UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL'AQUILA FACOLTÀ DI INGEGNERIA Prof. Marco Pratesi Curriculum scientifico (Aggiornato il 25/10/2010)
1 - Notizie generali Nato a Teramo (TE) il 14 Gennaio 1971. Ha conseguito la Laurea in Ingegneria Elettronica nell'a.a. 1994-1995, con votazione 110/110 e lode presso l'Università degli Studi dell'Aquila, discutendo una tesi dal titolo "Un modello per l'analisi degli algoritmi di Handover in sistemi radiomobili cellulari". Dal 1996 al 1998 ha frequentato il corso di Dottorato di Ricerca in Ingegneria delle Telecomunicazioni e Microelettronica (XI ciclo) presso l'Università di Roma "Tor Vergata"; ha superato l'esame finale per il conseguimento del titolo di Dottore di Ricerca in data 12 Marzo 1999, discutendo una tesi dal titolo "Un approccio generale per l'analisi degli algoritmi di handover e della probabilità di fuori servizio nei sistemi radiomobili cellulari". Dal Novembre 1999 al Marzo 2003 è stato dipendente del CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni), con la qualifica di Ricercatore dall'Aprile 2000, presso l'Unità di Roma "Tor Vergata". Il 23 Febbraio 2005 è risultato vincitore della selezione comparativa a n. 1 posto di ricercatore universitario per il settore scientifico-disciplinare ING-INF/03 presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi dell'Aquila. Il 1° Ottobre 2005 ha preso servizio come ricercatore universitario per il settore scientificodisciplinare ING-INF/03 presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi dell'Aquila. Dal Dicembre 2005 afferisce al Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell'Informazione della Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi dell'Aquila.
2 - Coordinamento di programmi di ricerca, incarichi e collaborazioni Dal Novembre 1999 al Marzo 2003 è stato dipendente del CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni), con la qualifica di Ricercatore dall'Aprile 2000, presso l'Unità di Roma "Tor Vergata", con il ruolo di Project Scientist della missione DAVID.
Dal Novembre 1999 ha ricoperto il ruolo di Project Scientist della missione DAVID (DAta and Video Interactive Distribution), una missione satellitare multiesperimento nell'ambito dello "Science Small Missions Programme" dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI). La missione, selezionata sulla base di una Call for ideas dell'ASI nel 1997 tra sessanta proposte per intraprendere uno studio di fattibilità (fase A) e selezionata nel 1998 tra le finaliste per la fase di realizzazione e lancio, ha iniziato a fine 2000 la fase B, volta all'emissione delle specifiche e al progetto del satellite, nonché alla definizione di dettaglio degli esperimenti e delle procedure di gestione dei relativi dati scientifici. Terminata la fase B, è stata formulata la proposta per la fase C/D. In particolare, i compiti scientifici dello scrivente hanno riguardato le attività di Data Analysis, lo sviluppo del Mirror Provider, la definizione delle interfacce con i siti coinvolti dall'esperimento di raccolta dati, cioè con Spino D'Adda e con le basi italiane del PNRA (Piano Nazionale di Ricerche in Antartide), lo sviluppo e la gestione del sito web del progetto e dei servizi da esso offerti. Dall'Aprile 2004 è stato co-investigator del programma nazionale di ricerca WAVE (W-band Analysis and VErification) dell'ASI su payload in banda W. Tale progetto è volto ad effettuare uno studio di fattibilità per un payload di telecomunicazioni in banda W, e prevede un'ampia indagine dell'uso di tale banda per comunicazioni Terra-Satellite (LEO, GEO), intersatellitari (LEO-LEO, GEO-LEO, GEO-GEO), e interplanetarie. Si è occupato del coordinamento tecnico-scientifico del progetto "Reti wireless ad alto grado di mobilità e sopravvivenza" (Legge 297/1999) in collaborazione con Thales Italia s.p.a. e con il DEWS. Dal 1995 collabora con il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell'Informazione dell'Università dell'Aquila in attività di ricerca nell'ambito dei sistemi radiomobili. Nel 1998 ha collaborato con il Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" e con il Co.Ri.Tel. (Consorzio di Ricerca sulle Telecomunicazioni) nell'ambito di un contratto ESA (European Space Agency), occupandosi della caratterizzazione dell'interferenza in uno scenario multisatellitare e della modellizzazione del canale satellitare. Opera dal 1999 come revisore per riviste internazionali, tra cui: IEEE Transactions on Communications, IEEE Transactions on Aerospace and Electronic Systems, Wireless Communications & Mobile Computing journal, Ha fatto parte del Technical Program Committee (TPC) per le seguenti conferenze internazionali: IEEE WCNC 2008 (Wireless Communications & Networking Conference), IEEE PIMRC 2008 (International Symposium on Personal, Indoor and Mobile Radio Communications). Ha operato come revisore per conferenze internazionali, tra cui: IEEE Vehicular Technology Conference (VTC), Wireless Personal Multimedia Communications Symposium, IEEE International Conference on Communications (ICC). Nel 1999 ha collaborato con il Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell'Università di Roma "Tor Vergata" sul tema "Integrazione del sistema DAVID con sistemi di telecomunicazione preesistenti" per la missione scientifica di comunicazione satellitare DAVID. Ha collaborato al programma nazionale di ricerca SHINES (Satellite and Hap Integrated NEtworks and Services), cofinanziato dal MIUR (2002-2004) su reti integrate satellite-HAP (High Altitude Platform). Tale programma intende contribuire alla definizione del ruolo del satellite e delle piattaforme stratosferiche (HAP) nello scenario evolutivo dei sistemi di comunicazione, identificando le applicazioni che possono trarre beneficio dai segmenti satellitare e HAP, definendo i requisiti chiave delle architetture di rete eterogenea basata su tali applicazioni, specificando le relative tecniche trasmissive e protocollari.
Nel 2005 ha collaborato alla redazione del documento "System/Subsystem Specification (SSS)" nell'ambito della collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell'Università dell'Aquila e Selenia Communications (già Marconi Selenia Communications) su "Tecnologie e tecniche per la sorveglianza del traffico aereo".
3 - Descrizione dell'attività scientifica Lo scrivente ha svolto attività scientifica e di ricerca nell'ambito dei sistemi di telecomunicazione sia terrestre che satellitare. Nell'ambito dei sistemi terrestri, è stata focalizzata sugli algoritmi di gestione dell'utenza attiva (handover), sull'analisi del fuori servizio, e su studio, simulazione, ed emulazione delle reti radiomobili ad-hoc (MANET - Mobile Ad-hoc NETworks). Nell'ambito dei sistemi satellitari, l'attività scientifica ha riguardato soprattutto la missione DAVID e il progetto WAVE e ha toccato anche temi come l'allocazione e controllo di potenza e l'integrazione delle HAP in reti satellitari.
3.1 - Gestione dell'utenza attiva (handover) in sistemi radiomobili terrestri L'attività di ricerca è stata principalmente rivolta allo studio di vari aspetti concernenti la mobilità degli utenti nei sistemi radiomobili cellulari di seconda generazione. A differenza di sistemi più tradizionali, l'accesso radio diretto da parte dell'utente alla rete di telecomunicazione induce a rivedere i concetti di qualità del servizio, in modo da tenere in conto la qualità del collegamento radio fornito agli utenti accolti. In questo senso, l'eventualità che un terminale passi da una copertura radio (cella) ad un'altra nel corso di una medesima sessione di comunicazione, con la conseguente necessità del trasferimento automatico della comunicazione da un canale radio a un altro (handover), assume un'importanza rilevante. L'analisi della procedura di handover ha costituito il principale tema di ricerca.
3.1.1 - Definizione e analisi di algoritmi di inizializzazione di handover In questo ambito è stato effettuato lo studio illustrato di seguito. Generalizzazione del modello di Vijayan e Holtzman, relativo alla valutazione delle prestazioni di algoritmi di inizializzazione di tipo AVG, cioè basati sulla stima delle medie a lungo termine mediante applicazione di una finestra mobile e confronto dei valori ottenuti, ad uno scenario comprendente un numero qualunque di celle e in presenza di correlazione tra le componenti aleatorie (shadowing) relative a collegamenti distinti. I risultati numerici hanno mostrato che la presenza di stazioni "disturbanti" può avere una influenza significativa sulla scelta della stazione base di destinazione, con aumento della frequenza di handover e del ritardo di handover. Inoltre, la presenza di correlazione tra gli shadowing deve essere tenuta opportunamente in conto nella scelta dei parametri dell'algoritmo, data la sensibilità delle prestazioni dell'algoritmo stesso. Un ulteriore aspetto significativo del lavoro è rappresentato dalla introduzione di una legge che formalizza la dipendenza del coefficiente di correlazione dall'angolo geometrico formato dai due collegamenti tra un terminale mobile e due diverse stazioni radio base. Tale dipendenza era già stata evidenziata da tempo in letteratura sulla base di risultati di campagne di misura. È stato dimostrato che una condizione sufficiente affinché una generica
funzione dell'angolo possa rappresentare una legge di correlazione è che sia sviluppabile secondo Fourier con opportune condizioni sui coefficienti. È stato anche fornito un possibile metodo per la generazione di componenti opportunamente correlate in ambito simulativo. Il passo ulteriore nella ricerca di un modello generale per l'analisi di algoritmi AVG è stato motivato dalla considerazione che le misure di intensità di segnale effettuate da un terminale mobile in un sistema basato sul riuso di frequenza sono influenzate dalla presenza dell'interferenza co-canale. Ad esempio, nel sistema GSM, tale osservazione è immediatamente evidente per le misure effettuate sul canale di traffico, ma è altresì evidente anche per le misure effettuate sulle frequenze faro delle celle adiacenti. Sulla frequenza faro, la stazione radio base trasmette a potenza costante in ogni time-slot, proprio per facilitare le operazioni di sintonizzazione e misura da parte dei terminali mobili, per cui l'interferenza può assumere livelli significativi. Oltretutto, non si è pervenuti alla conoscenza di criteri esistenti per la pianificazione delle frequenze faro nelle attuali reti. L'analisi del problema, in cui si è voluto tenere conto anche delle correlazioni tra gli affievolimenti, ha richiesto la generalizzazione dei Metodi di Wilkinson e di Schwartz & Yeh per la caratterizzazione della differenza tra due somme in potenza di componenti gaussiane con correlazione non uniforme. Poiché l'analisi degli algoritmi di handover, basata sulla teoria dell'attraversamento di livello, richiede una stima accurata di media e varianza della componente risultante, il Metodo di Schwartz & Yeh ha mostrato prestazioni superiori in termini di accuratezza. È stato evidenziato che l'interferenza co-canale condiziona sensibilmente le prestazioni di un algoritmo di handover e i parametri di quest'ultimo devono essere opportunamente adattati alla dimensione di cluster, oltre che ai parametri di correlazione.
3.2 - Analisi delle prestazioni di sistemi wireless per applicazioni multimediali Il problema della caratterizzazione delle condizioni di fuori servizio in un sistema radiomobile cellulare con accesso di tipo FDMA/TDMA (Frequency/Time Division Multiple Access) è stato considerato in primo luogo in presenza dei soli affievolimenti lenti (shadowing). Come è noto, tale approccio è significativo, in quanto le tecniche di microdiversità presentano maggiori difficoltà di impiego in tali sistemi. Dunque, gli affievolimenti lenti possono condizionare sensibilmente le prestazioni di un sistema. Lo studio condotto a tale proposito ha mirato al calcolo della probabilità di fuori servizio in presenza di correlazione non uniforme tra gli affievolimenti. In primo luogo, è stato osservato che l'approccio sviluppato per l'analisi degli algoritmi di handover in presenza di interferenti co-canali (log-normali, o gaussiani se in scala logaritmica) fornisce, come caso particolare, gli elementi per il calcolo del fuori servizio. Inoltre, lo stesso metodo consente di ottenere accuratezze migliori di metodi precedentemente proposti in letteratura, dato che include anche la correlazione tra il segnale utile e la somma degli interferenti nel calcolo dei parametri della variabile log-normale approssimante. Al contrario di quanto osservato a proposito degli algoritmi di handover, in tal caso i metodi basati sul matching dei momenti risultano più accurati rispetto al metodo di Schwartz & Yeh. Ciò è in accordo con la considerazione che il matching dei momenti consente di approssimare meglio la coda della distribuzione. L'approccio è stato ulteriormente migliorato, sia in termini di semplicità che di accuratezza, operando sul rapporto tra somma degli interferenti e segnale utile. È facile riconoscere che tale rapporto è una somma di variabili aleatorie log-normali correlate, su cui risulta immediato e semplice operare. L'analisi è stata successivamente estesa fino a considerare anche la presenza di fluttuazioni rapide sui vari collegamenti. Inoltre, lo studio del fuori servizio è stato condotto anche per sistemi Slow FH(Frequency Hopping)-TDMA, per i quali sono stati anche valutati gli effetti del controllo di potenza. Sono state utilizzate una tecnica
completamente analitica per il collegamento diretto e una tecnica ibrida analitico-simulativa per il canale di ritorno. Infine, lo studio del fuori servizio è stato considerato in un contesto dinamico, in cui la mobilità del terminale e la correlazione temporale degli affievolimenti sono tali per cui la qualità del collegamento non è indipendente dalle scelte operate dall'algoritmo di handover. In effetti, è stato mostrato come la probabilità di fuori servizio debba essere considerata, piuttosto che il ritardo medio di handover, come misura rappresentativa delle prestazioni dell'algoritmo; d'altra parte, l'analisi di caso peggiore (bordo della cella) del fuori servizio in condizioni statiche può portare a risultati abbastanza diversi da quelli ottenibili quando si considera la presenza dell'algoritmo di handover. L'approccio proposto è stato ulteriormente sviluppato e sono stati estesi i metodi basati sul matching dei momenti, per considerare modelli di sistema più complessi, mediante una approssimazione log-normale della combinazione lineare di variabili aleatorie log-normali con pesi costituiti da variabili aleatorie non negative. Tale approssimazione permette di trattare in maniera piuttosto semplice la somma in potenza di segnali interferenti anche in scenari piuttosto complessi. La validità dell'approssimazione è stata esaminata valutando le prestazioni in termini di fuori servizio per vari valori dei parametri di sistema e in alcuni contesti di interesse, in particolare per sistemi a spettro espanso e per tipici sistemi basati sul riuso di frequenza, con fading a statistica Rayleigh-Lognormale e Nakagami-Lognormale. Successivamente, l'approccio proposto è stato ulteriormente esteso al caso di ricezione in diversità sul terminale mobile, con ricombinazione lineare di tipo MRC (Maximal Ratio Combining), nel caso di canale con fading a statistica Rayleigh-Lognormale e affetto da rumore gaussiano bianco.
3.3 - Sistemi satellitari 3.3.1 - Progetto DAVID - DAta and Video Interactive Distribution Missione satellitare nell'ambito dello "Science Small Missions Programme" dell'ASI, prevede l'utilizzo della piattaforma PRIMA (Italian Multi Application Reconfigurable Platform) in orbita LEO (Low Earth Orbit) e la realizzazione di due esperimenti scientifici: il Data Collection Experiment (DCE) e il Resource Sharing Experiment (RSE). L'esperimento DCE, concepito dall'Università di Roma "Tor Vergata", è volto alla sperimentazione di comunicazioni in banda W (75-110 GHz) e, in particolare, alla raccolta di elevati volumi di dati con alto ritmo binario ("bit rate") da siti remoti (o virtualmente remoti) della Terra e il loro trasferimento a terra per una successiva distribuzione agli utenti scientifici finali mediante Internet. In particolare, è prevista una raccolta virtualmente priva di errori di almeno 1 Gbyte di dati per ogni passaggio di DAVID su un sito remoto e la baseline prevede un sito virtualmente remoto, corrispondente a Spino D'Adda (Italia), e un sito realmente remoto, situato in Antartide e corrispondente al Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA). L'architettura dell'esperimento prevede anche un collegamento nel verso opposto, di capacità molto minore, che può essere utilizzato per scopi protocollari, per inviare comandi o limitate quantità di dati/informazioni, per offrire interattività mediante un controllo degli elementi del sito remoto coinvolti nell'esperimento, e così via. Per il trasferimento dei dati dal satellite DAVID a terra, l'architettura di baseline prevede un "forwarding" trasparente in banda Ka tramite il satellite geostazionario ARTEMIS, quindi la missione DAVID offre anche la possibilità di studiare uno scenario satellitare "misto" LEO/GEO. Il DCE si colloca nell'ambito della provata esperienza dell'Italia nell'utilizzo pionieristico di bande ad alta frequenza. Prevede la raccolta di importanti dati sperimentali e la caratterizzazione del canale in banda W e, quindi, un'adeguata progettazione dei sistemi operanti in tale banda e il dispiegamento di ulteriori servizi. L'esperimento RSE, proposto dal Politecnico di Milano, opera in banda Ka e consiste nel dimostrare
l'efficacia dell'utilizzo del concetto di "resource sharing", in base al quale il satellite decide la ripartizione della risorsa disponibile sulla base delle condizioni meteorologiche di terminali di terra piuttosto distanziati all'interno della regione coperta, allo scopo di minimizzare il numero di terminali in condizioni di fuori servizio. La baseline prevede una matrice di 16 terminali di terra posti in una regione di circa 300 km di diametro e centrata intorno a Spino D'Adda. È stato proposto e analizzato un possibile protocollo di trasmissione per il DCE nel caso in cui si voglia adottare una strategia ARQ (Automatic Repeat Request) per la trasmissione da Terra a DAVID e da DAVID a Terra (tramite ARTEMIS). Sono stati presentati gli aspetti di Data Handling relativi al DCE e sono stati proposti e illustrati possibili utilizzi dei payload del DCE e dell'RSE per la realizzazione di modalità operative congiunte (frequency scaling, route diversity) che arricchiscano ulteriormente il contenuto scientifico della missione e ne aumentino l'affidabilità. Sono state considerate le "Science Operations" relative a gestione ed elaborazione dei dati scientifici del DCE e le procedure di "In Orbit Test". A questo riguardo, va tenuto in conto che, mentre per il collegamento TerraDAVID si prevede un trasferimento in banda W virtualmente privo di errori, ossia con un BER (Bit Error Rate) dell'ordine di 10 -11, per il successivo trasferimento DAVID-Terra, la baseline prevede l'uso di ARTEMIS come relayer trasparente in banda Ka, con collegamenti il cui il BER è dell'ordine di 10 -6. Quest'ultimo valore di BER, decisamente maggiore di quello previsto per il collegamento in banda W, pone due questioni: (a) la possibilità di verificare, senza appesantire eccessivamente il payload di DAVID, che il trasferimento di dati in banda W avvenga effettivamente senza errori; (b) la possibilità di ottenere comunque, se necessario, un trasferimento virtualmente privo di errori end-to-end. A tale scopo, riguardo al punto (a), è stato illustrato un metodo, basato sull'uso di funzioni di hash, per verificare, anche nel caso di trasferimento di dati non noti a priori, la presenza/assenza di errori nel trasferimento dei dati su ciascuno dei collegamenti coinvolti dal DCE; inoltre è stata proposta una codifica di canale che soddisfa l'esigenza del punto (b) con una ridondanza piuttosto bassa. È stato considerato il caso di trasferimento di immagini non privo di errori; in riferimento alla percezione soggettiva umana della fedeltà all'originale di un'immagine ricevuta, è stato illustrato un metodo analitico per valutare la qualità delle immagini ricevute senza dover ricorrere a un campione significativo di osservatori umani. È stato illustrato lo sviluppo di un simulatore di sistema che modellizzi e descriva lo scenario della missione e, in particolare, permetta di effettuare valutazioni sulle operazioni del DCE e collimi e si integri con lo sviluppo della struttura di analisi dei dati e di "mirror providing". Le attività intraprese vertono anche su: (i) definizione dell'esperimento di caratterizzazione del canale di propagazione in banda W, con l'ausilio del canale in banda Ka utilizzato per l'esperimento RSE; (ii) congiuntamente con i partner industriali, analisi di missione, definizione del carico utile del satellite e dei terminali di terra.
3.3.2 - Allocazione e controllo di potenza in sistemi DS-CDMA La capacità di reti con accesso multiplo a divisione di codice a sequenza diretta (DS-CDMA) è limitata sensibilmente, almeno in presenza di ricevitori convenzionali, dalle imperfezioni nel controllo di potenza. Tecniche di allocazione e controllo di potenza, sono, dunque, estremamente importanti. Un algoritmo di controllo di potenza individua un "target" di potenza o di SIR da mantenere in ingresso al ricevitore della stazione radio base. In presenza di sorgenti di traffico eterogenee, la scelta di tali livelli deve tenere conto delle diverse caratteristiche dei flussi trasmessi dalle sorgenti e dei diversi requisiti di qualità del servizio. È stato generalizzato al caso satellitare un criterio ottimo di "resource sharing", cioè di allocazione dei "target" di potenza, che massimizza la capacità di un sistema DS-CDMA multimediale.
3.3.3 - HAP - High Altitude Platforms Nello sviluppo dei futuri sistemi di comunicazione, uno degli obiettivi più importanti consiste nell'integrazione di reti eterogenee, con o senza cavo, terrestri e satellitari. In questo ambito, le cosiddette High Altitude Platform (HAP) possono avere un ruolo importante come elementi di sistemi integrati, quindi una nuova area di ricerca riguarda il loro uso e integrazione in scenari satellitari. Sono stati presentati e analizzati due possibili scenari di integrazione delle HAP in reti satellitari, considerando comunicazioni radio e ottiche per i collegamenti HAP-satellite. Con riferimento a sistemi satellitari esistenti o in fase di sviluppo, si considerano scenari integrati per comunicazione diretta utente-satellite tramite HAP e per download di dati da satellite con l'uso di HAP come relayer e si mostra come un'integrazione sinergica di tecnologie differenti possa migliorare le prestazioni e/o permetta il dispiegamento di nuovi e più avanzati servizi.
3.3.4 - Progetto WAVE - W-band Analysis and VErification Nell'ambito del progetto WAVE, è stato pubblicato un "White Paper", distribuito nell'ambito della rete di eccellenza europea NEXWAY, concernente lo studio del canale di propagazione in banda W. Per tale banda viene illustrato come valutare le perdite di propagazione, tenendo conto delle varie cause e della correlazione tra esse; inoltre, sono presentati dei risultati simulativi preliminari relativi a Roma e Spino D'Adda, utili per il dimensionamento di un sistema sperimentale.
3.4 - MANET - Mobile Ad-hoc NETworks Nell'ambito del progetto "Reti wireless ad alto grado di mobilità e sopravvivenza" (Legge 297/1999) in collaborazione con Thales Italia s.p.a. e con il DEWS, è stata svolta, ed è tuttora in corso, un'attività di studio, simulazione, ed emulazione mediante test-bed, di reti radiomobili cosiddette "ad-hoc", cioè che operano in assenza di una infrastruttura preesistente, con particolare riferimento a scenari tattici tipici dell'ambito militare. Le reti ad-hoc operano in ambienti ostici e in situazioni piuttosto dinamiche; per garantire una copertura dell'area di servizio senza soluzione di continuità, fanno uso di tecniche come il routing (instradamento) store-and-forward e il multi-hop (raggiungimento di stazioni al di fuori della portata trasmissiva passando per nodi intermedi), formando topologie di rete arbitrarie e variabili nel tempo. Con le loro intrinseche caratteristiche di autoconfigurabilità e adattatività, rappresentano una soluzione attraente che permette di supportare comunicazioni "autonomiche" in situazioni difficili, come quelle che si presentano nel caso di gestione di un'emergenza o dello scambio di informazioni in uno scenario tattico. In quest'ultimo contesto, le attuali esigenze rendono necessario l'uso, sul generico nodo della rete, di applicazioni multimediali tipiche della attuale Internet e, quindi, il conseguimento di parametri prestazionali diversi a seconda dell'applicazione/del servizio da supportare (cioè la possibilità di supportare opportuni requisiti di Quality of Service (QoS)), il tutto in presenza dei limiti di capacità e delle imperfezioni e inaffidabilità tipiche del mezzo trasmissivo costituito dal canale radiomobile. In questo contesto, assumono una notevole importanza la scelta, la configurazione e l'ottimizzazione di algoritmi di routing che individuino percorsi adeguati tra i vari nodi, reagendo tempestivamente ai cambiamenti della topologia e/o delle condizioni di propagazione, evitando una latenza superiore a quella tollerabile dalle applicazioni da supportare, garantendo lo smaltimento di un'alta percentuale del traffico offerto alla rete (cioè valori alti di throughput), e consumando banda in misura sufficientemente limitata (cioè garantendo valori bassi di routing traffic
overhead). I protocolli di routing considerati con maggiore attenzione sono OLSR (Optimized Link-State Routing) e AODV (Ad-hoc On-demand Distance Vector), appartenenti rispettivamente alle categorie dei protocolli proattivi e reattivi. Attualmente è in fase di sviluppo un test-bed per l'emulazione di una MANET operante con il protocollo di routing OLSR. Gli effetti della mobilità dei nodi e dell'aleatorietà del canale vengono tenuti in conto mediante un simulatore ad alto livello, i cui risultati descrivono nel tempo la disponibilità o meno di visibilità diretta tra ciascuna coppia di nodi. Tali risultati vengono successivamente passati al test-bed, su ciascun nodo del quale viene eseguito un daemon che implementa proprio il protocollo OLSR, mediante il quale vengono decise di volta in volta le tabelle di instradamento della MANET così emulata. Il lavoro svolto e i risultati ottenuti sono stati in parte documentati in alcune pubblicazioni. È stata inoltre esaminata l'utilizzabilità dello standard IEEE 802.16 nell'ambito delle MANET. Per futuri sviluppi, è stata avviata un'attività di ricerca sugli algoritmi di comunicazioni cooperative, basati sul concetto di "multihop diversity", consistente in una diversità spaziale "di percorso" (route) allo scopo di migliorare l'affidabilità delle comunicazioni.
4 - Acquisizione di titoli e certificazioni Il 31 Luglio 2007 ha conseguito la certificazione CCNA (Cisco Certified Network Associate) con il punteggio massimo (1000/1000). Nei mesi di Luglio, Agosto e Settembre 2007, ha superato i corsi Cisco CCNA 1, CCNA 2, CCNA 3, CCNA 4. Nel mese di Dicembre 2007 ha superato il corso Cisco "Academy Fundamentals Orientation Course". Il 16 Aprile 2008 ha conseguito la certificazione CCNA CCAI ("Cisco Certified Academy Instructor").
5 - Cisco Networking Academy "Università degli Studi dell'Aquila" È il responsabile della Cisco Networking Academy "Università degli Studi dell'Aquila", costituita nel Gennaio 2010.