CICLO:”Camminare per conoscere” Escursioni a tema CAI ASCOLI PICENO
“Il triangolo d’oro” escursione archeologica nel suburbio a est di Roma 2 / 3 aprile 2011 Difficoltà: T (Percorso Turistico) Mezzo di trasporto: pullman o auto proprie al mancato raggiungimento del numero minimo Periodo: sabato 2 /domenica 3 aprile 2011 Numero massimo partecipanti: 40 N.B.: al mancato raggiungimento dei 40 partecipanti, la gita verrà effettuata con auto proprie, ottimizzando il numero e dividendo spese autostradali e di carburante come di consueto (0,20€/Km) Iscrizioni: da mercoledì 23 marzo a mercoledì 30 marzo c/o la sede CAI – Via S. Cellini, 10 – AP (orario di apertura sede: mercoledì e venerdì 19-20) Costo:
- Con pullman 95 € SOCI CAI – 110 € NON SOCI CAI - Senza pullman 70 € SOCI CAI - 85 € NON SOCI CAI La quota comprende: trasporto A/R in pullman riservato, cena, pernotto e prima colazione alla ”Oasi di Pace” Santa Maria Nuova (San Gregorio da Sassola), pranzo a fine escursione, biglietti per l’ingresso a Villa Adriana e al Museo Archeologico di Palestrina, assicurazione per i non soci. La quota non comprende: il pranzo del primo giorno e tutto quello non esplicitamente scritto. Anticipo: 40 € da versare all’atto dell’iscrizione
Rimanenza: da versare entro e non oltre mercoledì 30 marzo con incontro in Sede per consegna del materiale esplicativo. Luogo di partenza: Via Recanati (Piazzale di fronte Mercato Coperto) Giorno e orario di partenza: sabato 2 aprile ore 8.00
Equipaggiamento indispensabile: zainetto, scarpe da trekking (già rodate), giacca a vento, copricapo, pantaloni lunghi, mantellina parapioggia, occhiali da sole, crema viso/labbra, borraccia o bottiglia in PET, piccola farmacia personale e altri effetti personali, macchina fotografica e/o telecamera, piccola torcia o frontale. Guida archeologica: Piero Marra Accompagnatori: (338.47.88.988)
Lily
Fabiani
(347.91.27.505),
Valeria
Carpani
NOTA BENE Gli organizzatori si riservano di apportare al programma le modifiche ritenute opportune, anche in dipendenza delle condizioni meteorologiche. AVVERTENZA: L’iscrizione è ritenuta valida solo dietro il pagamento dell’anticipo di 40 €. Si consiglia di iscriversi per tempo dato l’elevato interesse manifestato dai soci e il numero chiuso necessario ai fini organizzativi.
PROGRAMMA Sabato 2.04.11
Partenza da Ascoli Piceno a Tivoli: ore 8.00 Via Recanati. Dopo un viaggio di circa 3 ore raggiungeremo l’antica Tibur Superbum con le sue Ville, i templi, i sepolcri… Prima di pranzo avremo l’opportunità di ammirare Villa Adriana, la più grande villa appartenuta a un imperatore romano (3 Km di perimetro, 120 ettari di superficie), testimonianza dello straordinario livello raggiunto dall’architettura romana. Dopo aver consumato il pranzo al sacco, faremo tappa al Museo Archeologico di Palestrina ospitato in una sede straordinaria: il palazzo Colonna Barberini costruito sulla sommità del santuario ellenistico della Fortuna Primigenia, una grandiosa e geniale realizzazione architettonica della fine del II sec. a.C. Il percorso della visita si svolge attraverso la successione di diversi temi: dal culto della Fortuna, alla scultura ellenistica e ionica sino all’età augustea e imperiale per passare ai documenti epigrafici e agli altri culti di Praeneste. Famoso al III piano il mosaico policromo “L’inondazione del Nilo”, opera alessandrina della fine del II sec. a.C. In serata si raggiungerà, fra il verde degli oliveti, l’”Oasi di Pace” Santa Maria Nuova a San Gregorio da Sassola, gestita dai P.P. Agostiniani Scalzi. Nella magica atmosfera dei Monti Prenestini, alle pendici del M. Guadagnolo, potremo godere di uno splendido affaccio su Tivoli e sulla campagna romana, rilassarci e gustare la cucina tradizionale locale.
Dom. 3.04.11
Escursione archeologica: Lungo la strada che va da S. Gregorio alla Polense, dopo circa 2km da Croce della Colonnella, si percorrerà una strada sterrata che, dopo circa 300m costeggia una valle profonda e stretta. La Torre dell’Acqua Raminga svetta evidente nella campagna circostante. A conferma dell’importanza strategica sul territorio, anche nel passato, vi sono resti romani. Abbandonando la via di Poli, in direzione di S. Gregorio di Sassola, si percorrerà un tratto di basolato della romana Via Antira perfettamente conservato. Proseguendo su una strada battuta, nel bel percorso naturalistico nella vallata del Fosso della Mola, poco oltre, sulla destra si raggiungerà Mola degli Arci, un antico mulino ormai coperto da fitta vegetazione. Il nome deriva dagli archi dell’ antico Ponte delle Mole o Ponte degli Arci (raggiungibile dopo altri 800m) con il quale l’antico acquedotto, l’Anio Vetus, attraversava il Fosso della Mola. Seguendo il medesimo sentiero, dopo 500m, si arriva a Ponte San Pietro un altro grande manufatto dell’acquedotto dell“Aqua Marcia” (144 a.C.) con una grandiosa arcata di circa 16 metri di luce. Ci dirigeremo ora verso la nostra ultima meta: Ponte Lupo, imponente opera anch’essa parte dell’acquedotto Marcio fatto costruire dal pretore Quinto Marcio Re per far arrivare acqua a Roma, da purissime sorgenti della valle dell'Aniene. I ruderi di Ponte Lupo (144 a.C.), dell'altezza di circa 30 metri, si susseguono per più di 100 metri, collegando i due versanti del vallone. Per raggiungerlo, si segue la S. P. Polense fino al Km 30, dove si dirama sulla destra (in direzione di Poli) una carrareccia che scende nell'ariosa valle del fosso dell'Acqua Rossa, chiusa dal massiccio Ponte Lupo. Questo vallone inciso nel tufo in cui l'acqua, a tratti, scorre tra pareti fortemente incassate, ospita diverse specie faunistiche; sono da segnalare il merlo acquaiolo, il martin pescatore, il nibbio bruno e la lampreda di fiume, che qui hanno trovato un ambiente adeguato. E' possibile, rimontando il vallone sul lato destro orografico per un sentierino a tratti un po’ esposto, spingersi fin sopra le arcate del ponte, da cui si apre un ampio panorama sul vallone, sia a monte che a valle di Ponte Lupo. Tornati al pullman torneremo a ”L’oasi di pace” per il pranzo?...cena?...il nostro pasto tipico dopo le escursioni e poi…alla volta di Ascoli! Appuntamento alla Conferenza con Piero Marra 30 marzo ore 18.00 per curiosità, domande…. Ma intanto per gli approfondimenti personali:
Torre dell'Acqua Raminga La Torre dell'Acquaraminga risale al Medioevo e fu costruita sui resti di una villa romana appartenente ad Annia Faustina, moglie di Antonino Pio, padre adottivo dell'Imperatore Marco Aurelio. Appartenne nel X secolo a San Gregorio al Celio e nel XI sec. alla Basilica di San Paolo fuori le mura.
Il centro medioevale sorgeva isolato dal poggio della torre, che risale al XII secolo. Accanto, il casalotto riutilizza la chiesetta medioevale del borgo. Trasversalmente al pianoro, giusto includendo la chiesa e la torre, si vedono i ruderi delle mura medioevali, merlate, con tracce del fossato antistante, che separavano la parte baronale dal borgo: altre mura sono visibili, cingenti il pianoro, sull'unico lato per cui è accessibile, verso SE (i resti di una torretta appaiono sulla sommità dello spunzone occidentale). Importante opera di difesa dai barbari fu oggetto di contesa tra i Sangregoriani e i Tiburtini. Si scatenò una guerra civile per la rivendicazione dei confini talmente spietata da costringere i "Faustiniani" ad abbandonare il luogo e a rifugiarsi nell'attuale San Gregorio centro.
I ponti degli acquedotti romani In un connubio fra archeologia e natura, in una fusione emozionante ed affascinante, dopo un breve percorso fermo nel tempo, si mostrano al visitatore le imponenti strutture dei ponti degli acquedotti romani "Anio Vetus" - 272 a.C. e "Aqua Marcia" - 144 a.C.
Il Ponte degli Archi della Mola L'Anio Vetus fu costruito nel 272 a.C. con i proventi della vittoria su Pirro. Il percorso dell'Anio Vetus si sviluppa quasi interamente in galleria e compie per arrivare a Roma circa 64 Km con una portata di 2,13 mc al sec. di acqua. Nel 144 a.C. subì il primo grande restauro. I lavori di consolidamento durarono fino al 4 a.C.. L'Anio Vetus si tuffa nel territorio di San Gregorio da Sassola dalla via di Pomata di Tivoli degradando poi dolcemente verso Roma. Il Ponte degli Archi della Mola permette di attraversare la vasta valle omonima. Fu costruito in età Adrianea come raccordo tra lo speco settentrionale e quello meridionale dei fianchi della valle. E' costruito su doppie arcate di diverse dimensioni e molto irregolari. La pendenza dell'acqua raggiungeva il 7,66% nelle prime 18 arcate, mentre nelle ultime 4 arcate raggiungeva addirittura il 163,5%. La sua lunghezza totale è di m 155,50 con un'altezza di m.24,50. La parte centrale è crollata nel 1965. Sul pendio della macchia della Mola si possono osservare i pozzi d'ispezione e lo speco dell'acqua.
Il Ponte S. Pietro Il Pretore Quinto Marcio Re nel 144 a.C. costruì l'Acquedotto Marcio che approvvigionava Roma con 2.28 mc al sec d'acqua di ottima qualità. I Romani investirono "milies octingenties
sestertium" per portare a termine questa grandiosa opera. Nel 140 a.C. ancora discutevano in Senato sulla possibilità di far arrivare l'acqua Marcia in Campidoglio. Nel 33 a.C. l’acquedotto subì il primo intervento di restauro da parte di Agrippa. Nell'11 a.C. Augusto apportò altre consistenze modifiche alla struttura. Tito, nel 79 d.C., fece altri interventi di restauro. Anche Adriano e i Severi effettuarono dei lavori di restuaro, mentre Caracalla (212 - 213 d.C.) captò altra acqua dalla Fons Antoninianus per approvvigionare le Terme omonime. L'acquedotto è lungo 91.330 m. (61.710 e ½ passi) di cui 80.280 m. (54.247 e ½ passi) in galleria e i rimanenti 11.311 m (7.643 passi) in poderose sostruzioni. Per superare la profonda valle della Mola fu costruito il Ponte S. Pietro (alto 19 m e lungo 63). La grande arcata originaria è in travertino consolidata da un poderoso rinfodera mento in laterizio. Sono ben conservati sotto le volte delle arcate i rivestimenti in opera reticolare. Il sito, per la sua bellezza, è stato più volte riprodotto da artisti paesaggistici.
Il Ponte Lupo É uno dei più maestosi monumenti romani; domina la valle del fosso dell’Acqua Rossa quasi a sua difesa. È situato in VIII circoscrizione del comune di Roma al cippo del 31° Km della via Polense, alle pendici dei dirupi tufacei che caratterizzano i valloni proteggendolo dal degrado. Fu costruito nel 144 a.C. da Marcio Re per sostenere lo speco dell’Acqua Marcia ed un’importante strada in uso fino ad una cinquantina di fa. Le eleganti arcate di questo ponte sono di quanto più antico ci sia rimasto dell'antica Roma, pari per antichità al primo ponte in pietra di Roma, il Ponte Emilio, del tempo di Scipione Emiliano e della distruzione di Cartagine. In età augustea fu rifatto da Agrippa gettando l'immensa fabbrica in opera reticolata, con l'aggiunta di archi ciechi che si vedono sul lato sinistro. Al monumento vennero aggiunte altri grandi opere di rinforzo nei secoli successivi: infatti il Ponte Lupo funzionò in piena attività per circa sette secoli. L'intervento più colossale fu fatto per opera di Settimio Severo il quale fece costruire un'alta risega transitabile da una parte all'altra della vallata, potentemente terrazzata a piloni di rinforzo. L’acqua del perenne ruscello conserva la vita del gambero di fiume e della rana greca. I Valloni di Passerano sono l’ultimo luogo della campagna romana rimasti relativamente intatti. Infatti, è possibile ammirare le fioriture primaverili d’anemoni, pervinche e ciclamini. Risalendo il corso del ruscello si arriva, dopo aver ammirato le sculture che l’acqua ha realizzato nel corso dei secoli, alla “cascatella” dove l’acqua effettua un salto spettacolare di 47 metri. Purtroppo, anche qui, la politica effettuata per lo smaltimento dei rifiuti dal consumismo ha deturpato l’ambiente lasciando rifiuti di ogni genere lungo le pareti e sugli alberi.