Assessore ai lavori Pubblici e alle Periferie Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico Sovrintendenza Capitolina Dipartimento SIMU
SCHEMA DI CONTRATTO E CAPITOLATO SPECIALE DI APPALTO
Completamento dei lavori di riqualificazione di piazza Testaccio e sistemazione a verde di Piazza dell’Emporio
IMPORTO LAVORI:
€219.869,56 I.V.A. esclusa
di cui: A. Importo lavori a corpo soggetto a ribasso d’asta
€205.578,04 I.V.A. esclusa
B. Importo oneri della sicurezza non soggetto a ribasso d’asta
€14.291,52 I.V.A. esclusa
N.B. La durata di esecuzione dei lavori è di 60 giorni naturali e consecutivi. Il pagamento dell’ultimo SAL è subordinato alla consegna di tutta la documentazione tecnica e delle certificazioni di cui all’art. 27 del presente C.S. Impresa:
……………………..
Domicilio:
……………………….
Telefono:
……………………………
Il presente atto è stato predisposto ai sensi dell’art. 3 del d.lgs n.39 del 12-02-1993, tramite il sistema informativo automatizzato di Roma Capitale dal quale i dati sono stati estratti. Il responsabile del procedimento che ha emanato il presente atto è l’ingegner Fabio Stefano Pellegrini. La firma autografa è sostituita dall’indicazione a stampa del nominativo del responsabile del procedimento firmatario.
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Il Responsabile di Procedimento: Ing. Fabio Stefano Pellegrini
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SCHEMA DI CONTRATTO REPERTORIO N. REPUBBLICA ITALIANA L’anno ……………..……... il giorno ……………….…. del mese sono presenti: Il/la ……………………………………, ……………………..……………………… e domiciliato per la carica in Roma, in nome e per conto del Comune di Roma – codice fiscale numero 02438750586 – ai sensi dell’art.27, lettera g), dello Statuto. Il Signor ………………………………..………………………nato a …………………….….il …./…./…. e domiciliato per la carica in …………………..…………… che interviene quale legale rappresentante della ………………………………..………………………… con sede ove sopra, giusta certificato di iscrizione presso l’Ufficio del Registro delle Imprese, rilasciato dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Roma, in data …./…./… che si allega al presente contratto sub 1). La …………………………………………………………………. - codice fiscale n. …………………….d’ora innanzi sarà indicata come CONTRAENTE.
I suddetti, dopo aver dichiarato, di comune accordo di rinunciare all’assistenza dei testimoni, premettono: che il Comune di Roma, con Determinazione Dirigenziale n. ….. del …./…./….che si allega sub 2), stabiliva di provvedere, mediante gara di …………… ………………………. ai
DELLA REALIZZAZIONE DEGLI OPERE DI COMPLETAMENTO DI PIAZZA TESTACCIO E SISTEMAZIONE A VERDE DI PIAZZA DELL’EMPORIO per l’importo dell’appalto di €uro 219.869,56; di cui €uro 205.578,04 per lavori soggetti a ribasso d’asta e €uro 14.291,52 non soggetti a ribasso d’asta in quanto oneri della sicurezza. che la gara stessa, espletata il ……/……/…… giusto verbale repertorio n. ………… pari data, che in copia conforme all’originale si allega sub 3), è stata aggiudicata al CONTRAENTE, che ha offerto il ribasso del …..……………….. % sui prezzi di capitolato; che, ai sensi degli art. 65 e 79 del D. Lgs. n° 163 del 12 aprile 2006, nulla osta alla stipulazione del presente contratto; che, ai sensi dell’art.32 quater Codice Penale, come sostituito dall’art.3 della Legge 15 novembre 1993, n.461, il CONTRAENTE ha dichiarato di avere piena capacità di contrattare con la Pubblica Amministrazione, giusta dichiarazione autenticata nella sottoscrizione e conservata in atti. Tutto ciò premesso e confermato come parte integrante e sostanziale del presente atto, i Signori comparenti convengono e stipulano quanto appresso riportato:
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CAPO I (norme contrattuali) CONTRATTO- LINGUA UFFICIALE L'appalto segue le leggi,i regolamenti, le circolari, le prescrizioni e le istruzioni vigenti emanate da Unione Europea, Stato, Regione, Provincia, Roma Capitale, Anas s.p.a., CNR, U.N.I., C.E.I., A.S.L ecc. circa lavori pubblici, igiene, sicurezza, pulizia, circolazione stradale, edilizia e quant’altro -nulla escluso- abbia riscontro diretto o indiretto con le attività ed i lavori oggetto del presente contratto. Le normative suddette sono integrate dalle prescrizioni del presente schema di contratto e capitolato Speciale di Appalto. L’Appaltatore ha verificato ogni dettaglio del progetto, con particolare riguardo alle prescrizioni del presente schema di contratto e capitolato speciale di appalto, ha visitato le infrastrutture oggetto d’appalto, ha preso conoscenza delle condizioni locali, nonché di tutte le circostanze generali e particolari che possono influire sulla determinazione dei prezzi e delle condizioni contrattuali. L’appaltatore, con la firma del contratto, assume,fra l’altro, l’obbligo del rispetto delle normative per il proprio personale, per quello di eventuali subappaltatori e/o cottimisti e per quello dell'Amministrazione in visita ai cantieri per controlli e rilievi. Tutti i rapporti scritti e verbali tra l'Amministrazione capitolina e l'Appaltatore, comunque inerenti al presente appalto, dovranno avvenire in lingua italiana.
OGGETTO DELL’APPALTO L’appalto ha per oggetto l’esecuzione di tutte le opere, lavori e provviste occorrenti per eseguire e dare completamente ultimati i lavori di:
Opere di completamento di piazza Testaccio e sistemazione a verde di Piazza dell’Emporio Le lavorazioni si svolgono su due cantieri distinti: in Piazza dell’Emporio 00153 ed in Piazza Testaccio 00153 ROMA L’esecuzione dei lavori è sempre e comunque effettuata secondo le regole dell’arte e l’appaltatore deve conformarsi alla massima diligenza nell’adempimento dei propri obblighi. Il comune di Roma, come sopra rappresentato, affida al CONTRAENTE, che accetta, l’appalto indicato in premessa. L’appalto viene concesso ed accettato sotto l’osservanza piena, assoluta ed inscindibile delle condizioni e dei patti contenuti nella suddetta Deliberazione e nel Capitolato Speciale d’Appalto, e sarà regolato da tutte le disposizioni ivi richiamate, che, conosciute ed accettate dal CONTRAENTE, costituiscono parte integrante del presente contratto, dagli elaborati tecnici depositati in atti presso ………………………..………..……………… dagli atti della gara, nonché dal Capitolato Generale d’Appalto dei L.L.P.P., del quale il CONTRAENTE dichiara espressamente di aver preso conoscenza e di accettarne tutte le condizioni, anche ai sensi di quanto previsto dall’art.1341 del Codice Civile e le cui disposizioni s’intendono espressamente trascritte nel presente contratto. Il CONTRAENTE si impegna a comunicare tempestivamente al Comune di Roma, nel corso dell’appalto, ogni modificazione intervenuta negli assetti proprietari, nella struttura d’impresa e negli organismi tecnico amministrativi
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AMMONTARE DELL’APPALTO E CATEGORIE L’importo dei lavori d’appalto, comprensivo degli oneri per la sicurezza, ammonta presuntivamente a € €uro 219.869,56 ( diconsi euro)
L’importo degli oneri di sicurezza di cui all’art. 131 comma terzo del D.lgs 163/2006 e s.m.i. e del punto 4.1.4 dell’allegato XV al D.lgs 81/2008 e s.m.i. è stimato in € 14.291,52 ( diconsi Euro ventiquattromilaquattrocentonove/36),somma che non è soggetta a ribasso d’asta. I corrispettivi saranno liquidati con le modalità riportate più avanti nel presente contratto. Per le caratteristiche stesse del presente appalto: - non si esclude la possibilità di soppressione di alcuni tipi di lavoro descritti nel C.S.A, o l’aggiunta di altri non descritti nello stesso C.S.A.; nel prospetto successivo, pertanto, è riportato esclusivamente il totale degli importi per le voci generali costituenti l’importo dei lavori, delle attività e delle somme a disposizione. L’appaltatore, comunque, non ne può trarre argomento per chiedere compenso alcuno o prezzi e condizioni diversi da quelli di contratto. L'importo complessivo dei lavori come risulta dall'offerta dell'Impresa ammonta a €……… (diconsi Euro …………….), L’importo delle opere della sicurezza, già incluse nelle cifre sopraindicate, ammonta a Euro 14.291,52 (diconsi ventiquattromilaseicentottantanove/79 Euro). Le opere come sopra indicate, sono tutte quelle definite dalla documentazione a base del progetto d'appalto. Eventuali necessità di modifiche nei limiti previsti dalle normative vigenti, di carattere quantitativo o qualitativo nella forma dei lavori previsti (cfr. art.2), sono disciplinate dal successivo art.18 del presente Capitolato Speciale di Appalto (C.s.a.) Rimane comunque la facoltà di recesso prevista dall'art. 134 del Decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 “Codice dei Contratti ” e s.m.i..
Prospetto economico appalto N° 1 2
DESCRIZIONE DELLE CATEGORIE DI LAVORO
TOTALI (€uro)
205.578,04 14.291,52
Lavori al netto degli oneri della sicurezza soggetti a ribasso Costi della sicurezza non soggetti a ribasso
219.869,56
TOTALE LAVORI Al netto del ribasso del __________
48.913,94 40.000,00
Somme a disposizione RIMBORSI A FATTURA
Al netto dell’IVA Categorie richieste per l'esecuzione dei lavori
CATEGORIA PREVALENTE
CLASSIFICA
OG3
I
IMPORTO EFFETTIVO DEI LAVORI
€219.869,56
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OPERE/FORNITURE/SERVIZI ESCLUSI, RIMBORSI A FATTURA La scelta dei materiali, delle opere e dei mezzi operativi, oggetto delle forniture da compensare mediante rimborso a fattura, verrà eseguita ad esclusivo giudizio dell’ufficio dell’Amministrazione competente e potrà riguardare anche argomenti o interventi non direttamente connessi ma attinenti ai luoghi del presente appalto. Il corrispettivo delle suddette fatture potrà essere corrisposto attraverso l’appaltatore.In tal caso, quest’ultimo ha l’obbligo di presentare la fattura quietanzata. L’ammontare delle fatture di pagamento verrà rimborsato all’Appaltatore in occasione del primo mandato di pagamento successivo alla presentazione delle fatture regolarmente quietanzate. (incrementato dall’eventuale interesse legale vigente, valutato dalla data di presentazione della fattura quietanzata a quella di emissione del certificato). Sia l’ammontare della fattura sia il relativo interesse non sono soggetti a ritenute contrattuali né a ribasso o aumento d’asta.
FORMA DELL'APPALTO Il contratto è stipulato “ a misura” ai sensi dell’art. 53 comma quarto periodi secondo,quarto e quinto,del Codice dei Contratti Pubblici, nonché dell’art. 43,comma settimo, del D.P.R. 207/2010. L’importo contrattuale,così come determinato in sede di gara può variare in aumento o in diminuzione,in base alle quantità effettivamente eseguite,fermi restando i limiti di cui all’articolo 132 del Codice dei contratti e le condizioni previste dal presente capitolato speciale. Per le descrizioni delle attività ed oneri e delle lavorazioni si rimanda alla PARTE SECONDA: CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO - SEZIONE A: DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ’ E DELLE LAVORAZIONI.
DOCUMENTI DI CONTRATTO Fanno parte del contratto d'appalto, anche se non materialmente allegati al presente schema di contratto / capitolato speciale d’appalto: a) la legge 2248 allegato F del 20 marzo 1865 per quanto non abrogato; b) decreto Legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e successive modifiche ed integrazioni, da ultimo il Decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95,pubblicato sulla G.U. n. 157 del 6 luglio 2012, (di seguito anche Codice dei Contratti Pubblici o CCP); c) Regolamento di attuazione ed esecuzione del codice dei contratti pubblici, approvato con D.P.R. 207/2010 e s.m.i. da ultimo la Legge 6 luglio 2012, n. 94 (di seguito anche Regolamento); d) Capitolato generale di appalto per LL.PP., approvato con D.M.LL.PP. 19 aprile 2000, n°145, per le parti ancora in vigore; e) Decreto legislativo n° 81/2008 e ss.mm.ii.; f) Legge 13 agosto 2010 n° 136 e ss.mm.ii.; g) la Tariffa dei prezzi di Roma Capitale edizione 2007; h) il presente schema di contratto e capitolato speciale di appalto; i) elenco prezzi unitari; j) il piano di sicurezza e coordinamento dei lavori; k) il piano operativo di sicurezza di cui all’articolo 131,comma secondo,lettera c),del Codice dei contratti,all’art.89,comma primo,lettera h),del decreto n.81/2008 e s.m.i. e al punto 3.2 dell’allegato XV allo stesso decreto; l) la relazione, gli elaborati progettuali, il cronoprogramma, le polizze di garanzia.
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ART.3 DESIGNAZIONE DELLE OPERE Le opere oggetto del presente appalto sono quelle risultanti o desumibili dalla relazione tecnica, specifiche tecniche e elaborati grafici di progetto posto a base di gara riassunte come segue:
Opere a corpo • • • •
Rifacimento del manto stradale in asfalto. Realizzazione di nuove pavimentazioni per sede pedonale in sanpietrini delle dimensioni di cm 10x10xh.14 su allettamento di sabbia e cemento. Smontaggio della fontana delle anfore sita in piazza Emporio e rimontaggio come da disegni allegati in piazza Testaccio. Smontaggio di tutti i chiusini esistenti e fornitura di nuovi del tipo di quelli a scomparsa.
Lavori diversi di finitura che, seppur non previsti esplicitamente nei disegni di progetto, risultano necessari a giudizio della D.L. o del Responsabile Unico del Procedimento, per il corretto completamento o buon esito delle opere in appalto. Sono pertanto da ritenersi lavori diversi i drenaggi, i muretti, le reti di protezione, le barriere di sicurezza, le passerelle pedonali, ecc, nonché ogni altra opera non identificabile dagli elaborati di progetto ma necessaria per prevenire o eliminare il contenzioso con enti e associazioni private e/o pubbliche, con persone fisiche e giuridiche, interessate dall’esecuzione dell’opera in appalto. Rientrano in questo caso tutti i lavori e le provvigioni che dovessero essere richieste alla D.L. da parte dei privati, dovendosi ritenere prioritaria la sicurezza dei luoghi e la libera circolazione sia veicolare che pedonale. Tutti gli oneri anche conseguenti l’allestimento del cantiere che all’immagazzinamento dei materiali che l’organizzazione delle diverse fasi di lavoro, anche se modificate nel corso dei lavori, sono comprese nel prezzo a corpo in quanto tale circostanza è stata valutata in fase di determinazione del prezzo posto a base d’asta da parte della D.L. per realizzare le singole parti di opere incluse nel progetto.
ART. 4 CATEGORIE DI OPERE Ai fini di quanto disposto dal D.P.R. n. 34/2000 art. 30 come successivamente modificato e integrato dal D.P.R. 10 marzo 2004, n. 93 “Regolamento recante modifica al d.P.R. 25 gennaio 2000, n. 34, in materia di qualificazione degli esecutori di lavori pubblici”, i lavori che formano oggetto dell’appalto, dettagliatamente illustrati nel presente capitolato speciale, nelle relazioni di calcolo e negli elaborati progettuali, appartengono alle seguenti categorie:
Categoria
Classifica
Importo lavori
OG 3 (inclusi oneri di sicurezza)
I
219.869,56
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I concorrenti possono beneficiare dell’incremento nei limiti ed alle condizioni indicate dall’art. 3, comma 2 del D.P.R. n° 34/2000. Sono implicitamente comprese, nei prezzi dei lavori da contabilizzare secondo la forma dell’appalto precedentemente specificata , tutte le lavorazioni e le forniture accessorie, necessarie per dare le rispettive opere eseguite a regola d’arte perfettamente funzionanti, protette, manutenibili ed agibili, anche se non dettagliatamente esplicitate nella descrizione dei prezzi suddetti o negli elaborati progettuali. Con la formulazione dell’offerta l’Appaltatore dichiara di accettare in particolare quanto espresso al precedente articolo 3 penultimo comma. Per tali categorie, l’Impresa, o A.T.I., dovrà essere in possesso della qualificazione per la progettazione e l’esecuzione dei lavori. Qualora l’Impresa o l’A.T.I. aggiudicataria non sia in possesso della qualificazione per le prestazioni di progettazione, dovrà avvalersi di un progettista qualificato alla realizzazione del progetto esecutivo, indicato in sede di offerta o eventualmente associato. Il progettista dovrà avere i seguenti requisiti: Iscrizione negli appositi albi previsti dai vigenti ordinamenti professionali; Esperienza di almeno n. 2 progettazioni svolte negli ultimi cinque anni per opere pubbliche rientranti nella categoria dei lavori individuate dalle vigenti tariffe professionali corrispondenti alle categorie per cui si chiede la progettazione; Ai sensi e per gli effetti dell’art. 47 comma 1, del DPR n. 554 del 21/12/1999, il responsabile del procedimento procederà in contraddittorio con il progettista qualificato alla realizzazione del progetto esecutivo, a verificare la conformità con il progetto definitivo, al fine di accertare l’unità progettuale.
ART. 5 DESCRIZIONE DELLE OPERE
Le descrizioni dei lavori e le prestazioni riportate in questo articolo hanno il solo scopo di individuare e fissare gli elementi fondamentali dei lavori stessi. Tali descrizioni si intendono sempre comprensive di tutto ciò che, pur non essendo specificato, risulti necessario, secondo le buone regole d’arte, a dare l’opera e la fornitura finita e funzionante. Eventuali necessità di dover predisporre specifiche progettazioni di dettaglio costruttivo, quali ad esempio il rifacimento dell’intero piano quotato oppure eventuali pareti di contenimento terra di pozzetti o tratti di ripristino della rete fognante o della galleria dei PP.SS sono da considerarsi compresi nelle opere a corpo. Con l’accettazione del presente articolo l’appaltatore dichiara altresì di aver preso visione e aver valutato tutti i possibili oneri derivanti dall’intervento di forze di polizia, di sicurezza o della prefettura che dovessero intervenire nel corso della realizzazione dell’opera.
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1. DEMOLIZIONI - RIMOZIONI - TRASPORTI Tali opere sono finalizzate allo smantellamento completo delle strutture costituenti l’attuale sede stradale, compresa sia della pavimentazione delle strade, siano esse carrabili che già pedonali, sia le opere d’ arte presenti nel sottosuolo interessate da spostamenti, potenziamenti o rifacimenti , quali ad esempio la canalizzazione della rete fognante e la rete dei PP.SS comprese nel perimetro dell’intervento del presente appalto. Le demolizioni e/o le rimozioni saranno da eseguirsi generalmente con mezzi meccanici e con intervento manuale in vicinanza di parti monumentali quali i basamenti di monumenti, scalinate, accessi o in adiacenza a palazzi o ove occorrente secondo le indicazioni della D.L. Durante l’esecuzione dei lavori dovrà comunque essere assicurata sia la libera circolazione ed il transito dei mezzi veicolari che il pubblico transito pedonale, mediante la realizzazione di percorsi alternativi, opportunamente protetti e segnalati da posizionare lungo la sede stradale. Dovranno essere realizzate idonee passerelle per permettere l’accesso negli edifici e nei negozi che si affacciano sull’area dove si interviene. Le passerelle dovranno essere conformi a quanto previsto nel Piano della Sicurezza e secondo i tipi descritti al successivo punto. Le zone oggetto dei lavori dovranno essere perfettamente cantierizzate con recinzione in rete metallica idonea allo spostamento e, staticamente resistente agli urti, antiossidante, in perfetto stato e tale da essere riutilizzata nelle varie fasi dei lavori così come previste dal cronoprogramma. È compresa tutta la segnaletica stradale occorrente. Dette opere provvisionali dovranno essere costruite e posizionate in conformità delle prescrizioni che saranno di volta in volta emanate dalla D.L e delle osservazioni o dettati che verranno a questa dati dalle forze di Pubblica sicurezza, dai Carabinieri, dalla Prefettura.
1.1
DEMOLIZIONI
Le demolizioni andranno fatte prevalentemente con l’impiego di mezzi meccanici, di piccole dimensioni e silenziate. In presenza di reti di PP.SS. o a ridosso degli edifici dovranno essere eseguite prevalentemente a mano. I lavori di demolizione possono essere sintetizzati in: - Disfattura della pavimentazione di tutti i marciapiedi e dei relativi sottofondi comprese le cigliature di qualsiasi natura. - Demolizione di pavimentazione stradale in conglomerato bituminoso di una fascia perimetrale intorno alla piazza pedonale di 2mt di larghezza. - Rimozione di cigli o cordoli affogati nelle pavimentazioni a delimitazione delle diverse tipologie stradali, di qualsiasi pezzatura, misura e superficie. - Rimozione di tutta la cartellonistica ed i volumi presenti sulla piazza .
-Demolizione della struttura della fontana delle Anfore L’elencazione di cui sopra costituisce un elenco non esaustivo delle demolizioni che possono essere necessarie per portare a compimento l’intera opera in funzione delle nuove quote che dovrà avere la piazza nel presente appalto
1.2
RIMOZIONE E CUSTODIA DI MATERIALI REIMPIEGABILI
L’eventuale materiale di riutilizzo dalla rimozione dei vecchi cigli stradali e dalla posa di nuove caditoie stradali dovrà essere vagliato a seconda della sua integrità, dimensione e compattezza al fine di selezionare con cura i materiali da reimpiegare. I materiali eccedenti dovranno essere posti a disposizione della D.L. e raccolti in apposite aree di deposito che saranno individuate dalla D.L., Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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comunque entro il territorio comunale. Le spese per il carico, scarico e trasporto al magazzino sono già incluse nella stima dei lavori e facenti quindi parte dell’appalto a corpo. Durante le lavorazioni i materiali occorrenti alle lavorazioni dovranno essere accatastati in idonei luoghi che saranno individuati dalla D.L. in modo tale da non arrecare intralcio alla percorribilità pedonale ed a quella carrabile di attraversamento. Particolare cura, nell’accatastamento dei materiali, dovrà esser data affinché l’accumulo degli stessi non crei disagio alle attività commerciali presenti lungo l’intera area di cantiere ed all’accesso ai palazzi ed alle civili abitazioni. Tra i materiali provenienti dalle demolizioni andranno vagliati e selezionati in quanto possibili di reimpiego i cigli, i paracarri in pietra o ghisa, le grate e le inferriate, le tabelle pubblicitarie, gli elementi di segnaletica stradale e quanto altro sarà richiesto dalla D.L. I materiali provenienti dalle demolizioni dovranno essere accatastati in modo ordinato, divisi per categorie di elementi. I materiali ed i singoli elementi dei quali la D.L. non riterrà possibile il reimpiego saranno celermente allontanati e portati a discarica. I materiali e/o i singoli elementi che la D.L. riterrà possibile il reimpiego saranno mantenuti in ordine entro l’area di cantiere, quando il reimpiego è previsto entro i successivi 10 giorni. Se il reimpiego è previsto oltre i 10 giorni dalla rimozione i materiali saranno portati in deposito in località indicata dalla D.L. e, in assenza di specifiche disposizioni della D.L. stessa, saranno portati in deposito e custoditi direttamente dall’Appaltatore in aree o depositi di sua proprietà. La presa in consegna dei materiali e/o elementi da prendere in custodia sarà a totale carico dell’Appaltatore. La D.L. provvederà a redigere specifico verbale di consegna delle quantità da portare in deposito. Qualora in fase di realizzo i pezzi o le quantità mandate in deposito venissero a mancare, per qualsiasi motivo o natura, l’Appaltatore è chiamato a fornire in opera le parti mancanti a totale sua spesa. Le rimozioni andranno fatte prevalentemente con l’impiego di mezzi meccanici, di piccole dimensioni e silenziate. In presenza di reti di PP.SS. o a ridosso degli edifici dovranno essere eseguite prevalentemente a mano. I lavori di rimozione possono essere sintetizzati in: - Smuratura di cigli di granito delimitanti i marciapiedi entro i limiti di intervento riportati in progetto. - Smuratura e rimozione delle grate e dei chiusini, di qualsiasi natura e dimensione, siano essi di raccolta di acque meteoriche che di pertinenza della rete dei pubblici esercizi. - Rimozione degli inghiottitoi esistenti e la realizzazione di nuove caditoie stradali e delle tubazioni di raccordo con i pozzetti esistenti. - Rimozione della pavimentazione in cubetti di porfido e l’accantonamento in luogo sicuro per il successivo ricollocamento. - Rimozione di tabelle di segnaletica stradale e di pubblicità. Gli eventuali dadi o tubiere debbono intendersi già comprese nella voce demolizioni. L’accatastamento in area di cantiere per il successivo riposizionamento in opera sarà richiesto dalla D.L. secondo quanto precedentemente detto. L’elencazione di cui sopra costituisce un elenco non esaustivo delle demolizioni che possono essere necessarie per portare a compimento l’intera opera.
1.3
TRASPORTI
I trasporti andranno fatti prevalentemente con l’impiego di mezzi meccanici, di piccole dimensioni e silenziate. In presenza di reti di PP.SS. o a ridosso degli edifici il caricamento dovrà essere eseguito prevalentemente a mano. Particolare cura andrà fatta nel trasporto dei cubetti di selce da impiegare all’interno del cantiere. L’Appaltatore dovrà trasportare cubetti di selciato nel luogo di impiego in quantità tale da non creare con cumuli ed accatastamenti intralcio al transito pedonale.
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I materiali provenienti dalle demolizioni, rimozioni e scavi, non idonei ad essere reimpiegati, devono essere rimossi nel più breve tempo possibile dalle zone di produzione, caricati con mezzo meccanico, piccolo, su autocarro non superiore a t.3,5 e trasportati a rifiuto in discariche autorizzate, salvo quei quantitativi che occorrano in luogo per i rinterri di scavi di fondazione per eventuali ricompattazioni e livellamenti delle aree di pertinenza dei marciapiedi e delle nuove quote pedonali. I materiali reimpiegabili, eventualmente eccedenti in quanto non reimpiegabili nell’area dell’intervento, nei tempi detti al precedente punto o comunque a giudizio della D.L. buoni per l’immagazzinaggio e la fornitura di scorta, saranno depositati in apposite aree di stoccaggio, indicate dall’Appaltatore ed accettate dalla D.L., esterne all’area di cantiere a cura e spese dell’Appaltatore. Qualora ne sia fatta specifica richiesta da parte della D.L. i materiali, anche se reimpiegabili in cantiere, ma che per quantità non possono essere immagazzinati lungo l’area di intervento saranno trasportati e scaricati presso uno dei depositi comunali che la D.L. indicherà.
2
SCAVI E RINTERRI
Gli scavi e i riempimenti dovranno essere eseguiti con mezzi meccanici e/o a mano ove necessario, sia in conseguenza delle condizioni ambientali che per la particolarità delle operazioni richieste quando trattasi di installare particolari opere o macchinari e così pure il caricamento dei materiali di risulta sui mezzi di trasporto, in conformità alle prescrizioni della D.L. per l’esatta esecuzione delle opere previste nei disegni di progetto, o alla necessità delle singole fasi operative.
2.1
SCAVI
Il progetto prevede l’esecuzione di scavi a cielo aperto ed a sezione obbligata in terreno naturale e/o artificiale di qualsiasi resistenza compresa l’estrazione e l’aggotto di eventuali acque. Sono comprese a carico dell’impresa le puntellature, sbadacchiature ed armature di sicurezza, il carico su autocarro ed il trasporto a discarica autorizzata dei materiali di risulta.
2.1.1
SCAVI A SEZIONE OBBLIGATA FINO A MT. 2,00 DI PROFONDITÀ
Rientrano in questa fattispecie gli scavi per alloggiamento nuovi pozzetti fognari in calcestruzzo, siano essi gettati in opera o prefabbricati, posti a modifica ed integrazione degli esistenti, siano questi in prossimità dei marciapiedi esistenti che in altra parte della sede stradale, da allineare e porre come da disegni e prescrizioni della D.L; gli scavi per la posa in opera di tubazioni in PVC di collegamento tra i nuovi pozzetti fognari e la fognatura superficiale di smaltimento delle acque piovane; gli scavi per la posa in opera di nuovi cigli o stangoni posti o da porre su sede stradale, pedonale o in prossimità dei passi carrabili.
2.2
RINTERRI
Tutti i rinterri debbono essere eseguiti prevalentemente con mezzi meccanici e solamente per piccole superfici e volumi. E’consentita l’esecuzione a mano, utilizzando i materiali di risulta depositati a bordo cavo. Nelle opere di rinterro è compreso il compattamento, lo spianamento, la pilonatura a strati non superiore a cm 30, la bagnatura e quanto altro occorrente al ricarico e alla movimentazione di materiali necessari fino al raggiungimento delle quote del terreno previste dal progetto o indicate dalla D.L. Per i rinterri delle aree o singole parti ove sottostanti le pavimentazioni stradali, siano esse pedonali che carrabili, dovranno avere uno strato di pozzolana almeno per una parte non inferiore a cm 30 di spessore.
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Sono previsti rinterri eseguiti a mano per i cavi eseguiti per alloggiamento della nuova rete fognaria superficiale, per la posa in opera delle cigliature, per l’alloggiamento di pali, per i tratti delle canalizzazioni che siano state oggetto di spostamenti o ripristino. Qualora i materiali di risulta non siano sufficienti a provvedere ai rinterri, l’Appaltatore provvederà a suo totale carico ad approvvigionarsi di pozzolana, secondo le indicazioni della D.L.; gli oneri per l’approvvigionamento di tali materiali è comunque già compreso nel prezzo a corpo
3 OPERE STRADALI ( COGLOMERATI – SOTTOFONDI )
3.1
CONGLOMERATI
Le opere attinenti la realizzazione dei pozzetti fognanti, se gettati in opera, ove necessario, andranno posizionati nei luoghi desumibili dai disegni di progetto. Qualora per cause non accertabili in fase di progetto dovesse essere necessario spostare le ubicazioni dei pozzetti, dei chiusini o delle caditoie, la D.L. provvederà, mediante specifico O.d.S. a far eseguire gli spostamenti necessari. L’esecuzione di tali O.d.S. non darà diritto all’Appaltatore a rivalse sia economiche che di tempo rispetto a quanto previsto in appalto. Come già descritto nel punto 2.1.1 relativo agli scavi il progetto prevede la costruzione di alcuni pozzetti per il nuovo convogliamento delle acque meteoriche. Saranno ammessi sia pozzetti prefabbricati che gettati in opera. Per il rifacimento dei pozzetti, l’Appaltatore dovrà presentare, almeno 10 giorni prima della posa in opera, idonea campionatura corredata dalla specifica scheda tecnica di riferimento. 3.2
SOTTOFONDI
In relazione alle diverse tipologie di pavimentazioni (lastre, cubetti di selce, pavimentazioni in asfalto, guide), della loro destinazione, carrabile o pedonale, e delle caratteristiche del terreno sottostante, si rimanda al progetto sia per la distribuzione che per il dimensionamento.
3.2.1
FONDAZIONI IN MISTO DI CAVA COSTIPATO
Si tratta di una fondazione con materiale del tipo misto granulare stabilizzato di cava con legante naturale, da realizzare nelle zone interamente pedonali con gli spessori indicati in progetto e comunque non inferiore a cm 25. Il piano finito della fondazione dovrà essere uniformemente miscelato in modo da non presentare segregazione dei suoi componenti. Lo spessore totale dovrà essere quello prescritto, con tolleranza di 5 cm. in più o meno, purchè questa differenza risulti solo saltuariamente.
3.2.2
FONDAZIONE IN POZZOLANA STABILIZZATA
Nei casi indicati in progetto e comunque in tutte le parti di possibile attraversamento da parte di mezzi meccanici delle aree pedonali, è prevista la realizzazione di una fondazione in pozzolana stabilizzata.
3.2.3
FONDAZIONE IN MASSETTO DI CALCESTRUZZO
Nei casi previsti in progetto ed in particolare per tutte le parti di attraversamento carrabile sotto al pavimento di selce è previsto la realizzazione di un massetto di calcestruzzo eseguito con cemento
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tipo 325 dosato a 250 kg/mc., armato con retre elettrosaldata di diametro Ø 8 a maglia quadrata di cm. 20x20. Negli eventuali rappezzi di solette in c.a. preesistente si dovrà procedere con una preventiva messa a nudo delle armature rinvenute tutt’intorno al rappezzo da eseguire ponendo in opera un pezzo di armatura nuova, in rete elettrosaldata o armatura metallica diversa, identica alla preesistente, ponendo attenzione che le sovrapposizioni dei ferri non siano inferiori a cm. 40, opportunamente rigirate alle estremità e legate.
4
LAVORI DI FINITURA STRADALE
I lavori stradali consistono sommariamente nella fornitura e posa in opera di conglomerato bituminoso, guide, cigli stradali in travertino, chiusini per scolo delle acque. Le quantità di reintegro per dimensione e pezzatura, secondo le prescrizioni di progetto, sono state previste e valutate già in fase di stima dei lavori, pertanto sono incluse nell’attuale Appalto a Corpo tutte quelle quantità che si rendessero necessarie da reintegrare in quanto il materiale recuperato non risultasse idoneo al riutilizzo o in quanto il recupero stesso, comprensivo della ripulitura da eventuali incrostazioni di asfalto, o altro, non sia ritenuto conveniente dall’Appaltatore. In quest’ultimo caso, ad insindacabile giudizio della D.L., potrà essere autorizzata la sostituzione del materiale di recupero con quello nuovo, purché della stessa consistenza, colore e pezzatura di quello esistente, o comunque previsto in progetto, senza che ciò comporti motivo di aumento dei prezzi o di rivalsa o riserva alcuna da parte dell’Appaltatore. In ogni caso l’Appaltatore è obbligato a fornire prima dell’acquisto dei materiali, inerenti i cigli, le lastre, le guide ed i selci che intenda utilizzare, una campionatura dei materiali accompagnati da apposita scheda tecnica comprovante il tipo di materiale, la provenienza, la denominazione della cava di estrazione e le qualità tecniche dei materiali stessi, secondo quanto previsto al successivo Capo II Art. 36.2.3, nonché i tempi massimi di approvvigionamento. Tale documentazione dovrà comunque essere fornita dall’Appaltatore prima della consegna dei lavori, indipendentemente dall’effettiva necessità di utilizzo di materiali nuovi. Qualora l’Appaltatore intenda avvalersi di tale possibilità, vale a dire di impiegare anche in parte dei materiali nuovi, anche successivamente alla consegna dei lavori, dovrà presentare specifica scheda tecnica, così come precedentemente detto, accompagnata da uno specifico campione comprovante oltre che il tipo di materiale, l’approvvigionamento e la pezzatura, anche le finiture di lavorazione richieste. Tali campioni debbono essere presentati dall’Appaltatore entro e non oltre 15 giorni prima della data di impiego di tali materiali. Solo dopo l’autorizzazione della D.L., che dovrà avvenire entro i successivi 5 giorni, dalla data di presentazione del campione, controfirmati per accettazione anche dall’Appaltatore, questo potrà procedere all’impiego dei materiali autorizzati. Il materiale dovrà pervenire, inderogabilmente entro i tempi di approvvigionamento forniti dall’Appaltatore. Eventuali ritardi conseguenti alla ritardata consegna di materiali nuovi, anche se ordinati dopo la consegna dei lavori non può essere motivo di ritardo o di sospensione, anche parziale, dei lavori. Analoga prescrizione, vale ed è estesa alle operazioni conseguenti alla necessaria pulizia dei materiali da reimpiegare, con conseguenza di non accettabilità di ritardi e/o richiesta di sospensioni. I campioni accettati dalla D.L., debitamente firmati sia dalla D.L. che dall’Appaltatore e corredati da una copia della scheda tecnica saranno custoditi nell’ufficio della D.L., quale elemento di verifica dei materiali che dovranno essere accettati in cantiere.
4.1 CIGLI IN GRANITO E STANGONI IN TRAVERTINO Nella riqualificazione della piazza dovrà essere realizzata con elementi lapidei, di travertino, con lavorazione ad ingallettatura, smussati su di un solo lato, forniti e posti in opera su un sottostante cordolo di fondazione, con sezione di 25x30 cm per i cigli stradali in travertino, 25x25 cm per i cigli in travertino annegati. Per tutte le lavorazioni sono compresi gli elementi in curva, la lavorazione delle bocchette, lo scavo ed il rinterro, ove previsto. Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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4.2 PAVIMENTAZIONI IN CUBETTI DI PORFIDO 12x12xh.14 e GUIDE DI SELCE (24x24x6 cm) Il progetto prescrive l’utilizzo di cubetti di porfido sull’area intorno alla fontana delle misure di cm 12x12xh.14. Durante le lavorazioni i materiali occorrenti alle lavorazioni dovranno essere accatastati in idonei luoghi che saranno individuati dalla D.L., in modo tale da non arrecare intralcio alla percorribilità pedonale ed a quella carrabile di attraversamento. Particolare cura, nell’accatastamento dei materiali, dovrà esser data affinché l’accumulo degli stessi non crei disagio alle attività commerciali presenti lungo l’intera area di cantiere ed all’accesso ai palazzi ed alle civili abitazioni. La posa in opera delle nuove pavimentazioni dovrà essere preparata mediante demolizione della pavimentazione esistente, dei sottofondi, delle opere relative l’adduzione delle acque meteoriche ed il conseguente trasporto a discarica autorizzata del materiale di risulta. L’opera consiste nella disfattura della pavimentazione in asfalto esistente, lo scavo per la rimozione del sottofondo, la formazione di un apposito sottofondo in pozzolana stabilizzata con 5% di calce idrata, la lavorazione e la compattazione dello strato con idonee macchine in modo da raggiungere il 95% della prova AASHO modificata secondo le norme CNR, realizzazione di massetto di sottofondo in conglomerato cementizio con dosaggio 150 kg/mc armato con rete elettrosaldata fi 8 maglia 20 x 20cm. Costruzione del selciato con allettamento di sabbia e cemento tipo 325 in quantità pari a q.li 1 per mc. di sabbia, sigillatura con bitume e graniglia, avendo cura di lasciare la superficie del selciato perfettamente pulita e sgombra da residui di bitume e graniglia, o con una emulsione di sabbia di fiume vagliata e cemento tipo 325, secondo le indicazioni della D.L. Qualora l’Amministrazione Appaltante fornisca una quantità di selciato all’Appaltatore i costi derivanti da tale fornitura saranno portati in detrazione dalle somme fissate per i lavori a corpo. I campioni di materiale dovranno avere l’approvazione preventivamente dal Direttore dei Lavori, sentito il Responsabile del Procedimento nonché le Soprintendenze competenti. La fornitura dovrà corrispondere alla campionatura approvata.
4.3
PAVIMENTAZIONE IN LASTRE DI PIETRA
Il progetto prescrive l’utilizzo di lastre in pietra lavica (basalto) lungo i percorsi pedonali di collegamento, con faccia superiore a filo di sega e. bocciardato. I campioni di materiale dovranno avere l’approvazione preventivamente dal Direttore dei Lavori, sentito il Responsabile del Procedimento nonché le Soprintendenze competenti. La fornitura dovrà corrispondere alla campionatura approvata. 4.4
SOGLIE E CONTROSOGLIE
Le soglie e controsoglie di porte e vetrine che dovessero essere sostituite a seguito di rotture o per necessità di lavorazioni del presente appalto saranno dello stesso materiale, disegno, pezzatura e misure di quelle preesistenti. Comunque secondo le indicazioni della D.L., mai inferiori a cm.3. le soglie dovranno sporgere dal filo del rivestimento esterno di almeno cm.4 ed avere un canale di gocciolatoio di sezione 10x12 mm. Ed essere tagliato dallo spigolo esterno ad una distanza di circa mm.20. Le soglie dovranno essere ammorsate nelle murature d’ambito per almeno cm. 5 per parte, nel rustico dell’apertura cui corrispondono.
5 OPERE IN FERRO È prevista la fornitura e posa in opera di chiusini in ghisa per le nuove caditoie stradali di raccordo con i pozzetti esistenti. Il ferro e l'acciaio dolce dovranno essere lavorati diligentemente, con maestria, regolarità di forme, precisione di dimensione e con particolare attenzione nelle saldature e bullonature. Saranno rigorosamente rifiutati tutti quei pezzi che presentassero il più leggero indizio d'imperfezione.
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Per le ferramenta di qualche rilievo, l’Impresa dovrà preparare e presentare alla Direzione dei lavori un campione, il quale, dopo l’approvazione della Direzione dei lavori, dovrà servire da modello per tutta la provvista. Per tutti i lavori in ferro, salvo contrarie disposizioni della Direzione dei lavori, dovrà essere eseguita la coloritura a due mani di minio e a due mani successive ad olio di lino cotto con biacca e tinta a scelta.
5.1
TABELLE PUBBLICITARIE E DI SEGNALETICA STRADALE VERTICALE
Gli interventi previsti in questa categoria riguardano in particolare tutte quelle opere conseguenti alle modificazioni della circolazione stradale conseguenti alle opere da realizzare nel presente Appalto così come descritto nelle tavole di progetto. Gli interventi relativi alla segnaletica investono tutta l’area d’intervento. In particolare ricadono nella Piazza San Silvestro e di Piazza San Claudio. Le opere riguardano sia la rimozione, comprensiva della pavimentazione e del suo successivo ripristino ed il trasporto a discarica degli elementi presenti sull’area, che l’installazione compresa la fondazione e la fornitura dei singoli elementi della nuova segnaletica. Tutte le tabelle adibite ad uso di pubblicità e di segnaletica turistica e stradale devono essere rimosse. A seguito delle modifiche apportate alla circolazione carrabile ed alla pedonabilità dell’area alcune di dette tabelle dovranno essere installate in posizioni nuove, altre dovranno essere fornite ed installate ex novo. Tutte le nuove segnalazioni, se di tipo stradale, dovranno essere del tipo omologato dal Codice della Strada, se di tipo informativo o pubblicitario dovranno essere del tutto conformi a quelle esistenti e comunque pienamente rispondenti alle normative comunali in materia di affissioni e pubblicità. Per quanto riguarda le rimozioni, gli spostamenti o le nuove installazioni si rimanda alle prescrizioni di progetto ed a quanto la D.L. ordinerà, sentiti gli organi competenti alla mobilità e traffico. Sono altresì comprese nel presente Appalto tutte quelle tabelle ed elementi di segnaletica verticale necessarie nel corso dei lavori, anche se provvisorie, che si rendessero necessarie per rendere l’area e l’intorno percorribile secondo quanto sarà disposto dalla D.L., sentito il Comando VV.UU. Per quanto riguarda la segnaletica, l'Impresa dovrà attenersi alle disposizioni che verranno impartite di volta in volta dalla Direzione dei lavori. Dovranno essere tenute presenti le norme che sono contenute nel vigente Codice della strada e nel Capitolato speciale dei segnali stradali predisposto dall'Ispettorato Generale Circolazione e Traffico del Ministero dei LL.PP.
5.2
SEGNALETICA STRADALE ORIZZONTALE
Per la segnaletica stradale orizzontale vale quanto già prescritto al precedente punto 5.1. La nuova conformazione delle sedi stradali in funzione della pedonalità ha determinato la ridefinizione di tutta la segnaletica stradale, sia per quanto riguarda gli attraversamenti delle aree integralmente pedonali, sia la transitabilità delle stesse aree pedonali per lo scarico merci, l’accesso ai passi carrabili, il transito dei mezzi di soccorso. Ove occorra la nuova segnaletica orizzontale dovrà essere eseguita con vernice spartitraffico di colore bianco, giallo o blu come indicato nel progetto. Sono altresì compresi tutti gli oneri derivanti per la segnaletica orizzontale da realizzare durante l’intero Appalto relativo ai lavori in corso con vernice gialla e secondo le indicazioni della D.L. sentito il Comando VV.UU. Tutta la segnaletica provvisoria dovrà essere perfettamente cancellata prima che sia realizzata o rifatta quella definitiva. Per quanto riguarda la segnaletica, l'Impresa dovrà attenersi alle disposizioni che verranno impartite di volta in volta dalla Direzione dei lavori. Dovranno essere tenute presenti le norme che sono contenute nel vigente Codice della strada e nel Capitolato speciale dei segnali stradali predisposto dall'Ispettorato Generale Circolazione e Traffico del Ministero dei LL.PP.
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6 OPERE FOGNARIE Le opere fognarie inserite in progetto riguardano prevalentemente la sostituzione degli inghiottitoi esistenti con una nuova rete di caditoie con tubazioni di raccordo alle linee principali.
6.1
CADITOIE STRADALI PREFABBRICATE
Le nuove caditoie devono essere prefabbricate in calcestruzzo, del tipo a doppio sifone, fornite e posate in opera, in cls vibrato classe Rck 300, complete di coperchio di chiusura e prolunga. Il pozzetto avrà misure interne di 50 x 50 cm, altezza 50 cm e pareti dello spessore di cm 10. Il coperchio, del tipo carrabile, sarà di spessore 8 cm mentre la prolunga sarà di altezza pari a 30 cm con spessore delle pareti di 10 cm. I sifoni verticali saranno realizzati in modo da essere un corpo unico con le pareti del pozzetto e posizionati in modo da costituire un vano di confluenza a tre vie. La posa in opera comprende lo scavo, il rinfianco con calcestruzzo, l’allaccio a tenuta con le tubazioni e il rinterro. Le caditoie poste al centro della strada debbono essere tra loro perfettamente allineate e collocate seguendo i disegni di progetto.
6.2
TUBI IN PVC PER FOGNATURE
Le nuove caditoie devono essere collegate al fognolo esistente, sia esso sotto il marciapiede attuale o in altra posizione della sede stradale, a mezzo di tubazioni in cloruro di polivinile rigido (PVC) conformi alle norme U.N.I 7447 – 75 tipo 303 / 1 serie pesante con giunto a bicchiere, da porre in opera a mezzo di anello elastomerico, compreso i pezzi speciali ed i raccordi ove necessario, il rinfianco in calcestruzzo, le occorrenti riduzioni, gli scavi, l’accatastamento e gli spostamenti in area di cantiere, i tagli per la riduzione delle lunghezze, gli sfridi, l’innesto a misura mediante demolizione nel fognolo esistente sotto il marciapiede e nella nuova caditoia, la sigillatura a cemento di detti innesti.
6.3
CHIUSINI IN GHISA
Le nuove caditoie devono essere corredate da chiusini in ghisa affinata per carreggiata stradale a traffico pesante, di prima fusione, potranno essere con coperchi a griglia a 12 asole, di peso complessivo non inferiore a kg 115, di luce interna proporzionale all’aperture delle caditoie, con altezza del telaio non inferiore a cm 12, carico ammissibile t. 10. I chiusini all’interno della piazza pedonale saranno contornati da legarelle 24x12. L’Appaltatore dovrà sottoporre alla D.L. idonee campionature almeno 15 giorni prima della data prevista per la loro posa in opera. La D.L. dovrà rispondere entro i successivi 5 giorni, accettando il tipo previsto o richiedendone altri. Non potranno essere posti in opera elementi non accettati dalla D.L.
6.4
RIALZAMENTO O ABBASSAMENTO DEI CHIUSINI
All’interno delle aree da ripavimentare sono presenti una serie di chiusini relativi alle reti elettriche, telefoniche, idriche ed altro. Tutti i chiusini presenti debbono essere portati al livello della nuova quota stradale, quindi possono essere rialzati o abbassati. Tutti i chiusini esistenti,dove possibile, verranno sostituiti con quelli a scomparsa. In conseguenza del disegno del selciato è stato altresi’ previsto in alcuni casi lo spostamento del chiusino, negli altri casi la rotazione del coperchio superiore, tale da essere allineato alla tessitura selciato. Al fine di procedere all’esatto posizionamento dei pozzetti si renderà necessario eseguire indagini, con onere a carico dell’Appaltatore, e predisporre idoneo rilevamento e conseguente progetto di cantierizzazione, per rendere compatibili la rete di raccolta sotterranea con la raccolta delle acque superficiali nelle caditoie site nelle fasce radiali che marginano la pavimentazione in sampietrini.
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La nuova configurazione ha determinato la necessità di rialzare ma anche di abbassare alcuni dei chiusini, attualmente ubicati lungo il bordo della carreggiata, in funzione delle nuove quote indicate in progetto. Punto inderogabile della esecuzione è che i chiusini posti al centro delle fasce dovranno essere posti alla quota idonea rispetto all’intera pavimentazione al fine di smaltire le acque meteoriche. Il lavoro consiste nella rimozione dei chiusini compresa la rimozione del telaio. Per i rialzi si provvederà alla realizzazione di un muretto di appoggio in mattoni pieni su base di appoggio opportunamente predisposta, ricollocamento in opera del telaio e successivamente del coperchio. Nel caso di abbassamenti di quota potrà essere abbassato il solo muretto di appoggio qualora la dimensione del pozzetto sia ritenuta congrua dalla D.L. e comunque non superi i cm. 10 di differenza; negli altri casi si procederà alla demolizione dei pozzetti esistenti, compresi i sottofondi, ed al loro ripristino.
6.5
PULIZIA E SPURGO FOGNATURE
La pulizia e lo spurgo della rete fognaria investe non solo l’intera area compresa nel presente appalto, ma anche tutte quelle caditoie e pozzetti che, seppur esterne, risultassero anche solo parzialmente ostruite e/o tali da non garantire il corretto deflusso delle acque di scarico. Sono pertanto oggetto di revisione e di eventuale pulizia le caditoie ed i pozzetti delle aree limitrofe.
6.6
Spurgo di caditoie
Tutti i pozzetti compresi nell’area d’intervento che non sono oggetto diretto di intervento debbono essere puliti dalle materie depositate. La pulizia prevede la rimozione dei chiusini in ghisa posti a copertura delle caditoie esistenti, l’estrazione a mano delle materie rinvenute, il ricollocamento in opera dei chiusini rimossi, il carico ed il trasporto a discarica dei materiali di risulta.
6.7
AUTOESPURGATRICE MECCANICA
La pulizia della rete fognaria esistente prevede anche l’utilizzo di canal – jet munito di tubo autoentrante, completo di idonee pompe, serbatoi per acqua e per la raccolta delle materie spurgate e di ogni altra attrezzatura idonea alle operazioni di spurgo e disostruzione di manufatti fognatizi.
OPERE PER LA PREDISPOSIZIONE DELL’IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE PUBBLICA È previsto il riassetto dell’illuminazione pubblica relativa alle sedi pedonali e quelle carrabili. Nel presente Appalto sono compresi tutti quei lavori e forniture conseguenti al posizionamento e/o rifacimento dell’illuminazione pubblica previsti in progetto con la sola esclusione della fornitura e posa in opera dei corpi illuminanti e degli elementi di supporto, salvo diversa disposizione della D.L.. Sono quindi compresi gli scavi per l’alloggiamento di tubiere, le tubiere ed i cavidotti in genere, i pozzetti di raccordo tra diversi elementi e/o diramazioni della rete, le fondazioni e la predisposizione degli alloggiamenti di pali di illuminazione secondo quanto sarà disposto, nei singoli casi, dalla D.L., sentita l’ACEA o l’ENEL o altro Ente gestore.
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8 OPERE DI RILEVAMENTO E AGGIORNAMENTO TAVOLE DEL CABREO STRADE, CABREO FOGNE E PLANIMETRIE RELATIVE ALLE RETI DEI PUBBLICI SERVIZI Nello svolgimento dell’Appalto sono da realizzare tutta una serie di lavorazioni relative alla bonifica delle reti dei sottoservizi esistenti, nonché alla realizzazione delle nuove reti previste nel progetto. Pertanto sarà cura dell’Appaltatore aggiornare mediante verifiche e rilievi da effettuarsi in corso d’opera, gli elaborati tecnici quali accatastamenti, cabreo strade, cabreo fogne, planimetrie delle aziende dei pubblici servizi che l’Appaltatore è tenuto a consegnare alla stazione Appaltante all’atto della comunicazione di fine lavori.
ART.6 OPERE E FORNITURE ESCLUSE - EVENTUALE RIMBORSO ALL'APPALTATORE Sono escluse nell'appalto le opere relative alla fornitura dell’'impianto di illuminazione pubblica ed ai lavori di sistemazione delle canalizzazioni elettriche ed idrauliche che vengono eseguiti dagli Enti cui le canalizzazioni stesse appartengono e tutte quelle opere eventuali ed impreviste che la D.L. ritenga di far eseguire da altre Imprese ad eccezione degli scavi e la posa in opera di canalizzazioni e pozzetti ricadenti all’interno dell’area di intervento le cui opere e/o tracciati sono specificate nelle tavole di progetto cosi’ come detto al precedente punto 6.8. Sono altresi’ escluse nell’Appalto le eventuali elaborazioni tecniche quali le elaborazioni di sondaggi, ricerche, analisi storiche e di archivio riguardanti particolari aree, o settori o singoli elementi da realizzarsi, rilevazioni scientifiche che richiedono particolare perizia e che esulano dalle normali verifiche. Il Responsabile del Procedimento si riserva la facoltà di ordinare ad altre ditte la fornitura e/o l’esecuzione di opere o prestazioni specialistiche, previste con rimborso a fattura, che richiedano una tecnica specializzata o siano oggetto di speciali brevetti, a suo esclusivo giudizio. L'Amministrazione potrà procedere al pagamento della prestazione ordinata secondo le seguenti due procedure: A. pagamento diretto alla ditta che ha eseguito la prestazione attraverso emissione di apposita determinazione dirigenziale; B. rimborso all'Appaltatore previa emissione di fattura quietanza e vistata dalla D.L. ed autorizzata dal Responsabile del Procedimento. In tale secondo caso l’ammontare della fattura, aumentato dell'interesse legale vigente, verrà rimborsato all'Appaltatore in occasione del primo mandato di pagamento successivo alla presentazione della fattura stessa. Detto ammontare e relativo interesse non saranno soggetti a ritenute contrattuali né a ribasso . L'interesse annuo sarà valutato dalla data di presentazione della fattura quietanzata a quella di emissione del certificato di pagamento in cui detta fattura verrà liquidata.
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ART. 7 DISPOSIZIONI GENERALI L'appalto è retto:
dal presente capitolato speciale di appalto, dal Capitolato Generale del Comune di Roma, approvato dal C.C. con deliberazione n. 6126 del 17.11.1983 e dal Nuovo Capitolato Generale di Appalto per LL.PP., approvato con D.M.LL.PP. 19 aprile 2000, n°145; Il Decreto Legislativo n. 163 del 12 aprile 2006 e s.m.i. la tariffa adottata con deliberazione della Giunta Comunale n.250 del 13/06/07 ed in difetto con riferimento a quanto contenuto nella suddetta tariffa si rimanda alla tariffa prezzi del Comune di Roma – Ripartizione V LL.PP. Deliberazione del C.C. n. 161 del 12/09/88, aggiornata con Delibere del Commissario Straordinario n. 156 del 16/07/93 e n. 353 del 16/11/93.
Nello svolgimento dell'appalto dovranno essere rispettate tutte le norme vigenti in Italia, derivanti sia da leggi che da decreti, circolari e regolamenti con particolare riguardo ai regolamenti edilizi, d'igiene, di polizia urbana, dei cavi stradali, alle norme sulla circolazione stradale, a quelle sulla sicurezza ed igiene del lavoro vigenti al momento della esecuzione delle opere (sia per quanto riguarda il personale dell'Impresa, o di eventuali subappaltatori e cottimisti, che per quello dell'Amministrazione, in modo particolare per quello addetto ai lavori di ispezione in fogne e galleria), alle disposizioni di cui al D.L.gvo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modifiche e integrazioni o impartite dalle UU.SS.LL., alle norme CEI (Comitato Elettronico Italiano), U.N.I. (Ente Nazionale Italiano di Unificazione), C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche), ISPESL, Vigili del Fuoco, Normativa Ministero Beni Culturali, I.S.O. (International Organization for Standardization) e, per le terre di scavo e rifiuti speciali, alle disposizioni di cui al D. Lgs. n.22/1997 e limiti di accettabilità di cui al D.M. n. 471/1999. Per quanto riguarda le opere in c.a., c.a.p., e acciaio dovranno essere rispettate le disposizioni di cui al d.m. 14 settembre 2005 Norme tecniche per le costruzioni e successivi aggiornamenti, nonché la normativa U.N.I. sui calcestruzzi preconfezionati. Dovranno inoltre essere osservate le disposizioni di cui al D.P.R. 8 giugno 1982, n. 524 nonché del D.L.gvo 81/08 in materia di segnaletica di sicurezza sul posto di lavoro, nonché le disposizioni di cui al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1 marzo 1991 sui "Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno", e successive integrazioni, del D. L.gvo 15 agosto 1991, ed in ottemperanza a quanto disposto nell'ordinanza Sindacale n. 151 del 21.1.88 per quanto concerne l'uso dei macchinari ed attrezzature di cantiere. In particolare: a) I motocompressori ed i gruppi elettrogeni debbono essere opportunamente schermati, in modo che il livello di rumore ambientale non superi di 5 DBA (con sorgenti in funzione) il livello del rumore residuo misurato senza le sorgenti in funzione, dalle ore 7.00 alle ore 22.00. Dalle ore 22.00 alle ore 7.00 (notturne) il funzionamento dei predetti macchinari e' vietato salvo che le specifiche situazioni di luogo lo consentano. b) I martelli pneumatici e le apparecchiature consimili debbono essere di tipo "silenziato" ed il loro funzionamento deve essere limitato dalle ore 7.00 alle ore 14.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00. In caso di violazione si procederà alla denuncia all’Autorità Giudiziaria (Art. 650 C.P.). Tutti i rapporti scritti e verbali tra l'Amministrazione Comunale e l'Appaltatore, comunque inerenti il presente appalto, dovranno avvenire in lingua italiana.
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ART. 8 DOCUMENTI FACENTI PARTE INTEGRANTE DEL CONTRATTO Integrano la disciplina dell’appalto, anche se non allegati: −
D.L.gvo 12 aprile 2006, n. 163 “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione e s.m.i. Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici, approvato con D.P.R. 21 dicembre 1999, n° 554; per quanto applicabile; Capitolato Generale di Appalto per LL.PP., approvato con DM.LL.PP. 19 aprile 2000, n°145; Legge 2248 allegato F del 20.3.1865 e s.m.i. per quanto applicabile; Legge 19 marzo 1990, n. 55 e successive modifiche e integrazioni, D.L.gvo 8 agosto 1994, n. 490, D.P.R. 3 giugno 1998, n. 252; il presente Schema di contratto/ capitolato speciale; il decreto legislativo 81/2008 “Testo unico sulla sicurezza”; la tariffa adottata con deliberazione della Giunta Comunale n.250 del 13/06/07 ed in difetto con riferimento a quanto contenuto nella suddetta tariffa si rimanda alla tariffa prezzi del Comune di Roma – Ripartizione V LL.PP. Deliberazione del C.C. n. 161 del 12/09/88, aggiornata con Delibere del Commissario Straordinario n. 156 del 16/07/93 e n. 353 del 16/11/93la documentazione di progetto ed in particolare :
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Capitolato Speciale d’appalto (CSA) Relazione Tecnica comprensiva di quadro economico ed elenco elaborati Elaborati grafici così come elencati nella relazione tecnica di progetto. Elenco prezzi unitari Piano Di Sicurezza e Coordinamento Cronoprogramma
ART. 9 ELEZIONE DEL DOMICILIO Agli effetti del presente appalto e per tutta la durata dei lavori l’Appaltatore elegge il domicilio in Roma …………………………………………………….. Ogni cambiamento di tale domicilio nel corso dell'appalto dovrà essere comunicato, all'Amministrazione, con lettera raccomandata, entro 24 ore dall'avvenuto cambiamento. L'inosservanza di tale prescrizione, protrattasi per oltre tre giorni, comporta l'applicazione della penale di cui al successivo art.31.
ART. 10 CAUZIONI a) Cauzione definitiva Al momento della sottoscrizione del contratto o in caso di consegna ad urgenza dei lavori, a copertura dell’eventuale danno derivante dal mancato o inesatto adempimento, l’aggiudicatario documenta con le medesime modalità previste per la costituzione della cauzione provvisoria, l’avvenuta costituzione di un deposito cauzionale definitivo, calcolato ai sensi dell’art.113 del D.L.gvo 163/06 e s.m.i.. L’importo della cauzione definitiva e del suo eventuale rinnovo è ridotto del 50% per gli operatori economici ai quali venga rilasciata , da organismi accreditati ai sensi delle norme europee, la certificazione del sistema di qualità così come previsto al comma 7 dell’art 75 del D.L.gvo 163/06 e s.m.i. La cauzione , inoltre , dovrà essere attivata presso intermediario inserito nell’elenco speciale degli “intermediari finanziari di cui all’art.107 del decreto legislativo 1° settembre 1993 n.385. Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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La mancata presentazione della garanzia comporta la revoca dell’affidamento e l’incameramento della cauzione provvisoria da parte dell’Amministrazione. Il deposito cauzionale sarà svincolato secondo le modalità indicate nel sopraccitato art.113 del D.L.gvo 163/06 e s.m.i... Al verificarsi delle condizioni previste dalla legge per l’escussione della garanzia, il pagamento, nei limiti dell’importo garantito, è eseguito a semplice richiesta del soggetto garantito entro il termine di quindici giorni decorrenti dalla data di ricezione della richiesta scritta e documentata con i prescritti dati contabili da parte del Responsabile del Procedimento. L’istituto fideiussore , non può esercitare il beneficio della preventiva escussione dell’impresa obbligata di cui all’art. 1944 C.C. né il beneficio della preventiva decadenza di cui all’art. 1957 C.C., né può opporre l’eventuale mancato pagamento del premio. Restano salve le azioni di legge nel caso in cui le somme pagate dall’istituto fideiussore risultino parzialmente o totalmente non dovute. Foro competente è quello ove ha sede l’Amministrazione o soggetto appaltante. b) Facoltà dell’Amministrazione di disporre della cauzione La cauzione viene prestata a garanzia dell’adempimento di tutte le obbligazioni del contratto e del risarcimento di danni derivanti dall’inadempimento delle obbligazioni stesse, nonché a garanzia del rimborso delle somme che l'amministrazione avesse eventualmente pagato in più durante l'appalto rispetto al credito dell'appaltatore, risultante dalla liquidazione finale, salvo l'esperimento di ogni altra azione nel caso in cui risultasse insufficiente. L’Amministrazione ha il diritto di valersi della cauzione per l'eventuale maggiore spesa sostenuta per il completamento dei lavori, nel caso di rescissione d'ufficio, nonché per il rimborso delle maggiori somme pagate durante l'appalto in sede di liquidazione finale. La fidejussione bancaria o la polizza assicurativa, prestata per la cauzione provvisoria e per la cauzione definitiva dovrà prevedere espressamente la rinuncia al beneficio della preventiva escussione del debitore principale e la sua operatività entro 15 gg., sempre a semplice richiesta scritta dell’Amministrazione (cfr. art.113 del D.L.gvo 163/06 e s.m.i..).
c) requisiti dei concorrenti riuniti Nel caso di riunione di concorrenti ai sensi dell’art.37 del D. L.gvo 163/06 e s.m.i., le garanzie fidejussorie sono costituite, su mandato irrevocabile, dall’Impresa mandataria o capogruppo in nome e per conto di tutti i concorrenti con sequenzialità solidale nel caso di cui all’art. 37 comma 5°, del D. L.gvo 163/06 e s.m.i. e con responsabilità pro quote nel caso in cui all’art. 37 comma 6°, del D. L.gvo 163/06 e s.m.i.
ART. 11 ASSICURAZIONI E’ onere dell’appaltatore, da ritenersi anch’esso compensato nel corrispettivo dell’appalto, ai sensi di quanto previsto dall’art. 103 del Regolamento di attuazione della legge quadro sui lavori pubblici, approvato con D.P.R. 21 dicembre 1999, n. 554, l’accensione, presso compagnie di gradimento dell’appaltante, delle seguenti polizze: L’impresa è tenuta ad accendere specifica una polizza di assicurazione che copra i danni subiti dalla Stazione Appaltante a causa del danneggiamento o della distruzione totale o parziale di impianti ed opere, anche preesistenti, verificatisi nel corso dell'esecuzione dei lavori. La somma assicurata è pari a € 3.000.000,000. La polizza deve inoltre assicurare la stazione appaltante contro la responsabilità civile per danni causati a terzi nel corso dell’esecuzione dei lavori, per un massimale di € 1.500.000,00. Le polizze di cui ai precedenti commi dovranno essere accese prima della consegna dei lavori e devono portare la dichiarazione di vincolo a favore della Stazione Appaltante e devono coprire l’intero periodo dell’appalto fino al completamento della consegna delle opere; devono altresì risultare in regola con il pagamento del relativo premio per lo stesso periodo indicato e devono essere esibite alla Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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Stazione Appaltante prima dell’inizio dei lavori e comunque prima della liquidazione del primo stato d’avanzamento, alla quale non si darà corso in assenza della documentazione comprovante l’intervenuta accensione delle polizze suddette. La copertura assicurativa decorre dalla data di consegna dei lavori e cessa alla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione o comunque decorsi dodici mesi dalla data di ultimazione dei lavori risultante dal relativo certificato. Il contraente trasmette alla stazione appaltante copia della polizza di cui al presente articolo almeno dieci giorni prima della consegna dei lavori. L’omesso o il ritardato pagamento delle somme dovute a titolo di premio da parte dell'esecutore non comporta l’inefficacia della garanzia. Il progettista o i progettisti incaricati della progettazione esecutiva devono essere muniti, a far data dall’approvazione del progetto da parte della Stazione Appaltante, di una polizza assicurativa di responsabilità civile per i rischi professionali derivanti dallo svolgimento dell’attività di propria competenza, per tutta la durata dei lavori e sino all’emissione del certificato di collaudo provvisorio. Tale polizza dovrà rispettare i requisiti dettati dall’art. 111, comma 1, del D.Lgs. n° 163 del 12 aprile 2006 nonché dall’art. 105 del D.P.R. 554/99.
ART.12 DISCIPLINA DEL SUBAPPALTO 1. Ai fini del presente articolo è considerato subappalto qualsiasi contratto avente ad oggetto attività ovunque espletate che richiedono l'impiego di manodopera, quali le forniture con posa in opera e i noli a caldo, se singolarmente di importo superiore al 2 per cento dell'importo delle prestazioni affidate o di importo superiore a 100.000 euro e qualora l'incidenza del costo della manodopera e del personale sia superiore al 50 per cento dell'importo del contratto da affidare 2. Ai fini della disciplina del subappalto si applicano le norme contenute nell’art. 118 del D. L.gvo 163/06 e s.m.i. 3. L’Appaltatore è tenuto a seguire in proprio le opere e i lavori, compresi nel contratto. Il contratto non può essere ceduto, a pena di nullità, salvo quanto previsto nell'art. 116 del D. L.gvo 163/06 e s.m.i. 4. L'affidamento in subappalto o in cottimo ai sensi dell’art. 118 del D. L.gvo 163/06 e s.m.i., è sottoposto alle seguenti condizioni: − che i concorrenti all'atto dell'offerta o l'affidatario, nel caso di varianti in corso di esecuzione, all'atto dell'affidamento, abbiano indicato i lavori o le parti di opere forniture che intendono subappaltare o concedere in cottimo; − che l'affidatario provveda al deposito del contratto di subappalto presso la stazione appaltante almeno venti giorni prima della data di effettivo inizio dell'esecuzione delle relative prestazioni; − che al momento del deposito del contratto di subappalto presso la stazione appaltante l'affidatario trasmetta altresì la certificazione attestante il possesso da parte del subappaltatore dei requisiti di qualificazione prescritti dal presente codice in relazione alla prestazione subappaltata e la dichiarazione del subappaltatore attestante il possesso dei requisiti generali di cui all'art. 38 del D. L.gvo 163/06 e s.m.i.; − che non sussista, nei confronti dell'affidatario del subappalto o del cottimo, alcuno dei divieti previsti dall'articolo 10 della legge 31 maggio 1965, n. 575, e successive modificazioni. 5. L’affidamento in subappalto di parte delle opere o dei lavori deve essere sempre preventivamente autorizzato dal Responsabile del Procedimento. 6. E’ comunque vietato subappaltare la categoria prevalente in quota superiore al 30%. 7. E’ fatto obbligo agli affidatari di trasmettere, entro venti giorni dalla data di ciascun pagamento effettuato nei loro confronti, copia delle fatture quietanzate relative ai pagamenti da essi Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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affidatari corrisposti al subappaltatore o cottimista, con l'indicazione delle ritenute di garanzia effettuate. L'affidatario deve praticare, per le prestazioni affidate in subappalto, gli stessi prezzi unitari risultanti dall'aggiudicazione, con ribasso non superiore al venti per cento. Per i lavori, nei cartelli esposti all'esterno del cantiere devono essere indicati anche i nominativi di tutte le imprese subappaltatrici. L'affidatario è tenuto ad osservare integralmente il trattamento economico e normativo stabilito dai contratti collettivi nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni; è, altresì, responsabile in solido dell'osservanza delle norme anzidette da parte dei subappaltatori nei confronti dei loro dipendenti per le prestazioni rese nell'ambito del subappalto. L'affidatario e, per suo tramite, i subappaltatori, trasmettono alla stazione appaltante prima dell'inizio dei lavori e comunque non oltre dieci giorni dalla autorizzazione da parte dell'Amministrazione, la documentazione di avvenuta denunzia agli enti previdenziali, inclusa la Cassa edile, assicurativi e antinfortunistici, nonché copia del piano di cui all'art. 131 del D. Lgvo 163/06 e s.m.i. L'affidatario e, suo tramite, i subappaltatori trasmettono periodicamente all'amministrazione o ente committente copia dei versamenti contributivi, previdenziali, assicurativi, nonché di quelli dovuti agli organismi paritetici previsti dalla contrattazione collettiva. I piani di sicurezza di cui all'art. 131 del D. Lgvo 163/06 e s.m.i. sono messi a disposizione delle autorità competenti preposte alle verifiche ispettive di controllo dei cantieri. L'affidatario è tenuto a curare il coordinamento di tutti i subappaltatori operanti nel cantiere, al fine di rendere gli specifici piani redatti dai singoli subappaltatori compatibili tra loro e coerenti con il piano presentato dall'affidatario. Nell'ipotesi di raggruppamento temporaneo o di consorzio, detto obbligo incombe al mandatario. Il direttore tecnico di cantiere è responsabile del rispetto del piano da parte di tutte le imprese impegnate nell'esecuzione dei lavori. L'affidatario che si avvale del subappalto o del cottimo deve allegare alla copia autentica del contratto la dichiarazione circa la sussistenza o meno di eventuali forme di controllo o di collegamento a norma dell'articolo 2359 del codice civile con il titolare del subappalto o del cottimo. Analoga dichiarazione deve essere effettuata da ciascuno dei soggetti partecipanti nel caso di raggruppamento temporaneo, società o consorzio. La stazione appaltante provvede al rilascio dell'autorizzazione entro trenta giorni dalla relativa richiesta; tale termine può essere prorogato una sola volta, ove ricorrano giustificati motivi. Trascorso tale termine senza che si sia provveduto, l'autorizzazione si intende concessa. Per i subappalti o cottimi di importo inferiore al 2 per cento dell'importo delle prestazioni affidate o di importo inferiore a 100.000 euro, i termini per il rilascio dell'autorizzazione da parte della stazione appaltante sono ridotti della metà. L'esecuzione delle prestazioni affidate in subappalto non può formare oggetto di ulteriore subappalto.
ART.13 ANTIMAFIA Ai sensi del DPR 252/98, le Imprese subappaltatrici, per i subappalti il cui valore supera i 154.937,07 €, dovranno produrre il Certificato Camerale, rilasciato dalla C.C.I.A.A., di validità non antecedente i sei mesi, riportante la seguente dicitura: “Nulla osta ai fini dell’art. 10 della legge 31/5/1965, n. 575 e successive modificazioni. La presente certificazione è emessa dalla C.C.I.A.A., utilizzando il collegamento telematico con il sistema informativo utilizzato dalla Prefettura di Roma”. Nel caso in cui il Certificato Camerale non riporti la suddetta dicitura dovrà essere cura dell’impresa dichiarare di non essere sottoposto ad alcuna procedimento di cui alla legislazione
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“antimafia” o produrre la documentazione necessaria per richiedere alla Prefettura, per i casi di cui all’art. 10 L 575/65, la prescritta “comunicazione”. Alternativamente la “comunicazione” del Prefetto potrà essere direttamente richiesta dal soggetto privato interessato o da persona da questi specificatamente delegata, previa comunicazione al Responsabile del Procedimento di voler procedere direttamente a tale adempimento. In ogni caso l’autorizzazione ad avvalersi del subappalto è subordinata all’acquisizione delle informazioni circa i tentativi di infiltrazione mafiosa nelle società o imprese interessate. Nel caso si proceda all’affidamento del subappalto senza che sia stata acquisita la prescritta certificazione, oltre alla comunicazione alle autorità competenti e l’applicazione dei provvedimenti previsti dalla normativa vigente, sarà inflitta una sanzione pari al 5% del valore del subappalto. Decorso il termine di 45 gg. dalla ricezione della richiesta, o nei casi d’urgenza, l’Amministrazione può procedere anche in assenza delle informazioni del Prefetto. In caso di presenza, accertata successivamente di cause ostative, di cui alla citata legge 575/65 e s.m.i., l’Amministrazione recede dal contratto, fatto salvo il rimborso delle spese sostenute dall’Amministrazione per l’esecuzione della parte rimanente delle opere. Quanto premesso è valido anche nei casi in cui, a seguito di verifiche disposte dal Prefetto, emergono elementi relativi a tentativi di infiltrazione mafiosa nelle Imprese interessate di cui all’art. 10, comma 7, del D.P.R. 252/98. Nel caso di associazioni, raggruppamenti d’imprese, società e consorzi troverà applicazione quanto previsto dal comma 3 del citato art. 2, dal comma 3 dell’art. 10 e dal comma 1 dell’art. 12 del D.P.R. 252/98.
ART.14 OSSERVANZA DELLE DISPOSIZIONI NORMATIVE E RETRIBUTIVE DEI CONTRATTI COLLETTIVI DI LAVORO CONTRIBUTI ED ALIQUOTE DA VERSARE ALLA CASSA EDILE DI MUTUALITA' ED ASSISTENZA Nell'esecuzione dei lavori che formano oggetto del presente appalto, l'Appaltatore e' tenuto ad osservare, integralmente, il trattamento economico e normativo stabilito dai contratti collettivi, nazionale e territoriale, in vigore per il settore e per la zona nella quale si svolgono i lavori. L'Appaltatore si obbliga, altresì, ad applicare il contratto o gli accordi medesimi, anche dopo la scadenza e fino alla loro sostituzione, e, se cooperative, anche nei rapporti con soci. I suddetti obblighi vincolano l'Appaltatore, anche se non sia aderente alle associazioni stipulanti o se receda da esse, e ciò indipendentemente dalla natura industriale o artigiana, dalla struttura, dalla dimensione dell'Impresa stessa e da ogni altra sua qualificazione giuridica, economica o sindacale. L'Appaltatore e' responsabile in solido, nei confronti della Stazione Appaltante, dell'osservanza delle norme anzidette da parte degli eventuali subappaltatori nei confronti dei loro dipendenti. Il fatto che il subappalto non sia stato autorizzato, non esime l'Appaltatore dalla responsabilità di cui al comma precedente e ciò senza pregiudizio degli altri diritti della stazione appaltante. L’appaltatore è inoltre obbligato ad applicare integralmente le disposizioni di cui al comma 6 dell’art. 118 e dell’ art.131 del D. L.gvo 163/06 e s.m.i. In caso di inottemperanza agli obblighi precisati nel presente articolo, accertata dal Direttore dei Lavori e comunicata al Responsabile del Procedimento o segnalata dall’Ispettorato del Lavoro, la stazione appaltante medesima comunicherà all’Appaltatore e all’Ispettorato suddetto, l’inadempienza accertata e procederà ad una detrazione del 20% sui pagamenti in acconto se i lavori sono in corso di esecuzione, ovvero alla sospensione del pagamento a saldo, se i lavori sono ultimati, destinando le somme così accantonate a garanzia degli obblighi di cui sopra. Inoltre, ai sensi della normativa vigente , la mancata regolarizzazione degli obblighi attinenti alla tutela dei lavoratori non consentirà di procedere allo svincolo della cauzione definitiva dopo l’approvazione del collaudo finale provvisorio. Il pagamento all'Appaltatore delle somme accantonate non sarà effettuato sino a quando dall'Ispettorato del Lavoro non sia stato accertato che gli obblighi predetti siano stati integralmente adempiuti e costituisce onere dell'Impresa produrre la documentazione relativa all'avvenuto accantonamento da parte dell'Ispettorato del Lavoro. Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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Per le detrazioni e sospensioni dei pagamenti di cui sopra l'Appaltatore non può opporre eccezioni alla stazione appaltante, né ha titolo a risarcimento danni. L'Appaltatore e' inoltre obbligato al versamento all'INAIL, nonché, ove tenuto, alle Casse Edili, agli Enti Scuola (previsti dagli artt. 61 e 62 del contratto nazionale per gli addetti alle industrie edili stipulato il 24.7.1959 trasferito in legge con D.P.R. n. 1032 del 14.7.1960), agli altri Enti Previdenziali ed Assistenziali cui risulti iscritto, dei contributi stabiliti per fini mutualistici e per la scuola professionale. L’Appaltatore dovrà, inoltre, dimostrare di essere in regola con i versamenti assicurativi e previdenziali almeno per il periodo di cinque anni precedente alla stipulazione del contratto e dovrà rispettare le clausole contenute nei contratti collettivi nazionale e provinciale di lavoro e le prescrizioni di cui al Decreto Legislativo 81/2008. Nel caso di accertamento, successivo alla stipulazione del contratto o alla consegna ad urgenza dei lavori, della mancanza dei requisiti previsti al comma precedente, sarà prevista in ogni caso la risoluzione del contratto. L'Appaltatore e' inoltre obbligato al pagamento delle competenze spettanti agli operai per ferie, gratifiche, ecc. in conformità alle clausole contenute nei patti nazionali e provinciali sulle Casse Edili ed Enti- Scuola medesimi. L'Appaltatore e, per suo tramite, le Imprese subappaltatrici, dovranno presentare all'Amministrazione Comunale prima dell'emissione di ogni singolo stato avanzamento lavori, e comunque ad ogni scadenza bimestrale calcolata dalla data di inizio lavori, copia dei versamenti contributivi, previdenziali, assicurativi nonché di quelli dovuti agli organismi paritetici, previsti dalla contrattazione collettiva. In caso di inottemperanza agli obblighi di cui al precedente paragrafo accertata dall'Amministrazione o ad essa segnalata dalla Cassa Edile, dall'I.N.A.I.L., dall’INPS o da altri Enti, oltre i provvedimenti previsti dalla norma in materia, si applicherà la penale di cui all’art 31 Penalità. In caso di ritardo, da parte dell’appaltatore, nel pagamento delle retribuzioni dovute al personale dipendente, si applicheranno le procedure previste dall’art. 13 del Capitolato Generale di Appalto approvato con D.M. LL.PP. n°145/2000.
ART. 15 CONSEGNA DEI LAVORI – PROGRAMMA OPERATIVO DEI LAVORI - INIZIO E TERMINE PER L'ESECUZIONE DEI LAVORI - CONSEGNE PARZIALI – SOSPENSIONI a) Consegna dei lavori – Programma operativo - Inizio e termine per l'esecuzione degli stessi. 1. Trattandosi di appalto integrato si specifica che la consegna dei lavori, che rappresenta il formale inizio delle prestazioni previste dall’appalto, dovrà essere preceduta dall’approvazione della progettazione esecutiva. Nel caso di inizio non contemporaneo della progettazione esecutiva e dei lavori si dovrà procedere a due distinte verbalizzazioni ( progettazione e lavori). Il tempo complessivo per le prestazioni previste dall’appalto (giorni 270) decorrerà comunque dalla prima verbalizzazione , è escluso da tale computazione il tempo intercorrente tra la data di consegna della progettazione esecutiva e la data di comunicazione della esecutività del provvedimento di approvazione. Nel caso in cui la stazione appaltante decidesse di iniziare contemporaneamente sia la progettazione esecutiva sia la esecuzione di alcune delle opere previste in appalto che prescindessero dalla redazione di tale fase di progettazione si procederà ad un unico verbale (inizio progettazione esecutiva e consegna dei lavori ) nel quale saranno specificati quei lavori che saranno oggetto di progettazione esecutiva e quei lavori che possono essere immediatamente iniziati senza l’elaborazione del progetto esecutivo. La progettazione esecutiva dovrà comunque essere svolta entro trenta giorni naturali e consecutivi ( facenti parte dei complessivi 270 giorni di contratto) dal verbale di inizio della stessa controfirmato in contraddittorio tra stazione appaltante e appaltatore .
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2. Nel giorno e nell'ora fissati dall'Amministrazione, l'Appaltatore dovrà trovarsi sul posto indicato per ricevere la consegna dei lavori, che sarà certificata mediante formale verbale redatto in contraddittorio, conformemente all’art. 130 del Regolamento di attuazione della legge quadro sui lavori pubblici approvato con D.P.R. 554/99. 3. All'atto della consegna dei lavori, l'Appaltatore dovrà fornire le proprie posizioni Inps Inail e Cassa Edile oltre gli estremi delle polizze per danni di esecuzione e responsabilità civile verso terzi i cui estremi dovranno essere esplicitamente richiamati nel verbale di consegna. 4. L’Appaltatore è tenuto a trasmettere all’Amministrazione, prima dell’effettivo inizio dei lavori e, in ogni caso, entro cinque giorni dalla consegna degli stessi, la documentazione dell’avvenuta denunzia agli Enti previdenziali (inclusa la Cassa Edile), assicurativi ed infortunistici, comprensiva della valutazione dell’appaltatore circa il valore percentuale minimo e massimo del personale che si prevede d’impiegare nell’appalto. 5. Per quanto riguarda la denuncia d’inizio lavori agli enti previdenziali, in caso d’inadempienza da parte dell’Appaltatore, provvederà direttamente il Direttore dei Lavori e all’Appaltatore saranno applicate le penali di cui al successivo articolo 31 Penalità. 6. Lo stesso obbligo fa carico all'Appaltatore o, in caso di inadempienza al Direttore dei Lavori, per quanto concerne la trasmissione della documentazione di cui sopra da parte delle proprie imprese subappaltatrici, cosa che dovrà avvenire prima dell'effettivo inizio dei lavori e comunque non oltre dieci giorni dalla data dell'autorizzazione, da parte dell'Amministrazione, del subappalto o cottimo, come già specificato all’ art. 12. Superato il suddetto limite si applicheranno le penali di cui all’ articolo 31 Penalità. 7. L'Appaltatore dovrà comunque dare inizio ai lavori entro il termine improrogabile di giorni 5 (cinque) dalla data del verbale di consegna fermo restando il rispetto del termine di cui al successivo paragrafo per la presentazione del programma operativo dei lavori . 8. Entro 10 giorni dalla consegna dei lavori, l'Impresa presenterà alla Direzione dei Lavori una proposta di programma operativo dettagliato per l'esecuzione delle opere che dovrà essere redatto tenendo conto sia del tempo concesso per dare le opere ultimate entro il termine fissato dal presente Capitolato, sia delle previsioni contenute nel programma lavori indicativo predisposto dall'Amministrazione e riportato al successivo art. 16. 9. Al programma sarà allegato un grafico che metterà in risalto: l'inizio, l'avanzamento mensile ed il termine di ultimazione delle principali categorie di opere, nonché una relazione nella quale saranno specificati maestranze da utilizzare, tipo, potenza e numero delle macchine e degli impianti che l'Impresa si impegna ad utilizzare in rapporto ai singoli avanzamenti. 10. Entro quindici giorni dalla presentazione, la Direzione dei Lavori d’intesa con il Responsabile del Procedimento comunicherà all'Impresa l'esito dell'esame della proposta di programma; qualora esso non abbia conseguito l'approvazione, l'Impresa entro 10 giorni, predisporrà una nuova proposta, oppure adeguerà quella già presentata, secondo le direttive che avrà ricevuto dalla Direzione dei Lavori previa intesa con il Responsabile del Procedimento. 11. Decorsi 10 giorni dalla ricezione della nuova proposta senza che il Responsabile del Procedimento si sia espresso, il programma operativo si darà per approvato. 12. La proposta approvata sarà impegnativa per l'Impresa, la quale rispetterà i termini di avanzamento mensili ed ogni altra modalità proposta, salvo modifiche al programma operativo in corso di attuazione, per comprovate esigenze non prevedibili, che dovranno essere approvate od ordinate dalla Direzione dei Lavori. Il mancato rispetto dei termini di avanzamento mensili e/o scadenze intermedie fissate nel programma approvato dall’ente appaltante daranno luogo all’applicazione delle penalità nella misura stabilita all’ articolo 31 Penalità. 13. L’appaltatore deve altresì tenere conto, nella redazione del programma: − − − −
delle particolari condizioni dell’accesso al cantiere; della riduzione o sospensione delle attività di cantiere per festività o godimento di ferie degli addetti ai lavori; delle eventuali difficoltà di esecuzione di alcuni lavori in relazione alla specificità dell’intervento e al periodo stagionale in cui vanno a ricadere; dell’eventuale obbligo contrattuale di ultimazione anticipata di alcune parti, laddove previsto.
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14. Nel caso di sospensione dei lavori, parziale o totale, per cause non attribuibili a responsabilità dell’appaltatore, il programma dei lavori viene aggiornato in relazione all’eventuale incremento della scadenza contrattuale. 15. Eventuali aggiornamenti del programma, legati a motivate esigenze organizzative dell’appaltatore e che non comportino modifica delle scadenze contrattuali, sono approvate dal direttore dei lavori, subordinatamente alla verifica della loro effettiva necessità ed attendibilità per il pieno rispetto delle scadenze contrattuali. 16. L'Appaltatore dovrà dare ultimate tutte le opere appaltate entro il termine di giorni 270 (duecentosettanta) naturali e consecutivi dalla data del verbale di consegna lavori (cfr. precedente art.15. comma - a1). 17. L'Appaltatore dovrà comunicare per iscritto a mezzo lettera raccomandata R.R. alla Direzione dei Lavori l'ultimazione dei lavori non appena avvenuta con le modalità di cui al successivo art.17 conto finale ,collaudo e manutenzione
b) Consegne parziali Nel caso di consegna parziale, prevista nel programma lavori indicativo, l’appaltatore è tenuto a predisporre il programma operativo dei lavori, in modo da prevedere l’esecuzione prioritaria dei lavori nell’ambito delle zone disponibili e ad indicare, nello stesso programma, la durata delle opere ricadenti nelle zone non consegnate e, di conseguenza, il termine massimo entro il quale, per il rispetto della scadenza contrattuale, tali zone debbano essere consegnate. Ove l’ulteriore consegna intervenga entro il termine di inizio dei relativi lavori indicato dal programma operativo dei lavori redatto dall’Impresa, approvato dal Direttore dei lavori d’intesa con il Responsabile del Procedimento, non si verificano spostamenti del termine utile contrattuale; in caso contrario la scadenza contrattuale viene automaticamente prorogata del numero di giorni necessari per l’esecuzione dei lavori ricadenti nelle zone consegnate in ritardo, deducibili dal programma operativo suddetto, con conseguente aggiornamento del programma operativo di esecuzione dei lavori. Nel caso di consegna parziale, qualora vengano ultimati tutti i lavori eseguibili senza che si siano rese disponibili le ulteriori aree necessarie alla realizzazione di tutte le opere, si provvederà alla sospensione totale dei lavori nei modi previsti dall’art. 133 del Regolamento approvato con D.P.R. 554/1999 e dall’art. 24 del Capitolato Generale LL.PP., approvato con D.M. n° 145/2000. Ove nelle zone non consegnate rientrino opere a corpo, il relativo importo, qualora non coincidente con le intere categorie indicate all’art. 2 del presente schema di contratto, va contabilizzato in detrazione a misura mediante l’applicazione, alle singole voci di lavoro e alle rispettive quantità non eseguibili, dei prezzi di cui all’elenco a base d’asta, al netto del ribasso contrattuale. c) Sospensioni c.1) Sospensioni già previste nel programma dei lavori indicativo predisposto dall’A.C. Le sospensioni parziali o totali delle lavorazioni, già previste nel programma indicativo dei lavori non rientrano tra quelle regolate dalla vigente normativa e non danno diritto all’Impresa di richiedere compenso o indennizzo di sorta né protrazione di termini contrattuali oltre quelli stabiliti nel citato programma. c.2) Sospensioni non previste dal programma dei lavori indicativo predisposto dall’A.C. e dal programma operativo dell’Impresa. Nella eventualità che successivamente alla consegna dei lavori, insorgano, per cause imprevedibili o di forza maggiore, impedimenti che non consentano di procedere, parzialmente o totalmente, al regolare svolgimento delle singole categorie di lavori e a condizione che le attività oggetto di sospensione non siano critiche rispetto all’andamento generale dei lavori, l’appaltatore e’ tenuto a proseguire i lavori eseguibili, mentre si provvede alla sospensione, anche parziale, dei lavori non eseguibili in conseguenza di detti impedimenti. Con la ripresa dei lavori sospesi parzialmente, il termine contrattuale di esecuzione dei lavori viene incrementato, nei modi previsti dall’art. 24, comma 7, del Capitolato Generale LL.PP. approvato con D.M. LL.PP. n°145/2000. Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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Qualora la sospensione, o le sospensioni se più di una, durino per un periodo di tempo superiore ad un quarto della durata complessiva prevista per l’esecuzione dei lavori stessi, o comunque quando superino sei mesi complessivi, l’appaltatore può richiedere lo scioglimento del contratto senza indennità; se l’Amministrazione Comunale si oppone allo scioglimento, l’appaltatore ha diritto alla rifusione dei soli maggiori oneri derivanti dal prolungamento della sospensione oltre i termini suddetti. La sospensione dovrà risultare da regolare verbale, redatto in contraddittorio tra Direzione Lavori ed Appaltatore, nei modi previsti dall’art. 133 del Regolamento di attuazione della legge quadro sui LL.PP., approvato con D.P.R. n° 554/1999. Qualora, per circostanze particolari, l'Appaltatore, durante il periodo di sospensione, volesse lasciare nel cantiere in tutto o in parte macchinari ed attrezzature, dovrà farne richiesta scritta al Direttore dei Lavori per ottenere il relativo benestare scritto. In tal caso non spetta all’Appaltatore alcun compenso. Nel caso di sospensione dei lavori, così come per la ripresa dei lavori, il D.L. provvederà a darne comunicazione agli Enti previdenziali ed assicurativi e all’Osservatorio Comunale sugli appalti.
ART. 16 PROGRAMMA DEI LAVORI – PROGRAMMA OPERATIVO DEI LAVORI I lavori dovranno essere eseguiti uniformandosi ai criteri generali richiesti dal programma indicativo dei lavori dell'Amministrazione Comunale, così come modificato e integrato dal Programma Operativo dei Lavori di cui al precedente art. 15, redatto dall'Impresa entro il termine di gg. 10 dalla consegna dei lavori ed accettato dalla D.L. d’intesa con il Responsabile del Procedimento.
ART. 17 CONTO FINALE, COLLAUDO E MANUTENZIONE a) Conto finale L’ultimazione dei lavori deve essere tempestivamente constatata e verbalizzata ovvero comunicata per iscritto dall’appaltatore al direttore dei lavori dell’ente appaltante, il quale provvede, entro cinque giorni dal ricevimento della comunicazione ad effettuare, previa formale convocazione dell’appaltatore, il relativo accertamento in contraddittorio sottoscritto anche dall’appaltatore e a trasmetterlo, per competenza, al Responsabile del Procedimento per la relativa conferma, nonché agli Enti previdenziali ed assicurativi e all’Osservatorio Comunale sugli appalti. All’atto della redazione del certificato di ultimazione dei lavori tutta la zona interessata dai lavori stessi dovrà risultare completamente libera, sgomberata dalle terre, dal materiale e dagli impianti di cantiere. In caso contrario, non potrà essere redatto il certificato di ultimazione e nei confronti dell’Appaltatore si applicheranno le penali di cui all’art.31 Penalità. Dalla data del certificato di ultimazione dei lavori l’Appaltatore avrà l’obbligo della sorveglianza delle opere, al quale, peraltro, compete la manutenzione dell’opera nei termini previsti dal presente articolo. Entro sessanta giorni dalla data del certificato di ultimazione dei lavori il direttore dei lavori redige il conto finale e lo trasmette al responsabile del procedimento, unitamente a propria relazione, in conformità di quanto disposto dall’art. 173 del Regolamento di attuazione della legge quadro sui LL.PP., approvato con D.P.R. n° 554/1999. Qualora l’appaltatore abbia proposto riserve o domande il Direttore dei Lavori provvederà altresì ad esporre le proprie deduzioni al riguardo con apposita relazione riservata trasmessa al Responsabile del Procedimento che provvederà ai sensi del successivo art.34 Controversie. Il conto finale deve essere sottoscritto per accettazione dall’appaltatore o dal suo rappresentante, con le modalità e le conseguenze di cui all’art. 174 del Regolamento di attuazione della legge quadro sui LL.PP., approvato con D.P.R. n° 554/1999..
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Il conto finale viene trasmesso, nei successivi dieci giorni, all’organo di collaudo a cura del Responsabile del procedimento, unitamente a propria relazione finale ed alla documentazione di cui all’art. 173 del richiamato Regolamento D.P.R. 554/1999. In sede di conto finale sarà acquisita, da parte del D.L., la comunicazione degli enti previdenziali relativa alla regolarità contributiva (Durc – documento unico di regolarità contributiva).
b) Collaudo Le operazioni di collaudo finale provvisorio dovranno aver luogo entro sei mesi dalla data di ultimazione dei lavori in conformità di quanto disposto dall’art. 141 comma 1 del D. L.gvo 163/06 e s.m.i., (nel caso di certificato di regolare esecuzione entro tre mesi dalla ultimazione ex art. 208 DPR 554/99), salvo inadempienze dell’appaltatore che abbiano ritardato la redazione e la firma del conto finale e fatti altresì salvi gli ulteriori tempi richiesti dall’organo di collaudo. Costituisce specifico obbligo dell’appaltatore, e in assenza non si potrà collaudare definitivamente l’opera, l’ottenimento di tutte le autorizzazioni e nulla-osta e permessi necessari all’agibilità e funzionalità dell’opera. Il certificato di collaudo ha carattere provvisorio e assume carattere definitivo decorsi due anni dalla data della relativa emissione, anche se l’atto formale di approvazione non sia intervenuto entro due mesi dalla scadenza del suddetto termine.
c) Manutenzione Fino alla data di approvazione del collaudo finale provvisorio o del certificato di regolare esecuzione, l'Appaltatore resterà responsabile della conservazione delle opere eseguite ad eccezione dei danni derivanti dall'uso non corretto, ed avrà perciò a proprio carico, senza diritto ad alcun compenso, la manutenzione delle opere stesse, secondo quanto previsto nell’art. 5, punto h), del Capitolato Generale LL.PP. approvato con D.M. LL.PP. n°145/2000. Qualora per esigenze dell'Amministrazione, si debba procedere all'apertura anticipata di parte delle opere eseguite al pubblico utente si procederà secondo le condizioni e con le procedure previste dall’art. 200 del Regolamento approvato con D.P.R. n°554/1999. L'Impresa rimane comunque responsabile, fino all'approvazione degli atti di collaudo finale provvisorio, dei difetti e dei vizi di costruzione, anche se rilevati dopo l'attivazione predetta, secondo quanto stabilito dall’art. 199, comma 3, del Regolamento approvato con D.P.R. 554/1999. Le opere di manutenzione verranno ordinate all'Impresa a mezzo di ordine di servizio nel quale dovranno essere precisate la data di inizio e la durata dei lavori. Qualora entro tre giorni dalla data fissata nell'ordinativo per l'inizio di un lavoro di manutenzione l'Appaltatore non provveda all'esecuzione di quanto ordinato, l'Ufficio applicherà, per ogni giorno di ritardo, la penale di cui all’ art.31 penalità , riservandosi comunque la facoltà di fare eseguire i lavori ad altra Impresa e addebitando il relativo importo all’Appaltatore. Entro 15 giorni dalla data di conclusione degli atti di collaudo finale provvisorio, l'opera eseguita verrà consegnata per l'ordinaria manutenzione all'Ufficio comunale competente e l'Impresa cesserà da qualsiasi obbligo di manutenzione.
ART. 18 VALUTAZIONE DEI LAVORI E FORNITURA A MISURA – VARIANTI Tutti i lavori e le forniture previsti nel presente appalto debbono essere accertati in contraddittorio tra la D.L. e l'Appaltatore e contabilizzati secondo le seguenti modalità: a) Lavori a corpo
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Le opere realizzate a corpo saranno contabilizzate secondo l’effettivo stato di avanzamento dei lavori in base all'offerta dell’Impresa e valutate in modo percentuale rispetto alle percentuali esposte nella Tabella del precedente articolo 2. Le quantità dei lavori e delle provviste saranno determinate con metodi geometrici a numero e a peso, allo scopo di verificare la corrispondenza dell'eseguito con il progetto e per preparare la banca dati necessaria alla gestione dell'opera. Le spese di misurazione sono a carico dell'Appaltatore che, a richiesta, deve fornire gli strumenti o i mezzi di misura e la mano d'opera necessari. E' fatto obbligo all'Appaltatore di avvertire in tempo debito la Direzione dei Lavori perché provveda a far rilevare le misure ed i pesi di quelle quantità che rimarrebbero nascoste od inaccessibili, o comunque non verificabili, con la prosecuzione del lavoro, e ciò sotto pena di inammissibilità di ogni riserva in seguito eventualmente avanzata in merito alle quantità stesse. Eventuali varianti di carattere qualitativo e quantitativo al progetto così come previste dall’art. 132 D.Lgs. 163/06 e s.m.i., saranno valutate a misura e in carenza di prezzi di contratto, con i prezzi e le modalità di cui alla la tariffa adottata con deliberazione della Giunta Comunale n.250 del 13/06/07 ed in difetto con riferimento a quanto contenuto nella suddetta tariffa si rimanda alla tariffa prezzi del Comune di Roma – Ripartizione V LL.PP. Deliberazione del C.C. n. 161 del 12/09/88, aggiornata con Delibere del Commissario Straordinario n. 156 del 16/07/93 e n. 353 del 16/11/93, applicando sui suddetti prezzi, depurati della percentuale afferente agli oneri della sicurezza, un ribasso pari a quello risultante dall'offerta presentata dall'Appaltatore; in carenza si procederà con la formulazione di nuovi prezzi determinati, in contraddittorio tra il Direttore dei Lavori e approvati dal Responsabile del Procedimento ai sensi dell’art.136 del Regolamento approvato con D.P.R. 554/1999. Tutti i nuovi prezzi sono soggetti al ribasso d’asta e ad essi si applica il disposto di cui all’art. 133 comma 3 D.L.gvo 163/06 e s.m.i. Le quantità riportate nella lista delle quantità previste per l'esecuzione dei lavori e per le quali l'Appaltatore ha formulato l'offerta, possono variare nei limiti di legge, senza che l'Appaltatore abbia diritto a richiedere ulteriori compensi rispetto ai prezzi di contratto. Il pagamento dell’importo per la progettazione esecutiva sarà disposto in unica soluzione , a 30 (trenta) gg. dalla data di comunicazione della esecutività del provvedimento di approvazione della progettazione esecutiva fermo restando che è obbligo del progettista adeguare e/o integrare , senza onere alcuno , la progettazione stessa a seguito di richieste del Committente in sede di approvazione o durante l’esecuzione dei lavori secondo quanto previsto all’art.219 del 554/99 - Regolamento.
ART. 19 OPERE IN ECONOMIA L'Amministrazione Comunale nell’ambito delle somme a disposizione del presente appalto, potrà richiedere ad altri appaltatori o anche all'Appaltatore aggiudicatario che ha l’obbligo di provvedere, nel rispetto di quanto previsto all’articolo 125 del D. L.gvo 163/06 e s.m.i. , di fornire mano d'opera, mezzi d'opera e materiali per lavori e servizi cui intenda provvedere con opere in economia. Tali prestazioni, ordinate dalla Direzione dei Lavori , saranno pagate per quanto concerne materiali e mezzi d'opera, con i prezzi di appalto, mentre per la mano d'opera si farà riferimento ai costi pubblicati al momento della prestazione. Tali costi saranno incrementati del 25 % per spese generali ed utili dell’Impresa. La suddetta maggiorazione sarà soggetta al ribasso contrattuale nel caso l’affidamento fosse ordinato all’aggiudicatario del presente appalto.
ART. 20 PREZZO CHIUSO Omissis ……
ART. 21 PAGAMENTI IN ACCONTO E RITENUTE A SALDO Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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Durante il corso dei lavori saranno pagati all'Appaltatore acconti dell'ammontare non inferiore a Euro 100.000 (Euro trecentomila) valutata sulla base delle quantità realizzate al netto delle ritenute di legge; l'ultima rata di acconto verrà corrisposta qualunque sia il suo ammontare. Il calcolo dell'acconto (SAL) verrà effettuato secondo la tipologia del contratto così come definiti dal presente Capitolato. A tale importo verrà aggiunto l’importo relativo agli oneri della sicurezza (non soggetto a ribasso) e rapportato al momento di maturazione dello stato di avanzamento dei lavori. In caso di sospensione totale dei lavori, non prevista nel Programma dei Lavori Indicativo e dal programma operativo dell’Impresa e di durata superiore a mesi uno, la rata d'acconto, relativa alle opere eseguite fino alla data della sospensione dei lavori stessi, verrà corrisposta qualunque sia il suo ammontare. Sull’importo netto progressivo dei lavori eseguiti verrà operata una ritenuta dello 0,50% (zerocinquanta per cento) a garanzia degli obblighi dell’Appaltatore sulla tutela, protezione, assicurazione ed assistenza dei lavoratori. L’emissione dei certificati di pagamento relativi agli acconti del corrispettivo di appalto avverrà entro quarantacinque giorni dalla maturazione di ogni stato di avanzamento dei lavori, a norma dell’art. 29 del Capitolato Generale LL.PP. approvato con D.M. LL.PP. n°145/2000. In caso di ritardo nella emissione dei certificati di pagamento o dei titoli di spesa relativi agli acconti, rispetto alle condizioni e ai termini stabiliti dagli artt. 29 e 30 del Capitolato Generale LL.PP. approvato con D.M. LL.PP: n° 145/2000, spettano all’esecutore dei lavori gli interessi, legali e moratori, questi ultimi nella misura accertata annualmente con decreto del Ministro dei Lavori pubblici, di concerto con il Ministro del Tesoro. In sede di SAL l’appaltatore è, inoltre, tenuto ad esibire copia delle eventuali fatture emesse dalle cooperative prestatrici del servizio di trasporto del personale dell’Amministrazione addetto alla sorveglianza e gestione dell’appalto, quando per tale servizio non venga utilizzato personale dipendente dell’appaltatore. Qualora si verificasse la circostanza che l’appaltatore utilizzi proprio personale dipendente, dovrà essere prodotta copia della documentazione comprovante il rapporto di lavoro subordinato tra autista e appaltatore. Il pagamento della rata a saldo, disposto previa garanzia fidejussoria, sarà effettuato non oltre il novantesimo giorno dall’emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione. Detto pagamento non costituisce presunzione di accettazione dell’opera, ai sensi dell’art. 1666, secondo comma, del Codice Civile. Nel caso l’appaltatore non abbia preventivamente presentato garanzia fidejussoria, il termine di novanta giorni decorre dalla presentazione della garanzia stessa. ART.22 DIREZIONE DEI LAVORI E DIREZIONE DEL CANTIERE La Direzione dei lavori sarà eseguita a cura di tecnici designati dal Responsabile del Procedimento. L'Appaltatore dovrà provvedere per proprio conto a nominare un Direttore del cantiere ed il Capo Cantiere, nonché a designare le persone qualificate ad assistere alla misurazione dei lavori ed a ricevere gli ordini della Direzione dei lavori. L'Appaltatore, all'atto della consegna dei lavori, dovrà comunicare all'Amministrazione Comunale, per iscritto, il nominativo delle persone di cui sopra. Il Direttore di cantiere dovrà essere un tecnico, laureato o diplomato, iscritto all'Albo Professionale, secondo le competenze professionali. Il Capo o i Capi cantiere dovranno anch’essi essere tecnici laureati o diplomati o Assistenti diplomati alla scuola Assistenti la cui qualifica di Assistente dovrà risultare sul libro matricola e sul libro paga dell’impresa che dovranno, a richiesta, essere esibiti. Il Direttore di Cantiere ed il Capo Cantiere designati dall'Appaltatore, dovranno comunicare per iscritto l'accettazione dell'incarico loro conferito, specificando esplicitamente di essere a conoscenza degli obblighi loro derivanti dal presente Capitolato. Il Direttore di cantiere dovrà in particolare specificare di essere a conoscenza degli obblighi derivanti dai successivi artt. 22, 23, e 24, 25. ART. 23 Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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CONDOTTA DEI LAVORI Nella esecuzione delle opere l'Appaltatore dovrà attenersi a quanto previsto nei disegni e negli altri atti d'appalto e seguire, ove impartite, le istruzioni della Direzione dei Lavori senza che ciò costituisca diminuzione delle responsabilità per quanto concerne i materiali adoperati e la buona esecuzione dei lavori. Gli ordini, le comunicazioni, le istruzioni saranno date all'Appaltatore, per iscritto, secondo le norme dell'art. 128 del Regolamento approvato con D.P.R. n°554/1999. Durante lo svolgimento dei lavori, dovrà essere sempre presente in cantiere un rappresentante dell'Appaltatore, qualificato a ricevere ordini dalla Direzione dei Lavori, rilasciandone ricevuta. L'Appaltatore che si rifiuta di firmare per ricevuta la copia degli ordini di servizio sarà passibile della penalità di cui all'art. 31. L'Appaltatore e' obbligato a condurre l'appalto in modo che possano svolgersi contemporaneamente, nello stesso cantiere, lavori affidati ad altre Ditte, anche alle dipendenze di altri Uffici del Comune. L'Appaltatore e' obbligato altresì ad eseguire i lavori anche in soggezione di traffico, approntando le relative necessarie deviazioni provvisorie e la segnaletica occorrente a sua cura e spese. Qualora venga ordinato dalla D.L., l'Appaltatore dovrà fornire per l'esecuzione di interventi connessi con i lavori affidati, alle Ditte suddette, per conto del Comune, materiali e mano d'opera che saranno compensate con i prezzi di contratto, e dovrà anche dare in uso gratuito i mezzi provvisionali e strutture logistiche già esistenti in cantiere. In tali casi il piano di sicurezza di cui all’art.24 andrà integrato in relazione alle lavorazioni da eseguire a cura delle predette ditte, d’intesa con l’appaltatore, il quale ne resterà l’unico responsabile. Tutte le proposte di modificazione o integrazione dovranno essere presentate al coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione dei lavori di cui al D.Lgs. 81/2008 e successive modifiche ed integrazioni. I lavori da effettuarsi in prossimità di manufatti pubblici o privati, o di stabilimenti in esercizio o di altri, dovranno essere eseguiti dall'Appaltatore rispettando le norme dei regolamenti dei proprietari interessati; i lavori dovranno essere inoltre condotti in modo da non arrecare disturbo o intralcio al funzionamento degli impianti stessi. La sorveglianza, che potrà anche essere saltuaria, del personale dell'Amministrazione, non esonera l'Appaltatore dalla responsabilità circa l'esatto adempimento degli ordini impartiti e la perfetta esecuzione delle opere, la scrupolosa osservanza delle buone regole dell'arte e l'ottima qualità di ogni materiale impiegato, anche se eventuali deficienze fossero passate inosservate al momento dell'esecuzione. La stazione appaltante si riserva, quindi, ogni più ampia facoltà di indagini e di sanzioni in qualsiasi momento, anche posteriore alla esecuzione delle opere. L'Appaltatore dovrà provvedere alla condotta dei lavori con personale tecnico idoneo, di provata capacita' ed adeguato anche numericamente alle necessita'. L'Appaltatore risponderà dell'idoneità del Tecnico Direttore del Cantiere, dei suoi altri dirigenti ed in genere di tutto il personale addetto al cantiere medesimo, personale che dovrà essere di gradimento della D.L. la quale può richiedere, motivatamente, l'allontanamento dal cantiere di qualunque addetto ai lavori. Durante i lavori il personale dell'Impresa qualificato a ricevere gli ordini della D.L. e ad assistere alle misure dovrà essere sempre presente in cantiere o al domicilio legale dell'Impresa. La eventuale custodia dei cantieri, richiesta o meno dalla Direzione dei Lavori, dovrà essere affidata a personale che risponda ai requisiti di cui all'art. 22 della legge 646/82. L'Appaltatore dovrà in ogni caso provvedere, a propria cura e spese, ad effettuare una completa ed efficace sorveglianza di tutta la zona dei lavori e ciò anche in relazione alla estensione del cantiere ed al fatto che i lavori appaltati potranno essere eventualmente eseguiti per tratti e saltuariamente nel tempo, impiegando a tale scopo la mano d'opera che, secondo le circostanze e l'estensione del cantiere, si dimostrerà necessaria per accensione lumi, ripristino recinzioni e segnaletica di cantiere, eventuale controllo funzionamento pompe per aggottamento ecc. I lavori si svolgeranno nelle ore diurne, ma dovranno proseguire anche durante le ore notturne e festive qualora la natura delle opere da eseguire lo richieda o quando la Direzione Lavori lo ritenga necessario per garantire la tempestività della ultimazione di tutti o di parte dei lavori, o ritenga necessario per sopravvenute esigenze di traffico o di interesse pubblico. Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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Il tecnico nominato dall'Appaltatore quale Direttore di Cantiere dovrà assolvere a tutti gli adempimenti previsti dai regolamenti in vigore per la realizzazione delle opere ed in particolare di quelle strutturali oggetto dell'appalto, sollevando al riguardo interamente la D.L. da qualsiasi responsabilità. Infine, l’appaltatore ed i propri dipendenti si impegnano a rispettare le norme in materia di riservatezza nei confronti dell’Amministrazione; qualsiasi utilizzazione dei dati e/o degli elaborati prodotti dovrà essere autorizzata dal Responsabile del Procedimento.
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ART. 24 PIANO PER LA SICUREZZA L’Appaltatore o, nel caso di A.T.I. o Consorzio, l’Impresa Mandataria o designata quale capogruppo, entro trenta giorni dall’aggiudicazione definitiva , e comunque prima della consegna dei lavori e, in caso di consegna ad urgenza entro 5 gg. dalla data fissata per la consegna medesima, dovrà presentare allegate al progetto, le eventuali osservazioni e/o integrazioni al Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC), nonché obbligatoriamente il Piano Operativo di Sicurezza (POS) per quanto attiene alle proprie scelte autonome e relative responsabilità nell’organizzazione dello specifico cantiere e nell’esecuzione dei lavori, da considerare come piano complementare di dettaglio del PSC. L’Amministrazione Comunale, acquisite le osservazioni dell’appaltatore, ove ne ravvisi la validità, ha facoltà di adeguare il Piano della Sicurezza a quanto segnalato dall’Impresa. E’ altresì previsto che prima dell’inizio dei lavori, ovvero in corso d’opera, le Imprese esecutrici possano presentare al Coordinatore per l’esecuzione dei lavori proposte di modificazioni o integrazioni al piano di sicurezza e di coordinamento loro trasmesso al fine di adeguarne i contenuti alle tecnologie proprie dell’impresa, sia per garantire il rispetto delle norme per la prevenzione degli infortuni e la tutela della salute dei lavoratori eventualmente disattese nel piano stesso: : in alcun caso eventuali integrazioni/modifiche al PSC, ancorché accettate dall’Amministrazione Comunale e dal Coordinatore della Sicurezza in fase di Esecuzione (CSE), potranno giustificare una modifica o adeguamento dei costi pattuiti (art. n° 100 del DLgs n°81/08). Il Piano della Sicurezza, così eventualmente integrato, dovrà essere rispettato in modo rigoroso. E’ compito e onere dell’Impresa appaltatrice ottemperare a tutte le disposizioni normative che la concernono e che riguardano le proprie maestranze, mezzi d’opera ed eventuali lavoratori autonomi cui essa ritenga di affidare, anche in parte, i lavori o prestazioni specialistiche in essi compresi. In particolare, l’Impresa dovrà, nell’ottemperare alle prescrizioni del DLgs n°81/08, consegnare al Direttore dei Lavori ed al Coordinatore per l’Esecuzione, copia del proprio Documento di Valutazione Rischi, copia della comunicazione all’A.S.L. e Ispettorato del Lavoro, del nominativo del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, copia della designazione degli addetti alla gestione dell’emergenza. All’atto dell’inizio dei lavori, e possibilmente nel verbale di consegna, l’Impresa dovrà dichiarare esplicitamente di aver preso visione del regime di sicurezza del lavoro ai sensi del D.Lgs. 81/08 e s.m.i in cui si colloca l’appalto e cioè: − −
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che il Committente è il Comune di Roma e per esso, in forza delle competenze attribuitegli, il Direttore della U.O. Città Storica del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica; che le funzioni di Responsabile dei Lavori, a ciò incaricato dal suddetto Committente, unitamente ai compiti che il D. Lgs.vo n. 81/2008 consente di attribuire tale ruolo al Responsabile del procedimento stesso che nello specifico del presente contratto è l’Ing. Paolo Capozzi; che i lavori appaltati rientrano nelle soglie fissate dal comma 3 dell’articolo 90 del DLgs. n°81/08per la nomina dei Coordinatori della sicurezza; che il Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione è l’arch. Ezio Rizzuti; che il Coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione sarà nominato dal Committente entro la data di inizio dei lavori; di aver preso visione del piano di sicurezza e di coordinamento e/o del piano generale di sicurezza, in quanto facenti parte del progetto, e di avervi adeguato la propria offerta di partecipazione alla gara, tenuto conto che i relativi oneri, non soggetti a ribasso d’asta ai sensi dell’art. 131, comma 3 del D. L.gvo 163/06 e s.m.i., assommano all’importo evidenziato nel quadro economico dell’art. 2 del presente Capitolato oltre che nel bando di gara.
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L’Impresa e’ altresì obbligata, nell’ottemperare a quanto prescritto dall’art. 131 comma 2 del D. L.gvo 163/06 e s.m.i., ad inserire nelle “proposte integrative” o nel “piano di sicurezza sostitutivo” e nel “piano operativo di sicurezza” : − − − −
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il numero di operai o altri dipendenti di cui si prevede l’impiego nelle varie fasi di lavoro e le conseguenti attrezzature fisse e/o mobili di cui sarà dotato il Cantiere quali spogliatoi, servizi igienici, eventuali attrezzature di pronto soccorso, ecc.; le previsioni di disinfestazione periodica, ove necessario; le dotazioni di mezzi e strumenti di lavoro che l’Impresa intende mettere a disposizione dei propri dipendenti quali: caschi di protezione, cuffie, guanti, tute, stivali, maschere, occhiali, ecc., che dovranno essere rispondenti alle prescrizioni relative alle varie lavorazioni; le fonti di energia che l’Impresa intende impiegare nel corso dei lavori, sia per l’illuminazione che per forza motrice per macchinari, mezzi d’opera ed attrezzature, che dovranno essere rispondenti alle prescrizioni relative ai luoghi ove si dovranno svolgere i lavori ed alle condizioni presumibili nelle quali i lavori stessi dovranno svolgersi; i mezzi, i macchinari e le attrezzature che l’Appaltatore ritiene di impiegare in cantiere, specificando, ove prescritto, gli estremi dei relativi numeri di matricola, i certificati di collaudo o revisioni periodiche previste dalle normative, le modalità di messa a terra previste e quanto altro occorra per la loro identificazione ed a garantirne la perfetta efficienza e possibilità di impiego in conformità alla normativa vigente; i certificati di collaudo o di revisione che dovranno essere tenuti a disposizione in cantiere; dichiarazione di mettere a disposizione le attrezzature e le apparecchiature necessarie a verificare la rispondenza alle norme delle messe a terra realizzate, la presenza di gas in fogne o cunicoli, ecc.; le opere provvisionali necessarie per l’esecuzione di lavori quali: casserature, sbadacciature, ponteggi, ecc., corredate di relazione descrittiva ed ove occorra di opuscoli illustrativi, elaborati grafici, verifiche di controllo, firmati da progettista all’uopo abilitato per Legge; particolari accorgimenti ed attrezzature che l’Impresa intende impiegare per garantire la sicurezza e l’igiene del lavoro in caso di lavorazioni particolari da eseguire in galleria, in condotti fognanti, in zone, ambienti, condotti che siano da ritenere, sia pure in situazioni particolari, comunque sommergibili, in prossimità di impianti ferroviari, elettrodotti aerei, sotterranei o in galleria, di acquedotti, di tubazioni di gas o in situazioni comunque particolari; quanto altro necessario a garantire la sicurezza e l’igiene del lavoro in relazione alla natura dei lavori da eseguire ed ai luoghi ove gli stessi dovranno svolgersi.
Il piano (o i piani) dovranno comunque essere aggiornati nel caso di nuove disposizioni in materia di sicurezza ed igiene del lavoro, o di nuove circostanze intervenute nel corso dell’appalto, nonché ogni qualvolta l’Impresa intenda apportare modifiche alle misure previste o ai macchinari ed attrezzature da impiegare. Il piano (o i piani) dovranno comunque essere sottoscritti dall’Appaltatore, dal Direttore di Cantiere e, ove diverso da questi, dal progettista del piano, che assumono, di conseguenza: − −
il progettista: la responsabilità della rispondenza delle misure previste alle disposizioni vigenti in materia; l’Appaltatore ed il Direttore di Cantiere: la responsabilità dell’attuazione delle stesse in sede di esecuzione dell’appalto.
L’Appaltatore, inoltre, dovrà portare a conoscenza del personale impiegato in cantiere e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza il piano (o i piani) di sicurezza ed igiene del lavoro e gli eventuali successivi aggiornamenti, allo scopo di informare e formare detto personale, secondo le direttive eventualmente emanate dal Coordinatore per l’esecuzione.
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ART. 25 DIRETTORE DI CANTIERE Ferme restando le specifiche responsabilità dell'Appaltatore, il Direttore di Cantiere e' responsabile: − −
della esecuzione dei lavori a perfetta regola d'arte e della rispondenza degli stessi ai progetti appaltati ed alle disposizioni impartite dalla Direzione dei Lavori nel corso dell'appalto; della conduzione dell'appalto per quanto concerne ogni aspetto della conduzione stessa, con particolare riguardo al rispetto di tutta la normativa in materia di sicurezza ed igiene del lavoro vigente al momento della esecuzione dei lavori, da parte di tutte le Imprese e Subappaltatori impegnati nell'esecuzione dei lavori, nonché di tutte le norme di legge richiamate nel presente Capitolato in materia di subappalti e di eventuali cottimi fiduciari.
A tal fine il Direttore di Cantiere dovrà garantire una adeguata presenza in cantiere e dovrà essere coadiuvato da un Capo Cantiere che possa sostituirlo in caso di assenza, fermo restando le responsabilità di legge di ciascuno. Nessun lavoro potrà essere eseguito in assenza di personale direttivo di idonea qualifica in dipendenza delle caratteristiche di dette lavorazioni. In assenza di personale direttivo potrà essere ordinata la sospensione dei lavori senza riconoscimento alcuno degli oneri conseguenti. Il direttore del cantiere dovrà curare: a) che il piano di sicurezza ed igiene del lavoro, di cui all’art. 24 (piano di sicurezza), sia attuato in aderenza a tutta la normativa vigente in materia, e venga scrupolosamente rispettato, in fase esecutiva, da parte di tutte le Imprese e subappaltatori impegnati nell’esecuzione delle lavorazioni. In caso d’accertate difformità dal piano, tali da costituire fonti di pericolo, e non immediatamente eliminabili, il Direttore di Cantiere e' tenuto, senza attendere eventuali interventi o prescrizioni del D.L. o del Coordinatore per l’esecuzione, a disporre l’immediata sospensione parziale o totale dei lavori; b) che da parte dell'Appaltatore non si dia in alcun modo corso a subappalti né a cottimi non autorizzati dall'Amministrazione Comunale, e che venga rigorosamente rispettato quanto stabilito in materia da Atti Deliberativi dell'Amministrazione Comunale; c) che il personale impiegato in cantiere sia unicamente quello iscritto nei libri paga dell'Appaltatore o delle Ditte subappaltatrici o dei cottimisti autorizzati dall'Amministrazione Comunale, curando tutti gli adempimenti di cui all’art.26 (Controllo del personale impiegato in cantiere); il Direttore di Cantiere e' tenuto a dare tempestiva comunicazione scritta alla Direzione dei Lavori, di particolari provvedimenti adottati in materia di sicurezza ed igiene del lavoro. L'accertata mancata osservanza, da parte del Direttore di Cantiere, di quanto previsto nel presente articolo potrà dar luogo alla richiesta da parte della Direzione Lavori di tempestiva sostituzione del Direttore di Cantiere. L'accertata inosservanza da parte del Direttore di Cantiere di quanto previsto alle precedenti lettere a), b) e c) darà comunque luogo alla richiesta di sostituzione del Direttore di Cantiere, fatta salva ogni altra iniziativa eventualmente prevista per legge. La sostituzione del Direttore di Cantiere avrà luogo mediante richiesta scritta firmata dal Responsabile del Procedimento.
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ART. 26 CONTROLLO DEL PERSONALE IMPIEGATO IN CANTIERE L'Appaltatore e' tenuto ad esporre liste settimanali e ad esibire i documenti del personale dipendente impiegato nei lavori in atto nonché analoghi elenchi per il personale impiegato dalle Ditte subappaltatrici o dai cottimisti. Nel caso di appalti per i quali non sia prevista l'installazione di uno o comunque di un numero limitato di cantieri fissi, l'Appaltatore e' tenuto a presentare giornalmente alla Direzione Lavori l'elenco completo del personale dipendente impiegato nei vari cantieri d'intervento, nonché analoghi elenchi per il personale impiegato dalle Ditte subappaltatrici o concessionarie. Tali elenchi, sottoscritti dal Direttore di Cantiere o dall'Assistente di Cantiere, dovranno specificare per ciascun dipendente: − generalità complete; − qualifica professionale; − estremi iscrizione ai libri paga dell'Impresa appaltatrice o della Ditta subappaltatrice. L’appaltatore anche ai sensi del comma 3 art.36 bis della legge 248/06 dovrà munire il personale impiegato nel cantiere di apposita tessera di riconoscimento corredata da fotografia e generalità del lavoratore , tale adempimento dovrà essere applicato per tutto il personale presente nel cantiere quindi anche in caso di subappalto o cottimi concernenti parte dell'opera, l’appaltatore e' tenuto a far rispettare dall'Impresa Subappaltatrice/lavoratore autonomo, le disposizioni di cui sopra. Gli elenchi del personale di cui sopra dovrà essere sempre in possesso del responsabile del cantiere ed essere esibito, su richiesta, al rappresentante dell'Amministrazione (Direttore dei Lavori e/o altro funzionario che svolga funzioni di controllo). Se, a seguito di controllo, risulterà che uno o più addetti ai lavori non sono compresi negli elenchi di cui sopra, verranno prese le generalità degli stessi e il Direttore dei lavori, nell’informare il Responsabile del Procedimento, applicherà, a carico dell’Appaltatore, la penale prevista nel successivo art. 31 , salvo ulteriori provvedimenti previsti dalla legislazione in materia. Gli elenchi di sui sopra dovranno essere firmati dall’Appaltatore e dal Direttore di cantiere che ne assumono pertanto ogni responsabilità.
ART. 27 ONERI VARI a) Sono a carico dell'Appaltatore, senza diritto ad alcun compenso, i seguenti oneri:
1. Le spese di contratto, bollo, registrazione, autenticazione notarile delle firme e quanto altro richiamato all'art 8 del Capitolato Generale LL.PP. approvato con D.M. LL.PP. n°145/2000 come pure tutte le spese di cancelleria, di copie cianografiche, fotostatiche e fotografiche, dei disegni inerenti l'appalto e di copiatura dattiloscritta dei relativi atti. 2. Le spese relative alle segnalazioni ed agli oneri previsti dal Codice della Strada e relativo Regolamento. 3. Le spese occorrenti alla provvista di acqua ed energia necessaria alla esecuzione dei lavori ivi compreso, in carenza di allacciamenti da parte degli Enti erogatori, il ricorso a mezzi sussidiari che dovranno consentire la regolare esecuzione dei lavori. 4. Le spese occorrenti a prelevare campioni e ad eseguire collaudi ed esperimenti di qualsiasi genere, allo scopo di conoscere le qualità e la resistenza dei materiali da impiegare o impiegati e ciò anche dopo la provvista a pie' d'opera, senza che l'Impresa possa chiedere alcun indennizzo per eventuali sospensioni o ritardi dei lavori, in dipendenza dell'esecuzione delle prove.
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5. Le spese per provvedere agli strumenti geodetici e al personale necessario per le eventuali operazioni di tracciamento, livellazioni, trasporto di caposaldi, e dei disegni da allegare alla contabilità dei lavori. 6. La spesa per la fornitura di fotografie a colori delle opere in corso del formato 18x24 cm., ogni qualvolta richieste dalla D.L., nel numero di copie che sarà di volta in volta indicato e comunque mai inferiore a tre. 7. Le spese per la recinzione e l’eventuale guardiania del cantiere, anche nei periodi di sospensione dei lavori, compresi segnalazioni e lumi, ottenuta sia con lamiera continua sia con steccati, con cavalletti mobili e simili, o in altro modo adeguato, venga ordinato dalla Direzione Lavori, nonché le spese per qualunque spostamento dovesse subire la recinzione durante lo svolgimento delle opere anche se in dipendenza delle esigenze del traffico o di altri cantieri edili e stradali di altre Ditte ed Enti che eseguono i lavori nella zona, in altre parole di sistemazioni di canalizzazioni di pubblici servizi eseguiti dagli Enti aventi governo delle medesime, purché previste nel programma indicativo lavori predisposto dall’A.C. e dal piano operativo dell’Impresa. 8. Le spese relative agli oneri previsti al precedente punto 7 anche per il periodo successivo all'ultimazione dei lavori, fino all’approvazione del collaudo o in caso di consegna anticipata, fino alla data della consegna stessa per l’utilizzazione dell’opera. 9. L’eventuale integrazione degli studi geognostici già eseguiti e allegati al progetto. 10. La fornitura agli operai, che debbono lavorare in acqua, di abiti e calzature impermeabili; la provvista di fuoco, di disinfettanti e di lumi e/o altro necessario. 11. Gli oneri e le opere perché possa continuare a svolgersi, anche entro il cantiere la circolazione stradale secondo le disposizioni della D.L., con traffico pedonale e veicolare, pubblico e privato, compreso il transito per i cantieri limitrofi, compresa tutta la segnaletica stradale prevista dal Codice della Strada, nonché le opere per mantenere gli accessi veicolari e/o pedonali alle proprietà limitrofe alle zone dei lavori. 12. La pulizia dei manufatti in costruzione ed in corso di ultimazione col personale necessario, anche se occorra per sgomberare materiali di rifiuto lasciati da maestranze che lavorino alla diretta dipendenza dell'Amministrazione, nonché lo sgombero, a lavori ultimati, di ogni opera provvisoria, materiali di residuo, di scarico o detriti. 13. L'adozione di tutti i provvedimenti necessari perché, nel caso venga disposta la sospensione dei lavori, prevista dal programma indicativo lavori predisposti dall’A.C. e dal Piano operativo dell’impresa, siano impediti deterioramenti di qualsiasi genere alle opere già eseguite, restando inteso che saranno a carico esclusivo dell'Appaltatore e non considerati come dovuti a cause di forza maggiore i danni che potranno derivare da inadempienza alla presente clausola. 14. La esecuzione dei lavori per singoli tratti, secondo qualsiasi categoria e tipo di lavoro, ed in tutta la zona interessata dall'appalto sempre ché lo richiedano, a insindacabile giudizio della D.L., la circolazione degli automezzi di cantiere nonché le esigenze dei lavori oggetto del presente appalto e/o la progressione dei lavori stessi. Anche in tale evenienza, secondo le istruzioni del competente Ufficio Comunale e gli ordini della D.L., la circolazione stradale dovrà essere mantenuta anche a tratti o in tempi alterni su luoghi diversi e l'Appaltatore dovrà adottare, anche di propria iniziativa e tempestivamente, tutte le cautele necessarie per lo svolgimento della circolazione veicolare e/o pedonale. Nessun compenso spetterà all'Appaltatore per le soggezioni derivanti da quanto sopra, anche se riguardanti un minor rendimento di mano d'opera o dei mezzi di trasporto per soste o per qualsiasi altro motivo.
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15. Gli oneri relativi alla presenza di canalizzazioni pubbliche nel luogo del lavoro e alla presenza della mano d'opera degli Enti proprietari impiegata per i necessari lavori di spostamento e/o sistemazione delle canalizzazioni stesse, nonché quelli derivanti dai tempi tecniciamministrativi necessari per provvedere ai suddetti spostamenti, purché previsti nel programma lavori indicativo predisposto dall’A.C. e del Piano Operativo dell’Impresa. 16. La costruzione, manutenzione e custodia di locali provvisori riservati alla Direzione Lavori, se necessari in relazione alla ubicazione e alla importanza dei lavori, completi di servizi igienici, tavoli, sedie, stufe e telefono sulla rete urbana, nonché di locali, scaffalature e quanto altro occorrente per l'esecuzione di prove di cantiere e conservazione delle campionature. 17. Gli oneri comunque connessi con il collaudo statico delle strutture, ai sensi della Legge 5.11.1971, n. 1086 e D.M.14/09/2005, ivi inclusi quelli per prove di carico e verifiche di qualsiasi natura ordinate dal Collaudatore, che sarà designato dall'Amministrazione Comunale; 18. L'onere per lo smaltimento di rifiuti in discariche per legge autorizzate a raccoglierli, a seconda della natura dei rifiuti stessi, senza che per tale motivo all'Impresa venga corrisposto alcun ulteriore compenso oltre a quelli previsti nella tariffa comunale citata all’art. 8 (documenti facenti parte del contratto) del presente Capitolato Speciale. 19. L'obbligo di apporre, entro tre giorni dalla consegna dei lavori, il cartello di indicazione delle opere come da normativa vigente ed in relazione alle indicazioni della Direzione Lavori; 20. L'esecuzione dei rilievi planimetrici per riportare su planimetria catastale aggiornata l'esatta ubicazione planimetrica di tutte le opere realizzate con l'Appalto quali: collettori, adduttrici, opere fognanti, strade (compresi marciapiedi e scarpate), impianti di depurazione, altri manufatti edilizi o pertinenze varie, aree di arredo stradale ed a verde pubblico sistemate con l'Appalto, ecc . Sara' a carico dell'Impresa anche l'esatta restituzione di detti rilievi su planimetrie catastali, sulle quali dovranno essere riportate, con esattezza, le zone da assoggettare ad esproprio o servitù, secondo le indicazioni che saranno fornite dalla Direzione Lavori. Per i manufatti edilizi realizzati nel corso dell'appalto dovranno inoltre essere forniti le piante dei vari piani, i progetti e i disegni conformi all’eseguito in scala adeguata e completi di relazione, e tutti gli altri elaborati grafici necessari per l'accatastamento delle opere eseguite. Le planimetrie catastali dovranno essere redatte su fogli tipo "BRESFOIL", gli altri elaborati su carta lucida. Tutti gli elaborati dovranno essere consegnati alla Direzione Lavori, in numero di copie necessarie, unitamente ai disegni da allegare alla contabilità. Infine l'Impresa per quanto concerne eventuali impianti o attrezzature elettromeccaniche, elettroniche, etc. realizzate nel corso dell'appalto, dovrà fornire - unitamente agli altri elaborati di cui sopra - i relativi elaborati grafici, gli schemi, le descrizioni e quanto altro necessario ad illustrarne la struttura ed il funzionamento, i manuali di manutenzione e gestione (ove necessari) nonché i benestare e i certificati di collaudo previsti dalle vigenti normative. 21. Gli oneri relativi alla pulizia ed al ripristino delle aree di cantiere che dovranno essere riconsegnate nello stato ante - operam. 22. Gli oneri necessari per mettere a disposizione un’autovettura a 4 posti con autista per il trasporto del personale dell’Amministrazione addetto alla sorveglianza e gestione dell’appalto ed alle operazioni inerenti ai lavori stessi per tutta la durata dell’appalto secondo le modalità stabilite dalla deliberazione di C.C. n° 58/1999 23. Gli oneri relativi alla fornitura di mezzi e mano d’opera per le misurazioni dei lavori sia a misura che a corpo di cui al precedente art.18 (valutazione dei lavori..) 24. L’onere della fornitura di: Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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a) un telefono cellulare per i collegamenti con l’ufficio dirigente comprensivo della fornitura di schede prepagate nella quantità necessaria per tutto il periodo dell’appalto. b) un computer portatile con relativa stampante, programmi e predisposizione al collegamento con Internet. Ad ultimazione dei lavori, compete ancora all’appaltatore, senza diritto ad alcun compenso: 25. Il rilascio delle dichiarazioni di conformità dei vari impianti, rilasciate ai sensi dell’art. 9 della Legge46/90 da soggetti in possesso dei requisiti tecnico-professionali di cui all’art. 3 della stessa legge. 26. Le richieste e l’ottenimento di nulla-osta prescritti presso la competente ASL e, in particolare, presso l’ISPEL per gli ascensori o altri impianti. 27. La predisposizione della documentazione per la richiesta e l’ottenimento, da parte dell’appaltante tramite il responsabile del procedimento, del collaudo dei Vigili del Fuoco, ai fini del rilascio del certificato di prevenzione incendi. 28. La predisposizione della documentazione per la richiesta e l’ottenimento, da parte dell’appaltante tramite il responsabile del procedimento, dei certificati di agibilità delle opere. 29. La fornitura di esperti per l’assistenza, in sede di consegna, all’avvio degli impianti. b) Sono a carico dell'Appaltatore, con i compensi appresso specificati, i seguenti oneri: 1. Gli oneri relativi all'esecuzione di scavi di indagine per accertare l'ubicazione delle canalizzazioni dei PP.SS. di cui alla precedente lettera A) punto 15 del presente articolo non previsti nel Programma Indicativo e nel Programma Operativo dell’Impresa. Tali indagini dovranno essere eseguite ad iniziativa dell'Impresa nel numero e nell'ubicazione necessarie e riconosciute tali dalla Direzione Lavori, e saranno compensate con i prezzi offerti dall’Impresa ed in mancanza di questi, con le modalità riportate all’ art.18 (valutazione dei lavori..) del presente Capitolato Speciale. 2. La eventuale bonifica da ordigni esplosivi è subordinata al parere espresso dalle competenti Autorità Militari. Si precisa che nessun compenso né protrazione dei tempi contrattuali spetterà all’Impresa per le particolari modalità di lavorazioni di altre opere, imposte dalla necessità di eseguire la bonifica degli ordigni bellici con i necessari particolari accorgimenti, intendendosi tutti gli oneri di cui sopra già compensati con i prezzi previsti nel presente Capitolato. Ove non risulti necessaria la bonifica, nessun compenso spetterà all’Appaltatore per la non avvenuta esecuzione della categoria di lavoro inerente la bonifica stessa. 3. A completamento di quanto disposto dall'art.21 (pagamenti), l'Appaltatore e' tenuto ad eseguire, fino alla data di approvazione del collaudo finale provvisorio, tutti i lavori di manutenzione per la riparazione delle opere ammalorate per l’uso non corretto e comunque ordinate dalla D.L.. Per quanto riguarda in particolare i ripristini stradali per canalizzazioni eseguite da Aziende utenti dei PP.SS., saranno valutati con i prezzi contrattuali aumentati del 15%. Ove occorra effettuare una guardiania (anche notturna e festiva) sui cavi lasciati aperti dalle Aziende, l'importo dei lavori di ripristino dei cavi, come sopra valutato, e limitatamente al solo tratto di cavo aperto, sarà ulteriormente aumentato del 40%. 4. L’onere relativo alla costruzione dei passi carrabili e degli imbocchi in fogna richiesti dai privati ed autorizzati dai competenti Uffici Comunali durante il corso dei lavori fino alla data del collaudo. La valutazione dei lavori suddetti, contabilizzati in conto terzi con apposita contabilità, verrà effettuata, come per i ripristini cavi di cui al precedente punto 1 del presente punto B), con i prezzi di contratto aumentati del 15%. 5. Le spese e gli oneri per provvedere, per tutta la durata dell'appalto ai lavori di dattilografia e/o videoscrittura.
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6. Obblighi dell'Impresa in caso di emergenza. L’Impresa ha l’obbligo di prestare soccorsi in caso di emergenza, l’Impresa stessa all’atto della consegna dei lavori dovrà presentare per iscritto alla D.L. l’elenco dei mezzi d’opera funzionanti, completi di personale, che costituiscono il parco attrezzature con particolare riferimento alle pompe, alle macchine ed attrezzature di cantiere ecc. Per tutti gli oneri e le difficoltà dei lavori da eseguire nelle suddette circostanze di emergenza, i compensi spettanti in carenza dei prezzi di contratto saranno quelli di cui alla la tariffa adottata con deliberazione della Giunta Comunale n.250 del 13/06/07 ed in difetto con riferimento a quanto contenuto nella suddetta tariffa si rimanda alla tariffa prezzi del Comune di Roma – Ripartizione V LL.PP. Deliberazione del C.C. n. 161 del 12/09/88, aggiornata con Delibere del Commissario Straordinario n. 156 del 16/07/93 e n. 353 del 16/11/93. L’esecuzione dei lavori per singoli tratti, secondo qualsiasi categoria e tipo di lavoro, e in tutta la zona interessata dall’appalto sempre che lo richiedano, a insindacabile giudizio della D.L., la circolazione degli automezzi dei cantieri di qualsiasi genere, escluso quello di cui al presente appalto, esistenti nella zona medesima. Per l'inosservanza delle disposizioni del presente articolo saranno applicate le sanzioni di cui all’art.31 penalità. ART. 28 OCCUPAZIONE DI SUOLO L'Appaltatore non avrà diritto a compensi addizionali ai prezzi di contratto qualunque siano le condizioni effettive nelle quali debbano eseguirsi i lavori, né potrà pretendere compenso od indennizzo alcuno per soggezioni derivanti da non concessa chiusura di una strada o tratto di strada alla circolazione stradale, restando riservata, alla D.L., la facoltà di apprezzamento sulla necessità di chiusura. Per l'occupazione di suolo pubblico, per deposito di materiali, macchinari ed attrezzature varie di cantiere, nelle adiacenze dei luoghi dove si vanno svolgendo i lavori, oggetto del presente appalto, limitatamente all'estensione di suolo strettamente necessario e assegnato dall'Ufficio Comunale ed alla durata dei lavori, nonché per l'esecuzione di qualunque opera e lavoro dipendente dall'appalto, l'Appaltatore ha l'obbligo di esibire agli agenti Comunali l'ordinativo dei lavori, rimanendo esonerata dall'obbligo di licenza, dal pagamento di tasse e dal versamento di depositi. Per la eventuale occupazione di suolo privato, l’Appaltatore dovrà provvedere, a sua cura e spese, a richiedere i necessari permessi e ad assolvere al pagamento delle relative indennità di occupazione, oltre che al ripristino delle aree una volta completati i lavori oggetto dell’appalto.
ART. 29 RITROVAMENTO DI OGGETTI E MATERIALI Qualunque oggetto rinvenuto in occasione dei scavi, demolizioni od altre opere qualsiasi, inerenti il presente appalto, che a giudizio insindacabile dell'Amministrazione abbia valore artistico, storico od altro qualsiasi, sarà soggetto alle disposizioni vigenti. Oltre all'adempimento degli obblighi derivanti dalla vigente legislazione sulle Antichità e Belle Arti,l'Appaltatore sarà tenuto, appena avvenuto il ritrovamento, a darne immediata comunicazione. Il ritrovamento di oggetti, anche se di pregio, non darà diritto a compensi o premi. L'Amministrazione si riserva, in casi particolari, tenuto conto delle circostanze ed a suo insindacabile giudizio, di assegnare eventualmente premi agli scopritori, nelle forme e per lo importo che riterrà conveniente, senza che ciò possa costituire diritto alcuno per l'Appaltatore. Sono di proprietà dell'Amministrazione e verranno ceduti, se del caso, all'appaltatore, la pozzolana, il tufo, i mattoni, le tegolozze ed altri materiali di recupero rinvenuti negli scavi e nelle demolizioni, ai prezzi previsti dalla Tariffa vigente.
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ART. 30 RESPONSABILITA' DELL'APPALTATORE PER DANNI L'Appaltatore sarà responsabile di tutti i danni, di qualsiasi natura, che possano derivare a persone o cose, a causa del mancato o tardivo intervento, nonchè a causa della realizzazione delle opere, sia in corso di esecuzione che già ultimate, e dovrà provvedersi all'uopo delle polizze assicurative di cui al precedente art.10. La garanzia assicurativa dovrà essere fornita da primaria compagnia assicuratrice, che sia di gradimento dell'Amministrazione. L'Appaltatore sarà responsabile verso l'Amministrazione, verso terzi e verso gli utenti di eventuali danni alle canalizzazioni pp.ss. esistenti nel sottosuolo a qualunque profondità ubicate, prodotti sia nel corso dell'esecuzione dei lavori che comunque a questi ultimi consegnati. Per i danni arrecati ai manufatti, alberature e beni comunali, l'Amministrazione si riserva la facoltà di ordinare all'Appaltatore di riparare i danni stessi, oppure di procedere alla riparazione direttamente o a mezzo di altra ditta, detraendo l'importo delle spese effettivamente sostenute dai mandati di pagamento. L'Appaltatore si obbliga a garantire e rilevare il Comune di Roma da qualunque pretesa, azione, domanda, molestia od altro che possa derivare da terzi in dipendenza dell'appalto, o per mancato adempimento degli obblighi contrattuali o per trascuratezza o per colpa nell'adempimento dei medesimi o in conseguenza diretta o indiretta della manutenzione. Per le controversie attivate da terzi presso la Camera di Conciliazione, aventi per oggetto diritti disponibili relativi a beni mobili per un valore non superiore a 13.000 €, dipendenti o comunque connesse con l’esecuzione dei lavori di cui al presente appalto, in corso o già eseguiti, l’Appaltatore è obbligato a aderire alla suddetta procedura di risoluzione della controversia presso la citata Camera di Conciliazione. L’appaltatore si obbliga ad intervenire all’udienza avanti il Conciliatore e nel caso non vi abbia partecipato, ad accettare come validi nei propri confronti la conciliazione eventualmente conclusi tra il comune di Roma e il cittadino istante. Nel caso che l’Appaltatore intervenuto all’udienza ritenga di non poter aderire alla soluzione conciliativa della controversia si impegna a fornire contestualmente dettagliate indicazioni delle relative ragioni in fatto e diritto pena inefficacia del diniego esplicitato. L'Appaltatore si obbliga, comunque e in ogni caso, ad intervenire come garante nei giudizi eventualmente intentati da terzi contro il Comune in relazione ad incidenti e fatti connessi con l'appalto. A tal riguardo, anche se non tempestivamente chiamato in causa ai sensi dell'art. 269 del C.P.C., l'Appaltatore si obbliga ad intervenire in ogni caso volontariamente ai sensi dell'art. 105 del C.P.C., anche in corso di istruttoria, dietro semplice invito rivoltogli mediante lettera raccomandata. L'Appaltatore, qualora, per qualsiasi motivo non abbia partecipato al giudizio, benché invitato nel domicilio contrattuale eletto, si impegna ad accettare - come senz'altro valide nei suoi confronti - le sentenze eventualmente rese nel giudizio principale, nonché le prove acquisite, nel corso del giudizio stesso, rinunciando, sin da ora, ad ogni eccezione o reclamo e pertanto, sarà tenuto a rifondere, all'Amministrazione Comunale, tutte le spese a quest'ultima addebitate. S'impegna inoltre a rimborsare, a semplice richiesta, tutte le somme dall'Amministrazione eventualmente corrisposte a terzi per titoli o per liti di cui sopra, a meno che l'Amministrazione non preferisca prelevarli dai crediti che l'Appaltatore vanta, a qualunque titolo, nei confronti del Comune. Sarà infine obbligo dell'appaltatore adottare nella esecuzione di tutti i lavori, le provvidenze, i procedimenti e le cautele necessarie per garantire la vita e l'incolumità degli operai, delle persone addette ai lavori, nonché per evitare danni ai beni pubblici e privati, in osservanza a tutte le norme vigenti in materia, che qui s'intendono integralmente riportate. L’Impresa si impegna senza riserva alcuna a partecipare alla procedura conciliativa prevista dalla Del. C.C. n.126 del 24/6/96 che dichiara di ben conoscere, nell’ipotesi in cui il cittadino danneggiato proponga l’apposita istanza. L’impresa è abilitata a delegare alla partecipazione la Compagnia di Assicurazione con la quale ha stipulato la relativa polizza per la responsabilità civile e la manleva. La mancata partecipazione alla suddetta procedura è motivo di risoluzione del presente contratto, ad insindacabile giudizio dell’Amministrazione.
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ART. 31 PENALITA’ 1) VIOLAZIONI A PRESCRIZIONI PARTICOLARI DELLO SCHEMA DI CONTRATTO
1.1) Violazione alla normativa regolante i subappalti. Ferme restando le sanzioni di legge e ogni altra azione che l’Amministrazione riterrà opportuno intraprendere nei confronti dell’Appaltatore, le violazioni di quanto previsto dall’articolo 12 daranno luogo alle seguenti sanzioni economiche: a) Violazione della normativa di cui all’articolo. 12 relativamente all’aver avviato prima della autorizzazione subappalti o cottimi (art.12 paragrafo 5): penale pari al 5% del valore d’ogni subappalto o cottimo, iniziato prima dell’autorizzazione e, in ogni caso, mai inferiore ad € 2.600,00 per ciascuna infrazione; b) Violazione di quanto previsto al paragrafo 8 dell’art.12 (applicazione di prezzi superiori al 20% di quelli di aggiudicazione ): per ogni giorno di ritardo è prevista l'applicazione di una penale pari allo 0,3 per mille dell'importo contrattuale dell'appalto, comprensivo degli importi delle perizie di variante derivanti da atti deliberativi esecutivi al momento dell'inadempienza. c) Ritardo rispetto al termine di cui all’articolo 12 paragrafo 11 (denunzia agli enti previdenziali): : penale giornaliera pari allo 0,3% per mille dell'importo contrattuale dell'appalto, comprensivo degli importi delle perizie di variante, derivanti da atti deliberativi, esecutivi al momento dell’inadempienza. d) Ritardo rispetto al termine di cui all’articolo 12 paragrafo 12 e articolo 14, (trasmissione all’ente appaltante di copia dei versamenti contributivi agli enti previdenziali): penale giornaliera pari allo 0,3 per mille dell'importo contrattuale dell'appalto, comprensivo degli importi delle perizie di variante, derivanti da atti deliberativi, esecutivi al momento dell’inadempienza. 1.2) Violazione della normativa antimafia Violazione normativa di cui all’articolo 13 – capoverso 5: penale pari al 5% riferito al valore d’ogni subappalto; 1.3) Mancato rispetto dei termini d’inizio e fine lavori a. Ritardo rispetto ai termini di trasmissione denuncia inizio lavori di cui all’articolo. 15 lettera a) 3° e 4° paragrafo: applicazione di una penale giornaliera pari allo 0,3 per mille dell’importo contrattuale d’appalto, comprensivo degli importi delle perizie di variante, derivati da atti deliberativi, esecutivi al momento dell’inadempienza. b. Ritardo rispetto ai termini d’inizio lavori di cui all'articolo 15 - lettera a) - 6° paragrafo: applicazione di una penale giornaliera pari allo 0,3 per mille dell’importo contrattuale d’appalto, comprensivo degli importi delle perizie di variante, derivati da atti deliberativi, esecutivi al momento dell’inadempienza. c.
Ritardo rispetto ai termini di presentazione del programma operativo di cui all’articolo 15 lettera a) paragrafo 7 e paragrafo 9: applicazione di una penale giornaliera pari allo 0,3 per mille dell’importo contrattuale
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d’appalto, comprensivo degli importi delle perizie di variante, derivati da atti deliberativi, esecutivi al momento dell’inadempienza. d. Ritardo rispetto ai termini d’avanzamento mensile dei lavori desunti dal programma operativo di cui all'articolo 15 punto a) paragrafo 12: applicazione di una penale giornaliera pari allo 0,3 per mille dell’importo contrattuale d’appalto, comprensivo degli importi delle perizie di variante, derivati da atti deliberativi, esecutivi al momento dell’inadempienza. e. Ritardo rispetto ai termini d’ultimazione lavori di cui all'articolo 15 - lett. a) - paragrafo 15 e articolo 17 lettera a) capoverso 2: applicazione di una penale giornaliera pari all’1 per mille dell’importo contrattuale d’appalto, comprensivo degli importi delle perizie di variante, derivati da atti deliberativi, esecutivi al momento dell’inadempienza). f.
Ritardo rispetto ai termini d’inizio e/o ultimazione dei lavori manutentori di cui all'articolo 17 lettera c) capoverso 5: applicazione di una penale giornaliera pari allo 0,3 per mille dell’importo contrattuale dell’appalto, comprensivo degli importi delle perizie di variante derivanti da atti deliberativi, esecutivi al momento dell’inadempienza.
1.4) Inosservanza alle norme di sicurezza e igiene del lavoro di cui all'articolo 24 Per ciascuna infrazione sarà comminata una somma pari alla sanzione penale comminata anche a titolo d’oblazione. 1.5) Inosservanza delle prescrizioni relative al controllo del personale di cantiere Violazione alla normativa nel controllo del personale di cantiere di cui all'articolo 26 – capoverso 6: per l'infrazione è prevista una penale pari allo 0,3 per mille dell'importo contrattuale d'appalto, comprensivo degli importi delle perizie di variante derivanti da atti deliberativi esecutivi al momento dell'infrazione; la penale non potrà, comunque, essere inferiore ad € 1.000,00, per ogni infrazione successiva alla prima, la penale di cui sopra ed il relativo limite minimo andrà aumentato del 50%. 1.6) Mancato rispetto degli oneri dell'Appaltatore per inadempienze rispetto a quanto previsto dall'articolo 27 – ONERI VARI Per eventuali inadempienze rispetto a quanto prescritto dall'articolo 27 si darà luogo all'applicazione della penale di cui al punto due del presente articolo. Per inadempienze rispetto a quanto prescritto alla lettera A) - punto 19 dell’articolo 27 sarà applicata una penale non inferiore ad € 500,00 al giorno, dal momento della contestazione al momento dell’installazione del cartello, oltre la sanzione amministrativa di cui all’articolo 21 del DLgs 30 aprile 1992 n° 285 e s.m.i. – “Nuovo Codice della Strada”. Per eventuali inadempienze rispetto a quanto prescritto alla lettera a) - punto 22 dell'articolo 27, sarà effettuata, in contabilità, una detrazione pari ad € 160,00, per ogni giorno di mancata fornitura dell'autovettura.
2) VIOLAZIONI ALLE PRESCRIZIONI GENERALI DEL CAPITOLATO SPECIALE Le trasgressioni alle prescrizioni generali del presente Capitolato, (con esclusione di quelle particolari di cui al precedente punto uno), la mancata o ritardata osservanza degli ordini del Direttore dei Lavori, la lentezza nell’esecuzione dei lavori, la deficienza d’organizzazione, il danneggiamento dei manufatti e materiali dell'Amministrazione, saranno passibili di penalità.
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Le penalità, stabilite nella misura giornaliera dello 0,5 per mille dell’ammontare netto contrattuale, saranno applicate in base alle norme dell’articolo 22 del Capitolato Generale Lavori Pubblici, approvato con DM n° 145/00 e nella misura stabilita dall’articolo 117 del Regolamento approvato con DPR 554/99. In caso d’inadempienza grave o ripetuta, agli obblighi contrattuali, salvo più gravi provvedimenti, l'Amministrazione ha la facoltà di sospendere i pagamenti finché l'Appaltatore non dia prova di sufficiente organizzazione, attitudine e volontà d’assolvere lodevolmente agli impegni assunti. Per tutte le sospensioni di pagamento di cui sopra, l'appaltatore non avrà diritto ad alcuna pretesa di qualsiasi titolo.
ART. 32 RISOLUZIONE DEL CONTRATTO – ESECUZIONE D’UFFICIO DEI LAVORI
L’appaltante può procedere alla risoluzione del contratto, oltre che nei casi previsti dagli artt.135 e 136 del D. L.gvo 163/06 e s.m.i. anche nei seguenti casi: A. quando risulti accertato il mancato rispetto, da parte dell’Appaltatore, del divieto del subappalto e delle ingiunzioni fattegli secondo quanto disposto al precedente Art.12 SUBBAPPALTO B. nel caso di mancato rispetto delle ingiunzioni fattegli dall’appaltante, per ritardo nell’inizio o per ingiustificata sospensione dei lavori o per ritardo rispetto al programma di esecuzione dei lavori, inadempienza che, in relazione alle caratteristiche e alle finalità dell’appalto, viene contrattualmente configurata come negligenza grave o contravvenzione da parte dell’appaltatore agli obblighi e alle condizioni stipulate; C. nel caso di mancato rispetto della normativa sulla sicurezza e la salute dei lavoratori di cui ai decreto legislativo 81/2008 e delle ingiunzioni fattegli al riguardo dal coordinatore per la sicurezza. Nei casi di risoluzione del contratto o di esecuzione di ufficio, troveranno applicazione le modalità stabilite dall’artt.136 e 138 del D. L.gvo 163/06 e s.m.i.
ART. 33 COMPOSIZIONE SOCIETARIA - FUSIONI, TRASFERIMENTI D’AZIENDA – CESSIONE DI CREDITO Qualora ne ricorrano le condizioni, ai sensi e per gli effetti dell’art. 2 del DPCM 11.5.1991 n. 187 l’Amministrazione provvederà in corso d’opera a verificare eventuali variazioni di entità superiore al 2% nella composizione societaria dell’appaltatore. Le cessioni d’Azienda e gli atti di trasformazione, fusione e scissione relativi all’Impresa Appaltatrice non hanno effetto nei confronti della Amministrazione Comunale, fino a che il cessionario, ovvero il soggetto risultante dall’avvenuta trasformazione, fusione o scissione non abbia proceduto alle comunicazioni previste dal DPCM 11 Maggio 1991 n. 187 e non abbia documentato il possesso dei requisiti di partecipazione alla gara di cui all’art. 40 del D.L.gvo 163/06 e s.m.i. Ai sensi dell’articolo 117 del D.L.gvo 163/06 e s.m.i., nei quindici giorni successivi l’Amministrazione può opporsi al subentro del nuovo soggetto nella titolarità del contratto, con effetti risolutivi per l’aggiudicazione definitiva, laddove, in relazione della summenzionata comunicazione, non risultino sussistere i requisiti di cui all’articolo 10 della legge 575/65 “Disposizioni contro la mafia” e successive modificazioni. Decorsi 15 gg., senza che sia intervenuta opposizione, l’approvazione si intende tacita a tutti gli effetti di legge.
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Nei casi di trasferimento o di affitto di azienda si applicano le disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 3 dell’art. 116 del D.L.gvo 163/06 e s.m.i. alle condizioni stabilite dal comma 4 del medesimo art. 116 del D.L.gvo 163/06 e s.m.i. Ai sensi della Deliberazione Consiglio Comunale n. 4 del 25 Gennaio 1996, ove ricorra cessione di credito, l’amministrazione provvede a dare immediata notizia a tutti i soggetti interessati e la cessione del credito non ha in ogni caso efficacia, se non per effetto di provvedimento formale di adesione. I pagamenti effettuati a favore dei cessionari e dei procuratori sono subordinati all'acquisizione, da parte dei competenti Uffici della Ragioneria Generale, del relativo certificato antimafia previsto dalle norme di Legge. Nelle more dell'adozione del provvedimento, ove il cedente non richieda espressamente la sospensione dei pagamenti, gli stessi sono effettuati in favore dei beneficianti, senza tener conto di cessioni non riconosciute.
ART. 34 CONTROVERSIE a)
RISERVE
Le riserve dell’Appaltatore devono essere proposte nei termini e con le modalità di cui all’art. 31 del Capitolato Generale approvato con D.M LL.PP. n°145/2000. Laddove, a seguito dell’iscrizione di riserve sui documenti contabili, l’importo economico dell’opera possa variare in misura sostanziale, e in ogni caso non inferiore al 10% dell’importo contrattuale, il Responsabile del Procedimento applica la disciplina prevista all’art.240 del D.Leg.vo 163/2006 e s.m.i. – “Accordo Bonario”
b)
DEFINIZIONE DELLE CONTROVERSIE
Tutte le controversie derivanti dall’esecuzione del contratto, comprese quelle conseguenti al mancato raggiungimento dell’accordo bonario previsto dal punto a) del presente articolo, potranno essere definite dalla competente Autorità Giudiziaria solo dopo l’approvazione del collaudo provvisorio finale con esclusione del ricorso al giudizio arbitrale di cui agli articoli 806 e seguenti del codice di procedura civile. Fatti salvi i casi specificatamente previsti dalla vigente normativa, il Foro competente sarà quello di Roma.
Art 35
omiss
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CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
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CAPO I QUALITA’ E PROVENIENZA DEI MATERIALI E DEI COMPONENTI
Premessa I materiali utilizzati dovranno essere qualitativamente equivalenti o superiori e in nessun caso inferiori a quelli eventualmente inseriti nella parte II del presente Capitolato. Si fa presente che con il termine “materiale lapideo” dovranno sempre essere intesi (in accordo con i documenti UNINorMaL) oltre che i marmi e le pietre propriamente detti, anche gli stucchi, le malte, gli intonaci (affrescati, dipinti a secco, graffiti) e i prodotti ceramici come laterizi e cotti.
Art. 1 Materiali in genere È regola generale intendere che i materiali, i prodotti ed i componenti occorrenti, realizzati con materiali e tecnologie tradizionali e/o artigianali, necessari per i lavori di conservazione, restauro, risanamento o manutenzione da eseguirsi sui manufatti potranno provenire da quelle località che l’Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della Direzione dei Lavori e degli eventuali organi competenti preposti alla tutela del patrimonio storico, artistico, architettonico, archeologico e monumentale, siano riconosciuti della migliore qualità, simili, ovvero il più possibile compatibili con i materiali preesistenti, così da non risultare incompatibili con le proprietà chimiche, fisiche e meccaniche dei manufatti oggetto di intervento. Nel caso di prodotti industriali (ad es., malte premiscelati) la rispondenza a questo capitolato potrà risultare da un attestato di conformità rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione. L’Appaltatore avrà l’obbligo, durante qualsivoglia fase lavorativa, di eseguire o fare effettuare, presso gli stabilimenti di produzione e/o laboratori ed istituti in possesso delle specifiche autorizzazioni, tutte le campionature e prove preliminari sui materiali (confezionati direttamente in cantiere o confezionati e forniti da ditte specializzate) impiegati e da impiegarsi (in grado di garantire l’efficacia e la non nocività dei prodotti da utilizzarsi) prescritte nel presente capitolato e/o stabilite dalla Direzione Lavori. Tali verifiche dovranno fare riferimento alle indicazioni di progetto, alle normative UNI e alle raccomandazioni NorMaL recepite dal Ministero per i Beni Culturali con decreto 11 novembre 1982, n. 2093. Il prelievo dei campioni (da eseguirsi secondo le prescrizioni indicate nelle raccomandazione NorMaL) dovrà essere effettuato in contraddittorio con l’Appaltatore e sarà appositamente verbalizzato. In particolare, su qualsiasi manufatto di valore storico-architettonico-archeologico, ovvero sul costruito attaccato, in modo più o meno aggressivo da agenti degradanti, oggetto di intervento di carattere manutentivo, conservativo o restaurativo, e se previsto dagli elaborati di progetto l’Appaltatore dovrà mettere in atto una serie di operazioni legate alla conoscenza fisico materica, patologica in particolare: – determinazione dello stato di conservazione del costruito oggetto di intervento;
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– individuazione degli agenti patogeni in aggressione; – individuazione delle cause dirette e/o indirette nonché i meccanismi di alterazione. Nel caso che la Direzione dei Lavori, a suo insindacabile giudizio, non reputasse idonea tutta o parte di una fornitura di materiale sarà obbligo dell’Appaltatore provvedere prontamente e senza alcuna osservazione in merito, alla loro rimozione (con altri materiali idonei rispondenti alle caratteristiche ed ai requisisti richiesti) siano essi depositati in cantiere, completamente o parzialmente in opera. Sarà inteso che l’Appaltatore resterà responsabile per quanto ha attinenza con la qualità dei materiali approvvigionati anche se valutati idonei dalla D.L., sino alla loro accettazione da parte dell’Amministrazione in sede di collaudo finale. Avvertenze Sarà vietato effettuare qualsiasi procedura di stuccatura, integrazione o, più in generale, utilizzo di prodotti, anche se prescritti negli elaborati di progetto, senza la preventiva esecuzione di campionature preintervento, delle quali dovranno essere riportati su apposite schede: la data di esecuzione, il tipo di prodotto e/o le percentuali dell’impasto utilizzato, gli eventuali solventi e di conseguenza il tipo di diluizione o di concentrazione utilizzati, le modalità ed i tempi di applicazione.
Art. 2 Acqua, calci, gesso 1. ACQUA L’acqua per l’impasto con leganti idraulici od aerei (UNI EN 1008) dovrà essere dolce e limpida con un pH neutro (compreso tra 6 ed 8) con una torbidezza non superiore al 2%, priva di sostanze organiche o grassi ed esente di sali (particolarmente solfati, cloruri e nitrati in concentrazione superiore allo 0,5%) in percentuali dannose e non essere aggressiva per l’impasto risultante. In caso di necessità, dovrà essere trattata per ottenere il grado di purezza richiesto per l’intervento da eseguire. In taluni casi dovrà essere, altresì, additivata per evitare l’instaurarsi di reazioni chimico – fisiche che potrebbero causare la produzione di sostanze pericolose (DM 9/1/1996 - Allegato I). Tutte le acque naturali limpide (con l’esclusione di quelle meteoriche o marine) potranno essere utilizzate per le lavorazioni. Dovrà essere vietato l’uso, per qualsiasi lavorazione, di acque provenienti da scarichi industriali o civili. L’impiego di acqua di mare, salvo esplicita autorizzazione della D.L., non sarà consentito e, sarà comunque tassativamente vietato l’utilizzo di tale acqua per calcestruzzi armati, e per strutture con materiali metallici soggetti a corrosione. 1.
CALCI
Le calci aeree e idrauliche, dovranno rispondere ai requisiti di accettazione di cui al RD n. 2231 del 16 novembre 1939, “Norme per l’accettazione delle calci” e ai requisiti di cui alla normativa europea UNI EN 459-1:2001 “Calci da costruzione. Definizione, specifiche criteri di conformità”; UNI EN 459-2:2001 “Calci da costruzione. Metodi di prova”; UNI EN 459-3:2001 “Calci da costruzione. Valutazione di conformità”. CALCI AEREE Le calci aeree (costituite prevalentemente da ossido o idrossido di calcio con quantità minori di magnesio, silicio, 1 alluminio e ferro) sono classificate in base al loro contenuto di (CaO+MgO) ; si distinguono in: 1) -Calci calciche (CL) calci costituite prevalentemente da ossido o idrossido di calcio (il calcare calcico è un calcare che dovrà contenere dallo 0% al 5% di carbonato di magnesio UNI 10319) senza alcuna aggiunta di materiali idraulico pozzolanici;
1
L’ossido di magnesio nella composizione del calcare rappresenta l’impurità pertanto quanto minore sarà la sua presenza tanto più pura sarà la calce prodotta.
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2) -Calci dolomitiche (DL) calci costituite prevalentemente da ossido di calcio e di magnesio o idrossido di calcio e di magnesio (il calcare dolomitico è un calcare che dovrà contenere dal 35% al 45% di carbonato di magnesio) senza alcuna aggiunta di materiali idraulico pozzolanici. Questo tipo di calce potrà essere 2 3 commercializzato nella versione semi-idratata (S1) o completamente idratata (S2). Le calci aeree potranno, anche essere classificate in base alla loro condizione di consegna: calci vive (Q) o calci idrate (S). a) Calci vive (Q) calci aeree (includono le calci calciche e le calci dolomitiche) costituite prevalentemente da ossido di calcio ed ossido di magnesio ottenute per calcinazione di rocce calcaree e/o dolomitiche. Le calci vive hanno una reazione esotermica quando entrano in contatto con acqua. Possono essere vendute in varie pezzature che vanno dalle zolle al materiale finemente macinato. b) Calci idrate (S) calci aeree, (calci calciche o calci dolomitiche) ottenute dallo spegnimento controllato delle calci vive. Le calci spente sono prodotte, in base alla quantità di acqua utilizzata nell’idratazione, in forma di polvere secca, di grassello o di liquido (latte di calce): -
calce idrata in polvere di colore biancastro derivata dalla calcinazione a bassa temperatura di calcari puri con meno del 10% d’argilla; si differenzia dal grassello per la quantità di acqua somministrata durante lo spegnimento della calce viva (ossido di Calcio), nella calce idrata la quantità di acqua impiegata è quella stechiometrica (3,22 parti di acqua per 1 parte di CaO). Può essere utilmente impiegata come base per la formazione di stucchi lucidi, per intonaci interni e per tinteggiature;
-
grassello di calce o calce aerea “spenta” (idrata) in pasta ottenuta per lento spegnimento ad “umido” (cioè in eccesso di acqua rispetto a quella chimicamente sufficiente circa 3-4 volte il suo peso) della calce con impurità non superiori al 5%. Le caratteristiche plastiche ed adesive del grassello, migliorano e vengono esaltate con un prolungato periodo di stagionatura in acqua, prima di essere impiegato. Il grassello, si dovrà presentare sotto forma di pasta finissima, perfettamente bianca morbida e quasi untuosa non dovrà indurire se esposto in ambienti umidi o immerso nell’acqua, indurirà invece in presenza di aria per essiccamento e lento assorbimento di anidride carbonica. La stagionatura minima nelle fosse sarà di 6 mesi per il confezionamento delle malte da allettamento e da costruzione e di 12 mesi per il confezionamento delle malte da intonaco o da stuccatura. Nel cantiere moderno è in uso ricavare il grassello mediante l’aggiunta di acqua (circa il 20%) alla calce idrata in polvere, mediante questa “procedura” (che in ogni caso necessita di una stagionatura minima di 24 ore) si ottiene un prodotto scadente di limitate qualità plastiche, adesive e coesive;
-
latte di calce ovvero “legante” per tinteggi, velature e scialbature ricavato dal filtraggio di una soluzione particolarmente acquosa ottenuta stemperando accuratamente il grassello di calce (o della calce idrata) fino ad ottenere una miscela liquida e biancastra.
Le calci aeree possono essere classificate anche in rapporto al contenuto di ossidi di calcio e magnesio (valori contenuti RD n. 2231 del 16 novembre 1939, “Norme per l’accettazione delle calci”): a) calce grassa in zolle, cioè calce viva in pezzi, con contenuto di ossidi di calcio e magnesio non inferiore al 94% e resa in grassello non inferiore al 2,5 m³/ton; b) calce magra in zolle o calce viva, contenente meno del 94% di ossidi di calcio e magnesio e con resa in grassello non inferiore a 1,5 m³/ton; b1) calce forte legante con deboli doti idrauliche, compresa tra le calci magre quando la presenza di componenti idraulici (presenza di argilla intorno al 5-5,5%) è considerata come impurità; c) calce idrata in polvere ottenuta dallo spegnimento della calce viva, contenuto di umidità non superiore al 3% e contenuto di impurità non superiore al 6%, si distingue in: – fiore di calce, quando il contenuto minimo di idrati di calcio e magnesio non è inferiore al 91%; il residuo al vaglio da 900 maglie/cm² dovrà essere ≤ 1% mentre il residuo al vaglio da 4900 maglie/cm² dovrà essere ≤ 5%; presenta una granulometria piuttosto fine ottenuta per ventilazione; – calce idrata da costruzione quando il contenuto minimo di idrati di calcio e magnesio non è inferiore al 82%; il residuo al vaglio da 900 maglie/cm² dovrà essere ≤ 2% mentre il residuo al vaglio da 4900 maglie/cm² dovrà essere ≤ 15%; si presenta come un prodotto a grana grossa. La composizione della calce da costruzione, quando provata secondo la norma UNI EN 459-2, deve essere conforme ai valori della tabella 2 sotto elencata. Tutti i tipi di calce elencati nella tabella possono contenere additivi in modeste quantità per migliorare la produzione o le proprietà della calce da costruzione. Quando il contenuto dovesse superare lo 0,1% sarà obbligo dichiarare la quantità effettiva ed il tipo.
2 3
Consistente principalmente in idrossido di calcio ed ossido di magnesio. Consistente principalmente in idrossido di calcio ed idrossido di magnesio.
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Tabella 2.1 Requisiti chimici della calce (valori espressi come percentuale di massa). I valori sono applicabili a tutti i tipi di calce. Per la calce viva questi valori corrispondono al prodotto finito; per tutti gli altri tipi di calce (calce idrata, grassello e calci idrauliche) i valori sono basati sul prodotto dopo la sottrazione del suo contenuto di acqua libera e di acqua legata. (UNI EN 459-1) Tipo di calce costruzione
da Sigla
CaO+MgO MgO
CO2
SO3
Calce libera %
Calce calcica 90
CL 90
≥ 90
≤5
≤4
≤2
-
Calce calcica 80
CL 80
≥ 80
≤5
≤7
≤2
-
Calce calcica 70
CL 70
≥ 70
≤5
≤12
≤2
-
Calce dolomitica 85
DL 85
≥ 85
≤ 30
≤7
≤2
-
Calce dolomitica 80
DL 80
≥ 80
≥5
≤7
≤2
-
Calce idraulica 2
HL 2
-
-
-
≤3
≥8
Calce idraulica 3,5
HL 3,5
-
-
-
≤3
≥6
Calce idraulica 5
HL 5
-
-
-
≤3
≥3
Calce idraulica naturale NHL 2 2
-
-
-
≤3
≥ 15
Calce idraulica naturale NHL 3,5 3,5
-
-
-
≤3
≥9
Calce idraulica naturale NHL 5 ≤3 5 Nella CL 90 è ammesso un contenuto di MgO fino al 7% se si supera la prova di stabilità
≥3
indicata in 5.3 della EN 459-2:2001. Nelle HL e nelle NHL è ammesso un contenuto di SO3 maggiore del 3% e fino al 7% purché sia accertata la stabilità, dopo 28 giorni di maturazione in acqua, utilizzando la prova indicata nella EN 196-2 “Methods of testing cement: chemical analysis of cement”.
Esempio di terminologia delle calci: la sigla EN459-1 CL90Q identifica la calce calcica 90 in forma di calce viva; la sigla EN459-1 DL85-S1 identifica la calce dolomitica 85 in forma di calce semi-idratata. CALCI IDRAULICHE Le calci idrauliche oltre che ai requisiti di accettazione di cui al RD 16 novembre 1939, n. 2231 e a quelli della norma UNI 459, devono rispondere alle prescrizioni contenute nella legge 26 maggio 1965, n. 595 “Caratteristiche tecniche e requisiti dei leganti idraulici” ed ai requisiti di accettazione contenuti nel DM 31 agosto 1972 “Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli agglomerati cementizi e delle calci idrauliche” e successive modifiche ed integrazioni. Le calci idrauliche si distinguono in: 1) calce idraulica naturale (NHL) ovverosia il prodotto ottenuto dalla cottura a bassa temperature (inferiore ai 1000 C°) di marne naturali o calcari più o meno argillosi o silicei con successiva riduzione in polvere mediante spegnimento (con quantità stechiometrica di acqua) con o senza macinazione. Tutte le NHL dovranno avere la proprietà di far presa ed indurire anche a contato con l’acqua e dovranno essere esenti o quantomeno presentare un bassissimo livello di sali solubili. Questo tipo di calci naturali potrà a sua volta essere diviso in: – calce idraulica naturale bianca, rappresenta la forma più pura: dovrà essere ricavata dalla cottura di pietre calcaree silicee con una minima quantità di impurezze, presentare una quantità bassissima di sali solubili. Risulterà particolarmente indicata per confezionare malte, indirizzate a procedure di restauro che richiedono un basso modulo di elasticità ed un’elevata traspirabilità. In impasto fluido potrà essere utilizzata per iniezioni consolidanti a bassa pressione; – calce idraulica naturale “moretta” o “albazzana” a differenza del tipo “bianco” si ricaverà dalla cottura di rocce marnose; risulterà indicata per la confezione di malte per il restauro che richiedono una maggiore resistenza a compressione; il colore naturale di questa calce potrà variare dal nocciolo, al beige, all’avorio fino a raggiungere il rosato; Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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2) calce idraulica naturale con materiali aggiunti (NHL-Z) in polvere ovverosia, calci idrauliche naturali con materiale aggiunto cioè, quelle calci che contengono un’aggiunta fino ad un massimo del 20% in massa di materiali idraulicizzanti a carattere pozzolanico (pozzolana, coccio pesto, trass) contrassegnate dalla lettera “Z” nella loro sigla; 4
3) calci idrauliche (HL) ovverosia calci costituite prevalentemente da idrossido di calcio, silicati di calcio e alluminati di calcio prodotti mediante miscelazione di materiali appropriati. Questo tipo di calce dovrà possedere la caratteristica di far presa ed indurire anche in presenza di acqua. Tabella 2.2 Caratteristiche meccaniche delle calci idrauliche naturali da utilizzare nel restauro Tipo NHL 2 NHL 3,5 NHL 5 Calce delicata Calce idonea per interventi su Calce idonea per la Caratteristiche idonea per lavori su pietre e laterizi, anche ricostruzione di pietre materiali teneri o parzialmente degradati, intervento e modanature, fortemente decoesi, di iniezione e sigillature massetti, per legante di consolidanti, per rappezzi di pavimentazioni, tinteggiature alla intonaci, e stillatura di giunti rinzaffi e arricci calce, per stucchi, e esposti a contatto con strati di finitura per acqua o per modanature ed betoncino con intonaci collaborazione statica Rapporto impasto Rapporto impasto PROVE Rapporto impasto Resistenza a comp.
1:2
1:2,5
1:3
1:2
0,62
0,53
0,47 0,75
1:2,5
1:3
1:2
1:2,5
1:3
0,57
0,53
1,96
1
0,88
2
7 gg. N/mm
2
7 gg. N/mm
28 gg. N/mm
REQUISITI UNI EN 459-1 ---
REQUISITI UNI EN 459-1 ---
REQUISITI UNI EN 459-1 ---
2
1,48 2
7 gg. N/mm
6 mesi N/mm
REQUISITI UNI EN 459-1 ≥2 a ≤ 7
2
12 mesi. N/mm
1,36
1,25 1,88
1,47
1,34
REQUISITI UNI EN 459-1 ≥3,5 a ≤ 10
2,20
2,00
1,50
REQUISITI UNI EN 459-1 ≥5 a ≤ 15 (a)
3,848
3,00
2,88 7,50
5,34
3,94
7,30
5,90
5,31
4
2,90
2,90 7,50
5,90
3,90
9,28
8,44
6,50
2
La sabbia avrà una granulometria di 0,075-3 mm 3,
(a) La NHL 5, con massa volumica in mucchio minore di 0,90 kg/dm può avere una resistenza a compressione dopo 28 gg fino a 20 MPa Tabella 2.3 Caratteristiche fisiche delle calci idrauliche naturali NHL 3,5 NHL 2 PROVE REQUISITI UNI EN 459-1
4
MEDIA
REQUISITI UNI EN 459-1
MEDIA
NHL 5 REQUISITI UNI EN 459-1
MEDIA
Le HL (Hydraulic Lime) corrispondono nel mercato italiano a quei leganti che vengono identificati con il termine calce eminentemente idraulica e che commercialmente sono identificati con diciture che declinano, normalmente, con la desinenza CEM o PLAST, in pratica potrebbero essere definiti cementi a bassa resistenza i quali opportunamente “diluiti” con notevole percentuale di materiale inerte macinato finemente (generalmente filler calcareo) e con modeste quantità di additivo aerante, riproducono prestazioni fisico-meccaniche (porosità, resistenza, modulo elastico ecc.) simili a quelle della calce idraulica naturale.
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Densità 0,4 a 0,8
0,45-0,55
≤ 15%
2a5%
≤2
≤ 0,5 %
≤ 2 mm
≤ 1 mm
----
15
---
76
>10 e <20 mm
---
>1 e <15 h
---
≥ 15 %
50-60%
Finezza a 90 µm Finezza a 200 µm Espansione Idraulicità Indice di bianchezza Penetrazione
Tempo di inizio presa Calce libera
Pagina 53 di
0,5 a 0,9
0,6-0,66
0,6 a 1,0
0,65-0,75
≤ 15%
6,6
≤ 15%
3,12
≤5%
0,48
≤5
0,08
≤ 2 mm
0,05
≤ 2 mm
0,61 mm
---
25
---
43
---
72
---
67
>10 e <50 mm
21
>20 e <50 mm
22,6
>1 e <15 h
2,5
>1 e < 15 h
3,59
≥9%
20-25%
≥ 3%
15-20%
Le calci idrauliche sia naturali che artificiali potranno essere classificate anche in rapporto al grado d’idraulicità, inteso come rapporto tra la percentuale di argilla e di calce: al variare di questo rapporto varieranno anche le caratteristiche (valori contenuti nel DM 31 agosto 1972 “Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli agglomerati cementizi e delle calci idrauliche”). Tabella 2.4 Classificazione calci idrauliche mediante il rapporto di idraulicità (DM 31 agosto 1972) Calci Indice di Argilla [%] Calcare [%] Presa in acqua idraulicità [giorni] Debolmente idraulica Mediamente idraulica Propriamente idraulica Eminentemente idraulica
0,10-0,15 0,16-0,31 0,31-0,41 0,42-0,50
5,31-8,20 8,21-14,80 14,81-19,10 19,11-21,80
94,6-91,8 91,7-85,2 85,1-80,9 80,8-78,2
15-30 10-15 5-9 2-4
Art. 3 Cementi speciali 1.CEMENTI I cementi, da impiegare in qualsiasi lavorazione, dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella legge 26 maggio 1965, n. 595 e nel DM 3 giugno 1968 (“Nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi”) e successive modifiche e integrazioni (DM 20 novembre 1984 e DM 13 settembre 1993). Tutti i cementi dovranno essere, altresì, conformi al DM n. 314 emanato dal Ministero dell’Industria in data 12 luglio 1999 (che ha sostituito il DM n. 126 del 9 marzo1988 con l’Allegato “Regolamento del servizio di controllo e certificazione di qualità dei cementi” dell’ICITE - CNR) ed in vigore dal 12 marzo 2000, che stabilisce le nuove regole per l’attestazione di conformità per i cementi immessi sul mercato nazionale e per i cementi destinati ad essere impiegati nelle opere in conglomerato normale, armato e precompresso. I requisiti da soddisfare dovranno essere quelli previsti dalla norma UNI EN 197-2001 “Cemento. Composizione, specificazioni e criteri di conformità per cementi comuni” e le norme UNI EN 196/1-7 e 196-21 inerenti i cementi speciali e la normativa sui metodi di prova ed analisi dei cementi. Non è previsto l’uso di cemento nelle malte se non in casi particolari da concordare preventivamente con la D.L. L’unico cemento che potrà essere utilizzato in pecentuale minima, da valutare caso per caso e solo dopo l’autorizzazione della D.L., nelle risarciture dei piani pavimentali dell’area di rispetto, è un cemento speciale.
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2.CEMENTI SPECIALI Sono così definiti quei cementi che presenteranno resistenze fisiche inferiori o requisiti chimici diversi da quelli stabiliti per i cementi normali, differenze dovute a miscele di particolari composti o da elevate temperature di cottura ovvero dall’uso di additivi tipicamente specifici. 1) Cementi bianchi: simili come comportamento agli altri cementi comuni Portland. Dovranno essere ricavati dalla cottura di marne (caolini e calcari bianchi mineralogicamente puri) prive del tutto o con una quantità limitatissima di ossidi di ferro e di manganese; gli eventuali residui dovranno essere eliminati con trattamento fisico-chimico. Il bianco del cemento dovrà essere definito dalle ditte produttrici con tre parametri diversi: 5 6 7 brillantezza , lunghezza d’onda dominante e purezza inoltre, potrà anche essere definito con l’indice di 8 bianchezza (contenuto per un cemento industriale tra 70 e 90). Questo tipo di cemento potrà essere utilizzato per opere di finitura quali stucchi ed intonaci, per opere in pietra artificiale è, inoltre, utilizzabile, in piccole quantità negli impasti a base di calce aerea (intonachini, sagramature, copertine creste dei muri ecc.) così da aumentarne la resistenza meccanica ma permettere ugualmente la permeabilità al vapore d’acqua.
Art. 4 Leganti sintetici Le resine sono polimeri ottenuti partendo da molecole di composti organici semplici. In qualsiasi intervento di manutenzione e restauro sarà fatto divieto utilizzare prodotti di sintesi chimica senza preventive analisi di laboratorio, prove applicative, schede tecniche e garanzie da parte delle ditte produttrici. Su manufatti di particolare valore storico-achitettonico nonché archeologico il loro utilizzo sarà vietato, salvo comprovata compatibilità fisica, chimica e meccanica con i materiali direttamente interessati all’intervento o al loro contorno. I polimeri organici possono essere disponibili sotto varie forme: – leganti sia per incollaggi (adesivi strutturali), stuccature, iniezioni e sigillature di quadri fessurativi, sia sotto forma di resine emulsionabili in acqua per pitture ed intonaci che presentano un baso grado di assorbimento dell’acqua liquida ed una elevata durabilità; – additivi per malte e pitture al fine di migliore l’idrorepellenza, la velocità d’ indurimento e le caratteristiche fisicochimiche dell’impasto ovvero della pittura; – impregnanti consolidanti per materiali lapidei quali pietre naturali, laterizi, stucchi, cls ecc.; – impregnanti idrorepellenti per materiali lapidei quali pietre naturali, laterizi, stucchi, cls ecc. capaci di costituire una efficace barriera contro l’acqua; – impregnanti idro ed oleorepellenti per il trattamento di materiali porosi particolarmente esposti agli agenti inquinanti atmosferici. Le caratteristiche meccaniche, le modalità applicative e gli accorgimenti antinfortunistici dei leganti sintetici sono regolati dalle norme UNICHIM. Mentre le analisi di laboratorio relative alle indagini preliminari per la scelta dei materiali saranno quelle stabilite dalle indicazioni fornite dalle raccomandazioni NorMaL. La loro applicazione dovrà sempre essere eseguita da personale specializzato nel rispetto della normativa sulla sicurezza degli operatori/applicatori.
1.RESINE ACRILICHE Prodotti termoplastici (molecole a catena lineare); si otterranno polimerizzando gli acidi acrilico, metacrilico e loro derivati. Questa classe di resine, nella maggior parte dei casi solubili in idonei solventi organici, presenterà buona resistenza all’invecchiamento, alla luce, agli agenti chimici dell’inquinamento, ma dimostrerà scarsa capacità di penetrazione tanto, che potrà risultare difficile raggiungere profondità superiori a 0,5-1 cm (con i solventi alifatici clorurati si potranno ottenere risultati migliori per veicolare la resina più in profondità). Possiedono in genere buona idrorepellenza che tenderà però, a decadere nel tempo; se il contatto con l’acqua si protrarrà per tempi superiori alle 90 ore, tenderanno, inoltre, a dilatarsi. I prodotti acrilici sono, di norma commercializzati solidi in polveri, granuli o scaglie, in emulsione acquosa in soluzione di solventi. Le resine acriliche come del resto le emulsioni acriliche pure (ovvero al 100%) potranno essere utilizzate in dispersione acquosa (ovvero un miscuglio eterogeneo contenente una percentuale variabile di resina acrilica o di
5
6 7 8
Espressa come percentuale tra luce riflessa da una superficie di cemento e quella riflessa da una uguale superficie di ossido di magnesio considerato il corpo bianco ideale. Ovvero la tonalità della sfumatura che caratterizza il bianco, la lunghezza d’onda dominante varia tra il giallo e l’azzurro. Ovvero l’intensità della sfumatura, la purezza sarà misurata dalla percentuale di colore, inferiore al 5%. Ovvero il rapporto tra il coefficiente di riflessione del cemento bianco e quello di solfato di bario assunto come riferimento.
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emulsione acrilica pura) sia come legante per pigmenti naturali e/o sintetici in polvere, sia come additivo per malte da sigillatura o iniezione (se non diversamente specificato per un impasto di calce ed inerti in rapporto di 1:3 si aggiungerà 5-10% di emulsione acrilica) conferendo a questi impasti un più veloce indurimento in superficie, un miglioramento delle caratteristiche fisico-chimiche (tenacità, durezza, resistenza nel tempo ed agli agenti chimici, resistenza all’abrasione, alla trazione, alla compressione, alla flessione, all’impatto ed agli effetti del gelo) e un netto aumento di adesività su materiali quali laterizio, legno e cemento.
2.RESINE EPOSSIDICHE Prodotti termoindurenti (molecole tridimensionali); si otterranno dalla formazione di catene con due tipi di molecole con una gamma illimitata di variazioni possibili (questa caratteristica fa si che non esista un solo tipo di resina epossidica, ma svariati formulati epossidici che cambieranno di volta in volta le proprie caratteristiche a seconda, sia del rapporto resina-indurente, sia degli eventuali additivi plastificanti, fluidificanti, acceleranti ecc.); presentano il vantaggio di poliaddizionarsi senza produrre sottoprodotti che porterebbero ad un aumento di volume. Si distinguono dalle resine acriliche per l’elevato potere collante che ne giustifica l’uso come adesivo strutturale; presentano una buona resistenza chimica (soprattutto agli alcali), resistano molto bene all’acqua ed ai solventi organici. I maggiori pregi delle resine epossidiche risiederanno nelle loro elevate proprietà meccaniche (resistenze a compressione, a trazione, a flessione), nella perfetta adesione al supporto e nel ritiro molto limitato durante l’invecchiamento (meno di 1%); gli svantaggi sono riconducibili alla difficoltà di penetrazione (dovuta all’elevata viscosità), alla bassa resistenza al calore ed ai raggi ultravioletti (con i conseguenti fenomeni d’ingiallimenti e sfarinamento superficiale). Gli adesivi epossidici (ovvero resine utilizzate come leganti per ricongiungere frammenti distaccati), normalmente utilizzabili saranno liquide con indurente a lenta o a rapida reattività (da utilizzare per consolidamenti o più spesso per intasamento delle fessure o per imperniature) o in pasta lavorabili con indurente a lenta o a rapida reattività (per stuccature, ponti di adesione, piccole ricostruzioni e fissaggio perni) in questo secondo caso si provvederà ad intervenire, in fase di formulazione, aggiungendo additivi tissotropizzanti. Di norma questi adesivi saranno totalmente esenti da solventi, non subiranno ritiro durante l’indurimento e grazie alla loro natura tixotropica potranno essere facilmente applicabili anche su superfici verticali in consistenti spessori.
3.RESINE POLIESTERE Resine derivate dalla reazione di policondensazione dei glicoli con gli acidi bi-basici insaturi o loro anidridi. Prima dell’indurimento potranno essere impastati con fibre di vetro, o sintetiche così da migliorare la resistenza dei prodotti finali. Come riempitivi possono essere usati polveri di varia granulometria di calcari, gesso, o sabbie. La resistenza a raggi solari e U.V. è abbastanza bassa, specialmente per prodotti reticolari con monomeri aromatici, mentre la resistenza meccanica e le proprietà adesive sono abbastanza buone. La resina potrà presentare un certo ritiro del volume (sino ad 8-10%) che la rende non proprio adatta per riempire le fessure del materiale lapideo, al contrario potranno essere utilizzate come collanti per congiungimenti o il fissaggio di perni, barre filettate, tiranti ecc. anche se sarà necessario evitare che la resina raggiunga la superficie estrema poiché per esposizione alla luce darebbe marcate variazioni di colore. Orientativamente il pot life a 20 °C sarà di circa 5-7 minuti e il tempo di fissaggio intorno ai 40-60 minuti. Le caratteristiche meccaniche, le modalità d’applicazione e gli accorgimenti antinfortunistici sono regolati dalle norme UNICHIM.
Art. 5 Materiali inerti per malte, stucchi e conglomerati L’analisi granulometrica, atta a definire la pezzatura di sabbie, ghiaie e pietrischi dovrà essere eseguita utilizzando i crivelli ed i setacci indicati nelle norme UNI 2332-1 e UNI 2334. Sarà, pertanto, obbligo dell’Appaltatore, mettere a disposizione della D.L. detti crivelli così che possa eseguire il controllo granulometrico. Il diametro massimo dei grani dovrà essere scelto in funzione del tipo di lavorazione da effettuare: malta per intonaco, malta per stuccatura, malta per sagramatura, malta per riprese, impasti per getti, impasti per magroni ecc. Gli aggregati per le malte dovranno altresì essere conformi alle norme UNI EN 13139:2003. GHIAIA E PIETRISCO Le ghiaie saranno costituite da elementi di forma arrotondata di origine naturale, omogenei pulitissimi ed esenti da materie terrose argillose e limacciose e dovranno provenire da rocce compatte (calcaree o silicee), non gessose ad alta resistenza a compressione, dovrà, inoltre, essere ben assortita. Priva di parti friabili ed, eventualmente, lavata con acqua dolce al fine di eliminare materie nocive. I pietrischi (elementi di forma spigolosa di origine naturale o artificiale) oltre ad essere anch’essi scevri da materie terrose, sabbia e materie eterogenee, potranno provenire dalla spezzettatura di rocce durissime, preferibilmente silicee, a struttura microcristallina, o calcari puri durissimi e di alta resistenza alla compressione (minimo 1200 kg/cm²), all’urto e all’abrasione, al gelo ed avranno Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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spigolo vivo. Entrambe le tipologie di inerti dovranno avere dimensioni massime (prescritte dalla D.L.) commisurate alle caratteristiche di utilizzo. Le loro caratteristiche tecniche dovranno essere quelle stabilite dal DM 9 gennaio 1996, Allegato 1, punto 2 e dalla norma UNI 8520. In ogni caso le dimensioni massime dovranno essere commisurate alle caratteristiche geometriche della carpenteria del getto ed all’ingombro delle armature. Nel dettaglio gli elementi costituenti ghiaie e pietrischi dovranno essere di dimensioni tali da: – passare attraverso un setaccio con maglie circolari del diametro di 50 mm se utilizzati per lavori di fondazione o di elevazione, muri di sostegno, rivestimenti di scarpata ecc. – passare attraverso un setaccio con maglie circolari del diametro di 40 mm se utilizzati per volti di getto; – passare attraverso un setaccio con maglie circolari del diametro di 30 mm se utilizzati per cappe di volti, lavori in cemento armato, lavori a parete sottile. In ogni caso, salvo alcune eccezioni, gli elementi costituenti ghiaie e pietrischi dovranno essere tali da non passare attraverso un setaccio con maglie circolari del diametro di 10 mm. Tabella 5.1 Classificazione della ghiaia e del pietrisco in base alla loro granulometria Tipo Ciottoli o “pillole di fiume” grossa o ghiaione mezzana GHIAIA ghiaietto o “pisello” rocce granello o “risone” grosso PIETRISCO rocce
GRANIGLIA marmo
Granulometria in mm 80-100 50-80 20-50 10-20 7-10
pietrischetto graniglia grossa
40/71 25/40 15/25 10/15 5/20
graniglia media
2,5/11
graniglia minuta
0,5/5
ordinario
Utilizzo pavimentazioni stradali riempimenti, vespai, massicciate, sottofondi riempimenti, solai, getti riempimenti, solai, getti rinzaffi ad alto spessore, zoccolature, bugnati, pavimentazioni, piccoli getti riempimenti, vespai, getti pavimentazioni stradali, getti, riempimenti pavimentazioni stradali, getti, riempimenti pavimenti a seminato, a finto mosaico pavimenti a seminato, a finto mosaico, battuti marmette di cemento, pavimenti a seminato, battuti
SABBIE Le sabbie vive o di cava, di natura silicea, quarzosa, granitica o calcarea ricavate dalla frantumazione di rocce con alta resistenza alla compressione, né gessose, né gelive dovranno essere: ben assortite, costituite da grani resistenti, prive di materie terrose, argillose, limacciose, polverulenti, di detriti organici e sostanze inquinanti; inoltre, avere un contenuto di solfati e di cloruri molto basso. Le sabbie dovranno, altresì essere scricchiolanti alla mano, ed avere una perdita di peso non superiore al 2% se sottoposte alla prova di decantazione in acqua. Sarà assolutamente vietato l’utilizzo di sabbie marine o di cava che presentino apprezzabili tracce di sostante chimiche attive. L’Appaltatore dovrà mettere a disposizione della direzione lavori i vagli di controllo (stacci) di cui alla citata norma UNI 2332 per il controllo granulometrico. In particolare: – la sabbia per murature in genere dovrà essere costituita da grani di dimensioni tali da passare attraverso lo staccio 2 (UNI 2332-1); – la sabbia per intonaci, stuccature e murature di paramento od in pietra da taglio dovrà essere costituita da grani passanti attraverso lo staccio 0,5 (UNI 2332-1); – la sabbia per i conglomerati cementizi dovrà essere conforme a quanto previsto nell’Allegato 1 del DM 3 giugno 1968 e dall’Allegato 1, punto 1.2, del DM 9 gennaio 1996 “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche”. I grani dovranno avere uno spessore compreso tra 0,1 mm e 5,0 mm (UNI 2332) ed essere adeguati alla destinazione del getto ed alle condizioni di posa in opera. Le miscele secche di sabbie silicee o di quarzo dovranno, salvo diverse specifiche di progetto, essere costituite da granuli del diametro di circa 0,10-0,30 mm per un 25%, di 0,50-1,00 mm per un 30% e di 1,00-2,00 mm per il restante 45%. La sabbia, all’occorrenza, dovrà essere lavata con acqua dolce, anche più volte, al fine di eliminare qualsiasi sostanza inquinante e nociva. L’accettabilità della sabbia verrà definita con i criteri indicati all’art. 6 del Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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DR 16 novembre 1939, n. 2229, nell’Allegato 1 del DM 3 giugno 1968 e nell’Allegato 1, punto 2 del DM 27 luglio 1985; la distribuzione granulometrica dovrà essere assortita e comunque adeguata alle condizioni di posa in opera. Tabella 5.2 Classificazione delle sabbie in base alla loro granulometria SABBIA silice, calcare
Tipo Grossa o sabbione
media
fina
finissima
Granulometria in mm 2/6
1/2
0,5/1
0,05-0,5
Utilizzo malta da costruzione, arriccio, rinzaffo (spessore 2-5 cm), calcestruzzi
malta da rasatura, arriccio, intonachino, malta da allettamento finiture, stuccature, iniezioni di consolidamento rifiniture, decorazioni, stuccature, iniezioni di consolidamento
POLVERI Ricavate dalla macinazione meccanica di marmi (carrara, verona, botticino ecc.) e pietre (silice ventilata, silice micronizzata) dovranno possedere grani del diametro di circa 50-80 micron e saranno aggiunte, dove prescritto dal progetto o dalla D.L., alla miscela secca di sabbie in quantitativo, salvo diverse prescrizioni, di circa 10-15% in peso. La silice micronizzata si presenta come una polvere bianca, amorfa ai raggi X, con grandezza delle particelle primarie di 5-30 nanometri. Le caratteristiche principali sono: effetto addensante, tixotropante, antisedimentante, rinforzante per elastomeri, miglioramento dell’effetto di scorrimento delle poveri ed effetto assorbente. PIETRA MACINATA Inerti ottenuti dalla frantumazione naturale di rocce calcaree e/o sedimentarie, appartenenti al gruppo delle arenarie, proveniente direttamente da cave o da materiale di recupero della stessa fabbrica in questo caso, preventivamente alla macinazione, sarà cura dell’Appaltatore provvedere ad una accurata pulizia seguita da cicli di lavaggio e asciugatura così da rimuovere eventuali tracce di sostanze inquinanti ed impurità varie. La pietra macinata, se non diversamente specificato, dovrà possedere le seguenti caratteristiche: buona resistenza a compressione; bassa porosità così da garantire un basso coefficiente di imbibizione; assenza di composti idrosolubili (ad es. gesso); assenza di sostanze polverose, argillose o di terreno organico. Il materiale derivato dalla frantumazione delle pietre proveniente da cave (da utilizzare per intonaci e stuccature) dovrà, necessariamente, essere dapprima accuratamente ventilato ed in seguito lavato più volte con acqua dolce così da asportare la polvere di macinazione che ricoprendo i granuli dell’inerte potrebbe compromettere l’utilizzo. L’inerte macinato sarà, di norma, classificato, in base alla sua granulometria, in: – fine da 0,3 a 1 mm; – media da 1 a 3 mm; – grossa da 3 a 5 mm; – molto grossa da 5 a 10 mm. Per il controllo granulometrico sarà cura dell’Appaltatore fornire alla D.L. i crivelli ed i setacci indicati nelle norme UNI 2332-1 e UNI 2334. POZZOLANA Le pozzolane (tufo trachitico poco coerente e parzialmente cementato di colore grigiastro, rossastro o bruno) dovranno essere ricavate da strati mondi da cappellaccio ed esenti da sostanze eterogenee o di parti inerti ed essere di grana fine (dimensione massima dei grani della pozzolana e dei materiali a comportamento pozzolanico inferiore ai 5 mm), asciutte ed accuratamente vagliate, con resistenza a pressione su malta normale a 28 gg di 2,4 N/mm², resistenza a trazione su malta normale a 28 gg. di 0,4 N/mm² e residuo insolubile non superiore al 40% ad attacco acido basico. Qualunque sia la provenienza dovranno rispondere a tutti i requisiti prescritti dal RD 16 novembre 1939, n. 2230. COCCIO PESTO
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Granulato di coccio macinato disidratato, dovrà essere ricavato dalla frantumazione di laterizio a pasta molle, mattoni, tavelle e coppi fatti a mano cotti a bassa temperatura (< a 950°C); a seconda delle zone di provenienza potrà presentare un colore da toni variabile dal giallo al rosso. Risulterà reperibile in diverse granulometria: a grana impalpabile 00-0, polvere 0-1,2 mm, fine 1,2-3 mm, media 3-8 mm, grossa 8-20 mm. La polvere di coccio pesto dovrà essere lavata al fine di eliminare qualsiasi sostanza inquinante e nociva. Per le sue caratteristiche di pozzolanicità e traspirabilità potrà essere usato per la produzione di malte ed intonaci naturali anche con spessori consistenti.
Art. 6 Materiali ferrosi e metalli vari 1.M ATERIALI FERROSI I materiali ferrosi da impiegare nei lavori dovranno essere esenti da scorie, soffiature, brecciature, paglie o da qualsiasi altro difetto prescritto di fusione, laminazione trafilatura, fucinatura e simili. Essi dovranno rispondere a tutte le condizioni previste dal citato DM 30 maggio 1974 ed alle norme UNI vigenti nonché presentare, a seconda della loro qualità, i seguenti requisiti: 1) Ferro: il ferro comune di colore grigio con lucentezza metallica dovrà essere di prima qualità, eminentemente duttile e tenace e di marcatissima struttura fibrosa. Esso dovrà essere malleabile, liscio alla superficie esterna, privo di screpolature, senza saldature aperte, e senza altre soluzioni di continuità. 2) Acciaio trafilato o laminato: tale acciaio, che potrà essere del tipo I (ossia extradolce e dolce il cosiddetto ferro omogeneo, con contenuto di carbonio inferiore a 0,1% per il primo e compreso tra 0,1% e 0,2% per il secondo; gli acciai saranno indicati con i simboli Fe 33 C10 o C16, e Fe 37 C20), o del tipo II (ossia semiduro e duro compresi tra il Fe 52 e il Fe 65 con contenuto di carbonio compreso tra 0,3% e 0,65%), dovrà essere privo di difetti, di screpolature, di bruciature e di altre soluzioni di continuità. In particolare, per la prima varietà, saranno richiesti perfetta malleabilità e lavorabilità a freddo e a caldo, senza che ne derivino screpolature o alte razioni. Esso dovrà, inoltre, essere saldabile e non suscettibile di prendere la temperatura; alla rottura dovrà presentare struttura lucente e finemente granulare. Rientreranno in questa categoria le piastre, le lamiere (sia lisce sia ondulate, sagomate ovvero grecate o microdogate), le staffe e le cravatte per il consolidamento delle travi in legno, i fogli ed i nastri di vari spessori e dimensioni. 3) Reti in acciaio elettrosaldato: le reti di tipo “normale” avranno diametri compresi tra i 4 mm e i 12 mm, potranno su richiesta essere zincate in opera; quelle di tipo inossidabile dovranno essere ricoperte da più strati di zinco (circa 250 g/m²) perfettamente aderente alla rete. Tutte le reti utilizzate in strutture di cemento armato dovranno avere le caratteristiche richieste dal DM 27 luglio 1985 e dal DM 9 gennaio 1996 nonché delle norme UNI vigenti (UNI 8926-27 e UNI ISO 10287). Tabella 7.1 Caratteristiche meccaniche per reti di acciaio elettrosaldate (DM 9 gennaio 1996) Tensione caratteristica di snervamento fyk ovvero f(o,2)k Tensione caratteristica di rottura ftk Rapporto dei diametri dei fili dell’ordito Allungamento A10 Rapporto ftk/ fyk
N/mm2 N/mm2 Φ min/ Φ max %
≥ 390 ≥ 440 ≥ 0,60 ≥8 ≥ 1,10
4) Acciai inossidabili austenitici (UNI 3158-3159; 3161): dovranno corrispondere per analisi chimica alle norme AISI (American Iron Steel Istitute) 304 e 316 (cioè ai rispettivi tipi UNI X5 Cr-Ni 1810 e X5 Cr-Ni-Mo 1712), e AISI 304L e 316L (rispettivi tipi UNI X2 Cr-Ni 1811 e X2 Cr-Ni-Mo 1712), aventi composizione chimiche sostanzialmente uguali alle precedenti a parte per la percentuale di carbonio sensibilmente inferiore che permetterà di migliorare ulteriormente le rispettive caratteristiche di resistenza alla corrosione a fronte, però, di una leggera diminuzione delle caratteristiche di resistenza meccanica (il carico unitario di snervamento Rs scende da 250 MPa a 220 MPa per il tipo 304 e da 260 MPa a 240 MPa per il tipo 316). Nell’acciaio AISI 316 l’utilizzo di molibdeno permetterà di migliorare sensibilmente le caratteristiche alla corrosione in particolare di quella per violatura (il PRE cioè l’indice di resistenza alla violatura Pitting Resistance Equivalent del tipo 316 è pari a 23-29 contro il 17-22 dl tipo 304). Il tipo di acciaio a cui si farà riferimento per le caratteristiche meccaniche è il Fe B 44 k. Le modalità di prelievo e le unità di collaudo di tale acciaio seguiranno le medesime prescrizioni previste per gli acciai comuni per armature in c.a. Il peso dell’acciaio inox ad aderenza migliorata ad elevato limite elastico (low carbon) verrà determinato moltiplicando lo sviluppo lineare dell’elemento per il peso unitario del tondino di sezione nominale corrispondente determinato in base al peso specifico di 7,95 kg/dm² per il tipo AISI 304L e di 8,00 kg/dm² per il tipo AISI 316L. Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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Tabella 7.2 Caratteristiche fisico-meccaniche degli acciai inossidabili Materiale
Indice resistenza
Conducibilità termica
Modulo elastico GPa
Carico di snervamento kg/mm2
Allungam. minimo %
Strizzione minima %
AISI 304 AISI 304L AISI 316 AISI 316L AISI 430
17-22 18-21 23-29 23-29 16-18
15 15 15 15 26
200 200 193 193 203
25 22 26 24 50
55 55 55 55 18
65 70 70 70 50
5)Titanio: il titanio e le sue leghe dovranno rispondere, per le loro caratteristiche, alle normative di riferimento del paese di produzione (UNI 10258). Questo specifico metallo dovrà possedere le seguenti caratteristiche: elevata leggerezza, elevata resistenza meccanica in relazione ad una bassa densità, elevata resistenza alla corrosione, basso coefficiente di dilatazione termica e basso coefficiente di conducibilità termica Grazie al suo modulo elastico (pari a circa 100 GPa ovvero quasi la metà degli acciai inossidabili) risulterà un metallo facilmente abbinabile ai materiali lapidei, ceramici o, in ogni caso da costruzione. Con un peso specifico di circa 4,5 g/cm³ ed un carico di rottura simile a quello degli acciai il titanio, con le sue leghe fornisce tra i migliori rapporti resistenza meccanica/peso. La norma ASTM B625 identifica in ordine crescente le caratteristiche in classi da 1 a 4, il più usato è il 2, mentre la lega più utilizzata sarà la Ti-6Al-4V contenente il 6% di alluminio, il 4% di vanadio ed il 90% di titanio. Tabella 7.5 Caratteristiche fisico-meccaniche del titanio e della lega Ti-6Al-4V Materiale
Densità g/cm3
Punto di fusione °C
Coeff. dilataz. Termica
Modulo elastico GPa
Carico di rottura kg/cm2
Titanio Ti-6Al-4V
4,5 4,4
1668 1650
8,4 x 10 8,6 x 10
106 120
3400 900
Carico di Allungamento snervamento % 2 kg/cm 2800 8300
20 ---
2.METALLI VARI Il piombo, lo zinco, lo stagno, il rame, il bronzo, l’ottone, l’alluminio, l’alluminio anodizzato, e tutti gli altri metalli o leghe metalliche da impiegare nelle costruzioni dovranno essere delle migliori qualità, ben fusi o laminati a seconda della specie di lavori a cui saranno destinati, e scevri da ogni impurità o difetto che ne vizi la forma, o ne alteri la resistenza ovvero la durata.
Art. 7 Pietre naturali e ricostruite La terminologia utilizzata ha il significato di seguito riportato: le denominazioni commerciali dovranno essere riferite a campioni, atlanti ecc.; i prodotti di seguito elencati dovranno, qualora non diversamente specificato, rispondere al RD del 16 novembre 1939, nn. 2229-2232, e 3334 alle norme UNI alle norme tecniche del CNR nonché alle raccomandazioni NorMaL vigenti. ARENARIA Roccia sedimentaria clastica composta per cementazione naturale di una sabbia silicea o silicatico. Il cemento potrà essere di natura silicea, argilloso, argilloso-calcareo (macigno), gessoso ma, più frequente sarà quello misto. In funzione della natura di tale cemento ed al tipo di diagenesi subito, le arenarie potranno essere più o meno compatte, forti o friabili; di norma si presentano con giacitura a strati, hanno resistenza alla compressione di 600-1000 kg/cm², peso specifico da 2,5 a 2,7, colore variabile anche all’interno di una stessa formazione: tinta predominante grigio, bruno-giallastro, rossastro, grana fine non lucidabile. Generalmente di facile lavorazione, ed in rapporto alla consistenza, potranno essere impiegate come pietra da taglio, per elementi architettonici, rivestimenti ed anche per pavimentazioni stradali. Alcune varietà sono gelive. BASALTO Il basalto è una roccia effusiva di origine vulcanica, di colore scuro o nero con un contenuto di silice (SiO2) relativamente basso (dal 45 al 52 % in peso). Il basalto è formato principalmente da plagioclasio calcico e pirosseni; alcuni basalti possono essere anche ricchi in olivina. Il corrispondente intrusivo del basalto è il gabbro. Il basalto può presentarsi con aspetto che va da porfirico a microcristallino a vetroso. Esso proviene da un magma Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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solidificatosi velocemente a contatto dell'aria o dell'acqua ed è la principale roccia costituente la parte superiore della crosta oceanica. I magmi basaltici si formano per fusione da decompressione del mantello terrestre. CALCARE Roccia sedimentaria o metamorfica costituita prevalentemente, da calcite, ovvero da carbonato di calcio, generalmente con associazione d’impurezze ed altre sostanze che ne modificano le caratteristiche tecniche. La loro formazione potrà essere di due tipi: sedimentaria di deposito chimico (travertini, alabastri calcarei, tufi calcarei o calcareniti ecc.) o alterazione chimica e deposito meccanico, cioè da deposito di prodotti di disgregazione di altre rocce ricimentatesi (conglomerati come brecce a scheletro di pezzatura spigolosa e puddinghe sempre con pezzatura grossa ma a carattere arrotondato); di tipo metamorfica con processo di ricristallizzazione (marmi). I calcari, possiedono, di norma, durezza media (3 Mohs), peso specifico da 1,7 a 2,8 ton/m³; resistenza alla compressione da buona ad ottima, non sono gelivi. I calcari teneri non risultano suscettibili di lucidatura, hanno grana fine ed omogenea; potranno essere utilizzati sia per apparecchi portanti sia per elementi decorativi. I calcari compatti sono, normalmente, lucidabili, avranno struttura microcristallina e proprietà superiore a quelle di marmi. MARMO (TERMINE COMMERCIALE) Roccia metamorfica le cui rocce originarie sono costituite da calcari di qualsiasi origine ovvero deposito meccanico, di deposito fisico-chimico ed organico. Dal punto di vista geologico per marmo sarà da intendersi un calcare (in genere organogeno) cristallino metamorfosato, di struttura compatta, lucidabile, caratterizzato da una cristallinità rilevabile ad occhio nudo. I marmi potranno essere utilizzati per decorazione e per costruzione, prevalentemente saranno costituiti da minerali di durezza Mohs da 3 a 4 (quali calcite, dolomite, serpentino). A differenza dei calcari compatti microcristallini, i marmi presentano la caratteristica di traslucità che ne determina un maggiore valore estetico. A questa categoria appartengono: – i marmi propriamente detti (calcari metamorfici ricristallizzati), i calcefiri ed i cipollini; – i calcari, le dolomie e le brecce calcaree lucidabili; – gli alabastri calcarei; – le serpentine; – oficalciti. I marmi dovranno essere soggetti alla lavorazione superficiale e/o le finiture indicate dal progetto, le dimensioni nominali concordate e le relative tolleranze nonché essere esenti da alcun difetto (bucce, vene, lenti, scaglie, peli, nodi, piccole cavità o taroli, macrosità, fessurazioni, inclusioni ecc.). PIETRA (TERMINE COMMERCIALE) Roccia compatta e resistente, di natura ed origine varia da impiegarsi sia nelle costruzioni sia nelle decorazioni, di norma non lucidabile. Sotto questa categoria potranno essere classificate rocce di composizione mineralogica svariatissima non inseribili in alcuna classificazione, comunque riconducibili ad uno dei due gruppi seguenti: – -rocce tenere e/o poco compatte, come varie rocce sedimentarie (calcareniti, arenarie a cemento calcareo ecc.), varie rocce piroclastiche (peperini, tufi ecc.); – -rocce dure e/o compatte come le pietre a spacco naturali (quarziti, micascisti, gneiss lastroidi, ardesie ecc.) e talune vulcaniti (basalti, trachiti, leucititi ecc.). Le pietre naturali da impiegarsi nella muratura e per qualsiasi altro lavoro, dovranno essere a grana compatta, esenti da piani di sfaldamento, da screpolature, peli, venature, interclusioni di sostanze estranee; dovranno avere dimensioni adatte al particolare loro impiego, offrire una resistenza proporzionata all’entità della sollecitazione cui devono essere soggette, ed avere una efficace adesività alle malte. Dovranno essere, in assoluto, scartate le pietre marnose e quelle alterabili all’azione degli agenti atmosferici e dell’acqua corrente. Le caratteristiche fisico-meccaniche delle pietre naturali da impiegare nella costruzione (in relazione sia alla natura della roccia prescelta sia dell’impiego) dovranno corrispondere alle norme di cui ai Regi Decreti 16 novembre 1939, n. 2229 e n. 2232, nonché alle norme UNI vigenti. TRAVERTINO (TERMINE COMMERCIALE) Roccia sedimentaria di deposito chimico con caratteristica strutturale vacuolare, da impiegare in rivestimenti esterni ed interni, in pavimenti, marcapiani, elementi architettonici in genere; alcune varietà sono lucidabili. È una roccia concrezionata, a struttura microcristallina; la sedimentazione delle concrezioni potrà risultare molto evidenziata da stratificazioni parallele a bande e zonature talvolta anche molto marcate determinate da variazioni di colore e porosità.
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Art. 8 Colori e vernici - Generalità Dovrà essere fatto obbligo all’Appaltatore di utilizzare colori e vernici di recente produzione, che non presentino fenomeni di sedimentazione o di addensamento, gelatinizzazioni o di qualsiasi altro difetto. Dovranno essere forniti in cantiere in recipienti sigillati recanti l’indicazione della ditta produttrice, il tipo, la qualità, le modalità d’uso e di conservazione del prodotto nonché la data di scadenza. L’Appaltatore dovrà aprire i contenitori solo al momento dell’utilizzo ed in presenza della D.L. che avrà l’obbligo di controllarne il contenuto. La stessa D.L. potrà procedere anche a lavori iniziati a ulteriori controlli (anche parziali) su campioni della fornitura. I prodotti, se non diversamente richiesto da indicazioni di progetto e/o prescrizioni della D.L., dovranno essere pronti all’uso (ad eccezione delle eventuali diluizioni previste dalle ditte produttrici seguendo i rapporti indicati o le specifiche prescrizioni della D.L.); dovranno assolvere le funzioni di protezione e/o decorazione, conferire alle superfici l’aspetto previsto dal progetto e mantenere tali proprietà nel tempo. Per quanto riguarda i prodotti per la tinteggiatura di strutture murarie saranno da utilizzarsi esclusivamente, se non diversamente specificato, prodotti non pellicolanti secondo le definizioni delle norme UNI 8752-8758 recepite anche dalla raccomandazione NorMaL 04/85. I prodotti da utilizzarsi dovranno, in ogni caso, avere ottima penetrabilità, compatibilità con il supporto, garantendogli buona traspirabilità; tali caratteristiche dovranno risultare indiscutibilmente prevalenti rispetto alla durabilità dei cromatismi. Secondo la norma UNI/EDL 8752 si intendono con i termini: – pittura: rivestimento riportato filmogeno avente potere coprente dotato di proprietà protettive e decorative ed eventualmente di proprietà tecniche particolari; – tinta rivestimento riportato non filmogeno avente potere coprente dotato di proprietà decorative e non necessariamente di proprietà protettive o proprietà tecniche particolari; – vernice: rivestimento riportato filmogeno trasparente, incolore o colorato. Tutti i prodotti dovranno essere conformi alle norme UNI e UNICHIM vigenti. In ogni caso i prodotti da utilizzarsi dovranno avere ottima penetrabilità e compatibilità con il supporto, così da garantire una buona traspirabilità. Tali caratteristiche dovranno risultare prevalenti rispetto alla durabilità dei cromatismi. Nel caso in cui si proceda alla tinteggiatura e/o verniciatura di fabbriche, ovvero manufatti di dichiarato interesse storico, artistico, archeologico, o documentario posti sotto tutela, o su manufatti soggetti ad interventi di conservazione e restauro, sarà obbligo procedere dietro specifica autorizzazione della D.L. e degli organi competenti. In questi casi dovrà essere assolutamente vietato utilizzare prodotti a base di resine sintetiche senza una specifica autorizzazione della D.L., ovvero degli organi preposti alla tutela del bene oggetto di intervento. Per i prodotti di comune impiego dovranno essere osservate, salvo diverse precisazioni, le seguenti prescrizioni: a) olio di lino cotto: l’olio di lino cotto dovrà essere ben depurato, presentare un colore bruno rossastro perfettamente limpido, un odore forte ed amarissimo al gusto, essere scevro da adulterazioni con olio minerale, olio di pesce ecc. Non dovrà lasciare alcun deposito né essere rancido, e disteso sopra una lastra di vetro o di metallo dovrà essiccare completamente nell’intervallo di 24 ore. L’acidità massima ammessa dovrà essere in misura del 7%, impurità non superiore al 1% ed alla temperatura di 15 °C presenterà una densità compresa fra 0,91 e 0,93; b) acquaragia (senza essenza di trementina): solvente apolare usato come diluente di altri solventi o di vernici, o come solvente per resine sintetiche. Dovrà essere limpida, incolore, di odore gradevole e molto volatile. La sua densità a 15 °C dovrà essere di 0,87. È consigliabile il suo uso in ambiente aerato; c) bianco di zinco: il bianco di zinco dovrà presentarsi come polvere finissima, bianca, costituita da ossido di zinco, non dovrà contenere più del 4% di sali di piombo allo stato di solfato, né più del 1% di altre impurità; l’umidità non dovrà superare il 3%. Dovrà essere utilizzato principalmente nella preparazione di prodotti vernicianti per interni; d) bianco di titanio: biossido di titanio dovrà presentare un ottimo potere coprente e opacizzante, normalmente presente nella quasi totalità dei prodotti vernicianti in tinta bianca; e) latte di calce: il latte di calce dovrà essere ricavato dal filtraggio di una soluzione particolarmente acquosa ottenuta stemperando accuratamente grassello di calce fino ad ottenere una miscela liquida e biancastra. Vi si potrà aggiungere la quantità di nero fumo strettamente necessaria per evitare la tinta giallastra. Per tinteggi, scialbatura o velature su murature di particolare valore storico- artistico dovrà essere vietato ricavare il latte di calce stemperando calce idrata in polvere.
1.PIGMENTI
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Potranno essere definiti pigmenti i materiali (di granulometria molto fine dell’ordine di millesimi di millimetro) che, già colorati di per sé, risulteranno in grado di colorarne altri, se applicati sopra, inglobati o meno in apposite matrici. La natura chimica determinerà le caratteristiche proprie del pigmento; il potere colorante dovrà essere in relazione alla capacità maggiore o minore di un pigmento di conferire colore, mentre il potere coprente dovrà essere in relazione alla capacità di un pigmento di celare il supporto sottostante e dipenderà dalle caratteristiche stesse del pigmento. I pigmenti potranno essere di struttura chimica organica od inorganica (cioè minerale) e di origine naturale o artificiale. Per le superfici architettoniche risulteranno particolarmente adatti i pigmenti inorganici in quanto stabili al contatto con la calce presente nella tinta o nel supporto. I Pigmenti di origine inorganica dovranno essere costituiti in prevalenza da composti dei metalli (ferro, manganese, rame, piombo, cromo ecc.); risulteranno più resistenti agli agenti atmosferici, più coprenti e più economici di quelli organici ma dotati di un minore potere colorante. a) Ossidi di ferro: pigmenti puri ottenuti, attualmente, per via sintetica, stabili alla luce, agli agenti atmosferici, agli acidi, agli alcali alla calce e al cemento. I più comuni sono: ossido di ferro giallo, ossido di ferro rosso, ossido di ferro nero e ossido di ferro bruno. Tali ossidi risulteranno particolarmente indicati per la preparazione di tinte per calce e cemento, per la colorazione in pasta di cementi, calcestruzzi, malte per intonaci e stucchi, per la colorazione di granulati per tegole, asfalti e bitumi. Al fine di ottenere una buona dispersione, salvo diverse specifiche di progetto, l’ossido e gli altri materiali dovranno essere miscelati a secco, aggiungendo solo in seguito la quantità di acqua richiesta. Le percentuali d’uso potranno variare secondo l’intensità di tinta che si vorrà ottenere e al potere coprente dl materiale in cui verranno miscelati, in ogni caso, salvo diverse specifiche, la percentuale non dovrà mai essere superiore al 10% in peso sulla massa. b) Terre naturali: pigmenti che si rintracciano in natura con qualità specifiche di terrosità e finezza tali da essere impiegati come sostanze coloranti. Le terre coloranti dovranno contenere ossidi minerali di origine naturale, in mescolanze e percentuali variabili a seconda dei tipi (mediamente 20-40%, non saranno, in ogni caso, utilizzabili i depositi minerali che contengano ossidi in percentuale inferiore al 10%); le terre dovranno comporsi di un composto del ferro, un ossido, un idrossido, un silicato idrato. Le uniche terre che non sono a base di ferro sono le terre nere. La lavorazione delle terre coloranti, dopo che sono state estratte e asciugate si diversificherà a seconda della specifica tipologia; alcune verranno sbriciolate grossolanamente, separate dall’impurità e poi nuovamente macinate più o meno finemente (terre naturali) altre invece, cotte a temperature intorno ai 200-400 °C (terre bruciate): in questo modo si produrranno profonde alterazioni mineralogiche che daranno vita a differenti tonalità di colore. Le terre più comuni sono: terre gialle: idrossidi di ferro associati ad argille, il contenuto di minerali di ferro potrà variare tra il 15-20% e il 60-70%. Terre rosse il cui colore è imputabile alla presenza d’ossido rosso associato ad argille e silicati amorfi; la terra rossa si può, anche, ottenere dalla calcinazione a basse temperature (200-400 °C) di terre gialle. Il colore delle terre d’ombra è dovuto, invece, alla presenza di ossidi di manganese e di ferro dispersi su base argillosa; per calcinazione si potranno ottenere tonalità più scure. Caratteristiche chimico-fisiche medie delle terre coloranti: peso specifico assoluto 4-5 gr/ml; massa volumica apparente 400-800 gr/lt; pH 3,5-6; ottima stabilità chimica alla luce, alla calce, all’umidità; insolubili sia in acqua sia in solventi inorganici. Tabella 9.1 Pigmenti più utilizzati Colore Bianco Nero Bruno Giallo Rosso Verde Azzurro
Tipo di pigmento Latte di calce, Bianco San Giovanni, Bianco Spagna, Bianco Meudon, Bianco Zinco Terra Nera Venezia, Nero Vite, Nero Manganese, Nero Roma Terra d’Ombra Naturale e Bruciata, Terra Colonia, Ocra Avana, Terra di Cipro Terre Gialle e Ocre Gialle, Terra Siena Naturale, Ocra Gialla Terra Rossa, Terra Siena Bruciata, Ocra Rossa, Cinabro Naturale, Rosso Ercolano Terra Verde Nicosia, Verde Brentonico, Ossido di Cromo, Verde Cobalto Azzurro di Cobalto, Blu Oltremare
2.TINTE TINTE ALLA CALCE Dovranno costituirsi di un’emulsione di calce idrata in fiore o di grassello di calce in cui verranno stemperati pigmenti inorganici naturali a base di terre coloranti, carbonati ed ossidi di ferro l’indurimento e la stabilizzazione della tinta avverrà mediante reazione con anidride carbonica dell’aria che produrrà, con la simultanea cessione di acqua, un calcare similmente a quanto avviene per gli intonaci di calce area. Per ottenere un’omogenea dispersione dei colori i pigmenti (precedentemente calibrati sulla tinta voluta) dovranno essere prima miscelati a secco e poi, preventivamente, messi in bagno in una quantità d’acqua pari a circa il doppio del loro volume, lasciandoli riposare per ore. I pigmenti, prima di aggiungerli al latte di calce dovranno obbligatoriamente essere passati attraverso un setaccio, in modo da eliminare eventuali grumi. L’aderenza alle malte potrà essere Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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migliorata con additivi quali colle artificiali, animali e vegetali o con limitate quantità di resina acrilica in emulsione acquosa (massimo 5-10%). I suddetti additivi, ovvieranno a difetti come il dilavamento e lo spolverio, aumentando la durata e la resistenza della calce in presenza di inquinamento atmosferico. Le tinte alla calce potranno essere applicate anche su pareti intonacate di fresco; in questo caso come pigmenti dovranno essere utilizzate terre naturali passate al setaccio. Per interventi conservativi si potrà ricorrere a velature di tinte a calce fortemente stemperate in acqua in modo da affievolire il potere coprente, rendendo la tinta trasparente.
3.VERNICI Per vernice dovranno intendersi tutti gli impregnanti, i consolidanti e gli idrorepellenti; in genere utilizzati su legno, pietre naturali, cemento armato a vista, intonaci e su altri supporti murari quando si vorrà aumentarne la consistenza l’impermeabilità o l’idrorepellenza. I prodotti vernicianti dovranno essere classificati in rivestimenti incorporati (impregnanti superficiali: idrorepellenti, consolidanti, mordenti e primer per supporti in legno, conglomerati legati con calce e/o cemento come intonaci cementi decorativi e calcestruzzi) e rivestimenti riportati (smalti, flatting, “pitture”). VERNICI NATURALI E SINTETICHE Le vernici dovranno creare una pellicola trasparente, lucida od opaca. Di norma si otterranno per sospensioni di pigmenti e delle cariche (talco, quarzo, caolino ecc.) in soluzioni organiche di resine naturali (coppale, colofonia, trementina benzoino, mastice ecc.) o sintetiche, (acriliche, alchidiche, oleoalchidiche, cloroviniliche, epossidiche, poliuretani, poliesteri, fenoliche, siliconiche ecc.). La percentuale di veicolo (legante + solvente) dovrà di norma essere pari al 50%, nel caso di verniciature per esterno, la composizione dovrà essere: 40% di pigmento e 60% di veicolo caratterizzato da resistenze particolari agli agenti atmosferici ed agli agenti alcalini. Le vernici per gli interni dovranno essere a base di essenza di trementina e gomme pure di qualità scelte; disciolte nell’olio di lino dovranno presentare una superficie brillante. Dovrà essere fatto divieto l’impiego di gomme prodotte da distillazione. Di norma le vernici essiccheranno con rapidità formando pellicole molto dure. Dovranno essere resistenti agli agenti atmosferici, alla luce ed agli urti; essere utilizzate dietro precise indicazioni della D.L. che dovrà verificarne lo stato di conservazione una volta aperti i recipienti originali. SMALTI Prodotti di natura vetrosa composti da silicati alcalini: alluminio, piombo, quarzo, ossido di zinco, minio ecc.; si utilizzeranno per eliminare la porosità superficiale della ceramica e/o per decorarla. All’interno di questa categoria rientreranno anche gli smalti sintetici: miscele di resine termoindurenti sciolte in acquaragia insieme ai pigmenti; queste sostanze dovranno possedere forte potere coprente, avere le caratteristica di essiccare in poche ore (intorno alle 6 ore), facilità di applicazione, luminosità e resistere agli urti per diversi anni anche all’esterno. VERNICE ANTIRUGGINE E ANTICORROSIVE Dovranno essere rapportate al tipo di materiale da proteggere ed alle condizioni ambientali. Il tipo di vernice da impiegare su ferro e sue leghe dovrà essere indicato dalla D.L., se non diversamente specificato si intenderà a base di resine gliceroftaliche a caucciù clorurato, plastificanti in saponificabili e pigmenti inibitori della corrosione, fosfato basico di zinco ed ossido di ferro rosso. La vernice dovrà risultare sovraverniciabile (entro sei-otto giorni dall’applicazione) con pitture a smalto oleosintetiche, sintetiche e al clorocaucciù. L’applicazione di tale vernice potrà avvenire sia a pennello (consigliata) sia a rullo, in entrambi i casi lo spessore minimo di pellicola secca per strato dovrà essere di 25 mm, ottenibile da pellicola umida di 70-80 mm mentre lo spessore massimo sarà di 40 mm, ottenibile da pellicola umida di 110-120 mm.
Art. 9 Additivi Gli additivi per malte e calcestruzzi dovranno essere sostanze chimiche che, aggiunte in dosi calibrate, risulteranno capaci di modificarne le proprietà (lavorabilità, impermeabilità, resistenza, durabilità, adesione ecc.). Dovranno essere forniti in recipienti sigillati con indicati il nome del produttore, la data di produzione, le modalità di impiego. Gli additivi dovranno, inoltre, possedere caratteristiche conformi a quelle prescritte dalle rispettive norme UNI (UNI 7101, UNI EN 480/2-10) e dal DM 26 marzo 1980. Gli additivi per iniezione sono classificati dalla norma UNI EN 934-4/2001. Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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Gli additivi sono classificati in funzione alle loro proprietà: a) fluidificanti: (norma UNI 7102, 7102 FA 94-80) migliorano la lavorabilità dell’impasto, tensioattivi in grado di abbassare le forze di attrazione tra le particelle della miscela, diminuendo, in questo modo, l’attrito nella fase di miscelazione e di conseguenza la quantità d’acqua (riduzione rapporto. acqua-cemento del 5%) vengono denominati anche riduttori d’acqua. I fluidificanti potranno essere miscelati tra loro in svariati modi (ad es. fluidificanti-aeranti UNI 7106, 7106 FA 96-80, fluidificanti-ritardanti UNI 7107, 7107 FA 97-80, fluidificantiacceleranti UNI 7108, 7108 FA 98-80); b) superfluidificanti: (norma UNI 8145, 8145 FA 124-83) permettono un’ulteriore diminuzione dell’acqua nell’impasto rispetto ai fluidificanti normali, rapporto di riduzione acqua-cemento fino al 20-40%. Sono, in genere, costituiti da miscele di polimeri di sintesi mischiati con altre sostanze come la formaldeide. c) porogeni-aeranti: (norma UNI 7103, 7106 FA 96-80) in grado di creare micro e macro bolle d’aria ad elevata stabilità all’interno della massa legante 0,30-0,60 kg per 100 kg di legante saranno sufficienti per ottenere un’introduzione di aria del 4-6% (limite massimo di volume di vuoto per calcestruzzi al fine di mantenere le resistenze meccaniche entro valori accettabili); per rinzaffi ed arricci di intonaci macroporosi deumidificanti la percentuale d’aria dovrà salire fino al 30-40%. Questo tipo di additivo risulterà in grado di facilitare, prima della presa, la lavorabilità nonché evitare la tendenza alla essudazione ovverosia il processo di sedimentazione della malta fresca nel periodo precedente all’indurimento. Il limite di questo additivo risiede nel progressivo riempimento delle microbolle con materiali di idratazione; d) acceleranti: (norma UNI 7105) agiscono sull’idratazione aumentandone la velocità, si distingueranno in acceleranti di presa ed acceleranti di indurimento. I più comuni sono costituii da silicato o carbonato di sodio e/o di potassio, cloruro di calcio (additivo antigelo uni 7109); e) ritardanti: (norma UNI 7104, 7104 FA 95-80) loro scopo è ritardare l’idratazione quindi la presa al fine di consentire un tempo più lungo di lavorabilità, potranno essere di origine organica e inorganica; f) plastificanti: sostanze solide allo stato di polvere sottile di pari finezza di quella del legante, miglioreranno la viscosità, la stabilità e l’omogeneità dell’impasto aumentando la coesione tra i vari componenti e diminuendo lo spurgo dell’acqua; g) espansivi: (norma UNI 8146-8149) gli agenti espansivi comprendono un ampio ventaglio di prodotti preconfezionati (prevalentemente di natura organica) che, pur non essendo propriamente additivi potranno, in qualche misura rientrare ugualmente nella categoria. La caratteristiche principale e quella di essere esenti da ritiro. Per le modalità di controllo ed accettazione il Direttore dei Lavori potrà far eseguire controlli (anche parziali) su campioni di fornitura od accettare l’attestazione di conformità alle norme secondo i criteri dell’art. 1 del presente Capo.
Art. 10 Materiali diversi (sigillanti, adesivi) I prodotti del presente articolo, dovranno essere considerati al momento della fornitura. La D.L. ai fini della loro accettazione, potrà procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura ovvero, richiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni di seguito indicate. Per il campionamento dei prodotti ed i metodi di prova dovrà essere fatto riferimento ai metodi UNI esistenti. SIGILLANTI La categoria dei sigillanti comprenderà i prodotti impiegati per colmare, in forma continua e durevole, i giunti tra elementi edilizi (in particolare nei serramenti, nelle pareti esterne, nelle partizioni interne ecc.) con funzione di tenuta all’aria, all’acqua ecc. Oltre a quanto specificato negli elaborati di progetto, o negli articoli relativi alla destinazione d’uso, i sigillanti dovranno rispondere alle seguenti caratteristiche: – compatibilità chimica con il supporto sul quale verranno applicati; – diagramma forza-deformazione (allungamento) compatibile con le deformazioni elastiche del supporto al quale sono destinati; – durabilità ai cicli termoigrometrici prevedibili nelle condizioni di impiego intese come decadimento delle caratteristiche meccaniche ed elastiche tali da non pregiudicarne la sua funzionalità; – durabilità alle azioni chimico-fisiche di agenti aggressivi presenti nell’atmosfera o nell’ambiente di destinazione. Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intenderà comprovato allorché il prodotto risponderà agli elaborati di progetto od alle norme UNI 9611, UNI EN ISO 9047, UNI EN ISO 10563, UNI EN ISO 10590, UNI EN ISO Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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10591, UNI EN ISO 11431, UNI EN ISO 11432, UNI EN 28339, UNI EN 28340, UNI EN 28394, UNI EN 29046, UNI EN 29048 e/o in possesso di attestati di conformità; in loro mancanza si farà rimando ai valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla D.L. ADESIVI
La categoria degli adesivi comprenderà i prodotti utilizzati per ancorare un elemento ad uno attiguo, in forma permanente, resistendo alle sollecitazioni meccaniche, chimiche ecc. dovute alle condizioni ambientali ed alla destinazione d’uso. Saranno inclusi in questa categoria gli adesivi usati in opere di rivestimenti di pavimenti e pareti o per altri usi e per diversi supporti (murario, ferroso, legnoso ecc.); non saranno, invece, inclusi fuori gli adesivi usati durante la produzione di prodotti o componenti. Oltre a quanto specificato negli elaborati di progetto, o negli articoli relativi alla destinazione d’uso, gli adesivi dovranno rispondere alle seguenti caratteristiche: – compatibilità chimica con il supporto sul quale si applicheranno; – durabilità ai cicli termoigrometrici prevedibili nelle condizioni di impiego intesa come decadimento delle caratteristiche meccaniche tale da non pregiudicare la loro funzionalità; – durabilità alle azioni chimico-fisiche dovute ad agenti aggressivi presenti nell’atmosfera o nell’ambiente di destinazione; – caratteristiche meccaniche adeguate alle sollecitazioni previste durante l’uso. Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intenderà comprovato quando il prodotto risponderà alle seguenti norme UNI: – UNI EN 1372, UNI EN 1373, UNI EN 1841, UNI EN 1902, UNI EN 1903, in caso di adesivi per rivestimenti di pavimentazioni e di pareti; – UNI EN 1323, UNI EN 1324, UNI EN 1346, UNI EN 1347, UNI EN 1348, in caso di adesivi per piastrelle; – UNI EN 1799 in caso di adesivi per strutture di calcestruzzo. In alternativa, ovvero in aggiunta il soddisfacimento delle prescrizioni predette, si intenderà attestato allorché il prodotto risulterà in possesso di attestati di conformità; in loro mancanza dovrà essere fatto riferimento ai valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla D.L.
Art. 11 Solventi La scelta del solvente rappresenta di norma un compromesso tra esigenze diverse: potere solvente, stabilità, non corrosività, tossicità ed infiammabilità. Considerando i parametri di solubilità (ovvero fs forze di dispersione, fp forze polari e fh forze di legame a Idrogeno) dei solventi organici sarà consigliabile sostituire un solvente organico con un altro solvente o una miscela di solventi la cui terna di parametri di solubilità sia analoga a quella del solvente da sostituire specialmente se questo ultimo si rileva molto tossico. L’utilizzo di solventi gelificanti nelle operazioni di pulitura di superfici policrome sarà da preferire dal momento che consentirà di ottenere un’azione più controllata e selettiva sullo strato da rimuovere, oltre ad una minore volatilità dei solventi stessi, e maggiore sicurezza per l’operatore. Per utilizzare, manipolare e/o conservare i suddetti prodotti si dovrà, obbligatoriamente, fare riferimento a quanto indicato sulle relative etichette e schede di sicurezza. I prodotti dovranno, inoltre, essere ad esclusivo uso di personale professionalmente qualificato. In ogni caso dovranno sempre essere utilizzati i dpi (dispositivi di sicurezza individuali) adeguati a protezione della pelle, degli occhi, del viso e delle vie respiratorie. I solventi potranno essere suddivisi in due sottocategorie ovvero: solventi polari e solventi apolari. – Acetato di amile solvente polare aprotico, penetrante volatile a media ritenzione. Ottimo per la rimozione di resine nitrocellulosiche, resine naturali non invecchiate, resine sintetiche. Infiammabilità +25 °C. – Acetato di butile solvente polare aprotico, penetrante volatile a bassa ritenzione. Molto efficace per la rimozione di resine nitrocellulosiche, resine naturali non invecchiate, resine sintetiche. Infiammabilità +22 °C. – Acido acetico liquido incolore di odore pungente, miscelabile con acqua. In forma concentrata (a titolo superiore al 99%) e detto acido acetico glaciale (congela a temperatura ambiente) solvente a pH acido utilizzabile per la pulitura di patine carbonatiche o per la pulitura di superfici affrescate. Tf = 16,6 °C; Teb = +118,1 °C. – Acetato di etile solvente polare aprotico, penetrante volatile a bassa ritenzione di odore gradevole e caratteristico. Ottimo per la rimozione di resine nitrocellulosiche, resine naturali non invecchiate, resine sintetiche. Infiammabilità –3 °C. – Acetone anidrite solvente polare, volatile atossico utilizzabile sia per la rimozione di olii, cere, grassi, resine naturali e sintetiche, inchiostri e per diluizione di vernici e prodotti a base di resine sintetiche protettive e/o Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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consolidanti. Presenta un ottimo potere solvente, miscibile con molti liquidi può essere impiegato come solvente intermediario. Tf = –94 °C; Teb = +56,5 °C; Ve (relativa all’etere) = 1,9; ds = 10,0. – Acqua ragia minerale solvente apolare utilizzato come diluente di altri solventi o di vernici ovvero come solvente per resine. La versione dearomatizzato presenterà una tossicità inferiore; sarà, comunque, consigliabile utilizzarlo in ambiente areato. – Alcool benzilico solvente a moderata tossicità, attivo per la rimozione di resine naturali e sintetiche, nonché per alcune sostanze di natura proteica. Valida alterativa alla dimetilformammide. – Alcool butilico solvente polare protico, non molto volatile, a media ritenzione e media penetrazione. Buon potere solvente verso grassi, olii, resine naturali, comprese coppali e gommalacca. – Alcool etilico denaturato 99% (Etanolo) solvente polare protico atossico risulta infiammabile, volatile e miscibile con acqua, acetone, etere usato efficace per la rimozione di resine naturali, comprese coppali e gommalacca. Tf = –117 °C; Teb = +78,3 °C; Ve (relativa all’etere) = 7; ds = 12,7. – Alcool isopropilico solvente polare protico atossico impiegabile per la diluizione di reattivi, protettivi e consolidanti. – Benzina rettificata 100/140 solvente idrocarburico apolare mediamente volatile utilizzato per la rimozione di cere, paraffina, bitumi e grassi. Per benzina si intende miscele di idrocarburi saturi o limitatamene insaturi, più o meno ramificati, che si raccolgono nelle frazioni basso bollenti del petrolio (da 30 a 200 °C). – Cloruro di metilene solvente apolare volatile presenta una forte azione su materiali grassi, media azione su resine naturali. Al fine di diminuire la volatilità può essere impiegato in miscela con materiali addensanti. – Diacetone alcool solvente incolore, inodore, mediamente polare tossico miscibile con acqua, presenta un punto di ebollizione elevato ed un buon potere solvente nei confronti di resine e alcune sostanze proteiche e polisaccaridiche. Data la sua tossicità se ne consiglia un uso limitato e controllato. – Diluente nitro antinebbia miscela di vari solventi (toluene, acetone, dicloropropano, alcool isopropilico) alcuni tossici a polarità media a rapida evaporazione, possiede un buon potere solvente per vernici nitro e sintetiche in generale, olii ed alcuni materiali proteici. – Dimetilformammide solvente polare aprotico altamente tossica, di odore sgradevole, miscibile con acqua, esteri, alcoli, etere, chetoni, idrocarburi aromatici e clorurati. Solvente indicato per moltissimi polimeri fra cui, resine epossidiche, poliuretaniche, e viniliche. Data la sua alta tossicità se ne consiglia un uso limitato e controllato adottando le massime precauzioni di manipolazione ed aerazione. – Esano denaturato idrocarburo alifatico di odore leggero, volatile. Ottimo solvente per cere, grassi, vernici. Tf = –95 °C; Teb = +69 °C. – Essenza di petrolio solvente apolare usato come diluente di altri solventi o di vernici, come solvente per resine o per saturare, temporaneamente, un colore. Non lascia residui evaporando. La versione dearomatizzato presenterà una tossicità inferiore; sarà, comunque, consigliabile utilizzarlo in ambiente areato. – Essenza di trementina solvente apolare, incolore la versione rettificata debolmente giallo la versione pura, di odore caratteristico, efficace sia come diluente per colori ad olio sia per la rimozione di vernici, grassi e parzialmente cere e paraffine. – Etere etilico composto organico ottenuto per disidratazione dell’alcool etilico con acido solforico. Liquido incolore, di odore pungente, pochissimo miscelabile con acqua miscibile con solventi organici molto volatile e molto infiammabile. Utilizzabile come solvente per grassi, resine, cere e gomme. Tf = –116 °C; Teb = +34,6 °C. – Etil laccato solvente ottimo per la diluizione e la rimozione di colori e vernici. Utilizzabile come ottima alternativa al più tossico xilolo nella pulitura di superfici policrome. – Limonane solvente polare atossico con elevato potere sgrassante, utilizzabile in percentuale opportuna insieme ad altri così da ottenere miscele di polarità calcolata, ad es. come alternativa al diluente nitro o la clorotene. – Ligroina solvente idrocarburico apolare impiegato tal quale o come diluente per altri solventi e per la pulitura di manufatti policromi. Valida alternativa all’essenza di petrolio. – Meilpirrolidone solvente ammidico penetrante, mediamente polare, nocivo, solvente molto forte per vernici, polimeri acrilici e resine; miscibile con essenza di petrolio, white spirit, alcool etilico. Solubile in acqua si rileva un ottimo sostituito della dimetilformammide. – Metiletilchetone solvente polare aprotico penetrante, incolore con odore caratteristico (simile all’acetone). Omologo superiore all’acetone presenta, rispetto a quest’ultimo, una minore volatilità. Impiegabile per la rimozione o la diluizione di olii, cere, resine naturali e sintetiche (epossidiche, fenoliche, acriliche ecc.), inchiostri. ds = 9,3. – Toluene, Toluolo solvente apolare, di odore caratteristico (simile al benzene) ottimo per la rimozione di resine naturali fresche, resine sintetiche, olii, grassi, cere e paraffine. Esente da benzene, contiene il 10% di dicloropropano. Teb = +110,6 °C; Ve (relativa all’etere) = 4,5; ds = 8,9.
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– Tributilsolfato liquido leggero, incolore, inodore, stabile. Impiagato come agente bagnate prima dell’iniezione delle malte per affreschi ed intonaci murali, può essere impiegato anche come coadiuvante per la macinazione dei pigmenti e per facilitare la dispersione degli stessi in acqua. Miscibile con la maggior parte dei solventi e diluenti si rileva un buon solvente per lacche, resine viniliche ed inchiostri. È inoltre un sequestratore per solfati, 1 ml si scioglie in circa 165 ml di acqua. – Tricloroetano liquido limpido, incolore, di odore etereo caratteristico. Solvente non infiammabile ottimo per oli, grassi, cere e resine sia naturali che artificiali. È moderatamente volatile e offre scarsi fenomeni di ritenzione. – Tricloroetilene (trielina) liquido limpido, di odore caratteristico che ricorda il cloroformio. Buon solvente per olii, grassi, cere, bitumi. Impiegato per la pulitura e grassaggio di metalli e tessuti. Presenta, inoltre, un effetto insetticida. – White spirit (ragia dearomatizzato) miscela di idrocarburi, liquido limpido di odore caratteristico. Insolubile in acqua ma miscibile con la maggior parte dei solventi organici. Le miscele più utilizzate saranno le cosiddette miscela 2A formata da acqua, ammoniaca (al 6%); miscela 3A formata da acqua, acetone, alcool etilico puro (di norma in rapporto 1:1:1), miscela 4A formata da acqua, acetone, alcool etilico puro, ammoniaca al 6% (in rapporto 1:1:1:1). Tutti i rapporti indicati sono da considerarsi orientativi e potranno essere modificati ribilanciando i componenti. NB: l’abbreviazione Tf indica la temperatura di fusione; Teb indica la temperatura di ebollizione; Ve indica la velocità di evaporazione relativa all’etere; ds indica il parametro di solubilità.
Art. 12 Materiali per la pulizia di manufatti lapidei - Generalità La pulitura di una superficie di un manufatto, soprattutto se di valore storico-architettonico, dovrà prefiggersi lo scopo di rimuovere la presenza di sostanze estranee patogene, causa di degrado, limitandosi alla loro asportazione. Il lato estetico e cromatico post-intervento non dovrà incidere sul risultato finale, l’intento della pulitura non dovrà essere quello di rendere “gradevole” l’aspetto della superficie ma, bensì, quello di sanare uno stato di fatto alterato. Saranno, perciò, inutili, nonché dannose, puliture insistenti che potrebbero intaccare la pellicola naturale del materiale formatasi nel corso degli anni, puliture mosse, generalmente, dalla volontà di restituire al materiale il suo aspetto originario. Tenendo conto che anche la risoluzione meno aggressiva causerà sempre una, seppur minima, azione lesiva sul materiale, sarà opportuno ben calibrare l’utilizzo dei singoli prodotti (raccomandazioni NorMaL) che dovranno essere messi in opera puntualmente (mai generalizzandone l’applicazione) e gradualmente, procedendo per fasi progressive su più campioni, in questo modo l’operatore potrà verificare l’idoneità della tecnica prescelta e, allo stesso tempo, definire quando l’intervento dovrà interrompersi. All’Appaltatore sarà fatto divieto impiegare prodotti senza la preventiva autorizzazione della D.L. e degli organi preposti alla tutela del bene in oggetto. Ogni prodotto potrà essere messo in opera previa esecuzione di idonei test-campione eseguiti in presenza della D.L. e dietro sua specifica indicazione. I prodotti di seguito elencati, (forniti nei contenitori originali e sigillati) saranno valutati al momento della fornitura. La D.L. ai fini della loro accettazione, potrà procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura ovvero, richiedere un attestato di conformità. Per il campionamento dei prodotti ed i metodi di prova si farà riferimento alle norme UNI vigenti.
1.ACQUA PER LAVORI DI PULITURE Per la pulitura di manufatti, dovrà essere utilizzata, in generale acqua assolutamente pura, dolce, priva di sali e calcari, con un pH neutro e una durezza inferiore al 2%. Dovranno essere utilizzate: in presenza di calcari teneri acque più dure, acque a grana fine dove si riscontreranno problemi di solubilità di carbonato di calcio mentre, per i graniti e le rocce silicate potrà essere utilizzata acqua distillata ovvero deionizzata ottenuta tramite l’utilizzo di appositi filtri contenenti resine scambiatrici di ioni acide (RSO3H) e basiche (RNH3OH) rispettivamente. Il processo di deionizzazione non renderà le acque sterili, nel caso in cui sia richiesta sterilità, potranno essere ottenute acque di quel tipo, operando preferibilmente per via fisica. La produzione di acqua deionizzata si potrà effettuare in cantiere tramite utilizzo di specifica apparecchiatura con gruppo a resine a scambio ioniche di portata sufficiente a garantire una corretta continuità di lavoro.
2.SPUGNE PER PULITURE A SECCO Queste spugne specifiche per la pulitura a secco di superfici delicate (affreschi, superfici decorate con graffiti) costituite da una massa di consistenza più o meno morbida e spugnosa (secondo del tipo prescelto), normalmente di colore giallo chiaro, supportata da una base rigida di colore blu. La massa spugnosa dovrà, necessariamente essere esente da ogni tipo di sostanza dannosa, presentare un pH neutro e contenere saktis Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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(sorta di linosina), lattice sintetico, olio minerale, prodotti chimici vulcanizzati e gelificanti legati chimicamente. L’utilizzo di queste spugne consentirà di asportare, oltre ai normali depositi di polvere, il nero di fumo causato da candele d’altari e da incensi mentre non saranno adatte per rimuovere un tipo di sporco persistente (ad es., croste nere) e sostanze penetrate troppo in profondità. I criteri di accettazione saranno quelli enunciati nell’ultimo capoverso dell’articolo 15 del presente capo, inoltre, la fornitura dovrà essere accompagnata da apposito foglio informativo che segnali il nome del fornitore e la rispondenza alle caratteristiche richieste.
3. CARTA GIAPPONESE Carta molto leggera a base di fibre di riso, dotata di robustezza disponibile in commercio in diversi spessori e pesi minimo 6 gr/m² massimo 110 gr/m². Queste carte serviranno da filtro per operazioni di puliture su superfici delicate o in avanzato stato di degrado, inoltre si rileveranno utili per velinature ovvero per operazioni di preconsolidamento. I criteri di accettazione saranno quelli enunciati nell’ultimo capoverso dell’art. 15 del presente Capo, inoltre, la fornitura dovrà essere accompagnata da apposito foglio informativo che segnali il nome del fornitore e la rispondenza alle caratteristiche richieste.
4 . PRODOTTI CHIMICI A causa della dannosità e della difficoltà di controllo dell’azione corrosiva innescata dai reagenti chimici dovrà essere cura dell’Appaltatore operare con la massima attenzione e cautela, nel pieno rispetto di leggi e regolamenti; l’uso di suddetti prodotti dovrà, pertanto, obbligatoriamente, essere prescritto da specifica autorizzazione della D.L. e circoscritto a quelle zone dove altri tipi di prodotti (ossia di procedure di pulitura) meno aggressivi non siano stati in grado di rimuovere l’agente patogeno. Se non diversamente specificato, sarà cura dell’Appaltatore utilizzare formulati in pasta resi tixotropici da inerti di vario tipo (quali carbossilmetilcellulosa, polpa di carta, argille assorbenti, od altro materiale) che dovranno essere convenientemente diluiti, con i quantitativi d’acqua prescritti dalla D.L. EDTA BISODICO Sale bisodico chelante si presenta come polvere bianca inodore a pH debolmente acido (pH @ 5) utilizzato per la pulitura di croste nere; particolarmente efficace per le patine a base di solfato, generate da solfatazioni e carbonato di calcio legati alla presenza di scialbi o ricarbonatazioni superficiali. Fondamentalmente è un agente sequestrante ha la proprietà di formare con gli ioni dei metalli, composti di coordinazione molto solubili e stabili, mascherandone la presenza in soluzione. I principali metalli che potrà “captare” sono, in ordine di affinità, i seguenti: calcio, potassio, sodio, cromo, nichel, rame, piombo, zinco, cobalto, manganese, magnesio. EDTA TETRASODICO Come l’EDTA Bisodico ma meno solubile in acqua e con pH basico (pH @ 11) si rileva più efficace per le patine a base di ossalato (prodotto da certi tipi di licheni o da ossidazione di eventuali materiali organici vari applicati in passato a scopo protettivo o decorativo e, in seguito, ossidati da batteri installatisi sulla superficie) che si concretizzano in patine di vario colore (giallo, rosa, bruno). ACIDO CITRICO Sale ad azione chelante (più debole dell’EDTA) da utilizzare come sale triammonico per la pulizia di affreschi e superfici policrome. CARBOSSIMETILCELLULOSA Solubile in acqua ed in soluzioni alcaline permette di ottenere liquidi molto viscosi dotati di proprietà addensanti, emulsionanti, detergenti e stabilizzanti. Il miglior modo per preparare una soluzione di carbossimetilcellulosa è quello di versarla lentamente in acqua calda sotto agitazione veloce. La viscosità diminuisce con il riscaldamento per tornare al valore iniziale con il raffreddamento. ACIDO POLIACRILICO Polimero acrilico per la preparazione di sistemi solvent-gel acquosi ad alta viscosità per la pulitura controllata di strati policromi. I polimeri reticolari dell’acido acrilico ad alto peso molecolare sono usati come agenti addensanti, sospendenti e stabilizzanti. Presenteranno una elevata versatilità di impiego e si rilevano ottimi prodotti per preparazione di gel trasparenti, alcolici e non, con viscosità media o altissima. AMMINA DI COCCO Ammina di cocco etossilata per la preparazione di sistemi solvent-gel per la pulitura controllata di strati policromi. Questo prodotto verrà utilizzato nella preparazione del solvent-gel per la proprietà che possiede di neutralizzare la Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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funzione acida dell’acido poliacrilico e, contemporaneamente, di conferire all’addensante anche blande proprietà tensioattive. Dovranno, in ogni caso, essere aggiunte in quantità tale da salificare solo parzialmente l’acido, così da provocarne semplicemente la distensione e da permettere l’addensamento della soluzione. AMMONIACA Gas di odore irritante che liquefa a –33 °C, normalmente commercializzato in soluzioni acquose. L’ammoniaca veicolata con compresse imbevute, stesa a tampone o a pennello potrà essere utilizzata miscelata con acqua o con acqua, acetone ed alcool per la rimozione di sostanze soprammesse di varia natura quali olii, vernici, cere, ridipinture ecc. su strutture in pietra quali marmo, brecce, arenarie, calcari duri e teneri, travertino e tufo. ENZIMI Composti organici proteici di origine naturale in grado di promuovere reazioni che, in loro assenza, risulterebbero trascurabili. In pratica si tratta di molecole particolarmente selettive nei confronti di un determinato substrato, possono rappresentare una valida alternativa all’utilizzo di acidi e basi per l’asportazione idrolitica di sostanze filmogene invecchiate quali ridipinture o patinature proteiche, grasse o polisaccaridiche. Una delle caratteristiche principali degli enzimi risiede nell’elevata specificità per il substrato (fondamentale nel restauro di superfici policrome) ovvero un enzima che agisce, in un data reazione, su un determinato fondo, non sarà in grado di catalizzare nessuna altra reazione chimica vale a dire che non potrà modificare una sostanza diversa dal substrato, di conseguenza, l’operazione di pulitura, non potrà intaccare le parti del dipinto non interessate dalla pulitura. La seconda caratteristica esclusiva degli enzimi, è l’alta attività catalitica, ossia limitate molecole enzimatiche sono in grado di operare su quantità di substrato molto maggiori di quelle trasformabili da qualunque altra sostanza, senza perdere l’efficacia. Gli enzimi principalmente utilizzati sono: – le proteasi capaci di scindere le molecole proteiche idrolizzando i legami peptidici, si rileverà efficace per la rimozione di macchie dovute a colle e gelatine animali, albumine, casine e uovo. Si potrà trovare nelle versioni stabilizzato, con pH acido (pH @ 5) o con pH alcalino (pH @ 8,4) per la rimozione controllata di sostanze proteiche anche su supporti delicati come gli affreschi; – le lipasi (pH @ 8,4) in grado di sciogliere i grassi catalizzando l’idrolisi dei trigliceridi, si rileverà efficace per la rimozione di sostanze grasse, pellicole a base di olii essiccativi, vernici oleoresinose, cere e resine sintetiche come esteri acrilici e vinilici; – le amilasi (pH @ 7,2) idrolizzano i legami glucosidici di polisaccaridi quali amido, cellulosa, gomme vegetali; – saliva artificiale prodotto a base di mucina per la pulitura pittorica superficiale, particolarmente efficace se impiegata come lavaggio intermedio dopo la pulitura con enzimi o con saponi resinosi.
5. CARBONATO E BICARBONATO DI AMMONIO Sali solubili in acqua, utilizzati in percentuali che potranno variare dal 5% al 100%. Detti prodotti, potranno essere utilizzati singolarmente o in composti (ad es., in combinazione con resine a scambio ionico). Sia il carbonato che il bicarbonato di ammonio presenteranno la capacità di decomporsi spontaneamente originando prodotti volatili (di norma questi sali risulteranno attivi per un lasso di tempo di circa 4-5 ore), la liberazione di ammoniaca conferirà al trattamento proprietà detergenti, mentre l’alcalinità (maggiore per il Carbonato che per il Bicarbonato) consentirà una graduale gelificazione di materiale di accumulo e vecchie patine proteiche e lipidiche, consentendone la rimozione dalla superficie. Questi sali eserciteranno, inoltre, un’azione desolfatante, riuscendo a trasformare il gesso, eventualmente presente sul supporto, in Solfato di Ammonio più solubile e facilmente asportabile con lavaggio acquoso. Se il materiale da asportare presenterà un’elevata percentuale di gesso, la concentrazione in acqua del carbonato o bicarbonato dovrà essere di tipo saturo (circa il 15-20% di sale in acqua deionizzata) mentre, per gli altri casi, basterà raggiungere il pH necessario (9 per il carbonato, 8 per il bicarbonato) con soluzioni meno sature (5-7% in acqua deionizzata). L’uso del Bicarbonato d’Ammonio (o di sodio) sarà sconsigliato nel caso di interventi su materiali particolarmente degradati, specie per i marmi (nei quali si può avere una facile corrosione intergranulare e decoesione dei grani di calcite superficiale) e i calcari sensibilmente porosi dove potrà incontrare difficoltà nel rimuovere i residui dell’impacco. I criteri di accettazione saranno quelli enunciati nell’ultimo capoverso dell’articolo 15 dal presente capo, inoltre, la fornitura dovrà essere accompagnata da apposito foglio informativo che segnali il nome del fornitore e la rispondenza alle caratteristiche richieste.
6. TENSIOATTIVI E DETERGENTI Prodotti composti da molecole contenenti un piccolo gruppo polare idrofilo ed una più lunga catena liofila; queste molecole si orienteranno in modo da avere il primo gruppo (quello polare) immerso in acqua e la parte apolare nello strato di sporco. I tensioattivi saranno utilizzati allo scopo di diminuire la tensione superficiale dell’acqua così da aumentarne la “bagnabilità” e, di conseguenza, l’azione pulente. Essi, contrariamente da altre sostanze solubili in acqua, non si distribuiscono con uniformità nella massa ma si raggruppano selettivamente in maniera ordinata
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alla superficie della soluzione per tanto non richiedono, per essere efficienti, di una grande solubilità in acqua né di raggiungere un’alta concentrazione in tutto il volume. Il detergente dovrà rispondere a svariate proprietà tra le quali: – potere bagnate ovvero capacità di ridurre la tensione superficiale dell’acqua, facilitandone la penetrazione; – potere dissolvente organico ovvero capacità di solubilizzare sostanze organiche (olii, grassi, proteine); – potere disperdente ovvero capacità di tenere in sospensione le particelle di depositi inorganici non solubilizzati o disgregati; – potere emulsionante ovvero capacità di emulsionare grassi edoli; – potere sequestrante e chelante ovvero capacità di legarsi ai sali di calcio e di magnesio per convertirli in sostanze solubili; – potere tampone ovvero capacità di mantenere invariato il pH; – potere battericida ovvero capacità di distruggere i microrganismi; – potere sciacquante ovvero capacità di un detergente di essere asportato insieme allo sporco senza lasciare alcun residuo; La sequenza di queste particolarità individuerà anche le fasi in cui si svilupperà l’azione detergente. L’uso di tali prodotti dovrà essere autorizzato dalla D.L. I criteri di accettazione saranno quelli enunciati nell’ultimo capoverso dell’art. 15 del presente Capo inoltre, la fornitura dovrà essere accompagnata da apposito foglio informativo che segnali il nome del fornitore e la rispondenza alle caratteristiche richieste.
7. RESINE A SCAMBIO IONICO Le resine a scambio ionico sono copolimeri stirene funzionanti con gruppi acidi (resine a scambio cationico) o basici (resine a scambio anionico) in grado di “agganciare” le sostanze ioniche presenti nel substrato a cui vengono applicati. Le resine a scambio cationico (descialbante) funzioneranno come agenti di pulitura nei confronti di scialbature e incrostazioni calcaree di neoformazione “sequestrando” ioni Calcio al supporto cui verrà applicata in modo lento e delicato, garantendo, pertanto, un buon controllo del grado di pulitura. Le resine a scambio anionico (desolfatante) risulteranno invece attive nei confronti di gesso e solfati su superfici lapidee e affreschi, l’Idrossido di Calcio che viene prodotto da questa reazione reagirà spontaneamente con l’anidride carbonica atmosferica convertendosi in Carbonato di Calcio con conseguente ricomposizione della tessitura carbonatica del substrato e azione consolidante riaggregante. Questi pulitori saranno applicate in seguito a miscelazione con acqua demineralizzata o distillata in rapporto variabile a secondo sia del prodotto utilizzato sia della consistenza finale (più pastosa da applicare a spatola ovvero più liquida da applicare a pennello) descritta negli elaborati di progetto. Se non diversamente specificato negli elaborati di progetto dovranno essere utilizzati impasti miscelati entro la stessa giornata lavorativa Sia le quantità di acqua, ottimali per la consistenza voluta dell’impasto, che la durata ed il numero delle applicazioni dovranno, necessariamente, essere ricercati di volta in volta, a seconda dei problemi di pulitura da affrontare, effettuando prove preliminari di trattamento su zone ridotte e tipologicamente significative delle superfici. I suddetti campioni dovranno essere eseguiti dall’Appaltatore sotto stretto controllo della D.L. I criteri d’accettazione dovranno essere quelli enunciati nell’ultimo capoverso dell’art. 15 del presente Capo, inoltre, la fornitura dovrà essere accompagnata da apposito foglio informativo che segnali il nome del fornitore e la rispondenza alle caratteristiche richieste.
8. ADDENSANTI E SUPPORTANTI Questi prodotti garantiscono la gelificazione del solvente in modo da mantenerlo localizzato sulla superficie del manufatto policromo. In questo modo rendono l’operazione di pulitura più selettiva, e, allo stesso tempo, impediscono la penetrazione del solvente negli strati sottostanti, in più riducono il processo d’evaporazione, diminuendo l’inalazione del solvente da parte dell’operatore. In linea generale gli addensanti dovranno essere lavorati ed applicati a pennello per tempi variabili secondo il caso e rimossi a secco o a tampone leggermente imbevuto di solvente senza lasciare residui dannosi per l’opera. La densità del gel finale sarà controllata dall’operatore a seconda delle esigenze specifiche. I supportanti fondamentalmente si dividono in due categorie: addensanti cellulosici e solvent-gel. La scelta di gelificare un solvente con un addensante cellulosico anziché per mezzo di solvet-gel potrà discendere da molteplici fattori come ad esempio, l’eventuale presenza di materiali particolarmente sensibili all’acqua renderà gli addensanti cellulosici preferibili ai solvent-gel che, al contrario, risulteranno più idonei (grazie all’azione blandamente tensioattiva) per procedure di pulitura più generiche di superfici pittoriche e non. Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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ADDENSANTI CELLULOSICI Supportanti inerti cellulosici agiscono per rigonfiamento diretto della struttura cellulosica da parte del solvente puro o di loro miscele. La metilcellulosa si rileva più adatta per gelificare solventi polari (acqua, alcool ecc.) o miscele di questi, da utilizzarsi in concentrazione dal 2 al 4% p/v. L’etilcellulosa si rileva, invece, più adatta per solventi a polarità medio bassa (clorurati, chetoni, esteri ecc.) o apolari; la percentuale di utilizzo va da il 6% al 10% (p/v) a seconda dei casi. IDROSSI METIL-PROPIL CELLULOSA Supportante cellulosico di enzimi o gelificazioni di solventi. Agisce da tensioattivo, diminuendo superficiale dell’acqua ovvero del solvente organico, amplificando il potere bagnate della soluzione e il potere penetrante in un corpo poroso o la capacità di risalita capillare. Proprietà: modifica la soluzioni, emulsioni e dispersioni acquose ed organiche dando vita a films elastici termoplastici, non poco sensibili all’umidità da utilizzare per la pulitura di superfici policrome.
la tensione diminuendo viscosità di appiccicosi,
SOLVENT-GEL Sono costituiti da acido poliacrilico e ammina di cocco (art. 15.4 “Prodotti chimici”). L’aggiunta del solvente scelto e di poche gocce d’acqua provocano il rigonfiamento del sistema e la formazione del gel.
9. POLPA DI CELLULOSA La polpa di carta ovverosia la pasta di cellulosa dovrà presentare un colore bianco, dovrà essere deresinata e ottenuta da cellulose naturali. Le fibre dovranno presentare un’elevata superficie specifica, ed un’altrettanto elevato effetto addensante, un comportamento pseudoplastico, una buona capacità di trattenere i liquidi e dimostrarsi insolubili in acqua ed in solventi organici. Un chilogrammo di polpa di cellulosa dovrà essere in grado di trattenere circa 3-4 litri di acqua; minore sarà la dimensione della fibra (00, 40, 200, 600, 1000 m) maggiore sarà la quantità di acqua in grado di trattenere. I criteri di accettazione dovranno essere quelli enunciati nell’ultimo capoverso dell’art. 15 del presente Capo inoltre, la fornitura dovrà essere accompagnata da apposito foglio informativo che segnali il nome del fornitore e la rispondenza alle caratteristiche richieste.
10. ARGILLE ASSORBENTI La sepiolite, ovverosia fillosilicato idrato di magnesio, appartiene al gruppo strutturale della paligorskite, dovrà risultare capace di impregnarsi di oli e grassi senza operare azioni aggressive sulla superficie oggetto di intervento. La granulometria dell'argilla dovrà essere di almeno 100-220 Mesh, dovrà, altrettanto, essere in grado di assorbire una grande quantità di liquidi (110-130%) in rapporto al suo peso (un chilogrammo di sepiolite dovrà risulterà capace di assorbire 1,5 kg d’acqua senza aumentare di volume). Le argille assorbenti, rispetto alla polpa di cellulosa, presenteranno l’inconveniente di sottrarre troppo rapidamente l’acqua dalle superfici trattate. In presenza di pietre molto porose potrà essere indicato ricorrere alla polpa di cellulosa (più facile da rimuovere rispetto alle argille). I suddetti prodotti dovranno essere preparati diluendoli esclusivamente con acqua distillata o deionizzata fino a raggiungere un “fango” a consistenza pastosa (con notevoli caratteristiche tixotropiche) in modo da consentirne la lavorazione in spessori di 2-3 cm. I criteri di accettazione saranno quelli enunciati nell’ultimo capoverso dell’art. 15 del presente Capo, inoltre, la fornitura dovrà essere accompagnata da apposito foglio informativo che segnali il nome del fornitore e la rispondenza alle caratteristiche richieste.
11. IMPACCHI BIOLOGICI Sono impasti da utilizzare su manufatti lapidei delicati o particolarmente decoesi, posti all’esterno, su quali non sarà possibile eseguire puliture a base di acqua nebulizzata senza arrecare ulteriori danni. I suddetti impacchi dovranno essere a base di argille assorbenti, contenenti idonei biocidi. I tempi di applicazione saranno stabiliti dall’Appaltatore sotto il controllo della D.L. in base a precedenti prove e campionature.
12. APPARECCHIATURA LASER L’apparecchiatura selettiva Laser (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation) ad alta precisione è utile per asportare depositi carbogessosi da marmi e da materiali di colore chiaro, oltre che depositi e patine superficiali da legno, bronzo, terrecotte ed intonaci.
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Lo strumento sarà principalmente composto da due elementi: il gruppo laser ed il gruppo di raffreddamento. Il gruppo laser se separato dal gruppo di raffreddamento, dovrà essere allocato in idonea struttura concepita appositamente per le condizioni di cantiere (dotazione di ruote con gomme gonfiabili, anello di sollevamento ecc.). Il raggio, secondo il tipo di apparecchio, potrà essere condotto sulla superficie da pulire utilizzando un braccio meccanico snodato (dotato, all’interno degli snodi, di una serie di specchi) della lunghezza di circa 2 m terminante con un utensile che l’operatore governa a mano per indirizzare il raggio sulla superficie o un sistema a fibre ottiche che conducono il raggio sino ad una pistola che verrà utilizzata direttamente dall’operatore (la distanza tra apparecchio e superficie dipenderà dalla lunghezza delle fibre ottiche utilizzate, normalmente si aggirerà sui 10-15 m); su questa sorta di pistola dovranno essere posizionati i sistemi di regolazione dell’emissione laser (più precisamente la regolazione dell’emissione di energia, la modulazione della frequenza di emissione graduabile in termini di colpi al secondo, e la focalizzazione del raggio sulla superficie del manufatto da pulire). L’apparecchio dovrà, in ogni caso, possedere buone doti di maneggevolezza, avere la possibilità di poter utilizzare diverse lunghezze d’onda (oltre alla classica 1064 anche 532, 355, 266 mm), di regolare l’emissione di energia per impulso (di norma variabile da 80 mJ a 900 mJ), la modulazione delle frequenze di emissione degli impulsi (di norma 1/2/5/10/20/50 Hz), la focalizzazione del raggio sulla superficie del manufatto da pulire. Le apparecchiature laser potranno utilizzare essenzialmente due diversi regimi di funzionamento che corrisponderanno a diverse durate temporali di impulso: – modalità Q-Swicthing ad impulso corto (4-10 ns) atto alla rimozione diretta del deposito; – modalità Free Running con impulso lungo (200-1000 ms) con energie incidenti controllate, atte semplicemente a staccare il deposito dal substrato, da rimuovere successivamente con altre tecniche (bisturi). Apparecchi di nuova generazione o in via di sperimentazione si collocano in una regione di durata di impulso intermedia ovvero short free running. L’apparecchiatura dovrà, essere esclusivamente utilizzata da personale altamente specializzato in grado di valutare attentamente i risultati ottenuti, eventualmente variando di volta in volta i parametri esecutivi ed applicativi (lunghezza d’onda, durata, ripetizione degli impulsi, energia del flusso, sezione trasversale, convergenza del fascio). In questo modo il laser potrà essere tarato in modo da ottenere risultati specifici (autolimitazione, selettività, discriminazione).
13. BIOCIDI Prodotti da utilizzarsi per l’eliminazione di muschi e licheni. I suddetti prodotti dovranno, necessariamente, essere utilizzati con molta attenzione e cautela, dietro specifica indicazione della D.L. e solo dopo aver eseguito accurate indagini sulla natura del terreno e sul tipo di azione da svolgere oltre naturalmente all’adozione di tutte le misure di sicurezza e protezione degli operatori preposti all’applicazione del prodotto. Questi prodotti potranno presentare, a seconda dei casi e delle indicazioni di progetto, le seguenti caratteristiche: – azione selettiva e limitata alla specie da eliminare; – tossicità limitata verso l’ambiente così da non alterare per tempi prolungati l’equilibrio del terreno interessato dall’azione disinfettante; – atossicità nei riguardi dell’uomo; – -totale assenza di prodotti o componenti in grado di danneggiare l’organismo murario ovvero le porzioni intonacate; – limitata durata dell’attività chimica; – totale assenza di fenomeni inquinanti nei confronti delle acque superficiali e profonde. Per indicazioni inerenti la scelta dei metodi di controllo del biodeterioramento si rimanda a quanto enunciato nel documento NorMaL 30/89, mentre per ulteriori informazioni sulla caratterizzazione, sull’efficacia e sul trattamento dei biocidi si rimanda a quanto enunciato nei documenti NorMaL 35/91, 38/93, 37/92. COMPOSTI DELL’AMMONIO QUATERNARIO Derivati dell’ammonio quaternario (come il Benzetonio cloruro) da utilizzare in soluzione dal 2-4% in acqua demineralizzata per la disinfestazione di alghe, muschi e licheni, anche se per questi ultimi la sua efficacia risulterà, talvolta, discutibile. La miscelabilità in acqua del prodotto permette un elevato potere di penetrazione e di assimilazione dei principi attivi da parte dei microrganismi eliminandoli e neutralizzando le spore. Il benzetonio cloruro è di fatto un disinfettante germicida con spettro d’azione che coinvolge batteri, lieviti, microflora ed alghe. La sua azione risulterà energica ma non protratta nel tempo, in quanto non sarà in grado di sopprimere le spore; l’eventuale presenza di nitrati ne ridurrà considerevolmente l’efficienza. Potrà essere utilizzato sia su pietra che su superfici lignee. ERBICIDI Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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Il controllo dello sviluppo della vegetazione infestante superiore potrà essere assicurato solo utilizzando prodotti che interverranno sulla fotosintesi, tali composti potranno, talvolta, essere indicati anche per la soppressione di certi tipi di alghe. Per la rimozione di vegetazione inferiore e superiore su apparecchi murari, se non diversamente specificato dagli elaborati di progetto, dovranno essere preferiti erbicidi selettivi.
Art. 13 Materiali impregnanti - Generalità La procedura di impregnazione dei materiali costituenti le superfici esterne dei fabbricati sarà rivolta a tutelare le strutture architettoniche (ovvero archeologiche) da attacchi da agenti patogeni siano essi di natura fisica (che si otterrà mediante il consolidamento dei supporti al fine di accrescere o fornire quelle capacità meccaniche di resistenza al degrado che non hanno mai posseduto o che, col trascorrere del tempo, si sono indebolite) che chimica (che si effettuerà mediante idrofobizzazione dei supporti in modo da renderli adatti a limitare l'assorbimento delle acque meteoriche). I “prodotti” da utilizzarsi per l’impregnazione dei manufatti potranno essere utilizzati quali pre-consolidanti, consolidanti e protettivi. All’Appaltatore sarà, vietato utilizzare prodotti impregnanti senza la preventiva autorizzazione della D.L. e degli organi preposti alla tutela del bene in oggetto, nonché fare uso generalizzato delle suddette sostanze. Ogni prodotto potrà essere utilizzato previa esecuzione di idonee prove applicative eseguite in presenza della D.L. e dietro sua specifica indicazione. La scelta dei suddetti prodotti dovrà riferirsi alla natura e alla consistenza delle superfici che potranno presentarsi: privi di rivestimento con pietra a vista compatta e tenace ovvero con pietra a vista tenera e porosa; privi di rivestimento in cotti a vista albasi e porosi, mezzanelli (dolci o forti) o ferrioli; esenti di rivestimento in calcestruzzo; rivestite con intonaci e coloriture realizzati durante i lavori di restauro o, infine, rivestite con intonaco e coloriture preesistenti al restauro. Altri fattori che dovranno influenzare la scelta delle sostanze impregnanti dovranno essere quelli risultati a seguito della campagna diagnostica condotta, necessariamente, dall’Appaltatore secondo quanto prescritto dalle raccomandazioni NorMaL e da quanto indicato dalla D.L. Ogni fornitura dovrà, in ogni caso, essere sempre accompagnata da una scheda tecnica esplicativa fornita dalla casa produttrice, quale utile riferimento per le analisi che si andranno ad eseguire. In specifico, le peculiarità richieste, in relazione al loro utilizzo, saranno le seguenti: – atossicità; – elevata capacità di penetrazione; – resistenza ai raggi U.V.; – buona inerzia chimica nei confronti dei più diffusi agenti inquinanti; – assenza di sottoprodotti di reazione dannosi; – comprovata inerzia cromatica (comunque da verificarsi in fase applicativa); – traspirabilità al vapor d’acqua; – assenza di impatto ambientale; – sicurezza ecologica; – soddisfacente compatibilità fisico-chimica con il materiale da impregnare; – totale reversibilità dalla reazione di indurimento; – facilità di applicazione; – solubilizzazione dei leganti. I prodotti di seguito elencati (forniti nei contenitori originali e sigillati), saranno valutati al momento della fornitura. La D.L. ai fini della loro accettazione, potrà procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura ovvero richiedere un attestato di conformità. Per il campionamento dei prodotti ed i metodi di prova dovrà essere fatto riferimento alle norme UNI vigenti.
1. IMPREGNANTI PER IL CONSOLIDAMENTO I prodotti impregnati da impiegarsi per il consolidamento e/o la protezione dei manufatti architettonici od archeologici, salvo eventuali prescrizioni o specifiche inerenti il loro utilizzo, dovranno possedere le seguenti caratteristiche comprovate da prove ed analisi da eseguirsi in situ o in laboratorio: – elevata capacità di penetrazione nelle zone carenti di legante;
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– resistenza chimica e fisica agli agenti inquinanti ed ambientali; – -spiccata capacità di ripristinare i leganti tipici del materiale oggetto di intervento senza dar vita a sottoprodotti di reazione pericolosi (quali ad es. sali superficiali); – capacità di fare traspirare il materiale così da conservare la diffusione del vapore; – penetrazione in profondità così da evitare la formazione di pellicole in superficie; – “pot-life” sufficientemente lungo tanto da consentire l’indurimento solo ad impregnazione completata; – perfetta trasparenza priva di effetti traslucidi; – spiccata capacità a mantenere inalterato il colore del manufatto. I prodotti consolidanti più efficaci per materiali lapidei (naturali ed artificiali) apparterranno fondamentalmente alla classe dei composti organici, dei composti a base di silicio e dei composti inorganici la scelta sarà in ragione alle problematiche riscontrate. COMPOSTI ORGANICI A differenza dei consolidamenti inorganici, che basano il loro potere consolidante sull’introduzione nel materiale di molecole simili a quelle del substrato lapideo naturale o artificiale con il quale devono legarsi, i consolidamenti organici eserciteranno la loro azione mediante un elevato potere adesivo, capace di saldare tra loro i granuli decoesi del materiale lapideo. Questi composti, in gran parte dotati anche di proprietà idrorepellente e quindi protettive, saranno per lo più polimeri sintetici noti come “resine” le quali opereranno introducendosi all’interno del sistema capillare dei materiali dove si deporranno successivamente all’evaporazione del solvente (soluzione) o del veicolo (emulsioni) che le racchiude, dando vita ad una rete polimerica che circonderà le particelle. I suddetti composti potranno essere termo-plastici o termo-indurenti: i primi sono costituiti da singole unità polimeriche (sovente con struttura quasi lineare) non stabilmente legate una con l’altra ma connesse solo da deboli forze. Tali polimeri garantiranno una buona reazione ad urti e vibrazioni, non polimerizzando una volta penetrati nel materiale; manterranno, inoltre, una certa solubilità che ne garantirà la reversibilità, saranno, in genere adoperati per materiali lapidei, per le malte e per i legnami (nonché per la protezione degli stessi materiali e dei metalli); la loro applicazione avverrà distribuendo una loro soluzione (ovvero anche un’emulsione acquosa) magari associando altri componenti (tensioattivi, livellanti ecc.), la successiva evaporazione del solvente lascerà uno strato più o meno sottile di materiale consolidante. I polimeri termoplastici risulteranno spesso solubili in appropriati solventi (sovente funzionalizzanti come chetoni, idrocarburi clorurati, aromatici ecc.) e potranno essere, all’occorrenza plasmati attraverso un idoneo riscaldamento. I prodotti termoindurenti (costituiti da catene singole che però sono in grado di legarsi fortemente tra loro dando vita ad una struttura reticolare che interessa tutta la zona di applicazione) avranno, al contrario, solubilità pressoché nulla, risulteranno irreversibili, piuttosto fragili e sensibili all’azione dei raggi U.V.; saranno, di norma, impiegati come adesivi strutturali. Al fine di migliorare il grado di reticolazione e di conseguenza le caratteristiche di aderenza può risultare utile operare una preliminare operazione di deumidificazione del supporto di applicazione. RESINE ACRILICHE Le resine acriliche sono composti termoplastici ottenuti dalla polimerizzazione di esteri etilici e metilici dell’acido acrilico e dell’acido meacrilico. Le caratteristiche dei singoli prodotti variano entro limiti abbastanza ampi in relazione al monomero (ovvero ai monomeri, se copolimeri) di partenza e la peso molecolare del polimero. La maggior parte delle resine acriliche liberano i solventi con una certa difficoltà e lentezza, pertanto un solvente ad evaporazione rapida come l’acetone (in rapporto 1:1), fornisce, generalmente, risultati migliori rispetto ad altri solventi tipo toluolo e xilolo (che inoltre presentano un grado di tossicità più elevato). Questa classe di resine presenterà una buona resistenza all’invecchiamento, alla luce, agli agenti chimici dell’inquinamento. Il loro potere adesivo è buono grazie alla polarità delle molecole, ma essendo polimeri termoplastici, non potranno essere utilizzati come adesivi strutturali; il limite risiede nella scarsa capacità di penetrazione, sarà, infatti, difficile raggiungere profondità superiori a 0,5-1 cm (con i solventi alifatici clorurati si possono ottenere risultati migliori per veicolare la resina più in profondità). Possiedono in genere buona idrorepellenza che tenderà, però a decadere nel tempo; se il contatto con l’acqua si protrarrà per tempi superiori alle 90 ore, inoltre, sempre in presenza di acqua, tenderanno a dilatarsi pertanto, risulteranno adatte per superfici interne o quantomeno per superfici non direttamente esposte agli agenti atmosferici. Resine acriliche solide: tra le resine acriliche da utilizzare in soluzione, se non diversamente specificato da indicazioni di progetto, si può ricorrere ad una resina acrilica solida a base di Etil-metacrilato/metil-acrilato fornita in scaglie diluibile in vari solventi organici tra i quali i più usati sono diluente nitro, acetone, clorotene, sarà anche miscibile con etanolo con il quale formerà una soluzione lattiginosa e film completamente trasparente. Questa Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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resina grazie all’eccellente flessibilità, trasparenza, resistenza agli acidi, agli alcali, agli oli minerali, vegetali e grezzi, alle emanazioni dei prodotti chimici ed al fuoco può essere impiegata per il consolidamento di manufatti in pietra, legno, ceramica e come fissativo ed aggregante superficiale di intonaci ed affreschi interni. In linea generale la preparazione della soluzione dovrà seguire i seguenti passaggi: unire per ogni litro di solvente scelto dalla D.L. a seconda del tipo di intervento, da 20 fino a 300 g di resina solida, in un contenitore resistente ai solventi. Il solvente dovrà essere messo per primo nel recipiente di diluizione e mentre verrà tenuto in agitazione, si inserirà gradualmente la resina fino a perfetta soluzione. Sarà consigliabile tenere in agitazione la miscela ed operare ad una temperatura di oltre 15°C così da evitare che i tempi di dissoluzione siano troppo lunghi. Dovranno, inoltre, essere evitate le soluzioni superiori al 30% perché troppo vischiose. Se richiesta dagli elaborati di progetto potranno essere aggiunti nella soluzione quali agenti opacizzanti: cera microcristallina (fino al 47% del solido totale) o silice micronizzata (fino al 18% del solido totale). Orientativamente le percentuali di resina utilizzate p/v potranno essere: 2-5% per il preconsolidamento di elementi lapidei; 10% per il consolidamento del legno e per la verniciatura fissativa a spray di dipinti; 20% per il fissaggio di frammenti di pietra, stucco decoeso, tessere di mosaico ecc. mediante fazzoletti di garza di cotone; 30% per il fissaggio di scaglie in pietra o laterizio. I criteri di accettazione dovranno essere quelli enunciati nell’ultimo capoverso dell’art. 14 (“Materiali impregnanti – Generalità”) del presente Capo, inoltre, la fornitura dovrà essere accompagnata da apposito foglio informativo che segnali il nome del fornitore e la rispondenza alle caratteristiche richieste. RESINE EPOSSIDICHE A questa categoria appartengono prodotti a base di resine epossidiche liquide che presenteranno le seguenti caratteristiche: bassa viscosità, elevato residuo secco, esenti da solventi con reattività regolare, polimerizzabile a temperatura ambiente (12-15 °C) ed in presenza di umidità. Questa classe di resine presenterà, inoltre, elevate caratteristiche di resistenza chimica (soprattutto agli alcali), meccanica e di adesione così da consentire il ripristino dell’omogeneità iniziale delle strutture lesionate. L’applicazione potrà avvenire a pennello, a tampone, con iniettori in ogni caso sotto stretto controllo dal momento che presenteranno un limitato pot-life. L’elevate caratteristiche meccaniche (in genere non compatibili con i materiali lapidei), la bassa permeabilità al vapore, il rapido invecchiamento con conseguente ingiallimento se esposte ai raggi U.V. non rende questo tipo di resine particolarmente adatto per superfici di materiali porosi quali pietra, legno, cotto, malta. Il loro impiego dovrà, pertanto, essere attentamente vagliato dall’Appaltatore e sempre dietro specifica richiesta della D.L. orientativamente potranno essere messe in opera per il consolidamento/protezione di manufatti industriali, di superfici in cls e di costruzioni sottoposte ad un forte aggressione chimica. I criteri di accettazione dovranno essere quelli enunciati nell’ultimo capoverso dell’art. 14 (“Materiali impregnanti – Generalità) del presente Capo, inoltre, la fornitura dovrà essere accompagnata da foglio apposito foglio informativo che segnali il nome del fornitore e la rispondenza alle caratteristiche richieste. COMPOSTI A BASE DI SILICIO ESTERE ETILICO DELL'ACIDO SILICICO (SILICATI DI ETILE) Sostanza monocomponente fluida, incolore, a bassa viscosità, dovrà essere applicata in diluizione in solventi organici in percentuali (in peso) comprese fra 60% e 80%. Al fine di stabilire la quantità di prodotto da utilizzare si renderanno necessari piccoli test da eseguirsi su superfici campioni. Questi test serviranno, inoltre, da spia per determinare l’eventuale alterazione dell’opacità della pietra e della sua tonalità durante e subito dopo il trattamento. Precipita per idrolisi, dando alcool etilico come sottoprodotto; è una sostanza bassomolecolare a base inorganica in solvente organico. Ha una bassissima viscosità, per cui penetra in profondità anche in materiali poco porosi, è applicabile a pennello, a spruzzo con irroratori a bassa pressione, a percolazione. Il materiale da trattare va completamente saturato sino a rifiuto; il trattamento potrà essere ripetuto dopo 2 o 3 settimane. Il supporto dovrà essere perfettamente asciutto, pulito e con una temperatura tra i 15 e i 20 °C. Questo tipo di consolidante si rivelerà molto resistente agli agenti atmosferici e alle sostanze inquinanti, non verrà alterato dai raggi ultravioletti, e presenterà il vantaggio di possedere un elevato potere legante (dovuto alla formazione di silice amorfa idrata) soprattutto nei confronti di materiali lapidei naturali contenenti silice anche in tracce, quali arenarie, i tufi, le trachiti, ma anche su altri materiali artificiali quali i mattoni in laterizio, le terracotte, gli intonaci, gli stucchi, risultati positivi potranno essere ottenuti anche su materiali calcarei. Tale prodotto non risulta idoneo per il trattamento consolidante del gesso o di pietre gessose. Tra l’estere etilico dell’acido silicico e l’acqua che aderisce alle pareti dei capillari avviene una reazione che darà luogo alla formazione di gel di silice ossia un nuovo legante; come sottoprodotto si formerà alcol etilico che si volatilizzerà. La reazione chimica di consolidamento si completa entro circa 21-28 giorni dall’applicazione in condizioni normali (20 °C e 40-50% di umidità relativa). Il consolidamento con silicato di etile dovrà rispondere ai seguenti requisiti fondamentali: – prodotto monocomponente non tossico e di facile applicazione;
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– ottima penetrazione nel supporto lapideo da trattare, dovuta al suo basso peso molecolare e alla scelta della miscela solventi; – essiccamento completo senza formazione di sostenne secondarie appiccicose e di conseguenza nessuna adesione di depositi; – formazione di sottoprodotti di reazione non dannosi al materiale trattato; – formazione di un legante minerale, stabile ai raggi U.V., e affine al materiale lapideo; – impregnazione senza effetto filmogeno di conseguenza il materiale lapideo trattato dovrà rimanere permeabile al vapore; – assenza di variazioni cromatiche dei materiali lapidei trattati; – il legante formatosi (SiO2) si presenterà resistente agli acidi e pertanto resisterà alle piogge ed alle condense acide. L’impregnazione con silicato di etile dovrà essere evitata (se non diversamente specificato dagli elaborati di progetto) nel caso in cui: il materiale da trattare non risultasse assorbente, in presenza sia di elevate temperature (> 25 °C) che di basse temperature (< 10 °C), con U.R. non > 70% e, se si tratta di manufatto esposto a pioggia, nelle quattro settimane successive al trattamento per questo, in caso di intervento su superficie esterne, si renderà necessario la messa in opera di appropriate barriere protettive. In caso di sovradosaggio sarà possibile asportare l'eccesso di materiale, prima dell'indurimento, con tamponi imbevuti di solventi organici minerali. Alcuni esteri silicici, miscelati con silossani, conferiscono una buona idrorepellenza al materiale trattato. I criteri di accettazione saranno quelli enunciati nell’ultimo capoverso dell’art. 16 (“Materiali impregnanti – Generalità”) del presente Capo, inoltre, la fornitura dovrà essere accompagnata da apposito foglio informativo che segnali il nome del fornitore e la rispondenza alle caratteristiche richieste. COMPOSTI INORGANICI Presentano, generalmente, una grande affinità con i materiali da trattare; risulteranno duraturi, ma irreversibili e poco elastici. La loro azione avverrà tramite l’infiltrazione, in forma liquida, nel materiale oggetto del trattamento dove, per evaporazione del veicolo, la componente minerale del composto, precipitando, darà vita ad una rete che si legherà alle particelle minerali circostanti. Le caratteristiche fisico-chimiche del legame saranno, quindi, simili (anche se non sempre uguali) a quelle del legante perduto o degradato. A seguito all’uso dei consolidanti inorganici potranno insorgere i seguenti inconvenienti: scarsa penetrazione all’interno del materiale lapideo da trattare (potrà provocare il distacco della crosta superficiale alterata e consolidata), scarsa resistenza agli stress meccanici (imputabile alla loro rigidità e fragilità), scarsa efficienza se la pietra risulterà totalmente decoesa da presentare fratture con distanze fra i bordi superiori a 100 micron. IDROSSIDO DI CALCE (CALCE SPENTA) La calce applicata alle malte aeree (ovvero sugli intonaci) e alle pietre calcaree in forma di latte di calce penetra nei pori riducendone il volume; aderendo alle superfici dei minerali componenti, dovrebbe presentare la capacità 10 di risaldarli tra loro. Il Carbonato di Calcio di neoformazione , non eserciterà, tuttavia, la stessa azione cementante avvenuto durante il lento processo di carbonatazione della calce pertanto, la similitudine tra processo naturale e la procedura di consolidamento si limiterà ad essere un’affinità chimica. Questo tipo di trattamento potrà presentare l’inconveniente di lasciare depositi biancastri di carbonato di calce sulla superficie dei manufatti trattati, che, se non diversamente specificato negli elaborati di progetto (ovvero se previsto un successivo trattamento protettivo con prodotti a base di calce ad es., scialbatura), dovranno essere rimossi. In linea di massima, il consolidamento a base d’Idrossido di Calcio potrà essere applicato su intonaci debolmente degradati, situati in luoghi chiusi o sottoposti a limitate sollecitazioni termiche e, in ogni modo, al riparo da acque ruscellanti e cicli di gelo/disgelo. I criteri di accettazione dovranno essere quelli enunciati nell’ultimo capoverso dell’art. 16 (“Materiali impregnanti – Generalità”) del presente Capo inoltre, la fornitura dovrà essere accompagnata da apposito foglio informativo che segnali il nome del fornitore e la rispondenza alle caratteristiche richieste. IDROSSIDO DI BARIO (BARITE) L’idrossido di Bario potrà essere utilizzato su pietre calcaree chiare e per gli interventi indirizzati a porzioni di intonaco dipinte a buon fresco di dimensioni ridotte quando vi sia l’esigenza di neutralizzare prodotti gessosi di
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Sia la Calce idrata (Idrossido di Calcio, calce spenta) che il Bicarbonato di Calcio, in soluzione acquosa, precipitano dando Carbonato di Calcio; la Calce per reazione con l’anidride carbonica dell’aria: Ca(OH)2 + CO2 fi CaCO3 + H2O; il Bicarbonato di Calcio per decarbonatazione e disidratazione: Ca(HCO3)2 fi CaCO3 + CO2 + H2O.
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alterazione. I vantaggi di questo prodotto sono sostanzialmente relativi al legante minerale, che verrà introdotto 11 nel materiale e nella desolfatazione che converte il CaSO4 (altamente solubile) in BaSO4 (insolubile) . La porosità del materiale potrà essere ridotta solo parzialmente con il vantaggio nei riguardi dei meccanismi di alterazione legati all’assorbimento di acqua, ma non darà vita ad uno strato esterno impermeabile al vapore acqueo. Una controindicazione all’impiego di questo trattamento sarà rappresentata dal pericolo di sbiancamenti delle pietre o dei materiali scuri e nella formazione di patine biancastre superficiali, dovute alla precipitazione del 12 Carbonato di Bario causata dall’eventuale apporto diretto d’anidride carbonica. Questo “inconveniente” potrà essere facilmente evitato eliminando l’eccesso di Idrossido di Bario dalla superficie esterna dell’oggetto prima che precipiti il Carbonato di Bario. Sarà sconsigliato l’uso su materiali ricchi, oltre che di gesso, di altri sali solubili in modo da evitare possibili di combinazioni che potrebbero produrre azioni degradanti. Il trattamento con Idrossido di Bario viene spesso effettuato attraverso l’applicazione di soluzioni al 5-6% di sale in acqua demineralizzata supportate in forma di impacco in polpa di cellulosa per tempi variabili da caso a caso (dalle dodici alle quarantotto ore a seconda della permeabilità del substrato). L’elevata alcalinità ne impedisce l’applicazione in corrispondenza di pigmenti a base di rame, di lacche, e di leganti organici, materiali altamente sensibili a variazioni di pH. I criteri di accettazione saranno quelli enunciati nell’ultimo capoverso dell’art. 16 (“Materiali impregnanti – Generalità”) del presente Capo inoltre, la fornitura dovrà essere accompagnata da apposito foglio informativo che segnali il nome del fornitore e la rispondenza alle caratteristiche richieste.
2. IMPREGNANTI PER LA PROTEZIONE E L’IMPERMEABILIZZAZIONE Tali prodotti andranno applicati, solo in caso di effettivo bisogno, su murature e manufatti eccessivamente porosi esposti agli agenti atmosferici, all'aggressione di umidità da condensa, di microrganismi animali e vegetali. Le operazioni andranno svolte su superfici perfettamente asciutte con una temperatura intorno ai 20 °C. Si potranno applicare a pennello, ad airless, per imbibizione completa e percolamento. Gli applicatori dovranno agire con la massima cautela, dotati di adeguata attrezzatura protettiva, nel rispetto delle norme antinfortunistiche e di prevenzione. I prodotti utilizzabili per i trattamenti di protezione, di norma, dovranno possedere le seguenti caratteristiche comprovate da prove ed analisi da eseguirsi in laboratorio o direttamente in cantiere: – basso peso molecolare ed un elevato potere di penetrazione; – buona resistenza all’attacco fisico-chimico degli agenti atmosferici; – buona resistenza chimica in ambiente alcalino; – assenza di effetti collaterali e della formazione di sottoprodotti di reazione dannosi (produzione di sali); – perfetta trasparenza ed inalterabilità dei colori; – traspirazione tale da non ridurre, nel materiale trattato, la preesistente permeabilità ai vapori oltre il valore limite del 10%; – non tossicità. I protettivi più efficaci per i materiali lapidei (naturali ed artificiali tipo intonaci e cotti) apparterranno fondamentalmente alla classe dei composti organici e dei composti a base di silicio, la scelta sarà in ragione alle problematiche riscontrate. Sarà sempre opportuno, ad applicazione, avvenuta, provvedere ad un controllo (cadenzato nel tempo) sulla riuscita dell'intervento onde verificarne l'effettiva efficacia. COMPOSTI A BASE DI SILICIO SILANI Più precisamente alchil-alcossi-silani monomeri che date le ridotte dimensioni delle molecole (uguali a quelle dell’acqua), presenteranno ottima penetrabilità e saranno capaci di idrofobizzare i capillari più piccoli e di opporre resistenza alla penetrazione dei cloruri e dei sali solubili. Presenteranno la capacità di trattare superfici umide grazie alla possibilità di solubilizzazione in solventi polari quali alcoli ed acqua; generalmente utilizzati su supporti alcalini e silicei, risultano perciò convenienti su oggetti in cotto, materiali lapidei, tufo, intonaci in malta bastarda, mattoni crudi ecc.; il loro uso sarà sconsigliato su marmi carbonatici e intonaci di calce aerea. Normalmente saranno utilizzati in soluzioni di solvente con concentrazione in secco variabile dal 20% al 40% in peso; in casi particolari si potranno utilizzare anche al 10%. Il loro impiego sarà, in ogni modo, abbastanza limitato in quanto la notevole volatilità del composto ed un’eventuale pioggia battente a breve distanza di tempo dal trattamento (in pratica prima della polimerizzazione) 11
CaSO4 + Ba(OH)2 fi Ca(OH)2 + BaSO4
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La reazione è: Ba(OH)2 fi CO2 + BaCO3 + H2O
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potranno di-staccare gran parte del prodotto applicato, con il conseguente onere, necessario, di una maggior quantità di prodotto per avere gli effetti richiesti; inoltre, presenteranno l’inconveniente di generare un effetto perlante. Questi prodotti potranno essere miscelati con silicato d’etile al fine di combinare le caratteristiche di entrambe le sostanze. I criteri di accettazione saranno quelli enunciati nell’ultimo capoverso dell’art. 14 (“Materiali impregnanti – Generalità”) del presente Capo, inoltre, la fornitura dovrà essere accompagnata da apposito foglio informativo che segnali il nome del fornitore e la rispondenza alle caratteristiche richieste. SILLOSSANI (ALCHILSILOSSANI OLIGOMERI) Più precisamente alchil-alcossi-silossani oligomerici ossia polimeri reattivi a basso peso molecolare. Potranno essere utilizzati sia in forma pura, cioè senza solvente, (in questo caso sarà consigliabile l’uso di monomeri piuttosto che quello di oligomeri o polimeri), sia in soluzione di solvente organico (generalmente con contenuto attivo del 5-10% in peso). Si rileverà efficace l’utilizzo su supporti compatti e scarsamente assorbenti; in funzione della loro particolare struttura chimica saranno in grado di infiltrarsi all’interno dei più fini capillari con un’elevata diffusione. Oltre all’ottima capacità di penetrazione i suddetti prodotti dovranno presentare le seguenti caratteristiche: – elevata stabilità agli alcali ed ai raggi ultravioletti; – passaggio invariato del vapore acqueo delle superfici trattate consegnate all’assenza di formazione di pellicola superficiale e nessuna occlusione dei capillari o dei pori dei supporti trattati; – essiccazione fuori polvere per sola emissione del solvente veicolante; – assenza di sottoprodotti di reazione, dandosi ai manufatti trattati; – possibilità di trattamento di superfici leggermente umide; – assenza di variazioni cromatiche delle superfici trattate. Il trattamento ai silossani modificherà lo stato di tensione superficiale del sottofondo in modo tale che le gocce di pioggia scorreranno sulla superficie verticale senza imbibirla; inoltre, il trattamento non creerà una pellicola continua sul supporto, lasciando in questo modo al sottofondo la possibilità di traspirare, senza modificare l’equilibrio. L’elevata riduzione d’assorbimento dei sali da parte dei manufatti impregnati con silossani renderà il trattamento particolarmente indicato nei casi di risalita capillare nelle murature. Due, essenzialmente, saranno i fattori determinanti in favore dei silossani rispetto a silani: ovvero la più celere reazione per formare la materia attiva e la non perdita di materiale causata dall’evaporazione. Questi prodotti potranno essere miscelati con silicato di etile al fine di combinare le caratteristiche di entrambe le sostanze, orientativamente una miscela idrorepellente consolidante potrà essere composta da il 7% di silossani ed il 60% di silicato di etile. Gli alchilsilossani oligomeri potranno essere utilizzati anche in micro emulsioni acquose i componenti di una microemulsione saranno: – una fase acquosa che costituiranno il liquido disperdente; – una fase oleosa composta sa silani, silossani e polisilossani; – -un emulsificante formato da polisilossani con gruppi funzionali a base di acetato di ammonio, lo sviluppo di acido acetico da questo composto durante l’essiccazione serve da agente catalitico dei siliconi; – un co-emulsionante costituito da silani e silossani a basso peso molecolare I criteri di accettazione saranno quelli enunciati nell’ultimo capoverso dell’art. 14 (“Materiali impregnanti – Generalità”) del presente Capo, inoltre, la fornitura dovrà essere accompagnata da apposito foglio informativo che segnali il nome del fornitore e la rispondenza alle caratteristiche richieste.
Art. 14 Materiali vari 1. M ATERIALI VARI PER CONSOLIDAMENTO ALCOOL POLIVINILICO
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Sostanza ad alto peso molecolare, solubile in acqua, alla quale si impartisce forte viscosità e proprietà emulsionanti. Si rileva poco solubile in solventi organici viene sovente utilizzato in miscele di acqua e alcool etilico denaturato (in soluzioni dal 3 al 10%) nelle operazioni di preconsolidamento per fissaggi di scaglie e/o frammenti oppure per fissaggi mediante velinature con garza di cotone o carta giapponese. ACETATO DI POLIVINILE Resina sintetica termoplastica, preparata per polimerizzazione dell’acetato di vinile, a sua volta ottenuto da acetilene e acido acetico. Utilizzata in soluzione dal 3 al 10% in alcool etilico o isopropilico oppure in miscele a base di acido etilico denaturato e acqua come fissativo di pellicole pittoriche o per eseguire “ponti di cucitura” di frammenti scaglie decoese. Punto di rammollimento 155-180 °C, viscosità a 20 °C della soluzione 20% in estere etilico dell’acido acetico 180-240 mPas. POLYFILLA Stucco riempitivo per esterni o interni da impastare con acqua (2-2 1/2 parti in polvere con 1 parte di acqua), privo di amianto e resistente all'acqua, applicabile con temperature variabili da 5 a 30 °C. Può essere impiegato per stuccare lesioni, fessure, cavillature, per pareggiare superfici o per ripristini di modeste dimensioni. La polyfilla presenta un’elevata durezza dopo l'essiccazione (minimo 6 ore) conservando la forma datagli. Questo stucco può essere colato, colorato, modellato e, dopo l'essiccamento, intagliato, levigato e lucidato.
2.M ATERIALI VARI PREMISCELATI MALTA PREMISCELATA PER INIEZIONI DI CONSOLIDAMENTO E RIADESIONE DI INTONACI La malta da iniezione dovrà essere composta da calci naturali e leganti idraulici speciali, chimicamente stabili ed a bassissimo contenuto di sali solubili, inerti silicei, ardesia, pozzolana superventilata e da una speciale combinazione di additivi fluidificanti, ritentivi ed aeranti. La speciale formulazione, prodotta in dispersione planetaria 1/10.000 per un tempo inferiore a 20 minuti, dovrà formare un premiscelato omogeneo di colore grigio chiaro. Il prodotto, dovrà, inoltre, presentare un'ottima penetrabilità nelle murature senza preliminare bagnatura dei supporti, facile pulitura delle fuoriuscite, compatibilità chimico/meccanica con calce e pozzolana, bassa resistenza meccanica, assenza di efflorescenze anche in ambienti molto umidi. La malta dovrà essere impastata energicamente (per circa 3 minuti) con acqua demineralizzata (sarà consigliabile filtrare la boiacca ottenuta al fine di eliminare eventuali piccoli grumi formatisi in fase di impasto). Il prodotto non dovrà essere addizionato nella preparazione e posa con nessun altro componente oltre all’acqua di impasto e non dovrà essere assolutamente aggiunta acqua una volta che avrà iniziato la presa. Sarà consigliabile utilizzare siringhe con aghi di tipo veterinario (diametro di uscita superiore ai 2 mm). Il premiscelato, per la particolarità dell’applicazione, deve essere sperimentato da almeno 10 anni in ricerche promosse dal Ministero BB.AA.CC. Del prodotto utilizzato dovranno essere dichiarate le principali caratteristiche chimico-fisiche, i luoghi e la data dell’avvenuta sperimentazione. Il produttore dovrà, inoltre, fornire gli elaborati relativi all’attività di ricerca svolta, ratificati dall’Ente pubblico preposto al controllo della stessa. Le caratteristiche chimico-fisiche medie dovranno essere: peso specifico 1,02 kg/dm³, lavorabilità 1 h, essudamento assente, aderenza 0,8 N/mm², inizio presa a +20 °C 24 h, fine presa a +20 °C 48 h, resistenza a compressione a 28 gg 6 N/mm², resistenza a flessione a 28 gg 2 N/mm², modulo elastico 5000 N/mm², ritiro 0,71,8 mm, ritenzione acqua > 80%, permeabilità al vapore 6 m; ritiro 0,7-1,8 mm. MALTA PREMISCELATA PER RIADESIONE E RIEMPIMENTO DI VUOTI A BASSO PESO SPECIFICO La malta da iniezione dovrà presentare basso peso specifico (0,4 kg/dm³) e basse resistenze meccaniche così da risultare idonea per eseguire riempimenti di grosse cavità presenti fra strati di intonaco (3-4 cm), sigillatura di lesioni superficiali, reincollaggio di parti di intonaco degradate e friabili, riadesione di elementi privi di funzioni statiche e non appesantibili. L’impasto dovrà essere composto da calci naturali e leganti idraulici speciali (C30), chimicamente stabili ed a bassissimo contenuto di sali solubili, pozzolana, perlite ventilata ed una particolare combinazione di additivi fluidificanti, ritentivi ed aeranti. La speciale formulazione, prodotta in dispersione planetaria 1/10.000 per un tempo inferiore a 20’, dovrà formare un premiscelato omogeneo di colore bianco. La malta può essere additivata con microfibre al fine di migliorarne le caratteristiche meccaniche in impieghi particolari; in ogni caso dovrà essere impastata energicamente (con trapano elettrico a bassa velocità per circa 68 minuti) con acqua demineralizzata (sarà consigliabile filtrare la boiacca ottenuta al fine di eliminare eventuali piccoli grumi formatisi in fase di impasto). Se non diversamente specificato, questi prodotti dovranno essere iniettati entro 30 minuti dalla preparazione. Il prodotto non dovrà essere addizionato nella preparazione e posa con nessun altro componente oltre all’acqua di impasto e non dovrà essere assolutamente aggiunta acqua una volta che avrà iniziato la presa. Sarà consigliabile utilizzare siringhe di tipo veterinario prive di ago (diametro di uscita superiore ai 6 mm). Il premiscelato, per la particolarità dell’applicazione, deve essere sperimentato da almeno 10 anni in ricerche promosse dal Ministero BB.AA.CC. Del prodotto utilizzato dovranno essere dichiarate le principali caratteristiche Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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chimico-fisiche, i luoghi e la data dell’avvenuta sperimentazione. Il produttore dovrà, inoltre, fornire gli elaborati relativi all’attività di ricerca svolta, ratificati dall’Ente pubblico preposto al controllo della stessa. Le caratteristiche chimico-fisiche medie dovranno essere: peso specifico 0,4 kg/dm³, lavorabilità 4 h, essudamento assente, aderenza 0,9 N/mm², inizio presa a +20 °C 20 h, fine presa a +20 °C 44 h, resistenza a compressione a 28 gg 31 N/mm², resistenza a flessione a 28 gg 8 N/mm², modulo elastico 5200 N/mm², ritiro 0,41,2 mm, ritenzione acqua > 85%, permeabilità al vapore 3 m; ritiro 0,4-1,2 mm.
MALTA PREMISCELATA PER INIEZIONE DI CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE La malta per iniezioni dovrà essere a base di calce idraulica naturale, priva di sali solubili, rafforzata con metacaolino purissimo ad alta reattività pozzolanica (od in alternativa con polvere di coccio pesto) caricata con carbonato di calcio scelto e micronizzato, (o perlite superventilata se si ricerca una malta a basso peso specifico) a cui andranno aggiunti additivi quali ritenitori d’acqua di origine naturale e superfluidificanti al fine di poter iniettare la miscela a bassa pressione. Se non diversamente specificato l’acqua da utilizzare nell’impasto dovrà, essere demineralizzata. Il prodotto non dovrà essere addizionato nella preparazione e posa con nessun altro componente oltre all’acqua di impasto, possibilmente demineralizzata, e non dovrà essere assolutamente aggiunta acqua una volta che avrà iniziato la presa. Le caratteristiche chimico-fisiche medie dovranno essere: peso specifico 1,4 kg/dm³, lavorabilità 2 h, bleending trascurabile, aderenza 1,4 N/mm², inizio presa a +20 °C 18 h, fine presa a +20 °C 72 h, resistenza a compressione a 28 gg 13 N/mm², resistenza a flessione a 28 gg 3,5 N/mm², modulo elastico 11000 N/mm², temperatura massima durante l’indurimento < 30 °C, ritiro 0,7-1,2 µm, ritenzione acqua > 70%, permeabilità al vapore 9 µ. MALTA PREMISCELATA PER BETONCINO DI COLLABORAZIONE STATICA La malta dovrà presentare un modulo elastico basso così da limitare eventuali inconvenienti legati all’instabilizzazione per carico di punta; a tal fine si potranno utilizzare malte a base di calce idraulica naturale caricata con inerti a comportamento pozzolanico (ad es., pozzolana, metacaolino, coccio pesto ecc.), sabbie silicee (granulometria 0,1-2 mm) con l’eventuale aggiunta di additivi aeranti naturali, fibre minerali inorganiche atossiche (così da ridurre le tensioni generate dall’evaporazione dell’acqua e limitare le fessurazioni da ritiro plastico) ed espansivi minerali (così da controllare il ritiro igronometrico). Le malte, a ritiro compensato, da utilizzare per i betoncini dovranno, in ogni caso, presentare le seguenti caratteristiche: granulometria inerti 0,1-2,0 mm, inizio presa 5 h, fine presa 15 h, resistenza a compressione a 28 giorni > 18 N/mm²; modulo elastico a 28 giorni <15000 N/mm²; espansione contrastata a 7 giorni > 300 µm/m; coefficiente di permeabilità al vapore < 150 µ. L’utilizzo di premiscelati a base di calce idraulica naturale o idraulica pozzolanica (calce aerea miscelata a cariche con reattività pozzolaniche), rispetto all’uso del cemento presenterà il vantaggio di ottenere un impasto più plastico e maggiormente lavorabile, inoltre l’uso della calce idraulica garantirà capacità di traspirazione delle pareti. MALTA PREMISCELATA A BASE DI CALCE IDRAULICA NATURALE DA RINZAFFO Il rinzaffo, che dovrà essere applicato a copertura totale del supporto, sarà costituito da una malta a grana grossa, costituita esclusivamente da materie prime naturali quali legante di pura calce idraulica naturale NHL 3.5, calce idraulica HL 5, pozzolana naturale micronizzata, inerti di sabbia silicea e calcare dolomitico in curva granulometrica 0-2,5 mm. Le caratteristiche richieste, ottenute esclusivamente con l’impiego di materie prime di origine rigorosamente naturale, dovranno garantire una totale resistenza ai sali (Tabella 1- ASTM C 1012-95a ? 0,034%). La malta da rinzaffo dovrà soddisfare i requisiti della norma EN 998/1 - GP/CS III / W1, adesione 0,7 N/mm², reazione al fuoco classe A1. Il rinzaffo avrà uno spessore medio di 10 mm ed una finitura a rustico in unico strato strollato. L’applicazione, eseguita a mano dovrà avere una resa media circa 15 kg/m² per centimetro di spessore. Le caratteristiche finali dell'impasto dovranno essere: coefficiente di resistenza alla diffusione del vapore d’acqua (m) ? 20 EN 1015-19; assorbimento d’acqua per capillarità Categoria W1 EN 998-1; profondità d’infiltrazione dell’acqua 1 h ? 5 mm EN 1015-18; profondità d’infiltrazione dell’acqua 24 h ? 20 mm EN 1015-18; reazione al fuoco Classe A1 EN 13501-1; resistenza a compressione a 28 gg Categoria CS III EN 998-1; aderenza al supporto (laterizio) ? 0,7 N/mm² - FP: B EN 1015-12; resistenza ai solfati (Tabella 1 ? 0,034%) Superata ASTM C 1012-95a; conducibilità termica (l 10, dry) 0,83 W/mK (valore tabulato) EN 1745; durabilità (al gelo-disgelo) valutazione basata sulle disposizioni valide nel luogo di utilizzo previsto della malta EN 998-1; indice di radioattività I = 0,27 UNI 10797/1999. MALTA PREMISCELATA A BASE DI CALCE IDRAULICA NATURALE DA ARRICCIO
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L'arriccio, che dovrà essere steso al fine di realizzare uno strato “protettivo e deumidificante” ad altissima porosità, igroscopicità, traspirabilità e ridotto assorbimento capillare d’acqua, sarà costituito da una malta a base di pura calce idraulica naturale NHL 3.5, pozzolana naturale extrafine e inerti di sabbia silicea e calcare dolomitico in curva granulometrica 0-2,5 mm. Le caratteristiche richieste, ottenute esclusivamente con l’impiego di materie prime di origine rigorosamente naturale, dovranno garantire un’altissima traspirabilità dell’intonaco (coefficiente di resistenza al vapore acqueo m ? 3), un’elevata porosità della malta indurita (? 40%), una naturale conducibilità termica (pari a 0,47 W/mK), una notevole aria occlusa in fase d’impasto (? 25%), una totale resistenza ai sali (WTA 2-2-91/0 Superata) e una ridotta profondità d’infiltrazione d’acqua (nelle 24 h ? 5 mm). L’impasto dovrà soddisfare i requisiti della norma EN 998/1 - R/CS II/W24 ? 0,3 kg/m², adesione 0,2 N/mm², reazione al fuoco classe A1. L’intonaco dovrà avere uno spessore minimo di 20 mm, costituito da due strati dello spessore medio di 10 mm, ed una finitura a rustico fine. L’applicazione, eseguita a mano, dovrà avere una resa media di circa 12 kg/m² per ogni centimetro di spessore. Le caratteristiche finali dell'impasto dovranno essere: coefficiente di resistenza alla diffusione del vapore d’acqua (m) ? 3 EN 1015-19; assorbimento idrico capillare W24 ? 0,3 kg/m² EN 1015-18; profondità d’infiltrazione dell’acqua 24 h ? 5 mm EN 1015- 18; porosità ? 40% WTA 2-2-91/D; reazione al fuoco Classe A1 EN 13501-1; resistenza a compressione a 28 gg Categoria CS II EN 998-1; aderenza al supporto (laterizio) ? 0,2 N/mm² - FP: B EN 1015-12; rapporto resistenza compressione/flessione ? 3 WTA 2-2-91/D; resistenza ai sali Superata WTA 22-91/D; conducibilità termica (l 10, dry) 0,47 W/mK (valore tabulato) EN 1745; durabilità (al gelo-disgelo) valutazione basata sulle disposizioni valide nel luogo di utilizzo previsto della malta EN 998-1; indice di radioattività I = 0,30 UNI 10797/1999.
CAPO II MATERIALI E COMPLEMENTI
GENERALITA’ I materiali e le forniture dovranno corrispondere alle prescrizioni di legge, a quelle del presente Disciplinare e degli altri atti contrattuali; essi dovranno corrispondere alle relative specifiche, nella qualità dei materiali di base e nella relativa confezione e posa in opera. Essi inoltre dovranno rispondere alle norme e prescrizioni dei relativi Enti di unificazione e normazione (UNI, CEI, EN, ISO, ecc.), di seguito richiamate. Ove tali richiami fossero indirizzati a norme ritirate o sostituite, la relativa valenza dovrà, salvo diversa prescrizione, ritenersi prorogata o riferita alla norma sostitutiva. Materiali non contemplati negli atti contrattuali potranno essere ammessi solo dopo esame e parere favorevole della D.L.. La D.L. ha facoltà di rifiutare in qualunque tempo i materiali e le forniture che non abbiano i requisiti prescritti, che abbiano subito deperimenti dopo l'introduzione nel cantiere, o che per qualsiasi causa non risultassero conformi alle condizioni contrattuali. L'Appaltatore dovrà provvedere a rimuovere dal cantiere le forniture ed i materiali rifiutati e sostituirli a sue spese con altri idonei. Ove l'Appaltatore non effettuasse la rimozione nel termine prescritto dalla D.L., la Committente potrà provvedere direttamente ed a spese dell'Appaltatore, a carico del quale resterà anche qualsiasi danno derivante dalla rimozione così eseguita.
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Qualora venisse accertata la non corrispondenza alle prescrizioni contrattuali dei materiali e delle forniture accettate e già poste in opera si procederà come disposto dall’art. 23 del Capitolato generale di Appalto per le opere di competenza del Ministero dei LL.PP.
ART. 36 TRACCIAMENTO DEMOLIZIONE PAVIMENTAZIONI E SCAVI
36.1 TRACCIAMENTI Prima di porre mano ai lavori di sterro, riporto e/o demolizione, I'Impresa è obbligata ad eseguire la picchettazione completa del lavoro, in modo che risultino indicati i limiti degli scavi, dei riporti e delle demolizioni in base alla larghezza del piano stradale, all'inclinazione, alla formazione delle cunette. A suo tempo dovrà pure stabilire, nei tratti che fosse per indicare la Direzione dei lavori, le modine o garbe necessarie a determinare con precisione l'andamento delle pendenze tanto degli sterri che dei rilevati, curandone poi la conservazione e rimettendo quelli manomessi durante l'esecuzione dei lavori. Qualora ai lavori in terra siano connesse opere murarie, l'Impresa dovrà procedere al tracciamento di esse, pure con l'obbligo della conservazione dei picchetti, ed, eventualmente, delle modine, come per i lavori in terra.
36.2 DEMOLIZIONI 36.2.1 norme generali L’appaltatore ha l’obbligo di accertare con ogni mezzo e con la massima cura, nel loro complesso e nei particolari, la struttura di ogni elemento da demolire, disfare o rimuovere, onde conoscerne, con ogni completezza, la natura, lo stato di conservazione, le diverse tecniche costruttive, ed essere così in grado di affrontare, in ogni stadio dei lavori, tutte quelle evenienze che possono presentarsi nelle demolizioni, disfacimenti e rimozioni, anche se queste evenienze dipendono, ad esempio, da particolarità di costruzione, dallo stato di conservazione dei conglomerati e malte, dallo stato di conservazione delle armature metalliche e loro collegamenti, da cedimenti nei terreni di fondazione, da azioni reciproche tra le opere da demolire e quelle adiacenti, ecc., adottando tempestivamente tutti i provvedimenti occorrenti per non alterare, all'atto delle demolizioni, disfacimenti o rimozioni, quelle particolari condizioni di equilibrio che presentassero le strutture sia nel loro complesso che nei loro vari elementi. Sulla base degli accertamenti suddetti, e con l'osservanza di quanto appresso stabilito e delle norme di cui agli articoli da 71 a 76 del DPR 7 gennaio 1956 n. 164, l'Appaltatore determinerà, a suo esclusivo giudizio, la tecnica più opportuna, i mezzi d'opera, l'impiego di personale e la successione dei lavori; pertanto l'Appaltatore esonera nel modo più ampio ed esplicito da ogni responsabilità civile e penale, conseguente e dipendente dalla esecuzione dei lavori di demolizione, disfacimento e rimozione, sia la Committente che i propri organi di direzione, assistenza e sorveglianza. Per quanto riguarda il personale e gli attrezzi l'Appaltatore dovrà comunque osservare le seguenti prescrizioni: a) il personale addetto alle opere di demolizione, disfacimento e rimozione dovrà avere preparazione e pratica specifiche, sia per l'esecuzione materiale dei lavori che per l'individuazione immediata di condizioni di pericolo;
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b) l'attività del personale impiegato dovrà essere sottoposta all'autorità di un dirigente; ogni gruppo di dieci persone dovrà essere guidato e sorvegliato da un capo squadra; c) i martelli ed ogni altro attrezzo che agisca per urto non dovranno essere impiegati quando la stabilità delle strutture non lo consentisse; d) l'utensile adottato negli attrezzi meccanici dovrà essere appropriato al lavoro da eseguire, e gli attrezzi stessi dovranno essere delle dimensioni più ridotte possibili; e) gli addetti ai lavori dovranno portare l'elmetto di protezione e gli occhiali antischegge ogni qualvolta necessario; f) dovrà essere tenuta a disposizione, nel corso dei lavori di che trattasi, una scorta di leve, binde e martinetti per far fronte ad eventualità improvvise ed urgenti. La zona interessata dai lavori dovrà essere delimitata con particolare cura sia per quanto riguarda il pubblico transito che per quello degli addetti ai lavori. In corrispondenza dei passaggi dovranno essere collocate opportune ed idonee opere per proteggere i passaggi stessi; le predette protezioni dovranno essere adeguate alle necessità e conformi alle prescrizioni dei regolamenti comunali. Analoghe protezioni dovranno essere poste a difesa delle proprietà confinanti ove queste possano essere comunque interessate dalla caduta di materiali di risulta. Dovrà essere vietato l'accesso alla zona di sbocco quando sia in corso il carico dei materiali di risulta; tale divieto dovrà risultare da appositi evidenti cartelli. Ai fini delle demolizioni l'Appaltatore dovrà prendere direttamente accordi con le rispettive Società od Enti erogatori, pubblici servizi esistenti nel sottosuolo. Le reti elettriche disposte per la esecuzione dei lavori dovranno essere bene individuabili ed idoneamente protette. A seconda delle necessità riscontrate nella verifica preventiva delle strutture da demolire, disfare o rimuovere, nonché di quelle successivamente nascenti nel corso dei lavori, dovranno essere eseguiti puntellamenti, rafforzamenti ed opere consimili. Le predette opere di rafforzamento non dovranno mai creare nuove sollecitazioni, particolarmente in quelle di eventuali edifici adiacenti e dovranno essere eseguite procedendo dal basso verso l'alto. Tra i materiali di risulta dovranno sempre essere lasciati passaggi sufficientemente ampi, avendo cura che non vi sporgano parti pericolose di legno, ferro, ecc.; i chiodi lungo questi passaggi dovranno essere eliminati. I predetti passaggi dovranno essere tali che in ogni posizione di lavoro la via di fuga sia sempre facile ed evidente. L'allontanamento dei materiali di risulta dovrà essere particolarmente curato affinché non si verifichino confusi accatastamenti, sovraccarichi e pressioni pericolose su strutture orizzontali e verticali. Dovrà essere limitato il sollevamento della polvere irrorando con acqua i materiali di risulta; la quantità di acqua irrorata dovrà essere quella strettamente necessaria. Escavatori e mezzi meccanici potranno essere impiegati soltanto quando non comportino pericolo per gli addetti al loro funzionamento.
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I lavori di demolizione dovranno essere sospesi quando manifestazioni temporalesche possano creare condizioni di pericolo. Nella demolizione di murature di fondazioni, di muri di sostegno, o di manufatti sotto il piano di campagna dovrà essere assicurato il terreno circostante dal pericolo di franamenti. Qualsiasi materiale od oggetto proveniente da demolizioni, disfacimento o rimozioni, si intenderà "materiale di risulta". 36.2.2 smuratura, pulitura e accatastamento in cantiere di cordoli Il progetto prevede la smuratura di cordoli, bordature, cigli di marciapiede, in pietra, granito, travertino ecc., eseguita con ogni precauzione, con l’onere della pulitura e accatastamento del materiale utile nell’ambito del cantiere, che resta a disposizione dell’Amministrazione. Tutti i materiali riutilizzabili, a giudizio insindacabile della Direzione dei Lavori, devono essere opportunamente puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno indicati dalla Direzione stessa, usando cautele per non danneggiarli sia nella pulizia, sia nel trasporto, sia nei loro assestamento e per evitarne la dispersione. Detti materiali restano tutti di proprietà della Stazione Appaltante, la quale potrà ordinare all'Appaltatore di impiegarli in tutto od in parte nei lavori appaltati. 36.2.3 demolizione pavimenti e sottofondi Nel progetto è prevista la demolizione delle pavimentazioni esistenti, alcuni con il relativo sottofondo, altri con l’esclusione di quest’ultimo. In questo caso rimane a carico dell’Impresa l’onere eventuale della ripulitura e accatastamento del materiale che resta a disposizione dell’Amministrazione. Tutti i materiali di risulta dovranno essere sollecitamente allontanati dal cantiere a cura e spese dell'Appaltatore medesimo. Le demolizioni, i disfacimenti e le rimozioni dovranno essere limitati alle parti ed alle dimensioni prescritte nei disegni di progetto e dovranno essere eseguiti con la massima diligenza e con ogni precauzione, così da non danneggiare le opere ed i materiali da non demolire o rimuovere, o quei materiali che a giudizio della D.L. potessero ancora essere utilmente reimpiegati. Qualora, per mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni venissero demolite parti non prescritte, o venissero oltrepassati i limiti fissati, l'Appaltatore dovrà provvedere a sua cura e spese a ricostruire e rimettere in pristino le parti indebitamente demolite. 36.2.4 recupero dei materiali Tutti i materiali di risulta, se non altrimenti disposto, sono di proprietà della Committente la quale ha la facoltà, a suo giudizio insindacabile, di farli trasportare a discarica a cura e spese dell'Appaltatore in tutto od in parte, oppure di farli reimpiegare nell'appalto stesso, ovvero alienarli nel modo che riterrà più opportuno. Pertanto in caso di rotture o degradamenti dovuti ad omessa o cattiva conservazione dei materiali stessi, l'Appaltatore medesimo dovrà pagarne il valore come nuovi, ai prezzi di contratto, o in mancanza di questi, al valore commerciale aumentato del 25% e maggiorato del ribasso di aggiudicazione.
36.3 SCAVI Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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36.3.1.norme generali Prima di iniziare qualsiasi opera relativa agli scavi o lavori che comunque interessino movimenti di materie, l'Appaltatore dovrà verificare il piano quotato, i profili longitudinali e le sezioni trasversali di progetto, allegati al contratto o altrimenti consegnati. Le quote dovranno riferirsi ad uno o più capisaldi inamovibili e facilmente individuabili, così da consentire in ogni momento immediati e sicuri controlli fino all'approvazione del collaudo. L'Appaltatore dovrà curare la conservazione di detti capisaldi e ripristinare quelli che eventualmente venissero rimossi. L'Appaltatore è obbligato ad eseguire a sua cura e spese la picchettazione completa del lavoro in modo che risultino precisamente indicate sul terreno le opere da eseguire. Nella esecuzione di qualsiasi categoria di scavo l'Appaltatore dovrà procedere con tutte le necessarie cautele e con il rispetto delle norme di cui agli articoli da 12 a 15 del DPR 7 gennaio 1956 n. 164. Per gli scavi in sotterraneo dovranno essere rispettate, oltre le norme del contratto e del presente Disciplinare, anche quelle del DPR 20 marzo 1956 n. 320. E’ tassativamente vietato eseguire gli scavi con sistemi che possono provocare il franamento e lo scoscendimento delle materie da scavare. L'Appaltatore dovrà attuare tutte le cautele atte a prevenire ed evitare scoscendimenti e frane, restando responsabile di ogni danno alle persone, alle cose ed alle opere in dipendenza di franamenti e scoscendimenti, anche se avvenuti nonostante le precauzioni adottate, e dovrà provvedere a sua cura e spese alla rimozione ed all'allontanamento dal cantiere delle materie franate, restando obbligato al risarcimento degli eventuali danni. Tutti gli scavi dovranno essere eseguiti in conformità alle indicazioni dei disegni ed alle prescrizioni della D.L.. Le superfici dei tagli dovranno essere spianate e gli spigoli dovranno essere profilati. Rimane a carico dell'Appaltatore il riempimento con pietre o con murature o con terra pilonata (secondo quanto disporrà la D.L.) delle parti di scavo che risultassero eseguite in eccedenza agli ordini ricevuti, senza che ciò dia diritto ad alcun compenso per lo scavo per il riempimento. Nelle zone degli scavi interessate da gallerie, tubazioni, cunicoli, e più in generale da infrastrutture di servizi sotterranee di qualsiasi natura, l'Appaltatore dovrà adottare tutti i provvedimenti più adatti al caso specifico, in modo da escludere ogni possibilità di franamento e danni alle persone, ai lavori in genere ed alle strutture interessate. Per l'esecuzione dei provvedimenti definitivi l'Appaltatore si dovrà attenere alle disposizioni che saranno impartite dalla D.L. e dagli Enti erogatori dei servizi competenti per le infrastrutture interessate. L'Appaltatore dovrà provvedere a sua cura e spese ad ogni opera occorrente per la deviazione ed il convogliamento delle acque superficiali di qualsiasi natura e provenienza, onde evitare che si riversino nei cavi o che arrechino comunque danni agli scavi ed ai movimenti di materie in genere. Qualora per l'incoerenza delle materie, oppure per la profondità e l'altezza degli scavi, o quando lo scavo debba essere effettuato al disotto dell'acqua sorgiva od in qualunque modo sia soggetto a riempirsi d'acqua, ed ogni volta che occorra, gli scavi sia di sbancamento che di fondazione dovranno essere solidalmente puntellati e sbatacchiati con robuste armature in modo da assicurare abbondantemente contro ogni pericolo le persone e le cose, ed impedire smottamenti di materie durante l'esecuzione degli scavi e successivamente. Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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Le pareti armate dovranno altresì essere assicurate con tiranti saldamente fissati a traversoni disposti sopra la bocca degli scavi. Qualora necessario, la sbadacchiatura dovrà essere eseguita a cassa chiusa così da raggiungere completamente lo scopo cui è destinata, e di proteggere l'opera da eseguire entro lo scavo da infiltrazioni di materie di qualsiasi genere. Col procedere dei lavori l'Appaltatore potrà recuperare le armature, sempreché non si tratti di armature formanti parte integrante dell'opera, da restare quindi in proprietà della Committente. Le armature che, a giudizio della D.L., non potessero essere tolte senza pericolo o danno del lavoro, dovranno essere abbandonate, restando stabilito che nessun compenso spetterà all'Appaltatore per le armature abbandonate. L'Appaltatore è responsabile dei danni ai lavori, alle persone, alle cose, alle proprietà pubbliche e private che potessero accadere per la mancanza od insufficienza delle armature, alle quali egli deve provvedere di propria iniziativa, adottando anche tutte le altre precauzioni necessarie ed opportune. L'Appaltatore non potrà mai accampare pretese e diritti a compensi per eventuali ritardi o sospensioni di lavori che si rendessero necessari per eseguire accertamenti, saggi, trivellazioni, prove di carico, ecc., ed eventualmente per completare il progetto delle opere di fondazione, restando convenuto che tali sospensioni rientrano tra quelle previste nel secondo comma dell'art. 30 del Capitolato Generale d'Appalto per le Opere di competenza del Ministero dei Lavori Pubblici. 36.3.2 Scavo a sezione obbligata Il progetto prevede l’esecuzione di scavi a sezione obbligata sia realizzata a mano che con mezzi meccanici, in terre rocce di qualsiasi natura, sia scolte che compatte, con resistenza allo schiacciamento fino a 50 Kg./cmq., asciutte o bagnate, compreso e compensato l’onere per il rispetto di costruzioni sotterranee preesistenti da mantenere, quali fogne, condutture in genere, cavi ecc. ed inoltre lo spianamento e la configurazione del fondo. E’ compresa l’armatura di sicurezza a carico dell’impresa, il sollevamento delle materie scavate, l’allontanamento dei materiali dall’orlo del cavo. I cavi saranno eseguiti con mezzi meccanici per dare luogo alla costruzione di fogne, tubolari, pozzetti, muretti, per posa di cigli e per delimitazioni, per cavi di indagine, ecc. Per l'esecuzione degli scavi, per la posa in opera di tubazioni, canalizzazioni di fogna, elettriche e telefoniche, per la realizzazione degli spechi e per i successivi rinterri, l'Appaltatore sarà libero di adottare tutti quei sistemi, materiali e mezzi di opera che riterrà di sua convenienza purché rispondenti allo scopo e non pregiudizievoli per la buona riuscita dei lavori. Gli scavi ed i riempimenti saranno eseguiti esattamente secondo i disegni allegati al progetto. Quando nello scavo si fossero passati i limiti assegnati, non solo non si terrà conto del maggior lavoro eseguito, ma anzi l'Appaltatore dovrà a tutte sue cure e spese rimettere in sito le materie scavate in più ed eseguire tutti quei lavori di altro genere che per tale motivo si rendessero necessari per assicurare la regolare esecuzione e la buona riuscita dell'opera. Il fondo dei cavi per il collocamento in opera delle pavimentazioni, tubazioni o delle canalizzazioni, dovrà essere ben spianato e corrispondere al piano delle livellette che sono indicate nelle sezioni allegate al progetto.
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I lavori di scavo saranno inoltre condotti in maniera da facilitare il pronto smaltimento alle acque di infiltrazioni che eventualmente scaturissero dal fondo e dalle pareti dei cavi, procedendo ove possibile, da valle a monte, essendo l'Appaltatore obbligato ad eseguire a tutte sue cure e spese gli esaurimenti che per tale motivo o per qualsiasi altra causa si rendessero necessari, come pure ad eseguire ogni deviazione di acqua di qualsiasi provenienza mediante opere adatte alla difesa degli scavi e delle opere. I materiali provenienti dagli scavi e dalle demolizioni che non fossero riutilizzabili saranno portati a rifiuto a cura e spese dell'Impresa. I materiali invece reimpiegabili a giudizio della D.L. saranno generalmente depositati in cumuli lateralmente alle trincee, disposti in modo da non creare ostacoli per il passaggio, il traffico e le manovre degli operai, mantenendo libera la zona stradale riservata al transito. 36.3.3. carico materiali e trasporto a discarica E’ compreso l’onere per il trasporto a discarica con qualunque mezzo, su aree da procurarsi a cura e spese dell’Impresa, del materiale anche se bagnato, a qualsiasi distanza e dislivello, compreso il carico sui mezzi di trasporto e relativo scarico. Le materie provenienti dagli scavi non potranno essere impiegate per la formazione di riporti ove la D.L. non le giudicasse adatte. Tali materie, e quelle che non trovassero impiego nei lavori, dovranno essere portate a rifiuto alle pubbliche discariche, così come previsto dai regolamenti comunali vigenti. Se l'area di cantiere disponibile si dimostrasse insufficiente per il temporaneo deposito delle materie da reimpiegare, l'Appaltatore dovrà procurarsi a sua cura e spese le maggiori aree occorrenti. In ogni caso le materie depositate non dovranno arrecare danno ai lavori, alle proprietà pubbliche e private, non dovranno essere di ostacolo al libero deflusso delle acque di qualunque natura esse siano. Le materie depositate in contrasto con le precedenti disposizioni saranno fatte asportare dalla D.L. a tutte spese dell'Appaltatore, restando questi responsabile degli eventuali danni arrecati. Gli oneri della ripresa delle materie da reimpiegare e del doppio trasporto restano comunque a completo carico dell'Appaltatore.
ART. 37 RIFACIMENTO SOTTOFONDI, RIPAVIMENTAZIONI E CIGLIATURE 37.1
FONDAZIONI STRADALI E PEDONALI
37.1.1 norme generali Tutti i materiali e le forniture occorrenti per i lavori proverranno da quelle località che l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché ad insindacabile giudizio della D.L. ne sia riconosciuta l'idoneità e la rispondenza ai requisiti prescritti. Qualora in corso di coltivazione delle cave o di esercizio delle fabbriche, degli stabilimenti, dei depositi, ecc., i materiali non fossero più corrispondenti ai requisiti prescritti, ovvero venissero a mancare e l'Appaltatore fosse obbligato a ricorrere ad altre cave, stabilimenti, fabbriche, depositi, ecc., in località diverse ed a diverse distanze o da diverse provenienza, resteranno invariati sia i prezzi stabiliti in elenco che tutte le prescrizioni che si riferiscono alla qualità e dimensione dei singoli materiali. Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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L'Appaltatore è obbligato a notificare alla Committente, in tempo utile, ed in ogni caso almeno 15 giorni prima dell'impiego, la provenienza dei materiali e delle forniture per il prelevamento dei campioni da sottoporre, a spese dell'Appaltatore, alle prove e verifiche che la Committente ritenesse necessarie prima di accettarli. Uguale obbligo ha l'Appaltatore nel caso di eventuali successive modifiche dei luoghi di provenienza dei materiali o delle forniture in genere. In relazione a quanto prescritto circa la qualità e le caratteristiche dei materiali e delle forniture in genere, l'Appaltatore è obbligato a prestarsi in ogni tempo a tutte le prove dei materiali e delle forniture, da impiegarsi o che abbiano già trovato impiego. Tutte le spese di prelevamento e di invio dei campioni ai laboratori, nonché le spese per le occorrenti sperimentazioni, saranno a carico dell'Appaltatore. Le prove suddette, se necessario, potranno essere ripetute anche per materiali e forniture della stessa specie e provenienza, sempre a spese dell'Appaltatore. L'esito favorevole delle prove, anche se effettuato in cantiere non esonera l'Appaltatore da ogni responsabilità nel caso che, nonostante i risultati ottenuti, non si raggiungano nelle opere finite i prescritti requisiti. Potrà essere ordinata la conservazione dei campioni, debitamente etichettati e muniti dei sigilli e delle firme della D.L. e dell'Appaltatore, atti a garantirne l'autenticità. In relazione alle diverse tipologie di pavimentazioni (lastre, cubetti), della loro destinazione (carrabile o pedonale) e delle caratteristiche del terreno sottostante, il progetto prevede diverse tipologie di fondazione, sia nella distribuzione che nel dimensionamento. La Direzione Lavori potrà disporre che tra i vecchi e i nuovi strati di sottofondazione, o tra questi e strutture murarie che dovessero essere rinvenute al di sotto del piano stradale, fatta eccezione per i ritrovamenti archeologici, sia realizzata una protezione in tessuto-non tessuto da pagarsi con i prezzi previsti negli elenchi di riferimento In ogni caso le caratteristiche dei materiali impiegati e le modalità di esecuzione dovranno essere quelle di seguito indicate.
37.1.2. fondazioni stradali in conglomerato cementizio Per quanto concerne la manipolazione, il trasporto e la posa in opera del calcestruzzo valgono le norme già indicate negli articoli precedenti. L'aggregato grosso (i pietrischi e le ghiaie) avranno le caratteristiche almeno pari a quelle della categoria III, della tabella II, art. 3 delle norme edite dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (fascicolo n. 4 delle Norme per l'accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali, ultima edizione) e saranno di pezzatura compresa fra i 25 mm e i 40 mm. I pietrischetti o ghiaietti avranno caratteristiche almeno pari a quelli della categoria IV della tabella III dell'art. 4 delle norme suindicate della pezzatura compresa fra i 10 mm e i 25 mm. I materiali dovranno essere di qualità e composizione uniforme, puliti e praticamente esenti da polvere, argilla o detriti organici. A giudizio insindacabile della Direzione dei lavori, questa potrà richiedere la preventiva lavatura. L'aggregato fino sarà costituito da sabbie naturali, eminentemente silicee e di cava o di fiume, o provenienti dalla frantumazione artificiale di rocce idonee. L'aggregato dovrà passare almeno per il 95% dal crivello con fori di 7 mm, per almeno il 70% dal setaccio 10 ASTM e per non oltre il 10% dal setaccio 100 ASTM. La sabbia dovrà essere di qualità viva, ruvida al tatto, pulita ed esente da polvere, argilla od altro materiale estraneo, di granulometria bene assortita. Il cemento normale o ad alta resistenza dovrà provenire da cementifici di provata capacità e serietà e dovrà rispondere alle caratteristiche richieste dalle norme vigenti. Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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L'acqua da impiegarsi dovrà essere pulita e priva di qualsiasi sostanza che possa ridurre la consistenza del calcestruzzo od ostacolarne la presa e l'indurimento. Il calcestruzzo sarà costituito con inerti di almeno tre pezzature, dosato con 200 kg di cemento per metro cubo di calcestruzzo vibrato in opera. La proporzione delle varie pezzature di inerti ed il rapporto acqua e cemento verranno determinati preventivamente con prove di laboratorio ed accettati dalla Direzione dei lavori. La dosatura dei diversi materiali, nei rapporti sopradescritti per la miscela, dovrà essere fatta esclusivamente a peso, con bilance possibilmente a quadrante e di agevole lettura. Si useranno almeno due bilance, una per gli aggregati ed una per il cemento. L'acqua sarà misurata in apposito recipiente tarato provvisto di dispositivo di dosatura automatica, che consenta di mantenere le erogazioni effettive nel limite del 2% in più o in meno rispetto alla quantità di volta in volta stabilita. Le formule di composizione sopra indicate si riferiscono ad aggregati asciutti; pertanto si dovranno apportare nelle dosature le correzioni richieste dal grado di umidità degli aggregati stessi. Anche i quantitativi di acqua da adottarsi sono comprensivi dell'acqua già eventualmente presente negli aggregati stessi. La miscelazione dovrà effettuarsi a mezzo di un mescolatore di tipo idoneo. La durata della mescolazione non dovrà essere inferiore ad un minuto nelle impastatrici a mescolazione forzata, ed a minuti 1,5 nelle impastatrici a tamburo, contandosi il tempo a partire dal termine della immissione di tutti i componenti nel mescolatore. In ogni caso, ad impasto finito, tutti gli elementi dovranno risultare ben avvolti dalla pasta di cemento; e non dovranno aversi differenziazioni o separazioni sensibili nelle diverse parti dell'impasto. La composizione effettiva del calcestruzzo sarà accertata, oltre che mediante controllo diretto della formazione degli impasti, arrestando, mediante aggiunta di alcool, i fenomeni di presa nei campioni prelevati subito dopo la formazione del conglomerato e sottoponendo i campioni stessi a prove di laboratorio. Prima di ogni ripresa del lavoro, o mutandosi il tipo di impasto, il mescolatore dovrà essere accuratamente pulito e liberato dagli eventuali residui di materiale e di calcestruzzo indurito. In nessun caso e per nessuna ragione sarà permesso di utilizzare calcestruzzo che abbia già iniziato il processo di presa, neppure procedendo ad eventuali aggiunte di cemento. Il calcestruzzo potrà essere confezionato sia nello stesso cantiere di stesa che in altro cantiere dell'Impresa purché il trasporto sia eseguito in modo da non alterare l'uniformità e la regolarità della miscela. Nel caso in cui l'Impresa desiderasse aumentare la plasticità e lavorabilità del conglomerato, l'eventuale aggiunta di opportuni correttivi, come prodotti aeratori o plastificati, dovrà essere autorizzata dalla Direzione dei lavori; le spese relative saranno a carico dell'Impresa. Prima di addivenire alla posa del calcestruzzo, l'Impresa avrà cura di fornire e stendere a sue spese sul sottofondo uno strato continuo ed uniforme di sabbia, dello spessore di almeno un centimetro. Per il contenimento e per la regolazione degli spessori del calcestruzzo durante il getto, l'Impresa dovrà impiegare guide metalliche dei tipi normalmente usati allo scopo, composte di elementi di lunghezza minima di 3 m, di altezza non inferiore allo spessore del calcestruzzo, muniti di larga base e degli opportuni dispositivi per il sicuro appoggio ed ammarramento al terreno e collegate fra di loro in maniera solida e indeformabile. Le guide dovranno essere installate con la massima cura e precisione. L'esattezza della posa delle guide sarà controllata con regolo piano della lunghezza di 2 m, e tutte le differenze superiori ai 3 mm in più o in meno dovranno essere corrette. Le guide dovranno essere di tipo e resistenza tali da non subire inflessioni od oscillazioni sensibili durante il passaggio e l'azione della macchina finitrice. Il getto della pavimentazione potrà essere effettuato in due strati ed essere eseguito in una sola volta per tutta la larghezza della strada, oppure in due strisce longitudinali di uguale larghezza gettata distintamente una dopo l'altra, se la carreggiata è a due corsie; i giunti fra le due strisce dovranno in ogni caso corrispondere alle linee di centro della carreggiata di traffico. Qualora la carreggiata abbia un numero di corsie superiore a due le strisce longitudinali di eguale larghezza da gettarsi distintamente dovranno essere tante quante sono le corsie. Il costipamento e la finitura del calcestruzzo dovranno essere eseguiti con finitrici a vibrazione del tipo adatto ed approvato dalla Direzione dei lavori, automoventesi sulle guide laterali, munite di un efficiente dispositivo per la regolarizzazione dello strato di calcestruzzo secondo la sagoma Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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prescritta (sagomatrice) e agente simultaneamente ed uniformemente sull'intera larghezza del getto. La vibrazione dovrà essere iniziata subito dopo la stesa del calcestruzzo e proseguita fino al suo completo costipamento. L'azione finitrice dovrà essere tale da non spezzare, durante l'operazione, gli elementi degli aggregati e da non alterare in alcun punto l'uniformità dell'impasto; si dovrà evitare in particolare che alla superficie della pavimentazione si formino strati di materiale fino. I getti non potranno essere sospesi durante l'esecuzione dei lavori se non in corrispondenza dei giunti di dilatazione o di contrazione. In quest'ultimo caso il taglio del giunto dovrà essere formato per tutto lo spessore del calcestruzzo. In nessun caso si ammetteranno riprese e correzioni eseguite con malta o con impasti speciali. La lavorazione dovrà essere ultimata prima dell'inizio della presa del cemento. A vibrazione ultimata lo strato del calcestruzzo dovrà risultare perfettamente ed uniformemente costipato su tutto lo spessore e dovrà presentare la superficie scabra per facilitare l'ancoraggio del sovrastante strato di conglomerato bituminoso (binder). Pertanto, prima dell'inizio della presa, la superficie verrà accuratamente pulita dalla malta affiorante per effetto della vibrazione, mediante spazzoloni moderatamente bagnati, fino ad ottenere lo scoprimento completo del mosaico. La pavimentazione finita dovrà corrispondere esattamente alle pendenze trasversali e alle livellette di progetto o indicate dalla Direzione dei lavori e risultare uniforme in ogni punto e senza irregolarità di sorta. In senso longitudinale non si dovranno avere ondulazioni od irregolarità di livelletta superiori a 5 mm in più o in meno rispetto ad un'asta rettilinea della lunghezza di 3 metri appoggiata al manto. Gli spessori medi del manto non dovranno risultare inferiori a quelli stabiliti, con tolleranze massime locali di un centimetro in meno. In caso di irregolarità e deficienze superiori ai limiti sopraddetti, l'Amministrazione potrà richiedere il rifacimento anche totale dei tratti difettosi quando anche si trattasse di lastre intere. L'Impresa è obbligata a fornire tutte le prestazioni che si ritenessero necessarie per l'esecuzione delle prove o dei controlli, nonché il trasporto in sito e ritorno degli strumenti ed attrezzature occorrenti. I giunti longitudinali saranno formati a mezzo di robuste guide metalliche di contenimento, già precedentemente descritte. Essi, per le strade a due corsie, verranno costruite in corrispondenza dell'asse della carreggiata mentre, per le strade aventi un numero maggiore di corsie, i giunti verranno costruiti in corrispondenza alla linea di separazione ideale tra corsia e corsia; tali giunti dovranno avere parete verticale ed interessare tutto lo spessore del calcestruzzo. La parete del giunto dovrà presentarsi liscia e priva di scabrosità ed a tale scopo si avrà cura di prendere, durante il getto, tutti gli accorgimenti del caso. Prima della costruzione della striscia adiacente alla parete del giunto, tale parete dovrà essere spalmata, a cura e spese dell'Impresa, di bitume puro. I giunti trasversali di dilatazione saranno disposti normalmente all'asse stradale, a intervalli eguali, conformi al progetto o alle prescrizioni della Direzione dei lavori e saranno ottenuti inserendo nel getto apposite tavolette di materiale idoneo deformabili, da lasciare in posto a costituire ad un tempo il giunto ed il suo riempimento. Dette tavolette dovranno avere un'altezza di almeno 3 cm inferiore a quella del manto finito. Per completare il giunto sino a superficie, le tavolette durante il getto, dovranno essere completate con robuste sagome provvisorie rigidamente fissate al preciso piano della pavimentazione in modo da consentire la continuità del passaggio e di lavoro della finitrice e da rimuovere a lavorazione ultimata. La posa in opera delle tavolette deve essere fatta con un certo anticipo rispetto al getto e con tutti gli accorgimenti e la cura necessaria perchè il giunto risulti rettilineo regolare, della larghezza massima di 10 mm e con spigoli perfettamente profilati. Non saranno tollerate deviazioni maggiori di 10 mm rispetto all'allineamento teorico. Qualora si usino tavolette di legno, si dovranno impiegare essenze dolci; inoltre gli elementi, prima della loro posa in opera, dovranno essere ben inzuppati d'acqua. I giunti potranno anche essere ottenuti provvedendo, a vibrazione ultimata, ad incidere con tagli netti in corrispondenza della tavoletta sommersa a mezzo di opportune sagome metalliche vibranti o a mezzo di macchine tagliatrici.
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I bordi dei giunti verranno successivamente regolarizzati con frattazzi speciali in modo da sagomare gli spigoli secondo profili circolari del raggio di un centimetro. I giunti di contrazione saranno ottenuti incidendo la pavimentazione dall'atto mediante sagome metalliche inserite provvisoriamente nel getto o mediante una lamina vibrante. L'incisione deve avere in ogni caso una profondità pari almeno alla metà dello spessore totale della fondazione in modo da indurre successiva rottura spontanea delle lastre in corrispondenza della sezione di minore resistenza così creata. Le distanze fra i giunti di contrazione saranno conformi al progetto od alle prescrizioni della Direzione dei lavori. Trascorso il periodo di stagionatura del calcestruzzo si provvederà alla colmatura dei giunti, previa accurata ed energica pulizia dei vani da riempire, con mastice bituminoso la cui composizione dovrà corrispondere alle seguenti caratteristiche: Bitume penetrazione da 80 a 100 20% in peso; Mastice di asfalto in pani 35% in peso; Sabbia da 0 a 2 mm 45% in peso.
37.1.3. norme per la costruzione di sovrastrutture in terra stabilizzata con cemento Per l'esecuzione di tale tipo di sovrastruttura i lavori dovranno svolgersi nel seguente modo: a) prima di spargere il cemento, lo strato di materiale dovrà essere conformato secondo le sagome definitive, trasversali e longitudinali di progetto; b) il cemento dovrà essere distribuito uniformemente nelle quantità richieste ed il lavoro dovrà essere di soddisfazione piena della Direzione dei lavori; c) l'acqua dovrà essere aggiunta nella quantità necessaria con barre spruzzatrici a pressione e uniformemente incorporate nella miscela nelle quantità richieste per ottenere l'umidità specificata dalla Direzione dei lavori per la miscela terra e cemento; d) ad avvenuta uniforme miscelazione della terra-acqua-cemento, l'impasto dovrà essere immediatamente costipato fino al raggiungimento della densità indicata dalla Direzione dei lavori; e) la miscela dovrà essere mantenuta umida con l'aggiunta di acqua nella quantità necessaria a sopperire le perdite verificatesi durante la lavorazione, ed infine lo strato sarà rifinito secondo le norme che di volta in volta verranno impartite dalla Direzione dei lavori; f) dopo che la sovrastruttura di terra-cemento sarà ultimata, dovrà essere immediatamente protetta in superficie per un periodo di sette giorni con sabbia o con stuoie, onde evitare perdite di contenuto di umidità nella miscela. Il macchinario da impiegare dovrà essere in buone condizioni d'uso e dovrà avere l'approvazione della Direzione dei lavori. Il macchinario che non sia di gradimento della Direzione dei lavori non potrà essere impiegato. Il cemento da impiegarsi dovrà essere quello normale ai sensi della legge 595/65 e delle altre norme vigenti. La Direzione dei lavori potrà autorizzare l'uso di cemento pozzolanico o di alto forno, che corrispondano alle norme vigenti. Il cemento dovrà essere consegnato in sacchi sigillati portanti scritto il marchio di fabbrica della cementeria. Ogni sacco dovrà essere in perfette condizioni al momento della consegna. Il cemento dovrà essere depositato in luoghi asciutti al riparo della pioggia e delle intemperie. Tutto il cemento che per qualsiasi ragione risulterà parzialmente deteriorato o conterrà impurità sarà rifiutato. L'acqua da impiegarsi dovrà essere esente da impurità dannose, olii, acidi, alcali, materie organiche e qualsiasi altra sostanza nociva. Il dosaggio del cemento nella miscela terra-cemento sarà stabilito in base alle caratteristiche della terra. Di norma la percentuale varierà dal 4 al 14% in peso sul peso secco del materiale ovverosia dal 6 al 16% in volume sul volume della miscela costipata. Il minimo dosaggio del cemento da usare è quello che: a) dia perdite di peso per la miscela terra-cemento rispetto al peso iniziale dopo 12 cicli di imbibizione ed essiccamento (eseguiti secondo la prova AASHTO-T 135/70) e dopo 12 cicli di gelo Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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e disgelo eseguiti secondo la prova AASHTO-T 136/70) compresi, a seconda dei gruppi di appartenenza delle classificazioni AASHTO-T 145/73 nei seguenti limiti: Terre dei gruppi A1-a, A1-b, A3, A2-4, A2-5, non oltre il 14%; Terre dei gruppi A2-6, A2-7, A4, A5, non oltre il 10%; Terre dei gruppi A6, A7-5, A7-6, non oltre il 7%; b) dia variazione di volume durante i cicli di imbibizione ed essiccamento o di gelo o disgelo non superiore al 2% del volume dei provini all'atto della confezione; c) dia contenuti di umidità, durante i cicli di imbibizione ed essiccamento o di gelo e disgelo, non superiori alle quantità che possono totalmente riempire i vuoti dei campioni all'atto della confezione; d) dia resistenza alla compressione in proporzione crescente col trascorrere del tempo e con l'aumento del dosaggio del cemento nei limiti di quei dosaggi che producono risultati rispondenti ai requisiti specificati ai punti a, b, c più sopra specificati. L'attrezzatura di cantiere indicata al precedente art. "Attrezzatura di Cantiere" dovrà essere integrata come segue: a) spargitori di cemento equipaggiati con sistemi di proporzionamento e distribuzioni tali da assicurare che lo spargimento venga effettuato con una precisione che non vari col variare delle condizioni della superficie del terreno su cui si opera e da assicurare la distribuzione con una tolleranza massima del 4% della quantità teorica richiesta per metro quadrato; b) sarchiatori regolabili per rimuovere le superfici costipate; c) spazzolatrici automatiche o del tipo trainato da impiegarsi nei lavori di rifinitura. Il laboratorio da campo dovrà essere attrezzato in modo da consentire oltre alle analisi e prove previste all'art. "Attrezzatura di Cantiere" anche le seguenti: a) determinazione della rispondenza delle caratteristiche del cemento alle norme di accettazione in vigore; b) determinazione del contenuto in cemento; c) determinazione dei tempi di presa del cemento. I lavori potranno essere eseguiti soltanto quando le condizioni di temperatura dell'aria ambiente siano superiore a 4 °C ed il tempo non sia piovoso o molto nebbioso. Il terreno da stabilizzare con detto sistema dovrà essere accuratamente preparato secondo le sagome, le inclinazioni previste da progetto prima di provvedere allo spargimento del cemento. La miscela terra-cemento si potrà considerare sufficientemente polverizzata quando l'80% del terreno, ad esclusione degli elementi lapidei, passi attraverso il setaccio n. 4 (4,76 mm). Se la normale procedura di miscelazione non dovesse dare questo grado di polverizzazione, l'Impresa dovrà fare una polverizzazione preventiva prima di spargere il cemento onde assicurare il raggiungimento di tali requisiti nella finale miscelazione dell'impasto. La quantità indicata di cemento richiesta per tutta la profondità del trattamento dovrà essere uniformemente distribuita sulla superficie in modo soddisfacente per la Direzione dei lavori. Il cemento dovrà essere sparso solamente su quella parte del terreno che si prevede di completare entro le ore di luce dello stesso giorno; nessun macchinario, eccetto quello usato per miscelare, potrà attraversare la zona in cui è stato sparso di fresco il cemento fino a quando questo non sia stato miscelato col terreno. Immediatamente dopo che il cemento è sparso, il macchinario per la stabilizzazione dovrà muoversi per polverizzare il terreno mescolando il cemento ed aggiungendo la richiesta quantità d'acqua attraverso le barre spruzzatrici a pressione. Il macchinario dovrà infine provvedere allo spargimento della miscela ottenuta su tutta la larghezza del trattamento in modo che sia pronta per essere costipata con idonea attrezzatura indicata dalla Direzione dei lavori. La percentuale di umidità nella miscela, sulla base del peso secco, non dovrà essere inferiore all'ottimo indicato dalla Direzione dei lavori, e non maggiore del 2% circa di tale ottimo. Questa umidità ottima indicata sarà quella che dovrà risultare a miscela completata e sarà determinata con uso dei metodi rapidi prestabiliti dalla Direzione dei lavori o con l'uso di apparati speciali per la determinazione rapida dell'umidità. Sarà responsabilità dell'Impresa di aggiungere l'appropriata quantità di umidità alla miscela. La miscela sciolta dovrà essere uniformemente costipata con le attrezzature approvate dalla Direzione dei lavori, fino al raggiungimento della densità indicata di volta in volta dalla Direzione dei lavori stessa.
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La velocità di operazione e conseguentemente il numero dei mezzi costipanti dovrà essere tale che il materiale precedentemente miscelato venga costipato per tutta la larghezza prevista e per la profondità prestabilita prima del tempo di inizio della presa del cemento. Dopo che la miscela sarà stata costipata ed in alcuni casi prima che il costipamento sia stato portato a termine, la superficie del terreno dovrà essere livellata secondo le sagome e le inclinazioni indicate in progetto. L'umidità contenuta nella miscela dovrà essere mantenuta all'ottimo prestabilito fino al termine delle operazioni. Alla fine della giornata o, in ogni caso, a ciascuna interruzione delle operazioni di lavoro, dovrà essere posta una traversa in testata in modo che la parte terminale della miscela risulti soddisfacentemente costipata e livellata. Dopo che la sovrastruttura sarà ultimata secondo le norme sopra indicate, essa dovrà venire immediatamente protetta in modo da preservare la miscela da perdite di umidità durante il periodo di sette giorni, ad esempio, mediante l'uso di sabbia umida, di sacchi bagnati, di paglia umida, o di emulsione bituminosa. Il traffico potrà essere aperto solo dopo sette giorni e, dopo tale termine, potrà essere applicato l'eventuale rivestimento superficiale. 37.1.4. norme per la costruzione di sovrastrutture con pozzolana stabilizzata con calce idrata Per quanto concerne le modalità per la costruzione di detto tipo di sovrastrutture valgono le norme indicate all'art. "Norme per la Costruzione di Sovrastrutture in Terra Stabilizzata con Cemento". Anche per questo tipo di sovrastruttura occorrono i medesimi macchinari richiesti dal tipo di sovrastrutture di cui al suddetto articolo. Il laboratorio da campo dovrà essere attrezzato in modo da permettere oltre alle analisi e prove previste all'art. "Norme per la Costruzione di Sovrastrutture in Terra Stabilizzata con Cemento" anche le determinazioni delle caratteristiche sulle calci, secondo le norme vigenti, e precisamente: a) stabilità di volume; b) finezza; c) contenuto di umidità; d) contenuto di carbonati; e) contenuto di idrati, calce e magnesio. L'Appaltatore è tenuta a mettere la Direzione dei lavori in condizioni di poter eseguire eventuali altre analisi che essa Direzione dei lavori dovesse richiedere, con specifico riguardo alle prove con apparato triassale, presso il laboratorio centrale dell'Appaltatore o presso quel laboratorio a cui l'Appaltatore affida l'esecuzione delle analisi. La pozzolana da usarsi dovrà essere esente da materie organiche e vegetali. La calce idrata dovrà essere conforme alle vigenti norme per l'accettazione delle calci. La miscela di pozzolana e calce idrata sarà nelle quantità da stabilirsi di volta in volta, in base a prove di stabilità eseguite su miscele di calce idrata e del particolare tipo di pozzolana impiegata. Le norme saranno eseguite col metodo della compressione triassale e non verranno accettate quelle miscele per le quali la linea di inviluppo dei relativi cerchi di Mohr sia sottostante a quella avente un'inclinazione di 45° sull'orizzontale ed intersecante l'asse delle ordinate nel punto corrispondente a 3 kg/cm (c = 3 kg/cm). Dopo che lo strato stabilizzato sarà stato ultimato, la superficie finita dovrà essere protetta con successive irrorazioni di acqua per mantenere l'umidità durante il periodo di sette giorni. Durante questo periodo lo strato stabilizzato non dovrà essere disturbato e pertanto non potrà essere aperto al traffico di qualsiasi genere. 37.1.5. costipamento del terreno in sito A) Se sul terreno deve essere appoggiata la sovrastruttura direttamente o con l'interposizione di un rilevato di altezza minore di 50 cm, si seguiranno le seguenti norme: a) per le terre sabbiose o ghiaiose, si dovrà provvedere al costipamento del terreno per uno spessore di almeno 25 cm con adatto macchinario fino ad ottenere un peso specifico apparente del secco in sito, pari almeno al 95% di quello massimo ottenuto in laboratorio; Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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b) per le terre limose, in assenza d'acqua, si procederà come al precedente capo a); c) per le terre argillose si provvederà alla stabilizzazione del terreno in sito, mescolando ad esso altro idoneo, in modo da ottenere un conglomerato a legante naturale, compatto ed impermeabile, dello spessore che verrà indicato volta per volta e costipato fino ad ottenere un peso specifico apparente del secco pari al 95% del massimo ottenuto in laboratorio. Nel caso in cui le condizioni idrauliche siano particolarmente cattive, il provvedimento di cui sopra sarà integrato con opportune opere di drenaggio. B) Se il terreno deve sopportare un rilevato di altezza maggiore di 0,50 m: a) per terre sabbiose o ghiaiose si procederà al costipamento del terreno con adatto macchiano per uno spessore di almeno 25 cm, fino ad ottenere un peso specifico apparente del secco pari all'85% del massimo ottenuto in laboratorio per rilevati aventi un'altezza da 0,50 m a 3 m, e pari all'80% per rilevati aventi un'altezza superiore a 3 m; b) per le terre limose, in assenza di acqua, si procederà come indicato al comma a); c) per le terre argillose si procederà analogamente a quanto indicato al punto c) del Capo A). In presenza di terre torbose si procederà in ogni caso alla sostituzione del terreno con altro tipo sabbioso-ghiaioso per uno spessore tale da garantire una sufficiente ripartizione del carico. 37.1.6 fondazione in misto di cava costipato Si tratta di una fondazione con materiale del tipo misto granulare stabilizzato di cava con legante naturale, da realizzare nelle zone e con gli spessori indicati in progetto. Nella esecuzione sarà compresa la fornitura dei materiali, le prove di laboratorio, la lavorazione ed il costipamento dello strato con idonee macchine, in modo da raggiungere il 95% della prova AASHO modificata oppure un Md pari a 800 Kg./cmq. secondo le norme del CNR relative alla prova alla piastra. E’ compresa inoltre la fornitura dei materiali di apporto e la vagliatura per raggiungere l’idonea granulometria ed ogni lavorazione per dare il lavoro compiuto secondo le modalità prescritte e finito a regola d’arte. Lo strato di fondazione in misto granulare sarà costituito da una miscela di materiali non gelivi, privi di materie organiche, stabilizzata meccanicamente. Si possono impiegare materiali nelle condizioni in cui si trovano, in natura e/o corretti con misto di frantoio a condizione che dopo l'eventuale correzione granulometrica e miscelazione siano rispettate le seguenti prescrizioni: Crivelli UNI 2334 e Miscela Passante Setacci UNI 2332 Crivello 71 Crivello 40 Crivello 10 Crivello 5 Setaccio 2 Setaccio 0,425 Setaccio 0,075
Totale in % 100% 68 - 100% 30 - 68% 23 - 55% 18 - 40% 10 - 25% 5 - 15%
La miscela di aggregati dovrà avere le seguenti caratteristiche: - limite liquido (CNR - UNI 10014) 25 - indice di plasticità (CNR - UNI 10014) non plastico - equivalente in sabbia (CNR n. 27-1972) 50 Lo studio della miscela deve essere preventivamente eseguito in laboratorio al fine di determinare la composizione più idonea per raggiungere i requisiti richiesti.
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Sulla miscela dovrà essere effettuata la prova AASHO modificata come descritto nelle Norme CNR n. 8 - 1967 per conoscere la massima densità secca, che non dovrà essere inferiore a 2,25 gr/cmc, e la quantità ottimale di acqua di compattazione. A giudizio della D.L. la miscela potrà essere preparata in opera o fuori opera. Nel primo caso, i vari componenti devono essere stesi in proporzionati cumuli longitudinali e nelle proporzioni stabilite, mescolati e livellati con motolivellatrici. Nel secondo caso, i vari componenti dovranno essere mescolati nelle richieste proporzioni in appositi mescolatori, indi la miscela sarà stesa nello spessore necessario. A discrezione della D.L. la fondazione potrà essere costruita in più strati o in unico strato a condizione che per tutto lo spessore dello strato la densità secca non sia mai inferiore al 95% di quella massima ottenuta in laboratorio con la prova AASHO modificata. La densità secca in sito dovrà essere determinata con il volumometro a sabbia come da procedura riportata nella norma CNR n. 22 - 1972. Qualora il grado di compattazione richiesto non venisse raggiunto, l'Appaltatore dovrà ricompattare la zona in difetto a sue spese, previa miscelazione e ripristino dell'umidità ottima. Il CBR (Norme CNR - UNI 10009) misurato in laboratorio del materiale costipato alla densità massima ed alla umidità ottima AASHO modificata dopo 4 giorni d'immersione dei campioni in acqua non dovrà essere inferiore al 60%. E’ inoltre richiesto che tale condizione sia verificata per uno scartamento dell'umidità di costipamento del 4% dall'umidità ottima. Solamente quando la D.L. avrà approvato lo strato sottostante, l'Appaltatore potrà stendere lo strato successivo. L'eventuale aggiunta di acqua, per raggiungere l'umidità prescritta in funzione della densità, sarà da effettuarsi mediante dispositivi spruzzatori. A questo proposito si precisa che tutte le operazione anzidette non devono essere eseguite quando le condizioni ambientali (pioggia, neve, gelo) siano tali da danneggiare la qualità dello strato di fondazione. Il materiale pronto per il costipamento dovrà presentare in ogni punto la prescritta granulometria. Il costipamento sarà effettuato con l'attrezzatura più idonea al tipo di materiale impiegato, e comunque approvato dalla D.L.. Il piano finito della fondazione dovrà essere uniformemente miscelato in modo da non presentare segregazione dei suoi componenti. Qualora la D.L. chieda il controllo della portanza effettiva dello strato di fondazione questo sarà effettuato in sito mediante prove di carico su piastra da 30 cm, con la determinazione del modulo di deformazione il quale, applicando le modalità delle Norme CNR n. 9 - 1967 deve risultare superiore a 800 kg/cmq. Tale determinazione va eseguita immediatamente dopo la compattazione allorquando il materiale di fondazione contiene ancora inalterata la sua umidità di costipamento. Lo spessore totale dovrà essere quello prescritto, con una tolleranza in più o in meno del 5%, purché questa differenza si presenti solo saltuariamente.
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Tutti i fori aperti sullo strato di fondazione finito per il prelievo di campioni, dovranno essere, a cura e spese dell'Appaltatore, immediatamente ricoperti con calcestruzzo magro a cui dovrà seguire una perfetta compattazione. L'Appaltatore dovrà, a richiesta della D.L., effettuare sui materiali di fondazione controlli di idoneità a prove di laboratorio. In particolare: - verifica della granulometria della miscela, determinazione dell'indice di plasticità, ed equivalenti in sabbia; - controllo della relazione densità - umidità ottima con il metodo AASHO modificato, più le prove come sopra specificato; - determinazione del CBR più le prove come sopra specificato ; - controllo della densità secca in sito; con frequenza da stabilirsi a giudizio della D.L.; - determinazione del modulo di deformazione da effettuarsi secondo le disposizioni della D.L.
37.1.7 fondazione in misto granulare stabilizzato Nei casi indicati in progetto è prevista la realizzazione di una fondazione in misto granulare stabilizzato con cemento tipo 325 nelle proporzioni di peso pari al 6% del peso del misto granulare Anche in questi casi è compresa la fornitura dei materiali, le prove di laboratorio, la lavorazione ed il costipamento dello strato con idonee macchine, in modo da raggiungere il 95% della prova AASHO modificata, compresa la miscelazione e la polverizzazione dei materiali, la stesa e la configurazione della miscela ed ogni lavorazione ed onere per dare il lavoro compiuto secondo le modalità prescritte e quanto altro per dare il lavoro finito a regola d’arte. Per quanto riguarda le prescrizioni di esecuzione, esse saranno le stesse indicate nel precedente paragrafo. Qualora sia prevista dal progetto si deve aggiungere la fornitura e la collocazione in opera di armatura in acciaio.
37.2
ESECUZIONE DEI SELCIATI E PAVIMENTAZIONE IN LASTRE DI PIETRA
37.2.1 Norme per l’esecuzione dei selciati. Le norme che qui si stabiliscono per la costruzione dei selciati valgono tanto per i selciati nuovi che per le riparazioni e rinnovazioni parziali o generali di vecchi selciati, riselciature di cavi e simili anche in piccole proporzioni. Valgono per la posa in opera di qualsiasi pezzatura di filari in guide di selce di dimensioni cm 24x24x6 e pavimentazione in cubetti di selce di dimensioni cm 12x12x14. E, comunque, si sottolinea che in particolare nell’area interessate dai lavori dovranno essere utilizzati, il più possibile, i selci di recupero in buone condizioni, non consumati e con i bordi integri; si ribadisce, a tal fine, che i materiali di recupero che saranno riutilizzati in cantiere dovranno essere sottoposti alla accettazione della D.L. I selci dovranno essere posti in opera a disegno secondo le indicazioni del progetto Le forniture dei materiali da impiegare dovranno essere omogenei per dimensione e tipologia. Potrà essere tollerato l’impiego di selci aventi una dimensione comunque non inferiore a cm 1 da quello richiesto. Il suolo che deve ricevere il selciato deve essere diligentemente compresso e ridotto in superficie unita e liscia, parallela o concentrica a quella del selciato, quale deve risultare a lavoro finito. A tale Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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scopo, prima di procedere alla compressione del terreno, si asporteranno le materie soverchiamente cedevoli e quelle soverchiamente dure, come melma, terre argillose, sassi, muri, per uno strato da 10 a 15 centimetri, sostituendovi calcinaccio pesto e asciutto. Se il suolo è bagnato si aspetterà a comprimerlo che si sia asciugato; se troppo secco si renderà meglio compressibile con innaffiamento. Se il selciato deve allettarsi con sabbia o pozzolana, la superficie del suolo battuto deve trovarsi sotto al piano definitivo della strada tanto quanto l'altezza dei selci, più 5 o 6 centimetri. L'arena e la sabbia per i selciati deve essere di fiume, ben granita, esclusa quella argillosa, mista a ghiaietta minutissima, netta e asciutta e tale conservata durante il lavoro. La pozzolana deve essere vagliata in modo da ridurla alla stessa omogeneità dell'arena. Lo strato uniforme di arena deve avere la stessa altezza dei selci, ed in esso il selciaiuolo fa posto ai selci uno ad uno con la penna del martello, stringendoli bene addosso ai precedenti, rincalzandoli con l'arena e picchiandoli fortemente sulla testa col martello stesso. Le connessure tra selcio e selcio debbono essere strette ma non tanto che non vi resti posto per l'arena; quelle tra i selci normali devono essere di circa m. 0,007. La tessitura normale del selciato sarà a spina con inclinazione al 45 %, riprendendo la stessa tessitura delle strade circostanti ; nei casi singolari la direzione dei filari sarà prescritta dalla D.L.. Nelle svolte e negli incroci delle strade dovrà evitarsi la rottura delle spine, e quindi l'uso dei mezzi selci in mezzo alla strada; si preferirà piuttosto disporre in curva i filari sino a passare da una spina all'altra. Si eviterà anche l'uso dei pezzi di selci troppo minuti sui limiti dei selciati ,scegliendo e mettendo in opera i selci di misura maggiore o minore della normale, o stringendo od allargando le connessure, quando il filare è per giungere al suo termine. Appena sarà tessuto un sufficiente strato di selciato gli si applicherà una prima battuta detta in pratica " acciaccatura ". Questa come ogni altra battitura del selciato, si esegue col mazzapicchio del selciaiuolo del peso di Kg. 30 circa. La percossa deve essere centrale in modo che i selci scendano verticalmente e non si appoggino irregolarmente l'uno sull'altro. Dopo la prima battuta il selciato deve essere già capace di sopportare il peso dei comuni veicoli, restando tuttavia due o tre centimetri sopra il piano definitivo della strada. Con una seconda battitura si porta il selciato alla prescritta sagoma della strada più approssimativamente, ed infine con una terza battitura si porta al suo perfetto luogo. Quando le tre battiture non siano sufficienti a portare il selciato alla necessaria resistenza, l'Appaltatore dovrà farne eseguire tante altre, quante ne richiederà il caso. Durante la battitura si spargerà arena sul selciato per riempire le connessure, e con lo scalpello si estrarranno i selci troppo cedevoli ai colpi e con essi un certo numero dei vicini; si caverà l'arena dal letto, si pilonerà fortemente il terreno sottostante rincalzandolo con calcinacci pesti od altro materiale idoneo, si riempirà il vuoto e si tornerà a ritessere il selciato ed a ribatterlo. Devono pure essere estratti dal selciato i selci che si scagliano o si fendono sotto la battitura. Un nuovo selciato non deve essere aperto al transito se non dopo la seconda battitura, meno in casi di urgenza, ed in questi casi l'Appaltatore non ha diritto a compenso essendo anche l'eccezione a suo vantaggio. La battitura dovrà essere eseguita immediatamente ed al solo scopo di conguagliare la superficie, dopo di che si spargerà il beverone che, con la granata si farà penetrare nelle connessure. La sigillatura dei giunti, secondo le indicazioni della D.L., potrà avvenire in due modi : - con applicazione di emulsione bituminosa, mediante l’uso di apposito “bricco”, in questo caso dovrà essere posta particolare attenzione al fine di evitare la copertura del piano pavimentale, che dovrà apparire a fine lavorazione scevra da qualsiasi residuo di bitume. Le parti che dovessero risultare coperte da bitume, anche dopo la sigillatura, dovranno essere opportunamente ed accuratamente raschiate e ripulite dalle incrostazioni affioranti; Capitolato Speciale Riqualificazione - Piazza Testaccio Per l’impresa
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- con una emulsione di sabbia di fiume vagliata e cemento tipo 325, previa idonea pulitura dei giunti con acqua a pressione; Sono vietate in modo assoluto le riprese con paletti oltre le quattro ore dell'impiego del materiale. I selciati a contatto di parti in asfalto, se in assenza di stangone, debbono essere limitati da una fila di guide disposte a correre. La necessaria rinzeppatura lungo il lato dell’asfalto sarà fatta di materiali in malta, la quale sarà pagata a parte al prezzo di tariffa. In tutti i tombini e/o chiusini a riempimento predisposti dalle Aziende PP.SS., dovranno essere alloggiati i selci sbassati ed adattati, realizzando un piano omogeneo e conseguente a quello della pavimentazione circostante. E' vietato di rimettere in opera la rena estratta da un selciato demolito ed è obbligo dell'Appaltatore di asportarla del tutto man mano che il selciato si demolisce.
37.2.2 Pavimentazione in pietra e posa in opera Le pietre di basalto da utilizzare, dovranno essere a grana compatta senza screpolature, peli e venature, dovranno essere di prima scelta, le lastre dovranno essere sonore, con faccia superiore grezza a filo di sega. Il letto di posa dovrà essere portato a perfetto piano e le facce di combaciamento lavorate a pelle liscia. Non saranno tollerate smussature agli spigoli, né cavità sulle facce o rattoppi. La pietra da taglio che presentasse tali difetti verrà rifiutata e l'Appaltatore dovrà provvedere alla sostituzione. L'Appaltatore inoltre avrà l'obbligo di realizzare i tagli particolari della pietra necessari per la cornice della pavimentazione a lastre, secondo i disegni costruttivi e dovrà fare particolare attenzione alle riquadrature intorno ai pozzetti che dovranno essere realizzate a regola d’arte. Avrà comunque l'obbligo di apportare tutte quelle modifiche che potranno essere richieste dalla D.L. La collocazione in opera delle pietre dovrà essere eseguita con l'impiego di malta bastarda e, comunque, idonee per composizione e finezza. Se sarà necessario con aggiunta di agglomerante cementizio o collante senza aumento di prezzo. 37.2.3 norme generali I materiali in argomento dovranno rispondere alle “Norme per l’accettazione delle pietre naturali da costruzione” di cui al RD 16/11/39 N. 2232. Le opere in pietra dovranno corrispondere, entro i limiti delle tolleranze indicate, alle forme e dimensioni richieste ed essere lavorate a seconda delle prescrizioni del presente Disciplinare e di quelle che impartirà la D.L. all'atto dell'esecuzione. Tutti i materiali dovranno avere caratteristiche di aspetto esterno, grana, coloritura e venatura, essenziali della specie prescelta e rispondere a tutti i requisiti, compatibilmente con la natura del materiale impiegato. La D.L. ha la facoltà di prescrivere, con le limitazioni contemplate nelle presenti norme, qualora non disposto, le misure dei vari elementi di ogni opera, la formazione e disposizione dei vari conci e lo spessore delle lastre; come pure ha la facoltà di precisare gli spartiti, la posizione dei giunti, la suddivisione dei pezzi, l'andamento della venatura, la formazione di modanatura e scorniciature, ecc.. Nell'accostamento delle lastre dei pavimenti, dovranno essere evitati contrasti di colore, di macchiatura e di venatura fra lastra e lastra così da realizzare, per quanto possibile, la costanza del colore, della macchiatura e della venatura, tenendo conto della natura e delle caratteristiche del materiale impiegato.
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Negli spessori è ammessa la tolleranza di 1,5 mm. ; nel collocamento in opera dei pezzi, specialmente di quelli con più parti in vista, dovrà essere posta la massima cura nello scegliere opportunamente gli elementi contigui così da evitare denti e risalti. Prima di iniziare i lavori l'Appaltatore dovrà predisporre, a sue spese, i campioni delle pietre, lavorati come prescritto, e sottoporli all'esame della D.L. che ne verificherà la corrispondenza alle prescrizioni. I campioni, debitamente contrassegnati, resteranno depositati negli uffici della D.L. quale termine di confronto e di riferimento, tenendo conto della natura del materiale, del tempo trascorso e delle condizioni di conservazione del materiale stesso. Il Committente potrà ordinare la predisposizione di modelli ed il loro collocamento in sito, il tutto a spese dell'Appaltatore, il quale dovrà apportarvi, prima di procedere all'esecuzione della fornitura, le modifiche richieste dal Committente fino ad ottenerne l'approvazione. L'Appaltatore è obbligato ad apportare alle opere, anche in corso di lavoro, le modifiche che richiederà il Committente. Per quanto riguarda la posa in opera, sono a carico dell'Appaltatore i seguenti oneri e prestazioni: a) il trasporto, lo scarico e l'immagazzinamento ed il successivo trasporto all'eventuale punto di lavorazione b) la ripresa del materiale dal punto di lavorazione o di deposito, trasporto, sollevamento e avvicinamento al sito di collocamento restandovi compresa qualsiasi armatura, opera provvisoria o mezzo d'opera e protezione c) l'impiego della necessaria mano d'opera comune, qualificata e specializzata d) ogni materiale di consumo e) gli eventuali tagli e scalpellamenti di muratura, di conglomerati cementizi, di intonaci, di pavimenti, di rivestimenti, ecc., per la preparazione della sede e per la perfetta posa in opera del pezzo f) la formazione nelle pietre di incassature, sagomature, incastri, smussature, rifilature, ingallettature, incamerazioni; fori di ogni genere quadrati, circolari o rettangolari tagliati anche a tutto spessore, asole e mezze asole, tassellature, sigillature con piombo di perni, codette, piastrini, gangheri, staffe, chiavette, spranghe e simili g) la mano d'opera specializzata, qualificata e comune occorrente per la perfetta rifinitura dei pezzi sia prima che dopo il loro collocamento in opera. Tanto nel caso in cui la fornitura delle pietre sia effettuata direttamente dall'Appaltatore, quanto nel caso in cui la fornitura venga effettuata dall'Amministrazione, l'Appaltatore dovrà avere la massima cura per evitare, durante le varie operazioni di scarico, trasporto, collocamento in opera e conservazione fino all'approvazione del collaudo, rotture, scheggiature, graffi, e danni di ogni genere alle pietre ed ai marmi. Pertanto i marmi e le pietre, ove occorra, dovranno essere adeguatamente protetti, avendo cura particolare per gli spigoli, le cornici, gli scalini, i pavimenti, le parti sporgenti ed in generale per quelle parti che, per il passaggio o per la caduta dall'alto di materiali od altro, potrebbero restare danneggiate. Le protezioni predisposte dovranno essere rimosse e successivamente ripristinate ogni qualvolta si rendesse necessario effettuare controlli e misurazioni; così come dovranno essere ripristinate qualora e per qualsiasi motivo risultassero non più idonee allo scopo.
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