione complessiva. Il prezzo della barbabietola da zucchero ha subito un notevole decremento, seppur graduale, dall’inizio del processo, e dovrebbe assestarsi su livelli decisamente molto bassi che potrebbero mettere in difficoltà i produttori italiani. Questa riduzione del prezzo accompagnata da una politica di incentivo alla dismissione della coltura (passata dai 253.000 ettari della campagna 2005 agli attuali 65 mila ettari) ed alla chiusura degli zuccherifici (da 19 stabilimenti attivi agli attuali 4) ha causato una drastica contrazione del settore bieticolo saccarifero, che è passato da 1.557.443 tonnellate di quota di produzione di zucchero assegnata all’Italia alle attuali 508.379 tonnellate. Queste sono a grandi linee le “cattive” notizie, quelle “buone” sono invece che, conformemente alla riduzione della superficie, si è osservato un incremento notevole nelle rese unitarie nazionali. Nell’ultimo
decennio, il miglioramento genetico delle varietà ha fatto passi da gigante e fra i parametri migliorati spiccano soprattutto quelli relativi alla qualità tecnologica. La scelta varietale è orientata efficacemente dall’assistenza tecnica realizzata dalle associazioni bieticole e dai tecnici delle società saccarifere, con il supporto di Beta. Tale sistema, insieme alla selezione delle aziende agricole ed al miglioramento di efficienza degli impianti operato negli ultimi anni, ha portato ad un netto miglioramento della qualità tecnologica delle bietole italiane e delle rese, ma la strada è ancora lunga per raggiungere i parametri registrati oltre alpe, dove valori anche di molto superiori a 9 tonnellate di saccarosio per ettaro sono la norma. La ricerca in bieticoltura è stata molto intensa negli anni passati quando diverse strutture pubbliche e private erano impegnate in questo settore. Fra le strutture private si ricorda che, prima della nascita di Beta, ogni società saccarifera ed associazione bieticola aveva la propria struttura di ricerca. Dall’inizio della riforma la maggior parte della ricerca scientifica nazionale sulla coltivazione è svolta da Beta che con finanziamenti pubblici e privati affronta i principali temi di ricerca in coordinamento e collaborazione con altre istituzioni come le Università (Bologna, Udine, Padova, Piacenza, Bari, Foggia, Pisa, Modena e Reggio Emilia) il CRA-ISCI, il CRPV (Centro Ricerche Produzioni Vegetali), il servizio Fitosanitario della Regione Emilia Romagna, i servizi di sviluppo agricolo delle diverse regioni (ERSSA, ARSIAM, ERSAM). In particolare, nell’ultimo triennio il principale progetto di ricerca in tema bieticolo porta il nome di “Consolidamento dei comprensori bieticoli” ed è stato finanziato dal MIPAAF e dai soci di Beta. Tale progetto ha permesso annualmente di fornire delle chiare linee guida alle aziende agricole attraverso la sperimentazione e il monitoraggio dei fenomeni biotici ed abiotici che influenzano la coltura effettuati da Beta in collaborazione con i tecnici della filiera bieticolo saccarifera. Le linee guida così ottenute sono divulgate capillarmente dai tecnici della filiera attraverso visite tecniche, incontri, visite a campi sperimentali, messaggi, bollettini, articoli su riviste, congressi e convegni. Nell’attuale complessità del quadro economico mondiale, l’agricoltura europea ha da tempo assolti i primari obiettivi di sicurezza alimentare, e si trova ora ad affrontare un’impegnativa sfida di modernizzazione che coniuga produttività economica e sostenibilità ambientale. Ciò comporta non solamente un’evoluzione delle tecniche di produzione, con l’adozio-
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ne di sistemi meno impattanti, ma anche cambi di indirizzo produttivo: da settore quasi esclusivamente dedito alla produzione di derrate alimentari, oggi all’agricoltura si chiede sia di produrre energia grezza, sotto forma di biomasse, sia di prestare servizi di presidio del territorio e di tutela dell’ambiente. Queste nuove “missioni” riportano il settore ad un ruolo sociale incisivo, determinando nuovi insiemi di opportunità, ma anche di problematiche. Lo sviluppo della funzione energetica dell’agricoltura, in particolare, può trascinare il comparto agricolo in un ciclo virtuoso che vede collegarsi alle nuove opportunità economiche anche interessanti ricadute sociali e ambientali. Tali opportunità, però, necessitano di un approfondimento culturale per affrontare la predisposizione di filiere complete, destinate alla valorizzazione delle biomasse del territorio. La determinazione del bilancio dell’anidride carbonica e dell’energia richiesta ed incamerata dalla barbabietola da zucchero quale testa di rotazione in molti avvicendamenti di aziende agricole della pianura padana ha fornito risultati molto interessanti che meritano degli approfondimenti. Un ulteriore recente impiego della barbabietola da zucchero è quello relativo alla produzione di bioplastiche. In Italia il gruppo COPROB ha iniziato nel 2009 una sperimentazione in questo senso ed è prevista la produzione di tali prodotti nei prossimi anni. Tutte queste alternative alla tradizionale produzione di zucchero dalla barbabietola mettono in luce la versatilità del prodotto e la possibilità di attuare anche
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in Italia ciò che i paesi nordici applicano già da anni. Il consolidamento delle aree bieticole non può infatti essere minato da eccessi o carenze di prodotto e di superficie. Per arrivare ad una stabilizzazione della produzione nazionale risulta strategico individuare impieghi alternativi del prodotto che permettano di svolgere un effetto tampone mirato a valorizzare adeguatamente gli eccessi di produzione o rifornire le fabbriche in caso di carenza di prodotto. In conclusione, queste sono solo alcuni dei filoni di ricerca e di approfondimento che Beta si appresta ad affrontare. Gli obiettivi sono sicuramente ambiziosi e complessi ma è solo attraverso una efficace ed importante strategia di ricerca e sviluppo che questo comparto, che tante soddisfazioni ha avuto e ha dato all’economia italiana nel suo complesso, potrà proseguire ad esistere mettendo a disposizione delle generazioni presenti e future quell’importantissimo bagaglio di esperienze e conoscenze multidisciplinari che si è conquistato negli anni. La filiera bieticolo saccarifera, esempio unico in Italia di integrazione verticale tra agricoltura e industria, non può permettersi di passare alla storia come un nobile dal passato glorioso e decaduto. Stiamo pagando l’inevitabile costo che comporta l’evoluzione che sta attraversando il sistema economico nel suo complesso. Adesso sta a noi cogliere pragmaticamente e sapientemente le opportunità con sguardo rivolto al futuro.
17° SYMPOSIUM A.V.H NUOVI VINCOLI E NUOVE SFIDE PER IL SETTORE ZUCCHERO 25 MARZO 2010 MAISON DES AGRICOLTEURS REIMS (F) L’Associazione Adrew Van Hook propone ai tecnici saccariferi, ai costruttori di impianti, ai fornitori e ai ricercatori un forum dove effettuare discussioni e ricevere informazioni su argomenti di grande interesse ed attualità per l’industria dello zucchero. Saranno dibattuti i problemi che nascono dai nuovi regolamenti sulla sicurezza sul lavoro e sulla protezione dell’ambiente. Si discuterà anche sul risparmio energetico e sulla risorsa acqua. E-mail:
[email protected]
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SUGAR INDUSTRY IN EGYPT L’INDUSTRIA DELLO ZUCCHERO IN EGITTO Sugar Tech 2008 Riassunto: Si può far risalire la nascita dell’industria dello zucchero in Egitto al 710 DC. Gli egiziani sono considerati i pionieri della raffinazione dello zucchero. La produzione totale di zucchero in Egitto (canna e barbabietola) è stata nel 2008 1.582 milioni di tonnellate a fronte di un consumo di 2.485 milioni di t. Le barbabietole sono coltivate su un’area di 247.000 feddan e producono il 39% dello zucchero bianco egiziano. Il feddan è la misura di superficie utilizzata in Egitto ed è pari a 0,42 ha. Viene indicata la situazione attuale della produzione saccarifera in Egitto.
Abstract Sugar industry in Egypt started back in the year 710. Egyptians are considered to be the pioneers in refined sugar industry since ninth and tenth centuries. The total production of sugar in Egypt in 2007-2008 is 1,582 million tonnes and the consumption is 2,485 million tonnes. Sugar beet grown in 247000 feddan and produces 482 mt of white sugar with an average of 50.7 ton/ha. However the sugarcane produces 1075184 metric ton of sugar. An up-to-date progress and distribution of sugar beet and sugarcane industry in Egypt has been discussed in this review.
The importance and evolution of sugar industry in Egypt Sugar industry is one of the oldest industries in Egypt. Pharaohs had been extracting sugar from the Kharroub. The far east is considered the first home for extracting sugar from sugar cane and it spreaded to Persia and the Arabs who transferred it to Egypt in 710 AD. The Egyptians were the first to reach the refined sugar industry during the ninth and tenth centuries, a part of this production was exported to Europe. Sugar industry had entered the stage of collapse in the Mamluk era and returned to prosper once again in the era of Muhammad Ali. In 1850, Egypt tended to import good kinds of high productivity sugar cane seeds from the Far East, thus increasing the Egyptian production of sugar cane and encouraged the establishment of the oldest sugar factory in Al-Rawda in Minya governorate (Anon., 1982a), followed by establishing about 16 factories along the Upper Egypt in the era of Khedive Ismail to produce the raw sugar which was exported to Europe to be refined. In 1881, the first factory to refine sugar was established in Al Hawamdia city by the name “The Egyptian refining company” (Al-Suefi, 1974).
A French shareholding company was established under the name of the sugar factories in Upper Egypt in 1892, and then the two companies merged in a single company on behalf of the General Company for sugar factories and refineries in 1897. After the revolution, specifically, in 1956 there was a partial nationalization of the sugar industry and the Sugar Company and the Egyptian distillation was established followed by the nationalization of the company and it became a fully public sector company owned by the state (Anon., 1982b). Sugar production in Egypt still depends entirely on sugar cane till 1981 which was the main problem in the Egyptian sugar industry. Owing to the occurrence of Egypt in the heart of the arid region and deficit of water resources in addition to the rapid increase of population which requires continued growth in the production of sugar to fill the local need, it was difficult to expand the cultivation of sugar cane crop because it requires large quantities of water and is against the Egyptian water policy. This problem has necessitated adapting the sugar beet crop. Egypt has allocated tracts of reclaimed land since 1981 for growing sugar beet and established the first factory for sugar beet in Hamul in the Governorate of Kafr El-Sheikh in 1982, where it participated about 2.5 % of total sugar production in Egypt (El-Deeb, 1999).
The geographical distribution of sugar industry and production in Egypt Because of the availability of the previous conditions in southern Egypt governorates, they became the main home to the cultivation of sugar cane and the home of sugar cane industry in Egypt, particularly in the governorates of Sohag, Qena and Aswan (A. Saudi, 2006). While there are some governorates in the Middle and Lower Egypt, which cultivate sugar cane for juice and not for sugar industry as in the Qaliubiya and Beni Suef The sugar beet is a temperate region crop as it needs an average temperature and its needs of water are less than cane, where an estimated of water per beet feddan ranged between 2.5-3 m3 as a summer crop, and non-stressful soil and can survive in sandy and salt soils (Kiple and Comme, 2000). Cultivating sugar beet has concentrated in the northern Delta and desert parties in the governorate of Kafr El-Sheikh and in Nubariya. But in the recent years, it extended southwards to the governorates of Beni Suef and Fayoum as well as proliferation in the provinces of Lower Egypt, especially sub-Rashid
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neighborhood, Damietta particularly in the governorates of Kafr El-Sheikh , El-Garbia and EL Dakahliya. Sugar beet cultivates in lower delta in agriculture rotation during the winter season the cultivation starts from the beginning of September till the middle of November the beet stay in the ground around six months till its maturity, The planting dates affect a significant impact on crop sugar beet and sugar contents (Ahmed and Marei, 1998). Sugar industry in Egypt differs from other countries, whether in South America or Africa, as the farmers grow sugar cane and beet in their own lands. And then providing the factories with their needs by supply contracts. While in the New World and some African countries dominates a system of plantations which are owned by the company that owns the factory using machines widely manpower as well as the magnitude of the farm which might in some cases thousands of hectares. The cultivation of sugar cane is concentradedin the southern governorates were Qena comes in the first rank, which alone accounted for 48% total cultivaded area of sugarcane and Aswan governo rate comes in second place and accounted for a quarter of the cultivated area of sugarcane in Egypt. Menya comes in the third rank with about 12 % of the total cultivated area of sugarcane in Egypt, while Luxor comes in the fourth rank with about 7 % of the total area and finally, Sohag in the fifth place with about 5.4 % of the total area planted with sugar cane in 2007 in Egypt. The focus of cultivating sugar cane and sugar industry in the provinces of the Middle and Upper Egypt is mainly due to the suitable natural conditions for agriculture, which ultimately reflected on higher average productivity per feddan (more than 51 tons / feddan). This productivity puts Egypt in the first place among the producing countries of sugar cane in the world. The average of productivity per feddan declines gradually from southern to northern Egypt.
Average productivity of sugar cane (ton per feddan) in Egypt regions There are eight sugar factories in Egypt distributed in the major governorates which produce sugar cane. The governorate with the most cultivated land with sugar own the most factories in Qena, and distributed in of Naga Hammadi - Deshna - Kous – Arment, While in Aswan, there are two factories in Komombo and Edfu. There is only one factory in both Sohag (Gerga) and Minya (Abu Kerkas). The production capacity of Naga Hammadi which comes at the first rank, followed by Kouss factory, Armant and Edfu. The sugar factories in Qena stands first in sugar production as they share with about 56% of the sugar cane production in Egypt, while Aswan governorate comes second as it share with about 33 % of sugar production. As for the geo-
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graphical distribution of sugar beet is concerned which started with an experimental farm of about two thousand feddan in order to provide Hamul factory in Kafr El-Sheikh. Then the cultivated area began to increase till it reached about 43 thousand feddan in 1993 with estimated production at about 853 thousand tons and the average productivity of 20 tons / feddan. Kafr Al-Sheikh is the main and only governorate to produce beet and sugar beet. With population growth and incresing demand for sugar in addition to the difficulty off expansion in the coltivation of sugarcane was the trend towards incresing the cultivated area with sugar beet and its transitino to new governorates, such Dakahlia, wich entered the area of cultivating beet and producing sugar beet after the establishment of Belkas factory which started production in 1997. Recently, the total beet planted area estimated in 2007 was 249.000 feddan which produced about at 5,5 million ton of beets and average productivity of about 22 ton per feddan. Kafr Al-Sheikh is rande as the among the governorates of republic and it cultivated sugar in about 81.000 feddan. Dakahlia, in 2007, comes in the second rank with about 41 thousand feddan which is equivalent to approximately 16.5 % of the total sugar beet cultivated area in Egypt. The reason of the large areas of beet in both governorates is that they are the oldest one in which growing beet was tested in addition to the establishment of the first two factories of sugar beet and there are also the sandy and salty lands which are not suitable for other crops. Fayoum governorate comes in third place among the governorates of the republic, although growing beet in it is newer the previous two The large beet planted area in Fayoum has encouraged the establishment of the third factory in it. Beni Suef and Al Sharqia come fourth and fifth (8.5 to 7.7 %), respectively. The beet sugar of Beni Suef is transformed to the factory of beet sugar in Fayoum and the rest to Abu Korkas factory in Menia, while Al Sharqia beet is transformed to Belkas factory in Dakahliya. The beet sugar is processed by five factories, two in Hamul in Kafr El-Sheikh and one in each of Fayoum, Dakahliya (Belkas) and last in Abu Kerkas. The amount of corrective energy in beet sugar factories is about 3.3 million tons and it is planned to establish a new set of factories in Nubariya and Dakahlia to increase the contribution of the production of beet sugar in Egypt. The sugar cane was the main source of sugar industry in Egypt until 1982 and then a factory was built in Hamul and about 2000 feddan of sugar beet were planted to operate this factory and in this year beet sugar contributed about 2.5 % while cane sugar shared with of 97.5%. After that, the share of beet sugar increased because of the expansion of beet cultivated area and the establishment of new factories until the
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share of sugar beet in 2000 with about a quarter of sugar product in Egypt. With the establishment of factories (Fayoum and Abu Kerkas) in addition to adding new areas for planting beet in the governorates of Fayoum, Beni Suef, and Minya, the share of sugar beet increased to almost 39 % of the total sugar production in Egypt while the share of cane sugar decreased in spite of the stability of its production to be about 61 % of sugar production in Egypt.
Consumption Egypt suffers from the shortage of the domestic production to cover the demand of sugar because of the increase of population and the rise of the standard of living. Despite of the increase of Egyptian sugar production until it reached about 1.6 million tons in 2006, but it produces only one third of the domestic demand of sugar (Table 6; Fig 6). Egypt was self-sufficient in sugar until 1974 and it had a surplus for export when the consumption was more than the production. In 2006, the total consumption of sugar in Egypt was about 2.6 million tons, and there is a deficit, of one million tons, or one third of the consumption demand, that can be compensated by the import from abroad. The sugar is one of the subsidized commodities provided by the government at low prices for people with limited income, and most important of these goods and bread flour, cooking oil and sugar (Lofgren and El-Said, 2001). Egypt comes at the seventh rank among the sugar consumed nations in the world in 2007, its share reached to 1.7 % of the total world consumption of sugar (Anon, 2008). There is also a constant increase in the quantities of sugar consumed in Egypt that turned Egypt from an exported country at the beginning of the seventeenth to an imported country with about 2.6 million tons. The increasing demand of sugar consumption was reflected on the increase of consumption per capita, where the sugar consumption per capita in 1972 was estimated with about 16 kg per year then increased to about 34 kg per year in 2007. With this average, Egypt comes under high level of consumption per capita among the African countries and globally also as the global average of sugar consumption per capita was estimated around 22 kg per capita/year in 2007 (UN, 2007). Egyptian imports of sugar
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Egypt has achieved self-sufficiency of sugar until 1973 and it even had a surplus to be exported abroad, where sugar was one of the exported goods that contribute to obtain foreign currencies with cash crops of cotton and others. In the late of 1973, the deficit of sugar production started, as the local production could not meet the demand, that there. An increase of sugar import was seen since 1973 where the gap started between production and consumption. Then, the imports continued to grow until 1990 (from 680 thousand tons of sugar to 455 thousand tons in the following year) due to expansion of sugar beet cultivation and the operating of the second factory, resulting in increasing domestic production of 830 thousand tons in 1990 to about 1.31 thousand tons, which led to reduce imports of sugar (Table 7). With the continued increase in cultivated area and increasing the capacities of sugar beet factories, the domestic production increased and imports of sugar began to decline till it reached 401 thousand tons in 2001. Since the year 2002, the imports began to increase again because of the increasing of population and increase of sugar demand which reached about one million ton. Egypt imports quantities of sugar in the form of pure sugar to be refined locally where two factories were established to refine sugar (the imported and the local product), the first in Alhawamdia and the second on the road between Cairo and Ismailia.
Conclusion The Egyptian sugar industry is one of the oldest industries and the most important as it produces a very important strategic food. Its local production and self-sufficiency gives an additional political weight. With rapid population growth which is estimated to reach about 80 million people at the end of this year, there will be an increase of sugar demand. This situation pushes Egypt to accelerate the completion of sugar beets projects planned in several provinces beside improving cane productivity and establishing new units. Egypt can be self-sufficient in sugar through use of improved technologies and processing efficiency.
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I SUCCESSI DELLA FILIERA FRANCESE Alberto Guidorzi
La filiera bieticolo saccarifera francese negli ultimi trent’anni ha operato una trasformazione ed una ristrutturazione tali da porla in grado: prima di orientare e poi superare pressoché indenne gli effetti dell’OCM-zucchero del novembre 2005, che tanto invece ha inciso sulle filiere mediterranee ed ha fatto praticamente scomparire la produzione di zucchero da molti dei 27 paesi facenti parte dell’Unione Europea. Si ricorda che l’Europa dello zucchero era stata concepita nel 1968 con lo scopo di rendere autosufficiente in zucchero la Comunità Europea di allora ed aveva strutturato le varie direttive, succedutesi nel tempo, sulla base di quote produttive di zucchero assegnate alle singole nazioni in modo tale che: la quota di tipo “A”, detta anche “quota di base”, avesse lo scopo di soddisfare i consumi interni di ogni Stato, mentre la quota “B”, detta anche “quota di specializzazione” servisse a soddisfare le aspirazioni produttive dei paesi più vocati alla produzione bieticola. La remuneratività delle due categorie di zucchero, per quanto prima detto, non poteva quindi essere uguale, ma più elevata quella della quota A, minore invece, a causa dei prelievi effettuati alla fonte, la quota B. Era stata, inoltre, prevista l’eventualità che si fossero sforati i quantitativi producibili nelle due quote ed il sovrappiù era stato chiamato impropriamente quota “C”, infatti non avendo previsto nessun limite produttivo oltre le due quote prima dette, parlare di quota era una contraddizione. All’interno d’o-
gni nazione le quote di produzione zucchero furono distribuite in modo duraturo ad ogni singolo gruppo industriale. Per soddisfare le quote produttive di zucchero era evidente che occorreva produrre delle bietole da trasformare ed a queste sarebbe spettato un trattamento economico corrispondente ai due tipi di zucchero, pagate di più se erano trasformate per lo zucchero A, meno per il tipo B. La normativa a questo proposito lasciava, tuttavia, una certa autonomia agli Stati Membri sul come collegare la produzione agricola a quella industriale. La richiesta fatta in Francia dall’unico sindacato bieticolo francese operante fu quella di pretendere che come le quote di produzione zucchero andavano a patrimonializzare gli zuccherifici così delle corrispondenti quote bietole dovevano andare ad arricchire le terre dei bieticoltori; la pretesa portò, dopo accanita contrattazione, a far si che anche la superficie dell’impresa agricola fosse dotata della facoltà di produrre quantitativi duraturi di bietole (annullabili in caso di non continuità di produzione) e riceverne prezzi diversificati. In altri termini la contrattazione annuale del coltivatore francese con gli zuccherifici divenne in pratica una sua offerta a coltivare la sua quota bietole di dotazione aziendale al fine di permettere allo zuccherificio, che accettava l’offerta, il diritto di produrre la corrispondente quota parte di zucchero che vi era legata. In Italia invece si optò per il prezzo mutualistico indistinto e di conseguenza la contrattazione
Grafico 1 - Ev oluzione delle rese in radici a 16° nel periodo 1979/1980 – 2006/2007. La linea spezzata indica i dati reali, mentre la linea tratteggiata la tendenza nel tempo (Fonte CGB).
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Grafico 2 - Ev oluzione delle superfici e delle produzioni bieticole raccolte nel periodo considerato. (Fonte CGB)
si estrinsecò sempre come una domanda autonoma dello zuccherificio verso il coltivatore affinché gli producesse delle bietole e quindi la non formulazione della richiesta comportava l’impossibilità a coltivarle. L’agricoltore italiano, tenuto conto dei rapporti interprofessionali instauratisi, orientò, quindi sempre la sua scelta di coltivare o meno, solo in funzione del prezzo del momento, infatti, egli non doveva salvaguardare nessun diritto come, invece, era obbligato a fare il collega francese. La scelta italiana a quel tempo poteva anche essere la più opportuna, ma purtroppo col tempo si rivelò strategicamente fallimentare, al contrario della Francia, dove invece la scelta fece da motore e da trampolino di lancio per cominciare a progredire; se non altro nella gestione al meglio dei fuoriquota bieticoli eventualmente prodotti, l’agricoltore li poteva riportare da un anno all’altro giocando sui suoi investimenti a bietole annuali. Con questa regolamentazione, fin dall’inizio le società saccarifere francesi si sono poste l’obiettivo di produrre zucchero sempre più a minor costo al fine di competere sui mercati internazionali, esse avevano la vocazione all’esportazione, per contro il bieticoltore d’oltralpe si autoimpose di coltivare le sue quote producibili su superfici sempre minori mediante l’aumento della produttività unitaria. Il grafico 1 mostra l’evoluzione delle produzioni, mentre il grafico 2 compara la diminuzione di superficie coltivata raffrontata alla produzione di bietole, mantenutasi pressoché costante. Si fa notare che in trent’anni la polarizzazione media francese è aumentata di ben tre
gradi polarimetrici (da 17° a 20°), ma questo dato non compare nelle statistiche in quanto è d’uso oltralpe parlare di rese a 16°, nel senso che mediante coefficienti calcolati, ogni produzione ponderale la si riporta a 16° aumentando (o diminuendo) proporzionalmente la produzione di radici. Altro codice usato dalla professione è il “peso valore”, ossia come attestare la produzione ponderale rispetto alla polarizzazione; ciò al fine di godere del plus valore derivato dalla diversa proporzionalità del listino prezzi delle bietole in funzione della ricchezza in zucchero. Anche in questo caso hanno calcolato coefficienti per facilitare i calcoli e le prefigurazioni. Il grafico 3 mostra quanto appena detto su “produzione a 16° e “peso valore”, la tabella 1 esplicita la prefigurazione. Per completare il quadro temporale dell’andamento delle produzioni medie nazionali francesi si riportano i dati non ancora entrati nelle statistiche delle produzioni degli ultimi due anni. • 2008 - 87,5 t/ha di radici a 16° • 2009 - 94,0 t/ha di radici a 16° Si fa notare che il progresso che ha permesso di registrare il quasi raddoppio delle rese ponderali è un progresso netto, cioè non imputabile alle obiettive e non disconoscibili vantaggiose condizioni pedoclimatiche del Centro Europa. Inoltre questi successi produttivi, Oltralpe si sono realizzati in concomitanza con una profonda trasformazione societaria che ha visto l’abbandono del capitale privato e il subentro di
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Grafico 3 - Sov rapposizione del grafico dei coefficienti di trasformazione delle rese a 16° (Peso a 16°) in funzione delle polarizzazioni, con quello dei coefficienti di calcolo dei prezzi in funzione delle polarizzazioni (Peso v alore). E’ ev idente che esiste proporzionalità diretta tra coefficiente di riporto 16° di tutte le polarizzazioni > o < a 16°, non così inv ece per il secondo grafico in quanto il listino prezzi adottato in Francia, innanzitutto considera non commerciabili le radici con tenore in zucchero minore del 13,5% e penalizza molto le bietole fino a 14,5°. Ai v alori di 16° e 20,3° v i è coincidenza di coefficiente con quelli di “peso a 16°, mentre nell’interv allo tra i due v alori l’andamento è più che proporzionale. Ciò sta a significare che si v alorizzano maggiormente le bietole che hanno polarizzazioni comprese tra 18° e 19°. Tutto ciò incide sulle scelte v arietali dei coltiv atori e di conduzione della coltiv azione. Dato poi che la proporzionalità cala oltre i 20,3°, mentre inv ece le produzioni degli ultimi anni sono frequentemente oltre questo limite, si sta discutendo di cambiare il listino prezzi onde spostare il tratto di grafico con maggiore proporzionalità oltre il limite di 20,3°. La tabella 1 esplicita un prefigurazione produttiv a nei v ari interv al-
forme cooperative di trasformazione industriale. Esse hanno raggiunto livelli ormai largamente maggioritari, nell’ambito della trasformazione societaria. Il motivo di questa trasformazione risiede sempre nella volontà dei bieticoltori di far permanere nella propria azienda le quote produttive detenute e di voler partecipare agli utili della trasformazione industriale. Quali sono stati i pilastri tecnico agronomici che hanno permesso il progresso nei trent’anni presi in considerazione? Innanzi tutto hanno voluto che il seme rappresentasse un elemento di progresso mediante la ricerca di qualità intrinseche tali da permettere loro di seminare molto più in anticipo, Un basso prezzo del seme non ha mai rappresentato l’elemento essenziale da ricercare, come invece è stato in Italia). Con ciò i 20 gg medi guadagnati a marzo nelle semine li hanno trasformati in anticipi degli estirpi realizzando minori tare e perdite di fine campagna. I costi dei trasporti li hanno ridotti non solo ristrutturando i comprensori conferitori, ma anche trasportando più zucchero per ogni veicolo mediante l’aumento del tenore in zucchero della materia prima, quest’ultimo poi, sapendo che era influenzato negativamente dalle eccessive concimazioni azotate, ha potuto godere del dimezzamento degli apporti nutrivi del-
l’elemento nitrico senza incidere sulla produttività. La protezione dell’apparato fogliare e l’irrigazione sono state tenute in massima cura (pur diminuendo del 70% l’uso di principi attivi di protezione) e le resistenze genetiche alle malattie da ricercare nelle varietà di seme, sono state solo quelle che non avevano nessuna alternativa di lotta nella pratica agronomica. I miglioramenti apportati in campagna hanno permesso di ridurre i costi proporzionali della bietola ed attestarli sui 1150 /ha, contro i 14501500 /ha italiani. Evidentemente tutto questo è stato il frutto di ricerche finalizzate che sono state eseguite dall’unico istituto di ricerca operante (l’ITB – Institut Technique de la betterave). In conclusione, ci si sono posti degli obiettivi precisi e si è demandato alla ricerca di dare risposte, ma ciò che più conta è che le indicazioni tecniche ricevute sono state fatte proprie da tutti i bieticoltori. In Italia, purtroppo, tutto questo fermento tecnico innovativo non ha avuto luogo e molti messaggi sono stati contraddittori e ritenuti poco o non credibili in funzione della fonte più meno interessata che li dava. Inoltre il prezzo del seme, mantenuto a livelli troppo bassi per pretendere i progressi che la genetica vi avrebbe potuto apportare, ha però permesso di giusti-
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Tabella 1 - Si ipotizzano tre div erse produzioni di radici/ha opportunamente scelte ed a differente polarizzazione. Tramite i coefficienti di “Peso a 16°” v engono trasformate in rese a 16° (che per le scelte ipotizzate risultano tutte di 75 t/ha). Se poi si trasformano le produzioni con i coefficienti di “Peso v alore” si può notare che i pesi v alore calcolati corrispondono ai pesi a 16° nei due liv elli di 16° e 20,3°, mentre essi sono più alti con polarizzazione a 18°. In conclusione: con la produzione B si realizza un plus v alore, a cui ev identemente il coltiv atore mira. (nelle note sono indicati i calcoli di trasformazione). (Fonte: nostra elaborazione).
ficare il controllo “poliziesco” della distribuzione e mascherare gli innumerevoli conflitti d’interesse esistenti. Quando poi a Bruxelles, per gli impegni presi in sede WTO, si decretò l’esigenza di far divenire l’UE importatrice netta da esportatrice ch’era divenuta, impegnandosi a diminuire la sua produzione del 25-
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30%, allora iniziò un’efficace azione di lobbing, però supportata da fatti concreti, quali erano i successi vantati. L’azione non solo francese, ma anche d’altri produttori del Centro Europa fece si che gli iniziali termini previsti dalla riforma dell’OCM, improntati ad un taglio lineare operato su tutti i paesi produttori di zucchero dell’UE, fossero modificati in modo da salvaguardare preferenzialmente i più competitivi. Tabelle come quella che mostriamo (Tab. 2) sono state fatte circolare ad arte nelle stanze dei funzionari della Commissione europea e man mano hanno fatto testo e divenute base di partenza per formulare una riforma che incentivasse i detentori di quote zucchero più in difficoltà a cederle all’UE al fine di essere poi annullate. Le precarie condizioni in cui versava l’industria italiana hanno fatto sì che i lauti indennizzi e praticamente incondizionati, trovassero i detentori di quote zucchero italiani ben lieti di abbandonare. Ancora una volta si verificarono dei comportamenti differenziati tra i bieticoltori delle due nazioni. In Francia tutto passò attraverso la partecipazione attiva ed interessata dei bieticoltori detentori sia di quote bietole che societarie, mentre in Italia la decisione di chiudere gli zuccherifici passò letteralmente sopra la testa dei bieticoltori, anche se ad onor del vero anch’essi sono stati lautamente indennizzati, ma ciò è avvenuto solo in un secondo tempo, quando “la riforma fu riformata” per raggiungere l’obiettivo prefissato.
Tabella 2 - Sono ev idenziati i progressi produttiv i realizzati da v ari paesi comunitari tra due periodi distanti circa un quindicennio. L’Italia risulta a progresso praticamente nullo. Forse questa tabella è frutto di statistiche mal eseguite, ma sicuramente è stata qualche fonte italiana a fornirle o a non smentirle, fatto sta che hanno influenzato negativ amente gli eurocrati! (Fonte: Documento riserv ato reperito presso gli uffici UE).
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SPIGOLATURE Il Diavolo e l’Acqua Santa Sergio Bertuzzi
Da quando l’ammiraglio di Alessandro, Nearco, che navigando i fiumi dell’India, assicurava i rifornimenti all’esercito macedone, portò in Grecia il miele senza api,sono trascorsi ventitre secoli. Ventitre secoli di continua crescita, a volte addirittura tumultuosa, per un prodotto oggi ritenuto banale e relegato alle cose di largo consumo: una commodity. Destino singolare quello dello zucchero: a causa della sua caratteristica principale, ha incontrato nella sua lunga carriera agguerriti nemici e straordinari difensori: il sapore dolce che è indissolubilmente legato al piacere ha fatto sì che lo zucchero fosse, via via, angelicato o demonizzato. Il diavolo e l’acqua santa, appunto. L’uomo ha costantemente ricercato il sapore dolce ed ha trovato la maniera di produrre a volontà la sostanza che questo sapore riproduce. Lo zucchero ha avuto un ruolo particolare nella storia ed è strettamente legato allo sviluppo del commercio mondiale, ma anche alla colonizzazione e alla schiavitù, ed infine, alla nascita di una industria intesa in senso moderno e alla ricerca di regole commerciali valide universalmente. Con le Crociate( XII secolo ) lo zucchero arriva in Europa e, in un primo tempo, ha un uso medicinale, è molto raro e gli si attribuiscono notevoli virtù. Dalle ricette per i malati passa anche alla cucina, diventa una spezia preziosa che viene da lontano e che possiede virtù medicamentose e culinarie assieme. “Lo zucchero non guastò mai vivanda” è un detto che proviene dal Rinascimento ed attesta il crescente uso in cucina dello zucchero. Nel 1620 un medico inglese scrive che lo zucchero più è bianco, più è puro e sano. Nasce la saccarofilia, cui non tarda a contrapporsi la saccarofobia. ‘E Paracelso, nella prima metà del cinquecento che si oppone alla teoria umorale di Ippocrate e Galeno e vuole mettere in evidenza l’importanza dell’alchimia. Anche lo zucchero subisce un duro processo “sotto il suo candore lo zucchero nasconde una grande nerezza e sotto la sua dolcezza una immensa acidità simile all’acqua forte”, scrive un medico seguace di Paracelso che attribuisce allo zucchero una dimensione intrinsecamente malefica. “Lo zucchero, sostanza acre e corrosiva, dissolve gradualmente il sangue e gli umori” lascia scritto un altro medico. Il dibattito si fa intenso: qual è la natura dello zucchero: è un medicamento, un condimento o un alimento? Qualsiasi natura abbia lo zucchero, nel settecento, per una accresciuta disponibilità, diventa una derrata larga-
mente e comunemente usata. Con gli Enciclopedisti e con la Rivoluzione in Francia la saccarofilia prende il sopravvento e Rousseau scrive che la Dolcezza è dalla parte della Natura e del Progresso .In Inghilterra si scrive che “il costante aumento del consumo di zucchero è la causa principale della miglior salute e del maggior vigore della popolazione inglese”. Nel 1853 Bernard mette in evidenza il ruolo glicogeno del fegato e dimostra come siano gli idrati di carbonio ad alimentare il lavoro muscolare. Ecco trovato il ruolo fondamentale dello zucchero, ma in che forma lo si deve consumare? Riprende il dibattito e gli interessi commerciali annebbiano tutto. Si scrive in un libro di successo “lo zucchero bianco è tanto purificato e tanto raffinato da poter essere paragonato all’eroina”. In Sugarblues, ancora disponibile in libreria, William Dufty scrive “Nel 1965 incontrai un saggio orientale che mi disse: se volete conquistare il Vietnam bombardate con le vostre razioni alimentari, zucchero, caramelle e Cocacola”. Dobbiamo dire che anche i prodotti sostitutivi dello zucchero, a cominciare dalla saccarina, non hanno goduto di pareri unanimi da parte dei ricercatori, anzi per molti di loro si sono avanzate pesanti riserve. Uno dei prodotti più usati come dolcificante negli USA, lo sciroppo di fruttosio, è messo in stato di accusa per il suo contenuto di mercurio derivante dalla soda impiegata nella rigenerazione delle resine utilizzate per produrlo. Dopo 30 anni di processi, torna, così, alla grande, dice il NY Times, lo zucchero che sta sempre più sostituendo i dolcificanti artificiali accusati di provocare danni alla salute. Negli USA a guidare la svolta è Michelle Obama che dichiara di dare alle figlie solo prodotti naturali e cioè zucchero bianco non importa se di canna o di bietola. Anche il prezzo dello zucchero ha avuto, nei mercati mondiali, una strepitosa impennata fino a superare i 504 euro/t del prezzo di riferimento fissato dalla riforma UE. Nonostante questo nuovo andamento favorevole, in Italia, nel nostro settore ci sono grandi preoccupazioni; la nostra industria si è ridotta al minimo, ma non riesce ad uscire da una persistente difficoltà. Ancora una volta si guarda ai provvedimenti del Governo come unica panacea. In questo campo, in Italia, l’Industria Saccarifera è in buona compagnia. Speriamo che il diavolo non ci metta la coda!
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IL NUOVO COMMISSARIO DELL’AGRICOLTURA EUROPEA Dalla nostra Redazione
In Europa, il giorno stesso della diffusione dei dati Eurostat (il braccio statistico della Commissione) sui redditi agricoli, c’è stato l’ultimo intervento ufficiale del Commissario uscente all’agricoltura: Mariann Fischer Boel, che a fronte di dati preoccupanti ha messo in evidenza il bisogno di una forte ed efficace politica agricola comune capace, finalmente, di sostenere i redditi in forte calo degli agricoltori. La riduzione del valore della produzione agricola, ed in particolare dei prezzi, ha causato, infatti, una diminuzione del reddito reale per occupato nella UE a 27 membri del 12,2%. In Italia le cose sono andate molto peggio. Da noi il calo rispetto all’anno precedente, già in calo nei confronti di quello prima, è stato del 25,3%. Un quarto del reddito agricolo perduto in una annata 2009 veramente disastrosa! Non è bastata la discesa dei costi dei mezzi tecnici di produzione, anch’essi colpiti dalla congiuntura negativa con prezzi che sono scesi dai massimi fatti registrare nel 2007 e 2008: il costo sostenuto dagli agricoltori per rifornirsi è diminuito del 9,2%, secondo Eurostat. Alla base dell’andamento negativo c’è la caduta rovinosa dei prezzi (meno 13,2% su base europea); c’è una emergenza redditività in agricoltura dovuta al peggioramento delle ragioni di scambio che colpisce duramente un settore strutturalmente fragile. Eric Lainé, Presidente, in Francia, della potente Confederazione generale dei bieticoltori, descrive con linguaggio efficace la situazione “Après un année noir en term de revenue pour nos exploitatios il faut d’abord souhaiter que 2010 rétablisse la situation des trésoreries malmenéès” La barbabietola, in Francia (leggete su questo giornale) ha permesso a molte Aziende di riequilibrare i conti. In Italia la barbabie-
tola qualche soddisfazione l’ha data, ma rischia di diventare una coltura marginale. In questa situazione molto deteriorata la Commissione Europea Barroso II ha nominato Commissario all’agricoltura il romeno Dacian Ciolos, che ha ricevuto un giudizio molto positivo dal Presidente della Commissione agricoltura del Parlamento Europeo Paolo de Castro. Nella prassi del Parlamento Europeo ci sono le risposte scritte che i nuovi Commissari inviano al Parlamento e c’è la prima audizione ufficiale. L’impressione che si ricava, riferisce la stampa specializzata, è di essere di fronte ad un Commissario che è consapevole di due aspetti fondamentali; in primo luogo l’importanza dell’agricoltura per i Paesi dell’Unione Europea e, di seguito, della necessità di mantenere una Pac forte per il futuro, in grado di assicurare un livello di vita decoroso agli agricoltori Europei. “Le riforme dovranno proseguire in modo da tener conto delle nuove realtà dell’agricoltura e dello spazio rurale europeo” scrive il Commissario Ciolos nel suo primo documento ufficiale Intendo quindi proporre, dopo il 2013, una riforma che valorizzi meglio le misure già adottate in materia”. Si può dedurre che per i prossimi 5 anni avremo a Bruxelles un Commissario all’Agricoltura che, meno sensibile del precedente alle sirene di altri detentori di interressi, rifugge dalla tentazione di smantellare la Pac. Variazione del reddito agricolo per occupato nel 2009 variazione 2009/2008 UE a 27 -14,2% Italia -25,3%
THE SPRI - 2010 CONFERENCE Il simposio 2010 dello SPRI si terrà dal 28 al 31 marzo 2010 a New Orlenas Louisiana all’ Iberville Suites/Ritz-Carlton Hotel. Titolo dei lavori è:
LA RICERCA NELL’INDUSTRIA DELLO ZUCCHERO CHE CAMBIA Per ulteriori informazioni e per ricevere il modulo di registrazione si deve contattare l’Istituto di ricerca sullo zucchero (SPRI) 1100 Robert E. Lee Blvd, New Orleans, Louisiana 70124 tel. 504 286 4343, fax 504 282 5387
[email protected] - www.spriinc.org
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Associazione Nazionale fra i Tecnici dello Zucchero e dell'Alcole Ferrara - Via Tito Speri, 5 - Tel. e Fax 0532 - 206009 e-mail: www.antza.net -
[email protected] CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE in carica Presidente: Dott. SERGIO BERTUZZI - Presidente Onorario: Prof. Giorgio Mantovani Consiglieri: Dott. MARIO BIMBATTI - Dr. Ing. PAOLO BOVINA - Dott. FILIPPO BUJA - Dr. Ing. SANDRO CANOSSA - Dott. RICCARDO CASONI - Dr. Ing. EMANUELE CAVALLARI - Dr. Ing. ENIO CIARROCCHI - Dott. MARIO DAELLI - Dott. FABIO FILIPPINI - P. Ch. FRANCO MANISCALCO - Dott. MARCO MARANI - Dott. MASSIMILIANO MINUCCI - Dott. GIORGIO PEZZI - Dr. Ing. LEONARDO POCATERRA - Dr. Ing. PAOLO REATTI - Dott. GIANPIERO RIDOLFI - Dr. Ing. ANDREA TOSCHI - On. Dr. Ing. FRANCESCO ZAMA Sindaci: P.I. ALESSANDRO COCCHI - Rag. SANTINO GAZZOTTI - Dr. Ing. ENNIO OTTAVIANI Segretario: Dott. ELENA TAMBURINI
LA GIORNATA DI STUDI TECNICI DEDICATA ALLA CAMPAGNA SACCARIFERA 2009
Venerdì 11 dicembre 2009 all’Hotel Petrarca di Boara Pisani (Pd) si è svolta la riunione tecnica denominata SULLA CAMPAGNA: RISULTANZE E COMMENTI DELLA CAMPAGNA 2009 Hanno partecipato all’evento numerosissimi addetti ai lavori confermando l’interesse che una riunione tecnica di questo tipo riscuote presso chi opera nel settore saccarifero. Riportiamo di seguito un riassunto degli interventi:
La campagna saccarifera 2009 allo Zuccherificio del Molise- Termoli Dott. Sandro Messi La campagna saccarifera 2009 è iniziata il 17/07/2009 con i ricevimenti bietole, il 18/07/2009 con la lavorazione ed è terminata il 26/09/2009 per un totale di 70 giorni. Le analisi dei campioni pre-campagna facevano prevedere una campagna saccarifera in linea con quella precedente per quel che concerne la resa per ettaro e con qualità della bietola confrontabile a quelle delle migliori lavorazioni. L’inizio della lavorazione è stato programmato verso la fine di Luglio con conferimenti medi di circa 8000 – 8500 t/d di bietole lorde al fine di evitare la doppia campagna bietole visto che le bietole primaverili provenienti dalle Marche costituivano circa il 35% del totale conferito. La produzione lorda di radici per ettaro è stata di 46,9 t/ha (produzione netta 43,2 t/ha) con una produzione media di saccarosio di 7.0t/ha. Purtroppo si è rilevata una flessione nelle quantità di bietole ricevute che per il 2009 è stata del 32,9% rispetto al 2008 e del 41,4% se si fa riferimento al 2007. Tale flessione è da attribuire al clima di incer-
tezza che ha caratterizzato tutto il periodo di pre-campagna e al fatto che il prezzo bietola è stato fissato in ritardo con le semine. Le bietole nette pagate sono state 358.905,901 ton che a fronte di una polarizzazione di 16,194 hanno dato 58.119,500 ton di zucchero in ingresso alla lavorazione. I ricevimenti sono cominciati il 17/07/09 e terminati il 08/09/09 per un totale di 54 giorni. La fabbrica è andata a regime nel giro di una settimana passando da 1500 t/d a 8200 t/d mentre ha subito una coda di lavorazione di circa 10 giorni legata principalmente a problemi logistici di approvvigionamento delle bietole primaverili. Tale coda di lavorazione ha penalizzato i ricevimenti che in media sono stati di 7220 t/d. La qualità della bietola è stata la migliore mai registrata negli ultimi anni sia come bietola primaverile che come bietola autunnale. Ed è stata tale da permettere una lavorazione molto regolare senza fenomeni di infezioni da sclerozio che sono state molto contenute e solo nei primi giorni di lavorazione, giorni in cui si sono lavorate le sole bietole a rischio. A conferma della buona qualità delle bietole lavorate sono da citare i dati del laboratorio tare che evidenziano un basso tenore salino specialmente nella componente azoto a causa della stagione particolarmente piovosa che ha favorito il dilavamento di tale componente dai terreni e per la prima volta il PSD calcolato concorda con il quoziente reale di fabbrica del denso (PSD 90,20 Qz sugo denso di fabbrica 90,09). La tara è stata particolarmente bassa attestandosi al 7.954% contro un valore medio degli ultimi sei anni di circa 12 %. Tale dato spicca anche se si considera che le bietole sono state mediamente più pulite rispetto agli anni precedenti molto probabilmente grazie anche all’incidenza massiccia delle bietole provenienti dalla
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Marche. La colorazione dei sughi è stata contenuta e sicuramente più bassa di quella delle ultime tre lavorazioni, si deve risalire al 2004-2005 per trovare dati paragonabili.. Ciò è stato possibile anche grazie alla solfitazione che nel 2009 è stata praticata per tutta la lavorazione e al nuovo impianto di predefecazione che aumentando i tempi di permanenza ha permesso un miglior abbattimento dei non zuccheri precursori di colorazione. Le bietole lavorate sono state 362.145,000 ton che a fronte di una pol di 15,26 hanno dato una quantitativo di zucchero in fabbrica di 55.263,327 ton. La fabbrica è andata a regime nel giro di una settimana registrando una media di lavorazione bietole su tutto il periodo di 6.833 ton/d. La giacenza media del silos è stata di 2300 t/d, dato leggermente superiore a quello degli anni passati, con picchi in corrispondenza delle fermate e in fase di avvio e coda lavorazione. Comunque la stagione estiva particolarmente clemente e la qualità del prodotto non hanno evidenziato sofferenze di lavorazione. Il quoziente del sugo greggio è stato il più alto mai registrato di 86,91 con punte di 89 ed è rimasto pressoché invariato per tutta la durata della lavorazione. Le migliorie apportate al reparto di depurazione e la qualità della bietola hanno consentito delle rese di depurazione, valutate sul leggero, in media di 30,6% anche se ci sono state intere settimane in cui la resa ha superato il 32%. La resa calcolata sul denso è invece stata del 24,6% valore superiore a quello delle ultime due lavorazioni. Il quoziente del sugo denso è stato di 90,09 con punte anche di 92,0 e durezze medie di 48°F. Data la marcia bietole e la brevità della lavorazione la quantità di sugo denso stoccata è stata la più bassa mai registrata. Lo zucchero prodotto è stato 47.451,673 ton a fronte di una produzione media giornaliera di 716,48 t/d. Il raggiungimento dei parametri commerciali del prodotto finito ha comportato un dispendio di combustibile leggermente superiore alle passate lavorazioni, se si esclude quella del 2007, assestandosi a 36,6% zc. La resa finale di lavorazione è stata di 81,645% zucchero pagato per un totale di zucchero prodotto di 47.451,673 ton. La qualità dello zucchero prodotto è stata ottima, con un punteggio totale di 6,57 punti CEE così ripartiti: 3,25 punti CEE colore soluzione; 0,9 punti CEE di ceneri; 2,42 punti CEE colore tipo. Il quoziente medio del melasso prodotto è stato di 53,56. Il saccaromelasso è stato di 7.965,044 tonnellate corrispondente al 13,704% del saccarosio pagato, in accordo con quanto registrato nelle annate precedenti in cui la qualità della bietola è stata buona. Le perdite di lavorazione sono state di 2.703,182 tonnellate corrispondenti al 4,651% del saccarosio pagato. Questo dato risulta insoddisfacente, se si considera l’eccezionale qualità della materia prima, e può trovare qualche responsabilità nel nuovo sistema di cam-
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pionamento delle bietole al ricevimento che per la prima volta è passato da campione multiplo a campione unico.
La campagna saccarifera 2009 a S.Quirico Eridania Sadam Ing. Carmine Aurilio, dott. Massimiliano Minucci Nel complesso la campagna 2009 è stata una buona campagna saccarifera con bietole di ottima qualità. La lavorazione bietole, iniziata il 01 agosto, si è attestata stabilmente sopra le 14.500 tonnellate/giorno e grazie al favorevole andamento stagionale che ha consentito un costante approvvigionamento della fabbrica, è risultata regolare e senza cali produttivi significativi. La polarizzazione si è mantenuta sopra i 15 gradi, scendendo sotto tale valore solo in seguito alle piogge nella seconda metà di settembre. La chiusura della campagna bietole, in data 13 ottobre, ha comunque registrato una polarizzazione superiore ai 14 gradi ed un quantitativo di bietole lavorate superiore alle 12.000 tonnellate al giorno. La casa zucchero, superati gli iniziali problemi di avviamento, ha cristallizzato regolarmente più di 1.500 ton/giorno di saccarosio. Il consistente aumento di produttività, così come il miglioramento della qualità, è stato sicuramente favorito, oltre che da alcune modifiche sull’impianto, anche dalla buona qualità della materia prima che ha consentito di lavorare un sugo denso con colore molto più basso rispetto ai valori storici dello stabilimento. La migliore qualità della materia prima è testimoniata da un Qz del greggio costantemente tra l’89 ed il 90 per tutta la durata della campagna. L’elevato Qz del denso, invece, va anche correlato, per la prima parte di campagna, alla notevole quantità di zucchero sporco che si è stati costretti a sciogliere velocemente per motivi logistici, mentre nella seconda parte tale operazione è stata interrotta; tuttavia il Qz si è attestato su valori superiori al 91. Lo zucchero prodotto ha registrato regolarmente un valore inferiore ai 3,2 p.ti di colore in soluzione, il melasso ha registrato un valore medio ponderato finale pari a 62,4. Dal 14 ottobre al 30 ottobre è stata condotta la campagna sughi, con risultati sostanzialmente in linea con quelli ottenuti durante la campagna bietole. Riassunto dati di produzione: Bb lavorate (t): Pol. Saccarosio lavorato (t): Zucchero bianco cristallizzato (t): Estrattibile netto da Bb (t): Melasso prodotto (t): Polpe surpressate prodotte (t): Pellets prodotti (t):
1.042.408 15,24 158.849 125.730 132.270 39.279 80.160 22.534
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La campagna 2009 allo zuccherificio di Senta (Serbia) gruppo SFIR Cesena Alessandro Cocchi
da considerare. però, che gli interventi di automazione e di risistemazione della casa zuccheri sono prioritari e possono dare un rientro più elevato.
Reparti esterni Tutti i reparti esterni, ricevimento, scarico, insilamento, trasporto bietole, gestione dei reflui, delle vasche di stoccaggio e dei rifiuti hanno funzionato perfettamente. La fabbrica ha avuto sempre a disposizione (fino al periodo delle piogge) materia prima fresca, il cui basso valore tecnologico dipendeva unicamente dallo sfavorevole andamento stagionale dei mesi estivi; il servizio agricolo d’altro canto ha potuto sempre operare senza vincoli da parte della fabbrica, perché la marcia della casa bietole è stata sempre elevata ed in grado di contenere gli effetti negativi derivanti dalle fermate di cui sopra.
Pressatura ed essiccamento polpe La stazione di pressatura è sottodimensionata e nel 2009 una parte non irrilevante di polpa (10-15 % durante le giornate ad alta marcia) è finita nel piazzale, mescolandosi tra l’altro con l’eccedenza di polpa pressata che gli essiccatori non riescono a ricevere. La miscela di polpa così ottenuta viene solo in parte acquistata dai coltivatori. Una parte notevole invece degrada rapidamente e deve essere mandata in discarica con i relativi costi di trasporti ed i rischi di esalazioni maleodoranti. Nella campagna 2009 il risultato di pressatura è stato particolarmente negativo; nonostante i valori di pH e durezza nell’acqua di pressatura siano stati sempre accettabili (pH ~ 5 e durezza ~ 160°F), la SS delle polpe pressate si è sempre mantenuta su valori inferiori a 23 da cui è derivato un consumo di nafta % polpe secche = 24,16. Negli anni precedenti la SS delle polpe si è mantenuta prevalentemente intorno a 24 da cui deriva un consumo di 22-22,5 espresso in nafta % polpe secche. Nonostante si sia discusso varie volte in campagna il problema col personale di fabbrica, ha sempre prevalso il timore che un innalzamento della durezza nell’acqua di pressatura potesse provocare, da un lato l’otturazione dei tubi di alimento alle diffusioni e dall’altro sottoporre le presse ad uno sforzo superiore alle loro capacità di resistenza. Il problema comunque resta, ed in termini economici può essere così riassunto 24.380 (polpe secche) x 0,02 = 488 t nafta 488 x 1.000 / 0,82 x 0,25 /m = 149.000 t/anno
Tagliatrici / Diffusione Nonostante una Pol delle fettucce molto alta che nei primi 50 gg di campagna è sempre stata superiore a 17, la marcia della casa Bb è stata di media superiore a 8.500 t/g per 5 settimane consecutive (dalla 2° alla 6°). Allo stato attuale possiamo considerare che 8.700 t/g sia una marcia di regime normale per la fabbrica. Depurazione Per quanto riguarda la depurazione il risultato è stato ottimale, non ci sono mai stati seri problemi di filtrazione, il sugo ottenuto è sempre stato limpido e quando le caratteristiche delle Bb lo consentivano anche con colorie basse. L’unico neo del reparto è rappresentato dai filtri DdS: ne sono installati 9, tutti interamente manuali, la sostituzione e pulizia delle tele avviene in manuale con impiego di personale avventizio (5-6 persone sistematicamente impegnate nelle operazioni di apertura, smontaggio vestizione, rimontaggio, chiusura). Una soluzione poterbbe essere quella di sostituire questi filtri con 2 grossi decantatori come quelli che abbiamo visto a Kaposvar; se l’ottimo funzionamento visto a Kaposvar sul saturato di 1° (depurazione convenzionale a 2 stadi) è riproducibile anche con il sensibilizzato di Senta (depurazione tipo Novi-Sad). Il fatto che a Senta l’FK sia sempre basso fa pensare che anche coi decantatori si potrebbe ottenere un sugo perfettamente limpido. Forno calce Il consumo di calcare pari al 5% Bb è inferiore a quello degli anni precedenti ma comunque più alto di quello delle fabbriche che hanno sostituito la depurazione a 3 stadi tipo Novi-Sad con quella classica a 2 stadi (il consumo in queste ultime è di 3-3,5% Bb). Nello studio di 2 anni fa Zsigmond aveva previsto il cambio di schema di depurazione: lo hanno ormai fatto tutti e sicuramente dà un risultato positivo; c’è
Evaporazione La batteria consta di 12.000 m di superficie che è circa i 2/3 di quella che si considera ottimale per mettersi in condizione di poter ridurre i consumi ai valori indicati anche nella relazione di Zsigmond. Nella situazione attuale, la batteria ha avuto un ottimo funzionamento fino a quando, ad un mese circa dalla fine della campagna, a seguito di una fermata prolungata si è irreversibilmente sporcata. Anche in queste condizioni comunque, è bastato alzare la pressione in testa a 3,6-3,7 Bar per poter produrre 900 t zz/g e lavorare quasi 8.000 t Bb/g. Il grande vantaggio di una batteria con poca superficie come la nostra è quello di comportare un rapido attraversamento da parte del sugo che, avendo quindi un tempo di attraversamento molto basso determina una ricolorazione del sugo molto bassa. Nessuna altra fabbrica in Serbia ha un Colore così basso nel sugo denso. Riteniamo tuttavia che le necessità di ridurre i consumi non lascino dubbi circa la necessità di avere a disposizione una superficie evaporativi di 20.000 m.
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Cristallizzazione In sintesi, nell’ultima campagna abbiamo riscontrato una inusuale viscosità degli sciroppi dovuta a sfavorevole caratteristiche dei Nz presenti nelle Bb ed estratti nel processo di diffusione, che ha comportato: - rallentamento del processo di cristallizzazione con facilità a formarsi falsa grana; - difficoltà in centrifugazione causa la difficoltà dello sciroppo (viscoso) a drenare attraverso i cristalli (spesso piccoli e di dimensioni irregolari); - difficoltà a lavare i cristalli in centrifuga causa la non omogeneità e insufficienti dimensioni dei cristalli; - difficoltà di essiccare lo zucchero per gli stessi motivi di cui sopra. L’assenza di elicoagitatori nelle bolle e la mancanza di dispositivi di cottura automatica hanno impedito di fronteggiare i problemi coi dovuti mezzi. Le conseguenze sono state: • produzione giornaliera inferiore alle aspettative ed inferiore a quella del 2008; • zucchero di qualità inferiore (Col Sol e ceneri più elevate) rispetto alle attese e rispetto al 2010; • Um% dello zucchero prodotto più alta delle attese nonostante l’installazione dell’essicco-raffreddatore di Nova Crnja che ha risolto i problemi di temperatura dello zucchero in uscita ma non poteva risolvere quelli dovuti all’igroscopicità eccessiva dello zucchero. • maggior consumo di combustibile per la notevole rifusione in centrifuga, la scarsa resa in bolla e la produzione di oltre 3.000 t di zucchero non conforme che si è dovuto rifondere e ricristallizzare. Centrifugazione Le centrifughe sono così distribuite: • 7 centrifughe Silver Werbull al getto A • 3 centrifughe Pieralisi al getto B • 2 centrifughe Pieralisi all’affinaggio • 3 centrifughe FCB continue + 1 Silver Werbull continua al getto C Nell’attuale situazione tutta la stazione di centrifugazione è ben dimensionata ed in grado di fronteggiare senza problemi anche l’eventuale avaria ad una macchina in uno qualsiasi dei getti. Condizionamento zucchero Il nuovo impianto di condizionamento costituito dal tamburo completo di tutti gli accessori prelevato da
Dati di produzione finali
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Nova Crnja è andato in marcia dopo 1 mese dall’inizio della campagna ed ha assolto perfettamente la sua funzione consentendo di produrre sempre zucchero alla temperatura ottimale di 30°C. Centrale termica Le 3 caldaie installate sono in grado di produrre 125 t/h di vapore, per cui per quanto attiene la potenzialità dell’impianto siamo in condizioni limite se non si faranno gli interventi di ottimizzazione energetica mentre sono sovrabbondanti in caso in cui si scelga di procedere col programma di riduzione dei consumi in quanto il consumo si abbasserebbe subito a 100 t/h nella campagna 2010, mentre arriverebbe a 75-80 quando si completassero i lavori di riduzione dei consumi. Da un punto di vista meccanico, il risultato nella campagna 2009 è stato buono in quanto solo una volta ci si è dovuti fermare per rottura di un tubo del surriscaldato della K4; per la verità è stata una fermata lunga, durante la quale sono rimasti nel silo 1.500 t Bb che poi non si è più riusciti a lavorare. Quello che invece ha dato più fastidio alla lavorazione, sono state le ripetute fermate dell’intero reparto per avarie al sistema di controllo che hanno provocato black out dell’intera fabbrica.
La campagna saccarifera 2009 a Minerbio e Pontelongo Per il Guppo Co.Pro.B. hanno illustrato i dati di campagna il Dr. Marco Marani ed il Dr. Riccardo Casoni. L’annata 2009 si può annoverare tra le campagne positive che, nonostante una riduzione produttiva di saccarosio per ettaro, ha portato ad una polarizzazione maggiore rispetto alle medie del passato e soprattutto ad una qualità della barbabietola superiore a quella del 2008, questo si è tradotto in una P.L.V. per ettaro simile a quella dell’ultimo triennio, confermando la validità della coltura nell’areale della Pianura Padana. La produzione di radici per ettaro è stata di 57,74 tons ettaro da considerarsi leggermente inferiore alla norma influenzata dal periodo estivo relativamente siccitoso; segnaliamo comunque punte di eccellenza nelle aree ove si è potuto intervenire con irrigazioni nei momenti indicati dal servizio tecnico. Da segnalare come l’aN/pol abbia raggiunto livelli migliori degli anni scorsi grazie anche a più attente pratiche colturali, favorite anche da un andamento stagionale piovoso nel-
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Andamento parametri qualitativ i giornalieri bietole amministrate
l’autunno e nella primavera. Nella tabella di seguito si possono evidenziare le differenza tra l’annata 2009 e quella 2008, dove anche i livelli di PSD di gruppo passano da 91,32 del 2008 a 92,42 del 2009. A conferma della sempre crescente specializzazione dei bieticoltori si può notare come la segmentazione delle fasce produttive riporti che già oltre il 72% degli ettari coltivati produce oltre 8 tonnellate di saccarosio per ettaro; tale livello produttivo va considerato come il B.E.P. della coltura dopo il completamento dell’OCM ciò quando i contributi comunitari e nazionali cesseranno. Resta quindi da lavorare intensamente per comprendere e rimuovere le cause che impediscono ai rimanenti ettari di
Dati di produzione agricola - Classi di saccarosio gruppo media sacc. t/ha 9,23
essere competitivi e remunerativi per gli agricoltori che li coltivano. Su questo tema stiamo lavorando intensamente con il servizio Tecnico del gruppo ed il supporto di Beta al fine di migliorare le azioni di intervento con lo scopo di ottenere una rapido recupero produttivo per garantire un reddito consono. Nonostante queste aree di miglioramento la bieticoltura ha rappresentato anche nel 2009 una P.L.V. molto interessante garantendo un margine lordo operativo medio di 750 per ettaro, nettamente superiore alla maggioranza delle colture di
PLV gruppo
riferimento della pianura padana. Per quanto riguarda i dati della tara di laboratorio si sono confermati a bassi livelli, 6,65% denotando una diminuzione della tara colletto ed un leggero aumento della terra, questo causato in parte dalla presenza di zolle causate dalla tenacia e compattazione di alcuni terreni al momento dell’estirpo. Si è invece conservato a bassi livelli il tenore di terra trasportata, grazie alla sostanziale mancanza di piogge durante la raccolta. Ci pare opportuno segnalare che tali dati sono soprattutto il frutto di maggior attenzione nella fase di estirpo e dalla evoluzione tecnologica che sta progressivamente avvenendo sul “campo”. Il progetto di inserimento di caricatori sterratori al fine di garantire una filiera più lineare e meno influenzabile da fattori esterni e climatologici, sta portando ad una più costante consegna di bietole anche in caso di avversità climatiche oltre ad una conferma dei dati di pulizia ottenuti con i diversi cantieri di raccolta. Gli obiettivi del Gruppo sono: - Disgiungere la fase d’estirpo dal carico
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- Formare cumuli sempre caricabili soprattutto verso fine campagna - Completare l’estirpo 15 gg prima il termine delle consegne - Preparare le migliori condizioni per la gestione del piazzale piatto - Avere entro il 2011 l’80 % delle bietole caricate e gestite con caricatori sterratori La campagna 2009 negli stabilimenti Co.Pro.B. è iniziata regolarmente alle date previste, in particolare il 27 luglio nello stabilimento di Minerbio ed il 3 agosto nello stabilimento di Pontelongo per un totale, compresi gli avviamenti e gli esaurimenti di 158 giorni di lavorazione bietole. Il Gruppo ha lavorato complessivamente 1.953.309 t di barbabietole producendo: 278.175 t di zucchero, 85.726 t di melasso, 51.606 t di polpe secche e 154.694 t di polpe surpressate (vedi tab. 1). Particolarmente regolare la lavorazione nello stabilimento di Minerbio che ha completato la lavorazione bietole in 77 giorni mantenendo regimi di trasformazione decisamente elevati. La marcia di fabbrica si è infatti assestata ad un valore medio di 13.029 t/giorno con punte di oltre 14.000 t/giorno; limitati gli eventi piovosi che hanno inciso sulla regolarità di lavorazione bietole (vedi Fig. 1). Costante anche la produzione zucchero, aumentata rispetto
Tab. 1
Fig. 1 - Marcia Bietole e Pioggia
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al 2008, con una media di produzione giornaliera di 1.321 t/giorno di zucchero prodotto e con punte superiori anche alle 1.600 t/giorno. Ovviamente le buone rese produttive sono state ottenute grazie alla buona qualità delle barbabietole , qualità che si è rispecchiata in un quoziente del denso decisamente superiore a quello della scorsa campagna (vedi Fig. 2). Per quanto riguarda i nuovi investimenti, nel corso dell’intercampagna 2008/09 si è provveduto all’installazione di una nuova centrifuga BMA da 1200 kg sulla linea di produzione zucchero CE2 ed alla installazione di un MET per la massa cotta della linea zucchero CE1. Da segnalare inoltre che il 5 ottobre 2009 lo stabilimento di Minerbio ha conseguito la Certificazione IFS: International Food Standard ver. 5. Nello stabilimento di Pontelongo la lavorazione bietole, iniziata il 03 agosto e si è protratta per 81 giorni. La marcia di fabbrica si è assestata ad un valore medio di 13.242 t/giorno con punte superiori alle 16.000 t/giorno. Da segnalare che specialmente nei primi giorni di campagna, la marcia di casa bietole è stata condizionata dalla messa in servizio dei nuovi impianti di raffineria installati. Va ricordato infatti che nel corso dell’intercampagna la casa zuccheri di Pontelongo è stata interessata da un poderoso piano di revamping che ha interessato tutti i reparti, dalla cristallizzazione di primo prodotto alla raffineria.
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Fig. 2 - Purezza Sugo Denso
Anche in questo caso gli eventi piovosi non hanno particolarmente condizionato la lavorazione se non in un caso (16 settembre) dove un violento nubifragio si è scaricato sull’area di Pontelongo allagando completamente lo stabilimento (vedi Fig.3). Buona nel complesso la produzione zucchero giornaliera che si è assestata ad un produzione media di 1.435 t/giorno con punte di 1.900 t/g seppur condizionata dalle necessarie opere di messa a punto dei nuovi impianti. Per quanto riguarda gli investimenti, oltre al completamento degli investimenti dell’anno precedente in casa bietole, si è provveduto, come già detto, al rifacimento completo della casa zuccheri. Di seguito una breve descrizione degli interventi eseguiti. Completamento revamping “casa bietole”: • Circuito acque di fluitazione: costruzione di un nuovo decantatore Dorr in cemento armato di 47 m di diametro. • Reparto diffusioni: installazione di scottatore sugo-fettucce da 5000 t/g su diffusione RT. • Reparto depurazione sughi: installazione di n. 2 decantatori Dorr a 5 camere da 9 metri di diametro.
Fig. 3
Revamping “casa zucchero”: • Reparto cristallizzazione: - Installazione di nr 1 bolla continua da 1.600 mq al primo prodotto. - Installazione di nr 3 bolle da 500 hl e 500 mq in raffineria e del sistema di cristallizzazione a freddo per la semina. - Installazione di nr 1 MET di primo prodotto in parallelo all’esistente. • Reparto centrifugazione: - Creazione nuova stazione m.c. artificiale di primo prodotto. - Installazione nr 7 centrifughe Pieralisi per la produzione zucchero affinato 1° prodotto. • Filtrazione: installazione di nr 4 filtri Sibomat da 2mq/cad, con reti da 55 microns per la filtrazione della clairce di raffineria. • Condizionamento zucchero: - Installazione di una nuova linea completa da 100 t/h di zucchero con sistema di raffreddamento a letto fluido. - Installazione di nr 4 vibrovagli Mogensen.
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NOTIZIE DALL’I.C.U.M.S.A. (INTERNATIONAL COMMISSION FOR UNIFORM METHODS OF SUGAR ANALYSIS) n. 66 (Gennaio 2010) Commissione Internazionale per uniformare i metodi di analisi dello zucchero - Icumsa Comitato Italiano Verbale della riunione del 15 Gennaio 2010 La riunione si è svolta a Ferrara presso la sede dell’ANTZA dalle ore 15.30 alle 17. Erano presenti: il Dr. Sergio Bertuzzi (Presidente di ANTZA), Dr. G. Pezzi (Coprob), Dr. M. Pistocchi (SFIR/Biosphere), Dr. G. Rossin (Italia Zuccheri), Dr. M. Baldi (TpsLabs) e Dr. L. Fagioli dello Studio associato Campi Fagioli. Si sono scusati il Dr. S. Messi dello Zuccherificio del Molise ed il Dr. F. Bartocci di Eridania Sadam. Prove interlaboratorio analisi zucchero L’ordine del giorno prevedeva la discussione sulle prove interlaboratorio di analisi dello zucchero condotte in questi anni. Sono stati letti i messaggi dei membri del gruppo di lavoro non presenti alla riunione che esprimevano interesse nella prosecuzione della collaborazione. Tutti i presenti hanno espresso un giudizio positivo sul lavoro svolto e si sono dichiarati interessati a continuare questa attività in collaborazione. In particolare il Dr. Pistocchi ha confermato l’interesse del gruppo SFIR a riprendere la partecipazione attiva dopo l’interruzione seguita alla chiusura dello zuccherificio di Pontelagoscuro. Ha ricordato inoltre che nel corso di quest’anno è previsto l’avviamento della produzione zucchero nella nuova raffineria di Brindisi. Alcuni membri del gruppo hanno proposto di coinvolgere nei ring test anche laboratori di industrie utilizzatrici dello zucchero (clienti). In passato iniziati-
ve in questa direzione avevano incontrato difficoltà dovute alla natura commerciale del rapporto con i clienti. Vale comunque la pena verificare nuovamente la praticabilità di questa proposta. Al momento si decide di ripetere durante la campagna 2010 le prove interlaboratorio su 4 campioni zucchero con le stesse procedure adottate nella campagna scorsa. Prova interlaboratorio Maggio 2010 Poiché la commercializzazione dello zucchero e le relative analisi di controllo si svolgono ormai durante tutto il corso dell’anno, si ritiene opportuno eseguire almeno un ring test di analisi chimiche anche nel periodo di intercampagna. Si decide per il mese di Maggio 2010, la preparazione e spedizione dei campioni saranno a cura del laboratorio di Minerbio. Analisi microbiologiche In occasione della prova programmata nel Maggio 2010 sarà distribuito anche un campione zucchero per analisi microbiologiche per la determinazione della carica batterica totale secondo il metodo GS2/3-41 (1998). La prova sarà eseguita dai laboratori attrezzati per questo tipo di analisi. Sulla base dei risultati di questa prima prova microbiologica si deciderà se ripeterla anche nel secondo semestre 2010. Polarizzazione sughi con chiarificante di Carrez ICUMSA ha approvato come ufficiale l’impiego dei reattivi di Carrez nell’analisi polarimetrica di sughi e scoli: metodo GS8-2 (2009). Per favorire la diffusione di questo nuovo metodo, alternativo all’acetato di piombo, si decide di effettuare una prova interlaboratorio nel corso della campagna bietole 2010.
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DALLE RIVISTE Coloro i quali desiderano vedere riassunto in questa rubrica qualche articolo che loro interessa, possono segnalarne gli estremi bibliografici alla Redazione. Le fotocopie degli articoli originali di cui viene riportato il riassunto possono essere richieste alla Redazione. La lettera maiuscola fra parentesi posta alla fine del riferimento bibliografico indica la lingua in cui l'articolo originale è stato pubblicato dalla rivista citata. (I) = Inglese; (F) = Francese; (T) = Tedesco; (U) = Ungherese; (P) = Polacco; (R) = Russo; (S) = Spagnolo; (C) = Cecoslovacco; (TK) = Turco; (G) = Greco; (DA) = Danese; (SW) = Svedese; (FL) = Finlandese; (IT) = Italiano; (Y) = Jugoslavo; (GI) = Giapponese.
QUALITÀ DELLA BIETOLA Biotech nella bietola da zucchero e nella canna T.K. Scwarztz; C. Richard Zuckerindustrie 134 (2009) n.11 701-705 Il passato: L’industria dello zucchero, unitamente alle società sementiere, iniziarono i lavori in questo campo nel 1990. L’industria era interessata alla resistenza agli erbicidi e Syngenta seed e Monsanto svilupparono H-77 Roundup Ready, mentre KWS e Aventis (ora Bayer Crop Sciences) svilupparono Lyberty Lynk. Nel 2000 ambedue queste specialità erano pronte per il mercato. Ci fu in, quell’anno, l’incidente dello Starlynk (semente di frumento Aventis contenente proteine GM non dichiarate) fermò molti progetti biotech. Nel 2002 furono ripresi gli studi sulla resistenza agli erbicidi. Betaseed, Syngenta, e SESVanderHave decisero di lavorare assieme e di sviluppare la semente Roundup Ready H7-1, il gene resistente proveniva da Monsanto. Incominciò l’ter per l’approvazione dell’utilizzo non solo in USA e Canadà, ma anche in molti altri Paesi. USDA, EPA, e FDA diedero l’approvazione per USA e così anche le Agenzie per la Salute e l’Alimentazione del Canadà. Anche Messico, Giappone, Sud Corea, Australia, Nuova Zelanda, Filippine, Colombia, Russia e EU diedero l’autorizzazione per l’importazione degli alimenti derivati da queste sementi. Il presente: dal 2006 in Idaho (US) si incominciò la sperimentazione in campo con 101 ha coltivati con Roundup Ready in confronto ad altrettanti ettari di sementi tradizionali. La Società TASCO condusse la sperimentazione e processò le bietole a Twin Falls: i risultati finali dimostrarono che le bietole OGM erano superiori alle tradizionali come qualità, peso e richiedevano minori spese di coltivazione e avevano una risposta diversa verso l’azoto. Nel 2007 prove nel Michigan confermarono i risultati dell’anno precedente in Idaho. Nel 2008 è partita la commercializzazione del seme Roundup Ready che è stato utilizzato in 10 Stati US e nel 2009 anche in Canadà. Il futuro: ‘E cominciato l’uso delle biotecnologie nel settore della barbabietola da zucchero. Ora l’industria dello zucchero riversa molte speranze su questa tecnologia. Si guarda alla resistenza alle malattie, agli insetti, all’aumento del contenuto in zucchero, alla resistenza alla siccità, ai nematodi ed altri nemici della coltura. Ci sono due sorgenti principali di zucchero: bietola e canna, ma il prodotto finale è lo stesso: il saccarosio. Si sono fatte molte ricerche per stabilire differenze/uguaglianze tra le due diverse sorgenti. In uno studio iniziale del 2005 si è confrontato lo zucchero ricavato da piante biotech al confronto con zucchero ricavato da piante tradizionali. Tecniche anali-
tiche sofisticate hanno stabilito che non esistono differenze fra i due zuccheri. Un altro studio del 2006 ha messo a confronto 44 campioni di zucchero, proveniente da tutti le parti del mondo, con zucchero da piante biotech: non si è trovato DNA proveniente dalle piante in nessun campione. In un terzo studio ha messo a confronto vari prodotti intermedi della lavorazione in zuccherificio; si sono trovate tracce di DNA di Roundup Ready nelle polpe pressate e seccate, ma non nello zucchero e nel melasso. Tutte le sperimentazioni hanno confermato che lo zucchero è lo stesso sia che provenga da piante tradizionali sia da piante biotech. TECNOLOGIA E CONTROLLO DELLA LAVORAZIONE Un nuovo sistema per produrre i cristalli per la semina in bolla M.Walter, B.Ekelhof, S.Heppner, D.Wullbrandt 1° ESST conferenza Rotterdam 20 maggio 2009 La distiibuzione granulometrica dei cristalli di zucchero è controllata dal numero e dal formato dei piccoli cristalli usati come semina. Per ridurre al minimo la quantità di semina si deve usare cristalli minori di 20 µm. Nel processo di cristallizzazione le dimensioni dei cristalli aumentano fino alla dimensione desiderata. Per avere una buona distribuzione granulometrica esente da conglomerati è necessario partire da cristalli di semina uniformi. La produzione dei cristalli di semina parte generalmente da uno slurry prodotto da macinazione ad umido in mulino con isopropanolo. Questo metodo dà questi inconvenienti: operazione manuale, dal mulino escono cristalli frantumati di diversa pezzatura e la manipolazione di solventi organici richiede particolari precauzioni. Nordzucker ha ideato un procedimento di nucleazione usando la cristallizzazione a freddo non solo nella preparazione del magma di semina, ma anche nella fase iniziale di preparazione dello slurry: si parte dai componenti saccarosio, zucchero invertito, acqua, glucosio e cristallizzando a freddo si arriva ad uno slurry di semina con 30% di cristalli sospesi in saccarosio, glucosio e zucchero invertito in soluzione. Questi componenti, assieme ad un pH di 8.5 stabilizzano i micro cristalli per un anno; anche dopo mesi la sedimentazione è poco importante ed è possibile preparare lo slurry in unico laboratorio e portarlo nelle diverse fabbriche durante la lavorazione. Microfotografie di slurry normale o preparato con il nuovo sistema, evidenziano una maggior uniformità con il sistema nuovo.
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“L’INDUSTRIA SACCARIFERA ITALIANA” Supplemento al n. 6 – 2009
INDICE ANNO 2009 STUDI E COMMENTI Pag. Degradazione del sugo denso da bietola durante la sua conservazione (G. Schrevel) .................... 1 Miglioramento della conta microbica dello zucchero bianco (G. Pezzi) ............................................ 25 Il ruolo delle invertasi veicolate dalle bietole in diffusione (F. Maniscalco) .............................. 46 Raffineria dello zucchero greggio di canna a Brindisi: la produzione di energia da fonti rinnovabili utilmente integrata ad un processo industriale (P. Baggioni) ................................ 49 Il mercato dello zucchero nella CE: futuri scenari a partire dal 1-10-2009 (L. Passalacqua) .............. 54 Effetti dell’OCM zucchero sull’approvvigionamento bietole dello stabilimento di s. Quirico (M. Bimbatti; M. Silvagni) ............................ 74 16-19 giugno Congresso CIBE a Copenhagen (C. Biasco) ................................................ 78 Finale Emilia: notizie positive (redazione) .......... 80 La Iatropha curcas: oleaginosa esotica per la produzione di energia (V. Aliberti) .................... 84 Campagna bieticola 2009-2010: una annata avversa superata con dignità (Beta scarl) ...................... 94 Condensatori a miscela: ancora all’avanguardia o è tempo di cambiamenti (C. Stoffers) ..................103 Il mercato dell’energia in Italia (F. Trivelli) ..........115 L’Industria dello zucchero in Egitto Sugar tech 2008 120 Il presidente di BETA (Marco Caliceti) ................118 I successi della filiera francese dello zucchero (A. Guidorzi) ................................................123 Il nuovo Commissario Europeo all’agricoltura ......128 Associazione Nazionale Tecnici dello Zucchero e dell’alcool ................................................130
SPIGOLATURE Preliming (S. Bertuzzi).................................... 31 Biotecnologie (S. Bertuzzi) ..............................101 Per una storia dello zucchero in Italia (S. Bertuzzi).. 56 Il diavolo e l’acqua santa (S. Bertuzzi) ................127
ANTZA Il saluto del Presidente .................................... 6 Sulla campagna 2008 ...................................... 7 Il nuovo Consiglio di Amministrazione ANTZA .... 17 Verbale della riunione del C.d.A del 6 marzo 2009 .. 34
La giornata tecnica Fondazione T. Tamburini-G. Zama.. 35 Assemblea Generale Ordinaria del 23 maggio 2009 a Bologna .......................................... 58 La giornata agricola della Fondazione B. Tesi ........ 61 Notizie ICUMSA (G. Pezzi) .............................. 87 Notizie ICUMSA (G. Pezzi) ..............................108 Attività del Comitato Italiano ICUMSA ........ 109-137
DALLE RIVISTE AGRONOMIA, AGRICOLTURA, QUALITÀ DELLA BIETOLA Interazione di importanti indicatori agro-ambientali nei sistemi di coltivazione della Bietola da zucchero Zuckerindustrie 133, 2008 n.11 719-728 (T) ...... 20 Indicatori ambientali selezionati per la lavorazione del terreno, l’applicazione dei fertilizzanti e la protezione della pianta nella coltivazione della barbabietola H. Reineke, N. Stockfisch, Zuckerindustrie 133, 2008, n. 12 774-783 (T)................................ 20 Sviluppo dell’efficienza nella coltivazione della bietola come illustrato dalla somministrazione di fertilizzante azotato J. Fuchs, N. Stockfisch Zuckerindustrie, 134, 2009, n.1 33-41 (T).......... 40 Perché il 2008 è stato un ottimo anno per la bietola K.Jaggard, A. Inskip British Sugar beett rewiew 77 2009 n.1 14-16 (I) ...................................... 40 Rassegna 2008 sulla rizomania M. Stevens B.S.B.R. 77 2009 n. 1 33-35 ...................................... 40 Profitti e costi nella coltivazione della bietola prima e dopo la riforma UE Uwe Starcke, E. Bahrs Zuckerindustrie 134 n. 2 2009 101-108 (T) ........ 40 Finalità del sistema di studio sul comportamento delle varietà di bietola da zucchero in Germania R. Manthey, E. Ladewig Zuckerindustrie 134 2009 n. 3 179-185 (T) .................................. 65 Principi di gestione dei nematodi della bietola B. Niere Zuckerindustrie 134 2009 n.3 .............. 65 Cause della riduzione del marco della bietola C. Kenter C. Hoffman Zuckerindustrie n.3 .......... 65 Resa e qualità delle bietole invernali S. Kluge B. Marlander Zuckerindustrie 134 2009 ............ 68 Lavorazione di bietole deteriorate J. Struijs et alii ESST, Rotterdam maggio 2009 ........................ 68 Qualità delle bietole durante lo stoccaggio T. Huijbregts IRS .......................................... 89 Conseguenza di un lungo periodo di stoccaggio sulle caratteristiche delle bietole M. Bruhuns, R. Lemmes W. Klosterrhalfen P. Pajonkl ............ 89 Biotech nella bietola e nella canna: stato dell’arte
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T.Schwarz ASSBT ........................................ 90 La campagna 2009 in UK Britisch sugar beet rewiew autunno 2009 ..............................................110 Il nematode della bietola BSBR autunno 2009 ......110
in Brasile AAVH conference marzo 2009 Reims.... 70 Analisi del mannitolo come tracciante di infezioni batteriche nella fabbricazione Dello zucchero AAVH conference 2009 Reims ........................ 71
TECNOLOGIA E CONTROLLO DELLA LAVORAZIONE
VARIE
L’effetto dei composti non saccarosio sulla velocità di crescita del cristallo Zuckerindustrie 133 2008 n.11 690-703 .................................................... 20 Efficienza di una evaporazionea 7 effetti nello zuccherificio di Wissington G. Mayhew Zuckerindustrie 133 2008 n.12 667-769 ............ 21 Modifica della evaporazione di Vierverlaten J.L.M. Strujis Zuckerindustrie 12 2008 ...................... 21 Lo stato di equilibrio dello scambio ionico Ca/alcali in soluzioni modello e di fabbrica M. Eszeterle E. Gryllus Zuckerindustrie 134 2009 n.2 75-82 .... 41 Identificazione della natura, morfologia e localizzazione delle particelle responsabili della torbidità dello zucchero bianco A. Bensoussi B. Roge M. Mathlouthi ISJ marzo 2009 ............ 41 Risultati sul funzionamento di un evaporatore a film discendente in due zuccherifici Dell’Isola Reunion J. Coustel G. Journet Zuckerindustrie 134 2009 n.4 225-229 .................................................... 69 Un nuovo procedimento per la produzione di cristallo da innesco S. Heppner B. Ekelhof M. Walter ESST conference Rotterdam 2009 ............................ 69 Condensatori a piatti nel processo di depurazione dello zucchero C. Stoffers alfa Laval Gazeta Cukrownicza 6 2009 176-179 ........................ 90 Purezza del sugo greggio ed efficacia del processo di depurazione E. Walerianczzyk Gazeta Cukrownicza 9 2009 235-237 ..........................................110 Esperienza pratica di decalcificazione del sugo con rigenerante acido su resine Cationiche deboli in un impianto con distributore frattale Zuckerindustrie n.9 2009 ..................................................110 Dezuccherazione del melasso: risoluzione di alcuni probleim connessi al processo T.M, Gillivray Zuckerindustrie 134 2009 540-547 .................. 111
CHIMICA ANALITICA Misura indiretta del colore in tempo reale C. Nielsen SPRI Conference Ottobre 2008 ........................ 41 La determinazione del colore proposta ICUMSA K. Sing Zuckerindustrie 134 2009 N.4 237-245 .. 68 Analisi nel vicino infrarosso in distilleria R. Cinier AAVH Reims marzo 2009 .............................. 68 Identificazione/quantificazione LC/CE-MS di oligosaccaridi in miscele complesse AAVH Reims marzo 2009 ................................................ 69 Evoluzione delle metodologie analitiche in distilleria
Rassegna sulle politiche di protezione del climae misure realizzate in Germania Con conseguenze per l’industria Saccarifera.................................... 21 Zuccherificio di Anklam: zucchero e bioetanolo .... 22 Bioetanolo europeo da grano e da barbabietole dal punto di vista economico ed ecologico Zuckerindustrie 133 2008 n.11 710-718 ............ 22 Produzione combinata calore-corrente elettrica a Zeitz Zuckerindustrie 134 2009 n.1 14-16 ................ 23 La crescente importanza dell’etanolo; maggiore volatilità del prezzo dello zucchero? Zuckerindustrie 134 2009 n.1 17-20 .................................... 23 La legge dell’energia rinnovabile- confronto fra nuove e vecchie regole Zuckerindustrie 134 2009 n.1 28-32 ...................................................... 23 Applicazioni no-food del saccarosio. Ricerca nella Repubblica Ceca Listy Cukrovarnické 125 2009 28 33 ........................................................ 24 Zucchero con basso Indice Glicemico altamente antiossidante La rivoluzione del saccarosio SPRI conference 1 ottobre 2008.............................. 42 Concetto di energia totale nello zuccherifici di Kein Wanzleben Zuckerindustrie 134 2009 n.2 109-113 43 Bioetanolo da grano e da barbabietola da zucchero dal punto di vista economico ed Ecologico Zuckerindustrie 134 2009 n,2 114 130 ............ 43 Punto di vista dello SPRI: ricerca futura nell’industria dei dolcificanti SRI conference ottobre 2008 ...... 44 La campagna saccarifera 2008/2009 nella Repubbliaca Slovacca Listy Cukrovarniché ........................ 45 Saint Louis Sucre in veste 100 M euro a Roye Le betteravier francaise 2009 .............................. 45 Sostenibilità della produzione di bietola da zucchero: sfide attuali e prospettive B. Marlander ESST conference Rotterdam 2009 ............................ 72 Elettrodialisi del melasso per aumentare la resa in zucchero J.P. Jensen ESST conference Rotterdam 2009 ........................................................ 72 La campagna 2008 in Svizzera Zuckerindustrie 134 2009 n.5 349-354........................................ 72 La riforma UE del regime zucchero e suoi effetti sull’industria J. Bruhns Sugar Journal 71 n. 11 aprile 2009 13-16 ........................................ 90 BP si lancia nel biodiesel a partire dallo zucchero Le betteravier agosto 2009 ................................ 91 Ucraina: settore zucchero in piena ristrutturazione Le betteravier 2009 .......................................... 91 Lillebonne in marcia verso l’etanolo di seconda generazione Le betteravier 2009 .................... 111
,)34! $) &/2.)4/2) 0UBBLICHIAMO IN QUESTO FASCICOLO E PUBBLICHEREMO NEI FASCICOLI E LA LISTA DEI NOSTRI INSERZIONISTI FORNITORI DI MAC CHINARI PRODOTTI SEMENTI O ALTRO CHE INTER ESSINO LINDUSTRIA SACCARIFER A O LA COLTIVAZIONE DELLA BIETOLA ) DATI DI OGNI DITTA INSERZIONISTA PRESENTE ANCHE PER UNA SOLA VOLTA SULLE PAGINE DELLA NOSTRA RIVISTA NEL VENGONO AUTOMATICA MENTE E GRATUITAMENTE INTRODOTTI IN TALE LISTA ) DATI DI DITTE NON INSERZIONISTE VENGONO INCLUSI NELLA LISTA PUBBLICATA SUI TRE FASCICOLI AL PREZZO DI EURO )6!
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