SELEZIONE DELLA RASSEGNA STAMPA GARDESANA
Dal 17 al 23 gennaio 2015 •
da BRESCIA OGGI
•
dal GIORNALE DI BRESCIA
•
da L’ARENA
•
da L’ADIGE
•
dal TRENTINO
•
dalla GAZZETTA DI MANTOVA
•
dal CORRIERE DELLA SERA
da BRESCIA OGGI venerdì 23 gennaio 2015 – PROVINCIA – Pagina 31 GARGNANO. I visitatori della fiera sul turismo prendono d´assalto lo stand benacense: così un furgone carico di dépliant è dovuto partire d´urgenza per Stoccarda Vola il tasso di interesse tedesco per il lago Luciano Scarpetta Il circuito allargato a Mantova e ai tesori di Santa Giulia fa riesplodere il feeling fra il Garda e la Germania Si consolida il trend del +6 % di presenze del 2013
Rassegna stampa gardesana
Herr Franz e ha sempre più voglia di lago di Garda e dintorni. Sembra proprio non tramontare mai l´appeal turistico del Benaco, almeno per i tedeschi, da decenni i più assidui frequentatori dei borghi della riviera. I NUMERI sono eloquenti: la Germania figura sempre al primo posto. Gli arrivi nel 2013 sono stati 459.308, le presenze 2.607.036, rispettivamente il 31,93% ed il 40,23% del totale. L´incremento di turisti e viaggiatori tedeschi è stato del 5,89%, quello delle presenze del 4,59%. Ma a confortare sono soprattutto le prospettive legate alla nuova stagione turistica. «Non è una valutazione empirica - spiega il direttore del Consorzio lago di Garda Lombardia, Marco Girardi - ma la constatazione di quello che stiamo riscontrando in questi giorni, al Cmt di Stoccarda, la più grande fiera pubblica del mondo, rivolta al turismo e al tempo libero, che ha aperto i battenti da sei giorni e che si concluderà proprio domenica». Nelle scorse ore è partito in tutta fretta dalla sede del Consorzio, a Villa di Gargnano, un furgone colmo di materiale pubblicitario per rifornire lo stand allestito in fiera, preso letteralmente d´assalto dai visitatori. «In questi giorni - commenta soddisfatto - i nostri dépliant e le brochure sono andati a ruba, tra gli 80mila visitatori che hanno affollato la fiera durante le prime giornate della rassegna tedesca». «La maggior parte delle richieste sono rivolte a un turismo attivo, che contempla la conoscenza del territorio in sella a una mountain bike, oppure il trekking e naturalmente gli eventi legati agli aspetti enogastronomici della riviera gardesana». C´è anche grande interesse per le meraviglie artistiche offerte dalla città di Brescia e dalla vicina Mantova: «Sta pagando - analizza soddisfatto Girardi - la scelta di presentarsi sul mercato internazionale con il brand unico "Garda" e i nuovi ingressi nel consorzio di Brescia e Montichiari (Mantova aderisce già da tre anni) stanno invogliando a visitare luoghi d´arte come Santa Giulia, il Capitolium, il Palazzo Ducale con le opere del Mantegna o altri musei minori». Secondo Girardi si tratta di luoghi «inequivocabilmente interessanti, ma fino a poco tempo fa poco conosciuti e ai margini dei consueti circuiti turistici dei tedeschi». La cronaca di questi giorni a Stoccarda racconta che «sono in tanti a sfogliare il materiale pubblicitario allo stand bresciano: moltissimi hanno manifestato la volontà di dedicare una giornata della loro prossima vacanza sul lago alla visita di questi luoghi». DOPO STOCCARDA il personalissimo tour promozionale del Consorzio farà tappa in altre fiere del settore, a Zurigo, Amburgo e a Erning in Danimarca. «Se il tempo sarà un po´ più clemente dello scorso anno - confida il direttore Marco Girardi - ci sono tutte le premesse per una stagione da grandi numeri». domenica 18 gennaio 2015 – PROVINCIA – Pagina 27 DESENZANO. Un´interpellanza della lista civica passa in rassegna un´impressionante serie di edifici semidiroccati C´era una volta l´immobiliare Ora i palazzi vanno in malora Alessandro Gatta In abbandono alberghi, capannoni e persino chiese La civica: «Un degrado ai limiti del rischio sanitario» Il sindaco: «Fermi al palo gli investimenti dei privati» Un´interpellanza di «Desenzano civica» diventa l´occasione per un censimento di tutti gli immobili in abbandono sul territorio desenzanese. Che iniziano ad essere tanti. Lontani sono i tempi d´oro dell´edilizia, quando ogni metro cubo disponibile attirava immediati investimenti privati: oggi interi complessi restano in malora per anni. NE ELENCA DIVERSI il consigliere comunale Paolo Abate, che in particolare chiede lumi sull´edificio di fronte all´Oasi San Francesco e della vecchia chiesa di San Martino.
Rassegna stampa gardesana
Il primo, tra via Agello e via Aureliano, tra hotel pluristellati e ville da miliardari, «versa in condizioni poco decorose e in permanente stato d´abbandono». Una situazione che si ripete per la zona dell´ex chiesa di San Martino, e che coinvolge tutto il vecchio borgo. «I residenti - scrive Abate - hanno più volte segnalato sporcizia, incuria, degrado, insetti e addirittura ratti». IL SINDACO Rosa Leso e il vice Rodolfo Bertoni allargano le braccia: «Sono situazioni che si trascinano da anni, e che neanche Abate quand´era assessore è riuscito a risolvere. Per la chiesetta parliamo di un´area privata, di proprietà di Società Autostrade. Tempo fa era stato presentato un progetto, ora è tutto fermo. Per l´area di San Francesco è in atto un contenzioso vecchio di 30 anni, che riguarda la destinazione d´uso dell´area: i privati la vorrebbero residenziale». ALTRI GRANDI COMPLESSI di cui rimane solo un guscio vuoto? Tanti. Per l´ex fabbrica Federal Mogul prosegue la bonifica del terreno, il resto è tutto fermo. Anche in questo caso c´è in ballo la destinazione d´uso: per il Comune rimane un´area produttiva e industriale, così come per la Fili Legnami. All´elenco non manca nemmeno il centro storico, ad esempio con la casa abbandonata di via Santa Maria, per cui sono già state emesse diverse ordinanze di messa in sicurezza. Altri edifici «caldi» sono l´ex albergo Ramazzotti e il palazzone di via Venezia, a Rivoltella: anche qui una proprietà privata, il Comune è potuto intervenire solo sul tema della disinfestazione dai piccioni. E i capannoni quasi nuovi e mai utilizzati: i ragazzi del Collettivo gardesano autonomo hanno svolto diversi presidi «volanti» per segnalare, alla zona artigianale della Pigna, a Rivoltella, «uno degli esempi più vergognosi del nostro territorio, con capannoni ancora invenduti e mai completati». Scheletri di tempi passati, di quando a Desenzano ogni metro cubo era un tesoro. sabato 17 gennaio 2015 – PROVINCIA – Pagina 31 ECCELLENZE&TERRITORIO. Il presidente della Repubblica ha ratificato la modifica del disciplinare di produzione Tutelare l´oro verde del Garda ultimo atto dell´era Napolitano Luciano Scarpetta I produttori dell´olio Dop esprimono soddisfazione «La denominazione ha unificato i tre i bacini lacustri Ora sarà più facile conquistare i mercati extra-Ue» Napolitano ha firmato il nuovo disciplinare|Gli olivicoltori del Benaco plaudono alle modifiche del protocollo Sui titoli di coda degli ultimi provvedimenti firmati dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, hanno trovato posto anche le modifiche al disciplinare di produzione dell´olio Garda Dop. In vigore dall´ormai lontano 1997, il vecchio regolamento non ha subìto stravolgimenti, ma importanti ritocchi come l´ulteriore abbassamento dell´acidità massima, per un olio che da sempre si distingue come il meno acido del mondo. Altri disciplinari al regolamento sono finalizzati a un più facile riconoscimento su scala mondiale di un prodotto d´eccellenza del made in Italy. Una curiosità: il nuovo capitolato pubblicato mercoledì sulla Gazzetta ufficiale e firmato dal capo dello stato mette nero su bianco la definizione per il Garda Dop di «Champagne dell´olio d´oliva». È significativo che il paragone qualitativo con lo Champagne sia messo per iscritto in un testo avente forza di legge. Sul nuovo disciplinare, l´accoglienza dei produttori è positiva. «In effetti – ha commentato il Presidente del Consorzio Olio Garda Dop Andrea Bertazzi - queste correzioni hanno sistemato alcune imperfezioni ormai datate, uniformando sostanzialmente la produzione e soprattutto aumentando la visibilità del marchio gardesano su scala internazionale». Nello specifico il protocollo racchiude ora sotto la denominazione di origine protetta «Garda» tutti e tre i bacini
Rassegna stampa gardesana
lacustri, lasciando facoltativo l´accompagnamento della menzione geografica aggiuntiva che può essere secondo i casi, Bresciano, Orientale o Trentino. «Nelle aree extra europee – spiega Bertazzi – c´è difficoltà a riconoscere le sottozone di produzione: così facendo si è voluto conformare la produzione creando, con l´allargamento del mercato, maggior fermento e migliori condizioni economiche tra gli olivicoltori che rimangono i principali protagonisti di questo sistema. L´obiettivo del Consorzio, infatti, è la tutela degli olivicoltori, perché senza di loro il nostro territorio rischia davvero di andare a remengo». Tra le altre modifiche introdotte c´è l´uniformità delle varietà di olivo utilizzate per la produzione nelle aree geografiche bresciane e orientali (sponda veronese e provincia di Mantova) che deve adesso necessariamente provenire da oliveti piantumati a Casaliva, Frantoio o Leccino per almeno il 55%. Percentuale che s´innalza fino all´80% per l´area trentina con l´aggiunta della varietà Pendolino. Ridotti inoltre i parametri di acidità che passano da un massimo di 0,6% al 0,5%. Alla voce «raccolta e rese» è specificato che le operazioni devono necessariamente compiersi entro il 15 gennaio di ogni anno non superando i 6 mila chilogrammi per ettaro coltivato a oliveto con una resa massima del 25%. La spremitura di olive ribattezzata champagne è un piacere per pochi La zona di produzione delle olive del Garda, è la zona più a nord al mondo per quanto riguarda la coltivazione dell´olivo, favorita dalla presenza del lago che mitiga l´escursione termica notte-giorno. Estati calde ma non afose e inverni solo relativamente freddi sono, infatti, le condizioni che rendono il clima benacense di tipo «mediterraneo», ideale per la coltivazione di queste piante. Nei secoli il paesaggio lacustre è stato fortemente caratterizzato dalla presenza di terrazzamenti che sin dal medioevo e Rinascimento hanno modificato e ridisegnato i pendii facendo posto agli oliveti e alle limonaie. Nel dopoguerra, con l´avvento del turismo la riviera benacense ha iniziato a essere riconosciuta anche come «riviera degli Ulivi» tanto da meritarsi a buon diritto in campo europeo per il prestigio e la tradizione della qualità del prodotto (poca ma eccelsa), il titolo di «Champagne dell´olio d´oliva». Anche se nell´ultima campagna olearia il raccolto e la produzione di olio Garda Dop hanno subìto soprattutto nella zona bresciana e orientale un notevole arresto per gli attacchi fungini e la mosca olearia, (sfociati nella richiesta dello stato di calamità naturale), in questi giorni il Garda Dop sarà comunque protagonista a Milano in occasione di Olio Officina Food Festival. La rassegna, giunta alla sua quarta edizione, è in programma al Palazzo delle Stelline dal 22 al 24 gennaio ed è dedicata agli oli da olive e ai condimenti. Il Garda Dop day è previsto nel giorno d´apertura durante il quale sarà mostrato con le proiezioni di video il legame del prodotto con il turismo, con assaggi, finger food, degustazioni e incontri.L.SCA. Torna all’elenco dei quotidiani
Rassegna stampa gardesana
dal GIORNALE DI BRESCIA
Torna all’elenco dei quotidiani
Rassegna stampa gardesana
da L’ARENA giovedì 22 gennaio 2015 – CRONACA – Pagina 12 CONSIGLIO REGIONALE. Approvate modifiche alla legge elettorale Regione, sì al limite dei due mandati Ma non sarà retroattivo, partirà dalla prossima legislatura. Bocciata doppia preferenza di genere Sì al limite massimo di due mandati quinquennali, in Consiglio regionale, ma solo a decorrere dal 2025. In pratica, la legge non ha valore retroattivo e non riguarda la legislatura (2010-2015) che si sta per concludere. Chi svolgerà i mandati 2015-2020 e 2020-2025 non potrà più, quindi, nel 2025, ricandidarsi. Bocciata, invece, la doppia preferenza di genere (cioè voto a un uomo e a una donna) per il Consiglio. Con 25 voti contrari (Lega, Futuro Popolare, Ncd, Pdl-Forza Italia Veneto, Rc e Unione Nord Est) 22 a favore (Forza Italia, Idv, Gruppo misto nella componente di Prima il Veneto, Pd e Costantino Toniolo del Ncd, due astenuti (Dario Bond PdL-Fiv e Stefano Peraro Udc) e il consigliere Stefano Valdegamberi (Fp) che non ha partecipato al voto, il Consiglio regionale ha bocciato l'emendamento proposto da Leonardo Padrin (Fi) che introduce nella legge elettorale regionale la retroattività del limite dei due mandati. Al momento del voto assenti il presidente Clodovaldo Ruffato (Ncd) e il consigliere della Lega Nicola Finco. Per il proponente Padrin attraverso l'emendamento proposto l'istituzione punta ad aprirsi verso i cittadini attraverso un meccanismo di rinnovamento della politica. La proposta, è risultata «demagogica» per il capogruppo della Lega Federico Caner, che ha ricordato «che la Lega propose in fase di discussione dello Statuto e della Legge elettorale il blocco per tutte le cariche, proposta respinta perché ritenuta incostituzionale e limitata ad assessori e presidente. Oggi diciamo che non è più incostituzionale e la vogliamo anche retroattiva». Contrari anche Pietrangelo Pettenò (Fsv), Nereo Laroni (Ncd), ed Elena Donazzan (Pdl) Per il veronese Giancarlo Conta (Ncd) si dovrebbe «votare un emendamento non sul limite dei mandati, ma per dire all'unanimità che siamo liberi di decidere se candidarci o no, sottoponendoci al giudizio dei cittadini». Lucio Tiozzo (Pd) ha fatto appello alla coerenza della maggioranza, «che ha dimostrato una spaccatura interna notevole». Soluzione inattesa invece sull'introduzione della «doppia preferenza di genere» allinterno della legge elettorale: è stato infatti bocciato l'articolo 2, che prevedeva la preferenza di genere proposto dal Pd. Pur avendo ricevuto 28 voti a favore, un solo voto contrario e 5 astenuti, l'articolo non è passato perché non ha raggiunto la maggioranza assoluta di 31 voti. Hanno votato a favore Ncd, Pd, Rc, Une, i veronesi Davide Bendinelli (Fi) e Gustavo Franchetto (Fp); contrario Raffaele Grazia (Fp); astenuti Stefano Valdegamberi (Fp), Bruno Cappon e Giuseppe Stoppato, veronesei della Lega, e il Gruppo misto ala Prima il Veneto. Non hanno votato i consiglieri della Lega Federico Caner, Stefano Falconi, Arianna Lazzarini, Giampiero Possamai; assenti al momento del voto di numerosi consiglieri di Fi, Lega e Pdl. «È vergognoso il comportamento di Lega e parte di Forza Italia che hanno fatto mancare voti che in commissione avevano assicurato il loro voto favorevole sulla doppia preferenza», dice il consigliere regionale del Pd, Roberto Fasoli, pure veronese. «Ricordo che è stato bocciato l'articolo proposto dalla commissione, non il nostro emendamento. Spero che le cittadine e i cittadini del Veneto se lo ricordino». Approvato anche, con 47 voti a favore e un solo astenuto, un emendamento della Giunta affinché le liste provinciali di Belluno e Rovigo (per le elezioni regionali del 17 maggio) siano formate da un numero di candidati non superiore a 5, rispetto ai due attuali. Il Consiglio prosegue oggi.E.G. sabato 17 gennaio 2015 – PROVINCIA – Pagina 35
Rassegna stampa gardesana
BRENZONE e MALCESINE. I due Comuni respingono la bozza di accordo per l'organismo di gestione di Iat e promozione «Senza alberghi e camping non si promuove il turismo» Gerardo Musuraca Bertoncelli e Trimeloni scrivono a tutti gli interessati: «Impossibile firmare se vengono escluse la principali categorie di settore» Si chiama Destination management organization del lago di Garda, non è ancora nata ma può già annoverare alcuni esclusi eccellenti. A protestare i Comuni di Brenzone e Malcesine. La nascita della Dmo gardesana, l'organismo individuato dalla nuova legge regionale sul turismo per la gestione di promozione e commercializzazione della destinazione e per gli Iat, dovrebbe essere ormai vicina, ma è quanto mai complicata. Dopo i serrati confronti dei mesi scorsi, infatti, si apre un nuovo fronte. Se si parla di turismo e di promozione del territorio del più grande lago italiano possono rimanere esclusi Federalberghi Garda Veneto e Assogarda Camping? Secondo Brenzone e Malcesine no. Ma, finora, tant'è. In questi giorni il sindaco di Brenzone, Tommaso Bertoncelli, e l'assessore al turismo di Malcesine, Elvira Trimeloni, hanno scritto ai 14 Comuni del Garda e dell'entroterra, alla Provincia, all'Aeroporto, alla Fondazione Arena, alla Fiera di Verona, alla Camera di Commercio e al Consorzio Lago di Garda è. Ovvero a tutti i soggetti coinvolti nell' operazione Dmo, per protestare. Ecco il motivo: il protocollo di intesa propedeutico alla creazione dell'organismo ha tralasciato, almeno in questa seconda stesura, le due associazioni di categoria. «Nel protocollo di intesa del 27 ottobre di cui abbiamo preso atto a Bardolino», scrivono Bertoncelli e Trimeloni, «figuravano anche le principali categorie produttive del nostro territorio: Federalberghi e Assogarda Camping. Riteniamo indispensabile il loro coinvolgimento». E ancora: «Ritenendo di non poter sottoporre la bozza di questo protocollo ai competenti organi per l' approvazione, chiediamo di modificare la bozza inviataci l'8 gennaio, così da poter procedere alla sottoscrizione del documento durante la riunione prevista per il 28 gennaio». Per quella data, infatti, è fissata una riunione nella sede della Camera di Commercio, a Verona. I due Comuni vogliono il reinserimento dei rappresentanti di albergatori e campeggiatori oggi esclusi, ritenendoli indispensabili quando si parla di turismo e promozione. Ma perché Federalberghi e Assogarda Camping sono rimaste fuori dal tavolo di concertazione sulle Dmo, mentre prima erano presenti? Una risposta univoca non c'è, ma dall'alto Garda sono convinti: «Non è stato un incidente di percorso». La certezza è però che, se Federalberghi e Assogarda Camping non rientreranno dalla porta principale, Brenzone e Malcesine faranno in modo che non si proceda. Le frizioni e i confronti non erano mancati nei mesi scorsi, specialmente tra alcuni dei protagonisti che si occupano oggi di turismo. Frizioni emerse sia pubblicamente, come quelle tra Federalberghi e il Comune di Bardolino, sia soltanto in seno alla riunione di fine anno di Federalberghi o comunque in contesti a porte chiuse. Sarebbe in atto, affermano i bene informati, «al di là delle dichiarazioni distensive, uno scontro per spostare più peso verso una fazione piuttosto che verso un'altra nella gestione della promozione turistica». Torna all’elenco dei quotidiani
da L’ADIGE
Rassegna stampa gardesana
Albergatori, nuovo fronte della rivolta Sulla tassa di soggiorno nasce un Coordinamento claudio chiarani RIVA - Arrabbiati e pronti a "tutto". Anche sui social network, con una bella pagina facebook creata pochi giorni fa in cui la foto di copertina ritrae una bimba con guantoni da boxe. Stiamo parlando del neonato "Coordinamento Operatori Turismo Trentino" che nella serata di lunedì scorso ha riunito presso l'hotel «Flora» di Riva, tra presenti e chi ha dato la propria disponibilità, quasi un centinaio di persone. A estendere loro l'invito Stefano Santorum, imprenditore alberghiero con le idee molto chiare sulle problematiche del comparto turistico del Garda trentino. «Sinceramente non mi aspettavo così tanta gente - afferma - perché avevo invitato una ventina di persone. Argomento una serata assieme per discutere delle nostre problematiche, per capire qualcosa di più sull'introduzione dell'imposta di soggiorno. Invece». Invece è arrivata tanta gente: una quarantina di albergatori, il presidente del Consorzio torbolano "Cento" Francesco Mazzoldi, Fabio Poletti, il presidente di Faita Trentino, la Federazione dei campeggiatori, Stefano Barbieri, che con Flavio Biondo è il promotore del movimento spontaneo legato alla categoria degli esercenti/commercianti, Carlo Modena, albergatore, consigliere comunale e ora presidente della nella neonata Pro Loco rivana, Elisa Resegotti presidente della sezione locale di Asat. «E tanti altri - aggiunge Santorum - che non mi aspettavo. Devo dire che la questione legata alla "gabella" è molto sentita, ma direi che evidentemente il livello di tassazione raggiunto è talmente trasversale da rivelarsi comune ormai a tutte le aziende. Forse in ritardo rispetto all'applicazione della stessa e a quanto espresso un anno fa in più sedi, ma ormai qui siamo». Cosa hanno intenzione di fare? «La Tassa di Soggiorno provocherà un nuovo aggravio a carico degli esercizi alberghieri - spiega Santorum - perché come ormai tutti sanno per la stagione 2015 il tributo sarà quasi completamente a carico degli albergatori (contrariamente a quello che si pensa). Poi abbiamo chiarito che, a differenza di quello che è stato dichiarato dall'Assessorato al turismo della Provincia, i dati statistici dimostrano nettamente che l'introduzione della tassa di soggiorno in Alto Adige ha causato un calo delle presenze». Il timore è che si ripeta la stessa cosa anche in Trentino. «In assemblea - prosegue Santorum - abbiamo cercato di convogliare la rabbia di tutti i partecipanti in questo senso, lo scopo è cercare d'individuare le migliori proposte atte a fermare l'applicazione del tributo per la stagione 2015, e magari fare tutti un passo indietro trovando veramente un accordo condiviso». Diverse le mosse ipotizzate. «Dall'uscita da Ingarda alla ricerca di fornitori fuori Provincia - spiega Santorum - per mettere in evidenza quanto il comparto pesi sull'indotto e sulle sue casse. Qualcuno non ha escluso di ridurre il personale, altri hanno proposto addirittura un'azione legale per incostituzionalità della norma. Infatti, la stessa ora come ora prevede un 50% di strutture soggette a imposizione, e un restante 50% che dal 1° maggio godrà di uno status di esenzione. Una cosa è certamente emersa da questo incontro: non siamo più disponibili a lasciare che la Provincia utilizzi le nostre attività come "bancomat" a seconda di come tira il vento». Come si vede la "battaglia" sulla tanto vituperata imposta che entrerà in vigore dal 1° maggio prossimo, è solo agli inizi. Intanto il Coordinamento ha fissato la prossima riunione entro una decina di giorni da quella tenutasi lunedì scorso, ma è altamente probabile che le ripercussioni all'iniziativa non si facciano attendere. Va ricordato che recentemente Luca Libardi ed Enzo Bassetti, rispettivamente presidente provinciale Asat e vice presidente provinciale Unat (le due associazioni che riuniscono gli albergatori provinciali) in conferenza stampa congiunta hanno espresso netta contrarietà all'imposta di soggiorno così come varata dalla Provincia, e definendo la stessa «una scorciatoia rispetto ad altre soluzioni adottabili per garantire il finanziamento privato, già esistente peraltro, alle aziende di promozione turistica». 23/01/2015 Il Garda, tra i 40 posti da vedere a 30 anni
Rassegna stampa gardesana
Curiosità Il nostro lago scelto dall'«Huffington Post» tra gli imperdibili Con comprensibile soddisfazione ieri InGarda segnalva come il nostro lago sia finito tra le 40 mete turistiche da vedere entro 30 anni scelte dall'«Huffington Post», ormai una delle testate online più lette non solo in Italia ma nel mondo. «Ci sono alcune destinazioni che tutti sognano di raggiungere un giorno: Parigi, Roma, Bangkok, Rio de Janeiro, Gerusalemme, Tokyo, New York, Buenos Aires, Pechino, Stoccolma. E vale davvero la pena vedere una volta nella vita la Cappella Sistina o i grattaceli americani. Ma a prescindere da quanto siano belli questi posti, ormai sono quasi "banali" e invasi dal turismo. Ci sono, invece, città magiche le cui culture e storie non sono state rovinate dall'omologazione che si vive oggi nel nostro mondo globalizzato. Ecco la lista dei posti fuori da ogni cliché, proposta da Elite Daily». Il " nostro" Garda - fa sapere la nostra promozione turistica - si colloca al 27° posto della classifica. Nel suo portale InGarda riporta anche la motivazione, in lingua originale: «Lake Garda, located in Northern Italy, is the largest lake in Italy. It's a great place to swim, and the views are exceptional. Not to mention, it's in Italy, where all of the food is amazing». L'«Huffington Post» è un quotidiano online e aggregatore statunitense fondato nel 2005 da Arianna Huffington, Kenneth Lerer e Jonah Peretti, e in breve tempo diventato uno dei siti più seguiti del mondo, numero uno della classifica Technorati, che vanta una media di interventi pari a circa un milione al mese e tremila blogger permanenti reclutati tra personaggi politici e dell'informazione. 23/01/14 Torna all’elenco dei quotidiani
dal TRENTINO Nonostante un’estate piovosa, il territorio continua ad essere un richiamo Benedetti: «Numeri positivi, ora attendiamo il calcolo della spesa pro capite» Presenze, 2014 record: toccata quota 3,1 milioni Nuovo record di presenze turistiche per quel che riguarda il Garda trentino: nel 2014 i pernottamenti sono stati 3.100.807, contro i 3.082.683 del 2013, i 3.085.515 del 2012, i 2.975.863 del 2011. Con novembre e dicembre sostanzialmente ininfluenti (45.100 presenze contro le 191.273 di ottobre e le 517.990 di agosto, nell'anno appena concluso, con proporzioni analoghe nei periodi precedenti), si confermano dunque le proiezioni di fine ottobre, quando per la prima volta era stata varcata già nei primi dieci mesi la quota di tre milioni di pernottamenti. Il territorio è dunque riuscito a sostenere l'impatto negativo causato da una "bella" stagione particolarmente piovosa, con il 2014 che ha chiuso con 1.589 millimetri di precipitazioni accumulate contro i 1.244 del 2013 e i 1.384 del 2012. Dopo un'ottima performance nei primi mesi e un sensibile calo estivo che non ha però pregiudicato il risultato finale d'insieme, il "rush finale" è arrivato grazie a un mese di ottobre migliore della media: 222.604 le presenze ottobrine del 2014, contro le 203.142 del 2013, le 207.050 del 2012, le 206.188 del 2011 e le 176.556 del 2010. Rispetto al 2013 (annata sostanzialmente identica nei totali rispetto al 2012), le presenze sui dodici mesi nel 2014 sono cresciute dello 0,6%, con un -2,6% tra gli italiani abbondantemente controbilanciato dal +1,3% tra gli stranieri, che complessivamente hanno un peso specifico assai maggiore (2.521.948 i pernottamenti di chi proveniva dall'estero contro i 578.823 dei connazionali), con un -0,7% nel comparto alberghiero (1.801.654 presenze) a sua volta compensato dal +2,4% nell'extralberghiero (1.299.153 presenze). Per quel che riguarda i singoli ambiti, cala leggermente Riva (-0,6%, con 1.542.508 presenze), cresce lievemente Nago-Torbole (+0,7% a quota 751.394), aumenta di molto Arco (+2,9%, 665.772 presenze, con un -2,7% nell'alberghiero ma un +5,0% nell'extralberghiero che
Rassegna stampa gardesana
all'ombra del castello è predominante), cala sensibilmente Tenno (-2,7%, 74.547 presenze), crescono di tanto ma pesano poco Dro e Drena (+7,7%, 66.586 presenze). Per quel che riguarda i principali mercati esteri, quelli tedescofoni, salgono Austria (+5,2% di presenze) e Svizzera (+7,5%), mentre per la Germania - colosso che garantisce il 46,7% dei pernottamenti totali - la crescita è stata del +1,2%. In calo Benelux (Belgio -7,9%, Paesi Bassi +0,4%), Scandinavia (Danimarca -13,6%, Finlandia -7,6%, Svezia -3,5% e Norvegia +4,5%), Regno Unito (-3,0%) e Irlanda (2,3%). Positive Repubblica Ceca +7,0%, Polonia +2,8%, Federazione Russa +7,7%, Repubblica Slovacca +14,7% e Ungheria +20,8%. «Molto positivi i dati - commenta il presidente di Ingarda Marco Benedetti - ma siamo in attesa di avere strumenti per misurare la qualità e la spesa pro capite di queste presenze. Chiediamo quindi ancora a Provincia e banche di darci una mano». 23/01/15 Ma i trentini protestano: «Altoatesini privilegiati». Slitta il parere sulla preferenza di genere Sindaci, indennità bloccate fino al 2020 TRENTO I sindaci di Alto Adige e Trentino restano tra i più pagati d'Italia, ma nei prossimi anni le loro indennità resteranno bloccate ai livelli attuali fino al 2020. E va precisato che un taglio del 7 per cento è stato effettuato a partire dall'aprile 2013 per effetto della legge regionale sui Comuni. I prossimi sindaci dunque guadagneranno quanto gli attuali, che guadagnano un po' meno del passato. Ieri il regolamento sulle indennità, approvato a dicembre dalla giunta regionale, ha ottenuto il parere favorevole del consiglio delle autonomie. Qualche esempio: l’indennità del sindaco di Trento è di 8771 euro (lordi), fino al 2013 era di 9432 euro; il sindaco di Rovereto è sceso da 8447 a 7855 euro; i sindaci di Riva e di Pergine da 7461 a 6938 euro; il sindaci di Borgo e di Cles da 3801 a 3534 euro. Ieri in consiglio delle autonomie sono stati numerosi gli interventi dei sindaci che hanno sottolineato la disparità delle indennità con i colleghi altoatesini e con i consiglieri regionali: a titolo di esempio, il sindaco di Bolzano ha un’indennità di 12.380 euro, quello di Laives (16 mila abitanti) guadagna 8662 euro, come il sindaco di Trento. A tale riguardo è stata auspicata una riflessione generale sul ruolo degli amministratori nel prossimo futuro, e richiesta anche la possibilità di disporre dei dati della spesa complessiva delle indennità a tutti i livelli. Il presidente del consiglio delle autonomie Paride Gianmoena ha ricordato come già nel marzo del 2013 sia stata decisa ed attuata la riduzione delle indennità del 7%. «Noi - ha detto - abbiamo dimostrato di avere già intrapreso, in maniera autonoma e in tempi non sospetti, la strada della sobrietà». È slittato invece alla prossima seduta, per mancanza del numero legale, il parere sul disegno di legge regionale sulla doppia preferenza di genere, che prevede, nei consigli comunali della provincia di Trento, la validazione della seconda preferenza solo se questa viene espressa per un candidato di genere diverso rispetto alla prima. In Trentino la presenza della componente femminile tra gli amministratori è del 26%; quella delle donne sindaco del 13%. Su questo punto è intervenuta l'assessora provinciale Sara Ferrari, prima firmataria del disegno di legge, che ha ricordato come la proposta vuole rendere il Trentino uguale al resto del Paese che, già nel 2012, ha legiferato in questo senso. (ch.be.) 22/01/15 Per “Spiagge Sicure” meno interventi sui laghi di Matteo Cassol wALTO GARDA È stata un'estate insolitamente "tranquilla", per il personale del servizio Spiagge Sicure incaricato di sorvegliare i laghi dell'ex C9: a fronte del consueto spiegamento di forze, tra bagnini e postazioni e mezzi dedicati, è precipitato sia il numero di interventi legati al recupero imbarcazioni (ridotto a circa un quarto di quello dei precedenti due anni) che quello relativo al recupero surf (più o meno la metà del dato medio dei sei anni prima). Secondo l'analisi dei referenti del servizio, l’andamento dell’interventistica ha visto una riduzione generalizzata in tutte le tipologie dovuta alla situazione meteorologica assai incerta, soprattutto nei mesi di luglio e agosto, che non ha favorito l’utilizzo delle spiagge e l'ingresso in acqua. Nel 2014 sono state attivate
Rassegna stampa gardesana
complessivamente 9 postazioni sulle spiagge del lago di Garda (più 2 unità mobili), 4 sul lago di Ledro e 2 sul lago di Tenno, per un totale di 1.131 giornate lavorative a terra e 134 giornate lavorative con gommoni. Nell'ambito degli specchi d'acqua oggetto di sorveglianza non si sono riscontrati incidenti mortali (e nemmeno interventi dell'elisoccorso) e complessivamente il numero degli interventi è risultato in netto calo: nel periodo tra il 30 maggio e il 9 settembre 2014 ci sono stati 4 principi d’annegamento, 4 interventi dell'ambulanza, 49 recuperi di imbarcazioni e 278 recuperi di surf. Nel 2013 (come nel 2012 e nel 2011) ci fu un annegamento e ci furono 3 principi di annegamento (7 nel 2012, 8 nel 2011, 10 nel 2010 e 11 nel 2009), 2 interventi dell'elisoccorso, 3 interventi del 118 per medicazioni (3 anche nel 2012, 9 nel 2011, 13 nel 2010, 10 nel 2009), 176 recuperi imbarcazioni (194 nel 2012, 93 nel 2011, 167 nel 2010, 129 nel 2009) e 482 recuperi surf (453 nel 2012, 549 nel 2011, 616 nel 2010, 566 nel 2009). Vista la sperimentazione di una nuova tipologia di torretta effettuata nelle stagioni 2011 e 2012 , anche nelle stagioni 2013 e 2014 sono state posate dalla ditta appaltatrice (la G & P Servizi snc di Posenato Niko & C.) undici nuove torrette d’avvistamento in quanto più funzionali ed esteticamente di migliore inserimento ambientale. Una postazione ha avuto un costo giornaliero di 135 euro più Iva. In totale il costo a carico dei Comuni è stato quantificato in 256.864 euro (191.018 per le postazioni a terra e 65.850 euro per le postazioni su gommone, in questo secondo caso suddivisi a metà come ripartizione dei costi tra Riva e Nago-Torbole), di cui 107.130 euro a carico di Riva, 41.625 euro a carico di Ledro, 22.540 euro a carico di Tenno e 16.870 euro a carico di Nago-Torbole, da versare alla Comunità di Valle Alto Garda e Ledro in quanto ente che coordina l’importante servizio. 19/01/2015 Albergatori-Provincia, è strappo Il decano dell'Università di Trento, il professor Italo Battafarano, ha emanato ieri il decreto di indizione delle elezioni per il nuovo rettore che guiderà l'Ateneo trentino per i prossimi sei anni al posto della dimissionaria Daria de Pretis (foto). Sono previste tre votazioni e un eventuale ballottaggio. Le elezioni sono state fissate in quattro giorni consecutivi: la prima tornata sarà martedì 24 febbraio; la seconda, eventuale, votazione sarà il 25; la terza, eventuale, sarà il 26, mentre l'eventuale ballottaggio è in calendario per venerdì 27 febbraio. Verrà eletto rettore il candidato che abbia riportato il voto della maggioranza assoluta dei votanti sempre che abbia preso parte alla votazione almeno un terzo degli aventi diritto. Se dopo tre votazioni nessun candidato risulterà eletto, si procederà a votazione di ballottaggio tra i due candidati nella terza votazione. La votazione di ballottaggio è valida qualunque sia il numero dei votanti. TRENTO Tra albergatori e assessorato provinciale al turismo, dopo anni di intese, è strappo, palese, dichiarato, rivendicato, sia per quanto riguarda la programmazione, che gli investimenti e il coinvolgimento delle associazioni di categoria. La conferenza congiunta di Unat e Asat di ieri nella sede di Confcommercio, per voce di Luca Libardi presidente Asat ed Enzo Bassetti vicepresidente Unat, ha dato sfogo a tutta la delusione e la preoccupazione, che la categoria ha espresso nei confronti della politica turistica provinciale, con il proposito di uscire da tutti i tavoli di lavoro del settore concordati. E la diatriba sulla tassa di soggiorno (1,3 euro al giorno le categorie a 3 stelle, 1,5 euro per i 4 stelle) è solamente la goccia di un vaso già colmo di contrarietà, una goccia economicamente pesante, in quanto l’imposta sul turismo, non venendo applicata all’extra alberghiero (seconde case, affitti) ma solo le imprese alberghiere, non corrisponderà più alla somma ipotizzata di 12 milioni di euro, ma si dimezzerà. “Oltre al danno economico – ribadisce Libardi – perdiamo anche l’occasione per avere uno strumento per far emergere i numeri di questo settore, che al momento sono soltanto a stima. Senza contare che l’imposta entrerà in vigore tra quattro mesi e non sappiamo ancora come sarà regolamentata. Il turismo estivo se la dovrà accollare in toto, visto che siti come Booking non la menzioneranno prima di vedere la delibera provinciale, mentre le prenotazioni partono adesso”. A fronte di pochissime richieste accolte da parte della Provincia sulla presenza dei 2/3 di privati nelle Apt territoriali, sul vincolo di destinazione in loco della tassa di soggiorno e di un parere vincolante delle Apt per la determinazione degli importi, le imprese alberghiere lamentano una lunga lista di istanze disattese. Il fondo
Rassegna stampa gardesana
immobiliare di gestione del patrimonio alberghiero ad esempio, il “Fondo salva alberghi” di 1,5 milioni di euro, che Libardi definisce irrisorio e che avvantaggerebbe solo le banche. Ed ancora l’esenzione dall’imposta di soggiorno dei rifugi escursionistici, come l’agevolazione Irap a favore delle imprese che finanziano le Apt e di quelle che incrementano i lavoratori stagionali. I rappresentanti degli albergatori rimarcano la sistematica elusione del protocollo di intesa dell’aprile 2014 sulle “Misure per lo sviluppo economico e del lavoro”. “Manca una visione prospettica sul futuro del settore, sui collegamenti con gli aeroporti, non è migliorato il sistema della promozione turistica e si tagliano risorse ad un settore che genera 3 miliardi di Pil, ma che investe più di tutti gli altri impiegando prevalentemente giovani. Mercoledì 21 gennaio è prevista la convocazione del “ Tavolo Azzurro” per la programmazione triennale del settore, ci sarete? “Al momento non ci sono le condizioni” - tagliano corto Bassetti e Libardi. (e.b.b.) 17/01/2015 Torna all’elenco dei quotidiani
dalla GAZZETTA DI MANTOVA La Regione e il ministero: i Comuni vanno ascoltati CASTIGLIONE DELLE STIVIERE Il dibattito sulla Tav entra nel vivo in questi giorni a seguito anche dell’importante incontro di martedì quando si sono riuniti nella sede del consiglio della Regione Lombardia a Milano gli assessori della giunta Maroni. Questi ultimi si sono impegnati a presentare e sostenere le principali ragioni espresse dal territorio in occasione della prossima riunione di giunta, richiedendo una nuova valutazione delle scelte progettuali. Hanno, inoltre, deciso di costituire immediatamente un tavolo permanente dedicato a questo tema cruciale per lo sviluppo di un territorio che rappresenta la seconda fonte di reddito dal comparto turistico di tutta la Lombardia. Al vertice erano presenti Alessandro Sorte (Infrastrutture e mobilità), Claudia Maria Terzi (Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile), Gianni Fava (Agricoltura), Viviana Beccalossi (Territorio, Urbanistica e Difesa del Suolo), il consigliere Fabio Rolfi, con Luca Formentini del Consorzio tutela del Lugana, Gabriele Lovisetto e Gianni Oliosi del Consorzio Colline Moreniche, Paolo Mayer del Consorzio Turistico Lago di Garda Lombardia, il professor Maurizio Tira del Comune di Desenzano, Ettore Prandini e Sara Paraluppi della Coldiretti e Francesco Martinoni dell'Unione agricoltori. Ma le novità non sono finite, perché il ministero dell’Ambiente con un documento ufficiale inviato a Cepav Due datato 23 dicembre chiede che si prendano in considerazione le valutazioni e le osservazioni elaborate dal territorio. «È comunque un dato importante – commenta il vicesindaco di Castiglione Claudio Leoci – perché vuol dire che al ministero hanno comunque preso in considerazione le osservazioni che abbiamo contribuito, come territorio, ad elaborare. Per quanto riguarda la posizione di Castiglione, ci teniamo a precisare che il nostro lavoro, a seguito anche di quanto discusso in sede di consiglio comunale, mira a riportare il tutto nelle mani del Governo che è chiamato, dunque, a rivedere l’opera nella sua integrità. Che poi questo porti alla decisione di non fare la Tav, è posizione che condividiamo, ma ciò che ci preme è anche che vengano valutate le posizioni di chi afferma la possibilità di ampliare e sfruttare la linea esistente, sia esso l’ampliamento dei binari esistenti, come afferma il progetto e l’appello di Legambiente, o un rafforzamento tecnologico e un potenziamento dei treni su quanto già esiste. Ciò che ci preme è che si prenda in considerazione, alla fine, l’impatto ambientale e il consumo di suolo che, invece, il progetto Tav ci sembra non tenere in considerazione». Luca Cremonesi 22/01/2015 Monzambano verso il voto La corsa parte a tre liste
Rassegna stampa gardesana
di Francesco Romani wMONZAMBANO Situazione ancora fluida in vista del voto amministrativo della prossima primavera. Per ora si parte da tre possibili formazioni e due disponibilità pubblicamente espresse: quella del sindaco uscente, Angiolina Bompieri, e quella di Gabriele Stefanoni (Lega Nord). Quest’ultimo, leader di una delle due opposizioni, quella moderata, si propone come elemento di mediazione per riunire le minoranze superando gli orientamenti partitici. Il centro sinistra, oggi seconda opposizione, al momento è alla finestra, in attesa di vedere gli sviluppi del dialogo con Stefanoni, ma anche del progetto di un gruppo di giovani, Cantiere Monzambano 2015, gruppo che rappresenta una delle novità di questa fase pre elettorale. Un elemento che ancora tiene in surplace la situazione politica, è il rapporto fra sindaco ed ex. Angiolina Bompieri e Maurizio Pellizzer vengono dati dagli avversari in rotta di collisione. Quanto ci sia di vero in questo è tutto da vedere. Anche se le scaramucce pre-elettorali non mancano, i nodi verranno al pettine più avanti. «Stiamo elaborando la nostra proposta – conferma Angiolina Bompieri, sindaco uscente –. La mia disponibilità a una ricandidatura si basa su quanto fatto sinora che ritengo vada portato a compimento. All’interno del mio gruppo ci sarà un rinnovamento. Nel senso che alcune delle persone elette cinque anni fa non hanno rinnovato la propria disponibilità, per diversi motivi. Per questo ci sarà un rinnovamento, pur nella continuità con la maggioranza attuale». I primi passi informali sono già stati fatti, con la “spunta” delle disponibilità interne. Ora la lista, dalla prossima settimana, si incontrerà con le altre forze politiche per verificare le eventuali possibilità di dialogo. «Ovviamente incontreremo Stefanoni ed anche il Cantiere 2015. La nostra, in ogni caso, sarà sempre una civica». La disponibilità di Stefanoni ha, dalla sua, il pregio della chiarezza. «Io credo che Monzambano abbia l’occasione di prendere il treno del cambiamento – spiega –. Io mi sono reso disponibile a guidare le opposizioni riunite sotto un’unica civica. Ma non perché voglio fare il candidato sindaco a tutti i costi. Ma perché la mia esperienza di opposizione di questi cinque anni sta a dimostrare che posso rappresentare la svolta. Se qualcuno vuole invece fare inciuci o la pensa diversamente, niente male. Farò altro». 18/01/2015 Torna all’elenco dei quotidiani
dal CORRIERE DELLA SERA Venerdì 23 Gennaio, 2015 - BRESCIA Tav per Verona, oggi il via libera della Regione confermati lo shunt e la stazione di Montichiari Parolini: «Azzerare le cave e ridurre l’impatto dei cantieri. Garanzie sul servizio della linea storica» Sì allo shunt, con stazione a Montichiari, no alle cave di prestito, riduzione dell’impatto dei cantieri, garanzie per i pendolari e sul servizio che resterà sulla linea storica. Sono le richieste che Regione Lombardia metterà nero su bianco oggi, nel corso della riunione di giunta, durante la quale sarà approvato il «parere» sul progetto definitivo dell’alta velocità tra Brescia e Verona. Progetto che Italferr e Cepav Due hanno consegnato a settembre. Pian piano enti, consorzi, privati hanno inviato le loro osservazioni: 225 quelle raccolte dal Ministero dell’Ambiente, dove è in corso la Valutazione di impatto ambientale per le parti del progetto variate rispetto al preliminare del 2003. Nel frattempo il 23 dicembre proprio il Ministero dell’Ambiente ha chiesto «integrazioni» e «approfondimenti» ai progettisti di Cepav Due, da depositare entro 30 giorni, prima di «concludere l’istruttoria». Raccolte le osservazioni, spetterà al Ministero delle Infrastrutture chiudere la fase istruttoria e consegnare il progetto definitivo (eventualmente corretto) al Cipe per l’approvazione. I cantieri, confermano dal Ministero, dovrebbero partire entro giugno, segno che è difficile pensare a una riforma radicale del progetto. Intanto la Regione oggi fisserà i suoi paletti. Come già nel 2003, punto fermo sarà la «prescrizione» per la stazione a Montichiari e lo shunt che bypassa la città. «Lo shunt ha un doppio significato —
Rassegna stampa gardesana
anticipa l’assessore regionale Mauro Parolini — quando la linea si estenderà fino a Venezia ci saranno treni che non fermeranno a Brescia e il passaggio a sud eviterà l’impatto insostenibile dei convogli sulla città. Inoltre dobbiamo guardare in prospettiva allo sviluppo dell’aeroporto di Montichiari: con autostrade e Tav diventerà un polo intermodale di prima importanza». È vero, al D’Annunzio si partirà con le merci, «ma il cargo potrà essere volano per i passeggeri, come è stato a Orio». E ieri Ryanair ha confermato il ritorno al D’Annunzio da ottobre. Per l’uscita dalla città, secondo Parolini, è però «indispensabile» pensare a un quadruplicamento dei binari, per evitare la strozzatura verso Verona. Un’altra prescrizione riguarda le cave di prestito: l’assessorato all’ambiente ne chiede una «radicale riduzione»; «io avrei preferito una formulazione più categorica, ovvero l’eliminazione» ammette Parolini. La Regione punta poi a ottenere garanzie per i pendolari: «Sulla linea storica va mantenuta la frequenza attuale, così da garantire i collegamenti tra Milano e la zona del Garda. Solo così la città lineare si rafforza». Ci sono poi gli impatti dei cantieri, che vanno ridotti: «Al sito Unesco del Lavagnone, per esempio, prescriviamo di spostare il cantiere e allungare la galleria, così da evitare disagi all’azienda agricola Il Serraglio». Anche per il Lugana si punta a «ridurre al minimo le aree occupate e l’impatto sul territorio». Insomma, spiega Parolini, il parere della Regione vuole «cogliere appieno le opportunità di sviluppo offerte della Tav, senza che i benefici siano annullati dai possibili impatti negativi dei cantieri». Davide Bacca Venerdì 23 Gennaio, 2015 - BRESCIA Gestore dell’acqua le aziende bresciane pronte alla fusione Ultima chiamata per Garda e Valle Camonica Il via libera dovrà arrivare nell’arco di «poche settimane». Tempi stretti, perché lo Sblocca Italia ha fissato un «termine perentorio» per la nascita del gestore unico del servizio idrico: 30 settembre 2015. Operazione accarezzata da anni, ma sempre rimasta in stand by, vuoi per qualche gelosia di campanile, vuoi perché non è facile mettere insieme un territorio vasto e frammentato come quello bresciano, dove vi sono sette aziende che gestiscono acquedotti e fognature più un nucleo di comuni che fa da sé, «in economia». Ora però, sull’onda della novità normativa, pare sia la volta buona. E anche i «ribelli» di Garda e Val Camonica sarebbero pronti a giocare questa partita fin da subito, da protagonisti, non «precettati» per obbligo di legge. La «svolta» è il frutto del pressing politico del sindaco del capoluogo Emilio Del Bono e del presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli. Il primo è stato il fautore dell’intesa tra A2A Ciclo Idrico, Aob2 (Cogeme) e Asvt, società che insieme servono l’80% della popolazione e che potrebbero rappresentare il nucleo per la «fusione» nel nuovo soggetto. Il secondo ha ricucito con i territori da sempre più perplessi, la Val Camonica, dove la gestione è «in economia», e il Garda, con Garda Uno, che aspirava a un’ambito autonomo per il Benaco. Lo Sblocca Italia è però netto: il gestore unico deve coincidere con i confini provinciali, non sono possibili sub-ambiti. Il tema è complesso, ma riguarda la qualità dell’acqua che entra nelle nostre case, quella dei nostri fiumi e dei nostri laghi. L’acquedotto è un colabrodo, con una dispersione media del 39% (nel 2013 si sono «buttati» 61 milioni di mc d’acqua); 63 comuni sono sotto procedura d’infrazione Ue per mancata depurazione; servono investimenti su fognature e nuovi impianti, i depuratori di Val Trompia e Garda. Per poter sostenere questi investimenti (in tutto 800 milioni) serve un soggetto di scala, con patrimonio e concessione tali da poter contrattare i prestiti con le banche. Il 16 gennaio, in un vertice in Broletto con 27 comuni e 3 comunità montane, si è individuata una sorta di road map: «A2A, Asvt e Aob2 stanno ragionando da mesi sul gestore unico — spiega Del Bono — ma è un percorso inclusivo, che vuole coinvolgere anche Garda e Valcamonica. Abbiamo bisogno del gestore unico, non solo perché ce lo dice la legge, ma per rendere migliore la qualità delle nostre acque. Da azionista di A2A assicuro che non c’è nessuna idea espansiva da parte della società, siamo disponibili al dialogo anche sulla governance. Serve uno sforzo politico da parte dei comuni, una cessione di sovranità che porti benefici a tutti». Una sorta di «ultima chiamata» per Garda e Valcamonia: il gestore unico nascerà comunque e dovrà includere quei territori. «L’obiettivo è fare questo percorso insieme, fin da subito — spiega Mottinelli — garantendo a tutti la giusta attenzione territoriale». L’idea è quella di una
Rassegna stampa gardesana
fusione tra società, con ciascuna azienda che conferisce impianti e patrimonio al nuovo soggetto. In Val Camonica si sta dando vita alla Società Idrica di Valle per favorire la futura fusione; gli incontri con i sindaci del Garda stanno dando segnali incoraggianti e il 2 febbraio è in agenda un incontro decisivo. La Provincia, «casa dei comuni», è pronta a mettere 10 milioni, così da «garantire» le comunità più piccole. Si tratterebbe di un affidamento a una società mista (pubblico-privata), anche se si sta studiando la strada di una sorta di «super-salvaguardia». Insomma, il tempo stringe, ma, secondo Del Bono, siamo vicini a una «svolta epocale». Davide Bacca Giovedì 22 Gennaio, 2015 - CORRIERE DEL VENETO - VENEZIA Cento giorni all’Expo: ritardi, progetti annullati e il Comitato in uscita VENEZIA Se ci fosse stato (ma non c’è perché evidentemente nessuno ci ha pensato) l’orologio ieri avrebbe segnato per l’ultima volta un numero a tre cifre. Mancano ormai 99 giorni all’inizio dell’Expo che a Venezia ha la sua appendice, a vedere gli avvenimenti degli ultimi giorni un po’ sfilacciata. Il Comitato potrebbe essere sciolto già oggi se il board seguisse la proposta del commissario Vittorio Zappalorto e del presidente delegato Matteo Zoppas («Fatto il master plan, il compito del Comitato è terminato», hanno detto), alcuni progetti sono stati cancellati, altri devono ancora partire, non è stato ancora fatto un piano trasportistico, a Marghera a ridosso del cantiere del padiglione Aquae di Expo Venice (l’unico evento stanziale dell’esposizione veneziana) le strade sono ancora dissestate e la viabilità assomiglia più a quella di una zona industriale abbandonata che a un nuovo quartiere fieristico. Ci deve pensare il Comune che sta attivando in questi giorni gli operai per finire in tempo. Il master plan mette in fila una settantina di progetti che puntano a valorizzare le eccellenze del territorio: dalle valli da pesca ai vigneti, dall’enogastronomia all’archeologia, dalle ville venete alla navigazione fluviale. Alcuni probabilmente non partiranno nemmeno: «Non so cosa potremmo fare, il nostro progetto di recupero di vini e vigneti è indipendente dall’Expo, vedremo se ci saranno possibilità di integrazione», dice Giorgio Piazza, presidente della Coldiretti. Altri sono già stati cancellati, come i due che aveva presentato — e ottenuto il marchio «Venice to Expo 2015» — la Curia di Venezia. Era previsto un percorso artistico nelle chiese (comprese San Marco e Salute) legato all’acqua con tanto di concerto in Basilica (poi esportato anche a Milano) , e uno invece che sviluppava il tema del pane e del cibo legato ai dipinti delle chiese del centro storico. Novantamila euro il primo, 45 mila l’altro, non hanno ottenuto nessun contributo se non 800 euro. Praticamente niente, e la parola fine scritta anticipatamente, anche se l’idea di «Cibus@cenae» verrà mantenuta e ripresa in tono minore durante la Quaresima in alcune parrocchie. Non è un caso se rimangono i progetti che hanno alle spalle soggetti più forti e formati come sono l’Ente Bilaterale Turismo (alla scoperta delle nuove vie lagunari su antichi percorsi veneziani tra cultura e sostenibilità), o il Ciset di Ca’ Foscari sul museo diffuso della laguna veneziana e dei sapori connessi. Entrambe da sole hanno avuto la funzione di collettore mettendo insieme aziende del territorio in cui vivere esperienze di un turismo responsabile. Forse è il ruolo che avrebbe dovuto avere il Comitato Expo Venezia: coordinamento ma anche sostegno e supporto delle decine di progetti (ne sono arrivati oltre 170) del master plan. Il rischio, come ammette anche Mara Manente direttrice del Ciset, «è di disperdere un grosso lavoro se andremo tutti in ordine sparso». Non è sicuramente il caso del museo diffuso della laguna grazie al quale il Ciset è riuscito a creare delle reti di impresa che puntano a valorizzare gli ambiti della laguna attraverso visite, percorsi e pacchetti da offrire ai visitatori appoggiandosi a Slow Venice. L’iniziativa dell’Ebt punta invece più a un turismo stanziale attraverso la scoperta enogastronomica, paesaggistica, storica e archeologica della laguna con tanto di certificato di «turista responsabile» a chi affronta i percorsi navigabili da Chioggia a Caorle. A tre mesi dall’Expo veneziano le informazioni — ufficiali — ancora non ci sono, per averle bisogna cercare e contattare uno ad uno i singoli promotori. Manca anche il sito internet, da non confondere con quello di ExpoVeneto (in 26 lingue) che mette insieme le esperienze e gli eventi che oltre 700 aziende venete hanno organizzato per i sei mesi dell’esposizione, che puntano a valorizzare il territorio. «C’è un ritardo organizzativo», dicono all’Ente Bilaterale Turismo. «E’ un anno e mezzo che lo
Rassegna stampa gardesana
diciamo», aggiunge Manente. Lo sa anche Zoppas che lo addita a lentezze burocratiche e al cambio al vertice dell’associazione dopo le dimissioni del sindaco. Lo conferma anche il fatto che solo in questi giorni il segretario esecutivo (e presidente di Vela) Piero Rosa Salva sta concludendo un accordo con l’Expo di Milano per la vendita da parte della società del Comune dei biglietti dell’esposizione che comincia l’1 maggio. Ci sarebbe poi il capitolo dei collegamenti, visto che sono stati individuati otto nodi di interscambio. Ma anche qui non c’è nessuna traccia, forse perché la convinzione è che l’Expo non porti chissà quanti turisti in più a Venezia. Torna all’elenco dei quotidiani
A cura dell’Ufficio Stampa della COMUNITÀ DEL GARDA Villa Mirabella Via dei Colli 15 25083 Gardone Riviera (BS) Tel. +39 0365 290411 - Fax +39 0365 290025