www.lionsclubaurelium.org Num 9 Ottobre 2015
Distretto 108 L
Direttore Editoriale: Gen. Mario Paolini Direttore Responsabile: Avv. Paolo Testi Comitato di Redazione Cav. Enrico Chiricotto Dott. Francesco Lomonaco Dott. Enzo Maggi
[email protected] Grafica e Stampa: Tipografia Grafica Vallelunga
Visita Villa Farnesina
Discorso di insediamento del Presidente PDG Mario Paolini di Mario Paolini Carissimi soci, Gentili Signore, Graditi ospiti, fra qualche giorno assumerò l’incarico di Presidente del Club Aurelium, non senza un po’ di trepidazione, devo ammetterlo, perché mi troverò alla guida di un club blasonato con una storia prestigiosa e nobile alle spalle lunga 50 anni. In questa circostanza desidero rivolgere il mio deferente pensiero a tutti coloro che dal lontano 30 Ottobre del 1965, data della consegna della nostra Charter, ad oggi hanno servito e servono nelle fila del nostro club e della nostra Associazione con spirito di appartenenza, con volontà di ben operare, con abnegazione e, a volte, anche con sacrificio. Il mio pensiero va a chi ci ha lasciato a coloro che hanno contribuito a rendere esaltante la nostra lunga storia che tutti insieme, voi ed io, dobbiamo onorare, proteggere e magari migliorare; il club ha il potenziale per assolvere nel migliore dei modi questo esaltante compito di emulazione, di esaltazione e di incremento di quanto fatto precedentemente: è un potenziale fatto di consapevolezza delle nostre capacità e del nostro credo di appartenenza ad un’Associazione che ha costruito e costruisce il suo futuro su due pilastri fondamentali: gli scopi e l’etica lionistica. Seguiteremo a percorrere questa strada all’interno e all’esterno del nostro club continuando a svolgere un ruolo di supporto verso il nostro Distretto nei cui confronti potremo a volte essere anche critici, ma sempre in maniera costruttiva. Siamo parte integrante di questo Distretto, lo dobbiamo vivere, non possiamo esserne al di fuori, anche se qualche volta non ne comprendiamo i comportamenti. Il club ha caratteristiche, capacità, conoscenza ed esperienza per intervenire criticamente quando il Distretto diverge dalla strada principale: i recenti avvenimenti lo hanno dimostrato. Il nostro Magazine, da tantissimi apprezzato, è lì anche per questo e spero che, con l’aiuto di tutti, possa seguitare questa strada oramai ben tracciata. Fra poco vi presenterò la squadra che farà parte del Consiglio Direttivo di quest’anno, vedrete dei visi già noti, alcuni dei quali ho il piacere di avere ancora con me dopo l’intenso periodo distrettuale che abbiamo trascorso insieme; altri visi li conoscete già, penserete voi; questo dei soliti noti è un argomento sul quale abbiamo iniziato una seria discussione sulla quale torneremo molto presto e che interesserà l’intero club. Parlo della necessità che tutti i soci si rendano disponibili a ricoprire gli incarichi previsti nel nostro ordinamento di Club. Nell’organigramma di quest’anno ho voluto due cose nuove: la prima è il Comitato d’Onore d’altronde già previsto nel nostro Regolamento; è composto da tutti i Past Presidenti che non ricoprono incarichi nel Consiglio Direttivo. Detto Comitato ha una sua autonomia decisionale e partecipa di diritto alle riunioni del Consiglio Direttivo con voto consultivo. L’ho voluto perché sono convinto che un club non può e non deve privarsi dell’esperienza maturata dai Past Presidenti: essi rappresentato il tesoro del club, il suo Sancta Sanctorum, il suo Think-Tank, il suo serbatoio di pensiero. L’altra cosa che, a ben pensarci, non è proprio nuova, è un Comitato; l’ho chiamato così non sapendo quale altro nome dargli e prego gli amici, in special modo Gianfranco e Paolo, di non saltare sulla sedia; chiamatelo come volete; più correttamente si tratta di un gruppo di persone che da tempo opera vicino a noi con dedizione, spirito di sacrificio e di appartenenza per promuovere, organizzare e realizzare Aurelium Magazine
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iniziative destinate a raccogliere fondi per i nostri service. Parlo, lo avete capito, delle nostre signore cui va il nostro grazie per l’apporto attivo e fattivo dato al club. Su queste signore, come sempre, ci appoggeremo per tutte quelle iniziative che vorranno portare in porto, oltre a quelle già note. A questo proposito desidero sollecitare tutti a pensare a quelle cose da mettere a disposizione di questo gruppo di nostre consorti per il mercatino di Natale che si terrà il 28 e il 29 di Novembre prossimi. Per quanto riguarda le attività di quest’anno, oltre a quelle oramai di routine che caratterizzano da tempo l’operatività del nostro club, il Consiglio Direttivo ha pensato di effettuare un service molto importante, peraltro non ancora finalizzato, e qualche altra cosa, questa già realizzata, di cui daremo contezza nella nostra 1^ conviviale. Sono cosciente dell’impegno che un incarico di Presidente comporta, in aggiunta come Presidente dell’Aurelium, un incarico prestigioso e nel contempo di responsabilità che, per poter essere espletato nel migliore dei modi, ha necessità dell’apporto di tutti. Ho sempre affermato che il club non è solo il Presidente; il club siamo tutti noi con le nostre esperienze e potenzialità. La partecipazione dei soci alla vita del club è indispensabile per il suo successo perché crea dialettica, aiuta al lavoro di squadra, rinsalda l’amicizia, aiuta a capire di più e meglio, stimola lo scambio di esperienze. Il Presidente è l’immagine del Club, il coordinatore delle sue attività e, se vogliamo, anche il suo originatore, ma deve avere al suo fianco i soci che camminano con lui, che lo sostengono e lavorano con lui per raggiungere gli scopi che il club si prefigge. Un’ultima esortazione desidero fare: è un invito che rivolgo a tutti i soci a partecipare alle varie manifestazioni di club e anche di Distretto, perché partecipare, come sopra dicevo, vuol dire conoscere, fare esperienza, avere idee nuove, fare e rinnovare amicizie, confrontarsi. Prima di terminare, desidero salutare Francesco che ha lavorato con impegno, sacrificio e dedizione raggiungendo i traguardi prestigiosi che il club si era prefisso; ha saputo mantenere la cloche (il timone non mi è proprio) ben al centro con perizia e senso realistico accrescendo la stima e l’importanza del club Aurelium nel Distretto. A lui e all’intera squadra che lo ha accompagnato in questo anno di servizio va il ringraziamento profondo e sentito di tutto il club. Vi ringrazio per l’attenzione e auguro a tutti un buon proseguimento di serata.
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PASSAGGIO DELLA CAMPANA 19 giugno 2015 di Enzo Maggi
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l totale e consapevole consenso che ritengo di dover manifestare nei confronti dell’intervento del nostro Presidente Francesco Lomonaco, intervento svolto la sera del 19 giugno u.s. e che ho potuto rivivere con calma leggendolo sull’ottavo numero del nostro “prestigioso Magazine”, non mi esime, tuttavia, dall’assumere una posizione critica rispetto ad alcuni passaggi che reputo fondamentali e più precisamente laddove pone in risalto, e più di una volta, la sua posizione defilata nei confronti della vita dell’Aurelium nella annata 20142015. E’ ben vero che parlare di se stessi in modo elogiastico significa peccare di egocentrismo o autoreferenzialità: e purtroppo quotidianamente dobbiamo registrare non pochi esempi di siffatti atteggiamenti, anche all’interno del nostro mondo lionistico, in special modo quando il distacco tra la vita concretamente vissuta dei club lion e le strutture burocraticamente sovraordinate si fa più sensibile, al punto tale da giustificare l’insorgere di fondate perplessità circa la utilità di quest’ultime, che sempre di più si concretizzano in una costosissima arena dove possono essere esternate e perseguite ambizioni di risibile vacuità, prive di qualsivoglia ricaduta positiva verso la nostra associazione. Invito la sempre più sparuta pattuglia dei miei lettori di andare a leggere quanto pubblicato a pag.12 dell’ultimo
numero di Lionismo a firma del PDG Alberto Maria Tarantino: vi scopriranno che nel corso del recente Congresso nazionale di Bologna, sono state assunte decisioni, che si riverseranno poi sull’attività di tutto il lionismo italiano, con votazioni favorevoli, quasi sempre prive di contrari e astenuti, oscillanti tra i 150 e i 180 delegati, a fronte di 1.083 accrediti! E si trattava di Campo Italia, della relazione della rivista LION,
del service di rilevanza nazionale, del tema di studio nazionale; le proposte di emendamenti allo Statuto e Regolamento multi distrettuale addirittura non sono state votate per mancanza del numero legale! E allora è comprensibile che a un lion del calibro del nostro Francesco Lomonaco, che per un anno ha vissuto e respirato nell’atmosfera più ecumenica di un distretto in qualità di Segretario distrettuale, peraltro nota anche al vostro
cronista, sia possibile percepire la “… disaffezione ai principi etici ed agli scopi dell’Associazione…” che sta caratterizzando i tempi che stiamo vivendo e che mostra di essere inarrestabile; basti porre attenzione ad un solo dato: i lions italiani sono passati da circa cinquantamila del 2008 a poco più di quarantaduemila del 2014! Circa ottomila persone in solo sei anni hanno detto addio a quella che l’opinione mondiale corrente ritiene essere la più grande organizzazione di volontariato esistente al mondo! E allora, ripeto, è comprensibile che Francesco Lomonaco si senta rattristato e che gli resti difficile accettare che “…la popolazione lionistica del Distretto si comporti come ignavi e opportunisticamente consenziente…” e prenda a comportarsi come Don Alonso Quijano, alias Don Chisciotte della Mancia, il quale dette inizio alle sue strampalate avventure perché impazzito per essersi ubriacato di romanzi cavallereschi. Quindi è bello leggere che nella sua perdurante avventura lionistica, l’amico Francesco Lomonaco abbia trovato uno scudo protettivo nell’afflato amicale che pervade il nostro Club Aurelium e che lo tiene lontano da intraprendere vane battaglie contro mulini a vento. Perché non si deve dimenticare che tutto sommato si tratta di mulini a vento, che si agitano spinti dal nulla e nel nulla: quando il vento tace, si fermano e non sono più utili a niente e a nessuno! E neppure accetto che il nostro Presidente, nel passare la Campana e il MarAurelium Magazine
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telletto al suo successore, affermi che “…non ho nulla da dire e da raccontarvi della mia annata…”. Molto opportunamente più avanti si corregge: “Ho detto limitazioni e non sospensione delle attività Presidenziali…”; e ricorda il sostanzioso service a favore del C.R.E.C.onlus. Mi chiedo, e chiedo a tutti gli amici soci dell’Aurelium: ma a quali limitazioni ci si vuole riferire, se dobbiamo ricordare che nel corso dell’annata che sta per concludersi si sono tenuti tutti gli incontri statutariamente normati? Due assemblee e sette consigli direttivi, dieci conviviali, sette appuntamenti culturali, quali gite in casa e fuori casa, altri sette incontri interessanti anche dal punto di vista finanziario, come i Tornei di Burraco e il Mercatino. E non mi risulta che siano stati incontri privi di partecipazione: sicuramente ci si poteva augurare maggiore presenza. Ma questo è il trend che accompagna ogni presidenza e che si spera sempre di modificare in meglio; e questo auspicio fa parte delle motivazioni che sostengono un Presidente. Ultima considerazione: “…reperimento fondi e consolidamento delle risorse finanziarie da utilizzare per la preparazione dei festeggiamenti…” per il cinquantenario dell’Aurelium. A mio modesto avviso, l’aver accettato l’invito presentato a suo tempo dal Consiglio direttivo, averne onorato la realizzazione rinunciando signorilmente e con dedizione a quel minimo di libertà di iniziativa che accompagna l’azione di un Presidente di club, non possono risolversi in appunti negativi, tuttaltro: anzi, sono destinati ad aumentare la stima che si deve manifestare nei confronti di un vero lion. Chiudo queste mie considerazioni augurando all’amico PDG Mario Paolini un ottimo lavoro per l’importante annata che ci si prospetta e, con tutta l’umiltà e l’amicizia di cui sono capace, vorrei che tenesse presente che il Martelletto che avrà tra le mani picchierà una Campana sulla quale sono incisi i nomi di cinquanta Presidenti, qualcuno anche più di una volta. 6 Aurelium Magazine
SUDDIVISIONE DEL MULTIDISTRETTO ITALY di Mario Paolini
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itorno su questo argomento che ho trattato in queste stesse pagine qualche tempo fa, perché sollecitato da un articolo del nostro PID Roberto Fresia apparso sul numero di giugno del 2015 della Rivista Lion dal titolo “E’ l’ora di cambiare”. Nell’articolo il PID Fresia rivolge la sua “ultima riflessione”-ultima nella veste di ID- ad una esigenza oramai, a suo dire, non più procrastinabile: la suddivisione (un tempo chiamata anche ristrutturazione) del Multidistretto Italy in più Multidistretti, precisamente 4: un MD del Nord Ovest dell’Italia formato dai 7 Distretti delle Regioni Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta (Ia1, Ia2, Ia3; Ib1, Ib2, Ib3, Ib4); un MD del Nord Est formato da 4 Distretti delle Regioni Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Emilia (Ta1, Ta2, Ta3, Tb); un MD del Centro formato da 3 Distretti delle Regioni Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Lazio, Umbria, Sardegna, Toscana (A, L, La); un MD del Sud formato da 3 Distretti delle Regioni Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia (Ab, Ya, Yb). Una tale suddivisione, afferma Fresia, apporterebbe moltissimi vantaggi: - avere più candidati al Board Internazionale; - avere più rappresentanti nell’attività Internazionale; - avere 4 Consigli dei Governatori più snelli; - riduzione delle spese; - maggiore importanza in campo internazionale dovuta all’accresciuto numero di rappresentanti.
Relativamente ai primi 3 vantaggi, è difficile non essere d’accordo con lui: potremmo avere la contemporaneità di più candidati italiani alle cariche di Vice Presidente Internazionale e di Direttore Internazionale, quindi più possibilità di successo a tali incarichi; nel contempo beneficeremmo anche di 4 voti al Forum europeo invece di 1. E’ nella riduzione delle spese che non sono assolutamente d’accordo: certamente si ridurrebbero le spese di viaggio per i delegati ai vari Congressi, ma queste, contrariamente a quanto affermato dal PID, rappresenterebbero solo una piccola parte sul totale delle spese che graverebbero sui singoli soci che, per il caso specifico dei Congressi citato nell’articolo cui sopra, dovrebbero pur sempre far fronte alle spese più consistenti di alberghi e ristoranti. Andiamo con ordine e traguardiamo tutte le voci di spesa del nostro MD cui debbono far fronte i vari soci; attualmente la quota MD per socio per l’anno 2015-2016 è di Euro 46,1 e comprende una moltitudine di voci (59) dei vari capitoli di spesa fra le quali: Segreteria Nazionale, Congressi, Rivista Lion, Consiglio dei Governatori, Campo Italia giovani, Convention, Vari Comitati, Contributi Leo, Rappresentanza, ecc., ecc. Per chi desidera conoscere il totale delle voci comprese nei vari capitoli di spesa lo rimando alla lettura della “Relazione illustrativa del rendimento dell’esercizio finanziario 2013/2014” apparso nel numero 4 dell’Aprile 2015 della Rivista Lion e approvato nel recente Congresso Nazionale di Bologna del
22-24 Maggio 2015. Il nostro PID afferma che ottimizzando i costi, evitando di copiare la struttura attuale del MD e migliorando la sua organizzazione si ridurrebbero le spese. E’ proprio sull’aspetto spese che sono in disaccordo con lui, come prima accennavo; infatti, se si da uno sguardo alle varie voci di spesa dell’attuale struttura del MD si può facilmente notare come almeno il 95% di dette voci si ritroverebbero anche nella struttura dei vari MD qualora si attuasse la suddivisione auspicata dall’amico Fresia. Onestamente mi è difficile vedere cosa si possa cambiare dell’attuale struttura del MD che possa portare dei benefici economici ai vari MD. D’altronde mi è difficile immaginare come ogni singolo MD possa privarsi di una sua Segreteria, di una sua Rivista, dei suoi Comitati, non partecipi alle Convention e ai Forum, non abbia riunioni del Consiglio dei Governatori o che il Congresso di ogni singolo MD comprenda anche i Congressi dei Distretti di cui è formato, non abbia le sue Pubbliche Relazioni o che non aiuti economicamente i propri Leo ecc., ecc. Posso pensare che non tutti i nuovi MD organizzeranno i vari Campi Italia per giovani ma, ammesso che qualche MD li organizzi, i relativi soci avranno un aggravio di spesa ancora superiore. E ancora: in caso di suddivisione ci sarebbero anche da conteggiare le spese di un’ipotetica struttura superiore con il compito di coordinamento fra i vari MD, gestita dalla Conferenza del Consiglio dei Governatori, di cui il PID non fa cenno, ma di cui a suo tempo si è a lungo parlato. A parità di impegni e di esigenze dei vari MD con l’attuale MD, tutte le relative voci di spesa si ripercuoterebbero su un numero di gran lunga inferiore di soci con un conseguente aumento di spesa per ogni singolo socio. In caso di suddivisione del MD, per avere un’idea molto vicina alla realtà delle spese che graverebbero su ogni singolo socio, tenendo conto dei dati
attuali (Giugno 2015) riportati dal PID Fresia in calce al suo articolo di cui parliamo, e sempre a parità di impegni e di esigenze con l’attuale MD, avremo quanto segue: - nel MD del Nord Ovest (7 Distretti), totale soci 13.878, vale a dire circa 1/3 di quelli attuali del MD (42.755), le spese di ogni singolo socio di questo MD aumenterebbero di circa 3 volte rispetto alla quota attuale prevista per il 2015-2016 (Euro 46,1); quindi, per lo stesso anno lionistico ogni socio dovrebbe versare una quota di circa € 138.3 (46.1x3= 138.3); - nel MD del Nord Est (4 Distretti), totale soci 8.161, cioè meno di 1/5 di quelli attuali del MD, la spesa per ogni singolo socio aumenterebbero di oltre 5 volte arrivando ad una quota di oltre 230 €; - nel MD del Centro (3 Distretti), totale soci 10.781, vale a dire quasi 4 volte in meno di quelli attuali, la spesa per ogni singolo socio sarebbero di più di 184 €; - nel MD del Sud (3 Distretti), totale soci 9.935, vale a dire circa 4 volte in meno di quelli attuali, la spesa per singolo socio arriverebbe a più di 184 €. La suddivisione del MD Italy, in altri momenti precedenti chiamata anche “Ristrutturazione”, non è un’idea nuova: in maniera quasi periodica ritorna in ballo, come Araba Fenice. In precedenza altri Consigli dei Governatori hanno trattato lo stesso argomento; l’ultima volta che se ne è parlato è stato con il Consiglio dei Governatori del 20122013, nel corso del mio anno da Governatore: dopo un acceso dibattito interno, l’idea è stata accantonata, così come avvenuto nelle altre circostanze. Si può affermare che uno dei motivi principali di tale accantonamento sia sempre stato l’alto costo che tale suddivisione avrebbe comportato. Ora il nostro PID la riesuma affermando l’esatto contrario. In relazione all’ultimo punto sottolineato dal nostro PID Fresia circa i vantaggi che deriverebbero per l’Italia in caso di
presenza di più MD, vale a dire “maggiore importanza in campo internazionale dovuta all’accresciuto numero di rappresentanti”, anche qui ho i miei forti dubbi che questi ipotetici vantaggi si realizzerebbero; infatti, è mia convinzione che tanti piccoli MD con un ridotto numero di soci per ciascuno ridurrebbero l’importanza e quindi l’influenza di ciascuno di loro nel consesso internazionale; in sostanza non avremmo quel peso che ha ora il nostro MD unito e con un numero considerevole di soci. Concordo con il PID quando dice che il Giappone e la Corea, grandi in estensione territoriale più o meno come l’Italia sono suddivisi in MD e godono di grande considerazione in campo internazionale; bisogna però considerare che tale importanza deriva dal fatto che tali paesi sono dei grandissimi contribuenti LCIF! In aggiunta l’Italia non è un paese di grande estensione territoriale come l’America, il Brasile o il Canada dove è indispensabile una suddivisione in vari MD. D’altronde, le grandi nazioni europee occidentali come la Francia, la Germania, la Spagna non hanno suddivisioni Multidistrettuali: ci sarà pure una ragione!
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non sparate sul pianista di Francesco Lomonaco
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urante la riunione delle Cariche, tenutasi lo scorso mese di giugno l’allora VDG in coming, oggi Governatore a pieno titolo Prof. Tommaso Sediari, terminò il suo intervento in modo scherzoso rivolgendo alla platea la preghiera: “Non sparate sul pianista! “. Ovviamente la frase non è sfuggita alla mia attenzione – lo dimostra quest’articolo – anzi mi ridestò dal torpore che si era impadronito del mio stato vigile a causa della ripetizione monotona degli argomenti che annualmente le riunioni distrettuali ripropongono. Immediatamente mi ricordai dei film western con John Wayne, alle cui proiezioni non mancavo mai tifando per “El Grinta” o per i ragazzi de “I cowboys”, le scazzottate nel saloon, e il pianista che imperterrito continuava a strimpellare protetto dal cartello con la scritta: “Non sparate sul pianista”. Da una ricerca più attenta e grazie a Wikipedia ho appreso che la frase trova origine nel titolo del romanzo del 1956 di David Goodis, scrittore di libri gialli; la trama racconta di un pianista, Eduard, un tempo famoso, che dopo il suicidio della moglie aveva cambiato nome e si limitava a suonare in un locale di periferia dove s’innamora della cameriera Lena. I Gangster che lo seguono per vendicarsi di un torto a loro fatto da Charlie, alias Eduard, lo trovano e durante una sparatoria uccidono Lena ……(ecco, quindi: Non sparate sul pianista). Se sovrappongo i fatti raccontati da Goodis alla nostra realtà lionistica, e chiaro che nessuno sparerà sul pianista, alias il Governatore Tommaso Sediari; mi solletica, invece, l'assonanza lingui8 Aurelium Magazine
stica. Nessuna “Lena” accompagna l’amico Tommaso; ma una cosa è certa, quest’anno lionistico Tommaso dovrà lavorare di buona lena. Avrà, il nostro Governatore, la capacità di produrre uno sforzo intenso e continuo non tanto fisico quanto creativo e riformatore, nel rispetto dell’etica e degli scopi dell’Associazione, senza rincorrere stereotipi comportamentali che non si addicono allo stile lionistico del distretto 108L; saprà valutare i club che da anni svolgono service sul territorio impegnando fisicamente e finanziariamente i soci superando le umane antipatie e/o simpatie, saprà arginare gli smodati egocentrici al di là di ogni possibile personale coinvolgimento e saprà isolare coloro che non rispettano i principi dell’etica lionistica. E’ questa lena che Tommaso deve salvaguardare se non vuole che sia sparata. Dice un vecchio adagio: “Il buon giorno si vede dal mattino”. Adesso è autunno e sul giorno c’è ancora nebbia. Quella di dare la giusta educazione ai nostri giovani, quella di riformare quando serve e dove serve il concetto di nucleo familiare. A mio parere, se non vogliamo che la Società diventi un accumulo di uomini non pensanti e privi di coscienza, dobbiamo agire subito cercando di ricostruire la nostra famiglia. Come agire, cosa possiamo fare noi Lions? Se tutti noi siamo convinti della necessità di affrontare questo problema, dobbiamo confrontarci e parlarne. Parlare nelle scuole, parlare con le istituzioni, parlare… parlare… e non lasciare ad altri l’educazione dei nostri figli. Noi come Lions possiamo vantarci di
avere eccellenze professionali tra le nostre fila, donne ed uomini che certamente saranno capaci di svolgere il ruolo di “predicatori”, bacchettando, anche, dove necessita. Penso che la nostra cultura, le nostre tradizioni, gli insegnamenti dei nostri nonni non meritino una Società futura inglobata nel mondo delle veline, dei calciatori, della ingiustizia, della non conoscenza, della prevaricazione dei diritti umani. L’uomo deve ritornare ad essere la vera ed insostituibile fonte di energia della nostra Società e solo grazie alla ricostruzione di molte nostre famiglie potremmo pensare di avere un futuro sereno. Di quello che accade nelle altre nazioni, dove ragazzi super armati uccidono decine di persone per gioco, a me non interessa! A noi dovrebbe interessare il bene della nostra famiglia, la salvaguardia degli insegnamenti dei nostri nonni, la custodia delle nostre tradizioni e del nostro territorio. Da Lions, non posso accettare di vedere i nostri giovani succubi dei social network, di una rete molte volte falsa. Li voglio cittadini attivi e partecipi della società attuale e futura. Si deve ripartire dalla famiglia. Io sono pronto, con il cuore e con le braccia.
LE POSTE ITALIANE RICORDANO LA PRIMA GUERRA MONDIALE di Domenico Giglio
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l Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio….” E, nel centenario di quella data , il 24 maggio 2015 le Poste Italiane hanno emesso quattro francobolli commemorativi, volutamente in bianco e nero per rendere l’atmosfera delle foto dell’epoca, bozzettista il Vangelli, riuniti in foglietto, come già fatto per altri eventi. L’insieme è piacevole, anche perché nel foglietto vi è uno scorcio dell’Altare della Patria,con la statua bronzea di Vittorio Emanuele II,primo Re d’Italia, a ricordo che per l’Italia, la Grande Guerra,fu la Quarta Guerra d’ Indipendenza, per completare i confini geografici,storici, etnici e linguistici di tutti gli italiani, senza che parte degli stessi dovessero vivere sotto governanti stranieri. Il testo del consueto bollettino illustrativo è stato giustamente redatto dal Ministro della Difesa, sen.Pinotti, che con sobrietà di linguaggio ha voluto appunto ricordare che quella guerra coronò “…il sogno risorgimentale dell’unità…” e gli italiani combatterono uniti “…per quella che sentivano essere la loro Patria.” e che “l’Oslavia, la Bainsizza,il Grappa,
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l’ Isonzo,il Piave….costituiscono luoghi sacri..”, dove “… la memoria collettiva è diventata coscienza nazionale.” . Ed è interessante riportare un pregevole profilo che della guerra , da un punto di vista sociologico, ha fatto lo storico Giuliano Procacci,scrivendo : “..con la guerra vastissimi strati sociali, il cui mondo era stato sino allora circoscritto entro un orizzonte provinciale, venivano costretti,per forza delle cose, a prendere coscienza
del loro destino comune e dell’esistenza di una collettività nazionale. L’ Italia umile ( ricordiamo Dante quando scrive “..di questa umile Italia fia salute…”) e provinciale, si trovò coinvolta nella guerra e i suoi figli poveri seppero di essere cittadini solo quando si trovarono vestiti da soldati…”, anche se è bene ricordare che da due anni esisteva il suffragio universale maschile. Quanto ai quattro soggetti, che vo-
gliono ricordare tutte e tre le armi, compresa l’ aeronautica che era ai suoi primi passi, e non ancora Arma autonoma,vi è appunto Francesco Baracca, accanto al suo velivolo,una postazione di artiglieria da montagna,un MAS (Motoscafo Anti da fare solo un commento negativo sul logo scelto per questa commemorazione dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per Sommergibile o Memento Audere Semper, come li definì d’Annunzio), come quello che , comandato da Luigi Rizzo, affondò a Premuda, il 10 giugno 1918, la corazzata austriaca “Santo Stefano” ed infine una trincea, con postazione di mitragliatrici, durante la battaglia di Gorizia . Rimane cui le Poste che lo hanno ripreso, non sono colpevoli, e cioè scrivere “ Prima Guerra Mondiale “, e poi “2014- 2018” e “ 1914-1918”, come se il Regno d’Italia fosse entrato in guerra fin dall’inizio, nel 1914, mentre la data che ci riguarda, dopo i 10 mesi della sofferta neutralità, è il 24 maggio 1915, data infatti della emissione di questa serie di francobolli. Che significato ha per noi questa retrodatazione ? Leggerezza o altro ?
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L’Inquisizione ed i Lions di Francesco Lomonaco
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ercorrendo la strada contraddistinta come E45, che da Orte conduce a Perugia, si giunge in prossimità della città di Narni dove una indicazione invita il passante a visitare Narni Sotterranea, ogni volta che ci siamo trovati da quelle parti mia moglie Elvira mi suggeriva di andare a visitarla. Ma come la maggior parte di noi maschietti anch’io facevo orecchie da mercante promettendo un impegno futuro. Un giorno mentre sfogliavo Fenix la rivista che ritengo di poter considerare di “nicchia” per la qualità e l’interesse degli argomenti trattati, sono stato attratto dall’articolo dell’ottima giornalista Silvia Agabiti Rosei (i soci del mio club la ricorderanno per la relazione sui Carmina Burana in occasione della festa degli auguri dello scorso anno) dal titolo “Cronache dai sotterranei di Narni”. Dopo averlo letto sono stato sopraffatto dal desiderio di visitare i luoghi ed ho pensato che finalmente avrei potuto assecondare il desiderio di mia moglie e portarla a vi10 Aurelium Magazine
sitare i sotterranei. Avrei voluto coinvolgere nel mio sentimento di ricerca appassionata i soci del Club, ma memore dei commenti scherzosi in occasione della visita ai sotterranei i Napoli ed alla Grotta di S. Giovanni D’Antro nel territorio di Trieste mi sono ben guardato
dal rappresentare loro queste ulteriore opportunità di conoscere luoghi particolari e pieni di attrazione non a tutti comprensibile. Così con un gruppo ristretto di otto amici siamo andati alla scoperta di Narni Sotterranea. Nel 1979 un gruppo di sei amici (due in meno rispetto al nostro gruppo !) giovani
speleologi durante le loro esercitazioni scoprirono, per caso tra i rovi nell’orto di un contadino del luogo, un ingresso nascosto sottostante l’ex convento domenicano di Santa Maria Maggiore che forzato consentì l’accesso alla chiesa ipogea di Santa Maria della Rupe del 1300 con preziosi affreschi e sede del Tribunale dell’Inquisizione. Avevano scoperto un vero e proprio tesoro. Ma il ritrovamento capace di suscitare uno stato di commossa partecipazione è stata la scoperta della cella dove i Domenicani dell’Inquisizione segregavano gli eretici presunti tali. Il Tribunale era formato dai cardinali e fu fondato nel 1543, con il nome di S. Offizio dal cardinale Carafa divenuto Papa con il nome di Paolo IV. Nella cella di Narni sono rappresentati infiniti simboli, date e scritte, dallo studio e dall’approfondimento dei quali sono state accertate e documentate due storie svoltesi all’interno. Un tal Domenico Ciabocchi accusato di bigamia scappa dal carcere dopo aver ucciso il carceriere ma i gendarmi lo rintracciano presso la
seconda moglie ed il Tribunale dell’inquisizione lo condanna a remare sulle navi Pontificie. La seconda storia più avvincente e più emblematica per i simboli rappresentati nella cella è quella di Giuseppe Andrea Lombardini caporale della Gendarmeria Pontificia imprigionato il 4 dicembre 1759, come da lui stesso scritto sul muro della cella. Perché un gendarme pontificio è stato imprigionato dal Tribunale dell’Inquisizione e condannato con sentenza del 30 gennaio 1760. Non vi nascondo che dopo aver ascoltato la sua documentata storia, entrando nella cella e contemplando i simboli e le scritte di suo pugno, ho avuto la sensazione di sentirlo al mio
fianco. Non voglio togliervi la curiosità di visitare i luoghi e di ascoltare dalla voce della bravissima Annamaria, allora speleologa insieme a Roberto, non solo il fatto storico ma l’intera narrazione del percorso di ritrovamento dei luoghi e l’acquisizione dei documenti. La dedizione e la caparbietà nelle indagini svolte in particolare da Roberto Nini hanno permesso, oggi a tutti, di rivivere gli avvenimenti verificatisi all’interno di quel Tribunale. Pensate che Roberto Nini non solo ha dovuto svolgere ricerche nell’Archivio Segreto del Vaticano ma si è dovuto recare al Trinity College di Dublino per reperire i documenti trafugati da Napoleone e successivamente
venduti. Ai Componenti dell'intera “Narni Sotterranea” va il ringraziamento per il lavoro svolto e per avermi fornito le foto che sono riportate nell’articolo e sulla copertina della rivista. Ma cosa c’entra l’Inquisizione con i Lions? Al restauro della chiesa ipogea della Madonna della Rupe facente parte del Tribunale dell’Inquisizione ha contribuito il Club di Narni, un motivo in più, quindi, per fare visita a Narni Sotterranea e salutare gli amici del Club. Un’ultima annotazione: bisogna sempre ascoltare i suggerimento delle nostre metà lunari.
IL POSTINO SUONA SEMPRE DUE VOLTE (ALLA SETTIMANA) di Domenico Giglio
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isogna leggere i giornali da cima a fondo, perché spesse volte le notizie più interessanti si celano in fondo alla pagina , in trafiletti di poche righe, dense però di contenuti. Così è stato , nelle pagine relative alla Economia, sul “ Corriere della Sera” del 26 giugno, dove era il titolo : “Poste, l’Authority (perché Authority , non bastava l’Autorità ),dà il via libera alla consegna a giorni alterni”, accettando la richiesta rivolta in tal senso dalle Poste Italiane. Leggendo meglio parrebbe che la richiesta non riguardi la totalità dell’utenza, ma il vulnus rimane, ed è un precedente pericoloso, perché legalizza ed istituzionalizza un disservizio cronico e questo nel centenario della Grande Guerra, che , come si legge in tanti articoli pubblicati in questo periodo, vide invece
le Regie Poste, all’avanguardia del servizio postale da e per i nostri soldati, al fronte e le loro famiglie, smistando quattro miliardi ( sic ) di corrispondenza in tempi brevi, malgrado tutte le difficoltà nel trasporto e nel recapito. Le sorprese di questo trafiletto non erano finite, perché “ Dulcis in fundo”, l’ Authority ha anche deciso che dal prossimo ottobre il costo del ( dis )servizio di posta ordinaria, la classica “lettera” sarebbe aumentato, portandolo da 0,80 a 0,95 euro, ovvero servizio calante, costo crescente, trionfo della ipocrisia, tipica di questa epoca.Ricordiamo che nel 2014 il costo era 0,70 euro, per cui in meno di due anni l’aumento è stato di ben il 35% ( ! ) e questo con buona pace di chi ha visto bloccate pensioni e/o retribuzioni.
Sempre ipocritamente ci diranno che le lettere non sono il pane ,e che oggi ci sono tanti altri mezzi per comunicare , tutti però soggetti ad intercettazioni e controlli, mentre la corrispondenza, tranne il tempo di guerra ed i “verificato per censura”, rimaneva e rimane inviolabile. Quanto poi alle conseguenze sulle decine di milioni di francobolli circolanti, del valore di 0,70 e 0,80 sono facilmente intuibili, cioè la necessità di acquistarne altri da 0,15 o 0,25 per raggiungere l’affrancatura richiesta con file agli sportelli postali perché ormai i tabaccai, in maggioranza, non hanno scorte di francobolli.
Aurelium Magazine
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