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AL VIA I LAVORI DELLE COMMISSIONI MINISTERIALI Per la riforma della giustizia QO si parte da Csm e ordinamento /M Numero delle Corti d'appello interessate dal riordino Giovanni Negri > pagina 31
Giustizia. Nominate le commissioni per la revisione del Consiglio superiore della magistratura e della legge su ruolo e funzioni di giudici e Pm Csm e ordinamento, riparte la riforma Proposte entro la fine dell'anno - In cantiere anche la messa a punto della geografìa giudiziaria I presidenti e i punti chiave Obiettivi e scadenzeI presidenti È partito ieri il progetto di riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm. L'obiettivo è di riscrivere le disposizioni su ruolo e funzioni dei magistrati, oggetto di un assai contestato intervento in passato sotto la presidenza Berlusconi, e di dare attuazione sulCsm a uno dei punti sinora solo annunciati daltandem Renzi-OrlandoMichele Vietti In campodue commissioni. Una, sull'ordinamento, presieduta dall'ex vicepresidente del Csm Michele Vietti, e l'altra, sul Csm, dall'ex ministro della Giustizia Luigi Scotti. La proposte di riforma dovrannoessere presentate entro la fine dell'anno, ma ancora non è statodeciso quale veste dovranno avere. Possibili due disegni di legge o due disegni di legge delega.Luigi Scotti I contenuti NUOVI ILLECITI E PROCURE Sto T Nel nuovo ordinamento giudiziario dovrà essere inserito un aggiornamento in particolare sul sistema degli illeciti disciplinari, sui criteri di giudizio per gli avanzamenti in carriera dei magistrati, sull'organizzazione degli uffici del pubblico ministero, sulle regole per l'accesso in magistratura CORTI D'APPELLO DA RIORGANIZZARE Nel perimetro di intervento della commissione Vietti c'è anche la messa a punto della riforma della geografia giudiziaria. In particolare attraverso una riorganizzazione della distribuzione sul territorio delle Corti d'appello e delle Procure generali e una promozione delle specializzazioni dei magistrati NEL CSM CAMBIA IL SISTEMA ELETTORALE La riforma del Consiglio superiore della magistratura sarà concentrata soprattutto sulla messa a punto di un nuovo sistema elettorale, sulla riscrittura di quello disciplinare, e sul miglioramento delle funzioni e delle competenze del Consiglio superiore stesso e dei consigli giudiziari. Andrà poi tenuto conto anche delle proposte di autoriforma messe a punto nei prossimi mesi dallo stesso Csm
Giovanni Negri MILANO v 'Vasto programma verrebbe da commentare. Per rimettere mano a una delle riforme più contestate dell'era Berlusconi e per dare sostanza a una delle promesse del premier Matteo Renzi. È partito ieri con la riunione della commissione presieduta da Michele Vietti, alla presenza del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il progetto di riforma dell'ordinamento giudiziario edel Csm. A stendere gli articolati, sui quali non è stata ancora fatta una scelta sulla veste che dovranno assumere (disegni di legge o disegni di legge delega), saranno due commissioni: la prima (sull'ordinamento giudiziario, compresa la messa a punto della geografia degli uffici) guidata dall'ex vicepresidente del Csm Vietti e la seconda dall'ex ministro della Giustizia Luigi Scotti. Un intervento in due mosse,
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strettamente collegate, come insieme dovranno procedere le commissioni (tanto è vero che e che dovrà essere concluso, quanto alla redazione dei testi, entro la fine dell'anno. Tempi stretti quindi per una materia assai ampia. Soprattutto la commissione Vietti- dettaglia il decreto di nomina - dovrà occuparsi di una pluralità di argomenti. A partire dalla fase due della geografia giudiziaria. Riforma quest'ultima fortemente voluta e messa a punto dall'allora ministro Paola Severino e poi precisata successivamente dalle amministrazioni Cancellieri e Orlando. Ora si apre la possibilità di una manutenzione dell'intervento. C he però a via Arenula tengono a precisare non prelude a un passo indietro o a ripensamenti radicali. Oggetto delle modifiche è lo sviluppo del processo di revisione della geografia
giudiziaria», certo, che però questa volta passerà per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio delle Corti d'appello e delle relative Procure genera
L'INTERVENTO Tra le materie oggetto di riscrittura il sistema degli illeciti e delle incompatibilità Nuove regole per l'accesso
li. In questo contesto a fare da direttrice sarà la valorizzazione delle specializzazioni dei magistrati nella ripartizione delle comptenze. Ma alla commissione Vietti è anche assegnato il compito di rivedere l'organizzazione degli uffici del pubblico ministero, di ripensare il sistema degli illeciti disciplinari e quello delle valutazioni di professionalità e degli
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avanzamenti in camera dei magistrati, di riformare l'accesso in magistratura. Infine dovrà occuparsi della mobilità e dei trasferimenti di sede e funzioni delle toghe. Inevitabile allora, ed è stata la decisione di ieri, la suddivisione in tre sottogruppi. Il primo dovrà occuparsi digeografiagiudiziaria, organizzazione degli uffici di procura, di specializzazione; il secondo di accesso, mobilità e incarichi; il terzo di illeciti, incompatibilità e valutazioni di professionalità. La commissione guidata da Scotti, invece, ha un compito più circoscritto, ma non meno delicato, visto che dovrà provvedere al nuovo assetto del Csm, con riferimento specifico al sistema elettorale, a quello disciplinare, con la distinzione più rigida tra giudicanti e giudicati, e alle competenze del Consiglio superiore stesso in relazione a quelle dei consigli giudiziari. L'obiettivo dovrà però essere raggiunto tenendo conto anche delle proposte di autoriforma messe a punto dal Csm stesso, dopo che poche settimane fa il Consiglio ha licenziato il nuovo testo con la riforma dei criteri per il conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi. Le squadre messe in campo dal ministero della Giustizia vedono, tra gli altri, nella commissione Vietti, l'ex presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa, l'ex capo del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria di via Arenula (che seguì tutta la prima attuazione della geografia giudiziaria) Luigi Birritteri, il responsabile dei processi di innovazione del tribunale di Milano Claudio Castelli; mentre della commissione Scotti fanno parte il presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli e l'ex giudice della Corte europea dei diritti dell'uomo Vladimiro Zagrebelsky. ©RI PRODUZIONE RISERVATA
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INTERVISTA i Michele Vietti ; Presidente della commissione di riforma dell'ordinamento giudiziario
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«Nelle Procure capi con poteri pieni» Giovanni Negri MILANO \« Di commissioni ministeriali ne ha presiedute tante Michele Vietti (quella sulla riforma del diritto societario e quella sulla nuova legge fallimentare, per esempio), prima di passare alla vicepresidenza del Csm, nella passata consiliatura. Adesso è chiamato dal ministro della Giustizia Andrea Orlando a guidare la commissione che dovrà rimettere mano all'ordinamento giudiziario. Presidente Vietti, da sottosegretario alla Giustizia fece parte dell'amministrazione che ha introdotto l'attuale versione dell'ordinamento; da vicepresidente del Csm ne ha constatato l'applicazione. Unodeicardiniera,edè, lavalutazioneperiodica diprofessionalità dei magistrati sulla quale lei è stato assai critico, anche di recente, sottolineando le (troppo) poche bocciature. Adesso ha l'occasione per rimediare.
caso di sanzione disciplinare ormai definitiva a carico del magistrato. Quanto pesa in termini di giudizio di idoneità? Il Csm ha assunto sul punto posizioni non sempre lineari. Ecco,proprio la materia degli illeciti disciplinari è una di È vero che con la tipizzazione prevista dall'attuale ordinamento si pensava di aver fatto passi in avanti in termini di certezza, evitando arbitri, ma l'applicazione è stata in alcuni casi troppo buonista e soprattutto incomprensibile per i cittadini. Il tema di una norma generale di chiusura, più che di una ulteriore e ancora più dettagliata tipizzazione, sinora eluso, si pone, a mio avviso. A Milano la Procura è stata per mesi squassata dallo scontro tra il capo, Bruti Liberati, e uno dei suoi aggiunti,
delega, ha molti meriti e soprattutto era ineludibile. Certo alcuni vincoli non hanno aiutato. Penso soprattutto alle distorsioni provocate dall'avere dovuto conservare un tribunale per ogni capoluogo di provincia e alla regola dei tre tribunali per distretto di Corte d'appello. Ora la riforma delle Province da sola impone un ripensamento. Come pure sarà necessario riflettere sulla necessità di conservare 26 distretti di Corte d'appello. E sulle Procure generali Ne vanno riconsiderati ruolo e funzione, indipendentemente dal valore dei magistrati che vi operano, alla luce della scarsità delle risorse disponibili e del rapporto tra i costi e i benefici. © RIPRODUZIONERISERVAT A
Robledo. Scontro orginato anche da una asserito mancato rispetto dei criteri di assegnazione dei fascicoli. La commissione deve provvedere «Sulle infrazioni anche alla nuova disciplinari decisioni a organizzazione dell'ufficio del pubblico ministero. Ritiene che volte incomprensibili l'attuale assetto sia troppo per i cittadini» gerarchizzato No, penso che i poteri del capo dell'ufficio non «Riflettere sulla ridimensionati o necessità di conservare vadano annacquati. Si è fatta una scelta 26 Corti d'appello e gli per un ufficio gerarchizzato, con una forte responsabilità attuali tribunali» attribuita al vertice. E allora alla responsabilità devono anche essere accompagnati poteri adeguati, altrimenti il sistema si inceppa. Questo naturalmente nel rispetto delle prerogative dei sostituti e di un sistema di Penso che si dovranno deleghe che, però, non può introdurre regole che aiutino i essere letto come tanti magistrati bravi a fare un'abdicazione del capo, alla meglio e, nello stesso tempo, che siano in grado di fornire una luce della necessità di assicurare l'uniformità risposta alla domanda di una giustizia più efficiente che arriva dell'azione penale. Con il varo dai cittadini. Per questo sarebbe della commissione si apre anche la fase due opportuno che i criteri di valutazione della professionalità rispondessero davvero, come della riforma della geografìa voleva la legge di riforma, a parameteri oggettivi, garantiti da giudiziaria. Su questo fronte le una norma primaria: oggi averli spinte per un indebolimento, originate anche da un affidati sostanzialmente alla normazione regolamentare eccessivo campanilismo, permette saranno forti. Ho già avuto
una gestione a volte corporativa, a volte ondivaga. Un esempio La posizione da prendere in
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occasione di spendere parole di apprezamento per un intervento che, sia pure nei limiti della legge
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Luigi Lovecchio v In presenza di litisconsorzio processuale, in caso di appello notificato solo ad alcune parti e non a tutte, il giudice deve ordinare l'integrazione del contraddittorio, senza che possa darsi luogo alla dichiarazione di inammissibilità dell'atto di appello. La precisazione giunge dalla sentenza 17497 della Corte di cassazione, depositata ieri. La vicenda prende le mosse dall'impugnazione di una iscrizione ipotecaria eseguita dall'agente della riscossione. Contro l'iscrizione, il contribuente aveva proposto separati ricorsi in primo grado, chiamando in giudizio sia Equitalia sia l'ente impositore. Nel corso del giudizio, i ricorsi erano stati riuniti e accolti, con conseguente annullamento dell'iscrizione ipotecaria. Avverso la sentenza di primo grado, hanno proposto appello sia l'agenzia delle Entrate sia l'agente della riscossione, omettendone tuttavia la notifica a tutte le partidel processo. In particolare, le Entrate hanno spedito l'appello solo al contribuente, e non anche all'agente della riscossione, mentre quest'ultimo non aveva provato la corretta spedizione dell'atto al contribuente. La Gtr ha deciso con due sentenze separate le controversie promosse, accogliendo entrambi gli appelli. Il contribuente ha quindi impugnato le sentenze davanti alla Cassazione, deducendo in via del tutto pregiudiziale l'errore commesso dai giudici di secondo grado per non aver rilevato l'omessa notificazione degli atti di appello a tutte le parti processuali. L'INDICAZIONE II giudice tributario deve ordinare a Ile parti l'integrazione del contraddittorio La Suprema Corte ha in primo luogo osservato che si ha litisconsorzio processuale quando la presenza di più parti nel primo grado di giudizio deve essere mantenuta in secondo grado, al fine di evitare possibili contrasti di giudicati. In tale eventualità, si è a fronte di una causa inscindibile anche laddove non sussista una ipotesi di litisconsorzio sotto il profilo sostanziale. Trattandosi di un litisconsorzio processuale, dunque, la Gtr avrebbe dovuto riunire i procedimenti di appello, ai sensi dell'articolo 335 del Codice di procedura civile, oppure ordinare alle parti l'integrazione del contraddittorio, ai sensi dell'articolo 331. Non avendovi provveduto, la Cassazione ha disposto la remissione degli atti alla Gtr che dovrà trattare unitariamente i due appelli originari, curando l'integrità del contraddittorio. Il criterio di diritto enunciato dalla Corte esclude pertanto che, in caso di appello non notificato a tutti gli interessati, questo debba essere dichiarato inammissibile. Sul punto, l'articolo 53 del Digs 546/92 prescrive che l'atto di appello debba essere proposto nei confronti di tutte le parti che hanno partecipato al procedimento di primo grado, senza tuttavia precisare le conseguenze di una eventuale omissione. Con la sentenza in commento, la Cassazione conferma che, in tal caso, nel giudizio tributario si debba fare applicazione delle regole del Codice di procedura civile, che prevedono per l'appunto la mera integrazione del contraddittorio. ©RIPRÛDUZIÛNERISERV/
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Cassazione. No all'inammissibilità Litisconsorzio, appello «salvo» anche se non notificato a tutti
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Corte di giustizia Ue. Bocciate le norme francesi Utili in par condicio per le società estere
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Valentino Tamburro v La normativa francese in materia di tassazione dei dividendi, che prevede un trattamento meno favorevole per gli utili distribuiti da società estere rispetto a quelli erogati da società residenti in Francia, non è conforme al diritto Ue poiché si pone in contrasto con l'articolo 49 del TFUE, che tutela la libertà di stabilimento. Sono queste le conclusioni della Corte di giustiziadell'Unione europea nella sentenza relativa alla causa C-386/14, Groupe Steria, pronunciata ieri. In base agli articoli 216 e 2236 del Code général des impôts francese, infatti, i dividendi che una società residente in Francia percepisce da società estere sono sottoposti a tassazione ai fini dell'imposta sul reddito delle società nella misura del 5% del loro ammontare. I dividendi distribuiti nell'ambito del consolidato fiscale, al quale non possono accedere le società controllate residenti in altri Stati, non sono invece tassati in capo alla società consolidante" II diverso trattamento fiscale dei dividendi, secondo la Corte lussemburghese, è « tale da scoraggiare l'esercizio, da parte di tale società controllante, della sua libertà di stabilimento, dissuadendola dal creare controllate in altri Stati membri». A differenza di quanto stabilito dalla stessa Corte nella sentenza X Holding (causa C-337/o8 del25febbraio2Oio), incuièstata ammessa la possibilità di escludere dal regime del consolidato fiscale una società estera alla luce dell'esigenza di tutelare la ripartizione del potere impositivo tra gli Stati membri, nel caso esaminato i giudici lussemburghesi hanno ricordato che non tutte le differenze tra la tassazione di società incluse in un consolidato fiscale e quelle escluse da tale regime sono compatibili con l'articolo 49 del TFUE. L'ordinamento italiano è sostanzialmente in linea con i principi fissati dalla Corte di giustizia, in quanto in base agli articoli 89, comma 3, e 44 del Tuir, i dividendi esteri non provenienti da paradisi fiscali sono tassati nella stessa misura dei dividendi domestici. Infine, in Italia la disposizione che prevedeva un trattamento di favore per i dividendi distribuiti nell'ambito del consolidato fiscale è stata già da tempo abrogata. ©R1PRÛDUZ1ÛNER1SERVATA
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Delega fiscale. Il decreto sul contenzioso la estende agli atti non emessi dalle Entrate n confronto FISCO Mediazione obbligatoria sotto quota 20mila euro Sospensione delle sentenze per «gravi motivi»
PAGINAACURADI Antonio Iorio Mediazione obbligatoria pertuttelecontroversiedivalore non superiore a 20.000 euro, e non soltanto per i soli atti emessi dall'agenzia delle Entrate. Introdotta la conciliazione anche in secondo grado, beneficiando della riduzione delle sanzioni al 40% del minimo previsto, nel corso del giudizio di cassazione le sanzioni saranno al 50 per cento. Sospensione della sentenza da parte del contribuente e dall'amministrazione ove ricorrano gravi e fondati motivi. Al contribuente sarà comunque concessa la possibilità di richiedere la sospensione dell'atto originariamente impugnato ove ricorrano danni gravi e irreparabili nell'ipotesi di pagamento. Son queste in estrema sintesi le novitàprincipaliche prevede il decreto legislativo di riforma del contenzioso tributario. Sospensione delle sentenze In base alle nuove disposizioni l'appellante (e pertanto anche l'ufficio impositore) può chiedere alla commissione regionale di sospendere in tutto o in parte l'esecutività della sentenza im
giudizio tributario la lite temeraria a chi agisce in mala fede. Il pagamento infavore del contribuente dovrà avvenire entro 90 giorni dal passaggio in giudicato della sentenza, mentrese la pronunciaè favorevole dell'amministrazione saranno iscritte a ruolo, con l'evidente aggravio dell'aggio spettante all'agente della riscossione. Anche per la fase cautelare il giudice dovrà disporre le spese di giudizio, in occasione della richiesta di sospensione. In sede di valutazione di merito potrà, in ogni caso, decidere diversamente. Conciliazione giudiziale Saràpossibileeffettuarelaconciliazi one anche in secondo grado, beneficiando della riduzione delle sanzioni al 40% del minimo previsto. Nell'ipotesi di conciliazione nel corso del giudizio di cassazione le sanzioni saranno al 50 per cento. Per il perfezionamento non sarà più necessario il pagamento della prima rata, risultando sufficiente la sottoscrizione dell'accordo. Mediazione Diventa obbligatoria ©RIPRODUZIONERISERVATA
• soccombenza, anche parziale, in primo grado della parte privata laddove ritenga che i danni gravi e irreparabili siano più agevolmente provabili rispetto ai gravi e fondati motivi di riforma della sentenza, optando quindi per la sospensione dell'atto impugnato e non per lasospensione della sentenza di primo grado, ovvero presentazione di entrambe le istanze; • richiesta di sospensione degli effetti della sentenza da parte dell'ente impositore il cui accoglimento comporterebbe il pagamento di quanto dovuto per il primo grado ma che, appunto, potrebbe comportare un danno grave e irreparabile al contribuente. Sembrerebbe esclusa la possibilità di richiedere al giudice di secondo grado la sospensione dell'atto originariamente impugnato nelle more della presentazione dell'appello.
la mediazione per tutte le controversie di valorenonsuperiorea2O. oooeuro e quindi non più solo per gli atti impugnati emessi dall'Agenzia. La nuova norma risolve la questione delle cartelle di pagamento, prevedendo che la pugnata. A questo fine devono sussistere gravi e fondati motivi. mediazione si applicherà anche La sospensione della esecutività per i ricorsi promossi avverso l'agente della riscossione. della sentenza favorevole al contribuente consente la Proposizione del ricorso Le riscossione delle somme esigibili notificazioni tra le parti e il nella pendenza del giudizio di deposito presso la competente primo grado (come detto Commissione tributaria degli variabili a seconda del tipo di tributo). Viene poi previsto che il atti processuali potranno avvenire in via telematica. Le contribuente possa comunque modalità di attuazione e chiedere la sospensione l'ambito di operatività saranno dell'esecuzione dell'atto se da questa gli derivi un danno grave stabiliti con appositi decreti. È auspicabile che poi non sarà e irreparabile. La generica previsione « contribuente» e non necessaria la «copia cartacea di anche « appellante» o cortesia» da depositare presso «appellato» farebbe presupporre le commissioni. Spese di che tale sospensione possa essere giudizio La compensazione richiesta nelle seguenti ipotesi: dovrà essere motivata. Viene
introdotta nel
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SPESE DI GIUDIZIO Nel processo tributario solo recentemente si è definitivamente chiuso ilcapitolo della legittimità della richiesta di sospensione delle sentenze di primo grado. Secondo un'interpretazione più restrittiva, le decisioni della Ctp non potevano essere sospese. Dopo la decisione della Consulta e numerose conferme da parte dalla Suprema Corte si è dato ingresso a tale fase in secondo grado. Tuttavia, alcuni giudici della Ctr continuano a non fissare udienze di sospensione e si limitano a fissare in tempi più brevi il merito SOSPENSIONE DELL'ESECUTIVITÀ DELLA SENTENZA Le notificazione tra le parti e i depositi presso le commissioni tributarie devono avvenire in forma cartacea, anche utilizzando il canale postale. Ad oggi poi sono richieste, sebbene in via facoltativa, delle copie in più rispetto a quanto d'obbligo, destinate a tutti i membri delcollegio. Attualmente la posta elettronica è utilizzata solo dalla Commissione tributaria per le notifiche alle parti. Si tratta dei dispositivi delle sentenze ovvero delle comunicazioni per le date di udienza PROPOSIZIONE DEL RICORSO PRIMA DELLE MODIFICHE Delega fiscale. Il decreto sul contenzioso la estende agli atti non emessi dalle Entrate n confronto PRIMA DELLE MODIFICHE PROPOSIZIONE DEL RICORSO Le notificazione tra le parti e i depositi presso le commissioni tributarie devono avvenire in forma cartacea, anche utilizzando il canale postale. Ad oggi poi sono richieste, sebbene in via facoltativa, delle copie in più rispetto a quanto d'obbligo, destinate a tutti i membri delcollegio. Attualmente la posta elettronica è utilizzata solo dalla Commissione tributaria per le notifiche alle parti. Si tratta dei dispositivi delle sentenze ovvero delle comunicazioni per le date di udienza DOPO LE MODIFICHE PRIMA DELLE MODI Le notificazioni tra le parti e il deposito presso la com petente Commissione tributaria degli atti processuali potranno avvenirein via telematica. Le modalità di attuazione e l'ambito di operatività saranno stabiliti con appositi decreti. La concreta attuazione del processo telematico, o quanto meno consentire i depositi in formato elettronico via pec, agevolerebbe notevolmente le parti. È auspicabile che poi non sarà necessaria la «copia cartacea di cortesia» da depositare presso le commissioni, vanificando, di fatto, lo spirito della norma ICHE PROPOSIZIONE DEL RICORSO Le notificazione tra le parti e i depositi presso le commissioni tributarie devono avvenire in forma cartacea, anche utilizzando il canale postale. Ad oggi poi sono richieste, sebbene in via facoltativa, delle copie in più rispetto a quanto d'obbligo, destinate a tutti i membri delcollegio. Attualmente la posta elettronica è utilizzata solo dalla Commissione tributaria per le notifiche alle parti. Si tratta dei dispositivi delle sentenze ovvero delle comunicazioni per le date di udienza DOPO LE MODIFICHE PRIMA SOSPENSIONE DELL'ESECUTIVITÀ DELLA SENTENZA Nel processo tributario solo recentemente si è definitivamente chiuso ilcapitolo della legittimità della richiesta di sospensione delle sentenze di primo grado. Secondo un'interpretazione più restrittiva, le decisioni della Ctp non potevano essere sospese. Dopo la decisione della Consulta e numerose conferme da parte dalla Suprema Corte si è dato ingresso a tale fase in secondo grado. Tuttavia, alcuni giudici della Ctr continuano a non fissare udienze di sospensione e si limitano a fissare in tempi più brevi il merito SPESE DI GIUDIZIO Le spese di giudizio sono disdplinate dall'articolo 15 del decreto su I processo tributario che sebbene le imputi alla parte soccombente, per le modalità rinvia alCodicedi procedura civile. Ne consegue che ogni modifica intervenuta nel processo civile ha diretti riflessi per il giudizio tributario. Perla fase cautela re poi non è prevista alcuna liquidazione di spese e normalmentesonoinserite nella sentenza di merito. In ambito tributarioè molto frequente la compensazione delle spese, sebbene non di rado, la motivazione non rispetta i ca noni previsti dalla norma DELLE MODI Le notificazioni tra le parti e il deposito presso la com petente Commissione tributaria degli atti processuali potranno avvenirein via telematica. Le modalità di attuazione e l'ambito di operatività saranno stabiliti con appositi decreti. La concreta attuazione del processo telematico, o quanto meno consentire i depositi in formato elettronico via pec, agevolerebbe notevolmente le parti. È auspicabile che poi non sarà necessaria la «copia cartacea di cortesia» da depositare presso le commissioni, vanificando, di fatto, lo spirito della norma ICHE PR CONCILIAZIONE GIUDIZIALE POSIZIONE DEL RICORSO L È disciplinata nel processo tributario solo per la prima fase. È infatti possibile definire la lite solo prima dell'udienza di merito in commissione tributaria provinciale e ciò sia su proposta delle parti sia su suggerimento del giudice. Le sanzioni sono ridotte al40%. Si perfeziona con il versamento della prima rata ovvero dell'intera somma entra 20 giorni dalla sottoscrizione dell'accordo che costituisce il titolo per l'iscrizione a ruolo delle somme dovute, sostituendo di fatto Catto impositivo impugnato notificazione tra le parti e i depositi presso le commissioni tributarie devono avvenire in forma cartacea, anche utilizzando il canale postale. Ad oggi poi sono richieste, sebbene in via facoltativa, delle copie in più rispetto a quanto d'obbligo, destinate a tutti i membri delcollegio. Attualmente la posta elettronica è utilizzata solo dalla Commissione tributaria per le notifiche alle parti. Si tratta dei dispositivi delle sentenze ovvero delle comunicazioni per le date di udienza DOPO LE MODIFICHE PRIM MEDIAZIONE SOSPENSIO È un istituto per deflazionare il contenzioso ed è limitatoalle liti avverso l'agenzia delle Entrate su provvedimenti non superiori a 20.000 euro. È prevista una sospensione di tutti i termini di 90 giorni, per consentire alle parti di tentare una accordo prima di adire in giudizio. L'accordo può comportarel'annullamentodella pretesa ovvero una parziale riduzione. In caso di somme dovute, il contribuente per perfezionare l'adesione ètenuto al versamento del dovuto ovvero della prima rata entro 20 giorni dalla sottoscrizione della proposta E DELL'ESECUTIVITÀ DELLA SENTENZA Nel processo tributario solo recentemente si è definitivamente chiuso ilcapitolo della legittimità della richiesta di sospensione delle sentenze di primo grado. Secondo un'interpretazione più restrittiva, le decisioni della Ctp non potevano essere sospese. Dopo la decisione della Consulta e numerose conferme da parte dalla Suprema Corte si è dato ingresso a tale fase in secondo grado. Tuttavia, alcuni giudici della Ctr continuano a non fissare udienze di sospensione e si limitano a fissare in tempi più b Sarà previstodalla norma che potrà essere richiesta la sospensione della sentenza da parte sia dell'amministrazionesiadelcontribuenteove ricorrano gravi e fondati motivi. Al contribuente sarà comunque concessa la possibilità di richiedere la sospensionedell'attooriginariamenteimpugnatoove ricorrano danni gravi ed irreparabili nell'ipotesi di pagamento. Potrà essere chiesta con Cappello principale.l'appelloincidentaleocon atto separato, sempre che detto atto sia notificato alle controparti e depositato in segreteria evi il merito SPESE DI GIUDIZIO Le spese di giudizio sono disdplinate dall'articolo 15 del decreto su I processo tributario che sebbene le imputi alla parte soccombente, per le modalità rinvia alCodicedi procedura civile. Ne consegue che ogni modifica intervenuta nel processo civile ha diretti riflessi per il giudizio tributario. Perla fase cautela re poi non è prevista alcuna liquidazione di spese e normalmentesonoinserite nella sentenza di merito. In ambito tributarioè molto frequente la compensazione delle spes Le n uove previsioni dispongono che nel contenzioso tributario non sa ranno più legatealledisposizioni del Cpc. Anche nella fase cautelareilgiudice potrà disporre la condanna alle spese. La compensazione dovrà essere motivata edèstataintrodottanelgiudiziotributario la litetemeraria a chiagiscein mala fede. Il pagamentoin favore del contribuente dovrà a wenire entro 90 giorni dal passaggioin giudicato della sentenza, mentre quandosonoafavoredell'amministrazionesaranno iscrittea ruolo.con Caggraviodell'aggiospettante all'agentedella riscossione , sebbene non di rado, la motivazione non rispetta i ca noni previsti dalla norma DELLE MODI Le notificazioni tra le parti e il deposito presso la com petente Commissione tributaria degli atti processuali potranno avvenirein via telematica. Le modalità di attuazione e l'ambito di operatività saranno stabiliti con appositi decreti. La concreta attuazione del processo telematico, o quanto meno consentire i depositi in formato elettronico via pec, agevolerebbe notevolmente le parti. È auspicabile che poi non sarà necessaria la «copia cartacea d Sarà completamente rivista la procedura di conciliazione estendendone la sua applicazione anche in sede di appello, attualmente non possibile. Sarà comunque prevista la riduzione delle sanzioni. Tuttavia, stante le nuove previsioni, la conciliazione si perfezionerà con la sottoscrizione dell'accordo e non più con il versamento della prima rata ovvero dell'intera somma. Il verbale di conciliazione pertanto sostituirà il precedente provvedimento impositivo e, in caso di mancato pagamento, vi sarà l'iscrizione a ruolo cortesia» da depositare presso le commissioni, vanificando, di fatto, lo spirito della norma ICHE PR CONCILIAZIONE GIUDIZIALE POSIZIONE DEL RICORSO L È disciplinata nel processo tributario solo per la prima fase. È infatti possibile definire la lite solo prima dell'udienza di merito in commissione tributaria provinciale e ciò sia su proposta delle parti sia su suggerimento del giudice. Le sanzioni sono ridotte al40%. Si perfeziona con il versamento della prima rata ovvero dell'intera somma entra 20 giorni dalla La nuova mediazione riguarderà tutte le cause di valore non superiorea20.000(salvoinnalzamenti della soglia) e quindi anche per quelle avverso enti locali, agente della riscossione, ecc. Sarà poi previsto l'obbligo di reclamo anche per gli atti relativi al classamento e all'attribuzione della rendita catastale, che, essendo di valore indeterminabile ora ne sono esclusi. Quando la mediazione avrà a oggetto rimborsi di imposta, l'accordo dovrà contenere l'indicazione dei termini e delle modalità di pagamentoin favore al contribuente sottoscrizione dell'accordo che costituisce il titolo per l'iscrizione a ruolo delle somme dovute, sostituendo di fatto Catto impositivo impugnato notificazione tra le parti e i depositi presso le commissioni tributarie devono avvenire in forma cartacea, anche utilizzando il canale postale. Ad oggi poi sono richieste, sebbene in via facoltativa, delle copie in più rispetto a quanto d'obbligo, destinate a tutti i membri delcollegio. Attualmente la posta elettronica è utilizzata solo dalla Commissione tributaria per le notifiche al
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I pareri. Le perplessità espresse dalla Camera e dal Senato Esecutività immediata da ampliare a tutte le decisioni favorevoli
Più chiarezza per il ristoro delle spese di lite e sull'esecutività delle sentenze ed eventuale ampliamento a 20.000 euro per il giudice unico nell'ottemperanza. Sono queste alcune delle perplessità contenute neipareri delParlamentosuldecreto delegato per la riforma del contenzioso. La nuova norma sul contenzioso, con l'intento di determinare maggiore equilibrio tra le parti in giudizio, è intervenuta sull'esecutività delle sentenze, prevedendo che sia disposto il pagamento in favore del contribuente anche in pendenza di giudizio. Le nuove previsioni limiterebbero però l'applicazione di tale innovativo principio alle sole sentenze di condanna alla restituzione di somme di denaro, escludendo ad esempio le pronunce in materia catastale o relative alla revoca della qualifica di Onlus. Tuttavia, la legge delega era volta a ritenere provvisoriamente inesistente l'atto impositivo annullato dal giudice sia pure con una pronuncia non passata in giudicato. E così suggerito di ampliare a tutte le sentenze favorevoli al contribuente l'immediata esecutività, a prescindere dall'esistenza di somme da restituire. Un'altra osservazione at tiene le ordinanze della fase cautelare. La nuova previsione dispone che la decisione debba essere « immediatamente» comunicata alle parti in udienza. Secondo il parere della Camera, il legislatore impone così un'accelerazione che rischierebbe di compromettere il regolare svolgimento della fase cautelare, imponendo sbrigative decisioni "a braccio". L'osservazione lascia perplessi perché nella maggiorparte dei casi appare del tutto inverisimile che la decisione non venga assunta nell'immediatezza per cui tanto vale comunicarla alle parti. La fase cautelare rappresenta non di rado un'importante richiesta da parte del contribuente. Nel processo tributario è infatti previsto il versamento di parte delle somme pretese, imponendo così al ricorrente un immediato esborso di denaro a prescindere dall'esito finale del giudizio. L'attuale crisi finanziaria che sta colpendo il nostro Paese rende il più delle volte impossibile per il contribuente potervi adempiere in tempi brevi, a causa non solo di una propria indisponibilità, ma anche da negati finanziamenti da parte degli istituti di credito. La decisione dei giudici è certamente importante ma non pare aderente alla re altà la necessità di tempi necessari per un'attenta valutazione della posizione Sempre con riguardo alla fase cautelare, la riforma ha previsto l'introduzione delle spese di lite. Tuttavia, la nuova previsione non chiarisce quando la decisione assume esecutività. Occorrerebbe così che la norma chiarisca se ciò debba avvenire immediatamente ovvero in esito al giudizio di merito, il quale potrebbe anche disporre diversamente. Perplessità anche sulla lite temeraria. La nuova norma, eliminerebbe il richiamo all'articolo 96 Cpc, ma così facendo, limiterebbe i poteri del giudice. Il decreto delegato, infatti, escluderebbe la possibilità per il collegio di applicare d'ufficio la disposizione. E così suggerito di mantenere il richiamo al codice, stante l'ormai pacifico orientamento della Cassazione sul punto. Tra le più rilevanti osservazioni, vi è la proposta di aumentare 320.000 euro il limite riguardante i giudizi di ottemperanza per i quali, secondo le nuove previsioni, è competente il giudice unico. Da segnalare infine che il Senato ha proposto un aumento a 50.000 euro del limite per le cause soggette a mediazione. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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LE PUNTATE PRECEDENTI Disponibili online gli approfondimenti su Ue sanzioni Gliapprofondimentisu sanzioni penaliesanzioniamministrative, pubblicati rispettivamente su II Sole 24 Ore di ma rtedì e mercoledì, sonodisponibilionline(pay) I DOCUMENTI II testo del decreto sul contenzioso e i pareri Nella sezione «NormeeTributi»del sito,sottosezione«Documenti» sonodisponibiliitesti dello schema di decreto legislativo recante misure per la revisione della disciplina degliinterpelliedel contenziosotributarioeipareri di Ca mera e Senato Owww.lsde24ore.com .com
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LA PROPOSTA Antonio Iorio
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Giudice unico per le liti minori Le nuove norme sul processo tributario contenute nello schema di decreto legislativo sugli interpelli e il contenzioso tributario non sembrano modificare in modo incisivo e strutturale il contenzioso e quindi con ogni probabilità non ci saranno dei tangibili miglioramenti in termini di efficienza. Rispetto alla delega è stata, ad esempio, ignorata la possibilità di affidare i contenziosi minori al giudiceunico.il legislatore delegato, infatti, ha previsto tale istituto solo per i giudizi di ottemperanza di modico valore. Questa mancata previsione - che avrebbe sicuramente deflazionato l'attuale mole del contenzioso minore - è obiettivamente contraddittoria anche rispetto alle motivazioni fornite: la delicatezza e la complessità della materia trattata. Si pensi soltanto che in materia penale per tutti i delitti tributari (quindi violazioni ben più gravi) è competente un giudice unico (non di rado, non togato). In sostanza, quindi, mal si comprende per quale ragione nel caso di una dichiarazione infedele di svariati milioni costituente reato o per l'emissione o l'utilizzazione di fatture false per importi anche ingenti si ritenga idoneo un giudice unico a irrogare la reclusione fino a 6 anni, mentre per una violazione amministrativa di poche centinaia di euro si reputi necessario un collegio di tre giudici! Si
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tratta di una incongruenza modifica, la cui utilità, per su cui varrebbe la pena la verità, è tutta da riflettere, prima verificare. dell'approvazione finale del provvedimento. Dato che c'è una specifica previsione della delega in questo senso, c'è da sperare in un ripensamento sull'introduzione del giudice unico anche in campo tributario per i contenziosi minori. Da segnalare, infine, che talune modifiche potrebbero risultare più onerose per gli stessi enti impositori. Si pensi all'estensione generalizzata della mediazione a tutti gli atti che quindi riguarderà gli enti locali, gli agenti della riscossione eccetera. Per l'attuazione di questo istituto l'agenzia delle Entrate ha creato delle strutture ad hoc con un impegno in termini di risorse (e quindi anche economiche) non indifferente e, ciò nonostante, ancora oggi sono numerosi gli uffici legali che riescono a completare le procedure di reclamo/mediazione solo a ridosso della scadenza dei termini. In tale contesto appare molto difficile che gli enti locali facciano fronte a un analogo impegno tenendo presente che la maggior parte dei loro atti impositivi rientrerà nella mediazione. Con ogni probabilità sarà inevitabile l'affidamento all'esterno a strutture private (come già avviene in molti casi per l'accertamento e il contenzioso) con ulteriori costi. È quindi auspicabile un ripensamento di questa
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011 LEATTENUANTI La Cassazione esclude la non punibilità perla particolare tenuità dei fatto nelcaso in cui vengano negate le attenuanti: sialegeneriche.siail risarcimento del danno 021 LA VANTAZIONE La vantazione della Corte si deve basare oltre che sui limiti edittali di pena previsti perii reato, anchesulle specifiche esclusioni e sulla non abitualità 03 I IL CERTIFICATO PENALE Per la Cassazione l'istituto non può essere applicato anche a causa dei precedenti penali
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Punibilità. Per appropriazione indebita Niente attenuanti e tanti precedenti? Stop alla «tenuità»
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i Lanonpunibilitàper particolare tenuità del fatto non può es sereapplicataachisiappropriaindebitamente dell'auto a noleggio se, dalla sua, ha un nutrito certificato penale e nessuna attenuante. La Cassazione, con la sentenza 35901 depositata ieri, tornasull'articolo i3i-bis del Codice penale (Dlgs28/20i5). A chiedere l'accesso al beneficio un imputato condannato dalla Corte d'Appello per non aver restituitol'autoalnoleggiatore, malgrado i numerosi "promemoria" che questo gli aveva inviato. Il primo tentativo della difesa era stato quello di negare che l'assistito avesso mai avuto conoscenza dei telegrammi di sollecitazione. Una versione smentita dallo stesso cliente in sede di interrogatorio. Abbandonata la via della "dimenticanza", la difesa punta sull'applicazione della nuova causa dinonpunibilità,entratanell'ordinamento penale in epoca successiva alla sentenza impugnata. La Suprema corte ricorda che, in assenza di una normativa transitoria, il beneficio previsto dall'articolo i3i-bis del Cp, pur avendo natura sostanziale, è applicabile ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore, compresi quelli pendenti in sede di legittimità La Cassazione può dunque rilevare d'ufficio (articolo 609 comma secondo del codice di rito) la sussistenzadicondizionidiapplicabilità della nuova disciplina, basandosisuirisultatiprocessualiesulla motivazione della decisione impugnata II passaggio successivo è quello di annullare la sentenza, con rinvio al giudice di merito, se la valutazione è positiva o rigettare se non ci sono le condizioni per accogliere la domanda E' compito della corte di legittimità verificare, in astratto, l'applicabilità dell'istituto, guardando al tetto della pena rispetto al reato contestato e alla specifiche cause di esclusione, per poi passare all'analisi della particolare tenuità dell'offesa e della non abitualità del reato. Aspetti da ricercare negli atti del giudizio di merito, te-IL PUNTO Un nutrito certificato penale e la negazione delle attenuanti in sede di merito bloccano la strada al nuovo istituto nendo d'occhio la motivazione per la presenza di giudizi che abbiano già escluso la possibilità invocata Nella specifica vicenda la valutazione della Corte, precisanoigiudicLnonpuòcheesserenegativa. Anche se in astratto il caso rientra, per parametri della pena neilimitiedittali,deponeasfavore delll'imputatolamancataapplicazione di due attenuanti: le generiche e il risarcimento del danno «nella massima estensione in considerazione di una inusuale gravita del fatto e della negativa personalità dell'imputato». Un pessimo curriculum desumibile dal certificato penale. P.Mac. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Negoziazione assistita. Si prevede la chiusura di almeno 152mila cause: il credito d'imposta è a rischio Bonus sulle liti, incognita fondi Entro aprile il ministero comunicherà l'importo del «benefìcio»
Marco Marinaro i Alle parti che corrispondono o che hanno corrisposto nell'anno 2015 il compenso agliawocatì abilitati ad assisterli nel procedimento di negoziazione assistita e a quelle che corrispondono o che hanno corrisposto, nel medesimo periodo, il compenso agli arbitri designati in esito al trasferimento della controversia pendente dinanzi all'autorità giudiziaria in sede di arbitrato forense, è riconosciuto, in caso di successo della negoziazione, ovvero di conclusione dell'arbitrato con lodo, un credito di imposta commisurato al compenso fino a concorrenza di 250 euro. È una misura introdotta in via sperimentale nella legge di conversione del DI 83/2015 (legge 132/2015, articolo 2i-bis) ed entrata invigoreihiagosto. Gliincentivifiscali alle cosiddette misure di degiurisdizionalizzazione erano stati invocati dagli operatori e promessi dal ministro della Giustizia per promuovere l'utilizzo di questi strumentiin tradotti dacircaunannoconfinalitàdichiaratam entedeflative, ma che non sembrano aver
spettante in relazione a ciascuno dei procedimenti. L'importo sarà determinato in misura proporzionale alle risorse stanziate e trasmetterà, in via telematica, all'agenzia delle Entrate, l'elenco dei beneficiari e i relativi importi a ciascuno comunicati. Il credito di imposta dovrà essere indicato nella dichiarazione dei redditi per l'anno 2015 e sarà utilizzabile, a decorrere dalla data di ricevimento della comunicazione del ministero della Giustizia, in compensazione e - per le sole personefisichenontitolaridiredditidi impresa o di lavoro autonomo - in diminuzionedelleimpostesuiredditi. Il credito di imposta non darà luogo a rimborso e non concorrerà alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi né del valore della produzione netta ai fini dell'Irap e non rileverà ai fini del rapporto di indetraibilità dei costi previstodagliarticoli6ieiO9, comma5,delTuir. Lo schema operativo adottato per questi incentivi è il medesimo già in vigore dal 2010 per la mediazione delle liti civili e commerciali. Si ricorderà infatti che, in caso di
riscosso il successo prospettato. Sarà necessario ora un decreto attuativo del ministro della Giustizia, di concerto con quello dell'Economia e delle finanze, da adottare entro il 20 ottobre 2015, per stabilire le modalità e la documentazione da esibire a corredo della richiesta del credito di impostaeicontrollisullasuaautentici tà. Il tetto di spesa è fissato in 5 milioni di euro per l'anno 2016, da attingere dal Fondo giustizia 2Oi5/2Oi7(fondodestinatoal recupero di efficienza del sistema giudiziario e il potenziamento dei relativiservizi, nonchéperilcompletamento del processo telematico). La valutazione dell'adeguatezza dell'importo stanziato è cruciale considerato che viene stimato prudenzialmente in i52mila il numero dei procedimenti, già pendenti nei tribunali e nelle corti d'appello, che arriveranno in sede negoziale o arbitrale e che avranno esito finale positivo. Per potergli far fruire del beneficiofiscale, ilministerodellaGiustizia comunicherà all'interessato, entro il 30 aprile 2016, l'importo del credito di imposta effettivamente
successo della mediazione, le parti hannodirittoaduncreditod'imposta fino a un massimo di 500 euro per il pagamento delle indennità complessivamente dovute all'organismodimediazione (nelcasodi insuccesso della mediazione, il credito d'imposta è ridotto della metà). Tuttavia, per la mediazione non risulta che la prevista comunicazione del ministero della Giustizia ai soggetti interessati sia mai stata inviataecièfinoranonhaconsentito ad alcuno di usufruire del beneficio. La recente adozione del Registro informatico degli organismi di mediazione dovrebbe sbloccare a breve la situazione. A tal fine il ministero della Giustizia ha precisato che, come previsto nelle istruzioni per lacompilazione delle dichiarazioni dei redditi, se la comunicazione (relativa al credito di imposta) sarò pervenuta in data successiva alla presentazione della dichiarazione dei redditi, il credito di imposta potrà essere indicato nella dichiarazione relativa all'anno in cui è stata ricevuta la comunicazione. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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IN VIGORE IL DLGS SULLE ADR. SALVAGUARDATA LA PRESENZA DEL LEGALE. PROCEDURE A COSTI MINIMI
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Si allarga il mercato della conciliazione Si allarga il mercato della concuiazione. Con l'entrata in vigore (da oggi 3 settembre 2015) del digs 130/2015 prende l'avvio del sistema di Adr, cioè dell'Alternative dispute resolution. Il decreto legislativo detta principi per uniformare le procedure di Adr che coinvolgono i consumatori, che si innestano, a dire il vero, in un panorama di ipertrofia normativa su organizzazione e procedure conciliativa. La normativa varata riguarda le controversie dei consumatori e, non a caso, costituisce un innesto all'interno del codice del consumo (digs 206/2005). Certo l'effetto è di dare un impulso alla degiurisdizionalizzazione delle controversie e di dare maggiori sbocchi, per esempio, alla attività di organismi di conciliazione regolati dal decreto legislativo 28/2010, di cui si salvaguardano le competenze in materia di mediazione cosiddetta obbligatoria (e cioè condizione di procedibilità dell'azione giudiziaria). La normativa pretende, dunque,
per la trattazione degli affari in materia di consumo iscritti nella sezione speciale di cui all'art.16, commi 2 e 4, del digs n. 28/2010. Tuttavia il riferimento alle procedure volontarie esclude dall'ambito di applicazione le procedure « obbligatorie», con la conseguenza della persistenza della necessità di patrocinio di avvocato per le mediazioni-condizioni di procedibilità per molte materie (tra cui, per esempio, condominio, contratti bancali, diritti reali, successioni ecc.). Altro aspetto che dovrà attentamente essere vagliato riguarda la gratuità della procedura. In realtà il decreto stabilisce che le procedure dovranno essere gratuite o disponibili a costi minimi per i consumatori. L'alternatività del costo minimo apre la strada alla remunerazione dell'attività, il cui livello minimale dovrà essere approfondita in sede regolamentare. Più in generale il decreto legislativo regolamenta gli organismi di Adr. Per essere considerato tra
di essere organica e tendenzialmente unitaria, ma pone problemi di coordinamento. Uno dei punti da approfondire riguarda la presenza dell'avvocato nella procedura di Adr, gestita da un organismo di mediazione. A una prima lettura si deve ritenere salvaguardata l'obbligatorietà della assistenza del legale nelle procedure di mediazione obbligatoria. In effetti il decreto legislativo in commento formula il principio per cui le procedure Adr devono consentire la partecipazione alle partì senza obbligo di assistenza legale. Tuttavia sempre lo stesso decreto legislativo impone l'applicazione della disciplina procedura uniforme alle procedure volontarie di composizione extragiudiziale per la risoluzione, anche in via telematica, delle controversie nazionali e transfrontaliere, tra consumatori e professionisti residenti e stabiliti nell'Unione europea. Lo stesso decreto si riferisce alle procedure gestite dagli organismi di mediazione
organismi Adr l'ente interessato deve chiedere di essere inserito nell'elenco tenuto da una autorità appositamente investita di questo compito (ministero della giustizia, unitamente al ministero dello sviluppo economico, in relazione al registro degli organismi di mediazione in materia di consumo, Consob, Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, Agcom, Banca d'Italia). Inoltre gli organismi di Adr dovranno diffondere nella maniera più ampia possibile, anche con il web ovviamente, tutte le notizie sulla procedura, comprese le tariffe e l'effetto giuridico dell'esito della procedura, specificando quando la decisione Adr, in base alla legge, è titolo esecutivo (come per gli organismi di mediazione ex digs 28/2010). Il consumatore, comunque, non può essere privato in nessun caso del diritto di adire il giudice competente, qualunque sia l'esito della procedura di composizione extragiudiziale. ™wmra«>Mmwa™*™«™****Wrt»a*J™l^ ^
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ORDINAMENTO GIUDIZIARIO IN RIFORMA Verso la nuova giustizia La riforma sull'ordinamento giudiziario entra nel vivo. Tra gli obiettivi del progetto di riforma, la riorganizzazione della geografia giudiziaria, l'aggiornamento dei profili per l'accesso alla magistratura e la valutazione di professionalità, mobilità e ripartizione delle competenze. Si è riunita nella mattinata di ieri la commissione per la riforma dell'ordinamento giudiziario, presieduta dall'avvocato Michele Vietti, alla presenza del ministro della giustizia, Andrea Orlando. I lavori, salvo proroga, dovranno dirsi conclusi entro il 31 dicembre 2015. La commissione dovrà predisporre un progetto di riforma, focalizzandosi sulla razionalizzazione del processo di revisione della geografia giudiziaria, tramite la riorganizzazione e la ridistribuzione delle corti d'appello, delle procure generali, dei tribunali ordinari e delle procure della repubblica. Parallelamente, si provvedere alla valorizzazione nella ripartizione delle competenze; dovranno essere rivisti l'accesso alla magistratura, il sistema degli illeciti disciplinari e delle incompatibilità dei magistrati, le valutazioni di professionalità e conferimento degli incarichi, la mobilità e i trasferimenti di sede e di funzione dei magistrati. Orlando ha quindi istituito una seconda commissione, avente l'incarico di elaborare uno schema di riforma della disciplina legale in materia di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura. Gloria Grìgolon
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GIUSTIZIA E SOCIETÀ BREVI Al via il percorso per la selezione dei progetti del Programma operativo nazionale infrastrutture e reti 2014-2020. Lo comunica il ministero dei trasporti, sottolineando che inizia l'iter definito dalla commissione per la selezione dei progetti, «che prevede la stesura da parte del ministero dei criteri di selezione che dovranno essere rispettati dai soggetti beneficiari dei finanziamenti». Il programma ha un budget di 1,8 miliardi, «di cui il 75% riveniente dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), ovvero 1,382 miliardi, e U, 25% di cofinanziamento nazionale, 460 milioni circa, come stabilito dall'accordo di partenariato». Con l'addio alla Tasi, le famiglie italiane risparmieranno mediamente 204 euro. Per i ricchi, sempreché il governo decida di abolire anche l'Imu su ville, castelli e abitazioni signorili, le cose andranno molto meglio: il risparmio si aggirerà attorno ai 2.000 euro. I conti sono stati realizzati dall'Ufficio studi della Cgia. Le famiglie che potrebbero essere beneficiate dall'abolizione della tassazione sulla prima casa sono quasi 19 milioni. Per i possessori delle abitazioni di categoria A2 il «taglio» sarà di circa 227 euro all'anno, per quelle A3 di 120 euro, mentre i possessori di una abitazione di tipo signorile o di una villa beneficeranno di un «regalo» attorno ai 1.830 euro. «La nomina del professor Walter Ricciardi alla presidenza inaugura una fase nuova per l'Istituto superiore di sanità, al centro di una strategia di innovazione e rilancio della ricerca biomedica italiana. Da commissario straordinario, il professore Ricciardi, Al via il percorso per la selezione dei progetti del Programma operativo nazionale infrastrutture e reti 2014-2020. Lo comunica il ministero dei trasporti, sottolineando che inizia l'iter definito dalla commissione per la selezione dei progetti, «che prevede la stesura da parte del ministero dei criteri di selezione che dovranno essere rispettati dai soggetti beneficiari dei finanziamenti». Il programma ha un budget di 1,8 miliardi, «di cui il 75% riveniente dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), ovvero 1,382 miliardi, e U, 25% di cofinanziamento nazionale, 460 milioni circa, come stabilito dall'accordo di partenariato». Con l'addio alla Tasi, le famiglie italiane risparmieranno mediamente 204 euro. Per i ricchi, sempreché il governo decida di abolire anche l'Imu su ville, castelli e abitazioni signorili, le cose andranno molto meglio: il risparmio si aggirerà attorno ai 2.000 euro. I conti sono stati realizzati dall'Ufficio studi della Cgia. Le famiglie che potrebbero essere beneficiate dall'abolizione della tassazione sulla prima casa sono quasi 19 milioni. Per i possessori delle abitazioni di categoria A2 il «taglio» sarà di circa 227 euro all'anno, per quelle A3 di 120 euro, mentre i possessori di una abitazione di tipo signorile o di una villa beneficeranno di un «regalo» attorno ai 1.830 euro. «La nomina del professor Walter Ricciardi alla presidenza inaugura una fase nuova per l'Istituto superiore di sanità, al centro di una strategia di innovazione e rilancio della ricerca biomedica italiana. Da commissario straordinario, il professore Ricciardi, in un solo anno di lavoro, è riuscito a sanare il bilancio dell'ente e ha dimostrato di avere una visione strategica per il futuro dell'istituto». Così il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha commentato la nomina di Walter Ricciardi alla presidenza dell'Iss, registrata dalla Corte dei conti. Per i lavoratori frontalieri «si prevede una batosta fiscale. Regione Lombardia monitori attentamente, i lavoratori italiani non siano lasciati soli». Lo scrive in una nota Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia e vicepresidente del gruppo Ppe. «Dopo l'incontro tenuto a Bellinzona tra rappresentanti del Canton Ticino e del Governo federale sulla fiscalità dei lavoratori frontalieri, si parla di tassare i frontalieri non più al 100% con aliquota svizzera, come avviene oggi (girandopoi circa il 40% del gettito all'Italia), ma al 60% con aliquota elvetica e al 40 con aliquota italiana, che come si sa è assai più elevata. Insamma i lavoratori si troverebbero a pagare più tasse». «Ci sarà tempo fino al 30 settembre per partecipare al secondo bando regionale che prevede l'erogazione di fondi a favore dei genitori separati o divorziati, con figli minori o con figli maggiorenni portatori digravi disabilità». Lo annuncia Antonio Saggese, consigliere regionale del gruppo «Maroni Presidente» e vicepresidente dell'associazione Papa Separati Lombardia. «Grazie a questo bando», afferma Saggese, «dall'inizio della legislatura sono stati stanziati complessivamente 10 milioni di euro per oltre 4 mila papa e mamme separate». Al via il percorso per la selezione dei progetti del Programma operativo nazionale infrastrutture e reti 2014-2020. Lo comunica il ministero dei trasporti, sottolineando che inizia l'iter definito dalla commissione per la selezione dei progetti, «che prevede la stesura da parte del ministero dei criteri di selezione che dovranno essere rispettati dai soggetti beneficiari dei finanziamenti». Il programma ha un budget di 1,8 miliardi, «di cui il 75% riveniente dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), ovvero 1,382 miliardi, e U, 25% di cofinanziamento nazionale, 460 milioni circa, come stabilito dall'accordo di partenariato». Con l'addio alla Tasi, le famiglie italiane risparmieranno mediamente 204 euro. Per i ricchi, sempreché il governo decida di abolire anche l'Imu su ville, castelli e abitazioni signorili, le cose andranno molto meglio: il risparmio si aggirerà attorno ai 2.000 euro. I conti sono stati realizzati dall'Ufficio studi della Cgia. Le famiglie che potrebbero essere beneficiate dall'abolizione della tassazione sulla prima casa sono quasi 19 milioni. Per i possessori delle abitazioni di categoria A2 il «taglio» sarà di circa 227 euro all'anno, per quelle A3 di 120 euro, mentre i possessori di una abitazione di tipo signorile o di una villa beneficeranno di un «regalo» attorno ai 1.830 euro. «La nomina del professor Walter Ricciardi alla presidenza inaugura una fase nuova per l'Istituto superiore di sanità, al centro di una strategia di innovazione e rilancio della ricerca biomedica i
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Commercialisti di Napoli: «A settembre ingorgo fiscale» II mese di settembre, «anche quest'anno», sarà contraddistinto da «un ingorgo fiscale, con un considerevole numero di scadenze concentrate tra il 21 e il 30». La denuncia arriva da Vincenzo Moretta, presidente dell'Ordine dei commercialisti di Napoli. «Alcune di queste scadenze _ ha spiegato - come quella per la presentazione di Unico, sono programmate da tempo, altre, invece, provengono da proroghe, ormai ricorrenti, decise come al solito all'ultimo minuto, come nel caso dell'invio dei modelli 770/2015». Per la sola data del 30 settembre - conclude Moretta - «sono previste quattro scadenze e, a meno di proroghe, sarà anche il giorno finale per le adesioni alla 'voluntary disclosure'. Continuiamo a credere che una reale semplificazione fiscale sia indispensabile per tutelare il lavoro dei professionisti ed i contribuenti che ad essi si rivolgono».
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IAI Sl'll) SI MKTI'K /,\ MOTO Imprese, un solo pin per conti correnti, tasse e sanità ÜB De Slefanü a pag. 34 m
Entro dicembre i smelaci e le imprese potranno avere gratis un codice unico per tutti i servizi Un solo pin per c/c, tasse e sanità È lo Spid, dal 15/9 accredito per gestori d'identità digitali Cos'è e come funziona lo Spid Spid Via libera allo Spid, pin unico dal conto corrente al fisco e alla sanità. Dal 15 settembre richiesta di accreditamento dei gestori dell'identità digitale, presso l'Agenzia per l'Italia digitale. L'Agid, dal 15 settembre, ha 180 giorni di tempo massimo, quindi marzo 2016, per analizzare le richieste che arriveranno. Ma l'obiettivo è quello di chiudere entro dicembre. Dicembre Uso identità digitale Entro dicembre i primi cittadini e le imprese avranno gratis una identità digitale unica, con cui accedere a molti servizi: il conto corrente online, il pagamento delle tasse comunali, l'Inps e cosi via. Per l'uso dell'identità Spid non è obbligatorio l'uso di alcun lettore di carte ma potrà essere utilizzata in diverse modalità (es. pc, smartphone, tablet ecc.). DI CINZIA DE STEFANIS a libera allo Spid, pin unico per il conto corrente, per il fisco e la sanità. Dal 15 settembre richiesta di accreditamento dei gestori dell'identità digitale, presso l'Agenzia per l'Italia digitale. L'Agenzia per l'Italia digitale (Agid), dal 15 settembre, ha 180 giorni di tempo massimo, quindi marzo 2016, per analizzare le richieste che arriveranno. Spid è la nuova « infrastruttura paese» che permetterà a cittadini e imprese di accedere con un'unica identità digitale ai servizi online della p.a. e dei privati che aderiranno. Tutto questo lo prevede il regolamento dell'Agid recante le « modalità di accreditamento e la vigilanza dei gestori dell'identità digitale». Entro dicembre i primi cittadini e le imprese avranno gratis una identità digitale unica, con cui accedere a molti servizi: il conto corrente online, il pagamento delle tasse comunali, l'Inps e così via.
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Per l'uso dell'identità Spid non è obbligatorio l'uso di alcun lettore di carte ma potrà essere utilizzata in
presso l'agenzia. Diverse le modalità per contattarli. Di persona, presso uno sportello fisico. Con una procedura via web cam, in cui mostreranno in video a diverse modalità (es. pc, un addetto i documenti. Con l'invio smartphone, tablet ecc.). Il di cittadino e l'impresa saranno un modulo di richiesta online liberi di scegliere la soluzione che offre il mercato e cambiarla (allegando i documenti). DOMANDA quando vorranno. Entro ACCREDITAMENTO. La dicembre 2015 verranno domanda di accreditamento redatta rilasciate le prime identità in lingua italiana, è predisposta in digitali a cittadini e imprese. formato elettronico, sottoscritta Agenzia delle entrate, Inail, Inps, con firma digitale o firma Regione Piemonte, Friulielettronica qualificata dal legale Venezia e Giulia, Emiliarappresentante del richiedente, ed è Romagna, Liguria, Toscana e inviata alla casella di posta Marche permetteranno già elettronica certificata dell'agenzia. l'accesso ai propri servizi tramite La domanda di accreditamento si considera accolta qualora non Spid. In 24 mesi il sistema pubblico di identità digitale sarà venga comunicato al richiedente il provvedimento di diniego entro esteso a tutta la pub 180 giorni dalla data di blica amministrazione così da presentazione della stes
permettere a tutti di accedere con un'unica identità digitale ai servizi digitali. Tre saranno i servizi di sicurezza in base ai servizi alla tipologia di servizi a cui si vorrà accedere. RICHIESTA SPID. Per richiedere lo Spid si dovrà contattare un identity provider di quelli accreditati
sa. L'Agenzia avrà la facoltà di svolgere verifiche presso le strutture dedicate allo svolgimento delle attività di gestore di identità. Il gestore dell'identità digitale accreditato, ottenuta l'iscrizione nell'apposito registro, potrà qualificarsi come tale nei
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rapporti commerciali e con le pubbliche amministrazioni. PROTEZIONE. Spid protegge i dati personali più di una smartcard. Con le carte elettroniche i dati personali utili a verificare l'identità in rete saranno tutti disponibili al service provider. Con Spid, sebbene l'utente sarà sempre autenticato con assoluta certezza, saranno forniti al service provider, previa autorizzazione dell'utente, solo i dati strettamente necessari per la specifica transazione. Ad esempio, per i servizi che necessitano solo di verificare la maggiore età del soggetto o di conoscere un indirizzo email, I'identity provider fornirà al service provider solo le informazioni strettamente necessarie.
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L'analisi delle nuove regole sull'abuso di diritto che ha mandato in soffitta Illusione Legittimo il fisco di vantaggio Oh alle soluzioni che favoriscono il contribuente DI ANDREA BONGI Non c'è più elusions. A patto che non si sconfini nell'abuso del diritto e che qualcuno riesca a definirne esattamente i confim, è oggi legittimo il comportamento del contribuente che, nel rispetto formale delle disposizioni tributarie vigenti, sceglie le soluzioni a lui fiscalmente più favorevoli. Solo se tale scelta risulterà priva di sostanza economica e consentirà essenzialmente l'ottenimento di vantaggi fiscali indebiti, il fisco, previo assolvimento dell'onere della prova, potrà disconoscerne i vantaggi determinando i tributi elusi. E questo lo scenario che si presenta nel nostro ordinamento a seguito dell'entrata in vigore del nuovo articolo 10-bis dello Statuto del Contribuente introdotto dal decreto legislativo n. 128/2015. Fra le varie disposizioni contenute in tale nuovo articolo dello Statuto figura infatti anche l'esplicita abrogazione dell'articolo 37-bis del dpr 600/73, ovvero delle disposizioni antielusione introdotte nel nostro ordinamento dalla legge n. 413/1991. Lo scenario è tutt'altro che confortante né vi sono elementi concreti che possano far supporre a una soluzione positiva dell'eterna querelle, finora tutta di matrice giurisprudenziale, circa l'esatta definizione dell'abuso del diritto e del conseguente disconoscimento dei vantaggi fiscali da esso derivanti. La scelta del legislatore operata nel digs 185/2015 è chiara e netta: l'abuso del diritto è l'unica fattispecie elusiva perseguibile ad iniziativa dell'ufficio che potrà essere sanzionata unicamente in via amministrativa, fatte ovviamente salve le situazioni in cui siano presenti anche condotte fraudolente. Tutte le altre fattispecie di comportamenti elusivi, in primis la e.d. economia di scelta, sono legittime e non potranno essere in alcun modo disconosciute. Il primo elemento di perplessità nasce dalla collocazione stessa della nuova
disciplina dell'abuso del diritto: lo Statuto dei diritti del
contribuente. Il nuovo articolo 10-bis, la cui rubrica è appunto
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LE RISORSE PER. IITÒ6UO V__
disciplina dell'abuso del diritto o elusione fiscale, introdotto dal decreto legislativo n. 128 del 2015, è infatti disposizione di diritto positivo finalizzata unicamente ad individuare una precisa metodologia di accertamento che niente ha a che vedere con l'assetto normativo portante della legge n. 212 del 2000. Oltre a tale vizio di natura meramente formale ma che certo lascia piuttosto perplessi, vi sono tutta una serie di ulteriori elementi che lasciano presupporre che la nuova disciplina dell'abuso del diritto sia destinata ad acuire e alimentare anziché risolverle, le conflittualità fra il fisco e i contribuenti e il relativo contenzioso. Per comprendere quanto ora descritto basta semplicemente scorrere le disposizioni contenute nel primo comma del nuovo articolo 10-bis. All'interno della definizione di abuso del diritto ritroviamo infatti una notevole mole di termini di difficile identificazione quali, ad esempio, «le operazioni prive di sostanza economica» che realizzano « essenzialmente» vantaggi fiscali indebiti. Ed ancora, termini quali: la non coerenza della qualificazione delle singole operazioni con il fondamento giuridico del loro insieme e la non conformità dell'utilizzo degli strumenti a Viene perfino da chiedersi se possa esistere una operazione aziendale priva di sostanza economica, si noti qui la differenza rispetto alla
definizione di atti privi di valide ragioni economiche utilizzata nell'abrogata articolo 37-bis del dpr 600/73, o quali siano le normali logiche di mercato alle quali gli atti contestati dal fisco sembrano sfuggire. Sono dunque troppi i termini generici che il legislatore ha utilizzato nel definire l'abuso del diritto per pensare, o forse soltanto sperare, che l'uso abnorme di quest» strumento giuridico cessi di caratterizzare l'operato dell'amministrazione finanziaria e si modifichi il convincimento dei giudici tributari. La sensazione che si ritrae dall'esame completo delle disposizioni in commento è che il legislatore, grazie anche all'utilizzo obbligatorio del contraddittorio preventivo a pena di nullità del successivo
atto di accertamento, pensi di contrastare l'abuso del diritto con l'utilizzo di un patteggiamento allargato fra fisco e contribuente. Se è vero infatti che l'onere della prova dell'operazione in odore di abuso del diritto ricade tutta sull'ufficio fiscale, sul contribuente ricade però l'onere di dimostrare che gli atti o l'atto compiuto ha anche «(...)valide ragioni extrafiscali, non marginali, anche di ordine organizzativo o gestionale, che rispondo a finalità di miglioramento strutturale o funzionale dell'impresa ovvero dell'attività professionale del contribuente». Insomma se qualcuno da domani dovesse trovarsi
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coinvolto, suo malgrado, in una tale palude normativa l'unica via di fuga plausibile che potrebbe attivare sarebbe quella di definire la partita con l'ufficio durante il contraddittorio preventivo. In alternativa, fatte salve le vie dell'apposito interpello, resta, con tutte le incognite del caso, il contenzioso tributario.
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Luciano Fontana
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Via alla fatturazione elettronica tra privati In vigore dal 1° settembre, riguarda 7 milioni di contribuenti. Gli incentivi n percorso è destinato a concludersi tra un biennio, nel 2017. È la «lunga marcia» prevista per la fatturazione elettronica tra privati a seguito dell'entrata in vigore, due giorni fa, del Decreto legislativo 127/2015. All'obbligatorietà della fatturazione elettronica nei confronti della Pubblica Amministrazione si aggiunge, ora, quella opzionale tra le imprese che presenta una serie di vantaggi ma anche qualche intoppo applicativo. I soggetti interessati da questa opzione, secondo una stima della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro, sono circa 7 milioni fra imprese e privati. Tutto nasce con l'obiettivo dichiarato della semplificazione oltre che di una più efficace lotta all'evasione fiscale. I privati interessati alla fatturazione elettronica dovranno, per il momento, appoggiarsi ad un intermediario abilitato a gene
L'obiettivo Lo scopo è la semplificazione e una lotta più efficace all'evasione fiscale
rare tramite software il documento contabile. L'Agenzia delle Entrate metterà a disposizione gratuitamente, dal prossimo i luglio 2016, un servizio per la generazione, trasmissione e conservazione delle fatture elettroniche. Dal i gennaio 2017, invece, la stessa Agenzia metterà a disposizione anche il Sistema di Interscambio per permettere, sempre in via facoltativa, l'invio dei dati di tutte le fatture emesse e ricevute, ivi comprese le relative variazioni. Un ostacolo al fluido funzionamento del meccanismo però potrebbe essere rappresentato dal supporto tecnologico. La
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fatturazione elettronica infatti è un nuovo metodo per certificare la transazione tra imprese e privati. Trattandosi, però, di un adempimento on line bisogna fare i conti con la tecnologia. Internet, wi-fi e banda larga, eccezion fatta per le città ed i grandi centri, non sono garantiti su tutto il territorio nazionale. O almeno non a tutti alla stessa velocità. Indicativi, in tal senso, i flussi Entratel e le difficoltà di accesso ai server centrali nei momenti di carico e ingorgo di ingressi. A queste complessità bisogna aggiungere la macchinosità nell'elaborazione e, soprattutto, nella conservazione delle documentazioni in modalità telematica, n timore dei professionisti del settore, quindi, è che il metodo sia all'avanguardia ma il supporto ancora no. In compenso la fatturazione elettronica tra privati prevede un sistema premiale e una se-
7 milioni sono i soggetti, imprese e privati, interessati dalla fatturazione elettronica tra privati secondo una stima della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro milioni sono i soggetti, imprese e privati, interessati dalla fatturazione elettronica tra privati secondo una stima della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro
L'invio • Dal gennaio 2017, l'Agenzia metterà a disposizione anche il Sistema di Interscambio rie di vantaggi e incentivi. Per i per permettere, soggetti che sceglieranno di avvalersi della fatturazione sempre in via elettronica, infatti, verranno facoltativa, meno una serie di adempimenti l'invio dei dati amministrativi come lo di tutte le «spesometro», la comunicazione fatture emesse delle operazioni con i Paesi «black list», gli elenchi Intrastat e ricevute servizi. Beneficeranno, inoltre, di rimborsi Iva più veloci che dovranno essere effettuati entro tre mesi dalla presentazione della dichiarazione. E per i commercianti al dettaglio verranno meno gli obblighi di emissione dello scontrino o della ricevuta fiscale e di registrazione dei corrispettivi. Una piccola rivoluzione copernicana su cui aleggia qualche nube.Due anni di tempo per capire se l'elettronica sarà davvero in grado di mandare in pensione la vecchia fattura cartacea. Isidore Trovato © RIPRODUZIONE RISERVATA
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TRIBUTARISTI - ANCIT
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Nel 2016 l'utilizzo dei dati acquisiti tramite il Sistema tessera sanitaria Nuovo 730 alla fase due Nella precompilata entrano le spese mediche
DI STEFANO M. PEREGO Essendo quasi finita la campagna sul 730 Precompilato 2015 il Precompilato 2016 ci riserva ulteriori novità. Nelle 18 pagine di relazione dell'audizione che il direttore dell'Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, ha rilasciato alla Commissione parlamentare di vigilanza sul tema dell'anagrafe tributaria in data 22 luglio e.a. pubblicata sul sito dell'Agenzia delle entrate, la Orlandi ha sempre parlato del rapporto tra cittadini e fisco. Mai ha affrontato l'argomento inerente a chi si trova nel mezzo, cioè i tributaristi, quella specie di consulenti che si accollano gli oneri e gli onori di interpretare il linguaggio «fiscalese» e le norme che continuamente vengono introdotte e modificate dal nostro parlamento. La Orlandi ha infatti ammesso che, nonostante siano stati 19 milioni i cittadini che hanno avuto accesso al 730 Precompilato, solo 1,4 milioni di cittadini ha effettivamente consultato, modificato, accettato e trasmesso il proprio modello. Durante tutta la campagna relativa al modello 730, presso l'Agenzia delle entrate ha stazionato la Polizia postale (Polizia addetta all'utilizzo e al controllo degli accessi internet), per verificare gli indirizzi IP di accesso al modello che hanno utilizzato la di password in possesso esclusivo ad ogni contribuente.
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La presenza della Polizia postale era ed è giustificata dalla normativa sulla «Privacy», la quale prevede specifiche sanzioni in caso di utilizzo da parte di terzi dei codici privati posseduti dal cittadino. Sicuramente i contribuenti che hanno utilizzato «Fisconline» hanno dovuto apportare specifiche modifiche al proprio modello, in quanto sullo stesso mancavano una serie di dati utili al conseguimento di specifiche detrazioni e/o deduzioni; vedasi per esempio le spese mediche. D'altronde, con la pubblicazione del provv. n. 103408 del 31/7/2015, l'Agenzia delle entrate ha definito le modalità tecniche con cui, a partire dal 2016, saranno utilizzabili le informazioni sulle spese sanitarie sostenute dai contribuenti ai fini dell'elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata, sebbene il sottoscritta ritenga che non si avrà mai la certezza che tutte le spese mediche
vi saranno ncomprese, in quanto tutti i soggetti e.d. «Minimi» o «Forfettari» non sono tenuti all'obbligo di compilazione e trasmissione telematica dello « Spesometro» e pertanto le spese dei contribuenti sostenuti presso questi soggetti non verranno mai riportate nel modello 730 Precompilato. Il provvedimento prevede che il «Sistema tessera sanitaria», dal 1° marzo di ciascun anno, metterà a disposizione dell'Agenzia i dati relativi alle spese sanitarie sostenute nel periodo d'imposta precedente, ai rimborsi effettuati nell'anno precedente per prestazioni non erogate o parzialmente erogate, specificando la data nella quale sono stati versati i corrispettivi delle prestazioni non fruite. Ai fini della riservatezza, in allegato al
provvedimento, risulta disponibile un modello da compilarsi, a cura dei contribuenti, per esercitare l'opposizione all'utilizzo dei dati delle
spese sanitarie per la predisposizione della propria dichiarazione dei redditi precompilata. Attraverso il modello è possibile opporsi al trattamento - effettuato dal Ministero dell'economia e delle finanze e dall'Agenzia delle entrate — delle informazioni contabili relative alle spese sanitarie sostenute nell'anno fiscale 2015 ai fini dell'elaborazione della dichiarazione dei redditi E recompilata, richiedendo i loro cancellazione. Questo sottintende che le spese sanitarie vengono ugualmente raccolte e potrebbero essere utilizzate ai fini di un eventuale accertamento basato sul e.d. «Redditometro». Il modello recita: «Nel caso in cui si opponga, infatti, le predette informazioni saranno cancellate per tipologie di spesa come da Lei indicato nel modello e, quindi, non essendo elaborate ai fini della dichiarazione dei redditi precompilata, non saranno conoscibili da parte dei soggetti cui Lei è eventualmente fiscalmente a carico (es. coniuge, genitore). Resta fermo che i singoli documenti fiscali potranno comunque essere utilizzati per le agevolazioni previste per legge all'atto della dichiarazione dei redditi». Sempre nel provvedimento è previsto, inoltre, che il cittadino possa non fornire la propria tessera sanitaria all'atto di emissione dello scontrino parlante, appare quindi éclatante che detta spesa sanitaria sarà indetraibile nella propria dichiarazione dei redditi; tale opposizione risulta inoltre manifestabile richiedendo al medico o alla struttura sanitaria di annotare l'opposizione sul documento fiscale.
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Il provvedimento prevede che dal 2016, nel mese di febbraio di ogni anno, il contribuente potrà accedere al Sistema tessera sanitaria per richiedere la cancellazione delle singole spese affinchè non vengano più inserite nella dichiara zione. I dati relativi ai soggetti che non rientrano nella platea degli interessati dal 730 precompilato saranno comunque cancellati entro il mese di novembre dell'anno successivo al periodo di riferimento. Per le spese sostenute nel 2015, dall'1/10/2015 al 31/12/2016, si potrà esercitare l'opposizione comunicando all'Agenzia delle entrate, a mezzo telefono, posta elettronica o direttamente presso gli uffici competenti, oltre alla tipologia di spesa da escludere, il proprio codice fiscale, il numero identificativo presente sul retro della tessera sanitaria e gli altri dati anagrafici esposti nel modello allegato al provvedimento. Infine, dal 15 aprile di ogni anno, il contribuente potrà verificare, sul sito dell'Agenzia, nell'area autenticata, le informazioni di dettaglio relative alle singole spese sanitarie e ai rimborsi, anche dei familiari a carico.
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NOVITÀ1 FISCALI ESTATE 2015 * DECRETO INTERNAZIÖN * ABUSO DEL DIRITTI} E FISCALE Aneti S NOVITÀ1 FISCALI ESTATE 2015 * DECRETO INTERNAZIÖN * ABUSO DEL DIRITTI} E FISCALE * NOVITÀ BILANCI IN K)RMA NOVITÀ1 FISCALI ESTATE 2015 , CHE 14:30 - se» AJCÏT 23 srniMWE, «E 09:30 - »rat AMAMUS Cisem»,, 24 EETTEMaRE, ORE H:3tì - EURO HOTEL VIGÈNZA, 25 SETTÏM«Er OWE 14:30 HOTEL OE LA VILLE * DECRETO INTERNAZIÖN * ABUSO DEL DIRITTI} E FISCALE * NOVITÀ BILANCI IN K)RMA NOVITÀ1 FISCALI ESTATE 2015 , CHE 14:30 - se» AJCÏT 23 srniMWE, «E , SAH&fto CERATO 09:30 - »rat AMA O 02-4Ó92113 US Cisem»,, per informazioni 24 EETTEMaRE, OR
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Riparte Informazione per i consulenti Ancit lUtto pronto in vista del secondo semestre della formazione Ancit per i consulenti tributati, organizzato come sempre da Ancit Servizi. Inizierà infatti a settembre il nuovo ciclo di corsi, che riguarderanno le novità fiscali dell'estate 2015, le indagini finanziarie verso i contribuenti e il sistema sanzionatorio nell'ambito della riscossione delle imposte. La partecipazione alle singole giornate di studio da diritto ad un attestato di partecipazione e al riconoscimento dei crediti formativi Ancit. Il programma, scaricabile dal sito www.ancit.it, viene proposto con la stessa formula in tutte le sedi proposte (Milano, Vicenza, Bologna e, in alternanza, Cecina o Cascina), in modo da consentire di recuperare eventuali incontri perduti. È sempre ammessa la sostituzione del partecipante con altre persone dello stesso studio o azienda. Si precisa, poi, che ogni partecipante della stessa azienda oltre al primo è gratuito. Per iscriversi, occorre compilare la scheda di adesione scaricabile sempre dal sito www. ancit.it, completa delle scelta della sede. La scheda va poi inviata a mezzo fax al n. 02-700447577 entro il 15 settembre 2015, allegando copia del bonifico effettuato sul conto IT25 H 05216 01620 000000000245. Ancit Servizi Srl si riserva la possibilità di apportare, se necessario, le dovute variazioni su date, sedi, programmi e docenti nonché di annullare l'evento qualora il numero degli iscritti non ne garantisca il buon esito. Inoltre, il Comitato Scientifico potrà apportare le dovute modifiche qualora ciò sia necessario per rendere il programma sempre in linea con le modifiche normative di periodo. Ogni variazione verrà comunque comunicata per iscritto. La quota di adesione è di 55,37 euro + Iva per il singolo incontro e di 150 euro più Iva per tre incontri. Chi ha già sottoscritto il primo semestre ha diritto ad un'ulteriore scoutistica: 100 euro + Iva per tutte e tre le giornate. Per ogni ulteriore informazione scrivere a
[email protected]. Pagina a cura DELL'UFFICIO STAMPA DELL'ANCIT ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI CONSULENTI TRIBUTARI ITALIANI Via G. B. Moroni 32, 20146 Milano, telefono 02/4692113, fax 02/700447577 E-Mail:
[email protected] Pagina a cura DELL'UFFICIO STAMPA DELL'ANCIT ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI CONSULENTI TRIBUTARI ITALIANI Via G. B. Moroni 32, 20146 Milano, telefono 02/4692113, fax 02/700447577 E-Mail:
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Rossella Bocciateli! Lavoro, così /'Istat rivede le curve inpresenza di «balzi» anomali
Sarà che, dopo i biblici sette anni di vacche magre, prendere atto dell'esistenza di un miglioramento congiunturale un filo più solido delle attese è anche psicologicamente complicato. Sta di fatto che in molti, ieri, sono rimasti sorpresi quando l'Istat ha sfornato in sequenza buoni dati sull'occupazione e stime riviste all'insù, in retrospettiva, per il pil del secondo e del primo trimestre, con grande soddisfazione di mezzo governo, posto di fronte a un'insperata attenuazione delle sue preoccupazioni d'autunno. A chi chiede conto dei criteri delle revisioni apportate, però, gli esperti dell'Istituto rispondono con grande tranquillità, certi di aver utilizzato correttamente la propria cassetta degli attrezzi. Prendiamo il caso dell'occupazione. Tutto sta nel capire come funziona il modello di destagionalizzazione, spiegano: si tratta di un meccanismo statistico molto cauto di fronte ai dati grezzi, a meno che non arrivi un segnale forte di cambiamento. In questo caso, che è quello verificatosi a luglio, quando il tasso d'occupazione è balzato dal 55,8% al 56,3% in un solo mese, il modello tende a ridisegnare la curva e la variazione positiva si ripercuote anche sulla stima dei mesi precedenti. Tra l'altro, ricordano i tecnici, la tendenza al miglioramento era evidenziata anche dai dati della rilevazione trimestrale sulle forze di lavoro nel periodo compreso tra aprile e giugno, che, come si sa, viene svolta su un campione differente e molto più ampio di
Italia ci si accalora per due decimi di punto, che certo non cambiano il tono, non brillantissimo, in Italia e nel resto d'Europa, della fase congiunturale complessiva. L'Istat non nasconde certo, nel suo quadro macro, i lati deboli di questo riawio dell'attività economica: c'è ad esempio la flessione degli investimenti avvenuta nel secondo trimestre. E vi sono fenomeni che si prestano a una doppia lettura: come il ruolo importante attribuito alla voce "scorte"che da un lato può segnalare come il motore economico giri più forte. Ma dall'altro è quella variabile utilizzata di preferenza dagli notizie per i policy maker. economisti per far tornare i Per esempio, il 31 ottobre conti quando vi sono del 2014 l'Istituto diffuse discrepanze fra i dati "sul lato una stima sulla dell'offerta" e quelli sul lato disoccupazione nel mese di della domanda. Un altro settembre pari al 12,6%; il esempio è il forte aumento mese successivo la stima di delle importazioni: può essere letto come un sintomo di settembre venne corretta e recupero economico più passò al 12,9%,m brillante delle attese o quello di concomitanza con l'innalzamento del valore di una debolezza strutturale dell'economia, che si riflette ottobre al 13,2 per cento. sull'equilibrio esterno del Sempre in quell'occasione fu paese. L'unica cosa da non rivista anche la stima di fare, però, è prendersela con agosto(da 12,5 a 12,7) e di chi i fenomeni economici li luglio(da 12,6 a 12,8). Già, rileva. © ma che cosa è successo, chiediamo, fra il 14 agosto e RIPRÛDUZIÛNERISERVAT A il primo settembre per far
quello dell'indagine mensile (vengono intervistate óornila famiglie contro le 2omila dell'inchiesta mensile). Come risultato, adesso possiamo affermare che tra gennaio e luglio 2015 l'occupazione è cresciuta dello 0,4 %(dal 55,9% al 56,3%) e che in questo periodo si è verificato un incremento di occupati pari a circa ornila persone. Questi sobbalzi del sismografo statistico, tali da far ridefinire parte del tracciato, capitano, ed è fisiologico, dicono all'Istat. Non sempre, inoltre, comportano l'arrivo di belle
ritoccare verso l'alto il pil del secondo e del primo trimestre? Semplicemente, sono arrivate nuove informazioni, è la risposta. Sono cioè arrivati i dati positivi sul fatturato dei servizi, che oramai pesano più del 60 per cento del Pil sul totale. E sono arrivati i dati sui consumi (l'Istat li raccoglie con un'indagine ad hoc ILDATOSULPIL L'aggiornamento delle stime dei due trimestri è scaturito dai nuovi dati su fatturato dei servizi e consumi pubblicata annualmente) che hanno consentito di cifrare l'incremento dei consumi nel secondo trimestre dell'anno a +0,4%. «Negli Stati Uniti nessuno si turba quando a livello trimestrale la seconda stima del Pil comporta una revisione di mezzo punto percentuale» osservano gli esperti dell'Istat. Invece, in
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Integrativi. Rapporto 2015 di OD&M e Gi Group: crescono (38,2%) le imprese che scelgono il welfare - In otto su dieci piani elaborati a seconda dei bisogni manifestati dai dipendenti
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La contrattazione «sceglie» i servizi Francesco Prisco MILANO v Cresce la sensibilità al welfare nella contrattazione di secondo livello. Eie imprese, nellascelta dei servizi da erogare al personale, appaiono sempre più propense a coinvolgere i dipendenti. Lo rivela il Rapporto Welfare 2015 di OD&M Consulting, società specializzata di Hr consulting di Gi Group. Una ricerca "doppia" che, sul versante B2B, ha coinvolto un campione di 112 imprese e, su quello B2C, più di 300 addetti appartenenti a diverse tipologie di aziende.
stanno assumendo sempre maggiore importanza tanto che quasi
tutte le imprese che hanno partecipato alla survey lo hanno già implementato o stanno progettando di implementarlo. Per un piano welfare di successo, sia per le imprese che per i lavoratori, è importante presidiare l'intero processo di realizzazione (analisi, progettazione, implementazione, comunicazione e monitoraggio), riconoscendo la necessità di professionalità specifiche per ciascuna di queste fasi». I dati in questione vanno a integrarsi con quelli di un'altra recente ricerca, Secondo lo studio, tan to per realizzata da Luca Pesenti, cominciare le imprese che docente di Organizzazioni sociali dichiarano di aver inserito un piano e welfare plurale all'Università welfare nella contrattazione Cattolica del Sacro Cuore di integrativa di secondo livello Milano, e promossa da Welfare risultano in crescita (38,2% del Company, provider di servizi di campione) rispetto al dato del 2014 (29 per cento). Per scegliere quali welfareaziendalediOJJI! Group. Uno studio secondo il quale le servizi fornire, poi, circa otto aziende che hanno implementato aziende su dieci hanno tenuto da alcuni anni i piani di welfare, conto dei bisogni dei dipendenti hanno aumentato il numero dei attraverso una survey, un focus group o un'analisi servizi di welfare aziendale (il sociodemografica. La scelta dei 52% del campione contempla servizi è comunque stata effettuata oltre sei misure a disposizione anche considerando l'opportunità dei Dipendenti e delle loro di contenimento dei costi, famiglie). Tutto ciò, secondo attraverso la preferenza di Gregorio Pogliani, presidente di Welfare Company, testimonia servizi che possono essere che «il tema del welfare defiscalizzati. Quanto alla aziendale, con l'attuale crisi del tipologia dei servizi implementati welfare state, è un tema dalla maggior parte delle imprese, attualissimo. E grazie a le aree spaziano dalla ristorazione soluzionisu misura, oggi anche (89,1% delle aziende), alla le pmi possono organizzare i cosiddetta "gestione del tempo" ( servizi come banca ore, flessibilità propripianidiwelfarea sostegno dei dipendenti». in entratae uscita, job sharinge ©RIPRODUZIONE R telelavoro, scelti dal 78,2% del [SERVATA campione), passando per assistenza sanitaria e previdenza (74,5% delle aziende). Più della metà delle aziende che hanno implementato il proprio piano di welfare ha colto poi l'importanza di "differenziare", creando panieri di servizi per gruppi di popolazioni omogenee. La percentuale di aziende che ha scelto di offrire panieri differenziati è in crescita rispetto all'anno scorso. Il 52% del campione lascia infatti a tutti gli addetti la possibilità di scelta dei servizi più adatti alle proprie esigenze, mentre negli altri casi la possibilità di scelta viene offerta solo ad alcuni gruppi della popolazione aziendale. «I sistemi di welfare aziendale - è il commento di Simonetta
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LAVORO Cassazione. Peri giudici legittimo il licenziamento nei confronti di quanti provocano un clima di «turbativa» in azienda Giusta causa per chi crea tensione La sanzione prevista dal contratto nazionale è proporzionata alla gravita della condotta
Giampiero Falasca È legittimo il licenziamento per giusta causa della dipendente che crea un clima di tensione in azienda, tenendo comportamenti di carattere minaccioso e ingiurioso verso altri lavoratori e violando deliberatamente alcune norme di legge attinenti l'attività aziendale. La portata disciplinare di tali comportamenti potrebbe essere attenuata, qualora fossero stati provocati da vessazioni attuate dal datore di lavoro; tuttavia, il dipendente che volesse avvalersi di questa giustificazione dovrebbe provare l'esistenza delle molestie denunciate. La sentenza dellaCortedicassazione 17435/2015 afferma questi principi in relazione al licenziamento per giusta causa intimato daun'impresa operante nel settore farmaceutico nei confronti di una dipendente, accusata dall'azienda di aver creato un clima di tensione sul luogo di lavoro, mediante minacce e ingiurie rivolte verso colleghi e mediante la violazione deliberata di alcune norme di legge. La Cassazione, confermando
La dipendente, nel ricorso per Cassazione, non si è limitata a contestare laproporzionalità del licenziamento rispetto ai fatti contestati, ma ha invocato anche l'attenuante della provocazione: secondo la lavoratrice, infatti, i comportamenti che avevano contribuito a creare il clima di tensione in azienda costituivano una reazione alle vessazioni attuate dal datore di lavoro nei suoi confronti. La Corte respinge anche questo argomento, facendo leva sui principi generali che disciplinano l'onere della prova nelle controversie in materia di licenziamento. Sulla base di tali principi, è onere del datore di lavoro dimostrare l'effettiva esistenza dei fatti contestati al lavoratore, mentre è onere del dipendente dimostrare l'esistenza di fatti capaci di attenuare o escludere la rilevanza disciplinare della condotta (nel caso in questione, le presunte condotte datoriali di carattere persecutorio). È il caso di ricordare che, qualora il licenziamento fosse ricaduto nella disciplina del contratto a tutele crescenti (Digs 23/2015, applicabile a tutti i contratti di lavoro subordinato a
la decisione presa in appello, evidenzia che il Ceni applicabile al rapporto di lavoro consentiva il licenziamento per giusta causa inpresenzadicondotte analoghe a quelle tenute dalla lavoratrice (comportamento minaccioso e ingiurioso durante il servizio, violazione delle norme di legge che regolano il deposito, la ven L'ONERE Respinta dai giudici l'attenuante della provocazione che avrebbe dovuto essere provata dalla lavoratrice
tempo indeterminato instaurati dal 7 marzo del 2015) la disciplina dell'onere della prova sarebbe stata, almeno in parte, diversa da quelladescritta, in quanto il lavoratore avrebbe dovuto fornire una "prova diretta" dell'inesistenza del fatto materiale contestato, al fine di poter invocare l'eventuale reintegrazione sul posto di lavoro. Tornando alla sentenza, la Suprema corte, applicando i criteri generali di ripartizione dell'onere della prova alla vicenda sottoposta al proprio esame, fa notare che le condotte contestate alla dipendente sono state confermate in giudizio, in quanto la lavoratrice non ne ha dita e il trasporto di medicinali). Il mai contestata l'effettiva ragionamento implicito della esistenza, limitandosi a invocare sentenza - del tutto corretto e in maniera generica, come coerente con la lettura scusante per tali condotte, di aver maggioritaria della giurisprudenza subito persecuzioni da parte - è che la valutazione di dell'azienda. In questo modo, da proporzionalità tra una certa un lato, è stata confermata la condotta e la giusta causa di veridicità delle contestazioni licenziamento operata dal Ceni ha aziendali, e dall'altro non sono carattere vincolante per il giudice. stati forniti
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La vicenda 011 GIUSTA CAUSA Legittimo il licenziamento per giusta causa della dipendente che crea un clima di tensione in azienda, tenendo comportamenti di carattere minaccioso e ingiurioso verso altri lavoratori e violando deliberatamente alcune norme di legge attinenti l'attività aziendale 021 L'ONERE DELLA PROVA L'attenuante della provocazione, invocata dalla lavoratrice, doveva essere provata dalla stessa dipendente. Infatti, nelle controversie sui licenziamenti è onere del datore di lavoro dimostrare l'effettiva esistenza dei fatti contestati al lavoratore, mentre è onere del dipendente dimostrare l'esistenza di fatti capaci di attenuare o escludere la rilevanza disciplinare della condotta (nel casoin questione, le presunte condotte datoriali di carattere persecutorio) elementi sufficienti a escludere la rilevanza disciplinare di tali condotte. ©RIPRODUZIONERISERVATA
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PROFESSIONI/L'ADDIO AGLI ALBI PER I DIPLOMATI La laurea? Un pass europeo La polemica scatenata suItaliaOggi a seguito dell'articolo «Per i diplomati addio agli albi» di venerdì 28 agosto 2015, relativa alla validità del nuovo diploma di istruzione tecnica per l'accesso agli albi professionali, mi costringe a intervenire per fare chiarezza e non polemica. Il punto da cui partire è naturalmente la riforma degli istituti tecnici (dpr 88/2010) che, come riporta il vostro articolo, nel riordinare quest» tipo di formazione, ridefinendone settori e aree, l'ha resa insufficiente a garantire una preparazione specifica per esercitare una professione intellettuale. Le ragioni sono semplici e vanno ricercate nei passaggi della stessa riforma e nell'indispensabile riferimento all'Europa. Innanzitutto il dpr ha modificato la stessa denominazione del titolo di studio, d'ora in poi genericamente definito «diploma di istruzione tecnica», facendogli perdere quella connotazione caratterizzante che fino ad ora ha consentito di individuarne con chiarezza la specifica professione di accesso. In secondo luogo il provvedimento contiene un passaggio fondamentale, forse sottovalutato, che di fatto cancella il logico collegamento tra il titolo e l'accesso alla professione. Mi riferisco all'articolo 10 che abroga un passaggio contenuto nel Testo unico sull'istruzione scolastica (art. 191 comma 3, digs 297/94) che stabiliva: «Gli istituti tecnici hanno per fine precipuo quello di preparare all'esercizio di funzioni tecniche e amministrative, nonché di alcune professioni nei settori commerciale e dei servizi, industriale, delle costruzioni, agrario, nautico e aeronautico». In questo senso non viene in aiuto, come qualcuno erroneamente ritiene, la tabella D (di cui all'articolo 8 comma 1) di confluenza tra gli indirizzi di specializzazione esistenti e le nuove aree. Tabella valida solo per i percorsi formativi in corso all'epoca dell'entrata in vigore del regolamento e che nulla c'entra con l'equivalenza dei titoli scolastici rilasciati tra il vecchio e il nuovo ordinamento. Infine il riferimento all'Europa, di cui ne è prova la stessa circolare ministeriale. Il ministero, infatti, si è preoccupato di attribuire un livello Eqf, precisamente il IV, al titolo di studio, adottando quindi un preciso modello di riferimento nella valutazione della formazione attuale. Se questo è il principio, allora non si può trascurare il «Primo rapporto italiano di referenziazione delle qualificazioni al Quadro europeo Eqf», approvato in Conferenza stato-regioni il 20/12/12», che prevede per l'esercizio di una professione «il possesso di un titolo accademico», corrispondente, norme alla mano, al VI livello. Solo con una laurea triennale quindi si potrà mantenere quell'autonomia e quella capacità di progettare, cuore della professione intellettuale. Solo così il professionista italiano non sarà discriminato rispetto a quello europeo. C'è da chiedersi quali professionisti vogliamo preparare, se competitivi, autonomi e liberi oppure subordinati alla mera esecuzione di opere di ingegno altrui. I periti industriali una scelta l'hanno fatta. Giampiero Giovannetti, presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali e dei periti industriali laureati
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II cantiere-manovra. Piano di disboscamento anche con aggregazioni su base provinciale - II premier: limiteremo le municipalizzate e ridurremo le poltrone
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Partecipate, in arrivo il «tetto» per i Comuni Marco Rogari ROMA Un tetto per Comuni e Regioni partendo dal criterio dell'unità provinciale territoriale. Si snoderà lungo questa dorsale il piano per il disboscamento delle partecipate. Che avrà una durata pluriennale. Si partirà dalle cosiddette "scatole vuote" e dalle società in perdita considerate non di pubblica utilità. E per indurre gli enti territoriali ad accelerare il processo sarà fissato un limite minimo anche agendo sulle aggregazioni su base provinciale. L'obiettivo resta quello di scendere da Smila a mille partecipate in 3 anni. A confermarlo è lo stesso presidente del Consiglio. « Nella legge di stabilità voglio vedere ancora rotolare qualche poltrona, voglio che ci siano meno aziende municipalizzate», afferma Matteo Renzi. Che ag
giunge: «È una cosa allucinante che in una Provincia ci siano7-810-15 municipalizzate». Il premier fa capire che verrà messo un limite per le partecipate e anche per i loro organi. «Mi spiace per i commercialisti che ascoltano dice Renzi intervenendo in radio - metteremo un limite ai revisori contabili, perché non è possibile avere per ciascuna realtà cinque revisori contabili, manderemo a casa un po' di strutture». E tra queste anche alcuni enti: «Mi domando a cosa serva avere un'agenzia dei giovani, a cosa serve avere l'ente per
il commissario Yoram Gutgeld. E proprio da acquisti, sanità e ministeri dovrebbero arrivare almeno 5-6 miliardi. La composizione del pianospending sarà sviluppata nei prossimi io giorni. Le riunioni si susseguono già freneticamente. Anche il destino delle misure per rendere più flessibili le usci te verso la pensione dovrebbe essere più chiaro nei prossimi dieci giorni. Ieri intervenendo a Radio anch'io il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha ribadito che la flessibilità in uscita verso la pensione rispetto all'innalzamento netto dell'età introdotto con la legge Fornero sulla previdenza è un tema « ineludibile» da affrontare «dentro la legge di stabilità». Anche se non è ancora del tutto esclusa l'ipotesi di ricorrere a un disegno di legge ad hoc da varare come collegato alla manovra. Per Poletti, comunque, l'intervento per correggere la legge Fornero non può essere a costo zero. Ma nel Governo ci sono anche altre scuole di pensiero. Dal sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, arriva un sì alla flessibilità ma anche un secco no a un aumento della spesa pensionistica. La strada che potrebbe per-
La galassia partecipate Le società partecipate dagli enti territoriali per tipologia di partecipazione TOTALE 7.684 Totalmente pubblica 2.762 Mista prevalenza pubblica 2.660 Pantana pubblica privata 87 Mista prevalenza privata 1.951 Non dichiarata 224 Fonte: Corte dei conti, banca dati Siquel rilevazione del 19 giugno 2015
correre il Governo è quella di un intervento a impatto contenuto sui conti (alcune centinaia di milioni e comunque meno di un miliardo) imperniato sulla proposta Boeri (penalità di circa il 3% per ogni anno di anticipo da calibrare sulla base della camera contributiva), magari accompagnata da un prestito IL DOSSIER PENSIONI Sulla flessibilità il Governo studia un previdenziale in versione "mini" intervento a basso impatto sui conti. per irrobustire gli assegni più Poletti: tema ineludi bile. Boeri: bassi. Lo stesso presidente aiuto all'occupazione giovanile dell'Inps, Tito Boeri, intervenendo in radio, ha affermato che «un po' di flessibilità in uscita verso la ©RIPRODUZIONE RISERVATA pensione sarebbe di aiuto per l'occupazione giovanile» il microcredito», afferma il aggiungendo che la crescita premier. Che ribadisce: « dell'occupazione tra gli over 55 Semplificheremo molto la spesa «è associata anche pubblica». A partire dalla all'inasprimento delle regole per centralizzazione delle spese l'accesso alla pensione». Ma il informatiche con un risparmio presidente della commissione «nell'ordine di qualche centinaio Lavoro della Camera, Cesare di milioni». Un intervento che fa parte dell'operazione per estendere Damiano (Pd), definisce a vasto raggio il meccanismo di irrealistici i calcoli dell'Inps sulla centralizzazione degli acquisti Pa, flessibilità. E i sindacati imperniato sul metodo Consip, che ribadiscono il loro no a ulteriori rappresenta uno dei pilastri penalizzazioni per i lavoratori. portanti della "spending review IRIPRODUZIONERISERVAT 2.0" da io miliardi, che sta A mettendo a punto
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Campidoglio. Nel 2014 il dipartimento ha firmato 869 «determine» per 125 milioni, con affidamento diretto per 45 milioni Politiche sociali, 592 proroghe e 146 impegni senza gare nell'era Marino Marco Ludovico ROMA v Al di là delle dichiarazioni pubbliche, la «fase 2» dell'interazione tra ministero dell'Interno e Comune di Roma sta per entrare nel vivo. Il principio di fondo è la «leale collaborazione tra Stato ed enti locali», l'esigenza indiscussa è il ripristino pieno della regolarità amministrativa del Campidoglio. Messa in capo dal Consiglio dei ministri al prefetto Franco Gabrielli, che dovrebbe incontrare Ignazio Marino - oggi di rientro nella capitale - venerdì prossimo. «A piazza Don Bosco Romadirà il suo no alla mafia» ha dichiarato il sindaco da New York preannunciando la manifestazioni di oggi del Pd. Poi ha aggiunto: «Se a fine giornata non hai tanti nemici vuoi dire che non hai fatto la cosa giusta». Certo è che il confronto tra sindaco e prefetto, ciascuno nel proprio
diretti per la modica cifra di 45 milioni. Ogni tre giorni o quasi, insomma, quel dipartimento ha fatto un'assegnazione senza gara. Il terreno fertile per l'inchiesta Mafia Capitale guidata da Giuseppe Pignatone e condotta dall'anticrimine Lazio del Ros carabinieri.La relazione del prefetto di Roma trasmessa al ministro Alfano non è certo tenera
con il Campidoglio: mette all'indice 23 "determine" del 2013 e del 2014 per la manutenzione del verde pubblico, cinque determine dell'anno scorso per la manutenzione del campo nomadi di Gastel Romano e di quelli situati nella capitale, quattro determine del 2014 per i servizi di assistenza abitativa. Gabrielli chiede per tutti questi atti l'annullamento. Oltre alla revoca del contratto di servizio tra Roma capitale e Ama spa. Ma nella lettera del ministro Angelino Alfano al prefetto, dopo la riunione di governo del 27 agosto, si va oltre e non di poco. Alfano ruolo istituzionale, è cita «l'indagine ispettiva su Roma finalizzato secondo il capitale» - cioè l'accesso agli atti governo a verificare tutte le della commissione Magno - e criticità e rientrare al più sottolinea come sia emersa «una presto possibile nella legalità. situazione amministrativa caratterizzata da gravi vizi di Ma si tratta di capire, innanzitutto, da dove si parte legittimità e procedurali». Di sicuro, la bonifica ammini-
e come. La fotografia scattata dalla relazione di accesso agli atti, svoltadalla commissione guidata dal prefetto Marilisa Magno, va aggiornata, se possibile, anche se è recente: è stata consegnata a Gabrielli nella seconda metà di giugno. La prefettura deve quindi sapere quanto e come, di quella relazione, è stato rinnovato, modificato, revisionato. MARINO A NEW YORK Ieri l'incontro con il collega De Blasio: «Se a fine giornata non hai tanti nemici, non stai facendo la cosa giusta»
strativa attesa deve riguardare il Dipartimento politiche sociali così come gli altri due dipartimenti sottoposti all'azione della commissione Magno: Tutela ambientale e Protezione civile, Politiche abitative. C'è poi un passaggio delicato, solo in apparenza una questione tecnica: la natura delle decisioni da esaminare o riesaminare. Il primo degli otto punti di azione indicati dal Consiglio dei ministri è «l'adozione di atti di indirizzo e di programmazione generale, nei settori nei quali sono state riscontrate le maggiori ©RIPRODUZIONE RISERVATA criticità» e cioè i tre dipartimenti. Quelli di indirizzo e di Alcuni dati, tuttavia, non si programmazione sono però atti possono invertire d'un colpo. E politici e non è quantomeno fanno impressione. Dall'accesso usuale, né certo una prassi, che la emerge, per esempio, come nel prefettura intervenga sulle 2014 il solo Dipartimento politiche sociali del Comune abbia decisioni politiche. Stavolta, però, lo scenario è cambiato. adottato 869 "determine" di ©RIPRODUZIONE impegno di spesa. Totale: 125 RISERVATA milioni, in media dieci milioni al mese, oltre due determine al giorno, festivi compresi. Di più: delle 869 decisioni di spesa, 592 sono state di proroghe, valore complessivo di 44 milioni. Non solo: ci sono 146 "determine" di affidamenti
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Un assegno ridotto in modo progressivo dal 2% in su per chi lascia prima. Laurea, riscatto modulare ROMA II punto preciso di approdo non è stato ancora trovato. Ma la rotta è cambiata, n ministro del Welfare Giuliano Poletti dice che la famosa flessibilità sulle pensioni—cioè la possibilità di lasciare il lavoro prima rispetto alla soglia fissata dalla Legge Fornero — non deve essere «a costo zero». Chi esce prima deve sì accettare un assegno più basso, insomma, ma ci deve essere un compensazione parziale da parte dello Stato. È un cambio di passo non da poco. Fino a due giorni fa il governo aveva sempre detto che la flessibilità si dovesse autofinanziare, senza toccare il portafoglio dello Stato. Non tutti nella maggioranza la pensano come Poletti. Ma quella del ministro non è una mossa isolata, n ragionamento è in corso e alcune idee sono già sul tavolo. La vera novità sta nella prima ipotesi. Finora chi parlava di flessibilità si riferiva sempre alla vecchia proposta di Cesare Damiano e Pier Paolo Baretta, Pd. Dice quel testo che la pensione deve subire un taglio del 2% per ogni IhttM " LViw» mi Li rìli MTIÏII imn •'• n D*.KI
tornato a difendere la sua proposta, sia pure nella versione originale. Prima dell'estate il presidente dell'lnps Tito Boeri aveva detto che un intervento del genere sarebbe costato 8,5 miliardi di euro. Cioè trop-
po. Ma secondo Damiano, ex ministro del Welfare, «quella stima è irrealistica perché ipotizza che tutti i lavoratori con 62 anni di età e 35 di contributi decidano di andare subito in pensione». E poi, secondo Damiano, «llnps non ha tenuto conto dei risparmi in termini di meno cassa integrazione, meno mobilità, e meno poveri da aiutare». La flessibilità, però, non va intesa solo come taglio dell'assegno più o meno pesante per chi esce prima. «L'obiettivo — spiega Maurizio Sacconi (Ned) anche lui ex ministro del Welfare, ora presidente della commissione Lavoro del Senato Significherebbe tagliare l'assegno di parecchio, anche del 30%, perché si terrebbe conto non del livello degli ultimi stipendi ma dei contributi versati nel corso della vita lavorativa. «Avrebbe un effetto devastante — continua Sacconi — sia sulla fiducia nel Paese sia sui consumi. Insomma sarebbe un disastro». Per II ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, intervistato ieri dal questo, allo studio del governo, ci sono altri Corriere. «La riforma delle pensione non deve essere per meccanismi che consentirebbero di far salire un forza a costo zero per lo Stato e le penalizzazioni non po' l'assegno previdenziale. Non solo a chi esce possono essere eccessive» anno di anticipo rispetto alla prima, in questo caso, ma a tutti. Il primo pensione « normale», oggi fissata a 66 anni. L'idea è che il meccanismo riguarda il riscatto della laurea. Oggi taglio non sia più fisso, sempre il 2% per ogni anno di anticipo. Ma cresca progressivamente con il numero degli chi ci pensa quando già lavora da un po' di anni si anni di anticipo. Un esempio per capire: per chi esce un vede presentare un conto salatissimo. E questo anno prima il taglio sarebbe del 2%, per chi esce due anni prima del 5%, per chi anticipa di tre anni dell'8%. E così via. perché la somma da versare viene calcolata sulla I numeri cambieranno ma il principio del taglio progressivo base dello stipendio che prende adesso. L'idea è introdurre un riscatto «modulare», potendo sembra fin da ora un punto fermo. La soluzione avrebbe il vantaggio di ridurre i costi e quindi il volume delle decidere quanto versare e quindi anche di quanto coperture che il governo dovrà trovare nella legge di far crescere la pensione futura. L'altro Stabilità. Ma avrebbe senso anche dal punto di vista meccanismo riguarda gli «scivoli» concessi ai dell'equità, perché spingere soprattutto la flessibilità « lavoratori che chiudono un accordo con l'azienda minima», e cioè l'uscita di chi è comunque vicino al per l'uscita anticipata. Oggi sono gli stessi prc traguardo della pensione piena. Non è un caso che proprio ieri lo stesso Damiano — presidente della commissione pensionati a pagarsi i contributi con i soldi Lavoro della Camera — sia ricevuti dall'azienda, soldi sui quali paga le tasse sia lui sia l'azienda stessa. L'ipotesi è che sia direttamente l'azienda a versare i contributi, anche se quello tecnicamente non è più un suo lavoratore. La somma inoltre non solo non sarebbe tassata ma potrebbe essere anche scaricata dalle tasse. I lavori sono in corso e sul tavolo arriveranno altre proposte. Il sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti, Scelta civica, frena: «La spesa pensionistica è già molto alta». Ma i sindacati guardano con molto interesse ai nuovi segnali: «Non bisogna penalizzare i lavoratori», dice per la Cgil Susanna Camusso, le «soluzioni devono
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essere digeribili e congrue» aggiunge Annamaria Furlan, Cisl. E sulla questione torna anche il presidente dell'lnps, Tito Boeri: «Un po' di flessibilità in uscita verso la pensione sarebbe di aiuto per l'occupazione giovanile». Per una volta ministro ombra e ministro vero sembrano d'accordo. Lorenzo Salvia ^t lorenzosalvia © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Le penalizzazioni Finora chi parlava di flessibilità si riferiva alla vecchia proposta di legge del 2013 di Cesare Damiano e Pier Paolo Baretta, Pd. Secondo cui la pensione deve subire un taglio del 2% per ogni anno di anticipo rispetto alla soglia normale, oggi fissata a 66 anni. La nuova ipotesi è che la percentuale del taglio sulla pensione non sia più fisso, sempre il 2% per ogni anno di anticipo. Ma cresca progressivamente con il numero degli anni di anticipo: per chi esce un anno prima il taglio e del 2%, per chi esce due anni prima del 5%, per chi anticipa di tre anni il taglio arriva all'8%. E così via II rebus anticipo II ministro del Welfare Giuliano Poletti ha annunciato al Corriere che la famosa flessibilità sulle pensioni — cioè la possibilità di lasciare il lavoro prima rispetto alla soglia fissata dalla legge Fornero — non deve essere «a costo zero». Chi esce prima deve sì accettare un assegno più basso rispetto a quello pieno, ma ci deve essere una compensazione parziale da parte dello Stato. Fino a due giorni fa, invece, il governo aveva sempre detto che la flessibilità si dovesse autofinanziare e, quindi, lo Stato non dovesse mettere mano al portafoglio Come cambia la previdenza Minori coperture La nuova soluzione avrebbe il vantaggio di ridurre il costo dell'operazione e quindi il volume delle coperture che il governo dovrà comunque trovare nella legge di Stabilità. Ma avrebbe senso anche dal punto di vista dell'equità, perché spingere soprattutto la flessibilità «minima», e cioè l'uscita di chi e comunque vicino al traguardo della pensione piena. Prima dell'estate il presidente dell'lnps Tito Boeri aveva quantificato l'intervento dell'ipotesi Damiano in 8,5 miliardi di euro. Una stima che, invece, secondo Damiano, e irrealistica ***,
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n nodo. Pensioni, Poletti chiede risorse ROMA A fronte della forte crescita degli "over 55" al lavoro grazie soprattutto all'inasprimento delle regole per l'accesso alla pensione, si consolida il fronte di chi chiede un alleggerimento della riforma Fornero. Tra questi il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che ha confermato come l'introduzione di maggiore flessibilità sia « ineludibile» e vada affrontato nella legge di stabilità anche con interventi che non saranno a «costo zero». Il governo sta cercando le risorse da stanziare su questo capitolo ma la strada è stretta: l'obiettivo è trovare un meccanismo che permetta l'uscita anticipata senza tagli troppo consistenti alla pensione (rendendo di fatto inutilizzabile la scelta) ma senza gravare troppo sui conti pubblici. Ieri il presidente Inps, Tito Boeri, ha sottolineato che maggiore flessibilità in uscita potrebbe essere d'aiuto per laripresa dell'occupazione gio-
II ministro: la flessibilità in uscita è ineludibile ma non potrà a costo zero Boeri (Inps): da nuove misure un impulso per la crescita dell'occupazione dei giovani
variile. Secondo gli ultimi dati Istat, dal secondo trimestre 2012 ad oggi a fronte di quasi 800.000 over 55 al lavoro in più, nella fascia degli under 35 gli occupati sono diminuiti di altri 800.000 unità (e quasi 600mila tra i 25 e i 34 anni). I sindacati hanno ribadito il loro no a ulteriori penalizzazioni per i lavoratori che escono prima chiedendo l'introduzione di una
flessibilità sostenibile ma sembrano comunque tramontate sia l'ipotesi di quota 100 tra età e contributi (10 miliardi di costo annuo a regime, secondo i calcoli Inps) sia la proposta Damiano Baretta con il taglio del 2% dell'assegno per ogni anno di antìcipo (8,5 miliardi il costo). Il governo potrebbe invece prendere in considerazione l'ipotesi del presidente Inps con un taglio per ogni anno di antìcipo più consistente (3-3,5%) o quelle avanzate dall'exministro dellavoro Enrico Giovannini di prestito pensionistico e di staffetta generazionale (anche quest'ultima molto costosa). H tema comunque resta urgente soprattutto perché a gennaio scatterà!'aumento dei requisiti legati all'aspettativa di vita (4 mesi in più) con l'uscita fissataper gli uomini del settore privato a 66 anni e 7 mesi e a 65 anni e 7 mesi per le donne, con un aumento di un anno e 10 mesi. Nel 2016 scatterà anche la revisione al ribasso dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo.
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Mercoledì 09/09/2015
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SCENARI ECONOMIA Nuoce alla salute Nuoce alla salute Nel fotomontaggio Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro del governo Monti: nel 2011 innalzò l'età pensionabile. Nuoce alla salute Nel fotomontaggio Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro del governo Monti: nel 2011 innalzò l Ansia e depressione: gli effetti della Fornero Uno studio dell'Università di Chieti-Pescara rivela l'impatto della riforma delle pensioni sui lavoratori esodati. età pensionabile. Nuoce alla salute Nel fotomontaggio Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro del governo Monti: nel 2011 innalzò l Ansia e depressione: gli effetti I a legge Fornero «fa male alla salute» A distan za di quattro anm dalla riforma delle pensioni, varata nel 2011 dall'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero, una ricerca realizzata presso l'Università D'Annunzio di Chieti-Pescara ha messo sotto la lente gli effetti della legge sui lavoratori che ne hanno subito le conseguenze più negative i cosiddetti «esodati», decine di migliala di persone che avevano raggiunto un accordo con della Fornero Uno studio dell'Università di Chieti-Pescara rivela l'impatto della riforma delle pensioni sui lavoratori esodati. età pensionabile. Nuoce alla salute Nel fotomontaggio Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro del governo Monti: nel 2011 innalzò l Ansia e depressione: gli effetti I a legge Fornero «fa male alla salute» A distan za di quattro anm dalla riforma delle pensioni, varata nel 2011 dall'ex ministro del Lav le aziende per un pensionamento anticipato e poi rimaste senza assegno m seguito alla riforma In particolare sono stati presi m esame i contraccolpi della legge forme psicopatologiche, sintomatologie depressive, sintomatologie ansiose e m generale i livelli di qualità della vita dei lavoratori II campione, 100 persone, è per metà composto da donne e per metà da uomini ed è rappresentativo di diverse regioni Campania, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto Età media 58 anm I risultati dello studio sperimentale, pur se limitati, sono sconcertanti Un ex operaio non riesce ad alzarsi dal letto e racconta «La mattina mi sento più debole e sfiduciato» Una neocasahnga così ricorda l'entrata m vigore delle nuove norme «Sudavo fred do, le gambe mi tremavano, avevo paura fosse un infarto La prima volta che mi è capitato sono andata al pronto soccorso Mi hanno fatto tutti gli accertamenti e suggerito di rivolgermi a uno psichiatra» I disturbi riscontrati vanno dall'ansia alla depressione: «Gli esodati soffrono di insonnia, faticabilità, sbalzi di umore e attacchi di panico E le donne manifestano un quadro climco pm severo, hanno punteggi pm elevati m tutte le scale di valutazione» afferma Lorenzo Aragione, autore dello studio, che ha attraversato l'Italia per incontrare 50 ex lavoratori più altri 50 lavoratori, questi ultimi utilizzati come «gruppo di controllo» Lo studio è durato oltre un anno, da settembre 2013 ad aprile 2014, e alla fine ha portato a riempire 72 pagine di diagnosi, dati e analisi «La ricerca va considerata come indicatore di un fenomeno che andrebbe approfondito facendo ulteriori studi e cercando di vedere anche i fattori che possono essere di sostegno», osserva Mano Fulchen, direttore del dipartimento di Scienze psicologiche della salute e del territorio dell'Università di ChietiPescara, che ha seguito l'indagine (Mana Pirro) ID RIPRODUZIONE RISERVATA 9 settembre 2015 I Panorama 17 ro Elsa Fornero, una ricerca realizzata presso l'Università D'Annunzio di Chieti-Pescara ha messo sotto la lente gli effetti della legge sui lavoratori che ne hanno subito le conseguenze più negative i cosiddetti «esodati», decine di migliala di persone che avevano raggiunto un accordo con della Fornero Uno studio dell'Università di Chieti-Pescara rivela l'impatto della riforma delle pensioni sui lavoratori esodati. età pensionabile. Nuoce alla salute Nel fotomontaggio Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro del governo Monti: nel 2011 innalzò l Ansia e depressione: gli effetti I a legge Fornero «fa male alla salute» A distan za di quattro anm dalla riforma delle pensioni, varata nel 2011 dall'ex ministro del Lav le aziende per un pensionamento anticipato e poi rimaste senza assegno m seguito alla riforma In particolare sono stati presi m esame i contraccolpi della legge forme psicopatologiche, sintomatologie depressive, sintomatologie ansiose e m generale i livelli di qualità della vita dei lavoratori II campione, 100 persone, è per metà composto da donne e per metà da uomini ed è rappresentativo di diverse regioni Campania, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto Età media 58 anm I risultati dello studio sperimentale, pur se limitati, sono sconcertanti Un ex operaio non riesce ad alzarsi dal letto e racconta «La mattina mi sento più debole e sfiduciato» Una neocasahnga così ricorda l'entrata m vigore delle nuove norme «Sudavo fred do, le gambe mi tremavano, avevo paura fosse un infarto La prima volta che mi è capitato sono andata al pronto soccorso Mi hanno fatto tutti gli accertamenti e suggerito di rivolgermi a uno psichiatra» I disturbi riscontrati vanno dall'ansia alla depressione: «Gli esodati soffrono di insonnia, faticabilità, sbalzi di umore e attacchi di panico E le donne manifestano un quadro climco pm severo, hanno punteggi pm elevati m tutte le scale di valutazione» afferma Lorenzo Ara
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Verso la stabilità. Il premier: il 16 dicembre funerale per la Tasi Renzi: sul taglio delle tasse non decide Bruxelles La Ue: valutazoni a ottobre
»: dopo i dubbi di Bruxelles, il premier Renzi conferma il piano per il taglio delle tasse, che partirà dalla Tasi, pagata per l'ultima volta dagli ita-lianiili6dicembre:«Sarài] funerale delle tasse sulla prima casa». La Ue getta acqua sul fuoco: ogni valutazione in autunno, dopo la presentazione della legge di Stabilità Rogati, Romano, Pesole» paginas
II confronto con i Paesi Ue. La pressione fiscale è cresciuta di due punti negli ultimi quattro anni fino al 43,5%: senza interventi di riduzione nel 2016 è destinata a crescere a 44,1%
Fisco su lavoro, imprese e casa: triplice record negativo italiano di Dino Pesole II peso di fisco e contributi sul complesso dell'economia è cresciuto in quattro anni di circa 2 punti percentuali. Ora siamo al 43,5% del Pil e in mancanza di una robusta riduzione del carico fiscale arriveremmo nel 2016 a quota 44,1 per cento. Un dato, questo della pressione fiscale, fondamentale per i confronti internazionali, che sconta tristemente da noi un eccesso di prelievo per effetto dell'alta evasione, ma che è utile scomporre. In poche parole è altresì importante analizzare la distribuzione del prelievo nel mix tra tasse e contributi, nonché la suddivisione tra le diverse catego-
mutuare il linguaggio in uso a Bruxelles? Di certo un piano di tagli va proiettato su un orizzonte quanto meno triennale: prima le tasse sulla casa, nelle intenzioni del Governo, poi quelle sulle imprese e infine sui redditi. Un quadro delle possibili priorità è offerto sia dalla composizione del prelievo sia dal confronto internazionale. Come mettono in luce i dati Ocse elaborati dall'Ufficio studi della Confcommercio, il totale delle imposte sui redditi, profitti e capital gains vede l'Italia attestata al 14,2% del Pil, contro il 10,9% della Francia, l'u,4% della Germania e il 9,6% della Spagna. Nel 2014 - rileva la Corte dei Conti - il cuneo fiscale sul lavoratore senza carichi di famiglia vede DOVEPESAILFISCO TasseecontributisuUavoroin Italia a l'Italia collocarsi al sesto posto [42,8%controii36,2% Ue,su nella graduatoria dei 34 paesi [[eimpresea[26,5%contro i[16,2% Ocse, con un valore (48,2%) Ue,sug[nmmobi[i a[['l,6%contro superiore di oltre 12 punti ['l,5%Ue rie di imposte per basi rispetto alla media. Stando alle imponibili omogenee. Quali tagli alle tasse possono essere considerati indicazioni provenienti da gran « favorevoli alla crescita», per parte delle istituzioni internazionali, le categorie di imposta che più ostacolano la crescita sono quelle sui redditi d'impresa, seguite dai redditi da lavoro, dalle imposte sui consumi e dalle imposte patrimoniali.
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Per Eurostat, l'aliquota implicita di tassazione in Italia è del 42,8% sul lavoro (contro il 36,2% della media Ue), del 26,5% sull'impresa (contro il 16,2% della media Ue), del 17,7% sui consumi (contro il 19,8% della media Ue) e dell'i,6°/o sugli immobili (l'i,5% a livello europeo). Se questi sono i dati, poi evidentemente si tratta di operare delle scelte, che rientrano nel dominio dei governi alla luce della situazione congiunturale dei singoli paesi. Nel caso dell'Italia, il pendolo delle priorità cade al momento sul taglio del prelievo sugli immobili, e non mancano importanti motivazioni a sostegno di tale scelta. L'Imu (di fatto una patrimoniale sulla casa) vale ben 19,1 miliardi di gettito, cui vanno aggiunti i 4,6 miliardi della Tasi. Il totale dell'intero capitolo delle tasse sulla casa si è attestato nel 2014 a 25,2 miliardi, il 15% in più rispetto all'imposta sulla prima casa abolita nel 2013. Al prelievo
complessivo sugli immobili spetta dunque un ruolo di primo piano nel totale delle voci che compongono il nostro sistema fiscale. È ancora la Corte dei Conti nel Rapporto 2015 sul Coordinamento della
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finanza pubblica a sottolineare come sette anni di manovre abbiamo consegnato al 2015 un sistema impositivo, rispetto al 2007 ultimo anno precrisi,basato «su aumenti sul patrimonio immobiliare, sui consumi e sulle rendite, senza che a ciò si accompagnasse un'equivalente riduzione del prelievo sui fattori produttivi». I dati Confcommercio confermano che le imposte sugli immobili ammontano all'i,2°/o del Pil, contro lo 0,4% della Germania, l'i,i% della Spagna e il 2,5% della Francia. Quanto ai contributi sociali, siamo al 13%, rispetto al 16,8% della Francia e al 14% della Germania, mentre per la tassazione sulle imprese (da noi l'Ires) siamo al 3%, contro il 2,6% della Francia e l'i,8% della Germania, con l'avvertenza che da noi occorre aggiungere il peso dell'Irap, che vale circa due punti di Pil. La composizione interna del gettito conferma il peso preponderante dell'Irpef, che vale (dati 2014 del Dipartimento delle Finanze) 163,7 miliardi, cui vanno aggiunti i 10,9 miliardi dell'addizionale regionale e i 4,4 dell'addizionale comunale, con l'Ires a quota 32,3 miliardi e l'Iva a 114,4 miliardi. La torta della composizione del gettito vede l'Irpef al 39,1%, l'Ires al 7,7%, l'Iva al 27,3 per cento. Una volta stilato l'elenco delle priorità, occorrerà ponderarne attentamente l'effetto. Lo ha detto molto chiaramente il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nel suo intervento al Meeting di Cl a Rimini lo scorso 26 agosto. Non è affatto detto che a una riduzione del prelievo fiscale corrisponda hic et nunc un effetto moltiplicatore sulla domanda interna. Lo si potrà avere solo se i contribuenti avranno la percezione che si tratta appunto di una misura a carattere permanente. Nessun altro dietro front, in poche parole. E poi il sistema tributario va semplificato al massimo. È la stessa Corte dei Conti a ricordarci che tra il 2008 e il 2014 sono state varate ben 700 misure «di intervento fiscale». © RIPRODUZIONERISERVATA
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Manda Spagna Rep. Ceca Regno Unito Imposte sugli immobili Confronto internazionale tra gettito in rapporto al Pil per imposte classificate per basi imponibili omogenee Dati in percentuale La pressione fiscale in Europa 1,7 TOTALE 49,3 47,4 46,4 44,1 44,0 43,0 42,4 38,0 34,9 33,8 32,4 29,9 (*) In questa voce residuale per l'Italia trova posto l'Irap (il cui gettito e' circa il 2% del Pil) Fonte: elaborazione Confcommercio su dati Ocse
FRENO ALLA CRESCITA • L'ANOMALIA I nodi Redditi d'impresa, redditi da lavoro, impostesui consumi, imposte patrimoniali. Sono queste tipologie di tassazione che, stando alle indicazioni di gran parte delle istituzioni internazionali, ostacolano di più la crescita in Italia. Il valore delcuneo fi scale in Italia arriva al48,2% superiore di oltre 12 punti rispetto alla media Ocse La Corte dei conti ha sottolineato come sette anni di manovre abbiamo consegnato al 2015 un sistema impositivo che rispetto al 2007, ultimo anno pre-crisi, è basato «su aumenti sul patrimonio immobiliare, sui consumi e sulle rendite, senza che a ciò si accompagnasse una equivalente riduzione del prelievo sui fattori produttivi IL PESO DELL'IRPEF La composizione interna del nostro gettito fiscale conferma il peso preponderante dell'Irpef, che vale (dati 2014 ) 163,7 miliardi, il 39,1% del totale, cui vanno aggiunti i 10,9 miliardi dell'addizionale regionale e i 4,4 dell'addizionale comunale, con l'Ires a quota 32,3 miliardi e l'Iva a 114,4 miliardi
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Pressione fiscale •Per pressione fiscale si intende il rapporto percentuale tra il prelievo fiscale (che va inteso come la somma di imposte dirette, imposte indirette e imposte in conto capitale) e parafiscale (cioè i contributi sociali) e il prodotto interno lordo. Un valore che però non fornisce alcuna indicazione sulla qualità e quantità dei servizi pubblici forniti a fronte dei tributi.Stando alle stime del Def 2015 la pressione fiscale in Italia è attesa in aumento nei prossimi anni. Dovrebbe infatti passare dal 43,5 per cento sul Pil registrato lo scorso anno al 43,7 per cento del 2019, raggiungendo un picco massimo del 44,1 per cento negli anni 2016 e 2017
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Verso la stabilità. Il premier: il 16 dicembre funerale per la Tasi Renzi: sul taglio delle tasse non decide Bruxelles La Ue: valutazoni a ottobre
»: dopo i dubbi di Bruxelles, il premier Renzi conferma il piano per il taglio delle tasse, che partirà dalla Tasi, pagata per l'ultima volta dagli ita-lianiili6dicembre:«Sarài] funerale delle tasse sulla prima casa». La Ue getta acqua sul fuoco: ogni valutazione in autunno, dopo la presentazione della legge di Stabilità Rogati, Romano, Pesole» paginas
It confronto. L'Italia spera nell'appoggio di Parigi per sfruttare la flessibilità a copertura dell'intervento sulle imposte
La Commissione Ue: valuteremo a ottobre Beda Romano BRUXELLES Dalnostrocornspondente Tra botte e risposte non passa ormai giorno senza nuove tensioni nel rapporto tra il governo italiano e la Commissione europea. Il nodo è la preparazione della prossima Legge di stabilità per il 2016. Ancora ieri, il premier Matteo Renzi ha confermato che intende tagliare le imposte sulle proprietà immobiliari, approfittando della flessibilità di bilancio prevista dalle regole europee e tentando di usare la sponda francese. Anche Parigi infatti hapromessotaglialleimposte. «Siamo consapevoli degli annunci, ma non abbiamo altre informazionieleaspettiamoentrometà ottobre per procedere a una valutazione», ha detto ieri la portavoce della Commissione europea An
ambasciatori italiani, il premier ha messo l'accento sulla difesa dell'identità italiana e sulla necessità di non sottostare a tutte le richieste di Bruxelles: «La Ue non può essere solo il luogo dei parametri economici e non può essere puramente un'unione economica. E peggio ancora se ha politiche sbagliate». Per ora, il negoziato tra Roma e Bruxelles non è ancora ufficialmente iniziato. Cisono stati soltantoiprimicontattialivellodiplo matico. E probabile che il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis e il commissario agli affari economici Pierre Moscovici vorranno discutere della politica economica italiana con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan
pubblici. In questo senso, il saldo di bilancio potrebbe salire dall'i,8 al 2,2% del Pil. Sia Parigi che Roma, nelle discussioni con Bruxelles, stanno ricordando le loro esigenze politiche: il desiderio di rispondere con unapolitica economica più espansiva allaminaccia dei partiti più radicali. In Francia, le presidenziali si terranno nel 2017. In Italia, il premier vorrebbe invece indire già nel 2016 un referendum sulla riforma del Senato. Due test per il governo in carica. In questo contesto, la concessione di nuova flessibilità da parte di Bruxelles dipenderà dalla volontà reale di tagliare la spesa. ©RIPRODUZIONERISERVATA
in occasione della riunione dei ministri delle Finanze, in Lussemburgo la settimana prossima. PROSSIMATAPPA L'appuntamento Entro allora, il governo dovrà chiarireconsestessocomeintende è la prossima settimana con la giocarelapartita, e «far convergere le riunione dei ministri delle Finanze necessità politiche e le regole quando Padoan si vedrà con europee», come spiegava ieri un Dombrovskis e Moscovici funzionarioitaliano.Incuorsuo,l'Italia spera di poter contare sull'appoggio di Parigi, che ha ottenuto fino al 2017 per ridurre il proprio deficit sotto al 3,0% del PÛ. Il presidente FrancoisHollande ha promesso tagli alle imposte nel 2016, maconfermando i suoi obiettivi di nika Breidthardt. Bruxelles ha già bilancio. Su questo fronte, l'Italiaè invece ambigua, lasciando intendere concesso all'Italia di ridurre il che gli obiettivi potrebbero essere deficit strutturale di appena lo 0,1% del prodotto interno lordo nel rimessi in discussione. Il governo Renzi vorrebbe godere di 2016. Il timore qui a Bruxelles è maggioreflessibilitàdibilanciosiaallalu che il governo italiano non ce
compensi a sufficienza i tagli fiscali con riduzione della spesa, mancando l'obiettivo di bilancio, già ridotto al minimo. Nelle ultime settimane, il clima tra Roma e Bruxelles si è fatto più difficile. In varie occasioni, il premier ha rivendicato libertà di manovra per il suo governo. In un discorso aRoma in lugliodinanzi agli
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delleriforme economiche edel rallentamento congiunturale, approfittando anche della clausola degli investimenti che permetterebbe una ulteriore deviazione dal percorso di risanamento dei conti
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Verso la stabilità. Il premier: il 16 dicembre funerale per la Tasi Renzi: sul taglio delle tasse non decide Bruxelles La Ue: valutazoni a ottobre
»: dopo i dubbi di Bruxelles, il premier Renzi conferma il piano per il taglio delle tasse, che partirà dalla Tasi, pagata per l'ultima volta dagli ita-lianiili6dicembre:«Sarài] funerale delle tasse sulla prima casa». La Ue getta acqua sul fuoco: ogni valutazione in autunno, dopo la presentazione della legge di Stabilità Rogati, Romano, Pesole» paginas
Le vie della ripresa VERSO LA LEGGE DI STABILITÀ L'irritazione del premier «Chi si gira dall'altra parte sui migranti pensa di venirci a spiegare le tasse?» Opposizione e sindacato all'attacco Brunetta: su Imu e Tasi chiacchiere a vuoto Per Camusso favorito chi ha pagato meno la crisi
«Sul taglio delle tasse non decide Bruxelles» Renzi va avanti sulla Tasi: il 16 dicembre il funerale alle tasse sulla prima casa -1 Comuni chiedono compensazioni Imposte su Imposte trasfenmenti su locazioni Tasi Imu Irpef e Ires 2,09 TOTALE 8,93 4,6 19,3 Anno 2014. Valori in miliardi 7,22 IL PESO DELLE TASSE SUGLI IMMOBILI Fisco e immobili IL GETTITO IMU Anno 2014. Importi in euro Abitazione principale Altri fabbricati Aree fabbricabili Fabbricati rurali Terreni Sanzioni e interessi '»**» ', w 91.245.718 17.678.086.908 939.062.410 3.193.830 553.749.793 607.679 \"\ityé&4ÌM» IL GETTITO TASI Anno 2014. Valori in miliardi 1,2 Altri fabbricati Prima casa
Marco Rogati ROMA Avanti tutta sulla riduzione delle tasse, a cominciare da quelle sulla casa. Anche perché per il Governo non ci può essere alcuna interferenza europea sul piano annunciato da Matteo Renzi. Il 16 dicembre la Tasi sull'abitazione principale, con il versamento della seconda rata 2015, sarà pagata per l'ultima volta e si celebrerà il suo «funerale», dice sicuro il premier. Che all'indomani delle voci sui dubbi della Ue indirizza proprio all'Unione europea un chiaro messaggio: «Le tasse da tagliare le
decidiamo noi, non Bruxelles». La partita non può essere considerata del tutto chiusa perché la valutazione di Bruxelles arriverà dopo la presentazione della nota di aggiornamento del Def, attesa per il 20 settembre, e, soprattutto, dopo il varo della legge di stabilità che dovrà avvenire entro il 15
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ottobre. E a ricordarlo è la portavoce della Commissione Ue ri economici, Annika Breidthardt. «L'Ue che si gira dall'altra parte sui migranti pensa di venirci a spiegare le tasse, c'è qualcuno a Bruxelles che pensa di mettersi a fare l'elenco delle tasse da tagliare, spero sia stato il caldo», afferma senza mezzi termini Renzi dai microfoni di Rtl 102.5, irritato per lo scetticismo filtrato martedì quan IL NODO FLESSIBILITÀ II sottosegretario Gozi: il Governo intende utilizzare la clausola per gli investimenti oltre a quella per le riforme
do imprecisate fonti della Ue hanno ricordato che nelle "raccomandazioni" si da priorità allo spostamento del carico fiscale dalle
persone alle "cose", immobili in primis. Ma il premier non sembra accettare lezioni sulle tasse e conferma che nel 2017 scatterà una riduzione dell'Ires e nel 2018 la riforma degli scaglioni Irpef. Ma Renato Brunetta (Fi) attacca: su Imu e Tasi il premier chiacchiera a vuoto. E Critiche arrivano anche dal sindacato: secondo Susanna Camusso c'è il rischio che «ibenefici di questa operazione li abbia chi ha di più e non chi ha sofferto meno la crisi». Quanto allaquestione dei nuovi margini di flessibilità da utilizzare nel quadro di finanza pubblica per "alimentare" la manovra da 25-30 miliardi, il sottosegretario alla Presidenza, Sandro Gozi, conferma che il Governo intende far leva sulla «clausola per investimenti Resta il nodo delle risorse per coprire l'intervento su Tasi e Imu e per compensare i Comuni. Dal presidente dell'Anci, Piero
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Fassino, arriva l'ok all'abolizione dell'imposta sulla prima casa ma con la richiesta che di mantenere intatte le risorse fino ad oggi garantire da Imu e Tasi. Di qui la proposta «di lasciare ai Comuni la quota di Imu che oggi viene incamerata dallo Stato». Intanto nell'ambito del piano di spending review si continua a lavorare anche alla revisione delle tax expenditures. Nel mirino cisono alcuni grandi aree, come trasporti e agricoltura, ma anche microagevolazioni, considerate obsolete o duplicazioni di al tri sconti fiscali, come i sussidi per l'estrazione del sale dal magnesio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sud, spunta tipotesi del taglio dell'Ires di Carmine Fotina - pagina A Le vie della ripresa VERSO LA LEGGE DI STABILITÀ Fiscalità di vantaggio Da valutare un eventuale negoziato con la Commissione Ue in tema di aiuti di Stato Le altre misure Nel menù anche «bonus ammortamenti» e credito d'imposta rafforzato per R&S
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Sud, spunta l'ipotesi del taglio Ires Tecnici al lavoro su possibile riduzione da subito dell'aliquota dal 27,5% almeno al 25% Carmine Fotina ROMA Per ora è un'istruttoria tecnica condotta dagli esperti governativi della materia. Ma l'ipotesi merita grande attenzione: nella legge di stabilità potrebbe spuntare una fiscalità di vantaggio per le imprese meridionali nella forma di un'aliquota Ires agevolata. L'istruttoria, che secondo fonti dell'esecutivo in questa fase iniziale vedrebbe impegnato il Dipartimento Finanze del ministero dell'Economia, mira a definire la fattibilità di una riduzione immediata dell'Ires al Sud di almeno un paio di punti: si ipotizza dall'attuale 27,5% almeno al 25 per cento. Alla luce del piano di riduzione delle tasse preannunciato dal premier Matteo Renzi si potrebbe dunque leggere l'intervento come un'anticipazione per arrivare gradualmente alla prospettata aliquota Ires del 24% su tutto il territorio nazionale a partire dal 2017. In altre parole, se l'opzione tecnica sarà concretizzata, il Mezzogiorno farebbe da "banco di prova" beneficiando della riduzione con un anno di anticipo e con un'aliquota più o meno già allineata a quella che viene considerata l'approdo finale. Nelle prossime due settimane dovrebbe arrivare il verdetto - sia tecnico che politico - sulla realizzabilità dell'operazione che presenterebbe comunque alcune criticità da non sottovalutare. Ci sono complessità legate alle conseguenze indirette che questo intervento sulle società di capitali avrebbe su altre imposte. E ci sarebbe la necessità, molto probabilmente, di notificare la misura alla Commissione europea per scongiurare la bocciatura sulla base delle regole in materia di aiuti di Stato. L'Unione europea in passato, anche di fronte ad operazioni avviate o tentate da altri Paesi, è stata sempre particolarmente rigorosa sul tema della fiscalità di vantaggio per alcune limitate macroaree degli Stati membri. In questo caso però, va anche detto, l'Italia po-Ires •Imposta diretta proporzionale che si applica, con diverse modalità di determinazione, in relazione ai redditi delle società di capitali residenti, delle società europee, delle società cooperative europee, degli enti pubblici e privati residenti, dei trust, delle società di ogni tipo non residenti. Dal 1° gennaio 2004 ha sostituito l'Irpeg. L'aliquota è attualmente fissata al 27,5% Irebbe presentare agli uffici di Bruxelles l'operazione come un mero anticipo, di durata limitata, di una revisione nazionale e più complessiva del sistema di tassazione sui redditi delle imprese. Di certo la tecnocrazia ministeriale ha già aperto il dossier Ires "lanciato" da Renzi. Tanto che circolerebbe anche un'altra ipotesi, quella di declinare questo primo assaggio non su base territoriale (quindi senza vincolarlo alle imprese del Mezzogiorno) ma in virtù della classe dimensionale (solo Pmi) o addirittura, in questo caso restringendo molto il campo di azione, solo alle piccole aziende a carattere innovativo. Ad ogni modo il possibile graduale anticipo del piano Ires cammina parallelamente ad altre istruttorie tecniche avviate in vista della legge di stabilità. Nel menù al momento restano sia il "bonus del super-ammortamento" per investimenti in macchinari produttivi ispirato alla legge Macron varata in Francia sia il parziale rafforzamento del credito d'imposta per investimenti in ricerca e sviluppo. Le scelte finali - osservano dal governo - dovranno tener conto di due elementi: la possibile efficacia delle singole opzioni sul tavolo e la compatibilita con i (ristretti) margini a disposizione per coprire misure di sviluppo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Si studia un super ammortamento per nuovi macchina ri produttivi (tra il 120 e ill40%)ispiratoalla legge Macron.Misura che rientrerebbeinunpiù generale riassettodei coefficienti di a mmortamento MACCHINARI Si valuta un possibile anticipo graduale della riduzione Ires preannunciata da Renzi perii 2017. L'intervento nella prossima legge di stabilità potrebbe riguardare le imprese del Mezzogiorno con aliquota ridotta almeno al 25% Il cantiere della manovra Si valuta un possibile anticipo graduale della riduzione Ires preannunciata da Renzi perii 2017. L'intervento nella prossima legge di stabilità potrebbe riguardare le imprese del Mezzogiorno con aliquota ridotta almeno al 25% MACCHINARI Si studia un super ammortamento per nuovi macchina ri produttivi (tra il 120 e ill40%)ispiratoalla legge Macron.Misura che rientrerebbeinunpiù generale riassettodei coefficienti di a mmortamento RICERCA Si val Possibile correzione del credito d'imposta perinvestimentiin R&S. Con aumento del tetto annuodi benefìcio per ciascuna impresa (da 5 a 10-15 milioni) e con calcolo sull'intero volume di spesa per investimenti extra muros ta un possibile anticipo graduale della riduzione Ires preannunciata da Renzi perii 2017. L'intervento nella prossima legge di stabilità potrebbe riguardare le imprese del Mezzogiorno con aliquota ridotta almeno al 25% PARTECIPATE MACCHINARI L'obiettivo del piano è ridurre le attuali municipalizzate da Smila a mille. Per accelerare questo processo sarà fissato un limite minimo per ogni Comune agendo anchesul parametro dell'unità provinciale territoriale Si studia un super ammortamento per nuovi macchina ri produttivi (tra il 120 e ill40%)ispiratoalla legge Macron.Misura che rientrerebbeinunpiù generale riassettodei coefficienti di a mmortamento RICERCA Si val Pos IMUETASI ibile co Nella prossima stabilità dovrebbe trovare posto l'eliminazione della Tasi sulla prima casa, la cancellazionedell'Imuagricolae Costototaledell'operazione oltre 4,3miliardi)3,4miliardideiquali soloperlostopallaTasi rezione del credito d'imposta perinvestimentiin R&S. Con aumento del tetto annuodi benefìcio per ciascuna impresa (da 5 a 10-15 milioni) e con calcolo sull'intero volume di spesa per investimenti extra muros ta u SPENDING REVIEW possibile anti Recuperare 10 miliardi nel 2016. Questo l'obiettivo della spending review 2.0 a cui sta lavorando PalazzoChigi. Si punta su centralizzazione degli acquisti, riforma della Pa, razionalizzazionedegliimmobili pubblici e tax expenditures ipo graduale della riduzione Ires preannunciata da Renzi perii 2017. L'intervento nella prossima legge di stabilità potrebbe riguardare le imprese del Mezzogiorno con aliquota ridotta almeno al 25% PARTECIPATE MACCHINARI L'obiettivo
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Fisco e ripresa, il duello con Bruxelles I dubbi in Europa sui tempi degli sgravi Pressione fiscale, al vertice di ottobre il confronto tra i leader dell'Unione La legge di Stabilità Entro il 20 settembre, il governo presenta al Parlamento la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def), che contiene gli eventuali aggiornamenti degli obiettivi programmatici fissati nel Def anche al fine di recepire le raccomandazioni formulate dal Consiglio dell'Unione Europea in merito al programma di stabilità. Sulla base degli orientamenti programmatici esposti nella Nota, il governo presenta, entro il 15 ottobre, il disegno di legge di bilancio ed il disegno di legge di Stabilità, dando inizio alla sessione parlamentare di bilancio I consigli della Ue L'Unione Europea ha sempre detto che giudicherà il piano del taglio delle tasse annunciato dal premier Matteo Renzi il 18 luglio scorso nel momento in cui sarà presentata la legge di Stabilità a metà ottobre. Tuttavia in più di un'occasione l'Europa ha espresso in modo informale dubbi sulle intenzioni del governo italiano di tagliare le imposte sulla prima casa. Per Bruxelles sarebbe meglio se l'Italia alleggerisse il carico fiscale che oggi grava su lavoro e capitali, spostandolo su immobili e consumi. Che è quanto già raccomandato a Roma dal Consiglio europeo
La legge di Stabilità dell'Italia non sarà varata prima di altre cinque o sei settimane, probabilmente alla vigilia del Consiglio europeo di metà ottobre. Matteo Renzi a quel punto parlerà dei suoi tagli delle tasse a Bruxelles nel modo che predilige: il presidente del Consiglio direttamente con i suoi pari, gli altri capi di Stato e di governo, saltando le procedure e i gruppi di lavoro degli alti funzionari o dei ministri finanziari nelrEurogruppo. È presto per dire se questo approccio funzionerà. Di certo prima di allora, senza numeri ufficiali da valutare, la Commissione europea sarà riluttante a fare commenti: a maggior ragione dopo che ieri il premier ha avocato a sé il tema e ne ha fatto una questione apertamente politica. Non è presto però per misurare i fattori in gioco: sembra già evidente che produrranno una serie di incomprensioni con pochi precedenti fra Roma e Bruxelles. L'analisi di Renzi è che il Fiscal compact - la norma europea sulla riduzione del deficit e del debito - ha danneggiato ancora di più l'Italia nel momento della sua massima vulnerabilità: quando il Paese era in recessione, sostiene Renzi, il Fiscal compact ha in-
La crisi Per il premier l'Europa ha aggravato la crisi inducendo un aumento della pressione fiscale dotto i governi di Mario Monti e Enrico Letta ad aggravarla con nuovi aumenti delle tasse.
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Così le politiche europee hanno accelerato il crollo dell'economia, anziché cercare di attenuarlo allentando un po' la corsa verso il pareggio di bilancio. Di qui la scelta di tagliare le tasse, con o senza il sì della Commissione o dell'Eurogruppo. Adesso però l'analisi che si fa a Bruxelles è esattamente opposta. Nella capitale comunitaria si è preso atto che finalmente l'Italia sta dando segnali tangibili di ripresa: per la prima volta da anni potrebbe persino essere rivista in meglio la stima del governo, che prevedeva una crescita dello 0,7% per l'insieme del 2015. Listai rileva che la crescita nell'ultimo trimestre è stata trainata dai consumi delle famiglie: stanno crescendo così in fretta che, per soddisfare la domanda di nuovi acquisti, l'Italia ha iniziato a importare dall'estero più beni e servizi di quanti riesca ad esportare. I consumatori spesso preferiscono prodotti esteri. Ma visto da Bruxelles, non sembra questo il momento di tagliare le tasse sulla prima casa e aumentare ancora di più il deficit per sostenere i consumi e una ripresa che ormai cammina da sola. È un'analisi speculare rispetto a quella di Renzi, n premier pensa che l'Europa abbia aggravato la crisi inducendo un aumento della pressione fiscale al momento sbagliato, pochi anni fa. A Bruxelles invece si teme che il governo renda più
ripresa c'è e si dovrebbe approfittarne per risanare i conti. Senza tagli di spesa sufficienti, il rischio invece è che il deficit salga in questa fase di alta marea e il debito non scenda. Ma poi entrambi finiscano ben oltre i limiti di sicurezza alla prossima frenata dell'economia, obbligando l'Italia a una nuova stretta dolorosa nel momento di maggiore debolezza. Federico Fubini © RIPRODUZIONE RISERVATA 0,7 per cento La stima di crescita dell'Italia per tutto il 2015 fatta dal governo. Per la prima volta da anni a Bruxelles ritengono chele previsioni potrebbero essere riviste in meglio
fragili i conti dell'Italia con un premio fiscale ai ceti proprietari di case, anche di lusso, quando meno serve: adesso che la
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IL RETROSCENA Controlli a distanza la sfida sul Jobs act ROBERTO MANIA UN VERTICE Renzi-Poletti servirà oggi a sciogliere gli ultimi nodi dei quattro decreti attuativi delJobs act. A PAGINA 11 CONTE E D'ARGENIO A PAGINA 9
Sanzioni con i controlli a distanza Oggi vertice Renzi-Poletti per sciogliere gli ultimi nodi del Jobs Act. Mancano quattro decreti attuativi Passa la linea meno garantista nell'utilizzo di telecamere e smartphone per interventi disciplinari sui dipendenti ROBERTO MANIA ROMA Un vertice Renzi-Poletti servirà oggi a sciogliere gli ultimi nodi dei quattro decreti attuativi del Jobs act che saranno varati domani dal Consiglio dei ministri. Il premier e il ministro del Lavoro dovranno in particolare decidere se modificare, come ha chiesto la Commissione Lavoro della Camera, la nuova disciplina sui controlli a distanza dei lavoratori oppure — come appare molto più probabile—ignorare il parere non vincolante dei parlamentari. Quest'ultima sembrala posizione del premier. Poletti è invece più sensibile alle richieste parlamentari e al pressing dei sindacati. E che alla fine sia la linea di Renzi destinata a prevalere è piuttosto scontato. D'altra parte, il governo non tenne conto delle posizioni emerse in Parlamento anche nel caso del superamento dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, provocando non poche polemiche con la minoranza del Partito democratico. Schema che potrebbe facilmente ripetersi ora con l'affermarsi di una linea hard sui controlli con le videocamere e con i tablet e i pc dei lavoratori. Dunque la decisione di oggi avrà anche un valore politico. Arriva la riforma della cassa integrazione con l'introduzione del bonus/malus
Con i quattro provvedimenti che saranno licenziati domani si conclude l'iter della riforma del mercato del lavoro. Insieme alla
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norma sui controlli a distanza che modifica un articolo (il quarto) dello Statuto dei lavoratori, arrivano la riforma della cassa integrazione con l'introduzione di un meccanismo bonus/malus che fa pagare di più le imprese che utilizzano effettivamente l'ammortizzatore sociale e l'Agenzia nazionale per l'impiego con l'obiettivo di centralizzare e rendere più efficiente l'incontro tra domanda e offerta di lavoro ( da noi meno del 3 per cento del
garanzia del lavoratore vi sarebbe l'obbligo di rispettare la normativa sulla privacy (il controllo non può essere continuo e deve essere fatto a campione) e l'introduzione (ma peroraèsolo un'opzione) di sanzioni penali in caso di violazione della normativa. Un'opzione che, non snaturerebbe il provvedimento. C'è poi la riforma della cassa integrazione. Resteranno la cassa integrazione ordinaria (per fronteggiare le crisi congiunturali) e la cassa le assunzioni passa dagli uffici del integrazione Verranno estese a collocamento ). Sarà modificata tutte le imprese e cambierà il pure la contrastata norma che finanziamento: verserà più regola le assunzioni dei lavoratori contributi chi utiliz Resta disabili con l'estensione della l'estensione della possibilità di possibilità di ricorrere, da parte chiamata diretta per l'assunzione dei datori di lavoro, alla chiamata dei lavoratori disabili diretta anziché numerica. Ma sono i controlli a distanza il tema più controverso dei decreti. Il punto riguarda l'utilizzo che il datore di lavoro può fare dei dati zerà di più la cassa integrazione. raccolti attraverso i controlli a Questo meccanismo insieme al distanza, con le videocamere fisse divieto di ricorrere alla cassaintegrazione per le aziende che e con gli strumenti mobili (tablet, smartphone, pc) affidati al lavoratore per l'esercizio della propria attività. L'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori del 1970 vietava esplicitamente qualsiasi tipo di controllo a distanza sui lavoratori. Il cambio culturale (e politico) non è dunque di poco conto. E l'idea del governo (in contrasto con le indicazioni pervenute dalla Commissione di Montecitorio) è quella di estendere la possibilità di provvedimenti anche disciplinari, a tutela del patrimonio aziendale e della sicurezza per esempio, in seguito a informazioni ottenute attraverso il controllo a distanza A
cessino l'attività (oggi ci sono lavoratori da anni in cassa integrazione di aziende che praticamente non esistono più) dovrebbe fruttare un risparmio sul costo del lavoro
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per tutte le imprese che attualmente versano i contributi per la cig, intorno al 10 per cento. Nessuna marcia indietro, infine, sulla disposizione che estende a tutte le aziende la possibilità della chiamata diretta per le assunzioni dei lavoratori disabili.
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CONTROLLI A DISTANZA II decreto preparato dal governo prevede la possibilità di utilizzare anche a fini disciplinari le informazioni ottenute con telecamere, tablet, smartphone e computer
CASSAINTEGRAZION E Cambiano la cassa integrazione e le relative modalità di finanziamento. Resteranno quella ordinaria e quel la straordinaria. Pagheranno di più le imprese che la useranno di più
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AGENZIA NAZIONALE Nasce l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal). Agenzia nazionale e non più provinciale. Obiettivo: migliorare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro
LAVORATORI DISABILI II decreto prevede che tutte le aziende, indipendentemente dalle dimensioni, possano ricorrere alla chiamata diretta anziché a quel la numerica per l'assunzione dei lavoratori disabili
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LTNTERVISTA/IL»ELLA L4¥OKO »ELLA CAMERA, »AMIAMO "Se non ci ascoltano, leod delega inutili"
ROMA. «Sarebbe grave se il governo anche questa volta finisse per ignorare i pareri delle Commissione parlamentari. A questo punto non resterebbe che abolire le leggi delega o i pareri, per quanto non vincolanti, dei parlamentari». Cesare Damiano, esponente dell'area dialogante della minoranza del Pd, presidente della Commissione Lavoro della Camera, teme che il prossimo Consiglio dei ministri possa varare gli ultimi quattro decreti attuativi del Jobs act senza considerare le proposte parlamentari. Secondo lei il governo terrà conto dei pareri delle Commissioni «Sarebbe ora che lo facesse viste le esperienze negative che abbiamo alle spalle. Mi riferiscono in particolare alla vicenda dei contratti a termine in cui venne faticosamente definito un compromesso tra le Commissioni e il governo che è stato poi cancellato dal Consiglio dei ministri. Si è trattato evidentemente di uno schiaffo nei confronti del lavoro dei parlamentari». E se dovesse arrivare un nuovo schiaffo
dei lavoratori disabili. Ci tengo alla professionalità del lavoro del Parlamento che non può essere cancellato con un semplice tratto di penna». (r.ma.) EX MINISTRO Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera ed ex ministro
«Sarebbe grave. C'è un problema di fondo che riguarda il rispetto delle professionalità che si esprimono durante il lavoro parlamentare nella ricerca di un possibile compromesso con il governo. Se poi il premier cambia l'accordo, allora è meglio che venga direttamente lui a trattare così si risparmia tempo». Visto che i pareri delle Commissioni non sono vincolanti non si potrebbero abolire? «Forse sarebbe meglio abolire direttamente le leggi delega». Lei ha parlato di compromessi. Qual è il compromesso che avete raggiunto sul tema dei controlli a distanza dei lavoratori «Con il ministero del Lavoro si è convenuto nel distinguere la disciplina relativa alle videocamere installate nei luoghi di lavoro e quella riguardante gli strumenti di lavoro affidati al lavoratore, dal tablet al personal computer. Nel primo caso abbiamo proposto di mantenere la vecchia normativa dello Statuto dei lavoratori che consente l'utilizzo della videosorveglianza,
previo accordo sindacale, esclusivamente ai fini della sicurezza degli impianti o della salvaguardia del patrimonio aziendale. I dati raccolti dalle videocamere non possono che essere utilizzati a queste due finalità e non a fini disciplinari». E per gli strumenti affidati al lavoratore per svolgere la sua attività «In questo caso il compromesso prevede che al lavoratore vengano forniti, senza accordo sindacale, gli strumenti di lavoro. I dati raccolti attraverso tablet, smartphone, pc e così via, nel rispetto della normativa sulla tutela della privacy, possono essere utilizzati anche a fini disciplinari. Ci è sembrata una distinzione ragionevole e pertinente che il ministero del Lavoro ha condiviso. Abbiamo lavorato con grande attenzione anche sugli altri capitoli, riforma della cassa integrazione, agenzia nazionale per l'impiego, assunzioni
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Luca Landò
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Poletti: «Stiamo riducendo la precarietà» • II ministro: «II contratto a tempo indeterminato sta diventando la normalità. Il taglio delle tasse sulla casa aiuterà anche l'edilizia» Maria Zegarelli «I dati erano positivi anche qualche mese fa, ma ora abbiamo le stime ufficiali dell'Istat e sono inequivocabili». Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, mette un punto alle polemiche sui numeri dell'occupazione e i primi risultati delle misure messe in campo dal governo per incentivare le assunzioni. Ministro, stavolta i dati sono dell'Istat. I conti tornano? «Certo, questi sono dati che nascono da un'analisi aggiornata al mese di luglio, ma vorrei sottolineare che le stime sono positive per il trimestre e l'intero anno. Adesso dobbiamo fare attenzione alla tendenza di medio e lungo periodo, sarà quella a dirci se possiamo finalmente lasciarci alle spalle questa lunga crisi». Renzi si è chiesto quanto si è arrabbiato di fronte allo scivolone delle cifre sbagliate sull'occupazione. Ce lo racconta «Sono un ministro e dunque mi sono assunto la responsabilità di quello che è successo, ma al contempo ho avviato un'indagine interna per capire chi ha sbagliato e dove. Quando si lavora si possono commettere errori, ma poi bisogna far in modo che non si ripetanopiù.Ecomunquesì, mi sono arrabbiato, moltissimo». Si è chiesto perché questi dati, che sono senza dubbio positivi, vengono accolti congrande prudenzadai sindacati, da Squinzi, dalla minoranza del Pd e dalle opposizioni? «Sono diversi gli elementi che inducono a essere cauti. Abbiamo vissuto una lunga crisi, gli ultimi sette anni,
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di cui tre di recessione durante i quali pressione fiscale su abbiamo perso ricchezza e fiducia. In una situazione come questa è naturale impresa e lavoro è già in che non ci si lasci prendere da facili atto» Giuliano Poletti entusiasmi, ma c'è anche chi, non condividendo le politiche messe in atto Ministro del lavoro dal governo e le riforme varate, fatica a sulla casa. Bruxelles ha risposto che riconoscere che le cose che abbiamo si aspetta interventi sul lavoro. Lei fatto possano aver prodotto risultati». C'è, soprattutto tra i sindacati, a partire dalla Cgil, molto scetticismo sui frutti che potrà dare il Jobs act. Sono i soliti gufi o bisogna aspettare davvero per capire se darà impulso all'occupazione? «I risultati si stanno vedendo già ora e credo siano il frutto di tutto il lavoro che stiamo facendo. Il Jobs act è solo una parte, nella legge di Stabilità abbiamo previsto la decontribuzione e finalmente stiamo invertendo la rotta. Questo è un Paese dove è diventato normale assumere con contratti precari, nel 2014 su 100 contratti ben 84 eranodi questo tipo. Noi abbiamo scelto di combattere questa condizione di precarietà che nuoce non soltanto ai diretti interessati ma anche alle imprese. Come si può pensare, infatti.^ ^ficompetere a livello globale punta: do sul risparmio e su rìSSsuna tórma di investimento professionale? Il contratto a tutela crescenti punta a cambiare la fisionomia delle assunzioni, è più aperto e dunque in grado di essere utilizzato in maniera diffusa». Renzi ha detto che il 16 dicembre si celebrerà il funerale delle tasse
che dice «Che noi gli interventi per favorire l'occupazione li abbiamo già fatti, riducendo la tassazione, dando gli 80 euro, decontribuendo le nuove assunzioni e togliendo dal calcolo della base imponibile dell'Irap il costodel lavoro stabile. E aggiungo che, come ha detto Renzi, sono governo e Parlamento italiano, che hanno tutti i titoli, a decidere dove intervenire, non Bruxelles». Brunetta, ma anche Fassina, sostengono che i dati sulla disoccupazione giovanile vanno letti in un altro modo: sono aumentati gli "scoraggiati", quelli cioè che il lavoro non lo cercano più. «In un mese ci sono 22mila giovani occupati in più. Questo dice rista. Sia chiaro, non vuole dire che va tutto bene, il tema del lavoro giovanile è una delle priorità a cui stiamo
«L'Europa ha poco da insegnare, qui la riduzione della Pag.
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lavorando ad esempio con progetti sulle start up, con Garanzia giovani insieme a Google e Union Camere per inserire Smila giovani con competenze nel digitale nelle piccole e media imprese. La nostra filosofia è che le cose cambiano se ognuno di noi fa uno sforzo, da il suo contributo e si assume responsabilità». Il tema della detassazione sulla casa sta già provocando divisioni nel Pd. C'è chi dice chiede una progressività e non un taglio netto. «Il tema della progressività nel nostro sistema fiscale è stato già affrontato. Vorrei ricordare che siamo stati noi ad aumentare le aliquote sulle rendite fiscali. E vorrei ricordare che il settore dell'edilizia è quello che durante la crisi ha perso di più, oltre il 50% del volume di produzione. Questo trimestre è stato il primo, dopo 18, a vedere una lieve ripresa del lavoro. La casa è un tema non solo sociale, ma anche economico, legato al lavoro. E anche in questo caso stiamo cercando di fare politiche di prospettiva, non lavoriamo solo su Imu e Tasi».
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