CONOSCERE LA SCUOLA guida per le imprese
PREMESSA II sistema industriale della nostra regione, in una situazione congiunturale difficile e complessa come quella attuale, per rimanere competitivo sui mercati internazionali e affrontare i necessari processi di trasformazione basati sull'innovazione e sulla specializzazione dei prodotti e dei processi produttivi, necessità di competenze tecnico scientifiche sempre più elevate. Prioritaria in tal senso è la collaborazione tra il mondo delle Imprese e quello della Scuola: un raccordo costante e proficuo è indispensabile per favorire il diffondersi della cultura del lavoro e, nello stesso tempo, anche la valorizzazione dello studio e dell'impegno personale. Per l'impresa, la messa a sistema di una collaborazione fattiva con la Scuola, significa una grande opportunità per affermare l'importanza del proprio ruolo sociale e per dare un contributo importante alla definizione dei percorsi formativi che dovranno essere: - progettati anche tenendo conto delle esigenze delle imprese ; - rispondenti , ai profili professionali richiesti; - garantire l’acquisizione di quelle competenze necessarie per entrare nel mondo del lavoro in modo adeguato. Oggi le aziende infatti, sempre più richiedono alla scuola di fornire ai giovani, oltre che una preparazione tecnica, una formazione in grado di far acquisire quelle competenze fondamentali così dette “meta competenze” quali ad esempio il saper essere, il saper stare, la capacità di rapportarsi e di lavorare con gli altri in un sistema complesso come quello aziendale. Competenze fondamentali per potersi inserire nel mondo dell’lavoro in modo efficace e positivo. La riforma della scuola superiore, approvata dal Consiglio dei Ministri il 4 febbraio 2010, favorisce in maniera significativa il dialogo e il confronto tra la scuola e il mondo produttivo. L’incoraggiamento che ne deriva è quello di operare in forte sintonia e di favorire una sperimentazione di modelli di collaborazione attiva. La Provincia di Bologna, da sempre attenta a favorire le relazioni scuola-territorio-mondo del lavoro, ha promosso il progetto “Realizzazione di interventi informativi, formativi e di supporto al sistema produttivo provinciale in tema di riforma del sistema dell’istruzione, all’interno del “Servizio di supporto alle relazioni scuola-territorio-mondo del lavoro” dove Unindustria è partner. L’obiettivo del progetto è definire le linee guida per la realizzazione d’interventi informativi e formativi per il sistema produttivo provinciale sul tema della Riforma del Sistema dell’Istruzione. All’interno di tale progetto Unindustria Bologna mette a disposizione un’agile strumento che, possa aiutare gli imprenditori a comprendere meglio come funziona il mondo della scuola ed in particolare viene approfondita la parte della riforma relativa alla costituzione dei Comitati Tecnico Scientifici d’Istituto (CTS). Ci auguriamo,che tale lavoro, possa essere una utile guida per coloro che vorranno contribuire a fornire ai giovani gli strumenti del sapere e del fare, indispensabili per affrontare il cammino della vita con le migliori prospettive. Le imprese del territorio, pur essendo positivamente orientate al raccordo con la scuola, sono disorientate di fronte allo strumento del CTS ed è pertanto necessaria un’informazione in merito, che evidenzi anche quale possa essere in esso il ruolo delle Associazioni e delle singole imprese. L’Associazione, nell’intento di favorire il raccordo tra scuola ed impresa e per garantire che la presenza imprenditoriale negli Organi di governo della scuola sia portatrice delle reali esigenze dell’intero tessuto produttivo, si mette a disposizione del sistema imprenditoriale del territorio bolognese attraverso: - la redazione della guida “Conoscere la scuola”; - la creazione di una sorta di “Albo” degli imprenditori e manager disponibili ad a partecipare ai CTS a cui le scuole potranno far riferimento; - La proposta di costituzione di un gruppo di lavoro scuola-impresa denominato “CTS IN RETE” a cui affidare il compito di supportare l’istituzione dei CTS, la loro attivazione e fornire linee di riferimento per la loro gestione. l’Associazione, quindi opererà quale punto di riferimento e di coordinamento delle imprese nel rapporto con la scuola al fine di supportale, nel rispetto dell’alterità di ciascuna scuola e territorio, ma in una logica di omogeneità di interventi e condivisione di azioni ed obiettivi.
IL RIORDINO DELLA SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE IN PILLOLE. Riferimenti legislativi.
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D.L. 112 del 25 giugno 2008, art.64, convertito con modificazioni dalla Legge 6 agosto 2008, n. 133 ha previsto la revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico attraverso regolamenti. Con la L.40/2007 art. 13 non sono più contemplati il Liceo Economico e il Liceo Tecnologico ed è ricostituita l’Istruzione Tecnica e Professionale. L. 14/2009 ha previsto l’avvio del sistema dei Licei.
Parole chiave della riforma : autonomia e flessibilità. Le scuole possono apportare modifiche coerenti con il profilo deciso dal ministero utilizzando la quota del 20% prevista dall’autonomia in tutte le scuole a cui si aggiunge la quota variabile di flessibilità per le materie di indirizzo nel triennio dei tecnici e dei professionali ( in questi ultimi è applicabile fin dal primo biennio). Nel piano di studi dei licei tale opportunità risulta ampliata per il secondo biennio fino ad una quota massima del 30%, ma vengono introdotti vincoli per i quali a saldo dell’intero quinquennio nessuna disciplina può essere ridotta di più di un terzo del totale e nel quinto anno nessuna disciplina tra quelle obbligatorie può essere eliminata dal piano.
Elementi di novità organizzativa.
Sinergie possibili: realizzare “alleanze formative” sul territorio con il mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca
LA NUOVA SECONDARIA SUPERIORE
L’INTERAZIONE FRA SCUOLA E IMPRESA Tra gli attori che oggi devono affiancare la scuola nel suo difficile ma auspicato passaggio da scuola dell’insegnamento a scuola dell’apprendimento, da una formazione di tipo nozionistico a una formazione “per competenze”, l’impresa sicuramente riveste un ruolo strategico fondamentale e la convergenza nell’azione o
meglio l’alleanza fra questi due mondi renderà certamente più efficace questo passaggio. E ciò è tanto più vero se si pensa all’istruzione tecnica e professionale, che dal rapporto con il tessuto produttivo del proprio territorio trae le ragioni della propria esistenza. Condizione necessaria perché si instauri una collaborazione proficua fra scuola e impresa è l’assunzione di responsabilità da parte di entrambe le parti: la scuola svolgendo appieno il proprio ruolo di formazione in ambito scolastico, l’impresa dimostrando nei fatti la propria capacità sia di proporsi come luogo di apprendimento sia di sapere utilizzare e valorizzare le competenze acquisite dai neo-diplomati inserendole in un quadro di autentico sviluppo del territorio.
PERCHE’ L’IMPRESA DEVE INTERESSARSI AI GIOVANI E ALLA LORO FORMAZIONE. La riforma della scuola e la prevista partecipazione delle imprese ai CTS, rappresenta senza alcun dubbio un’occasione da non perdere per mettere a sistema e diffondere un modello di rapporto virtuoso che oggi coinvolge, sia nelle scuole sia nelle imprese, un numero di attori ancora troppo limitato. Vale dunque la pena interpretare l’istituzionalizzazione del raccordo, tramite l’ingresso delle aziende in uno degli organi di governance della scuola, come uno stimolo affinché: - Il mondo delle imprese diventi sempre di più un contesto cognitivo di riferimento per la scuola in quanto sede di relazioni sociali importanti per fornire ai giovani conoscenze aggiornate non solo nell’ambito delle applicazioni tecnologiche ma anche sull’organizzazione del lavoro e sulla cultura d’impresa . - la scuola , in quanto luogo deputato all’ apprendimento e alla conoscenza, costituisca per le imprese non solo un serbatoio da cui attingere talenti e profili qualificati ma un terreno dove impegnarsi affinché formazione e professionalità opportunamente intrecciati e coniugati contribuiscano in modo significativo allo sviluppo economico e sociale del nostro paese. Compito della scuola e fornire competenze e abilità trasversali “meta competenze” e professionali che servano ai giovani nell’inserimento e nella permanenza nel mercato del lavoro aiutandoli a diventare protagonisti del proprio futuro. Deve “insegnare ad apprendere ” cioè imparare a utilizzare in modo efficace il patrimonio individuale di conoscenze e competenze acquisite, per produrre nuovo valore attraverso il lavoro. L’impresa d’altro canto può cogliere l’occasione di affiancare la scuola in questo suo “non facile” compito formativo, offrendo stimoli, suggerimenti e proponendo concrete occasioni di crescita, con l’obiettivo di: -
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Confrontarsi sulla determinazione degli indirizzi e dei curricula per rendere la scuola maggiormente capace di cogliere e dare risposta ai fabbisogni dei settori produttivi di riferimento operanti sul territorio. Collaborare con la scuola nella programmazione e nella realizzazione di attività e strategie formative che, nell’ambito dell’autonomia didattica e delle quote di flessibilità, meglio colleghino l’imparare al fare (alternanza scuola lavoro, attività di laboratorio, lavoro per progetti, contratti di docenza con esperti esterni etc.). Aiutare la scuola nel difficile compito di fare acquisire ai giovani, la capacità di creare, progettare e fare impresa per partecipare attivamente allo sviluppo economico del Paese. Rendere i giovani consapevoli della complessità del “sistema impresa” consentendo loro di sperimentare la dimensione lavorativa di un’impresa a 360°. Contribuire a sviluppare nei giovani la capacità di lavorare con gli altri attraverso metodologie di apprendimento in team. Promuovere l’uso della conoscenza in un’ottica di orientamento al risultato, superarmento delle difficoltà e soluzione dei problemi. Diffondere la cultura del lavoro e il ruolo sociale dell’impresa.
L’IMPEGNO DI CONFINDUSTRIA TRA PASSSATO E FUTURO. L’attenzione costante di Confindustria per i temi dell’istruzione e della formazione nasce da lontano ed è stata un elemento non trascurabile dell'interesse imprenditoriale fin dal secondo dopoguerra. In quel periodo era riconosciuta, infatti, come prioritaria la necessità di creare scuole tecniche e professionali in grado di assicurare al maggior numero di cittadini un’adeguata formazione professionale di base. Negli anni settanta si è andata sviluppando l'esigenza dì fornire al mondo degli insegnanti gli elementi essenziali di cultura industriale. Negli anni ottanta-novanta è cresciuta l'attenzione degli industriali alla qualità della scuola e dell'università: è nata così la politica delle intese e sono state sottoscritte importanti convenzioni tra Confindustria e Ministero della Pubblica Istruzione e dell'Università. Le profonde trasformazioni che l’innovazione tecnologica ha introdotto nelle aziende hanno richiesto alla scuola una maggiore formazione di base per tutti, fino ad arrivare al momento attuale in cui gli obiettivi formativi, legati alla crescita delle persone, tendono a coincidere con quelli dell'occupabilità dei singoli e con quelli della competitività delle imprese. Lo sviluppo di competenze sociali e di base è indispensabile sia per il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza che per la crescita professionale. La distinzione 'sapere' - 'saper fare' va Interpretata non come contrapposizione fra due modi di essere della conoscenza, ma come complementarietà tra linguaggi e competenze diverse. Per questo oggi Confindustria è impegnata al fianco delle istituzioni educative con í giovani e per i giovani La riflessione sulla necessità di integrazione del sistema di education e sulle conseguenti linee strategiche su cui indirizzare le attività confindustriale per il futuro, nasce dalla consapevolezza del ruolo delle imprese quali promotori di innovazione culturale e “anticipatori” del cambiamento.
LA CENTRALITA’ DELL’IMPRESA NEL SISTEMA FORMATIVO. L’impresa, come la scuola, può essere considerata un’agenzia formativa, un luogo di apprendimento di competenze non solo professionali ma anche sociali e personali. Gli obiettivi formativi della scuola e dell’azienda ovviamente non coincidono, ma possono avere molti punti di contatto e la loro collaborazione, se realizzata nel rispetto dell’alterità di ciascun soggetto, può produrre un deciso innalzamento nella qualità degli apprendimenti. L’impresa non è solamente un importante destinatario delle competenze professionali formate dalla scuola tecnica ma è anche la sede dove sono apprese molte delle cosìdette meta competenze che fanno parte del profilo educativo, culturale e professionale dei giovani diplomati degli istituti tecnici. In quest’ottica il raccordo tra scuola e impresa può diventare la proficua collaborazione tra due agenzie formative, che producono analoghe competenze attraverso percorsi differenziati. La collaborazione con la scuola in una logica di Governance, in forza della quale le imprese sono coinvolte con le loro prerogative e potenzialità in una prospettiva di rete e di strutturazione di un vero sistema formativo, va pensata come una modalità efficace per garantire al maggior numero possibile di giovani diplomati l’acquisizione di un’elevata padronanza di quelle competenze chiave indispensabili per la crescita del sistema produttivo. La partecipazione alle attività del comitato tecnico scientifico istituito dalla riforma (CTS) costituisce quindi un’occasione per sviluppare l’incontro.
CTS: UN’OCCASIONE DA NON PERDERE Dall’1 settembre 2010 è entrato in vigore il Riordino degli Istituti Tecnici e Professionali. Fra le possibili novità che prevede molte coinvolgono direttamente le imprese:
La creazione dei Dipartimenti Il potenziamento dei laboratori, degli stage, dell’alternanza L’istituzione del Comitato Tecnico Scientifico “CTS”
Per contribuire al rilancio degli Istituti tecnici e Professionali e al miglioramento della loro offerta formativa è necessario essere informati su quel che succederà, e sulle concrete opportunità di partecipazione. Questa guida vuole prendere in esame in particolare gli aspetti connessi al ruolo attivazione.
dei CTS e la loro
CHE COS’È IL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO (CTS)? Come previsto dal Regolamento di Riordino degli Istituti Tecnici , le scuole possano avvalersi della consulenza di un Comitato Tecnico Scientifico quale supporto ai processi decisionali finalizzati all’elaborazione del piano dell’offerta formativa. Il CTS , costituito dal dirigente scolastico, è composto in modo paritetico (non è vincolante) da docenti e da esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca scientifico-tecnologica in relazione ai settori di riferimento. L’Associazione, nel processo di attivazione dei CTS si mette a disposizione delle imprese e delle scuole per svolgere un ruolo di coordinamento e di indicazione di nominativi per i componenti dei CTS per il settore di proprio riferimento e rappresentanza. Il CTS Svolge funzioni consultive e di proposta per l’organizzazione delle aree di indirizzo e l’utilizzazione degli spazi di autonomia e flessibilità della scuola.
PERCHÉ È IMPORTANTE PARTECIPARE AI LAVORI DEL CTS? L’istruzione tecnica e professionale, con la nuova riforma, è chiamata ad assumere una nuova moderna identità, in grado di cogliere il cambiamento in atto nel mondo del lavoro in tutte le sue declinazioni:tecnologiche, gestionali, organizzative e culturali: la sfida è grande ma grandi sono anche le opportunità. Le imprese hanno la possibilità di affiancare la scuola in questa delicata fase di transizione offrendo la loro esperienza per: • confrontarsi sulla determinazione degli indirizzi e dei curricula • aggiornare la scuola rispetto ai più recenti processi di evoluzione tecnologica intrapresi dalle aziende e alla conseguente richiesta di competenze e conoscenze in ingresso “nuove “ per i giovani che entrano nel mercato del lavoro • mettere a disposizione dei docenti un’analisi dei fabbisogni formativi del mercato del lavoro • contribuire alla costruzione di nuovi modelli organizzativi per sostenere il ruolo delle scuole come “centri di innovazione” • fornire occasioni per sperimentare nuove metodologie didattiche che prevedano la realizzazione di percorsi formativi in azienda basati sulla contestualizzazione delle informazioni • collaborare nella progettazione di attività didattiche, negli stage e nell’alternanza studio-lavoro Il CTS può essere l’organismo che accompagna il processo di ripensamento dell’istruzione tecnica e professionale e il suo adeguamento alle nuove normative e lo strumento per realizzare il collegamento organico tra l’istituto e il mondo del lavoro che costituisce uno degli elementi centrali della riforma. Ma l’efficacia del contributo dipende: - dalla disponibilità delle imprese a farsi coinvolgere nei complessi meccanismi decisionali della scuola - da una visione chiara degli obiettivi da raggiungere. Chiarezza degli obiettivi e disponibilità alla partecipazione sono le condizioni affinché la collaborazione al CTS sia utile alla scuola, alle imprese e ai giovani. L’Associazione Territoriale è a disposizione per qualsiasi consulenza ed assistenza tecnica e relazionale con la scuola e con gli altri componenti del CTS, esterni alla scuola
ALCUNE INDICAZIONI PER UN BUON FUNZIONAMENTO
- Per garantire una continuità progettuale è auspicabile che il CTS abbia durata almeno biennale. - E’ presieduto dal Dirigente Scolastico dell’Istituto. - Può articolarsi in gruppi di lavoro. - Si riunisce almeno tre volte all’anno e le riunioni sono valide almeno con la presenza della maggioranza dei componenti. - Le delibere sono adottate a maggioranza dei presenti - possono partecipare ai lavori del CTS senza diritto di voto anche esperti esterni o collaboratori dell’Istituto su invito del D.S. - La convocazione con l’ordine del giorno viene inviata ai componenti a cura del DS tramite Fax o e-mail almeno 10 giorni prima della data della riunione. Possono essere previsti tempi ridotti in caso di urgenza.
QUALI SONO LE FUNZIONI DEL CTS? Nella riforma sono indicati quattro elementi che appaiono particolarmente rilevanti per l’attività del CTS: -
lo sviluppo di metodologie innovative basate sull’utilizzo diffuso dei laboratori a fini didattici in tutti gli ambiti disciplinari; - una diffusione più ampia delle esperienze svolte in contesti reali come stage, tirocini, alternanza studio-lavoro, che sul piano metodologico diventano strumenti indispensabili per connettere le discipline dell’area di istruzione generale e quelle di indirizzo; - La costituzione dei Dipartimenti che diventano lo strumento per concretizzare l’integrazione fra discipline afferenti ad aree diverse e favorire la diffusione di metodologie didattiche più efficaci. I dipartimenti dovrebbero quindi supportare il lavoro dei docenti e dei consigli di classe, fornendo metodologie e strumenti di lavoro; - la possibilità per ogni istituto di stipulare contratti con esperti esterni per sviluppare competenze specialistiche. In termini generali il CTS può: - formulare proposte e pareri al Consiglio di Istituto ed al Consiglio dei Docenti in ordine ai programmi di attività; - svolgere funzioni di coordinamento tra le molteplici attività organizzate dalla scuola (stage, tirocini, alternanza, progetti di orientamento, analisi dei fabbisogni professionali del territorio) - può definire progetti anche pluriennali; - può svolgere attività di monitoraggio rispetto alla progettualità tecnico-scientifica della scuola.
IL CTS PUO’ SUPPORTARE LA SCUOLA Il Cts può collaborare nella la definizione dei percorsi di apprendimento. I nuovi istituti tecnici prevedono 11 indirizzi. Tuttavia ciascun istituto, nell’ambito della propria autonomia potrà proporre per le aree così dette di indirizzo opzioni di specializzazione che meglio rispondano alle specifiche esigenze del territorio. Il CTS, in grado di mettere a disposizione della scuola i dati sul fabbisogno di figure professionali, sulle competenze richieste e sulle ipotesi di sviluppo, svolgerà un ruolo fondamentale per definire tali opzioni. In concreto, il CTS può contribuire a : • Definire la mission e gli obiettivi prioritari dell’istituto • analizzare il fabbisogno formativo del territorio e i profili professionali più richiesti • determinare, in base a questa analisi, l’offerta delle opzioni di specializzazione per il triennio all’interno di ciascun indirizzo (dal 30% al 35%) • definire le attività di competenza dell’autonomia di ogni istituto (fino al 20%) • Definire le attività legate alla flessibilità proprie di ciascun indirizzo professionale Rispetto al mondo della scuola il sistema imprenditoriale che sarà rappresentato nei CTS può contribuire a far si che il modo di fare scuola sia maggiormente orientato a: - promuovere l’assunzione di responsabilità individuale nei confronti dei risultati; - saper sviluppare nei giovani la capacità di lavorare con gli altri e, più in generale, fornire gli strumenti per poter acquisire quelle competenze cosiddette meta competenze propedeutiche per un positivo inserimento lavorativo ( sapersi rapportare, conoscenza di una struttura complessa come è l’impresa, orientamento al risultato e al fare , capacità di affrontare le difficoltà e a risolvere i problemi)
L’ORGANIZZAZIONE DELL’ISTITUTO E DELLE ATTIVITA’ FORMATIVE. In base alle caratteristiche della figura professionale di riferimento, va definito il profilo formativo in uscita: cioè l’insieme delle conoscenze, delle abilità e delle competenze che il diplomato deve acquisire. Quindi si tratta di progettare percorsi di apprendimento più efficaci ed efficienti, utilizzando le metodologie più adatte. In concreto, il CTS può dare un aiuto per: • definire l’organizzazione più idonea al raggiungimento degli obiettivi formativi dichiarati (dipartimenti, incarichi a esperti compiti degli organismi,modalità di controllo,…) • definire le competenze aggiornate e complete richieste dalle figure professionali che la scuola intende qualificare • tradurre le competenze nella progettazione didattica (competenze, abilità e conoscenze) • individuare le strategie formative più efficaci ed efficienti, per una didattica per competenze • valorizzare al massimo i laboratori • realizzare attività di alternanza scuola lavoro, stage, tirocini, visite, impresa simulata, eventi • realizzare attività di orientamento e poi di supporto all’inserimento lavorativo • avviare un sistema di valutazione dei risultati raggiunti Il mondo della scuola e quello dell’impresa usano da troppo tempo linguaggi diversi ma solo il riconoscimento dell’utilità del dialogo rende concetti e parole comprensibili a entrambi. Scuola e impresa hanno al proprio centro la persona da formare ed educare ed entrambi lavorano per un fine sociale:la scuola per la cultura e l’educazione, l’azienda per la professionalità, l’occupazione e la creazione di ricchezza: per questo devono conoscersi, dialogare e lavorare insieme. Nella scuola, soprattutto nella scuola tecnica e professionale, è oggi molto diffusa l’esigenza di apertura al mondo esterno come condizione per la fine dell’autoreferenzialità. La presenza dell’imprenditore nel governo della scuola può suscitare qualche timore di invasione di campo, di eccessivo “utilitarismo”. Occorre pertanto un atteggiamento attento all’ascolto delle Ragioni della scuola, anche quando non se ne condividono fino in fondo le posizioni o gli accenti. Le imprese chiedono giovani con competenze trasversali e con alcune competenze specifiche, ma soprattutto chiedono che il giovane sia in grado di affrontare i problemi con metodo analitico ed orientato alla soluzione. Si può partire dalle cose che la scuola non fatica a chiedere: le risorse, le attrezzature, le occasioni di formazione per gli insegnanti, di incontri e di visite per gli studenti. Ma il passo successivo può essere quello di contribuire a dare alla scuola un’organizzazione più funzionale, per la definizione chiara dei profili in uscita, e per l’utilizzo efficiente delle sue scarse risorse. Competenze queste che fanno parte della professionalità specifica delle imprese.
ALCUNE TIPOLOGIE DI COLLABORAZIONE TRA SCUOLA E IMPRESA ORIENTAMENTO E‘ l’insieme delle attività volte ad aiutare chi deve prendere decisioni sulla propria vita professionale a partire da una scelta educativa che consenta di attuarle. L’obiettivo del processo di orientamento è di facilitare l’incontro tra la domanda e l'offerta di formazione e, successivamente, tra la domanda e l'offerta di lavoro. Può riguardare gli studenti delle scuole superiori di primo e secondo grado e degli universitari per la scelta della scuola superiore, dell'università oppure l'inserimento nel mercato del lavoro. Unindustria Bologna ha profuso un forte impegno nel campo dell'orientamento realizzando, oltre ad iniziative tradizionali specifiche (guide, incontri nelle scuole, stage in azienda, corsi di formazione all'imprenditorialità, istituzione di premi) anche progetti strutturati volti a valorizzare la cultura tecnica, ne è un esempio “Fabbriche Aperte” manifestazione che si svolge ogni anno e che si rivolge ai giovani che frequentano gli Istituti Tecnici. LAZIENDA FA ORIENTAMENTO Gli imprenditori vengono spesso coinvolti nelle attività di orientamento. Le principali tematiche da trattare sono: - come nasce l'imprenditore (l'idea, la motivazione, la competenza); - cos'è l'azienda e come è organizzata; - come si evolve l'azienda per rimanere all'avanguardia ; - quali competenze ricercano nei collaboratori.
STAGE /TIROCINIO Lo stage, o tirocinio formativo e di orientamento, è un periodo di formazione"on the job" presso un'azienda. E' regolato da una convenzione che prevede la presenza di un tutor per la realizzazione del progetto formativa Lo stage non è considerato rapporto di lavoro subordinato e non comporta retribuzione né adempimenti previdenziali da parte dell'azienda ma ,a discrezione dell'ente promotore o dei soggetto ospitante, è possibile un rimborso spese. I possibili destinatari sono gli studenti che frequentano la scuola secondaria, l'Università o corsi di qualifica e specializzazione, neodiplomati, neolaureati, lavoratori inoccupati o disoccupati e persone svantaggiate. Al termine dello stage l'azienda può rilasciare al tirocinante una dichiarazione sulle competenze acquisite, utile ad arricchirne il curriculum professionale. OBIETTIVO Agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro e favorirne l'inserimento. PROMOTORI Gli Enti che possono promuovere stage sono: agenzie regionali e centri per l'impiego, università e istituti di istruzione universitaria; scuole statali e non statali che rilasciano titoli di studio con valore legale; enti di formazione e/o orientamento pubblici e privati (es. Fondo Sociale Europeo - FSE);.
NUMERO MASSIMO DI STAGISTI
La normativa prevede una proporzione tra il numero dei tirocinanti e quello degli addetti totali dell'impresa nei limiti seguenti. 1 tirocinante Fino a 2 Fino al 10% Tirocinanti
aziende fino a 5 dipendenti a tempo indeterminato aziende con dipendenti a tempo tirocinanti indeterminato compresi fra 6 e 19 unità aziende con oltre 20 dipendenti a tempo indeterminato
DURATA La durata di uno stage varia a seconda delle tipologie dei soggetti. studenti delle scuole superiori lavoratori inoccupati o disoccupati allievi degli istituti professionali di Stato studenti di corsi post diploma o post laurea studenti universitari o laureati da non più di diciotto mesi dottorandi o stud. di scuole di specializzazione (fino a 18 mesi dopo) persone svantaggiate portatori di handicap
massimo 4 mesi. Massimo 6 mesi
Massimo 12 mesi Massimo 24 mesi
ADEMPIMENTI Lo stage viene attivato sulla base di apposite convenzioni stipulate tra il soggetto promotore e l'azienda ospitante. L’impresa allega alla convenzione un progetto formativo che contiene indicazioni su: durata dei tirocinio, orario di lavoro, obiettivi, modalità, facilitazioni, obblighi e impegni per lo studente. I soggetti promotori hanno l'obbligo di provvedere all'assicurazione degli stagisti contro gli infortuni sul lavoro presso l'INAIL ed eventualmente presso una compagnia assicurativa per la responsabilità civile verso terzi. IMPEGNI DELL'AZIENDA CHE OSPITA LO STAGISTA -
Informare dettagliatamente lo stagista sui rischi dell'ambiente di lavoro. Rispettare e far rispettare il progetto di tirocinio in termini di finalità, contenuti, tempi e modalità. Trasmettere al promotore la valutazione finale sullo svolgimento dello stage e il raggiungimento degli obiettivi previsti nel progetto. Segnalare tempestivamente all'ente promotore ogni eventuale assenza del tirocinante e/o interruzione del tirocinio. Effettuare tutti gli adempimenti previsti dalla normativa in materia di sicurezza e salute nel luoghi di lavoro In caso di infortunio provvedere alla denuncia di infortunio nel termini di legge agli Istituti assicurativi e segnalare l'evento all'ente promotore.
IMPEGNI DEL TIROCINANTE -
Svolgere le attività previste dal progetto e frequentare con regolarità. Seguire le indicazioni del tutor e dei responsabili aziendali Rispettare i regolamenti disciplinari, le norme di igiene, sicurezza e salute. Mantenere la riservatezza sulle informazioni acquisite durante lo svolgimento dello stage.
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO Nasce con l'art 4 della Legge delega n. 53 del 28.03.2003 (vedi anche D.Lgs 77 del 2005 e successive integrazioni). E' un percorso consente al giovane di verificare e potenziare le conoscenze e le competenze acquisite in aula in un contesto aziendale.
I moduli di formazione realizzati in azienda hanno l'obiettivo di far acquisire conoscenze e competenze di base e professionali che consentono allo studente di svolgere un ruolo attivo e da protagonista nella realtà sociale e lavorativa. Il ciclo in alternanza scuola-lavoro parte dal compimento del 15° anno di età e il percorso didattico in azienda sarà preferibilmente organizzato con gli studenti delle classi terze, quarte e quinte. Non è in alcun modo equiparabile allo stage, non si configura come rapporto di lavoro, ma offre un contributo a superare la tradizionale separazione tra momento formativo (aula) e momento applicativo (azienda), rispondendo meglio ai bisogni individuali di formazione dello studente. II percorso formativo in alternanza prende avvio da un'analisi dell'offerta formativa del territorio attraverso I’incontro tra i fabbisogni formativi della scuola e quelli professionali dell'azienda. In questambito il ruolo che il CTS può e fondamentale.
LA SCUOLA TRADOTTA GLOSSARIO AUTONOMIA SCOLASTICA Termine che designa la possibilità offerta alle singole istituzioni scolastiche di organizzarsi autonomamente per realizzare una offerta formativa adeguata al territorio in cui sono collocate, tenendo conto anche delle esigenze delle famiglie e degli studenti. Rispetto all'attività didattica, l'autonomia riguarda in particolar modo: 1) la facoltà di superare vincoli in materia di unità oraria della lezione, di unitarietà del gruppo classe (classi aperte), di modalità di impiego dei docenti, di distribuzione oraria delle attività, 2) la facoltà di scegliere le metodologie, gli strumenti e l'organizzazione dei tempi di insegnamento. L’autonomia scolastica è regolata dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 275/1999. In base alla Riforma Gelmini di febbraio del 2010 le istituzioni scolastiche possono modificare il monte ore annuale delle discipline di insegnamento di ciascun anno scolastico per una quota che parte dal 20% per le classi prime, per realizzare attività e insegnamenti facoltativi, coerenti con il profilo educativo, culturale e professionale dello studente in relazione al percorso scelto. (CFP) Abbreviazione di centri di formazione professionale, strutture dove si svolgono corsi di formazione professionale, al termine dei quali viene rilasciato una attestato di qualifica professionale, di qualificazione, di specializzazione o di aggiornamento. COLLEGIO DEI DOCENTI Organo collegiale costituito da tutti i docenti dell'istituto ed avente compiti deliberativi in materia di offerta formativa e didattica. COMPETENZE Insieme di risorse (conoscenze, abilità, attitudini) di cui un individuo deve disporre per poter essere inserito adeguatamente in un contesto lavorativo e, più in generale, per affrontare il proprio sviluppo personale e professionale. CONSIGLIO DI CLASSE Nelle scuole di primo grado è composto da tutti i docenti della classe e da 4 rappresentanti dei genitori. E presieduto dal dirigente scolastico o da un docente facente parte dei consiglio, da lui delegato. Nelle scuole di secondo grado è composto da tutti i docenti della classe, da 2 rappresentanti dei genitori e 2 rappresentanti degli studenti. È presieduto dal dirigente scolastico o da un docente del consiglio da lui delegato. CONSIGLIO D'ISTITUTO Organo collegiale a livello di istituto, composto dai rappresentanti dei docenti, del personale amministrativo, tecnico ausiliario (A.T.A), dei genitori, degli alunni (solo per le scuole superiori) e dal Dirigente Scolastico. Il consiglio d'istituto è dotato di autonomia amministrativa e ha, principalmente, il potere di deliberare, su proposta della Giunta Esecutiva l'organizzazione della vita e dell'attività della scuola, nei limiti delle disponibilità finanziarie. CREDITO FORMATIVO Attestazione di un percorso formativo che certifica l'acquisizione di una determinata abilità o conoscenza, che consente di svolgere solo alcuni moduli formativi per il raggiungimento di uno specifico obiettivo formativo. CURRICOLO
Piano di studi proprio di ogni scuola. Nel rispetto del monte ore stabilito a livello nazionale, ogni istituzione scolastica compone il quadro unitario in cui sono indicate le discipline e le attività fondamentali stabilite a livello nazionale, quelle fondamentali alternative tra loro, quelle integrative e gli spazi di flessibilità. DIPLOMA DI MATURITÀ Titolo di studio rilasciato al termine del percorso di studi superiori,. DIRIGENTE SCOLASTICO (DS) II DS è un dirigente pubblico dello Stato preposto al vertice di un istituto scolastico. Fino al 2001 la figura del Capo d'istituto era suddivisa nei ruoli di Preside, preposto a dirigere scuole secondarie di primo o secondo grado, e di Direttore didattico, posto al vertice delle scuole primarie. A seguito della legge sull'Autonomia Scolastica, e dell'attribuzione della qualifica dirigenziale, le due figure si sono accorpate in quella unica del DS,. Il DS nel rispetto delle competenze degli organi collegiali scolastici, ha poteri di direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane. Il dirigente controlla le risorse finanziarie concesse dallo stato alla scuola a lui affidata e deve fare periodicamente il resoconto del bilancio al Consiglio d'istituto. È sua la firma sotto ogni circolare o documento emesso dalla scuola e, di conseguenza, è anche sua la responsabilità su ciò che i documenti dicono. Sta avendo sempre più le funzioni di un normale dirigente d'azienda. ESAMI DI STATO Esami conclusivi che si sostengono al termine del corso di studi superiori, i quali danno accesso all'Università o al lavoro. Comprendono prove scritte e orali. Le prove scritte sono fissate dal Ministero della Pubblica Istruzione e sono uguali in tutta Italia per gli stessi tipi di istituti. ISTRUZIONE E FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE (IFTS) E' l'offerta formativa diretta a giovani e adulti, occupati e non occupati. Vi si accede dopo il conseguimento di un diploma di scuola secondaria superiore. I corsi IFTS sono istituiti con finanziamenti regionali. ISTITUTI PROFESSIONALI Sono percorsi quinquennali che danno accesso all'Università. Al loro interno possono articolarsi in modo da portare anche ad una qualifica professionale triennale. Si articolano in un triennio di qualifica e in un successivo biennio post-qualifica (4'e 5° anno) che dà accesso all'Università. Si articolano in settori e indirizzi: agrario (indirizzi agrario e agroindustriale), industria e artigianato (Indirizzi economico-aziendale, edile, meccanico-termico, elettrico-elettronico, chimico-biologico, abbigliamento), servizi (indirizzo turistico, pubblicità, servizi alberghieri, servizi sociali). ISTITUTI TECNICI Tipologia di scuola superiore appartenente all'ordine tecnico. Dopo un biennio di base (uguale per tutti), nel triennio esiste una divisione in molti indirizzi e specializzazioni. I principali indirizzi sono i seguenti: commerciale, industriale (meccanico, elettrotecnico, elettronico, chimico, edile, tessile), geometra, agrario, nautico, turistico, attività sociali (ex Istituti tecnici femminili). ISTITUTI TECNICI SUPERIORI (ITS) Enti dotati di personalità giuridica propria (Fondazione in Partecipazione), che offrono un percorso formativo post diploma secondario, non universitario. Tra i soggetti fondatori, è necessaria la presenza di almeno un'impresa appartenente al settore produttivo cui ITS afferisce. ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE Comprende i vari tipi di scuole superiori (licei, istituti tecnici, istituti professionali) i cui programmi di studio sono fissati dallo Stato e che al termine, dopo un esame, rilasciano un titolo di studio riconosciuto. PERSONALE AMMINISTRATIVO, TECNICO E AUSILIARIO (ATA) Il personale amministrativo, tecnico e ausiliario assolve alle funzioni amministrative, contabili, gestionali, strumentali, operative e di sorveglianza connesse all'attività delle istituzioni scolastiche, in rapporto di collaborazione con il dirigente scolastico e con il personale docente. PIANO DELL'OFFERTA FORMATIVA (POF) Documento con cui la singola istituzione scolastica rende nota la propria proposta formativa, tenendo conto delle aspettative sociali. In esso vengono descritte le scelte didattiche, culturali, tecniche e organizzative operate dalla scuola.
Oltre alle discipline e alle attività facoltative, nella proposta sono esplicitati gli eventuali accordi di rete e i percorsi formativi integrati. Con il POF, ogni scuola si propone di stabilire con la propria utenza un contratto, che deve essere condiviso, trasparente, flessibile, credibile e verificabile. UNITA' DI APPRENDIMENTO Le Unità di Apprendimento, individuali, di gruppo di livello o di gruppo classe realizzano gli obiettivi specifici di apprendimento esplicitandoli negli obiettivi formativi, nei contenuti, nelle metodologie didattiche, nei tempi e nelle modalità e strumenti di verifica dei risultati conseguiti nell'ottica della personalizzazione del processo insegnamento/apprendimento. VALUTAZIONE EX ANTE Valutazione realizzata prima della partenza di un progetto. VALUTAZIONE EX POST Valutazione degli esiti di un progetto effettuata dopo la sua conclusione. L'obiettivo è quello di studiare se e in che modo il progetto abbia raggiunto gli obiettivi prefissati, nonché di trasferire eventuali soluzioni che hanno avuto successo ad analoghi interventi futuri. VALUTAZIONE IN ITINERE Detta anche valutazione a medio termine, realizzata mentre il progetto è ancora in corso. Ha la funzione di correggere eventuali deviazioni dal progetto originario a causa di errori di progettazione o di modifiche del contesto, intervenute successivamente. LA SCUOLA OGGI In Italia l'offerta formativa si articola in due grandi categorie: il primo e il secondo ciclo distruzione. Il primo ciclo è costituito da: - Sezione primavera, offre un servizio educativo per bambini tra12 e i 36 mesi - Scuola dell’infanzia, si rivolge a tutti i bambini italiani e stranieri di età compresa tra i tre e i cinque anni - Scuola primaria, la frequenza è obbligatoria ed ha durata di 5 anni - Scuola secondaria di primo grado (la vecchia scuola media) Il secondo ciclo è formato dalla scuola superiore di secondo grado (secondo la riforma approvata il 4 febbraio 2010) si articola in Licei, Istituti tecnici, istituti Professionali. Il sistema di istruzione e formazione professionale è gestito dalle Regioni, che hanno competenza esclusiva In materia (vedi art. 8 del decreto legislativo n. 281, del 28 agosto 1997) ed erogano corsi di formazione professionale per lo più triennali (estetiste, parrucchiere, operatore meccanico, operatore informatico).
APPENDICE COSTITUZIONE COMITATO TECNICO SCIENTIFICO Il regolamento sotto riportato deve essere inteso esclusivamente come modello generale e traccia di lavoro che ogni scuola potrà declinare a seconda dei propri obiettivi ed esigenze. PREMESSA:
Art. 1 - Natura giuridica del Comitato Tecnico Scientifico. Il Comitato Tecnico Scientifico é l'organismo propositivo e di consulenza dell'istituto. Esprime pareri obbligatori e non vincolanti in merito a quanto indicato all’art. 3. Esso agisce in stretta collaborazione con gli altri organismi dell’Istituto e opera secondo le regole della P.A. Art. 2 – Composizione e nomina del Comitato Tecnico Scientifico Il Comitato Tecnico Scientifico è composto da membri di diritto e da membri rappresentativi Sono membri di diritto: -
il Dirigente Scolastico o suo delegato; i docenti coordinatori di area Presidente Consiglio d’Istituto
Sono membri rappresentativi: i rappresentanti delle associazioni datoriali o di categoria, Provincia, Università I membri di diritto sono in numero pari ai membri rappresentativi. Il C.T.S è presieduto dal Dirigente Scolastico in qualità di Presidente o da un suo delegato. La nomina dei componenti di diritto del CTS è di competenza del DS. Per quanto riguarda i rappresentanti esterni, essi vengono designati dall’ente associazione di appartenenza e nominati dal DS. I membri rappresentativi possono essere riconfermati. Nel caso di decadenza di un componente il DS procede a nuova nomina. (Al riguardo, se ritenuto necessario, può essere sottoscritto un protocollo di intesa tra istituto e le associazioni, gli enti e le istituzioni che designano un membro esterno) Art. 3 – Competenze, Finalità e programma del Comitato Tecnico Scientifico. Il Comitato Tecnico Scientifico esercita una funzione consultiva generale in ordine all'attività di programmazione e all’innovazione didattica dell'istituto. Tutti i provvedimenti del Consiglio di Istituto che attengono all’esercizio della predetta attività sono emanati sentito il Comitato. Il Comitato può esprimere parere su ogni altra questione che gli venga sottoposta dal proprio Presidente e dai suoi componenti Il C.T.S. propone, nello specifico, programmi, anche pluriennali, di ricerca e sviluppo didattico/formativo, in rapporto al sapere, al mondo del lavoro e all’impresa, sia per gli studenti sia per i docenti dell’istituto e ne propone l'attuazione al Consiglio d’Istituto e al Collegio Docenti. In particolare: Formula proposte e pareri al Consiglio di Istituto (CdI) ed al Collegio dei Docenti (CdD) in ordine ai programmi e alle attività Definisce gli aspetti tecnici e scientifici dei piani delle attività Svolge funzioni di coordinamento tra le molteplici attività organizzate dalla scuola (stage, alternanza scuola-lavoro, progetti di orientamento, fabbisogni professionali del territorio, partecipazione a Poli/Distretti formativi e alla Fondazione ITS e di raccordo tra i diversi organismi collegiali Prepara i lavori del CdD e del CdI favorendone la funzionalità Monitora e valuta la progettualità tecnico-scientifica delle attività svolte Definisce un piano di lavoro anche pluriennale Art. 4 - Durata CTS Il CTS avrà durata…………….. a partire da quando verrà deciso in autonomia dai singoli CTS. Art. 5 - Organi del Comitato Tecnico Scientifico. Sono Organi del Comitato: a. il Presidente o suo delegato; b. il Segretario. c. Gruppi di lavoro (eventuali) Art. 6 - Presidente. Incarichi e compiti. L'incarico di Presidente è conferito al Dirigente Scolastico dell’Istituto. Il Presidente rappresenta il C.T.S Il Presidente presiede, coordina e convoca le riunioni del C.T.S; è responsabile della stesura dell'ordine del giorno; firma il verbale delle riunioni. In caso di indisponibilità può delegare formalmente a presiedere un membro di diritto. Art. 7 - Segretario. Il Segretario è nominato tra i membri del CTS, su proposta del Comitato nella sua prima riunione. Ha mandato per tutta la durata del CTS
Cura la stesura del verbale con la collaborazione della Segreteria dell’Istituto, controfirma il verbale e ne dispone l'invio ad ogni componente. Collabora, a richiesta del Presidente, alla stesura dell'ordine del giorno. In caso di indisponibilità delega un altro membro del CTSi L’ Ufficio di Segreteria è interno alla scuola Art. 8 - Riunioni del Comitato Tecnico Scientifico. Il C.T.S si riunisce per le riunioni ordinarie o straordinarie, su convocazione del proprio Presidente, almeno tre volte l’anno, e quando ne faccia richiesta almeno un un terzo dei componenti. Per la validità della seduta è richiesta la presenza della maggioranza dei componenti. Le deliberazioni sono adottate a maggioranza dei presenti; in caso di parità di voti prevale il voto del Presidente. Il Presidente del C.T.S. può invitare all'assemblea, senza diritto di voto, collaboratori che ritiene utili per le discussioni all'ordine del giorno, limitatamente all'argomento per il quale la loro presenza si renda necessaria. Il Presidente del CTS, o un suo delegato, anche su proposta di uno o più componenti, può invitare esperti esterni con le modalità sopra descritte. Il Segretario può essere coadiuvato nelle sue funzioni da un componente dell'Ufficio di Segreteria dell’Istituto. Per ogni riunione verrà redatto un verbale firmato dal Presidente e dal Segretario; copia di ogni verbale dovrà essere inviata al Presidente del CDI, ai componenti del CTS e messa all’Albo. Art. 9 - Convocazione delle riunioni del Comitato Tecnico Scientifico La convocazione è fatta dal Presidente del C.T.S via fax o e.mail a tutti i componenti almeno 10 giorni prima della data fissata per la riunione, La convocazione deve contenere L'ordine del giorno, ora, data e luogo della riunione L'ordine del giorno è disposto dal Presidente del C.T.S, con la collaborazione del Segretario. I componenti del Comitato possono chiedere al Presidente la trattazione di determinati argomenti, nel qual caso gli stessi devono essere proposti obbligatoriamente nell'ordine del giorno della prima riunione del Comitato. Il Cts deciderà, a maggioranza se e quando discuterne. Il Presidente, o chi ne fa le veci, può disporre le convocazioni d'urgenza in tutti i casi in cui, a suo giudizio, lo richiedano inderogabili necessità, o quando almeno 1/3 dei componenti del C.T.S. oppure il Presidente o il CdI/CdD ne facciano richiesta con relazione scritta e motivata. Le convocazioni d'urgenza possono essere fatte con telegramma o lettera raccomandata a mano recante, l'ordine del giorno degli argomenti da trattare, almeno 48 ore prima della riunione. Art. 10 - Approvazione degli ordini del giorno. Gli ordini del giorno discussi si ritengono approvati solo se, posti a votazione e hanno ottenuto il voto favorevole della maggioranza dei presenti. Art. 11 – Gruppi di lavoro del Comitato Tecnico Scientifico. Il C.T.S per accelerare determinate procedure, può articolarsi in gruppi di lavoro, i cui criteri di nomina e durata sono stabiliti dal Comitato. L'elaborato dei G. d. L. dovrà essere discusso ed approvato nelle riunioni del Comitato Tecnico Scientifico. Art. 12- Partecipazione alle riunioni. La partecipazione alle riunioni è obbligatoria per i membri di diritto e di rappresentanza. Le assenze devono essere giustificate. I membri di diritto e di rappresentanza, dopo ………assenze ingiustificate consecutive sono considerati decaduti dalla loro funzione.
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