Alam: uno sguardo al passato, uno sguardo al futuro Ricorrendo il decimo anniversario della fondazione dell’Associazione, mi sembrava opportuno ripercorrere con voi, brevemente, questi dieci anni di vita, dando quindi uno sguardo al passato, per proiettarci poi nel futuro cercando di cogliere le prospettive che si aprono per l’Associazione, le sfide che siamo chiamati ad affrontare, … cercando in ultima analisi, di capire quello che il Signore ci sta chiedendo e dove ci sta portando.
Storia Forniamo alcuni numeri per dare un’idea di come l’Associazione è cresciuta e si è sviluppata nel corso di questi dieci anni. Nascita dell’Associazione: L’Associazione nasce il: 14 aprile 1996 Gruppi (come risultano dagli elenchi in possesso alla Segreteria Naz.) 1996 Collevalenza, Montecchio, Piombino, Rapallo, Ravenna, Francenigo-S.Vito-Vazzola, Paternò, Roma-Casilina, Roma-Spinaceto, S.Caterina V.sa 1997 Fermo 1998 Mantova 1999 Roma-Traspontina 2000 Ugento 2001 Isola della Scala 2002 Brindisi 2003 Caltanissetta, Caserta, Perugia 2004 Lamezia 2005 Genova 2006 Vigevano
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Vediamo ora come si è svolta la vita dell’Associazione negli anni n° n° n° n° n° n° n° n° n° n° n°
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Assemblee elettive Nazionali - 1996 – 1999 – 2002 – 2005 Convegni Nazionali Giubileo ALAM Incontro Internazionale Incontri di formazione Equipe locali di Coordinamento Corsi Nazionale di formazione Incontri Equipe di Coordinamento Nazionale Incontri Equipe di Formazione Permanente Nazionale Esercizi Spirituali per LAM Incontri con Governi Generali FAM/EAM Incontri con Referenti religiosi dei gruppi LAM
Convegni annuali • 1997 Il Laico alla sequela di Cristo Amore Misericordioso E’ stato un Convegno che ci ha visto riflettere sulla nostra identità di laici chiamati da Dio, attraverso il battesimo, a vivere le cose temporali della vita alla luce di Gesù Amore Misericordioso.
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1998 Lo Spirito Santo infiamma la vita del LAM Abbiamo visto come lo Spirito è l’onnipotenza dell’amore con cui Dio attua il suo progetto nel mondo. Il LAM per annunciare al mondo l’Amore Misericordioso non può che vivere immerso nella vita dello Spirito che lo rende servo fedele e messaggero credibile
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2001 Il senso di Appartenenza e di Identità Dopo 4 anni di cammino è venuto spontaneo spingere la nostra meditazione sul sentirsi Alam, su come la nostra vita sia stata interessata da questo Carisma, su come il nostro essere cristiano sia stato abbellito dall’Amore Misericordioso, su quanto la nostra spiritualità sia cresciuta sotto le provocazioni di Gesù. La dimensione del crescere come Alam ci ha portato inesorabilmente a riflettere su come sentirsi coinvolti nell’Associazione Laici Amore Misericordioso, ed è in questa luce che un Lam si deve coinvolgere, essere cosciente che il carisma al quale è stato chiamato richiede un impegno grande, un entusiasmo nuovo, un servizio autentico, una generosità viva, una speranza certa, che lo porti a sperimentare nella propria vita la misericordia divina.
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2003 L’abbraccio misericordioso del Padre Abbiamo riflettuto sugli atteggiamenti dei personaggi della parabola del Padre Misericordioso e soprattutto abbiamo fatto esperienza sacramentale della misericordia di Dio.
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2004 Và e anche tu fa lo stesso Il Convegno si è svolto sulla parabola del Buon Samaritano, abbiamo riflettuto sugli atteggiamenti dei personaggi della parabola e soprattutto ci siamo confrontati sul tema della carità. La carità verso il nostro prossimo deve essere l’elemento costitutivo di un Laico dell’Amore Misericordioso, solo attraverso la pratica della carità possiamo perfezionarci verso il cammino della santità.
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2005 Servi per amore Il Convegno si è svolto sul brano di vangelo di Marco riguardante la discussione dei figli di Zebedeo di stare alla destra di Gesù. Nell’ottica cristiana chi si fa servo è colui che per amore risponde ad una chiamata, ad una missione; non è altro insomma che rispondere all’eterna vocazione che Dio fin dal principio ha dato all’uomo.
Libretti di formazione • 1997 Il Laico alla sequela di Cristo Amore Misericordioso
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1998 Accogliamo il dono dello Spirito
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1999 Misericordia io voglio: le Parabole della misericordia
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2000 Il LAM sulla via di Emmaus
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2001 Ripartendo da Cristo, prendiamo il largo
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2002 Sulla tua parola getterò le reti
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2003 Le virtù eroiche di Madre Speranza
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2004 Le virtù cardinali di Madre Speranza
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2005 Rimanete in me ed Io in voi
Scuola di Formazione Continuando sul tema della formazione non possiamo tralasciare la Scuola di Formazione che ha concluso il suo ciclo triennale. Questo ciclo era “ad experimentum” , e dopo che si è concluso è stata fatta un’ampia verifica per apportare le necessarie modifiche. L’Equipe nazionale sta lavorando, di comune accordo con i Governi delle congregazioni, ad una ristrutturazione della scuola stessa per renderla più rispondente alle mutate esigenze dell’Associazione. Le idee-guida che abbiamo seguito nel formulare la nuova ipotesi, si possono ricondurre a due: •
rendere la scuola più accessibile ad un maggior numero di persone
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necessità di una maggiore formazione carismatica (che superi ed integri la formazione permanente) per tutti gli associati e che ci faccia crescere dal punto di vista della conoscenza e della messa in pratica del carisma che ci contraddistingue.
e quindi l’ipotesi alla quale stiamo lavorando prevede una scuola: •
organizzata in seminari monografici su temi che siano di approfondimento del nostro carisma e della nostra spiritualità
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due-tre weekend durante l’anno (raccogliendo anche le indicazioni venute dai questionari - inciso sui questionari)
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decentrata dal punto di vista geografico
Decreto di Riconoscimento dell’Associazione Con il Decreto di Riconoscimento da parte della Santa Sede, in particolare della Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di vita apostolica, siamo ufficialmente riconosciuti come Associazione Pubblica di Fedeli nonché come opera propria degli Istituti Religiosi dell’Amore Misericordioso. Tutto questo ci riempie di gioia e ci carica allo stesso tempo di grandi responsabilità, ma non dobbiamo lasciarci sopraffare dalla paura o dal senso di inadeguatezza. Questo invece è il momento di guardare avanti, con fede e speranza, certi che il Signore sarà nostro compagno di strada come lo fu per i discepoli di Emmaus. Mi vado sempre più convincendo che questo Riconoscimento è, per noi, come uno spartiacque. E’ come se, per usare l’immagine della crescita, si passasse dalla adolescenza alla maggiore età. Quando si compiono i diciotto anni, si prende la patente di guida, si ha diritto di voto, … si entra nel mondo degli adulti. Allo
stesso
modo
noi;
siamo
chiamati
a
diventare
adulti
nella
fede
e
nella
vita
dell’Associazione.
Oggi E’ questo il momento di comportarci come figli della luce, come operatori di pace, di giustizia e di misericordia. E’ questo il tempo di realizzare, nella nostra vita, l’esortazione di S. Paolo: “Svegliatevi dal sonno. Gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri” (Rm 13, 11-14)
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E’ tempo di far risplendere la nostra luce davanti a tutti gli uomini, perché vedano le nostre opere buone e, vedendole, diano gloria a Dio Amore Misericordioso. Questo deve essere il nostro primo ed unico impegno: dare gloria a Dio! Solo così daremo anche lustro a tutta la Famiglia dell’Amore Misericordioso!
Un laico capace di compiere scelte coraggiose, capace di andare controcorrente, di impegnarsi in opere grandi fidandosi solo del Signore. Un laico che, in qualsiasi sua azione, lasci intravedere che dietro di lui c’è la mano di Dio che opera e che agisce. Che bello!! Questo è l’uomo nuovo di cui parla s. Paolo! Un uomo rigenerato e rinnovato dalla luce di Cristo, che è in grado di fare qualsiasi cosa perché ha riposto tutta la sua fiducia e speranza nel Signore. Spesso, noi ci sopravvalutiamo credendo di essere i migliori del mondo, oppure siamo ripiegati su noi stessi, non ci riteniamo mai all’altezza della situazione, ci accontentiamo sempre di quello che già facciamo senza aspirare alle cose più grandi, chiudendo così le porte in faccia a Cristo che invece vorrebbe farci venir fuori da questo involucro che ci siamo creati attorno e che ci opprime. Quando Gesù grida a gran voce a Lazzaro: “Vieni fuori!”, è un ordine perentorio, chiaro. E Lazzaro esce dal sepolcro e si apre alla vita nuova, di risorto. Troppo spesso, invece, a Cristo che ci invita a uscire dal nostro sepolcro noi rispondiamo: “No, guarda Gesù, ormai mi sono sistemato qui dentro questo sepolcro, mi sono abituato a questo ambiente, mi sono creato il mio habitat, … non me la sento proprio di venire fuori”. E rimaniamo lì dentro e piano piano neanche sentiamo più Cristo che ci chiama fuori.
Credo che oggi Cristo dia ad ogni Laico dell’Amore Misericordioso questo comando: “Coraggio, vieni fuori! Fai risplendere la tua luce perché tutti vedano le tue opere buone e rendano gloria a Dio Padre che compie tali opere per mezzo di te”.
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Prospettive Il tema “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone” si può suddividere in due componenti che devono trovare, e trovano, riscontro nella vita di fede e nel cammino di crescita cristiano.
Risplenda la vostra luce … In questo primo aspetto c’è un chiaro richiamo al nostro essere inteso come natura, identità, modo di essere, … è quello che noi siamo: battezzati, cristiani, laici, laici dell’Amore Misericordioso, con i nostri doni, i nostri talenti, i nostri carismi, la nostra formazione, … La nostra luce, fa trasparire quello che siamo, e se ci siamo lasciati illuminare dalla luce del Cristo allora la nostra luce sarà simile alla sua, sarà della stessa natura di quella del Cristo. Noi non brilliamo di luce propria ma riflettiamo la luce di Cristo Gesù, come la Luna non brilla di luce propria ma riflette la luce del Sole che la illumina; però riflettendo tale luce la Luna è in grado di illuminare le tenebre della notte. Anche noi siamo chiamati a questo: riflettere la luce di Cristo Risorto e illuminare il buio che spesso ci circonda o che spesso è nella nostra stessa vita. Ma questo meccanismo di riflessione non è automatico! Uno specchio, per poter riflettere bene e fedelmente, deve essere fatto in un certo modo. Per garantire la fedeltà dell’immagine riflessa deve essere perfetto, senza impurità, perfettamente liscio altrimenti, se così non fosse, l’immagine riflessa risulterebbe distorta e deformata. Allo stesso modo, anche noi dobbiamo passare attraverso una lavorazione che ci renda specchi fedeli. Ricordiamo il processo di lavorazione che Gesù ha prospettato a Madre Speranza: Però mai devi dimenticare che mi sono servito sempre delle cose più insignificanti e piccole per farne delle grandi e meravigliose; ho parlato a Baalam per mezzo di un asino, anziché per mezzo di un angelo, allo stesso modo per avere una grande spiga di grano occorre seminare un piccolo seme, coprirlo con la terra ‘tormentarlo’ con acqua, sole, freddo, neve e finalmente farlo marcire e sparire affinché porti frutto e produca grano in grande abbondanza. E non basta perché questo frutto possa servire come nutrimento per l’uomo, ma occorre che il grano venga triturato, poi macinato e trasformato in polvere; quindi viene passato al setaccio per dividere la polvere, la crusca dalla farina, poi viene impastato con acqua e ben cotto affinché possa servire come nutrimento o principale alimento per il sostentamento dell’uomo. Così tu devi passare per tutta questa elaborazione per essere quello che io voglio da te, “Essere quello che io voglio da te”.
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Questa sembra essere la prima preoccupazione di Gesù: plasmare Madre Speranza fino a farla essere come Lui la vuole. Leggiamo in Ger 18,6 : Ecco, come l'argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani . L’atteggiamento di risposta di M. Speranza è la docilità: si è lasciata plasmare ed è rimasta unita al buon Gesù. Nel 6° incontro di formazione di quest’anno abbiamo meditato sull’Eucaristia come unione con Gesù: “Rimanete in me ed io in voi”. Questa era la prima preoccupazione, il primo obiettivo della Madre, e deve essere anche il nostro. La nostra vita, la nostra giornata, il nostro lavoro così come il tempo libero, tutto deve essere orientato a questo: rimanere in Cristo, riempirsi di Lui, tutto il resto viene dopo. Tutto il resto non deve distoglierci da questo obiettivo fondamentale: rimanere in Cristo. Spesso noi laici viviamo, soprattutto sul posto di lavoro, la frustrazione di non essere buoni testimoni e annunciatori del Vangelo. Facciamo difficoltà a vivere e a manifestare la nostra fede, a far risplendere la nostra luce davanti ai nostri amici, ai nostri colleghi di lavoro, o alle persone che ci vivono accanto e magari aspettiamo momenti particolari – come questo ad es. , o come ritiri, o giornate di spiritualità o più semplicemente lo stare insieme in comunità – per ricaricarci, per poter vivere serenamente la nostra dimensione cristiana. Da dove nasce tutto ciò? Io credo che l’origine di tutto ciò sia dovuto al fatto che non abbiamo il cuore pieno di Cristo. “La bocca parla delle pienezza del cuore” . Di cosa è pieno il nostro cuore? Se è pieno di Cristo allora parliamo come Cristo, agiamo come Cristo! Ma se è pieno di qualcos’altro,… o meglio vuoto … allora le nostre parole, le nostre azioni sono altrettanto vuote. Nel testo di formazione permanente del 2003 trovavamo scritto: "La nostra testimonianza non è altro che il riflesso della gloria che brilla sul volto di Cristo e raggiunge, per grazia, la nostra povera umanità". Per essere pieni di Cristo è necessario, rimanere il Lui, e lasciarsi potare, per poter poi portare frutto e compiere quelle opere buone
… vedano le vostre opere buone Parlare delle opere buone a questo punto dovrebbe essere inutile, se, come detto, siamo pieni di Cristo le nostre opere non possono che essere buone, e tutti le possono vedere e ammirare. Voglio citare le parole della Madre che abbiamo ascoltato ieri sera nella veglia di preghiera: Che cosa dobbiamo fare per essere luce per tutti coloro che ci avvicinano e per condurli a Dio? Essere santi.
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La santità colpisce profondamente, e chi la vede non può non ammirare e stimare una religione che sa infondere così solide virtù. La Madre, come al solito arriva subito al cuore del discorso. La domanda è: Che cosa dobbiamo fare … ? La risposta è l’unica possibile: Essere
Essere Alcuni tratti caratteristici del nostro essere: Identità e Appartenenza Famiglia – Inseriti in un progetto Allargare gli orizzonti oltre il proprio gruppo: respirare aria Nazionale Allargare gli orizzonti oltre la propria nazione: respirare aria Internazionale Formazione Dottrinale Biblica Magisteriale Carismatica Fare Impegno missionario Attività giovanile
Notizie varie Alam Internazionale – Assemblea entro il 2008
Federico Antonucci
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