Busaschi Passando per le strade di Busachi è impossibile non stupirsi per il gran numero di donne che ancora indossano il costume, non solo conservandone la struttura basilare, ma anche i tessuti ed i colori e distinguendo così ancor oggi la vedova dalla sposa e la giovane dall'anziana. La vedova porta sul capo il fazzoletto giallo-arancione (tutto il resto è nero), mentre le altre donne in lutto indossano solo il fazzoletto gialloarancione, conservando immutato il resto dell'abito. Tutte le altre portano un fazzoletto rettangolare di tela bianco; piegato in modo da formare un largo bordo e disposto trasversalmente. Per tutti i giorni, infine, non si indossa il gippone ma si sta in maniche di camicia, anche d'inverno (le maniche della camicia sono di lino grezzo, il resto di tela). Del costume maschile sono arrivati fino a noi solo la camicia (tuttora confezionata secondo modelli del 1.800) ed il gilè.
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Cabras Il costume attuale per i giorni feriali si presenta molto semplice, sia per la fattura che per i tessuti usati nella confezione (in genere stoffe fantasia). È caratteristico su gipponi, che veniva indossato solo d'inverno, scuro, grinzito sul davanti e ornato con pizzo chiacchierino. Stessa fattura hanno il costume della domenica e quello della sposa: se ne differenziano per la qualità dei tessuti (che spesso fanno derivare il nome dal loro antico costo) e per la ricchezza dei ricami. Ancor oggi in paese si può notare qualche anziana che indossa il costume. Del costume maschile esistono due tipi: da pescatore, rosso e da contadino; in quest'ultimo il colore predominante e il nero.
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Ghilarza Il costume femminile è stato ricostruito dalla tavola n. 31 del periodico «Il Buon Umore» del 31 agosto 1.878 e attualmente viene indossato unicamente dai componenti il gruppo folcloristico. La caratteristica principale + rappresentata da su mantu, piccolo manto di seta viola con nastri bianchi e bottoni di tessuto in tinta. Le rimanenti parti vengono confezionate con broccato, panno e tela di lino; il grembiule e di seta bianca a strisce verdi, legate con nastro giallo. Nel costume maschile spicca a su zippone de velludu, di velluto verde a doppio petto bordato con treccia di lana nera.
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Milis Attualmente il gruppo folk indossa un costume di panno nero, con sa este di pelle di vitello rivoltata: gli anziani del paese ricordano ancora su cappotto di orbace, col cappuccio. Il costume femminile da sposa è caratterizzato dal velo bianco sul capo, da s'imbustu ‘e oro di broccato dorato e da su mucadori in thrugu, fazzoletto a triangolo indossato come uno scialle. Tra le vie del paese si può ancora osservare qualche anziana in costume.
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Mogoro Del costume femminile di Mogoro va innanzitutto ricordato che la gonna tradizionale «antica», era di bodratiu (bordato): il gruppo folcloristico ha invece adottato una gonna di panno nero con balza di broccato verde. Sul capo viene indossato su sciallu, scialle nero di tibet con ricco ricamo a fiori; il busto (is pabas) e di broccato viola. Semplicissimo il costume maschile: tutto nero con camicia bianca. L'uso del costume è ormai completamente scomparso.
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Paulilatino Il costume di Paulilatino è indossato solo dai gruppi folcloristici: quello femminile appare molto austero, confezionato con colori scuri (di terziopel nero su zibbone tundu, di panno nero con la balza nera a fiori viola la gonna), che contrastano col bianco velo di tulle che adorna il capo. Nero è anche il costume maschile, confezionato con velluto e panno.
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San Vero Milis Il costume di questo centro, è ancora frequentemente utilizzato da molte donne anziane, è molto semplice, di tipica foggia contadina. I materiali principalmente usati sono sempre state le stoffe fantasia, il cui valore (da cui derivava il nome dello stesso tessuto: zinellu de chimbi era definita la stoffa da cinque soldi) varia a seconda che si tratti del costume della domenica, da sposa o feriale. Davanti alla camicia, annodato nelle spalline del busto e infilato nella gonna, si porta su mucadore 'e pitturas o, per le feste, su mucadore in thrugu, fazzoletto di tela che ora viene indossato per non sporcare la camicia, ma il cui uso, in tempi remoti, fu probabilmente imposto dagli ecclesiastici per coprire le scollature che, si dice, lasciavano intravedere il seno. Il costume maschile è completamente nero, di fruesi, ora diventato panno, con camicia bianca; attualmente il gilè è ornato con lacci verdi.
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Samugheo Il costume femminile di Samugheo si è mantenuto sostanzialmente identico rispetto allo scorso secolo, cambiano solo alcuni materiali difficilmente reperibili o completamente scomparsi. Particolare curioso i dodici fazzoletti che venivano indossati anticamente; ridotti in seguito a sette, ora sono solamente quattro: su muncadore 'e
ligare, su muncadore 'e rosas, su muncadore 'e moda e su mantigheddu che danno la nota inconfondibile al bellissimo costume; la gonna è di orbace con balza di broccato. Gli uomini indossano indumenti di velluto blu, orbace nero e lino grezzo. Il costume viene ancora utilizzato in paese, specie durante le feste, a carnevale o in occasione dei matrimoni (sovente dagli stessi sposi).
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Sedilo La bellezza e l’eleganza del costume femminile di Sedilo, sta proprio nella semplicità e austerità della foggia e del tessuto: è infatti confezionato principalmente con tibet nero (su zippone e sa unnedda) e tela bianca (sa tiazola e sa camisa); unica nota di colore s'imbustu, chiuso sul davanti con nastro rosso che passa tra le stecche. Il costume maschile è nero, con sa 'este di pelle di vitello, gonnellino, calzoni e ghette, oppure pantaloni lunghi grigi (più recenti).
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Uras Il costume femminile è unico: presenta tuttavia delle varianti secondo la condizione sociale e lo stato civile di colei che lo indossa. Lo scialle di tibet nero ricamato veniva infatti indossato solo dalle donne agiate, che pure legavano il grembiule in vita con nastri colorati, mentre le povere adoperavano per il medesimo scopo, un nastro di betua (bisaccia). La gonna, di robusto cotone rosso vino, viene tuttora plissettata in vita (a mano), per una fascia di circa venti centimetri: le pieghe poi arrivano fino alla falda. Il costume delle vedove è particolare per lo scialle nero avvolto sul viso a coprire anche la bocca.
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Zeddiani Zeddiani, centro agricolo famoso per l'ottima vernaccia, è un paese di contadini: i suoi costumi presentano le caratteristiche comuni ai tipi campagnoli dell'oristanese, riconoscibili immediatamente per l'uso di leggere gonne in tela di cotone con ricami floreali ed in particolare per su mucadore 'e pitturras, il fazzoletto che le donne arrotolavano al busto per coprire il collo e il seno.
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