PARTE 1
FONETICA e MORFOLOGIA
Originariamente l’alfabeto greco possedeva altre lettere, alcune delle quali sono scomparse, mentre altre hanno assunto funzione diversa: – digamma o vau (Δ): trascrive il suono della *u (o *w) semiconsonantica indoeuropea (cfr. la pronuncia dell’ital. uomo). È attestato già nel miceneo: wa-na-ka = *Δanaj > ênaj, capo (Y Repertorio di fonetica, p. 410); – jod (j): corrisponde alla lettera fenicia jo¯ dh e indica il suono della *i semiconsonantica (cfr. la pronuncia dell’ital. ieri). Scompare già in epoca molto antica e se ne ricostruisce la presenza grazie allo studio dei fenomeni fonetici (Y Repertorio di fonetica, p. 410); – koppa (0): deriva dal fenicio e viene usato nell’alfabeto greco per rappresentare il suono /k/ seguito da /o/ e /u/: /ko, kw/. Successivamente scompare come lettera e viene impiegato per rendere il numerale 90; – sampi (fi): il nome deriva da sãn-pi (= >w ín p›, come un p), perché la lettera somiglia, appunto, al p. Rappresenta il suono /sp/ ed è usato, a partire dall’età ellenistica, per rappresentare il numerale 900. – stigma (w): deriva da una modifica grafica del digamma e trascrive il suono /st/. A partire dall’età ellenistica (III-II sec. a.C.) è usato per indicare il numerale 6; Il segno > viene usato dai linguisti per indicare il risultato di una trasformazione fonetica, mentre il segno opposto < ne indica l’origine.
3.
La pronuncia
g: è sempre velare (Y p. 14), anche quando è seguito dalle vocali e, h, i e nei gruppi gn-, gl-: ascolto
gÄnow /ghènos/ stirpe (ma ital. generazione) gign*skv /ghighnòsko/ conosco gl
10
PARTE 1
FONETICA e MORFOLOGIA
LINGUE a confronto IL NUMERO, IL GENERE, IL CASO
MASCHILE
Il numero Il greco, a differenza del latino e dell’italiano, presenta, oltre al singolare e al plurale, anche il duale, che era usato per indicare due cose o persone. In latino è rimasta soltanto una traccia di duale, ad esempio nel numerale duo (“due”) e nell’aggettivo ambo (“entrambi”). Nelle lingue moderne solitamente si distingue solo il singolare dal plurale. Il duale, attestato nelle lingue semitiche classiche (e ancora oggi nell’arabo) e in molte lingue indoeuropee antiche (oltre al greco, il sanscrito e il celtico), è attualmente presente nello sloveno e nel lituano. SINGOLARE GRECO LATINO ITALIANO INGLESE
DUALE
|fyalmÒw occhio oculus occhio occhio
|fyalm* i due occhi –
eye occhio
–
–
PLURALE
|fyalmo¤ occhi oculi occhi occhi eyes occhi
Il genere Il greco come il latino possiede tre generi: maschile, femminile e neutro. MASCHILE GRECO LATINO
{ énÆr l’uomo vir l’uomo
FEMMINILE
® gunÆ la donna femina la donna
NEUTRO
tÚ z÷on l’animale animal l’animale
Molte delle lingue moderne, come ad esempio l’italiano, distinguono solo il maschile e il femminile. Il tedesco conserva invece i tre generi. L’inglese si comporta ancora diversamente, poiché non distingue affatto i generi se non nei pronomi personali. FUNZIONE
GRECO
specificazione = genitivo mhtrÒw soggetto = nominativo oggetto = accusativo
32
FEMMINILE
NEUTRO
ITALIANO
l’uomo
la donna
–
TEDESCO
der Mann l’uomo he egli
die Frau la donna she ella
das Tier l’animale it esso
INGLESE
Il caso Tra le lingue flessive antiche il greco, come il latino, si è diretto verso una progressiva semplificazione dei casi. Nell’indoeuropeo infatti essi erano otto, nel latino sei, in greco cinque. Ai casi rimasti in greco si devono aggiungere il locativo (che indicava il luogo in cui ci si trova nello spazio e nel tempo), l’ablativo (che designava propriamente il luogo da cui si viene, la provenienza, l’origine) e lo strumentale-sociativo (che indicava sia il mezzo con cui si compie un’azione sia la persona o la cosa in compagnia della quale la si compie). Le funzioni dei casi scomparsi sono confluite nel genitivo (l’origine) e nel dativo (i valori dello strumentale e del locativo). La stessa tendenza alla semplificazione è riscontrabile nell’evoluzione del latino: i sei casi del latino classico (i cinque del greco più l’ablativo) nel latino volgare si riducono dapprima a due, il nominativo per il soggetto e l’accusativo per tutte le altre funzioni, e poi al solo accusativo. Scomparsa progressivamente la distinzione tra i vari casi, per esprimere le funzioni di un termine in un enunciato l’italiano e altre lingue moderne ricorrono all’uso di preposizioni (della madre) e alla posizione delle parole nella frase: solo essa, infatti, permette di capire che nella proposizione “Achille uccide Ettore” chi uccide (soggetto) è Achille e chi subisce l’azione (oggetto) è Ettore. In greco e in latino invece la posizione era indifferente, poiché le due funzioni erano rese da terminazioni diverse. LATINO
matris
ITALIANO
della madre
’Axille¢w kte¤nei Achilles occidit Achille uccide ±Ektora Hectorem Ettore
LEZIONE
11
I TEMI MASCHILI E FEMMINILI IN -o Y
GRAMMATICA capitolo 4 par. 2
PAROLE IN PRIMO PIANO
Sostantivi in -o
Sostantivi in -o maschili
obiettivo
LESSICO Y p. 85
êggelow, -ou, { = messaggero égrÒw, -oË, { = campo édelfÒw, -oË, { = fratello ênemow, -ou, { = vento ênyrvpow, -ou, { = uomo êrgurow, -ou, { = argento, denaro b¤ow, -ou, { = vita gevrgÒw, -oË, { = contadino d\mow, -ou, { = popolo didãskalow, -ou, { = maestro doËlow, -ou, { = servo, schiavo ¥liow, -ou, { = sole yãnatow, -ou, { = morte yeÒw, -oË, { = dio yhsaurÒw, -oË, { = tesoro yumÒw, -oË, { = animo, coraggio WatrÒw, -oË, { = medico ·ppow, -ou, { = cavallo karpÒw, -oË, { = frutto k¤ndunow, -ou, { = pericolo kÒsmow, -ou, { = ornamento, ordine, universo lÒgow, -ou, { = parola, discorso, ragione mËyow, -ou, { =favola, mito, racconto nÒmow, -ou, { = legge oÈranÒw, -oË, { = cielo
|fyalmÒw, -oË, { = occhio parãdeisow, -ou, { = giardino ploËtow, -ou, { = ricchezza pÒlemow, -ou, { = guerra pÒnow, -ou, { = fatica, lavoro, sofferenza potamÒw, -oË, { = fiume s¤dhrow, -ou, { = ferro staymÒw, -oË, { = stalla, tana, luogo di sosta, approdo strathgÒw, -oË, { = stratego stratÒw, -oË, { = esercito tÒpow, -ou, { = luogo t°rannow, -ou, { = tiranno, re, signore uQÒw, -oË, { = figlio Ïpnow, -ou, { = sonno fÒbow, -ou, { = paura xrÒnow, -ou, { = tempo xrusÒw, -oË, { = oro
Sostantivi in -o femminili êmpelow, -ou, ® = vite _peirow, -ou, ® = continente n\sow, -ou, ® = isola nÒsow, -ou, ® = malattia {dÒw, -oË, ® = strada, viaggio paryÄnow, -ou, ® = fanciulla
GRECO VIVO
Indica, servendoti eventualmente del dizionario di italiano, a quali sostantivi greci presenti nelle Parole in primo piano si possono collegare le seguenti parole.
1. anemometro Y ...................................................................
6. eliocentrico Y .......................................................................
2. angelo
7. fobia
Y .......................................................................
3. antropologia Y ...................................................................
8. ipnosi
Y .......................................................................
4. biologia
Y ...................................................................
9. ippodromo Y .......................................................................
5. cosmetico
Y ...................................................................
10. polemico
Y ...................................................................
Y .......................................................................
83
LEZIONE 12
I temi neutri in -o
13
Completa le seguenti frasi declinando o coniugando opportunamente le parole tra parentesi, poi traduci. tropa›on) Ést‹ t\w n¤khw shme›on. Tå f°lla ...................................... (Z gen. plur. tÚ dÄndron) ...................................... (Z acc. sing. tÚ ped¤on) kal°ptei. 3. ÁEn t÷ skÒt& ® {dÚw ...................................... (Z dat. plur. tÚ êstron) to›w {d¤taiw de¤knutai. 4. ...................................... (Z nom. plur. tÚ ˜plon) kÒsmow t
1.
...................................... (Z nom. sing. tÚ
2.
guida all’uso del vocabolario La ricerca di un sostantivo della seconda declinazione Per risalire al nominativo singolare di un sostantivo della seconda declinazione bisogna innanzitutto togliere la marca finale del caso e, ottenuto in questo modo il tema della parola, aggiungervi le uscite del nominativo singolare (-ow per maschile e femminile, -on per il neutro). Perché la ricerca nel vocabolario sia breve e proficua è opportuno tenere presente che alcune uscite della seconda declinazione sono facilmente confondibili con quelle della prima, per cui di fronte a un termine di cui non si co-
nosce la declinazione di appartenenza sarà necessario procedere per gradi: 1. verificare se sia presente un articolo che confermi il genere; 2. ragionare sulla funzione sintattica della parola nella frase; 3. procedere al suo reperimento nel vocabolario per tentativi. A questo proposito può risultare utile tenere a mente il seguente schema riepilogativo:
PRIMA DECLINAZIONE
maschili
ESERCIZI Livello 1
femminili
neutri
SECONDA DECLINAZIONE
maschili
femminili
neutri
NOM. SING.
-aw/-hw
-a/-h
–
-ow
-ow
-on
GEN. SING.
-ou
-aw/-hw
–
-ou
-ou
-ou
NOM. PLUR.
-ai
-ai
–
-oi
-oi
-a
GEN. PLUR.
-
-
–
-vn
-vn
-vn
14
Analizza e traduci le seguenti frasi di diversa difficoltà riepilogative sui sostantivi in -o neutri.
AQ paryÄnoi eWw tÚ QerÚn Ñrxontai. – 2. ]O gevrgÚw Én t÷ ped¤& tÚ j°lon lambãnei. – 3. Tå yhr¤a Én ta›w Ïlaiw lanyãnei. – 4. ÁEn t÷ parade¤s& tå =Òda Ést¤. – 5. ]H ÇspÄra tq selÆn$ ka‹ to›w êstroiw de¤knutai. – 6. OQ strati
89
UNITÀ 5
32
Individua il tipo di costruzione (personale P o impersonale I ) impiegato nelle seguenti frasi, poi traduci. 1. ]O ênyrvpow { sofÚw mÒnow lÄgetai Éle°yerow e‰nai. P I – 2. LÄgetai oÈ to›w éy°moiw tØn t°xhn sullambãnein. P I – 3. OQ AWg°ptioi nom¤zontai deino‹ Én t÷ plÄkein mhxanåw e‰nai. P I – 4. Sumba¤nei to¢w ényr*pouw piyano¢w dÒjan Ñxein égay
33
Analizza e traduci le seguenti frasi di diversa difficoltà riepilogative sull’infinito sostantivato e sulle proposizioni infinitive e dichiarative.
Livello 1
ÁEg+ nom¤zv to¢w ényr*pouw oÈk Én t÷ o[k& tÚn ploËton ka‹ tØn pen¤an Ñxein éll’ Én ta›w cuxa›w. – 2. ]H TercixÒrh MoËsa oÏtvw |nomãzetai épÚ toË tÄrpein to¢w ékroatãw. – 3. ÁElÄgonto dÅ oQ Xalda›oi Éleuyero¤ te ka‹ êlkimoi e‰nai. – 4. TÚ |rg¤zesyai ka‹ to›w fla°roiw shme›Òn Ésti ékrate¤aw ka‹ éno¤aw. – 5. KleÒboulow Ípede¤knu ˜ti de› paide°esyai ka‹ tåw paryÄnouw. – 6. ÁEk to°tvn oÔn fanerÒn Ésti ˜ti { ênyrvpow f°sei (= per natura) politikÚn z÷Òn Éstin. – 7. ÁApodeikn°tv { katÆgorow élhyino¢w e‰nai to¢w aÈtoË lÒgouw. – 8. ÁEk toË spoudãzein aQ yerãpainai Ñpainon Ñxousin parå t\w despo¤nhw. – 9. D\lÒn Éstin ˜ti toËton tÚn ênyrvpon karterÚn ka‹ éndre›on nom¤zeiw. 1.
10. I poeti antichi dicono che tra gli uomini talvolta i liberi sono cattivi, gli schiavi buoni. – 11. Il filosofo Anassagora afferma che la luna è una pietra splendente. – 12. Ritengo che il coraggio senza assennatezza procuri danno e non fama. – 13. Dallo sbagliare gli uomini imparano. – 14. Lo stratego nell’assemblea dice che il traditore è tra il popolo.
Livello 2
VERSIONI
1. De› to¢w strati*taw ée‹ ÉklÄgein tØn t\w x*raw Éleuyer¤an ka‹ diå toËto éndre¤vw mãxesyai. – 2. ÁEn PÄrsaiw diå tÚ |reinØn e‰nai tØn t\w x*raw f°sin (acc. f. sing. = natura) xalepÒn Ésti ka‹ trÄfein ·ppouw ka‹ Qppe°ein. – 3. OQ éndre›oi ênyrvpoi b¤on tÚn ék¤ndunon fulãssontai: nom¤zousi går ˜ti b¤ow { êdojow éxre›Òw Éstin. – 4. KleÒboulow { filÒsofow lÄgei ˜ti tÚn f¤lon mÅn de› eÈergete›n (inf. pres. att. di eÈergetÄv), tÚn dÅ ÉxyrÚn f¤lon poie›n (inf. pres. att. di poiÄv): prosÆkei går fulãssesyai t
34
pisistrato: un tiranno illuminato
Pisistrato con un inganno si impadronisce di Atene e vi instaura la tirannide, ma si rivela un governante magnanimo e saggio.
]O mÅn Peis¤stratow, sfÒdra eÈdÒkimow Én t÷ prÚw MÄgara polÄm&, ÇautÚn 1 traumat¤zei ka‹ Ép‹ t\w èmãjhw eWw tØn égorån parabãllei. ÁEke›2 tØn Ékklhs¤an éyro¤zei ka‹ sumpe¤yei tÚn d\mon >w ÍpÚ t
142
2. ’Eke›: avv. di luogo, là.
LEZIONE 18
Un caso particolare: il pronome-aggettivo aÈtÒw, -Æ, -Ò
tÚ e‰nai toË dÆmou f¤lon. ]O d\mow oÔn |rg¤zetai ka‹ chf¤zetai |pãzein t÷ Peisistrãt& pentÆkonta (= cinquanta) korunhfÒrouw. ÁAll’ { Peis¤stratow s¢n to›w korunhfÒroiw katalambãnei tØn ékrÒpolin3 ka‹ t
storia
4. prÚw tåw Érgas¤aw: compl. di fine.
La tirannide ad Atene: Pisistrato
Tra la fine del VII e l’inizio del VI secolo a.C. in molte pòleis della Grecia si impose una nuova forma di governo: la tirannide. Il tiranno era colui che si impadroniva del potere con la forza, instaurando un dominio personale pressoché privo di limiti. Spesso si trattava di un governo dispotico e violento, che limitava fortemente la libertà dei cittadini; tuttavia non mancarono casi in cui la tirannide favorì lo sviluppo della pòlis, come avvenne, ad esempio, ad Atene con Pisistrato. Sotto questo tiranno, che si impadronì del potere nel 546 a.C., la città conobbe un periodo di forte rinascita sotto molteplici aspetti: artigianale, commerciale, urbanistico e culturale. Venne infatti innalzato il
tempio di Atena sull’Acropoli e fu iniziata la costruzione di un tempio dedicato a Zeus. Furono incoraggiate le attività commerciali e si diffuse l’uso della moneta. Inoltre furono potenziate le feste religiose, tra cui le Panatenee e le gare e i cori nelle feste dedicate a Dioniso (Grandi Dionisie). Proprio in questo periodo nacquero in Atene le rappresentazioni teatrali e fu lo stesso Pisistrato a chiamare in città il primo attore girovago di nome Tespi. Il tiranno promosse inoltre la messa per iscritto dei poemi omerici, fino ad allora trasmessi oralmente, dando così forma all’Iliade e all’Odissea. Governò la città fino alla morte avvenuta nel 528-527 a.C.
Demone con tre corpi dal busto in su e coda di serpente, 550-540 a.C., scultura in calcare dipinto proveniente dal frontone occidentale dell’antico tempio di Atena fatto erigere da Pisistrato sull’acropoli di Atene (dove due secoli dopo sarà costruito il Partenone), Atene, Museo dell’Acropoli.
35
la leggenda della rosa
Una leggenda narra che la rosa, originariamente bianca, divenne rossa per aver punto il piede di Afrodite.
TÚ =Òdon Ést‹n ênyemon |ligoxrÒnion, éllå tq trufq ka‹ tq eÈmorf¤# ka‹ tq eÈvd¤# yaumãzetai: ta›w yea›w ka‹ ta›w paryÄnoiw poyeinÒn Éstin, ka‹ bas¤leia t
143
DOSSIER 2
La forza di una discriminata: la condizione della donna nella Grecia antica ella società greca la donna è per lo più vittima di una mentalità maschilista che tende a discriminarla. La sua funzione nella vita materiale e la sua posizione nell’immaginario, tuttavia, è rilevante. L’analisi delle informazioni pervenuteci induce in-
N
zoom
fatti a concludere con sorpresa che essa nel corso dei secoli, con grande determina zione, arrivò a occupare nella società greca spazi non trascurabili e ad esercitare il proprio potere sia all’interno sia all’esterno della casa.
Sulla spalla della lÆkuyow è dipinta una scena di danza: tre gruppi di tre donne danzano a catena alla musica di un auleta e di un suonatore di lira. Nell’antica Attica alle feste di nozze danzavano sia gli uomini sia le donne, ma in gruppi separati.
La scena raffigurata sul corpo di questo vasetto per unguenti (lÆkuyow) è la più antica rappresentazione di una cerimonia nuziale nell’antica Grecia, un momento particolarmente significativo nella vita della donna ateniese in quanto simbolico del passaggio della sposa dalla casa paterna a quella dello sposo, dalla tutela del padre a quella esercitata dal marito.
FIG. 1 Vaso attribuito al pittore Amasis, 550 a.C. circa, ceramica attica a figure nere, New York, Metropolitan Museum of Art.
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DOSSIER 2 CULTURA e LESSICO
La coppia nuziale e il testimone, di spalle agli sposi, sono seduti sul carro principale tirato da due asini e guidato dallo sposo. Segue un altro carro con alcuni invitati.
La donna che precede il corteo regge due torce: la cerimonia, secondo tradizione, ha infatti luogo di notte.
zoom
La sposa tiene in mano una corona e si accosta il velo al viso: un gesto che nell’arte figurativa greca (e romana) indica la condizione di donna sposata. Lo sposo ha la barba ed è molto più vecchio della sposa, secondo l’usanza greca.
Alla luce delle torce, tra musica e canti, il corteo raggiunge la casa dello sposo, la cui madre, con una torcia in mano, attende sulla soglia il gruppo di festanti accogliendoli con un segno di benvenuto.
359